Vulture Magazine, 14 Giugno 2013

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Blog: Notizie dal VULTURE - il cuore della Basilicata

Sommario 14 Giugno 2013 * SIDERURGIKATV GUIDA TV * RIONERO. SMENTITA LA NOTIZIA DI RINOMINARE LA PIAZZA "G. FORTUNATO IN “PIAZZA ITALIA” * MELFI. SICURI IN STRADA * CASTEL LAGOPESOLE. SUCCESSO DEL CORSO DI FOTOGRAFIA * FILIANO. VITO FILIPPI NUOVO PRESIDENTE DELLA PRO LOCO * RINVIO A GIUDIZIO LAMORTE-PIGNATELLI-BAROZZINO * APPELLO PER RIAPRIRE LO SPORTELLO EQUITALIA DI RIONERO * AUDIZIONE ALLA CAMERA SU PETROLIO * FERDY SAPIO UN CANTO CONTRO LE TRIVELLAZIONI IN BASILICATA * VENOSA. L’ENOTECA REGIONALE E’ DIVENTATA REALTA’ * IL CENTRO SINISTRA UNITO STRAVINCE * ENNESIMO CORSO FORMAZIONE PER SOLI 14 GIOVANI * COSA RESTA DEL “BATTAGE I TESORI DELLE VALLI”? * RIPACANDIDA. AGGRESSIONE FISICA AD UN DICIASSETTENNE * IMPEGNO COMUNE REGIONE-MONDO AGRICOLO * RIONERO. ‘BALLARE PER VIVERE MEGLIO’ * VENOSA. MOSTRA DI OPERE D‘ARTE DELLO SCIENTIFICO * RIONERO. LICEO ARTISTICO UN LABORATORIO DI TALENTI. * ATELLA. V° SAGGIO SPETTACOLO 'ROSARIO FREE DANCE' * MASCHITO. AL VIA IL PROGRAMMA ESTIVO CON LA MOSTRA DI FOTO ANTICHE * GINESTRA. IN VISITA DALL’EMORY UNIVERSITA (ATLANTA, GEORGIA) VULTURE MAGAZINE

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* VENOSA. PROGETTO “ UN BICCHIERE D’AFRICA” * SESTA EDIZIONE DELL’ITALIAN BAROMETER DIABETES FORUM * MILANO. RICORDATO IL FOTOREPORTER A. RAFFAELE CIRIELLO * AGLIANICO PER IL NEW YORK TIMES È "IL VINO PER ECCELLENZA" * RETE CINEMA BASILICATA NEWSLETTER * RISPETTIAMO LE API

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EVENTI VULTURE E BASILICATA

Rionero - 4° Concorso per le Scuole Elementari

Certamen Horatianum "Conferimento Cittadinanza onoraria al Prof. Paolo Fedeli" http://www.siderurgikatv.com/search/label/Venosa Eventi 2013

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Filiano: La Contemporaneità del Pensiero di Padre Pio

Certamen Horatianum "Cerimonia di Premiazione" http://www.siderurgikatv.com/search/label/Venosa Eventi 2013

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Incontro con gli Autori: "Il mio lungo Cammino"

Incontro con gli Autori: "La Basilicata tra XIX e XX secolo" http://www.siderurgikatv.com/search/label/Rionero Eventi 2013

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“Festa di Liberazione” Incontro con Piero Terracina

Rionero - Incontro con gli Autori: "L'IMU in Paradiso" di Michele Libutti http://www.siderurgikatv.com/search/label/Rionero Eventi 2013

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Rionero - Premiazione Over 80 http://www.siderurgikatv.com/search/label/Rionero Eventi 2013

Via Crucis Filiano - 29 Marzo 2013 http://www.siderurgikatv.com/search/label/Filiano Eventi 2013

Lavello - Sfilata di Maschere e Carri http://www.siderurgikatv.com/search/label/Rionero Eventi 2013

Rionero - Corteo Storico "Lu Muzz'c 'r lu Br'ghand" http://www.siderurgikatv.com/search/label/Rionero Eventi 2012

Rionero: Incontro Movimento 5 Stelle con i nuovi Meetups http://www.siderurgikatv.com/search/label/Rionero Eventi 2013

Rionero - Premiazione Comunicare il Paesaggio http://www.siderurgikatv.com/search/label/Rionero Eventi 2013

Rionero – Premio Letterario

Filiano: "Lacrime di Storia" La Shoah e i bambini

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Rionero - "Agricoltura, Ambiente e Territorio, quale opportunità di reinserimento sociale"

Rionero: FIDAPA "Il Parto indolore. Dal Buio alla luce"

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Vaglio Basilicata - Premio Letterario Mephitis: Carlo Pedretti e Pino Mango

Vaglio – Leonardo Immagini di un Genio

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Pro-Loco Castel Lagopesole "In Die Natalis" Orchestra De Falla

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Rionero – Consiglio Comunale

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Melfi "Ambiente e Territorio questa Terra non si tocca"

Melfi – la Notte del Brigante http://www.siderurgikatv.com/search/label/Melfi%20Eventi%202012

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L’appuntamento del sabato su: www.tg7basilicata.blogspot.it

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COMUNE DI RIONERO IN VULTURE

Melfi. Sicuri in Strada

Si è inspiegabilmente diffusa la notizia secondo cui l’Amministrazione Comunale sarebbe intenzionata a rinominare Piazza “G. Fortunato”, cambiandone il nome in “Piazza Italia”. La notizia è totalmente destituita di fondamento. L’imminente conclusione dei lavori di ristrutturazione, al contrario, restituirà coerenza e lustro alla originaria denominazione della piazza principale della città.

Una lezione di educazione stradale decisamente insolita, ma altamente formativa, quella a cui hanno partecipato gli alunni della Scuola dell’Infanzia di Pisa e della Scuola dell’Infanzia e Primaria “Marottoli” di Melfi che questa mattina, lasciati in classe libri e quaderni, hanno seguito un percorso stradale creato appositamente per loro. Semafori, strisce pedonali e pista ciclabile, il tutto realizzato a misura di bambino.

AMMINISTRAZIONE COMUNALE

Piazza “P. Festa Campanile”, per l’occasione chiusa al traffico cittadino, è diventata così l’ambientazione ideale di una lezione all’aperto dove loro, i piccoli protagonisti, alla guida di bici e monopattini, rispettando la segnaletica stradale, hanno avuto modo di apprendere le nozioni base di educazione civica. Il tutto sotto l’attenta supervisione degli agenti della Polizia Stradale di Melfi e di Potenza che, da sempre impegnati nella sensibilizzazione alla sicurezza stradale, hanno ricordato ai bambini

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l’importanza della prudenza e del rispetto delle regole, ancora più importanti per gli utenti della strada.

Ultimato con successo il percorso a tutti i partecipanti è stata consegnata una riproduzione della patente, esibita con molta fierezza ai tanti genitori intervenuti. L’idea di coinvolgere i ragazzi in un progetto di educazione stradale, sin dalla tenera età, parte da lontano ed è strettamente collegato all’attualità che ci racconta quotidianamente le storie di tante, troppe giovani vite spezzate sulle strade italiane.

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Un dramma che sta assumendo sempre più le caratteristiche di un’emergenza sociale a cui i Lions hanno voluto dedicare per l’anno sociale in corso un Service Nazionale, sostenuto dal Governatore del Distretto 108ya, Gianfranco Sava, alla sensibilizzazione dei bambini, degli insegnanti e dei genitori sul tema della sicurezza stradale. “Siamo convinti – ha commentato l’Ing. Rosa Masi, Presidente del Lions Club Melfi - che iniziative del genere siano un importante momento di prevenzione dei rischi e un momento formativo per i futuri utenti della strada”.

“In questo modo tra gioco e lezione – ha aggiunto Rosa Masi - i ragazzi interiorizzano le regole, iniziano a conoscere i rischi collegati alla circolazione stradale e, allo stesso tempo, maturano la consapevolezza della necessità di mantenere comportamenti corretti per la sicurezza propria e per quella degli altri”.

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Oltre alla dirigente scolastica Dott. ssa Maria Cirocco, alle insegnanti Marica Quaglietta e Gelsomina Pinto che hanno coordinato le attività dei bambini, fondamentale per la riuscita dell’iniziativa è stata la collaborazione di chi quotidianamente si adopera per garantire la sicurezza sulle nostre strade.

In particolare si ringraziano il comandante Vincenzo Latorraca, l’assistente Giovanni Capodieci, l’assistente capo Davide Laurenza e l’assistente capo Donato D’Alò della Polizia Stradale di Melfi, l’ispettore Rocco D’Elia e l’assistente Giovanni Padula della sezione stradale di Potenza; l’ispettore Iurino Carmine e l’assistente capo Grasso Antonio della Polizia di Stato-Commissariato Melfi; il tenente Alessandro D’Adamo, Lidia Lagatta, Marisa Cappa e Lucia Lasala della Polizia Locale di Melfi; Giuseppe De Fabrizio, maresciallo capo del nucleo radiomobile carabinieri Melfi; i ragazzi della Protezione Civile e il responsabile operativo Carlo Pierro, e la squadra del turno D dei Vigili del Fuoco del distaccamento di Melfi, diretti da Eustacchio Laperchia.

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CASTEL LAGOPESOLE. GRANDE SUCCESSO DEL CORSO DI FOTOGRAFIA BASE

Concluso il corso di fotografia base a Lagopesole. Al corso hanno partecipato, presso il centro Unla organizzatore del corso, appassionati di fotografia che sotto la sapiente guida dei docenti d'imago lucus di Potenza, hanno appreso l'uso corretto della macchina fotografica e nelle esercitazioni sul campo anche le tecniche di inquadratura rispetto alla luce. il noto fotoreporter lucano Tony Vece ha tenuto l'ultima lezione nella quale, oltre a spiegare la fotografia nel reportage giornalistico, ha offerto ai presenti, attraverso le sue bellissime foto, uno spaccato della cronaca regionale degli ultimi anni dalle lotte di Scanzano contro le scorie agli scioperi della Fiat di Melfi; al caso di Elisa Claps e alla visita del Dalai Lama. UNLA LAGOPESOLE

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VITO FILIPPI NUOVO PRESIDENTE DELLA PRO LOCO DI FILIANO

Cambio ai vertici dell’Associazione Pro Loco di Filiano. Lo scorso 6 giugno 2013, il direttivo ha eletto il nuovo presidente nella persona dell’ing. Vito Filippi. Durante la riunione, il presidente uscente, Giusi Macchia, ha esposto la florida situazione dell’Associazione, spendendo parole di commosso elogio a tutti i membri, in particolare a coloro che in 25 anni di attività si sono alternati alla guida del gruppo, collaborando sempre alle tante iniziative che l’associazione organizza periodicamente, perpetuando la trasmissione dei valori e delle tradizioni locali. “Se anche l’assetto dirigenziale è cambiato – ribadisce Macchia – questo non vuol dire che chi c’è sempre stato vicino debba sentirsi messo da parte o superato perché ognuno di noi deve sentirsi importante per questa associazione e per questo paese”. Il nuovo presidente è un ingegnere di trentotto anni non nuovo ad esperienze di associazionismo. “Considerando che sono socio da poco, sono sorpreso che i membri del nuovo Consiglio Direttivo abbiano voluto affidarmi questo importante incarico e allo stesso tempo sono onorato di impegnarmi al massimo per essere all’altezza di tale responsabilità – ha commentato Filippi – perché la Pro Loco di Filiano è una delle più importanti associazioni della nostra regione e che ci

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sarà molto da lavorare per continuare ad esserlo”. Filippi comunque non sarà solo: avrà a stretto contatto il vice presidente Vito Santoro, il tesoriere Luciano Colucci, il segretario Marco Colucci, il giovane Salvatore Martinelli ed i veterani Antonio Lucia e Paolo Spera. “La forza di un’associazione – continua Filippi - è nell’intesa tra passato e presente, tra esperienza e nuove idee, tra adulti e giovani, ed è quello che vorrei riuscire a trasmettere nella Pro Loco: è necessario ascoltare e confrontarsi con coloro che per anni hanno reso grande questo gruppo, ma è altrettanto giusto cercare di coinvolgere tutti le altre realtà associative del nostro comune e tutti i singoli cittadini, cercando in particolare la partecipazione e l’impegno dei giovani di Filiano”. Un inizio decisamente teso a creare un rinnovato spirito di collaborazione nell’unico interesse della Pro Loco: “Non è solo il presidente a rappresentare la Pro Loco, ma ogni suo singolo componente. Tutti i soci avranno un ruolo fondamentale nella realizzazione delle iniziative, in modo da poter contare su tutte le professionalità del nostro sodalizio e del nostro territorio”. Molti gli eventi in programma per la seconda metà del 2013, anche se con un occhio alla spending review: “Cercheremo di portare avanti tutte le manifestazioni già calendarizzate: in questo periodo di crisi gli sponsor sono sempre meno e si hanno poche risorse da investire. Faremo comunque tutto il possibile per riproporre gli eventi che più caratterizzano il nostro paese richiamando le nostre tradizioni”. I primi appuntamenti sono le manifestazioni estive “E…state a Filiano 2013” e la decima edizione della “Giornata tipica del mietitore – Lu Muzz’c” del 17 agosto. Nel Collegio dei Revisori dei Conti è stata eletta presidente Caterina Colangelo e sono stati eletti revisori Vito Coviello e Giovanni Romaniello. 10


SeL Basilicata su rinvio a giudizio Lamorte-Pignatelli-Barozzino

Appello per riaprire lo sportello Equitalia di Rionero

Nel rimanere rispettosi dell’azione della magistratura, la richiesta di rinvio a giudizio di Antonio Lamorte, Marco Pignatelli e Giovanni Barozzino da parte del Tribunale di Melfi non può non farci riflettere sulla tempistica con cui giunge – a pochi giorni della sentenza da parte della Corte di cassazione – e, soprattutto, per il merito della questione, visto che anche l’unica sentenza finora vicina al punto di vista aziendale aveva comunque escluso qualsiasi sabotaggio. Ci stupisce anche il fatto che per mesi non si è riusciti a far applicare ben due sentenze che imponevano alla Fiat il reintegro dei tre operai, riconoscendo l’azienda torinese colpevole di comportamento antisindacale, mentre oggi si è così solerti a rinviare a giudizio i tre lavoratori – guarda caso tutti e tre iscritti alla Fiom – per qualcosa, lo ricordiamo ponendovi l’accento, finora escluso da tutte le sentenze fin qui emesse. Rimanere rispettosi non può esimerci però dall’aprire una riflessione sul doppio binario che, a volte, sembra percorrere certa giustizia, nell’augurio che in futuro l’uguaglianza formale davanti alla legge possa diventare uguaglianza sostanziale. Così come riteniamo oramai assolutamente urgente e non rinviabile una legge sulla rappresentanza – come quella presentata nei giorni scorsi dal gruppo parlamentare di SeL alla Camera dei Deputati – che possa ristabilire una democrazia sindacale nei luoghi di lavoro.

Bene hanno fatto nei giorni scorsi, il vice presidente del Consiglio Provinciale, Donato Sperduto, ed il consigliere Antonio Murano a chiedere l'intervento del Presidente della Giunta Regionale, della Provincia di Potenza e dei Parlamentari lucani affinché si faccia pressione sulla dirigenza di Equitalia per ripristinare l'apertura dello sportello di Rionero in Vulture. Ancora una volta a pagare, in termini di disservizi e di difficoltà oggettive, sono gli utenti finali costretti a dover accedere agli uffici centrali della società con gli indubbi riflessi negativi sia sulla mobilità che sui costi gestionali delle singole pratiche. Da alcuni mesi lo stesso Sindaco di Rionero ha più volte avuto incontri con la società tesi a favorire politiche di delocalizzazione sul territorio mettendo a disposizione strutture fisiche a costo zero. Continuiamo ad assistere al depauperamento di un territorio quale il Vulture Alto Bradano, che non può accettare inerme tali decisioni calate dall'alto. Un territorio particolarmente popoloso e con una densità produttiva tra le più alte della regione in cui la mancanza di presidi istituzionali e di servizio non fa altro che contribuire ad aumentare costi e disservizi per l'intera economia locale. È indispensabile porre in essere un'azione congiunta tesa a incidere sulle scelte effettuate dalla dirigenza di Equitalia, con interventi non solo da parte del Sindaco di Rionero ma anche degli altri comuni limitrofi poiché bisogna salvaguardare l'interesse dell'intera area senza sterili campanilismi.

Maria MURANTE - Coordinatrice regionale SeL Basilicata Lucia PENNESI -Resp. welfare, lavoro e precarietà SeL Bas.

