firenze edintorni allegata la pianta della città con l’indicazione dei luoghi di interesse
n.2 settembre-febbraio 2010-2011
8,00 euro
semestrale sulle arti
foto Francesca Anichini
2• settembre 2010-febbraio 2011
Visitart è una pubblicazione dell’editore Centro Di della Edifimi srl © Tutti i diritti riservati Lungarno Serristori, 35 50125 Firenze (+39) 055 2342668 / 055 2342666 www.centrodi.it prezzo di copertina: 8,00 € Direttore Editoriale Ginevra Marchi g.marchi@centrodi.it Direttore responsabile Franco Cesati Coordinamento editoriale Clara Gambaro claragambaro@visitartfirenze.com Responsabile della redazione, grafica e impaginazione Manola Miniati redazione@visitartfirenze.com Redazione ed elaborazione dei testi Patrizia Fabbri Chiara Sestini redazione@visitartfirenze.com Redazione Centro Di Alberto Bartolomeo alberto@centrodi.it Coordinamento istituti stranieri editing sezione in inglese Alyson Price alison@visitartfirenze.com Traduzioni Anthony Brierley Collaboratori di questo numero Emilia Daniele “percorso architettonico”; Alberto Salvadori, Gabriele Ametrano “in contemporaneo”; Eleonora Negri “musica in città” Pubblicità Angelica Dalgas angelicadalgas@visitartfirenze.com Ufficio commerciale e abbonamenti Silvia Cangioli silviacangioli@visitartfirenze.com ISSN 2037-4658
Opera di Santa Maria del Fiore
4
Galleria degli Uffizi
6
Gabinetto Disegni e Stampe degli Uffizi
9
Biblioteche
10
Galleria dell’Accademia
12
Museo Nazionale del Bargello
13
Palazzo Pitti
14
Opificio delle Pietre Dure e Laboratori di Restauro di Firenze
16
Cenacoli e cicli di affreschi, Oratori
18
Cappelle Medicee
19
Orsanmichele
19
Museo di San Marco
20
Complesso monumentale di Santa Croce
21
Case museo
22
Museo degli Innocenti
24
Musei Archeologici
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Palazzo Strozzi
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in contemporaneo
28
a cura di Alberto Salvadori e Gabriele Ametrano
Musei Civici Fiorentini
32
Museo Nazionale Alinari della Fotografia
34
Iscrizione al Registro Operatori di Comunicazione n. 7257 Stampa: Petruzzi Stampa, Città di Castello, settembre 2010
sommario
semestrale di informazioni sulle arti a Firenze ideato e diretto da Ginevra Marchi
sommario
foto Francesca Anichini
Crediti fotografici Le illustrazioni presenti nella rivista sono quasi sempre fornite direttamente dai musei. L’Editore si rende disponibile per integrare o emendare, nel prossimo numero della rivista, le eventuali omissioni del copyright degli aventi diritto.
35
Museo Marino Marini
36
Ville Medicee
38
Complesso Mozzi Bardini
39
Accademie e Fondazioni
40
Museo di Storia Naturale
Le foto alle pagine 12, 14 sono di Massimo Listri courtesy FOR Gallery, Firenze www.forgallery.it
42
Musei e archivi della moda
Foto a pagina 43: gentile concessione della Banca-Dati dell’Archivio Storico Foto Locchi
44
Museo Stibbert
44
Museo Horne
Le illustrazioni della sezione “bambini e ragazzi” e “musica in città” sono di Silvia Cheli 055 23090543 338 3324349 cheli.ritratti@libero.it
45
Casa Buonarroti
46
Museo Galileo
48
Palazzo Medici Riccardi
50
Museo per la Matematica
50
Museo Richard Ginori
51
Musei di Fiesole
52
“Stranieri” a Firenze a cura di Alyson Price
54
Bambini e ragazzi
58
Percorso architettonico a cura di Emilia Daniele
60
Musica in città
61
Libri in città a cura della Libreria Arte&Libri
62
in Toscana
Le foto alle pagine 1, 2, 6-7, 20, 30-31, 35, 58(1), 62-63 sono di Francesca Anichini www.francescaanichini.com studio@francescaanichini.com
Avviso ai lettori VisitArt è una rivista semestrale, di conseguenza il calendario degli eventi è da intendersi aggiornato alla data di chiusura in redazione. Per le notizie “dell’ultima ora” rimandiamo il lettore ai singoli siti dei vari musei e al nostro sito: www.visitartfirenze.com Nota della redazione Si informa che l’Editore riceverà volentieri ogni modifica, aggiornamento e aggiunta ai contenuti dei prossimi numeri, non oltre i 45 giorni precedenti l’uscita del numero. Invio testi e foto: redazione@visitartfirenze.com oppure VisitArt c/o Centro Di Lungarno Serristori 35, 50125 Firenze VisitArt è disponibile nelle edicole, nelle librerie, nei bookshop dei musei e si può richiedere direttamente all’editore: edizioni@centrodi.it 055 2342668 anche in abbonamento (2 numeri) Italia € 18,00 Estero € 30,00 Il n° 3 uscirà nel marzo 2011
in copertina (italiano) foto dall’Archivio di Paolo Mantegazza, mostra “Obiettivo uomo” al Museo di Storia Naturale, sezione di Antropologia e Etnologia, Firenze (10 ottobre 2010-31 gennaio 2011). in copertina (inglese) Loggia de’ Lanzi con turisti, luglio 2010, foto di Francesca Anichini.
una selezione degli accadimenti riportati sul primo e sul secondo numero di VisitArt
a cura della redazione
primi mesi
(n. 1) aprile-agosto 2010
apr ile “O Flos Colende” Musica Sacra a Firenze nella cattedrale di Santa Maria del Fiore e Battistero di San Giovanni (fino al 7 settembre) ʘ presentazione del restauro della Pala di Filippo Lippi degli Uffizi ʘ prorogata a data da definire la mostra più bella del mondo (!): “Cristalli” alla Specola ʘ rientra al Museo Stibbert l’importante Trittico della Vergine con Bambino e Santi rubato e recuperato dai Carabinieri ʘ assegnato il Premio Toscana Contemporanea (prima edizione) e presentato in una mostra a EX3 il lavoro dell’artista vincitore, Michelangelo Consani ʘ il Museo Nazionale Alinari apre una mostra su Italo Zannier “Ansia d’immagini” (fino al 27 giugno) maggio la mostra “Caravaggio e caravaggeschi a Firenze” inaugura in 3 sedi (Uffizi, Pitti e Villa Bardini, fino al 17 ottobre) ʘ riprende “Estate al Bargello”, la programmazione di eventi teatrali nel cortile del Museo del Bargello ʘ rientra restaurato dall’Opificio al Museo Bardini il Porcellino di Pietro Tacca ʘ la Strozzina apre una mostra sul Tempo: “As soon as possible - Time and Social Acceleration” (fino al 18 luglio) ʘ “Greta Garbo al Museo Ferragamo”, una mostra sui vestiti della star. giugno riapre il Museo della Scienza con un nuovo nome: Museo Galileo e un allestimento altamente tecnologico ʘ “Virtù d’amore. Pittura nuziale nel 400 fiorentino”, una mostra alla Galleria dell’Accademia (fino al 1 novembre) ʘ Il Museo Marino Marini inaugura una mostra sulla storia del Cappello, “Dalla spiga al cappello”(fino al 31 luglio) ʘ luglio una mostra sul “vivere in Villa”: Per utilità e per diletto” alla Villa Medicea di Cerreto Guidi (fino al 3 ottobre) ʘ “Le parole e la musica - sere d’estate in Casa Buonarroti” ʘ “Notti dell’Archeologia” un’iniziativa del Museo Archeologico con aperture notturne dei musei, laboratori e altro ʘ “Architettura finlandese” - una mostra all’Accademia delle Arti del Disegno
questi mesi (n. 2) settembre 2010-febbraio 2011
settembre dal 9 settembre una mostra al MNAF svela le origini della calotipia in Italia (fino al 24 ottobre) ʘ apre il 10 settembre al Bargello la prima mostra dedicata allo scultore Giovanfrancesco Rustici, allievo e collaboratore di Leonardo da Vinci (fino al 10 gennaio) ʘ la Biblioteca Moreniana celebra il 140° anniversario della sua fondazione ʘ Bronzino. Pittore e poeta alla corte dei Medici - la nuova grande mostra di Palazzo Strozzi (dal 24 settembre) ʘ venti opere di Gio Ponti dal Museo Richard Ginori in mostra alla Triennale di New York ʘ Athos Ongaro: Stelle rotanti al Museo Pecci dal 25 settembre ʘ Base: dal 28 settembre personale dell’artista argentino Thomas Saraceno ottobre Biblioteca delle Oblate: un ricco programma di incontri con “Leggere per non dimenticare”, “Ottobre piovono libri” e i giovedì in giallo ʘ chiudono le mostre “Frank Lloyd Wright a Fiesole. Cento anni dopo” al Museo Civico Archeologico di Fiesole (3 ottobre) e “Una gloria europea. Pietro da Cortona a Firenze” a Casa Buonarroti (11 ottobre) ʘ EX3 ospita Francesco Carone e Simon Roberts (dal 7 ottobre al 7 novembre) ʘ la Sezione di Antropologia e Etnologia inaugura la mostra dedicata a Paolo Mantegazza e l’antropologia fotografica (fino al 31 gennaio) ʘ chiude il 17 ottobre la mostra su Caravaggio e i caravaggeschi ʘ dal 21 al 24 ottobre Firenze dà spazio alle idee con il Festival della Creatività ʘ “Archibugi alla prova del Gran Principe” - una mostra a Casa Siviero (fino al 6 gennaio) ʘ Festival Oltrarno Atelier, rassegna di spettacoli e laboratori sulla rive gauche della città (dal 21 ottobre) ʘ Didattica per l’arte contemporanea con Laboratorio Novecento alla Sala delle Reali Poste (fino al 14 novembre) ʘ sono 7 i festival della rassegna 50 giorni di Cinema Internazionale in programma da ottobre a dicembre ʘ La città degli Uffizi presenta “Arte a Figline. Dal Maestro della Maddalena a Masaccio” ʘ a fine ottobre inizia Glorytellers, rassegna musicale indie/rock di Musicus Concentus novembr e si concludono all’inizio del mese le mostre “Virtù d’amore” (Galleria dell’Accademia) e “Parigi val bene una messa!” (Cappelle Medicee) ʘ la Croce di Giotto, inaccessibile al pubblico dal 1937, torna nella chiesa di Ognissanti dopo un attento restauro ʘ fino a novembre Music@VillaRomana, rassegna di incontri con la musica sperimentale ʘ apre la nuova mostra al Museo Ferragamo: savoir faire tra città e impresa ʘ Base ospita una personale dell’artista coreano KooJeong A ʘ dal 12 al 20 novembre appuntamento con Florens 2010 ʘ dal 17 novembre le opere di Charles Avery in mostra a EX3 ʘ periodici fiorentini degli anni Cinquanta in mostra alla Biblioteca Nazionale Centrale ʘ dal 20 novembre al Castello dell’Acciaiolo “I Ghirlandaio a Scandicci. Una famiglia di pittori del Rinascimento” ʘ Costruendo il Mudi: la nuova mostra su Francesco Datini, l’ospedale e i fanciulli dicembre dopo il restauro torna al Museo di San Marco l’opera più famosa di Beato Angelico: il Tabernacolo dei Linaioli ʘ Artiste “di capriccioso e destrissimo ingegno” autoritratte per gli Uffizi: volti femminili da scoprire alle Reali Poste (fino al 31 gennaio) ʘ a Palazzo Medici Riccardi “D’Annunzio e Firenze. 1910: l’anno della fuga in Francia” ʘ fino a dicembre laboratori e visite guidate per bambini alla scoperta del Museo Galileo ʘ si conclude il 12 dicembre la mostra sul mito di Garibaldi al Museo Fattori di Livorno gennaio fino al 9 gennaio “Lucca e l’Europa. Un’idea di Medioevo (V-XI secolo)” alla Fondazione Ragghianti di Lucca ʘ “Rodolfo Siviero collezionista del sacro”, una selezione di calici, pissidi e ostensori in mostra alla casa museo (fino al 30 aprile) ʘ chiude il 9 gennaio al Pecci The Prato Project, esposizione di opere di Thom Puckey e Jan van der Ploeg ʘ la raccolta Alberto Della Ragione in mostra alla Estorick Collection di Londra (fino al 3 aprile) ʘ si conclude il 23 gennaio la mostra allestita al Lu.C.C.A.“Michel Comte. Not only women” ʘ inaugurazione della mostra celebrativa dei 20 anni della Fondazione Studio Marangoni ʘ chiude il 31 gennaio la mostra dei legni “non finiti” di Gavazzi al Giardino Bardini ʘ Jeudi Cinéma all’Istituto Francese: da ottobre fino al 27 gennaio film in lingua originale il giovedì sera febbr aio si conclude il 13 febbraio la mostra di Michael Lin al Pecci di Prato ʘ al CCCS esposti dal 18 febbraio al 1 maggio i migliori lavori del Premio Talenti emergenti ʘ si inaugura al Lu.C.C.A. la mostra “Dubuffet in Italia”
opera di santa maria del fiore
stituita alla fine del XIII secolo per sovrintendere alla costruzione della nuova cattedrale di Firenze, l’Opera di Santa Maria del Fiore si trova oggi ad amministrare un complesso di monumenti e di edifici storici di straordinaria rilevanza, sviluppatosi nei secoli attorno alla chiesa cattedrale. Il complesso, oltre al Duomo e al Battistero, è articolato in una varietà di “luoghi” caratterizzati da una spiccata individualità e una specificità storica e funzionale. L’attività dell’ente nell’ambito della conservazione e della valorizzazione delle opere d’arte è ampiamente testimoniata da luoghi come il Museo dell’Opera del Duomo; accanto a questo dobbiamo ricordare la bottega degli scalpellini e la nuova residenza dell’Opera, inaugurata nel 1987.
I
via della Canonica, 1 apertura uffici: da lunedì a venerdì 8-19, sabato 8-14
www.operaduomo.firenze.it
Centro Arte e Cultura
L’antica sede dell’Opera di San Giovanni è oggi punto di riferimento per i visitatori del complesso monumentale e un centro polifunzionale che ospita convegni, conferenze, attività di formazione ed eventi. piazza San Giovanni, 7
www.artecultura.firenze.it
4
Immagine tratta dalla copertina di Itinerario di Firenze moderna (Centro Di, 1975), elaborata da Superstudio e gentilmente concessa da Loriano Bertini.
