Prime Pagine, 11 Maggio 2013

Page 1

y(7HC0D7*KSTKKQ( +@!"!,!#!z

Brunetta se la ride: “Il Pd è un partito acefalo”. Purtroppo ha ragione E cresce l’ira della base che domani a Roma assedierà i presunti dirigenti

Venerdì 10 maggio 2013 – Anno 5 – n° 127

€ 1,20 – Arretrati: € 2,00

Redazione: via Valadier n° 42 – 00193 Roma tel. +39 06 32818.1 – fax +39 06 32818.230

Spedizione abb. postale D.L. 353/03 (conv.in L. 27/02/2004 n. 46) Art. 1 comma 1 Roma Aut. 114/2009

BERLUSCONI ASSALE I GIUDICI IL COLLE E IL PD TACCIONO Il Caimano fa l’uomo di Stato in tv (“Il governo deve andare avanti”) ma intanto aizza i suoi: “I magistrati mi vogliono far fuori”. E li chiama a raccolta: domani a Brescia manifestazione contro le toghe. L’Anm protesta. Imbarazzante silenzio di Napolitano e Democratici Fierro e Perniconi » pag. 2 - 3

dc

CONSIGLIO DEI MINISTRI

UN MONITO PERICOLOSO di Furio

Colombo

eri, 9 maggio, commemorando al Senato le I vittime del terrorismo, il Presidente della Repubblica ha pronunciato questa frase: “La

violenza, anche solo verbale, può portare all’eversione. Va fermata”. Se la frase fosse stata detta al Congresso degli Stati Uniti sarebbe stata giudicata una grave violazione del Quinto emendamento, la libertà di opinione. L’Italia è un Paese più complicato per la sua Storia, la sua memoria e il suo presente, in cui si svolgono scene dell’assurdo. Ma prendiamo la memoria, perché quella era la ragione del discorso: celebrare nel modo più solenne il ricordo di tutte le vittime di tutti i terrorismi. Questa ambientazione però non basta a chiarire. Al punto da suggerire a Grillo di interpretare le parole di Napolitano come una sgridata a uno dei più rissosi portaborse di Berlusconi, Renato Brunetta. È possibile. Come è possibile che il Capo dello Stato abbia inteso rivolgersi a coloro che liberamente e impunemente stanno mettendo in scena una sorta di aggressione verbale continua contro Cécile Kyenge, ministro dell’Integrazione. Per esempio una stupida deputata del Pdl ha detto, apprendo dal Tg3 (ore 19) che “ora la Kyenge ci forzerà ad adottare le sue leggi sulla poligamia”. Ciò che sta accadendo intorno e contro la prima persona nera diventata ministro in Italia fa davvero pensare a una violenza verbale così feroce che può diventare rapidamente violenza fisica. E poi c’è il dramma di Berlusconi. Il poveretto comincia a collezionare serie condanne, e nuove incriminazioni, dopo avere buttato nel disastro un intero Paese per sfuggire alla Giustizia. E dà l’impressione di non prenderla bene. Gli alleati del Pd e delle “larghe intese” annunciano marce e dimostrazioni, comprese le invasioni di tribunali. Lo hanno già fatto senza essere neppure sgridati. Perché non dovrebbero farlo ancora, e peggio? Ma la domanda resta. La frase del Presidente riguarda i furori ribelli e fuorilegge del berlusconismo (lo so, è una parola proibita, adesso) oppure la risposta appassionata di chi non sta al gioco e non intende permettere che il Paese precipiti nel disordine organizzato degli imputati di lotta e di governo? Meglio chiarire, prima che sia tardi.

LA CATTIVERIA

Nessuno sembra in grado di raccogliere l’eredità di Andreotti. È Enrico Letta » www.spinoza.it

Letta si incaglia sul decreto per bloccare l’Imu Feltri » pag. 4

»MAFIA E POLITICA » Il boss videoregistrato in carcere

Riina elogia Schifani “Lui? Una mente è” Renato Schifani Ansa

Il capo dei capi di Cosa Nostra è stato intercettato il 10 giugno del 2008 nella sala colloqui del penitenziario di Opera dove è recluso in regime di massimo isolamento Il 29 aprile 2008 il politico siciliano è stato eletto presidente del Senato, poco dopo il detenuto farà gli imbarazzanti apprezzamenti Lillo » pag. 11

IL LEADER ALLA CAMERA

LA DERIVA IN RETE

Twitter, insulti e fughe. Mentana: “Io dico basta” Fiorello: “Ma no, stacci, c’è di peggio”

» pag. 8 - 9

U di Guido Ceronetti

Indennità a 5 Stelle Grillo: “Chi si tiene i soldi è un pezzo di merda” “Via chi non li restituisce”, e scatta la minaccia di black list Il consigliere siciliano Venturino, espulso per la diaria, replica all’insulto: “Pecoroni nelle mani di due persone” Calapà e Zanca » pag. 5

LA VECCHIAIA INFINITA, EMERGENZA SOCIALE aro direttore, la longevità è una patologia individuale e C sociale. Sfoghiamoci a dirla,

qualche verità malvista! Vivere oltre un certo limite è subire un lento, implacabile martirio. Quanto viveva il pre-uomo dei » pag. 22 paleontologi?

