wine surf Paper Project.it / LUGLIO / ottobre 2013 2013
Un grande Amarone.
Un borgo ristrutturato e la sagra del Marrone (Dop)
La notizia è fresca fresca. L’Amarone Fracastoro 2005 di casa Villabella sarà fra i Vini delle Eccellenze nella Guida L’Espresso 2014. Bel risultato per un’azienda nata nel 1971 nel cuore della zona di produzione del Bardolino. Con oltre 200 ettari di vigna in proprietà, sparsi nelle migliori Doc del Veneto, il marchio Villabella produce una varietà di vini che vanno dal Lugana e il Soave fino, appunto, all’Amarone. Un riconoscimento, quello attribuito al Fracastoro 2005, che premia lo sforzo di questa azienda familiare volto al raggiungimento di livelli qualitativi sempre più alti, come testimonia il palmares 2013, che vanta riconoscimenti in concorsi vinicoli e sulla stampa dalla Germania agli Stati Uniti. Per provare questo vino mi sono precipitato dalle parti del Garda a Villa Cordevigo, splendida proprietà circondata dalle vigne. Si tratta di un antico borgo del ‘700 ristrutturato e trasformato in Wine Relais 5 stelle. L’arrivo è di grande effetto: una stradina attraversa le vigne per poi proseguire fra due ali di cipressi. Oltre il portale del ‘500 il cortile con la chiesetta, le fontane e gli edifici colorati che, al crepuscolo, regalano un colpo d’occhio emozionante. Una trentina di camere, alcune affacciate sul parco secolare, che offrono ogni comfort e tanto charme. Dal giugno di quest’anno è in funzione anche una spa con saune, bagno turco, idromassaggi e trattamenti. Assolutamente da provare il lettino “nuvola”. Ti sdrai, chiudi gli occhi per una mezz’oretta ed è come dormire 8 ore. Insomma, non c’è più bisogno di sprecare la notte per riposare…. Il clou arriva la sera, quando entro nel ristorante L’Oseleta per la degustazione dei vini durante la cena preparata da mitico Giuseppe D’Aquino, chef che io considero formidabile, che stimo senza mezze misure e che mi ha già esaltato in altre occasioni. Cominciamo con una bottiglia di Villa Cordevigo bianco 2006. Ottenuto da uve Garganega e Sauvignon provenienti dalle vigne che circondano la villa: è un vino seducente, ampio, rotondo. Dopo 7 anni ha raggiunto una maturità sensuale e lo bevo a temperatura ambiente, perché possa sprigionare tutto il suo potenziale olfattivo (erotico). Lo chef è scatenato. Arrivano nell’ordine: una tartara di gamberi rossi con crema d’ostriche (sexy), un crudo di ricciola con caprino, sorbetto al sedano e acqua di pomodoro del
piennulo (esaltante) e un trancio di baccalà con patata all’olio del Garda, escabeche di zucchine e guazzetto di provola. E questo per gli antipasti. La bottiglia del Codevigo 2006, che si è destreggiato così bene fino ad ora, tradisce un livello pericolosamente basso. Devo assolutamente farla durare fino all’intervento dei rossi. Ecco il primo. No, i primi: linguine aglio, olio e peperoncino con 4 crudi (da urlare) e poi uno dei miei piatti preferiti, i paccheri di Gragnano con la burrata e i pomo- INQUADRA CON IL TUO SMARTPHONE PER LEGGERE L’INTERO ARTICOLO! dorini del piennulo, un trionfo mediterraneo. Sul secondo, branzino d’amo, patata rossa, spugnole e tartufo estivo, provo sia il bianco che il Villa Cordevigo, rosso anch’esso 2006. Quest’ultimo è un vino ottenuto da uve Corvina, Cabernet Sauvignon e Merlot di grande struttura e complessità. Vino che a me piace molto, ma con questo abbinamento è il bianco che la spunta ancora. Per accomodare i rossi, resisto alla proposta dello chef che, nel tentativo di uccidermi, cerca di farmi mangiare un maialino da latte al forno, e passo ai formaggi. Una cosina leggera leggera col pane fatto in casa. Finalmente mi godo questo grande Fracastoro 2005, ancor giovane ma già in beva. Ottenuto da uve Corvina, Rondinella e Corvinone, pigiate dopo 120 giorni di appassimento sui graticci. Al naso regala una sinfonia di frutti a bacca rossa e nera che si evolve fino alle spezie, la cannella, il chiodo di garofano, il tabacco, il cacao. In bocca è vellutato, morbido, avvolgente. Insomma un vino da portare in camera. La notte scivola via verso un mattino d’autunno che profuma di boschi e delle brioche che il grande D’Aquino sforna personalmente per la colazione. A questo punto bisogna risolversi a lasciare questo paradiso e andare alla scoperta dei dintorni. Villa Cordevigo è la base ideale per muoversi lungo la sponda orientale del Garda, è a due passi da Verona e si trova al centro di una rete di stradine che promettono di perdersi fra le vigne di varie Doc. Visto che è autunno e visto che siamo a pochi chilometri da San Zeno di Montagna, ecco l’occasione per andare a dare un’occhiata alla Festa del Marrone Dop, giunta alla sua 10 edizione. Ricette, piatti, prodotti, acquisti, convegni, manifestazioni folkloristiche, tre weekend (fino ai primi di novembre) dedicati quella castagna che, in una decina d’anni, grazie al lavoro di un pugno di persone che hanno consentito la nascita di un consorzio e il riconoscimento da parte della Comunità Europea, è tornata a essere protagonista del territorio e risorsa per le comunità locali. Passeggiando fra le bancarelle, profumo dopo profumo, mi viene fame. Così mi tocca attraversare la strada ed entrare al ristorante dell’Hotel Sole, mettere le gambe sotto il tavolo e assaggiare il loro menù della castagna. Da non perdere la minestra di castagne, servita in una ciotola di pane casereccio, e i tortelli al ripieno di castagna. Per finire un tortino cioccolato caldo con cuore di castagne. Forse per smaltire dovrei tornare a Milano a piedi, magari con uno zaino di sassi sulle spalle.
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