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Il ministro Profumo propone l’ennesima riforma dell’istruzione. Ma se poi non c’è lavoro, che se ne fanno i giovani del diploma? y(7HC0D7*KSTKKQ( www.ilfattoquotidiano.it

Martedì 5 giugno 2012 – Anno 4 – n° 132

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Libro € 1,80 + € 1,20 – Arretrati: € 2,00 Spedizione abb. postale D.L. 353/03 (conv.in L. 27/02/2004 n. 46) Art. 1 comma 1 Roma Aut. 114/2009

Redazione: via Valadier n° 42 – 00193 Roma tel. +39 06 32818.1 – fax +39 06 32818.230

“BASTA MONTI, ELEZIONI” IL PD SI SPACCA IN DUE N

Ci vorrebbe un tecnico

di Marco Travaglio

Fassina e Orfini della segreteria del partito chiedono il voto in autunno: “Il governo non ha più la forza di fare nuove riforme” Bersani: “Non se ne parla”. Ma Di Pietro e Vendola: “Era ora” Il leader dell’Idv: “Non possiamo aspettare il signor Tentenna”. Ezio Mauro: “I democratici non vogliono la lista civica? Allora il partito deve essere scalabile” Telese e Zanza pag. 2 - 3 z

di Wanda Marra

n questo contesto politico, Monti non ha la forza di fare altre riforme”, dice il responsabile economico Pd Stefano Fassina: “Anticipiamo la Finanziaria e votiamo in autunno”. pag. 3 z

I

Regali di Stato

LICENZIAMENTI

Patroni Griffi e Fornero, nuova lite sugli statali Meletti pag. 2 z

(FOTO ANSA)

MAFIA E STATO x Palermo indaga sui misteri della cattura

Provenzano parla in carcere con due politici e due pm: “Non farò male a nessuno” di Giuseppe Lo Bianco e Sandra Rizza

rima un sms, poi una strana telefonata che chiede la conferma della sua partecipazione a un convegno Zen a Torino “sul significato della vita e della morte’’. Quando? Proprio mentre Sonia Alfano si avvia sulla sua blindata da Linate al carcere di Parma per incontrare, assieme al deputato pd Beppe Lumia, il superboss Bernardo Provenzano, reduce da un tentativo di suicidio. pag. 8 z

P

(FOTO LAPRESSE)

TASSE E SLOT MACHINE, LA “SALVA-CORALLO” HA L’OK DEL GOVERNO Sansa pag. 4 z

nguerre finanziarie

Udi Chiara Frugoni

Generali, chi vince e chi perde E quanto ci rimette Bankitalia

TUTTI I RISCHI PERCHÉ ORA PER GIOTTO ATTACCANO AGLI SCROVEGNI PADRE GEORG

Malagutti pag. 10z

CATTIVERIE Benzina a un euro se compri una Fiat. Ma il distributore è in Polonia (www.spinoza.it)

Udi Marco Politi

rischi riguardanti la Cappella dissidenti vaticani alzano il tiIquanto Scrovegni sono almeno tre: I ro e puntano al segretario painfluiscano sulla sua sta- pale, don Georg Gaenswein. È ticità le differenti fondamenta di abside e navata, con conseguenti crepe e fessure, la mancanza di messa in sicurezza sismica, l’allagamento della cripta. pag. 22 z

bastato che Benedetto XVI riconfermasse la fiducia ai suoi “più stretti collaboratori” ed ecco che la rete clandestina attacca l’uomo a lui più vicino. pag. 11 z

neuropei di calcio Barzagli kappaò La Nazionale azzurra perde i pezzi Beccantini pag. 19z

