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Altro arresto per Samuele Piccolo, mister preferenze del Pdl romano: malgrado i milioni evasi rubavasul contatore elettrico. Furto con scossay(7HC0D7*KSTKKQ( www.ilfattoquotidiano.it

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Jp"zphtv(( Jp"zpl{l( Giovedì 9 agosto 2012 – Anno 4 – n° 188

€ 1,20 – Arretrati: € 2,00 Spedizione abb. postale D.L. 353/03 (conv.in L. 27/02/2004 n. 46) Art. 1 comma 1 Roma Aut. 114/2009

Redazione: via Valadier n° 42 – 00193 Roma tel. +39 06 32818.1 – fax +39 06 32818.230

STIAMO CON I MAGISTRATI VERITÀ SU STATO-MAFIA Restano soltanto la nostra voce e le vostre firme per rompere il silenzio indecente della politica e della cosiddetta “informazione” sull’accerchiamento dei pm siciliani che indagano sui rapporti e i patti fra Cosa Nostra e pezzi delle istituzioni

Facciamoci sentire di Antonio Padellaro

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dc

ono una vostra abbonata e vorrei chiedervi se potete iniziare una raccolta di firme in favore dei Giudici di Palermo e Caltanissetta. Mi sembra che la gente debba poter dire la sua. È vero che ci sono le vacanze, ma le firme servono adesso. Grazie. Margherita Siciliano (Collegno)

In prima linea Roberto Scarpinato, Antonio Ingroia, Francesco Messineo e Nino Di Matteo (F Cara Margherita, di lettere come la sua ne riceviamo tante. Anche noi pensiamo che, di fronte all’incredibile accerchiamento cui sono sottoposti i pm di Palermo da parte di Quirinale, Csm, Avvocatura dello Stato, Pg della Cassazione e governo, una risposta dei cittadini sia indispensabile. Dai partiti non ci aspettavamo granché: a parte Di Pietro (per questo messo al bando dal sinedrio), non una sola voce si è levata a sostegno della Procura che sta indagando su una delle più infami trame della storia repubblicana. Quella tra pezzi dello Stato e i vertici di Cosa Nostra. Quella che Paolo Borsellino (ora commemorato dalle solite lacrime di coccodrillo) aveva molto probabilmente scoperto prima di essere assassinato in via D’Amelio. Per averlo ricordato, anche il procuratore generale di Caltanissetta Roberto Scarpinato rischia di pagare un prezzo salato. Sulla guerra dichiarata a questi magistrati impegnati sulla trincea più rischiosa, tacciono perfino i vertici dell’Associazione magistrati con l’eccezione di quello palermitano. Dell’indecente silenzio di tomba osservato dalla quasi totalità della stampa italiana si occupa qui accanto Marco Travaglio. Insomma, cara Margherita, non ci restano che le nostre voci e le vostre firme. Scateniamole come un uragano in questa estate della pavidità e della vergogna, scrivendo a www.ilfattoquotidiano.it Esprimiamo il sostegno più forte ai magistrati coraggiosi che troppi vogliono isolare e punire. Facciamoci sentire!

OTO

EMBLEMA / ANSA / LAPRESSE)

LA TRATTATIVA x I fax inediti tra i ministri Conso e Mancino e il capo del Dap, Amato

ECCO LE CARTE: COSÌ FACEVANO REVOCARE IL 41-BIS AI BOSS L’ammorbidimento a Poggioreale e Secondigliano nel ‘93. Intercettazioni Napolitano, Racanelli (Csm): “Corretta la Procura di Palermo” Lillo pag. 3 z

di Giuseppe

Lo Bianco e Valeria Pacelli

ritaglio di giornale dal titolo “Revocato il decreto amU nmazza colloqui”, seguito da poche righe scritte a mano: “Caro ministro, come di intesa ho già avvertito Parisi e Lauro e a entrambi ho mandato copia del decreto via fax in modo che lo abbia anche il ministro Mancino...”. pag. 2 - 3 z

Vendette

La centrale a carbone

Festa Pd, tutti invitati Savona, i veleni tranne uno: Di Pietro dell’altra Ilva Il governo da Monti in giù, e poi Vendola e Casini Pure Alfano L’unico altro escluso è Grillo di Wanda

di Ferruccio Sansa

on c’è solo l’Ilva”. Giovanni Durante è seNte contro gretario dell’Arci di Savona, da anni combatla centrale a carbone di Vado. Quella che milioni di italiani vedono dall’autostrada correndo in Riviera. Senza sapere che cosa siano le due gigantesche ciminiere. pag. 9 z

