Ottobre 2015
I Ciao 'Nè Chi erano e chi sono i Ciao 'Nè???... Parliamo di chi erano: (oggi le cose sono un pò cambiate) I Ciao 'Nè erano gli emigranti e figli di emigranti, rioneresi, che durante le ferie di Agosto ritornavano per un mese nella loro città Natale. Infatti,
come un miracolo, nei primi giorni di Agosto nelle strade e nei vicoli di Rionero si potevano notare delle nuove auto targate nella maggior parte Va, Mi, To... ogni tanto qualche targa Ts o Fi. Molte erano le auto con lo stemma posteriore ovale con le sigle F, D o CH. Macchine nuove, lucide, pulite e ben messe,
tipiche erano le auto con i cuscini foderati sui sedili o, pupazetti o cagnolini che muoveano le testoline ad ogni movimento. Magari erano anche auto di ultima generazione appena uscite dalla catena di montaggio di Mirafiori. Insomma, il nostro concittadino emigrante tornava al paese d' origine
Verso la legalità.
QUANDO L'INGIUSTIZIA DIVENTA LEGGE, LA RESISTENZA DIVENTA DOVERE. Non c'è libertà, senza la legalità
per trascorrere almeno un mese con genitori, amici e parenti. Dopo alcuni giorni dal loro arrivo, iniziava la piccola processione per andare a trovare i parenti, sempre nel primo pomeriggio e con la calura estiva. Accompagnati da un gentore, dalle mogli e dai figli, questi ultimi sempre con l'aria scocciata. Portavano con loro ondate di novità... raccontavano delle città in cui vivevano, dei servizi che esse offrivano, dei grandi supermercati, dei grandi negozi di abbigliamento (mostravano sempre l'ultimo acquisto fatto in quei negozi), dei tram, della metropolitana, del traffico, delle scuole, delle università...mah... e noi con la bocca aperta ascoltavamo
tutto questo. Colpiva molto il loro linguaggio, parlavano un italiano dialettizzato, (o dialetto italianizzato) ad esempio: Siamo andati al negozio e abbiamo Accattato un vestito; oppure: quando costano qua le Pumbrore? e i Catapani? (vero Zio 'Chilino?). Parlavano molto delle fabbriche, della grande Fabbrica Fiat. Ma non entravano mai nel dettaglio del loro lavoro, alla domanda: ma tu... che faj 'ndò la fabbrc'? La risposta era molto evasiva. Di rado raccontavano della catena di montaggio e dei turni di lavoro. Forse (almeno credo) sotto sotto pensavano: stacit' meglj vui qua... Ma tutto sommato, il loro arrivo era una grande festa ma con la
fine di Agosto come d'incanto, quelle auto e quei figli di Rionero svanivano nel nulla. Ritornavano nella grandi città, nelle grandi fabbriche, però portavano sempre con loro un pacco preparato dai loro genitori con dentro, fagioli, peperoni secchi, formaggio pecorino, salsiccia, origano, aglio, cipolle, salsa, vino, uova...e anche un bidone di olio di oliva. Tutto questo i grandi supermercati non potevano offrirlo...non potevano offrire i SAPORI RIONERESI. Francesco Sperduto
'Non li avete uccisi: le loro idee camminano sulle nostre gambe'. E' questa la frase che caratterizza la lotta contro l'illegalità e contro le mafie: fa riferimento a due dei più importanti magistrati che si fecero portavoci di questa lotta, Borsellino e Falcone. Noi cittadini di oggi dovremmo imparare da questi esempi per far si' che tutti noi non ci chiudiamo nell' omertà. E' l'omertà quella che fomenta le mafie e che le fa andare avanti, che spinge tutti i mafiosi a credere di essere al di sopra dell'autorità dello stato e a credere di far paura. Ma non è così. La mafia non deve farci paura; se da una parte c'è l'illegalità che cerca di 'accoltellare' la giustizia, dall'altra parte ci dobbiamo essere noi pronti a difendere la libertà per la quale i nostri padri costituzionali hanno