on manca molto al giorno in cui la parola “tecnico”, da positiva e rassicurante che era, diventerà un insulto. I “tecnici” del governo Monti ce la stanno mettendo tutta perché ci si arrivi nel minor tempo possibile. Non passa giorno senza che uno di loro, a turno, dia aria alla bocca con esternazioni estemporanee, annunci mirabolanti, proposte irrealizzabili, gaffe e cazzate. Dalle sparate delle allegre comari Fornero, Martone, Mazzamuto e Polillo alle dimissioni di Malinconico e Zoppini alle non dimissioni di Patroni Griffi, dall’inutile indultino svuota-carceri che le ha riempite vieppiù all’acquisto subito ritirato di 400 auto blu, dalle boutade sul tassare gli sms, i cani e i gatti alle promesse mancate sulla riforma Rai, dalla controriforma del Csm subito revocata ai pasticci sull’anticorruzione, dai conti sbagliati sul numero degli esodati a quelli impossibili sul calcolo dell’Imu giù giù fino all’appello agli italiani perché segnalino via mail gli sprechi da tagliare. Ora ci si mette pure la ministra Paola Severino con un’idea bislacca da film di Stanlio e Ollio: utilizzare i detenuti “non pericolosi” e “in regime di semilibertà” per ricostruire l’Emilia terremotata. Naturalmente non se ne farà nulla neanche stavolta, ma la trovata un risultato l’ha già sortito: quello di trasformare Calderoli in un genio, con la sua proposta di ovvio buonsenso di “usare invece i nostri militari ritirandoli dall’Afghanistan”. La ministra Severino deve aver visto troppi film americani sulle ferrovie della Nuova Frontiera del Far West o sui galeotti con la palla al piede nelle piantagioni di cotone. Alle popolazioni colpite dal sisma non serve manodopera purchessia, visto che c’è poco da scavare. Servono operai e muratori altamente specializzati per ricostruire edifici e centri storici e riedificare case e fabbriche sicure da rischio sismico. Una manodopera che non si trova nelle carceri, ma nelle aziende, a cominciare da quelle emiliane, che sarebbero prontissime a ripartire e a ricostruire se avessero il denaro per farlo. Se c’è una cosa che in Italia non manca sono i volontari della Protezione civile e di altre organizzazioni laiche e religiose, collaudatissime sul fronte delle catastrofi naturali. Occorrono soldi, non braccia. E poi chi sarebbero i detenuti “non pericolosi”? Quelli in semilibertà un lavoro già ce l’hanno, visto che la condizione per accedere a quel beneficio è, appunto, l’esperienza lavorativa fuori dal carcere. Restano quelli in cella. Ma in Italia, com’è noto, scontano la pena in cella solo i condannati a pene superiori a 3 anni, che tra l’indulto del 2006 e l’indultino del 2012 superano addirittura la soglia altissima di 7-8 anni. Quindi in media i detenuti in espiazione pena sono tutti pericolosi. Per trasferirli nelle zone terremotate occorrerebbe uno spiegamento straordinario di forze dell’ordine (già oggi sotto organico) per controllare che non si diano alla fuga o magari allo sciacallaggio (attività diffusissima anche tra gli insospettabili): almeno un agente di guardia – anzi, almeno due, con i turni – per ogni detenuto. Se è giusto che i reclusi lavorino in carcere, per garantirsi un’occupazione qualificata in vista del reinserimento nella società, sarebbe assurdo mandarli a fare esperienza in Emilia, trasformando i terremotati in cavie. E poi, finita la giornata di lavoro, essendo impossibile riportarli nei penitenziari di appartenenza, si porrebbe il problema dell’alloggio. Dove andrebbero a dormire? Nelle tende o nelle case sfitte che non bastano nemmeno per gli sfollati? In hotel? E a spese di chi? Un governo decente la pianterebbe con le sparate demagogiche e inventerebbe soluzioni un po’ più serie del solito aumento della benzina. Tipo farla finita con le cattedrali nel deserto tipo Tav in Valsusa, per recuperare 15-20 miliardi da destinare al riassetto idrogeologico e alla messa in sicurezza degli edifici pubblici e storici. Ma, per questo, ci vorrebbero dei tecnici. Veri, però.


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