Maggio 2012 - informazione sugli eventi culturali e sociali della nostra città
LAVORI PIAZZA FORTUNATO
PROVA DI EVACUAZIONE ANTINCENDIO NELLA SCUOLA PRIMARIA Gli alunni alle prese con un presunto incendio
15 Maggio 2012 10 Maggio 2012
20 Maggio 2012
Il giorno ventuno Aprile la Protezione civile di Rionero ha compiuto dieci anni. Per questa occasione ha propo-sto alla Scuola Primaria una simulazione di incendio a scuola. La mattina sembrava un giorno normale, tranquillo, ma dopo la ricreazione la maestra Mariella ci ha detto di prendere i giubbotti e di metterci in fila per due. Io davo la mano al mio miglio-re amico, Simone. Siamo arrivati dall’ altra par-te della scuola e ci siamo
trovati insieme a tutte le altre classi. Di fronte a noi c’era una situazione incredibile! C’erano delle persone con diverse divise fosforescenti sulle quali era scritto “Lupi del Vulture” e in piccolo era scritto “ Protezione civile”. Oh no! Dei bambini sembravano rimasti intrappolati in classe vicino ad un falso fuoco (che in realtà era una torcia accesa tenuta in ma-no da un Lupo del Vulture che cercava di nascondersi invano). Un altro lupo del Vulture è salito su una scala ed ha raggiunto la classe dove erano "intrappolati " i tre bambini, li ha tratti in salvo uno per volta prendendoli in braccio e portan-doli giù. Poi le classi si sono mosse verso l'entrata prin-cipale e lì abbiamo assistito ad un'altra spettacolare operazione di salvataggio: in una pan-da rossa, che stava bruciando, c'erano due persone che fingevano di essere gravemente ferite. Veloci
come frecce sono arrivati i Lupi del Vulture che hanno trasportato sulle barelle i due finti feriti e li hanno condotti su un'am-bulanza che è partita a sirene spiegate. Subito dopo i Lupi del Vulture hanno cercato di spe-gnere le fiamme che avvolgevano l'auto con due idranti e alla fine ci sono riusciti ( anche se la macchina era quasi carbonizzata) A quel punto, mentre tornavamo in classe, i Lupi del Vulture ci hanno offerto merendine e acqua. Ormai avevamo capito che si era tratta-to solo di una simulazione, ma le emozioni sono state tante: sembrava di essere in un film con molti effetti speciali. CHILDRENREPORTERS
Classe III C
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“Fatt’ e fattaridd’ r’ la gènd’ r’Ar’niur”, un libro
di Gerardo Nardozza Presentato presso il Centro Sociale a Rionero alla presenza di un folto pubblico
Sabato, 31 marzo, presso il Centro Sociale ”P. Sacco” Gerardo Nardozza ha presentato il suo nuovo libro “Fatt' e Fattaridd' preghiere, canti, malocchio ... r' la gènd' r' Ar' niùr' “. Gerardo Nardozza è autore di numerose commedie teatrali in vernacolo rionerese, messe in scena con notevole successo dall’Associazione Rivonigro dal 2007 ad oggi. Ricordiamo nel 2007 “Rionero…Storie di vita paesana”, 2008; “Timp’ passat’ “, 2009; “Na vita sbagliàt’ “, 2011; “Ar’nìur’ e Arn’ urìs’…Storia e vita di un paese”. Inoltre Gerardo è autore di altre pubblicazioni sempre in dialetto rionerese, tra cui “Quann’ s’ ric’…ngèr’
na vot’ “, 2003; “ Timp’ e timp’ “, 2005. Alla presentazione del libro, presente un folto ed attento pubblico, in particolare tanti anziani, sono intervenuti: Antonio Placido, sindaco di Rionero in Vulture, Michele Pinto, dirigente Scolastico, Michele Traficante – giornalista pubblicista, don Giuseppe Cacosso, parroco Chiesa Madre, Peppino Grieco, direttore Caritas diocesana. I lavori sono stati coordinati con garbo e professionalità dal giornalista e critico cinematografico Armando Lostaglio.
Una bellissima ed interessante serata di notevole spessore culturale, allietata, tra un intervento e l’altro, da alcuni brevi sketch comici in dialetto rionerese, del gruppo teatrale dell’Associazione Rivonigro. Assai applaudite le esilaranti interpretazioni di alcuni fatt’ e fattaridd’ contenuti
nel libro di Nardozza, da parte dei bravi attori del Gruppo teatrale rionerese.
