Prime Pagine Giornali

Page 1

y(7HC0D7*KSTKKQ( +@!"!#!@!#

Arrestato a Torino il presunto attentatore del consigliere Udc Musy (ancora in coma): era candidato con lui. Anche i moderati sparano

Giovedì 31 gennaio 2013 – Anno 5 – n° 30

€ 1,20 – Arretrati: € 2,00

Redazione: via Valadier n° 42 – 00193 Roma tel. +39 06 32818.1 – fax +39 06 32818.230

Spedizione abb. postale D.L. 353/03 (conv.in L. 27/02/2004 n. 46) Art. 1 comma 1 Roma Aut. 114/2009

REGALANO LA7 ALL’AMICO DI B. (CHE SI FA PURE PAGARE) Urbano Cairo, ex segretario del Cavaliere, favorito per l’acquisto della tv Telecom Non solo la pagherebbe una miseria, ma otterrebbe persino una “dote” milionaria L’ultima parola a Bernabè, che non esclude un’altra cordata Tecce » pag. 9 MASERATI A GRUGLIASCO

Fiat, arriva Marchionne: “Operai sorridete, prego” Allestito un grande show per inaugurare lo stabilimento intitolato a Gianni Agnelli. Qui la maggioranza dei lavoratori ha la tessera della Fiom in tasca e gli applausi rappresentano, per i vertici del Lingotto, una vittoria sul campo Sergio Marchionne fra gli operai plaudenti Ansa

Cannavò » pag. 5

» SCANDALO » L’indagine interna: già nel 2009 erano chiare le pratiche dei manager infedeli

Verbale segreto: “Così lavorava a Mps la banda del 5 per cento” Superbonus, alias Antonio Rizzo, spiega il sistema per coprire le “stecche” sui derivati dei dirigenti senesi a Londra. Oggi i Monti Bond tappano il buco: un regalo alle banche creditrici della Fondazione Mps. Il conto andrà ai contribuenti Barbacetto, Feltri e Tecce » pag. 3 - 4

“LITE TEMERARIA”

GRUPPO ENI

Mediaset perde con Travaglio e deve pagare i danni al Fatto La sede di Mps Ansa

PROMEMORIA

GLI 80 ANNI DI BRASS

Stajano: “Io, ex senatore Tinto: “Il culo inutile nella sinistra è più nobile dell’inciucio col Caimano” di certe facce” di Silvia Truzzi

Vendite a pioggia prima della notizia del taglio degli utili. Chi ci rimette sono i risparmiatori Conti » pag. 5

» CALCIO MONDIALE

Platini, il finto buono sospettato di corruzione Ziliani » pag. 18

di Ferrucci e Pagani

i sono i libri dappertutto. into Brass fa un altro giro C Nessuna meraviglia però: Tnel parco della luna. Ado“Volevo scrivere, fin da ragaz- lescente nei bordelli veneziani: zo. Non sapevo cosa fosse il giornalismo. Mio padre diceva che i giornalisti sono servi: li conobbe in guerra ”. » pag. 8

De Carolis » pag. 11

Il mistero di Saipem: crolla in Borsa -30%, perde 4,5 miliardi di valore e qualcuno guadagna una fortuna

“Allo Scalone ero di casa. Tornavo dalla caccia pervaso dalle voglie e andavo dalla mia puttana preferita”. » pag. 14

LA CATTIVERIA Quasi quasi vado al Monte dei Paschi a chiedere se vogliono un mutuo » www.forum.spinoza.it

