Quotidiano Sede Centrale: Roma
Dir. Resp.: Antonio Padellaro
Diffusione: 76.777 Lettori: n.d.
Quotidiano Sede Centrale: Milano
Dir. Resp.: Andrea Monti
Diffusione: 644.303 Lettori: 4.377.000
Quotidiano
Dir. Resp.: Alvaro Moretti
Diffusione: n.d. Lettori: 1.920.000
Quotidiano Sede Centrale: Roma
Dir. Resp.: Norma Rangeri
Diffusione: 18.087 Lettori: n.d.
Quotidiano
Dir. Resp.: Giampaolo Roidi
Diffusione: n.d. Lettori: 1.542.000
Dir. Resp.: Luca Telese
Diffusione: n.d. Lettori: n.d.
Settimanale Sede Centrale: Milano
Dir. Resp.: Giorgio Mulè
Diffusione: 358.936 Lettori: 2.468.000
Quotidiano Regione Basilicata inserto di www.basilicatanet.it
Anno 2 Numero 209 del 25/10/2012
Reg. N°268/1999 Tribunale di Potenza. Editore: Regione Basilicata - Via V. Verrastro 6 - 85100 Potenza. Direttore: Giovanni Rivelli - Telefono 0971.668145 - Fax 0971.668155
L’analisi della magistratura contabile riguarderà i documenti degli enti locali che potrebbero rallentarsi
Le Regioni a rischio paralisi
Preoccupa il decreto che introduce controlli preventivi della Corte dei conti L’articolo 1 del nuovo decreto che disciplina il rapporto tra le Regioni e la Corte dei conti rischia di bloccare le attività delle amministrazioni, vista la mole di documenti che andrebbero preventivamente approvati. Un rischio, questo, segnalato dal presidente della Regione Basilicata e membro dell’ufficio di presidenza della Conferenza delle Regioni, Vito De Filippo, al termine dell’incontro con una delegazione dei presidenti delle giunte e dei consigli regionali. De Filippo ha dichiarato che “il problema più importante è lo stallo nella vita amministrativa delle Regioni a causa
dell’articolo 1, relativo al nuovo rapporto con la Corte dei Conti, che ha introdotto elementi di controllo e di legittimità preventiva”. I rappresentanti delle Regioni stanno lavorando per mettere a punto delle proposte da sottoporre al governo nazionale. Le Regioni hanno inoltre chiesto chiarimenti sull’interpretazione di alcune norme, in particolare proprio in relazione ai controlli preventivi della Corte dei conti sugli atti regionali. In precedenza a Palazzo Chigi c’era stato inoltre un confronto con il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Antonio Catricalà.
•A PAGINA 2
La sede della Corte dei conti della Regione Basilicata
Basilicata, terra ricca di chef e sapori
Animali da cortile I seminari dell’Alsia
Il biancone “Pilar” ucciso in Sicilia
Mastrosimone: “La Regione continua a investire molto al fine di promuovere le risorse del territorio”
Sabato pomeriggio presso l’agriturismo Il Pago a Rotondella incontro informativo per le aziende
Un grave gesto di bracconaggio nei confronti dell’esemplare nato nel Parco regionale di Gallipoli
•A PAG. 3
•A PAG. 4
•A PAG. 4
Raccolta dei rifiuti, anche in Basilicata è possibile fare la differenziata, buona performance dell’Alto Bradano
Provincia di Potenza, mancano i soldi In caso di neve non potrà essere garantito lo sgombero delle strade
Ma i risultati provinciali e regionali restano ancora lontani dagli standard nazionali
L’allarme arriva dall’assessore Nicola Valluzzi durante il Comitato operativo per la viabilità
Fare raccolta differenziata in Basilicata è possibile. Lo dimostra l’ottimo risultato ottenuto dai comuni dell’Alto Bradano, che nel 2012 hanno ridotto del 70% la quantità di rifiuti da destinare alle discariche. Resta però ancora molto
In caso di nevicate la Provincia di Potenza non potrà intervenire ripulendo le strade dalla neve a causa della mancanza di fondi. Questo l’allarme lanciato dall’assessore provinciale alla viabilità, Nicola Valluzzi, che senza mezzi
da fare per trasformare la raccolta differenziata in una buona abitudine per tutti i lucani. Il dato regionale, pari al 17,8% di raccolta differenziata, dimostra che serve maggiore sensibilizzazione dei cittadini per raggiungere gli standard nazionali.
La Gazzetta del Mezzogiorno
termini accusa il governo nazionale e i tagli imposti agli enti locali. A pagarne le conseguenze saranno soprattutto i cittadini, gli automobilisti in particolare, che sono ora avvisati che, in caso di nevicate, rischieranno di trovare strade bloccate.
Il Quotidiano della Basilicata
25.10.2012 N. 209
PAG. 2
Basilicata Mezzogiorno
L’allarme sull’articolo 1 del nuovo decreto sul rapporto degli enti locali con la magistratura contabile
Rallentamenti per le Regioni I controlli preventivi della Corte dei conti possono bloccare le attività amministrative Il controllo preventivo della Corte dei conti sulle Regioni rischia di portare alla paralisi della macchina amministrativa in tutte le realtà regionali. L’allarme riguarda l’articolo 1 del rapporto con la Corte dei conti che prevede un controllo anticipato su tutti gli atti delle Regioni e, vista la mole dei documenti prodotti, rischia di rallentare in maniera drammatica il normale funzionamento degli apparati regionali. Un problema segnalato dal presidente della Regione Basilicata e membro dell’ufficio di presidenza della Conferenza delle Regioni, Vito De Filippo, al termine dell’incontro con una delegazione dei presidenti delle giunte e dei consigli regionali. De Filippo ha dichiarato che “il problema più importante è lo stallo che si viene a determinare nella vita amministrativa delle Regioni a causa dell’articolo 1, relativo al nuovo rapporto con la Corte dei Conti, che ha introdotto elementi di controllo e di legittimità
Un’immagine della Conferenza delle Regioni
preventiva”. Le Regioni hanno infatti chiesto chiarimenti sull’interpretazione di alcune norme, in particolare proprio in relazione ai controlli preventivi della Corte dei conti sugli atti regionali. In precedenza a Palazzo Chigi c’era stato inoltre un confronto di merito sull’applicazione
del decreto 174 del 10 ottobre 2012 con il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Antonio Catricalà. “Il sottosegretario Catricalà - ha spiegato De Filippo - ha compreso la complessità” del tema. La norma sui controlli della Corte dei Conti “su una quantità enorme di atti delle giun-
te e dei consigli regionali e anche sulle determine dirigenziali rischia di penalizzare l’attività amministrativa”. Utile e necessario è il commento sui risultati delle discussioni coordinate con i presidenti dei consigli regionali: “E’ un lavoro positivo che stanno svolgendo consigli regionali
Fronte unito con Molise e Umbria La proposta avanzata il 1 ottobre
e giunte con un dibattito ampio e approfondito. Resta la preoccupazione sull’articolo 1 relativo ai controlli preventivi della Corte dei conti”. Il presidente De Filippo ha inoltre aggiunto che “molte Regioni hanno ottimi rapporti con le sezioni di controllo della Corte dei conti ma il meccanismo
introdotto dall’articolo 1 del decreto prevede un controllo sulle attività di programmazione e di spesa. Lavoriamo intensamente per giungere in conferenza Stato-Regioni entro il 30 ottobre prossimo a una soluzione nel rispetto del dettato della norma. Il nostro dibattito e’ ampio e molto rigoroso. Molte regioni hanno già uno scambio con la Corte dei Conti e questi meccanismi possono seriamente mettere in discussione il nostro lavoro portando a una vera e propria paralisi. Uno di questi controlli - ha concluso De Filippo - dovrebbe riguardare, per esempio, i Fondi comunitari che già di per sé hanno delle procedure complesse che così potrebbero trovare ulteriori passaggi rendendo il tutto molto difficoltoso”. Per quanto riguarda l’individuazione dei parametri per applicare i tagli, De Filippo ha dichiarato che un criterio potrebbe essere quello di scegliere la regione dove i costi sono inferiori. (bm8)
Seminario
Risale a inizio mese il progetto di collaborazione con le Regioni che rischiano di rimanere con una Provincia, la replica al comunicato di Vincenzo Taddei La volontà di collaborare con le Regioni che rischiano di rimanere con una Provincia, in particolare Molise e Umbria, oltre alla Basilicata, è stata già espressa da tempo e la Basilicata è in prima fila per promuovere una solida collaborazione con le altre Regioni che si trovano in questa situazione. E’ quanto specifica in una nota il presidente della Regione Basilicata, Vito De Filippo, in risposta a un comunicato di Vincenzo Taddei, parlamentare Pdl. Nel testo di Taddei si lamentano ritardi da parte dell’amministrazione regionale sul tema del riordino delle Province e sulla mancanza di unità e coesione e, in particolare, sul mancato ascolto delle proposte del Pdl di Basilicata “che da tempo gli aveva proposto di fare
Diritto amministrativo Al via giornata di studi
L’ingresso del palazzo della Regione
fronte comune per difendere le due Province senza nessuna subordinata al fine di arrivare uniti e compatti, anche con le altre due regioni interessate, al confronto con il governo nazionale”. Nella replica De Filippo ha invece rimarcato come il progetto di collaborazione con le altre Regioni sia nato già a inizio di ottobre, proponendo di
avanzare una comune iniziativa con Umbria e Molise a salvaguardia di una plurale articolazine di Province sui propri territori. Un annuncio del 1 ottobre, arrivato prima ancora prima delle decisioni del Cal del Consiglio regionale e dei Consigli comunali e in affiancamento a ogni possibile posizione. Nel comunicato di inizio ottobre era già stata sot-
tolineata “la ferma determinazione, da parte di tutti, a chiedere che il territorio dell’intera Basilicata non coincida con quello di un’unica provincia lucana. Il presidente della Regione Vito De Filippo ha annunciato la comune posizione da parte delle tre regioni che si troverebbero in queste condizioni, Basilicata, Molise e Umbria”. (bm8)
Il Parzo nazionale dell’Appennino lucano ospita venerdì 26 ottobre un seminario di studi dal titolo “Procedimento amministrativo ed espropriativo: normativa, principi, problemi applicativi”. L’iniziativa è stata promossa dall’ufficio regionale Autonomie locali in collaborazione con la Rivista “Diritto e Pratica amministrativa” del Sole 24 ore e il Parco nazionale Appennino Lucano. Saranno approfonditi diversi temi giuridici e normativi connessi a una possibile reviviscenza dell’occupazione acquisitiva, ai procedimenti nell’ottica delle Aree vaste (Unioni-Convenzioni) e al profilo delle responsabilità amministrative e contabili. Dopo i saluti del presidente dell’ente Parco, Domenico Totaro, seguiranno gli interventi di Ernesto Gargano, magistrato della Corte dei conti, di Pasquale Monea, dirigente dell’ufficio Autonomie locali, e di Gabriele Nunziata, magistrato del Tar Campania. Introdurrà e coordinerà i lavori Vincenzo Fogliano, direttore del Parco nazionale.
25.10.2012 N. 209
PAG. 3
Basilicata Mezzogiorno
La manifestazione mira a valorizzare le produzioni agroalimentari d’eccellenza regionali Tanti gli chef nazionali e internazionali all’opera
Quattro le categorie da premiare: ricerca e recupero delle tradizioni locali, brand territoriale, prodotto innovativo e miglior packaging
Viggiano, tra lezioni di cucina e degustazioni parte la II edizione del Salone dell’enogastronomia lucana
La Basilicata in tavola è doc
Mastrosimone: “La Regione investe nella valorizzazione del territorio” “Basilicata food and wine” riapre le porte ai cuochi lucani, agli espositori, agli studenti e ai buongustai. Gli chef del Team Basilicata, della Nazionale Italiana Cuochi e operanti in campo nazionale e internazionale si adopereranno per creare piatti d’eccellenza dando risalto ai prodotti tipici della zona. Il 28 e 29 ottobre 2012 a Viggiano si terrà la seconda edizione del Basilicata Food & Wine, il Salone dell’enogastronomia lucana. Nell’ambito dell’evento, le aziende espositrici parteciperanno al “Premio Basilicata Food & Wine 2012”. Le categorie oggetto di premiazione saranno le seguenti: ricerca e recupero delle tradizioni locali; brand territoriale (ambasciatore del territorio); prodotto innovativo; miglior packaging.
“L’evento offrirà un’occasione ai produttori per avviare contatti commerciali con gli operatori del settore e con i visitatori” Alle aziende premiate, oltre alla segnalazione sul sito di Basilicata Food & Wine, una targa e la comunicazione sugli organi di comunicazione Fic, anche la concessione del marchio “Premio Basilicata Food & Wine 2012” con il quale poter contrassegnare il proprio prodotto premiato dalla giuria. Presentando il Salone dell’enogastronomia che si svolgerà a Viggiano il 28 e 29 ottobre, l’assessore regionale all’agricoltura, Rosa Mastrosimone ha evidenziato l’importanza di collegare i luoghi di produzione a quei prodotti di qualità che fanno apprezzare la Basilicata a tavola. “Collegare i luoghi di produzione ai giacimenti agroalimentari non solo per far apprezzare la filiera enogastronomica lucana, ma anche per far conoscere la Basilicata con il suo territorio ricco di storia e di tradizioni ad un pubblico appassionato di cultura enogastronomica e per costruire un sistema agroalimentare che colleghi l’attività turistica con le nostre produzioni d’eccellenza”. Così l’assessore regionale Mastrosimone presentando ieri mattina nella sala convegni del dipartimento Agri-
coltura in conferenza stampa la seconda edizione di Basilicata food and wine, organizzata dall’unione regionale cuochi lucani. “L’evento - ha detto Mastrosimone - offrirà anche un’occasione per consentire ai produttori di avviare contatti commerciali con gli operatori del settore e con i visitatori. Un incontro della cucina regionale aperto non solo agli operatori del settore della ristorazione - ha proseguito l’assessore regionale all’agricoltura - ma anche agli allievi degli istituti alberghieri che avranno la possibilità di assistere alle lezioni degli chef della nazionale cuochi italiana”. “Le attività di valorizzazione che la Regione sta perseguendo - ha spiegato Mastrosimone - riguardano quel-
le delle produzioni biologiche e dei prodotti tipici che formano un paniere variegato e gustoso che può dare valore aggiunto alle nostre aziende che seguono tali principi, la diversità dei luoghi e le tecniche agricole ecocompatibili. La Regione continua ad investire molto al fine di promuovere le risorse gastronomiche e agroalimentari del territorio, poiché una politica regionale che valorizza le produzioni di qualità è necessaria per rendere le nostre aziende più competitive. Quando si parla di privilegiare la qualità dei nostri prodotti con essa s’intende infatti anche il suo importante ruolo nella differenziazione delle produzioni, quindi dei prezzi, e nella strategia sulla competitività.” (Bm6)
Asm
Alsia
Funghi in mostra
Carciofi in cifre
Per la raccolta dei pregiati prodotti al via un corso di formazione
In Val d’Agri partono i primi campi sperimentali a produzione autunnale
Anche quest’anno, all’inizio della stagione autunnale, continua la costante azione preventiva del dipartimento di Prevenzione collettiva della salute umana dell’Azienda Sanitaria di Matera, diretta da Francesco Mauri, nel promuovere incontri formativi rivolto ai raccoglitori di funghi epigei spontanei. Il corso è rivolto ai raccoglitori che ne faranno richiesta utilizzando lo specifico modello disponibile anche sul sito internet della Asm nello spazio destinato al dipartimento di Prevenzione collettiva della salute umana ed effettueranno un versamento di 30,99 euro. Va ricordato ai raccoglitori di funghi che per il mancato possesso del previsto tesserino è prevista per legge una multa. Le lezioni si terranno presso la sede di Policoro il 9 e il 10 novembre. I corsisti impareranno a conoscere oltre alla legislazione del settore, le specie fungine, le possibili confusioni fra specie commestibili e specie tossiche, le modalità di raccolta e commercializzazione. (Bm6)
L’azienda sperimentale dell’Alsia “Bosco Galdo”, nell’ambito del programma di divulgazione previsto per il 2012, ha promosso e realizzato un’attività dimostrativa relativa alla coltivazione del carciofo, con il coinvolgimento delle aziende orticole di Grumento Nova, Tramutola, Paterno e Spinoso. In relazione all’epoca di raccolta del prezioso ortaggio, si distinguono varietà a produzione autunnale e varietà a produzione primaverile: obiettivo dell’attività intrapresa dall’Alsia è quello di testare la convenienza economica della coltivazione di alcune varietà, capaci di ritardare l’offerta nel mercato ortofrutticolo. L’Alta Val d’Agri e le aree lucane interne, caratterizzate da basse temperature autunnali, soddisfano le esigenze legate al clima ed alla luce necessarie per ottenere un raccolto posticipato rispetto ad aree più temperate come il Metapontino e la Puglia, che collocano i loro prodotti sul mercato del fresco tra settembre e ottobre. (Bm6)
PAG. 4
25.10.2012 N. 209
Allevamenti da cortile Un seminario dell’Alsia per le aziende lucane L’appuntamento informativo fa parte del programma di attività dell’Agenzia di sviluppo e innovazione in agricoltura
“Allevamenti di bassa corte e siepi produttive: ruolo e funzioni nelle aziende biologiche”. Questo il tema del seminario che l’Alsia ha organizzato sabato 27 ottobre alle ore 16,30, presso l’agriturismo “Il Pago”, in contrada Trisaia, a Rotondella. L’incontro rientra nell’ambito delle attività di divulgazione delle tecniche per l’agricoltura biologica e biodinamica. L’obiettivo è di fornire agli operatori agricoli informazioni e competenze per una maggiore diversificazione produttiva e reddituale, importante soprattutto per le piccole aziende biologiche lucane. La realizzazione di siepi e l’introduzione di piccoli allevamenti oltre che migliorare gli aspetti paesaggistico-ambientali del territorio, consente di ottenere prodotti/servizi la cui domanda è in continua crescita e può fornire soluzioni ad alcune problematiche produttive, quali la difesa delle colture. Non meno importante la funzione didattico-educativa che tali tecniche possono assumere nelle fattorie didattiche. I relatori del seminario saranno Maurizio Arduin, esperto di allevamenti di bassa corte, e Luigi Vicinanza, esperto di progettazione agro-ecologica.
