Col finanziamento pubblico i partiti incassavano 40 milioni. Ora, con i rimborsi elettorali, 500. Si stava meglio quando si stava peggioy(7HC0D7*KSTKKQ( www.ilfattoquotidiano.it
Mercoledì 11 aprile 2012 – Anno 4 – n° 86
€ 1,20 – Arretrati: € 2,00 Spedizione abb. postale D.L. 353/03 (conv.in L. 27/02/2004 n. 46) Art. 1 comma 1 Roma Aut. 114/2009
Redazione: via Valadier n° 42 – 00193 Roma tel. +39 06 32818.1 – fax +39 06 32818.230
MA QUESTI CHI LI CACCIA La Lega la scarica, ma Rosi Mauro non si dimette e lo annuncia a “Porta a Porta” con il fidanzato-cantante al seguito. Non è la sola a ignorare la questione morale: da Cappellacci a Lombardo, da Penati a Boni, molti gli indagati eccellenti che non mollano la poltrona
Ugo Cappellacci, Raffaele Lombardo, Filippo Penati e Davide Boni
Caselli pag. 4 z
Raduno delle scope a Bergamo
Fra Maroni e Bossi tregua elettorale
Uno dei momenti del raduno leghista di ieri (FOTO LAPRESSE)
L’ex ministro: “Belsito sarà espulso”. Il Senatur fischiato quando parla dei figli finiti nello scandalo: “Chiedo scusa per loro” Vecchi pag. 2 z
EUROPANICO x La crisi spagnola, tra rigore e recessione, contagia l’Italia
Toh chi si rivede: spread a 400 La Borsa a picco brucia 17 mld Torna il circolo perverso dell’estate 2011: i mercati non si fidano della politica, sale il costo del debito pubblico e le banche che l’hanno comprato diventano a rischio Lantini e Malagutti pag. 9 z
+?!z!&!#!#
di Stefano Feltri
a cronaca offre la metafora della giornata, tragica, di ieri sui mercati: giocando con un fucile Marichalar y Borbòn nipote di re Juan Carlos di Spagna, si spara su un piede e finisce al pronto soccorso. È quello che sta succedendo al governo popolare di Mariano Rajoy che sta continuando a farsi del male con il fucile della finanza pubblica. pag. 9 z
L
nl’ex vescovo di Savona Fede, mitraglia e carità. Cardinale vaticano confessa: “Ho un arsenale di armi” Sansa pag. 11z
CATTIVERIE Alfano: “Il Pdl resterà vicino a Bossi e ai suoi familiari”. Devono aver chiesto la cella accanto (www.spinoza.it)
Udi Bruno Tinti
Udi Carlo Tecce
ARTICOLO 18: LA TRUFFA DI MONTI
FREQUENZE, ALL’ASTA SOLO MEDIASET
avrei Nto dionmairivolgere pensa-
partita per Lcatoaaprire il mertelevisivo è
al presidente Monti e al ministro Fornero la stessa domanda (retorica) tante volte fatta a Berlusconi: ma ci siete o ci fate? E invece... Tutto ruota intorno a due paroline: “Manifesta insussistenza”. Cosa vogliono dire? pag. 18 z
ancora lunga e faticosa. E non è detto che per Mediaset sia una sconfitta. Il primo tempo si chiude con la distruzione formale del beauty contest inventato da Silvio Berlusconi e dal suo governo che regalava le frequenze televisive ai soliti noti. pag. 8 z
Lezioni di Trota di Marco Travaglio
n un sistema impazzito, tipo manicomio organizzato, può capitare di tutto. Persino che Renzo Bossi in arte Trota e Rosi Mauro detta la badante diano lezioni di stile agli altri politici. In Regione Lombardia siedono 11 indagati e/o imputati su 80 (l’ultimo è il leghista Gibelli, per aver menato la moglie). E chi è l’unico che si dimette? Renzo Bossi, al momento non è neppure sotto inchiesta. Magari lo sarà, e quel che risulta aver fatto, anzi preso, è più che sufficiente per giustificarne il ritorno a casa. Ma che dire di quel che risulta aver fatto (e preso) Nicole Minetti? E Nicoli Cristiani? E il leghista Boni, difeso a spada tratta anche dal moralizzatore