B. annuncia la buona novella: “Finalmente l’onorevole Bersani si è aperto, si è reso disponibile a un incontro”. Il richiamo della foresta o del Quirinale?
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Martedì 9 aprile 2013 – Anno 5 – n° 97
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“BERLUSCONI INELEGGIBILE” M5S: OCCUPIAMO LE CAMERE Oggi i Cinquestelle iniziano la battaglia per il via libera alle Commissioni A partire dalla Giunta per le elezioni. “Resteremo ai nostri posti fino a mezzanotte e un minuto e giovedì le autoconvochiamo”. Il Parlamento è insediato da un mese, ma ha fatto solo 7 sedute Borromeo, Palombi e Zanca » pag. 2 - 3 dc
BERSANI PARLI CHIARO E GRASSO APRA I LAVORI
“GRANDI INTESE”
Napolitano attacca Grillo e spinge per l’inciucio Marra » pag. 4
di Paolo Flores d’Arcais
ene, benissimo! Un gruppo parlamentare dichiara solennemente che la decisione sulB la ineleggibilità di Berlusconi va presa subito,
che traccheggiare nella formazione della “Giunta delle elezioni” sarebbe uno scandalo, che di fronte a tale scandalo diventano giustificate proteste anche irrituali ed “estreme”, come l’occupazione delle aule parlamentari. Il M5S, nella conferenza stampa di ieri, per bocca dei suoi capigruppo, ha annunciato proprio questo. Costringendo il presidente del Senato Grasso a una contorta risposta, tutta sulla difensiva, e alla convocazione della “Giunta del regolamento” per decidere come procedere. Il regolamento del Senato è però chiarissimo: “Il Presidente, non appena costituiti i Gruppi parlamentari, nomina i componenti della Giunta per il Regolamento, della Giunta delle elezioni e delle immunità parlamentari e della Commissione per la biblioteca e per l’archivio storico, dandone comunicazione al Senato”. I Gruppi sono stati costituiti il 19 marzo, Grasso poteva aver nominato la “Giunta delle elezioni” quasi tre settimane fa, la “Giunta del regolamento” è stata infatti già nominata. Perché questo ritardo? Lo capiscono anche i sassi: perché la “Giunta delle elezioni” può decidere, anche in tempi rapidissimi, l’esclusione di Berlusconi dal Parlamento, liberando il panorama politico italiano dal quasi ventennale incubo dell’illegalità e dell’inciucio. Nella “Giunta delle elezioni”, infatti, Pd e M5S hanno un’ampia maggioranza. Il M5S ha reiterato ancora ieri che voterà ovviamente per Berlusconi ineleggibile, prendendo sul serio la legge 361 del 1957, calpestata nelle precedenti legislature dal combinato disposto Caimano/D’Alema. Il capogruppo al Senato del Pd, Luigi Zanda, ha ripetuto la stessa cosa più volte, aderendo all’appello di MicroMega (250 mila firme) e addirittura regalando alla manifestazione di piazza Santi Apostoli le copie della Costituzione con cui tale manifestazione si è autofinanziata. I senatori del Pd vogliono smentire il loro capogruppo? Gli elettori Pd li inseguirebbero coi forconi. A questo punto Bersani non può più tacere. La “Giunta delle elezioni” può infatti decidere anche su modalità e ritmi del proprio lavoro. Se c’è la volontà politica di rispettare la legge (in una democrazia liberale dovrebbe andare da sé), Berlusconi può essere cacciato da Palazzo Madama entro qualche settimana. Bersani parli, dunque, perché un solenne impegno su Berlusconi ineleggibile avrebbe inevitabile influenza (benefica) anche sulla scelta per l’inquilino del Colle più alto.
