RadioCorriereTv - 22 febbraio 2013

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editoriale

in questo numero

Fabrizio Casinelli

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Care amiche e cari amici,

Marco CIVOLI

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Sommario numero 8

Metis DI MEO

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04. lucrezia lante della rovere 10. gianni morandi dedicato a Lucio 12. veronica pivetti Per un pugno di libri

Fabri FIBRA

18. tutto dante 2012 Roberto Benigni

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20. eros ramazzotti Noi 24. sei lezioni di salvatore settis 26. francesca nesler 34. La settimana dello Sport 36. DICONO DI NOI

Viva

LA LIBERTà TV RADIOCORRIERE SETTIMANALE DELLA RAI RADIOTELEVISIONE ITALIANA Reg. Trib. n. 673 del 16 dicembre 1997 Numero 8 - Anno 82 22 febbraio 2013

A cura dell'Ufficio Stampa Rai

Direttore responsabile FABRIZIO CASINELLI

Coordinamento Desk Marina Cocozza (c.s.)

Fotografico Barbara Pellegrino, Fabiola Sanesi

In redazione Silvia Battazza, Antonio Caggiano, Stefano Corradino, Rossella Ferruzza, Emilio Fuccillo, Lucilla Perelli Rizzo, Rita Pernarella, Scina Santacatterina

Palinsesti Michele Trobbiani, Filippo Blandino, Anna Penta

Redazione - Rai, Viale Mazzini, 14 00195 Roma Tel. 06 36864313 - fax 06 3242420 www.ufficiostampa.rai.it ufficiostampa@rai.it

Anna Fraschetti (c.r.), Serena Iannicelli (c.r.), Dante Fabiani (vc.r.), Carlo Casoli (c.s.), Mauro Scaramuzzo (c.s.)

Segreteria Gian Marco Fabretti, Marina Matteucci Rita Burghi, Valentina Dragani, Claudia Tore

A questo numero ha collaborato Betty Giuliani Realizzazione grafica, impaginazione e sito internet Valerio Rosati, Cinzia Geromino, Luca Romanelli

negli ultimi giorni sono stato messo KO da una bruttissima influenza accompagnata da una sciatalgia, una di quelle che non ti permette di scendere dal letto. La cosa positiva è che mi sono riposato dormendo come un ghiro e nei momenti di "lucidità", poca, ho provato a guardare la tv, imbattendomi in uno di quei programmi dove i sentimenti, gli affetti vengono messi in pubblica piazza. Premesso che sono un grande sostenitore dei 15 minuti di notorietà come affermava Andy Warhol, ma quello a cui ho assistito lo trovo demenziale e a dir poco irriguardoso nei confronti dell'essere umano. Non voglio apparire come un vecchio perbenista, perché questo titolo non mi si addice, ma secondo voi è pensabile che oggi un ragazzo o una ragazza per trovare l'anima gemella deve ricorrere ad una trasmissione televisiva ed essere sottoposto ad un vero e proprio controllo come succede al mercato della vacche? Capisco che in ognuno è forte l'idea di cambiare la propria vita in meglio e che la televisione è il classico specchietto per allodole, ma arrivare ad offrirsi ad un ragazzo che seduto sulla sua poltrona rossa, modello cardinalizio, esprime il suo giudizio come un Ponzio Pilato ruotando il pollice della mano destra verso l'alto o verso il basso, lo trovo di cattivo gusto e sinceramente poco educativo. Non è questa la televisione che mi piace. Non sono queste le trasmissioni che aiutano a crescere un Paese. Invece ho trovato meravigliosa la fiction dedicata a Domenico Modugno. Nella sua semplicità, Beppe Fiorello ha regalato una interpretazione maiuscola. A tratti mi è sembrato di rivedere il Mimmo nazionale. Grande Beppe. Infine vorrei, e scusate se ne approfitto, ringraziare l'intera redazione che ha lavorato alla realizzazione del numero speciale, andato a ruba a Sanremo e di quello che abbiamo messo online lunedì scorso con tutte le immagini del dietro le quinte del Teatro Ariston…Grazie ragazzi!


«Ho dei buoni geni che mi sono stati tramandati dai miei genitori, bellissimi». è in splendida forma Lucrezia Lante della Rovere, che nella fiction "Tutta la musica del cuore" interpreta Bianca, un'insegnante di canto senza scrupoli: "Non mi sono ispirata a nessuno in particolare. Ho fatto solo un puzzle delle reazioni negative che possono avere in generale gli esseri umani". L'attrice non sopporta le bugie: «Mi indispongono, anche se sono capace di perdonare». Attualmente è single: «In nome dell'amore ho fatto tanto, ora però vorrei vedere cosa sono disposti a fare gli altri». di Silvia Battazza

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HO TRASFORMATO LE MIE PAURE IN PUNTI DI FORZA

gnuno di noi, per le motivazioni più diverse, può reagire in maniera inadeguata alle cose della vita. Quando ci sentiamo feriti rispondiamo male, ci arrabbiamo, siamo scostanti, pungenti». Lucrezia Lante della Rovere parla di Bianca, il personaggio che interpreta nella fiction "Tutta la musica del cuore", in onda in prima serata su Rai1. La sua Bianca è una donna perfida e sleale. Per conquistare un uomo, Mattia, ha violato tutte le regole possibili della correttezza. Ha conosciuto altre donne così? Certo, ne è pieno il mondo. Sono persone che quando si sentono colpite o messe in discussione sanno tirare fuori il peggio di loro. Io cerco di starne alla larga. Per interpretare questa diabolica insegnante si è ispirata a qualcuno in particolare? No, a nessuno in particolare. Ho fatto solo un puzzle delle reazioni negative che possono avere in generale tutte le persone. In fondo siamo esseri umani. Come diceva Primo Levi: finché non assaggiamo il nostro dolore, non sapremo mai di che pasta siamo fatti. Era riferito agli aguzzini di Auschwitz e, ovviamente, il caso di Bianca è un po' diverso. Ma anche lei, da donna ferita, ha saputo tirar fuori la sua anima peggiore. è stata lasciata sfacciatamente da Mattia proprio nel bel mezzo di una relazione, mentre stavano costruendo il loro rapporto. Erano in procinto di andare a vivere insieme e lei stava anche cercando di trovare un'intesa con la figlia di lui, una bimba avuta da un precedente matrimonio. Ecco, l'arrivo di Angela per Bianca significa perdere tutto questo. Il

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suo mondo si sgretola e quindi reagisce male, molto male. Lei cosa sarebbe disposta a fare per amore? In nome dell'amore ho fatto tanto, ora però vorrei vedere cosa sono disposti a fare gli altri. Crescendo, ho capito che "amare" per me significa fare tutte le cose con amore: dedicarsi ai figli, alla propria casa, al lavoro, agli amici. Insomma, a tutto quello che è veramente importante. In

in generale, mi indispone moltissimo, mi mette in un cattivo stato d'animo. Sono comunque una persona capace di perdonare, anche perché mi dimentico facilmente delle cose che magari mi hanno fatto star male. Non sono una che si arrovella. Restiamo in tema. Ora è a teatro con lo spettacolo "Come tu mi voi", dove interpreta l'Ignota, una donna che non sa dire bugie. Ma

questo momento sono single, quindi non ho particolari slanci, però sono convinta di vivere la mia vita con grande amore. Ha fatto mai follie per un uomo? Certo. Ci racconta la più eclatante? Non potrei mai… Era troppo folle? Assolutamente sì! Cosa invece non riesce a perdonare? Non sopporto le bugie. La menzogna,

essere sempre onesti, nella vita, paga? Sì, altroché se paga. Certo bisogna avere delle accortezze. Non è che si può sempre sbattere in faccia alle persone la verità nuda e cruda. A volte può essere molto violenta, oppure soggettiva, come sosteneva Pirandello. Non la si può vivere come una prevaricazione nei confronti dell'altro, bisogna sempre manifestare le proprie ragioni con 5


modo, con tatto. In sostanza credo che dire la propria verità significhi, in senso lato, saper comunicare con gli altri. Ed è il miglior modo di vivere. L'Ignota è una donna in continua evoluzione, in pieno stile pirandelliano. Ha mai desiderato essere diversa? Sono soddisfatta di quella che sono, con tutte le mie sensibilità e le mie fragilità. L'Ignota è, invece, una donna che continua a levarsi e a levare agli altri le maschere. è alla ricerca della sua verità, ma la verità non è mai una sola: è sempre diversa a seconda di chi la guarda. Pirandello sosteneva che la vita è vento, acqua e fuoco. Sono tutti elementi che si plasmano, che non hanno una consistenza fissa, rigida. Dal momento che diventi crosta terreste e prendi una forma, diceva Pirandello, sei morta. La sua è un'immagine di donna forte. C'è qualcosa che riesce a disorientarla? Con il tempo ho sviluppato una personalità forte, ma sono piena di fragilità, di insicurezze, di paure. Ma chi non le ha? Ho il vantaggio di essere un'attrice e, di volta in volta, posso esternare queste venature del mio carattere facendole tirare fuori proprio al personaggio che interpreto: le racconto, le rivivo nei panni di un'altra persona e quindi, in qualche modo, le esorcizzo. Poi, comunque, negli anni, ho imparato a gestire le mie fragilità e ho capito anche a chi farle vedere. In questo modo ho trasformato le mie paure in un punto di forza. Chi non ha insicurezze può essere solo un orrendo mostro sicuro di sé. Noiosissimo. Il più bel complimento che ha ricevuto? Quando mi dicono che sono una persona diretta e sincera. Devo dire mi fa piacere, perché mi corrisponde. E il più bel complimento che ha fatto lei a chi era indirizzato? A Francesco Zecca con cui sto lavorando adesso. È il regista dello spettacolo teatrale "Come tu mi vuoi" ed è anche la persona con la quale vivo. Un uomo meraviglioso, pieno di grandi qualità. Se io gli dico di fare un buco nel cielo, lui non dice di no. Mi dice sempre di sì. Poi ovviamente il buco non si può fare, ma lui non si tira mai indietro. 6

sono nata alta, ho una bella pelle e un bel collo. Diciamo che ho dei buoni geni che mi sono stati tramandati dai miei genitori che sono bellissimi. Mio padre è morto, ma mia madre, la conoscete tutti, è stata ed è anche oggi una donna di strepitosa bellezza. Lei scrive ancora libri

Le piace la vita mondana? No, mi annoia abbastanza. Sono vanitosa, mi piace indossare bei vestiti, a volte anche sopra le righe. In questi casi non vado al cinema o fare la spesa, ma attendo una serata particolare. Poi però finisce lì. Come mi apparecchio, mi sparecchio in un attimo perché mi sono già annoiata. Tacco a spillo o scarpa da ginnastica? Sono pratica, ma mai sciatta. Magari porto fuori il cane e mi ritrovo piena delle sue sbavature, ma indosso magari pantaloni leopardati!