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Il Capogruppo Dr. Nicola Giansanti 11


Audizione alla camera su petrolio

Il 12 giugno presso la sala Tatarella di Palazzo Montecitorio, si è svolta un’udienza parlamentare organizzata dai deputati Sel Antonio Placido e Marcello Ragosta, con la convergenza della deputata M5S Mirella Liuzzi e dal senatore Vito Petrocelli. Tema dell’udienza: l’apertura di un confronto su temi quali il Piano Energetico Nazionale e la questione della ricerca e delle estrazioni di gas e idrocarburi. Confronto volto a costruire, in maniera plurale e condivisa, un percorso di netta inversione di tendenza degli attuali orientamenti, e di radicale trasformazione del quadro normativo vigente in materia. Hanno partecipato all’iniziativa il responsabile Ambiente di SeL Basilicata Antonio De Giacomo, il dottor Giambattista Mele di Viggiano, Nicola Marcantonio del circolo Sel di Picerno, Paolo Conte del comitato ‘No al Petrolio’ di Picerno, Giuseppe Macellaro dei ‘No Triv’ Basilicata, rappresentanti dei ‘No Triv’ della Campania e rappresentanti di comitati cittadini abruzzesi, emiliani e pugliesi. Centralità ha ricoperto, durante l’incontro, il tema del rapporto tra Salute, Ambiente e attività estrattive, ma anche l’impatto che proprio le attività estrattive hanno sulle economie locali. Sono emerse tutte le criticità e le problematiche derivanti dalle attività estrattive, tanto in Basilicata quanto su tutti i territori interessati da estrazione, e VULTURE MAGAZINE

grande attenzione è stata data alla Val d’Agri. La presenza delle compagne e dei compagni di Picerno ha inoltre aperto una riflessione angosciosa sul futuro di Monte Li Foj, interessato alla richiesta di ricerca finalizzata alla estrazione di idrocarburi. Chiaro il dispositivo conclusivo dell’incontro che ha sancito tre punti da cui ripartire:

1. il diritto alla salute come diritto inalienabile e non derogabile, pertanto non sottoponibile a più o meno urgenti esigenze energetiche; 2. le attività estrattive non possono assolutamente ledere il patrimonio naturale dei territori sui quali vanno ad impattare; 3. è urgente e necessario dettare un cambio di passo per lo sviluppo di questi territori, mettendo al centro le vocazioni intrinseche degli stessi. Maria MURANTE Coordinatrice regionale SeL Basilicata Antonio DE GIACOMO Resp. Ambiente e Beni Comuni SeL Basilicata

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MELFI. L’ARTISTA FERDY SAPIO PRESENTA L’ULTIMA FATICA MUSICALE: “MAMMA MEI”, UN CANTO SOCIALE CHE CONTESTA LE TRIVELLAZIONI IN BASILICATA

Melfi “….questa è la mia umile opposizione allo strapotere politico dello Stato e delle multinazionali, a discapito della povera gente di Basilicata!” Così esordisce Ferdy Sapio nel presentare la sua ultima fatica musicale “Mamma mei” un canto sociale che contesta le trivellazioni in Basilicata ed il conseguente inquinamento a causa dell’industrializzazione lucana. La canzone è cantata in dialetto melfitano, ma il tema è regionale ed abbraccia molte tristi realtà lucane ed è cantato anche da Raffaella Irenze. Il brano è un funky, arrangiato e scritto da Ferdy Sapio, che oltre alle sue produzioni discografiche importanti, da sette anni ritornato in Basilicata, sta tentando di dare un suono musicale alla realtà lucana, ma con scarso successo, data l’impossibilità della fruizione culturale in regione, se non celebrazioni del nulla, come le chiama lui. Il suo punto di vista non è campanilistico, ma radicato nelle problematiche di un popolo per sempre “comandato” come racconta il testo della canzone “Mamma mei” per il cui video, l’artista ha chiesto la collaborazione del quotidiano on line www.basilicata24.it per l’uso delle immagini suggestive sull’inquinamento della terra nostra. Il video è stato pubblicato su Youtube e su diversi siti ambientalisti nazionali. Ferdy Sapio, ricordiamolo, tre anni fa è stato insignito VULTURE MAGAZINE

dal Comitato Ente Parchi Internazionale, Ambasciatore della Natura, premiato a Catania per il suo impegno artistico a difesa della salvaguardia del pianeta, con il brano francescano “Cantico delle creature” presentato in molte città italiane e anche all’estero. Naturalmente in Basilicata, Ferdy viene chiamato soltanto per serate di beneficenza da diverse associazioni, ma nessuna ha chiesto di portare in scena i due suoi progetti culturali su Carmine Crocco e su Federico II. La canzone “So crocc” è una delle più cliccate su youtube, oltre le 25000 visite e Ferdy Sapio non ha ancora potuto cantarla da nessuna parte in regione. Egli continua imperterrito il suo cammino artistico-spirituale attraverso associazioni fuori-regione e spera un giorno, non di essere considerato, ma di entrare nel cuore della gente con le sue opere, perché esse parlano della nostra storia, passata ed attuale come questo nuovo disco. Ferdy Sapio è l’artista libero, che come una telecamera accesa registra ogni cosa e le rappresenta con le varie forme d’arte che conosce……... Il 10 Maggio, il video di questa canzone “Mamma mei” è stato proiettato a Capri, nell'ambito della terza edizione del premio Ambasciatore della Natura dell'Ente Parchi Int. In contemporanea è uscito negli store sul web un minialbum ecologico “Madre Terra” che comprende “Mamma mei”, con i brani: “Sos dalla Terra” in tre lingue con l’intervento del baritono Gaetano Rizzitelli, poi “Bugie” e “Il Cantico delle creature” che è il cantico di Francesco con la quale santificava ogni cosa dell’universo, del creato, lodando il Signore. Un album a tema così toccante tanto che la cantante Raffaella Irenze ha detto a ferdy Sapio “Speriamo non ci cacciano dalla Basilicata” e lui ha risposto “Spero accolgano invece la nostra preoccupazione sulla salute pubblica e sull'inquinamento dell'ambiente!!!!”

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VENOSA 7 GIUGNO 2013. L’ENOTECA REGIONALE E’ DIVENTATA REALTA’. IL PRESIDENTE PAOLO MONTRONE: “UNITI PER PROMUOVERE UNA GRANDE ENOLOGIA LUCANA. PER ADESSO ADERISCONO SOLO 20 AZIENDE, CI VUOLE PIU’ ADESIONE LIBERANDOCI DA INVIDIE, A TRARRE PROFITTO SARA’ IL NOSTRO TERRITORIO”

Venosa 7 giugno 2013. Presso la sala del Trono del Castello Pirro del Balzo è stata presentazione l’Enoteca Regionale Lucana. "Uniti per promuovere la Grande Enologia Lucana". Finalmente ha preso corpo l'Enoteca Regionale (presidente Paolo Montrone di Maschito), anche se ne fanno parte solo 20 aziende, davvero pochissimi in una regione che vive di...viticoltura (in ogni paese c'è un'azienda vinicola!). Tutti i relatori hanno sostenuto che questa Enoteca è una grande opportunità di sviluppo per promuovere l'enologia lucana, mettendo da parte la tanta resistenza fatta di invidia, egoismo e cattiveria tra i produttori di vino. Dopo l'intervento del presidente dell'Enoteca regionale, Paolo Montrone (oggi è un giorno speciale per Venosa e per la vitivinicoltura lucana. Questo luogo è la sede ideale per promuovere il vino lucano. Solo mettendo in rete le aziende VULTURE MAGAZINE

vinicole, possiamo superare le resistenze dei produttori.

A trarre profitto sarà il nostro territorio lucano, dall'aglianico del Vulture, al "Grottino" di Roccanova, fino al vino doc di Matera. Un ringraziamento va al consigliere regionale, Francesco Mollica che ha sempre sostenuto nei suoi innumerevoli interventi in sede regionale, Venosa quale sede ideale per l'Enoteca Lucana) ed il saluto del Sindaco, Bruno Tamburriello. Sono intervenuti: Teodoro Palermo, presidente Consorzio di Tutela Aglianico del Vulture DOC ( è una giornata memorabile per la nostra terra che viene valorizzata ancora di più con l’istituzione dell’Enoteca. A trarre beneficio saranno le nostre aziende”); dott. Gerardo Giuratrabocchetti, presidente consorzio "Qui Vulture"( l’Enoteca è uno strumento e non un fine. Mi auguro che tutti i consorzi e tutte le aziende facciano quadrato attorno a questa realtà”).;dott. Francesco Battifarano (presidente consorzio DOC Matera: “territorio e cultura non ci mancano in questo territorio dove il vino può benissimo integrarsi”.);Prof. Vitale Nuzzo, Università di Basilicata (l’Enoteca deve essere un incontro per scambiarsi esperienze,competenze e modi per affrontare le sfide future”); dott. Esposito, funzionario della Regione Basilicata ( L'Enoteca è stata realizzata con fondi regionali e deve servire a superare egoismi, ma ad unire tutti i produttori di vini lucani). A fungere da moderare, il 14


dott. Fabio Piccoli, esperto di produzione e marketing del settore vitivinicolo (è un momento storico per migliorare i rapporti socio-economici di questa regione.Oggi viviamo un mercato del vino che dà segnali di controtendenza, imprese che crescono ed aziende che fanno fatica. L’Enoteca è scuola di conoscenza e competenza del vino.

Si continua a bere sempre di più nel mondo. Sull’export italiano all’estero, la Basilicata è fanalino di coda, la Danimarca e la Svezia hanno gli stssi consumi di vino dell’Italia. L’Enoteca deve rappresentare una leva importante di ripresa”). Relatori: prof. Attilio Scienza, prof. Ordinario di Viticoltura presso l'Università degli Studi di Milano che ha parlato della peculiarità dell'enologia della Basilicata e quando la vitienologia autoctona diventa strumento di marketing e promozione (l'Aglianico è uno dei pochi vini italiani che da sempre ha mantenuto il suo sapore originario, questo è un valore di ricognizione e di sinestesia fondamentale). Il dott. Denis Pantini, Responsabile Wine Monitor Nomisma che ha parlato dei mercati internazionali, VULTURE MAGAZINE

una opportunità per l'enologia Lucana. Le nuove tendenze dei principali mercati del vino (l'Aglianico ha le capacità di rientrare tra i primi vitigni italiani, non riesco ad associarlo a nessun altro vino italiano). A concludere (alla presenza di Rai 3 Basilicata, i consiglieri regionali, Mollica,Navazio e Pittella e tantissimi produttori di vino), l'assessore regionale all'Agricoltura Nicola Benedetto( l’Aglianico produce 5 milioni di bottiglie vale a dire il 10% del Soave. Vino insieme agli altri derivati della terra saranno il nostro volano di sviluppo della Basilicata. Venosa è la sede ideale dell’Enoteca ed un merito spetta al consigliere regionale Mollica) ed il presidente della Giunta regionale, dott. Vito De Filippo (l’Enoteca regionale è la conclusione di un confronto territoriale, dove tutti hanno posto un’attenzione particolare. L’Enoteca è la sintesi mirabile della cultura e coltura agricola, è il luogo che esalta la vitini coltura lucana. L’Enoteca può cambiare la storia dei nostri vini lucani”) Un buffet preparato da aziende vinicole della zona ha concluso questa giornata storica per il territorio lucano. Lorenzo Zolfo

Le foto riprendono momenti significativi della giornata.

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Il centro sinistra unito stravince

L'ottimo risultato delle amministrative dimostra, se ancora ve ne fosse bisogno, che solo un centro sinistra unito e compatto può rappresentare una valida e credibile alternativa di governo locale e nazionale. Il voto ha dimostrato che gli elettori premiano la coalizione capace di incarnare un progetto di sviluppo credibile e forte, in grado di poter dare risposte concrete ed immediate alle tante problematiche che quotidianamente affliggono le comunità locali. Preoccupante il dato sull'astensionismo che denota una crescente mancanza di fiducia nella politica elemento che va recuperato al più presto attraverso comportamenti e pratiche quotidiane capaci di poter essere un degno esempio per tutti. Sono fortemente convinto che bisogna lavorare al superamento di sterili contrapposizioni interne al centro sinistra riconoscendo pari dignità e ruolo alle diverse anime che lo compongono, enfatizzando peculiarità e caratteristiche in grado di costituire un valore aggiunto per l'intera coalizione, aberrando posizioni di supremazia e primariato che minano la coesione interna. Bisogna avere la capacità di proporre progetti seri e credibili per lo sviluppo del Paese e delle comunità locali, ed il centro sinistra è stato capace di farlo. L'esperienza di Rionero, che vede una coalizione di centro sinistra ampia, con la presenza di forze politiche che vanno dal centro democratico sino alla federazione della sinistra passando per il partito democratico e il partito socialista, di cui mi onoro essere capogruppo, rappresenta la strada che da Roma a Potenza, ed in ogni realtà locale, la classe dirigente del centro sinistra deve perseguire. Solo avendo la capacità di costruire solide alleanze politico programmatiche si potrà superare, nel breve periodo, anche l'anomalia nazionale del Governo di larghe intese, utile ed indispensabile in questo momento storico ed economico. Il Capogruppo Dr. Nicola Giansanti

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CSAIL-INDIGNATI: ENNESIMO CORSO FORMAZIONE PER SOLI 14 GIOVANI

“L’ennesimo corso di formazione professionale promosso da Assoil School, che partirà il 24 giugno prossimo, per soli 14 giovani tra i 18 e i 29 anni, è l’ennesima testimonianza che il petrolio non è in grado di garantire posti di lavoro, nonostante i crescenti ed ingenti profitti realizzati e gli altrettanto ingenti e incontrollati danni procurati al nostro territorio e alle nostre comunità locali”. E’ quanto afferma Filippo Massaro, presidente Csail-Indignati Lucani, facendo riferimento al corso che si svolgerà a Viggiano presso la sede dell’Assoil School con l’obiettivo “dichiarato” di formare figure professionali che operano nei cantieri di costruzione nell’ambito della gestione dei contratti di subappalto, occupandosi della contabilità lavori. Nel sottolineare che “l’iniziativa è legata all'imminente avvio dei lavori di costruzione relativi al progetto "Tempa Rossa",Massaro evidenzia che “proprio oggi il segretario della Cgil lucana Genovesi ha denunciato, sia pure tardivamente, l’atteggiamento della Total, fedele discepola dell’Eni, che continua a discriminare i disoccupati lucani. A parte che il sindacato, non è più affidabile tra i giovani perché ha perduto credibilità, non può limitarsi alla denuncia per poi condividere l’operato della Giunta 16


Regionale nella gestione delle risorse energetiche, sino a sottoscriverne documenti di intesa, tutto ciò accade mentre si continua a parlare della necessità di formare nuove professionalità e promuovere opportunità di impiego a livello locale”. “Non deve sfuggire un altro “particolare”: Assoil School si ricorda dei Centri per l’Impiego di Villa d’Agri, Laurenzana e Potenza, solo per far affiggere l’Avviso per la partecipazione al corso ma – continua Massaro, presidente del Csail-Indignati Lucani – ignora del tutto le strutture del collocamento pubblico di manodopera per le assunzioni con il vergognoso “pretesto” che non ci sono in Basilicata professionalità specifiche richieste, salvo a farne ricorso per poche unità di manodopera generica. E’ anche questa la “prova” del totale fallimento dell’attività di formazione professionale finanziata dalla Regione con i fondi FSE, per non parlare della totale responsabilità dell’Apo-Fil della Provincia di Potenza. E’ sin troppo semplice diffondere comunicati entusiastici, che si rivelano nauseanti e stucchevoli, attraverso l’agenzia di stampa di regime – Basilicatanet – sui risultati di spesa del Programma FSE 2007-2013 senza riferire un dato importante: quanti posti di lavoro hanno prodotto le centinaia di migliaia di euro erogati e sperperati per la formazione non solo nelle attività petrolifere?”. Filippo Massaro,Csail-Indignati Lucani

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CSAIL-INDIGNATI LUCANI : COSA RESTA DEL “BATTAGE I TESORI DELLE VALLI”?

Adesso che l’intensa campagna pubblicitaria dell’Eni – “I Tesori delle Valli” – è finita che cosa è rimasto in Val d’Ari e nel Sauro e soprattutto quali sono i benefici per le due comunità locali? E’ una domanda che – spiega Filippo Massaro - giriamo oltre che ai manager Eni al subdolo Claudio Velardi, ex spin doctor di D’Alema a palazzo Chigi, ex funzionario del Pci mandato con prepotenza da Bassolino in Basilicata, ai tempi in cui era avversario “senza se e senza ma” dell’Eni, ed oggi vergognosamente lobbista di professione e quindi “grande comunicatore” per l’Eni. Non certo possiamo accontentarci della “lezione” dei grandi esperti di turismo che dopo aver scoperto le nostre risorse naturalistiche, storico-culturali, alimentari e paesaggistiche hanno sentenziato che “occorre un prodotto unico di turismo della valle”. Non c’era certamente bisogno di loro – commenta Massaro per scoprire l’acqua calda, vale a dire il punto di maggiore debolezza dell’offerta turistica tra un Parco Nazionale e il Centro Oli di Viggiano con i pozzi sparsi a gruviera sul territorio. Il turismo è un’attività sempre più complessa e, come ci ha ricordato il direttore del Centro Studi 17


Turistici Thalia Piero Scutari, evidentemente uno che non è nel solito “libro paga Eni”, non è pensabile promuovere e commercializzare soggiorni, vacanze, escursioni, ecc., senza tour operator che sono le strutture fondamentali per portare gente in Val d’Agri e in Basilicata. A meno che qualcuno tenta di illuderci e voglia farci credere che sia stata sufficiente una conferenza stampa nella capitale e un po’ di articoli commissionati dalla compagnia petrolifera a giornali nazionali per tentare una svolta nelle attività di turismo e quindi ridare ossigeno all’asfittica grave e fallimentare economia locale. Ma è una tesi questa che dovrebbe far arrossire specie l’ideatore, quel “subdolo Velardi” , che sempre ai tempi di Bassolino è stato anche assessore regionale al turismo e qualcosa pure avrebbe dovuto imparare. E che dire della “trovata” dello chef Vissani ? I nostri chef – conclude Massaro - negli alberghi e ristoranti della Val d’Agri per professionalità e capacità sono superiori a Vissani , non hanno nulla da invidiare a chi ha intascato un cachet sostanzioso per tessere le lodi dei piatti e dei prodotti tipici lucani. E’ stato semplicemente un grande “ flop “ per la totale assenza del popolo lucano che, nauseato e disgustato dei soliti e furbeschi espedienti dell’Eni, ha contestato non partecipando alla schiocca sceneggiata . In sostanza, - conclude Massaro - siamo ancora una volta alle iniziative estemporanee e ad effetto tanto per distogliere l’attenzione dei valligiani e dei saurini sui problemi veri e quotidiani che vivono a contatto con le indiscriminate attività di Eni e Total e che si chiamano rischio per ambiente, territorio e soprattutto salute, disoccupazione , miseria e crisi di piccole imprese.

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Non ci resta che aspettare le mosse delle compagnie petrolifere che dopo il “disco verde” della Corte Costituzionale su quella che è stata battezzata la “moratoria defilippiana” potranno cercare gli idrocarburi dove vorranno senza condizionamenti. Un’idea suggeriamo in proposito al molto foraggiato “creativo” Velardi: perché non organizza una “caccia al petrolio” così i turisti saranno più motivati a venire da noi? Filippo Massaro, Csail- Indignati Lucani

::::::::::::::::::::::::::::: Ripacandida. 8 giugno 2013. Neanche da un SMS riesce a salvarsi. Grave aggressione fisica ad un diciassettenne dai tratti animaleschi Ripacandida. Si è consumata lo scorso 8 giugno verso le 21.45 circa una grave aggressione fisica ai danni di un ragazzo diciassettenne. Il fatto è avvenuto in Via S. Maria; la vittima è Ivan Shypovych al quale l’aggressore, un ragazzo di 22 anni, con un morso, gli ha “tranciato” la metà superiore dell’orecchio sinistro provocandogli un danno fisico permanente, oltre alle conseguenze psicologiche che potrebbero verificarsi. Pare che il fatto sia avvenuto dopo un SMS inviato ad Ivan da un ragazzo suo coetaneo per informarlo che l’”aggressore” lo stava cercando; quest’ultimo, venuto a conoscenza dell’SMS raggiunge la vittima e lo aggredisce. Subito dopo il ragazzo, recatosi a casa sanguinante è stato accompagnato dalla madre presso l’Ospedale di Melfi, dove sono gli stati applicati diversi punti di sutura alla parte di orecchio residuo. A seguito del fatto è stata sporta regolare denuncia. La madre della povera vittima lancia un appello a tutti i genitori: “ invito a non tacere su episodi di violenza simili, e mi auguro che il mio coraggio a denunciare non sia solo un inutile tentativo di cambiare le cose, considerato che, nonostante siano note a tutti le generalità dell’aggressore, lo stesso vaga indisturbato e con indifferenza per le vie del paese”. l.z.

