Pizze, gelati, popcorn, regali per San Valentino: 18 consiglieri regionali del Friuli si facevano rimborsare di tutto. I 5Stelle ringraziano
Domenica 10 marzo 2013 – Anno 5 – n° 68
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Spedizione abb. postale D.L. 353/03 (conv.in L. 27/02/2004 n. 46) Art. 1 comma 1 Roma Aut. 114/2009
OCCHIO BERLUSCONI TI HANNO BECCATO La visita fiscale ordinata dalla Corte d’appello di Milano (diritti Mediaset) incastra l’ex premier: può partecipare alle udienze. Per ritardare le sentenze si era fatto ricoverare al San Raffaele accusando una grave congiuntivite. E domani gli tocca di nuovo il processo Ruby dc
TRISTI GARE DI BURLESQUE di Antonio
Padellaro
entre le agenzie di rating declassano M l’Italia pronosticando scenari di “profonda” recessione, conseguenza del risultato “inconcludente” delle elezioni, la politica dà come sempre il suo fattivo contributo al bene del Paese e si porta avanti con il lavoro. Bersani, l’unico leader politico al mondo che è arrivato primo alle elezioni riuscendo a perderle (dopo un altro voto sfortunato parlò, con ardita litote, di non vittoria) vuole a tutti i costi farsi un giro da premier, ambizione legittima se non fosse che non ha la maggioranza al Senato e neppure, così si dice, il convinto sostegno di Napolitano. Egli avrebbe perciò escogitato un astuto stratagemma per aggirare il Colle e con ingegnosi artifici insediarsi a Palazzo Chigi alla guida di un governo a prevalenza Pd, ma zoppo e sfiduciato. Per farne cosa, mistero. Intanto, plotoni di esimi giuristi, supportati nei grandi giornali dalle truppe speciali del dialogo, architettano un governo del Presidente in versione automatica poiché il Presidente a capo del governo del Presidente dovrebbe essere il Presidente medesimo. Semplice e geniale. Ma l’arma segreta per dare finalmente un governo all’Italia sta per essere perfezionata in una sorta di gabinetto del dottor Caligaris dove un’équipe di scienziati cerca di mettere a punto il Premier Grillesco. Progettato per ottenere il prezioso gradimento di Beppe Grillo, questo portento riunisce il meglio della società civile e del primato professorale da Rodotà a Settis, a Zagrebelsky. Una soluzione di eccellenza che unisce competenza e onestà. Purtroppo il caro leader a 5Stelle persiste in un atteggiamento sarcastico (coerente, del resto, con la sua conclamata vena comica), cosicché circondato da alcuni simpatici picchiatelli si diverte un mondo a respingere al mittente i prototipi con pretestuose motivazioni. A questo punto uno potrebbe chiedersi che fine abbia fatto Berlusconi, che resta pur sempre il potente capo della destra italiana. Ebbene, inseguito dalla implacabile pm Boccassini, egli ha trovato rifugio in un ospedale amico dove, tuttavia, il suo tentativo di darsi malato è stato smascherato da una impietosa visita fiscale. Una scena spassosa quella del miliardario simulatore che bene s’inserisce in un contesto burlesque, con la politica che si diverte a perdere tempo mentre tutto crolla. Certo, c’è sempre l’esempio del Belgio che senza governo è sopravvissuto benone per 500 giorni e più. In attesa delle prossime elezioni e del prossimo avanspettacolo.
LA CATTIVERIA
Berlusconi indagato per aver comprato De Gregorio. L’accusa riconosce comunque che era per uso personale » www.spinoza.it
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Furibonda reazione dei berlusconiani: “Medici nazisti” (Fabrizio Cicchitto) “Crocifisso un innocente” (Michaela Biancofiore). Il Pdl prepara la manifestazione del 23 marzo a Roma e altre azioni clamorose anti-pm Barbacetto e Nicoli » pag. 2 - 3
U di Pino Corrias
DALL’IGIENISTA DENTALE A QUELLA OCULARE » pag. 2
Berlusconi scherza durante l’ultima campagna elettorale Ansa
»PD-5STELLE» Renzi a Bersani: “Non fare scilipotismo con M5S”
“Governo dei migliori” ma Grillo non ci sta di Fabrizio
d’Esposito e Paola Zanca n appello di intellettuali a Grillo per aprire al Pd, ma il M5S continua a dire no. Il tentativo di Bersani appare sempre più disperato e Matteo Renzi ne approfitta per pugnalare il segretario: “Bersani non ce la farà, se si va al voto ci saranno nuove primarie”.