Che cani ha? Un bracco e un levriero afghano. Uno si chiama Arturo e l'altro Shiva. Sono davvero di grande compagnia, forse di più: sono droga pura. Sfoggia un fisico perfetto. è una di quelle donne sempre a dieta o è golosa e fortunata? Se si riferisce ai cartelloni dello spettacolo teatrale che tappezzano Roma, c'è stato l'intervento di un fantastico grafico che mi ha reso, come dire, statuaria. Sfido chiunque, a quarantasei anni, ad essere come in quella foto. Comunque sono molto fortunata: www.ufficiostampa.rai.it

dicendo: invecchierò, ma con calma. Questa è la base, poi faccio anche un po' di attenzione, ovviamente: bevo tanta acqua e passeggio un'ora con i cani tutti i giorni. Insomma, ho delle accortezze, ma non sono una fanatica. A tavola a cosa non resiste? Al vino.

Parafrasando il titolo di un libro scritto da sua madre, come rivede i suoi primi quarant'anni? Il bilancio è assolutamente positivo. Sono molto contenta, faccio esattamente la vita che voglio fare e che ho sempre voluto fare. Non posso lamentarmi. Sono fortunata. 

Lucrezia Lante della Rovere e Marina Ripa di Meana

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TORNA SUOR ANGELA CON TANTE NUOVE AVVENTURE Dopo il grande successo di ascolti della scorsa stagione, torna su Rai1 la fortunata serie "Che Dio ci aiuti", un originale mix di dramma, commedia e storie sentimentali. Ritroveremo la "mitica "Suor Angela alle prese con nuove avventure, tante novità e altrettanti nuovi ingressi. «Suor Angela - racconta Elena Sofia Ricci, volto e anima della serie - continuerà sempre a farsi i fatti degli altri, è più forte di lei. Ma le indagini poliziesche, in questa nuova stagione, lasceranno il posto a problematiche sociali e A vicende umane che coinvolgeranno fortemente tutto il convento». Accanto alla protagonista ci sarà sempre Suor Costanza, interpretata da una straordinaria Valeria Fabrizi. Primo appuntamento giovedì 21 febbraio in prima serata su Rai1.


«Lo conobbi nel 1963 e da allora non ci siamo mai persi di vista». Gianni Morandi condurrà il concerto dedicato all'amico Lucio Dalla, che Rai1 trasmetterà in diretta da piazza Grande a Bologna il 4 marzo. «Era legatissimo alla sua città - afferma Morandi -, ne conosceva ogni angolo. Girava a piedi o in bici e si fermava a parlare con tutti». Poi ne ricorda il carattere: «Aveva uno spirito innovativo, un'infinita voglia di sperimentare. Pensava sempre al futuro, gli piaceva conoscere gente nuova e questo lo ha aiutato a scoprire tanti talenti«

di Marina Cocozza

MORANDI racconta

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ercheremo di festeggiarlo con la sua musica, insieme ai tanti artisti che verranno a rendergli omaggio. Canteremo le sue canzoni". Gianni Morandi condurrà la serata evento dedicata all'amico Lucio Dalla da Piazza Maggiore a Bologna. Il concerto, a settanta anni dalla nascita e a un anno dalla scomparsa dell'indimenticabile cantautore, verrà trasmesso in diretta nella prima serata di Rai1 lunedì 4 marzo. Morandi, come è nata la vostra amicizia? L'ho conosciuto nel 1963 a Taormina. Lui suonava il clarinetto e non cantava ancora, mentre io avevo già inciso alcune canzoni che mi avevano reso popolare. Mi ricordo di questo ragazzo barbuto e pieno di capelli. Lui bolognese e io di Monghidoro, stesso territorio di origine. Facemmo subito amicizia e mi invitò a rivederci per andare allo stadio. In quarantanove anni non ci siamo mai persi di vista. Poi anche Lucio cominciò a cantare. L'anno successivo al nostro primo incontro fu Gino Paoli a spingerlo a cantare una canzone di Ray Charles e da quel momento non smise più. Una grande voce… E anche un grande talento. In pochi anni divenne il cantautore più importante d'Italia, ma non si montò mai la testa. Per lui l'amicizia ha sempre rappresentato un valore prioritario: ricordo quando la mia carriera attraversò un periodo di crisi e lui mi aiutò come un fratello. Mi volle in tournée in giro per il mondo e mi propose il disco "Dalla Morandi", che ha venduto un milione di copie. La band di Lucio era di grande qualità, quella che poi ha dato vita al gruppo degli Stadio. Lucio Dalla è simbolo di tanti messaggi positivi. Ne vuole ricordare qualcuno? Penso al suo spirito innovativo, alla sua infinita voglia di sperimentare: si è cimentato nella lirica, ha fatto regie per il teatro, ha scritto musiche per film. Aveva sempre progetti, non si fermava mai. Pensava sempre al futuro. Gli piaceva conoscere gente nuova e questo lo ha portato a scoprire tanti talenti come Ron, Samuele Bersani e Luca Carboni.

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L'ultimo è stato Pierdavide Carone? Sì. Lo scorso anno, mentre stavo preparando l'edizione di Sanremo 2012, mi telefonò dicendomi che accettava il mio invito al Festival e che avrebbe accompagnato con la sua musica questo giovanissimo artista. Ricordo il giorno dell'esibizione con emozione e grande affetto. Quanto era legato Dalla alla sua Bologna? Tantissimo. Quando venne a vivere a Roma, a Trastevere, dopo un po' volle tornare a casa perché Bologna gli mancava. Ne conosceva tutti gli angoli, tutti i vicoli. Abitava praticamente a piazza Maggiore, la sua piazza Grande, quella che lo ha ispirato per una delle canzoni più belle. Era molto orgoglioso dei tanti aspetti culturali della sua città: l'università, la pittura di Guido Reni. Girava a piedi o in bici e salutava tutti, si fermava a parlare con tutti. Si dice che fosse molto generoso. è vero. I barboni della città erano suoi amici e, ogni anno, faceva preparare per loro il pranzo di Natale e dell'Epifania. Era una sorta di capofamiglia per quelli che la famiglia non ce l'avevano. La madre ha rappresentato una figura importantissima, non a caso le ha de-

dicato una delle canzoni più belle… La signora Dalla Melotti ha avuto un ruolo fondamentale nella vita di Lucio. L'ho conosciuta personalmente e vi garantisco che era un'ottima cuoca. Il suo lavoro, simile a quello di una stilista di moda, la faceva viaggiare per l'Italia e portava con sé Lucio già da piccolo. Erano legatissimi e lui le dedicò il suo primo successo "4 marzo 1943", tra l'autobiografico e l'ironico, scritto con la poetessa bolognese Paola Pallottino. Se Morandi dovesse scegliere nel repertorio di Dalla, quale brano metterebbe al primo posto? è difficile fare una scelta, ma mi piace molto "Futura" perché la trovo davvero innovativa, soprattutto se pensiamo che l'ha scritta negli anni Ottanta. E poi "L'anno che verrà": la cantano ancora allo stadio "Renato Dall'Ara" alla fine di ogni partita. Quando ha visto Lucio l'ultima volta? Due giorni prima che se ne andasse. Eravamo allo stadio a vedere il Bologna. Lui mi annunciò che stava partendo per un tour europeo e allora gli proposi di raggiungerlo a Francoforte o a Berlino. Gli dissi: "Ti farò una sorpresa e magari cantiamo qualcosa insieme". Lui ne fu felicissimo e sorrise. 

