“Sologno, e poi Parigi”. Per una topologia della formazione malaguzziana

Page 1

1

“Sologno, e poi Parigi”. Per una topologia della formazione malaguzziana1 1. Luoghi da abitare… Si può tentare di stabilire un percorso formativo per luoghi nel cammino percorso da Loris Malaguzzi?2 Il criterio topologico viene esplicitamente suggerito in un suo dattiloscritto autobiografico. É un reperto di memoria - come tale è stato ritrovato da Laura Artioli in deposito, presso le carte private in possesso del figlio - di estremo interesse, giacché tradisce un lungo e solitario lavoro alchimistico: l’autore vi ha significativamente fatto “precipitare” i composti contraddittori dell’esperienza per trarne un frammento di verità autobiografica. 3 Siamo dinanzi a una verità esperienziale, tanto più suggestiva in quanto richiede d’essere situata nello spazio per farsi tramandare. Se è vero ciò che dice Wittgenstein che è importante sapere dei luoghi dove si parla, io ne ho avuti tre di luoghi dove ho appreso a parlare e a vivere .4

Il primo luogo ad essere enunciato è Sologno, paese montano alle falde del Prampa, nell’Alto Appennino Reggiano. Si tratta, inoltre, del solo luogo dello spirito che abbia una consistenza geografica, trovandosi affiancato ad una costruzione simbolica - l’asilo sorto nel 1945 dalle ceneri della guerra a Villa Cella - e ad una cesura epocale che vi assume valenza metaforica, la Liberazione. L’esperienza di Cella, cui se ne affiancarono immediatamente altre grazie all’impegno dell’Unione Donne Italiane e di alcuni Comitati di Liberazione Nazionale, risulta oggi ricompresa e dunque rimemorata in funzione di quella più complessiva delle scuole comunali dell’infanzia di Reggio Emilia.5 Questo testo è apparso su “Ricerche Storiche”, a. XXXII, n. 86, dicembre 1998, pp. 31-51; viene qui ripresentato con lievi rimaneggiamenti stilistici. “Sologno, e poi Parigi” è un detto popolare diffuso in questa località dell’Appennino reggiano. 2 L’esperienza pedagogica di Loris Malaguzzi (Correggio, 1920-Reggio Emilia, 1994) si trova oggi al centro di numerosi studi, per la notorietà internazionale acquisita dalle scuole comunali dell’infanzia di Reggio Emilia. Il presente articolo venne concepito sull’onda di un progetto di ricerca condotto da Istoreco per conto del Comune di Reggio Emilia, della Reggio Children srl e dell’Associazione Amici di Reggio Children dal titolo “La cultura dell’infanzia e l’esperienza delle scuole materne comunali di Reggio Emilia”; ricerca poi sfociata nel testo curato da Ettore Borghi, Antonio Canovi, Ombretta Lorenzi, Una storia presente. L’esperienza delle scuole comunali dell’infanzia a Reggio Emilia, Rs Libri, Reggio Emilia, 2001. 3 Loris Malaguzzi, Che io infilassi la strada dell’insegnare, a cura di Laura Artioli, “Ricerche Storiche” n. 84, maggio 1998; la curatrice, confrontando tre diverse versioni, ha posto in luce qualche incertezza dell’autore circa il numero reale di questi “luoghi” (tre, o soltanto due?). 4 Ib., cfr. p. 51. 5 Renzo Barazzoni, Mattone su mattone. Storia della scuola per i bambini 25 aprile di Villa Cella, Assessorato SCI e nidi comunali, Reggio Emilia, 1985. 1


Turn static files into dynamic content formats.

Create a flipbook
Issuu converts static files into: digital portfolios, online yearbooks, online catalogs, digital photo albums and more. Sign up and create your flipbook.
“Sologno, e poi Parigi”. Per una topologia della formazione malaguzziana by Daniele Castagnetti - Issuu