L’ex numero uno di Mps Mussari accolto da insulti e lancio di monetine davanti alla Procura di Siena. La nuova Tangentopoli e la rabbia della gente
Sabato 16 febbraio 2013 – Anno 5 – n° 46
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Spedizione abb. postale D.L. 353/03 (conv.in L. 27/02/2004 n. 46) Art. 1 comma 1 Roma Aut. 114/2009
ELEZIONI CHE AFFARONE SPENDONO 1 E PRENDONO 3 Ridotti a 91 milioni, i soldi del finanziamento pubblico fanno gola a tutti. Ma a spartirseli saranno i grandi partiti che arriveranno in Parlamento. Resta l’enorme divario tra i fondi spesi per la campagna elettorale (quest’anno pochi) e le somme che la Casta si mette in tasca. Per avere diritto ai compensi può bastare un solo deputato o un solo senatore Marra, Perniconi e Zanca » pag. 2 - 3
ITALIA-USA
Napolitano vede Obama e rilancia il premier Monti “Deploro chi adesso lo critica” Di Blasi » pag. 7
» M5S » ”Ho paura, mettono gli innocenti in galera”
» INGROIA » “Perché l’8 per mille finisce all’estero?”
Anche Grillo “Fondi dello Ior contro i magistrati a rischio riciclaggio” di Antonello Caporale
oveva capitare che BerluD sconi e Grillo iniziassero a competere nella speciale classifica dei “perseguitati” dalla giustizia proprio durante la tramortente settimana delle mazzette, sequel che incrocia e riassume i destini della classe politica e di quella imprenditoriale in un mesto epilogo criminale. Merito di Grillo, questa volta, che da Ivrea si abbandona a enumerare i processi pen» pag. 7 denti sul suo capo.
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U di Massimo Fini
U di Paolo Flores d’Arcais
GRAZIE A BEPPE LA PROTESTA VA NELLE URNE E NON DEGENERA
BENEDETTO E IL GESTO CHE DESACRALIZZA IL PAPA
an mano che ci si avvicina alla data delle elezioni i rappresentanti dei M partiti, che hanno passeggiato in tutti i talk show senza farne mai cenno se non
con riferimenti generici al “populismo” e all’“antipolitica”, ma guardandosi bene dal nominarlo, quasi tutti, si accorgono » pag. 18 che esiste “anche” Grillo.
OLTRE MILLE FERITI
L’ex pm: “Chiesa colpevole e politici complici”. Alla guida dell’Istituto Opere Religiose travolto dalle polemiche arriva il banchiere tedesco Von Freyberg. Il suo gruppo costruisce navi da guerra
CHRISTIAN MICHEL
Finmeccanica, l’affare India e il mazzettiere da 30 milioni
Paura in Russia piovono meteoriti Citati » pag. 13
Borromeo e Tecce » pag. 8
Lillo e Pacelli » pag. 6
rito ci sarà, a partire dalle ore 20 del 28 febbraio 2013, con effetti a catena per la Chiesa cattolica di cui è impossibile sopravvalu» pag. 9 tare la portata.
U di Gian Carlo Caselli
» GUERRA DELLE TV
QUEL ROGO ALLO STATUTO E LA MORTE PRESCRITTA
Bersani a Telecom: ”Troppa fretta di vendere La7”
i inchieste complesse (dal uomo chiave del caso L’ Finmeccanica si chiama Dterrorismo alla mafia) ne Christian Michel. Questo si- ho dovute affrontare parecgnore nato nel 1961, dal cognome francese ma londinese, è accusato di avere incassato ben 30 milioni di euro.