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SONO UN ESSERE ANTICO, AMO I LIBRI DI CARTA

«La nostra è una competizione sana. Protagonisti i libri cartacei, non elettronici. Un piccolo miracolo che si rinnova ogni domenica». Veronica Pivetti conduce su Rai3 "Per un pugno di libri", dove si sfidano gli studenti delle scuole superiori. L'attrice è un'accanita lettrice: «Provo una grande soddisfazione a sfogliare un libro e un piacevole dispiacere ad arrivare alla parola fine. L'e-book mi costringe ad un rapporto meno fisico e quindi cerco di ritardarne l'entrata nella mia vita. Racchiude migliaia di titoli e pesa qualche etto, ma io preferisco andare in giro con un "mattone" di ottocento pagine nella borsa" di Stefano Corradino

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Veronica Pivetti 12

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La penultima edizione di "Per un pugno di libri", programma di Rai3 alla sedicesima edizione, era stata condotta da Neri Marcoré, poliedrico artista che, lo scorso anno, dopo dieci di conduzione ha annunciato il suo addio. Il passaggio del testimone non era dei più semplici. Eppure, nell'avvicendamento, la trasmissione non ci ha perso, tutt'altro: quest'anno, a guidare lo storico appuntamento domenicale della rete, che sarebbe riduttivo definire un quiz televisivo, è la brillante attrice Veronica Pivetti, nata professionalmente come doppiatrice (a soli sette anni) e interprete di film, fiction e miniserie tv come "Provaci ancora Prof", produzione italiana trasmessa da Rai1 a partire dal 2005. Allora recitava la parte di una professoressa, oggi consiglia la lettura di saggi e romanzi. I libri sono la sua grande passione? "Di più, sono la mia droga - risponde la Pivetti - perché ti fanno viaggiare, ti fanno vivere vite non tue, sensazioni apocalittiche, grandi dolori e grandi gioie". Nell'era dell'ipertecnologia una trasmissione che si occupa di libri e che resiste da quattordici anni in tv è un miracolo? Una sorta di oasi del wwf? Forse sì. Forse una trasmissione che parla di libri, cartacei, sia chiaro, non elettronici, è un piccolo miracolo che si rinnova ogni domenica. Eppure sono convinta che "Per un pugno di libri" sia tutto fuorché una trasmissione "antica", così come non è passato di moda leggere, anche se siamo in un mondo tecnologico che invade con la sua velocità la nostra vita. Leggere sarà sempre bellissimo. Il filo conduttore della trasmissione da lei condotta sono i classici, forse perché sono più attuali di tanti libri contemporanei? I classici sono la colonna portante del programma, ma la vera sfida è far diventare "classici" dei libri più recenti. Su Mann o Flaubert nessuno ha niente da dire, ma non scordiamoci che l'anno scorso abbiamo giocato con "Alta fedeltà" di Hornby, mi pare una bella (e utile) dimostrazione di apertura. Io lotto strenuamente a favore di Franzen, autore che amo alla follia, ma Dorfles è un osso duro, non so se la spunterò... In trasmissione un contributo prezioso lo portano anche i ragazzi che vi segnalano le loro letture preferite. Quali sono i generi preferiti da questa generazione?

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I ragazzi portano di tutto. Personalmente apprezzo moltissimo chi arriva col libro della propria infanzia o chi non tenta di fare bella figura a tutti i costi. Mi spiego: l'anno scorso un ragazzo portò "La versione di Vasco" e io trovai che avesse fatto bene, perché era chiaramente una scelta sincera. Quando vidi un altro ragazzo che brandiva con orgoglio "Il giorno" del Parini ho avuto qualche dubbio. Non perché i ragazzi non debbano avere delle mete letterarie alte, anzi, ma certe volte dietro alle scelte dei ragazzi ci sono le imposizioni dei professori che li vogliono ossessivamente bravi e preparati. Questo non è giusto e non è nello spirito del gioco. Perché, forse è opportuno ricordarlo, "Per un pugno di libri" è un gioco. I ragazzi dell'ultimo anno delle superiori si affrontano in "Per un pugno di libri" attraverso giochi e prove di abilità su un testo classico. Suona come una competizione sana… La competizione deve assolutamente essere sana e non mirare solo ed esclusivamente alla vittoria. Penso che sia comunque divertente partecipare ad una trasmissione televisiva. Per molti è un'occasione che non si ripeterà, perciò va vissuta con leggerezza e con sano spirito competitivo. "Per un pugno di libri" è il classico caso in cui è giusto affermare che l'importante è partecipare. La diffusione dei libri digitali non risparmia neanche i grandi megastore del libro. Barnes & Noble, una delle più importanti catene di librerie annuncia infatti che entro dieci anni chiuderà un terzo dei propri negozi… Siamo destinati, nel breve futuro, a considerare il libro come un oggetto "vintage" al pari del vinile? Sono un essere antico e amo i libri di carta. Amo l'oggetto in sé, l'emozione che mi dà comprarlo, la soddisfazione che mi dà sfogliarlo e il piacevole dispiacere che mi dà arrivare alla parola fine, chiuderlo e riporlo in libreria. L'e-book mi costringe ad un rapporto meno fisico e quindi cerco di ritardarne l'entrata nella mia vita. Ma lo dicevo anche dei cd rispetto al vinile, ed ora siamo arrivati all'I 14

pod e simili. Perciò chissà, forse è solo questione di tempo. Vero è che i libri antichi sono oggetti rari e preziosi, dubito che un "vecchio" e-book sia altrettanto affascinante. Anche se è praticissimo, racchiude migliaia di titoli e pesa qualche etto, io preferisco andare in giro con un "mattone" di ottocento pagine nella borsa. È scomodo, è pesante e si rovina, ma a me piace così. Cosa contribuisce maggiormente alla crisi del libro? La situazione economica generale o l'avvento degli e-book? O altro? La crisi del libro? Non so se sia dovuta all'avvento degli e-book o al fatto che ci sono meno soldi... Sicuramente non aiuta l'abbassamento culturale generale. Una volta, quando avevi del tempo libero, prendevi un libro e ti mettevi a leggere. Adesso ci sono un sacco di passatempi più "veloci" e meno impegnativi per ammazzare il tempo. Eppure arrivare alla fine di un libro è così soddisfacente! Mai letto un libro sul tablet? No, mai. E non ci tengo particolarmente. Tutti gli oggetti che richiamano alla mente la forma del computer mi provocano bolle ed eruzioni cutanee. A chi propone di sostituire i libri di testo scolastici con e-book cosa risponde? Forse bisognerebbe chiedere ai ragazzi cosa ne pensano. Sono loro che portano in giro quintali di libri negli zaini, perciò credo che siano i più adatti a dire la loro. Io avrei qualche problema a prendere appunti sul bordo della pagina, ma questo fa capire chiaramente che il mio ricordo della scuola risale a molti, molti anni fa... C'è un libro in particolare che le ha cambiato la vita? In una recente intervista lei ha palesato il suo gradimento per Thomas Mann. Quali gli altri? "I Buddenbrock - decadenza di una famiglia" di Thomas Mann mi ha spalancato le porte della letteratura. Avevo quattordici, forse quindici anni ed è stata una rivelazione. Non esiste il libro della vita, perché i libri della vita sono migliaia, ma ciclicamente leggo "Madame Bovary". Non vedo l'ora di ricominciarlo e soffro quando, superata la metà, vedo che si avvia lentamente alla conclusione. Ma è un dolore piacevole perché ogni volta mi godo la meravigliosa e acutissima lucidità con cui Flaubert racconta quei personaggi e quell'epoca. Cesare Pavese scriveva: "La letteratura é una difesa contro le offese della vita". Per cosa altro rappresenta un antidoto, oltre… che per l'ignoranza? Il libro è la migliore delle droghe, perché ti fa viaggiare, ti fa vivere vite non tue, sensazioni apocalittiche, grandi dolori e grandi gioie. È una sostanza stupefacente, nel senso che mi lascia stupefatta dalla felicità. Secondo lei, di media, quanti romanzi leggono i nostri politici? Non ne ho idea, ma certi loro atteggiamenti e certi discorsi prosaici fanno pensare che la lettura dei grandi autori non sia il loro hobby preferito. Ovviamente non vale per tutti, ma ogni tanto sarebbe bello vederli volare un pò più alto... E quale saggio o romanzo consiglierebbe a loro? Non consiglierei a nessuna persona che non conosco un libro: è una scelta che va fatta con l'istinto e col desiderio. Occorre che fra il libro e la persona ci sia un'empatia e non può essere indotta da terzi. L'unica persona con cui ho uno scambio di questo tipo è mia madre, grande lettrice, alla quale, dopo tanti anni in cui lei mi ha consigliato cosa leggere, suggerisco a mia volta delle letture. Ci capiamo alla perfezione e chiacchieriamo insieme dei libri letti, una pacchia assoluta! 

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Marco Civoli

IO NELLA STORIA? NON SPETTA A ME DIRLO Nel 2006 fu la voce di Marco Civoli a consacrare l'Italia campione del mondo a Berlino: «Se ci ripenso, mi sembra passata un'eternità. Fu una notte particolare, in cui nessuno ha dormito. Ricordo il viaggio di ritorno insieme a tutta la squadra Rai in pullman: indimenticabile». La sua è una presenza fissa nei programmi di Rai Sport "La Domenica Sportiva" e "Sabato Sprint": «Oggi faccio l'opinionista, ma mi mancano le telecronache». Tra i suoi maestri, Pizzul e Martellini: «Hanno fatto la storia di questo mestiere». Poi uno sguardo al prossimo Mondiale del 2014 in Brasile: «Prandelli è l'uomo giusto nel posto giusto al momento giusto» di Emilio Fuccillo

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ochi, pochissimi telecronisti hanno nella loro carriera la fortuna di poter raccontare la partita che incorona la propria Nazionale campione del mondo. Tra questi fortunati Marco Civoli, la voce degli azzurri a Germania 2006. In un certo senso lei è passato alla storia con quella telecronaca, almeno alla storia dello sport? Qualcuno mi dice che sono entrato nella storia, ma non spetta a me dirlo. Da quella partita, da quel Mondiale, quando ci ripenso, mi sembra passata un'eternità. Invece sono trascorsi appena sei anni e mezzo. Certo è stata una notte particolare, una notte in cui nessuno ha dormito. Ricordo il viaggio di ritorno insieme a tutta la squadra Rai, siamo tornati in pullman nel nostro ritiro che era a centinaia di chilometri da Berlino, un viaggio indimenticabile. Sei anni in cui professionalmente è per lei cambiato molto. Oggi è impegnato con "Sabato Sprint" e una trasmissione che si può a pieno titolo definire storica come "La Domenica Sportiva"? "La Domenica Sportiva" è un programma nato nel 1954, praticamente insieme alla televisione, ed è una trasmissione in cui mi diverto molto, grazie anche al cast veramente affiatato. Oltre alla sintesi del posticipo faccio, come va di moda dire oggi, l'opinionista. "Sabato Sprint" è una sorta di piccola domenica sportiva. Le mancano le telecronache?