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BENEDETTO: IMPEGNO COMUNE REGIONE-MONDO AGRICOLO-PRODUZIONE AGROALIMENTARE PER ACCELERARE SPESA PSR-FEASR 2007-2013

Le rinnovate modalità di un impegno comune Regione-mondo agricoloproduzione agro-alimentare per accelerare la spesa del Psr-Feasr 20072013 e l’ipotesi di una rimodulazione dell’Avviso Pubblico “Sviluppo Territoriale” volto alla concessione di agevolazioni per la realizzazione di “Piani di sviluppo agro-alimentari”, i cui termini di scadenza sono stati prorogati dalla Giunta Regionale nella sua ultima riunione, sono state discusse in un incontro presieduto dall’Assessore all’Agricoltura Nicola Benedetto che si è tenuto oggi al Dipartimento Agricoltura. Il confronto è stato sollecitato dal coordinamento del manifesto Pensiamo Basilicata al quale aderiscono Associazioni datoriali non solo del comparto agricolo, ma anche della cooperazione, dell’industria del commercio e dell’artigianato. Il portavoce di “Pensiamo Basilicata” Paolo Laguardia ha ribadito “alcune criticità di carattere tecnico contenute nel bando (Misura 214 – azione 6 del Feasr 2007/13), oltre a difficoltà riferite alla partecipazione di produttori ed associazioni di imprese determinate anche dall'avvicendamento colturale che di fatto impediscono la corretta compilazione della domande”. Laguardia VULTURE MAGAZINE

inoltre ha evidenziato “la necessità di individuare un percorso con una serie di priorità in vista della fine della legislatura regionale, come “Pensiamo Basilicata” sta facendo con la Cabina di Regia istituita dalla Presidenza della Giunta, coinvolgendo Assessori e Dipartimenti, ciascuno per le proprie responsabilità di settore”. Il confronto, che si è esteso al metodo di concertazione sui prossimi bandi regionali e sull’intera fase conclusiva del Psr-Feasr 2007-2013, ha riguardato l’attuale legislatura regionale sempre nel comparto agricolo ed agro-alimentare con gli obiettivi, condivisi tra parti sociali ed Assessore, di impegnare e spendere l’intera disponibilità finanziaria del sessennio che si conclude al 31 dicembre prossimo, di approfondire la possibilità di rimodulazione di alcuni bandi, di avviare il dibattito sulla riforma della governance da consegnare alla prossima legislatura e di definire un gruppo lavoro per la definizione della programmazione del prossimo sessennio 2014-2020. L’assessore Benedetto ha evidenziato la scelta, tra i primi atti della propria attività istituzionale, della convocazione del Tavolo Verde per rilanciare la concertazione e per qualificarne gli aspetti di partecipazione e condivisione delle scelte di programmazione, sostenendo che oltre al Tavolo Verde si rende necessario pensare ad altri strumenti di concertazione specie per allargare ad altre categorie produttive che operano nell’agro-alimentare e in stretta sinergia con il mondo agricolo. Il Bando, che ho ereditato da chi mi ha preceduto, ha una dotazione finanziaria di 10 milioni di euro che – ha detto – non vorremmo in alcun modo diventasse una disponibilità residua e quindi non spendibile. Al contrario, lo sforzo che tutti – istituzione e mondo agricolo e produttivo – dobbiamo compiere è quello di accelerare la spesa e scongiurare il rischio del disimpegno. Per fare ciò è indispensabile, da una parte un tavolo tecnico che si occupi del monitoraggio 19


della spesa, di quanto impegnato attraverso le Misure dei cinque Assi, del residuo e della rimodulazione di interventi e dall’altra una forte sensibilizzazione dei beneficiari dei bandi già approvati perché portino a termine investimenti e progetti nei tempi previsti, consentendo di mantenere le scadenze della rendicontazione che, rigidamente, ci impongono gli organismi di controllo dell’Unione Europea. Quanto all’ipotesi di rimodulazione dell’Avviso Pubblico “Sviluppo Territoriale” è stato concordato di tenere a breve un approfondimento di natura tecnica e giuridica con gli uffici dipartimentali.

::::::::::::::::::::::::::::: ‘BALLARE PER VIVERE MEGLIO’ ventennale dell’Associazione ‘Intercultura’ a RIONERO

Grande affluenza di spettatori presso il Palazzetto dello Sport di Rionero per la manifestazione ‘Ballare per vivere meglio’, organizzata dall'Associazione 'Intercultura – Robert Dance School' con sedi a Barile e Rionero in V. (PZ) diretta dal coreografo Robert Lani (laureato all'Accademia delle Belle Arti di Tirana in Albania), in occasione del ventennale dell'attività (19932013) con il patrocinio delle due amministrazioni comunali. Una celebrazione di 20 anni di lavoro, passione e grandi emozioni, in un evento speciale, grazie all’esperienza del VULTURE MAGAZINE

protagonista principale e alla sua tenacia e professionalità, presentato da Antonio Petrino, con introduzione e saluto da parte di Giovina Paternoster (presidente associazione) e dimostrazione di balli di gruppo. A seguire l'intervento del dott. Giuseppe Mecca (sindaco di Barile) ed esercizi ginnici, con informazione medicoscientifico sull'importanza del ballo per la salute e l’intervento del fisiatra dott. Angelo Croce. Ancora apprezzati momenti di spettacolo con l'esibizione di balli, con riferimenti alle culture e tradizioni musicali storiche da varie parti del mondo, con gli allievi della scuola e il saluto della locale amministrazione comunale con ospite il presidente del consiglio comunale Maria Pinto. Molto originale la coreografia ‘Modern Times’, un balletto con protagoniste le ex allieve Anita, Maria Virna, Raffaella e Caterina e il gran finale, con l’inno all’Italia, sulle note del successo di Adriano Celentano ‘Azzurro’. Il riuscito evento è stata anche l'occasione per annunciare i prossimi corsi: balli di gruppo, danze etniche e tradizionali, ginnastica dolce per signore, balli di coppia, danze coreografiche e corsi di ballo di breve durata per futuri sposi iniziando dal mese di ottobre. Protagonista il ballo: per aiutare a coordinare meglio l'azione fra mente e corpo; come esercizio di relax che allevia le preoccupazioni; è un modo di comunicare i propri pensieri, ideali, gioie, rammarichi ed anche amore; è un hobby completo.

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VENOSA 11 GIUGNO 2013. UNA MOSTRA DI OPERE D‘ARTE DEI RAGAZZI DELLO SCIENTIFICO CHIUDE L’ANNO SCOLASTICO

Venosa. Lo scorso 11 giugno, ultimo giorno di scuola, presso l’aula magna dell’ I.I.S.S. "Quinto Orazio Flacco", gli studenti del biennio sezione Scientifico hanno realizzato una mostra d’arte su quanto appreso durante l’anno scolastico.

matita nera e colorate e con nuove tecniche, rappresentano particolari architettonici relativi agli argomenti studiati. "L'arte -ha riferito la prof.ssa Bellusci- è qualcosa che nasce dentro la persona, dal nostro inconscio". I quadri realizzati abbracciano l’arte dalle origini fino al 1300. Lorenzo Zolfo

Le foto riprendono alcune opere. Guidati dall'insegnante di Arte, Maddalena Bellusci, i lavori sono stati realizzati con tecnica in chiaroscuro a VULTURE MAGAZINE

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Il Liceo Artistico “Carlo Levi” di Rionero: un laboratorio di talenti. ARTE E SALUTE E MOD’ARTE: due progetti portati in giro per la Basilicata

Rionero in Vulture. “Arte e Salute” e “Mod’Arte” sono due interessanti iniziative ideate dal Liceo Artistico “C. Levi” di Rionero in Vulture per promuovere la sensibilità per l’arte tra i giovani e la società. “Arte e Salute” è la seconda edizione di un’iniziativa che riguarda l’arte come strumento dell’umanizzazione delle cure nell’ambito sanitario. Dopo la positiva esperienza del 2012, il Liceo Artistico e Classico e l’Irccs-Crob di Rionero in V.re sono stati partner di un progetto volto a creare una connessione tra il mondo della scuola e quello dell'ospedale, utilizzando il contributo delle arti per umanizzare le cure. A partire dal mese di gennaio un gruppo di studenti, accompagnati dai docenti e dallo psicologo dell'Irccs-Crob, ha affiancato i pazienti di alcuni reparti dell'Istituto, che hanno voluto raccontare la propria esperienza di vita, ed ha tradotto le proprie sensazioni in poesie e raffigurazioni grafiche. Il progetto, coordinato dal Dirigente scolastico Prof. Giovanni Gruosso con il supporto dei docenti Donato Nardozza e Valeria Mastroddi, è stato curato per la parte grafico-pittorica dai docenti Nicola Cirillo, Gerardina Tomasulo, Dante Lavalle, VULTURE MAGAZINE

Erminia Zotta, Vincenzo Pianoforte, e per la parte poetico-letteraria dai docenti Stefania Masiello, Marilisa D’Angelo e Gennaro Caputo. Il progetto si è concluso il 29 maggio con un convegno dal titolo “Arte e salute: la scena della cura”, in cui sono stati presentati gli elaborati, esaminati e premiati da una commissione valutatrice. All’evento finale, coordinato dal direttore sanitario dell’Irccs Crob dott. Sergio Maria Molinari, hanno preso parte il direttore generale Irccs Crob dott. Pasquale Francesco Amendola, il Rettore dell’Università di Basilicata Prof. Mauro Fiorentino, l’Assessore all’Istruzione del Comune di Rionero Prof.ssa Paola D’Antonio, il prof. Giorgio Bedoni psichiatra e psicoterapeuta presso il Servizio Psichiatrico Diagnosi e Cura dell'Azienda Ospedaliera di Melegnano, autore di diverse pubblicazioni sul connubio tra arte e pischiatria. Il tema centrale del convegno è stata la lectio magistralis del Prof. Bedoni su “Linguaggi dell'arte e processi di cura”. I pazienti coinvolti hanno mostrato un elevato apprezzamento per l’iniziativa, per la capacità che ha avuto di rompere l’isolamento del dolore e della sofferenza e favorire la fiducia e la forza di lottare. L’esperienza è stata parimenti preziosa per i ragazzi, che si sono misurati sulla possibilità dei linguaggi dell’arte anche come strumento terapeutico. “Mod’Arte”, arrivata alla sua seconda edizione, quest’anno ha visto protagonisti il Liceo Artistico “C.Levi” di Rionero, l’Istituto Comprensivo “Granata” di Rionero e l’Istituto Isabella Morra di Matera, con il patrocinio delle rispettive Amministrazioni Comunali. Il progetto ha puntato a coniugare lo sviluppo di conoscenze e competenze degli studenti del Liceo Artistico con le opportunità del settore della moda. Tale azione ha riguardato la capacità di concepire, organizzare e gestire la progettazione, creazione e realizzazione di vere e proprie linea di moda.

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Il percorso ha visto l’interazione di studenti di più Istituti tra loro e con operatori del settore moda, ha potuto contare sull’appassionata guida dei docenti ed ha riscontrato una entusiasta partecipazione dei ragazzi e delle famiglie.

La prima delle serate conclusive si è tenuta sabato 8 giugno a Rionero nella suggestiva cornice del giardino di Palazzo Fortunato, mentre la serata finale si è tenuta il 10 giugno nella prestigiosa ambientazione di Piazza S.Francesco a Matera. Per il Liceo Artistico di Rionero il progetto, coordinato dal Dirigente scolastico Prof. Giovanni Gruosso con il supporto dei docenti Donato Nardozza e Valeria Mastroddi, è stato curato dai docenti Silvana Fortunato, Gerardina Tomasulo e Adele Basile. Nel corso degli eventi conclusivi di Rionero e Matera, i ragazzi hanno presentato le rispettive creazioni di abiti da cerimonia, abiti-scultura, gioielli e VULTURE MAGAZINE

accessori progettati e realizzati durante l’anno scolastico, accompagnati a Rionero dalla pluripremiata orchestra dell’Istituto Comprensivo “Granata” ad indirizzo musicale. “Un esempio dei positivi risultati di un progetto corale e plurale, che ha saputo integrare diverse esperienze e competenze e coinvolgere tanti ragazzi e docenti” - è il commento dei rispettivi Dirigenti Scolastici – generando mirabili e suggestive rassegne di colori, forme e suoni per coniugare l’arte e la moda. Un grazie va rivolto ai numerosi operatori economici e alle associazioni e Amministrazioni Comunali che hanno sostenuto l’iniziativa sia a Rionero che a Matera – concludono i due Dirigenti – nonché ai prestigiosi Atelier del settore moda che hanno esibito le loro collezioni, a dimostrazione delle potenzialità concrete di un ponte tra scuole e mondo del lavoro”. “Un progetto che dimostra quante energie e quante possibilità possono essere mobilitate dalle scuole soprattutto in questa delicata fase” – è il commento dell’Assessore all’Istruzione del Comune di Rionero Prof.ssa Paola D’Antonio e dell’Assessore alla Cultura Alberto Giordano del Comune di Matera, che concludono preannunciando la sottoscrizione di un protocollo d’intesa che sarà siglato a breve tra le Amministrazioni Comunali di Rionero e Matera per accompagnare la candidatura di Matera a capitale della cultura 2019. Il progetto “Mod’Arte” potrà essere considerato proprio per le potenzialità di cultura e arte come motore di sviluppo economico ed occupazione.

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AD ATELLA (PZ) IL V° SAGGIO SPETTACOLO 'ROSARIO FREE DANCE'

“Si danza nel grembo senza neanche saperlo; si danza per gioco quando l’allegria è lo scopo; si danza con il viso quando si regala un sorriso; si danza con la mente quando si sogna incessantemente; si danza con il cuore, tecnica e dedizione quando si vuol trasmettere emozione; si danza…danza, danza perché la vita non è altro che un percorso a passo di danza…” E’ iniziata così la serata spettacolo attesissima, con la ‘voce fuori campo’ del conduttore e presentatore Antonio Petrino, davanti al pubblico delle grandi occasioni, che ha gremito la palestra comunale del centro angioino, dove è andato in scena l'atto conclusivo stagionale dell'Associazione Dilettantistica 'Rosario Free Dance' di Atella, con il consueto svolgimento del saggio di fine anno accademico con la partecipazione di tutti gli allievi e iscritti praticanti. Quasi tre ore di show, in un susseguirsi di esibizioni che hanno raccolto applausi e positivo accogliemento soprattutto dai tanti genitori ad ammirare i loro figli, a suggellare la qualità e la maturità messa in campo, frutto di una profonda e consistente applicazione per preparare con dovizia di particolari il tutto, durato mesi. Protagonista il palcoscenico, il feeling con il 'pubblico' anche se amico, la gratificazione del sostegno, il gusto di VULTURE MAGAZINE

essere riusciti a dimostrare qualcosa di significativo, sono miglior risultato di emozioni indescrivibili, al di là della competizione, ma per il ‘piacere di stare insieme’ nella passione comune per il ballo vissuta come momento di aggregazione di carattere sociale. Il lodevole lavoro messo in opera dai maestri Elisabetta Intaglietta e Donato Scibelli, sottolinea le finalità dell'iniziativa, valevole come una occasione per tanti di passare in armonia una bella e divertente serata e come si possa impegnare il tempo libero. Dopo la sigla iniziale, le varie performances, con in evidenza il ballo di gruppo, considerato il modo più allegro e moderno di fare ginnastica, che amplia la capacità creativa dei bambini e facilita la socializzazione. In sequenza si sono esibiti i vari gruppi suddivisi (tutti premiati): under 15 syncronizzato e choreografato dance, fitness team Zumba, coppie liscio, under 9 syncronizzato latin (campioni regionali FIDA 2013 nelle discipline), under 9 show dance, coppie bachata, chachacha e salsa; inoltre la presenza nel corso dell'evento dei 2 volte campioni italiani di liscio unificato e balli da sala e vice campioni del mondo di ballo da sala Federica Angioletti e Fabio Tedesco, unitamente al loro maestro Michele Lavallata (presidente regionale FIDA) e il maestro Giovanni Sicuro (presidente regionale AIMB). Numerosi gli sponsor che hanno sostenuto la manifestazione e un ringraziamento all'Amministrazione Comunale per aver messo a disposizione la struttura sportiva. Previsti a partire da questa settimana i corsi estivi di balli di coppia, invece si riparte a metà settembre presso la sede dell'associazione in via Potenza n.27 per la riapertura dei corsi per tutte le età e per tutti i livelli e gusti in base alle richieste.

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MASCHITO. GIUGNO 2013. AL VIA IL PROGRAMMA ESTIVO CON LA MOSTRA DI FOTO ANTICHE ED UN CONCERTO DI MUSICA CLASSICA

Maschito. Al via il programma estivo dal titolo significativo "Novecento". Ideato da Michele Sciarillo, un emigrante di ritorno da Prato dove ha gestito un caffè frequentato da artisti di fama anche internazionale, e sostenuto dall’attuale amministrazione comunale, ha preso il via una serie di eventi che per tutta l'estate animeranno la cittadina arbereshe.

il senso patriarcale, sono sempre significative, a differenza della vita quotidiana di oggi contraddistinta da una perdita di valori, dalla famiglia al dialogo, sostituiti dai mezzi tecnologici”.

E’ seguito un concerto dell'Ensamble di Clarinetti "Gesualdo da Venosa" del Conservatorio di Potenza (diretti dai Maestri De Cesario, Liuzzi e Garzioni, componenti E. Nigro, T. Scibelli, C. Pasquariello, M. Valentino, G. Bonelli, L. Spera, R. Di Melfi, D. Ceruzzi, A, Griesi, M. Pastore, M.Parente, E. Giammatteo, G. Garaguso), con la partecipazione straordinaria del Soprano Elisabetta Caputi di Ripacandida, diplomata in canto, presentata da Donatella De Luca (ha dato un contributo straordinario alla realizzazione di questo concerto) ha entusiasmato il numeroso pubblico presente nella chiesa madre di Sant'Elia, in primis il Sindaco Mastrodonato (siamo orgogliosi di ospitare concerti in questa chiesa che fanno esaltare la bravura degli artisti e rianimano il paese.

Una mostra di foto di altri tempi, allestita nel centro storico, ha incuriosito gli abitanti del paese portando il visitatore indietro nel tempo con la memoria in ricordi mai perduti. Saverio Adorno ha apprezzato questa mostra: “ le foto che rievocano una comunità, dove predomina VULTURE MAGAZINE

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Barbano in concerto: “da Bach a Brouwer”. Il 27 giugno Nella Vivacqua e Roberto Pallottino:” la colonna sonoro della nostra vita”. Lorenzo Zolfo

Le foto riprendono momenti significativi di questa giornata.

::::::::::::::::::::::::::::: Un ringraziamento ai due promotori di questa iniziativa, Donatella De Luca e Michele Sciarillo, conosciuto per il suo impegno nella cultura e musica) il parroco don Raffaele (la vita è bella, fate tesoro di ciò che Dio vi ha fatto dono).

