LA REGGIA DI CASERTA: UN BENE IMMUTABILE NEL TEMPO Strategie di identità dinamiche
candidato Vincenzo Bisceglia matricola A02/346 relatore Prof. Arch. Alessandra Cirafici Seconda Università degli Studi di Napoli Facoltà di Architettura e Disegno Industriale Corso di Laurea in Design e Comunicazione a.a. 2014/2015
firma relatore
firma candidato
Introduzione
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Il "bene culturale" 1.1 Le origini della nozione
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1.2
L’evoluzione storico-legislativa
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1.3
L’evoluzione della fruizione dei beni culturali
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La Reggia di Caserta 2.1
Breve esposizione della Reggia
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2.2
Fruizione attuale della Reggia
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Benchmarking 3.1
Motivo del confronto e parametri
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3.2
Reggia di Versailles
46
3.3
Reggia di Venaria Reale
48
3.4
Castello di SchĂśnbrunn
50
3.5
Buckingham Palace
52
3.6
I risultati del confronto
55
Le identitĂ dinamiche 4.1
Il concetto di identitĂ dinamica
61
4.2
Casi studio
63
Un nuovo brand per la Reggia di Caserta 5.1
Concept di progetto
71
5.2
Ispirazioni
72
5.3
L’alfabeto delle forme
74
5.4
Il marchio dinamico
87
5.5
Declinazioni del marchio
94
Conclusione
111
113
Ringraziamenti
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Introduzione
L’idea di questa tesi nasce durante un’esperienza fatta in un workshop svoltosi alla Reggia di Caserta, in cui ci è stata data la possibilità di sperimentare una piattaforma multimediale per i beni culturali, progettata da Idit Goldfisher e Shani Ziv, due ingegneri israeliani. Questa occasione mi ha dato l’opportunità di conoscere meglio la Reggia e capirne tutti gli aspetti positivi e negativi legati alla sua fruizione. Da qui l’idea di progettare una identità dinamica in contrasto con un bene statico, immutabile, capace di essere sempre attuale, in un mondo in continua e repentina evoluzione. Il percorso di analisi fatto per raggiungere l’obiettivo di un nuovo marchio è partito da uno studio sul concetto di “bene culturale” e della sua evoluzione nel tempo. Dopo un’attenta analisi della situazione attuale della Reggia, svolta per comprendere quali fossero i suoi punti di forza e quelli di debolezza, questi ultimi sono stati messi a confronto con quelli di altri palazzi reali simili, al fine di capire quali possano essere gli aspetti su cui agire. In seguito ad un ulteriore ricerca sul concetto di identità dinamica e prendendo in considerazione dei casi studio, è stato elaborato il progetto per creare un marchio dinamico per la Reggia, capace di variare in ogni occasione e che permetta al visitatore stesso di essere l’artefice di questa evoluzione, con la possibilità di portar via con sé una parte della Reggia.
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I beni culturali sono ÂŤtutti i beni che [...] sono designati da ciascuno Stato come importanti per l'archeologia, la preistoria, la letteratura, l'arte o la scienzaÂť (Convenzione di Parigi, art. 1)
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Il “bene culturale”
1.1 Le origini della nozione La nozione di bene culturale apparve per la prima volta nel rapporto steso dal professore Georges Berlia a conclusione della riunione di esperti convocata dall’UNESCO e tenutasi a Parigi nel 1949. Il rapporto descrisse il concetto di “bene culturale” e vi comprese “i beni mobili o immobili, pubblici o privati, che costituiscono dei monumenti d’arte o di storia, o sono delle opere d’arte, o documenti di storia, od oggetti di collezione” e vi incluse “gli edifici la cui destinazione principale ed attuale è di conservare queste opere, questi documenti o questi oggetti”. Il primo riconoscimento ufficiale di “bene culturale” in campo internazionale si ebbe durante la Convenzione dell’Aja firmata il 14 maggio 1954 da quaranta Stati di tutti il mondo. Nella Convenzione per la protezione dei beni culturali in caso di conflitto armato, si elencarono diverse categorie di cose, da quelle di interesse storico e artistico ad ogni altra che costituisse testimonianza avente valore di civiltà. Questa eterogeneità indusse la cultura giuridica a ricercare i requisiti comuni a tutti i beni culturali. L’insieme di “beni”, che per particolare rilievo storico culturale ed estetico sono di interesse pubblico e costituiscono la ricchezza di un luogo e della relativa popolazione formano il patrimonio. Con il sostantivo “patrimonio” si allude al valore economico attribuito ai beni che lo compongono, proprio in ragione della loro artisticità e storicità. Il termine patrimonio indica, altresì, l’esistenza di una normativa che riguardi l’insieme delle cose di valore: i cosiddetti beni culturali. I beni culturali sono, quindi, quel sistema di cose che fanno il patrimonio sia sul piano culturale che su quello economico. Si tratta di un valore monetario complesso, suscettibile di oscillazioni estreme e sottoposto ad infinite variabili. Il patrimonio culturale è una realtà dinamica, poiché si tratta di un insieme aperto, non definitivo, ma in perenne ampliamento: di esso vengono a far parte ritrovamenti e acquisizioni continui di dati e materiali, nonché sperimen13
tazioni artistiche ed espressive dei nostri tempi o dei tempi appena trascorsi. La commissione di studio Franceschini, intorno al 1964, diede una definizione di “beni culturali” valida ancora oggi: beni culturali come testimonianza materiale avente valore di civiltà. Testimonianza, dunque, di civiltà, storia e cultura, opere artistiche prodotte dall’uomo, quindi che, in forza di un valore artistico riconosciuto, appartengono alla cultura e alla collettività, ne sono testimonianza storica e oggetto di educazione estetica, e sono per questo, oggetto di valorizzazione e di tutela. I beni che entrano a far parte del patrimonio culturale esprimono dei valori irriproducibili e irripetibili della società di cui sono emanazione, sono degli “unicum”, hanno forti connotati estetici ed espressivi e gli si riconosce un valore economico, quindi redditività.
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1.2 L’evoluzione storico-legislativa In Italia, per arrivare all’attuale concezione di “bene culturale” e della relativa normativa si sono attraversati secoli di cambiamenti. E’ di fondamentale importanza l’Editto Pacca del 7 aprile 1820, un provvedimento emanato dallo Stato della Chiesa divenuto il testo legislativo più innovativo e moderno al quale si ispirò sia la legislazione coeva che quella futura. L’Editto Pacca, regolamentò la tutela estesa a molte tipologie di beni; regolamentò gli scavi archeologici e le esportazioni; stabilì il principio della catalogazione; furono previsti vincoli anche sui beni privati e si istituirono precisi organi di controllo. Gli unici due stati che mostrarono più sensibilità al problema furono il Granducato di Toscana e il Regno di Napoli. Nel Granducato di Toscana, soprattutto a Firenze, ricadevano molte opere d’arte del periodo rinascimentale. Nel Regno di Napoli vi era invece ricchezza di opere archeologiche soprattutto dopo la scoperta di Pompei ed Ercolano. Dopo il 1860 lo Stato italiano, continua a far riferimento all’Editto Pacca, ma soprattutto per regolamentare il mercato dell’arte. Tuttavia la nascita del nuovo stato avviene in un regime liberale che poca attenzione pone al problema della tutela del patrimonio artistico. In Italia la definizione di “bene culturale” venne via via modellata da alcune commissioni parlamentari tra gli anni Sessanta e Settanta, che dovevano anche dare indicazioni per la creazione del futuro Ministero per i Beni Culturali e Ambientali, istituito poi nel 1974 ad opera dell’allora Presidente del Consiglio Aldo Moro e di Giovanni Spadolini. Grande importanza normativa ebbe la promulgazione del Testo unico delle disposizioni legislative in materia di beni culturali e ambientali, dove si raggrupparono tutte le norme sulla materia, ponendo particolarmente l’accento sulla tutela dei beni, in attuazione dell’articolo 9 della Costituzione della Repubblica Italiana, sostituito successivamente dal Codice dei beni culturali e del paesaggio, emanato nel 2004.
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1.3 L’evoluzione della fruizione dei beni culturali È soltanto negli anni ’90 che comincia una vera organizzazione dei servizi educativi per rendere sempre più fruibile la visita ai beni culturali. Con la legge Ronchey (n. 4/1993) si introduce la gestione privata dei servizi aggiuntivi nei musei italiani. Lo scopo della legge è quello di soddisfare la domanda di un pubblico che non sempre trova una risposta alle proprie esigenze nella rete dei musei e delle aree archeologiche statali. La legge Ronkey e le successive norme applicative, introducono la possibilità di offrire nei musei tutta una serie di servizi volti a rendere più interessante e confortevole la visita, come i servizi di accoglienza, guida e assistenza alla visita stessa, distribuzione di materiale informativo, organizzazione di mostre e iniziative culturali. Tra le attività più importanti svolte dal museo, va evidenziato il rapporto con il pubblico concepito in termini di “comunicazione primaria”, di interazione tra persone ed istituzione. A sostegno di tale interazione si deve intervenire con una molteplicità di mezzi. I mezzi utilizzati per la comunicazione aumentano continuamente per adattarsi alle nuove tecnologie ma, non per questo i precedenti perdono di importanza.
La segnaletica
É rappresentata da “piante” e da indicazioni generali contenenti l’evidenziazione dei percorsi consigliati, numero di sale e tipologia delle collezioni esposte. Inoltre, ha la funzione di indicare i percorsi di ogni piano e segnalare i servizi e può essere integratata in altri sistemi di comunicazione
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I cartellini didascalici
Ogni opera esposta deve essere corredata da informazioni essenziali per la sua identificazione. Ogni oggetto esposto, sia esso un reperto storico, l’oggetto di una collezione, o un esperimento interattivo, ha bisogno di un commento scritto che ne consenta l’identificazione, ne giustifichi la presenza e ne indichi sinteticamente il contenuto o il significato.
