Sul sito del governo oltre 40 mila segnalazioni di sprechi. Ma per la privacy non si possono leggere. Chiamate un tecnico y(7HC0D7*KSTKKQ( www.ilfattoquotidiano.it
Miseria e splendore della carne
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Caravaggio Courbet Giacometti Bacon...
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Testori e la grande pittura europea Sponsor ufficiale
Ravenna EKVVC) ECPFKFCVC ECRKVCNG GWTQRGC FGNNC EWNVWTC
Testori e la grande pittura europea
12 febbraio - 17 giugno 2012
Comune di Ravenna Assessorato alla Cultura
Sponsor ufficiale
Museo d’Arte della città via di Roma 13 - Ravenna www.museocitta.ra.it tel. 0544 482477
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Venerdì 4 maggio 2012 – Anno 4 – n° 105
NEL BERGAMASCO x Un giorno di paura
C’è chi è pronto a sparare per le cartelle di Equitalia La crisi scatena l’odio verso gli esattori. Un imprenditore si barrica con gli ostaggi in un’agenzia, poi si arrende Portanova pag. 2 - 3 z L’imprenditore Luigi Martinelli al momento del suo arresto (FOTO ANSA)
LUSI, NOZZE DI LUSSO A SPESE NOSTRE RENZO BOSSI, LAUREA ALBANESE I pm chiedono l’arresto per il senatore, ex tesoriere della Margherita, e i domiciliari per la moglie e due commercialisti Rinfresco da oltre 30 mila euro. Scomparsi 25 milioni Nel dossier “The Family” del tesoriere leghista Belsito sono stati trovati i titoli di studio del Trota e di Pier Moscagiuro, il bodyguard di Rosi Mauro, conseguiti in tempi record all’Università Kristal di Tirana, nota per fabbricare pezzi di carta e David Perluigi e non fosse per l’immunità parlamentare, Luigi Lusi da ieri mattina sarebbe già a Regina Coeli. In compenso il gip Simonetta D’Alessandro ha disposto gli arresti domiciliari per la moglie Giovanna Petricone, sua complice in “fraudolenta appropriazione” e per i due “amici” commercialisti, Mario Montecchia e Giopag. 8 z vanni Sebastio.
S
“Che fai, vecchio di merda”. E mezza Italia tifa Delio Rossi
di Antonella Mascali
ella caccia agli stranieri chiamati tutti ora albanesi ora maDrocchini, secondo le stagioni, la Lega ne ha fatto una bandiera. Ma Bossi per il figlio del cuore imposto al Pirellone non ha sottilizzato, e gli ha fatto prendere un titolo di studio extracomunitario, forse con soldi pubblici. Renzo Bossi, detto il Trota, ha ottenuto una laurea in “gestione aziendale” in una università pripag. 10 z vata di Tirana.
Il serbo Adem Ljajic si rivolge in tono offensivo al suo allenatore Delio Rossi ( FOTO ANSA)
pag. 6 - 7 z
Udi Carlo Tecce
Udi Gianni Marsilli
SPRE CHI, SOLO COLPI A SALVE
FRANCIA, PIÙ A Kiev la voglia di calcio supera HOLLANDE CHE SARKOZY il caso Tymoshenko
a il suono di una filastrocca, ma può rendere l’idea: i tecnici convocano i tecnici per scovare gli sprechi, chiedono aiutano ai cittadini e sbattono contro un problema tecnico (e di legge). pag. 4 z
er capire come fosse andato il duello tv, bastava un’occhiata alla prima pagina del Figaro: “Haute tension”, titolava il quotidiano parigino storicamente schierato con la destra, segno di imbarazzo pag. 15 z e delusione.