Basilicata Mezzogiorno
Il volatile era nato nel Parco regionale Gallipoli Cognato Piccole Dolomiti lucane
Abbattuto il biancone “Pilar” Esemplare di aquila protetta L’uccisione del giovane uccello migratore è opera di bracconieri Dal sito del Parco si seguivano i suoi viaggi grazie alla marcatura E’ stato abbattuto in Sicilia un esemplare di rapace nato in Basilicata, nel Parco regionale Gallipoli Cognato Piccole Dolomiti lucane. Il biancone Pilar, questo il nome dell’aquila dei serpenti, è stato vittima di bracconaggio nei pressi della località Ali Terme, Messina, durante la seconda metà di settembre. Lo rende noto il presidente del Parco, Lombardi, che ricorda il progetto di ricerca avviato nel 2010 con l’Università spagnola di Alicante, sul Circaetus gallicus, l’aquila migratrice che nidifica nel territorio del Parco e suole svernare in Africa tropicale, a Sud del Sahara. Nell’ambito di questo progetto, per la prima volta in Italia, in due anni sono stati marcati 5 giovani esemplari mediante l’applicazione di piccole trasmittenti satellitari. L’utilizzo di questa moderna tecnologia ha permesso di seguire in diretta i loro spostamenti tra Europa e Africa, fornendo utilissime informazioni sull’ecologia e i movimenti migratori, necessarie per l’individuazione delle misure di conservazione più adatte per la conservazione di questa specie. Pilar era stato marcato nel suo nido, nel luglio 2011
Il biancone del Parco regionale Gallipoli Cognato al quale è stata applicata la trasmittente che riporta i dati sugli spostamenti
Al salone del Gusto di Torino
Sapori Pollino: “Mi piace” L’Ente Parco Nazionale del Pollino presenta al Salone del Gusto in programma dal 25 al 29 Ottobre al Lingotto Fiere di Torino il nuovo portale dedicato ai prodotti tipici dell’area protetta calabro-lucana. Prodottipollino.it propone tutto il buono di un territorio suggestivo che si eleva nel Mediterraneo. Negli spazi espositivi di Basilicata e Calabria il Parco offrirà delle degustazioni attraverso un apposito coupon con il quale andare sul sito web, cliccare “mi piace” e “assaggiare” il Parco. Il sito dei prodotti del Pollino propone una sezione turistica, una informativa e una commerciale: la sua funzione principale, infatti, essendo un sito di e-commerce, è quella di vendere”. alcuni giorni prima dell’involo. Nel suo primo anno di vita aveva volato per migliaia di chilometri in diverse località dell’Italia meridionale, trascorrendo l’inverno e la primavera in un’area della Sicilia centrale.
Durante l’estate 2012, il giovane biancone si era spostato più volte tra la Basilicata e la Sicilia, probabilmente alla ricerca di una nuova rotta migratoria verso l’Africa, attraversando diverse volte lo stretto di Messina e tro-
vando purtroppo la morte durante uno di questi passaggi su quest’area critica e tristemente nota per l’intensa attività di bracconaggio presente. L’atto criminoso è dovuto al fatto che le norme penali italiane sono inadeguate rispetto alla gravità del fenomeno del bracconaggio. Il rischio è che gli sforzi di conservazione compiuti nelle aree di nidificazione, siano inutili se non affiancati da regolamenti vigenti e fatti rispettare a scala nazionale e internazionale. Fenomeni di tale gravità sottolineano la necessità e l’urgenza di rendere più severe le norme nazionali e di affiancarvi operazioni concrete e costanti di vigilanza del territorio da parte dei Corpi di Polizia preposti, al fine di contrastare atti di illegalità.
Dal Consiglio Modificazione territoriale I Ccp Le prima Commissione permanente del Consiglio regionale, che si è riunita ieri a Potenza, ha licenziato con parere contrario una proposta di legge di iniziativa dei capigruppo di tutte le forze politiche, che propone di modificare la legge regionale n. 42/1993 sulle “Norme in materia di modificazione territoriale, fusione ed istituzione di nuovi Comuni”. Favorevoli al provvedimento il presidente della Commissione Santochirico (Pd) ed i consiglieri Romaniello (Sel) e Vita (Psi), per un totale di 12 voti; astenuti i consiglieri Navazio (Ial), Pici (Pdl), Scaglione (Pu), Mazzeo (Idv), Singetta (Gruppo Misto) e Falotico (Plb), per un totale di 15 voti. Lavoro giovanile Autilio (Idv) “A Sud un giovane su tre, pur di lavorare e non rimanere a casa, accetta un impiego lontano dalle proprie aspettative. I giovani dopo le definizioni di ‘bamboccioni’, ‘mammoni’, ‘sfigati’ adesso sono costretti a subire quella di ‘schizzinosi’ a conferma che il Governo e buona parte della politica non sono in grado di interpretare le reali esigenze e aspirazioni delle nuove generazioni. I giovani non sono ‘schizzinosi’ e sanno reagire alla crisi, adattandosi a remunerazioni basse e lavori non soddisfacenti”.
Consorzio di bonifica Venezia (Pdl) “Nell’ultima settimana diversi agricoltori di Nova Siri non hanno potuto irrigare le proprie coltivazioni a causa della mancata erogazione d’acqua. Nessuno di loro si trova in stato di morosità verso il Consorzio di Bonifica di Bradano e Metaponto. Il problema è lo stato di morosità del Consorzio nei confronti dell’Enel che ha interrotto la fornitura elettrica alle vasche di sollevamento”. Pertanto l’interrogazione all’assessore regionale all’Agricoltura per sapere: “quali le responsabilità ascrivibili al disservizio e le azioni della Giunta regionale volte a prevenire ulteriori incresciose situazioni”. Politica Mollica (Mpa) “Ricercare all’interno delle proprie autonomie le motivazioni di appartenenza al Mpa di Basilicata. La linea assunta nella direzione regionale dell’Mpa e ricordata dal segretario provinciale di Matera, Michele Corazza, è andata ben oltre di quanto deciso in quel consesso. Infatti, nell’ambito di quel coordinamento ci si era soffermati sulla sola necessità di dover tenere presenti le due città di Potenza e Matera unite nella coesione con una serie di compensazioni nel caso di unica provincia in questa regione”.
Riordino Province Pagliuca (Pdl) “La strada da seguire sulla vicenda provincia era una sola, quella di assumere una posizione comune a difesa del mantenimento delle due province. Al pastrocchio determinatosi già con il voto in Consiglio regionale sul riordino delle province, si è aggiunto quello conseguente ai deliberati delle Città di Potenza e di Matera. La debolezza della posizione assunta dal Pd, partito regione si è ancor di più manifestata attraverso la nota firmata dai quattro consiglieri regionale del Pd della provincia di Matera indirizzata al presidente del Consiglio Vincenzo Folino con la quale salutano l’inizio di un Aventino regionale Film Commission Navazio (Ial) “Primo ciak per la Lucana Film Commission: nomine. Non ha acceso molti riflettori. Poche luci. Molte ombre. Non brillano per competenza. Purtroppo ripropongono il sistema Basilicata. Fatto di relazioni corte e di suggerimenti partitici. Secondo ciak: bando per l’avviso pubblico rivolto all’acquisizione di disponibilità alla nomina del direttore della Fondazione. Occorreva un’ evidenza larga e partecipata”.
25.10.2012 N.209
PAG. 5
Basilicata Mezzogiorno
Turismo è vitalità
La nostra forza è il fascino dei nostri paesaggi
I Piot per dare voce alle potenzialità del nostro territorio con le bellezze dei suoi borghi e l’impiego di fondi comunitari per realizzare strutture dal forte impatto turistico
Dal Volo dell’Angelo ai Sassi di Matera, dal mare alla montagna, dagli invasi di Monte Cotugno e del Pertusillo alla Rabatana e ai luoghi di Federico II
a cura dell’Ufficio Stampa della Giunta Regionale
Crediamo nella valorizzazione delle nostre risorse come opportunità di crescita. Dai beni architettonici a quelli naturali sosteniamo progetti per raccogliere le sfide di un panorama turistico sempre più esigente
Estratto da: Il Quotidiano della Basilicata - 25.10.2012
PAG. 6
Basilicata Mezzogiorno
12 Primo piano
Giovedì 25 ottobre 2012
Potenza-Matera: lo strappo I sindaci sono scettici sull’opportunità della consultazione democratica e rilanciano l’idea di Matera città Provincia e Potenza città Regione
Il referendum non entusiasma i piccoli comuni di ANTONIO CORRADO LA proposta materana del referendum, per esaltare anche un pò provocatoriamente, il principio di autodeterminazione dei singoli Comuni in tema di definizione della provincia di appartenza, non esalta i sindaci dei piccoli centri. Ildato emergecon unacerta evidenza dal piccolo sondaggio del Quotidiano, che prosegue oggi nel suo viaggio tra i primi cittadini, al fine di fotografare umori e proposte sul caso politicoamministrativo della Provincia unica di Basilicata. Accanto a chi critica l’atteggiamento della Regione in questa vicenda, c’è anche chi, come il sindaco di Scanzano Jonico, Salvatore Iacobellis (Pd), avanza una proposta molto sensata per orientare una scelta a misura di territorio. In pratica, Iacobellis rilancia la soluzione della Provin-
cia a Matera, con contestuale sede della Prefettura, operando poi una scelta compensativa sugli uffici e servizi da delocalizzare a seconda della vocazione dei due territori. Poi la provocazione: «Se fosse per me mi annetterei alla Provincia autonoma di Trento, lasciando sul territorio di Scanzano il gettito delle tasse» Un’idea non del tutto peregrinasu cuichihain manole decisioni potrebbe riflettere. Come potrebbe tornare a riflettere anche il sindaco di Potenza Vito Santarsiero, almeno a sentire il collega di Valsinni, Gennaro Olivieri, che invita il primo cittadino potentino a valutare con più ponderazione l’ipotesi di Matera città Provincia con gli uffici tutti dislocati a Potenza. Un’ipotesi, questa, che dovrebbe prevedere una deroga alla norma di riferimento, la quale prevede sede ed uffici nella città più popolosa. Stop. Il dato su cui tutti i sindaci dei
piccoli comuni concordano, è certamente quello che il dado non sia ancora tratto, ovvero che la discussione resta aperta, almeno fino a giugno, come ha sottolineato il sindaco di Accettura, Nicola Buonanova, assessore provinciale di fresca nomina, il quale resta fiducioso che l’arrivo di un governo politico possa aprire nuovi scenari. Umori contrastanti, insomma, i quali non tradiscono la sostanziale preoccupazione di uno sfascio, una diaspora territoriale e sociale, che il referendum potrebbe innescare, senza dimenticare un altro dato oggettivo, che ormai suona come una sorta di monito incondizionato, ovvero che l’istituzione della Provincia unica a Potenza, come pare si voglia fare, finirà comunque per disgregare l’identità stessa della regione, acuendo disservizi e disagi cronici per i cittadini. a.corrado@luedi.it
Tursi
Scanzano Jonico
Valsinni
Rotondella
Accettura
TURSI - «Non condivido affatto la modalità con cui è stata gestita la questione delle Province; siamo in forte ritardo rispetto ai tempi di proposta della norma». E’ in pieno accordo con Saverio Acito (la sua posizione è espressa compiutamente nella pagina a fianco), il sindaco di Tursi, Giuseppe Labriola (Pdl), secondo il quale oggi più che mai serve una seria mediazione tra le due Province, da affidare alla Regione, per dirimere un caso che non si può lasciare ai soli Comuni capoluogo». Labriola non crede nella soluzione referendum, «perchè -spiega- in un momento storico di forte crisi come quello attuale, i cittadini non si appassionerebbero al tema, snobbando l’iniziativa. Io alla Provincia avevo lanciato l’idea di istituire un tavolo di concertazione, con la partecipazione anche dell’ente regionale, ma non sono stato ascoltato. Allora oggi dico Matera provincia della Lucania e Potenza città Regione. Che la sede sia da una parte o dall’altra non interessa a nessuno. Il punto, però, è che abbiamo una classe dirigente scollata dal territorio. a.corrado@luedi.it
SCANZANO JONICO - «L’idea del referendum è piuttosto folle, ben venga quello di Vallo della Lucania, ma farlo qui mi pare esagerato». Non usa mezzi termini, il sindaco di Scanzano Jonico, Salvatore Iacobellis (Pd), che boccia l’iniziativa referendaria, bollandola come inutile e demagogica. Poi una proposta molto sensata: «Secondo me spiega Iacobellissi dovrebbe istituire a Matera la Provincia unica, con contestuale sede della Prefettura, che è fondamentale; per il resto si faccia una sorta di perequazione con i servizi e gli uffici in base alle potenzialità del territorio. L’Apt, per esempio, dovrebbe restare a Matera, come l’Ordine degli architetti e tutto ciò che afferisce a cultura e turismo, passando altri al territorio di Potenza, secondo un principio di omogeneità. Allora servono persone di buon senso che decidano qualcosa di realmente strategico per questa regione, senza campanili e la logica dell’accaparramento dei voti. Si possono coinvolgere anche i sindaci, senza cavalcare l’emotività popolare con un referendum, il cui esito rischia di essere irrealizzabile». a.corrado@luedi.it
VALSINNI - «Il consiglio comunale di Potenza ha sbagliato a decidere, perchè poteva attendere». E’ la convinzione di Gennario Olivieri, sindaco di Valsinni, secondo il quale Santarsiero «avrebbe potuto vagliare con maggiore cautela la proposta avanzata dalla Regione di istituire la Provincia unica a Matera, trasferendo tutti gli uffici a Potenza. Ma, ovviamente, siccome il sindaco di Potenza non aveva garanzie di legge sulla percorribilità di questa ipotesi spiega Olivieriperchè la legge non lo prevede esplicitamente, avrebbe dovuto coinvolgere in nostri parlamentari affinchè si avviasse un’interlocuzione con il Governo per valutarne la possibilità. Non è stato fatto, preferendo una scelta poco lungimirante e, soprattutto, squilibrata sotto l’aspetto della gestione dei poteri territoriali. Matera non si può svuotare così. Il referendum chiarisce Olivieri- si potrebbe fare, ma non è risolutivo e finisce per disgregare la regione; sull’onda emotiva farei anche il referendum, ma non potrebbe seguire alcun passo concreto». a.corrado@luedi.it
ROTONDELLA - «Come consiglio comunale avevamo già approvato il sostegno all’iniziativa della Provincia unica a Matera, ma oggi dico che avrei preferito l’abolizione totale delle Province, perchè così si mettono i territori uno contro l’altro, in quanto ognuno rischia di decidere secondo il suo tornaconto». Il sindaco di Rotondella, Vincenzo Francomano (Pd), difende la proposta del consiglio regionale, «è positiva spiega- perchè preserva il Materano, senza alimentare le già esistenti spinte secessioniste, lo confermano le 5.000 firme già raccolte a Matera. Il referendum lo faremo, se la decisione verrà accolta, ma spero non si arrivi ad un passo del genere, perchè indebolirebbe ancora di più il nostro territorio. Matera e la sua provincia meritano più attenzione, servirebbe una maggiore responsabilizzazione dei sindaci e delle Aree programma; un ridimensionamento di questa parte delle regione sarebbe un danno per tutti». a.corrado@luedi.it
ACCETTURA - «Loro hanno ragione, noi pure, perchè ognuno vuole preservare la sua comodità». E’ la conclusione del sindaco di Accettura, Nicola Buonanova, secondo il quale un referendum fatto nei singoli comuni non produrrebbe effetti positivi. «Oggi la politica deve tornare tra la gente spiega Buonanova, da poco nominato assessore alla Provinciaper avvicinarsi alle esigenze del territorio. A mio avviso, Matera non può perdere neppure alcuni uffici essenziali, quindi anche fare solo la sede politica in città, non deve significare la totale soppressione dei servizi. Occorre pensare anche al destino dei 350 dipendenti della Provincia di Matera, che oggi più che mai si interrogano sul proprio futuro, ma nessuno ne sta parlando; sicuramente risulteranno in esubero, e di loro cosa si farà?». a.corrado@luedi.it
«Regione non si sfili»
«Consultazione folle» «Si poteva attendere»
«Meglio abolirle »
«E i dipendenti?»