Maroni, quello che vuol fare “pulizia pulizia pulizia” e che, detto fra parentesi, ha una condanna definitiva per aver menato dei poliziotti? E Filippo Penati? Possibile che solo Stefano Boeri nel Pd ammetta che la sua sospensione dal partito (peraltro dopo la sua autosospensione) è ridicola e trasforma persino il Trota in un modello di condotta e la Lega in un partito serio “che ci sta mostrando come ci si comporta”? Invece i Magnifici Undici restano tutti al loro posto, a 12 mila euro al mese. La Rosi resiste avvinta come l’edera alla vicepresidenza del Senato. I giornali riferiscono di una moral suasion nientemeno che del presidente Renato Schifani per farla dimettere per qualche decina di migliaia di euro usati per il diploma e la laurea del suo bello, Pier Moscagiuro. Cioè: la seconda carica dello Stato, noto giglio di campo, avrebbe chiamato la sua vice: “Guarda, cara, tu non puoi più restare. Motivi di opportunità... Capirai, questo il Senato...”. Chissà se Rosi la Nera ha avuto la prontezza di riflessi per ribattere: “Scusa, Schifani, ma tu non sei indagato a Palermo per mafia? E allora con che faccia chiedi a me di dimettermi per un pugno di euro?”. La questione è tutta qui: la faccia. Chi può fare la morale a chi. Nel febbraio 2006 Forza Italia, An, Udc, Ds, Dl e frattaglie varie (mancava solo l’Idv, entrata in Parlamento due mesi dopo), insomma tutti i presenti, votarono alla chetichella l’ultima legge vergogna che raddoppiava i “rimborsi elettorali”, li estendeva alle legislature sciolte in anticipo e ai partiti morti, oltre ad alzare a 50 mila euro la soglia dei contributi anonimi. Gli stessi partiti che oggi dicono di volerla cambiare, dopo aver incassato una fortuna, e senza ridurre di un euro il futuro bottino. Bersani dice che, coi taglietti tremontiani, nel 2013 i partiti incasseranno “solo” 143 milioni, dunque “il finanziamento della politica diverrà inferiore a quello che è in Germania, in Francia o in Spagna”. Sì, buonanotte: come dimostra Paolo Bracalini nel suo libro, in Spagna i partiti incassano la metà dei nostri; in Inghilterra addirittura un venticinquesimo; in Francia un quarto negli anni senza elezioni e la metà negli anni in cui si vota; in Germania c’è un tetto di 133 milioni annui, che quasi mai viene raggiunto, e per di più chi presenta bilanci opachi perde tutto e fallisce. Ma chi credono di abbindolare, questi signori? Da qualche giorno Polito El Drito tuona sul Pompiere contro quella legge: “C’è da fare subito una cosa: affamare la bestia. Chiudere il rubinetto dei soldi pubblici e vedere chi sopravvive”. Giusto. “Inutile che i partiti si facciano illusioni: hanno ricevuto in questi anni troppi soldi, e li hanno usati troppo male”. Parole sante: ma Polito non era per caso il direttore del fu Riformista, giornale privato finanziato con soldi pubblici perché camuffato da organo di un partito inesistente, il celebre “Le Ragioni del Socialismo”? Ecco: le facce, i pulpiti. “Non candidiamo condannati anche in primo grado”, propone Fli in una legge popolare. “Non più di due mandati parlamentari: così si rinnova la classe politica”, propone Tullio Gregory sul Corriere. Ma che idee originali: peccato che le avesse già proposte Beppe Grillo nel primo V-Day in tre leggi popolari, poi inguattate da Camera e Senato: era il 2007 e tutti gli diedero del qualunquista fascista giustizialista populista. Bastava copiarlo.
I