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Quotidiano Regione Basilicata inserto di www.basilicatanet.it

Anno 2 Numero 214 del 02/11/2012

Reg. N°268/1999 Tribunale di Potenza. Editore: Regione Basilicata - Via V. Verrastro 6 - 85100 Potenza. Direttore: Giovanni Rivelli - Telefono 0971.668145 - Fax 0971.668155

Ceduta una parte di capacità di spesa alle istituzioni locali della Basilicata

Salute

Nuova linfa per terminare i lavori all’ospedale di Villa d’Agri L’assessore Martorano: “Per la struttura un ruolo primario”

Patto stabilità, il “dono” della Regione agli enti

Per le Province 24 milioni, per i comuni interessati 17 milioni. De Filippo: investiamo sulla capacità di governare in maniera sinergica e coesa

Viene finanziata la variante al progetto di riammodernamento dell’ospedale di Villa d’Agri: la giunta regionale, su proposta dell’assessore alla Salute Attilio Martorano, ha impegnato 2.074.123,33 euro, a valere sul bilancio regionale, per lavori di ristrutturazione, adeguamento funzionale ed impiantistico dell’ospedale. L’impegno di spesa finanzia, tra i vari interventi, un edificio che accoglierà, oltre alla diagnostica per immagini, alle tre sale operatorie e alla rianimazione, anche i reparti di degenza. A PAG. 2

Fiat, positivo il nuovo piano di investimenti Ottimista l’assessore Pittella che precisa: “Pronti a garantire un sostegno” A PAG. 4

Matera, perduta un’occasione L’assessore Viti interviene sulla Provincia cancellata

La giunta regionale di Basilicata ha deciso il trasferimento di una quota del proprio tetto di spesa per l’anno 2012: aumenta così di 41 milioni di euro la capacità di saldo massimo dei Comuni e delle Province lucane relativamente al Patto di stabilità. Con una delibera varata nell’ultima seduta di giunta sono stati ceduti tetti di spesa pari a 24 milioni di euro alle Province (16,5 per quella di Potenza e 7,5 per quella di Matera), risorse che si aggiungono ad altri 17 milioni di euro ceduti ai Comuni con un altro provvedimento. L’importanza di essere sinergici fra Comuni, Province e Regione

A PAG. 2

Il numero degli sfollati ammonta a 35 e la Protezione Civile è all’opera per allestire i moduli abitativi

Sisma Pollino nessuna tregua Costituito un coordinamento istituzionale permanente per monitorare la situazione A PAG. 3

Incontro operativo a Rotonda

A PAG. 2

Far visita ai cari estinti senza muoversi da casa: ora, a Calvello, si può

La scomparsa di Gae Aulenti Il suo ultimo lavoro è stato la nuova piazza Mario Pagano

Sviluppato e applicato un software innovativo che consente il viaggio virtuale al cimitero

Cordoglio di Santarsiero: “La sua morte ci addolora, perdiamo una grande figura”

Il Comune di Calvello è il primo in Italia a essersi dotato di un software particolare che consente ai cittadini un viaggio virtuale al cimitero. Ci si può avvicinare - navigando su un pc o sul proprio smartphone - alle

Piazza Mario Pagano, il volto nuovo della città di Potenza, è ora l’ultima opera che porta la firma del grande architetto Gae Aulenti, morta a Milano nella serata di mercoledì. Potenza è stata infatti l’ultima città che ha visto la

lapidi e alle cappelle, pubblicare frasi e addirittura accendere lumini e deporre fiori (ovviamente virtuali). A realizzare il programma adottato dall’amministrazione, la società potentina It@web.

La Gazzetta del Mezzogiorno

creazione di un’installazione di Gaetana Aulenti. Per questo è forte il cordoglio della città. Per il sindaco Santarsiero “l’Italia perde una sua grande figura ma resta il suo messaggio e il suo insegnamento, anche in piazza Mario Pagano”.

Il Quotidiano della Basilicata


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Basilicata Mezzogiorno

Patto di stabilità La Regione Basilicata cede alle amministrazioni parte della propria capacità di spesa

Un regalo agli enti locali

Distribuiti 17 milioni di “tetto” ai Comuni interessati e 41 milioni alle due Province Gli enti locali, di questi periodi, attendono risorse economiche come manna dal cielo. Ma c’è anche un altro aspetto che blocca la programmazione degli enti locali: i rigidi paletti del Patto di stabilità. I 41 milioni di euro di extraspesa che la Regione distribuirà a Comuni e Province lucani saranno di sicuro ben graditi. Aumenta dunque di alcune decine di milioni la capacità di saldo massimo dei Comuni e delle Province lucane. La giunta regionale di Basilicata ha deciso il trasferimento di una quota del proprio tetto di spesa per l’anno 2012, procedendo alla cosiddetta “verticalizzazione” del Patto di Stabilità. Lo strumento utilizzato è una delibera varata nell’ultima seduta di giunta: con quel provvedimento sono stati ceduti tetti di spesa pari a 24 milioni di euro alle Province (16,5 per quella di Potenza e 7,5 per quella di Matera), risorse che si aggiungono ad altri 17 milioni di euro ceduti ai Comuni con un

De Filippo: il provvedimento di giunta conferma la visione unitaria delle istituzioni

“Testimonianza di vicinanza ai territori e a chi li amministra in questo momento di difficoltà”

altro atto. C’è una ratio ben precisa dietro questa decisione, e la spiega il presidente della Regione Basilicata Vito De Filippo: “Queste decisioni - afferma - rappresentano una consistente concessione di quote del Patto di Stabilità. Si tratta di una risposta concreta

alle difficoltà che gli enti locali stanno attraversando in questo difficile momento. E’ una testimonianza di vicinanza ai territori e a chi li amministra perché, soprattutto in questo momento di difficoltà e di incertezza, riteniamo indispensabile investire sulla capacità

degli enti locali di essere sinergici e coesi con la Regione nella complessa azione di governo”. La Regione ha analizzato i dati dei 32 Comuni al di sopra dei 5.000 abitanti (e quindi soggetti al Patto) e delle due Province, con l’obiettivo di mitigare gli effetti del provvedimento

Soppressione Provincia di Matera Viti: “Un’occasione perduta” L’assessore regionale interviene dopo la diffusione della notizia e critica l’assenza di una strategia che si affrancasse “dalle suggestioni del fortilizio potentino” La cancellazione oramai certa della Provincia di Matera provoca la reazione critica e delusa dell’assessore regionale Vincenzo Viti: “Il sindaco di Potenza ha voluto commentare con accenti critici che non è difficile sottoscrivere le scelte del governo nazionale relative al taglio delle Province. Così come non è difficile condividere la considerazione secondo cui le scelte che oggi vengono formalizzate dal decreto debilitano e impoveriscono un territorio quale il nostro che avrebbe dovuto essere guardato come una risorsa globale affrancandosi, intellettualmente e politicamente, dalle suggestioni del fortilizio potentino. Sarebbero bastati, perciò, uno sguardo più aperto e generoso, ai temi della coesione e della tenuta dell’unità regionale e un

governo del confronto cittadino permeato da interessi più larghi e da valori civili condivisi per pervenire a un risultato in grado di esaltare la qualità complessiva della classe dirigente regionale”. “Dispiace rilevare - prosegue - che un’occasione come questa, per altro preparata dal ricco dibattito in consiglio e dall’iniziativa del presidente De Filippo e dei gruppi consiliari che ne hanno condiviso l’impegno, che avrebbe consentito di replicare ai ricorrenti tentativi di cancellare l’identità costitutiva della Basilicata, sia andata perduta”. “Si annunciano tempi complicati - conclude spinte disgreganti e populismi devastanti, con cui solo una straordinaria prova di intelligenza collettiva potrebbe misurarsi”. (bm3)

“Si annunciano spinte disgreganti e populismi devastanti, con cui solo una straordinaria prova di intelligenza collettiva potrebbe misurarsi”

La Provincia di Matera

governativo che impone agli enti locali di non superare livelli di spesa assegnati. La verifica è stata effettuata in sede di Coordinamento interistituzionale del Patto di stabilità: proprio attraverso l’attività di questo organismo - composto da rappresentanti

della Regione, dell’Anci regionale e delle due Province - è stato analizzato ogni possibile aspetto relativo alle possibilità offerte dalla cosiddetta verticalizzazione (ossia la cessione di quote di spesa tra enti di diverso livello). La Regione, sebbene alle prese con le difficoltà che il tetto di spesa impone, ha scelto di autolimitare ulteriormente la propria capacità per andare in soccorso al sistema degli enti locali lucani. In particolare a quelli che correvano il rischio di veder paralizzata la propria azione amministrativa. “Il risultato raggiunto con il provvedimento approvato dalla giunta regionale - prosegue il presidente della Regione - conferma una scelta di visione unitaria del sistema delle amministrazioni locali mostrata dalla Regione già in analoghe esperienze degli scorsi anni con cui la Regione ha trasferito quote della propria capacità di spesa ad alcuni Comuni lucani”, conclude De Filippo. (bm3)

Salute

Fondi per Villa Variante per completare l’ospedale Nuova linfa per l’ospedale di Villa d’Agri. La giunta regionale, su proposta dell’assessore alla Salute Attilio Martorano, ha impegnato 2.074.123,33 euro (che si aggiungono ai 13.218.714,33 euro già stanziati) del bilancio per il completamento del presidio sanitario. I fondi finanzieranno la variante al progetto di riammodernamento del presidio ospedaliero che prevede, tra i vari interventi, un settore di nuova costruzione di vari piani che permetterà di accogliere, oltre ai servizi di diagnostica per immagini, al blocco operatorio con tre sale, alla rianimazione, anche i reparti di degenza con un’organizzazione dipartimentale in virtù delle maggiori superfici disponibili rispetto al progetto precedente (da 5.550 a 14.350 mq). Il finanziamento del progetto è di 15,2 milioni di euro e rientra nell’Accordo di programma quadro per il settore della sanità, nato da un’intesa Stato – Regione Basilicata. La variante si è resa necessaria per consentire, tra l’altro, rinforzi strutturali sismici e l’introduzione di una strategia antisismica basata sul controllo passivo delle vibrazioni con isolatori elastomerici ad elevato grado di dissipazione. Dice l’assessore Martorano: “Con questo intervento si porta a completamento il progetto dell’ospedale di Villa d’Agri, che andrà a rafforzare la rete degli ospedali per acuti. Nell’ambito del riordino della rete ospedaliera regionale all’ospedale di Villa d’Agri è stato attribuito un ruolo primario. Da qui, la scelta strategica di attivare una riorganizzazione strutturale e funzionale dell’intero nosocomio”. (bm3)


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Basilicata Mezzogiorno

La terra trema, le forze no Rotonda, riunione dei vertici regionali e provinciali, delle amministrazioni locali, degli enti territoriali e delle Forze dell’ordine. Costituito un coordinamento istituzionale permanente La terra continua a tremare nel Pollino, ma la dichiarazione dello stato di emergenza si fa attendere e tra una scossa e l’altra gli operatori lucani sono all’opera. Difficile stabilre le priorità, dall’emergenza abitativa degli sfollati al sostegno per le attività economiche, i settori su cui lavorare sono molteplicie un primo traguardo è stato raggiunto con la costituzione di un coordinamento istituzionale permanente per seguire i problemi punto per punto. Un coordinamento permanente tra istituzioni da convocare ogni volta che sarà necessario, affronterà da subito tanto i problemi dei cittadini sfollati che quelli delle attività economiche ricettive messe in difficoltà dalla disdetta delle prenotazioni alberghiere ed ogni altro problema che dovesse presentarsi nel a gestione del dopo terremoto del Pollino. L’organismo è stato varato mercoledì nel corso di un incontro operativo che si è tenuto a Rotonda a cui hanno partecipato il presidente della giunta regionale della Basilicata Vito De Filippo, l’assessore alla Protezione Civile Agatino Mancusi, il presidente della Provincia di Potenza Piero Lacorazza, il presidente del Parco del Pollino Domenico Pappaterra, il direttore generale del Dipartimento regionale Infrastrutture Mario Cerverizzo, il direttore della Protezione Civile regionale Giovanni De Costanzo, i sindaci dei Comuni di Rotonda Giovanni Pandolfi, di Terranova del Pollino Vincenzo Golia, di Viggianello Vincenzo Corraro,

“Siamo qui, come è stato chiaro sin dai primi minuti - ha detto il presidente De Filippo - per mettere a disposizione tutte le nostre possibilità in un lavoro che deve vedere la partecipazione di tutti livelli di responsabilità. Per questo mettiamo in campo un coordinamento permanente da convocare ogni volta che sarà necessario. Dobbiamo mettere insieme anche la partnership economica e sociale per aumentare la sinergia. Vale molto il contributo generoso di tanti - ha evidenziato - ma senza coordinamento tante cose utili possono addirittura diventare inutili”. Per affrontare l’emergenza abitativa degli sfollati, al momento 35 persone mentre le verifiche di agibilità proseguono,

Dichiarare lo stato di calamità farebbe scattare meccanismi di cofinanziamento, quali l’aumento delle accise sulla benzina, che vanno ben valutati

gari posto in prossimità delle abitazioni danneggiate, per quel che riguarda i residenti nelle contrade, o in una casa in muratura. Sul fronte del sostegno alle attività economiche, De Filippo ha invece chiesto all’Apt e al Parco di “attivarsi per la promozione turistica necessaria a far fronte ai problemi per le attività ricettive causate dalle disdette di prenotazioni venute dopo la scossa”. Quanto alla possibile richiesta dello stato di emergenza, De Filippo ha sottolineato come “le mutate normative pongano la decisione in carico al Consiglio dei ministri, dopo aver sentito la Protezione Civile, che già si è detta contraria. Inoltre - ha aggiunto - lo stato di calamità farebbe scattare meccanismi di cofinanziamento, quali l’aumento delle accise sulla benzina, che vanno valutati prima di intraprendere una strada. Sicuramente, invece - ha concluso De Filippo- bisogna continuare a lavorare sul consolidamento degli edifici, anche con fondi europei”. I sindaci hanno sottolineato la difficoltà dovuta a uno sciame sismico che va avanti da oltre due anni “con quasi 4mila scosse di cui oltre 300 superiori ai due gradi di magnitudo” e hanno espresso apprezzamento per la sinergia che si è avuta con gli altri livelli di governo del territorio nell’affrontare l’emergenza. L’assessore Mancusi, nel ribadire che la vicinanza della Regione resterà costante, ha ribadito la necessità di “indirizzare gli sforzi verso un lavoro puntuale che individui i singoli problemi e provveda alle soluzioni più opportune e significative”, sottolineando come le soluzioni saranno messe in campo con gradualità, sostituendo le tende servite nella prima fase dell’emergenza con strutture maggiormente stabili. “I Comuni individueranno le soluzioni più gradite ai cittadini - ha detto Mancusi - e noi saremo pronti a metterle in campo le risorse necessarie, anche in questa fase di grandi ristrettezze”.

Il presidente della Provincia Lacorazza ha dato conto delle verifiche in atto su scuole, viabilità e ponti. “Dobbiamo stare attenti - ha detto - anche a tenere alto il livello di attenzione al fenomeno, come ci suggerisce il proseguire dello sciame sismico”. Poca attenzione del Paese al terremoto del Pollino l’ha lamentata anche il presidente del Parco, Domenico Pappaterra: “Ho l’impressione - ha detto - che ci sia una sorta di derubricazione geografica di questo evento. Mi sembra ci sia il tentativo di scaricare tutto sulle Regioni”. Sul fronte operativo, il direttore della Protezione Civile, De Costanzo, ha illustrato le misure messe in campo, a partire dall’attività già avviata per portare alcuni moduli abitativi a Rotonda che “potranno essere disponibili in 10 o 15 giorni, dopo aver fatto la necessaria manutenzione e realizzato le basi di posizionamento”. I moduli abitativi (tipo containers) andranno a sostituire le 10 tende portate nel Comune di Rotonda e messe a disposizione degli sfollati subito dopo la forte scossa del 26 ottobre. Tuttavia, anche a causa del peggioramento delle condizioni metereologiche, nell’attesa potranno essere individuate soluzioni abitative temporanee presso case o alberghi. La Protezione Civile , intanto, resta in

Bisogna indirizzare gli sforzi verso un lavoro puntuale che individui i singoli problemi e provveda a soluzioni opportune e significative

di Castelluccio Superiore Egidio Salamone, di Castelluccio Inferiore Roberto Giordano, di San Severino Lucano Saverio Carmine De Stefano, da funzionari del Corpo forestale dello Stato e delle altre forze dell’ordine coinvolte nelle attività di verifica.

il presidente De Filippo ha reso noto di aver “dato mandato di verificare se ci sono case disponibili in fitto” per lasciare ai singoli la scelta se trovare alloggio in un container (la Protezione Civile è già all’opera per allestire i moduli abitativi, ma ci vorranno tra i 10 e i 15 giorni) ma-

campo anche per le attività di verifica. “Offriremo ai comuni colpiti - ha detto De Costanzo - un supporto di coordinamento all’ufficio tecnico e squadre tecniche per le verifiche e i relativi report”. Le squadre dei tecnici immediatamente a disposizione sono in totale 4, di cui 3 della Regione e una della Provincia di Potenza, ma saranno messe in campo anche le squadre dei tecnici lucani che hanno recentemente operato in Emilia. (Bm6)


02.11.2012 N. 214 Regione Basilicata e Fiat accomunate in tema di investimenti in ricerca e innovazione, secondo una linea operativa comune. Per l’assessore alle Attività produttive della Regione Basilicata, Marcello Pittella, “sono positive le idee programmatiche di Marchionne che ben si inseriscono nella progettazione regionale che abbiamo già avviato e che mira al potenziamento delle politiche industriali. Una notizia positiva in un grigiore diffuso che accogliamo con favore”. Il riferimento va alle dichiarazioni dell’amministratore delegato del gruppo Fiat, Sergio Marchionne, suoi nuovi progetti di investimenti ne-