Guide brevi
Le guide brevi sono materiali di documentazione di agile formato, corredate da illustrazioni e disegni didattici che favoriscono forme di apprendimento intuitivo. Sono efficaci, in genere, nel fornire ai visitatori un’idea sommaria della mostra, i principali riferimenti culturali e soprattutto un gradito souvenir.
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Le audioguide
Le audioguide sono strumenti portatili per fornire al visitatore di un museo informazioni e guidarlo secondo un preciso itinerario. Esse consentono di selezionare la lingua, di individuare immediatamente i riferimenti riguardanti una determinata sala ed opera di cui si vuole la spiegazione e/o l’approfondimento. Si possono ascoltare, mediante appositi menù, chiarimenti ed approfondimenti. Nel caso di scolaresche o di gruppi, è possibile collegare alla audioguida un diffusore sonoro aggiuntivo, per spiegazioni collettive, compatibilmente con l’ambiente museale e il suo pubblico.
Pannelli e schede mobili
I pannelli e le schede mobili forniscono informazioni e interpretazioni sulle sale e su segmenti di itinerari di visita per una lettura complessiva dell’ordinamento di determinate mostre e collezioni. Offrono, altresì, una varietà di chiavi di lettura per mezzo di tavole cronologiche, piante, rilievi, documenti, citazioni, immagini a confronto. Le schede mobili risultano particolarmente utili nelle quadrerie e in spazi archeologici, dove le opere sono praticamente inamovibili e presentate nella maniera originaria, quindi senza spazi utili per altri mezzi di comunicazione che potrebbero ingombrare lo spazio.
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Le visite guidate
Le visite guidate non rappresentano uno strumento di comunicazione come quelli elencati fin’ora, ma è uno dei metodi più diretti per fare arrivare l’informazione all’utente. Consiste in una persona specializzata in uno specifico ambito relativo al luogo che si sta visitando, la quale accompagna un gruppo di persone o una scolaresca lungo un percorso espositivo e/o museale, mentre spiega e illustra delle informazioni che migliorano la qualità della visita.
Le postazioni multimediali
Legate alle potenzialità dell’informatica, rappresentano principalmente un computer disponibile all’uso pubblico; essi sono preimpostati in modo da visualizzare solo una serie di informazioni predeterminate. Quelli moderni sono spesso dotati di schermo touchscreen proprio perchè un parametro fondamentale nella loro concezione deve essere la facilità di utilizzo.
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Sito web
Oggigiorno, essere presenti su internet è indispensabile se si vuole essere rintracciati. Attraverso il sito web chiunque può avere accesso in pochi secondi a moltissime informazioni. Esso permette al bene culturale, che sia un sito archeologico, un museo o un monumento, di essere ‘visibile’ in ogni momento da chiunque sia interessato. Può fornire informazioni di carattere storico, informativo, per esempio specificare i giorni di apertura e chiusura, il prezzo del biglietto, eventi in programma, ecc.
Social network
Simili al sito web, ma di tutt’altra natura, sono i social network. Ultimamente ce ne sono tantissimi in giro sul web, ognuno con caratteristiche e funzionalità diverse. Queste piattaforme online permettono all’utente di rimanere in contatto con altre persone e, generalmente, condividere con gli altri utenti una serie di contenuti multimediali. Il social network permette di essere in contatto con qualcuno potenzialmente all’infinito e si rivela quindi come un ottimo modo per incentivare gli utenti a continuare l’esperienza di fruizione di un bene, anche all’esterno dell’ambiente museale, rimanendo in contatto anche dopo la visita.
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Realtà virtuale
La realtà virtuale, o realtà aumentata, si basa essenzialmente sulla sovrapposizione di due livelli di presentazione: a un primo, reale, viene sovrapposto un secondo che fornisce informazioni aggiuntive. Essa prevede quasi sempre l’utilizzo di strumentazioni particolari collegate ad un computer centrale, come per esempio visori, sensori, apparecchi acustici, che trasmette delle immagini virtuali che si andranno a sovrapporsi alle immagini del reale dando così all’utente la sensazione di percepire qualcosa che in realtà non c’è.
Smartphone, tablet e applicazioni
Sono l’evoluzione dei vecchi dispositivi mobili, dei cellulari e dei palmari. Smartphone e tablet hanno a disposizione una serie di funzionalità che un computer non possiede, in particolare la possibilità di utilizzare una serie di applicazioni scaricabili dal dispositivo stesso. Attraverso l’applicazione di un sito museale, l’utente ha accesso a molte informazioni direttamente sul proprio dispositivo, senza la necessità di dover utilizzare altri apparecchi come audioguide e totem multimediali. Le potenzialità sono praticamente infinite; le applicazioni permettono di svolgere una serie di attività preimpostate, come spostarsi all’interno del sito tramite un servizio di geolocalizzazione, scattare fotografie, girare video e caricarli direttamente sulla piattaforma, scansionare dei codici e ottenere delle informazioni. 21
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«Una delle creazioni planimetriche più armoniche, più logiche, più perfette dell’architettura di tutti i tempi» (Gino Chierici, 1930)
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La Reggia di Caserta
2.1 Breve esposizione della Reggia Simbolo di Caserta e sito UNESCO dal 1997, la Reggia è uno dei monumenti più importanti del patrimonio artistico italiano. La Commissione UNESCO ha deciso di iscrivere questo bene sulla base dei criteri stabiliti dall’organizzazione, considerando che il complesso monumentale di Caserta, nonostante sia dello stesso tipo degli altri palazzi reali del diciottesimo secolo, è eccezionale per il suo ampio e vasto disegno. Esso comprende non solo un imponente palazzo e un imponente parco, ma anche gran parte del panorama naturale circostante e un progetto urbanistico della città, ambizioso per i precetti di quel tempo. Carlo III di Borbone, re di Napoli, non aveva in sostanza una vera sua reggia e riteneva che la famiglia reale avesse bisogno di quiete e di aria salubre per la propria salute e che Caserta, da lui ben conosciuta nella frequentazione di numerose battute di caccia nella zona, fosse l’unico sito adatto a ciò. Pertanto volle realizzare a Caserta la reggia che gli mancava e, con essa, il vecchio sogno ambizioso dei suoi avi: una costruzione che ricordasse quella di Versailles, ma che si presentasse ancora più sfarzosa, ampia, deliziosa. Nel 1750 il re di Napoli richiese al Vanvitelli il progetto di una nuova reggia a Caserta anche perchè era facilmente raggiungibile dalla capitale, ma discosta da essa, come lo era Versailles da Parigi. La Reggia, che avrebbe dovuto sorgere nei pressi di una nuova città (che fu poi realizzata in tempi successivi, in modo caotico e senza tener conto delle idee di Vanvitelli), fu rifornita d’acqua dal monumentale Acquedotto Carolino, progettato da Vanvitelli sul modello delle opere idrauliche dell’antica Roma. La Reggia di Caserta, definita come l’ultima grande realizzazione del Barocco italiano, è sicuramente l’opera più importante di Vanvitelli. Curatissima nei dettagli ed articolata su quattro monumentali cortili, la costruzione è fronteggiata da uno scenografico parco, che sfrutta la pendenza naturale del terreno per articolarsi in una gigantesca cascata artificiale, scandita da una serie di fontane con statue marmoree. Le parti più scenografiche sono l’insieme dell’atrio e del monumentale scalone d’onore e la cappella. Notevole è il teatro di corte, la cui sala a ferro di cavallo piuttosto arrotondato è resa solenne dall’ordine gigante di colonne, che dissimula la tipica gracile struttura lignea a palchetti. Privo delle quattro torri angolari e della cupola centrale, che avrebbero dovuto movimentarne la mole, il palazzo è una sorta di sintesi originalissima tra Reggia di Versailles e l’Escorial. Dopo la sua morte i lavori alla reggia furono proseguiti dal figlio Carlo (Napoli, 1739-1821). 25
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L’imponente mole della Reggia è preceduto dalla Piazza Carlo III, un’ampia piazza ellittica abbellita da aiuole. Essa è delimitata ad Est ed ad Ovest da due ampie costruzioni che ripetono l’andamento del colonnato della basilica di S. Pietro in Roma. Dal cancello centrale del Palazzo reale si entra nel vasto atrio da cui inizia la lunga galleria a tre navate che va fino al cancello del parco. Le navate laterali si aprono sui quattro cortili. A metà dell’atrio c’è il vestibolo inferiore, che è il centro del piano terra; il vestibolo superiore è collegato a quello inferiore dallo Scalone d’Onore, il quale è ornato da due grandi leoni di marmo bianco e, sulla parete che si vede percorrendolo, ci sono situate tre statue: al centro la Maestà, a sinistra il Merito, a destra la Verità. Arrivati nel vestibolo superiore, a sinistra si ha l’ingresso agli appartamenti reali, mentre di fronte l’ingresso alla Cappella Palatina. La Biblioteca della reggia fu curata da Maria Carolina, poi arricchita di volumi da Ferdinando II. Essa comprende più di 10.000 volumi di arte, scienza, filosofia, storia, diritto rilegati in veste sontuosa e collocati in grossi armadi decorati d’epoca. Dalle sale di lettura della biblioteca si passa alla sala ellittica dove è allestito il Presepe reale ricco di pastori e di animali del ‘700 e dell’ ‘800, alcuni eseguiti da noti artisti. Una menzione particolare la merita il parco. Lungo tre chilometri e sviluppato su una superficie di 120 ettari, conta numerose vasche, ricche di vari pesci, fontane particolari, come la fontana Margherita, quella dei tre delfini, quella di Eolo, Cerere, Venere e Diana. Accanto al giardino all’italiana, si trova quello all’inglese, realizzato da John Graefer, a partire dal 1786, per volere della regina Maria Carolina d’Asburgo Lorena. Il parco si conclude sotto il monte con la splendida cascata dalla quale si gode di una vista impagabile sulla Reggia. A lato della fontana di Diana, a partire dal 1785, per volere di Maria Carolina, Carlo Vanvitelli ed il giardiniere inglese John Andrew Graefer realizzarono il primo giardino di paesaggio italiano. Il Giardino inglese si estende su di una superficie di 24 ettari dove si trovano colline, laghetti e canali alimentati dalle acque del Carolino ed arricchiti da nuove piante provenienti da ogni parte del mondo allora conosciuto. Seguendo la moda che dall’Inghilterra si andava diffondendo in tutta Europa, furono edificate numerose fabriques utili alla sosta e allo svago dei reali ma anche aranciere e serre destinate al ricovero degli esemplari botanici ed allo studio e riproduzione delle piante. A sinistra del palazzo, nel cosiddetto “Bosco vecchio”, il cui nome ricorda l’esistenza di un precedente giardino rinascimentale, sorge la Castelluccia, una costruzione che simula un castello in miniatura, presso il quale il giovane Ferdinando IV si esercitava in finte battaglie terrestri. Nella Peschiera Grande, un lago artificiale di forma ellittica con un isolotto al centro, venivano, invece, combattute le battaglie navali con una flottiglia costruita proprio per questo scopo.
