Prime Pagine Giornali

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NA SV IM SR

LA STAMPA

SISTEMA

Mai più cambio pila

QUOTIDIANO FONDATO NEL 1867

MARTEDÌ 17 APRILE 2012 • ANNO 146 N. 106 • 1,20 € IN ITALIA (PREZZI PROMOZIONALI ED ESTERO IN ULTIMA) SPEDIZIONE ABB. POSTALE - D.L. 353/03 (CONV. IN L. 27/02/04) ART. 1 COMMA 1, DCB - TO www.lastampa.it

IL FACCENDIERE IN MANETTE

IL TESORO DELLA LEGA

L’INCHIESTA DI MILANO

PROCESSO RUBY

Lavitola, commessa Lingotti e diamanti Viaggi pagati Le ragazze di Arcore e tangenti a Panama per 600 mila euro Formigoni si difende “Soldi da Berlusconi” Jacopo Iacoboni e Guido Ruotolo ALLE PAG. 10 E 11

Marco Alfieri A PAGINA 7

Francesco Manacorda A PAGINA 8

Il Cdm approva il decreto delega fiscale. Via all’asta sulle frequenze tv. Cinque aliquote Irpef. Salvi gli assegni di ricerca

Paolo Colonnello A PAGINA 9

La sentenza di Brescia

Il governo copre le spese legali per Piazza Loggia Alfano, Bersani e Casini: senza finanziamenti finiamo nelle mani delle lobby della Monti, d’intesa con Na-

Salta il fondo taglia-tasse

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Il Consiglio dei ministri approva la delega di riordino del fisco: salta il fondo taglia-tasse che doveva essere alimentato con la lotta all’evasione, sono confermate le cinque aliquote Irpef, arriva l’Imposta sul reddito imprenditoriale che sostitui-

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SALVARE IL PAESE NON BASTA

sce l’Ires. Il governo riscrive anche le regole per l’assegnazione delle frequenze: andranno all’asta. Finanziamenti ai partiti: toglierli, dicono Alfano, Bersani e Casini, un drammatico errore. Barbera, Bertini, Grassia, Martini e Talarico DA PAG. 2 A PAG. 6

politano: lo Stato pagherà le spese del processo di piazza della Loggia Grignetti PAG. 20

LA STRETTA SULLA CASA

L’Imu si verserà in tre rate Rivoluzione al Catasto Flavia Amabile e Paolo Russo ALLE PAGINE 4 E 5

LUCA R ICOLFI

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l governo si appresta, per l’ennesima volta, a cercare di mettere insieme un pacchetto di «misure per la crescita». Il momento è molto difficile perché i mercati, dopo aver concesso fiducia all’Italia per quasi tre mesi (da gennaio fin oltre metà marzo), da qualche settimana sembrano non fidarsi più di noi. Il segnale più negativo non viene dallo spread, che è tornato a salire ma in realtà risente sempre, e pesantemente, della irresolutezza delle autorità europee, bensì dallo «spread dello spread», cioè dalla differenza fra quanto i mercati pretendono dall’Italia e quanto pretendono dai Paesi a noi più comparabili come la Spagna, il Belgio, la Francia, Paesi cioè che non sono né formiche come la Germania né cicale come la Grecia e il Portogallo. Ebbene, lo spread dello spread era sceso a 105 nella settimana centrale di marzo, ma da allora è risalito inesorabilmente settimana dopo settimana: 109, 121, 131, fino a 144, il valore medio della settimana scorsa. Perché? Perché per quasi tre mesi lo spread è migliorato, e ora peggiora di settimana in settimana? CONTINUA A PAGINA 33

PROCESSO A BREIVIK PER 77 MORTI: «NON SONO COLPEVOLE E NON RICONOSCO QUESTA CORTE»

Lo show del killer: “Ho ucciso per autodifesa”

Verità e rispetto il dovere degli Stati verso le vittime VLADIMIRO ZAGREBELSKY A PAGINA 33

DIARIO

L’Argentina nazionalizza il petrolio Commissariata la Ypf legata all’iberica Repsol Madrid: pronti a ritorsioni Guanella e Orighi ALLE PAG. 16 E 17

FABRIZIO BENSCH/REUTERS

Il terrorista pluriassassino Breivik mostra il pugno ieri all’arrivo nell’aula del tribunale

LA SINDROME DI OSLO ANTONIO SCURATI

Buongiorno

MASSIMO GRAMELLINI

S

ono uno scrittore. Chi proclama con orgoglio stentoreo al cospetto del mondo un onore tanto dubbio? Chi s’insuperbisce per

così poco? Forse il romanziere misconosciuto, colto da un raptus di solitaria esaltazione nella sua soffitta mal aerata? Oppure il deejay baciato da

Alonzo e Malaguti ALLE PAG. 12 E 13

smodato successo di vendite mai la fortuna fu dea più bendata - per aver messo su carta la sua chiacchiera radiofonica?

Non ci sono romanzi da Pulitzer Per la prima volta nessun premio per la narrativa Maurizio Molinari A PAGINA 35

CONTINUA A PAGINA 33

Errore drammatico

Alfano Bersani Casini hanno lanciato il loro personalissimo urlo di dolore: cancellare i soldi pubblici ai partiti sarebbe un errore drammatico, in quanto consegnerebbe la politica ai ricchi e alle lobby. Sacrificando, immagino, la confraternita di monache e filosofi che l’ha guidata negli ultimi vent’anni. Con buona pace della dirigenza del Pd, permalosa assertrice di una «diversità» che le cronache degli ultimi mesi hanno reso in gran parte immaginaria, chi critica la sordità della Casta non è un demagogo. Sa che la buona politica è tale solo se viene finanziata dai contribuenti. Ma a tre condizioni: che ogni dieci anni ci sia un ricambio completo del personale (la corruzione prolifera negli stagni), che i politici siano scelti dagli elettori, e che siano molti di ÷

SISTEMA

La Corte Europea

meno: non il milione di persone che traffica nel sottobosco dei partiti e delle istituzioni da essi occupate. Peccato che di questi temi nell’urlo di ABC non vi sia traccia. I tre capi della maggioranza non vogliono cancellare gli emolumenti pubblici ai partiti. Ma si guardano bene anche solo dal dimezzarli. Promettono, bontà loro, maggiori controlli affinché i tesorieri non possano più spostare milionate di euro all’insaputa dei loro astutissimi leader, ma lasciano la sanzione al Parlamento, cioè a se stessi. Il vero errore drammatico, agli occhi dei cittadini, è che al culmine di una crisi che sta atterrando l’Italia l’unico documento congiunto che ABC abbiano sentito l’esigenza di firmare sia quello a tutela dei loro interessi.

Dalla luce una carica inesauribile. Con la sola energia della luce, Eco-Drive fornisce all’orologio una carica infinita.


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