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Basilicata Mezzogiorno

Fiat, Basilicata pronta a sostenere gli investimenti Pittella: “Il campus di Melfi deve essere centro di eccellenza” gli stabilimenti italiani, a partire da quello di Melfi dove verranno prodotti i Suv. “Puntare su nuovi processi e prodotti, investire nella ricerca e nell’innovazione - ha commentato Pittella - sono le due direttrici secondo cui si muovono le politiche industriali della Regione Basilicata. Come governo regionale continuiamo a sostenere i processi di ricerca e innovazione convinti che si possano tradurre in

Un operaio nello stabilimento di Melfi

termini occupazionali. ll campus di Melfi non deve essere riconvertito ma irrobustito nel suo ruolo industriale e come centro di eccellenza. E per giungere

a questo traguardo la Regione Basilicata è pronta a garantire le risorse necessarie”. Una politica, quella della Regione Basilicata, per-

seguita già da tempo e in ogni settore. “Soltanto due giorni fa - ha proseguito Pittella - ci siamo ritrovati a Melfi in un incontro con i sindacati dove abbiamo ribadito con forza la volontà della Regione di continuare a investire in politiche industriali che puntino alla qualificazione dei prodotti per rispondere alle esigenze di un mercato sempre più competitivo. Chiediamo di puntare su design più accattivanti, nuovi mate-

riali e interni e di puntare su modelli a basso impatto ambientale: la crescita della produttività parte dal miglioramento del prodotto. Per sostenere l’azienda continueremo a lavorare in raccordo con le altre Regioni sedi di stabilimenti Fiat. Infine pur rimanendo in fiduciosa attesa di conoscere i piani industriali con le previsioni sui volumi di auto da produrre e sui tempi degli investimenti, saluto con favore il progetto di investimenti del gruppo Fiat, convinto che le maestranze lucane possano continuare ad apportare lustro, benefici e profitto all’azienda torinese che ospitiamo nella nostra terra”. (bm8)

Per la consigliera regionale di Parità, Fanelli, “bisogna riprendere le azioni di promozione dell’uguaglianza”

Lavoro, più spazi alle donne Il programma Obiettivo 2012 mira a potenziare il tasso di occupazione femminile Il raggiungimento della parità tra uomo e donna in materia di lavoro e di tassi di occupazione, in particolare nel Mezzogiorno, può essere raggiunto anche con progetti che facilitano l’assunzione delle donne. Tra questi c’è il programma Obiettivo 2012 promosso dal ministero del Lavoro e delle politiche sociali per l’incremento e la qualificazione dell’occupazione femminile, per la creazione, lo sviluppo e il consolidamento di imprese femminili e per la creazione di progetti integrati di rete. Presentato a Potenza il 25 ottobre, il progetto sarà

narle per favorire, invece, la permanenza, il consolidamento e l’avanzamento

Il progetto è destinato, secondo i vari interventi, sia a giovani laureate e diplomate sia a ex lavoratrici in mobilità o disoccupate oggetto di analisi il 16 novembre a Policoro durante un seminario tematicoformativo organizzato dalla consigliera regionale di Parità, Maria Anna Fanelli. Le domande per partecipare al programma possono essere inviate entro il 30 novembre. “Il progetto emanato dal ministro Elsa Fornero e formulato dal comitato nazionale di Parità - spiega Fanelli - invita a incidere su quei fattori che creano condizioni di disparità lavorative tra uomo e donne con l’obiettivo di elimi-

professionale delle donne. Progetto Obiettivo 2012 ha una forte rilevanza in quanto invita a riprendere l’attuazione concreta delle azioni positive all’interno delle aziende e delle organizzazioni rivolte alle donne nel mondo del lavoro. L’intervento di Rosa Gentile ha sottolineato l’iter complessivo della legge 125/91, un percorso finalizzato alla realizzazione di un modello di azioni positive bidirezionali, riguardanti la promozione dell’uguaglianza da un lato e la tutela delle diffe-

renze dall’altro”. Presenti al seminario formativo di Potenza la componente del comitato nazionale di Parità per l’attuazione dei principi di parità di trattamento e uguaglianza di opportunità tra lavoratori e lavoratrici, Rosa Gentile, l’economista Nino D’Agostino, la specialista in Economia e Diritto dell’amministrazione pubblica, Franca Minchillo e rappresentanti di organizzazioni sindacali, datoriali e associazioni di categoria. Al seminario formativo di Policoro, oltre alla consigliera Fanelli e alla componente del comitato nazionale di Parità Gentile, è prevista la partecipazione degli assessori regionali Vincenzo Viti, Formazione e lavoro, e Marcello Pittella, Attività produttive. Tre le linee principali di azione che si pone il pro-

gramma Obiettivo 2012. In primo luogo il tema dell’occupazione e del reinserimento lavorativo, da potenziare con azioni mirate a stabilizzare la situazione occupazionale, a favorire la crescita professionale con percorsi formativi qualificanti che migliorino le competenze. Possono accedere a questo piano le lavoratrici con contratti di lavoro

to delle destinatarie che sono donne disoccupate, inattive, in cassa integrazione o in mobilità, con particolare attenzione alle donne di età maggiore ai 45 anni. Le assunzioni devono essere effettuate entro i termini di chiusura del progetto. Il secondo punto è il consolidamento d’impresa, ovvero la messa in atto di azioni per costituire una

Il piano si articola in tre direttive: reinserimento lavorativo, consolidamento d’impresa e sviluppo di progetti integrati di rete a tempo determinato, in particolare giovani neolaureate e neodiplomate. Il progetto può essere proposto da aziende che mirano all’inserimento o al reinserimento lavorativo di almeno il 50 per cen-

o più imprese a titolarità o prevalenza femminile nella società, per agevolare l’inserimento o il reinserimento lavorativo delle donne con azioni finalizzate all’acquisizione di competenze per la

creazione di imprese da costituirsi entro i termini di chiusura del progetto. Il progetto è indicato per giovani laureate e neodiplomate in situazioni lavorative di precarietà, disoccupate madri, immigrate, donne ultra 45enni. Inoltre sono previsti studi di fattibilità per lo sviluppo di nuovi prodotti, servizi e marchi anche in settori commerciali emergenti per consolidare una o più imprese a titolarità o a prevalenza di soci donne attive da almeno due anni. Ultimo punto lo sviluppo di progetti integrati di rete, da raggiungere con interventi per promuovere la qualità della vita personale e professionale, favorire la conciliazione, la valorizzazione del benessere sociale e lavorativo e la rimozione di pregiudizi culturali attraverso il superamento degli stereotipi, in un’ottica di pari opportunità, e infine per favorire le indicazioni che emergono dalle strategie comunitarie. I progetti potranno essere concordati tra associazioni di genere, organizzazioni sindacali e datoriali, enti pubblici e ordini professionali, che dovranno formalizzare la rete con la sottoscrizione di un protocollo. Destinatarie delle azioni sono lavoratrici, anche migranti, che risiedono nell’ambito del territorio dell’ente pubblico di riferimento. (bm8)


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Basilicata Mezzogiorno

Dal Consiglio Patto di stabilità Autilio (Idv) “Il provvedimento della Giunta regionale che trasferisce una quota del proprio tetto di spesa per l’anno 2012 alle Province e ai Comuni sopra i 5 mila abitanti, dando pratica attuazione alla ‘verticalizzazione’ del Patto di Stabilità, va nella direzione di quanto sollecitato da tempo dalla II Commissione che ha tenuto numerose audizioni, in particolare di amministratori locali, e ha da tempo concentrato il suo impegno per venire incontro alle esigenze finanziarie dei Comuni e a quelle di imprese committenti di appalti e servizi. Obiettivo centrale è quello della razionalizzazione della spesa, attraverso una reale ‘spending review’ e una rimodulazione dei programmi Fse e Fesr, almeno per il 60% di risorse non ancora spese, trasferendo fondi dalle misure che non tirano a quelle effettivamente appetibili.” Asi Rosa (Pdl) “Sembra strano ma in realtà è accaduto. Parliamo della sanzione di 12.001,00 euro comminata al Consorzio dello Sviluppo Industriale della Provincia di Potenza per lo scarico di acque reflue in assenza di autorizzazione. Sanzione di cui alla determina dirigenziale n. 75ac.2012/D.00853 del 18 giugno 2012 che prendeva in carico il verbale n. 2/2010 del 5 maggio 2010 elevato dalla Polizia Provinciale Distretto di Muro Lucano. Ma in tempi celerissimi, solo in un mese per la lenta burocrazia regionale, con una successiva determina dirigenziale 75ac.2012/D.01059 del 27 luglio 2012 è stata revocata l’ordinanza di ingiunzione di pagamento.” Rapporto Sel Presentato il “Rapporto di ricerca su Avvisi Pubblici della

Regione Basilicata in materia di formazione professionale” del gruppo consiliare di Sinistra ecologia e libertà. L’attività di ricerca e di analisi è stata curata dal Antonio Sanfrancesco, sociologo e formatore e da Giuseppe Giudice, esperto di formazione professionale che hanno illustrato obiettivi, metodologia e risultati del lavoro, senza tralasciare la parte propositiva che, con l’indispensabile supporto dell’ analisi valutativa collegata ad una attenta indagine sul campo, porti alla individuazione dei reali bisogni degli attori del mondo imprenditoriale. Fiat Navazio (Ial) Per il presidente del gruppo consiliare “Io amo la Lucania” l’amministratore delegato della Fiat, sia pure non esplicitamente, ha risposto ai detrattori, agli antagonisti per professione: “dalla crisi si esce lottando. Il comunicato ufficiale di Fiat Spa non ne parla. Ha parlato agli analisti e agli investitori istituzionali. Alla comunità finanziaria internazionale. “Ma sotto sotto - afferma Navazio - l’amministratore delegato Marchionne risponde agli scettici, ai detrattori, agli antagonisti per professione con uno slogan prima (dalla crisi si esce lottando) e con una strategia che mette insieme orgoglio e lucidità. Finalmente i progetti. Per Melfi ci sono buone notizie: praticamente partiranno subito gli investimenti”. Provincia unica Pagliuca (Pdl) “Il trattamento riservato alla Provincia di Matera diverso rispetto a quello seguito per altre Province, come ad esempio La Spezia, dimostra ancora una volta la debolezza del Governo regionale. Il provvedimento emanato dal Consiglio dei Ministri riguardo al riordino delle Province ha inferto, come previsto, un altro brutto colpo al popolo lucano. La soppressione della provincia di

Matera è oggi un dato di fatto ed è frutto a mio avviso, di un atteggiamento supino tenuto in questi mesi dalla Giunta regionale.” Consiglio regionale Dal 1 novembre il consigliere Roberto Falotico passa al gruppo consiliare dell’Mpa, mentre il consigliere Alessandro Singetta aderisce al Gruppo Misto. Per effetto di queste scelte, che erano state annunciate nei giorni scorsi dai diretti interessati e di cui i la Conferenza dei capigruppo ha preso atto formalmente, l’Assemblea risulta composta oggi da 10 gruppi consiliari (a fronte dei 12 preesistenti): Gruppo Misto, Io Amo la Lucania, Idv, Mpa, Pd, Pdl, Psi, Popolari uniti, Sel, Udc. Assetti istituzionali Santochirico (Pd) “Il governo sconvolge la Basilicata e ferisce Matera. L’assetto istituzionale quasi secolare della Basilicata è sconvolto dal decreto legge sulle Province, approvato oggi dal Governo. Un governo tecnico che con la costituzione della ‘Provincia di Matera - Potenza’ crea il paradosso politico e giuridico della Regione-Provincia. Non solo cancella storia, identità, autonomia di comunità ormai consolidate, ma crea un organismo illogico, che tradisce il suo ruolo di ente intermedio, diventando un potenziale generatore di conflitti con altre istituzioni. Un pasticciaccio che poteva e doveva essere evitato”. I lavori della V Ccp La V Ccp “Controllo - Verifica - Monitoraggio”, riunitasi con la presidenza del consigliere Napoli (Pdl) ha preso atto delle dimissioni dalla carica di vice presidente del consigliere Navazio (Ial) e ha eletto all’unanimità il consigliere Falotico (Plb). (Bm6)

Turismo è vitalità

La nostra forza è il fascino dei nostri paesaggi

Turismo m

I Piot per dare voce alle potenzialità del nostro territorio

Dal Volo dell’Angelo ai Sassi di Matera, dal mare

con le bellezze dei suoi borghi e l’impiego di fondi comunitari

alla montagna, dagli invasi di Monte Cotugno

per realizzare strutture dal forte impatto turistico

e del Pertusillo alla Rabatana e ai luoghi di Federico II

a cura dell’Ufficio Stampa della Giunta Regionale

Crediamo nella valorizzazione delle nostre risorse come opportunità di crescita. Dai beni architettonici a quelli naturali sosteniamo progetti per raccogliere le sfide di un panorama turistico sempre più esigente


Estratto da: La Gazzetta del Mezzogiorno - 02.11.2012

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Basilicata Mezzogiorno

II I BASILICATA PRIMO PIANO

TERREMOTO

NUOVA EMERGENZA SUL POLLINO

Venerdì 2 novembre 2012

CHIEDONO AIUTO Alberghi vuoti a Rotonda per il ponte di Ognissanti. Gli operatori chiedono uno sgravio fiscale per far fronte al crollo di prenotazioni

L’«ALTRO» POLLINO L’eco del sisma coinvolge anche zone che non sono state colpite dal terremoto. E anche qui i turisti fuggono

Alberghi senza danni ma i turisti non arrivano Psicosi da sisma: fioccano le disdette di prenotazioni PINO PERCIANTE l Il terremoto ha inferto un duro colpo anche al turismo che dopo le scosse ora conta le disdette. Alberghi vuoti a Rotonda per il ponte di Ognissanti e tutto il mese di novembre. Antonio Cavaliere, presidente degli albergatori rotondesi, valuta l’impatto che il sisma ha avuto sulle prenotazioni alberghiere. Ovviamente la data presa come spartiacque è quella del 26 ottobre, giorno in cui si è verificata la scossa di magnitudo 5. Cavaliere racconta che da quel momento sono arrivate solo telefonate di disdetta. «Fino all’Immacolata qui da me avevamo sei gruppi, ciascuno di 50 persone. Dopo la scossa hanno disdetto tutti, uno dopo l’altro. Non abbiamo più una presenza e danni qui non ce ne sono. Certo la terra ha tremato ma se è per questo il terremoto si è sentito dalla Sicilia al Molise. L’economia è già in crisi, ci mancava solo questo per metterci in ginocchio».

QUALITÀ Nel riquadro l’agriturismo Acquagentile di Terranova del Pollino .

L’APPELLO

TERRANOVA DEL POLLINO L’agriturismo Masseria Cantore

«Perché da noi non vengono più? Qui non c’è stato il terremoto» l Francesco Tufaro, titolare dell'agriturismo «Masseria Cantore» di contrada Casa del Conte a Terranova di Pollino, lancia un appello contro quella che definisce «un’infor mazione superficiale» sul terremoto dello scorso 26 ottobre. Dice di subìre danni non dovuti alla scossa, ma proprio da chi non descrive in dettaglio il contesto territoriale coinvolto dall’evento. E l’area in cui ha sede il suo agriturismo non è stata minimamente toccata dal sisma. «Dopo un periodo di profonda crisi, le strutture ricettive della zona, per il ponte di novembre registratavano il tutto esaurito, ma titoli giornalistici hanno inculcato nei turisti una legittima paura. Risultato? Annullamento di tutte le prenotazioni sia per il pernotto che per la ristorazione. Noi gestori siamo impotenti, abbiamo cercato in tutti i modi di tranquillizare i clienti, ma senza nessun risultato. La rabbia è tanta perchè sarebbe bastato e basta essere meno superficiali e pigri nell'informare corettamente, vale a dire specificare che il fenomeno è circostritto a pochi paesi e che nel resto dei comuni del Parco (56) non vi sono stati danni nè è in corso lo sciame sismico».

La paura che circola tra gli operatori è che crisi si aggiunga a crisi e a crollare siano proprio le presenze. Un timore di cui alcuni non vogliono neanche sentir parlare. Sarebbe destabilizzante. Il Pollino non se lo può permettere. Ma il fantasma del «crollo» aleggia in tutte le riunioni. Cavaliere segnala che a causa del terremoto gli alberghi di Rotonda contano, senza esagerare, almeno 500 disdette di prenotazioni in questo periodo. Disdette «immotivate» secondo l’albergatore che parla ricordando come «i nostri alberghi si sono anche offerti per ospitare gli sfollati proprio perché non colpiti dal sisma. Le nostre strutture non sono state danneggiate. Siamo nelle condizioni di poter lavorare ma paradossalmente manca la materia prima, ossia i turisti. Non è una situazione facile da gestire perché a novembre abbiamo tante scadenze fiscali». Da qui la richiesta di avere quanto meno uno sgravio fiscale. «In questo mese dovrò pagare Irpef, Imu, Inps

Sciame sismico Continua a tremare in tutta l’area Ancora scosse di terremoto nel Pollino. Una scossa di magnitudo 2.3 è stata registrata dall’Ingv alle ore 1.23 di ieri con epicentro vicino ai comuni di Rotonda, Laino Borgo, Laino Castello e Mormanno (Cosenza). Un’altra scossa, di magnitudo 2.1 è stata registrata alle ore 3.03 con epicentro vicino a Rotonda, Laino Borgo, Laino Castello, Mormanno e Papasidero. Infine, alle ore 5.38, una scossa di magnitudo 2 ha visto come centri più vicini Mormanno, Orsomarso, Papasidero, Santa Domenica Talao e Verbicaro. Una scossa di magnitudo 2.3 è stata inoltre registrata alle 4.40 in Sila, vicino a San Giovanni in Fiore, Caccuri, Castelsilano, Cerenzia, Cotronei e Savelli.

SFOLLATI Le tende montate a Rotonda per accogliere i senza tetto e quant’alto per un totale di circa 10mila euro. Dove li prendo questi soldi se i turisti non ci sono?». Per evitare che la stagione si trasformi in un disastro completo gli albergatori di Rotonda hanno programmato per giovedì 8 novembre il concorso di gastronomia «ll bianco e la rossa», per rilanciare l’immagine del Pol-

lino. Insomma da queste parti non ci si arrende. «È il nostro modo per dire che ci siamo conclude Cavaliere che i nostri alberghi non hanno subito danni ed è tutto perfettamente funzionante». L’obiettivo è quindi «tranquillizzare», la parola d’ordine «rassicurare», convincere i turisti che sul Pollino si può venire.