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2.2 Fruizione attuale della Reggia Per analizzare la Reggia dal punto di vista della fruizione si è presa in considerazione soprattutto la parte organizzativa allo scopo di fare una prima valutazione sullo stato attuale della Reggia e, come si presenta oggi, nel 2015, ai visitatori.
Come raggiungerla
In treno: Roma - Napoli (via Cassino); Napoli - Benevento - Foggia. La reggia si trova praticamente di fronte la Stazione FS, ad una distanza di circa 500 metri. In aereo: Caserta è servita dall’Aeroporto di Capodichino Napoli, distante circa 25 km. All’uscita del Terminal si trovano bus e taxi per il trasferimento alla stazione o al centro di Napoli. Da qui si può facilmente raggiungere Caserta in treno o in bus. In auto: Autostrada A1 uscita Caserta Nord poi proseguire verso Caserta Centro. Arrivare alla Reggia in auto è facilissimo; Autostrada Milano-Napoli, uscita Caserta, e si seguono le indicazioni (5 minuti dall’uscita della A1). Per chi raggiunge la Reggia in auto, c’è la possibilità di lasciare la propria automobile nel parcheggio custodito al di sotto Piazza IV Novembre, antistante il palazzo. Il parcheggio dispone di 390 posti auto ed è aperto 24 ore su 24, tutti i giorni dell’anno; il prezzo è di 1€ dalle 3:00 alle 16:00, e di 1,50€ dalle 16:01 alle 2:59. Uscendo poi all’esterno del parcheggio, ci si ritrova al centro della piazza e, percorrendo il viale centrale, si arriva all’entrata principale del palazzo.
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sotto: veduta della Reggia a pagina successiva: Scalone d’onore
Orari e biglietti
La Reggia di Caserta è aperta tutti i giorni della settimana, escluso il martedì, giorno di chiusura settimanale, dedicato a servizi di restauro, manutenzione e pulizia. Tutto il complesso monumentale apre alle 8:30 del mattino; il Palazzo rimane aperto fino alle 19:30, mentre l’orario di chiusura del Parco varia dalle 15:30 alle 19:00, in base al periodo dell’anno e quindi alle ore di luce. Fa eccezione il Giardino inglese che chiude sempre un’ora prima rispetto al Parco. Il biglietto standard ha un costo di 12€ e comprende l’ingresso al Parco, ai Giardini inglesi e agli Appartamenti reali; è disponibile inoltre anche un biglietto ridotto al costo di 6€. Ci sono poi alcune categorie di persone che godono dell’ingresso gratuito: guide turistiche nell’esercizio della propria attività professionale, personale del Ministero, persone con disabilità insieme ad un accompagnatore, docenti e studenti delle facoltà di architettura, conservazione dei beni culturali e accademia delle belle arti.
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Attività
Le principali visite che si possono fare all’interno della Reggia sono due: la visita degli Appartamenti reali, e la passeggiata nel Parco. Per quanto riguarda la visita degli Appartamenti, essa occupa solo una piccola parte dell’intero Palazzo, il così detto Piano Nobile, ovvero la parte in cui risiedevano i reali. Il percorso si conclude con la visita del Presepe e della Pinacoteca. Sempre all’interno di questo percorso c’è la possibilità di visitare la mostra “Terrae Motus”, sviluppata in sedici sale e legata al tema del sisma vissuto a Napoli nel 1980. All’interno del Palazzo ci sono poi altri due percorsi visitabili: la Quadreria e la mostra di Arti decorative. Solo su prenotazione, è possibile visitare la volta ellittica di copertura dello Scalone d’Onore e gli spazi dei sottotetti corrispondenti. Importanti da menzionare sono anche la Cappella Palatina, sempre aperta al pubblico e visitabile prima di entrare negli appartamenti e il Teatro di corte, visitabile solo su richiesta. Da alcuni anni, la Reggia di Caserta propone un programma estivo che va da giugno ai primi di settembre, chiamato “Percorsi di luce nella Reggia”; giochi di luci, musiche, performance d’autore e interventi multimediali accompagnano i visitatori lungo dei percorsi all’interno del Parco creando delle atmosfere suggestive.
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a pagina precedente: percorsi di luce nella Reggia in questa pagina: volta ellittica; mostra Terrae Motus; Sala del trono
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Servizi disponibili all’interno della Reggia
Essendo molto estesa, la Reggia mette a disposizione diversi servizi per muoversi all’interno del Parco. Si possono affittare biciclette, tandem e risciò per spostarsi liberamente in tutto il Parco, tranne che all’interno del Giardino inglese. Il modo più comodo per raggiungere la cascata, che si trova alla fine del percorso, è la navetta, che parte ogni venti minuti e porta i visitatori dal Palazzo ai Giardini inglesi. Se si preferisce un tipo di spostamento più in linea con l’ambiente in cui ci si trova, è possibile affittare delle carrozze trainate da cavalli all’entrata del Parco. Servizi disponibili di tutt’altro genere sono i laboratori e le visite didattiche organizzate per le scuole primarie e secondarie. Gli insegnanti posso scegliere tra diverse visite a tema tra le seguenti elencate: “Mitica Reggia, “La Reggia dei Borboni”, “La vita di Corte” e “Terrae Motus”. Sono organizzati anche 7 diversi laboratori che comprendono attività manuali per permettere ai bambini di apprendere attraverso il fare. Sono inoltre disponibili all’interno della Reggia due servizi igienici e un servizio caffetteria all’entrata del Parco. Alla fine del percorso, poco prima dell’uscita, si trova il bookshop della Reggia dove sono disponibili: la Guida Ufficiale della Reggia di Caserta, la Guida Ufficiale per i bambini, il Catalogo della mostra “Vanvitelli e la sua cerchia”, Cataloghi d’Arte, Letteratura per ragazzi, Letteratura di Viaggio, libri di Architettura, Storia locale, Guide Turistiche e prodotti ufficiali della Reggia di Caserta, come souvenir, cartoline, segnalibri, ceramiche, ecc.
a lato: servizio passeggiata su carrozza a pagina successiva: entrata e interni del bookshop; servizio biciclette 34
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Strumenti per la comunicazione interna
Nonostante la Reggia non sia così avanzata tecnologicamente, all’interno del complesso monumentale ci sono due mezzi fondamentali per il miglioramento della fruizione del sito: i pannelli informativi e le audioguide. All’interno del Palazzo troviamo circa una o due schede mobili per stanza, dove viene illustrata al visitatore la funzione di quella stanza attraverso un testo scritto, in italiano e inglese. Sparsi per il Parco sono installati una serie di pannelli informativi, nei pressi di vari punti fondamentali: vicino ogni fontana del percorso principale, all’entrata e all’interno dei Giardini inglesi e vicino ad altri punti di interesse come la Castelluccia e la Peschiera. Per migliorare la fruizione della visita è possibile affittare anche le audoguide, utilizzabili all’interno del Palazzo.
