Prime pagine, 24 maggio 2013

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Dopo 13 mesi di carcerazione Valter Lavitola torna a casa ma con il “braccialetto”. Non ha mai accusato B. Ora l’attende una serena vecchiaia

Venerdì 24 maggio 2013 – Anno 5 – n° 141

€ 1,20 – Arretrati: € 2,00

Redazione: via Valadier n° 42 – 00193 Roma tel. +39 06 32818.1 – fax +39 06 32818.230

Spedizione abb. postale D.L. 353/03 (conv.in L. 27/02/2004 n. 46) Art. 1 comma 1 Roma Aut. 114/2009

IL PARTITO DELL’AMORE MINACCIA LA BOCCASSINI Lettere minatorie e buste con proiettili contro il pm del processo Ruby: un clima irrespirabile alimentato dagli uomini di Berlusconi. Ancora più furiosi dopo le motivazioni dell’appello Mediaset (“Decideva Mascali, Trinchella » pag. 2 - 3 tutto lui anche da premier”). E della Cassazione: “Ha diffamato i giudici” dc

C’È DEL METODO IN QUEL RICATTO di Paolo

Flores d’Arcais

ire provocazione non rende l’idea. BerD lusconi ieri oltraggia la memoria di Falcone e Borsellino facendo proporre l’abrogazione di fatto del “concorso esterno in associazione mafiosa” (dimezzamento delle pene e dunque impossibilità di intercettazioni e arresto). L’altro ieri, nel comizio di Brescia, aveva sputato sulla Costituzione repubblicana e orinato (è il meno che si possa dire, visto il linguaggio che usa contro i giudici) sul principio che sorregge tutte le costituzioni liberal-democratiche da due secoli e mezzo: l’autonomia della magistratura. E ogni giorno la cronaca registra puntualmente una o più indecenze di Berlusconi e dei suoi contro la democrazia e i valori elementari di una convivenza civile. Diciamo la verità: tanto di cappello! Berlusconi oltraggia, sputazza, orina e non paga dazio, se la cava con una rettifica, una mezza smentita, un apparente passo indietro, tanto il Pd non reagisce, si accontenta che l’insulto sanguinoso venga ridimensionato, plaude addirittura al successo se una legge ignominiosa viene messa in stand by. Dal Colle più alto nessun alto monito, ovviamente. Perché Berlusconi non dovrebbe continuare? Lo farà, insulto su insulto, aggressione su aggressione, menzogna su menzogna, perché il Pd e Napolitano glielo consentono e con la loro accidia di fatto lo incoraggiano. Lucra due volte, la strategia dell’ineleggibile di Arcore. Con la sua quotidiana oscenità eversiva vellica il suo elettorato nelle più profonde pulsioni antidemocratiche e sostanzialmente fasciste (compreso razzismo, omofobia, ecc.), facendosi però passare per vittima, in una campagna elettorale continua con cui consolida i consensi. Mentre il Pd, con la sua postura remissiva, il suo atteggiamento succube e la patetica rassegnazione del “potrebbe andare peggio”, perde voti a rotta di collo. Potrebbe porre fine all’esistenza politica di Berlusconi (ho scritto politica, lo sottolineo per il dottor Sallusti) con un semplice omaggio al principio di legalità, applicando nella giunta elettorale del Senato la legge del 1957 che rende Berlusconi ineleggibile. Non lo fa, e resta misterioso il perché. Berlusconi va sconfitto politicamente, gorgheggiano, come se il rispetto della legge non fosse l’abc di ogni politica. Sono stati comprati, sono ricattabili, sono diventati antropologicamente Casta-affaristico-privilegiata-corrotta? In politica la propensione al suicidio non esiste, se vogliono salvare Berlusconi e farlo vincere di nuovo ci sono motivi e interessi, per quanto inconfessabili. La follia non c’entra.

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L’ASSEMBLEA

Confindustria in declino smette di dettare l’agenda alla politica

Feltri » pag. 5

» SARDEGNA » Un ragazzo è morto nella raffineria nel 2011

I Moratti indagati per omicidio alla Saras Un getto d’acido uccise Pierpaolo Pulvirenti nello stabilimento di Sarroch Il pm considera direttamente responsabili i due industriali milanesi che controllano l’azienda È la prima volta che succede Meletti » pag. 4

ANDREA GALLO

Grazie Don Il popolo di Genova sfila in ricordo del prete degli ultimi

LE SOCIETÀ DELLO SHOWMAN

Greggio e i 23 milioni di stipendio all’estero Tapiro per Striscia Franco » pag. 8

U di Barbara Spinelli

» SANGUE A LONDRA

LA GUERRA FREDDA AI MAGISTRATI ANTIMAFIA

La caposcout ferma i tagliatori di teste islamici

offensiva contro i magiL’ strati più impegnati nella lotta a Cosa Nostra e alle mafie

Rosselli » pag. 15

in genere non è diminuita dopo l’articolo che Leonardo Sciascia scrisse, il 10 gennaio 1987, contro chi questa lotta l’usava, la cavalcava politica» pag. 22 mente.