H
12 febbraio - 17 giugno 2012
Comune di Ravenna Assessorato alla Cultura
Museo d’Arte della città via di Roma 13 - Ravenna www.museocitta.ra.it tel. 0544 482477
€ 1,20 – Arretrati: € 2,00 Spedizione abb. postale D.L. 353/03 (conv.in L. 27/02/2004 n. 46) Art. 1 comma 1 Roma Aut. 114/2009
Redazione: via Valadier n° 42 – 00193 Roma tel. +39 06 32818.1 – fax +39 06 32818.230
di Rita Di Giovacchino
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nucraina
Vergine pag. 17z
CATTIVERIE Malore per Andreotti. Il paziente sta bene. Non parla (www.spinoza.it)
I revisori dei Monti di Marco Travaglio
S
ta per compiere tre mesi il solenne impegno di
Piercasinando sui fondi pubblici ai partiti camuffati da “rimborsi elettorali”. È il 10 febbraio quando, sull’onda del caso Lusi, il leader Udc annuncia: “Lunedì presento una proposta di riforma dei partiti e la sottopongo in anteprima ad Alfano e Bersani”. Parola d’ordine, ovviamente, “trasparenza”: infatti il tesoriere Udc, Pino Naro, già arrestato e condannato per peculato ai tempi di Tangentopoli e ora indagato per una mazzetta di 200 mila euro dal costruttore Tommaso Di Lernia, è sempre al suo posto. Ricevuto il plico casiniano, gli altri due dell’Ave Mario, cioè Bersani e Alfano, appongono le loro firme annunciando “tempi rapidissimi”. ABC ci dormono sopra un mesetto, confidando nell’amnesia generale, e rialzano i capini solo il 5 aprile, quando esplode il caso Belsito. Altro annuncio epocale, uno e trino: “La legge sui partiti è molto urgente, ci sono gli estremi per un decreto”. Bersani: “Riforma improrogabile, corsia di assoluta priorità”. Casini: “Passiamo dalle parole ai fatti”. Alfano: “Con me si sfonda una porta aperta”. Certo, come no. Monito di Napolitano: “Si ponga mano ad adeguate iniziative”. Di Pietro, conoscendo i suoi polli, deposita il referendum per abolire i cosiddetti rimborsi. Infatti il decreto ad hoc tramonta subito: meglio un emendamento al decreto fiscale del governo. Anzi no: la “moral suasion” del Quirinale fa saltare pure quello, visto che non c’entra niente con l’oggetto del decreto fiscale ed è dunque “inammissibile”. Però – giurano Qui Quo Qua – la proposta di legge verrà approvata in commissione “in sede legislativa”, cioè senza passare dall’aula. Naturalmente il 18 aprile tramonta anche la sede legislativa. Il presidente della Cassazione fece sapere che non rientra nei suoi poteri controllare i bilanci dei partiti (come invece avevano pensato quei gran geni dei tre), e nemmeno quelli della Corte dei Conti e del Consiglio di Stato, visto che i partiti restano associazioni private. Così i tecnici della Camera bocciano l’intera proposta. Che, oltre a essere scritta coi piedi, non taglia un euro ai “rimborsi” (nemmeno alla rata annuale di 180 milioni prevista per fine luglio), ma si limita a istituire controlli a incasso avvenuto. Il Trio Lescano, infatti, in un memorabile comunicato, definisce “errore drammatico” tagliare i fondi ai partiti che, senza quella montagna di soldi, cadrebbero nelle grinfie “dei ricchi e delle lobby” (oggi invece ne sono notoriamente immuni). Il tesoriere pd Misiani confessa al Fatto che, senza la rata di luglio, il partito fallisce perché ha già speso tutti i soldi prima ancora di incassarli, ed è pure in rosso di 43 milioni. Il 24 aprile Bersani si rimangia tutto e cade nell’“errore drammatico”: ora vuole “dimezzare i rimborsi” pubblici, mentre Alfano li vuole direttamente abolire (“bastano quelli privati”, specie a chi gode di credito illimitato presso il Silviomat, come le altre olgettine) e Pier quasi. A quel punto, dopo una dozzina di conati di monito provenienti dal Colle, scende in campo Monti con un’ideona delle sue: reclutare un nome nuovo, giovane e tenero virgulto della politica, per studiare la complessa materia dei tagli ai partiti. Chi? Giuliano Amato, 74 anni, entrato in Parlamento nel 1983, che avendo una pensione di 31 mila euro al mese e vantando la più grande collezione di poltrone al mondo, è proprio quel che ci vuole. Come consigliere economico e sottosegretario di Craxi (quello che raddoppiò il debito pubblico e le tangenti private), vicesegretario psi, 5 volte ministro e 2 volte premier, di finanziamenti pubblici se ne intende, mentre delle mazzette private non s’è mai accorto. Nel '93 firmò insieme a Conso il decreto Salvaladri per depenalizzare il finanziamento illecito, fortunatamente respinto da Scalfaro perché incostituzionale. Chi meglio di lui per riformare la materia? Resta l’amarezza per le precarie condizioni di Giulio Andreotti. Ma, appena si rimette in salute, potrà dare un valido contributo. Sempre in veste di supertecnico.