Obama fa causa a Standard&Poor’s e chiede 5 miliardi di dollari: “Contribuì a scatenare la crisi finanziaria”. Insomma, la Procura di Trani non ha tutti i torti
Mercoledì 6 febbraio 2013 – Anno 5 – n° 36
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“MONTEPASCHI CONTROLLATO DAI MASSONI”
‘Sto partito qua di Marco
d’Esposito » pag. 7
» ROMA VIOLENTA » Dopo la denuncia al Fatto del leader Sel
ALLEANZE
Omofobia, la politica guarda altrove Vendola resta solo Mentre a Londra il Parlamento dice il primo sì alle nozze gay in Italia i leader di partito temono perfino di esprimere solidarietà a chi viene minacciato per le scelte sessuali
Buscemi, D’Onghia, Gramaglia e Zanca » pag. 4 - 5 Mario Monti e Pier Luigi Bersani Ansa
B. fa paura Monti e Bersani siglano il patto di Berlino “Prontissimo a collaborare con il Professore”. Il segretario del Pd lo dice al termine dell’incontro con il ministro delle Finanze tedesco, Wolfgang Schäuble. Il premier apprezza Marra » pag. 2
“Lo Stato non mi protegge, finirò ammazzata come Lea Garofalo”
Nichi Vendola
U di Marco Politi
U di Oliviero Beha
I DIKTAT VATICANI E LA FINESTRA DI RATZINGER
SÌ, SONO GAY (E PURE POVERO): E ALLORA?
LaPresse
asterebbe poco. Che Beneì, sono gay: e allora? Badetto XVI si affacciasse Sstasse dirlo, come si chieB domenica su piazza San Pietro deva ieri su questo giornale aled esclamasse: “Va deplorato con fermezza che le persone omosessuali siano oggetto di espressioni malevole e di azioni violente. Simili comportamenti meritano la condanna dei pa» pag. 5 stori della Chiesa”.
IL DOSSIER
la corolla di leader politici in un’invocazione di solidarietà con il Vendola minacciato e allarmato, saremmo a posto. Personalmente poi non corro rischi di rappresaglie vaticane politico-elettorali. » pag. 18
BALLI PERICOLOSI
» LO SCENEGGIATORE
L’Auditel e le tecniche di affondamento di La7
Vincenzoni: “Quando mandai affanculo Billy Wilder” Pagani » pag. 14
i amazzeranno. Farò la i sono anche i misteriosi M fine della mia compae- Cmovimenti dei dati Ausana, Lea Garofalo. Ed è tutta ditel dietro l’imminente decolpa dello Stato”. Tiziana Giuda è la moglie di Vincenzo Marino, ex boss di Crotone, condannato per mafia e collaboratore di giustizia dal 2007. Borromeo » pag. 10
cisione di Telecom Italia di regalare La7 al suo concessionario di pubblicità, Urbano Cairo, ex assistente di Silvio Berlusconi. Meletti e Tecce » pag. 9
Travaglio
nche se lui negherà sempre, pure sotto A tortura, pare quasi che Massimo D’Alema legga Il Fatto. L’altro giorno ha detto che il Pd
“Mussari è stato iniziato ‘libero muratore’ quando cominciò la sua scalata al potere”. Gioele Magaldi, uno dei capi della massoneria, racconta come a Siena le logge influenzino le varie cordate bancarie. E parla di Amato, Luigi Berlinguer e Verdini
’NDRANGHETA
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LA CATTIVERIA
Bolshoi, intrighi e mafia in Russia » pag. 13
Secondo Monti, Berlusconi cerca di comprare il voto degli italiani. Ma solo per non dover comprare senatori dopo » www,forum.spinoza.it
