Prima Pagine Giornali

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Alfano minaccia di far cadere Monti per accorpare le politiche alle regionali di febbraio. Anche lui, come gli orologi fermi, segna almeno una volta l’ora esatta

Giovedì 15 novembre 2012 – Anno 4 – n° 277

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€ 1,20 – Arretrati: € 2,00

Redazione: via Valadier n° 42 – 00193 Roma tel. +39 06 32818.1 – fax +39 06 32818.230

Spedizione abb. postale D.L. 353/03 (conv.in L. 27/02/2004 n. 46) Art. 1 comma 1 Roma Aut. 114/2009

POPOLI CONTRO TECNICI

Bersani, rispondeRai? di Marco

Travaglio

icono i retroscenisti che Bersani non ne volesse sapere del confronto in tv con gli D altri candidati. E, vista la sua performance

L’ALTRA EUROPA SI RIVOLTA Da Lisbona, Atene, Madrid e Parigi a Roma, Milano, Torino e Padova: centinaia di migliaia di lavoratori e studenti contro le politiche di austerità. Scontri un po’ ovunque con le forze dell’ordine, tra cariche violente e scene di guerriglia urbana. Grillo Cannavò, Caselli, D’Onghia » pag. 2 - 3 agli agenti: “Unitevi alla protesta”

LaPresse

DISORDINE PUBBLICO

Polizia, mano dura e un agente pestato a Torino

dc

Cattano » pag. 3

I GOVERNI E LA VIOLENZA

LA CATTIVERIA

di Antonio Padellaro

S

paccare la testa a un poliziotto è criminale. Massacrare con i manganelli chi protesta è criminale. Una triste equazione che serve a poco, perché queste sono le inevitabili conseguenze di una violenta giornata italiana. Ma incendiata da una miscela confezionata altrove. Dove, lo sappiamo troppo bene. Nelle stanze dei governi che a Roma, ma anche a Madrid, Lisbona, Atene, Parigi stanno iniettando massicce dosi di austerità nelle economie di nazioni disastrate. Una spietata religione del rigore, celebrata dai sommi sacerdoti dell’Euro che uccide il lavoro, che non crea sviluppo, che diffonde nei popoli depressione e sfiducia nel futuro. La guerriglia scatenata nella strade della Capitale a pochi metri da Palazzo Chigi (ma anche a Milano, Torino, Brescia) dovrebbe fare riflettere Monti e i suoi ministri. Le politiche più dolorose, le medicine più amare possono essere accettate da una nazione a due condizioni: che durino per un periodo non illimitato e che producano in tempi accettabili effetti positivi nella vita delle persone. Che si possa dire, insomma, è stata dura ma le cose stanno migliorando. No, è sempre più dura e va sempre peggio: questo dicono gli italiani. Non parliamo delle frange estreme della protesta, dei teppisti, degli infiltrati, degli sbandati. Perché ieri le nostre piazze e le piazze d’Europa erano affollate di impiegati, insegnanti, ricercatori, commercianti, espressioni di un ceto medio massacrato dai tagli e mortificato nella propria funzione sociale. C’era soprattutto una massa di giovani senza occupazione. Frustrati, esasperati, abbandonati. A cui nessuno vuole dare una risposta. E allora presidente Monti, non è anche questa violenza? E la peggiore?

I candidati alle primarie di centrosinistra negli studi di X Factor. Per le primarie Pdl stanno ricostruendo quelli di Colpo Grosso » www.forum.spinoza.it

FORUM DEL FATTO

Puppato: Bersani voleva oscurarmi Alleati con Casini? Preferisco Grillo Marra » pag. 10

» ISRAELE » Dieci morti nel raid aereo

U di Malcom Pagani

Bombe su Gaza, ucciso capo Hamas

BUSI:“SONO LIBERO PERCHÉ SOLO”

