Prime Pagine Giornali

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In Francia il Parlamento vota il primo sì alle nozze gay. Anche a Londra il premier Cameron presenta una legge. In Italia guai a parlarne, comanda il Vaticano

Domenica 3 febbraio 2013 – Anno 5 – n° 33

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Redazione: via Valadier n° 42 – 00193 Roma tel. +39 06 32818.1 – fax +39 06 32818.230

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CONSORTE: “DICO TUTTO SULLA FINANZA ROSSA”

Al lupo al lupo di Marco

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CHI DICE LA VERITÀ AGLI ITALIANI? Padellaro

i impegno a ridurre le tasse”, dichiara Mario Monti ed è come se al posto del M Professore parlasse il Cavaliere. Colpa delle

promesse elettorali che alla fine, in nome del dio voto, livellano i bocconiani ai berlusconiani ai bersaniani e al resto della truppa partitica. Sembra passato un secolo da quando giornaloni e giornalini si dedicarono all’incensamento del sobrio premier tecnico esaltandone il portamento sobrio ed elegante, il sobrio ed essenziale eloquio, le battute sobriamente spiritose. Marco Travaglio immaginò che il cane di cotanto prodigio alla vista di un osso evitasse sobriamente di addentarlo. Al di là dei soffietti in quell’Italia di fine 2011 reduce dalle follie del sultano di Arcore c’era il desiderio profondo di una guida competente e autorevole che ci restituisse un po’ di rispetto e di credibilità internazionale. Una normalità che è costata i sacrifici che sappiamo anche se nessuno poteva immaginare che la quaresima seguita al carnevale ci avrebbe al tal punto dissanguati. Dissero alcuni studiosi che Monti incarnava quella figura paterna, severa ma giusta, che per troppo tempo era mancata al Paese (dai tempi di De Gasperi sostenne qualcuno). Un padre, perché di padreterni ce ne sono stati anche troppi: dagli indottrinatori sessantottini passando per le stanze del vecchio Pci fino a Bettino Craxi, l’omone degli incubi psicanalitici della sinistra, per arrivare al Berlusconi non ancora ridicolizzato dal bunga bunga. Come padreterno Monti è durato fino a quando, per imperscrutabili motivi, ha deciso di scendere dall’olimpo dei senatori a vita per mescolarsi ai venditori urlanti di promesse un tanto al chilo. Ma ora che anche lui parla come gli altri chi ci dirà la verità? Perché è la verità che sommamente manca in questa campagna elettorale. La dimensione della crisi e il tempo che ci vorrà per tornare alla normalità. Un tempo che non prevede impossibili abolizioni dell’imu, ma un lungo e faticoso percorso di rigenerazione. Il tempo della disciplina, dei sacrifici, della perseveranza non tradisce ma gratifica e salva. Sapete chi ha espresso questo concetto? Il presidente Obama, pochi giorni fa all’atto dell’insediamento del suo secondo mandato. Così parla un vero un uomo di Stato con una visione nel futuro. Mentre qui da noi si spaccia il fumo delle illusioni.

Giovanni Consorte Dlm

Maroni contro Napolitano: “Chiede il silenzio sull’inchiesta per proteggere il Pd”. A Siena almeno dieci indagati, da domani gli interrogatori. A Roma il Tar sblocca i Monti Bond Barbacetto e Feltri » pag. 2 - 3

Da sinistra, Giuseppe Mussari, Giuliano Amato e Franco Ceccuzzi nell’agosto del 2009 alla finestra della Fondazione Mps Carlo Nicotra

»ELEZIONI» Per i due grandi artisti possibile ritorno in tv alla vigilia del voto

Benigni e Celentano Ciclone nell’urna Il comico a Sanremo potrebbe far sorridere Bersani e far infuriare B. Adriano invece tirerebbe la volata a Grillo e Ambrosoli Pagani » pag. 5

CAMPAGNA D’ITALIA

Il pugno di Tosi accende la rivolta Nel Nord-Est la Lega si sbriciola Benigni e Celentano durante la seconda puntata di “Rockpolitik” Ansa

CALCIO

Zeman in fumo: la Roma cede alla contestazione e licenzia il Boemo » pag. 16

Caporale » pag. 6

U di Furio Colombo

» MISTERO IRRISOLTO

DESTRA E SINISTRA ESISTONO ANCORA

Le Brigate Rosse e la mitraglietta di Jimmy Fontana

ffronto un problema nello stesso tempo drammatico A e banale: Destra e Sinistra ci sono ancora? Una premessa. Quando dico “sinistra” non intendo marxismo, ma qualcosa che tenterò di definire di volta in volta, in prossimità della difesa del lavoro. » pag. 18