in questa pagina: esempi di pannelli informativi a pagina successiva: sito web della Reggia schermata app “CasertaReale”
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Apparati multimediali
La Reggia di Caserta dispone di un sito web interamente in italiano e parzialmente tradotto in lingua inglese, tedesca e spagnola. Il sito non è fortemente riconoscibile e non gode di un aspetto grafico estremamente accattivante; prevale il colore azzurro e i testi informativi. Le fotografie sono poche, piccole e incomplete. L’organizzazione del menù non è del tutto intuitivo e non molto chiaro, nonostante le informazioni presenti siano esaustive. La Reggia non ha una app dedicata esclusivamente al proprio sito, ma è comunque integrata all’interno di un’altra app dedicata al turismo a Caserta, chiamata “La Reggia di Caserta e il suo territorio”. Essa fa parte di un sistema più grande chiamato “Guide d’Arte”, ovvero un insieme di applicazioni che forniscono informazioni su diversi luoghi di cultura italiani. L’app fornisce una serie di informazioni su eventi, notizie, principali punti da visitare, mostre, percorsi e altre informazioni generali riguardanti il territorio casertano e anche della Reggia. Essa è però disponibile solo su piattaforma Apple e non è aggiornata per i dispositivi più recenti. Sempre su piattaforma Apple, esiste anche un’altra applicazioni chiamata “CasertaReale”; sempre legata al territorio casertano: consiste in un consorzio e serve a trovare negozi e offerte; solo una piccola parte dell’app è dedicata a fornire informazioni di carattere turistico in modo poco chiaro e poco esaustivo. 37
Comunicazione esterna
La Reggia di Caserta non ha un sistema di comunicazione esterna ben precisa, né promuove il bene attraverso campagne pubblicitarie o altro. Le notizie relative alla Reggia viaggiano principalmente attraverso il web: ha una pagina Facebook e una Twitter sulle quali vengono pubblicate con cadenza giornaliera foto e altri contenuti del sito, proposti dalla pagina stessa o inviati da altri utenti. Inoltre alcune notizie (per lo più negative) e alcuni sporadici eventi, vengono comunicati attraverso altri siti web di terze parti che pubblicano degli articoli; tra questi anche il sito web dei Beni Culturali. Casi eccezionali di pubblicità per la Reggia provengono da enti esterni, ad esempio società e troupe cinematografiche (spesso estere) che usano il complesso monumentale come sfondo per le proprie riprese, pubblicizzando involontariamente le bellezze del parco e del palazzo. La Reggia è stata infatti protagonista anche nel cinema; infatti, il regista cinematografico George Lucas ha girato diverse scene dei film “La minaccia fantasma” e “L’attacco dei cloni”, ovvero il primo e il secondo episodio della serie “Star Wars”. Inoltre, nella Reggia sono state ambientate alcune parti dei film “Donne e briganti”, “Ferdinando I Re di Napoli”, “Il Pap’occhio”, “Sing Sing”, “Ferdinando e Carolina”, “Mission Impossible 3” e “Angeli e Demoni”.
in alto: scena dal film “Star Wars” a lato: pagina Facebook della Reggia a pagina successiva: navetta ATC 38
Partner
I partner principali della Reggia individuati sono quattro e sono: - Civita Musea; organizza e svolge i laboratori didattici per le scuole - TicketOne; è possibile acquistare i biglietti per entrare su questo sito in modo da evitare la fila all’entrata - ATC; fornisce il servizio navetta che porta i visitatori dal Palazzo alla cascata, acquistando un biglietto di andata e ritorno al costo di 2,50€ - Gestione Multiservizi srl; società proprietaria del marchio ‘Audioguide’ che fornisce questi strumenti anche alla Reggia. - MP Mirabilia; è l’azienda che ha progettato e realizzato i pannelli informativi che si trovano nel parco.
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Il benchmarking è il processo continuo di misurazione dei prodotti/servizi/processi attraverso il confronto con i migliori concorrenti o le aziende riconosciute come leader nei vari settori di mercato (David T. Kearns, Xerox Corporation)
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Benchmarking
3.1 Motivo del confronto e parametri La Reggia di Caserta è oggettivamente la residenza reale più estesa del mondo, una tra le più belle. Il palazzo è imponente ma, allo stesso tempo elegante. Il parco immenso è un capolavoro, sia per la sua singolare bellezza, sia per l’unicità del suo progetto architettonico. Tanta magnificenza va in contrasto però con una gestione inefficiente che ne compromette l’attrattività turistica e la reputazione, provocando ingenti sprechi di risorse pubbliche stanziate per valorizzarla. Si registrano, inoltre, frequenti casi di assenteismo e inefficienza del personale; lavori di restauro e manutenzione mai iniziati o mai completati e, infine di non minore rilevanza, l’inciviltà di molti visitatori che ne peggiorano lo stato. Molte iniziative vengono poste in essere per cercare di risollevare le sorti della Reggia, tante le provocazioni per destare la sensibilità di chi sta più in alto ma, ad oggi, la situazione non è ancora cambiata. Questa situazione ha fatto nascere in me la necessità di dare anche un mio piccolo contributo per cercare di trovare una soluzione a questa ingiustizia; la cosa mi coinvolge particolarmente soprattutto perchè la Reggia si trova nella realtà in cui vivo. Fare un benchmarking può servire per capire quali sono i punti di forza di altri siti simili alla Reggia di Caserta; capire come vengono gestiti, organizzati e valorizzati. Il risultato di questo confronto dovrà servire per trovare una soluzione in termini di strategia comunicativa che dia una nuova immagine al palazzo e per dare alla Reggia la visibilità che merita. I cinque parametri scelti per il confronto riguardano soprattutto la comunicazione: - sito web - attività - supporti - app - visitatori Il sito web è lo strumento principale e fondamentale per essere sempre collegati con il resto del mondo; dà visibilità a tutto il complesso monumentale, alla sua storia, alle sue esposizioni, alle sue attività, agli eventi, ecc. Per la valutazione del sito web si è tenuto conto non solo dell’aspetto grafico, ma dell’organizzazione e della quantità delle informazioni, in generale, della forza comunicativa. 43
Per quanto riguarda le attività sono state prese in considerazioni tutti i tipi di visita che si possono fare all’interno del complesso: visite del palazzo, del parco, percorsi museali, ma anche eventi programmati, come mostre temporali, concerti, opere teatrali, spettacoli, laboratori didattici, conferenze, sfilate, performance artistiche, attività per le famiglie e per le scuole. I supporti che i siti mettono a disposizione degli utenti, per migliorare la fruibilità della visita, comuni a tutti i casi esaminati, rimangono le audioguide e i pannelli informativi; supporti “datati” ma sempre efficaci e fruibili da un target abbastanza ampio. Sono stati presi in considerazione, inoltre, anche supporti non fisici, come servizi ristorazione e accoglienza per persone con disabilità. Dal punto di vista degli apparati multimediali è stato dedicato un parametro per le applicazioni. Le app oggi attirano moltissime persone e rappresentano un mezzo di comunicazione diretto e pratico. Tutti, o quasi, possiedono uno smartphone con un accesso a migliaia di applicazioni. Ciò permette di essere presenti sulla scena dei beni culturali, non solo con il sito web, ma anche con delle app. Questa modo di comunicare risulta semplice, efficace e molto divulgativo. Alla fine, è stata analizzata la presenza dei visitatori annua all’interno del sito; non semplicemente come parametro statistico ma, anche in relazione alle dimensioni del sito espositivo. Questa modalità di osservazione è stata scelta per dare un giudizio reale e proporzionato in quanto, non tutti i siti messi a confronto hanne le stesse dimensioni ed entità. Quest’ultimo è forse uno dei dati più rilevanti perché ci permette di capire il tipo di gestione in quanto, il maggior numero di visitatori dipende soprattutto dall’organizzazione gestionale che tende a sfruttare al meglio le potenzialità del sito. Di seguito vengono brevemente descritti e analizzati i “beni” scelti, oggetto di confronto con la Reggia di Caserta. La scelta per il confronto è ricaduta sulla Reggia di Versailles in Francia, la Reggia di Venaria Reale a Torino, il Castello di Schönbrunn a Vienna e Buckingam Palace a Londra. Si è scelto di mettere a confronto tutte residenze reali che prevedono un tipo di fruizione uguale o simile a quello della Reggia di Caserta.
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Localizzazione delle residenze
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3.2 Reggia di Versailles La Reggia di Versailles è il paragone più diretto con la Reggia di Caserta; infatti l’edificio reale di Caserta fu progettato proprio per competere con quello francese. La Reggia di Versailles rappresenta una dei più bei capolavori dell’arte francese del XVII secolo. Semplice casino di caccia all’epoca di Luigi XIII fu trasformato in splendido palazzo reale dal re Sole che vi trasferì la corte nel 1682 e rimase la sede ufficiale del potere sino alla Rivoluzione Francese. Una delle sale più suggestive della reggia è la galleria degli Specchi, che risplende nella luce riflessa dai suoi tanti specchi e nella bellezza dei suoi stucchi e delle pitture. La galleria degli specchi fu lo sfondo di cerimonie solo eccezionalmente, allorché si volle dotare del più grande fasto i ricevimenti diplomatici o le feste offerte in occasione del le nozze reali. Fu proprio qui, inoltre, che fu firmato il 28 Giugno 1919 il Trattato di Versailles che pose fine alla Prima Guerra Mondiale. Il Grand Trianon è una lussuosa e raffinata “dépendance” del palazzo di Versailles che il re Sole fece edificare all’interno nel parco dall’architetto Hardouin Mansart nel 1687, come rifugio dall’opprimente vita di corte e dolce ritrovo con la signora di Montespan. Una parte dell’edificio è attualmente utilizzato come residenza del Presidente della Repubblica Francese. Il Piccolo Trianon invece, era il luogo preferito da Maria Antonietta che vi trovava un’oasi di tranquillità in cui poter vivere una vita semplice e lontano dai fasti e dalla tirannide dell’etichetta. Il palazzo, le fu donato da Luigi XVI per potervi condurre una vita appartata, lontana dagli obblighi di corte. Il grande parco che si estende alle spalle della reggia rappresenta una delle maggiori ricchezze di Versailles. Dalla finestra centrale della galleria degli specchi, si dispiega un panorama incantevole, che dai piedi del palazzo si estende a perdita d’occhio attraverso una lunga prospettiva impreziosita da fontane con sculture eleganti, giochi d’acqua, aiuole e canali.
sotto: Salone degli Specchi, Reggia di Versailles a pagina successiva: veduta della Reggia 46
Il palazzo accoglie circa 3 milioni di visitatori all’anno e 7 milioni il parco; il 70% dei turisti è straniero. Sono visitabili 22 stanze monumentali, su circa 700 in tutto l’edificio, lungo le quali i turisti possono usufruire del servizio di visita guidata o delle audioguide. I percorsi di visita si estendono anche nel Piccolo e Grande Traianon, oltre che nell’immenso Parco. Il calendario della reggia è sempre fitto di eventi, tra cui spettacoli diurni e notturni delle fontane, concerti e opere teatrali, che si tengono all’interno della Royal Opera, della Royal Chapele e nel Salone degli Specchi.