Estratto da: Il Quotidiano della Basilicata - 25.10.2012
PAG. 7
Basilicata Mezzogiorno
Primo piano 13
Giovedì 25 ottobre 2012
La riflessione dell’ex sindaco che ne ha per tutti
«Matera ha atteso troppo arte in cui siamo imbattibili» di FRANCESCO SAVERIO ACITO segue dalla prima
Qui sopra una delle tante immagini ironiche composte sulla rete (A. Centonze), a sinistra lo striscione del referendum
a valutazioni fondate sulla produttività, efficacia ed efficienza la eventuale sopravvivenza di un Ente, se le ragioni dei tagli da operare erano e sono di ragione economica. Operando solo per popolazione e territorio potrà verificarsi il taglio di Enti virtuosi e la sopravvivenza di enti spreconi! Mi sarei aspettato quindi una puntuale verifica su numeri diversi e sulla capacità, nel tempo, di svolgere la propria funzione. Non vuole essere una provocazione ma, se fossimo nelle condizioni di chiudere un comune, dovremmo salvare Potenza (Comune) che ha debiti fuori misura e far scomparire Matera che continua ad essere, comunque, un Ente virtuoso(?) quanto a debiti! Non conosco la condizione delle due Province ma non sono convinto che quella di Potenza stia meglio di quella di Matera! Se i Tecnici sono capaci di tanto, teniamoci i politici! Spero che il Parlamento sappia riconsiderare, su parametri oggettivi, rigorosi le decisioni finali che il Governo, sulla vicenda Provincie, le proporrà. L’ultima speranza, persa l’ultima occasione da parte di Potenza di dimostrare intelligente lungimiranza, è legata al tentativo caparbio dei nostri parlamentari del PdL, che mi auguro venga sostenuto da tutti,di garantire almeno due provincie ad ogni Regione. Altrimenti …subiremo il risultato di ciò che, anche in questa circostanza, nonabbiamosaputo conquistarci.E’troppo facile ed improduttivo, per quanto già detto, responsabilizzare i potentini se perdiamo il ruolo di Provincia perché, pur in presenza di altre simili iniziative (Tremonti) abbiamo trascurato il rischio ed abbiamo praticato l’arte nella quale siamo imbattibili: abbiamo ATTESO! L’ultimo giorno poi abbiamo finalmente discusso … delle responsabilità altrui. E’un film che si ripete spesso e anche di recente ne abbiamo visto uno uguale: la vicenda del Mulino Alvino. Il mostro è l’Imprenditore che ha Francesco avanzato una proposta in linea con una legge dello Stato non di quelli che non hanno governato, Saverio pertempo, glieffetticonseguenti allaattuazione Acito ex di quella legge dello Stato, nella speranza, forse, sindaco di Matera di poter condizionare a loro piacimento occasioni ed imprenditori! fino a Tornando alla “Provincia”: abbiamo, quindi, poco tempo fa ancora una volta, ATTESO! Tutti … consigliere Ha atteso la politica, quella, omologa di centro comunale sinistra, che governa (?) regione, provincie e le due, ormai ancora per poco, città capoluogo, ma del Pdl anche quella che dovrebbe fare opposizione, che non ha scosso le inerzie di chi dovrebbe governarci. Ha atteso la società civile. Hanno, incomprensibilmente, atteso anche quelli che più rischiano dal riassetto amministrativo territoriale. Si prospetta, per molti, o almeno per quelli per i quali non funzionerà la raccomandazione, un
nuovo ed aggiuntivo pendolarismo e la scomparsa di prospettiva di una qualche nuova occupazione, sia pure nel tempo, nelle strutture pubbliche governative e di quelle a scala provinciale …, unificate in Potenza. Ovviamente salvo distacchi, comandi … collaborazioni con senatori, parlamentari, consiglieri regionali … Verticale sarà la caduta della microeconomia locale.Le lamentele di Camera di Commercio e delle associazioni dei commercianti, non solo saranno tardive ma saranno improduttive come tutte le altre recriminazioni, se non saranno tempestivamente individuate soluzioni alternative mettendo, finalmente, a valore le tante risorse di cui la nostra Città è fortunatamente ricca, cominciando dalla RISORSA UMANA , bloccata dalla cultura dell’attesa, e daquella cultura,falsa, che alcuni ritengono di detenere COME BENE ESCLUSIVO ed in nome della quale piace loro bloccare ogni prospettiva di sviluppo, alimentando la condizione di dipendenza nella quale è cresciuta la fortuna di molti politici ed amministratori! MATERA può vivere senza essere Provincia e può essere anche utile al suo territorio se saprà comportarsi da leader. Come è già successo con la chiusura dei salottifici, facili approdi per una manovalanza senza ambizioni, che ha consentito a tanti di riscoprirsi finalmente imprenditori di se stessi, in tante nuove attività, riducendosi la prospettiva di nuova occupazione nei servizi pubblici governativi finalmente Matera dovrà orgogliosamente, saggiamente e tempestivamente operare, se vuol dare un futuro ai propri figli. Dovrà guardare all’impresa ed all’intrapresa con l’occhio positivo dell’emulazione. Finalmente la CULTURA di impresa, e LA CULTURA VERA, quella sa guardare con interesse ed attenzione allo SVILUPPO, preordinando, tempestivamente, le soluzioni ai bisogni ed accompagnando intelligentemente nelle scelte quelli che vogliono operare, dovranno andare insieme, necessariamente. La politica, dovrà finalmente diventare POLITICA e quindi i nostri nuovi politici, non potendo più promettere, almeno a Matera, il POSTO, dovranno imparare a confrontarsi con una società libera dal ricatto del bisogno e capace di valutare severamente meriti e capacità, cominciando da quella di programmazione e di progettazione che anticipa gli eventi . Capacità di misurare efficienza, efficacia, responsabilità, mirati al bene comune ed al riconoscimento del valore del tempo,…. Assisteremo finalmente alla fine di molte … carriere politiche? Non temiamo di generare una nuova categoria di disoccupati.Con le nuove occasionisarà certamente posto anche per loro… Generosità, accoglienza, capacità e merito saranno finalmente,anche aMatera, glistrumenti di misura delle nuove generazioni: OPERIAMO perché possa succedere e, smettiamola di abbaiare alla luna …
COMMENTI
San Mauro Forte
Miglionico
SAN MAURO FORTE - «Un referendum in questo momento delicato è impensabile, anche perché sarebbe una strada lunga e non semplice da percorrere». La pensa così il sindaco di San Mauro Forte, Francesco Dibiase, a proposito del riordino delle Province e della proposta di fare un sondaggio, un referendum sulla sorte della città di Matera Provincia. «Un paese dell'entroterra e piccolo come il nostro -continua il primo cittadino- ha la necessità di emergere e di uscire dall'isolamento geografico in cui si trova. Con l'accorpamento alla Puglia questo sarebbe ancora più difficile e saremmo considerati ancora di più “provinciali”». Fermo re stando che sono decisioni difficili da prendere, perché ci sono tantissimi aspetti da tenere presente. «Ad esempio con Potenza Provincia unica occorre considerare le differenze socio-culturali che ci dividerebbero, non solo da Potenza ma anche dal Lagonegrese e dal Vulture Melfese e che invece si avvicinano molto a Matera. In un eventuale passaggio, a perderne sicuramente sarebbe, dunque prima di tutto l'intero patrimonio identitario. A voler vedere, invece, il lato positivo, sicuramente si può prendere in considerazione il vantaggio logistico. La nuova strada Cavonica di breve apertura collegherà, infatti ancora meglio il transito per Potenza. Inoltre accentrare Regione e Provincia in un unico punto permetterebbe anche a noi amministratori di ottimizzare tempi. Matera, però -conclude il sindaconon merita una decisione superficiale anche per le sue ricchezze paesaggistiche. E quindi a seguito di un eventuale spostamento dei servizi e degli uffici a Potenza si potrebbe pensare a compensare il vuoto investendo sulla cultura». Anna Giammetta
MIGLIONICO - Sulla questione Province, il sindaco di Miglionico, Angelo Buono, chiarisce che: «E' un momento difficile per la nostra regione, come lo è per l'intera Italia. Sono contrario alla legge di riordino delle Province, perché realizzata a mio giudizio solo per mere considerazioni economiche, seppure importanti. Oggi l'obiettivo deve rimanere quello dell'unità regionale. Bisogna mettere da parte i campanilismi che purtroppo proprio in questi momenti emergono e si rafforzano. L'obiettivo prioritario deve rimanere quello della conservazione delle due province, secondo me in un quadro di competenze più articolato che potrebbe vedere le province, e soprattutto la nostra, come sede della centrale unica degli appalti, e come sede provinciale di tutto il sistema integrato di gestione dei rifiuti, oltre alle competenze di cui la provincia è già depositaria. Solo in seconda battuta, naturalmente, di fronte al superamento definitivo delle due Province ed alla istituzione della provincia Unica, non per campanile certamente, l'idea della provincia unica a Matera sarebbe funzionale al consolidamento di una unità ed identità Regionale che bisognerebbe rafforzare. Soluzioni diverse vanificherebbero un lavoro positivo che la politica ha svolto per affermare un' identità regionale, basata sulle bellezze architettoniche, artistiche storiche e paesaggistiche, oltre che con le risorse naturali di cui la Basilicata è dotata. Parlare di referendum, di Matera che va verso la Puglia, in questo particolare momento, rappresenta un ulteriore tassello alla disgregazione che non condivido. Lo sforzo di queste ore mi sembra voglia responsabilmente andare verso soluzioni che salvino ed identifichino positivamente la nostra terra di Basilicata». Antonio Centonze
«Si pensi al territorio»
«L’unità viene prima»
Tancredi dell’Ugl
«Decidano i cittadini cosa fare» “Il decreto sul riordino delle Province arriverà all'esame del primo Consiglio dei Ministri di novembre, alla Basilicata ne spetta una soltanto e le due città si spaccano su quella che doveva rappresentare la strada della coesione territoriale e dell'identità comunitaria. L'accentramento di tutte le funzioni in un solo comune è dannoso per la Basilicata, la dislocazione delle sedi periferiche dell'amministrazione dello Stato non può essere concentrata in una sola città, si lascino decidere ai cittadini le sorti come ha già fatto la provincia di Piacenza per passare alla Lombardia; referendum che ha ottenuto il via libera della Cassazione”. E' quanto sostiene il segretario regionale generale dell''UGL Basilicata, Giovanni Tancredi per il quale, “va evidenziata la necessità di una riflessione importante attorno alla questione. Il punto non è tanto l'esistenza e la conservazione o meno di una Provincia in se stessa quanto, quella di gran parte di tante migliaia di lavoratori, dei servizi connessi alla sua presenza in città».
Olivieri di Fli Matera
«Adduce finalmente lungimirante» «Adduce finalmente parla da Sindaco responsabile e lungimirante. L'ultima dichiarazione, in merito alla possibilità che finalmente il Consiglio Comunale apra - con propria delibera - alla possibilità della consultazione referendaria, richiesta dal Comitato Civico “Matera SI Muove” e supportata da migliaia di materani in questi giorni ai gazebo, indica una grande presa di coscienza da parte del primo cittadino della città, in grado di interpretare il sentimento di partecipazione popolare che sta montando nella nostra città» sostieneGiuseppe Olivieri di Fli. «Un Adduce - lo devo riconoscere - attento alla voglia dei nostri concittadini di gestire e governare i propri destini storici ed istituzionali, anziché subirli, da una classe politica sorda ed incapace di rompere lacciuoli e legacci atavici che da sempre soffocano quelle aree che l'attuale Capoluogo Regionale ha sempre considerato marginali, spesso con buona pace di molti Amministratori ed eletti di Matera».
Estratto da: Il Quotidiano della Basilicata - 25.10.2012
PAG. 8
16 Primo piano
Basilicata Mezzogiorno
Giovedì 25 ottobre 2012
Le pagelle
Analisi dei dati Openpolis, Camera e Senato Poche assenze ma anche scarse proposte
Parlamentari sgobboni In rete le attività di Palazzo Madama, Zamparutti la prima della classe VOLTI E PRESENZE
Maria Antezza 95,92 % di presenze proposte: 3 Felice Belisario 35,82 % di presenza proposte: 29 Filippo Bubbico 91,39 % di presenze proposte: 6 Carlo Chiurazzi 94,62 % di presenze proposte: 0 Egidio Digilio 85,29 % di presenze proposte: 2 Cosimo Latronico 95,52 % di presenze proposte: 0 Guido Viceconte 88,29 per cento di presenze proposte: 0
di ANNA MARTINO QUALE l'impegno dei nostri parlamentari nelle aule di Palazzo Madama? Per avere informazioni dettagliate basta visionare i siti ufficiali di camera e senato o il portale Openpolis che ha lo scopo di diffondere e rendere trasparenti le attività di deputati e senatori. I nostri appaiono abbastanza sgobboni. Almeno a guardare gli indici di produttività elaborati da Openpolice, che tiene conto del numero, la tipologia, il consenso e l'iter degli atti presentati in modo da confrontarli tra loro. Il più produttivo è Elisabetta Zamparutti (Pd) con un indice pari a 658.7. A seguire Filippo Bubbico (Pd) Cosimo Latronico (Pdl), Felice Belisario (Idv) e così via. Gli ultimi della graduatoria Donato Lamorte (Fli) con 82 e Antonio Luongo (Pd) con 70.3. Passiamo alle presenze. Il primato spetta ancora una volta a una donna, Maria Antezza con il 95,92 per cento. Pochissimi punti di scarto per il secondo posto di Cosimo Latronico (Pdl) con il 95.52 per cento. All’ultimo posto Antonio Luongo con il 66,20 per cento di assenze. Il più assenteista è tuttavia Felice Belisario con il 50.22 per cento di assenze. C'è poi la questione “fedeltà” al gruppo. Tutti più o meno poco dissidenti, eccetto due, di correnti opposte: Moles per il centro destra, con 346 voti ribelli e Zamparutti con 765. Guardiamo alle proposte. Senato Antezza ha a suo carico 3 iniziative: conferimento al comune di Matera della medaglia d'oro al valore civile”, sostegno degli imprenditori agricoli, organizzazione del Corpo nazionale dei vigili del fuoco. A queste da aggiungere 2 mozioni e circa 40 interrogazioni Belisario è tra i più attivi in tal senso, con 40 mozioni, più di 100 interpellanze e interrogazioni. Sono 29 le proposte tra la disciplina dell'immigrazione e norme sulla condizione dello straniero, codice della strada, istituzione di una Commissione parlamentare d'inchiesta sul ciclo dei rifiuti e sulle attività illecite ad esso connesse, modifica della legge sul rimborso delle spese per consultazioni elettorali, discriminazioni, l'emanazione di norme in materia di conflitti di interessi degli amministratori locali, Siae, ordinamento enti locali, , riduzione costi della politica, riduzione dell'indennità e la soppressione degli assegni vitalizi per i membri del Parlamento e dei consiglieri regionali, incremento delle dotazioni del fondo nazionale per le politiche sociali, liberalizzazione, la tutela della concorrenza e lo sviluppo economico, riduzione del numero dei deputati e dei senatori, eccetera. Bubbico ha dalla sua 2 mozioni e circa 7 interrogazioni, oltre a 6 proposte di legge. Tra estrazioni, sicurezza stradale e recupero dei Sassi, spicca la richiesta di un impianto da golf. Chiurazzi è un caso singolare. Oltre a non aver proposta alcun ddl, ha a suo carico 13 interrogazioni e una sola mozione sulle cure odontoiatriche e di ortodonzia nell'ambito dei Lea da garantire ai cittadini in difficoltà economiche Digilio (0 mozioni, 19 interrogazioni, di cui l'ultima un po' datata e risalente al 22 giugno 2011 per la coesione territoriale e dell'ambiente), ha avanzato due proposte: riorganizzazione degli uffici giudiziari del giudice di pace in Basilicata e sostegno alle piccole imprese. Latronico scarseggia in iniziative, ma ha dalla sua un centinaio di interrogazioni. L' ultima, il 9 ottobre 2012, per “eliminare le interferenze che impediscono la visione del terzo canale Rai in Basilicata e ripristinare il corretto principio di compatibilità”. Viceconte risulta un pò privo di idee: 0 ddl e 9 mozioni. Si salva in calcio d’angolo con 20 interrogazioni sulla scuola come sottosegretario alla pubblica istruzione Camera Donato Lamorte ha un’attività abbastanza modesta: 3 ordini giorno, 20 atti (mozioni, interpellanze, interrogazioni), due proposte di legge, una sull'indennità integrativa speciale per i pensionati e l’altra sulle misure penali in caso di omicidio per incidenti stradali. Antonio Luongo sembra essere un pò “distratto”: 0 proposte di legge, 1 interrogazione (Gruppo Fondiaria-Sai), 9 ordini del giorno. Meglio per Salvatore Margiotta: 32 atti, 30 ordini del giorno, due proposte di legge, l’una sui lavoratori, l’altra sulla perequazione nei comuni. Giuseppe Moles: 1 proposta di legge in materia di “accesso dei congiunti di appartenenti alle Forze di polizia vittime del dovere al ruolo degli operatori e collaboratori tecnici della Polizia di Stato”, 6 atti, 4 ordini del giorno. Vincenzo Taddei: 4 ordini del giorno, una proposta di legge sull’istituzione dell'Agenzia per le risorse minerarie ed energetiche e la sicurezza delle attività estrattive, 12 atti. La prima della classe è però la “non lucana” Elisabetta Zamparutti: 33 proposte di leggi, 1135 atti, 56 ordini giorno. I temi trattati sono i più disparati: dai sindacati - per abolire le quote associative all’ambiente con uno sguardo alle energie rinnovabili, al lavoro, al sociale.