LE CONTROMISURE IL CENTRO STUDI THALIA LANCIA UNA PROPOSTA D’INTESA CON GIULIANO SCAVETTA DELLA CAMARTOUR DI NAPOLI

Un pacchetto turistico ad hoc per trascorrere il Natale sul Pollino Un altro terremoto. Gli effetti di disdette di prenotazioni e la diserzione di turisti, in gran parte pugliesi, campani e laziali, nel parco del Pollino di entrambi i versanti (calabrese e lucano) saranno devastanti per l’economia locale, incidente sulla vita stessa delle piccole e medie imprese. N’è convinto il Centro Studi Turistici Thalia. Un dato importante per tastare il polso della situazione: il 15,8% dei «viaggiatori del ponte di Ognissanti» è costituito essenzialmente da coloro che si recheranno nei loro centri di origine per la commemorazione dei defunti e si fermeranno almeno un gior no. Di questo target di turisti di novembre una fetta consistente non utilizzerà le festività per un giro sul Pollino dove il buon rapporto qualità-prezzo è particolarmente al centro di ogni scelta di spesa da parte del consumatore. Ancora, se l'albergo sarà la struttura prescelta dal 32,6% dei viaggiatori (rispetto al 32,7% del 2011), seguito dal 29,2% di chi andrà in casa di parenti o amici (rispetto al 27,6% del 2011) e dal 14,9% che si rechera' in casa di proprietà (rispetto al 12,1% del 2011), il Bed & Breakfast sarà scelto dal 6,7% dei vacanzieri (rispetto al 4,2% del 2011), l'agriturismo dal 5,1% dei viaggiatori (rispetto al 7,3% del 2011) che sono le strutture ricettive più colpite dalla fuga turistica nell’area del Pollino. La spesa media pro-capite, comprensiva di trasporto, alloggio, cibo e di-

AGRITURISMO Il villaggio Frassa sul versante calabrese del Pollino vertimenti, si attestera' sui 247 Euro (rispetto ai 251 del 2011 per un -1,6%) mentre la durata media del soggiorno durante questo «ponte» del 1 novembre, sarà di 2,9 notti trascorse fuori casa (rispetto alle 3,2 notti del 2011). Il Centro Studi Thalia avverte la necessità di azioni promozionali per scongiurare che il rischio «diserzione turistica» dal Pollino si possa ripetere in occasione delle festività natalizie e di fine anno che costituiscono un segmento di mercato ben più consistente di quello di questo ponte. Per questo gli operatori del Thalia stanno definendo una campagna di informazione per «rassicurare» gli abituali ospiti delle strutture del Pollino.

Giuliano Scavetta, titolare di Camartour con base a Napoli e già da qualche mese con ufficio-agenzia a Potenza, sta concludendo il catalogo Incoming Basilicata (che sarà presentato alla Rassegna di Rimini) nel quale gli itinerari di turismo ambientale, rurale, culturale ed enogastronomico sono un’offerta importante. Un pacchetto «Vieni a trascorrere il Natale o il capodanno sul Pollino», attraverso proposte di brevi soggiorni, in collaborazione con Apt, Comuni e Pro Loco, secondo l’idea di Scavetta, può servire a ridare fiducia agli operatori locali attraverso un messaggio di serenità e tranquillità ai turisti fedeli di quest’area.


Estratto da: La Gazzetta del Mezzogiorno - 02.11.2012

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BASILICATA PRIMO PIANO I III

Venerdì 2 novembre 2012

DECISO DALL’ALTO

LE REAZIONI DEL GIORNO DOPO

MESSAGGI PRECISI L’invito del presidente di Confapi Vito Gravela, e le proposte dell’imprenditore Enzo Antezza

Si cancella la Provincia e ora le imprese valuteranno come risponde la politica LA SEDE DI RIDOLA Sotto questo palazzo del centro storico è previsto il raduno dei gonfaloni dei 31 Comuni del Materano prima della manifestazione dell’11 novembre [foto Genovese]

PASQUALE DORIA l MATERA. «Questa lunga navigazione nelle calme acque dell’infinita pazienza della comunità dei materani è ormai giunta a un punto di non ritorno. Conosciamo il movimento d’opinione, non strumentale, maturo in alcune realtà murgiane. A più riprese, hanno espresso la volontà di far parte della provincia di Matera. Mi riferisco a Gravina, Ginosa, Laterza, Castellaneta e ora anche altri comuni della vicina Puglia. Le ultime decisioni del Consiglio dei ministri sul riordino delle province costringeranno anche loro ad interrogarsi sul da farsi. Con queste realtà è aperto un qualsiasi canale di dialogo? Possiamo cercare di capire prima di decidere anche a Matera cosa fare?». Sono gli interrogativi che rivolge soprattutto ai rappresentanti istituzionali locali. È la voce di un un imprenditore materano, Enzo Antezza, che insieme ai suoi ai suoi fratelli guida di uno stabilimento tipografico nella zona industriale di contrada La Martella affermato sul mercato nazionale. «Esco allo scoperto spinto da altri imprenditori - racconta - convinti che il discorso non può non riuguardarci. Del resto, i confini che ci dividono da alcuni centri della Puglia sono davvero solo amministrativi. Nella mia azienda ci sono lavoratori materani, ma anche provenienti dell’area murgiana e così nelle altre aziende. La situazione è fluida. Parliamo di un’area omogenea che è stata oggetto di studio

UNA DOMANDA

Che fine ha fatto il progetto della città murgiana? già negli anni ottanta da parte di un gruppo di ricercatori coordinati dal prof. Leonardo Cuoco. Le conclusioni dell’indagine erano chiare, indicavano Matera come città murgiana. Non se ne fece niente. Sappiamo anche perchè. Non è una convinzione solo personale, è anche per queste ragioni antiche che il tempo è ormai scaduto. Nel senso che non è più il momento per alcuna forma di subalternità o calcolo interessato. Insomma, se già dalle prossime ore non si registreranno segnali chiari ed inequivocabili non credo che sarà possibile concedere ulteriori prove d’appello alla classe dirigente locale». «La spending review si abbatte come uno tzunami sul territorio materano - commenta in proposito il presidente di Confapi Matera Vito Gravela - e i tagli lineari imposti dal Governo Monti con la spending review continuano a penalizzare il tessuto economico e sociale di tutto il territorio materano. Dopo aver imposto la chiusura della sede della Banca d’Italia, la soppressione della sezione distaccata del tribunale di Pisticci, la cancellazione della Provin-

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cia e la chiusura della sede del Genio civile, con il trasferimento di 21 dipendenti a Bari, la scure dei tagli sta per abbattersi su Inps, Inail e Inpdap e a rischio c’è anche la sede della Camera di commercio. Si tratta di presidi basilari per la vita economica delle imprese, di uffici che erogano servizi pubblici ai cittadini e alle imprese di

Basilicata Mezzogiorno

Matera e provincia. Il caso più eclatante e paradossale riguarda proprio la sede di Matera del Genio Civile, dove si impone il trasferimento dei dipendenti a Bari per risparmiare una cifra irrisoria. Oltre a procurare disagi dal punto di vista logistico ai dipendenti è evidente che la decisione non è giustificata né da motivi di

VITO GRAVELA Presidente della Confapi materana

Piazza Vittorio Veneto La manifestazione spostata di un giorno, l’11 novembre A causa della concomitanza di altre iniziative la manifestazione promossa dal sindaco di Matera e dal presidente della Provincia di Matera con i consigli comunali di tutti i comuni della provincia è stata spostata all'11 novembre. Il programma rimane invariato. Alle 9 raduno di tutti i rappresentanti istituzionali del territorio al palazzo della Provincia con i gonfaloni delle 31 comunità del Materano. Un corteo prenderà le mosse dalla sede dell’ente destinato alla soppressione per raggiungere il cinema Comunale, in piazza Vittorio Veneto, dove avrà luogo la riunione.

carattere economico né da motivi di carattere funzionale». Cosa accadrà in futuro? «Se la logica della riforma è quella di tagliare a tutti i costi, il territorio materano rischia di trasformarsi nel giro di pochi mesi in una terra di frontiera. Smantellare i presidi che erogano servizi vuol dire favorire un ulteriore calo demogra-

fico anche a Matera, aggravando di fatto quel processo di desertificazione già in atto nei piccoli comuni. Insomma, oltre a esprimo solidarietà ai lavoratori impegnati nella difesa dei propri diritti, invito i rappresentanti istituzionali, imprenditoriali e sindacali a scendere in campo e difendere i presidi del territorio».

IL CLIMA CHE SI RESPIRA I TIMORI DELL’ASSESSORE VITI E UNA RICHIESTA DI DIMISSIONI DEI CONSIGLIERI REGIONALI

«Verso tempi complicati, spinte disgreganti e populismi devastanti» l MATERA. Non è che le cose per decreto, si pensi alla vicenda del sito unico delle scorie nucleari di Scanzano Jonico, bisogna prenderle per forza così come sono. Una comunità compatta nel 1993 fece sentire così bene la sua voce che il Governo Berlusconi dovette rivedere le proprie posizioni. Speriamo che in zona Cesarini quel famigerato decreto non li rispolveri il Governo Monti. Intanto, la memoria non è stata cancellata. Cosa cambia rispetto alla cancellazione della Provincia? Se allora fu possibile dissentire non sembra essere venuta meno la volontà di farlo anche oggi. Del resto, basta seguire i messaggi che arrivano in redazione per farsi anche un vaga idea del clima che sta maturando. «Non macchiamoci della responsabilità di non aver fatto nulla per difendere il diritto di avere condizioni migliori, fossero anche solo potenzialmente tali, per il nostro futuro». Oppure, «non asserviamoci alle decisioni inique e ingiuste prese altrove. Basta con i giochi di palazzo e di partito, basta con le ipocrisie, basta con le piaggerie di rito». «Ai Consiglieri regionali del materano, di ogni partito, chiediamo le dimissioni immediate in segno di palese dissenso a quanto avvenuto in questi giorni. Al sindaco di Matera Salvatore Adduce e al presidente della Provincia Franco Stella chiediamo di mettere simbolicamente a mezz'asta la bandiera della Basilicata in segno di formale e civile protesta, senza anacronismi e populismi, ma con spirito di servizio e di dignità verso la cittadinanza tutta del Materano. Anche se dovessimo rientrare nel territorio della Puglia, facciamo in modo che non sia per noi una consolazione, ma un chiaro sussulto di dignità e di partecipazione civica nella consapevolezza di fare scelte importanti per il nostro futuro e per quello della Basilicata

CONFINI I destini di Basilicata e Puglia si sono spesso incrociati per non farla spegnere nella storia politica, civile e amministrativa d’Italia». Ha intuito quale vento inizia a soffiare l’assessore regionale Vincenzo Viti che, in una nota parla di «occasione tragicamente mancata». «Il sindaco di Potenza - aggiunge - ha voluto commentare con accenti critici che non è difficile sottoscrivere le scelte del Governo nazionale relative al taglio delle Province» - aggiunge. «Così come non è difficile condividere la considerazione secondo cui le scelte che oggi vengono formalizzate dal decreto debilitano e impoveriscono un territorio quale il nostro che avrebbe dovuto essere guardato come una risorsa globale affrancandosi, intellettualmente e politicamente, dalle suggestioni del fortilizio potentino. Sarebbero bastati, perciò, uno sguardo più aperto e generoso, ai temi della coesione e della tenuta dell’unità regionale e un governo del confronto cittadino permeato da interessi più larghi e da valori civili condivisi per pervenire a un risultato in grado di esaltare la qualità com-

plessiva della classe dirigente regionale». «Dispiace rilevare che un’occasione come questa - conclude Viti - per altro preparata dal ricco dibattito in Consiglio Regionale e dall’iniziativa del presidente Vito De Filippo e dei gruppi consiliari che ne hanno condiviso l’impegno, che avrebbe consentito di replicare ai ricorrenti tentativi di cancellare l’identità costitutiva della Basilicata, sia andata perduta rinunciando ad una riflessione costruttiva e affidandosi alla richiesta talmudistica delle due Province, quindi alla fatalità delle scelte che oggi si vorrebbero criticare». Conclusione logica. «Si annunciano tempi complicati, spinte disgreganti e populismi devastanti, con i quali solo una straordinaria prova di intelligenza collettiva potrebbe misurarsi risalendo la china di umori e rancori che sono il frutto avvelenato delle tragiche miopie della politica. C’è di che meditare non solo verso le scelte del Governo nazionale ma anche verso le nostre specifiche responsabilità».

IN SINTESI LE ALTRE REAZIONI

«La strada del referendum sembra ormai scontata» l MATERA. «È campanilismo, bieco egoismo, basso livello culturale-politico avere chiesto che Matera sia, a pieno titolo, rappresentativa, insieme a Potenza, della Basilicata? Mi chiedo cosa fa il Senatore a vita? Ed il Sottosegretario di Stato?». Sono gli interrogativi che solleva il consigliere regionale del Pdl Mario Venezia. «La soppressione della Provincia di Matera è oggi un dato di fatto commenta invece il consigliere regionale dello stesso partito Nicola Pagliuca - ed è frutto di un atteggiamento supino tenuto in questi mesi dalla Giunta regionale nei confronti di questo Governo tecnico. Il governo di un territorio è fondamentale per la sua crescita e il suo sviluppo, non si possono far prevalere rispetto a ciò, esclusivi interessi contabili». Il consigliere comunale di Matera dell’Udc, Giovanni Angelino, invece, facendo riferimento «a una serie di battibecchi tra esponenti della politica lucana», in un comunicato si chiede se alla manifestazione organizzata il prossimo 11 settembre a Matera «il sindaco di Potenza, Vito Santarsiero, vorrà chiarire una volta per tutte il giallo legato alla mancata partecipazione al vertice romano con il ministro Patroni Griffi. Sarà molto gradita la sua presenza». Il consigliere comunale di Matera del Pdl Fabio Mazzilli, è convinto che «quanto avvenuto spianerà la strada allo smembramento dell’intero territorio regionale. Qualcuno potrà dire che non tutto è ancora perduto, che il parlamento dovrà convertire il Decreto Legge entro 60 giorni dalla sua pubblicazione: forse. Ma, a meno di clamorose novità si moltiplicheranno le spinte di tanti cittadini materani che chiedono con forza di essere direttamente protagonisti del futuro del nostro territorio, tramite l’istituto del referendum, possibilità, questa, che lo scorso Consiglio comunale di Matera ha già previsto». Per il segretario provinciale di Matera della Dc-Libertas Domenico Martino «si devono individuare, con nomi e cognomi, con le rispettive sigle di partito, di quanti hanno lavorato per la soluzione imposta al Governo dal mancato pronunciamento chiaro a livello istituzionale a favore della sede a Matera della Provincia unica». Avverte il segretario generale dell’Ugl Giovanni Tancredi, «il punto non è tanto l’esistenza e la conservazione o meno di una Provincia in se stessa quanto, quella di gran parte di tante migliaia di lavoratori, dei servizi connessi alla sua presenza in città. Significherebbe spoliazione di un sistema e di una rete economica che riguarda anche tutti i Comuni della provincia».


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Basilicata Mezzogiorno

VI I POTENZA CITTÀ

Venerdì 2 novembre 2012

IL 2 NOVEMBRE

CALVELLO APRE LA STRADA Il Comune di Calvello è il primo in Italia a di questo software che «gira» IL GIORNO DELLA COMMEMORAZIONE dotarsi anche sugli smartphone

CYBERNAUTI Una passeggiata virtuale nel cimitero per avvicinarsi a lapidi, pubblicare frasi, deporre fiori e accendere lumini virtuali

Un viaggio virtuale tra i defunti al cimitero Un software innovativo creato dalla società potentina «It@web» ONLINE In alto Michele Lorenzo, 24 anni, di Laurenzana, giovane amministratore di It@web che ha ideato il viaggio virtuale nel cimitero di Calvello: a sinistra un «frame» della navigazione

MASSIMO BRANCATI l Lui in America, in Germania o in un altro posto del mondo. I propri cari defunti nel cimitero di Calvello, a migliaia di chilometri di distanza. Ma la tecnologia è in grado di annullare confini, rimodulare la geografia, avvicinare luoghi lontani: ed ecco che ci si ritrova a contatto con la tomba del genitori, del parente, dell’amico per porre un fiore, pregare, lasciarsi coinvolgere dai ricordi. No, non siamo ancora arrivati al «teletrasporto», ma il mondo di internet offre la possibilità di creare contatti virtuali: ecco l’intuizione di It@web, società del gruppo Publisys di Potenza, che ha creato «Gr@ves», un sistema informativo territoriale per la gestione dei servizi cimiteriali. È un software che consente ai cittadini un viaggio virtuale nel cimitero comunale di Calvello: permette di «passeggiare» lungo le vie del cimitero, avvicinarsi a lapidi e visualizzare, con nitidezza, le fotografie dei propri cari. Il programma è attivo da oggi, in occasione della commemorazione dei defunti, ma è solo l’inizio di un percorso da completare: entro la fine dell’anno, infatti, sarà terminata l’intera «impalcatura tecnologica» che consentirà all’utente di accedere ad alcuni servizi: con un semplice click sulla lapide, per esempio, potrà accedere alla pagina del defunto dove, gratuitamente, sarà possibile pubblicare frasi, fiori e accendere lumini virtuali. Saranno previsti anche servizi a pagamento, molto utili per chi risiede lontano dal territorio di Calvello come ordinativi di fiori, pulizia della cappella o della lapide, pubblicazione di necrologi e messaggi di cordoglio. «Naturalmente - spiega Michele Lorenzo, amministratore di Itaweb - il tour virtuale non vuole sostituirsi alle visite al cimitero per rendere omaggio ai

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defunti, ma offrire alla comunità, quella vicina e quella sparsa nel mondo, la possibilità di annullare le distanze e poter adempiere, seppure virtualmente, alla commemorazione dei propri cari

SERVIZI

Sarà possibile anche ordinare fiori, pubblicare necrologi e messaggi di cordoglio defunti in qualsiasi momenti dell’anno». Calvello è il primo comune italiano ad essersi dotato di questa innovazione tecnologica che è disponibile anche per gli smartphone. Il primo di una lunga serie:

il tour virtuale sarà possibile a breve anche nei cimiteri di Monte San Giacomo (Salerno) e di Laurenzana. Per quanto riguarda il paese lucano, in particolare, i «cybernauti» avranno la possibilità di visitare e ammirare anche gli affreschi del Currituretto del convento Santa Maria della Neve, sede del cimitero. «Il nostro obiettivo - sottolinea Lorenzo - non è quello di confinarci nella realtà lucana, ma uscire dalla regione, puntando anche al mercato del nord Italia. Siamo una società di produzione software, web application e commercio elettronico, quindi abbracciamo tutti i segmenti del mondo informatico. La decisione di puntare sui cimiteri? È semplicemente - conclude l’amministratore di It@web - il frutto di una ricerca di mercato. È questo il settore meno informatizzato ed è stato naturale focalizzarci l’attenzione».