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3.3 Reggia di Venaria Reale Questa reggia, meno conosciuta rispetto alle altre, è stata scelta perché rappresenta un caso italiano di successo. L’amministrazione locale ha saputo far riemergere questo tesoro dalle sue ceneri, riportando la reggia al suo vecchio splendore e attivando decine di attività e servizi per i visitatori. Carlo Emanuele II di Savoia, volendo creare una reggia che si legasse al proprio nome e a quello della consorte, comprò i due piccoli villaggi di Altessano Superiore ed Inferiore dalla famiglia di origine milanese Birago. Il luogo venne in seguito ribattezzato “la Venaria” perché destinato agli svaghi venatori. I lavori iniziarono nel 1658 e finiro nel 1675; ma in realtà i lavori di ampliamento proseguirono anche negli anni successivi. Nel 1706 i francesi se ne appropriarono, trasformando la struttura in caserma e danneggiandola in maniera grave. Poi fu il turno della dominazione napoleonica: i bellissimi giardini vennero distrutti per far posto ad una piazza d’armi e l’intera struttura venne convertita in caserma, diventando poi anche il cuore della Cavalleria sabauda. E tutto ciò portò ad un degrado incredibile. La situazione rimase tale fino al 1978, quando finalmente la Reggia di Venaria Reale venne ceduta alla Soprintenden-
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sotto: Galleria grande, Reggia di Venaria Reale a pagina successiva: veduta della Reggia
za e venne presa in considerazione l’idea del restauro, il quale fra l’altro iniziò solamente nel 1998. Il sito, riportato al suo antico splendore, venne riaperto al pubblico nel 2007. Grazie ai lavori di restauro ed a una sapiente gestione del sito, nel 2011 è stata visitata da quasi un milione di persone, rendendolo il 5° sito museale italiano più visitato. Il successo di questo sito non riguarda semplicemente l’aspetto turistico, ma anche quello degli eventi. Negli ultimi anni la reggia ha organizzato diverse attività come laboratori per adulti, bambini e scuole, sfilate con carrozze, photo contest e molto altro. Fondamentale, infine, è la possibilità di affittare la reggia per eventi privati, come un matrimonio, una conferenza, un set cinematografico o fotografico da allestire, una cena di gala.
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3.4 Castello di Schönbrunn Altro caso analizzato, è il Castello di Schönbrunn, altra residenza reale, contemporanea a quella di Versailles, e progettata per oscurare quest’ultima. Per la sua lunga e movimentata storia, il palazzo imperiale di Schönbrunn, con gli edifici annessi e il grande parco circostante, è uno dei più importanti monumenti austriaci. Dichiarato monumento nazionale, l’intero complesso cui appartengono il castello, il parco con le sue numerose costruzioni, le fontane e le statue nonché il giardino zoologico, il più antico del mondo è entrato a far parte nel 1996 della lista dei siti patrimonio culturale dell’umanità dell’UNESCO. Possedimento degli Asburgo sin dai tempi di Massimiliano II, alla fine della monarchia nel 1918 il complesso di Schönbrunn in quanto proprietà statale passò alla Repubblica d’Austria, ricadendo così sotto l’amministrazione dell’ente Schlosshauptmannschaft Schönbrunn. Nel 1992 è stata fondata l’azienda “Schloss Schönbrunn Kultur- und BetriebsgesmbH” ispirata a moderni criteri di gestione, come impresa di diritto privato con l’incarico di amministrare il castello. I compiti dell’azienda, oltre alla destinazione d’uso delle numerose risorse finalizzata ad un adeguato utilizzo turistico-culturale, comprendono anche l’obbligo di provvedere al restauro e alla conservazione di questo eccezionale gioiello storico ed artistico. La conservazione e il risanamento, in quanto compiti prioritari, devono essere finanziati con i mezzi propri della società, senza sovvenzioni statali. Intorno al 1779 il parco del castello fu aperto al pubblico, e da allora è un luogo di ricreazione molto amato dai viennesi e dal pubblico internazionale. In base alla concezione della reggia barocca, secondo cui la natura e l’architettura dovevano compenetrarsi a vicenda, anche a Schönbrunn il palazzo e il parco creano un’unità, in continuo riferimento e rimando reciproco.
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sotto: facciata del Castello di Schönbrunn a pagina successiva: interni del Castello
La concezione barocca del parco è rimasta praticamente immutata, con gli ampliamenti che risalgono all’ultimo decennio di vita di Maria Teresa, e determina l’aspetto del parco di Schönbrunn così come ci appare oggi. Il palazzo conta circa un milione e mezzo di turisti, mentre l’intera struttura più di 5 milioni; il numero così differente è dovuto dal fatto che per entrare nel Parco non c’è bisogno di pagare il biglietto. Inoltre il Castello è collegato con un’altra struttura: il Museo del Mobile, dove si può ripercorre la storia della tradizione viennese del mobile.
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3.6 Buckingham Palace Ultimo caso studio è Buckingam Palace, anch’esso palazzo reale, ma a differenza degli altri esaminati, questo è ancora abitato dalla regina e dalla famiglia reale, rendendolo quindi solo in parte un bene visitabile, e offrendo al visitatore un tipo di fruizione diversa per il visitatore. Nel corso dei secoli i sovrani inglesi si sono spostati in diversi palazzi di Londra: da Westminster a Whitehall, da Kensington a St James’s Park e infine a Buckingham Palace. Quest’ultimo fu Costruito nel 1703 dal duca di Buckingham e venne acquisito da re Giorgio III nel 1762 come regalo per la diciassettenne regina Carlotta. Re Giorgio IV, alla morte del padre nel 1826, pensa di trasformare il palazzo in una residenza reale e ne dà l’incarico a John Nash. Nel nuovo palazzo vi è un grande cortile quadrato con Buckingham Palace al centro, non molto dissimile dall’attuale. È soltanto con l’ascesa al trono della regina Vittoria però, che Buckingham Palace diventa residenza reale. In una costruzione annessa all’edificio principale si trova la Quenn’s Gallery, che ospita oggetti provenienti dalle collezioni reali, ereditate dalla attuale regina. A poco distanza, nelle Royal Mews, le stalle e le scuderie reali ospitano carrozze fiabesche e altri paramenti che vengono utilizzati nelle cerimonie ufficiali. I monarchi si affacciano dal balcone centrale della facciata in occasione di particolari ricorrenze festive, e quando la regina è a palazzo, sul pennone sventola l’insegna reale. Il palazzo è sempre stato chiuso al pubblico, ma nel 1993 è stato aperto per finanziare il castello di Windsor, danneggiato da un incendio. Attualmente l’apertura avviene soltanto in estate e soltanto per le 19 stanze su 775 che compongono il palazzo. Ovviamente l’appartamento è riservato alla famiglia reale sono inavvicinabili da chiunque durante il periodo dell’apertura. Ogni giorno d’inverno a giorni alternati alle 11:30, sul piazzale del palazzo, si
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sotto: facciata di Buckingham Palace a pagina successiva: sala del trono
svolge una delle cerimonie piÚ conosciute e fotografate del mondo: il cambio della guardia. Durante la cerimonia la guardia montante arriva davanti al cortile del palazzo per dare il cambio alla guardia smontante; il tragitto dura circa 5 minuti ma la cerimonia vera e propria si tiene all’arrivo nel grande cortile e dura circa quarantacinque minuti. Il palazzo prevede diverse visite guidate: nelle stanze, nel parco, nella galleria e nel museo reale, e sono tutte prenotabili in anticipo per organizzare visite guidate di gruppo, singole, o per le scuole, e volendo, anche visite private serali.