Presente un gruppo di Potenza, Mario delle Donne ha avuto parole di plauso: “due iniziative che hanno dato un suono ed una linfa nuovi a questa comunità, riunendola di alta cultura. Ci vorrebbero di più di persone come Michele Sciarillo”. Tra i prossimi eventi, il 14 giugno Rocco VULTURE MAGAZINE

GINESTRA 15 GIUGNO. IN VISITA DALL’EMORY UNIVERSITA (ATLANTA, GEORGIA), DIPARTIMENTO STUDI ITALIANI, 40 STUDENTI PER APPRENDERE LA STORIA E LA CULTURA ARBERESHE. IDEATRICE, LA PROF.SSA CASSANDRA QUAVE, DOCENTE DI ETNOBOTANICA

Ginestra. Il 15 giugno il piccolo centro arbereshe, di poco più di 700 abitanti, sarà all’attenzione internazionale. La Prof. Judy Raggi-Moore (Emory 26


Universita, Dipartimento di Studi Italiani) e 40 studenti della Emory Universita (Atlanta, Georgia, Stati Uniti) nell’ambito del progetto interdisciplinare “Italian and Medical Humanities” giungeranno a Ginestra per conoscere la storia Arbëreshë e le tradizioni mediche della regione. Il Programma di studi italiano offrirà agli studenti un'immersione autentica, unica e molto intensa nella cultura italiana, la letteratura, l'arte, la storia, la religione e attualità. Ideatrice di questa visita a Ginestra, la prof.ssa Cassandra Quave, docente di Etnobotanica presso l’Emory Universita, centro per lo studio della salute umana. La prof.ssa Quave è già stata più volte a Ginestra dove alcuni anni fa ha pubblicato e presentato un libro dal titolo: “Medicina popolare del Vulture” che fornisce informazioni, dopo anni di studio effettuato nel centro arbereshe sui meccanismi della trasmissione della conoscenza tradizionale tra generazioni, riguardanti la ricerca etnobotanica e quella etnomedica di quest’area del sud Italia unica per la presenza di due culture: quella italiana e quella etnica albanese (Arbereshe). La prof.ssa Quave, in questi giorni si trova nel centro arbereshe per ultimare il programma, avvicinata, in un accento italiano abbastanza preciso (ha sposato un cittadino di Ginestra) ha spiegato i dettagli di questo progetto: “ Questo programma insegna agli studenti ad esplorare i vari percorsi di comunicazione con gli "altri" in ultima analisi, dando loro un ben migliore senso di sé. Questo programma offre uno studio interdisciplinare dell'Italia attraverso i secoli, incorporando le prospettive di studi interdisciplinari culturali italiani, e Medical Humanities, con la partecipazione straordinaria di docenti della Scuola Emory Etico, Facoltà di VULTURE MAGAZINE

Medicina e Centro per il Controllo delle Malattie. Ginestra è un comune di origine Arbëreshë fondato nella seconda metà del XV secolo, paese ancora oggi tipicamente rurale, per anni la sua attività prevalente è stata quella agro-pastorale. Gli studenti in visita e i docenti saranno ospiti dell’amministrazione comunale, dello Sportello Linguistico e della ProLoco. Gli studenti inizieranno la giornata con una visita ad un vigneto di famiglia locale e l’Orto Etnobotanico di Ginestra, dove potranno conoscere i cibi locali selvatici (liakra), piante medicinali, e le piante alimentari coltivate. Dopo la lezione sulle piante locali, gli studenti saranno informati sulla storia Arbëreshë e vedere diverse esposizioni di cibi tradizionali di Ginestra nel Borgo dei Sapori. Ciò includerà dimostrazioni nella Bottega del Grano, Bottega dei Pastori, Bottega dell'Olio e delle Erbe, e Bottega del Vino. Il borgo dei sapori è un museo all’interno del nucleo storico del comune costituito da una rete di edifici che ospitano le diverse fasi della gastronomia locale e della trasformazione agroalimentare. L’idea è quella di riproporre, nel quadro di un paesaggio rurale e silenzioso, custode di uno stile di vita tradizionale, la ricerca dei sapore tipici che si basano sulla unicità dei prodotti della terra di Ginestra unitamente alla storia gastronomica del centro. Lorenzo Zolfo

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VENOSA 24 MAGGIO 2013. I.I.S.S. “QUINTO ORAZIO FLACCO”. PRESENTATO IL PROGETTO “ UN BICCHIERE D’AFRICA” ED I RACCONTI KALEIDOS AFRICA’S PICTURES DALL’ASSOCIAZIONE ENERGHEIA E LA PROVINCIA DI POTENZA

Venosa. Nei giorni scorsi nell’aula magna agli studenti dell’I.I.S.S. “Quinto Orazio Flacco” è stato presentato il progetto "Un bicchiere d'Africa" ed i racconti di "Kaleidos Africa's Pictures". Due progetti portati avanti dall'associazione Energheia e soprattutto dalla Provincia di Potenza, assessorato alle politiche sociali, presieduto dal rionerese avv. Paolo Pesacane. Dopo i saluti del dirigente scolastico, prof.ssa Mimma Carlomagno che ha esaltato questi progetti: “ temi attualissimi come l’acqua e la solidarietà ci fanno riflettere. L’Africa ne risente ancora della carenza di acqua e tanti bambini muoiono ancora. Questi momenti con gli studenti costituiscono delle opportunità formative”.Erano presenti tra i relatori: il dott. Antonio Spera,che ha svolto il compito di moderatore, componente dell'associazione "Amani" , racconti del mondo africano: “il progetto un bicchiere d’Africa da sud a sud è stato interamente sposato dall’intera regione Basilicata. Questo progetto, a chiara vocazione sanitaria, vuole investire per curare, assistere e sostenere bambini, VULTURE MAGAZINE

uomini e donne di Nairobi, contando su uno staff di medi e paramedici qualificati”. L’assessore alle politiche sociale della Provincia di Potenza ha aggiunto: “l’assessorato da me guidato ha immaginato di mettere in piedi un percorso che provasse innanzitutto a coinvolgere le scuole. Il tema che ci siamo proposti è stato quello dell’acqua quale bene comune, tenendo presente il continente africano martoriato dalla mancanza d’acqua.

Da qui l’idea di un concorso riservato agli studenti delle scuole superiori dal tema: “l’acqua come bene comune e la realtà africana”. Nel mondo si stima che siano 2 miliardi e 700 mila persone quelle che hanno difficoltà di accedere a questa risorsa per almeno un mese. La realizazzione del premio Kaleidos Africa’s Pictures è finalizzato alla premiazione di un fotoracconto. Ben 14 istituti scolastici hanno partecipato con trenta racconti che sono stati valutati da esperti, dalla giornalista Rai Maria gianniti, alla scrittrice Flavia Piccinni ed al giornalista de “la Repubblica” Pietro Veronese”. Gianmarco Elia, presidente di "Amani" ha apprezzato lo sforzo della provincia di Potenza e dell’associazione Energheia nel divulgare questi progetti di solidarietà. Il giornalista di Repubblica, Pietro Veronese, presidente della giuria premio Kaleidos, nel quale hanno partecipato e vinto anche alunni del Quinto Orazio Flacco ( Carmen Simini di II B Liceo con il racconto “Il bambino di Namibia”, Martina 28


Dimantova di II A Liceo con il racconto: Mi chiamo Azzurra”; Antonio Scaltrito di III D Liceo con il racconto:“Professione fotoreporter” ed anche ex alunni: Nico Abbatemarco (sogno per un sorriso), Carmine Caglia (A di Africa), nel suo breve intervento ha detto: “ l’idea di questo premio mi auguro sia un seme che sopravvive e germogli ed aiuti a crescere coloro che l’hanno ricevuto”. Le testimonianze di alcuni vincitori presenti sulla visita in Africa effettuata, “un modo completamente diverso dal nostro, dai colori e gli odori inimmaginabili, un’esperienza che consigliamo di farla a tutti” ha concluso questo incontro. Lorenzo Zolfo

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Presidente dell’ALAD-FAND Basilicata Antonio Papaleo. Questo evento ha visto la Basilicata attenzionata grazie alle strumentazioni poste in essere, tali da farla equivalere ad un vero e proprio modello nell’ambito della malattia diabetica, che la vede fra le regioni con un tasso fra i più elevati, in ragione di circa l’8%. L’Assessore Martorano ha avuto, pertanto, modo di evidenziare l’attività avviata fino dalla istituzione dell’Osservatorio sul Diabete, primo in Italia; e che partirà concretamente con iniziative intese a scoprire le cause del fenomeno, sia per procedere in una azione di assistenza mirata, ma anche per studiarne le possibili attività di prevenzione. ALAD-FAND Basilicata Il Presidente (dr. Antonio Papaleo)

ALAD/FAND – Associazione Lucana Assistenza Diabetici (ONLUS)

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Ente Morale D.M. 20 settembre 1993 – Membro I.D.F. International Diabetes Federation C/o Centro Diabetologico A.O. San Carlo – Potenza- Padiglione E Piano 0 – tel-fax 0971 613123 C.F. 96038890768 - e.mail alad@ospedalesancarlo.it

La sesta edizione dell’Italian Barometer Diabetes Forum si è tenuto nei giorni 10 e 11 giugno 2013 a Villa Mondragone di Monteporzio Catone (RM) , presso la sede di rappresentanza dell’Università di Tor Vergata di Roma, sotto l’alto patrocinio del Presidente della Repubblica e grazie al Comitato Scientifico dell’I.B.D.O. Foundation, presieduto dal Magnifico Rettore prof. Renato Lauro. Un evento partecipato da oltre 200 esperti e testimonials, alcuni provenienti anche dall’estero, oltre che da rappresentanti di Società Scientifiche, Istituzionali e Associazioni di pazienti, tra i quali l’Assessore Regionale alla Salute della Basilicata Attilio Martorano e il VULTURE MAGAZINE

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MILANO. 15-30 GIUGNO. RICORDATO IL FOTOREPORTER DI GUERRA-CHIRURGO PLASTICO, A. RAFFAELE CIRIELLO ORIGINARIO DI GINESTRA CON LA MOSTRA: I BAMBINI E LA GUERRA. CARTOLINE DALL’INFERNO”

Milano. Per ricordare Raffaele Ciriello, fotoreporter ucciso nel 2002 a Ramallah in Palestina,originario di Ginestra, la Provincia di Milano propone nel Foyer di Spazio Oberdan la mostra “I bambini e la guerra. Cartoline dall’inferno”, a cura di Paola Navilli (moglie di A.Raffaele Ciriello) e Elisabetta Ponzone, che documenta la sua particolare attenzione nei confronti dei bambini, i civili più inermi che incontrava sui fronti di guerra. Nell’assurda ferocia di tutti i conflitti che ha documentato, Ciriello ha sempre cercato nei volti e negli sguardi dei più piccoli il dramma, ma anche l’umanità. Scatto dopo scatto, reportage dopo reportage, i civili e soprattutto i bambini diventano non più solo “anonimi effetti collaterali dei conflitti”, ma protagonisti e speranza di un mondo possibile. La mostra propone immagini scattate in Somalia nel 1992/93; in Pakistan, Afghanistan e Bosnia nel 1995/96; in Rwanda nel 1996; nel Sahara Occidentale e in Kosovo nel 1998; in Eritrea, Cecenia e Iran nel 1999; in Libano e in Sierra Leone nel 2000; in Palestina nel 2002. “Non so se è vero che i fotografi possano a volte fissare ciò che VULTURE MAGAZINE

altrimenti gli altri non riuscirebbero a vedere. Ma ogni volta che leggo di un giornalista o di un fotografo caduti vittime di una granata, o di una pallottola vagante, o di qualunque altra cosa, ritorno alle fotografie che ho scattato, e guardo le persone che ne sono protagoniste.

Quando i miei occhi incontrano i loro, mi sembra di capire tutto.” (Raffaele Ciriello, 1998). Raffaele Ciriello (Venosa 1959 Ramallah 2002), nato in Basilicata, ma milanese di adozione, era un chirurgo plastico convertito alla fotografia ( da adolescente a Ginestra girava sempre con una macchina fotografica per immortalare volti di bambini, sguardi di anziani, processioni e scene di vita quotidiana).

Nel 1993 la Somalia devastata da guerra e siccità gli offre la prima occasione d’avvicinarsi al fotoreportage di attualità: documenta la tragedia e ritrae gli inviati della Rai Ilaria Alpi e Miran Hrovatin poco prima della barbara uccisione. Nel 1998 è 30


uno dei primi fotografi a comprendere la rivoluzione d’internet e a trasferire tutto il suo lavoro su “Postcards from Hell Cartoline dall’Inferno” il sito web che da quel momento raccoglierà tutte le immagini e le riflessioni di viaggio. I suoi reportage in Rwanda, Sierra Leone, exJugoslavia, Albania, Kosovo, Iran, Cecenia e Afghanistan trovano spazio sui maggiori giornali di tutto il mondo, dal Corriere della Sera al New York Times. Viaggia più volte con Maria Grazia Cutuli, l’inviata del Corriere della Sera assassinata in Afghanistan. Nel 2002 decide di tornare in Palestina per raccontare la Seconda Intifada. Il 13 marzo a Ramallah mentre si sporge per riprendere un carro armato israeliano viene falciato da una raffica di mitraglia. Muore a 42 anni filmando la propria uccisione.All’inaugurazione della mostra, interverranno l'on. Guido Podestà, Presidente della Provincia di Milano, e Novo Umberto Maerna, Vice Presidente e Assessore alla Cultura: “La Provincia di Milano, ospitando la mostra ‘I Bambini e la Guerra. Cartoline dall’Inferno’, intende denunciare gli orrori delle guerre che, purtroppo, ancora oggi insanguinano il mondo. Immagini crude e drammatiche che i fotoreporter di guerra hanno realizzato pagando, spesso, il prezzo più alto, lasciando la propria vita sul campo. Auspichiamo che questa mostra possa contribuire alla crescita di una società e di una coscienza sociale che eviti e liberi le future generazioni da ogni tipo di guerra”. Lorenzo Zolfo

Le foto riprendono alcuni scatti di A. Raffaele Ciriello. VULTURE MAGAZINE

Aglianico del Vulture, secondo il New York Times è "il vino per eccellenza" Il maggior critico del New York Times, Eric Asimov, rilancia il vino lucano "eccellente e sottostimato"

L'Aglianico del Vulture, vino DOC la cui produzione è consentita nella zona del Vulture è annoverato tra i più grandi vini rossi d'Italia. Le aziende del settore nel territorio del Vulture sono circa quaranta e producono, annualmente, circa due milioni e mezzo di bottiglie. Da alcuni è definito il Barolo del Sud, date varie caratteristiche in comune con il vitigno piemontese. Nell'edizione Vinitaly del 2010, ha ricevuto undici gran menzioni ed una medaglia d’oro. Il maggior critico del New York Times, Eric Asimov, lo ha recentemente definito "il vino per eccellenza". Di seguito la traduzione dell'articolo dei Eric Asimov tratta dal blog di Luciano Pignataro Il vasto oceano del vino che è l'Italia è alimentato da molti fiumi. Sangiovese e Nebbiolo, universalmente considerate tra le più grandi uve al mondo, vi confluiscono e a questi si aggiunge il molto amato Pinot grigio e cavalli di battaglia come Montepulciano e Trebbiano che danno vita a vini robusti ma indistinti. Varietà meno conosciute si uniscono da tutte le direzioni, aggiungendo aromi e sfumature meravigliose. Una delle mie preferite è una uva rossa che sembra sia data molto per scontata. Suscita poco entusiasmo. 31


Non sono sicuro del vero motivo, perché trovo che questi vini siano deliziosi, strutturati e adatti all'invecchiamento. Parlo dell'Aglianico, la prima uva a bacca rossa della Campania che racchiude Napoli e Salerno sulla costa occidentale del Sud Italia e della Basilicata, l'arco e il collo dello stivale. L'Aglianico è stato definito il Barolo del Sud, una frase in apparenza piena di ammirazione che però può essere svuotata da una riflessione. Sì, i tannini, l'acidità e gli aromi dell'Aglianico somigliano al grande vino piemontese ma l'Aglianico ha molto da offrire di suo. Forse è la volta buona per liberarsi del concetto secondo il quale il valore dell'Aglianico deriva da ciò a cui assomiglia piuttosto che da ciò che esso effettivamente è. Per capire meglio l'Aglianico di recente il panel ha provato 20 bottiglie di Campania e Basilicata. Tutti i vini erano di vendemmie recenti. Per i vini più accessibili le ultime bottiglie messe in commercio erano dell'annata 2011. I vini più adatti all'invecchiamento potrebbero rimanere in cantina più a lungo; le bottiglie più recenti di alcuni erano della 2006. Florence Fabricant e io siamo stati inseriti nel gruppo di degustazione da Joe Campanale, il direttore del beverage e proprietario di quattro ristoranti a New York, inclusi il Dell'anima e L'Artusi nel West Village e Liz Nicholson, il direttore del settore vino al Maialino che diventerà il sommelier del Marea a settembre. Tutti noi abbiamo la sensazione che l'Aglianico sia sotto-stimato. Liz ha cercato di fare qualcosa al Maialino dove la sua lista vini include alcuni Aglianico nella sezione 'Southern Hospitality' (sezione dedicata ai vini campani, lucani e calabresi, ndt). “Forse i vini che la gente predilige sono quelli più leggeri, morbidi e di facile beva”, ha osservato Joe. Forse ha ragione. I rossi siciliani, che hanno suscitato tanto entusiasmo negli ultimi anni, tendono ad essere più freschi e agili, e molti vini che possono invecchiare VULTURE MAGAZINE

per decenni, sia Bordeaux, Napa cabernet o Brunello di Montalcino, sono stati volutamente resi più accessibili in annate più recenti. Tuttavia la gente non ha girato le spalle al Barolo che, come gli Aglianico più adatti all'invecchiamento, può richiedere un invecchiamento significativo affinché la sua intensit tannica si ammorbidisca. Tutti noi siamo rimasti colpiti dalla grande qualità di questi vini. Alcuni, come la gamma stesse delle annate indicava, avevano un approccio più immediato mentre altri potranno continuare a beneficiare dell'invecchiamento. Abbiamo trovato grandi differenze nella consistenza e densità ma la maggior parte dei vini erano bene strutturati e terrosi con aromi di frutta rossa, liquirizia e mentolo. “Immaginavo che fossero persino più tannici e potenti,” ha detto Joe. Così come accade in molte parti del mondo è sembrato che i produttori di Aglianico della nostra degustazione abbiano fatto un passo indietro nell'uso di piccole botti di rovere francese. I tannini dei vini sono sembrati venir fuori naturalmente dalle uve. Abbiamo evidenziato pochi tannini del legno o aromi di vaniglia e cioccolato generati dalle botti. La maggior parte dei vini era di provenienza campana, regione che ha una gamma di denominazioni. Taurasi è quella più famosa e prestigiosa, forse a buon ragione tanto che tre dei nostri migliori quattro vini erano dei Taurasi. Di solito il Taurasi è anche il più costoso con vini che di solito vanno dai 30 ai 65 dollari. Altre denominazioni campane includono Aglianico del Taburno e Irpinia mentre la migliore denominazione della Basilicata è generalmente l'Aglianico del Vulture. Come si potrebbe supporre da questa terra di vulcani spenti come il Monte Vulture e quelli attivi come il Vesuvio, l'Aglianico prospera in suoli vulcanici, specialmente su pendii assolati dove la stagione di maturazione si può ben estendere fino all'autunno.