U
» pag. 4 - 5
All’Interno » pag. I - IV
U di Furio Colombo
GUIDA PARLAMENTARE
E SE DOPO ARRIVANO I BASTONI?
Da Agostini a Zin: tutti gli eletti alla Camera e al Senato
ra una spallata poderosa E per abbattere la porta e impossessarsi della cittadella del potere. Ma non c’era la porta, l’irruzione è stata facile » pag. 18 e immediata.
Calapà » pag. 8 - 9
» 750 CHILI D’ORO
» VERSO IL CONCLAVE
I nostri Indiana Jones e il tesoro sommerso di Hermann Göring
La Cappella Sistina si prepara, i cardinali non sono pronti
Gandus » pag. 15
Politi e Tecce » pag. 13
L’allergia all’ossigeno di Marco Travaglio
a allora ditelo che ce l’avete con lui. Sta’ a M vedere che un pover’ometto a 76 anni suonati non può nemmeno ricoverarsi in clinica dopo essersi visitato e diagnosticato una congiuntivite incurabile, senza essere disturbato dal solito camice rosso inviato dalla solita toga rossa. Per forza che poi il medico, comunista o forse grillino, l’ha trovato in ottima salute: non essendo un suo dipendente, ha una visione distorta – sovietica o populista – della medicina. Avrebbe dovuto fare come i colleghi del San Raffaele che lo visitano approfonditamente domandandogli “Presidente, come si sente? Dica 33”, poi scrivono sul referto “Il Presidente è morente: ha detto 32, tanto il falso in bilancio è depenalizzato”. Invece ha preteso addirittura di guardarlo negli occhi, o in quel che ne resta dopo l’ennesimo cedimento strutturale di tiranti e botulini. Cose che accadono quando il Cainano viene giudicato da qualcuno che si permette di non essere stipendiato da lui. Bei tempi quando lo processavano giudici retribuiti da Previti e lo trovavano sempre innocente, lo ispezionavano finanzieri mazzettati da Sciascia e gli trovavano sempre i bilanci in ordine, lo intervistavano giornalisti suoi dipendenti e lo scambiavano per uno statista, lo intrattenevano ragazze foraggiate dal ragionier Spinelli e magnificavano la sua possente virilità, lo controllavano oppositori pagati da lui e gli votavano a favore, lo confessavano preti finanziati da lui e lo volevano santo subito. Ieri non c’è stato il tempo per il solito bonifico o regalino, e subito il medico boccassino gli ha dato del malato immaginario. Era già accaduto al ministro De Lorenzo, apparso emaciato e agonizzante al Tg1 nel suo letto di dolore, la barba lunga, il corpicino esangue appeso a cannule, flebo e pappagalli, amorevolmente assistito da Bruno Vespa pochi giorni prima della resurrezione al ristorante “I due ladroni”. E anche a Sgarbi, condannato per truffa allo Stato perché esibiva falsi certificati sulla sua inabilità al lavoro a causa di patologie rarissime: “cimurro” (specialità dei cani), “attacchi di starnuti” e “allergia al matrimonio” (solo in orario d’ufficio). Ma quelli almeno erano lampi di genio, degni di Molière o di Woody Allen (“la peste bubbonica... l’allergia all’ossigeno...”). B. invece pretendeva di rinviare sine die processi e soprattutto sentenze con una scusa – la congiuntivite – che non avrebbe retto neppure alle vecchie visite di leva, quando i giovani renitenti ingoiavano un sigaro per procurarsi il febbrone da cavallo. Infatti non ha funzionato. E dire che la libera stampa si era bevuta i referti dei medici di corte e lo descriveva come la cieca di Sorrento, un malato terminale di “uveite” inchiodato al letto di dolore, brancolante a tentoni in una stanza buia, unico conforto al capezzale la fidanzatina Francesca vestita da infermiera. Corriere: “L’ex premier sotto ‘assedio’ in una camera buia... Dosi massicce di antinfiammatori e antidolorifici... disturbi della vista, fastidio della luce e lacrimazione... un male diventato insopportabile”, “debilitato fisicamente” anche per l’“assillo del problema della governabilità del Paese e del rischio di derive populiste”. Pur con un fil di voce, l’illustre infermo dichiarava a Libero: “Non c’è pietà, mi vogliono morto, saranno soddisfatti solo quando sarò al cimitero”. La Stampa raccoglieva lo strazio del dott. Zangrillo (“Nessun incontro per evitare brutte notizie”) e delle badanti Bergamini-Mussolini-Santanchè (“gli Ingroia sparsi nelle Procure lo debilitano” e “vogliono ucciderlo”). Seguiva intervista all’oftalmologo: “L’uveite è un’infezione comune” che porta in ospedale solo “in rarissimi casi”. Tipo alla vigilia delle sentenze. Il Giornale sosteneva che l’uveite è financo “bilaterale” e il paziente “si è aggravato”, ma la Boccassini “è convinta che di quell’uomo non ci si può fidare neppure se fosse moribondo”. Mancava solo il prete per l’estrema unzione. Invece è arrivato il medico. Fiscale. Pure troppo.