VOLTI E PRESENZE
Donato Lamorte 74,59% di presenze proposte: 2 Antonio Luongo 66,20 % di presenze proposte: 0
Salvatore Margiotta 89,07 % di presenze proposte: 2
Giuseppe Moles 95,26 % di presenze proposte: 1
Vincenzo Taddei 89,26 % di presenze proposte: 1
Elisabetta Zamparutti 87,28 % di presenze proposte: 33
Estratto da: Il Quotidiano della Basilicata - 25.10.2012
PAG. 9
Basilicata Mezzogiorno
17
Giovedì 25 ottobre 2012
24 ore in Basilicata
La quinta mafia: un sospetto fa scattare l’allarme degli uomini della scorta dell’ultimo padrino
Boss pentito a rischio sicurezza
Revocata all’improvviso la partecipazione a un’udienza di Antonio Cossidente di LEO AMATO POTENZA - Doveva essere in udienza, ma qualcosa ha fatto scattare l’allarme degli uomini del servizio centrale di protezione e il cambio di programma è stato repentino: via di corsa verso un sito protetto, senza dare troppe spiegazioni nemmeno al suo avvocato. Se sia stato un pericolo reale o soltanto presunto sarà difficile da stabilire, anche perché in casi come questo l’informazione viene tenuta riservata ai massimi livelli. Ma quello che è accaduto la scorsa settimana, lungo il tragitto che avrebbe dovuto accompagnare Antonio Cossidente, ultimo padrino pentito dei basilischi, dal suo domicilio protetto al palazzo di giustizia del capoluogo, non è passato certo inosservato. E se possibile rende bene l’idea della tensione che ancora lo circonda, a due anni dall’inizio della sua collaborazione, che è poi il termine concesso agli inquirenti per raccogliere riscontri alle sue dichiarazioni. Nel caso in cui l’allarme fosse confermato non sarebbe comunque il primo episodio del genere che è accaduto. Circa un anno e mezzo fa, infatti, a farne le spese era stato il figlio di Cossidente, aggredito durante i festeggiamenti di San Gerardo nella centralissima Piazza Mario Pagano dal congiunto di un ex fedelissimo del padre. Cossidente viene considerato
Antonio Cossidente
un collaboratore di giustizia di prim’ordine dagli inquirenti della direzione distrettuale antimafia di Potenza, ma non solo. Uno con le conoscenze “giuste” nei palazzi, conoscenze negli uffici, tra commercianti e imprenditori. Otto anni e sei mesi di reclusione in carcere nel processo di pri-
Venezia (Pdl) presenta un’interrogazione
Dalla bonifica all’irrigazione «Non si può perdere la sfida» POTENZA - «Chiedo immediate risposte circa la sospensione dell’erogazione idrica a scopo irriguo in alcune zone del Metapontino, perentoriamente segnalate su Nova Siri per iniziativa del consigliere comunale Giuseppe D’Armento, ed al riguardo ancor più veloci soluzioni ad un problema che rischia di essere l’ennesima batosta per lo stato di diritto in Basilicata, e per l’agricoltura, culla economica della nostra società, purtroppo assai maltrattata dalla politica regionale lucana». Ha presentato un’interrogazione urgente il consigliere regionale Mario Venezia dopo l’ultima disfunzione denunciata dagli imprenditori della fascia ionica. «I Consorzi di bonifica, di Metaponto prima, nel 1925, e della Media Valle del Bradano dopo, nel 1931, nacquero - ricorda Venezia - col preciso scopo di rendere produttivo il Metapontino emancipandolo dal latifondo estensivo. Una sfida che partì su vasta scala durante il ventennio fascista per essere definitivamente vinta negli anni della riforma fondiaria. Da allora il Consorzio di bonifica, ribattezzato di “Bradano e Metaponto” ha raggiunto il ruolo di vero e
proprio custode della salute territoriale, allontanando con la canalizzazione il pericolo della malaria. Negli ultimi decenni l’apporto cosiddetto civilizzatore dell’ente è andato, progressivamente, riducendosi così come l’importanza dello stesso nel sostenere la modernizzazione del comparto agricolo». «Tuttavia – sostiene Venezia - oggi non possiamo assistere inermi al decadimento di quelle istituzioni, come il consorzio metapontino, che hanno garantito la crescita del nostro territorio permettendone l’abitabilità. In questo rivolgo il mio ennesimo appello al presidente De Filippo, del quale ricordo il pregevole intervento svolto durante l’ultimo convegno della Coldiretti a Matera, nel quale ricordava alla platea come i Consorzi di bonifica lucani fossero stati gli unici enti pubblici a non aver mai pagato alla Regione Basilicata l’acqua che distribuivano agli agricoltori. Un dato storico importante che, da un lato sintetizza la profonda sussidiarietà che ha da sempre contraddistinto gli strati più umili della nostra società regionale, dall’altro mette spalle al muro l’attuale classe politica regionale che non riesce più a far funzionare un ente vitale quale è il Consorzio di bonifica».
mo grado contro il clan dei basilischi possono sembrare pochi, rispetto ai venti e passa per il capo storico della famiglia tutta lucana. Ma la richiesta del pm era del triplo, la seconda in ordine di importanza tra gli 81 imputati, anche se il giudice l’ha retrocessa dietro altre tre.
Cossidente nasce a Potenza il 22 ottobre del 1965 e inizia il suo percorso nel crimine verso i 20 anni, con un gruppo di persone destinato a costituire il nocciolo della nascente “famiglia basilisca”, un progetto accarezzato da tanti, soprattutto nel capoluogo: riunire le “famiglie” della regione in un cartello solo, per trattare alla pari con i padrini d’oltreconfine. Venne indagato per droga, ma la prima condanna definitiva arrivò nel 1992 per associazione a delinquere ed estorsione: quattro anni e dieci mesi di reclusione. Nel 1995 venne denunciato per associazione mafiosa, e quattro anni dopo finì in carcere con altri 82 nella prima operazione contro il clan dei basilischi. Scarcerato per scadenza termini venne arrestato di nuovo nel dicembre del 2003 nell’operazione “blackjack”. Per la procura della Repubblica di Potenza sarebbe stato il promotore di un’associazione che aveva messo le mani sull’affare delle macchinette del videopoker, creando un monopolio nel potentino e in alcune aree
del Vulture facendo spesso ricorso alla violenza contro gli esercenti dei locali, così di fatto gli contestano le estorsioni. Poi c’è l’omicidio dei coniugi Gianfredi il 29 aprile del 1997. Il melfitano Alessandro D’Amato, a sua collaboratore di giustizia e reo confesso di 6 cadaveri nella faida tra gli storici clan lucani, ha ammesso di aver sparato e che l’agguato sarebbe stato organizzato proprio da Cossidente, che soltanto qualche mese più tardi avrebbe fatto la stessa scelta confessando tutto. La procura di Potenza aveva già avanzato una richiesta di arresti, ma sul dunque il fascicolo sarebbe ripartito per Salerno dove giace da allora, a causa delle accuse che anni addietro aveva fatto un altro collaboratore di giustizia, Gennaro Cappiello, nei confronti del marito del pm Felicia Genovese, Michele Cannizzaro. Infine il capitolo più oscuro della carriera criminale del boss: l’abboccamento con uno 007 che poi sarebbe finito al centro dell’inchiesta Toghe lucane bis su un presunto complotto per delegittimare alcuni magistrati di Potenza, tra i quali il pm Henry John Woodcock; e il mistero di un cdrom con una mole di dati riservati dell’arma dei carabinieri, di cui non si è mai capito come sia entrato in possesso, un episodio per cui ad aprile sono saliti sul banco dei testimoni due pezzi da novanta del vecchio servizio segreto civile come Mauro Obinu e Lorenzo Narracci.
Pici e il renziano Singetta contro il consiglio comunale di Lagonegro
Solidarietà bipartisan a Di Lascio POTENZA - «Esprimo viva solidarietà alla consigliera Maria Di Lascio, capogruppo dell’opposizione al Comune di Lagonegro, dichiarata decaduta dal suo incarico con delibera del Consiglio comunale». E’ quanto ha dichiarato il consigliere regionale del Pdl e coordinatore provinciale di Potenza, Mariano Pici, all’indomani dell’esplosione del caso del distributore della discordia e dell’ “espulsione” della pasionaria del Sirino per un presunto conflitto d’interessi con l’amministrazione, in quanto ex amministratrice e formalmente anche ex titolare di una società, la Mavidil srl, in causa con il Comune. Per Pici «si tratta di un provvedimento ingiusto, inopportuno ed ingiustificato che muta il risultato elettorale del 2011 e che priva l’assise comunale di una consigliera che si è sempre spesa per il bene e nell’interesse del territorio. Sono certo – prosegue il consigliere regionale - che in sede giudiziaria la vicenda sarà chiarita e definita, consentendo alla consigliera Di Lascio di continuare a svolgere la sua attività ed il delicato ruolo di capo dell’opposizione». Un augurio a cui va sommato un pesante retropensiero. «Non vorremmo – conclude il coordinatore provinciale del Pdl – che dietro questa decisione ci sia, da parte di taluni, la volontà di “sbarazzarsi” di uno scomodo consigliere eletto democraticamente». Ma se la solidarietà dell’universo di centrodestra poteva sembrare un fatto scontato, visto il colore dell’amministrazione di Lagonegro, colpisce che ieri parole di conforto per Maria Di Lascio siano arrivate anche dall’altra parte dello schieramento politico. «La pervicacia con cui la maggioranza del Comune di Lagonegro ha inteso af-
frontare la vicenda legata alla presunta incompatibilità di Maria Di Lascio, capogruppo di “Per Lagonegro”, era meritevole di ben altre problematiche». Così Alessandro Singetta, consigliere regionale, appena passato dall’Api nella schiera dei democratici renziani, secondoil quale«senzavolerentrare nelmerito delle problematiche giuridiche legate alla presunta incompatibilità della Di Lascio, non si può non stigmatizzare l’atteggiamento della maggioranza che, in questo modo, ha inteso risolvere i suoi conflitti con l’opposizione. Trasformare le aule consiliari in aule di “giustizia” è sempre sbagliato, anche per l’idea, che si trasferisce all’esterno, di non gradire alcun controllo da parte di chicchessia». «Maria Di Lascio, in poco più di un anno dalle elezioni – sostiene ancora Singetta - ha portato al centro della discussione politica molte vicende importanti per il futuro del suo paese; oggi si vede privata, da una decisione discutibile (dal momento che non è più né socia, né amministratrice della società che ha attivato una causa con il Comune), del suo diritto di rappresentare una larga fetta dei lagonegresi che si erano espressi in suo favore in occasione delle ultime consultazioni amministrative. Non penso che tutto ciò – conclude Singetta – giovi alla democrazia e al dibattito politico». Parole a parte resta quindi da vedere come andrà a finire il ricorso già annunciato dall’ex capogruppo della minoranza nel Comune di Lagonegro. Al centro della vicenda c’è poi pure la richiesta di quasi 700mila euro di risarcimento da parte della Mavidil srl, società che gestisce un distributore all’ingresso del paese, nei confronti dell’amministrazione, e dell’annullamento di note e verbali di
Maria Di Lascio
collaudo della stazione di rifornimento della Tamoil di via Roma. Si parla di concorrenza sleale a causa di una serie di violazioni di norme e regolamenti anche di sicurezza e rispetto dell’ambiente. Tutte cose su cui l’amministrazione avrebbe chiuso un occhio. Maria Di Lascio nei giorni scorsi aveva ceduto alla madre le sue quote nella Mavidil per sanare ogni possibile conflitto d’interesse derivante dalla causa in corso, ma non è stato considerato sufficiente. Qualcuno in maggioranza ha fatto notare la data di nascita della signora. Altri il fatto che la stessa fosse stata già indicata dalla figlia in sua sostituzione come amministratrice. E nella seduta di martedì con 8 voti e una scheda bianca (astenuta l’opposizione) il Consiglio comunale ha dichiarato la sua decadenza. l.amato@luedi.it
Estratto da: La Gazzetta del Mezzogiorno - 25.10.2012
PAG. 10
POTENZA CITTÀ E PROVINCIA I VII
Giovedì 25 ottobre 2012
SICUREZZA
Basilicata Mezzogiorno
MICROCRIMINALITÀ IN CITTÀ
LA VITTIMA Una donna ha riportato fratture ed escoriazioni durante il tentativo di scippo. La prognosi è di quaranta giorni
L’AREA VERDE I cittadini tuonano: «È l’effetto di un parco abbandonato a se stesso, terra di conquista di malitenzionati»
Scippo a Montereale residenti in ansia
PAURA Il luogo dello scippo di martedì sera. Sono ancora presenti le tracce di sangue della vittima [foto Tony Vece]
Appello a maggiori controlli dopo l’episodio di martedì EMANUELA FERRARA l C'è ancora il sangue davanti al portone. Lo scippo, avvenuto con brutalità martedi sera in via della Pineta, nei pressi di Montereale - che è costato diverse fratture alla vittima, finita in ospedale con una prognosi di 40 giorni - lascia profondamente scossa la cittadinanza. Non solo chi in quella zona di Potenza abita ma anche quanti, per un motivo o per l’altro si ritrovano a frequentare il parco di Montereale. «Le modalità con cui è avvenuto lo scippo - commenta Marco Lapenna, cittadino del posto - mi lasciano molto turbato». La signora, vittima del misfatto è stata infatti scaraventata a terra davanti agli occhi della figlia che non ha potuto far altro che urlare. Due grosse ferite alla testa - continua Lapenna - e forti dolori alla spalla ed al polso. Il malvivente è fuggito prendendo le scale che portano sul ponte Montereale, portando via con sé la borsa». E lasciandosi dietro tanto sgomento. «Non ci sentiamo sicuri in questa zona che pur essendo centrale è lasciata nell’abbandono totale - dichiara la signora Antonia Caggiano - La sorveglianza è scarsissima, l’illuminazione pressochè assente e la paura la fa da padrona». Non siamo a Napoli o in un’altra
grande città, commenta qualcuno, eppure questo non è un episodio isolato: «Un anno fa - dichiara la signora Balan Anca - è avvenuto un caso simile, per non parlare di tutto quello a cui quotidianamente assistiamo». Carrozzerie di macchine graffiate, pneumatici rubati e tanta sporcizia. Questi gli elementi che stanno caratterizzando la centralissima Montereale. «E pensare sottolinea amareggiata la professoressa Annamaria Avena che ha appena portato i ragazzi del liceo artistico a svolgere le ore di educazione fisica in questa zona - che prima questo era il parco degli sportivi. Ora, come mi fanno notare i miei alunni, è il luogo in cui coppiette irrispettose si vanno ad appartare, e chissà cos'altro». Ed in questo altro si registra anche « la presenza di quello che definirei un maniaco sessuale - dice la signora Agnese Panetta Un uomo che molesta le ragazze masturbandosi per strada». Situazioni queste che lasciano sgomenti. «Pensiamo non solo a noi giovani che magari possiamo prendere degli accorgimenti - dichiara Cristian Dema - ma alle persone anziane colpite a più riprese dalla microcriminalità, non solo qui a Montereale ma ovunque. Sono quasi all’ordine del giorno anche qui a Potenza notizie di falsi postini o addetti di enti quali Enel o
Italgas che si introducono negli appartamenti degli anziani e rubano. Di sicuro è rimasto davvero ben poco». «La microcriminalità purtroppo esiste anche nel nostro capoluogo - afferma la signora Rosaria Ragone - I delinquenti locali sono sempre in numero maggiore, non siamo certo a Scampia ma non siamo esenti da nulla. Parlando della zona specifica non posso che evidenziare i tanti problemi strutturali, non ultimo la sicurezza in sé del ponte». «Questo ponte - le fa eco la signora Patrizia Caruso - è malandato, la zona non è illuminata ed episodi analoghi si sono registrati anche di giorno». La paura è dunque presente in ogni cittadino che fatica a sentirsi protetto, « i controlli scarseggiano - dichiara Michele Logiurato - ed il timore aumenta. I parchi andrebbero tenuti più sotto controllo, non è possibile che siano utilizzati come luoghi di incontro tra ragazzini ubriachi, drogati e teppisti». È paradossale constatare come nel resto della città ed in particolare nella periferia le varie strutture e i parchi stiano sempre più diventando centri di aggregazione sicuri e a disposizione di tutti, mentre il parco di Montereale, primo vero parco cittadino situato in pieno centro, viva questo stato di disagio e degrado.