Marra

H

anno invitato praticamente tutti, tranne lui, il leader dell’Idv, Antonio Di Pietro. D’altra parte sarà una festa di governo. pag. 8 z

CATTIVERIE Bersani e Di Pietro (FOTO LAPRESSE)

Alex Schwazer: ”Ho tradito la reputazione dell’Arma”. In effetti è imbarazzante un carabiniere che sculetta in quel modo (www.spinoza.it)

Zero tituli di Marco Travaglio

I

l regime dei Cinque dell’Apocalisse (Quirinale, Avvocatura dello Stato, Procura della Cassazione, Csm e Governo) che assedia la Procura di Palermo può ritenersi soddisfatto. La notizia anticipata dal Fatto sul procedimento disciplinare contro i pm Messineo e Di Matteo, rei del terribile delitto di intervista, ha raccolto l’audience mediatica auspicata: omertà assoluta di politici, giornali e tg. Fa eccezione il Foglio che, per quanto clandestino, fa il suo sporco mestiere: plaude al Pg della Cassazione e lo esorta a radere al suolo la Procura, “luogo di mille abusi”, anche con processi penali per “violazione del segreto istruttorio”. Pazienza se il segreto istruttorio è stato abrogato nel 1989 e se per le toghe – lo dimostreremo domani – rilasciare interviste non è illecito disciplinare, ergo l’unico “abuso” è proprio il procedimento disciplinare contro Messineo e Di Matteo. Quanto agli altri quotidiani – direbbe José Mourinho –, “zero tituli”. Compresi il Giornale e Libero che forse, per la prima volta nella storia, provano un filo d’imbarazzo. Ma anche Repubblica, sempre in prima linea a protestare quando i governi B. promuovevano od ottenevano azioni disciplinari contro i pm più impegnati (nelle indagini su B. & his band). Munendosi di microscopio elettronico, si rinvengono su Repubblica alcune righe riservate alla notizia, pudicamente nascoste in fondo a un articolo dedicato a tutt’altro dal titolo “Caso Mancino-Quirinale, no alla legge ad hoc”, per evitare che qualcuno le noti. Problemi di spazio, probabilmente, in una giornata dominata da notizione come il pensiero di Brunetta su Monti, “Porcellum, la battaglia solitaria del soldato Giachetti”, “L’Italia dei borghi a 5 stelle”. Sul Corriere, neanche tre righe camuffate dietro la siepe: in compenso, ampio spazio al pensiero di Follini, alla gigantografia della famiglia reale Giorgio & Clio sulla sdraio a Stromboli, agli alti lai del nuovo Pellico, il ciellino Simone detenuto per corruzione dunque “prigioniero della politica e dei magistrati”. Seguono le polemiche sullo spot agreste di Aldo, Giovanni e Giacomo e gli scoop del giorno: “La collanina del primo amore” dello scrittore Buzzi, “Il gossip non è più quello di una volta”, “Gli ultimi ciak dei Soliti idioti” e la “caccia ai polpi di Ponza”. Roba forte, altro che la caccia ai pm della trattativa. Non manca, sul Corriere, il diario di un cane che risponde all’angosciante interrogativo: “Perché nascondono sempre il mio osso?”. E non è mica l’unico cane a scrivere sui giornali. La Stampa regala un paginone su “le vacanze misurate degli onorevoli”, poi s’avvicina pericolosamente alla trattativa: “Tanti indagati, poche condanne”. Allusione a Stato e mafia? No, ai finti ciechi, vera emergenza nazionale. E volete mettere, poi, la ricomparsa del “maschio alfa fra i lupi dei Monti Sibillini”? Si dirà: almeno l’Unità, con la sua centenaria tradizione antimafia, gliene dirà quattro a chi vuol fermare i pm. Invece no. Siccome non c’è peggior Sardo di chi non vuol sentire, c’è ben altro in menu: “Bersani: i progressisti non si chiudono nell’autosufficienza”, “Sui valori della Carta d’intenti si può ricostruire la politica”, “Geografie dell’utopia” (ma anche, volendo, utopie della geografia) e l’imprescindibile “Elogio del ‘non so’”. Più che un titolo, un piano editoriale.


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