Il Caimano consulente di Bersani per strappare il governissimo: “Fai il leader o il Pd andrà a sbattere”. Come De Falco con Schettino: “Torni a bordo, cazzo!”
Mercoledì 6 marzo 2013 – Anno 5 – n° 64
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GUAI A CHI TOCCA NAPOLITANO La Procura di Roma comunica: il procuratore della Corte dei Conti del Trentino-Alto Adige, che ha denunciato pressioni dei superiori e del Colle per salvare dalle inchieste il presidente della Provincia Durnwalder, è indagato per “calunnia e offese all’onore del Capo dello Stato” E se dicesse la verità? Il Fatto pubblica tutte le carte dello scandalo più censurato d’Italia Lillo e Pacelli » pag. 2 - 3
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PD SEMPRE PIÙ SOLO
L’ARIA CHE TIRA Vendola si smarca: NEI GIORNALI di Antonio Padellaro
eri mattina, il nostro Gianni I Barbacetto ha vissuto una tragicomica avventura. Invitato nella trasmissione Coffee Break, su La7, poco prima dell’inizio è stato avvertito dall’imbarazzatissima conduttrice che un altro ospite, l’ex ministro Brunetta in presenza del giornalista del Fatto minacciava di abbandonare lo studio. Insomma: o io o lui. In un paese normale e con un’informazione normale, uno con i problemi di Brunetta sarebbe stato prontamente sedato, accompagnato alla porta e affidato a una comunità di sostegno. Invece il piccolo prepotente l’ha avuta vinta ed è stato Gianni (con sommo piacere, viste le circostanze) a fare dietrofront. Episodio minimo, ma rivelatore dello stato confusionale (per non dire peggio) in cui versa, con poche eccezioni, il nostro sistema mediatico. In questi giorni abbiamo visto di tutto. Stuoli di giornalisti trafelati che brandendo microfoni e telecamere inseguono l’uomo mascherato urlando frasi sconnesse sulla fiducia al governo, che Grillo ha detto fino alla nausea che non voterà mai. E mentre si corre dietro alle notizie fantasma, quelle reali scompaiono d’incanto. Delle pressioni del Colle sul procuratore della Corte dei Conti di Bolzano colpevole di aver indagato sull’uso disinvolto dei fondi riservati del presidente Durnwalder (non una cosetta da niente) i lettori di tutti i giornali meno uno sapranno qualcosa soltanto oggi con i titoli sull’indagine punitiva avviata dalla Procura di Roma contro l’incauto magistrato, così impara. E che dire del calvario serale di tanti giornaloni quando ogni notizia che possa anche lontanamente disturbare qualche potente viene pubblicata se anche gli altri la danno, realizzando una sorta di malinconico alibi collettivo. Cos’è che intimidisce tanto stampa e televisione? I bilanci in rosso dei grandi gruppi editoriali? La smania di compiacere il nuovo padrone prima ancora che egli si manifesti (Cairo a La7)? Oppure è lo tsunami di un comico che sconvolgendo certezze e abitudini sta orientando la bussola del giornalismo nella rassicurante direzione del tengo famiglia?
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“Non c’è solo Bersani decide il Quirinale”
Oggi la direzione del Pd darà il via libera a Bersani, ma nessuno sembra ormai disposto a scommettere un euro sulla possibilità che possa formare un governo d’Esposito, Marra » pag. 4
»INCENDIO DOLOSO » In fumo i 12 mila metri quadri dell’area ex Italsider
Napoli brucia: distrutta la Città della Scienza Un’eccellenza, paragonabile solo al Parc de la Villette di Parigi, perduta per sempre Indaga la Dda Luigi de Magistris si sfoga, dopo il crollo in centro, l’inferno a Bagnoli: “Siamo sotto attacco”. Bassolino: “Vicino al sindaco, ma troppe scelte sbagliate” Calapà e Caporale » pag. 12 L’ultimo focolaio spento alle 20, dopo quasi 24 ore Ansa
CARRÀ, VITA SPERICOLATA
U di Alessandro Robecchi
» TELETRUFFA
Raffa torna in tv e si racconta: “Berlusconi voleva comprarmi, ora speriamo in Beppe Grillo”
QUEI SEGUACI DEL COMICO SENZA HUMOUR
Così ci scippano i soldi dai banner dei cellulari
Pagani » pag. 15
ene, adesso li abbiamo visti, questi oggetti misteriosi. Questi marziani a Roma che rappresentano la rivoluzione nel palazzo. Questi giovani e donne che scardineranno la politica così come l’abbiamo (anche tristemente, direi) conosciuta. Insomma, i nuovi parlamentari grillini. » pag. 18
