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Maroni: “Pulizia, pulizia, pulizia”. Non basta evocare Borrelli se poi nel Carroccio a pagare è solo il Trota www.ilfattoquotidiano.it
Miseria e splendore della carne
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Caravaggio Courbet Giacometti Bacon...
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Testori e la grande pittura europea Sponsor ufficiale
Ravenna EKVVC) ECPFKFCVC ECRKVCNG GWTQRGC FGNNC EWNVWTC
Testori e la grande pittura europea
12 febbraio - 17 giugno 2012
Comune di Ravenna Assessorato alla Cultura
Sponsor ufficiale
Museo d’Arte della città via di Roma 13 - Ravenna www.museocitta.ra.it tel. 0544 482477
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Domenica 8 aprile 2012 – Anno 4 – n° 84
PARTITI, 100 MILIONI IN PIÙ
Museo d’Arte della città via di Roma 13 - Ravenna www.museocitta.ra.it tel. 0544 482477
I nasi comunicanti di Marco Travaglio
LAVORO, 1 MILIONE DI POSTI IN MENO N Lo scandalo della Lega divampa e già si annuncia la nuova rata del “rimborso” elettorale 2008 ( 500 milioni in tutto) Cifre offensive davanti ai problemi che angosciano gli italiani
Chiacchiere e quattrini
Il premier Monti e il ministro Severino disposti a cambiare la legge che arricchisce la politica, ma non sanno come. Il caso Rosi Mauro investe il Senato: non può restare vicepresidente dopo l’assunzione pag. 2 - 5 z del suo amante?
di Marco Lillo
I
Comune di Ravenna Assessorato alla Cultura
€ 1,20 – Arretrati: € 2,00 Spedizione abb. postale D.L. 353/03 (conv.in L. 27/02/2004 n. 46) Art. 1 comma 1 Roma Aut. 114/2009
Redazione: via Valadier n° 42 – 00193 Roma tel. +39 06 32818.1 – fax +39 06 32818.230
dc
l 31 luglio i partiti italiani metteranno le mani sulla penultima delle cinque tranche dei 500 milioni di euro che hanno ottenuto come “rimborso” per le elezioni politiche del 2008. Poco più di cento milioni di euro saranno versati nelle loro casse già traboccanti di denaro con un tempismo scandaloso. Solo un mese e mezzo prima infatti, il 15 giugno, i contribuenti saranno costretti a pagare la stangata dell’acconto Imu. Nonostante lo scandalo della “family”, la Lega potrà mettersi in tasca un’altra decina di milioni di euro da spendere per una quarta laurea finta o per l’ennesima supercar di Riccardino e Renzino Bossi. Anche il Partito democratico incasserà decine di milioni di euro e chissà se qualcuno avrà il coraggio di reclamare la quota stabilita per la componente ex Margherita dall’ex tesoriere Luigi Lusi. Anche a via Due Macelli, nella sede dell’Udc, pioverà una manciata di milioni e a gestirli forse sarà quel Giuseppe Naro che – secondo il racconto dell’imprenditore Tommaso Di Lernia – proprio in quel palazzo a due passi da Piazza di Spagna incassava le mazzette. Ora il ministro della Giustizia Paola Severino ci dice che “il governo è pronto a intervenire anche con un decreto legge sul finanziamento ai partiti” ovviamente però solo “quando il Parlamento lo chiederà”. Ora anche Pier Ferdinando Casini scopre che serve una legge diversa da quelle che ha votato e applicato per decenni. Più di due mesi fa, il primo febbraio del 2012, il Fatto aveva lanciato, con un articolo di Marco Travaglio, una raccolta di firme per riformare il finanziamento ai partiti. La nostra proposta (ignorata allora da Casini e Severino) è ragionevole e non prevede l’abolizione del finanziamento pubblico. È basata su quattro punti, il primo dei quali è: “I rimborsi elettorali non possono superare un certo tetto e devono essere erogati solo a fronte di fatture e ricevute che documentino le spese effettivamente sostenute in ogni singola campagna elettorale”. Questa resta l’unica strada percorribile per evitare che il discredito travolga i partiti e per mantenere una forma di sovvenzione trasparente alla politica. Un Paese che ha un governo dominato dalla lobby delle banche e una maggioranza guidata da Silvio Berlusconi non può rinunciare a cuor leggero al contributo dello Stato alle forze più deboli. Serve però una legge subito, prima del 31 luglio. Altrimenti ben venga un referendum.