Mario Draghi: “Mercati non temonoelezioni italiane, capiscono che si tratta di democrazia”. Ma come, la vittoria di Grillo non doveva farci uscire dall’Europa?
Venerdì 8 marzo 2013 – Anno 5 – n° 66
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TRATTATIVA STATO-MAFIA MAXIPROCESSO A PALERMO Da Mancino a Mori, da Dell’Utri a Subranni fino a Riina. Per la prima volta nella storia, uomini delle istituzioni e di Cosa Nostra compariranno insieme in Corte d’Assise. Lo ha deciso il gup per tutti gli imputati per i quali la Procura aveva chiesto il rinvio a giudizio Lo Bianco e Rizza » pag. 3
Totò Riina Ansa
Marcello Dell’Utri Ansa
Nicola Mancino LaPresse
» M5S » L’Espresso: in Costa Rica 13 società dell’autista e della cognata per gestire affari e aprire un resort
Grillo sotto tiro: “Giornalisti pagati per sputtanarci” Dura critica del leader alla stampa accusata di voler danneggiare il movimento “Le televisioni? Sette sorellastre in mano ai partiti, un'anomalia da rimuovere al più presto. Per noi parleranno solo i capigruppo” Zanca » pag. 4 BUSINESS A 5 STELLE
DIALOGO PD-GRILLINI
Il cerchio magico nel paradiso fiscale: “Ma è tutto regolare”
Tra “non-vinto” e “microchip nel cervello” servirebbe l’esperanto
Liuzzi » pag. 5
Scanzi » pag. 18
UNIPOL-BNL
Intercettazione di Fassino sul “Giornale”: B. condannato Mascali » pag. 2
IL SUICIDIO DEL DIRIGENTE
U di Silvia Truzzi
» IL COLOSSO RUSSO
Mps, il mistero dell’sms e della telefonata di Rossi
TANGENTOPOLI COME ERAVAMO: ARRIVA LA FICTION
Gas e miliardi: le mani di Gazprom sul calcio europeo
Siena si indaga sul suicidio di David Rossi, capo della comunicazione del Monte Paschi. A I pm hanno ascoltato il presidente Alessandro
a Seconda Repubblica L esala l’ultimo respiro: morte per affogamento in se-
Profumo e cercano di ricostruire le ultime ore del dirigente. I dettagli cruciali sono due: prima Rossi manda un sms alla moglie per dirle che stava tornando, poi riceve una telefonata e si uccide, nel pomeriggio era “sconvolto”, dice un collaboratore. Feltri, Frangini, Pacelli e Vecchi » pag . 8 - 9
guito allo tsunami grillino, vuole la vulgata, in realtà è il suicidio di una classe politica che sta facendo la fine delle oche da ingrasso. » pag. 14
Oppes » pag. 13
LA CATTIVERIA Franceschini: “Con i grillini non bisogna fermarsi davanti al primo, né al secondo o al terzo rifiuto”. Insomma punta direttamente allo stupro » www.spinoza.it
La Norimberga italiana di Marco Travaglio
eri è stato un gran giorno per la Giustizia in I Italia: il gup di Palermo Piergiorgio Morosini ha deciso che il processo sulla trattativa
Stato-mafia si farà. E a carico di tutti gli imputati per i quali la Procura aveva chiesto il rinvio a giudizio: sei per lo Stato (Mannino non c’è perché ha scelto il rito abbreviato) e cinque per la mafia (il sesto, Provenzano, sarà giudicato se e quando le sue condizioni di salute lo permetteranno). E a giudicarli non sarà un semplice Tribunale, ma la Corte d’Assise: il reato più grave, infatti, è quello contestato a Provenzano, che deve ancora rispondere del delitto Lima, al quale sono appesi per connessione i reati di tutti gli altri imputati: la “minaccia a corpo dello Stato” contestata a tutti tranne uno, l’ex ministro Mancino, che risponde di falsa testimonianza. Dunque, per