Prime Pagine Giornali

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Oggi il vertice della Bce sullo scudo anti-spread. I mercati sono ottimisti, la Merkel un po’ meno. Monti appeso a Draghiy(7HC0D7*KSTKKQ( www.ilfattoquotidiano.it

Giovedì 6 settembre 2012 – Anno 4 – n° 211

€ 1,20 – Arretrati: € 2,00 Spedizione abb. postale D.L. 353/03 (conv.in L. 27/02/2004 n. 46) Art. 1 comma 1 Roma Aut. 114/2009

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“MANGANO E DELL’UTRI DUE PERSONE PERBENE” Berlusconi finalmente interrogato a Roma dai magistrati di Palermo in una caserma della Guardia di Finanza, come testimone e vittima di una presunta estorsione da 40 milioni del suo fedelissimo senatore: “Solo donazioni al mio vecchio amico”

Scherzano col Grillo di Marco Travaglio

Vittorio Mangano

Marcello Dell’Utri (FOTO ANSA)

Tra battute e cortesie ai pm Messineo, Ingroia e Sava, in passato insultati pesantemente, cala il gelo quando il Caimano elogia le virtù etiche del “fattore” mafioso Lillo e Vecchi pag. 2 z e dell’uomo che glielo portò in casa PRESSIONI & TRATTATIVA

Il Pg contro il pm Marino, ma le carte lo smentiscono di Giuseppe

Lo Bianco e Sandra Rizza

u lui, il Pg della Cassazione, a escogitare la Flizzata “proposta indecente”, peraltro mai formanero su bianco, di tentare lo “scippo” (o una correzione dell’indirizzo investigativo) dell’inchiesta sulla trattativa condotta dai pag. 3 z pm di Palermo? Nicolò Marino

GOVERNO x Consiglio dei ministri-fiume fino a tarda notte dedicato alla crisi dell’Alcoa e al decreto Sanità

Retromarcia sulle bollicine: una tassa in meno Udi Paolo Flores d’Arcais Udi Marco Politi

Sconfessato il ministro Balduzzi sul provvedimento con le imposte sulle bevande gassose e i limiti ai videopoker Ancora una volta vincono il Pdl e la lobby del gioco d’azzardo Feltri pag. 4 z

Udi Michelle Obama

E ADESSO UNA LEGGE “MARTINI”

MIRACOLO! PER LA CHIESA NIENTE IMU

iulia Facchini Martini, nipoorpresa! Il governo non ha GMartini, te del cardinale Carlo Maria S approntato i decreti attuaha raccontato con tivi per fare pagare l’Imu agli

Renato Balduzzi (FOTO DLM)

Udi Ferruccio Sansa

semplicità toccante la morte dello zio, con una lettera che comincia così: “Caro zio, zietto come mi piaceva chiamarti...”. pag. 18 z

Udi Nanni Delbecchi

“MIO MARITO A GENOVA BELLOCCHIO E IL SUO SOGNO TUTTI POVERI E L’ITALIA AMERICANO” (PER LA MENSA) DI ELUANA na famiglia su tre ha un redultimi anni nella mia anno scorso Marco BelNto ilegli qualità di First Lady ho avu- U dito praticamente da mise- L’ locchio venne a Venezia privilegio di viaggiare in ria. Due su tre devono chiedere per consegnare il Leone d’otutto il Paese. E dovunque, nella gente che ho incontrato, nelle storie che ho ascoltato, ho visto il meglio dello spirito americano. pag. 12 z

+?!"!}!"!.

uno sconto sulle mense comunali perché non raggiungono il minimo richiesto. Genova si scopre povera. O magari furbacchiona. pag. 8 z

ro alla carriera a Bernardo Bertolucci. Non ci stupiremmo se dopodomani tornasse al Lido per riceverlo lui, il Leone. pag. 14 z

immobili della Chiesa. C’è il rischio – lo denuncia Milano Finanza – che la Chiesa non paghi il dovuto nemmeno l’anno prossimo. pag. 18 z

SCANDALO ALLO STELVIO

Il presidente del parco amico di Frattini e sospetto bracconiere Tessadri pag. 8 z

CATTIVERIE

Monti vede una luce in fondo al tunnel della crisi. Sono i disoccupati che si danno fuoco (www.spinoza.it)