12 febbraio - 17 giugno 2012
Udi Furio Colombo PERCHÉ DOVREMMO RIMPIANGERLI? a tristezza pensare alla Lega, come è finita. Fa Fl’immenso tristezza pensare che questi della Lega, dopo danno arrecato all’Italia e il guadaall’interno pag. I - VIII z
gno che alcuni di loro ne hanno ricavato, hanno dovuto dirsi da soli quel che sono. pag. 4 z
MANAGER x Nelle due aziende a controllo pubblico la crisi non esiste
Eni-Enel: aumentano le tariffe e anche i compensi dei vertici Udi Marco Politi CONTRATTI DEI PRECARI: SOLO BUGIE on è una svolta. Per miNun inganno. lioni di giovani precari è Perché i piccoli passi in avanti, i correttivi non riducono la piaga dei contratti atipici e lasciano ampi spazi allo sfruttamento delle aziende. pag. 2 z
Per Scaroni 5,8 milioni, 4,3 per Conti In un solo anno, per i due ad, balzo degli stipendi del 30 e 40% Malagutti pag. 7 z
namerica latina
Udi Sandra Amurri
Fulvio Conti e Paolo Scaroni (FOTO LAPRESSE)
Udi Roberto Faenza
Haiti, paura di golpe CHI NON PUÒ CASO ORLANDI tra le macerie SCENDERE SERVIREBBE 2 anni dopo il sisma DALLA CROCE UN FILM Reguitti pag. 10z
CATTIVERIE La segretaria di Bossi interrogata per nove ore. Adesso ha la terza media (www.spinoza.it)
esù è risorto. Ma non per on portate segreti nella Gcoratutti. La Resurrezione è an- N tomba”. Con queste parolontana. Per chi non ha ab- le di padre Raniero Cantalabastanza pane. Per chi, a 80 anni, si è lanciato dal balcone perché l’Inps ha decurtato la pensione. Per chi, strangolato dai debiti, si dà fuoco. pag. 14 z
messa si riapre il caso Orlandi. È un mistero che seguo da anni perché da tempo vorrei farne un film. Ma nessuno lo vuole finanziare. pag. 9 z
ella classifica delle peggiori pagliacciate leghiste a carico nostro, vince ai punti la rinoplastica finanziata coi rimborsi elettorali per Eridanio Sirio Bossi: cioè abbiamo pagato pure il naso nuovo all’ultimogenito del Senatur, che ora va in giro con un naso non più suo, ma parastatale. Medaglia d’oro. L’argento spetta di diritto al diploma e alla laurea comprati dall’ex tesoriere Belsito (cioè dagli ignari contribuenti) per tale Pier Moscagiuro in arte Pier Mosca, 36 anni, poliziotto in aspettativa, distaccato alla vicepresidenza del Senato con regolare contratto come segretario molto particolare della sua attempata fiamma, Rosi Mauro detta “la Nera”, 49 anni, segretaria del presunto sindacato padano Sinpa, numero due di Palazzo Madama, ma soprattutto badante tuttofare del vecchio leader. Il Moscagiuro (che Nadia Dagrada chiama nei verbali “Giuramosca”, forse influenzata dalle avventure di Ettore Fieramosca), è anche un eccellente cantante, molto apprezzato nella “batelada”, la tradizionale gita in barca sul lago di Como che il Sinpa organizza a ogni Primo Maggio (quest’anno si spera non più), dove il Pier e la Rosi erano soliti esibirsi in memorabili duetti tipo “La coppia più bella del mondo” degli incolpevoli Adriano Celentano e Claudia Mori. Ma il brano più celebre dell’usignolo padano, versione celtica di Apicella, rimane quello inciso per beneficenza con Enzo Iacchetti: “Kooly noody”, allitterazione di culi nudi, autentico reperto di un’epoca. La medaglia di bronzo, in tutti i sensi, va invece ai papaveri verdi che sfilano a ogni ora del giorno e della notte avanti e indietro da Via Bellerio, tutti intenti a giurare che “ha fatto tutto Belsito”, “Bossi non c’entra”, “ora facciamo pulizia” e “voltiamo pagina”. È una parola. Il più pensoso è Roberto Castelli del comitato amministrativo, quello che aveva avviato addirittura un’indagine privata, tipo Sherlock Holmes, perché “Belsito non mi faceva vedere i conti”. Chissà che avrebbe fatto se glieli avesse mostrati: Castelli è lo stesso che nel 2001, divenuto ministro della Giustizia, affidò l’edilizia carceraria a un consulente molto esperto: Giuseppe Magni, sindaco leghista di Calco, in quel di Lecco, dove Castelli è nato e vive, ma soprattutto ex artigiano metalmeccanico (ramo fili da saldatura) ed ex grossista di pesce alla Seamar (“commercio di prodotti ittici vivi, freschi, congelati e surgelati”), nonché – si leggeva nel curriculum– “socio militante della Lega Nord dal 1995 e parlamentare eletto al Parlamento di Chignolo Po” dove i lumbard giocavano alla secessione. Magni scorrazzò per quattro anni su e giù per l’Italia, con auto blu blindata e scorta armata, per il modico stipendio di 100 milioni di lire, raddoppiato a 100 mila euro quando cambiò la moneta. Risultato, secondo il pm della Corte dei Conti: “Attività dall’indefinito contenuto” senza “raggiungere alcuno degli obiettivi menzionati nel decreto di incarico”, presentando “relazioni quasi in codice, con riferimenti per così dire criptici” e allusioni ad “alcuni progetti (quali?)”. Un pataccaro. Per un’altra consulenza inutile, la Corte dei Conti condannò Castelli a risarcire 100 mila euro allo Stato in solido col suo vicecapogabinetto, quell’altro galantuomo di Alfonso Papa. Ora indaga sui soldi della Lega, finiti peraltro in buone mani: il “nuovo” tesoriere è Stefano Stefani, noto per la sua oculatezza, avendo messo mano a geniali operazioni finanziarie come il villaggio padano in Croazia (bancarotta), la banca padana Credieuronord (fallimento), il Bingo padano (dissesto), il giornale fantasma Quotidiano d’Italia (14 milioni pubblici). Insomma, una garanzia. Su tutti vigilerà il triumviro Calderoli, che di soldi se ne intende: l’ottimo Fiorani ha raccontato di aver girato 200 mila euro a lui e a Brancher. Ma è tutto calcolato: basterà lasciar fare i “nuovi leader” per un paio di mesi, poi tutti chiederanno il ritorno di quei galantuomini di Bossi e Belsito, a furor di popolo.