la prima volta nella storia, uomini di Stato e di mafia compariranno nella stessa aula, dinanzi a due giudici togati e a sei giudici popolari estratti a sorte fra i cittadini italiani. Così la sentenza sarà fino in fondo “in nome del popolo italiano”. Per la Procura di Palermo, in particolare per i pm Ingroia, Di Matteo, Sava, Delbene e Tartaglia che hanno condotto le indagini, è un successo pieno, il massimo riconoscimento della bontà del loro lavoro. Un lavoro ostacolato da depistaggi e interferenze istituzionali, ricatti, omertà, amnesie, bugie, attacchi politici trasversali, campagne giornalistiche di ogni colore, ostilità e veleni perfino dai vertici della Cassazione, del Csm e dell’Anm. Un coro belante, anzi ringhiante che ha affratellato tutti i poteri contro la ricerca della verità, con pochissime eccezioni di cui il Fatto si onora di far parte, al fianco dei parenti delle vittime che da 21 anni chiedono Giustizia. Ci sarà tempo per discutere gli aspetti giuridici di quello che s’annuncia come il processo del secolo, la Norimberga della Prima e della Seconda Repubblica, perché riguarda le trame del biennio orribile 1992-'94 che orientarono il passaggio di regime col solito sistema del Gattopardo. Trame che impedirono all’Italia di rinnovarsi, come tanti avevano sperato avvenisse dopo Mani Pulite e la Primavera di Palermo seguita alle stragi. Trame che riconsegnarono lo Stato e i suoi governi sotto il ricatto di Cosa Nostra, dopo il venir meno del patto di convivenza-connivenza che aveva retto dal dopoguerra alla sentenza del maxiprocesso in Cassazione il 30 gennaio '92. In attesa di sapere se esistono le prove per condannare gli imputati per i reati a loro ascritti (il Gup le ha giudicate sufficienti per giustificare un processo, il che non è poco), abbiamo le prove che la trattativa Stato-mafia ci fu, e servì a salvare la pelle a tanti politici terrorizzati dal delitto Lima al costo di sacrificare la vita di Borsellino, della scorta, dei cittadini caduti a Milano e Firenze. I fatti sono certi (anche se nessuno li racconta): il processo dovrà stabilire se sono anche reati. Mancano, come sempre, i mandanti più alti, anche se la tresca Mancino-Quirinale di un anno fa la dice lunga sul livello di consapevolezza di quel che avvenne e dev’essere coperto. Il gup Morosini cita le fonti di prova, tra cui la sentenza definitiva di Firenze sulle stragi del '93, che spazza via tutte le tartuferie sulla “presunta trattativa” e mette nero su bianco che sulla trattativa (senz’aggettivi dubitativi) “non possono esservi dubbi di sorta”. È qui l’estrema attualità dei fatti di 20 anni fa che inquinano tuttoggi la politica, e seguiteranno ad avvelenarla finché l’ultimo traditore che trattò o coprì resterà nelle istituzioni. Quello che si apre a Palermo è anche il processo a una vecchia politica che non vogliamo vedere mai più: la politica del doppio gioco, del dire una cosa e fare il contrario, del combattere Cosa Nostra non per sconfiggerla, ma per contenerla e all’occorrenza usarla. Ora che quel doppio Stato, anzi quello Stato doppio è alla sbarra con i suoi degni compari mafiosi, deve farsi avanti l’altro Stato: quello dei magistrati e dei cittadini onesti.
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