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Sarei un ipocrita se dicessi di no. Certo mi mancano, ma ora faccio altro e in ventiquattro anni di Rai ho fatto praticamente di tutto e questo per me è motivo di orgoglio. Quali sono stati i suoi maestri o i suoi modelli? Sono cresciuto al fianco di Bruno Pizzul. Una grande voce e un collega splendido, uno dei migliori tra quelli incontrati nella mia vita. Ho seguito i suoi consigli, ma lui rimane inimitabile. Ecco, lui e Nando Martellini, sono quelli che hanno fatto la storia di questo sport e di questo mestiere. E un suo erede? Non dovete chiederlo a me. Ora sono un caporedattore, anche se mi sento sempre un telecronista. Ho tanti bravi colleghi, giovani e meno giovani. La scuola Rai rimane sempre la migliore. Tra un anno i Mondiali, gli Azzurri sono pronti? Prandelli è l'uomo giusto nel posto giusto al momento giusto. Balotelli, El Shaarawi, Verratti, possiamo fare un grande Mondiale. Nel 2010 la sensazione era quella di un'armata Brancaleone, anche se difendevamo il titolo conquistato quattro anni prima: troppe congiunture negative. Quella TV RADIOCORRIERE

brasiliana è invece un'avventura iniziata bene che può finire meglio… Il calcio è stretto oggi tra mille problemi, a partire dal calcio scommesse. Sotto la lente dei giudici molte partite anche europee? Una piaga che non vorrei si allargasse. Dietro ci sono delle vere e proprie multinazionali del crimine. Bisogna fare chiarezza. Credo che il calcio italiano abbia già pagato, anche perché, conoscendo l'ambiente, posso dire che la maggior parte dei grandi calciatori sono onesti. Rischia però di diventare come il doping nel ciclismo, cioè un problema di ogni giorno. E poi il razzismo. Come dovrebbe comportarsi il telecronista di fronte a questi episodi? Deve raccontare quello che vede e sente, senza strumentalizzare. Ogni tanto è capitato che qualcuno passasse sopra magari a qualche coro. è giusto lasciare il campo in presenza di episodi di razzismo o di insulti a sfondo razziale? Ci sono delle regole che devono essere rispettate, e applicate. Lo stesso Platini ha sottolineato l'importanza delle regole. Certo, i calciatori devono dare l'esempio e da loro devono arrivare dei segnali. è un

problema legato anche al cosiddetto "tifo contro". Quando le tifoserie smetteranno di tifare contro gli avversari e tiferanno solo per incitare la propria squadra sarà una delle pagine più belle per il calcio. Veniamo alla stretta attualità. Chi vince lo scudetto? Ad oggi, 4 febbraio (data dell'intervista ndr), mi raccomando specificalo, al 60% la Juve e al 40% il Napoli. Anzi no 55% Juve, 40% Napoli e 5% Milan. E la Lazio? Nessuna chance per la squadra di Lotito? La Lazio è una squadra quadrata, ma non credo possa aspirare al titolo. Arriverà forse terza o quarta, non seconda. In casa Roma, Zeman è stato appena esonerato… Tutti a parole, a inizio campionato, avrebbero voluto il boemo che ha fatto benissimo anche a Pescara lo scorso anno. Ma poi, alla prova dei fatti, non va bene e non andava bene per la Roma. Non era più il suo tempo o i giallorossi si sono illusi. Guardando la Roma di Zeman, ho sempre pensato che fosse perfetta da vedere per chi ama il calcio: diver tente, imprevedibile, ma terribile per chi per la Roma tifa. 17


L'INFERNO SECONDO BENIGNI

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oberto Benigni riporta la "Divina Commedia" nella prima serata di Rai2 da mercoledì 27 febbraio per dodici settimane con il suo "TuttoDante": gli appuntamenti prevedono la lettura di nuovi dodici canti dell'Inferno, dall'XI al XXII. Dopo lo straordinario successo della scorsa estate, che ha portato in piazza Santa Croce a Firenze un totale di circa settantamila persone, e in seguito al trionfo de "La più bella del mondo", che ha tenuto incollati allo schermo 13 milioni di italiani per apprezzare la nostra Costituzione, i telespettatori ripercorreranno con Roberto Benigni lo straordinario viaggio tra i peccatori tracciato da Dante Alighieri. Le serate che andranno in onda su Rai2 sono le registrazioni dello spettacolo "TuttoDante 2012", organizzato da Lucio Presta con la produzione esecutiva di Arcobaleno Tre e prodotto dalla Melampo, realizzate a Firenze in piazza Santa

Croce la scorsa estate. Un grande evento diretto da Stefano Vicario con la fotografia di Massimo Pascucci, che si è avvalsa del lavoro di oltre cento persone utilizzando, per la prima volta in uno spettacolo del genere, la spidercam. Si tratta di una speciale videocamera che può muoversi nello spazio tridimensionale, da cielo a terra, velocemente e silenziosamente e permette di immortalare Firenze da un'altezza di 42 metri, offrendo inquadrature mozzafiato, più spettacolari e coinvolgenti fino al dettaglio del palco. Ampi consensi di critica per "Tutto Dante" anche dalla parte stampa. "Roberto Benigni è ormai diventato una maschera della commedia dell'Arte", si legge sul Corriere della Sera, mentre Avvenire parla di "trionfo", di una "vera lezione sul Sommo Poeta (Dante Alighieri, ndr)", di "esegesi che arriva a tutti, intrisa della saggezza popolare che fa tornare alla mente come Dante fosse da sempre per

tutti". Poi ricorda lo studio di lettura compiuto da Benigni, che "modula le terzine con garbo, rispettando gli enjambements, il colore delle parole". Il Manifesto lascia spazio all'indubbia bravura di "Robertaccio, che intona tutto a memoria, con consapevole empatia, ma senza farsi travolgere, un verso dopo l'altro, analisi logica e analisi magica, una fessura, uno spioncino che si apre piano a volte e si spalanca sull'abisso e fa paura, perché Dante, Benigni lo sa bene, bisogna saperlo più che recitarlo, un monologo interiore…". Dell'affascinante viaggio ha parlato anche La Nazione di Firenze: "Benigni spiega come solo lui sa fare, con incanto e con il cuore, con le parole semplici e piene con cui una mamma insegna al bambino… Non è ancora mezzanotte. E non è finita. La gente non lo molla. Lui torna, sublime giullare, e sono applausi ancora. Cinque minuti di applausi e standing ovation. Grande Benigni. Grazie Benigni". 

Roberto Benigni torna a leggere la "Divina Commedia" nella prima serata di Rai2 da mercoledì 27 febbraio. Dodici nuovi appuntamenti con altrettanti canti dell'Inferno, dall'XI al XXII. Si tratta delle registrazioni dello spettacolo "TuttoDante 2012" realizzate a Firenze in piazza Santa Croce la scorsa estate, in cui è stata utilizzata la Spidercam, una speciale videocamera che può muoversi in uno spazio tridimensionale.

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ricomincia da

Dopo tre anni di assenza dalle scene, Ramazzotti è stato recentemente protagonista su Rai2 di un live che prende il nome dal suo ultimo album: un prezioso documento di musica e immagini che ha conquistato, ancora una volta, i suoi fans. Sul palco anche l'attore Giancarlo Giannini, voce recitante nel brano "Io sono te"

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ros Ramazzotti è tornato su Rai2 il 21 febbraio in seconda serata con l'esclusivo concerto "Noi", che prende il nome dal suo nuovo album presentato, lo scorso novembre, in anteprima mondiale negli studios di Cinecittà a Roma. Un prezioso documento, in musica e immagini, del ritorno discografico e live dell'artista dopo tre anni di assenza dalle scene. Ad applaudirlo, tanti fans arrivati da ogni parte del mondo e amici anche d'infanzia. Nell'insolita scenografia della Roma Antica riprodotta negli studi di Cinecittà, Ramazzotti ha dato vita ad un'esibizione ricca di emozioni, tra brani che sono entrati nella memoria collettiva come "Adesso tu", "Stella gemella", "Più bella cosa", "Una storia importante" e le canzoni contenute nel nuovo album "Noi", già doppio disco di platino in Italia che ha venduto oltre 500 mila copie in tutto il mondo in soli due mesi. Dal primo singolo "Un angelo disteso al sole", a "Questa nostra stagione", "Abbracciami", "Infinitamente", il brano che l'artista ha dedicato agli amici Alex e Giò, "Una tempesta di stelle", dedicata a sua figlia Raffaela Maria, fino a "Polaroid", un omaggio alla stessa Cinecittà, il quartiere in cui è cresciuto e che gli ha insegnato a inseguire, con tenacia e passione, i suoi sogni. Uno show coinvolgente, che ha visto ospite sul palco anche Giancarlo Giannini: l'attore è la voce recitante nel brano "Io sono te". 