Lavori in corso Operai nel vecchio cimitero il nuovo aprirà a giugno 2013 Manutenzione della struttura di copertura al settore 9, manutenzione della struttura adibita a locali uffici, risanamento dei cancelli d’ingresso secondari del cimitero, rifacimento della pavimentazione d’ingresso al cancello principale, manutenzione di alcune fontane, rifacimento di un tratto di fognatura. Sono questi gli interventi, il cui costo ammonta a 120.000 euro da finanziarsi con un mutuo con la Cassa Depositi e Prestiti, previsti nel progetto di manutenzione straordinaria, approvato dalla Giunta Comunale di Potenza, al civico cimitero. «Continua – hanno detto il sindaco di Potenza, Vito Santarsiero e l’assessore Nicola Lovallo - il lavoro di riqualificazione del cimitero storico della città. Dopo aver realizzato oltre 1.500 loculi che hanno consentito di risolvere il problema ed annullare il mercato nero consentendo a tutti una sepoltura senza problemi, e dopo aver sistemato numerose Cappelle nonché aree come quella del Milite Ignoto e quella di pertinenza della Chiesa, si interviene in altre zone con significativi lavori di riqualificazione». Per quanto riguarda il nuovo cimitero, che sorgerà in una zona di Montocchino, l’apertura è prevista a giugno del 2013. L’area interessata è di circa 70.000 metri quadrati di territorio e prevede in totale la realizzazione di 14.132 loculi per tumulazione collettiva (dei quali 2.452 ubicati nelle edicole private), un’area complessiva destinata alle inumazioni di mq 12.400 per 3.154 fosse (delle quali 2.112 saranno private), 8.128 cellette-ossario, due ambienti destinati ad ossario comune (situati al livello sottostante la galleria porticata) per complessivi 510 metri quadrati, parcheggi per circa 500 autoveicoli, e sistemazioni di aree a verde per circa 5.000 metri quadrati. In particolare sono previste 58 cappelle gentilizie, 288 edicole, 760 loculi e 4.608 ossari in galleria.

COMMEMORAZIONE DEI DEFUNTI L’ORGANIZZAZIONE DEL COMUNE PER ACCOGLIERE I VISITATORI

IL PARTICOLARE CRISANTEMI, MARGHERITE E ROSE

Bus navette per il cimitero e corse metro più frequenti

Fiorai sotto pressione la crisi colpisce il settore contenuti i rincari

l Il ponte della festa di Ognissanti all’insegna della tradizionale visita ai defunti. Finita l’emergenza loculi, anche in vista della realizzazione del nuovo cimitero (si veda nel box in alto in questa stessa pagina) la politica del Comune di Potenza è improntata ora all’ottimizzazione del servizio e al contenimento della spesa senza diminuire la qualità dell’offerta per i cittadini. Le operazioni di pulizia, di abbellimento con fiori e di manutenzione per la ricorrenza dei morti prima erano a carico del Comune. Quattro anni fa si decise di affidare le aree verdi all’interno e all’esterno del cimitero a privati che le hanno adottate con un contenimento della spesa per l’ente pubblico. Per la ricorrenza dei defunti il Comune ha regolamentato la sosta e la circolazione dei veicoli lungo le vie di accesso al Cimitero fino a domani. In particolare, oggi e domani dalle 8 alle 18 e dalle 8 alle 13 del 3 novembre è istituito il divieto di circolazione dei veicoli lungo

via della Rimembranza, fatta eccezione per i bus urbani, i taxi, gli autonoleggiatori da rimessa, i veicoli addetti alla pubblica illuminazione, gli invalidi muniti di contrassegno e le categorie munite di permesso. Gli autorizzati dovranno percorrere via della Rimembranza in senso unico a scendere ad eccezione dei bus urbani, taxi, ed autonoleggiatori da rimessa. È fissato, inoltre, il senso unico di circolazione a scendere lungo via G. Pepe ad eccezione dei residenti. Possono circolare liberamente nel giorno dei morti i veicoli delle autorità civili, militari e religiose, lungo via della Rimembranza, dalle 8 alle 13. Nel piazzale adiacente l’ingresso principale del cimitero, uno spazio è riservato alla sosta dei bus urbani e uno spazio riservato ai taxi al fine di favorire la mobilità urbana. È previsto il divieto di sosta con rimozione dei veicoli su una superficie pari a due posti auto nei pressi dell’ingresso principale del cimitero e nei pres-

COSTI

Le aree verdi gestite da private per garantire un risparmio al Municipio

RICORDI Visitatori allo storico cimitero di Potenza. Ne sorgerà uno nuovo a Montocchino [foto Tony Vece] si dell’ex «Panificio» di via San Rocco ad eccezione dei bus urbani. In caso di effettiva e comprovata necessità gli agenti di Polizia Municipale possono consentire l’accesso al cimitero. L’amministrazione, con l’impiego di associazioni di volontariato e di personale proprio, fornirà assistenza ai visitatori per rendere più agevole la pulizia, il deposito floreale innanzi alle singole sepolture. Con l’obiettivo di migliorare e rendere più agevole il flusso di visitatori il Comune ha previsto anche per oggi un servizio gratuito di bus-navetta. Saranno, inoltre, intensificate le corse del servizio metropolitano al costo di 50 centesimi su tutto il percorso.

l La scena si ripete ogni anno. Fiorai indaffarati già dalle prime ore del mattino, qualcuno non ha neanche chiuso durante l’ora di pranzo. È così da sempre in occasione di giorni a ridosso del 2 novembre, giornata dedicata alla commemorazione dei defunti. E come ogni anno non mancano le polemiche sul caro prezzi. Secondo un’indagine condotta nei giorni scorsi a livello nazionale, i crisantemi sfiorano i 4,80 euro, ma a Potenza cosa succede? La situazione sembra non essere per niente preoccupante per i clienti potentini. Innanzitutto il crisantemo, il fiore giapponese coltivato in Campania e Puglia, resiste anno dopo anno, e anche quest’anno è quello più acquistato. Il suo prezzo, a seconda della grandezza si aggira fra 1 euro e i 2 euro. Il crisantemo è molto acquistato anche come pianta, il cui prezzo si aggira fra i 4 euro e i 10 euro, a

seconda della grandezza. Molto venduti anche i garofani, di tutti i colori e sfumature, che partono da un minimo di 0,80 centesimi, per arrivare ad un massimo di 1,50 euro, ma che spesso sono venduti in mazzi già preparati da 2,00 euro, come le margherite, molto vendute. Anche le rose sono molto acquistate. E qui i prezzi iniziano a lievitare. Si parte da un minimo di 0,50 centesimi, per le roselline, fino ad un massimo di 3,50 euro l’una. Molto venduti anche i fiori finti, che partono da un minimo di 0,50 centesimi l’uno, e arrivano fino a 2 euro a seconda del tipo. Per quanto riguarda invece lumini e candele, i prezzi sono i più disparati. Da 0,80 centesimi, fino a 6 euro, a seconda della grandezza e a seconda che si comprino nei supermercati, dove il prezzo sembra più contenuto, oppure dagli stessi fiorai.


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Basilicata Mezzogiorno

X I MATERA CITTÀ

Venerdì 2 novembre 2012

L’OMAGGIO AI DEFUNTI IN RICORDO DEI PROPRI CARI

DONATO MASTRANGELO l Un continuo e composto andirivieni cominciato sin dalle prime ore della mattina e che si è protratto fino al tardo pomeriggio con tanti fiori da deporre sulle tombe. Migliaia di persone ieri, nel giorno di Ognissanti, hanno reso omaggio ai propri cari nei cimiteri di via IV Novembre e di contrada Pantano mentre oggi il lento peregrinare prosegue in occasione della Commemorazione dei Defunti. Scomparsi i segni dell’alluvione del 1° marzo 2011, che avevano lasciato ferite profonde e danni ingenti all’inter no del camposanto di contrada Pantano la situazione in ordine al decoro sembra nel complesso migliorata rispetto agli anni scorsi. Criticità e situazioni di degrado, tuttavia, non sono state del tutto eliminate. Eppure per alcuni interventi basterebbe un poco di attenzione in più. Cominciamo dall’esterno. La parte dell’ingresso, dove pure un tempo erano stati accatastati rami e masserizie, è pulita e l’erba è stata tagliata. Spostandosi però sul lato destro del cimitero dove è situato un piazzale adibito a parcheggio ecco spuntare le prime incongruenze. Cumuli di terra che sembrano rimossi da poco lungo il perimetro del luogo che ospita i defunti

OLTRE LA FACCIATA La parte esterna all’ingresso è pulita ma sul lato destro dove si trova un piazzale adibito a parcheggio imperano i cumuli di terra e le bottiglie

INCURIA E SCEMPIO Nessuna recinzione metallica a protezione delle edicole funerarie in costruzione dove giacciono calcinacci, secchi e tavole con chiodi

Il degrado non rimosso al cimitero di Pantano Situazione migliore rispetto al passato ma restano le criticità e, soprattutto, bottiglie in plastica e in vetro svuotate chissà da chi e da dove. come se ci fosse la volontà di disfarsene alla bell’è meglio. Appena entrati nel cimitero tutto sembra in ordine. È proseguendo lungo il viale sul lato destro e giungendo in fondo allo stesso che si notano immagini poco

decorose. Quasi a ridosso dei loculi giacciono orizzontali due scale metalliche in disuso. Quelle scale erano poste lì anche l’anno scorso ma nessuno a provveduto a rimuoverle perchè ormai inservibili. Arriviamo dal lato opposto del cimitero dopo aver superato l’altro ingresso.

IN ABBANDONO

ACQUA IN TESTA

Due scale metalliche in disuso giacciono vicino ai loculi

In alcuni padiglioni presenti problemi di infiltrazione

DISAGI A RIPETIZIONE In alto una pozzanghera in un viale del cimitero nuovo [foto Genovese]

IL RICORDO DEI CARI Preghiere e riflessione nel giorno dei defunti [foto Genovese]

IL CASO PER IL CONSIGLIERE DEL PDL LA MATERIA ANDREBBE AGGIORNATA CON URGENZA

«Senza le agenzie funebri le sepolture nel caos» Pedicini contesta il regolamento cimiteriale l «Una volta l’anno si celebra la commemorazione dei defunti e questo è occasione per l’Amministrazione comunale per dare una ripulita ai due cimiteri comunali, ma quanto questi siano nei loro pensieri per il restante periodo dell’anno è presto detto: mai». Lo sostiene il consigliere comunale Adriano Pedicini, del Pdl. «Se c’è un posto nella nostra città che rappresenta il degrado e l'abbandono per eccellenza, dove il lavoro e l’applicazione delle regole sono da considerare accessori – dice Pedicini – questo è il cimitero. Tra i pochi validi dipendenti del cimitero vi era l’unico giardiniere che si è pensato bene di trasferirlo all’Ufficio traffico, mentre altri due dipendenti hanno trovato maggior riparo presso l’ingresso della casa comunale. Questo personale impiegato nella manutenzione e giardinaggio, erano operai che maggiormente si impegnavano in piccoli lavori e che oggi sono collocati tra archivi e segreterie. Il regolamento cimiteriale (Polizia mortuaria) vede l’ultimo aggiornamento al 1996. Nel 2008 attese le innumerevoli domande di ricongiungimento di salme, l’allora Amministrazione ha provveduto a disciplinare la materia. In questa consiliatura, due anni orsono, la commissione competente, anche in

In questa zona si trovano edicole funerarie in costruzione. Nulla da eccepire sul fatto che con i lavori da ultimare sia posizionato nei pressi dei loculi del materiale edile. Anche in questo caso, però, basterebbe una ordinanza, una disposizione dell’Amministrazione locale in modo da chiede alle imprese che eseguono i lavori di osservare una serie di accorgimenti quanto meno nei giorni di Ognissanti e della commemorazione dei defunti. Questo impedirebbe, nella parte antistante l’undicesimo e dodicesimo gruppo di loculi di imbattersi in detriti, calcinacci, secchi di plastica, tavole con chiodi accatastate considerando, tra l’altro, che con le famiglie al cimitero si recano numerosi bambini. A distanza di pochi metri, invece, dove pure c’è ci sono dei lavori in corso qualcuno è stato più zelante e ossequioso delle normative ponendo una recinzione metallica all’ingresso. In molti punti del cimiero la pavimentazione resta sconnessa e finanche pericolosa per avvallamenti e mattonelle distaccate dalla malta cementizia. Gli altri problemi attengono le infiltrazioni di acqua dai solai di alcuni padiglioni come quelli del decimo gruppo e la carenza in ordine alla potatura degli alberi con cumuli di rami accatastati sotto i pini.

funzione di una stringente disciplina nazionale, ha incominciato i lavori per adeguare il regolamento, soprattutto per disciplinare i rapporti tra l’amministrazione e le Agenzie Funebri, inutile dire che i lavori giacciono sepolti in qualche cassetto del Comune e si è al punto di partenza, mentre la disorganizzazione regna sovrana. Non è inverosimile dire che se si dovesse adottare il regolamento applicando semplicemente le attuali regole, i cimiteri cittadini dovrebbero chiudere; se le agenzie funebri venissero limitate alle loro incombenze, il sindaco, con opportuna ordinanza dovrebbe vietare di morire per impossibilità di sepoltura. Il personale minimo necessario per la sussistenza è di 4 necrofori, un muratore, un giardiniere; queste figure mancano del tutto, non ci sono, a queste necessità provvedono con pazienza le agenzie funebri o, in proprio le famiglie dei defunti. Ma in tutto ciò vi è anche una ovvia considerazione da fare: pur mancando tali servizi il Comune di Matera si fa pagare come se li svolgesse e pochi sanno che in quel che pagano al Comune sono comprese le spese di tumulazione. In conclusione l’analisi che può farsi nella gestione dei due cimiteri cittadini è senza ombra di dubbio negativa».

ESTINTI E POLEMICHE Il consigliere comunale Adriano Pedicini chiede un maggiore impegno dell’Amministrazione sui problemi dei cimiteri [foto Genovese]

Nei due cimiteri Le iniziative organizzate per ricordare i defunti Commemorazione dei Defunti. Il Comune in collaborazione con la Provincia e la Prefettura ricorda i defunti al cimitero di contrada Pantano. Alle 10.45 schieramento del reparto in armi delle associazioni combattentistiche e d’armi e dei Gonfaloni e la deposizione di alloro al monumento commemorativo. Alle 11 l’arcivescovo, mons. Salvatore Ligorio, celebrerà la santa messa in suffragio dei defunti. L’Ufficio delle comunicazioni sociali della Diocesi, inoltre, comunica che dal 3 al 10 novembre nel cimitero di via IV Novembre si terrà una manifestazione comunitaria di preghiera per i defunti con la recita del santo rosario alle 15 e la celebrazione della santa messa alle 15.30.

le altre notizie TRANSITATE LE PRIME DUE CARROZZE

Ferrosud ha ripristinato la linea ferroviaria a Jesce

n Ha già consentito il transito e la consegna di due carrozze il ripristino del tronco ferroviario che collega lo stabilimento della Ferrosud alla rete nazionale delle ferrovie in località Casal Sabini di Gioia del Colle. I lavori per la messa in sicurezza della tratta, lunga 6,5 chilometri, sono stati realizzati dall’azienda di Jesce. Gli interventi sono consistiti nel rifacimento di alcuni tratti di massicciate, con ripristino di traversine, bullonature e riallineamento dei binari. Il direttore di stabilimento, Vito Di Michele, ha convocato per il 29 novembre i dirigenti di Rete Ferrovie Italia e del Consorzio per lo sviluppo industriale della provincia per la consegna ufficiale dei lavori. DA IERI È POSSIBILE

Impianti di riscaldamento via all’accensione n Da ieri Matera è fra le trenta città dove si possono accendere gli impianti di riscaldamento. Lo comunica la Confedilizia, ricordando che le accensioni delle caldaie sono scadenzate, ai sensi del dpr n.412 del 1993, in differenti periodi a seconda della zona climatica in cui i singoli comuni sono inseriti, mentre i comuni non presenti in alcuna delle zone in questione sono disciplinati da apposito provvedimento del sindaco.