Daina » pag. 17
B
LA CATTIVERIA La requisitoria del pm: “Berlusconi era al vertice di un collaudato sistema prostitutivo”. L’Italia » www.spinoza.it
Professione Riporter di Marco
Travaglio
eri, da ben due articoli di Repubblica firmati da Maltese e Serra, abbiamo appreso che il I Fatto tifa, anzi addirittura “gongola” per un governo Passera. Vorremmo rassicurare i lettori e gli amici Maltese e Serra. Passera ci è bastato e avanzato come ministro del governo Monti (tra ponte sullo Stretto, mancata asta sulle frequenze tv e indagini per frode fiscale), peraltro appoggiato ventre a terra da Repubblica che ora ci accusa di auspicare l’inciucio Pd-Pdl mentre ne ha sostenuto uno identico fino all’altroieri. Siccome siamo un giornale e diamo notizie, quella di Passera capo di un governo del Presidente, o tecnico, o di scopo è un’ipotesi che circola insistentemente nel Palazzo. Dunque l’abbiamo registrata, anche se non ci piace. Non ci piace nemmeno che abbiano incendiato la Città della scienza a Napoli, ma purtroppo è accaduto e ne informiamo i lettori, sperando che per questo nessuno ci accusi di averla bruciata noi. Il malvezzo di confondere i fatti con le opinioni altrui è tipico di chi è abituato a fare così in proprio. Per esempio, a dipingere Grillo & C. come fascisti fino al giorno delle elezioni, poi a elogiarli e vezzeggiarli dal giorno dopo nella speranza che facciano da stampella a un governo Bersani, poi a ridipingerli come fascisti quando annunciano che non lo faranno. O a censurare la denuncia del procuratore della Corte dei Conti del Trentino-Alto Adige sulle pressioni dei superiori e del Quirinale contro le inchieste sulla Provincia di Bolzano, per non disturbare il manovratore. Si può credere o non credere a quella denuncia, simpatizzare o meno con Napolitano: ma le notizie non sono né di destra né di sinistra, dunque si danno e basta. Possibilmente con nomi e cognomi. Un paio di mesi fa, mentre la stampa progressista era impegnatissima nella campagna elettorale per il Pd e i suoi mirabolanti gridi di battaglia contro la corruzione, il Fatto pubblicò in beata solitudine la notizia che l’anticorruzione Severino, appena approvata da Pd, Pdl e Centro, avrebbe salvato le coop rosse imputate nel processo Penati. Infatti derubricava la concussione per induzione in un reato minore, con pene più miti e prescrizione più breve (da 5 a 10 anni): quel tanto che bastava a farla scattare prim’ancora della sentenza di primo grado. Per aver osato scriverlo fummo severamente redarguiti dalle zarine pidine Finocchiaro e Ferranti, madrine dell’emendamento pro-concussori. L’altroieri, puntualmente, è arrivata la sentenza del gip di Monza che, grazie alle nuove norme volute dal Pd, dichiara prescritte le tangenti alle coop rosse finite, secondo l’accusa, anche ai Ds per il “recupero” delle ex aree Falck e Marelli. Lo stesso accadrà presto per il grosso delle accuse a Penati. Ieri l’Unità, comprensibilmente, non riservava alla faccenda nemmeno un rigo, mentre giustamente Repubblica le dedicava una cronaca e un commento critico contro il “colpo di spugna”. Mancava soltanto un dettaglio: il voto dato al colpo di spugna dal Pd di Bersani. Lo stesso Bersani di cui Penati fu a lungo il capo della segreteria. Lo stesso Bersani che ora chiede a Grillo di appoggiare un suo governo per “fare la legge anticorruzione” e altere mirabilie. Che cos’è, uno scherzo? Ps. Ieri la Procura di Roma ha reso noto di aver iscritto sul registro degli indagati per “calunnia e offese all’onore del capo dello Stato” il procuratore di Trento e Bolzano della Corte dei Conti, Robert Schülmers, che ha denunciato su una mailing list le pressioni dei superiori e del Quirinale. Resta da capire perché non abbia iscritto anche i dirigenti del Colle e della Corte dei Conti per abuso d’ufficio, nell’ipotesi che Schülmers dica la verità. Ma soprattutto: è stato forse abrogato il segreto investigativo sul registro degli indagati? Oppure vale per tutti, salvo per chi critica il Re Sole?