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FABRI FIBRA

IL MIO STILE DI VITA A TEMPO DI RAP «Per i testi scelgo quasi esclusivamente termini in italiano in modo che tutti possano capire le parole. Non uso neppure lo slang per far arrivare le rime a quante più persone possibile». Fabri Fibra, dal 18 febbraio, conduce su Radio2 il suo nuovo programma "Guerra e Pace". Dieci strisce quotidiane che prendono il nome dall'ultimo album del rapper. L'obiettivo è di raccontare agli ascoltatori aneddoti e ricordi personali, che si intrecciano con la sua evoluzione artistica e umana.

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a bellezza del rap è quella di non lasciare mai che una moda ti passi davanti senza coglierne degli aspetti, acquisirne dettagli. Quando fai rap tutto quello che ti succede intorno finisce nei tuoi testi e anche nella tua musica». Così Fabri Fibra parla dell'atmosfera che fa da sfondo al suo nuovo programma su Radio2 "Guerra e pace", dieci strisce quotidiane di un quarto d'ora che accompagnano l'uscita del suo ultimo album, nelle quali il rapper di Senigallia racconta i suoi sentimenti più intimi, come nasce la sua musica, la scrittura dei suoi testi. In onda dal 18 febbraio, dal lunedì al venerdì, alle 16.00. Una narrazione ricca di aneddoti e ricordi personali che si intrecciano con l'evoluzione artistica e umana di Fibra: dall'ascolto di Neffa e del suo "socio" Deda negli anni Novanta ai film in bianco e nero di Risi, Fellini e Monicelli, che hanno contribuito ad ispirare il suo album "Guerra e pace", dalla lettura di Tolstoj a quella di Paolo Giordano. «La solitudine dei numeri uno è stata la mia reinterpretazione - dice Fibra - e quando parlo con i giornalisti spesso mi rendo conto che il rap in sé ha un'immagine di musica di protesta. Quando, invece potrebbero essere canzoni in cui si descrive semplicemente una città, una persona o uno stato d'animo, la protesta non è necessaria soprattutto se la parte strumentale non comunica violenza nella musica, ma qualcosa di più riflessivo». Fibra racconta a Radio2 "rime e pensieri scritti in pace e in guerra con se stesso", in modo immediato, senza mediazioni, proprio come avviene con la sua musica. «Nei miei testi - afferma - uso quasi esclusivamente termini in italiano perché tutti possano capire le parole, non uso neppure lo slang per fare in modo che le rime arrivino a quante più persone possibile». L'immagine che più gli piace è quella del principe Andrej, uno dei protagonisti del grande romanzo di Tolstoj, che ferito sul campo di battaglia riflette sul valore della felicità, della vita stessa: «Ho voluto riportare in rima la necessità di far valere le proprie virtù, l'ho trovato un messaggio molto forte per le nuove generazioni e anche per quegli adulti che ascoltano la mia musica». Il programma sarà disponibile in podcast sul sito Radio2.Rai.it (Mari.Co.) 


SIAMO FIGLI DI UNA GRANDE CIVILTà "Sei lezioni di Salvatore Settis - L'arte classica tra passato e futuro". Uno tra i nomi più alti della cultura italiana è anche l'autore del nuovo programma di Rai Educational, in sei puntate dal 2 marzo al 6 aprile ogni sabato pomeriggio su Rai Storia. Settis propone un interessante percorso che vede protagonista la cultura classica: «L'obiettivo è far comprendere che tra la cultura greca e quella contemporanea esiste una continuità e che per capire il nostro presente è necessaria la conoscenza del passato».

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i portiamo la Grecia in testa, soprattutto perché siamo figli di questa civiltà». Lo afferma Salvatore Settis, uno dei massimi studiosi di archeologia, autore del nuovo programma di Rai Educational "Sei lezioni di Salvatore Settis - L'arte classica tra passato e futuro". «Questa trasmissione - spiega lo studioso - si collega al mio libro "Futuro del classico" edito da Einaudi, tradotto in dodici lingue». In tutto sei puntate in onda dal 2 marzo al 6 aprile ogni sabato alle 18.00 su Rai Storia e, in replica, il venerdì dall'8 marzo all'1.10 su Rai3. «Le puntate si articolano lungo un unico filo conduttore. Ciascuna afferma Settis - ha la propria indipendenza, ma tutte sono collegate tra loro. L'ultima rappresenta il culmine di un percorso. L'obiettivo è far comprendere che tra la cultura greca e quella contemporanea esiste una continuità e che per capire il nostro presente è necessaria la conoscenza del passato». Un percorso che vede prota-

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gonista la cultura classica che si misura con quella tecnologica, la trasformazione di templi pagani in chiese cristiane come meccanismo di sopravvivenza delle architetture antiche e infine un nuovo sguardo alle statue della Grecia classica, riscoperte oggi come colorate e brillanti, contro una tradizione che le vuole bianche e fredde. Ad accompagnare i telespettatori in questo particolare approfondimento è l'esperienza di Settis, già direttore della "Normale" di Pisa e nome tra i più alti del panorama culturale italiano: un'opportunità per scoprire le attrattive e le potenzialità ancora nascoste nell'arte classica, ma anche per capire al meglio l'affascinante mondo della cultura greca. «Mi occupo di temi - precisa lo studioso - che riguardano

la tutela del patrimonio culturale e non si può prescindere dal rapporto tra cultura contemporanea e il senso della storia e della memoria che ci portiamo dietro». Si parte dalle origini per arrivare fino alle numerose occasioni di riscoperta e recupero che, nel corso dei secoli, sono state proposte. Un vero e proprio viaggio nel quale lo studioso aiuta a scoprire il concetto di "classico". La sua competenza di arte antica, insieme alla

capacità di difendere bellezza e integrità dei beni paesaggistici, rappresentano il valore aggiunto di un ciclo che vede nella Centrale Montemartini, sede aggiuntiva dei Musei Capitolini, dove le statue antiche sono collocate in un contesto di archeologia industriale, lo sfondo perfetto per rappre-

sentare al meglio un messaggio, quello della cultura classica, che può ancora parlare al nostro presente. Settis, aiutato da immagini che accompagnano il racconto, evidenzia la capacità del "classico" di evolversi e mutare nel tempo, contraddicendo i concetti statici e immobili che, per lungo

tempo, lo avevano caratterizzato. Strumenti di approfondimento ed evoluzione di questo itinerario sono testimonianze e reperti disponibili nel Rinascimento, ampliati poi dalle scoperte del Settecento e successivamente da scavi e ritrovamenti dall'Ottocento ad oggi.  (Mari.Co.)

LE "SEI LEZIONI DI SALVATORE SETTIS" TRACCE DI CLASSICISMO INTORNO A NOI - 2 marzo Nella prima lezione vengono esaminate le tracce della presenza di temi greci e romani in regioni assai lontane, oltre ad elementi dell'architettura greca che fanno parte del lessico progettuale di edifici e monumenti a Berlino, a Londra, in America (basti pensare alla Casa Bianca) e addirittura in Giappone. Ispirazioni basilari per la formazione di architetti del Novecento come Le Corbusier o Loos. RISCOPERTA DELL'ARTE GRECA DAL SETTECENTO AL NOVECENTO - 9 marzo Fino al Settecento l'arte classica veniva vista come un blocco unico in cui greci e romani non si distinguevano. Lo stesso Grand Tour finiva a Napoli, più raramente in Sicilia. Paestum non era stata ancora scoperta e i viaggi nella Grecia ottomana quasi impossibili. Con il passare del tempo è emersa una grecità diversa, un ordine dorico ad Atene differente da quello dei templi di Selinunte. Questo ha dato il via a una serie di ipotesi e di punti di vista, a volte campanilistici, sulla maggiore o minore "autenticità" dei romani rispetto ai greci e viceversa. Un dibattito destinato a durare nel tempo anche per la sua influenza in campo morale e politico. ARTE CLASSICA, LIBERTà, RIVOLUZIONI: LA LEZIONE DI WINCKELMANN - 16 marzo Winckelmann è stato un grandissimo personaggio del Settecento. Bibliotecario in Germania, poi alla corte pontificia, antiquario del papa, ha cambiato la visione della storia dell'arte antica in modo radicale costruendo una storia dell'arte basata sulla sua conoscenza dei reperti che man mano venivano ritrovati. Mettendoli a confronto con i testi classici, elaborò un modello quasi "biologico" dell'arte greca, che ne assimila lo sviluppo a quello di una vita umana e vede la sua fase finale, la vecchiaia, nell'arte romana. DALLE ROVINE AL MUSEO: L'ARTE CLASSICA RISORGE NEL RINASCIMENTO - 23 marzo Oggi troviamo l'arte classica nei musei, ma i nostri musei pubblici nascono come evoluzioni delle collezioni dei sovrani. Le raccolte private, di Papi o nobili che per proprio piacere acquistavano marmi o bronzi e le mostravano a ristrette cerchie di amici, furono una "novità" culturale del Rinascimento. Fu visitando queste collezioni, anche quelle in piccole case private, che gli artisti cominciarono ad interessarsi all'antico, prendendo a modello gesti, schemi rappresentativi, posizioni che provengono dagli antichi, e seppero farle proprie. Il gesto di dolore di una figura dei sarcofagi con la "Morte di Meleagro" viene ripreso tale e quale da Nicola Pisano e il braccio inerte di Meleagro morto diventa un paradigma per "illustrare" la morte che ritroviamo in Raffaello e poi in Caravaggio e poi nel Marat di David. La gestualità antica giunge così dai sarcofagi riutilizzati nelle chiese medioevali fino a Picasso e a Guttuso. PERCHè I GRECI HANNO INVENTATO L'IDEA DI "CLASSICO" - 30 marzo Il temine "classicus" in latino è legato alla parola "classis", che voleva dire classe anche nel senso di classe di contribuenti. Classicus era il contribuente che pagava di più, quello che pagava più tasse e, come tale, il più prezioso, il più importante. E i greci, avevano una loro classicità? Guardavano verso il passato in qualche modo? All'epoca della polis il popolo greco pensava al futuro e in parte al presente. Solo con il declino dell'indipendenza, con la sudditanza a imperi come quello macedone e poi quello romano si comincia a guardare al passato con nostalgia, ma anche come a un deposito perpetuo di idee ed energie per il futuro.