Cattedrale di Santa Maria del Fiore
Progettata da Arnolfo di Cambio e terza chiesa del mondo, sorse sopra la cattedrale paleocristiana dedicata a Santa Reparata e nel 1412 fu intitolata a Santa Maria del Fiore con una chiara allusione al giglio, simbolo della città. La facciata fu conclusa soltanto alla fine dell’Ottocento. aperto: tutti i giorni 10-17; giovedì 10-16,30, maggio e ottobre 10-16, da luglio a settembre 10-17; sabato 1016,45; domenica e festività 13,30-16,45
Cupola
Nel 1418 l’Opera del Duomo bandì un concorso pubblico per la sua progettazione, che, pur in assenza di vincitori ufficiali, vide Filippo Brunelleschi e Lorenzo Ghiberti nominati capomastri. La costruzione della cupola − la più grande mai edificata in muratura − ebbe inizio nel 1420; cinque anni dopo fu affidata al solo Brunelleschi e fu completata fino alla base della lanterna nel 1436. aperto: tutti i giorni 8,30-19, sabato 8,30-17,40 chiuso: domenica e festività
Cripta di Santa Reparata (sito archeologico)
Tra il 1965 e il 1973 una grande campagna di scavi eseguita sotto la cattedrale ha portato in luce i resti dell’antica basilica di Santa Reparata, testimonianza della prima cristianità a Firenze. aperto: lunedì, martedì, mercoledì, venerdì 10-17, sabato 10-16,45, 1 maggio 8,30-17 chiuso: in occasione delle principali festività liturgiche
Campanile di Giotto
Iniziato da Giotto nel 1334, è una delle quattro componenti principali di piazza del Duomo. Alto 84,70 m e largo circa 15, è la più eloquente testimonianza dell’architettura gotica fiorentina del Trecento. aperto: tutti i giorni 9-19,30
Battistero di San Giovanni
A pianta ottagonale, interamente rivestito di marmo bianco e verde di Prato, il Battistero che vediamo oggi è il frutto dell’ampliamento di un primitivo edificio, risalente al IV-V secolo. aperto: tutti i giorni 12,15-19, domenica 9-13,40, domenica e festività 8,30-14 chiuso: primo sabato del mese 14-19
Museo
Nato nel 1891, custodisce le opere d’arte rimosse dal complesso di Santa Maria del Fiore per garantirne la conservazione. piazza del Duomo, 9 aperto: da lunedì a sabato 9-19,30, domenica 9-13,40 chiuso: Capodanno, Pasqua, 8 settembre, Natale
Il Museo dell’Opera di Santa Maria del Fiore: passato e futuro Archivio dell’Opera di Santa Maria del Fiore Progetti dell’archivio A partire dalle celebrazioni per il settimo centenario di Santa Maria del Fiore (1996-1997), l’archivio dell’Opera del Duomo ha intrapreso una serie di progetti per valorizzare e rendere più accessibile il proprio patrimonio documentario. A tal fine ci si è avvalsi soprattutto dello strumento informatico. Gli anni della Cupola, progetto diretto da Margaret Haines, è un archivio digitale testuale e strutturato di tutte le fonti dell’Opera relativamente al ventennio 1417-1436. Il lavoro, che si basa su un programma sviluppato dal CNR di Pisa, è stato successivamente abilitato alla consultazione su internet grazie alla collaborazione del MaxPlanck-Institut di storia della scienza di Berlino. Per mezzo di questo sofisticato strumento, già fruibile sul sito web dell’Opera, è possibile interrogare un corpus di circa 20.000 documenti per una vasta gamma di argomenti di interesse interdisciplinare. Altri progetti mirano a rendere accessibili particolari fondi d’archivio tramite internet. È il caso dei codici corali e dei registri dei battesimi: chiunque può far scorrere virtualmente sul proprio computer i grandi fogli in pergamena dei corali del Duomo e del Battistero o rintracciare la data di nascita dei Fiorentini del passato, dal 1450 al 1900: fino al XX secolo, infatti, l’unico fonte battesimale della città era quello di San Giovanni. La ricerca sui registri battesimali sarà in futuro ulteriormente agevolata dall’immissione on line della schedatura elettronica dei dati relativi ai primi decenni, mentre è in fase sperimentale l’indicizzazione dei battesimi del XIX secolo allo scopo di facilitare le ricerche genealogiche. via della Canonica, 1 sala di studio aperto: lunedì 14-18, mercoledì e venerdì 9-13
opera di santa maria del fiore
focus / Museo dell’Opera di Santa Maria del Fiore L’allestimento di un museo negli antichi magazzini della fabbriceria di Santa Maria del Fiore dietro l’abside della cattedrale, e la sua apertura al pubblico nel maggio del 1891, erano frutto di settant’anni di discussioni e lotte. La storia ebbe inizio nel 1822 con l’alienazione di trentasette sculture che l’allora presidente dell’Opera aveva fatto trasportare agli Uffizi; tra queste c’erano alcune ‘icone’ del primo Rinascimento: le formelle del Brunelleschi e del Ghiberti per il concorso per le porte del Battistero e le parti figurative delle cantorie di Luca della Robbia e Donatello per il Duomo. Motivo di questo gesto era la preoccupazione del presidente, il conte Giovanni degli Alessandri, per la fruibilità culturale e addirittura per l’incolumità dei capolavori, che egli considerava ‘a rischio’ nei magazzini dell’Opera da lui governata! Già nel Cinquecento, in effetti, Giorgio Vasari s’era lamentato della negligenza dell’Opera del Duomo, che – secondo lui – aveva perso il progetto del Brunelleschi per il ballatoio esterno del tamburo della cupola. Dal Sei all’inizio dell’Ottocento, poi, doveva regnare una certa confusione nei depositi della fabbriceria. L’urgenza del conte Degli Alessandri di trasferire le opere in spazi più degni è quindi comprensibile, anche se la vicenda rimane poco chiara dal momento che il direttore del museo destinato a ricevere queste opere, la Reale Galleria delle Statue agli Uffizi, in quegli anni era lo stesso conte Giovanni degli Alessandri! Nel 1885, dopo una serie di alterne vicende in cui si rivendicava il possesso dei beni artistici allontanati, l’Opera di Santa Maria del Fiore annunciò l’intenzione di creare, in locali di sua proprietà, un museo degno delle cantorie e di altre opere d’arte. Nell’aprile del 1886, la Commissione permanente di Belle Arti deliberò di proporre al ministro della Pubblica Istruzione la restituzione delle cantorie e l’approvazione del progetto del nuovo museo, alla condizione che esso rimanesse aperto al pubblico. Il 29 novembre 1886 il ministro dette il nulla osta all’inizio dei lavori del museo, che così nacque insieme alla facciata neogotica della cattedrale disegnata da Emilio De Fabris; la progettazione del museo fu affidata a un collaboratore del De Fabris, Luigi Del Moro. La cerimonia d’apertura si tenne il 3 maggio 1891 “coll’intervento di Alti e distinti personaggi” tra cui S.A.R. il duca d’Aosta e il cav. Guido Carocci, ispettore dello stesso Reale Commissariato di Belle Arti che in origine aveva cercato di bloccare l’iniziativa. Ad accogliere gli “Alti e distinti personaggi” nel 1891 c’era la maestosa Madonna dagli occhi di vetro di Arnolfo di Cambio, un tempo sopra la porta centrale del Duomo e nel museo collocata dirimpetto all’ingresso, in una posizione analoga cioè a quella che aveva avuto nella sistemazione originaria. Salendo poi lo scalone neobrunelleschiano, il visitatore trovava vari frammenti dell’antica facciata e del coro bandinelliano, e nella sala in cima allo scalone poteva contemplare le contestate cantorie, sistemate una di fronte all’altra in un allestimento evocativo delle originarie posizioni sopra le porte delle due sagrestie del Duomo. Questo nucleo originale crebbe lungo tutto il XX secolo. Nel 1937, la Madonna arnolfiana fu risistemata, insieme alle altre sculture provenienti dall’antica facciata, in un salone ricavato da un cortile e battezzato ‘Sala della facciata’. Nella stessa logica conservatrice già sei anni prima i rilievi trecenteschi del Campanile erano stati allestiti in una nuova sala al primo piano, e nel 1948 il resto del corredo scultoreo originale della torre campanaria venne trasferito al museo: le statue di Andrea Pisano, Donatello e altri, vennero sistemate nella storica ‘Sala delle cantorie’. Ciò obbligò però allo spostamento degli arredi sacri, che a loro volta sfrattarono disegni e dipinti ottocenteschi, che finirono nei depositi. Nel 1954 fu creata una cappella al pianterreno, dove vennero esposte le più importanti reliquie della cattedrale e del Battistero nei loro preziosi reliquiari. E nel 1981 venne trasferita dal Duomo la Pietà di Michelangelo. Purtroppo l’inorganica crescita attraverso quasi un secolo ha prodotto un ordine discontinuo e una pluralità di logiche di allestimento. L’odierna esigenza di leggibilità, invece, insieme al cruciale allargamento della collezione dovuto alla rimozione dal Battistero, negli anni ottanta, per motivi di conservazione, delle Porte del Paradiso, hanno convinto l’attuale consiglio d’amministrazione dell’Opera, presieduto da Anna Mitrano, ad intraprendere importanti iniziative di adeguamento. La prima di queste, risalente al periodo 1997-2000, ha portato in particolare all’ampliamento del museo in vista dell’Anno Santo. La seconda iniziativa, importantissima, sta partendo ora ed è nata nel 1998 con l’acquisto dell’immobile attiguo all’attuale museo, l’ex Teatro degli Intrepidi. È in corso di elaborazione un piano di allestimento unitario della collezione negli spazi dei due edifici unificati, con un’organizzazione cronologica e per nuclei progettuali. Quest’espansione dell’area museale, affidata all’architetto Adolfo Natalini insieme ai suoi collaboratori Piero Guicciardini e Marco Magni, costituirà un punto di arrivo storico, poiché il nuovo ‘grande Museo dell’Opera’ permetterà per la prima volta l’esposizione dell’intera collezione nonché di opere monumentali che negli anni a venire potranno aver bisogno di musealizzazione: le altre due porte del Battistero, ad esempio, insieme ai gruppi scultorei che le sovrastano. A differenza di musei con collezioni eterogenee e di varia provenienza, il Museo dell’Opera raccoglie testimonianze strettamente collegate tra loro, facenti parte di programmi iconografici ancora intelligibili; opere legate a siti fisici e a funzioni liturgiche e devozionali ancora verificabili a pochi passi di distanza. Laddove possibile, l’allestimento dovrà quindi evocare alcune caratteristiche della collocazione originaria, evidenziando opportunamente l’interazione di distinte categorie di oggetti: ad esempio, i libri miniati usati dalla schola cantorum e le cantorie che ospitavano altri componenti del coro. La possibilità di configurare un vasto spazio aperto nell’ex Teatro degli Intrepidi invita poi a una disposizione delle sculture esterne rispettosa del loro carattere di arredi monumentali visibili ‘di sotto in su’ dalla piazza. In maniera analoga, gli ambienti riservati agli arredi interni – i locali del vecchio museo – dovranno riprendere qualcosa della gamma cromatica dell’interno del Duomo. Anche l’illuminazione delle sale ospitanti arredi interni dovrà distinguersi dalla ‘luce del giorno’ del reparto esterno del museo. Soprattutto – come già accennato – il reparto ‘interno’ andrà organizzato non con la rigida separazione di sculture da dipinti, da vasi sacri e paramenti, ma nel suggestivo incontro di questi elementi che, nell’originale contesto liturgico della cattedrale, erano compresenti. Timothy Verdon Canonico della cattedrale di Firenze, direttore dell’Ufficio Diocesano d’Arte Sacra e dei Beni Culturali Ecclesiastici e membro del consiglio d’amministrazione dell’Opera di Santa Maria del Fiore
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galleria degli uffizi 6
www.polomuseale.firenze.it/uffizi
piazzale degli Uffizi aperto: da martedì a domenica 8,15-18,50 chiuso: lunedì, Capodanno, 1 maggio, Natale È consigliato prenotare i biglietti per ridurre i tempi di attesa all’ingresso
foto Francesca Anichini
calendario mostre settembre 2010-febbraio 2011 Caravaggio e caravaggeschi a Firenze Galleria Palatina, Palazzo Pitti Galleria degli Uffizi ideazione scientifica Gianni Papi a cura di Stefano Casciu, Antonio Natali e Gianni Papi fino al 17 ottobre 2010 Prosegue la mostra che la Galleria degli Uffizi e la Galleria Palatina dedicano a Caravaggio e ai pittori caravaggeschi in occasione del quarto centenario della morte dell’artista. In essa è presentato il cospicuo patrimonio fiorentino di opere del maestro e dei suoi seguaci: oltre 100 rilette alla luce dei dati emersi in seguito a ricerche, documenti e nuove attribuzioni.
Laboratorio Novecento Sala delle Reali Poste a cura di Federica Chezzi e Chiara Toti con Claudia Tognaccini, con la collaborazione della Sezione Didattica della Soprintendenza 8 ottobre-14 novembre 2010 “Laboratorio Novecento” è un evento espositivo costruito attorno al tema della didattica per l’arte contemporanea e propone un percorso educativo attraverso una selezione di opere delle correnti artistiche del secondo Novecento e dei tempi attuali, opere interamente provenienti dalle collezioni meno note della Galleria e del Gabinetto dei Disegni e delle Stampe. L’attività di laboratorio, gratuita e destinata a gruppi scolastici (prenotati tramite la Sezione Didattica della Soprintendenza) e a famiglie con bambini (la domenica), intende avvicinare il pubblico alle pratiche artistiche più recenti attraverso un esercizio manuale e ludico. Attività che è stata reputata utile in una città refrattaria al contemporaneo. Visite solo su prenotazione secondo modalità pubblicate sul sito www.polomuseale.firenze.it. Domenica aperto a tutti.