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::::::::::::::::::::::::::::: Segue un pieghevole prodotto dalla collaborazione del dott. Claudio Porrini e CRPV utile a divulgare al mondo produttivo agricolo che la collaborazione tra imprese agricole e apicoltori, non solo è auspicabile, ma necessaria per i vantaggi economici che entrambi ne ricavano. Nei prossimi mesi seguiranno su tutto il territorio regionale iniziative info formative volte a sensibilizzare produttori e consumatori sul rispetto delle API e sun utilizzo ragionato degli AGROFARMACI a cura dell'ALSIA (Progetto BeeNet) in collaborazione con le Associazioni apistiche e con gli uffici preposti della Regione Basilicata.

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È una produzione editoriale dell’Associazione Vibrazioni Lucane

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Con.Pro.Bio. Lucano Consorzio Produttori BIOLOGICI Sede legale: Azienda Pantanello, S.S. 106 Jonica Km 448,2 (75010) Metaponto (Mt) Sede operativa: C.da Cerminiano ex SP 175 km 14,00 Montescaglioso (Mt) Tel + 39 0835 1825603 fax+ 39 0835 1820306 P.iva 01120970775 CCIA mt-74078 www.conprobio.com info@conprobio.it

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Apulia Film Commission, un milione di euro per il cinema. E in Basilicata tutto tace Winspeare, Ozpetek, Manfredonia sono solo i nomi di alcuni registi che hanno scelto la Puglia come location, favoriti dal Film Fund della film commission regionale. Ammonta a piĂš di un milione di euro la prima tranche di contributi stanziati per il 2013, divisi nei tre bandi di finanziamento: - Apulia National Film Fund, per contributi di realizzazione: nove le opere finanziate per un totale di circa 800.000 euro. In totale 2 documentari, 3 cortometraggi e 4 lungometraggi. A beneficiare del finanziamento una produzione di milano, due di roma e sei case di produzione pugliesi. - Apulia Hospitality Fund: per contributi di trasporto e ospitalitĂ in strutture alberghiere: sette opere sostenute per una dotazione totale di 300.000 euro. In totale 7 lungometraggi. A beneficiare del finanziamento una produzione inglese, una di milano, una siciliana, una pugliese e tre romane. - Apulia Development Film Fund, per lo sviluppo di sceneggiature: due progetti finanziati per un contributo di 15.000 euro ciascuno. A beneficiare del finanziamento una casa di produzione pugliese e una siciliana. E in Basilicata cosa sta succedendo? E' nata la film commission regionale con due milioni di euro di fondi stanziati, ma nulla si muove. Due mesi fa, nell'ambito dell'incontro Progettare Cinema organizzato dalla Rete, il Direttore Leporace ha annunciato un bando per le produzioni di cui non si ha nessuna notizia. Tante le aziende e i professionisti in attesa di un Film Fund regionale. Tante sono le attese e VULTURE MAGAZINE

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le possibilità per il territorio. È tempo per la Lucana Film Commission di fare. Leggi online.

Basilicata Secrets, il road movie lucanocanadese di Anita Aloisio La regista Anita Aloiso (foto © Francesca Zito) Riacquistare uno spazio che le appartiene per non sentirsi straniera a casa propria. Con questo intento Anita Aloisio, quarantaduenne filmaker italo-canadese è giunta nella terra d’origine di suo padre e della nonna materna per realizzare “Basilicata Secrets”. Più che un documentario, un vero e proprio road movie che “viaggia”sulle traiettorie di un territorio che sa catturare per le sue contraddizioni ma anche per le sue variegate tradizioni, in primis quelle culinarie. In nove giorni la regista di pellicole dalla valenza in gran parte sociologica ha “girato” per 18 affascinanti location, sia del materano che del potentino, accompagnata dalle cineprese e da uno staff di 4 professionisti tutti lucani che hanno condiviso il progetto grazie al lavoro di promozione di Rete Cinema Basilicata (la fotografa Francesca Zito, il direttore della fotografia e operatore Giovanni Lancellotti, il microfonista Lorenzo Valvano e la coordinatrice, ideatrice del blog “Il cuore in gola”, Gea De Leonardis). In un tam tam di oltre 2000 scatti , riprese e incontri dal sapore autentico, ogni giorno è stato per lei un modo unico per scoprire da vicino qualcosa di più di quella stessa terra che, nel 1999, aveva potuto ammirare nella mostra, allestita dalla Regione Basilicata a Montreal, dedicata a Carlo Levi. Iniziando dai set a cielo aperto di Matera (un giro al “mercato di Piccianello”, al “Il vecchio frantoio” e al panificio “Pane&Pace”) e Bernalda (il paese natio di Francis Ford Coppola), Anita e la sua troupe hanno compiuto un tuffo nella cucina lucana, fatta di ingredienti genuini e semplici, di gusti rustici, di tradizioni, di gesti e sapiente manualità. Un universo di piatti e sapori che trovano esemplificazione in ricette ricche, non solo da un punto di vista strettamente gastronomico. “Basilicata Secrets – sottolinea la regista nata a Montreal nel 1971, pochi anni dopo che il padre (geometra e oggi affermato imprenditore) era immigrato da Muro Lucano in Canada – rappresenta un documentario che è solo l’inizio di un progetto ben più ampio che si tradurrà in un dvd, in un ricettario e,

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spero, anche in una mostra. L’idea di base è quella di illustrare una ricetta, semplice ma caratteristica di ciascuna delle 18 località lucane che possa restituire, in maniera estremamente poetica, la storia o le storie che sono dietro di essa”. Privilegiando l’approccio umano e allargando man mano la prospettiva dal primo ai piani successivi dell’immagine, Anita Aloisio ha fatto location scouting (con il supporto degli operatori della Rete Cinema Basilicata) prima di addentrarsi nei luoghi più ameni della nostra regione: dalla Rabatana di Tursi al Vulture, da Barile a Venosa; da San Costantino Albanese, Maratea, Muro Lucano, Cancellara, Avigliano a Pietragalla. E, poi, da Avigliano (per assaggiare il prelibato baccalà, ndr) ha concluso le sue riprese a Potenza. La regista Anita Aloiso e Giovanni Lancellotti (foto © Francesca Zito) “Basilicata Secrets – dice Anita, laureata in una delle più prestigiose università canadesi nel campo delle Scienze della Comunicazione – è essenzialmente un pretesto per ritrovare una parte della mia identità. Ma, nel contempo, è un’occasione per promuovere il territorio lucano, così misterioso ma ancora virtualmente e cinematograficamente poco conosciuto, in Canada e in particolare dove vivo, nel Québec”. “Qui – continua la regista di Straniera come donna (la co-produzione del 2002 coofinanziata al 50% dal Québec e dalla Regione Basilicata è centrata sulla figura della donna, analizzata in un contesto urbano) e di Les enfants de la loi 101 (prodotto nel 2003 è il frutto delle lotte della generazione dei giovani, figli di immigrati, dopo l’adozione della Legge 101 che obbligava i figli degli immigrati a frequentare la scuola francese) abbiamo una rilevante tradizione in fatto di cinema, specialmente di genere documentaristico. Sin dagli esordi, il grande schermo ha sempre rispecchiato il mosaico delle culture, delle tradizioni, delle politiche e delle lingue che coesistono (a volte con grande affanno) insieme”. Ed è in un Paese dall’identità linguistica, socio-politica e culturale plurale come il suo che Anita ritorna portando con sé “una realtà fatta di tanta dolcezza, di un territorio che riesce a comunicare anche nel suo silenzio e nella sua lentezza. E dove, forse – conclude Anita - ho trovato quella parte di me che ho cercato insistentemente, senza poterla trovare: lì dove sono nata e sarebbe naturale sentirsi parte del proprio Paese”. Di Lucia Lapenta Leggi online.

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Italian Film Commissions: l'audiovisivo prende 1 genera 6 Ogni volta che si discute del binomio cultura-ricchezza sembra che si fantastichi sulla fusione fredda o sul sistema di propulsione ad energia gravitazionale. Eppure bisogna arrendersi ad un dato scientificamente dimostrato: la cultura genera ricchezza. E tanta. Siamo noi italiani che, come sostiene Umberto Croppi (saggista e docente universitario): "Abbiamo il caviale e lo serviamo come se fosse minestra riscaldata". Nello specifico del settore audiovisivo, 1 euro pubblico investito ne genera 6. Un rendimento del 600%. E' il dato riportato in un documento di proposte dell' Italian Film Commissions, l'associazione che riunisce 17 Film Commission diffuse su tutto il territorio nazionale. ITALIAN FILM COMMISSIONS Nel documento di proposte, dal titolo "Più audiovisivo, più innovazione, più cultura" consegnato al Governo, al Parlamento e alle forze politiche, si chiede esplicitamente una nuova regolamentazione legislativa, moderna ed efficiente, e il raddoppio degli investimenti, in linea con la media europea. Il settore audiovisivo conta 200.000 lavoratori e consolidare il settore comporterebbe un beneficio diretto per il settore artigiano, alberghiero, eno-gastronomico e un impulso alla valorizzazione del patrimonio artistico, architettonico e paesaggistico. Una reazione a catena con ricaduta miracolosa sull'economia reale, in netta contrapposizione con chi considera il Bel Paese un territorio a vocazione energetica e industriale. E allora cosa fare? Allo stato attuale il comparto dell'audiovisivo, per natura precario, è arenato nelle sabbie della burocrazia, della mediocrazia e danneggiato da nuovi tagli al FUS e dal mancato rinnovo del tax credit. Noi non siamo più disposti a pagare sulla nostra pelle i ritardi, le omissioni, l'incapacità e la negligenza. La politica ha il dovere di agire in tempi brevi mettendo in campo strumenti legislativi adeguati e finanziamenti mirati. Perchè con l'audiovisivo si mangia, non una, ma sei volte.

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La Basilicata e Luigi Di Gianni: un amore a prima vista Luigi Di Gianni Tutto un altro mondo, la Basilicata. Con questa espressione il decano del cinema italiano e mitteleuropeo, Luigi Di Gianni ama condensare l’impressione che ne ricavò dal primo, seducente incontro con la sua terra d’origine. Una vera e propria “visione” folgorante, grondante di pathos, al confine tra angoscia e stordimento, smarrimento e consolazione che ha instillato la sua feconda poetica cinematografica. Lui che ha vissuto i periodi più cruciali della storia italiana e internazionale (dalle due guerre mondiali all’avvento di Mussolini, dal nazismo fino ai giorni nostri) ha la duttilità della parola e (si) racconta con facilità. Dice di essere un anticonformista, un irrequieto, un uomo per nulla pratico, tanto che se non avesse fatto il regista avrebbe sicuramente fatto lo scrittore. Che ne abbia la stoffa, lo si comprende solo sentendolo parlare e i ricordi più belli sono quelli che snocciola per la sua terra “ideale”, la Basilicata. “Erano gli anni ’30 quando insieme ai miei genitori, mamma originaria del casertano e papà pescopaganese – rivela Di Gianni, diplomato in Regia al Centro Sperimentale Cinematografico di Roma – mi recai in Lucania. Scoprii una terra dal sapore amaro, cupa nella sua desolazione, accartocciata nella miseria e nell’analfabetismo. Ma, allo stesso tempo scorsi, in quel vuoto oscuro, un luogo in cui poter intercettare – per dirla con le stesse parole di Kafka, autore letterario molto amato dal Maestro (ndr)‘raggi luminosi’. Una terra e gente magnifica per il mio cinema del reale e ‘esistenziale’. Le atmosfere che ho trovato mi sono subito apparse, nella loro crudezza, nel loro grigiore quasi orrorifico, estremamente congeniali”. Nell’entroterra lucano, nei piccoli paesi arroccati ed abbandonati sulle alture Di Gianni ha assaporato il gusto di uno spazio senza tempo, dove le tradizioni e la memoria si conservano ancora intatte. Qui, il suo occhio sensibile e allenato a cogliere il senso profondo della realtà ha saputo intravedere l’esistenza di quello che gli etnografi indicano come il “fondo universalmente umano” delle società. Ed è ponendosi nello stesso atteggiamento di un antropologo che cerca di distinguere senza negare le differenze – tra tutti, l’amico e conterraneo partenopeo Ernesto De Martino – che Di Gianni ha indirizzato i suoi sforzi di cineasta riuscendo, nelle sue pellicole, a far scorrere armoniosamente la sua vita personale

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con quella “altra” delle comunità lucane. Un mondo tutto da scoprire. “Fui colpito al mio arrivo a Pescopagano – ricorda ancora Di Gianni, amante della letteratura (di Kafka e Dostoevskij in particolare), della filosofia Heideggeriana e Pareysoniana (autore del libro-guida “Studi sull’esistenzialismo”) e della musica classica, specie di quella viennese – da una scena di grande impatto, quella di un feretro che, come verseggiava Albino Pierro, ‘accendeva nell’ara il dramma della storia’. Intorno alla bara, le donne vestite a lutto manifestavano lo strazio della perdita con gesti, lamenti e movimenti convulsi, come in preda a qualche forza oscura”. Da allora, il fascino per i riti associati alla morte (come il pianto funebre), il ruolo sociale di alcune figure come quelle dei guaritori e dei tarantolati di Aliano e di Tricarico ed altri aspetti della tradizione popolare lo hanno fatto tornare più volte in Basilicata, quando questa regione era ancora una location vergine dal punto vista cinematografico. Ancor prima di “partorire” il capolavoro de Il Tempo dell’Inizio (1974), nel 1958 ha realizzato, con la consulenza scientifica di De Martino, il film Magia Lucana: un’opera in cui riesce a tradurre in immagini significative quel Sud del remoto e del mistero, dove la ragione lascia spesso il posto all’arcano. Nel 1971, invece, gira nell’area della Val d’Agri e del lagonegrese realizzando La Madonna del Pollino, concentrando il suo obiettivo su una delle festività a metà tra devozione e credenza più arcaiche della Basilicata. In un continuo andirivieni, il Maestro Di Gianni – al quale ultimamente la Rete Cinema Basilicata, il gruppo che connette i vari operatori e artisti del settore audio-visivo lucano ha assegnato il riconoscimento di socio onorario - non riesce a stare lontano dalla Basilicata. Una regione che forse lo ha poco tributato ma che gli ha regalato tante prospettive e amici sinceri: da Albino Pierro (conosciuto a Roma quando rischiò di vincere il Nobel per la Poesia) a Mario Trufelli, giornalista e poeta di grande afflato. Così, nel 2006, dopo anni di intensa produzione mitteleuropea, accademia (in qualità di docente di Regia e Storia del cinema documentario in vari atenei italiani) e le tante onorificenze (l’Università di Tubinga gli ha assegnato la Laurea Honoris causa in Filosofia per meriti nel campo del cinema di ispirazione antropologica) torna nella terra del Cristo. È così l’occasione per realizzare il documentario La Madonna in Cielo e la ‘Matre’ in Terra e di pensare ad una trasposizione cinematografica dei romanzi di Kafka, Un Medico di Campagna e Nella Colonia Penale, nonché alla sceneggiatura per un docu-film sul principe dei musici, Carlo Gesualdo da Venosa. Lavori poco noti al grande pubblico ma che si impongono per la loro “filosofia” costruita dell’immagine e perché, superando l’impasse del pregiudizio, ricostruiscono spaccati di vita che vanno al di là della mera documentazione. Travalicando i confini, annullando i tempi e gli spazi tanto da essere sempre attuali e d’ispirazione per le nuove generazione di filmaker. (Articolo di Lucia Lapenta) Leggi online.

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50 soci per RCB Diamo il benvenuto ai nuovi soci di Rete Cinema Basilicata. Siamo prossimi ad un grande traguardo per questo secondo anno di attivitĂ : quota cinquanta soci!

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- RISPETTIAMO LE API nostre PREZIOSE COLLABORATRICI

Servizio di impollinazione, sempre più utile e necessario Aumento dell’allegagione, della pezzatura e qualità dei frutti, della quantità e vitalità delle sementi sono solo alcuni dei risultati conseguibili grazie al servizio di impollinazione incrociata con insetti pronubi e fra questi al primo posto, per importanza ed efficacia, con le api.

“S

e le api si estinguessero, all’uomo resterebbero 4 anni di vita”. Questa affermazione, riferita soprattutto all’instancabile lavoro svolto dalle api a favore dell’ecosistema, risulta ancora più vera in un territorio quale quello dell’Emilia Romagna. Questa regione è infatti a livello nazionale quella a maggiore vocazione verso colture altamente specializzate che necessitano del servizio di impollinazione per la loro buona riuscita. In un panorama agricolo caratterizzato dall’impiego massiccio di agrofarmaci e dalla progressiva scomparsa di biodiversità e flora spontanea, da sempre habitat naturale della maggior parte degli impollinatori selvatici, le api e gli apicoltori stanno diventando ormai indispensabili con la loro attività.

Il primato delle api

Ogni anno si registra un aumento del numero di aziende agricole che richiedono, per migliorare la redditività delle loro colture, la presenza di alveari nel momento delle fioriture. Aumento di percentuale di allegagione, dimensioni e qualità dei frutti nonché di quantità e vitalità delle sementi sono solo alcuni dei benefici apportati dalle api attraverso l’impollinazione incrociata, per mezzo della quale individui della stessa specie con caratteri genetici diversi possono venire in contatto e apportare caratteristiche migliori alla loro discendenza. Le api sono e restano lo strumento di impollinazione più efficace, preciso e indispensabile per quelle specie botaniche (entomofile) che si

Costi del servizio di impollinazione Coltura

Alveari/ettaro

Prezzo (€)*

Albicocco

6-8 24,00

Melo

5-8 24,00

Susino

8-10 22,00

Pero

8-10 25,00

Melo e ciliegio extra-regione**

8-10

33,00

Kiwi verde

8-10

28,00

Kiwi giallo

8-10

50,00

Cavolo campo aperto

4-6

34,50

Colture orticole estive campo aperto

4-6

22,00

Girasole

4-6 22,00

Erba medica

4-6

-

affidano al lavoro degli insetti pronubi per la loro sopravvivenza e riproduzione. Inoltre le api presenti in ciascuna unità allevata sono per numero superiori a qualsiasi altra specie di insetti impollinatori: basti pensare che un alveare può possedere fino a 20.000 api bottinatrici. Esse garantiscono inoltre un’assoluta fedeltà di bottinamento e impollinazione, grazie al linguaggio delle danze, con il quale le operaie “mettono in rete” informazioni relative all’ubicazione e al tipo di piante da individuare nell’ambiente. In termini economici si stima che a livello nazionale il servizio di impollinazione comporti un reddito diretto in termini di produzione agricola compreso tra i 1.500 e i 2.600 milioni di euro – come indicato dal Documento programmatico per il settore apistico, Legge 24/12/2004 n. 313. Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali - con un valore altrettanto rilevante in termini di salvaguardia dell’ambiente e della biodiversità. Apicoltura e biodiversità sono interdipendenti e attraverso l’impollinazione, le colonie di api forniscono un servizio ambientale di primaria importanza, oltre a salvaguardare un modello produttivo sostenibile nell’ambiente rurale. Infine l’impollinazione si configura ormai da anni come attività apistica vera e propria, in grado di fornire una componente di reddito anche significativa all’apicoltore in cambio di un servizio reso con professionalità.

