Renzi: “Non parlo maledel governo Letta, vediamo che fa”. Ma poi il sindaco di Firenze attacca: “Il rinvio dell’Imu è un regalo a Berlusconi”. Nel Pd si usa così
Martedì 21 maggio 2013 – Anno 5 – n° 138
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IDEA PD: ALTRO CHE CAIMANO INELEGGIBILI I CINQUE STELLE Un disegno di legge a firma Finocchiaro-Zanda esclude dalle elezioni i movimenti e le liste civiche. Grillo: “Se passa, non presenteremo mai più nostri candidati. Non faremo un partito”. I democratici: una proposta già presentata lo scorso anno. Renzi polemico: d’Esposito » pag. 5 “Così vincono i grillini” DOPO REPORT
Gabanelli, accuse M5S “Ci ha traditi, non fa informazione libera” La polemica tra la giornalista che trionfò alle Quirinarie e il fondatore dei 5 Stelle che non ha gradito le domande sugli introiti del blog. “Non finanziano il Movimento”, dice. Rete scatenata contro Rai3: “Venduti al padrone” Zanca » pag. 6
Milena Gabanelli LaPresse
» SCUOLA » Domenica il referendum
» IL CAMPIDOGLIO » La vigilia delle amministrative
Soldi ai privati? Bologna decide, sinistra a pezzi
Debiti & parentopoli: la guerra per Roma e il mistero del buco
I democratici e Sel sono alleati in giunta, ma divisi sulla consultazione per cancellare il milione di euro agli istituti privati. Da una parte le larghe intese, dall’altra il comitato e tante voci. Questione che rischia di diventare un precedente In piazza contro i fondi ai privati
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Liuzzi » pag. 2
Niente trasparenza nei conti, denunciano i candidati avversari del sindaco Alemanno. Lui disse di aver ereditato un rosso di 12,3 miliardi ora ridotto a 8,7. Ma Fitch sostiene che con l’ex An è aumentato di 1,7 miliardi Gianni Alemanno, di nuovo candidato LaPresse
U di Paolo Nori
OGNI MALEDETTA DOMENICA
IO, IL MORTO VIVENTE DEL SALONE DI TORINO n mio amico, che si chiama Alessandro Bonino, e che U mi ha aiutato a presentare un libro al Salone di Torino, ha detto, tra le altre cose, che io ero morto, e io ho detto che effettivamente qualche settimana fa, sui giornali, avevano scritto che io, praticamente, ero morto. » pag. 18
De Carolis e Palombi » pag. 3
» BATTAGLIA MEDIATICA
La verità di Israele sul video-simbolo dell’Intifada Zunini » pag. 13
Meno male che c’è il Giro a salvarci dai “buuu” Beha » pag. 14
LA CATTIVERIA Boccassini: “Ruby viveva di espedienti e si prostituiva, poi arrivò ad Arcore”. Dove ebbe inizio il suo degrado morale
» www.spinoza.it
L’Epifania di Marco
Travaglio
omani la giunta per le autorizzazioni a D procedere della Camera deve votare pro o contro l’immunità-impunità per B. in quattro processi, uno penale e tre civili, nati da altrettante denunce presentate da persone da lui infangate nella scorsa legislatura, quand’era ancora deputato. E la prossima settimana si riunirà finalmente la giunta per le elezioni del Senato per decidere sulla eleggibilità o meno di decine di neosenatori sui quali gravano diversi profili di incompatibilità, fra cui B., titolare con Mediaset delle concessioni televisive pubbliche e dunque ineleggibile in base alla legge 361/1957. In tutte le votazioni il Pd è decisivo: alla Camera, perché con Sel ha la maggioranza assoluta grazie al premio-Porcellum; al Senato, perché è il gruppo più rappresentato e, pur non arrivando alla maggioranza, può ampiamente superarla con i 5Stelle, che han già annunciato il loro voto per l’ineleggibilità di B. Dunque, entro una decina di giorni, se il Pd farà ciò che si aspettano i suoi elettori, il Parlamento darà il via libera ad altri quattro processi a B. e lo caccerà dal Parlamento dove siede abusivamente da vent’anni. Non si tratta di atti ostili o eversivi, ma semplicemente di applicare le leggi dello Stato: l’insindacabilità parlamentare vale per i voti dati e le opinioni espresse nell’esercizio delle funzioni, non per gli insulti e le diffamazioni sparsi in giro per l’Italia (la Consulta l’ha stabilito un’infinità di volte); e l’ineleggibilità non è un’opinione, ma una condizione oggettiva fissata da una legge di 56 anni fa, quando B. andava all’università (e studiava legge!). Eppure si apprende dai giornali che, nell’un caso e nell’altro, il Pd potrebbe votare a favore di B. e contro la legge. Urge un chiarimento netto dal neosegretario Epifani, ma anche dal premier Letta a proposito degli “accordi di governo” evocati a ogni pie’ sospinto dal Pdl e ignoti agli elettori. Sarebbe ben strano se vi fossero comprese questioni di legalità e democrazia, di esclusiva competenza parlamentare. Ma se qualcuno, confondendo i ruoli, ha preso impegni in tal senso farebbe bene a mettere tutte le carte in tavola. Onde evitare che gli elettori ne scoprano via via una al giorno: oggi l’impegno a votare l’imputato Formigoni a presidente della commissione Agricoltura; ora la promessa di mandare Nitto Palma al vertice della commissione Giustizia (con la furbata di chiedere a Monti di votarlo insieme al Pdl, per potersi astenere e fingere dinanzi agli elettori di aver fatto di tutto per impedirlo). Il Pd ha promesso a B. di bloccare i suoi processi per diffamazione e le sue cause civili per danni? Il Pd ha promesso di dichiararlo eleggibile anche se tutti sanno e dicono (D’Alema, Bersani, Zanda e Migliavacca) che non lo è? Se sì, lo dica e spieghi perché. Gli elettori se ne faranno una ragione e decideranno di conseguenza alle prossime elezioni. Ciò che è intollerabile è il balletto delle bugie e delle ipocrisie. Zanda che ribadisce l’ineleggibilità di B., ma “a titolo personale” (è capogruppo al Senato!), anche perché “io in giunta non ci sono”. Il tartufo Fioroni che filosofeggia: “L’ineleggibilità non è nel programma approvato dalle Camere” (già: da quelle Camere formate anche da eletti ineleggibili, visto che la giunta per le elezioni è bloccata da tre mesi; e poi che c’entra il governo col voto del Parlamento sulla legalità della sua composizione?). Il direttore dell’Unità Claudio Sardo che scrive, restando serio: “Restiamo convinti che la legge 361/1957 escluda l’eleggibilità del proprietario di un’azienda concessionaria dello Stato. Ma è evidente che una maggioranza politica non potrebbe oggi, senza esercitare violenza ai danni di tanti elettori, ribaltare il giudizio già espresso in sei legislature consecutive”. Come dire che, siccome un serial killer ha ucciso sei persone e l’ha fatta franca, se ne ammazza una settima non si può arrestarlo: sarebbe una violenza ai danni dei suoi complici.