settembresettembresettembreottobreottobreottobrenovembrenovembrenovemb
galleria degli uffizi
Lo sbalordimento dei capolavori
Sovente la Direzione degli Uffizi viene accusata d’esser troppo restrittiva nella concessione dei prestiti. Ora che, da due anni, la Galleria pubblica un suo ‘Bollettino’ (edito dal Centro Di), tutti possono prendere conoscenza degli elenchi d’opere ogni anno richieste e concesse a mostre organizzate in Italia e all’estero. Si leggano dunque queste liste e poi – a ragion veduta, una volta tanto – si giudichi se davvero si possa reputar intransigente la nostra linea di condotta in questa materia. Personalmente – rileggendole – ho avuto la sensazione spiacevole d’esser noi semmai troppo indulgenti, non già severi. A parte i rischi cui le opere vanno soggette tutte le volte che vengono traslocate in altri luoghi (basterà pensare alla movimentazione e ai viaggi in aereo o in camion), non è assolutamente da sottacere che i visitatori degli Uffizi (specie quelli che vengono da Paesi remoti) hanno tutto il diritto di trovare nelle sale quelle opere che le loro guide enumerano nel tragitto in Galleria. È vero che le mostre hanno, al pari dei musei, una funzione educativa (naturalmente quando davvero ce l’hanno) e che per forza presuppongono la presenza d’opere d’arte provenienti da posti differenti; ma è anche vero che, proprio per la proliferazione delle mostre medesime, si fa sempre più urgente la necessità di meditare sull’identità sia del museo che dell’esposizioni temporanee. Se il museo è il luogo dove si conserva (e s’avvalora) il patrimonio che ad esso pertiene, le mostre sono l’occasione per rinnovare la riflessione su artefici, stagioni, culture. Il primo è dunque stabile (non immobile), le seconde sono episodiche (non irrisorie). Ma perché queste connotazioni restino valide credo sia indispensabile ridurre il numero dell’esposizioni; cui si dovrà tornare a pensare come ad accadimenti culturali vòlti all’educazione, tenendo in giusto conto il rapporto fra investimento e introiti, ma non dimenticando mai che il fine ultimo è l’arricchimento dell’animo. Parole – ne sono cosciente – che in questa nostra confusa stagione suoneranno come quelle d’un grillo parlante; e, non di meno, parole da dire a voce alta. Se ci si mette a tavolino con l’intento di trovare un argomento che assicuri il successo economico, già si parte col piede sbagliato. Verrà infatti naturale pescare nelle acque stagnanti della mitologia turistica. E allora nomi altisonanti e opere eclatanti; pazienza se si metterà a repentaglio la sicurezza di creazioni che sono ai vertici della poesia d’ogni tempo. Di sicuro si potrà contare su una rendita fruttuosa. Ma è questo che si richiede a chi deve conservare i beni dello Stato o a chi deve contribuire alla formazione di coscienze più mature? Facile ottenere successo spostando da un museo d’un continente a quello d’un altro una tavola sublime di Leonardo o di Botticelli o di Raffaello. Ma non serve forse questo ad alimentare la potenza dei feticci più che a far comprendere la cultura e la spiritualità che a un’opera son sottese? Ogni volta che s’è scelto d’esporre solitario un capolavoro di quelli celebratissimi ne son conseguite code di visitatori di cui non si scorgeva la fine. E dunque sempre s’è parlato giustappunto di grande successo. E certo è così se ci si fonda sui numeri. Siamo sicuri però che lo stesso si possa dire sul piano dell’educazione? Ai fini della conoscenza a cosa serve esibire un capo d’opera se non gli si dà un contorno di creazioni che ne mettano in risalto le relazioni con altri artefici, coi precedenti, col séguito, coi contemporanei? La sensazione è che non si pensi ad altro perché il capolavoro esposto basta a ottenere il risultato sperato; che non è quello d’istruire, ma di sbalordire e far cassetta. Antonio Natali Direttore della Galleria degli Uffizi
calendario mostre settembre 2010-febbraio 2011 “La città degli Uffizi 4”
“La città degli Uffizi 5”
Arte a Figline Dal Maestro della Maddalena a Masaccio
I Ghirlandaio a Scandicci Una famiglia di pittori del Rinascimento
Figline Valdarno, Palazzo Pretorio a cura di Angelo Tartuferi 16 ottobre 2010-16 gennaio 2011
Scandicci, Castello dell’Acciaiolo a cura di Annamaria Bernacchioni 20 novembre 2010-aprile 2011
La quarta mostra della fortunata collana “La città degli Uffizi”, ideata da Antonio Natali, si propone l’obbiettivo di presentare gli esemplari culturalmente e qualitativamente più elevati della produzione artistica nel territorio di Figline Valdarno e nelle sue immediate vicinanze tra la seconda metà del Duecento e la prima metà del Quattrocento. Di particolare interesse si rivela quest’ultimo periodo, diviso fra le suggestioni della sempre florida stagione tardogotica e l’incipiente rivoluzione masaccesca, documentata in mostra dal trittico di San Giovenale a Cascia, capolavoro giovanile del genio valdarnese.
La mostra, promossa dal Comune di Scandicci per la “La città degli Uffizi”, presenta al pubblico il rapporto che legò Domenico Ghirlandaio, i suoi fratelli (David e Benedetto) e il figlio Ridolfo, a una particolare zona del territorio fiorentino, che oggi si identifica col comune di Scandicci. Sono presentate 16 opere, tra cui alcuni capolavori provenienti dai musei fiorentini, insieme a quelle visibili presso la Badia di San Salvatore e Lorenzo a Settimo, punto focale dell’itinerario ghirlandaiesco, dove Domenico dipinse con la sua bottega alcune tavole ancora in loco e gli affreschi della facciata della cappella maggiore, purtroppo quasi completamente perduti. Questi dipinti illustrano il carattere familiare dell’officina artistica dei Ghirlandaio, frequentata da numerosi discepoli e collaboratori, dalla quale uscirono capolavori ragguardevoli.
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galleria degli uffizi
avvenimenti
Il Ritratto di giovane di Hans Memling del Museo Thyssen-Bornemisza di Madrid
Sala della Niobe Questo ritratto superbo di Hans Memling proviene dal Museo Thyssen-Bornemisza, cui la Galleria fiorentina ha in contemporanea concesso in prestito l’Adorazione dei Magi di Domenico Ghirlandaio, che sarà nel novero dei lavori portanti di una mostra ragguardevole costruita intorno al Ritratto di Giovanna Tornabuoni, dipinto dallo stesso Domenico e conservato appunto nella collezione madrilena. Le relazioni amichevoli fra i due istituti europei hanno reso possibile uno scambio che è indubbiamente fondamentale per gli assunti sottesi alla mostra del Museo Thyssen, ma che non è meno importante per gli Uffizi, sia per il nucleo cospicuo d’opere di Memling che la Galleria ospita, sia per il forte ascendente che le opere fiamminghe esercitarono sugli artefici fiorentini del Quattrocento.
aperture straordinarie
Corridoio Vasariano
Il corridoio, lungo un chilometro, collega Palazzo Vecchio a Palazzo Pitti passando attraverso la Galleria degli Uffizi e Ponte Vecchio. Esso fu costruito per volontà di Cosimo I de’ Medici nel 1565, in occasione delle nozze del suo primogenito, Francesco I, con Giovanna d’Austria, ed ospita oggi parte della collezione dei dipinti del Sei e del Settecento e la preziosa raccolta di ‘Autoritratti degli artisti’. Per informazioni sugli orari di visita e sulle modalità di prenotazione è possibile consultare il sito
www.polomuseale.firenze.it/musei/vasariano
Collezione Contini Bonacossi
La collezione di Alessandro Contini Bonacossi è annoverata tra le più importanti raccolte italiane d’arte del Novecento: lo Stato ne ha ricevuta una parte nel 1969, che è stata destinata alla Galleria degli Uffizi. Si tratta di circa 50 opere esposte in alcuni ambienti adibiti appositamente e situati tra via Lambertesca e chiasso dei Baroncelli. La raccolta comprende ceramiche, mobili, sculture e capolavori della pittura europea dal Trecento al Settecento (con opere di Andrea del Castagno, Giovanni Bellini, Girolamo Savoldo, Velasquez, Bernini). Visite gratuite. Per informazioni sugli orari e sulle modalità di prenotazione è possibile consultare il sito www.polomuseale.firenze.it/musei/continibonacossi
Nuovi Uffizi Apertura delle Sale degli Stranieri
Nell’autunno del 2010 saranno aperte al pubblico le prime dieci sale dei Nuovi Uffizi, dedicate alla pittura delle Scuole Straniere del Sei e Settecento. Le sale sono poste all’altezza del primo piano della Galleria, in prossimità della Collezione Contini Bonacossi. Vi si accederà dalle scale poste in fondo al terzo corridoio, che saranno anch’esse riaperte, insieme ai bagni ivi collocati e completamente ristrutturati. Le Sale degli Stranieri ospiteranno dipinti olandesi, fiamminghi, francesi e spagnoli, e permetteranno di mostrare non solo i capolavori di Rembrandt, Rubens, Van Dyck, Chardin, Liotard e Goya, ma anche molte altre opere importanti (in tutto circa un centinaio di dipinti), di cui attualmente solo pochissime sono esposte. Questi nuovi ambienti del museo potranno illustrare gli interessi collezionistici assai radicati nella famiglia Medici nei confronti della pittura fiamminga e olandese, come pure la volontà di Ferdinando III di Lorena di ampliare le scuole pittoriche, rappresentate in Galleria alla fine del Settecento con un cospicuo acquisto di dipinti francesi nel 1792.
comunicazioni del museo Alcuni ambienti della Galleria sono attualmente occupati dai cantieri di ampliamento. Ci scusiamo con i visitatori per gli eventuali disagi arrecati.
restauri tra gli altri si segnala •Marco Benefial, Strage degli innocenti, 1730 Inventario San Marco e Cenacoli, n. 3 Il grande e drammatico dipinto, proveniente dalla collezione Feroni, è
firmato e datato 1730 da Marco Benefial, uno dei principali e controversi protagonisti dell’arte del Settecento a Roma, ed è stato a lungo conservato nei depositi della Galleria degli Uffizi. Prima del restauro, effettuato da Elda Nozzoli e diretto da Valentina Conticelli in vista dell’esposizione della tela nelle sale dei Nuovi Uffizi, la superficie pittorica della tela risultava completamente offuscata da uno spesso strato di vernice ingiallita, molto disomogenea e fortemente alterata. Il difficile e laborioso restauro ha permesso il
recupero di un brano d’arte settecentesca di grande rilevanza.
novità editoriali • Studi e Restauri III. I marmi antichi della Galleria degli Uffizi, a cura di A. Romualdi Firenze, Polistampa, 2010 • E. Spalletti, La Galleria di Pietro Leopoldo: Gli Uffizi al tempo di Giuseppe Pelli Bencivenni, Firenze, Centro Di, 2010 • Bollettino degli Uffizi 2009, a cura di F. Chezzi, M. Marini, Firenze, Centro Di, in corso di stampa
pagine della Galleria degli Uffizi a cura di Valentina Conticelli con Monica Alderotti
calendario mostre settembre 2010-febbraio 2011 “I mai visti”
“La città degli Uffizi 6”
Artiste “di capriccioso e destrissimo ingegno” autoritratte per gli Uffizi
Giovanni Martinelli
Sala delle Reali Poste a cura di Giovanna Giusti 16 dicembre 2010-31 gennaio 2011
a cura di Andrea Baldinotti e Bruno Santi marzo-giugno 2011
È la mostra della serie “I mai visti” che la Galleria e l’Associazione Amici degli Uffizi dedicano, come di consueto nel periodo natalizio, in particolare ai cittadini fiorentini. Una selezione di circa sessanta autoritratti di artiste, conservati nel Corridoio Vasariano e nella riserva della Galleria, porterà alla ribalta volti da riscoprire. Dopo le prime famose pittrici volute nella ‘Collezione degli autoritratti’ dal cardinal Leopoldo de’ Medici già nel 1674 (Lavinia Fontana e la Tintoretta), seguite dalle celebri effigi della Carriera e della Vigée Le Brun, sono veramente rari gli ingressi di donne nella raccolta. Per questo la mostra sarà anche l’occasione di presentare una ventina di nuovi autoritratti di artiste italiane e straniere realizzati con tecniche diverse: pittura, grafica o scultura, ma anche fotografia o poesia visiva, tipiche dei tempi a noi vicini.
Montevarchi
La mostra promossa dal Comune di Montevarchi per la collana “La città degli Uffizi” è dedicata a Giovanni Martinelli, una delle figure più affascinanti della pittura fiorentina del Seicento, ma anche, se si eccettua la ristretta cerchia degli specialisti, una delle meno conosciute. Nella linea coerentemente perseguita dalla collana, anche la mostra montevarchina avrà come fulcro un’opera conservata nella riserva della Galleria fiorentina, il Convito di Baldassarre, considerato dalla critica una vera e propria summa dell’universo artistico del pittore, emblematica nel raccogliere all’interno del suo vasto e complesso schema compositivo la maggior parte delle tematiche e dei soggetti intorno ai quali Martinelli si affaticò nel corso della sua carriera.
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gabinetto disegni e stampe degli uffizi
antica e prestigiosa collezione conservata al Gabinetto Disegni e Stampe degli Uffizi, comunemente indicato come GDSU, affonda le sue origini nelle raccolte medicee. Fu in particolare Leopoldo de’ Medici − cardinale nel 1667 − ad acquistare, tramite i suoi agenti, numerosi fogli dei maggiori artisti antichi e contemporanei. Con l’estinzione della dinastia medicea, i Lorena contribuirono ad arricchire la collezione, poi incrementata dopo la costituzione del Regno d’Italia con numerose donazioni. Il patrimonio ammonta oggi a oltre 150.000 opere di artisti toscani e di altre scuole italiane, nonché di autori fiamminghi, olandesi, francesi, spagnoli e tedeschi.
L’
via della Ninna, 5 La Sala di Esposizione è aperta secondo lo stesso orario della Galleria. L’accesso alla Sala di Studio è riservato agli studiosi, dietro lettera di presentazione. aperto: lunedì, mercoledì, venerdì 8,30-13,30, martedì e giovedì 8,30-17
www.polomuseale.firenze.it/musei/disegni
av ven i m en t i Linea II. Tangenze, Intrecci, Nodi, Labirinti. Strutture lineari tra antico e contemporaneo convegno internazionale a cura di Marzia Faietti e Gerhard Wolf 4-5 novembre 2010 Secondo appuntamento di un progetto articolato in tre fasi. L’obiettivo centrale del convegno è quello di mettere a fuoco le dinamiche intrinseche del linguaggio segnico lineare tra antico e contemporaneo, individuando linee che corrono parallele, che si intrecciano o annodano, che creano labirinti o indicano la via di fuga. Le strutture lineari individuate ricorrono in materiali e generi artistici assai diversi: dai disegni ai manoscritti, dalle stampe ai metalli; dai tessuti alle ceramiche, ai corami; dalla pittura al mosaico; dagli intagli alle sculture, spingendosi sino alle architetture labirintiche. Lo spazio geografico considerato comprende la cultura occidentale nelle sue declinazioni, senza tralasciare aperture verso l’arte islamica e dell’Estremo Oriente.
Presentazione della donazione Giulia Napoleone dal 3 novembre 2010 Viene presentata la donazione di opere grafiche eseguite da Giulia Napoleone sino al 2003. Si tratta di 40 lavori che illustrano il percorso dell’artista nel panorama dell’incisione contemporanea in Italia.
calendario mostre settembre 2010-febbraio 2011 Cina From the Collections of The Uffizi Gallery The Genres of Painting: Landscape, Still Life and Portrait Paintings all’estero:
a cura di Antonio Natali Wuhan (17 giugno-12 settembre 2010) Shenyang (26 settembre-16 novembre 2010) Changsha (29 novembre 2010-27 febbraio 2011) Beijing (12 marzo-17 maggio 2011) La Galleria degli Uffizi, in collaborazione con Contemporanea Progetti e il China Italy Museum League, ha organizzato una mostra in Cina destinata a cinque sedi, che verte su una selezione di dipinti dal XV al XX secolo provenienti dalla riserva del museo fiorentino e dal Corridoio Vasariano. Prendendo le mosse da passate edizioni dei “Mai visti” dedicate alla pittura di paesaggio e alla natura morta, la rassegna cinese sarà accresciuta con una sezione dedicata ai ritratti e agli autoritratti. Il filo conduttore di quest’ampia scelta di opere insiste sui generi della pittura cari al collezionismo mediceo; opere raccolte da importanti figure della famiglia, quali Cosimo II, il cardinal Leopoldo, Cosimo III e il Gran Principe Ferdinando. La prima tornata di Shanghai si è chiusa il 6 giugno con 426.000 visitatori.