on c’è posto per un Papa emerito” dichiarò Wojtyla N nel 1994, e invece un Papa eme-
chie. Ma la più difficile e penosa è stata quella del “cinema Statuto” di Torino. Trent’anni fa, il 13 febbraio 1983, una domenica pomeriggio. » pag. 18
Meletti » pag. 4
LA CATTIVERIA L’asteroide che sfiorerà la Terra potrà essere visto anche con un comune cannocchiale. Se i calcoli sono sbagliati, anche senza. www.spinoza.it
Corruzione e associazione di Marco
Travaglio
cco perché Roberto Forchettoni, con tutte E le accuse che gli piovono sul groppone, dalla corruzione all’associazione a delinquere, sfoggia sempre in tv quel faccino sorridente e levigato come il culetto di un bimbo, quell’espressione serafica da “che-cazzo-volete-da-me”: è questione di creme facciali. Mica creme normali per facce normali. Creme speciali per facce speciali. Ne discuteva animatamente, con ammirevole competenza, con il segretario tuttofare Mauro “Willy” Villa, che poi provvedeva all’acquisto in centri specializzati, a botte di 50-200 euro a tubetto e in quantità industriali perché “Roberto la crema la usa come la colla per i manifesti”. Ci vorrebbero degli stuccatori armati di scalpelli e raschietti per riportare il volto del Celeste alle condizioni naturali, asportando le maschere di crema ormai cementificate. Forse ne emergerebbe un’espressione un po’ meno serafica e impunita. Magari affiorerebbe financo qualche accenno di rossore per tutte le balle raccontate in questi mesi. Come quando assicurò, in una memorabile conferenza stampa: “Sono limpido come acqua di fonte” e si paragonò a Gesù (“anche lui sbagliò nella scelta di uno dei collaboratori”, che poi era il celebre Giuda Iscariota, noto faccendiere dell’Asl Galilea-1). Mettendo di buonumore il fido Willy: “Non è stata una bella situazione in conferenza stampa: quella di Gesù se la poteva risparmiare, anche perché sta dando del Giuda a quell’altro (Daccò, arrestato al posto suo, ndr). Gli dicevano che il presidente della Germania si è dimesso per molto meno e lui si arrampicava sugli specchi, a un certo punto stava dicendo di quelle cagate... ‘Sono limpido come acqua di fonte’... Eh, non fare il figo!”. Un bello strato di crema miracolosa, e via tutto. Un’altra volta assicurò che Daccò “lo conosco solo per rapporti istituzionali” e poi si scoprì che lo ospitava in barca, a pranzo, a cena, insomma lo manteneva. Garantì pure che mai e poi mai aveva conosciuto Umberto Maugeri, titolare della clinica pavese convenzionata con la Regione, e ora saltano fuori i biglietti da visita scritti di suo pugno: “Carissimo Umberto, grazie dell’amicizia che mi dimostri. Cordialissimi saluti. Roberto Formigoni”, “Carissimo Umberto, rientrando dalle vacanze sento il piacere di salutarti e di ringraziarti una volta di più della tua amicizia. Buona ripresa anche a te. Roberto Formigoni”. Tipici scambi di effusioni con uno sconosciuto. Il tutto, si capisce, mentre la Fondazione Maugeri girava a Daccò 600 mila euro per la campagna elettorale dell’ignoto Formigoni. Un’altra bella passata di crema facciale, e via tutto. Crema miracolosa, in grado di cancellare le tracce d’imbarazzo che uno non può non provare dopo aver garantito che le ferie con Daccò & C. erano “vacanze di gruppo” dove ciascun villeggiante “alla fine pagava la sua parte” e avere poi letto l’impietoso verbale di Daccò: “Non l’ho mai visto pagare neanche un centesimo”. Uno scroccone pulcioso da Guinness, un primatista mondiale della taccagneria. Persino per i frugali pasti consumati al ristorante Sadler, dove il povero Daccò risulta aver saldato conti per almeno 177 mila euro. “In tutti questi anni – racconta il ristoratore – pagava sempre Daccò, non ho mai visto altri: Formigoni, anche quando veniva solo senza Daccò, non si preoccupava affatto del conto e una volta finita la cena si alzava e andava via senza neppure chiedere quanto fosse l’importo. Ordinava peraltro con libertà, bevendo solo champagne del quale è particolarmente appassionato”. Poi, quando partirono le indagini, si diede una regolata: al momento della prenotazione la segretaria ci disse che il conto lo avrebbe pagato la Regione”. Ecco, lui mai, per non rovinarsi la reputazione. Altrimenti avrebbe potuto tradire qualche accenno di imbarazzo, e per coprirli non sarebbero bastati tre tubetti di crema.