Travaglio

orse il capo della Protezione civile Franco F Gabrielli, ex prefetto de L’Aquila, quello che denunciò per “manifestazione elettorale

L’ex padre-padrone di Unipol racconta la sua verità sulla fallita scalata di Bnl e sulla guerra tra i compagni di Bologna e Siena. “Mussari e gli altri di Mps hanno detto no a noi, poi si sono svenati con Antonveneta, derivati e contratti segreti”

di Antonio

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» pag. 13

LA CATTIVERIA “Nelle liste del Pdl ci sono almeno dieci mignotte” ha detto Feltri notando un ammanco sulla provinciale » www.spinoza.it

non autorizzata” i cittadini aquilani che portavano via sulle carriole le macerie dal centro storico visto che in due anni nessun’autorità aveva provveduto, ha le idee un po’ confuse. L’altroieri, dopo aver rilanciato l’allarme dell’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia (Ingv) su un possibile terremoto “nelle prossime ore” in Garfagnana, che ha innescato la psicosi delle autorità locali, fino all’ordine del sindaco di Castelnuovo a 30 mila persone di uscire di casa e di restare all’addiaccio per tutta la notte, ha dichiarato: “È il frutto avvelenato della sentenza de L’Aquila”: quella che ha condannato in primo grado per omicidio colposo plurimo i sette scienziati della commissione Grandi Rischi per il famigerato “vertice” del 1 marzo 2009. Ora i casi sono due: o Gabrielli non ha letto le 946 pagine della sentenza; oppure le ha lette e non le ha capite. Il primo caso sarebbe già grave, ma il secondo sarebbe gravissimo perché significherebbe che siamo sempre in mano a dilettanti allo sbaraglio. La sentenza spiega chiaramente che nessuno è stato processato per non aver previsto il terremoto del 2009: al contrario, i sei presunti “scienziati” sono stati condannati per due motivi del tutto opposti alla vulgata corrente. 1) Avere previsto che il terremoto non ci sarebbe stato, con dichiarazioni di scampato pericolo scientificamente infondate che rassicurarono la popolazione, inducendola a rientrare nelle proprie case dopo aver trascorso molte notti in strada, in auto o lontano dalla città presso hotel, amici e parenti nei quattro mesi di sciame sismico. 2) Non avere effettuato la valutazione e la previsione del “rischio sismico”, cioè l’attività prescritta dalla legge alla commissione Grandi Rischi: che consiste non nel prevedere se ci sarà il terremoto, ma nell’immaginare quali danni potrebbe causare un eventuale sisma e nell’avvertire dei relativi rischi gli abitanti di edifici pericolanti o insicuri o fuori norma. Questo prevede la legge istitutiva della Grandi Rischi, questo la Grandi Rischi non fece nel 2009, anzi fece esattamente l’opposto, per questo i membri della Grandi Rischi sono stati condannati: per aver agito da politici e non da scienziati, rassicurando le popolazioni con affermazioni prive di fondamento tecnico, assecondando le esigenze del governo Berlusconi con quella che Bertolaso intercettato definì “operazione mediatica”, spacciata però per riunione scientifica. Quali “frutti avvelenati” potrà mai produrre una sentenza che punisce chi non rispetta la legge e dunque invita la Grandi Rischi a rispettarla in futuro? Mistero. Così com’è un mistero dove mai i giudici de L’Aquila abbiano scritto che d’ora in poi la Protezione civile debba lanciare messaggi allarmistici al minimo tremito della terra per evitare future condanne. Se Gabrielli e i tecnici dell’Ingv avevano elementi scientifici per prevedere un grave terremoto in Garfagnana, hanno fatto benissimo ad allertare le autorità locali e queste a far evacuare le case della zona: nel qual caso però bisognerebbe smetterla di ripetere che i terremoti sono imprevedibili. Se invece non avevano alcun elemento, ma si son messi a gridare “al lupo al lupo” pur sapendo che il lupo non c’era, al solo scopo di non finire sotto processo, hanno inutilmente terrorizzato decine di migliaia di persone, visto che nessuno si sarebbe mai sognato di processarli per non aver previsto un evento imprevedibile. Insomma, lorsignori si mettano d’accordo con se stessi, si assumano le proprie responsabilità e lascino in pace i giudici de L’Aquila. Che non hanno fatto altro che il loro dovere. Loro.


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