Giappone La Collezione degli autoritratti della Galleria degli Uffizi: 1664-2010 all’estero:
a cura di Shigetoshi Osano, Antonio Natali e Giovanna Giusti Tokyo (11 settembre-14 novembre 2010) Osaka (27 novembre 2010-20 febbraio 2011) Nelle due mostre giapponesi verranno esposti autoritratti che offriranno una presentazione diacronica della collezione dei ritratti di artisti, dalle effigi di artisti del Cinquecento (Primaticcio, Barocci, Fontana) a significativi esempi dei secoli successivi, quali Rembrandt, Bernini, Carriera, Reynolds, Vigée Le Brun, Ingres, Leighton, fino agli artisti del Novecento (Balla, Denis, Foujita, Cagli, Sciltian, De Chirico, Vedova, Marini, Pistoletto, Ceroli, Paladino, Zaborov) oggetto delle acquisizioni più recenti. 62 autoritratti saranno esposti a Tokyo, mentre a Osaka saranno 70 a rappresentare più ampiamente la sezione contemporanea della raccolta, che nella gran parte è al momento conservata nella riserva della Galleria.
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biblioteche
Biblioteca Riccardiana
Biblioteca Biblioteca Medicea Magliabechiana (Uffizi) Laurenziana
anno di apertura al pubblico: dopo il 1659 origine: collezione di Riccardo Romolo Riccardi nel XVI secolo patrimonio librario: 4.450 manoscritti, 5.529 carte sciolte, 725 incunaboli, 3.865 cinquecentine, 20.000 stampati antichi, 40.000 stampati moderni, 276 disegni. note particolari: il prezioso patrimonio manoscritto comprende autografi dei più importanti umanisti architettura: il palazzo mediceo, costruito alla metà del Quattrocento su progetto di Michelozzo, ha subito ampliamenti e interventi dopo il passaggio ai Riccardi nel 1659 da vedere: affreschi di Luca Giordano e stucchi di Giovan Battista Foggini; scaffali originali, intagliati e dorati.
anno di apertura al pubblico: 1998 nei locali restaurati dell’ex Biblioteca Magliabechiana origine: dalla prima biblioteca pubblica di Firenze fondata da Pietro Leopoldo di Lorena (seconda metà del XVIII secolo) patrimonio librario: 74.000 titoli, di cui 470 manoscritti, 5 incunaboli, 192 cinquecentine, 1445 libri del XVII-XIX secolo, 1136 periodici note particolari: la biblioteca conserva numerosi manoscritti delle collezioni dei musei fiorentini ed è specializzata nel settore storico-artistico architettura: i locali erano un tempo sede del teatro detto ‘degli Zanni’, costruito nel XVI secolo e riservato agli spettacoli popolari, in seguito riadattato da Giovan Battista Foggini da vedere: apparato decorativo realizzato da Rinaldo Botti; scaffalature e librerie settecentesche, progettate dal Foggini.
via Ginori, 10 aperto: lunedì, giovedì 8-17,30, martedì, mercoledì, venerdì 8-14
www.riccardiana.firenze.sbn.it
Loggiato degli Uffizi aperto: martedì 9-17, mercoledì 9-13,30, venerdì 9-13
www.polomuseale.firenze.it
anniversario
anno di apertura al pubblico: 1571 per volontà di Cosimo I origine: raccolta iniziata da Cosimo il Vecchio patrimonio librario: circa 11.000 manoscritti, 2.500 papiri, 150 cassette di carte sciolte, 43 ostraka, 566 incunaboli, 1.681 cinquecentine, 592 testate di periodici e 126.527 edizioni a stampa note particolari: da segnalare la collezione orientale palatina formata da opere in lingua ebraica, persiana, turca, siriaca e copta architettura: dopo l’intervento di Michelangelo (1524-1534), l’edificio fu compiuto sotto Cosimo I, mentre il Vestibolo fu concluso soltanto agli inizi del Novecento da vedere: i due chiostri; la scalinata del Vestibolo progettata da Michelangelo e realizzata da Ammannati (1559); i plutei (banchi) nella Sala di Lettura su disegno di Michelangelo; la Tribuna d’Elci, progettata da Pasquale Poccianti (1841). piazza San Lorenzo, 9 aperto: lunedì, mercoledì, venerdì 8-14, martedì, giovedì 8-17,30
www.bml.firenze.sbn.it
I 140 anni della Biblioteca Moreniana Studiosi di tutto il mondo vengono a Firenze per consultare le opere custodite nelle prestigiose raccolte delle due biblioteche che hanno sede in Palazzo Medici Riccardi, la Biblioteca Riccardiana e la Biblioteca Moreniana, due realtà assolutamente uniche nel panorama cittadino, regionale e nazionale. Nel 2010 ricorre il centoquarantesimo anniversario dalla fondazione della Biblioteca Moreniana: nata con l’acquisizione della raccolta salvata dalla dispersione da Pietro Bigazzi (1870), la biblioteca prende il nome da Domenico Moreni (1763-1835), proprietario del nucleo originario, e si è arricchita attraverso successive acquisizioni. La maggior parte delle opere custodite nella biblioteca concernono la storia di Firenze e della regione: dal primo alfabeto della lingua toscana compilato da Leon Battista Alberti agli alberi genealogici delle grandi casate, dai manoscritti religiosi alle corrispondenze militari della Firenze dei Medici. La biblioteca fu aperta al pubblico nel 1942.
convegno Centoquarantesimo anniversario della fondazione della Biblioteca Moreniana 14 settembre 2010
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Quest’anno, per celebrare degnamente il centoquarantesimo anniversario dalla fondazione della Biblioteca Moreniana, è stato organizzato un convegno di studi. Farà seguito una mostra, allestita in collaborazione con la Biblioteca Riccardiana, che si propone di presentare i pezzi più pregiati del patrimonio documentario e cartografico.
m os t r a Díaita. Le regole della salute nei manoscritti della Biblioteca Medicea Laurenziana 6 settembre 2010-5 gennaio 2011 Riapre la mostra che affronta il tema dello stile di vita e della dieta come strategia preventiva per il benessere fisico e mentale. Nell’Italia delle corti principesche e dei ricchi mercanti si diffusero i Regimina sanitatis, operette contenenti regole della salute, eredi della tradizione classica poi arricchite dal contatto con il mondo arabo. Il concetto di ‘regime di vita’, in greco Díaita, comprende, oltre alla dieta alimentare, tutti i fattori che l’uomo dovrebbe controllare per il proprio benessere. Tra i codici esposti, databili tra XII e XVI secolo, dal Trattato di cucina di Apicio al Taccuino di Sanità di Ibn Butlan, dal Regime del corpo di Aldobrandino da Siena ai cosiddetti Consigli contro la peste. da lunedì a sabato 9,30-13,30
con f er en z a Firenze e i suoi tesori ebraici: la raccolta di codici della Biblioteca Medicea Laurenziana 4 ottobre 2010, ore 10-13 Conferenza di Ida Zatelli, nell’ambito della manifestazione “Piovono libri 2010”, in occasione del sessantesimo anniversario della fondazione dell’“Amicizia Ebraico Cristiana” di Firenze. In concomitanza saranno esposti importanti manoscritti ebraici conservati in biblioteca.
anno di apertura al pubblico: 1752 fondatore: Francesco Marucelli (16251703) patrimonio librario: il nucleo iniziale di circa 6.000 volumi è stato accresciuto da successive acquisizioni; dal 1911 la biblioteca è depositaria delle pubblicazioni stampate a Firenze e provincia note particolari: notevole la collezione di disegni e stampe, raccolta da Francesco di Ruberto Marucelli, tra cui uno studio di Raffaello, i ritratti eseguiti da Ottavio Leoni e le incisioni di artisti quali Schongauer, Dürer, Raimondi, Della Bella e Callot architettura: realizzato su progetto dell’architetto Alessandro Dori tra il 1747 e il 1751, il complesso comprende oggi alcuni palazzi contigui da vedere: modello ligneo del palazzo di Alessandro Dori; scaffali originali settecenteschi e arredi di varie epoche ceduti dalla Biblioteca Nazionale; busto di Francesco Marucelli (Pietro Bracci, 1749); busto di Giacomo Leopardi (Adriano Cecioni, 1885); ritratto di Francesco Marucelli (attribuito a Davide Canoniche, XVII secolo). via Cavour, 43-47 aperto: da lunedì a venerdì 8,30-19, sabato 8,30-13,45
www.maru.firenze.sbn.it
biblioteche
Biblioteca Marucelliana
Biblioteca Nazionale
Biblioteca delle Oblate
anno di apertura al pubblico: 1861, con l’unificazione delle Biblioteche Magliabechiana e Palatina fondatori: Antonio Magliabechi (Magliabechiana) e Ferdinando III (Palatina) patrimonio librario: 6.000.000 di volumi a stampa, 120.000 testate di periodici, 4.000 incunaboli, 25.000 manoscritti, 29.000 edizioni del XVI secolo e oltre 1.000.000 di autografi note particolari: dal 1869 la biblioteca riceve per diritto di stampa una copia di ciò che viene pubblicato in Italia architettura: raro esempio di edilizia bibliotecaria, l’edificio fu realizzato dal 1911 su progetto di Cesare Bazzani; dal 1962 è stato ampliato da Vincenzo Mazzei da vedere: arredi originali degli anni trenta nella Sala di Consultazione e nella Sala Manoscritti; busto di Antonio Magliabechi (Antonio Montauti); statua di Letizia Bonaparte (copia da Canova).
anno di apertura al pubblico: 2007, dopo il recupero del complesso origine: dalla precedente Biblioteca Comunale Centrale (1913) patrimonio librario: la Sezione di Conservazione e Storia Locale raccoglie oltre 50.000 documenti note particolari: interessanti la raccolta di almanacchi e lunari e la sezione dei periodici storici, tra i quali l’‘Antologia’ di Vieusseux (1821) e le riviste fiorentine che documentano le avanguardie italiane del Novecento, quali ‘Leonardo’, ‘La voce’ e ‘Lacerba’ architettura: è situata all’interno di un antico complesso conventuale sorto agli inizi del Trecento, che ospitava la corsia di degenza femminile dell’ospedale di Santa Maria Nuova da vedere: il chiostro e i loggiati con sculture di artisti del Novecento, tra le quali opere di Guasti, Raphael Mafai, Berti, Vangi, Viani.
piazza dei Cavalleggeri, 1 aperto: da lunedì a venerdì 8,15-19, sabato 8,15-13,30
via dell’Oriuolo, 26 aperto: lunedì 14-19, da martedì a sabato 9-24 (orario soggetto a modifiche)
www.bncf.firenze.sbn.it
www.bibliotecadelleoblate.it
m o st r e Legni e parole: la rivista di xilografia Smens 7 ottobre-5 novembre 2010 Nell’ambito di “Ottobre piovono libri 2010”, mostra sulla storia della rivista nata nel 1997 su iniziativa di Gianfranco Schialvino e Gianni Verna.
Libri d’Artista nelle scuole 8-12 novembre 2010 In collaborazione con l’Istituto Regionale Ricerca Educativa. I libri d’artista realizzati dagli studenti di alcune scuole superiori fiorentine.
Giornali e riviste a Firenze dopo la Liberazione (agosto 1944-1948) 16 novembre-14 dicembre 2010 Palagio di Parte Guelfa In occasione della mostra è previsto un convegno. L’iniziativa nell’ambito di Florens 2010 è organizzata con il Coordinamento Riviste Italiane di Cultura.
avvenimenti
at t i vi t à ottobre
Leggere per non dimenticare dal 1 ottobre ogni settimana ore 17 Rassegna, curata da Anna Benedetti, di incontri settimanali con esponenti della letteratura, della poesia e della cultura. Per il programma: www.comunedifirenze.it/ leggerepernondimenticare www.bibliotecadelleoblate.it
Ottobre piovono libri In occasione dell’iniziativa la biblioteca aderisce a “Tipi da biblioteca” e propone incontri, seminari e percorsi letterari, iniziative corredate da bibliografie con consigli di lettura e scaffali tematici. per il programma: www.librari.beniculturali.it
Il giovedì alle Oblate si tinge di giallo 7, 14, 21 e 28 ottobre ore 18 Incontri con letture ad alta voce, con la partecipazione diretta del pubblico. A cura dell’Associazione Venti Lucenti. novembre
ottobre
AIB (Associazione Italiana Biblioteche)
Concerti nei musei e nelle biblioteche a cura del Conservatorio Luigi Cherubini
In occasione del congresso nazionale dell’AIB la biblioteca ospita un meeting su “Nati per leggere”, progetto nazionale che ha l’obiettivo di promuovere la lettura ad alta voce per i bambini tra i 6 mesi e i 6 anni.
Per il programma: www.bncf.firenze.sbn.it novembre
Una notte alla Biblioteca Nazionale In collaborazione con il Teatro della Pergola e Confesercenti nell’ambito dell’iniziativa Florens 2010. Percorso attraverso le sale della BNCF con guida storica, letture e performances di attori e musicisti.
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galleria dellʼaccademia
el 1873 il celebre David di Michelangelo fu trasferito da piazza della Signoria alla Galleria dell’Accademia, nella Tribuna appositamente realizzata. Insieme al David la presenza dei Prigioni e del San Matteo indica già nell’Ottocento la vocazione della Galleria a proporsi come museo michelangiolesco. Tuttavia il patrimonio della Galleria deriva in primo luogo dalle raccolte settecentesche dell’Accademia di Belle Arti e dell’Accademia del Disegno, arricchite dalle opere provenienti da vari conventi soppressi: le opere qui riunite, insieme ai calchi in gesso, svolgevano una funzione didattica per gli studenti dell’Accademia. La Galleria oggi custodisce soprattutto dipinti di artisti attivi nell’area fiorentina tra la seconda metà del XIII e la fine del XVI secolo; si segnalano in particolare la collezione di tavole a fondo oro, unica al mondo, i grandiosi polittici tardogotici e la raccolta di icone russe.