Il Sindaco di Rionero, nel suo intervento, ha messo in risalto l’importanza del testo che serve per recuperare le nostre origini e quindi preservare la memoria. Il testo, che si serve di testimonianze orali, mette in risalto un linguaggio colorito, dai toni accesi, a tratti divertente. Placido ha voluto ricordare alcuni passi del libro e in particolare quello della “Morte”, dove il pianto della sorella della defunta passa dal tragico al comico. E così altre storie, dove la violenza domestica era, purtroppo, una consuetudine nella civiltà contadina. Non per ultimo le citazioni sui riti contro il malocchio. Il sindaco ha concluso il suo intervento, invitando Gerardo a proseguire con tenacia questo lavoro di ricerca e a rimettere in circuito una serie di espressioni, magari anche desuete, perché si
possano riprendere, rielaborare e modificare.
Per Michele Pinto recuperare la memoria storica significa capire da dove veniamo e vedere la prospettiva di dove andiamo. Quindi recuperare il dialetto significa recuperare una parte consistente di noi stessi. Dopo l’unità d’Italia, per i risorgimentali il dialetto rappresentava elemento di separazione e di segregazione; pertanto era da bandire. Con questo concetto veniva meno una degli aspetti fondamentali delle comunità locali. Paradossalmente, a distanza di 150 anni, la storia si è ripresa la rivincita in una società globale, dove emergono sempre più le spinte localistiche. Recuperare un’identità, una storia, una memoria, significa tramandarla ai posteri perché ne facciano uso e tesoro. Spinto ha definito la metodologia del libro Fatta' e Fattaridd' preghiere, canti,
malocchio ... r' la gènd' r' Ar'niùr' semplice e avanzata. Semplice, perché Gerardo ha riportato gli eventi e le testimonianze così come gli venivano raccontati. Innovativa, perché, insieme alle interviste a messo insieme le biografie, le storie personali. Inoltre dal libro emerge un intreccio di mitologia, magia e religione, ben rimarcati nella struttura del testo.
E’ seguito l’intervento di Michele Traficante, giornalista, che ha curato anche la prefazione del libro. Per Traficante il volume mette in risalto costumi, tradizioni e modi di pensare ed esprimersi dei nostri padri. Praticamente un tuffo nel passato, tra ricordi, personaggi, eventi, scorci del paese ormai scomparsi. Per chi come lui ha vissuto quel periodo, i fatt’ e fattridd’ riportati nel libro, producono uno strano effetto. Si riportano, fra l’altro, alla memoria storie di religione popolare, al limite del
fanatismo e della superstizione, che sono però alla base della civiltà contadina e della storia della comunità rionerese. Una storia minore che molti non conoscono, specie le nuove generazioni. “ Certo - ha affermato Traficante - non si tratta di una struggente nostalgia di un passato che non tornerà più, ma richiamare situazioni, vicende della vita quotidiana. E’ il popolino che parla in questi fatt’ e fattaridd’, che si esprime, nel linguaggio che gli è più consono ed abituale, con spontaneità, semplicità, immediatezza quasi istintiva, ma sempre efficace e diretto”. Pertanto Traficante si è voluto complimentare con Gerardo Nardozza per questa importante ricerca, durata mesi ed anni, frutto di perseveranza, di rinunzie e di grandi sacrifici, ma sostenuto proprio in virtù di quell’attaccamento ed amore del proprio paese. Don Giuseppe Cacosso ha parlato del sacro e della religiosità popolare. Ha analizzato la fusione tra elementi sacri ed elementi profani, fede e superstizione, come emergono dal libro. Don Giuseppe ha voluto
ringraziare Gerardo per la generosità, poiché il ricavato del libro sarà devoluto per sostenere le opere di solidarietà umana e cristiana di don Ferdinando Castriotti in Honduras. Su questo aspetto di solidarietà cristiana si è incentrato l’intervento di Peppino Grieco, direttore Caritas diocesana, il quale ha spiegato ed illustrato i lavori e le opere che don Ferdinando Castriotti sta realizzando in Hoduras: recupero tossicodipendenze, scuole, poliambulatorio e, tra le più importanti, un piccolo Ospedale per i poveri. Da Armando Lostaglio è arrivato l’invito ad acquistare questo prezioso libro non solo per il recupero della memoria storica del nostro paese, ma anche e soprattutto per regalare una speranza ai poveri in Honduras. Gerardo Nardozza nel concludere l’incontro ha ringraziato per l’attenzione rivolta alla sua persona affermando di avere ancora molto materiale sul dialetto rionerese che si augura di pubblicare appena possibile. youtube.com/rioneroinvulturetv www.siderugikatv.com
Pino di Lucchio
ASSOCIAZIONE LE MONADI
È stata presentata il 30 aprile 2012 presso il teatro “La Piccola” di Rionero in V. l’ associazione socio-culturale “Le Monadi”. Una conferenza stampa diversa dalle solite; accompagnata dalle note delle “7 Rose più tardi” e dalle suggestive immagini di un video realizzato dall’associazione stessa, attraverso il quale, a detta degli organizzatori, “ si è voluto delineare il nostro dizionario, dodici termini definiti attraverso note citazioni, che costituiscono la bussola del nostro agire”, Legate da un importante filo conduttore, esplicato attraverso una citazione di Coelho, i giovani delle Monadi hanno da subito evidenziato l’impossibilità, in questa fase storica, di sottrarsi alle istanze di cambiamento che di giorno in giorno crescono sempre più nella società; passaggio quest’ultimo ben chiaro nei tre
interventi che hanno dato forma e sostanza alla conferenza. Giovanni Caputo, socio fondatore, ha spiegato come “ il cammino futuro di una comunità deve partire dalle sue radici storiche e culturali. La nostra città nasce in quella RegioVulturis, crocevia di popoli e di eventi storici importanti che hanno segnato il nostro mezzogiorno e l’intero Paese.” “La nostra associazione approfondirà le tematiche legate al meridionalismo, attualizzando e contestualizzando al presente il concetto.”