Salvatore Settis www.ufficiostampa.rai.it

L'ARTE CLASSICA, L'EUROPA E LE ALTRE CULTURE - 6 aprile "L'arte greca ci obbliga a una costante ginnastica spirituale, perché dobbiamo pensarla guardando all'arte moderna. Nell'una e nell'altra, nell'arte greca come nell'arte moderna, vediamo un gusto per gli slanci istintivi e per la regola. Un'audacia dell'invenzione e un attaccamento alla passione che sono, anche nell'arte greca, del più puro e incontestabile spirito moderno". TV RADIOCORRIERE

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UN "TAVOLO" PER OTTIMIZZARE LE RISORSE "Prevediamo tra poco sei puntate sulla storia della lirica prendendo in esame i temi principali delle opere: amore, morte, tradimento". Francesca Nesler è l'autrice de "La Musica di Rai3", una trasmissione per intenditori: "Pur essendo un programma di "nicchia" anche per l'ora di diffusione, cerchiamo di trasmettere ai telespettatori l'emozione che c'è in teatro. Cerchiamo di raccontare un po' di più cosa succede nell'orchestra. è un grande lavoro per avvicinare bambini e giovani alla musica, coinvolgendoli" di Lucilla Perelli Rizzo

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n cartellone di tutto rispetto nel biglietto da visita de "La Musica di Rai3". Il prossimo appuntamento è per il 28 febbraio dal Teatro alla Scala di Milano con la Filarmonica della Scala diretta dal maestro Myung Chung, che propone la sinfonia n. 4 in mi minore di Johannes Brahms. Ricca di spunti melodici e curata in ogni singolo timbro orchestrale è una delle opere più complesse di Brahms ed è da molti considerata uno dei suoi più grandi capolavori. Francesca Nesler è l'autrice del programma in onda su Rai3 il giovedì all'1.40. Da regista ad autrice. Ci racconta come è andata? Facevo la regista dei concerti e delle opere per la "Musica di Rai3" e "Prima della Prima". Quando l'ideatrice del programma Ninì Perno nel 2009 andò in pensione, sono subentrata a lei. Il capostruttura di allora scelse me, che ero la più giovane, con la volontà di rendere il prodotto più televisivo. In onda da quasi quindici anni. Come lo spiega?

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Da quindici anni sulla breccia nel rapporto con le grandi orchestre e i grandi teatri per svolgere quel ruolo da vero servizio pubblico con la produzione di concerti ed opere liriche, disponendo di un budget "protetto" per la musica seria. La musica in fondo è nel dna degli italiani. Noi, pur essendo un programma di "nicchia" nel genere ed anche nell'ora di diffusione, cerchiamo di trasmettere al telespettatore l'emozione che c'è in teatro. Qualcuno ha detto costoso per essere di "nicchia" Quella è la strana sorte contro cui dobbiamo combattere per continuare a nutrire quel dna musicale che ci ha distinti nel mondo. Stiamo lavorando su più fronti: cerchiamo di raccontare un po' di più cosa succede nell'orchestra. è un grande lavoro per avvicinare bambini e giovani alla musica, coinvolgendoli. Poi abbiamo rinnovato e proseguiremo a rinnovare sempre più le modalità di ripresa. Inoltre, all'interno del programma, trovano spazio degli speciali sui Festival di musica che ci consentono di documentare

l'offerta musicale sul territorio nazionale. I cicli di "Sostiene Bollani" sono un altro tentativo per approcciare il repertorio classico al maggior numero di persone, un modo per apprezzare il Bolero di Ravel senza frac. Altro grande tentativo è quello della diretta: stiamo cercando di trasmettere in questo modo il novanta per cento della produzione. Infine, amplifichiamo alla grande i posti a sedere nei teatri. Quindici anni, buoni ascolti, ma "alla grande" non è esagerato? Per quante repliche ci siano state, di un concerto o di un opera, nei teatri avranno trovato spazio al massimo diecimila spettatori. Noi con la trasmissione, i dvd, il microcircuito di sale cinematografiche in tutto il mondo, riusciamo a raggiungere non meno di trecentomila persone. Inoltre c'è il nostro sito internet che propone concerti in versione integrale, interviste, speciali, approfondimenti, blog e curiosità. Uno spazio virtuale per gli appassionati di musica in grado di avvicinare anche un pubblico www.ufficiostampa.rai.it

diverso. C'è qualcosa di nuovo in arrivo? Prevediamo tra poco sei puntate sulla storia della lirica prendendo in esame i temi principali delle opere: amore, morte, tradimento. A condurle avremo un personaggio speciale, che non rivelo, in grado di avvicinare i giovani e far riscoprire quel dna italiano che dimora proprio nel melodramma. Grande attenzione alla "produzione" dell'Orchestra Rai. Oltre a questo saremo impegnati sul campo per le riprese de "L'olandese volante" a Bologna e della "Traviata" per l'apertura del prossimo 7 dicembre alla Scala di Milano. Tutto realizzato in casa Rai. A proposito di orchestra Rai con loro il rapporto è "privilegiato"? è un rapporto rodato nel tempo per questo i musicisti, tutti, sono più disponibili a mettersi in gioco e ad accettare qualche piccolo compromesso, come la presenza delle luci o l'ubicazione, utile alle riprese. L'approccio con i giovani come va? Stiamo seguendo anche molto i giovani perché la gente è affascinata dal talento e, quando c'è, lo riconosce. Si crea una sorta di magia, d'incanto, un'attrazione straordinaria tra interpreti e spettatori. Ad esempio c'è un giovane talento, già direttore a venticinque anni. Si chiama Battistoni ed è stata una grande emozione vederlo dirigere alla Scala. I giovani ci "cliccano" e sono in aumento. I prezzi dei biglietti, anche quelli popolari, non sono bassissimi, ma per fortuna c'è il nostro sito. La cosa bella è vedere che alcuni di loro che si approcciano alla classica ascoltano anche altro e si aprono alla musica a tutto tondo. Certo, l'orario di messa in onda è un po' penalizzante… Sicuramente si, ma stiamo provando ad avere uno spazio per i concer ti del mattino, possibilmente nel fine settimana. Cosa può fare la Rai per la musica? Molto. E la musica può fare molto per la Rai. Deve diventare il veicolo di questa nuova Rai, parlare ai giovani e proporre contenuti con TV RADIOCORRIERE

il loro linguaggio. Se ci si crede nel prodotto, questo si ripaga anche nella percezione che il pubblico ha del lavoro della Rai. Molte dirette che Rai5 trasmette sono una vostra produzione. Come va questa collaborazione? Queste dirette hanno dimostrato che la collaborazione è una grande risorsa. La sinergia aziendale paga e crea prospettive di crescita. Per esempio la produzione per il microcinema crea anche risorse per le reti. Coordinare e ottimizzare tutti gli sforzi produttivi è una strada vincente. Da un paio d'anni tutte le persone che in Rai si occupano di diffondere la "buona musica" si sono autoconvocate per un

"tavolo della musica" dove ci si confronta per ottimizzare al meglio tutte le risorse, Milano, Torino. è un team "tecnico, una squadra vera. Chi comanda a quel tavolo? è un tavolo di confronto, di collaborazione, però speriamo di aver trovato un vero capitano nel Direttore Generale Gubitosi. A giorni ha convocato il "nostro tavolo" ed è la prima volta che succede, la prima in assoluto. Un bel segnale. Peggior difetto e miglior pregio di Francesca Nesler Sono forse la stessa cosa perché metto una passione sconfinata in quello che faccio e allora vado sulle cose "a muso duro". 

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METIS DI MEO

BASTA UN PO' DI BUON SENSO Metis Di Meo torna in conduzione con il nuovo programma domenicale di Rai5 "Lezioni di Bon Ton", di cui è anche autrice. è convinta che le buone maniere possano semplificare molto la vita: «Spesso le difficoltà dipendono più dal modo di porsi che dai reali problemi con cui ci si deve confrontare. E questo vale un po' per tutti gli ambiti, a cominciare dalla famiglia». Le regole del Galateo sono fondamentali sul lavoro: «è importante - spiega - presentarsi nel modo giusto e rapportarsi nella giusta maniera con i superiori e i sottoposti» di Paolo Cairoli

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ensavate che il Galateo fosse un libro polveroso, pieno di regole inutili e demodé? Non lo è affatto, come dimostrano le "Lezioni di Bon Ton" in onda la domenica sera su Rai5, alle 20.45 dal 24 febbraio. Il nuovo programma fornisce tutte le istruzioni per capire il linguaggio corporeo e saper gestire le proprie emozioni, per conoscere i codici di comportamento e sentirsi padroni di sé in ogni circostanza. Un viaggio divertente all'insegna del galateo moderno, attraverso i consigli degli esperti e i segreti svelati dai tutor, perché conoscere l'arte delle buone maniere può essere l'arma vincente per affrontare con stile ogni situazione. Metis Di Meo, oltre che conduttrice, è anche autrice di "Lezioni di Bon Ton". Come nasce l'idea del programma? Da una vera e propria necessità, quella di trovare uno stile di vita adatto alla società moderna. Per questo mi sono rifatta a un'idea apparentemente retrò come quella del bon ton, ma che in realtà è attualissima. Perché oggi più che mai è importante trovare il modo giusto di porsi e di relazionarsi con il prossimo.