Estratto da: La Gazzetta del Mezzogiorno - 01.11.2012

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Basilicata Mezzogiorno

BASILICATA PRIMO PIANO I III

Giovedì 1 novembre 2012

DECIDE ROMA

LE REAZIONI AL DECRETO LEGGE

LA REAZIONE DI STELLA E ADDUCE «Significa sottrarre a Matera e gli altri 30 Comuni che ne fanno parte funzioni e servizi di vitale importanza»

La provincia di Matera accorpata con Potenza Manifestazione in piazza nella città dei Sassi il 10 novembre l MATERA. Superficie 3.446 chilometri quadrati. Ne sarebbero bastati 2.500. Abitanti 203.782, secondo il censimento di dicembre del 2011. Ma ce ne vorrebbero 350 mila. Se non matureranno possibilità di ripensamento, la decisione di ieri del Consiglio dei ministri, 31 novembre 2012, per i materani sarà ricordata come la giornata nera di Halloween. Scherzetto e niente dolcetto. La Provincia viene soppressa, cancellando di colpo una storia che viene da lontano, sacrificata su i conti dello Stato senza che mai nessuno abbia fatto mente locale su quanto effettivamente peserà sull’atro piatto della bilancia il costo del depauperamento di un territorio così vasto. Non è tutto. Ora, la più grande provincia d’Italia è quella che coincide con il territorio della Basilicata. Più che snellire i processi legati al governo del territorio, l’accorpamento sembra procedere in direzione opposta, quella di appesantire l’azione degli enti locali messi a dura prova da tagli che si riverberano già da tempo sulla viva carne dei cittadini. «Cancellare per sempre la nostra Provincia significa sottrarre a Matera e a tutti gli altri 30 Comuni che ne fanno parte funzioni e servizi di vitale importanza per il nostro territorio, per i nostri concittadini. Una conseguenza disastrosa per un territorio che non intende arrendersi». Dichiarazione congiunta a caldo molto chiara. Il presidente della Provincia di Matera, Franco Stella, e il sindaco di Matera, Salvatore Adduce, si fanno promotori di una manifestazione che prevede la riunione congiunta del Consiglio pro-

FILM GIÀ VISTO

Nel 1806 il capoluogo fu spostato da Matera a Potenza vinciale insieme ai 31 Consigli comunali, con le relative giunte. Un incontro che, sabato 10 novembre, alle 9, vedrà tutti i rappresentanti istituzionali del territorio riuniti sotto il palazzo della Provincia con i gonfaloni «in segno di riconoscimento al valore e al ruolo ricoperti da 85 anni da un presidio istituzionale fondamentale per le 31 comunità. Un corteo che simbolicamente prenderà le mosse dalla sede dell’ente destinato alla soppressione per raggiungere il cinema Comunale, in piazza Vittorio Veneto, dove avrà luogo la riunione. «Sarà l’occasione - evidenziano Stella e Adduce per condividere un confronto sul futuro del nostro territorio e della nostra regione alla luce delle decisioni che potranno ancora maturare nelle prossime ore». Cosa preoccupa i materani? Un banale pennacchio di spagnolesca memoria? Certamente no. Basta scorrere le parole usate nel decreto legge sul riordino delle Province diramato da palazzo Chigi per comprendere cosa agita realmente gli animi di una comunità che ha già visto questo brutto film,

LA SEDE DELL’ENTE Il palazzo dell’Amministrazione provinciale si trova nel centro storico, a ridosso degli antichi rioni Sassi e a pochi metri di distanza da Palazzo Lanfranchi. Da quì partirà la manifestazione preannunciata il 10 novembre [foto Genovese]

LA SEDE DI VIA RIDOLA Uno sorcio dell’aula consiliare [foto Genovese]

Il parametro mancante Bene l’estensione insufficienti gli abitanti Le Regioni Umbria, Molise e Basilicata restano con una sola provincia. Lo prevede il nuovo disegno di riordino, approvato dal Consiglio dei ministri. In Umbria, la provincia di Terni, che non rientra nei paletti fissati dall’esecutivo (350mila abitanti e 2.500 chilometri quadrati), è accorpata a quella di Perugia. Per lo stesso motivo in Molise la provincia di Isernia viene accorpata a Campobasso e in Basilicata la provincia di Matera, la cui estensione però supera i 2.500 chilometri quadrati, viene accorpata a quella di Potenza, perchè gli abitanti sono 203 mila.

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quando il capoluogo di regione fu spostato da Matera a Potenza. Il riordino delle Province - non si parla mai di soppressione - dice che «è il primo tassello di una riforma più ampia che prevede la riorganizzazione degli uffici territoriali di governo (prefetture, questure, motorizzazione civile. etc etc) in base al nuovo assetto».

Dunque anche gli altri uffici su base provinciale saranno di fatto dimezzati. Solo al termine di questo processo sarà possibile calcolare gli effettivi risparmi che comporterà l’intera riforma. Per esempio, se come accadde nel 1806, con il passaggio del competenze regionali da Matera a Potenza, causerà un decremento della po-

polazione e delle conseguenti attività di carattere economico e sociali. Saranno calcolati i costi reali di queste nuove possibili trasformazioni di segno negativo a carico del territorio? Desertificazione. Per la cronaca, bisognerebbe ricordare che una paio di volte il Consiglio comunale di Gravina, non a caso, si è riunito nella città

dei Sassi. Inoltre, nelle vicine Ginosa e a Laterza in più occasioni sono maturati pronunciamenti sulla volontà di passare nella provincia di Matera. Volontà espressa nei mesi scorsi anche da sedici comuni calabresi dell’Alto Jonio. Cosa ne è stato di tutte queste indicazioni? È lecito immaginare [p.d.] una provincia murgiana?

I PARLAMENTARI DEL PD E DEL PDL ESTENSIONE INCONGRUA, PROBABILMENTE SARÀ LA PIÙ VASTA DELL’INTERO PAESE

«Una sola provincia coincidente con tutto il territorio regionale» l Riordino delle province. Il Consiglio dei ministri ha deciso. Matera è accorpata a Potenza. Immediate le reazioni di contrarietà a questa volontà. «Il decreto legge approvato in Consiglio dei ministri in relazione al riordino delle province - dice l’on. Salvatore Margiotta, del Pd - contiene alcune misure a mio avviso assolutamente inopportune, e che mi auguro sia possibile modificare nel corso dell'esame parlamentare. Innanzitutto non si è tenuto conto dei deliberati delle Cal di tre regioni, Basilicata, Umbria, Molise, in cui si determina il paradosso della esistenza di una sola provincia, con territorio coincidente con quello regionale. Particolarmente penalizzata è la Basilicata, la cui unica provincia risulta avere un’estensione incongrua, forse la più vasta d’Italia. Inoltre è sbagliato azzerare già da gennaio tutte le giunte provinciali e anticipare le elezioni a novembre 2013: molto più opportuno sarebbe mantenere gli organismi in carica fino alla scadenza naturale del mandato, a primavera 2014, consentendo di lavorare nella pienezza delle loro funzioni, in questa fase di transizione, in modo da portare a compimento poi nel 2014 la riforma. Su questi ed altri aspetti della riforma - cocnlude Margiotta - intendo adoperarmi in seno al gruppo dei deputati del Pd, e poi in aula alla Camera, in modo da proporre emendamenti correttivi che rendano la legge davvero efficace e rispondente alle esigenze dei cittadini». “Come volevasi dimostrare, le posizioni ambigue, contraddittorie e, per alcuni versi, prone al volere del ministro Patroni Griffi, del centro sinistra lucano, con in testa la Regione Basilicata, hanno prodotto l'esito che la specificità della Ba-

FRANCO STELLA Primo piano del presidente e lo stemma della Provincia di Matera [f. Genovese] silicata non sia stata rispettata nel decreto di riordino delle province». Lo hanno dichiarato i parlamentari lucani del Pdl, i senatori Guido Viceconte e Cosimo Latronico e l’on. Vincenzo Taddei. «Non si comprendono le ragioni per le quali alcune province sono state mantenute in deroga ai criteri prefissati (popolazione e territorio) e le nostre fondatissime ragioni di mantenere le due province in una regione di diecimila kmq, siano state ignorate. I parlamentari lucani del Pdl coerenti con la posizione assunta dal principio, di difendere, fino in fondo le due province lucane, convinti che tale assetto istituzio-

nale risponda sia al dettato costituzionale che alle esigenze funzionali dei lucani, svolgeranno ogni azione in sede parlamentare per emendare il decreto legge. Le modifiche apportate alla proposta iniziale dal ministro nell'ultimo decreto, confermano che una pozione chiara ed unitaria sul tema da parte della Regione Basilicata, avrebbe potuto già in questa fase raggiungere l'obiettivo del mantenimento delle due province. Risultato che hanno ottenuto altre regioni (Toscana, Veneto, Lombardia). Facciamo appello a tutte le forze della regione affinché la nostra azione parlamentare trovi il più forte sostegno».

COMMENTI DI SEGNO NEGATIVO

«Approssimazione» per Santarsiero «Ferita Matera» dice Santochirico l Se Matera è pronta a mobilitarsi anche Potenza è preoccupata. «Il decreto sul riordino delle Province conferma l’approssimazione con cui si è operato nell’affrontare questo importante tema che riguarda il riassetto istituzionale dell’intero Paese». Così Vito Santarsiero, sindaco di Potenza e presidente dell’Anci di Basilicata. «Oltre alle tensioni determinate sui territori di tutte le regioni d’Italia - continua - viene fuori un provvedimento che senza un disegno di riassetto istituzionale complessivo e senza porsi il tema di come garantire comunque i servizi ai territori ha riordinato le Province con parametri inadeguati e lontani dalle reali esigenze delle comunità. Come non credo che si riuscirà a cogliere l’obiettivo di un adeguato risparmio considerato che si dovranno comunque garantire strutture e attività su vasti territori. Resta incomprensibile che in tre Regioni, Basilicata, Umbria e Molise, si conservi una unica Provincia che oltre ai problemi di estensione pone anche problemi di sovrapposizione istituzionale». «Il Governo sconvolge la Basilicata e ferisce Matera», commenta il consigliere regionale del Pd, Vincenzo Santochirico. «Un governo tecnico che con la costituzione della “Provincia di Matera-Potenza” crea il paradosso politico e giuridico della Regione-Provincia, non solo cancella storia, identità, autonomia di comunità ormai consolidate, riaccendendo antagonismi territoriali, ma crea un organismo illogico, che tradisce il suo ruolo di ente intermedio, diventando un potenziale generatore di conflitti con altre istituzioni. Un pasticciaccio che poteva e doveva essere evitato. Al peso e alla responsabilità di questa impresa non si potranno sottrarre coloro che hanno sostenuto e imposto la linea della difesa ad oltranza delle due province in Basilicata come sola posizione forte e vincente. La decisione del governo è ancor più grave perché ignora la proposta subordinata di riordino approvata dal Consiglio regionale, che cercava di attenuare i danni provocati dal Governo chiamando a una prova lungimirante di solidarietà e generosità le due città, e perciò infligge un durissimo colpo a Matera. Chi ha assicurato il mantenimento delle due province, dimostri che non si trattava di un bluff. Se tale si rivelasse risulterebbe evidente la strumentalità e la malcelata ispirazione antimaterana, ma anche l'ingenuità o la miopia di chi, anche nella Conferenza delle Autonomie Locali, si è arenato su quella deriva. E a nulla varrebbero tardive lacrime di coccodrillo».


Estratto da: La Gazzetta del Mezzogiorno - 01.11.2012

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Basilicata Mezzogiorno

VI I POTENZA CITTÀ E PROVINCIA

Giovedì 1 novembre 2012

IMMIGRAZIONE

ASPETTANDO LA NUOVA PIAZZA BONAVENTURA

IN AUMENTO GLI EXTRACOMUNITARI

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INCONTRO La presentazione del dossier sull’immigrazione in Basilicata. Dati e riflessioni sul fenomeno crescente dell’arrivo di immigrati nel nostro territorio [foto Tony Vece]

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CANTIERE I residenti in ostaggio del cantiere «infinito» [foto Tony Vece]

La generazione «Balotelli» è qui Dossier Caritas: siamo sempre più multirazziali EMANUELA FERRARA l La Chiesa sollecita volontari ed istituzioni alla politica dell’accoglienza. Ci si riferisce al tema immigrazione nel giorno in cui viene presentato il consueto dossier statistico sul fenomeno pubblicato dalla Caritas e Migrantes. Gli immigrati in Italia aumentano sempre di più ma spesso i cittadini dello Stivale tendono a pensare che le popolazioni straniere siano portatrici di problemi e delinquenza. Niente di più sbagliato, avvertono don Michele Palumbo e Michele Basanisi, direttore della Caritas diocesiana di Potenza, nell’incontro promosso al Seminario Maggiore. Gli immigrati sono un valore aggiunto. Una risorsa economica, lavorativa e demografica e in una proiezione futura sul nostro territorio avremo ben 14-15 milioni di immigrati. Dunque sarebbe opportuno abituarsi sin da subito a

considerare queste persone come nostri connazionali ed abbattere qualunque differenza. Anche la Basilicata non è esente dal fenomeno immigrazione e nell’ultimo anno i numeri parlano chiaro. Siamo sempre più multirazziali. Un dato su tutti fa comprendere come effettivamente gli immigrati siano un valore

VIAGGIO

Ma la Basilicata resta principalmente una «terra di passaggio» aggiunto. Da gennaio a dicembre 2011 la popolazione lucana è scesa di ben 8mila unità e se questo calo è stato contenuto lo si deve proprio all’apporto della popolazione estera giunta nella nostra regione. Va detto però che si parla sempre di piccoli numeri consi-

derando che gli immigrati in Basilicata rappresentano il 3,1% degli stranieri nel meridione e solo lo 0,3% sul territorio nazionale. Questo, avvertono dalla Caritas, non è dovuto ad una scarsa sensibilità del territorio ma solo ad una questione prettamente geografica. La Lucania infatti è una terra di passaggio. Ed è proprio, forse, sul tema «passaggio» che ci si dovrebbe concentrare un po' di più. Se da un lato, infatti, ci sono persone perfettamente integrate che oramai vivono nel nostro territorio, dall’altro ci sono mille e più problemi nell’accoglienza transitoria. Mancanza di volontà? Deficit di coordinamento? La risposta è da ricercare in tutti e due gli aspetti. Fatto sta comunque che esiste una buona parte di immigrati che si è stanziata senza alcun problema nella nostra terra. Quasi nessuna differenza nella distribuzione degli stranieri sul territorio lucano, con una legge-

le altre notizie DISSUASORE «SRADICATO»

Primo sfregio alla piazza ma non sono i vandali

STUDIO Il dossier sugli immigrati in Basilicata ra prevalenza per la provincia di Matera che conta circa il 52% di nati all’estero forte delle sue 3920 presenze a fine 2011. Nel distretto potentino invece si contano i restanti 3711 stranieri. Nonostante nel materano si registri un numero maggiore di immigrati, spetta alle scuole potentine il primato regionale di presenza di stu-

SPOPOLAMENTO

La presenza degli immigrati frena il progressivo calo di abitanti denti non italiani (studenti provincia Potenza 914, studenti provincia Matera 777). Dati questi che ci riportano a considerare quanto sia «giovane» il fenomeno immigrazione in Basilicata, difatti il 33,8% ha tra i 30 ed i 44 anni e ben il 22,9% tra i 18 ed i 29.

Naturalmente gli immigrati arrivano in Italia in cerca di lavoro ed è soprattutto di questo che si parla nell’incontro. Assistenza domiciliare continuativa, agricoltura ed allevamento sono i settori in cui si registra il maggior numero di lavoratori stranieri. In questo caso si parla di dipendenti ma esistono anche delle felici eccezioni. 307 sono infatti i titolari di impresa, con in testa i marocchini seguiti, ma ben distaccati, dalla comunità cinese. Il tipo di attività lavorative svolte in Basilicata spiega anche il sostanziale equilibrio nel rapporto tra uomini e donne presenti in regione. La rappresentanza femminile è salita al 49% soprattutto grazie all’arrivo dall’est Europa, in particolare dalla Romania, di tante donne che si dedicano all’assistenza domiciliare, lavoro questo, così come nel settore agricolo, svolto quasi esclusivamente dagli immigrati.

IL FENOMENO COMPLICE LA CRISI, MOLTE DONNE SCELGONO QUESTA STRADA PER GUADAGNARE. MA SPESSO «A NERO»

l Dieci anni fa erano poco più di 800 in tutta la Basilicata. Oggi siamo arrivati a quota 3.567 regolarizzate all’Inps (2.497 a Potenza e 1.070 a Matera) ma sono numeri assolutamente sottostimati rispetto alla situazione reale. Almeno altri 3.000, infatti, sono le badanti che lavorano a nero, senza alcun contratto di lavoro, senza contribuzione previdenziale e senza alcuna tutela sull'applicazione del contratto di categoria. Quella delle badanti è una categoria di lavoratori invisibili per la stragrande maggioranza dei cittadini, ma compie una funzione sociale importantissima, sopperendo alle lacune del welfare che continua a ridurre le tutele per le persone non autosufficienti. Inoltre, è opinione

diffusa, svolgono un lavoro che i disoccupati lucani rifiutano puntualmente. Per la verità questo accadeva fino a un paio d’anni fa. Oggi le cose stanno cambiando, complice la crisi economica: sono sempre di più le badanti «nostrane» che sconfinano in quel fortino di donne dell’est europeo. Il fenomeno, non solo lucano, è in crescita, ma finisce per incrementare le sacche del lavoro nero perché, a quanto pare, le badanti di casa nostra preferiscono non avere contratti regolari (per ogni ora di lavoro chiedono non meno di 10 euro). Naturalmente c’è chi un contratto lo vorrebbe, ma cozza contro resistenze e discriminazioni. Per venire incontro alle loro esigenze, la Cgil ha definito un progetto di apertura di uno sportello ad hoc: a

Potenza in via Bertazzoni il lunedì e mercoledì dalle 9 alle 13; in via IV Novembre il venerdì dalle 9 alle 13 e dalle 16 alle 18.30. A Rionero in via Garibaldi, 62 il giovedì dalle 16 alle 18.30. A Melfi in via Nitti, 48 il martedì dalle 16 alle 18.30. Risolvere il problema dell’illegalità nell’ambito dei lavoratori che si occupano della cura e dell’assistenza alle persone è stato anche l’obiettivo della commissione regionale per l’immigrazione che sotto la presidenza di Pietro Simonetti ha definito una proposta relativa alla possibilità di concedere un incentivo finanziario alle famiglie che assumono badanti rispettando il contratto di lavoro. Si è pensato anche di definire accordi con i Paesi di provenienza delle badanti per il reclutamento e la formazione del personale allo scopo di evitare

n Nella foto di Tony Vece il primo sfregio alla nuova piazza. E ora tutti a «vomitare» insulti ai soliti indisciplinati ragazzacci. Saranno stati loro a sradicare da piazza Prefettura uno dei dissuasori? Questa volta non c’entrano nulla. Testimoni ci dicono che in realtà a buttarlo giù sarebbe stata un’auto grigia con lampeggiante in una sua incursione nell’area pedonale. Una vettura della Guardia di Finanza. Le telecamere sulla piazza non mentiranno: anche le fiamme gialle sono tenute al risarcimento? VIABILITÀ

Via Leoncavallo presto i lavori n Il progetto di rifacimento delle vie Leoncavallo e Manzoni, dopo aver subito un iter burocratico-amministrativo tortuoso, sta per avere inizio. Grazie ad un fondo regionale di circa 200.000 euro, l’assessorato alla viabilità ha sviluppato un piano per il ripristino dell’asfalto di via Manzoni e per la posa in opera di sampietrini. Lo annuncia il capogruppo Pd del Comune, Giampaolo Carretta.

