L’ex numero uno di Mps Mussari accolto da insulti e lancio di monetine davanti alla Procura di Siena. La nuova Tangentopoli e la rabbia della gente
Sabato 16 febbraio 2013 – Anno 5 – n° 46
€ 1,20 – Arretrati: € 2,00
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ELEZIONI CHE AFFARONE SPENDONO 1 E PRENDONO 3 Ridotti a 91 milioni, i soldi del finanziamento pubblico fanno gola a tutti. Ma a spartirseli saranno i grandi partiti che arriveranno in Parlamento. Resta l’enorme divario tra i fondi spesi per la campagna elettorale (quest’anno pochi) e le somme che la Casta si mette in tasca. Per avere diritto ai compensi può bastare un solo deputato o un solo senatore Marra, Perniconi e Zanca » pag. 2 - 3
ITALIA-USA
Napolitano vede Obama e rilancia il premier Monti “Deploro chi adesso lo critica” Di Blasi » pag. 7
» M5S » ”Ho paura, mettono gli innocenti in galera”
» INGROIA » “Perché l’8 per mille finisce all’estero?”
Anche Grillo “Fondi dello Ior contro i magistrati a rischio riciclaggio” di Antonello Caporale
oveva capitare che BerluD sconi e Grillo iniziassero a competere nella speciale classifica dei “perseguitati” dalla giustizia proprio durante la tramortente settimana delle mazzette, sequel che incrocia e riassume i destini della classe politica e di quella imprenditoriale in un mesto epilogo criminale. Merito di Grillo, questa volta, che da Ivrea si abbandona a enumerare i processi pen» pag. 7 denti sul suo capo.
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U di Massimo Fini
U di Paolo Flores d’Arcais
GRAZIE A BEPPE LA PROTESTA VA NELLE URNE E NON DEGENERA
BENEDETTO E IL GESTO CHE DESACRALIZZA IL PAPA
an mano che ci si avvicina alla data delle elezioni i rappresentanti dei M partiti, che hanno passeggiato in tutti i talk show senza farne mai cenno se non
con riferimenti generici al “populismo” e all’“antipolitica”, ma guardandosi bene dal nominarlo, quasi tutti, si accorgono » pag. 18 che esiste “anche” Grillo.
OLTRE MILLE FERITI
L’ex pm: “Chiesa colpevole e politici complici”. Alla guida dell’Istituto Opere Religiose travolto dalle polemiche arriva il banchiere tedesco Von Freyberg. Il suo gruppo costruisce navi da guerra
CHRISTIAN MICHEL
Finmeccanica, l’affare India e il mazzettiere da 30 milioni
Paura in Russia piovono meteoriti Citati » pag. 13
Borromeo e Tecce » pag. 8
Lillo e Pacelli » pag. 6
rito ci sarà, a partire dalle ore 20 del 28 febbraio 2013, con effetti a catena per la Chiesa cattolica di cui è impossibile sopravvalu» pag. 9 tare la portata.
U di Gian Carlo Caselli
» GUERRA DELLE TV
QUEL ROGO ALLO STATUTO E LA MORTE PRESCRITTA
Bersani a Telecom: ”Troppa fretta di vendere La7”
i inchieste complesse (dal uomo chiave del caso L’ Finmeccanica si chiama Dterrorismo alla mafia) ne Christian Michel. Questo si- ho dovute affrontare parecgnore nato nel 1961, dal cognome francese ma londinese, è accusato di avere incassato ben 30 milioni di euro.