.
Patrizia Caruso
Marco Lapenna
Michele Logiurato
Rosaria Ragone
Cristiano Dema
Balan Anca
Antonia Caggiano
Annamaria Avena
Agnese Panetta
Estratto da: Il Quotidiano della Basilicata - 25.10.2012
PAG. 11
Basilicata Mezzogiorno
Potenza 21
Giovedì 25 ottobre 2012
L’assessore provinciale alla Viabilità, Nicola Valluzzi, ha annunciato che non ci sono soldi
Se nevica la colpa è del Governo
L’ente non è in grado di garantire le attività di sgombero sulle strade IL messaggio è secco: se dovesse nevicare i cittadini possono pure arrangiarsi da soli perché la Provincia di Potenza non è «più in grado di garantireconefficacia ecertezzaleattività di sgombero neve sulla viabilità di competenza». Così Nicola Valluzzi, assessore alla Viabilità e ai trasporti della Provincia di Potenza, nel corso della riunione del Comitato operativo per la viabilità, convocato dalla Prefettura di Potenza al fine di definire la pianificazione delle attivitàdi gestione del traffico, lungo il tratto lucano della A3 Sa - Rc, nel corso delle emergenze che dovessero verificarsi nella prossima stagione invernale per effetto di precipitazioni nevose. Insomma cittadino, pardon automobilista avvisato, automobilista salvato. Il piano, predisposto dall'Anas d'intesa con le Prefetture interessate, vedrebbe come ogni anno coinvolta anche la Provincia di Potenza quale ente responsabile della viabilità individuata come percorso alternativo, nei casi di chiusura al transito dell'autostrada A3 nel tratto lucano e dello svincolo Sicignano - Potenza. Ma l’Ente provinciale «non può più organizzare un piano neve efficace che garantisca con certezza la transitabilità veicolare dei percorsi alternativi a quello autostradale». Il motivo? Presto detto: mancano i soldi la colpa è dei tagli imposti da Roma. Pertanto «occorre - tieni a precisare Valluzzi - la piena consapevolezza di questa nuova condizione da parte di tutti gli attori istituzionali: Governo, Regione Basilicata e Anas. Senza risorse finanziarie sufficienti nessun servizio può essere garantito e a pagare dazio saranno, come al solito, solo i cittadini». Non è questa la novità. Non «è utile - continua - riepilogare, ancora una volta, la somma dei tagli lineari imposti nell'ultimo biennio al sistema delle autonomie locali e , in particolare, alla Provincia di Potenza» ma serve «piuttosto continuare nell'azione intrapresa di rigore e qualificazione dell'amministrazione locale, così come servirebbe equità e competenza anche nella indistinta imposizione di sacrifici a tutti. Avremmo voluto questo da un Governo di tecnici». Proclama politico a parte rimane il fatto che se dovesse nevicare - e l’auspicio è che non accada quanto accaduto lo scorso febbraio - meglio che gli automobilisti e i cittadini si organizzino per proprio conto visto che la Provincia non
IL COMMENTO
Compiacersi di comunicare la paura di LUCIA SERINO
Una strada del capoluogo a febbraio dello scorso anno
garantisce nulla. Ma questo a Valluzzi importa poco visto che dopo l’annuncio continua nella sua tirata: «non mi pare che il Parlamento si sia sforzato granché per autoriformarsi, nonostante l'emergenza nazionale, né che il Governo “dei professori”, chiamato a
salvare il Paese, si sia interessato al taglio di quei costi esorbitanti o alle indifferibili riforme delle due camere e delle innumerevoli società pubbliche partecipate dai singoli ministeri». Insomma: piove, Governo ladro. Alessia Giammaria
«BISOGNA tener conto del peso delle parole e della durezza delle requisitorie, soprattutto per la delicatezza degli interessi in gioco». Lo scrive, con riferimento alla questione delle province, il capogruppo regionale del Pd, Vincenzo Viti. Si riferisce a noi giornalisti ai quali dice: non siate osservatori compiaciuti della dissoluzione prossima ventura. Queste parole mi sembrano perfettamente rispedibili al mittente, cioè alla classe politica, in particolare a quella politica che - con stile davvero sorprendente e discutibile - fa proclami come quello che è arrivato ieri dalla provincia di Potenza. Ci fanno sapere che non ci sono soldi per l'emergenza neve. Ci fanno sapere che l'incolumità dei cittadini non potrà essere garantita. Il governo - è il senso della posizione - taglia trasferimenti e enti, e noi non possiamo assicurare servizi ai cittadini.
Il governo - si legge - è inoltre responsabile della mancata eliminazione dei privilegi dei parlamentari. C'è un'intima perfidia in questa posizione, una sconcertante concezione vendicativa della politica - (e poi: di privilegi attorno alla Provincia non ce ne sono mai stati, vero presidente Lacorazza?) una compiaciuta deresponsabilizzazione da trasmettere a tutti i costi ai cittadini, oggi che c'è ancora il sole, oggi che la neve è ancora lontana, ma non tanto da non tenere ancora a mente il disastro dell'anno scorso. Toccare l'emotività di tutti noi, in pratica terrorizzarci: e cosa potremmo fare noi oltre ad avere paura? Piuttosto cercate - cerchiamo, se volete una soluzione. Ma annunciare il disastro proclamandosi anime belle no. Non è giusto. Non è corretto. Significa aspettare, con inspiegabile cinismo, la tragedia che arriverà, per dire: noi l'avevamo previsto. l.serino@luedi.it
Domiciliari per i due sorpresi a rubare alla Sider. Obbligo di firma per 3 che asportavano pannelli
Furti, la Polizia arresta 5 persone In entrambe le operazioni le segnalazioni sono giunte da alcuni cittadini E’ DI cinque arresti il bilancio delle operazioni di controllo del territorio messe in atto, negli ultimi due giorni, dagli agenti dell’Ufficio Prevenzione generale e soccorso pubblico e della Squadra mobile. Gli arresti sono stati possibili anche grazie alla crescente collaborazione tra cittadini e forze dell’ordine. Cittadini che, in tutte e due le operazioni, dopo avere notato qualcosa di sospetto non hanno esitato a chiamare il 113. Ieri sono stati arrestati S.L. di anni 34 e G.V. dianni 47, entrambi residenti nella provincia di Potenza, perché sorpresi, in flagranza di reato, a rubare materiale ferroso all’interno della Sider Potenza. I due uomini, mentre stavano caricando su di una autovettura la refurtiva, sono stati notati da alcuni cittadini che insospettitisi, hannoallertatola Poliziacheèprontamente intervenuta riuscendo così a bloccare i malviventi e a recuperare quanto trafugato - parte della refurtiva era stata già occultato - il cui valore ammonta a circa quattromila euro.
La Questura del capoluogo
Nei confronti dei due sono stati disposti gli arresti domiciliari in attesa di giudizio. Nell’ambito dei servizi di controllo del territorio finalizzati alla prevenzionegeneraledei reati,inmodoparticolare nell’area di Bucaletto, gli agenti delle volanti della Questura di Poten-
za, hanno tratto in arresto tre giovani intenti a rubare un prefabbricato. I malfattori avevano già smontato il tetto collocandolo su un camion quando, accortisi dell’arrivo della Polizia, hannotentatodi dileguarsiprendendovie diverse di fuga; tentativo vanificato dalla prontezza degli operatori che li
hanno bloccati. Giudicati con il rito direttissimo i tre, in attesa dell’udienza definitiva, sono stati sottoposti all’obbligo di firma per ben tre volte al giorno presso gli uffici della Questura di Potenza. L’arresto segue di pochi giorniilrinvenimento diunsacchettocontenente diversi proiettili calibro 7,65 e il deferimento in stato di libertà di un altro cittadino per aver forzato la serratura d’ingresso di un altro prefabbricato ed essersi introdotto all’interno, nonostante lo stesso fosse regolarmente assegnatoed abitato daaltro residente . L’attività di controllo del territorio, disposta già da tempo dal Questore e attuata dal personale delle Volanti, diretto dal Commissario Capo Michele Geltride, appare quanto mai significativa sul piano della prevenzione dei reati in genere ed in particolar modo dei furti. L’intensificazione dei servizi di prevenzione unitamente ad una fattiva collaborazione richiesta ed ottenuta da parte dei comitati di quartiere e dei cittadini, ha portato a una riduzione dei crimini.
L’INTERVENTO
RIFIUTI
La Ola e quell’autogol di Macchia e Altobello I DELUDENTI risultati della raccolta differenziata illustrati rappresentano in termini calcistici un autogol per i due esponenti degli enti inadempienti. Essi infatti hanno illustrato il fallimento della gestione rifiuti con pochissimi comuni vicini all’obiettivo del 60 per cento di raccolta differenziata, fissati tra l’altro ormai tempo addietro e con una percentuale regionale che si attesta ad uno insufficiente 18 . Questi risultati sono il frutto di politiche gestionali sbagliate sia a livello regionale sia di Province. Alcuni Comuni mostrano addirittura una diminuzione nella percentuale di raccolta differenziata negli anni, segno che non si sono attuate a livello di regione e province politiche gestionali capaci di sostenere i comuni. Si continua ad incentivare la raccolta multimateriale che rappresenta una metodica ben diversa dal-
la raccolta differenziata. Quest’ultima va realizzata a domicilio e non nel cassonetto in strada che invece non dovrebbe esserci. La separazione di tutte le frazioni recuperabili vanno poi conferite presso centri specializzati per il recupero a freddo dei materiali. Tali semplici principi dovrebbero rappresentare l’Abc delle politiche gestionali, oggi invece incentrate all’incenerimento del Css (Combustibile solido secondario) presso l’inceneritore Fenice (oltre 35mila tonnellate all’anno), cementifici e finte centrali a biomassa ed all’ampliamento delle discariche attraverso ordinanze emergenziali emanate dal presidente della giunta regionale che si appresta a redigere una modifica al Piano regione di gestione dei rifiuti affidato al Difa dell'Università della Basilicata che punta su incenerimento e discari-
che. Il risultato non può che essere quello illustrato da Macchia ed Altobello. Essi evidentemente non sanno o non vogliono risolvere a monte le cause della basse percentuali di differenziata che riguardano ancora molti comuni lucani e si ostinano a perseguire modelli gestionali errati. Sollecitiamo ancora una volta la Regione Basilicata a cambiare indirizzi, con approcci alla problematica che puntino sulla realizzazione di centri per la produzione di compost verde da destinare all’agricoltura (e non come è attualmente con centri per la produzione di compost grigio derivante dalla separazione dei materiali ad alto contenuto energetico dalla frazione umida dei rifiuti), situati in punti baricentrici rispetto ai bacini di utenza, in sostituzione dei centri di trasferenza,
oggi sono diventati “piccole discariche”. La raccolta e riutilizzo della frazione organica può rappresentare oltre il 30 per cento delle frazioni merceologiche derivanti dalla raccolta differenziata. E’necessario però organizzare su scala regionale un servizio di raccolta porta a porta che ponga come obiettivo “rifiuti zero” (riduzione dei rifiuti prodotti presso le famiglie e le aziende) rendendo efficace un sistema di gestione del ciclo di rifiuti su scala locale che punti al riciclo a freddo, evitando il conferimento dei rifiuti in discarica e presso gli inceneritori. Un sistema questo inquinante e costoso per i cittadini, finalizzato solo ad alimentare il business del trasporto e della gestione privata delle discariche. Ola Organizzazione lucana ambientalista
368 kg a testa LA Basilicata è una delle regioni in cui si producono meno rifiuti rispetto alla media nazionale: i lucani, infatti, ne hanno «cestinati» 368 chili a testa nel 2011, e 377 nel 2010, rispetto a una media italiana che due anni fa era di circa 536 chili procapite (495 quella del Mezzogiorno). I dati emergono dal rapporto «Prime analisi sui dati di produzione di rifiuti solidi urbani e raccolte differenziate in Basilicata nel 2011», realizzato dal Servizio regionale di gestione integrata dei rifiuti, e illustrato dall’assessore provinciale all’Ambiente, Macchia, e dal commissario del Servizio, Altobello. Per quanto riguarda la differenziata, si registra un “lento ma progressivo aumento» che è ancora lontano dalle quote previste dal Por Basilicata (40 per cento entro il 2013) e dalle norme nazionali (65 per cento entro il 2012).
Estratto da: La Gazzetta del Mezzogiorno - 25.10.2012
PAG. 12
II I BASILICATA PRIMO PIANO
Basilicata Mezzogiorno Giovedì 25 ottobre 2012
PIANETA GIOVANI
MENTALITÀ I lucani over 30 si avvicinano al mondo del lavoro con meno pregiudizi. Non si fossilizzano sulle aspettative della loro laurea
DISOCCUPATI ED «ETICHETTATI»
Altro che schizzinosi «Qualunque lavoro va bene» Storie di ragazzi lucani che smentiscono le parole del ministro Fornero MASSIMO BRANCATI l Da bamboccioni a schizzinosi, passando per scansafatiche e debosciati. Quante definizioni coniate, in tutti questi anni, dal politico di turno per identificare i giovani, quasi a voler scaricare sulle loro spalle la responsabilità della mancanza di lavoro e di programmazione. L’uscita del ministro Elsa Fornero è l’ultima della serie: ha detto che i ragazzi sono troppo schizzinosi, troppo «choosy» e che per il primo impiego dovrebbero sapersi accontentare. Proprio come ha fatto sua figlia che di posti fissi ne ha due: professore associato di Genetica medica alla facoltà di Medicina dell'Università di Torino (dove insegnano padre e madre) e responsabile della ricerca alla fondazione Hugef. Questo significa accontentarsi. Le «bacchettate» alle nuove generazioni sono giunte anche dal ministro dell’Interno Annamaria Cancellieri secondo cui i ragazzi devono rinunciare al lavoro accanto a mamma e papà e darsi una mossa. Ma non ha detto che il figlio, un top manager, ha cominciato la sua brillante carriera proprio aggrappandosi al percorso professionale della madre. Quelle di Fornero e Cancellieri sono stilettate che si inseriscono nel solco tracciato
dall’ex ministro Padoa Schioppa. Lo ricordate? Fu lui, nel 2007, a dire che i giovani sono mammoni, bamboccioni attaccati alle famiglie d’origine. Invitò i ventenni a tagliare il cordone ombelicale con mamma e papà, lanciando la proposta di un aiuto di mille euro all’anno per chi prendeva una casa in affitto. Progetto abortito. Il suo appello trova ancora oggi una sponda in Basilicata, regione che registra un alto numero di over 25 ancorati alle rispettive famiglie. Una ricerca dell’Istituto lard, in particolare, ha dimostrato che su 2.500 giovani lucani tra i 25 e i 29 anni, più della metà (57,3%) vive ancora con i genitori. Non si tratta sempre di una necessità economica, né del ritorno a una famiglia di tipo patriarcale. Secondo i sociologi dell'Istituto, invece, è il risultato di una società permissiva e consumista che non riesce più a soddisfare le aspettative dei giovani per i quali la famiglia diventa un rifugio. Sono più gli uomini che le donne (67.4% contro 45.9%) i «mammoni» di Basilicata. Un dato che riporta al vecchio luogo comune che se una donna non si sposa è un’acida «zitelIa», mentre l' uomo è un buon «vitellone». Un pregiudizio superato in molte società, ma che nell' area mediterranea è ancora molto sentito, tanto che fra le «mammone» intervistate
«BAMBOCCIONI»
Il 57% dei lucani tra i 25 e i 29 anni vive ancora con i propri genitori
nell’ambito della ricerca molte rinunciano all'indipendenza proprio per risparmiare per il matrimonio. Ma i «bambini» di 30 anni in realtà alcune attenuanti le hanno. lnnanzitutto Ia struttura della scuola e deIl’università. La scuola superiore termina a 18 anni. Quindi si va all’università e si finisce il ciclo di studi a 24-25 anni. Poi c`è la specializzazione o il tirocinio professionale, ma i ragazzi, mancando campus e alloggi universitari, fino a quell’età vivono in famiglia. Una volta entrati nella società e diventati adulti faticano ormai ad abbandonare le comodità di cui hanno sempre goduto. Anche la difficoItà di trovare lavoro e Ia mancanza di fatto di un'edilizia popolare giocano un ruolo decisivo. È vero, per molti giovani questa incertezza porta a ritardare le scelte definitive e a cercare rifugio nella famiglia, ma alla fine diventa anche una scelta: quella di piegarsi alle circostanze. II risultato? L' esaurimento della famiglia stessa, che non si rinnova. Questi «mammoni», infatti, una volta che se ne vanno di casa e si sposano, non riescono a tagliare il cordone ombelicale che li ha alimentati per anni. E i genitori, cosi abituati a far parte della vita del figlio/a, si inseriscono nel loro matrimonio, nelle piccole e grandi cose. Della serie: io, mammeta e tu.
