Fiat: meno 35,6% di auto vendute rispetto all’anno scorso. Tutta colpa della Fiom e delle “troppe tutele” sindacali? y(7HC0D7*KSTKKQ( www.ilfattoquotidiano.it
Miseria e splendore della carne
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Caravaggio Courbet Giacometti Bacon...
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Testori e la grande pittura europea
Testori e la grande pittura europea Sponsor ufficiale
Ravenna EKVVC) ECPFKFCVC ECRKVCNG GWTQRGC FGNNC EWNVWTC
12 febbraio - 17 giugno 2012
Comune di Ravenna Assessorato alla Cultura
Sponsor ufficiale
Museo d’Arte della città via di Roma 13 - Ravenna www.museocitta.ra.it tel. 0544 482477
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Martedì 3 aprile 2012 – Anno 4 – n° 79
LICENZIANO I DISOCCUPATI Mentre l’Istat annuncia le cifre record dei senza lavoro e dei giovani a spasso (uno su tre) continua la tragicommedia sull’articolo 18. È più urgente puntare sull’occupazione o cacciarne via altri? di Antonio
Padellaro
dc
el nostro viaggio in Sardegna abbiamo ascoltato dalla classe operaia del Sulcis la parabola di un processo produttivo che iniziato nelle viscere delle miniere di Carbonia e poi salito sulle ciminiere dell’alluminio di Portovesme sta precipitando nel nulla di un ambiente devastato dall’industria che arraffa i soldi pubblici e fugge. Gli abitanti della Maddalena ci hanno mostrato le cattedrali truffa del G8 che non si tenne mai. Agitati dalla rabbia contro le cricche /8rapinose e il timore che l’ingiusta nomea di un’isola meravigliosa, ma minacciata da inquinamenti non soltanto edilizi (le scorie lasciate dai sommergibili nucleari Usa) tenga lontano il turismo. Ma è nella Barbagia di Ovodda (tra la gente silenziosa e attenta dell’auditorium della scuola media e nelle discussioni attorno ai tavoli dell’agriturismo “Badu e Fonne”) che abbiamo compreso la natura e l’energia che scaturisce da questa nuova società civile, germogliata tra le rovine della crisi. Dai pastori, impronta identitaria della Sardegna, piccoli imprenditori della terra, sono venute le analisi più profonde sull’industrialismo distorto, capace di sfornare soltanto disoccupati e cassintegrati e le proposte più sensate per restituire un avvenire degno ai giovani che scappano senza una meta. Guidati da Elias Vacca durante l’intenso viaggio del Fatto ci siamo uniti agli avvocati, magistrati e cancellieri che a Sassari spiegano ai ragazzi delle scuole che senza legalità non può esserci libertà, ma solo impunita prepotenza, mentre a Olbia i cittadini s’interrogavano sugli investimenti mafiosi in Costa Smeralda. Perché la vera società civile non sono i professionisti mediatici che stando al sicuro declamano indignazione (anche noi forse non ne siamo immuni), ma coloro che nell’esperienza quotidiana dei problemi maturano competenze e anticorpi. Questa è la lezione sarda che abbiamo ascoltato come ne ascolteremo altre nel piccolo giro d’Italia che abbiamo intrapreso. Un idem sentire che vivamente consigliamo al presidente Monti e ai suoi ministri. Scendere dalle cattedre tra i comuni mortali farebbe bene anche a loro.
N
12 febbraio - 17 giugno 2012
Comune di Ravenna Assessorato alla Cultura
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€ 1,20 – Arretrati: € 2,00 Spedizione abb. postale D.L. 353/03 (conv.in L. 27/02/2004 n. 46) Art. 1 comma 1 Roma Aut. 114/2009
Redazione: via Valadier n° 42 – 00193 Roma tel. +39 06 32818.1 – fax +39 06 32818.230
Lezioni sarde
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Bersani: decida il giudice tra reintegro e indennizzo. Alfano apre a un compromesso, “ma senza la Cgil”. Il Colle: “Disegno di legge tra qualche giorno” pag. 2 z
Udi Luca Telese CAOS TECNICO SULLA VITA DEGLI ESODATI n giallo, un silenzio e uno Ula danza sberleffo. E così continua sulla pelle degli esodati, il piccolo carnevale di mordi-e-fuggi, di parole al vento, di promesse dissipate a spese della gente che sta con il fiato sospeso. pag. 3 z
L’INCHIESTA x Arrestato Masiello, tremano quattro squadre di Serie A
CALCIO CORROTTO PAESE INFETTO di Antonio Massari
a scommessa più importante, Andrea Masiello, ha provato a giocarla con una lettera inviata ai pm: “Ho sfruttato un’occasione per cristallizzare la sconfitta per il Bari e poter ottenere il pagamento promessomi, realizzando l’autogol”. pag. 4-5 z
L L’autogol dell’allora barese Andrea Masiello nel derby Bari-Lecce finito 0-2 (FOTO ANSA)
L’ex capitano del Bari ammette: “Sì, ho fatto autogol per soldi” In manette anche due scommettitori De Carolis pag. 5 z
nil verbale
Udi Sara Nicoli
Lo strano interrogatorio del tesoriere Lusi