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via Ricasoli, 58-60 aperto: da martedì a domenica 8,15-18,50 chiuso: Capodanno, 1 maggio, Natale
www.polomuseale.firenze.it/musei/accademia
focus / Dipartimento degli Strumenti Musicali Il museo, che fa parte della Galleria dell'Accademia, espone circa cinquanta strumenti musicali provenienti dalle collezioni private dei granduchi di Toscana, Medici e Lorena: raccolti tra la seconda metà del secolo XVII e la prima metà del XIX, passati nel 1863 al Regio Istituto Musicale di Firenze, poi divenuto l’attuale Conservatorio Cherubini di Firenze, che li ha concessi in comodato alla Galleria dell'Accademia dal 1996. Tra questi spiccano strumenti straordinari sia per il loro suono (udibile in cuffia alle postazioni dell’ottima guida informatica allestita nella saletta dotata di computer, di cui si raccomanda la consultazione), sia per la loro stupenda fattura. Fra i pezzi più preziosi, con il castone dello stemma mediceo intarsiato in madreperla, gli esemplari superstiti del “Quintetto mediceo”, il magnifico dono offerto al Gran Principe Ferdinando de’ Medici dal nobile cremonese Bartolomeo Ariberti, fatto realizzare da Antonio Stradivari nel 1690: la viola tenore – unico strumento del celebre liutaio che si sia conservato perfettamente in ogni sua parte – e il violoncello. Inoltre, si possono ammirare uno dei più bei violini dello stesso Stradivari, realizzato nel 1716 in abete rosso e acero (dalla voce meravigliosa, anch’essa ascoltabile al computer), un magnifico violoncello di Niccolò Amati del 1650 e un contrabbasso di dimensioni gigantesche, datato 1715, che è forse il più antico strumento ad arco firmato da Bartolomeo Cristofori. Di quest’ultimo, il geniale inventore del fortepiano, è esposto anche un prezioso clavicembalo in ebano, materiale estremamente difficile da lavorare, che attesta lo sperimentalismo di Cristofori, sollecitato dal visionario e appassionato entusiasmo musicale del Gran Principe Ferdinando. Altri strumenti da ammirare sono il più antico pianoforte verticale oggi conservato, costruito nel 1739 dal mugellano Domenico Del Mela, il secentesco salterio in marmo di Carrara, una singolare chitarra a pianoforte e rari, curiosi esemplari, di cui merita scoprire la voce al computer, di tromba marina e di serpentone. Utile e splendido sfondo per gli strumenti esposti sono vari dipinti raffiguranti scene della vita musicale della corte medicea (come quelli di Anton Domenico Gabbiani, che ritrae anche il Gran Principe Ferdinando con i suoi amati musicisti), panoplie e nature morte contornate di strumenti musicali dipinte, fra gli altri, da Bartolomeo Bimbi e da Cristoforo Munari. I già citati computer a disposizione permettono di ascoltare il suono di tutti gli strumenti esposti e offrono ricche informazioni sulla cultura musicale della Firenze granducale. Eleonora Negri aperto: da martedì a domenica, ore 8,15-18,50 chiuso: lunedì, Capodanno, 1° maggio, Natale
www.polomuseale.firenze.it/cherubini
m os t r a Virtù d’amore. Pittura nuziale nel Quattrocento fiorentino a cura di Franca Falletti, Daniela Parenti, Elisabetta Nardinocchi e Ludovica Sebregondi fino al 1 novembre 2010
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Galleria dell’Accademia, foto di Massimo Listri. Courtesy FOR Gallery, Firenze www. forgallery.it
La camera è il fulcro della casa nel Rinascimento, il luogo più intimo e protetto dove si consuma il matrimonio, si partorisce, si muore. Sono soprattutto i fronti istoriati dei cassoni e le spalliere – come il cosiddetto Cassone Adimari da cui prende avvio la mostra – a offrire straordinarie testimonianze sulla casa fiorentina rinascimentale, sulla moda, sulle feste, sulla ritualità che accompagnava il matrimonio. La mostra è organizzata in collaborazione con il Museo Horne, che presenta un percorso di valorizzazione dei cassoni dipinti presenti nella raccolta, arricchito per l’occasione da opere di collezionisti privati.
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m o st r a I grandi bronzi del Battistero. Rustici e Leonardo a cura di Tommaso Mozzati, Beatrice Paolozzi Strozzi e Philippe Sénéchal 10 settembre 201010 gennaio 2011 Prima mostra dedicata allo scultore Giovanfrancesco Rustici (14751554), che, formatosi sotto la protezione di Lorenzo il Magnifico, risentì della lezione di Andrea del Verrocchio e Benedetto da Maiano; allievo e collaboratore di Leonardo da Vinci, nel 1528 si trasferì in Francia su invito di Francesco I. Punto focale della mostra è la Predica del Battista, grandioso gruppo scultoreo in bronzo innalzato sopra la Porta Nord del Battistero nel 1511, restaurato nel 2008; la progettazione e realizzazione dell’opera vide il contributo di Leonardo, dimostrato attraverso il confronto con autografi leonardeschi: tra questi, spicca il San Giovanni Battista del Louvre. La mostra permette per la prima volta di ricostruire la personalità artistica del Rustici, messa in luce dagli ultimi studi, presentando una rassegna pressoché completa delle sue opere (invetriati, marmi, terrecotte, dipinti e bronzi) a testimonianza del suo stile e della sua grande versatilità tecnica.
via del Proconsolo, 4 aperto: da lunedì a domenica 8,15-17; dal 2 novembre al 24 dicembre lunedì 8,15-14 chiuso: prima, terza, quinta domenica, secondo e quarto lunedì di ogni mese, Capodanno, 1 maggio, Natale
www.polomuseale.firenze.it/bargello
c on cer t i Musica al Bargello autunno-inverno 2010/2011 Le celebri Sale del Museo Nazionale del Bargello ospitano grandi interpreti del panorama concertistico internazionale.
opere prestate tra le altre si segnalano • Tino di Camaino, Madonna col Bambino ospite a: Casole d’Elsa, Museo Archeologico della Collegiata, fino al 3 ottobre 2010 per la mostra: Marco Romano • Benvenuto Cellini, bozzetto del Perseo ospite a: Shanghai, Padiglione Italiano, Esposizione Universale, fino al 31 ottobre 2010 per la mostra: La città dell’uomo. Vivere all’italiana • Maestro del Giudizio di Paride, Il Giudizio di Paride, desco da parto • Il Palio di San Giovanni, cassone istoriato
museo nazionale del bargello
l Museo Nazionale del Bargello ha sede nel Palazzo, che fu del Capitano del Popolo, costruito nel 1255 e arricchito nel 1287 del Verone, la bella loggia affacciata sul cortile dove il Podestà adunava i rappresentanti delle Arti e delle Corporazioni. Divenuto nel 1502 la sede del Consiglio di Giustizia, il cui capo era il cosiddetto “Bargello”, e più tardi carcere. Nel 1865 venne definitivamente trasformato in museo e destinato a ospitare straordinarie raccolte di scultura e di “arti minori”. Ospita le più importanti sculture del Rinascimento, con capolavori di Donatello, di Luca della Robbia, del Verrocchio, di Michelangelo, del Cellini e del Giambologna. Prestigiose raccolte di bronzetti, maioliche, cere, smalti, medaglie, avori, sigilli e tessili, provenienti in parte dalle collezioni medicee e in parte da donazioni di privati.
Estate al Bargello 2010 Sogno di un mattino di primavera di Gabriele D’Annunzio, regia di Sandro Lombardi e Federico Tiezzi. foto di Marcello Norberth, su concessione della Compagnia Sandro Lombardi
ospiti a: Firenze, Galleria dell’Accademia, fino al 1 novembre 2010 per la mostra: Pittura da camera. Arredi dipinti del Rinascimento fiorentino • Varie opere dal V all’XI secolo tra le quali una tavoletta di un Dittico di Basilio (480) e il frontale d’elmo raffigurante l’Apoteosi di Re Agilulfo • Nucleo di monete tardo romane della Zecca di Roma, Benevento e Ravenna ospiti a: Lucca, Museo Nazionale di Villa Guinigi, dal 1 settembre al 1 dicembre 2010 per la mostra: Lucca e l’Europa. Un’idea di Medioevo • Brocca da farmacia in maiolica, 1580 circa
• Cofanetto in bronzo con scene mitologiche del XVI secolo ospiti a: Carpi, Musei di Palazzo dei Pio, dal 17 settembre 2010 al 9 gennaio 2011 per la mostra: Dea Fortuna. Antichità ed immagini d’Arte
dal 24 settembre 2010 al 23 gennaio 2011 per la mostra: Bronzino. Pittore e poeta alla corte dei Medici
• Brocca egiziana ospite a: Monaco, Haus der Kunst, dal 17 settembre 2010 al 9 gennaio 2011 per la mostra: The Future of Tradition. Il Futuro della Tradizione
• Varie statue in bronzo, tra le quali il Satiro seduto e il Granchio di Andrea Briosco detto il Riccio ospiti a: Caraglio, Il Filatoio, dal 23 ottobre 2010 al 23 gennaio 2011 per la mostra: Animalia. Animali reali e fantastici nell’arte europea dal XV al XX secolo
• Bartolomeo Ammannati, Leda, gruppo in marmo da un disegno di Michelangelo • Benvenuto Cellini, Ganimede, marmo • Baccio Bandinelli, Busto di Cosimo dei Medici, marmo ospiti a: Firenze, Palazzo Strozzi,
• Francesco Laurana, Busto di Battista Sforza ospite a: Rovereto, Museo di Arte Moderna e Contemporanea di Trento e Rovereto, dal 18 dicembre 2010 al 27 marzo 2011 per la mostra: Modigliani scultore
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palazzo pitti
l palazzo, edificato per volontà di Eleonora di Toledo, moglie di Cosimo I, come ariosa residenza per la famiglia ducale, è impreziosito dallo stupendo giardino di Boboli e abilmente collegato dal Corridoio Vasariano agli Uffizi e a Palazzo Vecchio, allora sede deputata alla gestione del potere e del governo. Nella sua storia ha ospitato, oltre ai granduchi, anche i re d’Italia e oggi custodisce importanti collezioni di opere e oggetti d’arte all’interno di ambienti magnificamente conservati. Il prestigioso complesso si articola oggi in sette strutture museali.
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piazza Pitti www.polomuseale.firenze.it/palazzopitti
Sala Bianca Palazzo Pitti, foto di Massimo Listri. Courtesy FOR Gallery, Firenze www. forgallery.it
Galleria Palatina e Appartamenti Reali
Museo degli Argenti
Prende il nome dagli argenti delle collezioni dei vescovi di Salisburgo, La Galleria Palatina, creata dai Lorena portati a Firenze da Ferdinando III di tra la fine del Sette e i primi decenni Lorena nel 1815. Il museo conserva dell’Ottocento per ospitare i capolavori anche l’importante Tesoro dei Medici e provenienti soprattutto dalle collezioni una significativa raccolta di gioielli medicee, vanta opere di Raffaello, realizzati tra il XVII e il XXI secolo da Tiziano, Caravaggio, Rubens, Pietro prestigiose manifatture italiane ed da Cortona e di altri maestri italiani ed europee. Il museo conserva inoltre europei del Rinascimento e del Seicento. eleganti porcellane cinesi e Allo stesso piano gli Appartamenti Reali occupano 14 magnifiche sale, allestite con giapponesi, collezionate dai Medici a partire dal Quattrocento. mobili, arredi e opere d’arte databili dal XVI al XIX secolo. aperto: da martedì a domenica 8,15-18,50 chiuso: lunedì, Capodanno, 1 maggio, Natale. Gli Appartamenti Reali sono chiusi a gennaio per manutenzione
Museo delle Porcellane
Allestito nella settecentesca Palazzina del Cavaliere, raccoglie le più belle porcellane d’Europa, acquistate da Pietro Leopoldo e Ferdinando III, Nelle sontuose sale, già residenza dei accanto a quelle provenienti dalle dimore di Parma, Piacenza e Sala Baganza, Lorena, sono esposti dipinti e sculture, prevalentemente di artisti italiani, databili ‘saccheggiate’ dal 1860 per arredare gli appartamenti fiorentini dei Savoia. fra la fine del Settecento e gli anni della prima guerra mondiale: opere del Museo degli Argenti Neoclassicismo e del Romanticismo, Museo delle Porcellane una raccolta dei Macchiaioli e aperto: tutti i giorni, 8,15-16,30 da novembre a febbraio, importanti testimonianze dei movimenti 8,15-17,30 in marzo e in ottobre dopo il ritorno all’ora solare, 8,15-18,30 in aprile, maggio, settembre e ottobre, artistici fra Otto e Novecento.
Galleria d’Arte Moderna
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aperto: da martedì a domenica 8,15-18,50 chiuso: Capodanno, 1 maggio, Natale
8,15-18,50 da giugno ad agosto chiuso: primo e ultimo lunedì del mese, Capodanno, 1 maggio, Natale
Museo delle Carrozze
Sono qui riunite carrozze in uso alla corte lorenese e sabauda e antichi finimenti per cavalli. Le più preziose sono le tre berline di gala commissionate da Ferdinando III di Lorena a partire dal 1818. Il veicolo più antico è un coupé settecentesco di gusto rocaille. La collezione è ospitata in un vasto ambiente, in attesa che venga realizzato il progetto di sistemazione nelle antiche scuderie medicee. visitabile a richiesta, su appuntamento
Giardino di Boboli
Vero e proprio museo all’aperto, popolato di statue antiche e rinascimentali, ornato di grotte e di grandi fontane, alle spalle di Palazzo Pitti si estende il Giardino di Boboli, di cui i Medici per primi curarono la sistemazione creando un modello esemplare per molte corti europee. aperto: tutti i giorni, 8,15-16,30 da novembre a febbraio, 8,15-17,30 in marzo e in ottobre dopo il ritorno all’ora solare, 8,15-18,30 in aprile, maggio, settembre e ottobre, 8,15-19,30 da giugno ad agosto chiuso: primo e ultimo lunedì del mese, Capodanno, 1 maggio, Natale
Fondata nel 1983, ha sede nella Palazzina della Meridiana. Dedicata alla storia della moda dal XVIII secolo ad oggi, annovera capi di abbigliamento, accessori e gioielli (fra cui un interessante nucleo donato da Flora Wiechmann Savioli), oltre a costumi di scena, la maggior parte dei quali provengono dalla donazione di Umberto Tirelli. Conserva anche gli abiti funebri di Cosimo I, di Eleonora di Toledo e del figlio don Garzia, recuperati dopo un complesso restauro. Cospicuo è inoltre il fondo cartaceo che include documenti d’archivio, bozzetti e disegni, fra cui gli studi sulla tuta di Thayaht.
Esposizioni, donazioni e restauri
Direttrice della Galleria del Costume
avvenimenti Il Giovanni dalle Bande Nere ritrovato Il ritratto del celebre condottiero, eseguito da Francesco Salviati per Cosimo I prima del 1548, è stato recuperato dai depositi della Galleria Palatina e restaurato dopo essere stato a lungo ritenuto perduto.