APPROCCIO
Cambia l’atteggiamento nei confronti di lavori considerati umili
POTENZA SARA MECCA, LAUREATA IN LETTERE E FILOSOFIA, LASCIA IL PRECARIATO DELLA SCUOLA
CALVELLO GIUSEPPE POMPEO, LAUREATO IN ECONOMIA, SI OCCUPA DI CONSULENZE
Cameriera e aiuto-cuoca Studente e lavoratore dalla cattedra alla cucina per rincorrere i propri sogni l Sognava di fare l’insegnante. C’è l’ha nel Dna, visto che entrambi i genitori hanno lavorato nel mondo della scuola. Ma dopo continui pellegrinaggi in cerca di sbocchi occupazionali e scampoli di cattedre, con stipendi che non riuscivano a coprire neppure le spese della trasferta, ha deciso di gettare la spugna e di cambiare registro. La sua laurea in Lettere e Filosofia è finita in un cassetto così come il suo sogno di diventare una prof. Ma Sara Mecca, 27 anni, di Potenza, è tutt’altro che «schiz-
PASSIONE Sara Mecca, 27 anni, di Potenza. Dopo scampoli di supplenze a scuola ha scelto un’altra strada
zinosa», come in questi giorni il ministro Fornero ha etichettato i giovani italiani, e pur di lavorare si è adattata a far di tutto. Partendo dal ruolo di cameriera fino ad approdare a quello di aiuto cuoco in un ristorante. Dalla filosofia ai fornelli. Un ripiego? «Certo, avrei preferito insegnare, ma purtroppo soprattutto oggi la scuola offre poco in termini occupazionali.
Tanti miei amici che hanno intrapreso la carriera didattica sono a spasso, o al massimo si devono accontentare di fare il precario a vita». L’idea di «investire» sulla cucina da dove nasce? «È stato un caso. Per guadagnare qualcosa ho accettato di fare la cameriera in un ristorante. Piano piano mi sono appassionata al lavoro dei cuochi, chiedendo notizie su come si preparava un piatto, su pietanze varie. Alla fine, per una serie di coincidenze fortunate, mi sono ritrovata in cucina a dare una mano e hanno visto che me la cavavo. Ora i piatti li preparo, non li servo. Ci pensa qualcun altro». Se le dicessero che è pronta per lei una cattedra mollerebbe tutto? «Forse un anno fa sì, ma ora è questo il mio mondo. E mi piace». E la laurea? «È una dote di cultura che custodisco con orgoglio. Non mi serve per il lavoro che faccio adesso, ma nella vita di tutti i giorni sì». Cosa consiglierebbe a un suo coetaneo che, pur laureato, non riesce a trovare un posto di lavoro? «I tempi sono cambiati e bisogna adeguarsi. Il mio fidanzato l’ha capito. Non è laureato, ma diplomato in Ragioneria. Potrebbe fare l’impiegato, ma ha scelto di diventare un idraulico. Guadagna bene, più dei suoi amici che magari lavorano in ufficio». Vi sposerete? «Non lo so. Ci vogliamo bene, ma non abbiamo ancora affrontato il tema del matrimonio. Forse siamo entrambi un [ma.bra.] po’ bamboccioni».
l Laureato in Economia e Commercio nel 2006, incarna la figura del giovane che non è né bamboccione, né schizzinoso. Giuseppe Pompeo, 30 anni, lavora alla Smartpaper - azienda che si occupa di inserimento dati e servizi - ed è di Calvello. Si è trasferito a Potenza per lavorare ma anche per studiare all’università, coniugando, con grandi sforzi, entrambe le cose. Entrato nella società con contratti mensili, è riuscito a spuntare un rapporto di lavoro a tempo indeter-
VOLONTÀ Giuseppe Pompeo, 30 anni, di Calvello. Ha preso la laurea magistrale mentre lavorava
minato, occupandosi di servizi consulenziali: «Ho lottato per consolidare la mia posizione lavorativa - racconta - e ci sono riuscito. Nel frattempo ho studiato per raggiungere la laurea magistrale vivendo nel capoluogo per poter conciliare lavoro e studio». È soddisfatto del suo impiego? «Certo, apprezzo questo lavoro, ma naturalmente punto a crescere sotto il profilo professionale, cercando di far
fruttare al massimo i miei studi». Quando ha deciso di iscriversi all’università era questo l’approdo che sognava? «Avevo una doppia strada, la carriera professionale o l’affermazione in una grande azienda. Posso dire di aver raggiunto un obiettivo, ma, ripeto, ambisco a migliorare e a raggiungere sempre nuovi traguardi». Il ministro Fornero dice che oggi i ragazzi vogliono tutto e subito. Non si accontentano di partire dal basso... «Forse più di 10 anni fa era proprio così, ma oggi la carenza dell’offerta di lavoro è troppo evidente. Non ci si può permettere questo approccio. I giovani non sono schizzinosi: anche se un titolo di studio può qualche ambizione in più, è giusto sapersi accontentare. Questo, naturalmente, non significa smettere di rincorrere i propri sogni e le proprie aspirazioni». Come sta facendo lei? «Già. Bisogna sempre avere la voglia di lottare. Sono contento del lavoro che faccio ma ho continuato la mia carriera universitaria perché naturalmente vorrei puntare sempre più in alto. Sono convinto che più si va avanti e più il mercato del lavoro premierà le competenze». Crede nella meritocrazia? «Sì. È vero, i raccomandati probabilmente avranno sempre una corsia preferenziale, ma la crisi costringerà il tessuto produttivo a puntare sempre di più sulle capacità e sulle [ma.bra.] competenze».
Estratto da: La Gazzetta del Mezzogiorno - 25.10.2012
PAG. 13
Basilicata Mezzogiorno
BASILICATA PRIMO PIANO I III
Giovedì 25 ottobre 2012
In cerca di un posto di lavoro Impegnati a spedire curriculum vitae: nessuna risposta
OLIO DI GOMITO Rocco Pennella al lavoro nell’autolavaggio di Melfi
Quelli che... il curriculum è l’unico impegno giornaliero. Passando per i corsi di formazione, i master e le alte specializzazioni. La Basilicata è tra le regioni con il grado di scolarizzazione più elevato, tanti laureati che prima o poi approdano alla decisione di emigrare. Non a caso, secondo le ultime rilevazioni dell’Istat, mediamente ogni anno dal territorio lucano se ne vanno circa 2.000 giovani. Destinazione nord o estero, alla ricerca di sbocchi professionali, di opportunità, di chance di successo. Chi resta è convinto che prima o poi troverà la sua strada. Nel frattempo si arma di santa pazienza e spedisce curriculum vitae a destra e manca, nella speranza di intercettare l’interesse di enti o imprenditori privati. Di un’azienda, di una società. Ma quante volte questo «popolo dei curriculum» ha ottenuto una risposta?
.
MELFI LA STORIA DI ROCCO PENNELLA, 34 ANNI, LAUREATO ALLA SAPIENZA DI ROMA CON UNA TESI SULL’IMPATTO DELLA FIAT-SATA
Il sociologo che lava le auto «Così mi guadagno da vivere» ANTONIO PACE
POLEMICA Nella foto a sinistra il ministro del Lavoro, Elsa Fornero, al centro di polemiche dopo le sue dichiarazioni sui giovani: «Sono schizzinosi di fronte al lavoro e non si accontentano mai»
.
l La sfida al Ministro Elsa Fornero la lancia Rocco Pennella, 34 anni di Melfi, laureato in sociologia alla Sapienza di Roma dove ha discusso la tesi «sull’impatto socio-economico dello stabilimento Sata di San Nicola di Melfi» e ora per poter vivere fa il lavamacchine in un autolavaggio. Da quando si è laureato sono passati circa dieci anni e non è riuscito a trovare un lavoro retribuito, nemmeno saltuario per poter vivere dignitosamente. Finalmente, dopo tanto, un autolavaggio l’ha assunto e ora si applica con passione sulle car-
rozzerie delle autovetture dei clienti, cosi come si applicava prima sui libri universitari, convinto com’era che un giorno quei testi gli avrebbero dato il «pane» per vivere «perché il lavoro non è mai stato considerato una vergogna». Finita l’università, il giovane Rocco, torna a Melfi con tanta voglia di fare anziché fuggire verso l’estero, ma, come spesso accade si è scontrato con la dura realtà della disoccupazione: tutte le porte del lavoro chiuse. Per non annoiarsi diventa volontario della Croce Rossa. Intanto il tempo passava infruttuosamente, ma Rocco non si è mai stancato di chiedere il lavoro, uno qualsiasi, in tutti
IMPEGNO
In attesa di un’occupazione è stato volontario della Cri
LAURIA ROSANGELA ROSSI, 25 ANNI, LAUREATA IN LINGUE E CULTURE MODERNE
gli esercizi commerciali (bar, gelateria, forni, pizzerie, officine, ecc.). Dopo tanto è riuscito a trovare dove poter lavorare: un autolavaggio a lavare le macchine, dentro e fuori. Un lavoro duro con i piedi e le mani sempre nell’acqua, ma, il dott. Rocco Pennella, senza nessuna esitazione accetta e ancora oggi continua a lavare le macchine. «Altro che cloosy (fare i difficili, gli schizzinosi ndr) come ci ha definito il Ministro Fornero – ha detto il sociologo Rocco Pennella – il problema dei problemi in questo Paese è il lavoro, nel senso più ampio del termine. Uno Stato che non si preoccupa di dare delle risposte reali alla mia
e alle prossime due ( dai 20 ai 34 anni) generazioni, che già sapevano di non poter contare sul posto fisso, è uno Stato che non ha un progetto per il futuro. Capisco che il Ministro è una intellettuale, professore universitario, esperta di lavoro, ma uscire con quella posizione ha dimostrato di non conoscere la realtà in cui versa il mondo del lavoro giovanile , dove solo un giovane su quattro lavora e anche in modo precario! Spero che questa mia generazione venga coinvolta non solo nella fase di ammodernamento ma anche nella nuova logica politica amministrativa che uno Stato moderno dovrebbe attuare.
PORTE CHIUSE
Dieci anni di ricerca infruttuosa. Alla fine ha trovato un autolavaggio
LAGONEGRO SALVATORE TRUNFIO, 46 ANNI. HA CAMBIATO DIVERSI MESTIERI
Dopo anni di studio Una laurea in Agraria serve caffé e bibite al bar «E ora vendo i giornali» PINO PERCIANTE l «Ho la laurea, ma faccio la barista». Rosangela Rossi, 25 anni, di Lauria, laureata in lingue e culture moderne (laurea triennale), aspettava di fare l’insegnante. Invece, serve bibite e caffè ai tavoli di un hotel a Castrocucco di Maratea. «Questo ho trovato e questo faccio», dice. «Sto anche alla reception ma non è un’attività improntata principalmente sulle lingue». Ecco i giovani che non sono schizzinosi riguardo al
DIGNITÀ Rosangela Rossi, 25 anni, di Lauria. Lavora in un bar: «Macché schizzinosi, la verità è che il lavoro manca»
lavoro. «E non sono certo l’unica. Se mi guardo intorno vedo molti altri laureati come me che fanno tutt’altro rispetto a quello per cui hanno studiato molti anni e ne deduco che non siamo schizzinosi come dice la ministra Fornero. In giro lavoro non ce n’è. Trovare lo sbocco adeguato al titolo che uno ha è sempre più difficile, quindi ci accontentiamo di ciò che troviamo. E vi assicuro che siamo in tanti a farlo, altro che schiz-
zinosi. Con questo non voglio dire che il lavoro che faccio sia da buttare. Direi tutt’altro, ma non è quello per cui ho studiato tanti anni». E ancora Rosangela rigetta l’accusa che i giovani sono viziati. «La realtà è che questo è un paese che non crede in noi. Infatti non investe sulla ricerca, l’eccellenza scappa perché non vuole accontentarsi e la meritocrazia vale meno di niente. Ecco perché affermazioni come quelle della ministra non possono meravigliare più di tanto. Sono convinta che ora come ora essere quello che si vuole e fare ciò di cui si è capaci sia la vera forma di ribellione». Rosangela è stata anche una studentessa modello. Infatti, si è laureata col massimo dei voti e la lode nel 2010. Neppure un anno fuori corso. «Ho studiato inglese e tedesco – racconta sono stata anche in Germania per migliorare la conoscenza del tedesco. Dopo la laurea ho cominciato ad inviare curriculum a scuole, istituti privati, case editrici. Ma niente. L’unica risposta è arrivata qui dalla Tana di Maratea. Sempre per dimostrare che non siamo schizzinosi mentre studiavo ho fatto anche la baby sitter e, contemporaneamente, impartivo lezioni private. Dopo la laurea, per un po’ di tempo, ho fatto la promoter per un’agenzia di Bari che si occupa di prodotti commerciali. Ora sto completando gli studi con gli ultimi due anni della specialistica, ma ho il presentimento che alla fine sarò costretta ad andare via perché dopo tanti anni di sacrifici e gavetta è anche giusto che trovi uno sbocco adeguato al titolo che ho».
l Non è più tanto giovane. Ma da giovane ha scelto di mettere da parte la laurea per lavorare. Salvatore Trunfio, 46 anni, è laureato in agraria ma fa il giornalaio a Lagonegro. «Dopo la tesi di laurea, fui invitato a rimanere nell’ambito universitario con una borsa di formazione e successivamente con lavori a contratto, missioni, e quant’altro. Nel 1995 furono tagliati i fondi per la ricerca e così terminò il mio rapporto con l’università. Purtroppo non avevo una raccomandazione». Salvatore con-
PERCORSO Salvatore Trunfio, 46 anni, laureato in Agraria. Ha lavorato in un magazzino tabacchi prima di acquistare un’edicola
tinua a raccontare: «Nel 1996 sono diventato dipendente part time del magazzino tabacchi di Lagonegro. Oltre a scaricare i camion mi occupavo anche del resto, come l’accettazione richieste dei tabaccai, la stampa delle fatture e la consegna dei prodotti (due lavori, una paga). Nello stesso tempo ho continuato ad esercitare la libera professione fino al 2003, poi decisi di abbandonare perché nel frattempo ero stato assunto a
tempo pieno al magazzino tabacchi. A fine 2005, in seguito alla privatizzazione del Monopolio di Stato e della riorganizzazione logistica venne soppresso il magazzino di Lagonegro e rimasi completamente disoccupato. Per qualche anno mi sono arrangiato facendo diversi lavori saltuari finché, grazie ai miei risparmi, sono riuscito ad acquistare un edicola. Dal 2008 vendo giornali». Salvatore replica alla Fornero: «Come vede, cara Elsa, non sono uno schizzinoso, mi reputo un sopravvissuto perché sono uno dei pochi, della mia generazione, che senza «aiuti» è riuscito a non emigrare. Ho avuto occasione di sperimentare direttamente il mondo del lavoro della zona in cui vivo, non molto diversa da quelle delle altre regioni meridionali. L’emigrazione, al sud, è di casa da sempre». Salvatore aggiunge: Se gli italiani non accettano di fare determinati lavori è dovuto al fatto che spesso questi lavori sono retribuiti in nero o in modo non conforme alla busta paga. A questo punto una domanda sorge spontanea: chissà se i figli della ministra andrebbero a lavorare con una ditta edile o boschiva, agricola o del settore alberghiero, che gli dia il 50% di quanto previsto balla busta paga e con un impegno lavorativo di 12 o più ore al giorno? Sicuramente si perché non credo che siano schizzinosi, ma non può pretendere che tutti gli altri accettino di buon grado condizioni simili. Cara ministra, prima di nuove criticabili esternazioni, scenda nel mondo reale, venga a prendere un caffè da [p. per.] noi».