tanto lottato. Infatti senza legalità non c'è libertà. Per questo al giorno d'oggi, che l'ingiustizia e l'illegalità sono quasi considerate come leggi da alcuni, la resistenza e la denuncia devono diventare un vero e proprio dovere. Dobbiamo lottare per cercare di fermare questo “mostro” che ci sta divorando la vita. La legalità oggi è quindi la capacità di tutti quelli che riescono a parlare e a camminare a testa alta contro le mafie, la legalità è trasparenza, è libertà. Con legalità si intende quindi tutto quel complesso di diritti e doveri di ogni cittadino che permette al singolo individuo di condurre una vita serena. Purtroppo, però, l'inconsapevolezza di ciò che è accaduto fino a ieri dilaga tra la gente ignorando cosi i possibili pericoli e conseguenze che possono
scaturire nel perseguire comportamenti errati o nell'affidarsi alle comodità illecire piuttosto che alla giustizia. In questo modo si sviluppa la mafia! Sembra assurdo e impossibile che questa organizzazione possa prendere il controllo di interi territori, gruppi di persone e intraprendere attività che superano ben oltre la soglia dell'accettabilità come la prostituzione, il traffico di droga fino ad arrivare al traffico delle scorie tossiche, gli affari immobiliari e tanti altri settori che fruttano tanto denaro. Eppure è la realtà. Tra non molto però se la gente continuerà a scegliere l'omertà, a favorire la mafia, tutta l'organizzazione dello Stato sarà inevitabilmente contagiata.Sappiamo tutti, infatti che, se nel corpo
umano non funziona un solo organo questo non riesce più a vivere; la stessa cosa accade nella società. La mafia è quel cancro terribile che cerca di infiltrarsi anche nelle istituzioni dello Stato. Proprio per questo motivo tantissime sono state le sollecitazioni riguardo il trattamento del tema della legalità e dell'illegalità a scuola. Infatti è la scuola l'istituzione che può dare un contributo decisivo alla lotta contro le mafie, attraverso la formazione di cittadini onesti e sinceri, informati e non indifferenti.
L'associazione Libera, in particolare, promuove questa lotta tramite diverse iniziative e progetti sperando in una presa di coscienza da parte dei giovani. Nel Codice etico, proposto dall'associazione Libera alle scuole italiane è scritto:” La Scuola ha questo grande potere e questa grande responsabilità: è necessaria per la crescita delle persone e per il
cambiamento delle società. Tutto ciò a partire dall'assunzione di un ruolo consapevolmente voluto ed interpretato nella ricerca di autonomia e distanza dalle culture e dalle pedagogie che oggi opprimono gli individui e soffocano lo sviluppo delle comunità. Questo significa credere ed affermare che la Scuola è indispensabile al nostro mondo e che per assumere tale funzione necessita di "risvegliarsi" da una condizione di immobilità ed assuefazione culturale e tornare ad essere risorsa utile al rinnovamento del nostro Paese.” Si parla, quindi, di rinnovamento del paese che può essere compiuto solamente sbarazzandoci dell'illegalità e facendo rientrare all'interno della nostra società la legalità, la quale promuove valori fondamentali, quali la libertà, la giustizia e la pace.
soccombe. Anche per questo motivo non dovremmo lamentarci delle leggi; quindi legalità è anche aprire gli occhi e capire che le regole sono state fatte unicamente per il nostro bene.
L’autunno per noi
“La mafia non è affatto invincibile; è un fatto umano e come tutti i fatti umani ha un inizio e avrà anche una fine. Piuttosto, bisogna rendersi conto che è un fenomeno terribilmente serio e molto grave; e che si può vincere non pretendendo l'eroismo da inermi cittadini, ma impegnando in questa battaglia tutte le forze migliori delle istituzioni.” (Giovanni Falcone) Raffaella SIBILIA III F I.I.S G. FORTUNATO
Se la legalità non ci fosse, la gente vivrebbe allo stato brado, dove chi è più forte regna e chi è più debole