PRATO, SINDACO LASCIATA SOLA INDAGATO CONTRO I BOSS NON MOLLA SINDACO MOLLA
Vecchi pag. 7z
CATTIVERIE Nelle lettere di licenziamento dovrà essere sempre indicata la motivazione. Ad esempio “Perché sì” (www.spinoza.it)
Udi Enrico Fierro
a morsa della giustizia lo uole sapere perché mi soLquestione sta stringendo. Ed è ormai V no dimessa? Perché non di settimane per- intendo tornare indietro? ché l’avviso di garanzia per occultamento e distruzione di documenti, uso di fatture false e bancarotta fraudolenta si trasformi in altro pag. 8 z
Semplice, drammaticamente banale: nel mio paese, Monasterace - Calabria, non c’è la libertà di poter fare il sindaco”. pag. 8 z
Sofri col buco di Marco Travaglio
N
elle 132 pagine del libro-web “43 anni” scritto da Adriano Sofri per raccontare la sua storia di Piazza Fontana e confutare il libro di Paolo Cucchiarelli e il film di Marco Tullio Giordana che ne riprende (sia pure in minima parte) alcune tesi, ci sono due buchi. Il primo non è Sofri a poterlo colmare: chi ha ucciso il commissario Calabresi? Due sentenze della Cassazione (quella del processo “normale” e quella del processo di revisione) hanno accertato oltre ogni ragionevole dubbio che il commissario fu assassinato da un commando composto dai lottacontinuisti Bompressi e Marino, su mandato di Sofri (che ha scontato la pena, parte in carcere parte a casa sua) e Pietrostefani (latitante). Sofri contesta quelle sentenze, ma così indebolisce qualunque cosa dica sugli altri eventi di cui si improvvisa “storico”: se le carte giudiziarie non valgono quando servono a condannare lui e i suoi compagni, sono carta straccia anche quando gli servono a smontare le tesi di Cucchiarelli e/o Giordana. Il secondo buco, invece, lo può colmare solo Sofri, che però nelle 132 pagine si guarda bene dal farlo: che rapporti aveva col prefetto Federico Umberto D’Amato, allora capo dell’Ufficio affari riservati del Viminale? Sofri lo cita sette volte, quasi di passaggio, per smontare il bellissimo dialogo “letterario” D’Amato-Calabresi immaginato da Giordana nel suo film. E in una nota se la prende con Cucchiarelli per aver ipotizzato una joint venture Sofri-D’Amato nei delitti Calabresi e Rostagno. Ora, nel maggio 2007 fu proprio Sofri a rivelare sul Foglio che nel 1975-‘76, tre-quattro anni dopo il delitto Calabresi, “uno dei più alti esponenti” dei servizi segreti “venne a propormi un assassinio da eseguire in combutta, noi e i suoi affari riservati”. Poi, in un successivo articolo, ritoccò la prima versione e svelò che Mister X era proprio D’Amato: “Mi chiese un incontro, tramite un conoscente comune... venne a casa mia... mi disse che si trattava dei Nap, i Nuclei armati proletari. Che tutti sapevano come alcuni fra i loro membri avessero rotto con Lc accusandola di non voler passare alla lotta armata... Che era interesse comune toglierli fisicamente di mezzo (‘Fisicamente?’ ‘Fisicamente!’), ciò che avrebbe potuto avvenire con una mutua collaborazione e la sicurezza dell’impunità... Non mi propose di prender parte a un omicidio, ma a un mazzetto di omicidi... Prima che finisse gli avevo indicato la porta...”. D’Amato, figura centrale nei depistaggi su Piazza Fontana e non solo (la “pista anarchica” e le false veline su Calabresi addestrato dalla Cia erano farina del suo sacco), è morto nel 1996. Solo Sofri può spiegare perché mai un personaggio così bene informato si rivolse proprio a lui, se l’avesse saputo estraneo alla pratica dell’omicidio politico: forse sapeva di andare a colpo sicuro, senza temere di esser denunciato? Già: perché Sofri non denunciò subito la cosa, ma attese 11 anni dopo la morte di D’Amato? A Lotta continua non mancava il background per fingere di stare al gioco e registrare colloqui compromettenti per un uomo delle istituzioni: possibile che il capo di un’organizzazione rivoluzionaria si sia lasciato sfuggire l’occasione di dimostrare ciò che Lc ripeteva da anni, dalla “strage di Stato” in giù, e cioè che le istituzioni avevano le mani grondanti di sangue? Quando Sofri rivelò la proposta indecente, il suo compagno di Lc Erri De Luca disse costernato al Corriere: “Mi sorprende che Sofri tiri fuori un’informazione del genere soltanto adesso e senza circostanziarla. Spero quindi in una seconda puntata che ci consenta di conoscere i dettagli... La sua rivelazione è molto strana: per come agivano gli esponenti dello Stato in quegli anni, credo avessero personale in abbondanza per sbrigare faccende sporche, senza chiedere la collaborazione di un gruppo come Lotta Continua, che peraltro operava alla luce del sole e non in clandestinità”. Siamo sempre in attesa della seconda puntata.