18/04/2019
Il rap aiuta la scrittura. La storia di Vincenza Lofino | Alessandra Perotti
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Il rap aiuta la scrittura. La storia di Vincenza Lo no da Alessandra Perotti | Writing Way | 1 commento
Vincenza Lo no, foundraiser e scrittrice Vincenza Lo no, foundraiser e scrittrice
Il rap aiuta la scrittura. Ci sono storie come quella di Vincenza Lo no che meritano di essere seguite e raccontate perché hanno da insegnare. Per cui dedicherò a questi personaggi uno spazio e voi attenti a cogliere tutto l’essenziale. Inaugura la rubrica Vincenza Lo no. Vi consiglio subito di seguirla su www.vincenzalo no.it, la sua scrittura e il suo modo di essere scrittrice sono di certo anticonformisti. Lei è una foundraiser di un’importante Organizzazione No-Pro t. Oggi iniziamo con una domanda che ci interessa molto… Cara Vincenza ci racconti il tuo legame con la scrittura? Che cosa scrivi? Buongiorno a te, Alessandra, e ai lettori di Writing Way. Il mio legame con la scrittura nasce da giovanissima, dai tempi del liceo. Amo scrivere da quando avevo dieci anni… Ricordo di essere partita dalle famose “lettere del cuore” indirizzate alle mie amiche di allora… Crescendo è cambiato tutto. Mi sono rivolta alla brevità dei versi, cimentandomi nel rap scritto, accompagnato dalla passione – mai davvero esaurita, in realtà – per i neologismi che questa disciplina comporta. Ciò che non è cambiato con il passare del tempo è stato lo stile comunicativo: intimista e personale. I miei scritti hanno sempre avuto il chiaro intento di raccontare storie, a partire dalla mia; come se volessi dar ato (ops.. inchiostro) al mio vissuto attraverso la manifestazione espressiva di un animo creativo, il mio, ancora oggi sospeso tra il fantasioso e l’irrequieto che ha saputo https://www.alessandraperotti.com/il-rap-aiuta-la-scrittura-storia-di-vincenza-lofino/
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Il rap aiuta la scrittura. La storia di Vincenza Lofino | Alessandra Perotti
trovare nella sperimentazione linguistica, la ricerca costante di nuove forme di linguaggio e di espressione. Con gli anni universitari (studi umanistici, chiaramente) e soprattutto con l’approdo nel mondo del lavoro, mi sono sempre “tenuta allenata” con la scritturae ho pubblicato articoli e tesi di ricerca. Oggi lavorando come fundraiser per una Organizzazione Non-pro t e occupandomi di raccolta fondi e comunicazione, non posso fare a meno di continuare a “raccontare storie”. Lo storytelling nel nostro settore riveste un ruolo fondamentale (es. nello scrivere progetti per bandi istituzionali, o anche solo nel comporre una proposta progettuale di nanziamento al prossimo donor aziendale o individuo), sono quindi molto felice di non aver mai rinunciato alla passione del narrato. (intervista di Alessandra Perotti)
1 commento marinella il 3 Aprile 2016 alle 22:53 Brava Alessandra, mi piace questo genere di interviste: c’è sempre da imparare dalle esperienze altrui!
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