Prime Pagine Giornali

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L’Autorità per l’energia denuncia rincari sospetti per 1,6 miliardi dell’elettricità e del gas che le aziende scaricano sui consumatori. Ma guarda un po’

Domenica 10 febbraio 2013 – Anno 5 – n° 40

€ 1,20 – Arretrati: € 2,00

Redazione: via Valadier n° 42 – 00193 Roma tel. +39 06 32818.1 – fax +39 06 32818.230

Spedizione abb. postale D.L. 353/03 (conv.in L. 27/02/2004 n. 46) Art. 1 comma 1 Roma Aut. 114/2009

GRILLO SCATENA LE PIAZZE E MANGIA VOTI A PD E PDL Grande folla anche a Vicenza per il comizio del leader 5Stelle. Con lo “Tsunami Tour” i grillini crescono nei sondaggi rallentando la rincorsa di Berlusconi e il primato di Bersani. E possono sconvolgere il Parlamento con un folto plotone di deputati e senatori Polese, Scanzi e Zanca » pag. 2 - 3

Piazza dei Signori (Vicenza) gremita per Grillo

IN BILICO

PANICO DA NON-VITTORIA

Voto disgiunto in Lombardia: Monti maledice i suoi Il Pd attacca sull’Ue

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Sigmund Freud e lo psico-leader: lo strano caso di Herr Pier Luigi

Marra » pag. 4

Robecchi » pag. 18

BANCHE&POLITICA

“Siena, pioggia di soldi che non c’erano” Parla Antonella Buscalferri, membro della deputazione che guida la Fondazione Monte Paschi da cui dipende la banca Agostinelli » pag. 7

» NAPOLI » La nuova richiesta della Dda per il ras del Pdl campano. I rapporti con il clan Bidognetti

Camorra, Cesaro rischia l’arresto Le dichiarazioni dei pentiti e l’affare da 50 milioni del “Piani investimenti produttivi”. Ora si attende la decisione del Gip. Il parlamentare si difende: “Non mi risulta nulla, non ho ricevuto alcun avviso di garanzia” di Nello Trocchia

IL GRANDE GIORNALISTA

» LA FINE DEL POETA

Ettore Mo: “Io, inviato di guerra Ma volevo fare il cantante lirico”

Sepulveda: il mio Neruda e il giallo dell’iniezione letale Oppes » pag. 13

di Silvia Truzzi

LA CATTIVERIA

rchiviato con l’esclusione ocalmente non sto molto beA dalle liste il caso Cosen- Vne. Vuole registrare lo stestino, il Pdl campano potrebbe so?”: la domanda non arriva da un fare i conti con un altro scandalo. Luigi Cesaro, plenipotenziario del Pdl in Campania, rischierebbe l’arresto. » pag. 5

tenore. Bensì da un giornalista, il più grande inviato di guerra tuttora in attività nonostante le ottanta primavere. » pag. 15

Prevista neve a Roma. Ora mi aspetto una foto di Alemanno con in braccio un san bernardo. All'interno » pag. I - VIII

» www.spinoza.it

I capponi di Renzi di Marco

Travaglio

l sindaco di Firenze, anzi di Firenzi, Matteo Renzi accusa Ingroia e Rivoluzione Civile di I “autogol” perché farebbe “vincere Berlusconi”. Bersani ripete che “c’è un solo voto utile per battere la destra ed è il voto al Pd”. Per carità, in politica e soprattutto in campagna elettorale ciascuno tira l’acqua al suo mulino. Ma c’è qualcosa di intellettualmente disonesto nel ricatto “o voti Pd o vince B.”. Non stiamo qui a ricordare tutte le volte in cui il centrosinistra resuscitò B. da morte sicura, o accusò noi antiberlusconiani di impedire il dialogo con B. e il reciproco riconoscimento fra destra e sinistra (prima l’accusa colpì i girotondi, poi fu usata dai vertici Ds per cacciare Colombo e Padellaro dall’Unità). Nel 2008 il neonato Pd predicava “le riforme insieme” a B., tant’è che in tutta la campagna elettorale Veltroni evitò accuratamente di nominare “il principale esponente dello schieramento a noi avverso”. E nel 2011 gli astuti strateghi del Pd dichiararono chiusa l’era del berlusconismo e dunque dell’antiberlusconismo (posti sullo stesso piano). I più furbi studiavano un salvacondotto per accompagnare B. alla tomba, essendosi bevuti l’ennesima balla: quella del suo ritiro in favore di Alfano (figuriamoci), con tanto di primarie Pdl (rifiguriamoci). Del resto, sentir dire da Bersani “faremo subito le leggi sul conflitto d’interessi, il falso in bilancio e la corruzione”, fa cascare le braccia: se fosse Renzi a dirlo, qualcuno potrebbe anche crederci, perché Renzi non era al governo né in Parlamento nelle cinque legislature della Seconda Repubblica in cui non si fece nessuna di quelle leggi, anzi se ne fecero parecchie di segno opposto. Ma Bersani in Parlamento e al governo c’era, dunque farebbe bene a non pronunciare più le parole conflitto d’interessi, falso in bilancio e anticorruzione finchè le relative leggi non saranno sulla Gazzetta Ufficiale. E poi una legge anticorruzione il Pd l’ha appena votata assieme ai suoi alleati nella maggioranza che sostiene Monti, guidata dal Pdl, con cui governa da 14 mesi. Una legge finta, anzi dannosa, che riduce le pene per la concussione: guardacaso, proprio il reato di cui risponde B. al processo Ruby. Come può chi governa da 14 mesi con B. accusare Ingroia o Grillo di fare il suo gioco? Dei leader attualmente in campo, gli unici che non hanno mai governato con B. sono proprio Ingroia e Grillo (Monti, Bersani, Fini, Casini e Maroni sono stati tutti in maggioranza con B., chi una, chi più volte). Ma soprattutto: se il Pd teme di perdere le elezioni a causa di Rivoluzione civile, perché non si è alleato con Rivoluzione civile prima del voto e non vuol farlo nemmeno dopo? Ingroia aveva offerto un’alleanza prima del voto: nessuna risposta. Ora offre un’alleanza dopo il voto: nessuna risposta. Anzi, picche. Invece Bersani annuncia a ogni pie’ sospinto che, dopo il voto, governerà con Monti (e tutto il cucuzzaro dei Fini e dei Casini), logorando Vendola ed escludendo a priori Ingroia. Di chi è dunque l’autogol? Renzi voleva addirittura cacciare Vendola dal centrosinistra, col risultato di sprecare i suoi voti, visto che Sel è data dai sondaggi sotto la soglia minima del 4% richiesta per entrare almeno alla Camera. Intanto B., com’è giusto fare col Porcellum che Pdl, Pd e Centro non han voluto cancellare, schiera una coalizione che tiene dentro tutta la destra. La sinistra invece, come al solito, è in ordine sparso. Di chi è dunque l’autogol? Forse occorrerebbe un po’ più di umiltà e di rispetto per gli elettori. Chi vota Ingroia o Grillo lo fa perché preferisce programmi e comportamenti magari ingenui o sbagliati, ma radicalmente diversi dalla solita minestra fallimentare vista e rivista per vent’anni. Quei voti non appartengono a Ingroia o a Grillo, ma a quei cittadini. E chi vuole quei voti deve parlare a quei cittadini. Anzi, avrebbe dovuto.












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