Spuntano le badanti di casa nostra accanto a rumene e bielorusse MASSIMO BRANCATI

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VIABILITÀ

Becce: «Prime pietre e soliti annunci» ASSISTENZA Anziani da accudire l’intermediazione illegale, la richiesta di tangenti e lo sfruttamento di queste lavoratrici. Ma tutte queste idee non hanno trovato un sbocco concreto. Non si sa se per questioni di copertura finanziaria o di approccio superficiale ad un settore sempre più importante nella Basilicata che invecchia.

n Sull’annuncio di Carretta circa i lavori a via Leoncavallo interviene con toni critici il consigliere comunale del Pdl, Nicola Becce: «Strano modo di amministrare il capoluogo: per ogni pietra posata un comunicato ed un encomio agli sforzi dell’amministrazione. Un ruolo che evidentemente ben si addice al consigliere Carretta in grado persino di rubare la scena al collega di partito ed assessore Pesarini».


Estratto da: Il Quotidiano della Basilicata - 02.11.2012

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Venerdì 2 novembre 2012

24 ore in Basilicata

In un’intervista al Corriere della Sera, Marchionne annuncia la visita per la prossima settimana

Tecnici Fiat presto a Melfi

L’amministratore delegato: «Entro l’anno spenderemo i primi soldi» MELFI - «Bugie, io non ne ho mai dette». Risponde così Sergio Marchionne a un’incalzante Raffaella Polato che alla notizia di nuovi investimenti della Fiat in Italia chiede all’amministratore delegato sulle colonne del Corriere della Sera, ciò che è passato nella testa di chiunque: «Perchè dovrebbero crederle?» Di promosse, Marchionne , ne aveva già fatte in passato. Pieno rilancio di tutti e cinque gli stabilimenti e riassorbimento completo dei 23 mila dipendenti. Ma questa volta ci siamo. Ci siamo davvero. la Fiat italiana riparte e lo fa proprio da Melfi. Secondo l’intervista rilasciata al Corriere i tecnici saranno allo stabilimento lucano la prossima settimana. «Entro l’anno - dice Marchionne - cominceremo a spendere i Amministratore delegato Fiat Marchionne primi soldi». Sulle motivazioni che hanno spinto il trasferimento della produzione di Suv, Jepp compresa, da Mirafiori a Melfi, poi spiega: «Da due modelli sono diventati tre. A Mirafiori l’impianto non sarebbe bastato. E poi è quello con maggiori costi strutturali». Melfi incassa così ben due auto di punta della casa POTENZA - Il gruppo bancario automobilistica: il Suv marchio Unicredit compie un'inversione a Jeep, che dovrebbe sostituire la “u” e dopo aver costituito Ubis “Sedici” e che sarà venduta nei (Unicredit Business Integrated mercati europei e americani e una Solution), accorpando in una socity car che secondo indiscrezioni cietà tutte le attività di servizio insarà la “500X”. Entrambe le auto terno, dall’informatica al back ofappartengono al segmento B, lo fice, ora ne vuole esternalizzare stesso della Punto prodotta qual- una parte consistente con il proche mese fa. getto Newton. A lanciare l'allarLa reazione dei sindacati è stata me il segretario generale della Fida manuale. Se positivi sono stati i ba Cisl Basilicata Gennarino Maccommenti di Cisl e Uil, i dubbi per- chia che prevede il rischio di pemangono per la Fiom, preoccupa- santi sacrifici occupazionali anta per eventuali “baratti” con nuo- che in Basilicata. La decisione ve condizioni di fabbrica. Anche la non è stata ancora formalizzata politica lucana ha reagito con ri- secondo la procedura prevista in serva. Il senatore Di Gilio (Fli) nel questi casi dal contratto nazionadare un giudizio positivo ha invi- le (una lettera con cui le organiztato tutti ad attendere i piani in- zazioni sindacali vengono infor-

Il suv da Mirafiori L’impianto é piccolo

dustriali. Più ottimista, invece, Navazio (Io Amo la Lucania). Mentre l’assessore regionale alle attività produttive, Marcello Pittella, vede l’annuncio di Marchionne come un motivo in più di rilancio del progetto regionale di trovare risorse necessarie per fare del Campus ricerca e innovazione di Melfi la grande occasione del territorio. Alle voci si aggiunge quella di Antonio Flavilla, presidente del comitato provinciale di Potenza dell’Udc che afferma: «L’impegno assunto dalla Fiat per la produzione a Melfi di due nuovi modelli di auto, tra l’altro di segmento medio-alto e non più solo familiare e, nell’attuazione del Piano di investimenti annunciati in tutt’Italia, di dare priorità allo stabilimento di Melfi rappresenta una buona notizia in un panorama industriale, produttivo, eco-

nomico ed occupazionale segnato anche nella nostra regione dall’emergenza sociale. Non comprendo quanti manifestano perplessità e dubbi, alimentando polemiche prevenute e pretestuose. Ci siamo sempre lamentati del fatto che senza modelli nuovi gli italiani comprano auto straniere e che alla Sata la Punto non basta per dare un sereno futuro ai dipendenti e a quelli delle aziende dell’indotto. Finalmente la Fiat, che ha avuto dallo Stato aiuti sostanziosi, procede in direzione del Programma Fabbrica Italia e questo dovrebbe essere positivo per tutti. Non va sottovalutato che per l’area del Melfese-Vulture-Alto Bradano lo stabilimento di San Nicola assolve a funzioni fondamentali di tenuta occupazionale e ancor più per l’intera economia locale. Ci sono adesso le condizioni,

attraverso un clima di maggiore serenità – afferma il dirigente dell’Udc – per puntare sul Centro Tecnologico di Melfi come ulteriore opportunità di occupazione qualificata rappresentata dai 50 giovani ricercatori che l’intesa Regione-Fiat prevede e per accrescere qualità e tecnologia delle auto del gruppo torinese. Su questo la Regione, firmataria dell’intesa con Marchionne, soprattutto dopo che è stata sbloccata la questione dei lavori, può fare di più per accelerare la realizzazione del Centro. Un’attenzione maggiore da parte della Giunta e della maggioranza di centrosinistra contribuirebbe, di sicuro, a questo nuovo tassello della presenza Fiat in Basilicata che se per ora è stata salvata ha bisogno di nuove e maggiori certezze». Anna Martino

L’allarme Fiba Cisl Basilicata dopo il progetto Newton della banca

Unicredit, dipendenti a rischio

Gennarino Macchia: «Probabile licenziamento di 63 dipendenti su 71»

Gli ultimi dati Coldiretti sui prezzi degli alimentari

Sale il prezzo della spesa e il carrello si svuota

NIENTE aumenti per carne, pesce, yogurt, uova, ma anche per riso, miele e zucchero per i quali si continua ad applicare l'Iva al 10 per cento grazie all'intesa raggiunta tra governo e maggioranza, che risparmia dall'aumento dell'Iva la gran parte dei prodotti alimentari di grande consumo. A comunicarlo, la Coldiretti Basilicata che in una nota spiega come si tratti di «una scelta necessaria per scongiurare ulteriori effetti depressivi sulla domanda di fronte al drastico calo dei consumi che per gli alimentari ha raggiunto il 3 per cento in quantità nei primi nove mesi dell'anno (dati Istat) con picchi per prodotti come la carne (5,5%)». Resta invece confermato l'incremento dell'Iva dal 21 al 22% che interessa alcuni prodotti come l'acqua minerale, la birra e il vino, ma anche specialità come i tartufi. Ad essere ridotti in quantità sono anche gli acquisti

di pesce (-1%) e ortofrutta (0,9%), mentre salgono quelli di pane (+1,3%) e pasta (+3,6%). L'inflazione frena perché il carrello della spesa si svuota. Secondo elaborazioni Coldiretti su dati Istat su base annua ad ottobre i prezzi dei beni alimentari sono aumentati del 2,7% in media, al di sotto del tasso di inflazione, ma preoccupano in particolare gli aumenti dei prezzi dei vegetali freschi (+8,3%). Il presidente regionale di Coldiretti Basilicata Piergiorgio Quarto afferma che «oltre un certo limite non è possibile risparmiare sull'alimentazione se non si vuole mettere a rischio la salute; occorre diffidare dei prodotti alimentari venduti a prezzi eccessivamente bassi dietro i quali si potrebbe nascondere il mancato rispetto dei requisiti igienico-sanitari minimi ma anche lo sfruttamento dei lavoratori o dell'ambiente».

mate della decisione), ma ha già dato avvio alla mobilitazione dei lavoratori e dei sindacati di settore. «Le ricadute occupazionali del progetto Newton - chiarisce Macchia - sono pesanti: il gruppo nella sua dimensione europea vuole liberarsi di parti importanti del lavoro di Ubis e di 2.200 lavoratori. I paesi più colpiti sono l’Italia (800 persone in meno), la Germania (470), la Romania (430) e l’Austria (358). Per la Basilicata si prospetta la chiusura del rapporto di lavoro per 63 dipendenti su 71 facenti parte del polo di Potenza così come riferito in una recente assemblea sindacale dalla responsabile Fiba delle relazioni con Ubis

Patrizia Amico. L’obiettivo è quello di ridurre i costi del personale, ma il progetto non ha basi industriali solide, le prospettive di precarietà occupazionali sono palesi e il tentativo di frammentare l’area contrattuale è altrettanto evidente. Infine è totalmente in contraddizione con quanto andavano proclamando i massimi vertici manageriali fino ad anno fa quanto l’operazione Ubis era il fulcro per raggiungere l’eccellenza operativa». La posizione del sindacato è quella di un netto rifiuto del progetto di esternalizzazione che andrebbe a vantaggio unicamente di aziende non italiane che operano in poli ed unità locali diverse e di-

stanti da quelle di Ubis. Contatti sono in corso con sindacalisti e lavoratori delle sedi degli altri paesi europei interessati, specie con Germania e Austria, mentre la questione è stata posta all'attenzione del comitato aziendale europeo. Intanto a livello italiano è stato proclamato un primo sciopero, per un'intera giornata, venerdì scorso che ha visto un’ampia adesione dei lavoratori nonostante siano state segnalate forti pressioni dell’azienda per invitarli a non aderire allo sciopero. «Il consiglio di amministrazione - conclude Macchia - deve tornare sui suoi passi prima ancora di aprire la procedura»

Iniziative contro il governo e rilancio dell’organizzazione lucana al centro del direttivo

Il caldo autunno della Cgil Basilicata POTENZA - Rilanciare l’iniziativa della Cgil lucana e nazionale contro le politiche del Governo e delineare l’agenda delle prossime settimane che, a suo dire, si preannunciano molto calde. Questo il tema al centro dell’incontro del direttivo della Cgil Basilicata, alla presenza del segretario nazionale Vincenzo Scudiere «Se da un lato registriamo infatti importanti passi avanti, per quanto parziali –ha detto Genovesi, segretario generale della Cgil Basilicata – come il contratto di sito, le norme applicative sull’apprendistato, il credito di imposta per le assunzioni, l’accordo di febbraio e poi luglio sugli ammortizzatori sociali, e più in generale occorre dare atto di un’attenzione a gestire al meglio le tante e diverse crisi che stanno colpendo il nostro tessuto produttivo in particolare da parte degli assessori Viti e Pittella, quello che come Cgil Basilicata ancora non vediamo è un progetto complessivo di intervento». Genovesi

Vincenzo Scudiere, presente al direttivo Cgil Basilicata

si è anche detto «molto preoccupato per quanto sta avvenendo in tema di spending review e per il pessimo spettacolo che si è dato, con l’unico risultato, da noi temuto e detto pubblicamente, che alla fine per non decidere veramente si è lasciato decidere tutto a Roma». La Cgil lucana si dice pronta e «a fare risparmi dove serve», ma evidenzia la necessità di «dare più servizi ai cit-

tadini ed inserire il riequilibrio istituzionale verso Matera». La Cgil ha chiesto inoltre che «il contratto di sito venga esportato anche a Tempa Rossa» aggiungendo che bisogna «vincolare una parte delle nuove assunzioni al fatto che debbano essere locali (80% come fu per Melfi, di cui una parte da offrire ai lavoratori oggi in mobilità), e mag-

gioreattenzione apianificare gli interventi a tutela ambientale e della salute». Sollecitato anche che «vengano messi subito in selezione e formazione i nuovi forestali da assumere nel 2013», che si dia attuazione alla delibera di rimodulazione dei Ticket sanitari, lasciando l'aggancio all'Isee, che vengano versate subito le risorse 2012 per gli ammortizzatori sociali in deroga. Se la Regione - dice la Cgil - non mette subito mano ad un Piano per il Lavoro che, dopo gli impegni presi, andava presentato a giugno e ancora non si vede, e ad una posta di risorse specifiche per l’anno prossimo si rischia, per il 2013, che migliaia di lavoratori oggi beneficiari di ammortizzatori sociali in deroga rimangano senza nulla". La Cgil ha anche auspicato che «la conferenza del 9 sul rilancio industriale della Val Basento sia un appuntamento propositivo», e che «si registri un cambio di passo sul sistema scolastico lucano»


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Basilicata Mezzogiorno

16 Potenza Comune-bancomat: il sindaco di Pisticci sul processo per i soldi sottratti all’amministrazione Venerdì 2 novembre 2012

«Non li chiameremo mai più» Di Trani: «Se condannati quegli imprenditori hanno finito di lavorare per noi»

POTENZA - «Chi pesca fuori deve pagare». Annuncia pugno duro il sindaco di Pisticci Vito Di Trani all’indomani della notizia sulla richiesta di rinvio a giudizio avanzata dal pm di Matera per lo scandalo delle fatture per lavori mai eseguiti, «gonfiati», o «rigenerati», che venivano stampate con ogni probabilità da uno terminali informatici del Municipio. Poi ci sono le false determine con gli impegni di spesa e le delibere della giunta comunale inventate di sana pianta. Tutto per costringere l’amministrazione a pagare più volte le stesse cifre sui conti di alcune ditte “amiche” di due funzionari infedeli, uno dei quali ancora in servizio. Il gioco tra il 1999 e il 2006 sarebbe valso un bottino di più di un milione e centomila euro. «Viviamo un momento particolare nella vita di questo Paese - spiega il primo cittadino - ci sono famiglie dove non si riesce a portare il piatto a tavola per i bambini. Pensare a persone come queste che hanno un lavoro ma non capiscono e commettono imbrogli del genere fa male. E’ chiaro che devono essere allontanate». Di Trani non si riferisce soltanto al factotum dell’ufficio ragioneria Umberto Giorgetti, oggi in servizio nella biblioteca di Marconia, e al geometra Rosario Malvaso un tempo all’Ufficio tecnico che oggi si gode la pensione. Ma chiama in causa anche gli imprenditori coin-

Il sindaco di Pisticci Vito Di Trani, a destra il Municipio di Pisticci

volti nello scippo milionario dalle casse del Municipio, Adriano Del Monte, Rocco Famiglietti, Nunzio Iannuzziello, Antonio Caruso, Giandomenico Silletti e Gianluca Giannone, tutti residenti a Pisticci. «La mia vita l’ho improntata alla massima onestà, così quest’amministrazione sulla legalità non farà passi indietro ma in avanti. Se questi imprenditori verranno giudicati colpevoli non saranno nemmeno più invitati a lavorare per il Comune. Quello che è troppo, è troppo». Qui però il tema diventano i tempi della giustizia che in

questo caso hanno lasciato molto a desiderare. Se i primi sospetti risalgono al 12 ottobre del 2006, quando il “ragioniere”Umberto Giorgetti ha portato alla firma del capo dell’Ufficio finanziario tre mandati di pagamento sostenendo che era assente il dirigente responsabile mentre invece si trovava regolarmente nella sua stanza, di fatto sono occorsi sei anni perché si instaurasse un vero e proprio processo nei confronti di Giorgetti e degli altri. «Quello che chiedo spiega DI Trani - è che la giustizia acceleri il suo corso che chiarire le responsabilità e

rasserenare ilclima tratanti che lavorano onestamente per l’amministrazione». Poi c’è la posizione di 10 di loro (Rocco Di Leo, Rosa Marrese, Michele Leone, Gian Franco Ferrara, Ada Cataldo, Giovanni Santilio, Gennaro Santarcangelo, Giuseppina Pizziferri, Leonardo Leone, Giuseppina D’Aranno), che assieme a 6 revisori dei conti (Domenico Rebesco, Rosetta Marzatico, Alessandro Strafella, Francesco Viggiano, Domenico Gurrado e Emilio Spartaco) sono stati chiamati dalla Corte dei conti a risarcire quel buco da 1.105.524 euro

nelle casse del Comune in quanto responsabili di omissione di controllo, inclusi i quattro firmatari (Giuseppina D’Aranno, Ada Cataldo e Giuseppina Pizziferri e Leonardo Leone) dell’esposto che a ottobre del 2006 - dopo anni di “distrazione”- ha scoperchiato il caso. «Sono vicino a tutti loro perché non c’entrano nulla». Aggiunge il primo cittadino. «Io ero consigliere comunale all’epoca eho fatto parte della commissione d’inchiesta sul caso. C’è da prendere atto che gli uffici erano quasi a conduzione familiare e qualcuno si è fidato troppo

dell’amico. Ma nient’altro». Nessuna pretesa insomma nei loro confronti, al contrario che in quelli di Giorgetti, Malvaso e gli altri. «Non appena l’amministrazione riceverà le opportune comunicazioni da Matera conclude Di Trani - provvederemo per poterci costituire immediatamente come parte offesa davanti al Tribunale. Se poi Giorgetti (il funzionario che è tutt’ora in servizio, ndr) dovesse essere rinviato a giudizio valuteremo subito la sua posizione all’interno dell’amministrazione». l.amato@luedi.it

