L’inchiesta su De Gregorio può fare lucesui ripetuti tentativi di compravendita di parlamentari da parte di B. che hanno cambiato la storia politica italiana
Domenica 3 marzo 2013 – Anno 5 – n° 61
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NAPOLITANO FERMA BERSANI SI PREPARA UN GOVERNINO dc
LA FINE È (QUASI) NOTA di Antonio Padellaro
Il capo dello Stato parla di soluzioni “misurate, realistiche e responsabili”. Un modo per dire no al tentativo Pd-M5S fallito in partenza. Grillo fa l’uomo mascherato. E tutti ormai pensano alla riforma elettorale in vista del ritorno alle urne Di Blasi, Scanzi e Zanca » pag. 2 - 3
utto si può dire di Grillo, ma non che abbia lasciato il pur T minimo dubbio su ciò che farà,
anzi che non farà il Movimento 5 Stelle in Parlamento. Lui dice: non daremo la fiducia a nessun governo, non faremo accordi sottobanco con il Pd e meno che mai parteciperemo al mercato delle vacche spartendo poltrone e prebende. Voteremo esclusivamente le leggi del nostro programma. E chi non vuole capirlo è un fallito, uno stalker e ha la faccia come il culo. Del resto, entro sei mesi questi partiti saranno finiti, la maggioranza degli italiani sarà con noi e, finalmente, potremo governare da soli. Amen. Berlusconi è quello che è, ma non è tipo da nascondersi dietro le parole. Che voglia al più presto un voto bis è così evidente che ha già prenotato una manifestazione di piazza per il 23 marzo. Il suo calcolo è semplice: se sono riuscito in poche settimane a recuperare una barca di voti, con qualche mese a disposizione posso puntare alla vittoria piena anche perché delusi dalla sinistra parolaia e dal grillismo lunare, gli italiani torneranno in massa da me. Il flop di Monti è sotto gli occhi di tutti, ma anche il Professore, par di capire, ha un progettino per restare a galla. Basta leggere i giornali amici che parlano di congelare il premier poiché visto che un governo nuovo non si riesce a fare allora teniamoci quello vecchio. Perfino nel Pd, dove come al solito siamo al tutti contro tutti, già si guarda al voto che sarà. Quando Bersani sfida Grillo sul finanziamento dei partiti, sembra portarsi avanti col lavoro, esattamente come Renzi, che propone di rinunciare ai rimborsi elettorali da destinare all'emergenza case (ma guarda un po’). In attesa che Napolitano decida come mettere in piedi uno straccio di esecutivo, che duri il tempo per fare una nuova legge elettorale (impresa niente affatto semplice), sarebbe interessante sapere cosa ne pensano di tutto ciò i cittadini italiani. Soltanto una settimana fa pensavano di votare chi avrebbe comunque provato ad affrontare una crisi che ha già prodotto tre milioni di disoccupati. Soltanto una settimana dopo si ritrovano con un Parlamento che è un cubo di Rubik. L'altra sera, in televisione, c’era un disoccupato del Sulcis che gridava: “Dopo Grillo c’è il sangue”. Ecco.
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Beppe Grillo mascherato Ansa
DE MAGISTRIS
“Rivoluzione Civile è morta. Con Ingroia andremo avanti” Borromeo » pag. 4
» CASO DURNWALDER » Denuncia del procuratore regionale Corte dei Conti
Spese pazze a Bolzano, “dal Colle pressioni per bloccare l’inchiesta” Il presidente della Provincia e lo scandalo dei “fondi riservati”: in 17 anni – secondo l’accusa – sperperati 1,6 milioni. Il magistrato contabile: “Il Quirinale ha chiesto informazioni su di me, mi hanno detto ‘ti distruggono’, volevano fermarmi” Calapà e Lillo » pag. 6 - 7
VERSO IL CONCLAVE
SERVIZIO PUBBLICO?