on c’è posto per un Papa emerito” dichiarò Wojtyla N nel 1994, e invece un Papa eme-
chie. Ma la più difficile e penosa è stata quella del “cinema Statuto” di Torino. Trent’anni fa, il 13 febbraio 1983, una domenica pomeriggio. » pag. 18
Meletti » pag. 4
LA CATTIVERIA L’asteroide che sfiorerà la Terra potrà essere visto anche con un comune cannocchiale. Se i calcoli sono sbagliati, anche senza. www.spinoza.it
Corruzione e associazione di Marco
Travaglio
cco perché Roberto Forchettoni, con tutte E le accuse che gli piovono sul groppone, dalla corruzione all’associazione a delinquere, sfoggia sempre in tv quel faccino sorridente e levigato come il culetto di un bimbo, quell’espressione serafica da “che-cazzo-volete-da-me”: è questione di creme facciali. Mica creme normali per facce normali. Creme speciali per facce speciali. Ne discuteva animatamente, con ammirevole competenza, con il segretario tuttofare Mauro “Willy” Villa, che poi provvedeva all’acquisto in centri specializzati, a botte di 50-200 euro a tubetto e in quantità industriali perché “Roberto la crema la usa come la colla per i manifesti”. Ci vorrebbero degli stuccatori armati di scalpelli e raschietti per riportare il volto del Celeste alle condizioni naturali, asportando le maschere di crema ormai cementificate. Forse ne emergerebbe un’espressione un po’ meno serafica e impunita. Magari affiorerebbe financo qualche accenno di rossore per tutte le balle raccontate in questi mesi. Come quando assicurò, in una memorabile conferenza stampa: “Sono limpido come acqua di fonte” e si paragonò a Gesù (“anche lui sbagliò nella scelta di uno dei collaboratori”, che poi era il celebre Giuda Iscariota, noto faccendiere dell’Asl Galilea-1). Mettendo di buonumore il fido Willy: “Non è stata una bella situazione in conferenza stampa: quella di Gesù se la poteva risparmiare, anche perché sta dando del Giuda a quell’altro (Daccò, arrestato al posto suo, ndr). Gli dicevano che il presidente della Germania si è dimesso per molto meno e lui si arrampicava sugli specchi, a un certo punto stava dicendo di quelle cagate... ‘Sono limpido come acqua di fonte’... Eh, non fare il figo!”. Un bello strato di crema miracolosa, e via tutto. Un’altra volta assicurò che Daccò “lo conosco solo per rapporti istituzionali” e poi si scoprì che lo ospitava in barca, a pranzo, a cena, insomma lo manteneva. Garantì pure che mai e poi mai aveva conosciuto Umberto Maugeri, titolare della clinica pavese convenzionata con la Regione, e ora saltano fuori i biglietti da visita scritti di suo pugno: “Carissimo Umberto, grazie dell’amicizia che mi dimostri. Cordialissimi saluti. Roberto Formigoni”, “Carissimo Umberto, rientrando dalle vacanze sento il piacere di salutarti e di ringraziarti una volta di più della tua amicizia. Buona ripresa anche a te. Roberto Formigoni”. Tipici scambi di effusioni con uno sconosciuto. Il tutto, si capisce, mentre la Fondazione Maugeri girava a Daccò 600 mila euro per la campagna elettorale dell’ignoto Formigoni. Un’altra bella passata di crema facciale, e via tutto. Crema miracolosa, in grado di cancellare le tracce d’imbarazzo che uno non può non provare dopo aver garantito che le ferie con Daccò & C. erano “vacanze di gruppo” dove ciascun villeggiante “alla fine pagava la sua parte” e avere poi letto l’impietoso verbale di Daccò: “Non l’ho mai visto pagare neanche un centesimo”. Uno scroccone pulcioso da Guinness, un primatista mondiale della taccagneria. Persino per i frugali pasti consumati al ristorante Sadler, dove il povero Daccò risulta aver saldato conti per almeno 177 mila euro. “In tutti questi anni – racconta il ristoratore – pagava sempre Daccò, non ho mai visto altri: Formigoni, anche quando veniva solo senza Daccò, non si preoccupava affatto del conto e una volta finita la cena si alzava e andava via senza neppure chiedere quanto fosse l’importo. Ordinava peraltro con libertà, bevendo solo champagne del quale è particolarmente appassionato”. Poi, quando partirono le indagini, si diede una regolata: al momento della prenotazione la segretaria ci disse che il conto lo avrebbe pagato la Regione”. Ecco, lui mai, per non rovinarsi la reputazione. Altrimenti avrebbe potuto tradire qualche accenno di imbarazzo, e per coprirli non sarebbero bastati tre tubetti di crema.