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Quali sono gli ambiti della nostra vita che più necessitano di buone maniere? Spesso le difficoltà dipendono più dal modo di porsi che dai reali problemi con cui ci si deve confrontare. E questo vale un po' per tutti gli ambiti: la vita in famiglia, il lavoro, la coppia, l'educazione stradale, lo svago, lo shopping. E poi ci sono le occasioni importanti: i matrimoni, le feste, i regali. Le buone maniere possono semplificare molto la vita. Il "Galateo" di Monsignor Giovanni Della Casa continua a essere un riferimento? Sì, perché già nel XVI secolo quello che si cercava era un'etichetta, un'indicazione che permettesse di non sentirsi in soggezione o imbarazzo in nessuna situazione. Che è esattamente lo scopo del programma. Le regole del bon ton nascono quindi da una riflessione psicologica? Si, e infatti una parte del programma è dedicata all'analisi del linguaggio corporeo, della comunicazione non verbale. Ci siamo addentrati poi nel mondo del folclore e delle tradizioni, che prevedono tutta una serie di regole e indicazioni particolari. Abbiamo considerato addirittura il senso di alcune superstizioni. Quali obiettivi vi proponete? Il programma in genere prende spunto da situazioni che si verificano nella vita di tutti i giorni, non a caso abbiamo voluto iniziare con il lavoro, che occupa una grossa fetta delle nostre giornate. La riflessione parte dal giusto modo di presentarsi, di scrivere un curriculum, per spingersi fino al rapporto con il proprio capo, o con i sottoposti. Un vero corso di "business etiquette". Vi occupate anche dei social network? Certo, sono il soggetto principale di quella che viene definita "Netiquette". Quella dei social network è una socialità a parte, nuova, un po' tutta da creare. Non esistono regole ferree e vanno costruite. In generale il problema dell'immagine che restituisce di noi il web è piuttosto delicato, occorre fare molta attenzione. Il garbo e il bon ton sono essenziali. Vi siete avvalsi della consulenza di specialisti? Abbiamo coinvolto esperti internazionali di etichetta e galateo, Nicola Santini e Tommaso De Mottoni y Palacios, che sono la colonna portante del programma. Ci siamo anche rivolti a profondi conoscitori di mondi specifici che abbiamo voluto affrontare di volta in volta, come ad esempio quello musulmano o indiano. Senza tralasciare le tradizioni gastronomiche e nutrizionali, che affrontiamo in ogni puntata con Gianluca Mech. Che differenza c'è tra buon senso e bon ton? Il bon ton è il buon senso, ma con l'aggiunta di un pizzico di stile e "savoir faire". Perché si può essere semplicemente educati o educati con stile. Lei ha lavorato in un programma per ragazzi come "Social King", trasmesso da Rai2 e Rai Gulp. Cosa porta di quest'esperienza nel suo nuovo programma? "Lezioni di Bon Ton" ha un taglio lieve e divertente, usa un linguaggio giovane, una fotografia luminosa e una grafica dai colori pastello. Io ho cercato di giocare sul filo dell'ironia, e anche dell'autoironia. La mia esperienza con la tv dei ragazzi è stata fondamentale: anche in questo programma scherzo, gioco, uso la mimica facciale. Il mio intento è quello di insegnare qualcosa divertendo e stimolando la curiosità.  TV RADIOCORRIERE

da domenica 24 febbraio alle 20.45

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UNA SPERANZA TUTTA DA INVENTARE Roberto Andò firma la regia di "Viva la libertà", una commedia brillante con tanti riferimenti alla politica attuale, tratta dal suo romanzo "Il trono vuoto". Un bravissimo Toni Servillo interpreta il doppio ruolo di un politico che decide di sparire dopo un'ennesima contestazione e del suo gemello affetto da depressione bipolare. Imprevedibilmente, sarà proprio quest'ultimo a far ritornare le speranze tra i delusi convinto che occorre "liberare il Paese dalla paura". Andò aggiunge: «Un Paese che non è rassegnato, sta solo cercando una strada, un'identità che corrisponde al gemello del film. Un'idea che mi piace tanto» di Betty Giuliani

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assione e speranza sono le parole chiave di "Viva la libertà" di Roberto Andò, una commedia brillante con tanti richiami alla politica italiana di oggi, interpretata da Toni Servillo in uno straordinario doppio ruolo. Il film è tratto dal romanzo dello stesso regista "Il trono vuoto". "La vergogna ti paralizzerà, te ne devi andare. L'opposizione è morta e la colpa è tua", gridano i contestatori all'indirizzo di Enrico Olivieri, il segretario del principale partito d'opposizione, alla vigilia di un convegno della sinistra europea. E lui si dilegua in silenzio, rifugiandosi all'estero da una vecchia amica (Bruni Tedeschi), mentre il suo fedele e ligio factotum Andrea Bottini (Mastandrea) cerca disperatamente di rintracciarlo. Nessuno sa dove sia, neppure la moglie (Cescon), che afferma rassegnata: "un uomo politico non ha amici". Bottini, disperato, chiede aiuto al gemello dell'onorevole, un filosofo geniale, affetto da turbe psichiche, appena uscito da una clinica psichiatrica. «Stai mettendo il partito nelle mani di un pazzo», si preoccupa la moglie del leader, che accetta di ospitare il cognato in casa per rendere ancor più credibile l'inganno. «Sì, ma ha metodo, è simpatico», si schermisce Bottini. A un avversario politico che sostiene «questo è un paese marcio, che fa paura», il sosia replica di voler «liberare la gente dalla paura». E avrà presto ragione. Il gradimento del partito risalirà vertiginosamente: persino il

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presidente della Repubblica cadrà nell'inganno, restando affascinato dal "nuovo corso" imboccato dal suo vecchio amico, che giocherà con lui a nascondino nelle austere sale del Quirinale e "ammorbidirà" la cancelliera tedesca con un voluttuoso tango. Tutti si convincono che la musica stia cambiando. «Sta succedendo qualcosa di grande - dicono i suoi -. Stavolta vinciamo». Roberto Andò, lei sostiene che il film è un atto di speranza. Corrisponde, come il romanzo, al desiderio di immaginare qualcosa che sulla scena politica non c'è. L'elettorato ha nelle mani la propria coscienza, non sono pessimista, il Paese non è rassegnato, sta cercando una strada, un'identità che corrisponde al gemello del film, un'idea che mi piace tanto. Quando la speranza non c'è, bisogna inventarla. Per questo ha scelto il tono della commedia brillante? Una storia senza lamentele, con un personaggio che arriva all'improvviso col vento del cambiamento e un finale ambiguo rappresntano un meccanismo che ha una sua leggerezza. Come mai ha scelto Toni Servillo? Cercavo un attore che desse consistenza a questa immagine doppia e ho subito pensato a Toni. Non avrei fatto il film senza di lui: ha nel volto qualcosa di concreto e di molto ipotetico, proietta qualcosa che non c'è, come il pensiero che il suo personaggio impersona. Cos'è cambiato in politica da quando ha scritto il libro?

Il clima è lo stesso: diciamo tante parole critiche, la speranza è soffocata dalla stanchezza, il Paese è luogo di predatori. Ti chiedi come sia possibile che tutto questo accada in Europa. A chi ha pensato creando questo politico-filosofo? È un intellettuale eccentrico che non ha riferimenti con la realtà. Ogni politico porta dentro una piccola storia romanzesca, come spesso è la politica. In scena campeggia un poster di Enrico Berlinguer… Berlinguer, come Moro, ha vissuto momenti difficili alla fine, isolato nel suo partito. Io scommetto sul futuro: stiamo scavalcando un momento difficile, insidioso e lui è una sorta di talismano. C'è anche Fellini che attacca le interruzioni pubblicitarie nei film in tv. Aveva capito che facevano franare qualcosa di prezioso, le sue parole raccordano la cultura e la politica, che deve ripartire proprio dalla cultura per ritrovare i propri dei. Il film esce alla vigilia delle elezioni. Aiuterà la sinistra nel voto? Il comizio finale del candidato è ispirato alla poesia di Brecht "A chi esita", mette la politica nelle mani dei cittadini dicendo: «Non aspettarti nessuna risposta oltre la tua». Restituisce la politica alla loro anima, senza essere delegata a una figura carismatica. Per questo non si può strumentalizzare. Certo, il film si colloca politicamente, ma se ne appropri chi se ne vuole appropriare.  31


TONI SERVIILO

«I MIEI DUE GEMELLI, OCCASIONE GHIOTTA»

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er un attore che fa teatro l'occasione di interpretare due gemelli è ghiotta, applicata alla politica moltiplica le sorprese. Il fascino della sceneggiatura era raccontare una politica d'azione connessa alla cultura, intesa anche come slancio morale, legata concretamente alla vita, agli inciampi dell'esistenza». Così Toni Servillo spiega le motivazioni che lo hanno spinto a partecipare al film di Andò. Del gemello che impersona dice: «Non è un pazzo, è un lucido, eccentrico intellettuale. Non ho pensato a nessuno dei politici attuali, i riferimenti li ho presi nell'immaginazione, concentrandomi su certi scrittori e docenti universitari». Afferma di condividere la scelta di rappresentare un argomento così complesso col tono della commedia surreale e divertente: «Nel film circola aria allegra, pur nel rispetto dell'argomento. Si voleva buttare un sasso per muovere le acque, sarebbe stato inutile mettere in moto energie vitali per rimboccarsi la lapide». è la terza volta che l'attore campano si cala nei panni di un politico, dopo Andreotti ne "Il divo" di Sorrentino e un senatore del Pdl nel film di Bellocchio "Bella addormentata": «Ho rappresentato tutti gli schieramenti, ora spero mi offrano un bel marchese del Settecento innamorato». E si augura che "Viva la libertà" possa servire a suggerire di «mettere l'emozione al servizio del pensiero, a far pensare emozionando«. Poi aggiunge: «Se ti senti superiore, devi dimostrarlo». 