I furbetti del Tg1: presenze truccate e note spese, indagano i pm Tecce » pag. 10
IldirettoregeneraleRaiGubitosi Ansa
ARGENTINA
LaPresse
Non europeo e libero dalle trame di Curia: il toto-Papa dei cardinali Politi e Tecce » pag. 8 - 9
Le baby-gang della coca di Rosario, nuova capitale della droga
all’interno » pag. I - VIII
li eventi di quella sera di G gennaio sono come scolpiti nella mente di Vilma Jai-
LA CATTIVERIA
me. Il sole era tramontato, ma faceva ancora un gran caldo e i vicini se ne stavano in strada chiacchierando e bevendo mate. Poi la sparatoria ebbe inizio. Stocker » pag. 15
Siamo ottimisti e guardiamo al futuro: nel 2028 Berlusconi avrà 92 anni » www.spinoza.it
L’industria della paura di Marco
Travaglio
o trascorso qualche ora in rete a leggere i H commenti ai nostri ultimi articoli. E, pur non avendo mai mitizzato il “popolo del web”,
mi sono un po’ spaventato. Non per il caos creativo uscito dalle urne, che contiene pericoli ma anche grandi opportunità per chi vuole raccogliere la sfida di incanalare questa rabbia positiva verso un vero cambiamento. Ma per la paura di cambiare che vedo in molti lettori, compresi paradossalmente quelli che han votato per cambiare. C’è chi continua a ripetere la frottola della rimonta di B. e addirittura ad attribuirla alla famosa puntata di Servizio Pubblico, come se il centrodestra avesse preso il 29% dei voti perché B. ha spolverato una sedia. Fermo restando che nessun programma ha mai detto in faccia a B. tutto quel che gli abbiamo detto noi (rivedere la puntata, prego), la venuta di B. da Santoro non ha gli ha portato voti: l’unico balzo in avanti (2-3 punti) s’è registrato dopo la promessa di restituire l’Imu. Un mese prima del voto l’Unità pubblicò un sondaggio che dava il Pdl al 20% e i suoi alleati all’8, staccati di 10 punti da Pd-Sel. È la conferma che non è stato B. a recuperare, ma il centrosinistra a franare con la campagna elettorale più suicida della storia. Una campagna che abbiamo criticato subito, quando c’era ancora tempo per raddrizzarla, ovviamente inascoltati. Altri accusano il Fatto di aver sottratto al centrosinistra i 2 punti di Ingroia: ma sarebbe bastato accettare l’apparentamento con Rc per evitare il quasi-pareggio incamerando quei 2 punti preziosi (che sarebbero stati di più se il centrosinistra non avesse demonizzato Ingroia e Di Pietro, regalando altri voti a Grillo). Altri ancora ci attribuiscono il successo di Grillo, e verrebbe quasi da dire: magari un piccolo giornale fosse capace di tanto! In realtà M5S è una marea che monta spontaneamente e irresistibilmente da sei anni, e il nostro unico torto è stato di notarla e segnalarla a chi fingeva di non vederla o, peggio, non la vedeva proprio. Chi ci legge ogni giorno sa bene che abbiamo elogiato molti aspetti di M5S perché coincidono con le nostre idee, e ne abbiamo criticati altri che ci paiono assurdi e sbagliati. Tralascio le dietrologie canagliesche di chi insinua inesistenti rapporti societari fra Casaleggio e uno dei nostri azionisti, Chiarelettere. Il tutto per non ammettere che, come ai tempi degli inciuci del centrosinistra con B. e al momento della nascita del governo Monti, leggiamo la politica con occhi liberi e vediamo le cose un po’ prima di altri, con buona pace di chi tenta di iscriverci d’ufficio a questo o quel partito, non riuscendo a immaginare un’oasi di informazione indipendente da tutto e da tutti. Ma non dalla memoria della storia recente. Che, a volerla ricordare, ha molto da insegnarci. Il vuoto politico uscito dalle urne deve spaventare gli eterni gattopardi dei partiti, dei giornalisti e delle clientele aggreppiate e assistite. Ma non può spaventare le menti libere. È una sfida appassionante, l’ultima occasione per costringere la politica e quindi la società a rigenerarsi dalle fondamenta. Non grazie ai Vaffa di Grillo, che appartengono alla pars destruens. Ma grazie ai milioni di cittadini che hanno votato 5 Stelle e ai pochi che hanno scelto Rc, ma anche a molti elettori del Pd, di Sel e perfino a qualcuno che ha votato Monti, o il fu Giannino, o la Meloni. E che oggi, messi intorno a un tavolo, si ritroverebbero subito d’accordo su un programma di governo che tolga i soldi pubblici a partiti, giornali, imprese, opere inutili, banche, guerre, scuole e cliniche private, e faccia pagare la crisi ai ladri, agli evasori, ai corrotti, ai parassiti e ai mafiosi anziché agli onesti. Se non nascerà domani, questo governo arriverà magari fra qualche mese, dopo un altro passaggio elettorale. Ma solo se continueremo a chiederlo con parole e menti aperte al nuovo. Senza farci spaventare da chi, sulla paura, campa da una vita.
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