Per favorire l’attività dei pronubi • Individuare e rispettare la corretta epoca di introduzione degli alveari in campo, evitando che immissioni precoci indirizzino le api verso altre fioriture o viceversa che ritardi eccessivi compromettano la qualità del servizio. • Evitare trattamenti insetticidi, in particolare se sistemici, durante la permanenza degli alveari e nei giorni antecedenti il loro arrivo, per evitare che le fioriture non risultino più attrattive per le api. • Ridurre - se non è possibile evitarli - i trattamenti con fungicidi o scegliere quelli meglio tollerati dagli impollinatori e dai fiori, in quanto alcuni prodotti hanno un effetto repellente nei confronti delle api e possono influire negativamente sulla germinabilità dei pollini. • Sfalciare il cotico erboso prima dell’arrivo degli alveari, in modo da ridurre fonti di approvvigionamento alternative alle colture da impollinare. • Prediligere un orientamento sud, sud-est degli alveari, per consentire una massimizzazione delle ore di luce e consentire un precoce risveglio delle bottinatrici nelle giornate primaverili. • Rispettare il corretto carico di alveari per superficie, diverso a seconda delle colture da impollinare, come riportato in tabella. • Evitare l’apertura di tendoni antigrandine una volta che gli alveari siano arrivati in azienda. • Effettuare i trattamenti non insetticidi, se necessari, preferibilmente in periodi della giornata in cui le bottinatrici non risultano presenti sui fiori (mattina presto o alla sera all’imbrunire).

UNIONE EUROPEA Fondo Europeo Agricolo per lo Sviluppo Rurale: l’Europa investe nelle zone rurali

RISPETTIAMO LE API

nostre PREZIOSE COLLABORATRICI Il contributo delle api all’agricoltura è fondamentale, tanto più in Emilia Romagna dove è presente una quota rilevante degli alveari italiani. Grazie all’impollinazione di fruttiferi e seminativi, infatti, esse sono in grado di accrescere sensibilmente la quantità e la qualità delle produzioni, oltre a svolgere un ruolo insostituibile nella salvaguardia della biodiversità. In considerazione dell’allarmante fenomeno di mortalità delle api e di spopolamento degli alveari, un progetto regionale ha valutato, in campo e in laboratorio, l’effetto degli agrofarmaci nei confronti di questi insetti, consentendo di classificarli in base al grado di tossicità.

L

e api sono un fattore primario di produzione per l’agricoltura, in particolare in Emilia Romagna dove è presente circa il 10% degli alveari italiani. Da diversi anni manifestazioni di mortalità o di spopolamento di famiglie di api vengono segnalati in numerosi Paesi, tra cui l’Italia. Di recente tali episodi hanno assunto aspetti particolarmente preoccupanti, tanto da mettere a rischio l’attività impollinatrice dell’ape e, di conseguenza, la produzione delle colture che si avvantaggiano dell’opera di bottinamento delle api (melo, pero, susino, ciliegio, albicocco, pesco, kaki, castagno, fragola, cavolo, lattuga, radicchio, peperone, melone, cocomero, cipolla, erba medica, ecc.).

* IVA esclusa. ** Trentino Alto Adige.

Quattro picchi di mortalità

Obbligo di comunicazione Come indicato nel Regolamento della Regione Emilia-Romagna n. 18/1995, gli apicoltori che intendano spostare i propri alveari devono darne comunicazione scritta alla Provincia di destinazione entro il mese di febbraio di ogni anno.

Testi a cura di: Claudio Porrini Università di Bologna, Dipartimento di Scienze Agrarie

Maria Grazia Tommasini Centro Ricerche Produzioni Vegetali

NOVEmbre 2012

Guido Ghermandi - Agrites Scarl Coordinatore Servizi di Sviluppo Agricolo

Andrea Besana Associazione Apicoltori Felsinei - Bologna in collaborazione con Associazione Provinciale Apicoltori Piacentini, Associazione Apicoltori Reggio Parma, Associazione Romagnola Apicoltori, Associazione Forlivese Apicoltori, Conapi - Consorzio Nazionale Apicoltori

Redazione: Agen.Ter. - Agenzia territoriale per la sostenibilità alimentare, agro-ambientale ed energetica Grafica: PH5 Stampa: Gescom

Progetto realizzato da Centro Ricerche Produzioni Vegetali con il finanziamento del Programma di Sviluppo Rurale dell’Emilia-Romagna 2007-2013, Misura 111 Azione 2 “Azioni trasversali di supporto al sistema della conoscenza”.

Direzione Generale Agricoltura

L’incidenza del fenomeno in Emilia Romagna, considerando perdite parziali o totali di alveari, si traduce in una perdita economica valutabile mediamente in 66 milioni di euro all’anno, dovuta alla mancata impollinazione in agricoltura, mancata produzione apistica e perdita di famiglie di api. Il controllo dello spopolamento degli alveari e della mortalità delle api, in atto in diversi Paesi europei, in Italia non è ancora sufficientemente articolato. In assenza di un’efficace rete di monitoraggio, fino a oggi lo studio del fenomeno è avvenuto tramite il sistema delle segnalazioni volontarie. In Italia le prime segnalazioni degli apicoltori riguardo alle morie di api e agli spopolamenti degli alveari risalgono al 1999, relative principalmente al periodo primaverile-estivo e concomitanti con le pratiche agronomiche connesse alla semina del mais.

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Indagini sull’origine di morie e spopolamenti Negli ultimi anni in numerosi Paesi, tra cui l’Italia, sono stati segnalati fenomeni di mortalità o di spopolamento di famiglie di api in alcuni casi di dimensioni allarmanti. Nei diversi territori il fenomeno è stato attribuito a cause ambientali e parassiti di varia natura. Tra i parassiti varroa, malattie emergenti, il virus israeliano della paralisi acuta. Tra le cause ambientali si citano gli avvelenamenti da pesticidi, a seguito di esposizione a fitofarmaci utilizzati in agricoltura o di contaminazione ambientale conseguente alla semina del mais conciato con neonicotinoidi, come anche i principi attivi utilizzati nell’alveare per il controllo delle malattie. Vi sono inoltre fattori ambientali di stress, tra cui il basso valore nutrizionale di polline e nettare di alcune colture, la siccità, alcune pratiche apistiche. Si ipotizza infine un effetto immunosoppressivo sulle api, causato dalla combinazione di più fattori tra quelli citati. In considerazione dell’importanza del problema, il Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali avviò nel 2009 l’ampio progetto di ricerca “Apenet: monitoraggio e ricerca in apicoltura”, affidandone la predisposizione e il coordinamento al Consiglio per la Ricerca e la sperimentazione in Agricoltura. Il successivo progetto ministeriale “BeeNet: Apicoltura e ambiente in rete” - tuttora in corso e in carico a CRA, Unità di ricerca di apicoltura e bachicoltura (Bologna), Dipartimento di Scienze e Tecnologie agroambientali dell’Università degli Studi di Bologna e Istituto Zooprofilattico Sperimentale delle Venezie - rappresenta il primo passo verso l’istituzionalizzazione delle attività di monitoraggio e delle segnalazioni in campo apistico, quale risposta alle esigenze dell’apicoltura e alle problematiche che la affliggono. Foto F. Sgolastra

e api sono estremamente sensibili agli antiparassitari. Il numero di api morte davanti all’alveare varia in funzione della tossicità del principio attivo utilizzato, della loro presenza nell’appezzamento o nelle sue vicinanze durante il trattamento, dei mezzi usati per la distribuzione del prodotto, ecc.

Attualmente, con l’insorgere anche di mortalità invernali, si può affermare che il fenomeno riguarda quattro periodi ricorrenti dell’anno: • gennaio-febbraio, alla ripresa dell’attività apistica, in conseguenza di stati di orfanità e/o di insufficienza di scorte; • marzo-aprile, in corrispondenza delle semine primaverili di alcune colture erbacee e dei trattamenti sui fruttiferi; • metà giugno in corrispondenza dei trattamenti sulla vite contro il vettore della flavescenza dorata; • in autunno, nel periodo in cui all’elevata infestazione da parte dell’acaro della varroa, si associa la diffusione di virosi particolarmente letali, che possono anche compromettere il corretto sviluppo delle api invernali.


- RISPETTIAMO LE API nostre PREZIOSE COLLABORATRICI

Il progetto regionale

L’organizzazione dell’alveare Le api, insetti laboriosi per antonomasia, appartenenti alla famiglia degli Apidae, sottofamiglia Apinae e tribù degli Apini, vivono in colonie di circa 35.000-50.000 individui. La regina, la superfemmina dell’alveare, ha il compito principale di deporre le uova (circa 2.000 al giorno) e di garantire la coesione della famiglia emettendo il cosiddetto “feromone o sostanza reale”. Questo feromone svolge funzioni multiple e fondamentali all’interno dell’alveare. Oltre a tener unita la colonia, è anche un potente attrattivo sessuale per i fuchi e ha un’azione inibente verso gli ovari delle api operaie e verso il loro istinto a costruire celle reali per l’allevamento di altre regine. I fuchi, gli individui maschi dell’alveare, sono solo qualche migliaio e hanno il compito di accoppiarsi con le nuove regine. Le altre femmine dell’alveare sono le operaie, che costituiscono la casta più numerosa e quella che svolge la gran parte dei compiti di questa società. Infatti in successione, a seconda dell’età, esse si occupano di tener pulite le celle dove la regina depone le uova e dove vengono immagazzinate le scorte, dopodiché si dedicano all’alimentazione delle larve. Quando le loro ghiandole della cera si sono completamente sviluppate, iniziano a costruire i favi di forma esagonale. A questo punto, prima di intraprendere l’attività di foraggiamento all’esterno dall’alveare per raccogliere le diverse sostanze, in particolare nettare e polline, necessarie al sostentamento della famiglia, le operaie assumono il ruolo di guardiane dell’alveare respingendo gli intrusi (vespe, lepidotteri, piccoli mammiferi, ecc.) e controllando il via vai delle bottinatrici. Le api operaie espletano molte altre mansioni all’interno dell’alveare, come la termoregolazione (ventilando e portando acqua per abbassare la temperatura in estate, oppure radunandosi in glomere per innalzarla in inverno) e la pulizia dell’alveare, normalmente attuata dalle api spazzine che rimuovono le compagne morte e i residui di cera dal fondo dell’alveare. Le bottinatrici, che sono circa un quarto dell’intera popolazione, sono deputate a reperire all’esterno tutto ciò di cui la famiglia ha bisogno per potersi e sviluppare. A tale scopo ciascuna di esse ogni giorno compie in media una decina di viaggi per prelevare nettare, polline, melata, acqua e propoli in un’area di circa 7 km².

L’istituzione di una rete di controllo degli spopolamenti degli alveari e delle mortalità delle api è strategica per poter mettere in atto misure di mitigazione, ma dovrà essere sempre accompagnato dal sistema delle segnalazioni volontarie. Negli ultimi anni sono giunti al CraApi, Unità di Ricerca di Apicoltura e Bachicoltura, centinaia di questionari compilati da singoli apicoltori o dai Servizi Veterinari delle Asl. La maggior parte delle morie denunciate erano avvenute nel periodo corrispondente alle semine primaverili e i residui maggiormente riscontrati nei campioni di api morte, pervenuti e analizzati presso il Cra-Api, appartenevano alla classe dei neonicotinoidi. Nel 2009 è stato approntato uno studio dal titolo “Api e agrofarmaci”, coordinato dal Crpv e finanziato dalla Regione Emilia-Romagna, avente come obiettivo l’ottenimento di specifiche informazioni sulle cause e sull’estensione degli spopolamenti degli alveari e delle mortalità delle api in Emilia Romagna, individuando i periodi e le zone più a rischio. Lo studio ha consentito di intraprendere delle azioni mirate per salvaguardare il patrimonio apistico regionale e di conseguenza, per il fondamentale ruolo delle api nell’impollinazione di molte piante selvatiche e coltivate, tutelare la biodiversità vegetale e le produzioni agricole e valutare, attraverso specifiche analisi, le diverse cause che possono provoca-

è

importante limitare il più possibile l’impiego di principi attivi considerati tossici per le api e comunque evitare di trattare con insetticidi e acaricidi durante la fioritura sia delle colture frutticole sia di erbacee, orticole e sementiere. L’intervento con i fungicidi in tale periodo è ammesso solo quando considerato indispensabile, da effettuarsi nelle ore di minimo volo delle api e a debita distanza dagli alveari.

Foto P. Masotti

C

on interfilare inerbito, se le essenze spontanee sono fiorite occorre procedere al loro sfalcio almeno due giorni prima di effettuare un trattamento fitosanitario. Quest’ultimo va inoltre eseguito al mattino presto o alla sera e in assenza di vento per evitare fenomeni di deriva.

re lo spopolamento degli alveari e la moria delle api. Il lavoro svolto ha creato un collegamento privilegiato con gli apicoltori, gli esperti apistici e le loro Associazioni regionali che sono stati coinvolti sia nella fase di programmazione del progetto che in quella successiva di realizzazione. Oltre agli apicoltori, nell’indagine sono stati coinvolti il Servizio Fitosanitario Regionale e i tecnici agricoli che hanno fornito informazioni riguardanti l’uso dei prodotti fitosanitari sulle diverse colture della regione.

Tab. 1 - Tossicità di alcuni agrofarmaci verso le api adulte Fitofarmaco e principio attivo Dose di impiego Actara 25 WG 30 g/hl (thiamethoxam - 25%) Afidina 25 300 ml/hl (fenitrothion - 25,5%) Alsystin SC 25 ml/hl (triflumuron - 39,4%) Applaud 40 SC 80 ml/hl (buprofezin - 40,5%) Basudin 200 ml/hl (diazinon - 20%) Bioroten 300 g/hl (rotenone - 4%) Calypso 25 ml/hl (thiacloprid - 40,4%) Cascade 50 DC 150 ml/hl (flufenoxuron - 4,7%) Confidor 50 ml/hl (imidacloprid - 17,8%) Contest 35 g/hl (alpha-cypermethrin - 14,5%) Decis jet 120 ml/hl (deltamethrin - 1,63) Dipel HPWP 1000 g/ha (bacillus thuringiensis - 6,4%) Dithane M-45 WP 200 g/hl (mancozeb - 80%) Dursban 75 WG 70 g/hl (chlorpyrifos-ethyl - 75%) Epik 25 g/hl (acetamiprid - 20%) Etilfast 200 ml/hl (chlorpyrifos-ethyl - 22,23%) Euparen Multi 150 g/hl (tolylfluanid - 50%) Fenitrocap 300 ml/hl (fenitrothion - 23,15%) Fenitrofast 300 ml/hl (fenitrothion - 23,15%) Green Guard 330 ml/hl (metarhizium anisopliae - 10%) Imidan 250 g/hl (phosmet - 23,5%) Karate Xpress 140 ml/hl (lambda-cyhalothrin - 2,5%) Knox Out 240 200 ml/hl (diazinon - 23,1%) Laser 30 ml/hl (spinosad - 44,2%) Matacar FL 20 ml/hl (hexythiazox - 24%) Mavrik 30 g/hl (tau-fluvalinate - 21,4%) Metosip l 250 ml/hl (methomyl - 18,5%) Mimic 80 ml/hl (tebufenozide - 23%) Nomolt 50 ml/hl (teflubenzuron - 13,57%) Pennphos 240 220 ml/hl (chlorpyrifos-ethyl - 22,33%) Perfekthion 150 ml/hl (dimethoate - 37,4%) Plenum 40 g/hl (pymetrozine - 50%) Polisenio 1,5 kg/hl (polisolfuro di calcio - 23% s) Polyram DF 200 g/hl (metiram - 71,2%) Prodigy 40 ml/hl (methoxyfenozide - 22,5%) Pyrinex ME 210 ml/hl (chlorpyrifos-ethyl - 23%) Reldan 22 250 ml/hl (chlorpyrifos-methyl - 22,1%) Riphos 300 ml/hl (chlorpyrifos-ethyl - 21,5%) Rufast E-Flo 100 ml/hl (acrinathrin - 7,01%) Show Top 700 ml/hl (rotenone e piretrine - 2% + 0,5%) Smart EW 360 ml/hl (malathion - 40%) Steward 16,5 g/hl (indoxacarb - 30%) Sumit WG 200 g/hl (fenitrothion - 40%) Teppeki 14 g/hl (flonicamid - 50%) Trebon 120 ml/hl (etofenprox - 30%) Trebon Star 100 ml/hl (etofenprox - 15%) Trigard 75 WP 40 g/hl (cyromazine - 75%) Turbofen 35 CS 200 ml/hl (fenitrothion - 35%) Vertimec 1.9 EC 75 ml/hl (abamectin - 1,84%)

Valutate tossicità e pericolosità

Nell’ambito del progetto coordinato dal Crpv, il gruppo di lavoro del Dista dell’Università di Bologna e del CraApi, Unità di Ricerca di Apicoltura e Bachicoltura, ha valutato 49 prodotti commerciali (39 sostanze attive singole o in miscela). Nelle prove di laboratorio la tossicità di ogni prodotto verso le api adulte è stata valutata per ingestione e per contatto indiretto. Al fine di ottenere un dato veloce e pratico per i numerosi prodotti presenti sul mercato (in particolare quelli di recente immissione), si è scelto di saggiarli alla sola dose di campo indicata per ogni formulazione. Nel caso questa fosse diversa per le varie colture, è stata considerata quella relativa al pero. In base alla percentuale di mortalità, corretta con la formula di Schneider-Orelli (rilevata alla 12a ora dall’inizio della prova), il prodotto è stato classificato come “non tossico” (<1%), “leggermente tossico” (1-25%), “moderatamente tossico” (26-50%), “notevolmente tossico” (5175%), “altamente tossico” (76-100%). Le sperimentazioni di semicampo e di campo sono state effettuate seguendo le linee guida EPPO ad eccezione degli interventi chimici per le prove di campo che, diversamente da quanto previsto dai protocolli ufficiali (trattamento in fioritura), sono stati eseguiti, sempre per conseguire un dato pratico e immediatamente fruibile, secondo la prescrizione del prodotto (es. aficida in prefioritura, fungicida in fioritura, ecc.). Le valutazioni hanno previsto non solo il tasso di mortalità delle api prima e dopo l’intervento fitoiatrico, ma, considerando l’alto livello di socialità di questi insetti, anche numerosi altri parametri come la “forza” della famiglia, l’attività di volo e di bottinamento, l’eventuale presenza di residui della sostanza attiva in studio nelle matrici apistiche, la raccolta del polline, ecc. Inoltre vi è da considerare che diversi agrofarmaci possono agire, in un tempo più o meno lungo, anche sulla covata aumentando i tempi di osser-

• Trattamento fitosanitario

vazione rispetto a quelli delle normali sperimentazioni. La classificazione dei prodotti, essendo per questi motivi difficilmente inquadrabile in uno schema numerico, come nel caso delle prove di laboratorio, si articola essenzialmente su una stima qualitativa. In pratica, utilizzando un’appropriata analisi statistica, il giudizio finale si basa sul tempo necessario ai diversi parametri considerati per ritornare ai valori normali, cioè a quelli osservati prima dell’intervento fitoiatrico.