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Reggia di Versailles
Reggia di Venaria Reale
Castello di Schรถnbrunn
Buckingam Palace
3.6 I risultati del confronto La prima cosa che si evince dal confronto tra i grafici dei siti museali è che la Reggia di Caserta ha carenze sotto tutti i punti di vista, in particolare, l’aspetto ‘visitatori’ è quello più critico. Il rapporto tra le dimensioni della Reggia e il numero di visitatori non è appropriato in quanto, nonostante sia il palazzo reale più grande del mondo, è il sito con il minor numero di visitatori; meno anche rispetto alla Reggia di Venaria Reale che è decisamente più piccola e con una storia oggettivamente meno importante rispetto alla residenza casertana, meno anche di Buckingham Palace che apre al pubblico solo nel periodo estivo. L’attrattività turistica della Reggia di Caserta è stata compromessa dall’incuria e ha subito un drastico calo a partire dalla fine degli anni Novanta. Le visite alla Reggia erano oltre 1 milione nel 1998, nel 2012 sono state 531mila: dunque la metà, in meno di quindici anni. Il bollettino del 2013 risulta molto critico: ulteriori 91mila presenze in meno, in un solo anno, su un totale di circa 500mila di visitatori. Il numero di visitatori all’anno si è mantenuto costante fino ad oggi, sempre intorno alle 500mila unità; facendo una stima giornaliera, la Reggia riceve in media circa 1.300 visitatori. Questa stima però cambia di molto in occasioni particolare, ad esempio in occasione di eventi come “La notte dei musei”, organizzato del Ministero dei Beni Culturali. In una sola sera, la Reggia ha registrato più di 6.500 visitatori, più altre 2.000 che sono rimaste in attesa fuori ai cancelli anche dopo l’orario di chiusura. Il picco di entrata dei visitatori si registra nel mese di agosto, seguito dai mesi di aprile, maggio e settembre, mentre la Reggia è meno frequentata dai turisti nei mesi invernali in particolare gennaio e febbraio. Situazione completamente opposta è quella della Reggia di Versailles; come si evince dai dati, la reggia francese, in eterna competizione con quella di Caserta, batte tutti sotto ogni aspetto. Versailles attira circa dieci milioni di visitatori
a pagina precedente: i cinque parametri a confronto sotto: superfici delle residenze reali
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l’anno e ottiene risultati nettamente migliori della Reggia di Caserta, grazie all’attivazione di un efficiente piano di valorizzazione turistica della struttura. L’organizzazione di eventi culturali è fitta e si somma alle numerose iniziative legate alla concessione ai privati degli spazi per conferenze, meeting e visite riservate. Una delle entrate più significative del monumento francese è relativa al merchandising, anche attraverso il commercio elettronico. I restauri avvengono in modo continuativo ed efficiente, grazie ad una puntuale e coordinata combinazione di finanziamenti privati e pubblici. Gli investimenti privati sono incentivati da favorevoli agevolazioni fiscali; inoltre una tecnica di successo sperimentata a Versailles è stata l’adozione di componenti o spazi della reggia. Un privato cittadino, un’azienda, o una fondazione culturale, possono diventare i tutori di un pezzo di Versailles e beneficiare del conseguente ritorno di immagine. Versano quindi una quota coprendo i costi della manutenzione e del restauro, per esempio di una panchina, una statua, una parte di giardino, una sala. Il sito internet della reggia è costantemente aggiornato proprio per la comunicazione delle proposte dell’amministrazione relative alle adozioni, che sono così diventate un’utile formula di sponsorizzazione. Anche in Italia però si distinguono buone pratiche di gestione di monumenti molto simili alla reggia vanvitelliana, come nel caso della Reggia di Venaria Reale che, dopo un efficace restauro, è diventata un punto importante del turismo culturale del capoluogo e una risorsa redditizia che aumentato l’attrattività turistica della zona. Il sito internet offre l’esclusiva possibilità di “affittare la Reggia” presentata dallo slogan: “Usa una residenza reale per eventi reali”. È infatti possibile affittare la reggia per conferenze stampa, eventi aziendali, location per film e fiction televisive, cene di gala. L’offerta prevede un servizio completo, dal catering agli allestimenti, addebitato al cliente. Grazie a un’efficace attività di promozione del monumento, la Venaria Reale di Torino è diventata uno dei cinque siti culturali più visitati d’Italia e i ricavi, con le attività legate alla concessione ai privati, sono balzati
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sotto: numero di stanze aperte e chuse
a 6 milioni e 400mila euro, rispetto ai 500mila euro previsti nel budget della Reggia di Caserta. Per ciò che concerne l’aspetto della moderna comunicazione, nessuno dei siti analizzati presenta una comunicazione all’avanguardia. L’unico punto sul quale tutti i siti hanno carenze sono le app per smartphone e tablet. Nessuno di questi può dirsi di avere un’applicazione impeccabile; soltanto Versailles può vantare ben tre applicazioni dedicate a diverse funzioni, le altre risentono di molte inefficienze. Le app risultano poco intuitive e in alcuni casi scarsamente funzionanti. Inoltre alcune sono povere di informazioni, non aggiornate per le ultime versioni di smartphone e, non disponibili per tutte le piattaforme mobili. Quella di Buckingham Palace è a pagamento (a differenza delle altre che sono gratuite) ad un prezzo, se pur irrisorio di 0,99 centesimi, che fa diminuire di molto il numero di download. Dal punto di vista dei supporti, in particolare quelli informativi, nessuno dei casi analizzati offre un sistema complesso o tecnologicamente avanzato, sono tutti però dotati di sistemi di audioguide e di esperti per visite guidate all’interno dei percorsi prestabiliti. La differenza la fanno però i supporti multimediali che possiamo trovare sui rispettivi siti internet, escluso quello della Reggia. Il Castello di Schönbrunn, la Reggia di Venaria Reale e Buckingham Palace mettono a disposizione un’ampia galleria online di foto e video del palazzo, mentre Versailles ha una pagina del suo sito web dedicata interamente alla ricostruzione virtuale del palazzo, accompagnata da una ricostruzione storica. Ulteriore dato valutato, è il numero di stanze aperte al pubblico, rispetto al numero totale presenti nell’edificio. Generalmente, è solo una piccola parte delle stanze che è possibile visitare, ovvero quelle più interessanti dal punto di vista storico e estetico, che generalmente sono le stanze dei reali. Sotto l’aspetto di questo ulteriore parametro, la Reggia di Caserta riesce a mantenersi all’incirca alla pari con gli avversari; può vantare più di 40 stanze monumentali sulle circa 1.200 stanze presenti in tutto l’edificio.
sotto: numero dei visitatori all’anno
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«Il flusso di informazioni nel quale siamo chiamati a vivere sta cambiando il modo di percepire la realtà. […] il corporate design deve fare i conti con il fatto che il movimento e le tecnologie ci sono.» (Hard, soft e smart: gli stili registici dell’identity design, G. Anceschi e C. Chiappini)
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Le identità dinamiche
4.1 Il concetto di identità dinamica Nella società contemporanea dominata dai media digitali, dalla televisione, da internet, dagli smartphone, rimanere statici può significare il rimanere esclusi dalla società stessa. Essere flessibili, dinamici, al passo coi tempi e rapidi nei cambiamenti per potersi adattare a tutte le nuove situazioni prevedibili e non, diviene un obiettivo fondamentale in tutti i settori della nostra economia e società e anche l’identità visiva si adatta e mette in luce tali obbiettivi. È evidente come, a seguito degli enormi cambiamenti che hanno investito la nostra società negli ultimi trent’anni, anche la comunicazione visiva si sia evoluto con essa. Sotto l’influenza dei media siamo circondati da un flusso di informazioni rapidissimo e in continuo mutamento. Il design della comunicazione deve ora essere affrontato con approcci progettuali adeguati. Stanno quindi emergendo nuovi modelli di identity design che si fondano sulla differenziazione, anziché sul rigido coordinamento.Si parla quindi di "identità dinamica" oppure di "immagine non coordinata", ovvero identità che hanno alla base concetti di “evoluzione nel tempo”, “contaminazione”, “processualità” e “partecipazione dell'utente”; l’attenzione è posta sul processo; viene pensato non il risultato, ma la via per ottenerlo. Si passa dal controllo del progetto, al controllo del processo. "Compito del progettista di immagine non coordinata è stabilire in modo rigoroso intenzioni, materie prime, strumenti e persone legate ad ogni processo creativo, dichiarando di volta in volta vincoli e margini di libertà." (Manuale di immagine non coordinata, Stefano Caprioli e Pietro Corraini). Da questo ragionamento ne viene fuori che il destinatario non è un target, ma un collaboratore e coautore; i progetti non sono imposti dall’alto. Tra chi concepisce la comunicazione e colui che la riceve si sviluppano nuovi punti di contatto e, gli individui partecipano in diverse maniere; i destinatari vengono resi dialoganti e attori. Per creare un'immagine coordinata, nel senso più tradizionale, bastano sei elementi fondamentali, che sono il logo, un set di colori, un carattere tipografico, degli elementi grafici, degli scenari e un linguaggio; tutti insieme formano il sistema che costituisce l'identità del brand. Ogni componente aiuta a rifinire l'immagine. Più i sei elementi sono definiti, più l'identità è ben delineata, e di conseguenza più forte. Per creare un'identità dinamica che sia flessibile e in grado di potersi modificare in base alle esigenza, è necessario fissare almeno un elemento riconoscibile e far variare gli altri. Ed è quello che stanno facendo molte aziende, società, musei, compagnie, per adattarsi ai cambiamenti. 61
Questa strategia non è recentissima; basti pensare all'identità del famoso canale televisivo MTV, che già nel 1981 aveva fissato un sistema dove le lettere "M" e"TV" hanno una forma e una posizione determinata, ma possono essere costruite con colori, pattern, texture, animazioni e illustrazioni diverse. Tutte le varianti che ne sono venute fuori con il tempo non hanno fatto altro che rafforzare il concetto di giovinezza che MTV vuole esprimere. Allo stesso modo fa “Google” con i suoi doodles, ovvero, dal 1988 crea delle varianti del logo originale utilizzate sul sito in occasioni di eventi speciali che commemorano eventi e anniversari. Ciò che Google invece mantiene fisso è la sequenza di colori e le forme determinate delle lettere che compongono il logotipo. Facendo variare tutto il resto, l’immagine che viene fuori cambia, ma rimane sempre l’identità di Google. Le variabili sono tante e le possibilità sono pressoché infinite; i casi di MTV e Google consistono semplicemente nell’offrire un’immagine sempre diversa ma sempre coerente con il proprio brand, ma ci sono diverse altre modalità come quella della customizzazione, dove è stesso l’utente finale che può interagire con il marchio per creare una propria versione. Oppure modalità come quella della generativa, un metodo meno controllabile ma molto più avanzato tecnologicamente, tramite l’utilizzo di software che permettono di generare nuove possibilità di marchio grazie a degli algoritmi. E’ il caso dell’identità della città scandinava di Nordkin la quale, grazie ai dati in tempo reale sul meteo, genera un logo sempre diverso, creato sulla base dei dati che vengono forniti al sistema. Gli esempi di identità dinamiche sono tantissimi e quelli citati fino ad ora sono solo alcuni. Altri esempi verranno poi analizzati nel dettaglio nei paragrafi successivi, soffermandosi sui punti che più sono interessanti ai fini del progetto sul quale si sta operando.