Falconi e avvoltoi di Marco

Travaglio

onosco Antonio Ingroia da 15 anni e non C l’ho mai sentito paragonarsi a Falcone o a Borsellino. Semplicemente gli ho sentito ricordare due dati storici: nel 1988, neomagistrato, fu “uditore” di Falcone; poi nell’89 andò a lavorare alla Procura di Marsala guidata da Borsellino, di cui fu uno degli allievi prediletti. Nemmeno l’altro giorno Ingroia s’è paragonato a Falcone. S’è limitato a ricordare un altro fatto storico: appena Falcone si avvicinò alla politica (e di parecchio), andando a lavorare al ministero della Giustizia retto da Martelli nel governo Andreotti, fu bersagliato da feroci attacchi, anche da parte di colleghi, molto simili a quelli hanno investito l’Ingroia politico. Dunque non si comprende (se non con l’emozione di un lutto mai rimarginato per la scomparsa di una persona molto cara) l’uscita di Ilda Boccassini che intima addirittura a Ingroia di “vergognarsi” perché avrebbe “paragonato la sua piccola figura di magistrato a quella di Falcone” distante da lui “milioni di anni luce”. Siccome Ingroia non s’è mai paragonato a Falcone, la Boccassini dovrebbe scusarsi con lui per gl’insulti che, oltre a interferire pesantemente nella campagna elettorale, si fondano su un dato falso. Ciascuno è libero di ritenere un magistrato migliore o peggiore di un altro, ma non di raccontare bugie. Specie se indossa la toga. E soprattutto se si rivolge a uno dei tre o quattro magistrati che in questi 20 anni più si sono battuti per scoprire chi uccise Falcone e Borsellino. Roberto Saviano tiene a ricordare che “Falcone non fece mai politica”: ma neppure questo è vero. Roberto è troppo giovane per sapere ciò che, in un’intervista per MicroMega, Maria Falcone mi confermò qualche anno fa: nel '91 suo fratello decise di usare il dissidio fra Craxi e Martelli per imprimere una svolta alla lotta alla mafia dall’interno del governo Andreotti, pur sapendo benissimo di quale sistema facevano o avevano fatto parte quei politici. Difficile immaginare una scelta più politica di quella. Ora però sarebbe il caso che tutti – politici, magistrati e giornalisti – siglassero una moratoria su Falcone e Borsellino, per evitare di tirarli ancora in ballo in campagna elettorale. Tutti, però: non solo qualcuno. Anche chi, l’estate scorsa, usò i due giudici morti per contrapporli ai vivi: cioè a Ingroia e Di Matteo, rei di avere partecipato alla festa del Fatto, mentre “Falcone e Borsellino parlavano solo con le sentenze”. Plateale menzogna, visto che entrambi furono protagonisti di centinaia di dibattiti pubblici, feste del Msi e dell’Unità, programmi tv, libri, articoli. Queste assurde polemiche dividono e disorientano il fronte della legalità, regalando munizioni a chi non chiede di meglio per sporchi interessi di bottega. Ma vien da domandarsi perché né la Boccassini né la Falcone aprirono bocca due anni fa, quando Alfano, ministro della Giustizia di Berlusconi, si appropriò di Falcone per attribuirgli financo la paternità della controriforma della giustizia. Né mai fiatarono ogni volta che politici collusi o ignavi sfilarono in passerella a Palermo negli anniversari delle stragi, salvo poi tradire la memoria dei due martiri trattando con la mafia, o tacendo sulle trattative, o depistando le indagini sulle trattative. Chissà poi dov’erano le alte e basse toghe che ora si stracciano le vesti per la candidatura di Ingroia quando entrarono in politica Violante, Ayala, Casson, Maritati, Mantovano, Nitto Palma, Cirami, Carrara, Finocchiaro, Carofiglio, Della Monica, Tenaglia, Ferranti, Caliendo, Centaro, Papa, Lo Moro, su su fino a Scalfaro. E dove spariscono quando si tratta di dedicare a Grasso le critiche riservate a Ingroia. Se poi Ingroia deve espiare la colpa di aver indagato su mafia e politica, di aver fatto condannare Contrada, Dell’Utri, Inzerillo, Gorgone e di aver mandato alla sbarra chi trattò con i boss che avevano appena assassinato Falcone e Borsellino, lo dicano. Così almeno è tutto più chiaro.


Turn static files into dynamic content formats.

Create a flipbook
Issuu converts static files into: digital portfolios, online yearbooks, online catalogs, digital photo albums and more. Sign up and create your flipbook.