Berlusconi va a Palermo e propone la cauzione: chi paga evita il carcere prima della sentenza definitiva. Boss e tangentisti ringraziano per il pensiero
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Domenica 17 febbraio 2013 – Anno 5 – n° 47
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ORA LE BANCHE CHIEDONO IL CONTO AI DS: 200 MILIONI Gli istituti di credito, da Intesa a Unicredit, sono stanchi di aspettare. E puntano al tesoro immobiliare che il partito ha disperso lontano dai creditori, nelle fondazioni locali. Se non riusciranno a rifarsi su case e palazzi, scatterà la garanzia statale concessa dai governi Prodi e D’Alema. Quindi pagheremo noi Feltri » pag. 6 - 7
dc
ELEZIONI, TUTTO PUÒ SUCCEDERE di Antonio Padellaro
A UNA SETTIMANA DAL VOTO
Grillo, tsunami in piazza. E oggi torna in tv Sondaggi, allarme Pd e B. bluffa: “Sorpasso”
o spettro dei sondaggi ignoti (noti a tutti e L vietati al popolo bue perché a una settimana dal voto potrebbe, pensate, suggestionarsi) si ag-
gira per le stanze dei partiti mettendo un po’ di strizza allo “squadrone” di Bersani e un po’ di doping nelle borracce di Berlusconi che millanta il premio di maggioranza al fotofinish. Insomma, la schedina elettorale così scontata un mese fa appare improvvisamente stravolta da quel maledetto 20-30 per cento che insiste a non rivelarsi, robusta quota accantonata dai sondaggisti nella insondabile categoria dell’incertezza, più adatta alle previsioni del tempo. Ed ecco che torna la tripla come nel vecchio Totocalcio e la campagna elettorale più sfigata che si ricordi (ci mancavano pure le dimissioni del Papa) potrebbe riservare una coda sorprendente quanto velenosa. 1 - “Guardate che non abbiamo ancora vinto”: da quando D’Alema li ha bruscamente riportati alla realtà, nel Pd hanno smesso di assegnarsi i ministeri e convivono con l’incubo del 2006. Con la formidabile Unione che si mangiò 15 punti di vantaggio e in una notte di tregenda si ridusse a contare gli spiccioli, i famosi 24 mila voti (e come andò a finire al conseguente governo Prodi lo sappiamo). Ora si cerca di buttare nella mischia finale il popolare Renzi. Che qualcosa sta facendo, dicono le voci di dentro, ma con il braccino corto, forse pensando alle nuove elezioni che verranno, ma queste sono certo malignità. X - Il Pd vince alla Camera mentre al Senato non vince nessuno. È il pareggio continuamente evocato, che farebbe felice solo Mario Monti. Accreditato di un modesto 13-15 per cento, il premier che tutto il mondo ci invidia ha ricevuto una spintarella da Napolitano from Obama. Anche se il Quirinale sdegnosamente nega (“nessuna ingerenza”), si può comprendere che un nome in loden e un governo di larghe intese frullino nella testa del capo dello Stato per evitare la paralisi e quindi l’impetuoso ritorno dello spread. Altrimenti si torna alle urne (vedi Renzi). 2 - Si mormora di una Ghisleri che avrebbe profetizzato il sorpasso della destra sulla sinistra. Evento incredibile, ma che nelle quote dei bookmaker ora è pagato 5 volte da 7 che erano. Però, il nuovo Pontefice oscurato da B. sarebbe davvero troppo. Infine, Grillo. Ieri, a Torino, un’altra grande piazza gremita. Ciò che i sondaggi sanno, ma non dicono, è che nell’esercito degli incerti possono esserci folle di elettori 5Stelle in incognito. Ciò che non sanno, ma dicono, è che il Movimento potrebbe arrivare al 20 per cento. Cento grillini in Parlamento? Tutto può succedere.
Piazza Castello a Torino gremita per il comizio di Beppe Grillo Infophoto
Incertezza sui numeri. I Democratici temono che il M5S sia sottostimato e lanciano Renzi in ticket con Bersani per il rush finale della campagna elettorale Intanto le cancellerie occidentali scaricano Berlusconi Gramaglia e Zanca » pag. 2 - 3
»GUERRE TV » Mr. Tod’s interessato all’acquisto contro Cairo e Sposito
Della Valle terzo incomodo: “Impegno civile per La7” L’imprenditore marchigiano organizza una cordata e vuole coinvolgere nell’operazione i volti più noti dell’emittente. Telecom pronta a rinviare ancora la decisione sulla vendita per dargli il tempo di preparare l’offerta Meletti » pag. 5
MONS. NICORA
Il solito Bertone licenzia dallo Ior il cardinale della trasparenza Lillo » pag. 12
U di Furio Colombo
» TERREMOTO A L’AQUILA
SERVILLO, IL PAPA E LA FUGA DAL POTERE
Crollo della Casa dello studente, prime 4 condanne
i nasconderò al mondo” ha detto l’ex Papa a un’asM semblea di preti romani che
hanno accolto con uno scroscio lunghissimo di applausi la strana frase. Sono in tanti ad applaudire, in piedi, benché non sappiano esattamente che cosa è accaduto e perché. » pag. 18
De Carolis » pag. 10
LA CATTIVERIA Roberto Giacobbo, tre giorni fa: “Nessun meteorite colpirà la Terra”. È pronto per la commissione Grandi Rischi.