P

uò darsi che Grillo, come sempre, abbia esagerato quando ha detto che partiti e media al seguito, insultandolo ogni giorno con una campagna di “odio”, istigano a delinquere contro di lui qualcuno che potrebbe passare “dal tiro al bersaglio metaforico a quello reale, come negli anni di piombo”. Certo ha sbagliato le parole: anche lui usa l’insulto come arma di lotta politica; e tirare in ballo l’odio – come fecero B. e i suoi giannizzeri, attribuendo a chi lo criticava la qualifica di “mandante morale” dell’attentato della statuetta – non è solo un déjà vu: è un’assurdità, visto che almeno i sentimenti dovrebbero restare fuori dalla dialettica politica. Ma le reazioni del mondo politico e giornalistico (sempre più simili, tanto da sembrare ormai un tutt’uno) è penosa. Francesco Merlo, su Repubblica, arriva a scrivere che, siccome Grillo è un comico, non va preso sul serio. Forse non gli è ancora giunta notizia che Grillo è il fondatore e il promotore del Movimento 5Stelle che alle ultime amministrative, con candidati tutt’altro che comici (semmai giovani), ha raccolto l’8,2% ed è ormai nei sondaggi il terzo partito d’Italia (con circa il 15%). Resta poi da capire perché dovremmo prendere sul serio i politici di professione che hanno trascinato l’Italia alla bancarotta. Scrivere, infine, che “persino se lo trovassimo steso per terra, penseremmo: guarda cosa deve fare per tirare a campare un povero professionista del ridicolo” fa semplicemente accapponare la pelle. Perché non si può affatto escludere che qualcuno prima o poi sogni di (o addirittura lavori per) mettere “Grillo steso a terra”. Forse una ripassatina alla storia patria non guasterebbe: si scoprirebbe che nei momenti di passaggio – come nel 1992, al tramonto della Prima Repubblica, e come oggi, al tramonto della Seconda – si muovono dietro le quinte forze oscure. E forse nemmeno tanto: mafie, servizi più o meno deviati, logge più o meno spurie, insomma gli stessi soggetti che nel '92 tentarono di infiltrare la Lega, che a quel tempo, per il Sistema, possedeva la stessa carica dirompente che oggi possiede il movimento di Grillo. Fu allora che il presidente Cossiga suggerì, per eliminare Bossi, di “infilargli una bustina di droga in macchina”. Le mafie e le loro quinte colonne nelle istituzioni votano e fanno votare. E, se non trovano interlocutori affidabili, sparano – magari travestite da Falange Armata – per farli uscire allo scoperto e trattare. Grillo, da questo punto di vista, è totalmente inaffidabile. “Per fare politica in Italia devi essere ricattabile”, disse un giorno Giuliano Ferrara col consueto cinismo. Ecco: Grillo ha tanti difetti, ma non è ricattabile, avvicinabile, trattabile. L’idea che il suo movimento condizioni la politica dei prossimi anni non può che allarmare i criminali d’alto bordo adusi alle trattative e ai patti sottobanco con politici di lungo corso, molto ricattabili, avvicinabili e trattabili (anzi, spesso già ricattati, avvicinati e trattati). In Parlamento, specie a destra e al centro, ma anche nel centrosinistra, le mafie hanno i loro interlocutori. In 5 Stelle, anche per motivi anagrafici, no. Si può pure ironizzare sull’allarme di Grillo: ma sempre ricordando che, quando parla, tuona, insulta (ma propone pure, anche se nessuno si confronta mai sul merito delle sue proposte), lo fa senz’alcuno scudo tra la sua faccia e la gente. I politici che, soprattutto a sinistra, gli danno del populista, barbaro, fascista, nazista, assassino e altre carinerie (le ultime sono un compenso in nero, subito smentito, e un appello – falso pure quello – a picchiare i marocchini: a proposito di “macchina del fango”), lo fanno ben scortati e nascosti dietro plotoni di uomini armati. Eppure anche i politici più a rischio lo sono infinitamente meno di Grillo. Dargli una martellata in testa è la cosa più facile del mondo. E anche infilargli una busta di droga in macchina: anche perché la macchina è la sua, non un’autoblu con autista e gorilla.


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