Altri aspetti da approfondire

I prodotti commerciali saggiati in laboratorio (si veda tabella 1) sono risultati “altamente tossici”, rispettivamente per ingestione e per contatto indiretto, nel 46,9% e nel 38,7% dei casi; “notevolmente tossici” nel 4% e nel 6,1%; “moderatamente tossici” nell’8,1% e nel 6,1%; “leggermente tossici” nel 26,5% e nell’8,1%; “non tossici” nel 14,2% e nel 40,8%. Alcuni prodotti commerciali sono stati saggiati anche nelle sperimentazioni di semicampo e di campo. Confidor, Mavrik. Polisenio, Rufast E-Flo e Teppeki sono stati classificati “non pe-

Foto Crpv

ricolosi”, contrariamente al Perfektion (a base di Dimethoate 37,4%) risultato “pericoloso”. I metodi per valutare gli effetti degli agrofarmaci verso le api fino ad ora impiegati si basano fondamentalmente su fenomeni macroscopici come la mortalità e l’attività di bottinamento. A questi basilari studi, che forniscono importanti informazioni sull’azione degli agrofarmaci verso le api, bisognerà in futuro affiancare saggi di tipo comportamentale. Molti dei prodotti fitosanitari in commercio, infatti, possono influire negativamente sull’etologia, sull’orientamento o sul sofisticato processo di memorizzazione delle api determinando un lento ma inesorabile fatale processo di indebolimento dell’alveare. Inoltre considerando che la sensibilità verso lo stesso agrofarmaco da parte di api provenienti da zone diverse, o addirittura da famiglie differenti, può variare considerevolmente (come riportato da diversi lavori scientifici), sarebbe utile condurre le prove per l’autorizzazione all’immissione sul mercato dei prodotti fitosanitari in aree più limitate rispetto a quelle che l’attuale normativa prevede.

Come contenere il danno dei trattamenti chimici? Dovendo intervenire con un trattamento fitosanitario, come comportarsi per salvaguardare questi insetti tanto utili per l’agricoltura. • Prima di tutto occorre limitare il più possibile l’impiego di prodotti considerati tos-

sici per le api e comunque evitare di trattare con insetticidi e acaricidi nel periodo della fioritura, prescrizione che riguarda tutte le colture, siano esse arboree, erbacee, orticole o sementiere. L’intervento con i fungicidi è possibile solo quando risulti assolutamente indispensabile il loro utilizzo e in questo caso andrà eseguito evitando le ore di massimo volo delle api e rispettando il più possibile le postazioni degli alveari in campagna per non colpirli direttamente con il trattamento. Alcuni prodotti insetticidi inoltre riportano in etichetta il tempo che deve trascorrere fra il trattamento e la fioritura della coltura da trattare (ad esempio il PPO, un prodotto molto noto e utilizzato in agricoltura, riporta in etichetta l’indicazione di 10 giorni di anticipo rispetto alla fioritura). Anche nell’etichetta dei prodotti fungicidi che risultino tossici per gli insetti utili vengono segnalati i rischi di nocività (“Tossico per gli insetti utili. Tossico per le api”), sottintendendo in questo modo che il prodotto non deve essere impiegato durante la fioritura della coltura.

• Un altro accorgimento importante riguarda le colture frutticole e viticole con

terreno inerbito: se le essenze spontanee sono in fioritura, bisogna procedere allo sfalcio della vegetazione con un anticipo di almeno 48 ore rispetto al trattamento affinché i fiori appassiscano e non siano più oggetto di attrazione per le api. Lo sfalcio va eseguito al mattino presto o alla sera quando non sono ancora presenti le api, infatti effettuare tale operazione nelle ore centrali della giornata con i fiori aperti significherebbe eseguire un vero e proprio sterminio di api. Il trattamento deve inoltre essere effettuato in assenza di vento, per evitare fenomeni di deriva che potrebbero contaminare la zona circostante.

• Anche la legge tutela i pronubi: a livello nazionale la Legge 24 dicembre 2004, n.

313 “Disciplina dell’apicoltura” affida alle Regioni il compito di individuare le limitazioni nell’uso di prodotti fitosanitari ed erbicidi tossici per le api durante il periodo di fioritura. La Regione Emilia-Romagna è intervenuta attraverso il Decreto Regionale 4 marzo 1991 n. 130, nonché la Legge Regionale 25 agosto 1988, n. 35, che all’art. 15, prescrive: “Al fine di salvaguardare l’ azione pronuba delle api sono vietati i trattamenti con insetticidi, acaricidi e con altri presidi sanitari o comunque tossici per le api, sulle colture ortofrutticole, viticole, sementiere, floricole e ornamentali, durante il periodo di fioritura, dalla schiusura dei petali alla caduta degli stessi”.

Foto Crpv

Livello di tossicità in laboratorio Ingestione Contatto indiretto Altamente tossico

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Altamente tossico (1)

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Leggermente tossico (12a ora) (2) [Altamente tossico (36a ora)] Leggermente tossico

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Moderatamente tossico (12a ora) (2) [Altamente tossico (36a ora)] Altamente tossico

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Leggermente tossico (12a ora) (3) [Notevolmente tossico (24a ora)] Altamente tossico

Notevolmente tossico Altamente tossico

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Leggermente tossico (12a ora) (2) [Notevolmente tossico (36a ora)] Altamente tossico

Altamente tossico Altamente tossico

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Moderatamente tossico

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Altamente tossico

Moderatamente tossico

Nonostante l’alta tossicità rilevata in laboratorio, il prodotto in campo, se utilizzato in modo corretto seguendo le norme tecniche di impiego indicate in etichetta (in particolare l’intervento chimico da effettuarsi a non meno di 10 giorni dall’inizio dell’antesi e in assenza di altre fioriture nelle vicinanze), non risulta pericoloso per le api. (2) Il prodotto, essendo un microincapsulato, espleta la propria azione più lentamente rispetto ad una normale formulazione. Sarebbe opportuno considerare la mortalità alla 36a ora. (3) Il prodotto, che probabilmente sviluppa un certo effetto repellente, è stato consumato completamente solo dopo i tempi previsti dalla prova, per cui la mortalità dovrebbe essere considerata alla 24a ora. (1)


- RISPETTIAMO LE API nostre PREZIOSE COLLABORATRICI

Il progetto regionale

L’organizzazione dell’alveare Le api, insetti laboriosi per antonomasia, appartenenti alla famiglia degli Apidae, sottofamiglia Apinae e tribù degli Apini, vivono in colonie di circa 35.000-50.000 individui. La regina, la superfemmina dell’alveare, ha il compito principale di deporre le uova (circa 2.000 al giorno) e di garantire la coesione della famiglia emettendo il cosiddetto “feromone o sostanza reale”. Questo feromone svolge funzioni multiple e fondamentali all’interno dell’alveare. Oltre a tener unita la colonia, è anche un potente attrattivo sessuale per i fuchi e ha un’azione inibente verso gli ovari delle api operaie e verso il loro istinto a costruire celle reali per l’allevamento di altre regine. I fuchi, gli individui maschi dell’alveare, sono solo qualche migliaio e hanno il compito di accoppiarsi con le nuove regine. Le altre femmine dell’alveare sono le operaie, che costituiscono la casta più numerosa e quella che svolge la gran parte dei compiti di questa società. Infatti in successione, a seconda dell’età, esse si occupano di tener pulite le celle dove la regina depone le uova e dove vengono immagazzinate le scorte, dopodiché si dedicano all’alimentazione delle larve. Quando le loro ghiandole della cera si sono completamente sviluppate, iniziano a costruire i favi di forma esagonale. A questo punto, prima di intraprendere l’attività di foraggiamento all’esterno dall’alveare per raccogliere le diverse sostanze, in particolare nettare e polline, necessarie al sostentamento della famiglia, le operaie assumono il ruolo di guardiane dell’alveare respingendo gli intrusi (vespe, lepidotteri, piccoli mammiferi, ecc.) e controllando il via vai delle bottinatrici. Le api operaie espletano molte altre mansioni all’interno dell’alveare, come la termoregolazione (ventilando e portando acqua per abbassare la temperatura in estate, oppure radunandosi in glomere per innalzarla in inverno) e la pulizia dell’alveare, normalmente attuata dalle api spazzine che rimuovono le compagne morte e i residui di cera dal fondo dell’alveare. Le bottinatrici, che sono circa un quarto dell’intera popolazione, sono deputate a reperire all’esterno tutto ciò di cui la famiglia ha bisogno per potersi e sviluppare. A tale scopo ciascuna di esse ogni giorno compie in media una decina di viaggi per prelevare nettare, polline, melata, acqua e propoli in un’area di circa 7 km².

L’istituzione di una rete di controllo degli spopolamenti degli alveari e delle mortalità delle api è strategica per poter mettere in atto misure di mitigazione, ma dovrà essere sempre accompagnato dal sistema delle segnalazioni volontarie. Negli ultimi anni sono giunti al CraApi, Unità di Ricerca di Apicoltura e Bachicoltura, centinaia di questionari compilati da singoli apicoltori o dai Servizi Veterinari delle Asl. La maggior parte delle morie denunciate erano avvenute nel periodo corrispondente alle semine primaverili e i residui maggiormente riscontrati nei campioni di api morte, pervenuti e analizzati presso il Cra-Api, appartenevano alla classe dei neonicotinoidi. Nel 2009 è stato approntato uno studio dal titolo “Api e agrofarmaci”, coordinato dal Crpv e finanziato dalla Regione Emilia-Romagna, avente come obiettivo l’ottenimento di specifiche informazioni sulle cause e sull’estensione degli spopolamenti degli alveari e delle mortalità delle api in Emilia Romagna, individuando i periodi e le zone più a rischio. Lo studio ha consentito di intraprendere delle azioni mirate per salvaguardare il patrimonio apistico regionale e di conseguenza, per il fondamentale ruolo delle api nell’impollinazione di molte piante selvatiche e coltivate, tutelare la biodiversità vegetale e le produzioni agricole e valutare, attraverso specifiche analisi, le diverse cause che possono provoca-

è

importante limitare il più possibile l’impiego di principi attivi considerati tossici per le api e comunque evitare di trattare con insetticidi e acaricidi durante la fioritura sia delle colture frutticole sia di erbacee, orticole e sementiere. L’intervento con i fungicidi in tale periodo è ammesso solo quando considerato indispensabile, da effettuarsi nelle ore di minimo volo delle api e a debita distanza dagli alveari.

Foto P. Masotti

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on interfilare inerbito, se le essenze spontanee sono fiorite occorre procedere al loro sfalcio almeno due giorni prima di effettuare un trattamento fitosanitario. Quest’ultimo va inoltre eseguito al mattino presto o alla sera e in assenza di vento per evitare fenomeni di deriva.

re lo spopolamento degli alveari e la moria delle api. Il lavoro svolto ha creato un collegamento privilegiato con gli apicoltori, gli esperti apistici e le loro Associazioni regionali che sono stati coinvolti sia nella fase di programmazione del progetto che in quella successiva di realizzazione. Oltre agli apicoltori, nell’indagine sono stati coinvolti il Servizio Fitosanitario Regionale e i tecnici agricoli che hanno fornito informazioni riguardanti l’uso dei prodotti fitosanitari sulle diverse colture della regione.

Tab. 1 - Tossicità di alcuni agrofarmaci verso le api adulte Fitofarmaco e principio attivo Dose di impiego Actara 25 WG 30 g/hl (thiamethoxam - 25%) Afidina 25 300 ml/hl (fenitrothion - 25,5%) Alsystin SC 25 ml/hl (triflumuron - 39,4%) Applaud 40 SC 80 ml/hl (buprofezin - 40,5%) Basudin 200 ml/hl (diazinon - 20%) Bioroten 300 g/hl (rotenone - 4%) Calypso 25 ml/hl (thiacloprid - 40,4%) Cascade 50 DC 150 ml/hl (flufenoxuron - 4,7%) Confidor 50 ml/hl (imidacloprid - 17,8%) Contest 35 g/hl (alpha-cypermethrin - 14,5%) Decis jet 120 ml/hl (deltamethrin - 1,63) Dipel HPWP 1000 g/ha (bacillus thuringiensis - 6,4%) Dithane M-45 WP 200 g/hl (mancozeb - 80%) Dursban 75 WG 70 g/hl (chlorpyrifos-ethyl - 75%) Epik 25 g/hl (acetamiprid - 20%) Etilfast 200 ml/hl (chlorpyrifos-ethyl - 22,23%) Euparen Multi 150 g/hl (tolylfluanid - 50%) Fenitrocap 300 ml/hl (fenitrothion - 23,15%) Fenitrofast 300 ml/hl (fenitrothion - 23,15%) Green Guard 330 ml/hl (metarhizium anisopliae - 10%) Imidan 250 g/hl (phosmet - 23,5%) Karate Xpress 140 ml/hl (lambda-cyhalothrin - 2,5%) Knox Out 240 200 ml/hl (diazinon - 23,1%) Laser 30 ml/hl (spinosad - 44,2%) Matacar FL 20 ml/hl (hexythiazox - 24%) Mavrik 30 g/hl (tau-fluvalinate - 21,4%) Metosip l 250 ml/hl (methomyl - 18,5%) Mimic 80 ml/hl (tebufenozide - 23%) Nomolt 50 ml/hl (teflubenzuron - 13,57%) Pennphos 240 220 ml/hl (chlorpyrifos-ethyl - 22,33%) Perfekthion 150 ml/hl (dimethoate - 37,4%) Plenum 40 g/hl (pymetrozine - 50%) Polisenio 1,5 kg/hl (polisolfuro di calcio - 23% s) Polyram DF 200 g/hl (metiram - 71,2%) Prodigy 40 ml/hl (methoxyfenozide - 22,5%) Pyrinex ME 210 ml/hl (chlorpyrifos-ethyl - 23%) Reldan 22 250 ml/hl (chlorpyrifos-methyl - 22,1%) Riphos 300 ml/hl (chlorpyrifos-ethyl - 21,5%) Rufast E-Flo 100 ml/hl (acrinathrin - 7,01%) Show Top 700 ml/hl (rotenone e piretrine - 2% + 0,5%) Smart EW 360 ml/hl (malathion - 40%) Steward 16,5 g/hl (indoxacarb - 30%) Sumit WG 200 g/hl (fenitrothion - 40%) Teppeki 14 g/hl (flonicamid - 50%) Trebon 120 ml/hl (etofenprox - 30%) Trebon Star 100 ml/hl (etofenprox - 15%) Trigard 75 WP 40 g/hl (cyromazine - 75%) Turbofen 35 CS 200 ml/hl (fenitrothion - 35%) Vertimec 1.9 EC 75 ml/hl (abamectin - 1,84%)

Valutate tossicità e pericolosità

Nell’ambito del progetto coordinato dal Crpv, il gruppo di lavoro del Dista dell’Università di Bologna e del CraApi, Unità di Ricerca di Apicoltura e Bachicoltura, ha valutato 49 prodotti commerciali (39 sostanze attive singole o in miscela). Nelle prove di laboratorio la tossicità di ogni prodotto verso le api adulte è stata valutata per ingestione e per contatto indiretto. Al fine di ottenere un dato veloce e pratico per i numerosi prodotti presenti sul mercato (in particolare quelli di recente immissione), si è scelto di saggiarli alla sola dose di campo indicata per ogni formulazione. Nel caso questa fosse diversa per le varie colture, è stata considerata quella relativa al pero. In base alla percentuale di mortalità, corretta con la formula di Schneider-Orelli (rilevata alla 12a ora dall’inizio della prova), il prodotto è stato classificato come “non tossico” (<1%), “leggermente tossico” (1-25%), “moderatamente tossico” (26-50%), “notevolmente tossico” (5175%), “altamente tossico” (76-100%). Le sperimentazioni di semicampo e di campo sono state effettuate seguendo le linee guida EPPO ad eccezione degli interventi chimici per le prove di campo che, diversamente da quanto previsto dai protocolli ufficiali (trattamento in fioritura), sono stati eseguiti, sempre per conseguire un dato pratico e immediatamente fruibile, secondo la prescrizione del prodotto (es. aficida in prefioritura, fungicida in fioritura, ecc.). Le valutazioni hanno previsto non solo il tasso di mortalità delle api prima e dopo l’intervento fitoiatrico, ma, considerando l’alto livello di socialità di questi insetti, anche numerosi altri parametri come la “forza” della famiglia, l’attività di volo e di bottinamento, l’eventuale presenza di residui della sostanza attiva in studio nelle matrici apistiche, la raccolta del polline, ecc. Inoltre vi è da considerare che diversi agrofarmaci possono agire, in un tempo più o meno lungo, anche sulla covata aumentando i tempi di osser-

• Trattamento fitosanitario

vazione rispetto a quelli delle normali sperimentazioni. La classificazione dei prodotti, essendo per questi motivi difficilmente inquadrabile in uno schema numerico, come nel caso delle prove di laboratorio, si articola essenzialmente su una stima qualitativa. In pratica, utilizzando un’appropriata analisi statistica, il giudizio finale si basa sul tempo necessario ai diversi parametri considerati per ritornare ai valori normali, cioè a quelli osservati prima dell’intervento fitoiatrico.