Una nuova sala per i gioielli contemporanei La galleria per i gioielli, unica in Italia, si è arricchita negli ultimi anni grazie alle donazioni di famiglie, artigiani e artisti di tutto il mondo. Le preziose creazioni contemporanee di orafi e artisti fiorentini, italiani e internazionali sono state oggetto di un nuovo allestimento, inaugurato nel giugno 2010 nel Museo degli Argenti.
aperto: tutti i giorni, 8,15-16,30 da novembre a febbraio, 8,15-17,30 in marzo e in ottobre dopo il ritorno all’ora solare, 8,15-18,30 in aprile, maggio, settembre e ottobre, 8,15-18,50 da giugno ad agosto chiuso: primo e ultimo lunedì del mese, Capodanno, 1 maggio, Natale
Donna Franca Florio. Archivio della Galleria del Costume
La Galleria del Costume è un museo atipico in quanto cambia ripetutamente volto: ogni due anni abiti e accessori in vetrina vengono sostituiti da altri estratti dai depositi. La loro disposizione nelle sale ha seguito un ordine cronologico fino all’esposizione attuale dal tema “Moda fra analogie e dissonanze”, inaugurata lo scorso gennaio. Questa selezione vede accostati modelli che, sebbene di epoche diverse, rivelano affinità, come pure forme fra loro contrastanti, in un gioco di rimandi e richiami che coinvolge anche i dipinti alle pareti, provenienti dai depositi della Galleria d’Arte Moderna. Parallelamente alla selezione si svolgono mostre temporanee. Nella sala da ballo è prevista in autunno una mostra dedicata alla recente donazione delle straordinarie creazioni di Dianora Marandino: bozzetti e modelli di abiti che lei stessa realizzava e dipingeva a mano negli anni Sessanta e Settanta, generosamente ceduti dal marito, il pittore Enzo Faraoni. Sebbene il primo nucleo di abiti della Galleria fosse di proprietà dello Stato, che nel corso degli anni ha incrementato con acquisti la collezione, si può dire che il museo deve la sua importanza alla generosità dei donatori, i quali hanno continuato ad alimentarlo costantemente. Cedere un abito è sempre un’operazione difficile e delicata; l’abbigliamento è infatti quanto di più personale possa esservi, in quanto coincide con un’esplicita manifestazione del proprio io. Qui ci limiteremo a citare soltanto alcune fra le donazioni ‘storiche’ più significative, anche se ciascun donatore meriterebbe di esser menzionato. Fra le donazioni antiche, la più cospicua e significativa è quella di Umberto Tirelli, fondatore a Roma della omonima sartoria teatrale; la donazione comprende un nucleo di abiti e accessori storici da lui raccolti e importanti costumi di scena realizzati dalla sua sartoria su disegno di artisti quali il costumista Piero Tosi o Pier Luigi Pizzi. Di grande rilievo è la donazione del guardaroba di Donna Franca Florio, con abiti della Belle Epoque e degli anni Venti, acquistato dalla Cassa di Risparmio di Firenze per donarlo nel 1986 alla Galleria. Tra le più recenti, la donazione forse più considerevole è quella dei numerosi capi di haute couture e prêt-à-porter scelti per Firenze da Gianfranco Ferré (2000). Con il restauro si cerca di ricondurre abiti e accessori, sottoposti all’usura del tempo, il più vicino possibile alla condizione originaria, senza tuttavia cancellarne la storia o creare un falso. Gli abiti giungono spesso modificati dagli stessi proprietari, che nel tempo li adeguano alle oscillazioni del gusto e della moda o alle mutate dimensioni del proprio corpo. Infine, venendo spesso tramandati di padre in figlio, i capi d’abbigliamento possono subire molteplici trasformazioni. Valutate le tipologie di intervento da adottare, l’opera rinasce all’interno del Laboratorio di Restauro Tessili annesso alla Galleria. Per un museo di storia della moda è assolutamente indispensabile la presenza di un laboratorio destinato esclusivamente al restauro di manufatti tessili, attraverso cui devono passare prima o poi tutti gli abiti e gli accessori per una verifica dello stato di conservazione o per un semplice intervento di manutenzione. Caterina Chiarelli
palazzo pitti
focus / Galleria del Costume
calendario mostre settembre 2010-febbraio 2011 Paola Staccioli. Ceramiche animate Museo delle Porcellane a cura di Ornella Casazza fino al 3 ottobre 2010
Caravaggio e caravaggeschi a Firenze Galleria Palatina Galleria degli Uffizi Ideazione scientifica Gianni Papi a cura di Stefano Casciu, Antonio Natali, Gianni Papi fino al 17 ottobre 2010 Prosegue la mostra organizzata in occasione delle celebrazioni per il quarto centenario della morte del Caravaggio. Due dei principali musei del Polo Museale Fiorentino riuniscono 100 quadri, noti e meno noti, dipinti da Caravaggio e dai caravaggeschi.
Vinum nostrum. Arte, scienza e miti del vino nelle civiltà del Mediterraneo antico Museo degli Argenti a cura del Museo Galileo e della Soprintendenza Speciale per i Beni Archeologici di Napoli e Pompei fino al 15 maggio 2011 Dalla Mesopotamia alla nostra tavola, da rito di comunione a ebbrezza da evitare, da culto da respingere a porta di accesso alla spiritualità, il vino e la vite sono protagonisti della mostra. Reperti originali, sculture, affreschi e mosaici, accompagnati da apparati multimediali e video, raccontano la millenaria storia della vite e del vino e l’influenza esercitata sulla cultura degli antichi: dall’origine della viticoltura nel Vicino Oriente, passando per la sua piena affermazione nel mondo ellenico, fino alla produzione e diffusione del vino operata dai Romani.
settembresettembreottobreottobrenovembrenovembredicembredicembregennaiogennaiofebbraiofebbraio
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opificio delle pietre dure e laboratori di restauro di firenze
Istituto ha origini composite, frutto di un’antica e illustre tradizione e di una moderna e articolata attività, già evidenti nella sua insolita denominazione. Nato nel 1588 come manifattura per la lavorazione di arredi in pietre dure, l’Opificio già dagli ultimi decenni del secolo XIX si applicò al lavoro di restauro. In seguito alla grande catastrofe dell’alluvione del novembre 1966 e alla legge istitutiva del Ministero per i Beni Culturali ed Ambientali del 1975, vennero fusi in unica entità l’antico Opificio mediceo e il Laboratorio Restauri della Soprintendenza, autentico protagonista dei restauri dell’alluvione. A questo nucleo furono annessi i laboratori minori sorti in seguito all’emergenza. Con il nuovo regolamento di organizzazione del MiBAC del 2007, l’Opificio ha acquisito la natura di Istituto Centrale, a riconoscimento del suo valore e dell’importanza nazionale e internazionale. L’Istituto, specializzato in attività di restauro, ricerca applicata e attività didattica, è suddiviso in specifici settori: Arazzi, Bronzi e Armi antiche, Dipinti su tela e su tavola, Pitture murali, Materiali cartacei e membranacei, Materiali lapidei, Mosaico e commesso fiorentino, Oreficerie, Sculture lignee policrome, Materiali ceramici e plastici, Materiali tessili.
L’
Sedi: via degli Alfani, 78; Fortezza da Basso, viale Strozzi, 1; Palazzo Vecchio, Sala delle Bandiere
Il Museo annesso
rappresenta la diretta filiazione dell’antica manifattura artistica. La sua fisionomia non discende dunque da una precisa volontà collezionistica, ma piuttosto rispecchia le vicende della secolare attività produttiva. Le più prestigiose creazioni sono oggi conservate nelle regge e nei musei di tutta Europa, dove giunsero spesso come dono dei granduchi, mentre nei laboratori di produzione sono rimaste opere incompiute, o risultato di modifiche successive, e quanto è sopravvissuto alle dispersioni ottocentesche, che ebbero termine nel 1882 appunto con la musealizzazione della raccolta. Essa vanta esemplari di grande suggestione e raffinatezza, capaci di delineare un percorso storico della manifattura che si snoda attraverso tre secoli. Vi si conserva inoltre un’importante riserva di marmi antichi e di pietre dure raccolte in funzione della tecnica del commesso.
attività aperte al pubblico Fra le opportunità offerte al visitatore, c’è anche la possibilità di entrare in diretto contatto con il mondo del restauro. Si segnalano in particolare, fra le attività aperte al pubblico:
“effetto restauro” L’iniziativa intende promuovere l’attività dell’Istituto presentando al pubblico alcune delle più significative opere dopo il loro restauro o anche in corso di lavorazione presso i laboratori dell’Opificio. visite ai Laboratori di restauro Visite guidate ai Laboratori di restauro di via degli Alfani, a quelli presso la Fortezza da Basso, al Laboratorio per il Restauro degli Arazzi in Palazzo Vecchio. Per informazioni e prenotazioni
opd.promozioneculturale@beniculturali.it
via degli Alfani, 78 aperto: da lunedì a sabato 8,15-14, da giugno a novembre (escluso agosto) giovedì 8,15-19 chiuso: domenica e giorni festivi Per informazioni: 055 2651357
novità editoriali L’Opificio ha iniziato fin dal 1986 la pubblicazione di una rivista annuale, ‘OPD Restauro’, nella quale sono presentati alcuni dei più significativi restauri e i risultati degli studi e delle ricerche effettuate. • La prima serie della rivista comprende tre numeri (1, 1986; 2, 1987; 3, 1988) con il titolo OPD Restauro. Quaderni dell’Opificio delle Pietre Dure e Laboratori di Restauro di Firenze. • La seconda serie è attualmente al ventunesimo volume (1, 1989-21, 2009) con il titolo OPD Restauro, a cura della Casa Editrice Centro Di.
Salone dell’Arte e del Restauro di Firenze
Fra le novità monografiche, segnaliamo • La ‘coperta’ Guicciardini. Il restauro delle imprese di Tristano, a cura di Rosanna Caterina Protopisani, Marco Ciatti, Susanna Conti, Maria Grazia Vaccari, Firenze, EdifirEdizioni Firenze, 2010.
Stazione Leopolda, Firenze 11-13 novembre 2010 L’istituto parteciperà alla seconda edizione del Salone con un proprio stand e con un nutrito calendario di iniziative.
www.opificiodellepietredure.it
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p r oge t t o d i r i c er c a “Tebaidi del Sud Italia” Convenzione Italia-Giappone sullo studio delle pitture murali nell’Italia Meridionale
Il governo giapponese finanzierà per i prossimi quattro anni un progetto di ricerca sulle pitture murali del Sud Italia, condotto dall’Opificio in collaborazione con l’Università di Kanazawa. A seguito del restauro degli affreschi della Cappella Maggiore di Santa Croce a Firenze – eseguito dall’Opificio delle Pietre Dure e finanziato in massima parte da un mecenate giapponese attraverso l’Università di Kanazawa – il governo giapponese ha accolto la richiesta di finanziamento presentata dall’Università di Kanazawa per un progetto di ricerca
diagnostica e di documentazione sulla tecnica esecutiva e sullo stato di conservazione delle pitture murali del territorio peninsulare sud-italiano, con particolare riguardo al periodo bizantino e altomedievale. Il progetto di ricerca, i cui risultati confluiranno in un archivio digitale, è finalizzato ad acquisire una maggiore conoscenza su un segmento poco conosciuto ma assolutamente unico del patrimonio artistico italiano, caratterizzato da chiese, cappelle e siti rupestri di tipo cenobitico, frutto dell’insediamento di monaci ortodossi provenienti dall’Oriente e dalla Sicilia, verificatosi fra il VI e l’XI secolo. Il progetto ha un valore particolarmente innovativo dal momento che non esiste una conoscenza organica e di ampio raggio sulla tecnica esecutiva e sulle tipologie della pittura murale di area bizantina medio-orientale.
opificio delle pietre dure e laboratori di restauro di firenze
a p p r o f o n d i m e n t o / i restauri più importanti Si conclude la campagna di restauri a Santa Croce
Il Tabernacolo dei Linaioli restaurato
Con l’inizio del 2011 tornerà fruibile al pubblico una delle più importanti testimonianze dell’arte tardogotica. Entro l’anno si concluderà infatti il restauro della Leggenda della Croce di Agnolo Gaddi nella Cappella Maggiore di Santa Croce che, con i suoi 800 mq di superficie dipinta, è l’ultimo dei grandi cicli pittorici fiorentini ad essere restaurato. Hanno collaborato all’intervento l’Opera di Santa Croce e numerose istituzioni universitarie e di ricerca impegnate nella diagnostica per i beni culturali.
A marzo 2011 sarà riconsegnato al Museo di San Marco il Tabernacolo dei Linaioli di Beato Angelico, nell’ambito di una serie di manifestazioni sui restauri realizzati dal Polo Museale Fiorentino in collaborazione con Banca Intesa. I problemi conservativi dell’opera erano di duplice natura: strutturali, con alcune gravi fratture nel tavolato principale dovute anche alla particolare tecnica costruttiva, ed estetici, con la presenza di estese ridipinture e patinature. La pulitura ha consentito di recuperare non solo una migliore lettura della policromia dell’Angelico, ma anche un più consistente valore plastico delle figure, soprattutto dei quattro santi sulle ante.
La Croce di Giotto torna nella Chiesa di Ognissanti Il 5-6 novembre la Croce di Ognissanti, dal 1937 inaccessibile al pubblico per la chiusura della Sagrestia, troverà una più appropriata collocazione nella chiesa dopo un attento restauro. L’intervento, reso complesso dall’antichità dell’opera, dallo stato di conservazione e dalle grandi dimensioni (4,86 x 3,75 m), è stato uno dei più importanti progetti di restauro di opere d’arte mai realizzati a Firenze. I risultati di questo intervento hanno inoltre consentito di approfondire la conoscenza dell’opera avvalorandone l’attribuzione a Giotto.
A ottobre riprenderanno, dopo un periodo di sospensione, i corsi della Scuola di Alta Formazione dell’Istituto.
È stato completato il restauro di uno splendido bassorilievo in terracotta, opera di Jacopo Sansovino, raffigurante una Madonna con Bambino. Prima della sua restituzione, l’opera proveniente dai Musei Civici di Vicenza sarà esposta al pubblico nella seconda settimana di novembre presso il Laboratorio della Fortezza da Basso.
Una terracotta policroma di Donatello
La Banderuola della Torre di Arnolfo in Palazzo Vecchio
La statua raffigurante la Madonna col Bambino, alta 110 cm, è stata individuata nella chiesa di San Francesco a Citerna (Umbria) e attribuita alla mano di Donatello con una proposta di datazione compresa fra il 1415 e il 1420. Le opere devozionali in terracotta dipinta a freddo, caratterizzate da una ricca policromia, subivano spesso interventi pittorici che ne modificavano l’aspetto e in alcuni casi stravolgevano completamente il colore originale. È il caso della Madonna di Citerna che presenta come ultimo intervento una grossolana ridipintura eseguita da Amato del Citerna nel 1839. Sono state evidenziate ben tre stesure sopra quella originale, la cui rimozione, insieme al consolidamento della policromia originaria, ha messo in risalto la raffinatezza degli incarnati e delle vesti arricchite da decorazioni dorate. La conclusione dei lavori è prevista per la fine del 2012.