L’operazione si chiama “Colonna di nuvole”, ma quello che sale fino al cielo è il fumo dei bombardamenti dell’aviazione. Ucciso uno dei carcerieri di Shalit. Poi l’escalation. Peres: “Non potevamo tollerare altri razzi dalla Striscia”. Richiamati i riservisti. Non è escluso l’attacco di terra Zunini » pag. 16

er parlare del suo ultimo libro, Aldo Busi propone un P gioco cromatico. Riconoscerne il profilo e le pavonesche valigie nello zoo della Stazione Termini. Lo perdiamo. Ma siamo fortunati: “Se il taxi non fosse arrivato, sarei andato via”. Nell’agitare la frusta, il domatore trasforma le intenzioni. » pag. 18

dell’altra sera, aveva ragione: ingessato, impettito, un po’ scazzato, legnoso come chi ha inghiottito un manico di scopa, è stato forse il peggiore dei “Fantastici Cinque” (come li avevano definiti quei gran geni dell’ufficio stampa del Pd, che al segretario avevano riservato il ruolo, credibilissimo, di uomo-roccia). Alla fine si è rassegnato, ma ha imposto che il confronto andasse in onda non sulla Rai, ma su Sky per due motivi. Primo: l’ambiente gelido, asettico, quasi obitoriale della pay-tv. Secondo: la platea ristretta degli abbonati Sky, che avrebbe prevedibilmente fatto registrare un ascolto basso (infatti lo share del confronto è stato del 6%, che è un record per Sky, ma equivale alla metà o a un terzo di quello che si sarebbe totalizzato su Rai o La7). Bersani dev’essersi detto: se proprio devo mettermi al livello di concorrenti più dinamici di me, come Vendola e Renzi, che non devono ogni giorno tenere insieme un’Armata Brancaleone che va da Fioroni a Fassina, da Letta (Enrico, quello di destra) alla Camusso, strizzando l’occhio a Monti, Casini e Vaticano senza perdere per strada Fiom e Sel, e soprattutto cercando di evitare la solita telefonata mattutina di Napolitano con monito incorporato, beh, che almeno tutto avvenga lontano da troppi occhi indiscreti e da domande ancor più indiscrete. Dunque niente Fazio, niente Floris, niente Lerner, niente Mentana, niente (ci mancherebbe) Santoro. E perfino, per non scivolare sulla bava, niente Porta a Porta, dove pure Vespa rivendica ai politici il sacrosanto diritto di scegliersi i giornalisti. C’è però un piccolo problema: la Rai, anche se fa sorridere la sola idea, sarebbe il “servizio pubblico radiotelevisivo”. Nel Cda siedono due rappresentanti in quota Pd, sia pur indicati dalla “società civile” (Gherardo Colombo e Benedetta Tobagi). Il presidente e il direttore generale, due automi ectoplasmatici usciti dai caveau delle banche, li ha imposti il governo Monti, sostenuto anche dal Pd. Fra direttori di rete e di tg, fra i capistruttura e i papaveri vari gli uomini del Pd sono un battaglione. Così come nella commissione parlamentare di Vigilanza e nelle presunte Authority indipendenti di garanzia (per i partiti, naturalmente). Tant’è che nessuno si permette mai di infastidire il Pd con notizie o inchieste scomode (ve l’immaginate che sarebbe accaduto se Rai3 avesse riservato un trattamento Di Pietro a Bersani o all’Udc alleata di Crocetta proprio la domenica in cui la Sicilia stava votando?). Siccome tutti questi signori li stipendiamo noi con il canone, vorremmo sapere che cosa pensa Bersani della Rai pubblica e che cosa intende farne in futuro, visto che non la ritiene neppure in grado di organizzare un confronto fra i cinque candidati alle primarie e le preferisce la pur ottima tv a pagamento di Rupert Murdoch. La vuole privatizzare? La vuole commissariare, più ancora di quanto già non lo sia oggi? O la vuole mantenere così com’è, salvo poi delegittimarla alla prima occasione e lasciarla sul piano inclinato di una crisi sempre più irreversibile di contenuti, idee e bilanci? Ci piacerebbe tanto chiederglielo de visu – a nome dei nostri lettori che sono anche in parte elettori delle primarie – nel forum redazionale che gli avevamo proposto: purtroppo, diversamente da Renzi, Vendola, Puppato e Tabacci, Bersani non ha ancora risposto e forse non lo farà più. Naturalmente sarebbe pure interessante sapere che ne pensano, del mortificante ceffone subìto a opera del Pd, i vertici “tecnici” della Rai. Ma non risulta che siano programmati a rispondere alle domande. Ci vuole un nuovo microchip che non è stato ancora inventato.


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