Il giallo di Potenza: l’ex ragazzo di Erice si appella ai diritti umani

Ricorso contro il carcere a vita Restivo coi peggiori criminali inglesi POTENZA - “La bestia di Bearmondsey”, uno a cui piace farsi chiamare soltanto «psyco» e un sadico che non ha risparmiato le peggiori torture alla compagna prima di sparare a lei e alla figlia di due anni. Sono tra i peggiori criminali inglesi e proprio con loro Danilo Restivo, l’ex ragazzo di Erice

che oltremanica hanno già soprannominato “il killer delle ciocche di capelli”, ha appena ingaggiato una vera e propria battaglia legale per il riconoscimento dei diritti umani nelle corti di giustizia della regina. Gli appelli sonostato depositato nei giorni scorsi alla corte suprema del Regno

CHEF STAR

Valicenti si ripete E’ sempre Buona cucina

E’IL QUINTO anno consecutivo ma fa sempre piacere per questo un “grazie” oltre ai responsabili del premio lo ha voluto dire «soprattutto» ai suoi clienti. Federico Velicenti, chef di Terranova del Pollino (Ristorante tipico Luna Rossa) si è infatti confermato “buona cucina” del Touring club italiano anche per 2012 .

unito e contengono la richiesta di trasformare le sentenze che hanno stabilito la pena dell’ergastolo per tre di loro fissandoun termineminimo di durata della pena, e di rivedere la condanna a trent’anni per il quarto. Gli osservatori più attenti considerano la loro come una prova decisiva per capire che fine farà l’ergastolo nell’ordinamento inglese. A tutt’oggi chi viene condannato sa che alla scadenza del termine minimo della pena può avere accesso a quelli che in Italia vengono chiamati regimi alternativi, tipo l’affidamento in prova, la libertà vigilata eccetera, fino a quando non ha dimostrato di non rappresentare più un pericolo per la comunità. L’iniziativa sembra aver già aperto una breccia anche tra i procuratori della regina dove c’è chi fa dei distinguo importanti tra la situazione di Restivo e quella di altri come Michael Roberts. Per le cronache Roberts è più conosciuto come la “bestia di Bearmondsey” uno stupratore nonché rapinatore molto violento che per un periodo ha «terrorizzato» l’intera comunità nell’area sud di Londra. Il suo bersaglio preferito erano le signore più anziane e gli sono stati inflitti 4 diversi ergastoli per 3 vittime, tra queste anche una donna di 83 anni, più uno per aver l’aggressione scampata a una quarta. I fatti risalgono al periodo tra dicembre del 1988 e giugno del 1990, ma sono occorsi 15 anni perché la polizia riuscisse ad identificarlo, durante i

quali si è guadagnato anche il nomignolo di “violentatore fedele”dopo che una delle vittime ha raccontato come si fosse fatto il segno della croce e recitasse delle preghiere «cattoliche» - hanno annotato i media inglesi - durante lo stupro. Il suo caso, secondo almeno un rappresentante della procura della Regina, sarebbe quindi correttamente da rivedere. Ma i legali di Restivo edegli altrisono andatioltre. Il tema non sarebbe lasciarli uscire dal carcere ma tenerceli soltanto fin quanto non è sicuro che stiano a spasso tra la gente e se questo in concreto significa per sempre allora per sempre. Chiaro che un ergastolo tout court è cosa ben diversa, più simile a mettere qualcuno in una cella e buttare la chiave. I giudici si sono riservati una decisione che potrebbe richiedere anche diverse settimane, mentre un ricorso per un caso simile è stato già proposto davanti alla Corte europea dei diritti dell’uomo di Strasburgo che i più considerano capace di sovvertire in un sol colpo un orientamento più che consolidato in Inghilterra. C’è chi ha ucciso la moglie, e chi ha sterminato la propria famiglia, inclusi i figli della sorella, e una specie di mantide gay che ha ammazzato 4 dei suoi partner occasionali. Mentre a Londra con Restivo, condannato per l’omicidio della sartina di Bournemouth Heather Barnett, oltre al 46enne Michael Roberts, c’è il 51enne David Oakes,

Danilo Restivo

La “bestia di Bearmondsey”: MIchael Roberts

“Psyco”: Kiaran Stapleton

che ha torturato la moglie prima di ucciderla assieme alla loro bambina e un trentenne come Kiaran Stapleton che un anno e mezzo fa ha ucciso senza motivo uno studente indiano. Anuj Bidve - questo il nome della vittima - era considerato dalla sua famiglia “un ragazzo modello”intelligente e disciplinato. Aveva 23 anni ed era arrivato in Inghilterra per studiare micro-elettronica all’Università del Lancaster. Poi passeggiando per negozi a Salford con degli amici, durante un giorno di festa, ha incontrato Stapleton che gli ha sparato alla te-

sta senza un motivo preciso. Per lui i giudici hanno stabilito una condanna a 30 anni considerandolo molto pericoloso. Tanto per capirsi, al primo appello del Tribunale avrebbe risposto sostenendo di chiamarsi “Psycho Stapleton”, continuando a fare smorfie e a ridere per tutto il processo, come un testimone ha detto che avrebbe fatto anche davanti al corpo della sua vittima. Ma per i suoi legali trent’anni prima di riaprire il suo caso sono troppi. Chissà che dopo qualche mese di galera la voglia di scherzare non gli passi. lama


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Basilicata Mezzogiorno

18 Potenza

LE OPERE

Venerdì 2 novembre 2012

Veduta esterna del Palavela di Torino

IL progetto di Piazzale Cadorna a Milano

E’ morta Gae Aulenti

L'esterno del Castello Estense di Ferrara

Il teatro Stabile illuminato i led accessi lo scorso 13 ottobre giorno in cui il sindaco Santarsiero inaugurò ufficialmente la nuova piazza Mario Pagano che oggi risulta essere l’ultimo progetto firmato da Gae Aulenti (foto Andrea Mattiacci)

La signora dell’architettura come ultima opera aveva realizzato la nuova piazza Mario Pagano L’ULTIMA opera che porta la sua firma è stata piazza Mario Pagano, inaugurata lo scorso 13 ottobre. Una piazza a cui oggi i potentini pian piano hanno fatto l’abitudine ma che è stata al centro di polemiche che hanno visto contrapposti i fautori del nuovo alle frange più oltranziste che non hanno mandato giù lo stravolgimento totale del look di quella che per tuttiè sempre stata la vera agorà del capoluogo di regione. Un progetto, per molti, considerato troppo avveneristico rispetto al contesto circostante. Oggiquella piazzaMarioPagano con i suoi pali, che altro non sono che lampioni a led, è l’ultimo lavoro firmato da Gae Aulenti, morta mercoledì sera, a 84 anni, nella sua abitazione di Milano. Malata da tempo, aveva fatto l’ultima uscita pubblica lo scorso 16 ottobre, quando aveva ritirato il premio alla carriera conferitole dalla Triennale. L’ultima intervista l’ha rilasciata proprio al “Quotidiano della Basilicata” il giorno stesso in cui si è svolta la cerimonia di inaugurazione della sua ultima creatura: piazza Mario Pagano. «La morte di Gae Aulenti ci addolora». Così il sindaco di Potenza, Vito Santarsiero che ha ricordato che «nella nostra città c’è l’ultima opera da lei seguita e realizzata». Un’opera - piazza Mario Pagano che «si somma a progetti prestigiosissimi che in ogni parte del mondo hanno lasciato il segno del suo genio con opere uniche nel loro genere». Con la morte di Gae Aulenti «l’Italia - ha concluso il primo cittadino del capoluogo perde una sua grande figura, resta il suo grande messaggio e il suo grande insegnamento artistico e professionale che è anche nella nostra piazza Mario Pagano». «L’architettura è un mestiere da uomini, ma ho sempre fatto finta di nulla». Una frase emblematica che mostra, allo stesso tempo, la sua ironia, la sua grande umanità e la sua proverbiale timidezza. Nata in provincia di Udine, a Palazzolo della Stella, il 4 dicembre del 1927, da una famiglia di origini meridionali, papà commercialista di origini pugliesi e madre napoletana, Gae, Gaetana all’anagrafe, Aulenti inizia a frequentare il Liceo artistico di Firenze, ma poi torna al Nord dove studia privatamente. «Prestavo allora dei piccoli servizi alla Resistenza – raccontava in una recente intervista a Corriere.it – si fidavano di me e qualche volta

Il cordoglio del sindaco Santarsiero «Ha lasciato un segno»

portavo fuori dai blocchi le missioni inglesi fingendo di andare in camporella.A Biellaeroamicadi duesorelle ebree che sparirono da un giorno all’altro. La coscienza civile nacque lì». Nel 1948 è al Politecnico di Milano,che diventalasuacittà, equiinizia a guardare al razionalismo internazionale, ad artisti come Gropius, Le Corbusier e Wright. Fra le sue opere, segnate dal recupero dei valori del passato e dalla nuova corrente del Neoliberty proprio come reazione a quel razionalismo imperante, spicca la realizzazione del Museo d’Orsay, con il tema floreale delle lunette della volta (1980-86), e la lampada Pipistrello della Martinelli Luce (1963), che ha richiami, non a caso, all’Art Nouveau. Ma lavora anche a Palazzo Grassi, all’Asian Art Museum di San Francisco, all’allestimento del Museo Nazionale d’Arte moderna del Centre Georges Pompidou di Parigi, al progetto di piazzale Cadorna a Milano, al Museo d’arte catalana di Barcellona e alle ex Scuderie del Quirinale. Il suo primo progetto è però per Adriano Olivetti - l’imprenditore di Ivrea che, non solo si legò e volle al suo fianco l’ingegnere-poeta di Montemurro, Leonardo Sinisgalli, negli anni Cinquanta grazie agli studi da lui promossi aprì uno squarcio sulle condizioni di vita nei Sassi di Matera che portò al loro sfollamento e alla costruzione dei bor-

ghi rurali, come La martella, ad opera dei più grandi urbanisti e architetti dell’epoca uno showroom a Parigi e subito dopo a Buenos Aires. Da allora Gae Aulentisi spostaintutta Europa,in America, in Giappone, in Cina. Con Luca Ronconi allestisce poi il primo progetto scenico a Napoli nel ‘74 e poi progetta per Gianni Agnelli a Villar Perosa la scuola materna in memoria di Edoardo. Carlo Ripa di Meana, con cui ha una relazione negli anni Ottanta, la avvicina al craxismo che lei considera «deleterio». A Milano Gae Aulenti lavora invece poco: per lo Spazio Oberdan, nel '99, e poi per la Stazione Nord nel 2000. Vera ossessione dell’architetto e suo stile principale è stata la contestualizzazione architettonica: «Non si può fare la stessa cosa a San Francisco o a Parigi – diceva - Serve un lavoro analitico molto attento, prima di progettare: studiare la storia, la letteratura, la geografia, persino la poesia e la filosofia. Bisogna inventarsi lesoluzioni voltaper volta e i libri aiutano. Poi viene la sintesi, infine la parte profetica: la capacità di costruire cose che durino nel futuro. Se l'architettura si butta via, diventa un cumulo di macerie». Non sempre, però, un progetto tiene conto dell’ambiente in cui si deve sviluppare. A Milano, per esempio, aveva definito «il corto, il lungo e lo storto» i grattacieli dell’area dell’ex Fiera di Milano. Sono un progetto, aveva detto,

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che«ha vintoper lacifrache hadato al Comune di Milano e non certo per la qualità. Non è l’architettura ma l’amministrazione a decidere. Poi, mezzo secolo fa, quando ho iniziato io a fare l'architetto, c'era più senso della collettività perchè c'era stata la guerra, mentre oggi c'è una più forte cultura individuale». Molti i premi e i riconoscimenti che ha ottenuto Gae Aulenti, fra cui la Legion d’Honneur della Repub-

L’ULTIMA INTERVISTA

blica francese, il premio speciale per laCultura dellaRepubblicaItaliana e il titolo di commandeur dans l’ordre des Artes et des Lettres. Fra i ruoli che ha ricoperto quello dipresidente dell’Accademia di Belle Arti di Brera. Divorziata, lascia una figlia e una nipote che, proprio come la nonna, fa l’architetto. al.g. a.giammaria@luedi.it

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Il paginone dedicato all’inaugurazione della piazza. A sinistra la pagina uscita il 13 ottobre scorso con l’intervista a Gae Aulenti


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Basilicata Mezzogiorno

Potenza 19

Venerdì 2 novembre 2012

Una veduta interna del Musee D'Orsay

Tavolo di vetro con ruote disegnato nel 1980

L'Istituto italiano di cultura di Tokyo

Una giovane Gae Aulenti in posa per un servizio fotografico. In basso i pali e le magnolie tratti distintivi della nuova piazza del capoluogo

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A PARIGI

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Orsay, da stazione a vetrina d’arte di TULLIO GIANNOTTI

La Gare d’Orsay come è oggi

PARIGI - Da stazione a museo: a Parigi, Gae Aulenti realizzò una magia sulle rive della Senna, nel cuore della capitale, lungo il Jardin des Tuileries. Un progetto grandioso e originale, voluto a metà anni Settanta da Valery Giscard d’Estaing e inaugurato 10 anni dopo dal suo successore Francois Mitterrand, due presidenti per un unico progetto a gloria della 'grandeur' di Francia. L’edificio divenne esso stesso la prima «opera» delle collezioni del Museo d’Orsay, dedicato all’arte dei decenni fra il 1848 e il 1914. Prima del 1900, data dell’esposizione universale che mutò il volto della capitale francese, sul luogo sorgeva il Palais d’Orsay e il sito fu individuato come ideale per la costruzione di una stazione ferroviaria più centrale. Fu l'architetto Victor Laloux a raccogliere l’enorme sfida di integrare la stazione nel suo particolarissimo quadro urbano. La “gare”, costruita in 2 anni, fu inaugurata il 14 luglio 1900, all’esterno le strutture metalliche finirono nascoste dietro una facciata in pietra, all’interno dominò il modernismo. La Gare d’Orsay svolse il ruolo per il quale era stata costruita fino al 1939, poi i treni interurbani divennero troppo grandi e rimase confinata al traffico di ba-

nlieue. Nel 1973, i Musei di Francia ipotizzarono la trasformazione della stazione in museo. Intanto, la gare d’Orsay, minacciata di demolizione per far posto a un hotel moderno, fu dichiarata monumento storico con diritto a protezione. La decisione di partire con il progetto fu presa da Giscard nel 1977, il 1 dicembre 1986 Mitterrand inaugurò il nuovo museo. La trasformazione architettonica fu firmata dagli architetti Bardon, Colboc e Philippon, con un progetto molto rispettoso dello stile di Laloux, pur reinterpretato per la nuova destinazione del sito. La grande navata divenne l’asse principale del percorso per i visitatori. L’interno fu invece opera di Gae Aulenti e della squadra di scenografi e architetti che in quegli anni fu da lei diretta, da Italo Rota a Piero Castiglioni (consulente per l’illuminazione) a Richard Peduzzi. Gae Aulenti operò con l’obiettivo di creare un impatto coerente all’interno di una grande diversità di volumi, e questo anche per la diversità dei materiali utilizzati, come i rivestimenti di pietra per pavimenti e mura. L’intensità e la modulazione fra luce naturale e artificiale fu oggetto di studio approfondito per riuscire ad arrivare alle variazioni di illuminazione necessarie per la particolarità e la diversità delle opere presentate.