È arrivata lo scorso 4 giugno nei Laboratori dell’Opificio la Banderuola originale che ha sovrastato per secoli la Torre di Arnolfo in Palazzo Vecchio, attualmente sostituita da una copia in vetroresina eseguita nel 1981 quando l’originale fu ricoverato nel Cortile della Dogana. L’opera fu posta sulla torre nel 1453, anno in cui Michelozzo iniziò la ristrutturazione del palazzo, e per questo alcuni studiosi riferiscono al maestro la sua ideazione. La Banderuola in rame, alta circa 5 m e sormontata da un giglio, rappresenta un leone rampante (il Marzocco). Su tutta l’opera sono ancora presenti tracce di doratura e vi si riscontrano i segni di vecchie riparazioni di cui rimangono impresse la firma di chi le ha eseguite (“AS”) e le date 1843; dell’intervento (“RATTOPPATO 1844”). Si prevede che il restauro sarà terminato entro pochi mesi.
altri restauri in corso o recentemente terminati
riaprono i corsi
La Madonna con Bambino di Jacopo Sansovino
Nei decenni scorsi sono stati condotti centinaia di restauri riguardanti alcune delle opere più significative dell’arte mondiale, tra gli ultimi si ricordano: un Compianto su Cristo Morto, terracotta dipinta a freddo attribuita a Michele da Firenze, dei Musei Civici di Modena e la Coperta Guicciardini dal Museo del Bargello. Tra i restauri in corso si segnalano una Madonna con Bambino in terracotta
invetriata e incarnati dipinti a freddo, attribuita a Luca della Robbia il Giovane, proveniente da Citerna; il Paliotto fiorito dalla chiesa di Santa Maria Novella a Firenze; il Paliotto di San Zanobi del Maestro del Bigallo; il Trittico di San Michele di Ambrogio Lorenzetti dal Museo di Asciano; la Madonna con Bambino di Andrea Mantegna dell’Accademia Carrara di Bergamo; La bella di Tiziano dalla Galleria Palatina; un mosaico pavimentale romano dal Museo Nazionale di Villa Guinigi a Lucca; la Fontana dell’Isola, in marmo e bronzo,
proveniente dal Giardino di Boboli a Firenze; le due teste di Profeta in bronzo, opera di Donatello, provenienti dalla Cantoria nel Museo dell’Opera del Duomo di Firenze; il Velo ricamato del XIII secolo del Museo dell’Opera Metropolitana di Siena; la Croce dipinta di San Marco; la base originale del “Porcellino”, scultura in bronzo di Pietro Tacca proveniente dal Museo Bardini. Sta invece giungendo al termine l’intervento sui battenti della Porta del Paradiso del Battistero di San Giovanni a Firenze.
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oratori • cenacoli e cicli di affreschi
1. Chiesa e convento
3. Chiesa e convento di Ognissanti
del Carmine
5. Cenacolo di Fuligno
da vedere: Ultima Cena di Alessandro da vedere: Ultima Cena di Domenico Allori (1581); Cappella Brancacci Ghirlandaio (1480) e sinopia affrescata da Masaccio e Masolino e borgo Ognissanti, 42 completata da Filippino Lippi aperto: lunedì, martedì e sabato, 9-12 piazza del Carmine aperto: lunedì e da mercoledì a sabato 10-17, domenica 13-17 chiuso: Capodanno, 7 gennaio, Pasqua, 1 maggio, 15 agosto, Natale
2. Chiesa e convento di Santa Maria Maddalena dei Pazzi da vedere: Crocifissione affrescata dal Perugino (1493-1496)
da vedere: Ultima Cena attribuita al Perugino e bottega (1490) via Faenza, 42 aperto: martedì, giovedì e sabato 9-12 chiuso: Capodanno, 1 maggio, Natale
chiuso: 1 gennaio, 1 maggio, agosto e Natale
4. Chiostro dello Scalzo da vedere: episodi della Vita del Battista e Virtù affrescati da Andrea del Sarto (1509-1526) e da Franciabigio (1518-1519) via Cavour, 69 aperto: lunedì, giovedì, sabato 8,15-13,50 chiuso: 1 gennaio, 1 maggio, agosto e Natale
6. Cenacolo di
7. Cenacolo
di San Salvi
da vedere: Ultima Cena di Andrea del Sarto (1526-1527) via di San Salvi, 16 aperto: da martedì a domenica 8,15-13,50 chiuso: Capodanno, 1 maggio, Natale
Sant’Apollonia
8. Cenacolo di Santo Spirito
da vedere: Ultima Cena di Andrea del Castagno (1450 circa)
da vedere: frammenti dell’Ultima Cena di Andrea Orcagna; Crocifissione; Museo della Fondazione Salvatore Romano
via XXVII Aprile, 1 aperto: tutti i giorni 8,15-13,50 chiuso: prima, terza e quinta domenica, secondo e quarto lunedì del mese, Capodanno, 1 maggio, Natale
piazza Santo Spirito, 29 aperto: sabato da aprile a ottobre 9-17, da novembre a marzo 10,30-13,30 chiuso: Capodanno, 1 maggio, Natale
borgo Pinti, 58 temporaneamente chiuso al pubblico 4 5
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Gli oratori sono piccole cappelle usate come luogo di culto e di assemblea dalle Confraternite, associazioni laiche composte da cittadini dette anche Compagnie. I confratelli si adunavano per pregare, talvolta flagellarsi, aiutarsi reciprocamente, avere un adeguato funerale, partecipare alle processioni e organizzare spettacoli teatrali, ma la loro religiosità si esprimeva principalmente attraverso le opere di pietà e carità rivolte ai poveri e ai bisognosi.
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1. Oratorio dei Buonomini
3. Oratorio di San
di San Martino
Sebastiano dei Bini
La Confraternita dei Buonomini, fondata da sant’Antonino per l’assistenza ai “poveri vergognosi”, si insediò nel 1478 nella chiesa di San Martino, poi trasformata in oratorio. L’ambiente è decorato da una serie di lunette, dipinte intorno al 1480 dalla bottega di Domenico Ghirlandaio, che illustrano le storie di san Martino e le opere di misericordia svolte dai Buonomini. Nei locali attigui si conserva un ricco archivio che documenta gli oltre cinque secoli di attività della Confraternita.
Laddove sorgeva un ospedale per poveri e pellegrini rimane questo oratorio, restaurato dalla famiglia Bini nel Quattrocento e dedicato a San Sebastiano. Tra il XVI e il XIX secolo divenne sede di diverse congregazioni. All’interno sono conservate pregevoli opere, come il polittico cinquecentesco commissionato da Bernardo di Pietro Bini per l’altar maggiore, il Tabernacolo di San Sebastiano cui partecipò Filippino Lippi e altre opere della bottega di Ghiberti e Donatello.
via dei Magazzini aperto: tutti i giorni 10-12, 15-17 chiuso: venerdì e festivi
2. Oratorio di Santa Maria
delle Grazie
Costruito nel 1874 nel giardino del palazzo Alberti-Malenchini, fin dalla sua edificazione accoglie la venerata Madonna delle Grazie attribuita al Maestro della Santa Cecilia (1313 circa). L’immagine miracolosa fu trasferita qui da una cappellina trecentesca sul Ponte alle Grazie, di patronato degli Alberti. L’interno è decorato da affreschi di Olinto Bandinelli e tele di Giuseppe Ciseri; il pavimento in marmo reca lo stemma degli Alberti. lungarno Diaz, 8 aperto: da lunedì a venerdì 7-10, 16-18
via Romana, 10 aperto: venerdì, sabato e domenica 16-19
E ancora...
Oratorio dei Vanchetoni (Arciconfraternita di San Francesco) via Palazzuolo, 17
Oratorio di San Niccolò del Ceppo via dei Pandolfini, 5
Oratorio di Gesù Pellegrino (detto dei Pretoni) via San Gallo angolo via degli Arazzieri
Oratorio della Confraternita di Sant’Antonio Abate (detta la Buca) via degli Alfani, 65r-67r
Oratorio della Confraternita dei Oratorio della Compagnia Contemplanti di San Tommaso d’Aquino (detta San Tommasino di San Michele della Pace dei Nobili) piazza Sant’Ambrogio via della Pergola, 10
Oratorio della Confraternita di San Francesco Poverino e Buca di San Girolamo in San Filippo Benizzi Loggiato dei Serviti, angolo palazzo Budini Gattai
Oratorio dei Santi Jacopo e Filippo via della Scala, 9
Oratorio della Compagnia di Santa Maria della Croce al Tempio via San Giuseppe
nota Questi oratori, alcuni dei quali sconsacrati, sono aperti solo in occasioni particolari o per celebrare funzioni religiose.
approfondimento sulla mostra
Monica Bietti Direttrice delle Cappelle Medicee
Il programma di restauri, dopo quelli dei tabernacoli dell’Arte del Cambio e del Tribunale di Mercatanzia, quest’anno ha interessato il tabernacolo di Calimala. L’Arte di Calimala, che, come altre corporazioni fiorentine di arti e mestieri, trovò raffigurazione in uno dei tabernacoli di Orsanmichele, era fra le più potenti e aveva botteghe e magazzini nella vicina via Calimala. I mercanti di stoffe importavano tessuti come la lana grezza e altre merci da tutta Europa; appartenevano all’Arte alcune illustri famiglie come gli Albizi, i Pazzi e gli Strozzi. Anche grazie alle ricchezze accumulate si incaricarono del patronato e della cura di complessi edilizi come il Battistero e la chiesa di San Miniato al Monte. Fatta eccezione per quelli rinascimentali dell’Arte del Cambio e del Tribunale di Mercatanzia, i tabernacoli di Orsanmichele sono gotici, con pilastri affiancati da colonnette tortili, timpano ad arco mistilineo e pinnacoli laterali alla sommità. Fra il primo e il secondo decennio del Quattrocento la realizzazione della nicchia del tabernacolo dell’Arte di Calimala e della sua statua di San Giovanni Battista, patrono dell’Arte, viene affidata a Lorenzo Ghiberti, già impegnato nelle porte del Battistero. La scultura, che supera in grandezza tutte le altre di Orsanmichele, segna il ritorno alla tecnica della fusione di grandi opere in bronzo, rimasta interrotta dall’epoca romana. Oggi i risultati del restauro aiutano a immaginare l’aspetto ben più ricco e grandioso del tabernacolo con la statua del santo tutta dorata; inoltre una preziosissima e ormai scomparsa decorazione in mosaico e vetro doveva far rilucere l’insieme illuminato dai raggi del sole mattutino, esposto com’è a oriente. Un significativo e suggestivo esempio di quella bellezza è suggerito dalle aquile di Calimala, poste alle estremità della base, la cui doratura inaspettatamente conservata e ritrovata col restauro ci riporta a quella magia luminosa di vetri, smalti colorati e ori. Antonio Godoli Direttore di Orsanmichele
piazza Madonna degli Aldobrandini, 6 aperto: 8,15-16,50 chiuso: seconda e quarta domenica, primo, terzo e quinto lunedì del mese, Capodanno, 1 maggio, Natale
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mostra Parigi val bene una messa! 1610: l’omaggio dei Medici a Enrico IV re di Francia e di Navarra a cura di Monica Bietti, Francesca Fiorelli Malesci, Paul Mironneau fino al 2 novembre 2010 Prosegue fino a novembre la mostra allestita nelle Cappelle Medicee dopo il successo francese al Musée national du Château de Pau. Italia e Francia celebrano il re Enrico IV, legato a Firenze dalle nozze con Maria de’ Medici e assassinato a Parigi il 14 maggio 1610. L’esposizione è incentrata sulle 19 tele rimaste tra quelle che Cosimo II de’ Medici commissionò a pittori accademici fiorentini per le esequie di Enrico IV, celebrate il 16 settembre 1610 nella basilica di San Lorenzo.
orsanmichele
Il tabernacolo di Calimala e la statua bronzea di San Giovanni Battista
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Un re di Francia a Firenze. Una mostra su Enrico IV a quattrocento anni dal suo assassinio, compiuto a Parigi nel 1610 per mano di Ravaillac, e dalle solenni esequie celebrate dai Medici in San Lorenzo. L’occasione di onorare il re fu colta dal giovane granduca Cosimo II, da poco succeduto al padre Ferdinando I morto nel 1609, per riaffermare la politica medicea in ambito europeo. Il granduca Ferdinando aveva saputo muoversi sullo scacchiere internazionale con spregiudicatezza e abilità riuscendo ad ottenere con il matrimonio celebrato nel 1600 fra la nipote Maria e il re di Francia − in mostra si ammira il bozzetto di Rubens con lo Sbarco di Maria a Marsiglia − una solida alleanza per il piccolo Stato di Toscana. L’intesa raggiunse il suo culmine con la proclamazione di Maria a regina il 13 maggio 1610, proprio il giorno prima della morte del re. Strano destino quello che volle la reggenza di Maria mantenere un equilibrio politico-economico sulla scena europea segnata da divisioni dinastiche e lotte che porteranno alla Guerra dei Trent’Anni. Cosimo II decise quindi di rendere omaggio in maniera solenne alla memoria del re, con funerali in effigie celebrati nella basilica di San Lorenzo, con il chiaro intento di riaffermare la forza del sodalizio stretto con la Francia dai granduchi di Toscana e la legittimità della reggenza e della successione al trono. Ed è proprio quel gran funerale a costituire il cuore della mostra che vede esposte le 19 tele conservate delle 26 eseguite per l’occasione da pittori accademici fra cui spiccano i nomi di Poccetti, Empoli, Curradi, Boschi. Sull’immenso palcoscenico della storia si giocò uno dei più straordinari esempi di retorica del lutto come spettacolo mettendo in scena le imprese guerriere del re, specie quelle in difesa della religione cattolica, in cui alta fu la funzione diplomatica dei Medici, conclusasi con la firma dell’atto di abiura − da cui la celebre frase che dà il titolo alla mostra − e con la grandiosa cerimonia di consacrazione di Maria nella basilica dei re a Saint-Denis.
cappelle medicee
Un re di Francia a Firenze. Una mostra su Enrico IV
useo statale dal 1869, le Cappelle Medicee legano la propria storia alla chiesa di San Lorenzo, a cui appartengono. Il museo comprende la Sagrestia Nuova, disegnata da Michelangelo, la Cappella dei Principi, monumentale mausoleo in pietre dure, la Cripta, dove si incontrano le tombe dei granduchi medicei e dei loro familiari, e la Cripta Lorenese, con le spoglie dei principi lorenesi e il monumento funebre a Cosimo il Vecchio. Il museo conserva inoltre una parte del Tesoro della basilica di San Lorenzo.
ato nel Duecento come granaio e loggia per la vendita del grano, nel secolo successivo divenne luogo di devozione e alla metà del Trecento fu consacrato al culto cristiano. Da quel momento e fino agli inizi del Seicento l’edificio, che seppe unire in sé funzioni civili e religiose, fu modificato e arricchito dalle Arti liberali con i 14 tabernacoli esterni. La chiesa è regolarmente officiata e vi si tengono anche concerti di musica classica; al suo interno si trova il tabernacolo marmoreo dell’Orcagna con la trecentesca Madonna delle Grazie di Bernardo Daddi.
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Museo delle Sculture
Al primo piano di Orsanmichele sono conservate le statue originali dei tabernacoli, oggi sostituite da copie sistemate nelle nicchie per preservarne l’integrità; al piano superiore sono invece esposte piccole sculture particolarmente degradate, anch’esse un tempo collocate all’esterno. via dell’Arte della Lana aperto: Chiesa tutti i giorni 10-17 Museo lunedì 10-17
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museo di san marco
l Convento domenicano di San Marco, realizzato nel 1436 su progetto di Michelozzo e destinato a svolgere un ruolo importante nella vita religiosa e culturale della città − ne è testimone la vicenda di fra’ Girolamo Savonarola, che qui fu priore −, ospita un importante museo. La sua fama è legata soprattutto al Beato Angelico: il frate pittore affrescò infatti molti ambienti del convento, mentre altre sue opere vi sono state raccolte nel Novecento. Notevoli sono anche le raccolte del Cinquecento, con opere di Fra’ Bartolomeo, e la sezione dei reperti provenienti dalle demolizioni ottocentesche del centro storico.