in alto: esempi del logo MTV a lato: esempi del logo di Google 62
MIT Media Lab Richard The e E. Roon Kang
Il marchio progettato nel 2011 da Richard The con E. Roon Kang per il MIT Media Lab (laboratorio di ricerca interdisciplinare del Massachusetts Institute of Technology) è ispirato alla comunità di persone che ne fanno parte, persone fortemente creative e con background differenti alle spalle, che collaborano e si ispirano a vicenda; tutto ciò è espresso all’interno del progetto del marchio. Le tre forme che compongono il logo sono tre “riflettori intersecanti”, che rappresentano la combinazione di tecnologia, multimedia e design, e possono essere organizzati in 40.000 forme e in 12 combinazioni di colori, utilizzando un algoritmo che produce un logo diverso per ogni persona, Facoltà, staff e studente. Ognuno può richiedere il proprio logo e usarlo per il proprio biglietto da visita o per il proprio sito web.
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è Bologna Mattero Bartoli e Michele Pastore
Vincitore del concorso internazionale Bologna City Branding, “è Bologna” è il nuovo logo co-generativo della città. E’ il primo logo co-generativo di una città nato con l’obiettivo di tradurre visivamente le infinite sfaccettature e le percezioni che definiscono che cosa è Bologna. Il sistema per generare le infinite possibilità di logo, è dovuto all’associazione di forme a ogni lettera. Con queste lettere/forme è possibile “scrivere” qualsiasi concetto riferibile alla città, includendo ogni caratteristica fisica o astratta, generale o personale, che si vuole associare a Bologna. Dal punto di vista grafico si ottiene così una forma precisa e diversa da tutte le altre per ogni parola generata, che può essere poi colorata, con tinte derivate da due colori individuati puntualmente. Ogni logo è sempre accompagnato dal payoff “è Bologna” che rafforza i tratti identitari utili a raccontare ciò che rappresenta la città. 64
Disegno Industriale Palermo Gabriele D’Asaro
Il progetto di Gabriele D’Asaro consiste nella creazione di un’identità visiva per il Corso di Laurea in Disegno Industriale di Palermo, un corso che ha in se diverse branche del design, insieme ad altre materie umanistiche e scientifiche. Questa dinamicità del corso è al tempo stesso la linea guida e l’obiettivo progettuale. Come segno di partenza, è stata scelta la Trinacria, simbolo di Palermo e della Sicilia; dalla stilizzazione di questa figura è venuto fuori un reticolo esagonale, sui quali possono essere generati tantissime varianti dei poligoni scelti: triangolo, quadrilatero e pentagono. A ognuna delle tre forme poi, si associa uno dei colori della quadricromia, escluso il nero. Questo fa si che le combinazioni possibili sono elevatissime, mantenendo però sempre la stessa coerenza e la stessa riconoscibilità.
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IDTV
Lava Studio La IDTV è la seconda agenzia di produzione più grande dell'Olanda ed è all'avanguardia nel campo della televisione, dei film e degli eventi. Il pixel, elemento piccolissimo ma essenziale per mostrare qualsiasi immagine su uno schermo, è stato usato per creare l'identità di questa agenzia; la creazione di quattro diverse forme di pixel, in differenti combinazioni su scale diverse, permette di comporre caratteri, immagini, strutture e naturalmente il logo. Qualsiasi cosa venga disegnato usando quei quattro pixel, sarà sempre riconducibile alla IDTV. Questo tipo di progettazione di identità, si distingue anche per il fatto che è in continua evoluzione; ognuno è spinto a generare qualcosa di nuovo, nuove idee, nuove combinazioni, e nuove varianti dell'identità. 66
Logo EXPO 2015 Andrea Puppa
Il logo EXPO 2015 è stato inserito tra i casi studio, anche se non è un marchio dinamico, perchè risponde agli stessi criteri del progetto di questa tesi. Il logo rappresenta una scritta multicolore, i tre colori primari si incontrano: il giallo, il blu e il magenta. Quattro lettere (EXPO) e quattro cifre (2015) che si sovrappongono realizzando un unico segno visivo dove gli effetti cromatici s’intrecciano in una forma originale e inedita. Il logo offre diversi livelli di lettura. Composto di forme e colori primari, è il punto di partenza, grazie alla sua semplicità, di una moltitudine di varianti. Proprio come nella nutrizione, dove gli elementi primari generano una infinita possibilità di combinazioni e percezioni diverse. È un logo dalla natura viva, un segno di luce, dove ogni colore ha la sua energia che si compone, riverbera e moltiplica nelle altre. Allo stesso modo Expo Milano 2015 rappresenta un momento per condividere tanti, variegati saperi e generare così una nuova energia vitale. “Un segno di luce e di vita in cui tante energie, simbolizzate dai colori, s’incontrano e si moltiplicano in una Expo che unisca saperi diversi per nuove soluzioni di vita”, è la descrizione di Andrea Puppa, autore del logo.
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«Il processo è il prodotto» (Manuale di immagine non coordinata, S. Caprioli e P. Corraini)
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Un nuovo brand per la Reggia di Caserta
5.1 Concept di progetto Dall’analisi fatta sulla situazione attuale della Reggia di Caserta e il confronto con altri beni di simile entità, è emerso che il palazzo reale possiede enormi potenzialità che non sono sfruttate a dovere e che danno come risultato una scarsa fruibilità del sito da parte dei visitatori. I problemi principali della Reggia sono la poca conoscenza di essa all’estero e la mediocre reputazione che ha a causa dell’incuria in cui versa, legati ad una cattiva gestione del sito. Per dare maggiore visibilità al palazzo a livello internazionale e, per cercare di superare, almeno in parte, i pregiudizi della popolazione locale, ho pensato di creare un nuovo brand che le desse un’identità nuova, di tipo dinamico, capace di cambiare ed evolversi in continuazione. Tra i diversi casi studio analizzati sull’identità dinamica quello che mi ha particolarmente colpito è il caso di “è Bologna” perchè molto diverso dagli altri selezionati per la mia ricerca. L’originalità sta nel fatto che il marchio varia grazie ad un alfabeto di segni precostituiti. Questa modalità la trovo innovativa per un aspetto molto semplice ma, fondamentale: l’utente può interagire con esso e generare lui stesso una delle infinite varianti del logo. Negli altri esempi studiati c’è sempre qualcun altro che crea delle varianti del marchio e l’utente può solo “assistere” a questa evoluzione. La mia idea progettuale è quella di riproporre questo sistema di marchio dinamico anche per la Reggia di Caserta, per capirne appieno le sue potenzialità e sfruttare questa idea per dare una nuova identità al palazzo reale. Così come per il caso di “è Bologna”, anche io ho progettato un sistema di segni da abbinare alle lettere dell’alfabeto. L’abbinamento è stato deciso in base alle forme create e alla frequenza di ogni lettera nella lingua italiana. Questo sistema di segni servirà poi a comporre le parole, dando origine ad un logo che varierà ogni volta con il variare della parola scelta.
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5.2 Ispirazioni Per creare i segni che compongono l’alfabeto, sono state scelte alcune forme che caratterizzano la Reggia, sia nelle architetture del palazzo che nei disegni del parco. Sono state selezionate forme geometriche ricorrenti come ad esempio: la forma ellittica della piazza antistante il palazzo e della volta dello Scalone d’onore, usata per le lettere P, V, O, U, e R. La pianta del vestibolo superiore che è a forma ottagonale, è stata usata per le lettere X, W, Y, K e J. Per la maggior parte delle altre lettere invece è stata utilizzata la forma della pianta del palazzo, in particolare del suo perimetro: i quattro chiostri, i quattro torrioni negli angoli, ecc. 72
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5.3 L’alfabeto delle forme L’alfabeto che è venuto fuori dall’analisi delle forme cercate all’interno della Reggia è quello qui accanto. Nelle pagine successive sono state analizzate nel dettaglio tutte le forme, lettere per lettera. Tutte le 26 forme sono state costruite su una griglia che ha le stesse proporzioni della pianta del palazzo. Ognuna è stata progettata per incastrarsi con le altre per dare sempre la migliore composizione in ogni combinazione di lettere. Sono state poi divise per tipi di forme, così che si potesse vedere come lo stesso segno è stato declinato in diverse varianti per essere utilizzato per più lettere. 74
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5.4 Il marchio dinamico Il marchio, se pur variabile, mantiene una sua struttura regolare; è formato da due parti: dal logo e dal logotipo, entrambi con una parte variabile. Il logotipo è formato da due parti, una in alto che rimane fissa che è “La Reggia”, mentre la seconda parte è in basso ed costituita da “è già” più un’altra parola variabile, che è quella che l’utente andrà ad inserire. Al centro del marchio troviamo il logo, anch’esso una parte variabile, sia nella forma che nel colore. L’utente, digitando la parola da lui scelta, andrà a comporre il logo, vedendo apparire, lettera per lettera, la nuova forma che sta generando. Nell’esempio presentato in queste pagine, la parola scelta è “Vanvitelli”, quindi il logotipo che verrà fuori dopo la digitazione sarà “La Reggia è già VANVITELLI”. Il logo generato invece, sarà la sovrapposizione di tutti segni che compongono la parola scelta. Ulteriore fattore variabile per il marchio è il colore; l’utente sarà libero di scegliere anche un colore per il logo generato, in modo da aumentare il livello di personalizzazione, oltre che il numero di forme possibili. Nel caso della parola Vanvitelli è stata scelta una tonalità di blu. Nel ripetizione di una o più lettere in una parola, come le lettere V, I ed L dell’esempio, ogni segno viene conteggiato una volta sola.