LA CATTIVERIA
Franceschini: “Basta complessi di superiorità, dialogo col Pdl”. Non pensiamo di essere troppo peggio » www.forum.spinoza.it
ROMANZO QUIRINALE
De Nicola, il Presidente tra bizze e paltò usato Travaglio » pag. 6
» SEA » Maximulta dall’Unione europea, licenziamenti e scioperi
Malpensa, distruzione di un aeroporto inutile Sotto accusa la gestione del presidente leghista Bonomi che vuole mandar via 739 dipendenti. Ma Pisapia lo difende per evitare lo scontro con Maroni
ADDIO, LADY DI FERRO
di Giorgio Meletti
li oltre 5 mila dipendenti degli aeroporti milanesi G sono inferociti e hanno annun-
ciato che il 19 aprile prossimo bloccheranno gli scali di Linate e Malpensa. » pag. 8 Margaret Thatcher con Ronald Reagan nel 1985 LaPresse
LE PAROLE DELLA CRISI
Bill Emmott: “Zero anticorpi e sussulti di morte, Italia al collasso” di Antonello Caporale
e state annegando in una criS si che definite senza precedenti è perché gli argini della società non hanno retto. In Italia si è verificato un collasso di tutti gli organi vitali della comunità, spiega Bill Emmott. » pag. 7
Cara, odiatissima signora Thatcher Altichieri, Pasetti e Soffici » pag. 12 - 13
U di Furio Colombo
U di Giampiero Gramaglia
LA GUERRA AL LAVORO E IL MITO DELLA DESTRA
LA COERENZA IN POLITICA E I BUONI RISULTATI
» pag. 18
» pag. 18
Francesconi di Marco
Travaglio
ario Franceschini debutta da segretario D Pd il 21 febbraio 2009 con queste memorabili parole: “Berlusconi disprezza i prin-
cipi della nostra democrazia, offende la Costituzione, ha in mente una forma moderna di autoritarismo: non vuole governare, vuole essere il padrone dell’Italia. Non è il momento della delusione, dell’astensione: non dobbiamo tradire i nostri padri”. L’indomani si reca nella natìa Ferrara per giurare sulla vecchia Costituzione ereditata dal nonno e dal padre, partigiano cattolico e deputato Dc negli anni 50, che assiste commosso alla cerimonia con altri reduci della Resistenza. “È il momento – scandisce Franceschini – in cui tutti gli italiani che credono nei valori condivisi della Costituzione, dall’antifascismo alla Resistenza, comincino una lunga battaglia per difendere la democrazia italiana”. Poi la segreteria passa a Bersani e Franceschini diventa capogruppo alla Camera, ma su B. non molla. L’estate scorsa esclude un altro governo Monti col Pdl: “Non può esserci un nuovo governo sostenuto da avversari” (3-8). “Non diciamo a Casini di entrare nel centrosinistra, ma un percorso comune serve al Paese perché non ci saranno, dall’altra parte, il Ppe spagnolo o la Cdu tedesca, ma Berlusconi e la Lega” (31-8). E che nessuno pensi di non votare Pd: “Ingroia dice di chiudere la porta a noi, ma la apre alla destra, perché col Porcellum ogni voto sottratto al Pd è un voto regalato a Berlusconi e Lega” (19-1). “Ai tanti italiani giustamente arrabbiati e delusi dalla politica, che magari votano Grillo o Ingroia, diciamo che non è il momento di sprecare un voto, che potrebbe essere determinante per tornare a far vincere la destra e Berlusconi. Un rischio troppo alto” (25-1). Insomma, tutto tranne B. che riabilita addirittura il fascismo buono: “Le parole di Berlusconi sono una vergogna e un insulto alla storia e alla memoria. Chieda scusa agli italiani” (27-1). ”Sono vent’anni che Berlusconi imbroglia gli italiani” (4-2). “A ogni persona di buonsenso dovrebbero venire i brividi solo a pensare a una sua vittoria: spread alle stelle, derisione nel mondo, ripercussioni in Europa, abuso totale di ogni regola... uno scenario fanta-horror, l’Italia una specie di Gotham City” (5-2). “Ogni voto tolto a Bersani rischia di far vincere Berlusconi, Calderoli, La Russa. È un incubo che si evita solo col voto al Pd” (20-2). Il 25 febbraio, grazie a Franceschini, gli elettori Pd vanno alle urne con un’incrollabile certezza: “Se non avessimo la maggioranza, ci porremo il tema di un allargamento della maggioranza, ma mai alla Lega e Berlusconi” (22-2). Certezza ribadita con tetragona coerenza da Franceschini dopo il voto: “Con Berlusconi non facciamo intese” (17-3). “Non c’è dirigente, parlamentare o iscritto al Pd che non capisca che non esistono le condizioni politiche per un governo sostenuto da noi e Pdl” (24-3). Per tutti i motivi sopraelencati, venerdì Franceschini annuncia al Corriere la lieta novella: “Non resta che uscire dall’incomunicabilità e abbandonare questo complesso di superiorità, molto diffuso nel nostro schieramento, per cui pretendiamo di sceglierci l’avversario. Ci piaccia o no, gli italiani hanno stabilito che il capo della destra è ancora Berlusconi. È con lui che bisogna dialogare”. E guai a dichiararlo ineleggibile (dibattito molto approssimativo), perché “la sua sconfitta deve avvenire per vie politiche, non per vie giudiziarie o legislative”. Insomma è cosa buona e giusta “accettare un rapporto col Pdl” e chiamarlo “governo di transizione” che “dia ossigeno all’economia e faccia le riforme”. E chi giurava sulla Costituzione degli avi, accusava B. di “disprezzare la democrazia”, progettare “l’autoritarismo”, riabilitare “vergognosamente” il Duce, “imbrogliare gli italiani”, “dare i brividi” in “uno scenario fanta-horror”, da “incubo”, anzi da “Gotham City”, era un pirla. Mai, però, come chi gli credeva e lo votava.