Soffici » pag. 17

LA CATTIVERIA Il ministro Mauro: “Gli F35 servono a costruire la pace”. Almeno così gli ha detto quello che glieli ha venduti » www.spinoza.it

I ladri e i Penati di Marco

Travaglio

n perfetta coerenza con la sua missione di I depistare i lettori anziché informarli, la gran parte della stampa titola sul falso scandalo di Filippo Penati che incassa la prescrizione a sua insaputa dopo aver giurato che vi avrebbe rinunciato, anziché sul vero scandalo della legge Severino, umoristicamente chiamata “anticorruzione”, che gli ha regalato la prescrizione anticipata. Penati ha lasciato la politica, è tornato a fare l’insegnante (non osiamo immaginare di quale materia) e, in un paese dove neanche i politici rinunciano alla prescrizione di reati gravi, figuriamoci se possiamo pretenderlo dai privati cittadini. Lo schifo è un altro: la legge bipartisan del governo Monti che “spacchettò” il delitto di concussione, lasciando intatta quella “per costrizione” e scorporando quella “per induzione” (quando il pubblico ufficiale estorce denaro al privato con le buone maniere, forte del suo potere intimidatorio, cioè nella maggior parte dei casi). La prima fattispecie restò punita fino a 12 anni, con prescrizione di 15. La seconda divenne un reato minore, con pena massima di 8 anni e prescrizione di 10. Il tutto su proposta del Pd, con i voti del Pd e del Pdl e con la firma della cosiddetta ministra della Giustizia, i cui conflitti d’interessi di superavvocato dei maggiori gruppi imprenditoriali e finanziari furono segnalati dal Fatto in beata solitudine. Ciascun artefice di quel capolavoro aveva da guadagnarci: B. risparmiava anni di galera in caso di condanna per il reato più grave del processo Ruby (concussione per induzione); e Penati vedeva evaporare per legge le tangenti che è accusato di aver estorto agli imprenditori fino al 2001 e girato in parte alle casse dei Ds. Perciò scrivemmo (insieme all’Espresso e a Liana Milella di Repubblica), che la legge anticorruzione non era solo inutile, ma pure dannosa. Ricevemmo piccate letterine delle molto onorevoli pd Ferranti e Finocchiaro che negavano l’evidenza del colpo di spugna. Ora che i fatti si sono incaricati di sbugiardarle, tacciono e fanno carriera: l’una è presidente della commissione Giustizia, l’altra degli Affari Costituzionali. Certi meriti vanno premiati. E l’unico che si oppose in Parlamento alla porcata, Antonio Di Pietro, è stato espulso dal centrosinistra e dunque dalla politica attiva, per lesa omertà. Certi demeriti vanno puniti. E poi difficilmente un centrosinistra con Di Pietro e Ingroia avrebbe potuto riallearsi con B. Bisognava fare pulizia degli onesti. Ora che tutte le carte sono scoperte, lorsignori ci risparmino almeno le tartuferie. Quelle del centrodestra e dei suoi house organ che sparano su “Penati furbetto” che “intasca la prescrizione” (il Giornale), “si distrae un attimo e lo prescrivono” (Libero), ma quando il furbone B. intasca la prescrizione parlano di assoluzione. E quelle del centrosinistra su Penati che promette di “impugnare la prescrizione in Cassazione” (l’Unità) e sul Pd che annuncia una nuova legge anticorruzione firmata dal Grasso ridens, ben sapendo che non passerà mai perché il Pdl leverà le castagne dal fuoco a tutti bloccandola. Lo vedono anche gli orbi che l’inciucio è figlio dei ricatti incrociati che avviluppano uomini chiave di Pdl e Pd in un unico sistema marcio: da Telecom a Parmalat, dalla banda Furbetti alla banda Tarantini, da Finmeccanica a Montepaschi. Io copro te, tu copri me: e la chiamano “pacificazione”. In mezzo, visti come sabotatori della presunta “tregua”, un pugno di pm che si ostinano a fare il loro mestiere. In due giorni la Procura di Palermo ha sequestrato 80 milioni di beni mafiosi e quella di Milano 1,2 miliardi (miliardi!) sottratti dai Riva all’Ilva. Con una vera legge anti-corruzione-riciclaggio-evasione si potrebbero recuperare enormi fortune per risolvere “i veri problemi del Paese”. Invece questi tartufi del Partito Unico, Cancellieri in testa, ripetono che “le priorità sono altre”. Il che, con i ladri e i loro amici al governo, è pure vero.


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