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Bersani fa outing: caccia Di Pietro, aspetta Vendola e scrive “Centro” con la C maiuscola di Casini. Poveri elettori del Pdy(7HC0D7*KSTKKQ( www.ilfattoquotidiano.it

Mercoledì 1 agosto 2012 – Anno 4 – n° 181

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€ 1,20 – Arretrati: € 2,00 Spedizione abb. postale D.L. 353/03 (conv.in L. 27/02/2004 n. 46) Art. 1 comma 1 Roma Aut. 114/2009

Redazione: via Valadier n° 42 – 00193 Roma tel. +39 06 32818.1 – fax +39 06 32818.230

BAVAGLIO IL CSM PREPARA LA LEGGE NAPOLITANO L

In nano veritas

di Marco Travaglio

Il vicepresidente Vietti incontra il Capo dello Stato, poi dice al Fatto: top secret le parole dei “soggetti terzi intercettati, ma non indagati”. Con tanti saluti alle responsabilità politiche Nicoli pag. 2 z

Udi Gian Carlo Caselli

Udi Eduardo Di Blasi

A CHI SERVONO LE CALUNNIE

SCALFARI-FLORES DUELLO SUI PM

“guerra” contro Ingroia si fa semuna lettera insolita quella apparsa Lni”apresono più pesante. Nuove “munizio- È su Repubblica e scritta dal fondavenute dalla strumentaliz- tore Eugenio Scalfari contro un’altra zazione che i soliti ambienti hanno scatenato dopo la morte improvvisa di Loris D’Ambrosio. pag. 18 z

testata del gruppo L’Espresso-Repubblica: la rivista MicroMega diretta da Paolo Flores d’Arcais. pag. 3 z

SPENDING REVIEW x Duemila lavoratori di Finmeccanica resteranno nel limbo, senza stipendio né pensione

Il governo nega pochi spiccioli agli esodati OGGI VERTICE A HELSINKI

Su 26 miliardi di tagli, i tecnici non sono riusciti a trovare 38 milioni per salvare pochi “salvaguardati”. La scusa: “Non c’è copertura”. E Bondi promette la resa dei conti alle regioni e agli enti locali di Marco

Nein di Berlino: niente scudo contro lo spread

Palombi

di Stefano Feltri

emmeno 40 milioni di euro in un provNla cifra vedimento che movimenta 26 miliardi. È che il governo s’è rifiutato di trovare –

ortuna che manca solo un Fdell’eurocrisi, giorno al giovedì più atteso i mercati rischia-

o, secondo la versione ufficiale, ha sostenuto di non riuscire a trovare – per includere altri duemila lavoratori esodati nella platea dei cosiddetti “salvaguardati”. pag. 7 z

no di soffocare trattenendo il fiato. Domani Mario Draghi, presidente della Bce, annuncerà quali misure vuol prendere. pag. 6 z

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Manifestazione di esodati a Milano. A destra, il presidente del Consiglio Mario Monti (FOTO EMBLEMA / ANSA)

nsalotti & affari

Mediobanca-Ligresti: spy story, patti segreti e bonus da 45 milioni Meletti pag. 7z

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Raffaele Lombardo confessa: “Voglio coltivare marijuana”. Sarebbe il primo lavoro onesto (forum.spinoza.it)

OLIMPIADI

Federica Pellegrini solo quinta: l’Italia a secco di medaglie Calligaris pag. 13 z

Federica Pellegrini si congratula con Winner Allison Schmitt (FOTO ANSA)

a Seconda Repubblica è nata dal “peccato originario” (sic) del “conflitto tra politica e magistratura” che l’ha attraversata come un “filo rosso permanente”. “A trarre il massimo vantaggio da questo conflitto fu Berlusconi” grazie alla “destrutturazione della politica operata in buona parte dalla magistratura”, poi però “si aprì uno scontro insanabile fra Berlusconi e la magistratura”. Un “conflitto ventennale che ha visto contrapposti Berlusconi e la magistratura, costituitasi e progressivamente rinsaldatasi in un ruolo di custode generale dell’eticità dello Stato”. I reati di B. e dei suoi compari, ma anche di vari esponenti del centrosinistra finiti sotto processo, non c’entrano: è stata una guerra civile, “condotta da entrambe le parti” – truppe berlusconiane e togate – “con furore giacobino, senza esclusione di colpi” e s’è conclusa “senza vincitori né vinti”. Ora però “la Seconda Repubblica è finita” e i due eserciti devono ritirarsi in buon ordine in nome dell’“equilibrio dei poteri”, per fare spazio alla “politica”. Resistono, purtroppo, alcune schegge di magistratura “recalcitranti e invadenti”, ma vanno prontamente “cancellate” come “fantasmi di un passato che dev’essere chiuso”. Ed “è su questo sfondo storico che va considerata e apprezzata la decisione del presidente Napolitano di sollevare il conflitto di attribuzione presso la Consulta sulle intercettazioni operate da una procura” (era un gip, ma fa lo stesso): “Essa è importante” perché “segnala la necessità di chiudere... disfunzioni formali e distorsioni materiali della Seconda Repubblica” e “si propone di ridefinire compiti e funzioni di ciascuno” per “aprire una nuova fase della democrazia, liberandola finalmente dalle contrapposizioni del passato e dalle macerie personali e collettive che esse hanno lasciato sul terreno”. Chi pensasse che questi pregevoli scampoli di prosa siano usciti sul Giornale, sul Foglio, su Libero, su Panorama, sul Corriere a firma del quartetto Galli della Loggia-Panebianco-Ostellino-Battista, resterà sorpreso: l’autore è Michele Ciliberto, editorialista della fu Unità. Qualcuno dirà: Ciliberto chi? Giusto, se non fosse che l’Unità è tornata a essere l’organo ufficiale del Pd. Quindi, a meno che qualcuno non ci spieghi che Ciliberto non rispecchia la posizione del Pd, siamo autorizzati a pensare che anche il Pd ha finalmente fatto outing sposando il berluscones-pensiero: i processi a B.&C. per mafia, corruzione di giudici, finanzieri e testimoni, frode fiscale, falso in bilancio, concussione, prostituzione, così come le indagini sulle trattative Stato-mafia non sono la conseguenza di gravissimi delitti, ma di uno “scontro fra politica e magistratura” combattuto “da entrambe le parti con furore giacobino”; e che il conflitto del Colle contro la Procura di Palermo che indaga sulle immonde trattative non serve tanto a stabilire se le intercettazioni indirette del Presidente andassero o meno distrutte dai pm senza passare dal gip e dal contraddittorio fra le parti; quanto piuttosto a mettere in riga quei pm facinorosi, “recalcitranti e riottosi”, che si ostinano a credere che la legge sia uguale per tutti e a non comprendere che la guerra è finita e la politica deve comandare sul potere giudiziario come ai bei tempi del Duce e del Re Sole. Nel qual caso, B. può ritenersi soddisfatto, ritirarsi in una delle sue ville con le sue squinzie, rinunciare alla faticosa e incerta ridiscesa in campo e lasciar fare ai “comunisti”. Ormai ha vinto lui. Le sue parole d’ordine campeggiano sulla prima dell’Unità, succulento antipasto di quel che ci riserva la prossima legislatura. Intanto la guerra alle intercettazioni e alla Procura di Palermo, che finora l’aveva visto soccombente, la combatte per lui il capo dello Stato fra gli osanna di destra, di centro e di sinistra (fa eccezione Di Pietro, ma una simpatica vignetta sull’Unità lo definisce “molto malato”, pronto per la rieducazione “in clinica”). Quod non fecerunt berluscones, fecerunt corazzieri.


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