Gli interdetti di Marco

Travaglio

ette sempre di buonumore leggere i giorM nali di B. all’indomani di una sentenza su B. Intanto perché denotano una preoccupante

penuria lessicale, ai limiti dell’analfabetismo di ritorno (e anche di andata). Usano sempre le stesse 3 o 4 parole: persecuzione, politicizzazione, orologeria e – ultima new entry – pacificazione. Si domandano il perché di tanti processi a B., con la stessa impudenza con cui Riina si domanda il perché di tanti processi a Riina: l’idea che il numero dei processi di un imputato mai denunciato da nessuno derivi dalla sua capacità criminale non li sfiora proprio. E soprattutto abbandonano ogni barlume di logica: usano le sue presunte “assoluzioni” (quasi sempre prescrizioni del reato commesso o depenalizzazioni del delitto contestato) per dimostrare che B. è un perseguitato, senz’accorgersi che i perseguitati non vengono assolti; e che, dando credito alle sentenze che assolvono, si dà automaticamente credito anche a quelle che condannano. Un altro refrain è quello di inquadrare le sentenze nel clima politico del momento. Se B. viene condannato prima delle elezioni, è una manovra per fargliele perdere; se dopo aver vinto le elezioni, è una rappresaglia contro la vittoria; se dopo averle perse, è un complotto per fiaccare l’opposizione; se mentre va al governo col Pd, è un colpo mortale alla pacificazione del Paese. Qualunque sia la durata dal processo, è sempre troppo breve. Quello sui diritti Mediaset iniziò nel 2006: eppure il Giornale titola sulla “sentenza a tempo di record” e Libero sulla “sentenza lampo”: in effetti appena sette anni per due gradi di giudizio denotano una fretta sospetta. Ci vuole una riforma per rallentare un altro po’. Per Sallusti, “B. è l’unico capitano d’industria che per i giudici non poteva non sapere”. E il suo gemello con le mèches, su Libero, lamenta che in appello non siano stati risentiti tutti i testi e gli imputati (non sa, lo sventurato, che salvo casi eccezionali l’appello si fa sugli atti del primo grado) e che i giudici milanesi, dunque persecutori, hanno “scelto” di confermare i 5 anni di interdizione, Ma “è lecito dubitare” che la “scelta” verrà confermata dalla Cassazione, che per fortuna “non è ancora a Milano”, dunque immune dal virus. Non sa, il poveretto, che per le condanne superiori ai 3 anni è obbligatoria e automatica l’interdizione di 5 anni, e per quelle sopra i 5 anni l’interdizione perpetua (art. 29 Cp). Lorsignori, poi, fingono di ignorare le carte del processo, da cui emerge che B. non è stato condannato perché non poteva non sapere, ma perché sapeva e faceva. Confalonieri “è fortemente plausibile che fosse a conoscenza della frode e, violando i suoi precisi doveri, nulla abbia fatto”, ma in mancanza di prove ulteriori è stato assolto. Su B. invece esistono – si legge nella prima sentenza, confermata l’altroieri – pesano “piene prove orali e documentali”. La testimonianza dell’ex Ad Fininvest Franco Tatò: “L’area dei diritti tv era assolutamente chiusa e impenetrabile, gestita da Bernasconi che dava conto direttamente a Berlusconi e non al Cda”. Quella dell’ex responsabile contratti Silvia Cavanna: “Bernasconi mi diceva ‘picchia giù con i prezzi’ solitamente dopo incontri ad Arcore con Berlusconi”. Una mail del contabile della Fox, Douglas Schwalbe: “Non si vuole che Reteitalia (Fininvest, ndr) faccia figurare utili... i profitti vengono trattenuti in Svizzera”, le reti tv “sono state ideate per perdere soldi... L’impero di Berlusconi funziona come un elaborato shell game con la finalità di evadere le tasse”. La lettera-confessione del produttore-prestanome Frank Agrama: “Ero loro rappresentante” (di Mediaset). Altre formidabili prove non sono disponibili solo perché – racconta la Cavanna – dopo le prime perquisizioni “furono fatti sparire 15 anni di carte in Lussemburgo, credo con camion”. In qualunque altro paese del mondo, uno così non farebbe le marce davanti ai tribunali. Ma al gabbio, nell’ora d’aria.


Turn static files into dynamic content formats.

Create a flipbook
Issuu converts static files into: digital portfolios, online yearbooks, online catalogs, digital photo albums and more. Sign up and create your flipbook.
Prime Pagine, 11 Maggio 2013 by Vibrazioni Lucane - Issuu