Altri aspetti da approfondire

I prodotti commerciali saggiati in laboratorio (si veda tabella 1) sono risultati “altamente tossici”, rispettivamente per ingestione e per contatto indiretto, nel 46,9% e nel 38,7% dei casi; “notevolmente tossici” nel 4% e nel 6,1%; “moderatamente tossici” nell’8,1% e nel 6,1%; “leggermente tossici” nel 26,5% e nell’8,1%; “non tossici” nel 14,2% e nel 40,8%. Alcuni prodotti commerciali sono stati saggiati anche nelle sperimentazioni di semicampo e di campo. Confidor, Mavrik. Polisenio, Rufast E-Flo e Teppeki sono stati classificati “non pe-

Foto Crpv

ricolosi”, contrariamente al Perfektion (a base di Dimethoate 37,4%) risultato “pericoloso”. I metodi per valutare gli effetti degli agrofarmaci verso le api fino ad ora impiegati si basano fondamentalmente su fenomeni macroscopici come la mortalità e l’attività di bottinamento. A questi basilari studi, che forniscono importanti informazioni sull’azione degli agrofarmaci verso le api, bisognerà in futuro affiancare saggi di tipo comportamentale. Molti dei prodotti fitosanitari in commercio, infatti, possono influire negativamente sull’etologia, sull’orientamento o sul sofisticato processo di memorizzazione delle api determinando un lento ma inesorabile fatale processo di indebolimento dell’alveare. Inoltre considerando che la sensibilità verso lo stesso agrofarmaco da parte di api provenienti da zone diverse, o addirittura da famiglie differenti, può variare considerevolmente (come riportato da diversi lavori scientifici), sarebbe utile condurre le prove per l’autorizzazione all’immissione sul mercato dei prodotti fitosanitari in aree più limitate rispetto a quelle che l’attuale normativa prevede.

Come contenere il danno dei trattamenti chimici? Dovendo intervenire con un trattamento fitosanitario, come comportarsi per salvaguardare questi insetti tanto utili per l’agricoltura. • Prima di tutto occorre limitare il più possibile l’impiego di prodotti considerati tos-

sici per le api e comunque evitare di trattare con insetticidi e acaricidi nel periodo della fioritura, prescrizione che riguarda tutte le colture, siano esse arboree, erbacee, orticole o sementiere. L’intervento con i fungicidi è possibile solo quando risulti assolutamente indispensabile il loro utilizzo e in questo caso andrà eseguito evitando le ore di massimo volo delle api e rispettando il più possibile le postazioni degli alveari in campagna per non colpirli direttamente con il trattamento. Alcuni prodotti insetticidi inoltre riportano in etichetta il tempo che deve trascorrere fra il trattamento e la fioritura della coltura da trattare (ad esempio il PPO, un prodotto molto noto e utilizzato in agricoltura, riporta in etichetta l’indicazione di 10 giorni di anticipo rispetto alla fioritura). Anche nell’etichetta dei prodotti fungicidi che risultino tossici per gli insetti utili vengono segnalati i rischi di nocività (“Tossico per gli insetti utili. Tossico per le api”), sottintendendo in questo modo che il prodotto non deve essere impiegato durante la fioritura della coltura.

• Un altro accorgimento importante riguarda le colture frutticole e viticole con

terreno inerbito: se le essenze spontanee sono in fioritura, bisogna procedere allo sfalcio della vegetazione con un anticipo di almeno 48 ore rispetto al trattamento affinché i fiori appassiscano e non siano più oggetto di attrazione per le api. Lo sfalcio va eseguito al mattino presto o alla sera quando non sono ancora presenti le api, infatti effettuare tale operazione nelle ore centrali della giornata con i fiori aperti significherebbe eseguire un vero e proprio sterminio di api. Il trattamento deve inoltre essere effettuato in assenza di vento, per evitare fenomeni di deriva che potrebbero contaminare la zona circostante.

• Anche la legge tutela i pronubi: a livello nazionale la Legge 24 dicembre 2004, n.

313 “Disciplina dell’apicoltura” affida alle Regioni il compito di individuare le limitazioni nell’uso di prodotti fitosanitari ed erbicidi tossici per le api durante il periodo di fioritura. La Regione Emilia-Romagna è intervenuta attraverso il Decreto Regionale 4 marzo 1991 n. 130, nonché la Legge Regionale 25 agosto 1988, n. 35, che all’art. 15, prescrive: “Al fine di salvaguardare l’ azione pronuba delle api sono vietati i trattamenti con insetticidi, acaricidi e con altri presidi sanitari o comunque tossici per le api, sulle colture ortofrutticole, viticole, sementiere, floricole e ornamentali, durante il periodo di fioritura, dalla schiusura dei petali alla caduta degli stessi”.

Foto Crpv

Livello di tossicità in laboratorio Ingestione Contatto indiretto Altamente tossico

Altamente tossico

Altamente tossico

Altamente tossico

Non tossico

Non tossico

Leggermente tossico

Non tossico

Altamente tossico

Altamente tossico

Leggermente tossico

Non tossico

Moderatamente tossico

Non tossico

Non tossico

Non tossico

Altamente tossico (1)

Notevolmente tossico

Altamente tossico

Leggermente tossico

Moderatamente tossico

Non tossico

Non tossico

Non tossico

Leggermente tossico

Leggermente tossico

Altamente tossico

Altamente tossico

Leggermente tossico

Non tossico

Leggermente tossico (12a ora) (2) [Altamente tossico (36a ora)] Leggermente tossico

Altamente tossico

Moderatamente tossico (12a ora) (2) [Altamente tossico (36a ora)] Altamente tossico

Altamente tossico

Non tossico

Altamente tossico

Leggermente tossico

Non tossico

Altamente tossico

Altamente tossico

Leggermente tossico (12a ora) (3) [Notevolmente tossico (24a ora)] Altamente tossico

Notevolmente tossico Altamente tossico

Altamente tossico

Altamente tossico

Leggermente tossico

Leggermente tossico

Non tossico

Non tossico

Altamente tossico

Altamente tossico

Leggermente tossico

Non tossico

Leggermente tossico

Non tossico

Moderatamente tossico

Altamente tossico

Altamente tossico

Altamente tossico

Leggermente tossico

Non tossico

Non tossico

Non tossico

Leggermente tossico

Non tossico

Non tossico

Non tossico

Leggermente tossico (12a ora) (2) [Notevolmente tossico (36a ora)] Altamente tossico

Altamente tossico Altamente tossico

Altamente tossico

Altamente tossico

Leggermente tossico

Moderatamente tossico

Altamente tossico

Non tossico

Altamente tossico

Notevolmente tossico

Moderatamente tossico

Leggermente tossico

Altamente tossico

Altamente tossico

Leggermente tossico

Non tossico

Altamente tossico

Altamente tossico

Altamente tossico

Moderatamente tossico

Non tossico

Non tossico

Altamente tossico

Altamente tossico

Altamente tossico

Moderatamente tossico

Nonostante l’alta tossicità rilevata in laboratorio, il prodotto in campo, se utilizzato in modo corretto seguendo le norme tecniche di impiego indicate in etichetta (in particolare l’intervento chimico da effettuarsi a non meno di 10 giorni dall’inizio dell’antesi e in assenza di altre fioriture nelle vicinanze), non risulta pericoloso per le api. (2) Il prodotto, essendo un microincapsulato, espleta la propria azione più lentamente rispetto ad una normale formulazione. Sarebbe opportuno considerare la mortalità alla 36a ora. (3) Il prodotto, che probabilmente sviluppa un certo effetto repellente, è stato consumato completamente solo dopo i tempi previsti dalla prova, per cui la mortalità dovrebbe essere considerata alla 24a ora. (1)


- RISPETTIAMO LE API nostre PREZIOSE COLLABORATRICI

Servizio di impollinazione, sempre più utile e necessario Aumento dell’allegagione, della pezzatura e qualità dei frutti, della quantità e vitalità delle sementi sono solo alcuni dei risultati conseguibili grazie al servizio di impollinazione incrociata con insetti pronubi e fra questi al primo posto, per importanza ed efficacia, con le api.

“S

e le api si estinguessero, all’uomo resterebbero 4 anni di vita”. Questa affermazione, riferita soprattutto all’instancabile lavoro svolto dalle api a favore dell’ecosistema, risulta ancora più vera in un territorio quale quello dell’Emilia Romagna. Questa regione è infatti a livello nazionale quella a maggiore vocazione verso colture altamente specializzate che necessitano del servizio di impollinazione per la loro buona riuscita. In un panorama agricolo caratterizzato dall’impiego massiccio di agrofarmaci e dalla progressiva scomparsa di biodiversità e flora spontanea, da sempre habitat naturale della maggior parte degli impollinatori selvatici, le api e gli apicoltori stanno diventando ormai indispensabili con la loro attività.

Il primato delle api

Ogni anno si registra un aumento del numero di aziende agricole che richiedono, per migliorare la redditività delle loro colture, la presenza di alveari nel momento delle fioriture. Aumento di percentuale di allegagione, dimensioni e qualità dei frutti nonché di quantità e vitalità delle sementi sono solo alcuni dei benefici apportati dalle api attraverso l’impollinazione incrociata, per mezzo della quale individui della stessa specie con caratteri genetici diversi possono venire in contatto e apportare caratteristiche migliori alla loro discendenza. Le api sono e restano lo strumento di impollinazione più efficace, preciso e indispensabile per quelle specie botaniche (entomofile) che si

Costi del servizio di impollinazione Coltura

Alveari/ettaro

Prezzo (€)*

Albicocco

6-8 24,00

Melo

5-8 24,00

Susino

8-10 22,00

Pero

8-10 25,00

Melo e ciliegio extra-regione**

8-10

33,00

Kiwi verde

8-10

28,00

Kiwi giallo

8-10

50,00

Cavolo campo aperto

4-6

34,50

Colture orticole estive campo aperto

4-6

22,00

Girasole

4-6 22,00

Erba medica

4-6

-

affidano al lavoro degli insetti pronubi per la loro sopravvivenza e riproduzione. Inoltre le api presenti in ciascuna unità allevata sono per numero superiori a qualsiasi altra specie di insetti impollinatori: basti pensare che un alveare può possedere fino a 20.000 api bottinatrici. Esse garantiscono inoltre un’assoluta fedeltà di bottinamento e impollinazione, grazie al linguaggio delle danze, con il quale le operaie “mettono in rete” informazioni relative all’ubicazione e al tipo di piante da individuare nell’ambiente. In termini economici si stima che a livello nazionale il servizio di impollinazione comporti un reddito diretto in termini di produzione agricola compreso tra i 1.500 e i 2.600 milioni di euro – come indicato dal Documento programmatico per il settore apistico, Legge 24/12/2004 n. 313. Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali - con un valore altrettanto rilevante in termini di salvaguardia dell’ambiente e della biodiversità. Apicoltura e biodiversità sono interdipendenti e attraverso l’impollinazione, le colonie di api forniscono un servizio ambientale di primaria importanza, oltre a salvaguardare un modello produttivo sostenibile nell’ambiente rurale. Infine l’impollinazione si configura ormai da anni come attività apistica vera e propria, in grado di fornire una componente di reddito anche significativa all’apicoltore in cambio di un servizio reso con professionalità.

Per favorire l’attività dei pronubi • Individuare e rispettare la corretta epoca di introduzione degli alveari in campo, evitando che immissioni precoci indirizzino le api verso altre fioriture o viceversa che ritardi eccessivi compromettano la qualità del servizio. • Evitare trattamenti insetticidi, in particolare se sistemici, durante la permanenza degli alveari e nei giorni antecedenti il loro arrivo, per evitare che le fioriture non risultino più attrattive per le api. • Ridurre - se non è possibile evitarli - i trattamenti con fungicidi o scegliere quelli meglio tollerati dagli impollinatori e dai fiori, in quanto alcuni prodotti hanno un effetto repellente nei confronti delle api e possono influire negativamente sulla germinabilità dei pollini. • Sfalciare il cotico erboso prima dell’arrivo degli alveari, in modo da ridurre fonti di approvvigionamento alternative alle colture da impollinare. • Prediligere un orientamento sud, sud-est degli alveari, per consentire una massimizzazione delle ore di luce e consentire un precoce risveglio delle bottinatrici nelle giornate primaverili. • Rispettare il corretto carico di alveari per superficie, diverso a seconda delle colture da impollinare, come riportato in tabella. • Evitare l’apertura di tendoni antigrandine una volta che gli alveari siano arrivati in azienda. • Effettuare i trattamenti non insetticidi, se necessari, preferibilmente in periodi della giornata in cui le bottinatrici non risultano presenti sui fiori (mattina presto o alla sera all’imbrunire).

UNIONE EUROPEA Fondo Europeo Agricolo per lo Sviluppo Rurale: l’Europa investe nelle zone rurali

RISPETTIAMO LE API

nostre PREZIOSE COLLABORATRICI Il contributo delle api all’agricoltura è fondamentale, tanto più in Emilia Romagna dove è presente una quota rilevante degli alveari italiani. Grazie all’impollinazione di fruttiferi e seminativi, infatti, esse sono in grado di accrescere sensibilmente la quantità e la qualità delle produzioni, oltre a svolgere un ruolo insostituibile nella salvaguardia della biodiversità. In considerazione dell’allarmante fenomeno di mortalità delle api e di spopolamento degli alveari, un progetto regionale ha valutato, in campo e in laboratorio, l’effetto degli agrofarmaci nei confronti di questi insetti, consentendo di classificarli in base al grado di tossicità.

L

e api sono un fattore primario di produzione per l’agricoltura, in particolare in Emilia Romagna dove è presente circa il 10% degli alveari italiani. Da diversi anni manifestazioni di mortalità o di spopolamento di famiglie di api vengono segnalati in numerosi Paesi, tra cui l’Italia. Di recente tali episodi hanno assunto aspetti particolarmente preoccupanti, tanto da mettere a rischio l’attività impollinatrice dell’ape e, di conseguenza, la produzione delle colture che si avvantaggiano dell’opera di bottinamento delle api (melo, pero, susino, ciliegio, albicocco, pesco, kaki, castagno, fragola, cavolo, lattuga, radicchio, peperone, melone, cocomero, cipolla, erba medica, ecc.).

* IVA esclusa. ** Trentino Alto Adige.

Quattro picchi di mortalità

Obbligo di comunicazione Come indicato nel Regolamento della Regione Emilia-Romagna n. 18/1995, gli apicoltori che intendano spostare i propri alveari devono darne comunicazione scritta alla Provincia di destinazione entro il mese di febbraio di ogni anno.

Testi a cura di: Claudio Porrini Università di Bologna, Dipartimento di Scienze Agrarie

Maria Grazia Tommasini Centro Ricerche Produzioni Vegetali

NOVEmbre 2012

Guido Ghermandi - Agrites Scarl Coordinatore Servizi di Sviluppo Agricolo

Andrea Besana Associazione Apicoltori Felsinei - Bologna in collaborazione con Associazione Provinciale Apicoltori Piacentini, Associazione Apicoltori Reggio Parma, Associazione Romagnola Apicoltori, Associazione Forlivese Apicoltori, Conapi - Consorzio Nazionale Apicoltori

Redazione: Agen.Ter. - Agenzia territoriale per la sostenibilità alimentare, agro-ambientale ed energetica Grafica: PH5 Stampa: Gescom

Progetto realizzato da Centro Ricerche Produzioni Vegetali con il finanziamento del Programma di Sviluppo Rurale dell’Emilia-Romagna 2007-2013, Misura 111 Azione 2 “Azioni trasversali di supporto al sistema della conoscenza”.

Direzione Generale Agricoltura

L’incidenza del fenomeno in Emilia Romagna, considerando perdite parziali o totali di alveari, si traduce in una perdita economica valutabile mediamente in 66 milioni di euro all’anno, dovuta alla mancata impollinazione in agricoltura, mancata produzione apistica e perdita di famiglie di api. Il controllo dello spopolamento degli alveari e della mortalità delle api, in atto in diversi Paesi europei, in Italia non è ancora sufficientemente articolato. In assenza di un’efficace rete di monitoraggio, fino a oggi lo studio del fenomeno è avvenuto tramite il sistema delle segnalazioni volontarie. In Italia le prime segnalazioni degli apicoltori riguardo alle morie di api e agli spopolamenti degli alveari risalgono al 1999, relative principalmente al periodo primaverile-estivo e concomitanti con le pratiche agronomiche connesse alla semina del mais.

L

Indagini sull’origine di morie e spopolamenti Negli ultimi anni in numerosi Paesi, tra cui l’Italia, sono stati segnalati fenomeni di mortalità o di spopolamento di famiglie di api in alcuni casi di dimensioni allarmanti. Nei diversi territori il fenomeno è stato attribuito a cause ambientali e parassiti di varia natura. Tra i parassiti varroa, malattie emergenti, il virus israeliano della paralisi acuta. Tra le cause ambientali si citano gli avvelenamenti da pesticidi, a seguito di esposizione a fitofarmaci utilizzati in agricoltura o di contaminazione ambientale conseguente alla semina del mais conciato con neonicotinoidi, come anche i principi attivi utilizzati nell’alveare per il controllo delle malattie. Vi sono inoltre fattori ambientali di stress, tra cui il basso valore nutrizionale di polline e nettare di alcune colture, la siccità, alcune pratiche apistiche. Si ipotizza infine un effetto immunosoppressivo sulle api, causato dalla combinazione di più fattori tra quelli citati. In considerazione dell’importanza del problema, il Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali avviò nel 2009 l’ampio progetto di ricerca “Apenet: monitoraggio e ricerca in apicoltura”, affidandone la predisposizione e il coordinamento al Consiglio per la Ricerca e la sperimentazione in Agricoltura. Il successivo progetto ministeriale “BeeNet: Apicoltura e ambiente in rete” - tuttora in corso e in carico a CRA, Unità di ricerca di apicoltura e bachicoltura (Bologna), Dipartimento di Scienze e Tecnologie agroambientali dell’Università degli Studi di Bologna e Istituto Zooprofilattico Sperimentale delle Venezie - rappresenta il primo passo verso l’istituzionalizzazione delle attività di monitoraggio e delle segnalazioni in campo apistico, quale risposta alle esigenze dell’apicoltura e alle problematiche che la affliggono. Foto F. Sgolastra

e api sono estremamente sensibili agli antiparassitari. Il numero di api morte davanti all’alveare varia in funzione della tossicità del principio attivo utilizzato, della loro presenza nell’appezzamento o nelle sue vicinanze durante il trattamento, dei mezzi usati per la distribuzione del prodotto, ecc.

Attualmente, con l’insorgere anche di mortalità invernali, si può affermare che il fenomeno riguarda quattro periodi ricorrenti dell’anno: • gennaio-febbraio, alla ripresa dell’attività apistica, in conseguenza di stati di orfanità e/o di insufficienza di scorte; • marzo-aprile, in corrispondenza delle semine primaverili di alcune colture erbacee e dei trattamenti sui fruttiferi; • metà giugno in corrispondenza dei trattamenti sulla vite contro il vettore della flavescenza dorata; • in autunno, nel periodo in cui all’elevata infestazione da parte dell’acaro della varroa, si associa la diffusione di virosi particolarmente letali, che possono anche compromettere il corretto sviluppo delle api invernali.


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