Il ritocchino di Marco Travaglio
l presidente Napolitano va alla Casa Bianca e I fa uno spottone per Monti: diffida chi ha sostenuto il governo Monti dal criticare Monti,
ma dimentica di aggiungere che Monti non dovrebbe criticare chi ha sostenuto il governo Monti. Poi aggiunge che i 5Stelle sono “populisti”. E così autorizza ad accusarlo di parzialità Pdl, Lega, Grillo e Pd (che naturalmente non fa una piega e continua a pagare prezzi altissimi alle manovre politiche del Colle). Poi assicura che il suo comportamento è stato “assolutamente impeccabile” (se lo dice da solo). Monti dà del “cialtrone” a B. e avrebbe perfettamente ragione, se fino a tre mesi fa non l’avesse chiamato “statista”. Bersani ripete la frottola di Vendola ministro, quando è noto a tutti che governerà con Monti che non ne vuol sapere di governare con Vendola, peraltro ricambiato. Insomma, siamo in pieno campionato della balla ed è naturale che lo vinca l’unico vero professionista della materia: il Cainano. Il quale, non contento di promettere tutto e il contrario di tutto, ha apportato un ritocchino alla sua autobiografia, già peraltro interamente falsa: “Da giovane sono stato contadino. Durante la guerra, per mantenere la famiglia, mungevo le vacche e raccoglievo le patate”. La cosa era finora sfuggita non solo agli agiografi di corte, ma persino a lui: nessuna traccia neppure nel celeberrimo fotoromanzo Una storia italiana, recapitato a milioni di elettori nel 2001. Gli è venuta in mente l’altroieri incontrando la Coldiretti. Alla Federpesca avrebbe rammentato il suo passato di pescatore, o di pesce. Non resta che aggiornare il guardaroba del Presidente Transformer, già chansonnier, fotografo di matrimoni e funerali, venditore di spazzole e aspirapolvere, palazzinaro, massone, pubblicitario, editore, imprenditore, assicuratore, banchiere, politico, imputato e tante altre cose. Massaia: “Anch’io sono stato un po’ donnina di casa, quando studiavo ed ero un ragazzo di famiglia, buttavo giù la polvere e ogni tanto facevo la spesa”. Balio asciutto: “Ogni volta che c’è un bambino che piange lo danno in braccio a me per farlo smettere”. Giardiniere: “Scelgo personalmente i fiori del giardino di Arcore. A un amico vivaista ho commissionato una ‘rosa del buongoverno’”. Grecista: “Ero un grecista che amava declamare le poesie greche”. Cucitore: “Da giovane cucivo i palloni”. Pallavolista-hockeista: “Ebbi molti successi nel volley e l’hockey”. Paroliere: “Lavoro anche di notte: scrivo canzoni con Apicella”, “Sono l’unico italiano che scrive samba in napoletano”. Von Karajan: “Da giovane volevo fare il direttore d’orchestra”. Professore: “Non feci il docente universitario perché, dopo aver fatto l’assistente, mi son trovato in un nido di vipere e sono scappato”. Avvocato: “Giandomenico Pisapia mi voleva nel suo studio, ma rifiutai”. Barista: “A 14 anni feci il barista al bar Stazione di Clusone”. Cicerone: “Da giovane ho fatto la guida turistica. Spiegavo al pubblico le città che non avevo mai visitato, ma avevo studiato sui dépliant”. Centometrista: “Nessuno mi ha mai battuto sui 100 metri”. Calciatore: “Fui centravanti di sfondamento, poi regista a centrocampo, poi libero. Potevo fare anche il portiere, ma bisognava essere più alti. Alla fine feci l’allenatore, poi il presidente”. Piccolo fiammiferaio: “Da ragazzo andavo per i mercati e raccoglievo la carta gialla che si usava, ne facevo delle palle, le bagnavo, le facevo asciugare e le vendevo per accendere il fuoco”. Attacchino: “Nel 1948 attaccavo i manifesti della Dc: una volta i ragazzi comunisti iniziarono a strattonarmi. Ma io, da buon velocista, riuscii a fuggire”. Artigiano: “So cosa vuol dire fare l’artigiano, il piacere di abbellire la propria sede, il proprio laboratorio... Avevo un amico alla Fiera di Milano e, finita l’esposizione, andavo a prendermi i rotoli di moquette”. Naturalmente l’ultimo mestiere gli venne in mente alla Confartigianato. Non osiamo immaginare cosa ricorderà quando passerà dal raccordo anulare.
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