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Primo piano 11

Giovedì 1 novembre 2012

Auto lucana

Un Suv marchio Jeep e la city car “500 X” per resuscitare Melfi ma non prima di fine 2013

Sata strategica per Fiat Marchionne potrebbe chiedere nuove condizioni di lavoro. La Fiom resta scettica di MARIATERESA LABANCA NON un nuovo modello ma ben due, entrambi candidati ai mercati internazionali, non solo europei ma soprattutto americani. Se gli annunci di Marchionne per Melfi dovessero essere rispettati, la Sata si confermerebbe ancora una volta centrale nella strategia Fiat: ha incassato la produzione di due auto di punta della casa automobilistica italiana che porteranno nello stabilimento lucano la tecnologia più avanzata del gruppo. La produzione Fiatmade in Basilicata dovrebbe ripartire dal Suv marchio Jeep, sullo stile di un Cherokee ma dalle dimensioni più piccole, che dovrebbe sostituire la “Sedici” e che oltre che sui mercati italiani ed europei sarà venduta anche in America. Da affiancare a una city car, che secondo indiscrezioni sarà la “500 X”, inizialmente annunciata a Mirafiori, e anticipata dalla stessa casa torinese in occasione della presentazione della “500 L”. Frutto della collaborazione con Jeep ha l’aspetto di una “cinquecentona” con grossi fari arrotondati sul muso. Secondo le previsioni pre crisi contenute in Fabbrica Italia la somma delle produzioni dei due modelli sarebbe stata di 250.000 unità. I tempi Dopo aver incassato l’importante annuncio sulla produzione di nuovi modelli alla Sata l’interrogativo principale resta uno: quali saranno i tempi degli investimenti Fiat? «Si partiràda Melfi»,ha riferitomartedì sera il segretario nazionale della Uil, Luigi Angeletti, al termine dell’incontro con l’amministratore delegato del gruppo. Quando, però, nessuno losa concertezza. Almenonon ufficialmente. Nella previsione più roseadi tempiceleriperi nuoviinvestimenti il riavvio produttivo non ci sarebbe prima di fine 2013. Entrambe leautoappartengono alsegmentoB, che, per intenderci, è la stesso della Punto prodotta fino a questo momento a Melfi. Il che significa che gli impianti verranno ammodernati e adeguati, ma non stravolti. Operazioni che comunque potrebbero richiedere più di qualche mese di chiusura della fabbrica. Il che lascia aperto l’altro interrogativo: come si arriva a questa data visto che gli ammortizzatori ordinari sono quasi esauriti. Per i 5.000 lavoratori della fabbrica di San Nicola si potrebbe profilare il ricorso alla cassa integrazione straordinaria per ristrutturazione, così come è accaduto a Pomigliano. Pittella rilancia l’impegno della Regione Qualche giorno fa da Melfi aveva garantito l’impegno della Regione per una nuova fase di concertazione. E ieri l’assessore regionale alle Attività produttive, Marcello Pittela, lo ha rilanciato: «Gli annunci di Marchionne non vanificano il discorso anzi lo rendono ancora più valido: occorre un nuovo protagonismo delle Regioni interessate dagli stabilimenti Fiat per una strategia di rete in modo da avere maggiore forza nella “trattativa” con Fiat. Così come occorre un tavolo nazionale che affronti la vera questione: gli investimenti in ricerca per un prodotto che possa fare la differenza. E in questo la Basilicata può fare la parte da leone. A noi spetta rintracciare le risorse sulla programmazione 2014-2020 per fare del Campus di ricerca e innovazione di Melfi la grande occasione del territorio». Il commento dei sindacati Giudizi positivi arrivano dai segretari lucani di Cisl e Uil. «Siamo finalmente alla fase di ripartenza - commenta Vaccaro (Uil) - Siamo consapevolicheoccorre esserecautiemantenere gli occhi aperti. Ma credo pure che in questo momento sia giusto aprire uno spiraglio all’ottimismo e alla fiducia. «Anche perché - aggiunge - a mio avviso si può ancora lavorare perportare altripezzi diproduzio-

Entrambi i modelli saranno lanciati non solo sui mercati europei ma anche negli Usa. Cassa integrazione straordinaria per ristrutturazione con possibile periodo di chiusura del sito per l’adeguamento

«A noi spetta rintracciare le risorse sulla programmazione 2014-2020 per fare la differenza attraverso la ricerca, e il Campus che sarà inaugurato ad aprile» La “500 X”, la city car che dovrebbe essere prodotta a Melfi. Al lato l’assessore regionale alle Attività produttive, Marcello Pittella

ne in Basilicata. Il primo orizzonte a cui guardiamo è quello dell’inaugurazione del campus di ricerca e innovazione previsto ad aprile. Sarà la prima prova per comprendere le intenzioni di Fiat». Per il leader della Cisl lucana, Nino Falotico, «è la sterzata netta che abbiamo rivendicato un momento dopo lo spostamento della Y a Termini Imerese, consapevoli che un solo modello non sarebbe bastato a saturare

l'impianto di Melfi». Per Falotico in questo frangente si è dimostrato pragmatismo e capacità di tarare il piano Fabbrica Italia in corso d'opera in funzione di uno scenario competitivo che è radicalmente diverso da quello ante-crisi. «E’ora- ha aggiunto - che le cassandre, che in questi mesi hanno sparlato a ruota libera contro Fabbrica Italia e contro i sindacati che hanno avuto il coraggio e la lungimiranza di sfidare Fiat sulla

contrattazione e sul piano industriale, contribuiscano a remare nella stessa direzione per una pronta ripresa di fiducia e delle attività produttive e la salvaguardia di tutti i livelli occupazionali». Un sospiro di sollievo», commenta il segretario dell’Ugl metalmeccanici, Giuseppe Giordano che aggiunge: «Finalmente abbiamo saputo che cosa ha intenzione di fare Fiat, quale sarà la missione della nostra fabbrica e che fi-

DIGILIO (FLI)

NAVAZIO (IAL)

«Previsioni più che positive Ma è bene aspettare»

«L’autunno non sarà così caldo come ci hanno fatto credere»

«Proprio per i dati sempre allarmanti relativi al crollo di vendite di auto in Italia e in Europa, l’annuncio dell’a.d. Fiat Marchionne dato ieri ai sindacati della produzione alla Sata di Melfi di due nuovi modelli di Suv, uno di marchio Jeep, e l’altro Fiat-Alfa Romeo, in aggiunta alla Punto, mi sembra più che positivo». E’ il commento del coordinatore regionale di Fli Egidio Digilio per il quale «prima di un giudizio complessivo bisognerà comunque attendere i piani industriali con le previsioni sui volumi di auto da produrre, sull’occupazione e sui tempi degli investimenti. E’ bene tenere sempre in evidenza la “vocazione internazionale” di Fiat non solo per i programmi in Usa, Cina e India attraverso la Crysler ma è bene sottolineare che Sergio Marchionne, all'inizio del mese, ha proposto ai gruppi Psa e Gm, che controlla il marchio Opel, di dare il via ad un nuovo gruppo paneuropeo dell'auto. Per questo, l’impegno a produrre negli Digilio stabilimenti italiani 17 nuovi modelli dovrebbe riorientare la presenza Fiat nel nostro Paese che, per noi, continua a rappresentare un punto fermo e di pressing costante nei confronti del Governo. Abbiamo sempre messo in guardia su tentativi di “fuga” del gruppo torinese dal nostro Paese e non abbasseremo certo adesso il livello di guardia.

«Il comunicato ufficiale di Fiat Spa non ne parla. Ha parlato agli analisti e agli investitori istituzionali. Alla comunità finanziaria internazionale. Ma sotto sotto – afferma Navazio - l’amministratore delegato Marchionne risponde agli scettici, ai detrattori, agli antagonisti per professione con uno slogan prima (dalla crisi si esce lottando) e con una strategia che mette insieme orgoglio e lucidità. Scegliendo l’opzione del rilancio, ma anche la prudenza. Finalmente i progetti. Per Melfi ci sono buone notizie: praticamente partiranno subito gli investimenti». «Un mese fa – sottolinea Navazio - auspicavamo che Fiat non si arrendesse ad un destino che qualcuno voleva già scritto. Auspicavamo che si scegliesse la via dell’azione. Oggi ci siamo. Ha prevalso il dovere sociale dell’azienda verso il paese. Il dovere di responsabilità. Andando oltre la sola logica finanziaria. Il 2015 è dietro l’angolo. La fine del tunnel si intravede. Dalla crisi si Navazio esce lottando: è quello che volevamo sentirci dire. E la previsione che a Melfi nasceranno i modelli Suv e Cuv (City utility vehicle) non possiamo che non condividerla ed essere entusiasti. Si tratta di modelli dei segmenti medio-alti, modelli che portano soldi. Il rilancio Fiat passa anche per Melfi. L’autunno – conclude Navazio non sembra così caldo come si vuole far credere».

nalmente si metterà mano all’innovazione per essere pronti quando il mercato si riprenderà». Commento positivoanche perMarco Rosellidella Fismic. Mentre già nella serata di martedì il numero uno della Cgil lucana, Alessandro Genovesi, aveva espresso perplessità sui tempi di rilancio degli investimenti e sulla qualità dei prodotti annunciati. Molti dubbi per la Fiom Il manager Fiat potrebbe “barattare”gli investimenti con nuove condizioni di fabbrica. Del resto le stesse parole di Marchionne non lasciano be sperare. «Mi auguro che adesso nelle fabbriche vengano isolate le parti che non hanno creduto nel progetto», aveva commentato a caldo l’Ad Marchionne, al termine dell’incontro dei venerdì scorso. «Mi sembra che chiamarlo progetto sia veramente troppo - ribatte il segretario della Fiom Cgil, Emanuele De Nicola - L’Ad è tornato agli annunci, senza indicare cifre, né tempi. Non ci spiega come i nostri stabilimenti arriveranno alla nuova fase produttiva (sempre che questa volta non ci sia undietrofront). Cosìcomenonviene precisato se per i nuovi modelli sarà confermata la fornitura dell’indotto che in questo momento rimane la parte piu’debole». Alle accuse, De Nicola risponde: «Non abbiamo creduto in Fabbrica Italia e abbiamo fatto bene. Abbiamo dubbi sui nuovi annunci perché Marchionne non li chiarisce, non a noi, ma ai suoi dipendenti. La Fiom ha firmato quando ci sono stati gli investimenti veri, come nel 2004 e nel 2006». De Nicola, che ricorda come il giudice del lavoro di Melfi dopo quattro mesi non abbia ancora sciolto la riserva sul ricorso del sindacato per l’esclusione dall’elezione della Rsa, aggiunge: «Questo dovrebbe essere un problema non nostro ma dei nostri rappresentanti istituzionali. Un deficit di democrazia di cui la classe politica dovrebbe farsi carico».


Estratto da: Il Quotidiano della Basilicata - 01.11.2012

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Basilicata Mezzogiorno

24 Ore in Basilicata 17

Giovedì 1 novembre 2012

Il commento dell’associazione lucana alla sentenza d’Appello che ha confermato le condanne

Libera: «La quinta mafia esiste» «Non abbassare la guardia di fronte ai nuovi fenomeni criminali»

«LA sentenza d’appello del processo al clan dei Basilischi ha confermato che la Basilicata ha avuto una sua mafia autoctona. I giudici ancora una volta ci hanno dato prova dell’esistenza della quinta mafia, quella dei basilischi, confermando in parte le condanne emesse in primo grado». Questo il commento di Libera Basilicata all’indomani della sentenza della Corte di Appello. «Il dato di fatto incontrovertibile - dice ancora la coordinatrice regionale, Anna Maria Palermo - forse dispiacerà a chi ha voluto minimizzare la portata del fenomeno mafioso in Basilicata. Ma è evidente che la mafia in Basilicata c’è stata ed è stata contrastata dalla magistratura e dalle forze dell’ordine. Procedimenti e condanne esemplari lo dimostrano. Tuttavia chiediamo che ci sia la certezza della pena per gli affiliati ai clan lucani. Una cosa è il percorso dei collaboratori di giustizia, in merito al quale non entriamo, perché laddove ci sia un ravvedimento e una collaborazione con la giustizia siamo d’accordo con gli sconti di pena previsti dalla legge, altra cosa invece è il trattamento da riservare a chi è in carcere per reati di mafia. La rigidità e la certezza della pena in questo caso sono fondamentali. Nessuno può fare sconti, nemmeno la società civile, ai boss e ai loro sodali. Deve essere chiaro anche alle nuove leve dei clan, a quanti stanno fuori e provano a riorganizzarsi ed emulare i loro predecessori, che in Basilicata non riusciranno a realizzare i loro progetti criminali. Perché c’è un tessuto culturale e sociale che gli farà la

La coordinatrice di Libera, Anna Maria Palermo

Il palazzo di giustizia di Potenza

Giuseppe Lopatriello, condannato a 7 anni e mezzo, annuncia una protesta

«Denunciatemi se ho fatto qualcosa» «INVITO la gente comune, i cittadini tutti, non solo di questa area geografica a denunciare eventuali azioni illecite dal sottoscritto commesse». E’ quanto afferma Giuseppe Lopatriello, fratello del più noto ex sindaco di Policoro Nicola, dopo la conferma in appello della condanna nei suoi confronti per associazione a delinquere di stampo mafioso nell’ambito del maxi-processo basilischi. Lopatriello ha annunciato che da venerdì inizierà ad affiggere per le strade del suo paese un volantino (ve-

di foto a destra, ndr) per rivendicare la sua innocenza. «In un paese democratico un accusato di associazione (...) da uno sconosciuto pseudo collaboratore di giustizia portatore di interessi personali - spiega Lopatriello - non può essere condannato senza che ci siano delle prove o dei riscontri alle sue sciocche ed infondate affermazioni. Purtroppo in Italia questo accade troppo spesso, e ciò è molto grave (...) In passato avrò pure sbagliato - prosegue spesso nel solo tentativo di aiutare il

Il nome del prete in un’inchiesta della Dda di Catanzaro

Caso Claps, don Vignola tra logge e ‘ndrangheta

CATANZARO - Un clan della ’ndrangheta e le sue aziende. Il venerabile e la sua loggia. I salotti del potere: dell’alta finanza, della politica, perfino della Chiesa. In un contesto che risucchia, a vario titolo, indagati e non, personaggi tra i più disparati: faccendieri, massoni, colonnelli della politica, uomini dello Stato, un alto prelato. Perfino un prete. Non uno qualunque: don Pierluigi Vignola, uno di quelli coinvolti nel caso Claps, che però non è indagato. E’ una matassa che il pm antimafia Pierpaolo Bruni lentamente dipana e che delinea un disegnoarticolato che,dopo le perquisizioni, effettuate tra marzo e ottobre, e la raffica d’interrogatori avviati nelle ultime settimane, viene via via riscontrato. L’inchiesta condotta dalla Direzione distrettuale antimafia di Catanzaro parte da lontano, dal luglio del 2006, dall’alluvione che sconvolse il Vibonese e che, nelle fasi dell’emergenza, vide interessata un’azienda, la Edil Sud, considerata riconducibile al clan Tripodi. Iniziarono i primi accertamenti ad opera dei carabinieri - a cui si affiancarono, presto, i finanzieri

guerra. Ci sono cittadini, forze dell’ordine e magistratura che provvederanno a debellare i nascenti gruppi mafiosi come hanno già fatto con i nuclei storici della mala lucana. Ma non bisogna mai abbassare la guardia. Bisogna stare allerta. La condanna in secondo grado al clan dei basilischi non ci deve fare illudere che sia finita. L’attentato ad un imprenditore edile di quest’estate a Potenza e negli ultimi giorni, l’arresto per estorsioni, intimidazioni e minacce, sempre a Potenza, di Carlo Troia e Franco Mancino, affiliati in passato al clan dei basilischi, gli episodi avvenuti nel Vulture Melfese e tutto ciò che sta accadendo nel Metapontino ci dicono che in tutta la Basilicata ci sono ancora dei focolai criminali che non possiamo e non dobbiamo sottovalutare».

- che avrebberosubito rivelato come il grosso degli affari quella stessa impresa li avrebbe intessuti tra il Lazio, la Lombardia, il Veneto ed il Piemonte. Ciò grazie ad un amministratore intraprendente, un 37enne messinese, Francesco Comerci, di stanza a Roma, legato a Paolo Coraci, massone con importanti entrature, che avrebbe usato l’azienda riconducibile al clan Tripodi, satellite dei più potenti Mancuso, per realizzare sospette speculazioni immobiliari per svariati milioni di euro, grazie ad immobili acquisiti da Fintekna, e che, al contempo, avrebbe spalancato al presunto faccendiere della cosca porte importanti. E così Coraci sarebbe subito diventato il personaggio cardine dell’inchiesta catanzarese, che cerca riscontri su certi fatti, emersi anche nel corso degli interrogatori a cui sono stati sottoposti diversi personaggi: alcuni indagati, altri solo informati sui fatti. Uno, ad esempio, è singolare: Coraci e la sua loggia intendevano avere voce in capitolo nell’alta finanza e negli enti che contano, inserendo in quindici consigli d’amministrazione - da

Finmeccanica a Poste Italiane, passando per alcuni tra i più importanti istituti di credito del Belpaese - uomini fidati, selezionati sulla scorta di curricula passati al vaglio del venerabile. Ma c’è di più. La Dda di Catanzaro insegue un’altra pista, frutto di alcuni elementi indiziari acquisiti nel corso della prima fase delle investigazioni, che dimostrerebbe come tre questure, due al Sud (Potenza e Catanzaro) ed uno al Centro Italia (Ancona), sarebbero state elevate al livello di dirigenza generale grazie alla convergenza di interessi tra la loggia di Paolo Coraci, don Pierluigi Vignola ed alcuni esponenti politici. Un lavoro vasto e complesso, che parte dalla Calabria e fa tremare la Capitale, teatro, in particolare del corso del 2010, d’incontri ed elezioni, di patti e strategie, che avrebbero visto la ’ndrangheta entrare nei palazzi che contano, aperti dalla massoneria. Palazzo Marini, per esempio, sede di uffici della Camera dei deputati, nel quale Comerci e soci in affari affrontarono il nodo del colossale appalto sulle fibre ottiche in Roma. Uno dei tanti che avrebbe consentito di allargare lo spettro del business al presunto factotum della ’ndrangheta. Pietro Comito

prossimo più debole, ma ho già pagato, quindi, non è normale una persecuzione di tale tipo dopo anni di duro lavoro, vita in famiglia, studi e buoni rapporti sociali. Intanto, non tralascerò nessuna azione consentita in un paese libero, affinché situazioni di questo tipo non abbiano mai più ad accadere, e aspetto di osservare quanti, troppi, troppe volte purtroppo, si schierano solo dalla parte dei più forti, pronti a dare addosso a chi si trova indifeso, in una condizione di estrema emarginazione sociale».

Il volantino preparato da Pino Lopatriello

Banca di Puglia e Basilicata Alessandro Piozzi è il neo direttore generale

Il neo direttore Piozzi e il presidente Caso

E' ALESSANDRO Maria Piozzi il nuovo direttore generale della Banca Popolare di Puglia e Basilicata, nominato nella seduta del 30 ottobre dal Consiglio di Amministrazione. Il Presidente della BPPB, Pasquale Caso ha dichiarato: «Unitamente al CdA abbiamo apprezzato l'alta professionalità e le consolidate capacità manageriali del direttore Piozzi - si legge nella nota stampa - che alla guida operativa della Banca ne garantirà una crescita sostenibile ed autonoma e rappresenterà un punto di riferimento per i territori serviti. Nella certezza di contare anche sulla passione e sul senso di attaccamento

all'azienda a lui vanno gli auguri più sinceri di proficuo lavoro». Piozzi, di origine umbra, 56 anni, vanta una lunga esperienza di variegata professionalità. E' stato ai vertici di numerose realtà bancarie, tra le altre Unicredit, Capitalia e Banca Popolare di Vicenza. Il Direttore Generale, Alessandro Maria Piozzi, ha dichiarato - come si legge sempre nel comunicato dell’ufficio stampa dell’istituto di credito - che con entusiasmo e dedizione si appresta a ricoprire l'incarico per accompagnare una sana realtà territoriale qual'è la Banca Popolare di Puglia e Basilicata in un ulteriore percorso di crescita.


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