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La struttura del marchio
Pur essendo un marchio dinamico, in cui variano gli elementi al suo interno per ogni sua alternativa, ha delle proporzioni fisse rimangono costanti. La font utilizzata all’interno del marchio e per il resto della comunicazione è il Futura, comprese le sue varianti, cioè il Futura Light, Book e Bold, per dare diverso peso a elementi diversi. La scelta è ricaduta proprio su questo carattere perchè è fortemente geometrico, allo stesso modo delle forme che compongono il logo.
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Futura Light ABCDEFGHIJKLMNOPQRSTUVWXYZ abcdefghijklmnopqrstuvwxyz 1234567890 àèéìòù.,:;@#/=+_?!
Futura Book ABCDEFGHIJKLMNOPQRSTUVWXYZ abcdefghijklmnopqrstuvwxyz 1234567890 àèéìòù.,:;@#/=+_?!
Futura Bold ABCDEFGHIJKLMNOPQRSTUVWXYZ abcdefghijklmnopqrstuvwxyz 1234567890 àèéìòù.,:;@#/=+_?!
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Sfumature del Rosso E94F52
B64E4D
F1C1C3
F19194
E63928
Sfumature del Blu 5B56A1
574F94
CBC0DF
A099CB7
5509B
Sfumature del Verde B7CE38
8CB44B
D5E6C6
9EC75C
69B44C
Sfumature del Giallo F9C34B
I colori
B4954D
F0DBA1
FFDB90
FAE84E
Per far si che l’utente abbia ancora più possibilità di personalizzare il proprio logo, si può scegliere la sfumatura di colore da dare al marchio. Sono state individuate quattro sequenze di colore (rosso, blu, verde e giallo); la parola sarà formata dal colore scelto seguendo lo schema sopra indicato. Ogni lettera della parola utilizzerà in ordine ogni colore della sequenza, nel caso di parole troppo lunghe, la sequenza si ripeterà. Nel caso dell’esempio della parola “VANVITELLI”, è stata scelta la sequenza del blu; quindi, secondo la procedura indicata, la forma corrispondente alla prima lettera della parola, ovvero la “V”, sarà del primo blu della sequenza, la “A” del secondo blu, la “N” del terzo e così via. 90
La Reggia
è
già STORIA
La Reggia
è
La Reggia
è
già MARGHERITA
è
La Reggia
è
già MIA
è
già SCRITTA
già BORBONICA
è
è
La Reggia
già CULTURA
è
La Reggia
La Reggia
già TUA
già PROGETTO
è
già CULTURA
già LUCE
già ARTE
La Reggia
è
già TERRAEMOTUS
La Reggia
La Reggia
è
già NATURA
La Reggia
La Reggia
La Reggia
è
già UNESCO
è
La Reggia
La Reggia
è
già CASCATA 91
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L’interfaccia utente
Per creare il proprio marchio, l’utente si troverà davanti ad una semplice interfaccia con le indicazioni da utilizzare sulla sinistra dello schermo. Dopo aver scelto il colore per il logo, si troverà la domanda:
“La Reggia già c’è, già c’era e già ci sarà; per te cos’è? Scrivi una parola e creerai il tuo simbolo!”. Ognuno a questo punto potrà digitare una parola a sua scelta e verrà fuori il marchio personale.
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5.5 Declinazioni del marchio Strategia di comunicazione esterna
Come strategia di comunicazione esterna si è pensato di utilizzare i mezzi di trasporto pubblici quali bus e metropolitane. La pubblicità sugli autobus è uno strumento di comunicazione dinamica che non passa inosservata e attira l’attenzione di un popolo in continuo movimento e dà la possibilità di raggiungere un numero maggiore di utenti rispetto ai canali tradizionali. Il marchio dinamico utilizzato quindi su uno strumento di comunicazione dinamica, favorirà la creazione di un’identità capace di adattarsi continuamente alle svariate esigenze degli utenti. I destinatari di questa campagna pubblicitaria sono due: - I cittadini di Caserta e provincia: per far sviluppare una maggiore coscienza dell’inestimabile tesoro che posseggono nel loro territorio; un patrimonio così imponente ma quasi invisibile ai loro occhi. - Gli abitanti delle grandi città italiane: per far nascere in loro la curiosità di andarlo a visitare, sia da soli che in gruppo, con le scuole e le università.
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Segnaletica e roll up
Il marchio si adatta bene anche per la segnaletica che risulterà dinamica, funzionale e chiara. Modificando la grafica della segnaletica esistente si è reso la comunicazione integrata con il sistema del marchio dinamico, in tutti i suoi aspetti. Questo tipo di comunicazione è stata utilizzata anche per pubblicizzare eventi e mostre che si svolgono all’interno della Reggia, attraverso l’utilizzo di roll up.
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Rivestimenti per cantieri
Il marchio dinamico può essere utilizzato, con le sue infinite forme, per rivestirere le impalcature. Si è pensata a questa soluzione dato che proprio in questi mesi si stanno svolgendo grossi lavori di ristrutturazione, sia sulla facciata anteriore che nei cortili interni.
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Biglietti da visita
Il marchio si adatta bene anche per i biglietti da visita dei dipendenti della Reggia; infatti ognuno potrĂ comporre il marchio personale digitando il proprio nome. Tutti i biglietti da visita saranno diversi tra loro per colore e logo, ma tutti coerenti nel concept e nel tipo di identitĂ .
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Brochure informativa
Un ulteriore esempio dell’utilizzo del marchio è una brochure informativa visto che attualmente la Reggia ne è sprovvista. In questo caso il progetto prevede un modello diverso dalle solite brochure che generalmente troviamo nei musei, ma ricorda un origami. All’interno c’è la pianta del palazzo, in cui sono indicate le stanze visitabili; sul lato posteriore invece, gli eventi che si svolgono nella Reggia.
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Merchandising
Infinite sono le possibilità dell’utilizzo del marchio nel merchandising. Ognuno potrà realizzare, secondo il proprio gusto e la propria fantasia, un marchio personale che potrà essere utilizzato su borse, magliette, cover per cellulari. Grazie ai macchinari appositi presenti nel bookshop, ogni visitatore potrà creare e stampare al momento il proprio gadget personalizzato e portarlo via con se. Sono stati ideati poi altri gadget quali segnalibri, spille, matite e notebook, già prestampati con diverse grafiche e marchi, pronti da acquistare.
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Conclusioni
L’identità dinamica sta sostituendo sempre di più quella statica. Vivendo in un mondo in cui tutto cambia continuamente e velocemente, anche il marchio deve adattarsi alle continue evoluzioni. È quello che ho provato a realizzare in questa tesi, dimostrando che un bene che può sembrare immutabile nel tempo può anch’esso trasformarsi ed essere al passo con i tempi. Un marchio così dinamico, trovato un po’ ovunque, è attraente ed è un ottimo veicolo per pubblicizzare e sensibilizzare le persone alla conoscenza della Reggia di Caserta.
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Bibliografia 1. 2. 3. 4. 5.
Dante Cosi, Diritto dei beni e delle attivitĂ culturali, Aracne editrice s.r.l. - 2008 Stefano Caprioli e Pietro Corraini, Manuale di immagine non coordinata, Maurizio Corraini s.r.l. - 2008 Decreto legislativo "Codice dei beni culturali e del paesaggio, art. 10 della legge 6 luglio 2002, n. 137" Irene van Nes, Dynamic Identities: How to Create a Living Brand, BIS Publishers - 2012 G. Mercadante ed E. Maccaglia, Modello per la valorizzazione dei siti culturali della provincia di Caserta, Editore Sipi S.p.A. - 2008 6. F. Forte, Heritage in Campania region: a lever for cultural and creative economy - 2011
Sitografica 1. francescomorante.it 2. wikipedia.org 3. wikispesa.it 4. percorsidiluce.it 5. audioguide.it 6. civita.it 7. ticketone.it 8. arte.it 9. unesco.org 10. casertamusica.com 11. camera.it 12. issuu.com 13. urbancenterbologna.it 14. atcbus.it 15. mpmirabilia.it 16. chateauversailles.fr 17. beniculturali.it 18. reggiadicaserta.beniculturali.it 19. lavenaria.it 20. schoenbrunn.at 21. royalcollection.org.uk 22. royal.gov.uk
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Ringraziamenti Alla fine di questo percorso voglio ringraziare tutti quelli che mi hanno sempre sostenuto. Tutti i professori, che ognuno a suo modo, ha permesso il mio arricchimento personale e culturale. In particolar modo ringrazio la professoressa Alessandra Cirafici, che mi ha fatto concludere questo corso di studio nel miglior modo possibile, stimolando in me la creativitĂ e la voglia di conoscenza, e la professoressa Fabiana Forte che mi ha fornito preziose informazioni per le ricerche di questa tesi. I miei genitori e mio fratello, che credono in me e mi sostengono in qualsiasi cosa io faccia. I miei amici di sempre, che ci sono in tutti i momenti importanti della mia vita. I miei compagni di corso, persone speciali con cui ho vissuto questa avventura.
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