deve iniziare a fare campagna elettorale, mentre finora ha pensato di aver già vinto le elezioni e preferito parlare di alleanze dopo le urne e spartirsi i posti del futuro, sempre più immaginario, governo. È quello che scriviamo da due mesi. Se si domanda a un normale cittadino che cosa ricorda di ciò che han detto in campagna elettorale Bersani, Monti, Ingroia, B. e Grillo, la risposta è: di Grillo ricordo quasi tutto, di B. molte cose, di Ingroia qualcosa, di Monti poche cose, di Bersani niente (a parte che vuole sbranare chi accusa il Pd per Montepaschi, così anche i pochi che lo ritenevano estraneo capiscono che c’è dentro fino al collo). Magari Bersani avrà detto anche cose giuste e sensate, ma nessuno se n’è accorto. Perché non parla: biascica, bofonchia, borbotta masticando il sigaro. Non finisce mai le frasi. ‘Sto paese qua, mica siam qui, ‘ste robe lì. Una pentola di fagioli in ebollizione. Nei servizi dei tg appare sempre in contesti improvvisati e improbabili, tristi e desolanti, nulla che buchi il video e colpisca l’immaginario della gente. La retorica da culatello, piadina e squacquerone ha stufato. I proverbietti fanno pena. Infatti l’altroieri ha fatto meno ascolti a Piazzapulita di Renzi a Ottoemezzo. Ieri, con l’aria del trascinatore di folle (adesso vi faccio vedere io), ha lanciato l’idea di “un patto a Monti”. Sai che goduria. Politichese vecchio e muffito: i tavoli, gli assi, i patti, le convergenze, il dialogo, il riformismo, i progressisti e i moderati, i problemi sul tappeto. Eppure di cose da dire – chiare e semplici, comprensibili e popolari, persino vere – ce ne sarebbero a bizzeffe. Basta guardarsi intorno, interpellare il primo che passa per la strada o al bar. La casta, per esempio: chi parla più dei costi della casta? Antonello Caporale, sul sito del Fatto, suggerisce una proposta di tagli radicali alle spese folli delle cinque funzioni amministrative sovrapposte: Europa, governo, regioni, province e comuni. “Cinque livelli di spesa che si spartiscono 800 miliardi l’anno”. Ridurle almeno a quattro, facendola finita con le regioni o con le province, significherebbe tagliare le poltrone e i relativi bancomat. Un’altra idea viene dall’annuale relazione del presidente della Corte dei Conti Luigi Giampaolino sulla “corruzione sistemica”, collegata al nero dell’evasione e delle mafie, che sottrae all’erario centinaia di miliardi e costringe i governi a tassare sempre di più una popolazione già allo stremo bloccando ogni barlume di sviluppo e di crescita. Basterebbe ammettere che la legge anticorruzione Severino è una boiata pazzesca e promettere di sbaraccarla per farne una nuova che punisca duramente (con la galera) corrotti, corruttori, concussori, evasori, falsificatori di bilanci, riciclatori (anche in proprio con l’autoriciclaggio), abusivisti, ma anche chi compra voti dalle mafie in cambio di favori. Invece anche su questo fronte si balbetta, temendo l’accusa di giustizialismo che, soprattutto di questi tempi, non fa perdere un voto, anzi ne fa guadagnare parecchi. Anziché inseguire le balle quotidiane di B. per strillare e smentire, perché non prenderlo in contropiede e sfidarlo a dire sì o no a un programma “legge e ordine”, con carcere assicurato a chiunque sottragga denaro alla collettività? Basterebbe una parola chiara, e l’alleanza con Ingroia sarebbe cosa fatta. Invece il prontuario dei candidati Pd, con le rispostine precotte da dare alle eventuali domande di giornalisti o cittadini, fa cascare le braccia. Su corruzione ed evasione (per non parlare dell’elusione, chiamata “eluzione”), 4-5 righe di banalità. E sulla controriforma Fornero si legge testualmente: “Noi non intendiamo toccare la riforma dell’articolo 18 nella formulazione alla tedesca”. Ottima risposta per le elezioni in Germania. Per l’Italia, c’è tempo.