Sa di tempo che passa l’autunno, inesorabile, quasi insopportabile, malgrado la tavolozza di colori che offre alla vista siano decisi e forti, ineluttabili come il cielo quando decide di piovere. Emana una certa nostalgia, perché l’orologio del tempo si riannoda su se stesso e il crepuscolo si avvicenda e cede il passo ad un anno che finirà. Un profumo di incenso, che sa di antico e di profano, un segno del nuovo che ancora attende, mentre ci adottano i versi del poeta lucano Giulo Stolfi che, ne “Il peso del cielo”, scrive: I miei passi soltanto sono vivi / nel silenzio inquietante della notte aperta di colpo / in arene di biacca. / Vecchio vicolo amico / dalle macerie degli anni / per incanto riappari ma i tetti / sopportano a stento / il peso del cielo (…) non vedo i gerani le viole / la menta alle finestre (…) / Mi veglia un
angelo affranto / ora che è liscia, affilata / la guancia della luna.” E’ sempre la poesia, dunque, a raccontarci il disagio del tempo che vola su di noi, con un’invincibile frequenza, mentre a noi tocca “sopravvivere a stento”. Eppure i sogni dell’adolescenza ci promettevano altro. Ci proiettavano oltre. Futuri incerti ma vivaci e talvolta estremi. Questo ci promettevamo. Mai avremmo pensato di delegarlo, il futuro, a gente così incauta, incolta, relegata alla cronaca misera di questo quotidiano e che non sa programmare il divenire se non che per i propri eccentrici vantaggi. Non prende mai a costoro quel senso di crepuscolo che sappia guardare alla guancia della luna, non hanno “angeli affranti” a vegliare su di loro. Mai avremmo immaginato che avremmo delegato il futuro a questi sventati attori senza scena. Occulti protagonisti che decidono da
troppo tempo sulle nostre vite, che però odorano di pietra inerte e polverosa. E’ passato alla Mostra di Venezia (del 2012, e mai uscito da noi) un film straziante, “La cinquième saison” (La quinta stagione, di Woodworth e Brosens, registi fiamminghi), che nel grigio disegna un futuro nel quale le stagioni si ribellano all’uomo. Struggente e riflessivo, di quei film che i Fiorito o le Lady Curia mafiosi assimilati di questo tempo sbandato non guarderanno mai, perché non lo capirebbero. Alberi senza frutti e aurore senza luce hanno programmato (come in quel film) questi personaggi per le generazioni a venire. Abbiamo delegato a troppa gente e per troppo tempo le vite e generazioni di onesti corridori di corse in salita. Malgrado tutto, anche in quest’autunno ci avvolgiamo nel languore di un tempo che passa, ma che può essere ancora nostro, che può ancora raccontarci e farci intravvedere luce nuova. In questa sequenza ingrigita di nebbia, pietosa benché romantica. Si può uscire dalla “normalità eterna” imposta da un’egemonia senza volto? E’ l’autunno del nostro tempo a farci guardare bagliori di futuro, nonostante l’inverno incomba, e le stagioni continueranno ad avvicendarsi. Ci salveremo, è un augurio, dall’avvento della “quinta stagione”. Armando Lostaglio
Insignita anche della medaglia Presidente della Repubblica. La studentessa rionerese Federica Vitale Alfiere del Lavoro
hanno potuto visitare il Centro di Produzione RAI di Saxa Rubra, la Camera dei Deputati accolti e salutati, in sostituzione della Presidente Laura Boldrini, dal deputato questore on. Dambruoso, e la Casina Valadier, dove la Presidenza della Federazione Nazionale dei Cavalieri del Lavoro ha consegnato loro la medaglia della Federazione. Nella cerimonia di premiazione si sono susseguiti brevi interventi delle autorità presenti.
idee nuove per raggiungere livelli di eccellenza nel proprio ambito. Il ministro dello Sviluppo Economico, dott.ssa Federica Guidi, ha sottolineato l’azione meritoria dei premiati che con l’aiuto del governo e la loro intraprendenza hanno saputo far fronte alla crisi economica creando prodotti made in Italy apprezzati in tutto il mondo.