L’intervento successivo del vice-presidente Michele Giordano è stato teso ad evidenziare come “per raggiungere un vero cambiamento socioculturale è necessario partire dalle tematiche più attuali: impresa, lavoro e innovazione. I giovani sono costretti ad emigrare perché qui non c’è lavoro. La nostra associazione vuole diventare un laboratorio di idee, un
centro di forze costituito da giovani laureati, studenti, artigiani che vogliono costruirsi il futuro partendo proprio dal Vulture e dalla Basilicata. Per combattere la crisi e per ridare lavoro ai giovani sarà necessario riformare un tessuto produttivo e commerciale che deve ripartire dal basso evitando di trasferire la ricchezza alle multinazionali estere.
Sarà necessario reinvestire nei settori tradizionali attraverso tecniche e conoscenze innovative. Solo così sarà possibile dare un po’ di respiro alla nostra economia, e di conseguenza al benessere della nostra società”. Nell’intervento finale, il presidente Giuseppe Potenza, oltre a spiegare nel dettaglio quali saranno le attività dell’associazione, ha sottolineato come l’orizzonte spaziale di riferimento è solo in partenza quello del Vulture e della Basilicata
dichiarando “già dal secondo anno di attività saremo impegnati nel più ampio contesto del mezzogiorno d’Italia cercando di tenere salda la prerogativa del sano associazionismo.” “ Occorre uscire dal mal costume dell’associazionismo legato al doppio filo dei finanziamenti pubblici.” Noi alle pubbliche amministrazioni chiederemo solo di poter usufruire degli spazi fisici, provando a rivalorizzare le tante cattedrali nel deserto da troppo tempo abbandonate”.
stata florida di spunti di riflessione collettiva importanti, che spesso però non hanno trovato continuità nel tempo”. Non sottraendosi alle considerazioni del sindaco, Giuseppe Potenza ha infine aggiunto “le Monadi, oggi nascenti, potranno avere senso di esistere anche in futuro solo se riusciranno ad incidere realmente nei tessuti sociali dove andranno ad operare”. La conferenza è stata chiusa da uno sketch teatrale ripreso dalla trasmissione vieni via con me dove due giovani hanno riassunto le ragioni del “vado via e resto qui”. youtube.com/rioneroinvulturetv www.siderugikatv.com
Chiamato a portare un saluto non formale, ma sostanziale, il sindaco Antonio Placido ha espresso la necessità di ricostruire corpi intermedi che sappiano fungere da tramite tra pubblica amministrazione e società. In tal senso ha auspicato ai giovani delle Monadi di non essere l’ennesimo esperimento di breve durata, perché “questa nostra terra è sempre
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Rionero, al lavoro per piazza Fortunato In una conferenza stampa sono stati illustrati i relativi progetti di riqualificazione
Sabato 28 Aprile il Comune di Rionero ha voluto presentare l’avvio dei lavori di riqualificazione della Piazza G. Fortunato con un incontro pubblico presso il Palazzo G. Fortunato. Presenti all’incontro, Antonio Placido, sindaco di Rionero in Vulture, l’arch. Efisio Pitzalis progettista, Alberto Versace, direttore generale Dipartimento Sviluppo e Coesione Economica Ministero per lo Sviluppo Economico, Vito De Filippo - presidente della Giunta Regionale di Basilicata.