Estratto da: La Gazzetta del Mezzogiorno - 25.10.2012
PAG. 14
VI I POTENZA CITTÀ
RIFIUTI SOLIDI URBANI IL RAPPORTO DELLA PROVINCIA
Giovedì 25 ottobre 2012
DATO GLOBALE Deludente il risultato del Potentino (circa 19 per cento) e ancor di più quello regionale (17, 80 per cento)
La differenziata «vola» nei paesi dell’Alto Bradano GIOVANNA LAGUARDIA l La raccolta differenziata può funzionare anche in Basilicata. Soprattutto se viene fatta su scala comprensoriale. Lo dimostra l’exploit ottenuto dai comuni dell’area programma dell’Alto Bradano che, nel 2012, grazie all’avvio del porta a porta, hanno ridotto di almeno il 70 per cento (con punte fino all’80) la quantità dei rifiuti solidi urbani conferiti in discarica. Anche grazie a queste performance e a quelle di alcuni altri comuni virtuosi, nel periodo gennaio-dicembre 2012 sono state conferite in discarica circa 11 tonnellate di rifiuti in meno rispetto allo stesso periodo del 2011. È questo il dato emerso dal rapporto sulla produzione di rifiuti solidi urbani e raccolta differenziata, realizzato dal Servizio regionale di gestione integrata dei rifiuti, e illustrato ieri a Potenza, dall’assessore provinciale all’ambiente,
Basilicata Mezzogiorno
Massimo Macchia, e dal commissario del Servizio di gestione, Sabino Altobello. Per quanto riguarda, invece, i dati del 2011, contenuti nel report, soltanto sei comuni in tutta la Basilicata (Rotondella, Montescaglioso, Montalbano, Irsina, Rionero e Sasso di Castalda), hanno sperato la soglia di differenziata stabilita dall’obiettivo di servizio III del Por Basilicata, cioè il 40 per cento, mentre ci sono 15 comuni in cui non viene effettuato alcun tipo di differenziazione dei rifiuti. Globalmente il dato regionale e provinciale resta ancora lontanissimo dagli obiettivi nazionali e regionali, anche se si registra un piccolo incremento rispetto all’anno precedente: in Basilicata nel 2011 la differenziata ha raggiunto il 17,80% (19,87 nel Potentino e 14,50 nel Materano). E questo nonostante il fatto che i cittadini lucani sono quelli che in Italia producono la minore quantità di rifiuti (368 chili all’anno, circa 800
grammi al giorno contro i due chili di un cittadino della Lombardia). A condizionare il dato ci sono i progetti di raccolta differenziata per i bacini di Potenza e Matera inseriti nell’accordo Regione-Conai, annunciati ma non ancora partiti, oltre ad una serie di problemi strutturali. Il primo problema da affrontare, ha spiegato Altobello, è quello di «una gestione frammentata del servizio, e solitaria dei Comuni, passando a un unico gestore regionale in grado di unificare le modalità del servizio». Per l’assessore Macchia è necessario anche «incentivare gli enti locali, soprattutto per sostenere i costi di smaltimento in attesa che gli impianti lucani vengano completati». Entro il 2014, a tal proposito dovrebbero essere operativi gli impianti di compostaggio di Venosa e Sant’Arcangelo che produrranno compost di qualità per la produzione di emendante per l’agricoltura.
DIFFERENZIATA La presentazione dei dati alla Provincia di Potenza. In basso, un cassonetto multimateriale in città [foto Bianchi]
POTENZA FORZE DELL’ORDINE
EVENTO ARTE, POESIA E DOLORE
Questura di Napoli Barbara Strappato capo della sezione «catturandi»
Una serata al teatro Stabile per ricordare Elisa Claps
POLIZIA Barbara Strappato l «Nuovi specialisti arriveranno alla questura di Napoli per rafforzare la lotta alla criminalità organizzata». Ha annunciato il vice capo della polizia, prefetto Francesco Cirillo, al termine del vertice che si è tenuto in Procura e al quale hanno preso parte il procuratore Giovanni Colangelo (ex capo della Procura di Potenza) e il questore di Napoli Luigi Merolla. Tra questi «specialisti» c’è l’ex capo della Squadra mobile di Potenza, vicequestore aggiunto Barbara Strappato, che da qualche giorno (dopo cinque anni a Potenza) ha assunto la direzione della Sezione «Catturandi» della Questura di Napoli. La poliziotta del caso Claps e dell’inchiesta bis sulle toghe lucane si occuperà di stanare i latitanti della camorra. «La cattura dei latitanti è un’azione complicata - ha proseguito Cirillo - ma noi li cercheremo con grande determinazione e metteremo in galera chi merita la galera. Abbiamo studiato le strategie da prendere per combattere ancora meglio la camorra. C’è grande sintonia con la Procura e insieme abbiamo studiato qualcosa di efficace per dare concretezza alla nostra azione».
l Domani, alle 20.30, una serata al teatro Stabile in ricordo di Elisa Claps, la ragazza potentina uccisa e ritrovata nel sottotetto della chiesa della Trinità. Elisa rivivrà attraverso le arti e la sensibilità di tutti coloro che vorranno spontaneamente scrivere un pensiero e farne partecipi tutti i presenti in occasione dell' incontro. L’evento, organizzato dall’associazione culturale Borgo Antico Portasalza di Potenza, nasce con l'intento di rendere protagonisti della serata i presenti che lo desiderano attraverso la lettura di singole poesie in lingua italiana. Le poesie potranno essere composte da autori di ogni età, che ne daranno pubblica lettura o ne consegneranno gli scritti all'entrata in teatro per affidarne l' interpretazione, le letture saranno intervallate da momenti di musica, di danza, di canto e proiezioni. «È! Ricordo di Elisa» rappresenta il punto di partenza nel commemorare un ricordo di vita attraverso l'arte e la convivialità. All’iniziativa interverrà anche l’avvocato Giuliana Scarpetta, legale della famiglia Claps, che parlerà delle ultime novità sul fronte giudiziario. Tra gli artisti che hanno aderito alla manifestazione da segnalare Sugar Sound, Vito Viglioglia (Sette rose più tardi), i ballerini Della scuola di Tango «Brigan'Tango», Rosangela Lo Pomo (ballo), Davide Tantone & Nicoletta Pace (canto con video), Pina Stanco, Scuola di danza «La puerta del Sol», Marco Lopomo, Iole Cerminara, Francesco Scorza, Toni De Giorgi, Ethn’n’roll, Blue Cat Blues, Magda Raspatelli, Effetti Collaterali, Cinzia D’Angiolillo, Gabriella Bulfaro e Anna Faraone.
Estratto da: Il Quotidiano della Basilicata - 25.10.2012
PAG. 15
Basilicata Mezzogiorno
Matera Giovedì 25 ottobre 2012
27
REDAZIONE: Piazza Mulino, 15 - 75100 Matera - Tel. 0835.256440
I ragazzi hanno sottolineato l’importanza di edifici sicuri. L’Amministrazione prende tempo
L’Ipsia vuole una nuova sede
Gli studenti in protesta davanti alla Provincia, dal 3 ottobre ospitati in via Dante Un’ala della scuola collassata il 25 settembre MATERA - "Vogliamo una sede dove si possa studiare e lavorare". Gli studenti dell'Ipsia "L. Da Vinci" di Matera hanno le idee chiare. E ieri mattina non hanno scioperato perché la giornata di sole gli ha attirati fuori dalle classi; ma proprio perché, appunto, come è stato ricordato più volte ieri sotto la Provincia di Matera e nelle stanze del confronto fra studenti e Amministrazione provinciale, oggi le scolaresche del Professionale "maschile" sono espatriate: dal 3 ottobre, infatti, gli alunni sono stati accolti presso la sede centrale di via Dante, l'Itis "I. Morra" (ché il Professionale di contrada Rondinelle non è che sede associata del cosiddetto "femminile"). Eppure la soluzione non è che temporanea. Quindi, giustamente, i centocinquanta alunni hanno paura che per troppo tempo non possano usare i laboratori. Dunque escludendo dall'attività quotidiana addirittura la stessa base del loro studio. E che, inoltre, continuino per un periodo troppo lungo a frequentare le attività curriculari, e allora non tutte visto che adesso mancano quelle laboratoriali, in aule che neppure hanno le dimensioni necessarie alla loro ospitalità.Timore,tra l'altro,condivisodalladirigente scolastica dell'Istituto, Rosaria Cancelliere, come dai docenti e dai rappresentanti dei genitori. Che lunedì, tra l'altro, avevano incontrato il presidente della Provincia di Matera, Franco Stella. Ma, inoltre, sempre ieri, a mezzogiorno, dopo la visita delle classi che hanno scelto di scendere in campo direttamente, gli stessi soggettivi attivi avevano un nuovo incontro, anche questo propedeutico a trovare soluzioni al problema. Consapevoli delfatto cheil crollo del solaio del "Da Vinci" non dipenda dall'Amministrazione, i ragazzi hanno dimostrato tutta la loro frenesia e attenzione verso la sicurezza degli edifici che vivono e devono vivere. Però non rinunciando a ripetere che per la loro preparazione, formazione, cultura dipenda molto dalla possibilità d'utilizzare laboratori adeguati a loro. Su questo aspetto, è possible testimoniare, hanno trovato un punto d'incontro la frenesia e volontà degli studenti con il pragmatismo della Provincia. L'assessore Garbellano, intanto, ha fatto la cronistoria dell'emergenza. Riflettendo su un punto da non dimenticare: la soluzione va trovata in sintonia; ovvero, l'ubicazione dei corsi deve esser decisa in pieno accordo fra scuola, anzi scuole pensando alla disponibilità che altri istituti devono comunque dare nel trovare luoghi idonei al Professionale, e Amministrazione provinciale. "Premesso che quest'ultima si sta confrontando - aggiungerà più avanti lo stesso presidente Stella - con la preside e non solo, e nel frattempo sta valutando ogni possibilità per gestire l'emergenza". Quando, è chiaro a tutti, è però un futuro stabileainteressare. Apartiredailavori dafarea Rondinelle. Continui spostamenti delle classi non sono immaginati o voluti da nessuno. Nei prossimi giorni, d'altronde, Garbellano tornerà a dare risposte agli studenti. Perché non è una questione di logistica, ma di rapporto fra pubblico e istruzione. Per il momento si deve necessariamente aspettare. Un pizzico di pazienza da parte dei ragazzi, è chiesta. Il dramma maggiore, comunque, sta nel ricordare, elemento pure portato dall'assessore Gianni Rondinone al tavolo del dialogo, che i fondi statali utili a migliorare le condizioni del patrimonio d'edilizia scolastica sono sempre insufficienti. Eppure serve aggiornare alle norme vigenti molti istituti del materano. Nunzio Festa
IGIENE La Martella nessun rischio per l’acqua A seguito di segnalazioni di alcuni cittadini, il sindaco di Matera -Salvatore Adduce- nella giornata odierna (ieri per chi legge, ndr.) ha convocato una riunione con i responsabili del Servizio Igiene degli Alimenti e della Nutrizione della Azienda Sanitaria di Matera, dell'Arpab e di Acquedotto Lucano per un approfondimento in merito alla qualità dell'acqua erogata nella città di Matera con particolare riferimento al Borgo La Martella dove da alcune settimane, a seguito di ordinanza sindacale, è stata chiusa l'erogazione alle due scuole ed alla fontana di via Arno. Nella riunione che si è svolta, Acquedotto Lucano ha formalizzato i dati delle analisi effettuate negli ultimi venti giorni sia sui serbatoi cittadini che sull'intera rete idrica. Le analisi non hanno messo in evidenza alcuna contaminazione batterica. Gli organi preposti al controllo hanno convenuto di intensificare il monitoraggio della qualità dell'acqua al Borgo La Martella al fine di rimuovere l'ordinanza emessa lo scorso 5 ottobre.
Garbellano «Troveremo insieme una soluzione in piena sintonia»
ERA DA poco iniziato il nuovo anno scolastico lo scorso 25 di settembre quando c’è stata un crollo, anzi per meglio dire un collasso in un’ala attigua e dismessa utilizzata come deposito del Professionale Maschile Da Vinci in contrada Rondinelle. Da lì nasce “l’odissea” degli studenti materani che si sono recati nel corso della giornata di ieri in Provincia per parlare con il presidente dell’ente Stella e con l’assessore Garbellano e per cercare di capire quale sarà il futuro che attende la scuola e se ci sono le possibilità di individuare una nuova sede del professionale maschile che invece ad oggi manca. Pilastri ruotati, calcinacci, pavimento divelto, detriti e una fuoriuscita di acqua causata dal cedimento dei bagni, è quello che hanno constatato i vigili del fuoco giunti sul posto lo scorso 25 di settembre. Il crollo ha interessato un'area molto vasta che comprende le cinque aule con i due bagni dei piano superiore e i cinque laboratori, con materiale didattico del piano terra. La struttura scolastica associata all'I.P.S.S. “Isabella Morra” ha subìto un “collas samento” (è il termine tecnico) e ad essere interessato è stato un corpo gemello di quello funzionante checomprende la sala docenti, 9 aule, 14 laboratori, 3 bagni, 1 ufficio e la frequenza giornaliera di 150 alunni oltre a docenti e personale scolastico. A chi ha aperto i cancelli alle 7.45 si è presentata una scena da terremoto, con un cumulo di macerie e ferri sporgenti e acqua a dirotto. La struttura risalente agli anni Settanta, che in passato era stata dichiarata inagibile e quindi non accessibile al personale è implosa. Sul posto sono intervenuti tecnici comunali e provinciali con il personale dei vigili del fuoco, che hanno effettuato una ricognizione generale dell'istituto prima di decidere le sorti dell'istituto. Lezioni sospese ieri per i 200 alunni divisi in nove classi, che hanno atteso dinanzi ai cancelli notizie sui prossimi giorni prima di essere prelevati dai genitori.