L’ambita onorificenza dalle mani del presidente Sergio Mattarella La bella e brava Federica Vitale di Rionero in Vulture nei giorni scorsi è stata insignita dell’onorificenza di Alfiere del Lavoro. Nel salone dei Corazzieri del Quirinale il 22 ottobre scorso, su iniziativa della Federazione Nazionale dei Cavalieri del Lavoro, è stato conferito il premio “Alfieri del Lavoro”, con la consegna della medaglia d’argento e dell’attestato d’onore, a 25 studenti d’Italia, che hanno terminato gli studi delle scuole superiori e conseguito negli esami di maturità il massimo dei voti. I candidati, segnalati dai presidi di tutta Italia e selezionati sulla base dei brillanti risultati della loro carriera scolastica, sono stati ospiti a Roma nei giorni 20, 21 e 22 ottobre, nei quali, secondo un programma dettagliato, i neo “Alfieri”
Il dott. Antonio D’Amato, Presidente Nazionale, ha porto il saluto della Federazione alla folta assemblea e non ha nascosto il suo compiacimento di tanti Cavalieri del Lavoro, l’apprezzamento della loro attività e dei loro sacrifici per mantenere alta la produttività e sconfiggere le minacce della crisi ancora imperante. Ha, poi, illustrato il significato e la finalità dell’istituzione degli Alfieri del lavoro, quale riconoscimento dell’impegno dimostrato con i risultati scolastici conseguiti, col fine di valorizzare chi è capace di porsi obiettivi, esprimere progettualità e lavorare a
Il Capo dello Stato, Sergio Mattarella, s’è detto felice di incontrare tanti giovani così ben formati per la serietà nello studio e nella vita, segno di un’Italia ancora sana e desiderosa di progredire. Espressa la gratitudine ai Cavalieri del Lavoro per quanto hanno fatto nel mondo dell’impresa, dell’economia e del lavoro. E’ necessario però, ha aggiunto il presidente Sergio Mattarella, combattere la corruzione e riconsiderare il lavoro, oggi necessario soprattutto per i giovani, ai quali tocca affrontare prospettive incerte e previsioni difficili per i cambiamenti radicali in tutti i settori. Gli interventi sono stati seguiti con molta attenzione e hanno conseguito vivo apprezzamento. È, però, da costatare che solo un cenno è stato riservato ai giovani
Alfieri da parte del Capo dello Stato, nulla ha detto il ministro Guidi. Si è preferiti esaltare la laboriosità dei Cavalieri e l’azione del governo, trascurando chi rappresenta la speranza dell’Italia del domani. Il nostro futuro è affidato a questi Alfieri, sicuri talenti ricchi di competenze e di capacità, che saranno di stimolo ed esempio per altri, ma ancor più degni di costituire una nuova classe dirigente basata sul merito e consapevole del valore del sapere e della conoscenza. Ha fatto seguito, tra continui applausi, la consegna da parte di Sergio Mattarella delle onorificenze (diploma e medaglia della Presidenza della Repubblica) in maniera alternata a ciascun Cavaliere del Lavoro e quindi a un Alfiere del Lavoro, chiamati in ordine alfabetico, con l’immancabile foto ricordo. La medaglia riporta sul dorso la testa turrita dell’Italia con incisa la firma di Sergio Mattarella, e sul retro la facciata del Quirinale. Federica Vitale è stata premiata insieme con il CAV Lorenzo Pinzauti. Rionerese di nascita, ha 19 anni, ha studiato presso il liceo scientifico “Luigi Pasteur”, frequenta la facoltà
di Medicina presso l’Università Cattolica di Roma. Intervistata prima della cerimonia dalla RAI, con disinvoltura ha mostrato di avere le idee chiare e piena consapevolezza circa il suo futuro, non nascondendo le difficoltà che certamente incontrerà, poiché il mondo del lavoro sarà diverso da quello attuale, fiduciosa però che sarà ricco di soddisfazioni. Piuttosto emozionata è apparsa nel ricevere i complimenti delle autorità, ma non ha saputo nascondere la propria gioia nell’aver ricevuto un così alto riconoscimento, conseguenza del suo impegno scolastico e dell’inappagato desiderio di sapere. A Federica l’affettuoso augurio nostro e della redazione di Info Rionero di brillanti risultati oggi nella sua carriera di studi universitari, domani nel campo professionale, in cui certamente saranno appagate le sue sane ambizioni.
La programmazione di TG7 Basilicata si arricchisce di un nuovo programma:
il TG dei Ragazzi Grazie alla collaborazione con il Liceo Scientifico di Rionero (3 F), l’Istituto Comprensivo di Barile “Giovanni XXIII e l’Istituto Comprensivo di Potenza “G. Leopardi”. Inoltre i ragazzi del Liceo Scientifico di Rionero collaboreranno con la redazione di INFO RIONERO. Ringraziamo la coordinatrice del progetto Franca Mercurio. Comune di Rionero in Vulture www.comunedirioneroinvulture.pz.it Numero Verde 800-604444 www.youtube.com/rioneroinvulturetv www.rioneroinvulturetv.ilcannocchiale.it
Michele Traficante (Stampato in Proprio) Associazione Vibrazioni Lucane Via Ortilizi, Rionero (Pz) evasion.giornale@libero.it Tel: 349.6711604
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