Il Sindaco di Rionero ha brevemente descritto tutte le tappe del progetto, dal bando di concorso vinto dal Progettista Pitzalis al reperimento dei primi fondi per l’avvio del primo lotto. L’inizio dei lavori nella Piazza Giustino Fortunato non è che l’inizio di un complesso lavoro di riqualificazione urbana, approvato lo scorso anno dalla giunta comunale, che intende riqualificare il centro storico, il centro commerciale naturale, piuttosto che la proliferazione dei Centri Commerciali nelle periferie della città. L’arch. Efisio Pitzalis, capogruppo dello studio vincitore del progetto, ha parlato del progetto. Grazie alle attività del Ministero dei Beni Culturali, della sezione “Qualità Italia”, il progetto della nuova Piazza Giustino Fortunato è stato presentato a livello internazionale in numerose mostre, tra cui Roma, Tokio, (prossimamente sarà esposto anche a Colonia in Germania) riscuotendo ammirazione e interesse per il prospetto. Il progetto vincitore, ha tenuto conto della indicazione del bando che prevedeva il riassetto delle due attuali piazze con
particolare attenzione rivolta: a) configurazione di un luogo attrezzato per mostre d’arte, spettacoli e concerti, anche come segno di rispetto e memoria del pre-esistente Teatro Combattenti; b) valutazione dell’opportunità di salvaguardare la peculiarità e singolare apertura dello spazio e quindi della visibilità da valle verso Palazzo Fortunato, Chiesa Madre, Fontana Grande e la Torre dell’orologio del rione Costa. Infatti, le due piazze, esaltando la loro natura di invaso ricettivo ed accogliente, digradano progressivamente dall’alto verso il basso, come una platea naturale da cui è possibile assistere a concerti, spettacoli e manifestazioni pubbliche e comizi politici. Gli interventi previsti dal progetto vincitore si concretizzano in tre lotti. Il 1° interessa la parte gradinata della Piazza che dal fronte del Palazzo Giustino Fortunato si sviluppa sino al cerchio che, da un lato, intercetta il manufatto basamentale che costituisce lo snodo verso Fontana Grande e, dall’altro, l’edificio angolare di sponda opposto. Il 2°
lotto riprende dalla interruzione del primo e, con analogo schema a cerchi concentrici, si sviluppa sino all’area dove attualmente e dislocata la rotonda spartitraffico. Il 3° lotto completa lo sviluppo della piazza sino al bordo del Parco di Villa Catena. L’idea è quella di una nuova piazza vista come un motore commerciale, turistico e per la valorizzazione dei prodotti locali. Una piazza che richiama la storia e la geografi a del nostro territorio. Da qui la visione dello spazio, di uno spalto, di un teatro greco che accolga attività e spettacoli all’aperto, incontri, scambi culturali. Ma nello stesso tempo recupera il solco dell’antico fiume Rivus niger (Rio nero)” che denomina la cittadina del Vulture. Da qui la tradizionale canalizzazione delle polle d’ acqua. Proprio nel ricordo del “Rio nero” tutta la piazza è disseminata di piccole polle d’acqua scolpite nella stessa pietra. il recupero delle aree verdi circostanti e l’illuminazione. Il Primo lotto dei lavori riguarderà l’area che va da Palazzo Giustino Fortunato con lo scoscendimento della
Piazza, recuperando il dislivello di circa cinque metri. Il secondo lotto comprenderà la vasta area resa libera dopo l’abbattimento di edifici e del cinema teatro Combattenti, resi inagibili in seguito ai danni subiti dal sisma del 23 novembre 1980, e che oggi in parte è incolta e parte adibita a mercato ortofrutticolo. Alberto Versace, in qualità di Direttore Generale del Dipartimento Sviluppo e Coesione Economica Ministero per lo Sviluppo Economico, ha rimarcato l’interesse a livello internazionale del progetto. Nella realizzazione di un nuovo progetto ci sono molteplici fattori da prendere in esame, fra cui i parcheggi e la viabilità, il territorio, ecc. Il Presidente della Giunta Regionale Vito De Filippo ha esordito con una battuta: “Visto la situazione che stiamo attraversando, per la realizzazione della Piazza non si parlerà di lotto 1, lotto 2… ma di lotta 1, lotta 2…” De Filippo ha proseguito elencando le strutture che la Regione Basilicata ha recuperato e consegnato alla comunità ricreativa. Si tratta di cospicui
investimenti finanziari che hanno creato luoghi di aggregazioni culturali, di laboratori teatrali, di attività sociali. Tra i luoghi che la Regione intende recuperare, rientra anche l’ex macello di Rionero che verrà consegnata alle cooperative, alle associazioni, con un input finanziario iniziale. Per tutto questo non mancano le difficoltà, soprattutto finanziarie, per fronteggiare i tanti problemi di degrado e di abbandono di ampie zone. youtube.com/rioneroinvulturetv www.siderugikatv.com
Stampato in Proprio Supplemento a Piccola Città, Autorizzazione Tribunale di Melfi n.2/91, Direttore Responsabile Armando Lostaglio www.comunedirioneroinvulture.pz.it Numero Verde 800-604444 www.youtube.com/rioneroinvulturetv
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