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I tecnici salva-Italia chiamano due supertecnici, Giavazzi e Bondi. Se falliscono anche questi, chi chiamano: i marziani? www.ilfattoquotidiano.it

LA PASTA DELL’AUSER PER RICORDARSI DEGLI ANZIANI

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IL 5 e 6 MAGGIO 2012 NELLE PIAZZE ITALIANE

Martedì 1 maggio 2012 – Anno 4 – n° 103

CAPITALI SVIZZERI ORA MONTI DICE SÌ

Sui 150 miliardi evasi il premier pronto a trattare con Berna. Tutti i partiti d’accordo sulla proposta rilanciata dal Fatto per portare in cassa fino a 50 miliardi. Il Prof polemico con B: non ci sarebbe l’Imu se non avessero abolito l’Ici

di Vladimiro Giacché

I

dc

l 17 aprile il Commissario europeo alla fiscalità ha dichiarato la “piena conformità” col diritto comunitario degli accordi stipulati da diversi paesi europei con la Svizzera. Questi accordi prevedono che sui capitali esportati in Svizzera da evasori fiscali sia prelevata una quota sostanziosa che finirà nelle casse dei rispettivi Stati. In cambio, quei capitali potranno restare in Svizzera. L’Austria, che ha siglato un accordo con la Svizzera il 13 aprile, ha fissato l’ammontare di questa una tantum al 30% della cifra complessiva (siamo ben lontani dall’obolo del 5% richiesto a suo tempo da Tremonti). Se l’Italia imponesse un prelievo del genere sulle somme depositate in Svizzera da residenti italiani, nelle casse dello Stato entrerebbero 50 miliardi. Monti, che in precedenza si era detto favorevole agli accordi con la Svizzera ma “solo nel quadro di un’intesa comunitaria”, ora è diventato disponibile. Ma bisogna fare presto e con tempi certi. Anche perché è sempre più evidente che le misure di finanza straordinaria assunte lo scorso anno (dal governo Berlusconi e poi dal governo Monti) sono inique. Questo è vero in campo fiscale (contro la progressività prevista dall’art. 53 della Costituzione): si pensi all’aumento delle tasse indirette (che ha fatto ripartire l’inflazione), all’Imu, o alle accise sulla benzina. Ma è vero più in generale: si pensi al blocco dell’indicizzazione delle pensioni a partire dai 1.400 euro lordi, al brusco innalzamento dell’età di pensionamento, alla riduzione dei servizi sociali erogati dagli Enti Locali a causa dei tagli di spesa. Tutte queste misure hanno colpito severamente la capacità di spesa delle famiglie, ridotto la domanda interna e quindi spinto l’Italia in recessione: infatti chiunque produca per il mercato interno ha avuto un crollo del fatturato. La Banca centrale europea – che farebbe meglio a riflettere su come fare bene il proprio lavoro – pensa che l’Italia dovrebbe raschiare altri 5 miliardi dal fondo del barile accorpando le province. Noi pensiamo che 50 miliardi prelevati agli evasori sarebbero dieci volte quella cifra. E che, a differenza dei tagli alle prestazioni sociali e dell’aumento delle tasse dirette e indirette, non avrebbero alcuna ripercussione sulla domanda, e quindi alcun effetto negativo sull’economia. Non sarebbe stato meglio partire da lì?

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Fare in fretta

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Un decreto per tagliare 4,2 miliardi di spese: se ne occuperà Enrico Bondi. Giuliano Amato studierà (gratis) come ridurre i soldi ai partiti pag. da 2 a 5 z

Udi Marco Palombi ENTI INUTILI IL BLUFF DEI TAGLI isogna tagliare la spesa, basta Bpoveriscono con le tasse e le tariffe che imi redditi medio-bassi. Ieri sul Corriere della Sera ce lo ha spiegato un importante esponente del socialismo europeo copag. 5 z me Giulio Tremonti.

PAPI GIRL x La tratta del Caimano tra sexy-festini, telefonate e ricatti

33 ragazze possono chiedergli tutto Udi Marco Vitale

Le “sorelle” di Ruby hanno fame: “Il diamante è piccino, eran meglio i soldi”

FORMIGONI LASCI L’EXPO

Pagani e Scanzi pag. 6 - 7 z

CATTIVERIE

Va a Medjugorje, poi torna, inciampa e muore. C’era andata pure la moglie (www.spinoza.it)

Udi Oliviero Beha GLI EUROPEI IN UCRAINA: CHE ERRORE

L

a storia delle grandi manifestazioni sportive moderne (come quelle antiche) è fatta di contrasti tra la politica e l’evento che si tende, finché è possibile, a considerare a sé, benedetto dalla franchigia dello sport. pag. 15 z

n Germania sarebbe bastata IVerzé la lettera di Formigoni a don per causare le dimissioni non del presidente di un Land, ma del presidente della Repubblica Federale. pag. 18 z

nprimo maggio romano

Sui bus l’inno al Duce Alemanno tassa il Concertone De Carolis, Lucarelli pag. 10z