LA LETTERA
«I consiglieri non la pensano come la Macaione sulla legge 106» LEGGO adesso con piacere la riflessione sulla legge 106 e la proposta dell'assessore sulla creazione di uno "spazio pubblico". Alcune brevi considerazioni a caldo credo che sia una sua opinione (condivisa dal sindaco e dalla giunta) che la legge 106, in assenza di una legge regionale, la si debba applicare così come ha fatto, e sta facendo, il comune di Matera; Mi pare che la maggioranza dei consiglieri comunali, che ha approvato la mozione di indirizzo, è convinta del contrario e ciò che, anche in assenza di una legge regio-
nale, la competenza del permesso a costruire in deroga è del consiglio comunale (il Piemonte non ha approvato nessuna legge regionale, la circolare emanata dal presidente vale quanto il due di coppe, eppure nessun Comune si è o si sta comportando come il comune di Matera). Scaricare le colpe sulla regione Basilicata mi pare anche questa fuori luogo e tardiva; l'assessore, che in questo momento rappresenta l'amministrazione, deve rispondere di un anno di vuoto di iniziativa politica dell'amministrazione (a partire da novembre del 2011 il sindaco
poteva e non ha fatto nulla): l'invito, infine, alla creazione di uno “spazio pubblico” è commovente, lo dico con tutta la simpatia e il rispetto alla persona; quanto lei chiede è parte integrante e sostanziale del programma elettorale del centro sinistra; il tradimento, perpetuato dal sindaco e dalla sua giunta, è apparso in maniera evidente a partire dalla vicenda del piano casa 1 ( ottobre 2010). L'assessore probabilmente non ha idea in quale contesto politico-culturale è capitata. Enzo Di Pede Direzione del Pd di Matera
Estratto da: La Gazzetta del Mezzogiorno - 25.10.2012
PAG. 16
Basilicata Mezzogiorno
MATERA CITTÀ I XI
Giovedì 25 ottobre 2012
L’ALTRA CITTÀ
SCEMPIO IN PIENO CENTRO
POSIZIONE VANTAGGIOSA L’immobile è situato accanto al Boschetto, polmone verde della città che gli conferisce valore aggiunto
È TUTTO BLOCCATO DA ANNI Sono disponibili settecentomila euro dei fondi Pisus, ma non c’è nessuna traccia di un qualunque cantiere
Che sfacelo l’ex asilo di via Gramsci Avrebbe dovuto essere restituito alla comunità già entro lo scorso mese di aprile PASQUALE DORIA l Incupisce quella lamiera semidivelta, che funge da porta sul nulla in via Gramsci. Un ingresso tanto più tragico perchè lì, fino a qualche anno fa, risuonavano liete le voci dei bambini di un asilo. Siamo a due passi da piazza Vittorio Veneto. Immediata sale la percezione di abbandono e degrado. È un disagio che conduce ben oltre la soglia della denuncia. Spinge lungo sentieri più impervi di quelli materiali, nell’abisso di una profonda scomposizione. Sintesi estrema di un incubo. Sgradevole racconto che fotografa in poche battute il disfacimento di una città. Evoca qualcosa che cade pesantemente a terra come frutto maturo, spappolato a terra sotto il suo stesso peso, ormai insostenibile. E dire che il progetto di restituzione pubblica confidava su uno stanziamento di 700 mila euro dei fondi Pisus, dove l’ultima «esse» dell’acronimo significa «sostenibile», Piano integrato di sviluppo sostenibile. Ma ora lì non c’è niente d’integrato e men che meno di sostenibile, se non l’evidenza di un appuntamento mancato, quello della tabella di marcia dei lavori, che avrebbero dovuti essere terminati già nello scorso aprile. Ma aprile, scriveva Thomas Stearns Eliot, non è forse «il mese più crudele», la cui terra morta «genera memoria e desiderio?». Partiamo dalla memoria. Cosa prevedeva la riapertura dell’asilo nido comunale di via Gramsci? Ecco parte della scheda dei Pisus: «l’intervento mira a riqualificare e ammodernare l’asilo nido, consistente anche nell’efficientamento sotto il profilo energetico ed ambientale, finalizzato alla riattivazione della struttura adesso chiusa. La struttura, localizzata in zona centrale della città, è tra l’altro felicemente ubicata in prossimità del polmone verde denominato “il boschetto”, che conferisce un valore aggiunto all'immobile». Quanto valore abbia un’altra indicazione, quella secondo cui i lavori avrebbero dovuto essere avviati un anno fa, è facile dirlo. È una previsione sbagliata. Forse perchè si tratta di un’iniziativa pubblica? Chissà, di contro, quando bisogna dar corso alle attività dei privati, non di rado i tempi possono essere addirittura anticipati su ogni esigenza di chiarimento. Sia pure il Consiglio comunale a chiedere lumi circa interventi di espansione urbana in corso come quelli in via Dante, niente, non c’è ragione che tenga. Si procede a tambur battente. La storia dell’ex asilo di via Gramsci viene da lontano. Per rimanere ai tempi nostri, l’ammodernamento fu già pensato cinque anni fa, nel 2007. Inizialmente si parlò di 800 mila euro da destinare alle opere di riqualificazione. Quanto al capitolo della memoria, tuttavia, la storia ufficiale di questo contenitore risale al lontano 1925. C’era il fascismo quando a livello nazionale nacque l’Onmi, Opera nazionale per la protezione della maternità e l’infanzia. A Matera, all’epoca, si registrava anche uno dei tassi di mortalità infantile
più alti d’Italia. Ma questo aspetto, nonostante una onesta indagine condotta nel 1938 da Luca Crispino, allora ufficiale sanitario della città, non bisognava farlo emergere in nessun caso. «Nelle famiglie con prole - otto figli in media nel Sasso Barisano, sette nel Caveoso altissima è la mortalità infantile: circa il 45,06 per cento nel decennio 1923-1933 nel Barisano, il 44,08 per cento nel Caveoso», scriveva il bravo medico. Le cose, in realtà, sotto il profilo della salute pubblica, migliorarono solo dopo la guerra, quando il piano di risanamento dei rioni Sassi si concretizzò con l’edificazione di una nuova città in cui rivoluzionati risultarono soprattutto gli standard della qualità della vita, diritti elementari negati per secoli. Rimane in piedi il capitolo dei desideri. Nel senso che l’asilo non c’è e difficilmente potrà esserci in quel luogo. Basta fare un giro dalle parti della vicina scuola di via Cappelluti. Le classi diminuiscono e gli spazi a disposizione dei bambini fino a cinque anni unico aspetto positivo per loro - aumentano a dismisura. Il decremento delle nascite non è un’amena trovata statistica. Bisognerebbe invece trovare il modo di non perdere i finanziamenti destinati all’ex asilo di via Gramsci e pensare in fretta al modo in cui utilizzare quel contenitore oggi frequentato, specialmente nottetempo, da chi pensa di esplorare nuovi mondi con l’ausilio di qualche sostanza chimica di troppo in corpo: corsia preferenziale per raggiungere troppo spesso e molto velocemente tutto un altro mondo.
VISIONI SPETTRALI A POCHI METRI DA PIAZZA VITTORIO VENETO
FONDI PISUS
Risorse pubbliche ferme ma per fare nuovi alloggi non c’è problema
L’EX ASILO NIDO DI VIA GRAMSCI Uno spettacolo indecente, sotto gli occhi di tutti da anni e fondi disponibili per settecentomila euro che non sono stati ancora spesi [foto Genovese]
BARRIERE ANTITRAFFICO È DA LÌ CHE DOVREBBE PASSARE CARRO E CORTEO DEL 2 LUGLIO?
Ma è un varco assurdo per una grande piazza DISSUASORI A lato, una delle barriere antitraffico poco prima di essere montata in via S.Biagio. Sopra, le barriere già installate all’ingresso di piazza Vittorio Veneto, varco davvero insufficiente per far transitare il corteo del 2 luglio e altre manifestazioni di ampio respiro [foto Genovese]
l L’ideale sarebbe riportare i dialoghi così come avvengono, in dialetto. Restituirebbero meglio gli umori del cittadino costretto a misurarsi con scelte che deve subire perchè da anni - la questione è evidenziata anche nel programma dell’attuale maggioranza di centrosinistra - chiede inutilmente di partecipare alla vita pubblica della comunità. Processi inclusivi sbandierati fino all’ultimo minuto di campagna elettorale per essere accantonati un attimo dopo l’esito del voto. E così, un episodio legato a quella strana attitudine a non esaltare il bello e l’utile che va sotto il nome di arredo urbano, nelle scorse ore, ha scatenato l’irritazione anche tra i materani più propensi a lasciar correre. Si tratta delle barriere antitraffico piazzate ormai ovunque nel centro storico. La loro squadrata cupezza colpisce l’occhio senza scampo. Sembrano casse metalliche molto simili a urne funerarie slegate del tutto dal contesto urbano in cui sono state inserite. Due «loculi» - come sono stati ribattezzati a furor di popolo - forse dovranno essere presto rimossi. Si tratta di quelli sistemati ai piedi del palazzo della Prefettura. Ecco perchè seguire i discorsi degli anziani può essere istruttivo, per la ragione che hanno lo sguardo lungo. «Questi strani cosi - commentano - si possono anche spostare, ma non è proprio un’operazione semplice». Effettivamente, par-
tendo dalla parte inferiore del «locuolo», conficcato a terra, si nota un capace manicotto contenete i cavi elettrici che danno energia a tutto il meccanismo di apertura e chiusura delle barriere, così da impedire l’ingresso di auto e altri mezzi nel centro storico. «Ma su questa piazza spiegano con infinita pazienza i materani - da secoli, ogni anno, il giorno del 2 luglio, arriva il carro della Madonna della Bruna e, al suo seguito, una processione con qualche migliaia di persone. Cosa dobbiamo fare? Forse che per evitare i dissuassori antitraffico ora ci inventiamo un percorso alternativo? Oppure il tutto si stacca velocemente come accade per la spina di un qualsiasi elettrodomestico? Ne dubitiamo». Intanto, ieri mattina è stato paracadutato lo stesso «loculo» anche in via San Biagio. Nuovo coro di critiche. La piazza è chiusa al traffico ormai da dodici anni e da quelle parti pensavano all’attivazione di un buon sistema di controllo tramite telecamere, al massimo con pilastrini cilindrici a scomparsa. Niente. Anche qui quella che viene contrabbandata come una barriera-fioriera, pochi decine di centimetri quadrati di verde che chissà chi curerà, farà la sua bella figura. Nel caso specifico dialogando sicuramente alla pari, si fa per dire, con la chiesa di San Giovanni Battista edificata nel 1230 dalle penitenti di Accon. Speriamo che anche altri si pentano. [p.d.]
Estratto da: La Gazzetta del Mezzogiorno - 25.10.2012
PAG. 17
Basilicata Mezzogiorno
MATERA CITTÀ I XIII
Giovedì 25 ottobre 2012
INTEGRAZIONE L’INIZIATIVA DELL’AIPD
SFIDA QUOTIDIANA Muoversi da soli nelle strade, prendere un autobus, effettuare un acquisto: i diversamente abili si mettono in gioco
Così i giovani down diventano «grandi» Un corso sull’autonomia vede Matera tra le città pilota DONATO MASTRANGELO l Un corso sull’autonomia per i giovani con sindrome di down. È l’attività formativa che vede Matera tra le città pilota del progetto “Autonomamente grandi”, un percorso sperimentale attuato in cinque realtà del Mezzogiorno dall’Apdp, l’Associazione italiana persone down (Aipd) e che vede complessivamente coinvolti 36 giovani tra i 15 e i 25 anni e 12 operatori locali. L’iniziativa ha avuto il battesimo proprio ieri pomeriggio nella città dei Sassi. Al progetto partecipano quattro ragazzi tra i 15 e i 25 anni coordinati dalle operatrici Nadia Loponte e Claudia Pentasuglia e dal responsabile del progetto Francesco Cadelano, impegnato nella supervisione e consulenza a livello nazionale dei percorsi di autonomia delle sezioni Aipd. Il progetto materano non è assolutamente frutto della casualità, bensì di un lavoro sul piano formativo ed educativo che ha le sue basi negli interventi espletati in questi anni, finalizzati a trasmettere ai soggetti con sindrome di down le adeguate competenze per poter guardare il mondo che li circonda con maggiore consapevolezza del proprio “Io” e affrontare così le sfide di tutti i giorni. «I ragazzi - sostiene Anna Colangelo, presidente della sezione Aipd di Matera - staranno fino a domenica in un bed&breakfast insieme agli operatori e al responsabile. In questi giorni, dunque,
questi soggetti diversamente abili potranno muoversi da soli in città, prender un autobus del trasporto urbano, effettuare acquisti nei negozi, pagare una bolletta all’ufficio postale per l’utilizzo del denaro, andare a mangiare la pizza con gli amici, oppure assistere un uno spettacolo cinematografico. Insomma potranno svolgere le cose che normalmente ognuno di noi fa nel quotidiano. Il percorso all’autonomia, ovviamente implica anche di relazionarsi all’altro e il fatto di saper chiedere aiuto mettendo insieme le proprie capacità con
COSTRUIRE L’IDENTITÀ
Un percorso per accrescere l’autostima, mettere insieme le capacità e relazionarsi con gli altri quelle degli altri. Ma il cammino verso una compiuta autonomia significa per questi ragazzi anche potersi inserire nel mondo lavorativo. In tal senso, postive esperienze di stage e attività lavorative e formative sono state avviate dall’Aipd di concerto con alcune aziende locali. La sezione materana crede nella valenza dell’iniziativa al punto da aver cofinanziato un precedente corso sull’autonomia rivolto ai soggetti in età pre-adolescenziale, dando così continuità
ad una attività che era stata sostenuta con le risorse della regione Basilicata. Matera, dunque, è inserita con grande orgoglio in questo percorso sperimentale che punta ad accrescere capacità, autostima e senso di responsabili dei soggetti con sindrome di down. «È una attestazione di merito per il lavoro fin qui svolto - afferma la presidente Colangelo - grazie agli sforzi profusi dall’associazione e dalle famiglie. Il nostro obiettivo, in riferimento ai percorsi sull’autonomia, è di coprire tutte le fasce di età. Lo scorso anno, in collaborazione con “Il Sicomoro” avevamo lavorato insieme alle famiglie con i soggetti pre-adolescenti di età compresa tra gli 11 e 15 anni. In questo caso, invece, è prevista la residenzialità autonoma oppure semi-aunonoma dei giovani tra i 15 e i 25 anni. A questa prima fase del lavoro faranno seguito altri moduli a maggio e giugno prossimi quando verrà effettuato un viaggio in Toscana, sempre alla presenza delle operatrici e del responsabile nazionale del progetto». Durante il percorso sperimentale la presenza delle famiglie sarà meno “invasiva” proprio per incentivare il processo all’autonomia dei corsisti. Verranno peraltro sperimentate anche tecnologie di localizzazione Gps per offrire un supporto ulteriore all’autonomia dei ragazzi. Il progetto “Autonomamente grandi” è stato finanziato dal Ministero del Lavoro, della Salute e delle Politiche Sociali, legge 383/2000.
SCUOLA E NEL PLESSO DI VIA CAPPELLUTI UN CONCERTO A SORPRESA DI UN NOTO CANTAUTORE FINNICO
Una delegazione dalla Finlandia per confrontare modelli scolastici
Si consolida il gemellaggio con la cittadina scandinava di Oulu ENZO FONTANAROSA l MATERA. Alle prime note di Maamme (La mia Terra) non hanno esitato, con divertito stupore, a intonare l'inno finlandese. Proprio non se l’aspettavano una tale accoglienza. Era, però, solo la prima delle sorprese che la giornata riservava a tre visitatori del Paese
Matera e Oulu, cittadina che sorge sulle rive del Golfo di Botnia, nel Nord del “Paese dei mille laghi”. In questi giorni hanno osservato da vicino e avviato rapporti con alcune delle eccellenze scolastiche del nostro territorio. Considerando l'alto valore che la Finlandia dà all'istruzione (il 4% del Pil viene destinato allo scopo), è
nel plesso di via Cappelluti, dove è stata ricevuta in un ambiente festoso e addobbato con bandiere delle due nazioni, fino su una torta a tema, e un cartellone con scritto tervetuloa (benvenuti) in caratteri cubitali. Ad accogliere la delegazione, oltre alla dirigente scolastica Patrizia Di Franco e alle insegnanti Cinzia Paolicelli e Tina Stella, anche il LA FOTO RIvice presidente del CORDO Consiglio regionale La delegazioRomeo Sarra e l'asne finlansessore comunale aldese in posa l'Istruzione, Simonel plesso netta Guarini. Dudi via Cappelrante le visita, non è luti del mancato l'incontro primo circolo con gli scolaretti, che “Minozzi”. si sono esibiti anche Sono rimasti con canti e danze, e sorpresi per hanno rivolto tante l’accoglienza domande in lingua ricevuta inglese agli ospiti e la sponstranieri, coadiuvati taneità e dalla signora Sarah vivacità deWardrop, mostrangli scolaretti do grande curiosità sulla vita scolastica stato motivo di orgoglio per il Pri- dei loro coetanei finlandesi. E, ovmo circolo didattico "Minozzi", viamente, se conoscessero dove storico istituto materano, riceve- abita Babbo Natale. Con gran dire la loro visita. Ad accompagnare vertimento dei bambini, poi, il la delegazione, l'architetto Ve- prof. Järvenpää si è svelato essere nanzia Rizzi, una materana che anche musicista noto nel suo Paevive e lavora da oltre un decennio se soprattutto come autore di canin Finlandia, animatrice del ge- zoni per bambini. Accompagnanmellaggio con la cittadina scan- dosi con la chitarra, ha improvdinava. Abbiamo incontrato la visato un piccolo spettacolo per la piccola delegazione nordeuropea gioia dei piccoli e non solo. .
finnico in visita nella città. Sono le signore Raija Perttunen (preside della Scuola internazionale di Oulu) e Ulla Kristiina Paananen (vice Console onorario d'Italia) e il prof. Risto Järvenpää, docente dell'Università delle Scienze applicate di Oulu. Il loro è un viaggio di studio per conoscere la realtà scolastica locale nell'ambito di una serie di iniziative in corso tra
TUTTI A BORDO I ragazzi dell’Aipd che hanno preso parte al corso preadolescenziale sull’autonomia esibiscono orgogliosi i biglietti del bus urbano
È il secondo anno Alunni disabili, il Comune riparte con il servizio di assistenza nelle scuole «Anche quest’anno, con la riapertura delle scuole, il servizio di assistenza agli alunni disabili è partito con regolarità. La gestione del servizio, di durata triennale (l’anno scolastico in corso è il secondo), è stata affidata, con bando pubblico, alla cooperativa sociale Lilith». Lo rende noto l’assessore alle Politiche Sociali , Simonetta Guarini. «Si tratta – afferma Guarini - di un’azione attraverso la quale il Comune offre affiancamento e sostegno “di base” a circa 80 alunni con differenziate abilità. A seguito delle richieste pervenute dai diversi istituti scolastici per l’anno scolastico 2012-2013 sono state complessivamente assegnate 138 ore giornaliere. Il servizio riguarda studenti di ogni ordine e grado, comprese le scuole superiori, sebbene di competenza provinciale. Questo, pur comportando uno sforzo maggiore da parte dell’Amministrazione Comunale nel reperimento delle risorse economiche necessarie, risponde alla logica per cui le misure che mirano ad arginare il disagio, di qualunque natura esso sia, non possono essere archiviate come argomenti di mera pertinenza di una pubblica amministrazione, bensì come temi che riguardano l’intera collettività».