SINOSSI Il segretario del principale partito d'opposizione, Enrico Oliveri, è in crisi. I sondaggi per l'imminente competizione elettorale lo danno perdente. Una notte, dopo l'ennesima contestazione, Oliveri si dilegua, senza lasciare tracce. Negli ambienti istituzionali e del partito fioccano le illazioni, mentre la sua eminenza grigia, Andrea Bottini, e la moglie Anna continuano ad arrovellarsi sul perché della fuga e sulla possibile identità di un eventuale complice. È Anna a evocare il fratello gemello del segretario, un filosofo geniale, segnato dalla depressione bipolare. Andrea decide di incontrarlo e ne resta talmente affascinato da iniziare a vagheggiare un progetto che ha la trama di un pericoloso azzardo... 32

VIVA LA LIBERTà Regia: Roberto Andò Sceneggiatura: Roberto Andò e Angelo Pasquini Cast: Toni Servillo, Valerio Mastandrea, Valeria Bruni Tedeschi, Michela Cescon, Anna Bonaiuto Prodotto con Rai Cinema Distribuito da 01 Distribution Nelle sale dal 14 febbraio

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TV RADIOCORRIERE

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MONDIALI SCI ALPINO E FONDO GLI APPUNTAMENTI DELLA SETTIMANA DI RAISPORT di Gianluigi Zamponi VENERDì 22 FEBBRAIO News,rubriche,talk show 08.00 Raisport 1 Mattina Sport Raisport 1 Novanta Minuti 17.00 Sci Nordico 09.30 Raisport 1 C.ti Mondiali - combinata nordica 14.50 Raisport 1 C.ti Mondiali - salto con gli sci Basket Legadue 21.00 Raisport 2 Scafati-Forlì Calcio a 5 20.30 Raisport 1 Asti-Acqua e sapone SABATO 23 FEBBRAIO Sci alpino 10.30 Raisport 1 CdM Discesa Libera femminile 11.45 Raisport 2 CdM Discesa Libera maschile Sci Nordico 12.45 Raisport 1 C.ti Mondiali - Skiathlon 7,5 km 14.15 Raisport 1 C.ti Mondiali - Skiathlon 15km Calcio 13.30 Rai2 rubrica "Dribbling" 14.00 Raisport 1 Serie D: Grottaglie-Ischia 16.00 Raisport 1 Viareggio Cup: 1a semifinale 18.00 Raisport 1 Viareggio Cup: 2a semifinale 18.00 Rai2 90mo Serie B 22.50 Rai2 Sabato Sprint Pallavolo 17.25 Raisport 1 Serie A m.le: San Giustino-Cuneo 20.30 Raisport 1 Seria A f.le: Piacenza-Busto Arsizio DOMENICA 24 FEBBRAIO Sci Alpino 09.55 Raisport 1 Slalom gigante maschile 1a manche 11.00 Raisport 1 Super Combinata f.le Discesa 1a manche 12.55 Raisport 1 Slalom gigamte maschile 2a manche 14.15 Risport 1 Super Combinata f.le Slalom 1a manche Sci Nordico 12.45 Raisport 1 C.ti Mondiali - Cross Country 14.15 Raisport 1 C.ti Mondiali - Combinata 15.00 Raisport 1 C.ti Mondiali - Combinata 16.55 Raisport 1 C.ti Mondiali - Salto con gli sci Ciclismo 15.10 Raisport 1 Kuurne-Bruxelles-Kuurne Pallavolo 17.20 Raisport 1 Piacenza-Trentino

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Calcio 17.05 18.10 19.00 20.35 22.35 Basket 20.30

Rai2 rubrica Stadio Sprint Rai2 rubrica 90o Minuto Serie A Raisport 2 Calcio a 5: Genzano-Verona Rai1 rubrica 5 minuti di recupero Rai2 rubrica La Domenica Sportiva Raisport 1 Cantù-Varese

LUNEDì 25 FEBBRAIO News,rubriche,talk show 08.00 Raisport 1 Mattina Sport 17.00 Raisport 1 Novanta Minuti Calcio 14.40 Raisport 1 Viareggio Cup: Finale 20.30 Raisport 1 Lega Pro: Carpi-Pavia 23.00 Raisport 1 Speciale Sabato Sprint MARTEDì 26 FEBBRAIO News,rubriche,talk show 08.00 Raisport 1 Mattina Sport 17.00 Raisport 1 Novanta Minuti Sci Nordico 12.30 Raisport 1 C.ti Mondiali - Fondo 10km f.le MERCOLEDì 27 FEBBRAIO News,rubriche,talk show 08.00 Raisport 1 Mattina Sport 17.00 Raisport 1 Novanta Minuti Sci Nordico 12.30 Raisport 1 C.ti Mondiali - Fondo 15km m.le 16.50 Raisport 1 C.ti Mondiali - Salto maschile Calcio 20.30 Raisport 1 Coppa Lega Pro: Lecce-Latina GIOVEDì 28 FEBBRAIO News,rubriche,talk show Raisport 1 Mattina Sport 08.00 17.00 Raisport 1 Novanta Minuti Sci Nordico 09.55 Raisport 1 C.ti Mondiali - Combinata nordica Raisport 1 C.ti Mondiali - Fondo f.le 12.30 16.50 Raisport 1 C.ti Mondiali - Combinata nordica Calcio a 5 Raisport 1 Final eight Coppa Italia: Pescara - Luparense 20.30

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Rai G diconodinoi

in prima pagina di Rossella Ferruzza

oodbye Sanremo, il Festival del trionfo di Fazio e Littizzetto, del boom di ascolti (una media di quasi 12 milioni di spettatori per le cinque serate), del pareggio dei conti Rai con gli spot in tempi di spending review. Goodbye al Festival all'insegna della qualità, delle canzoni innanzitutto, ma anche di ciò che gli ospiti di alto lignaggio hanno saputo raccontarci in note e monologhi. Di ulteriore, importante passo verso la televisione di qualità parla anche il dg Luigi Gubitosi. Un'onda lunga, che il direttore di Rai1, Giancarlo Leone, si augura si propaghi su tutta la rete. «Con Sanremo abbiamo dimostrato che osare si può e continueremo a farlo», dice, scrutando già l'orizzonte e il Festival che sarà. Forse ancora con Fazio. Ma la riflessione è rinviata a marzo. Per la Rai l'impegno imminente è piuttosto con le elezioni. Con il confronto in tv dei candidati premier. Impresa ardua da strutturare. Aldo Cazzullo sul 'Corriere della Sera' aveva suggerito all'Azienda di fissare comunque giorno, ora e luogo, invitando i sei candidati premier. Oggi su Rai2 la serata conclusiva delle tribune elettorali. Uno dopo l'altro i tre capi-coalizione. "Non ci sono elezioni che tengano" scrive il 'Sole 24 ore' riguardo le nomine dei vicedirettori di rete proposte dal dg Gubitosi e approvate dal Cda all'unanimità, che ha anche esaminato lo stato del Contratto di servizio 2013-2015 e illustrato il Piano industriale 2013-2015. Sul reintegro di Minzolini al Tg1, invece, la decisione a dopo le elezioni. Grandi cambiamenti anche in Sipra, la concessionaria della Rai guidata da Lorenza Lei e Fabrizio Piscopo. A partire dal nome. La proposta del Presidente di Sipra Gubitosi è Rai Pubblicità. Un segno di discontinuità con il passato, con l'obiettivo di recuperare quote di mercato, in un momento non certo facile per il settore dell'advertising. Ma l'ottimismo non manca. Di buon auspicio, innanzi tutto, il bilancio positivo dell'ultimo Sanremo, primo 'esperimento' della nuova gestione Sipra, a cui seguiranno, da marzo, due cavalli di battaglia Rai rivisitati: 'Carosello', su Rai1, alle ore 21, come tradizione vuole , e 'Intervallo' in versione 2.0. Sanremo, dicevamo. E di Sanremo, ma in questo caso di una competizione e di un'Italia d'altri tempi si parla ancora questa settimana con la fiction 'Volare' dedicata a Domenico Modugno, interpretato magistralmente da Beppe Fiorello. Ottime critiche, ascolto stellare, oltre 11 milioni gli spettatori con uno share vicino al 39 per cento nella seconda serata. Debutto alla grande anche per suor Angela interpretata da Elena Sofia Ricci in 'Che Dio ci aiuti 2'. E, sempre sulla rete ammiraglia, in prima serata, il ritorno del game-show con 'Red or black? Tutto o niente' condotto da Fabrizio Frizzi e Gabriele Cirilli. Un programma che arricchisca "il carniere dei titoli di successo" l'augurio del direttore Leone. Speriamo in grandi ascolti anche per 'Lezioni di Bon ton', in onda su Rai5 da domenica alle 20.45. Le regole del galateo, delle buone maniere spiegate in televisione. Quando si dice il servizio pubblico. ■



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