Il bue e il Grillo di Marco Travaglio

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rillo non mi piace quando dice che bisogna uscire dall’euro, perché temo che tornando alla lira saremmo capaci di uscire non solo dall’Europa, ma anche dall’Africa. Grillo non mi piace quando dice che i programmi tv sono tutti uguali, perché Report non è uguale a Porta a Porta e perché Santoro, con Servizio Pubblico, ha fatto esattamente quel che lo stesso Grillo suggeriva da anni: uscire dal regime Raiset e mettersi in proprio, finanziato da editori puri (come il Fatto) e dal pubblico. Grillo non mi piace quando attacca Gian Carlo Caselli per gli arresti dei (pochi) violenti in Valsusa. Grillo non mi piace quando dice che, se pagassimo tutti le tasse, i partiti ruberebbero il doppio, perché milioni di lavoratori dipendenti e pensionati sono costretti a pagarle tutte, le tasse, anche per chi non le paga, e anche se poi i partiti si rubano tutto. Invece Grillo mi piace per tutte le altre battaglie con cui si è imposto negli ultimi anni come soggetto politico fino a toccare il 7 per cento (forse sottostimato) nei sondaggi, candidando ragazzi puliti e impegnati che si stanno comportando benissimo in vari consigli comunali e regionali. Ma mi piace anche quando non rinuncia al gusto della battuta e del paradosso. Qualche anno fa, a proposito credo di Andreotti, disse che la politica s’era infiltrata nella mafia e l’aveva corrotta. Era una splendida battuta, che valeva più di tanti editoriali e di tanti saggi, anche perché nessuno si sognò di prenderla alla lettera. L’altro giorno a Palermo, almeno a leggere i giornali e i commenti sdegnati (persino di Fiorello), l’ha detta grossa: “La mafia non uccide, lo Stato sì”. I parenti delle vittime di mafia, appositamente fuorviati dalla disinformazione, sono insorti, e giustamente. Se Grillo avesse davvero detto che la mafia non uccide, avrebbero avuto ragione da vendere. Ma, per fortuna, non l’ha mai detto. Ha azzardato un altro paradosso. Prima ha osservato che “un governo di transizione avrebbe dovuto fermare il debito pubblico e mettere un taglio alle pensioni d’oro, massimo 5 mila euro, e il resto investirlo per trattenere i nostri giovani ricercatori che fuggono all’estero”. Poi ha aggiunto: “La mafia non ha mai strangolato il proprio cliente: gli prende il pizzo del 10%. Qui la mafia (intesa come il governo che porta molti imprenditori e lavoratori al suicidio, ndr) strangola le proprie vittime”. Il senso della provocazione era chiarissimo, e lo stesso Grillo l’ha precisato ieri sul blog per i duri di cervice: “La mafia ha tutto l’interesse a mantenere in vita le sue vittime. Le sfrutta, le umilia, le spreme, ma le uccide solo se è necessario per ribadire il suo dominio nel territorio. Senza vittime, senza pizzo e senza corruzione come farebbe infatti a prosperare? La finanza internazionale non si fa di questi problemi. Le sue vittime, gli Stati, possono deperire e morire. Gli imprenditori possono suicidarsi come in Grecia e in Italia. Spolpato uno Stato, si spostano nel successivo”. Eppure ai partitanti di destra, centro e sinistra non è parso vero di potergli dare, oltreché del demagogo, antipolitico, fascista, nazista, anche del mafioso. Manca soltanto piduista, ma ci arriveremo. Ma dai, siamo seri: chi ha ospitato e rilanciato sul blog e in varie manifestazioni le battaglie delle Agende Rosse di Salvatore Borsellino? Chi, quando non ne parlava nessuno, ha denunciato le trattative Stato-mafia? Chi ha difeso i magistrati di frontiera? Grillo. Prima di dargli del mafioso, il Pdl pensi all’“eroe” Mangano e a tutti i mafiosi e amici dei mafiosi che B. ha portato in Parlamento fino alle più alte cariche. Bersani pensi al compagno Crisafulli, filmato da una telecamera nascosta mentre abbracciava affettuosamente il boss Bevilacqua, dunque senatore Pd, e al compagno Lombardo, inquisito per fatti di mafia dunque alleato del Pd. E il Terzo Polo pensi ai suoi Cuffaro e Romano. I classici buoi che danno del cornuto al Grillo.

AI LETTORI Per la festa del 1° maggio il giornale tornerà in edicola mercoledì 3


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