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piazza San Marco, 3 aperto: da lunedì a venerdì 8,15-13,50, sabato, domenica e festivi 8,15-16,50 chiuso: prima, terza e quinta domenica, secondo e quarto lunedì del mese, Capodanno, 1 maggio, Natale
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ll restauro del lato sud del Chiostro di Sant’Antonino del Museo di San Marco Il restauro del primo chiostro del Museo di San Marco, detto di Sant’Antonino dalle Storie del santo che vi furono affrescate nel corso del Seicento, presenta vari elementi di interesse. Ad oggi, è stato completato il recupero di un intero lato, quello sud, adiacente alla Sala dell’Ospizio. Il primo dato di interesse sta nella completezza dell’intervento di recupero che ha riguardato sia gli affreschi che le strutture architettoniche in pietra con i relativi elementi scultorei. Il restauro degli affreschi, inoltre, non ha riguardato soltanto le sette lunette affrescate sulla parete, che spaziano da famosi esemplari dell’Angelico ad altrettanto note rappresentazioni di Bernardino Poccetti e dei suoi collaboratori, ma anche la inedita galleria di ritratti di Domenicani illustri dipinti entro medaglioni sui pennacchi delle volte. Altro elemento di particolare interesse emerso dal restauro è il ritrovamento di tracce di policromia e di oro sui capitelli e sui peducci, che lasciano immaginare un aspetto del chiostro completamente diverso dall’attuale. La ritrovata continuità di lettura della parete consente infine di apprezzare nuovamente l’impostazione prospettica delle scene che compongono la sequenza, finora andata perduta, e, nel contempo, i particolari di paesaggio che costituiscono un documento insostituibile della realtà di quel tempo. Si deve all’impegno generoso e costante della Friends of Florence Foundation il raggiungimento in tempi brevi di questo risultato che porta a compimento la prima fase di restauro del chiostro iniziata dalla Soprintendenza. Magnolia Scudieri Direttrice del Museo di San Marco
m os t r a Il Tabernacolo dei Linaioli dell’Angelico restaurato 8 dicembre 2010-30 aprile 2011 Dopo un lungo periodo di assenza per indagini e per un complesso e delicato restauro condotto dall’Opificio delle Pietre Dure, rientra a San Marco l’opera più famosa del Beato Angelico: il Tabernacolo dei Linaioli. Durante l’esposizione saranno anche disponibili installazioni multimediali sul restauro, sulla tecnica esecutiva dell’opera, capaci di far esplorare al visitatore interessato ogni particolare del dipinto e della sua storia.
restauri in corso o completati affreschi del Chiostro di Sant’Antonino (lato est): • Ludovico Buti, Sant’Antonino resuscita un fanciullo della famiglia Da Filicaia • Alessandro Tiarini, Sant’Antonino predice ad un mercante che sarebbe scampato a una terribile burrasca • Alessandro Tiarini, Il restauro della Chiesa e del Convento di San Marco • Beato Angelico, lunetta con Cristo in pietà • Giovan Battista Vanni, lunetta con La Carità e La Giustizia affreschi del Chiostro di Sant’Antonino (lato sud): • Beato Angelico, lunetta con Cristo pellegrino accolto dai Domenicani altre opere • Beato Angelico, Pala di San Marco, tavola
opere prestate • Beato Angelico, La guarigione del Diacono Giustiniano, scomparto della predella della Pala di San Marco, tempera su tavola ospite a: Parigi, Fondation Dina Vierny, Musée Maillot, 29 settembre 2010-31 gennaio 2011 per la mostra: Le trésor des Médicis
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• Jacopo Vignali, San Pietro visita Sant’Agata in carcere, olio su tela ospite a: Firenze, Galleria degli Uffizi, fino al 17 ottobre 2010 per la mostra: Caravaggio e i caravaggeschi a Firenze foto Francesca Anichini
complesso monumentale di santa croce
a basilica francescana di Santa Croce è una sorta di cantiere aperto che in 700 anni ha visto succedersi eccezionali testimonianze religiose, artistiche e civili. È nota per la straordinaria ricchezza delle sue opere d’arte e per la presenza dei sepolcri di grandi personaggi della storia d’Italia, tale da essere definita il ‘tempio delle itale glorie’.
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La visita del Complesso monumentale comprende: • la basilica • i chiostri con la rinascimentale Cappella Pazzi • la Galleria dei monumenti funebri ottocenteschi • la mostra dello xilografo Pietro Parigi, grande illustratore del Novecento italiano • il Museo dell’Opera, di cui fa parte anche la Sala del Cenacolo, con importanti opere, tra cui il Crocifisso di Cimabue e l’affresco di Taddeo Gaddi con l’Ultima Cena e l’Albero della Vita.
piazza Santa Croce aperto: da lunedì a sabato 9,30-17,30, domenica, 6 gennaio, 15 agosto, 1 novembre, 8 dicembre 13-17,30 chiuso: Capodanno, Pasqua, 13 giugno, 4 ottobre, Natale, 26 dicembre Con unico biglietto è possibile accedere a tutte le aree del Complesso.
www.santacroceopera.it
progetto Nel nome di Michelangelo Il progetto offre percorsi di visita congiunti tra il Museo della Casa Buonarroti e il Complesso monumentale di Santa Croce, due istituzioni che trovano un importante punto d’incontro nel nome di Michelangelo: dai capolavori della prima giovinezza esposti in Casa Buonarroti al luogo di sepoltura nella chiesa di Santa Croce. L’iniziativa, avviata nell’aprile 2010, intende inoltre valorizzare la storia del quartiere di Santa Croce con attività culturali e promozionali. Fra gli incontri programmati 23 settembre Luciano Bellosi, Vent’anni da “Pittura di luce”: una mostra per una predella, capolavoro della metà del Quattrocento 21 ottobre Pina Ragionieri, Michelangelo e le Repubbliche fiorentine
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case museo
focus / Museo di Casa Martelli
Il palazzo Martelli, divenuto museo dello Stato nel 1999, è stato aperto al pubblico il 22 ottobre 2009 per rendere fruibile la dimora e le collezioni della nobile casata. Un esempio di casa museo che non è frutto di ricostruzione postuma, ma deriva dalla stratificazione secolare della vita di una famiglia.
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via Zannetti, 8 aperto: giovedì pomeriggio e sabato mattina su prenotazione
www.polomuseale.firenze.it/musei/casamartelli
Interno con cioccolata in tazza. È con questa immagine, fissata nel dipinto di Giovan Battista Benigni del 1777, nella prima sala della quadreria, che i Martelli si presentano ai visitatori del palazzo, dimora della loro famiglia fino al 1986. Tre generazioni sono ritratte all’interno di una stanza della quadreria che dalla metà del Seicento fino alla fine del Settecento costituì un esempio del collezionismo privato fiorentino. A Casa Martelli si respira una commistione di atmosfera domestica, fatta di oggetti d’uso e di vita vissuta, e contemporaneamente di levatura culturale data dalla collezione, punteggiata di ‘perle’, che le antiche guide della città di Firenze non mancavano di richiamare. Alla sommità dello scalone il visitatore è accolto dall’arme di famiglia. L’originale attribuito a Donatello, ora al Bargello, fu acquistato da parte dello Stato dalla Curia fiorentina, erede del palazzo, per volontà testamentaria di Francesca Martelli. Tale acquisto comportò la successiva donazione del patrimonio Martelli allo Stato e l’avvio dei lavori di ripristino che ne permettono oggi la fruizione. Le fortune economiche e culturali della famiglia hanno una prima fase di splendore nel Quattrocento, quando i Martelli esercitavano la mercatura divenendo banchieri e gestendo gli affari per conto della famiglia Medici. In questo periodo divennero patroni di Donatello, al quale commissionano varie sculture. Ma è soprattutto a partire dalla metà del Seicento e per tutto il Settecento che si forma la quadreria testimone dell’interesse per il panorama artistico fiorentino e dell’attenzione per il collezionismo granducale, ma anche dell’apprezzamento per quelle tendenze che si affermano al di fuori del circuito cittadino e si configurano come novità e rarità: il Barocco napoletano (Salvator Rosa e Luca Giordano), il caravaggismo (Orazio Borgianni), il paesaggismo romano di primo Settecento (Locatelli, Zuccarelli e Anesi). I Martelli attuano una politica di acquisizioni che arricchisce la loro raccolta sia in virtù delle iniziative di alcuni membri della famiglia particolarmente illuminati e appassionati d’arte, sia grazie a eventi fortuiti, come nel caso delle opere che i debitori inviano come pagamento o dei dipinti di gusto nordico, tra i quali le due Scene campestri di Pieter Bruegel il Giovane, che Marco Martelli acquista durante il suo esilio a Digione. L’importanza della quadreria non sarebbe comunque apprezzabile a pieno se non fosse corredata dal fascino del contesto: ambienti intessuti di vita familiare, celebrata anche negli affreschi, con arredi e suppellettili che rimandano al gusto dei proprietari. Di grande effetto sono alcune sale dove la decorazione a trompe l’oeil esercita una straordinaria suggestione sull’occhio meravigliato dello spettatore, investendone i sensi. Nel jardin d’hiver gli artifici pittorici creano un berceau d’uva da cui occhieggiano animali più o meno esotici con arcate vegetali che incorniciano scorci prospettici e fontane zampillanti, erme dipinte in finto marmo che sorreggono veri elementi architettonici e rovine avvolte dall’ atmosfera romantica del ‘boschereccio’ al tramonto. Vera Laura Verona
Museo di Palazzo Davanzati o della Casa Fiorentina Antica
Esempio quasi unico della tipica casa fiorentina che si colloca tra la torre medievale e il palazzo rinascimentale, l’edificio fu costruito verso la metà del XIV secolo dalla famiglia Davizzi; passò in seguito ai Bartolini e nel 1578 ai Davanzati, cui rimase fino alla fine dell’Ottocento. Nel 1904 fu acquistato dall’antiquario Elia Volpi, che lo restaurò e lo arredò con pezzi della sua collezione. In seguito all’acquisto da parte dello Stato, fu aperto al pubblico nel 1956. Il museo presenta un allestimento con mobili, dipinti, arazzi e oggetti di uso domestico che ricrea l’arredamento di una casa patrizia fiorentina dal XIV al XVII secolo. Notevoli i numerosi dipinti di soggetto profano e religioso, fra i quali il trittico di Lorenzo Monaco (1410) e il tondo quattrocentesco con Il gioco del civettino di Giovanni di ser Giovanni detto lo Scheggia. Fra le sculture ricordiamo il Busto di fanciullo di Antonio Rossellino; di grande interesse risultano la collezione di ceramiche e maioliche databili fra il XIV e il XVIII secolo, provenienti da varie manifatture, e le rare decorazioni murali, come quelle nella Sala dei Pappagalli e nella camera detta ‘della Castellana di Vergy’. via Porta Rossa, 13 aperto: tutti i giorni, 8,15-13,50 chiuso: seconda e quarta domenica e primo, terzo, quinto lunedì del mese, Capodanno, 1 maggio, Natale
www.polomuseale.firenze.it/ musei/davanzati
case museo
focus / Museo Casa Rodolfo Siviero
Casa Siviero è una palazzina in stile neorinascimentale costruita nel 1875, anno in cui fu terminata la realizzazione del nuovo lungarno Serristori. Rodolfo Siviero, conosciuto come lo “007 dell’arte” per la sua attività di recupero del patrimonio culturale italiano trafugato all’estero, la acquistò nel 1944 e vi abitò fino al 1983; alla morte lasciò la casa con gli arredi alla Regione Toscana affinché diventasse un museo pubblico. La casa museo conserva la raccolta personale di Siviero, costituita da mobili, dipinti, sculture, armi e suppellettili che nel loro insieme documentano il gusto dell’arredo domestico fiorentino alla metà del Novecento. Per gli arredi Siviero prediligeva l’antiquariato, ma il suo gusto era aperto a tutti gli stili, le epoche e le tipologie, anche all’arte moderna purché fosse figurativa. Perciò nella sua raccolta si trovano anche paesaggi e nature morte di Soffici, opere di Annigoni, disegni e medaglie di Manzù e una quindicina fra dipinti e disegni di Giorgio De Chirico. Il padre della metafisica fu molto legato a questa casa, non solo per l’amicizia con Siviero ma soprattutto per gli stretti rapporti con lo storico dell’arte Giorgio Castelfranco, precedente proprietario del villino e suo mecenate giovanile. In questa casa, dove De Chirico visse e lavorò nei primi anni venti, Castellungarno Serristori, 1-3 aperto: sabato, da ottobre a maggio 10-18, da giugno a settembre franco conservava nel periodo tra le due guerre una straordinaria 10-14 e 15-19; domenica e lunedì, tutto l’anno 10-13 raccolta di opere, tra le quali Le Muse Inquietanti, la seconda verchiuso: Capodanno, 1 maggio, 24 giugno, 15 agosto, Natale, 26 dicembre; tutte le altre festività sione dell’Ettore e Andromaca, l’Autoritratto con busto di Mercusolo se non cadono di sabato, domenica o lunedì rio e le due versioni del Ritorno del Figliol Prodigo. Nel 1939-1941 www.museocasasiviero.it Castelfranco, che era di famiglia ebraica, si trovò in difficoltà per le leggi razziali e la sua raccolta fu dispersa, ma tra le opere di De Chirico oggi a Casa Siviero rimangono tre dipinti e un disegno appartenuti allo storico dell’arte. Oltre a conservare la collezione di Siviero, la casa museo organizza mostre, conferenze e attività didattiche legate alla sua figura, tra le quali ricordiamo il Detective dell’Arte, gli eventi per le Notti dell’Archeologia e le mostre incentrate sul rapporto con le opere di altri musei e collezioni o dedicate agli artisti amici di Siviero come Manzù, Annigoni, De Chirico e Pignotti. Le attività di Casa Siviero sono realizzate dalla Regione Toscana insieme all’Associazione Amici dei Musei Fiorentini. Durante la visita a Casa Siviero è possibile scattare fotografie che, se inviate, saranno pubblicate sul sito del museo; alla fine dell’anno sarà inoltre valutata la foto migliore, premiata con una selezione di pubblicazioni della Regione Toscana. Attilio Tori Curatore del Museo Casa Rodolfo Siviero
m o st r a Archibugi alla prova del Gran Principe
Rodolfo Siviero collezionista del sacro: calici, pissidi, ostensori
a cura di Mario Scalini 2 ottobre 2010-6 gennaio 2011 La mostra prende spunto dallo studio scientifico di un piccolo nucleo di fucili e pistole del XVIII-XIX secolo conservato nel museo, ma intende valorizzare anche altre raccolte omogenee di armi antiche, finora poco conosciute: un gruppo di archibugi della Curia di Pistoia e i resti di armi da fuoco del Museo Civico della stessa città, armi dotate delle famose “canne pistoiesi” appartenute al Gran Principe Ferdinando de’ Medici.
avvenimenti Nuove sale del museo Nel giugno 2010 il Museo Casa di Dante ha inaugurato il “Museo degli Originali”. Si tratta di nuovi spazi espositivi che arricchiscono il museo, per la prima volta dalla sua fondazione, di una raccolta di armi bianche, ceramiche e strumenti di vita quotidiana risalenti al Medioevo.
con cor s o
mostra
a cura di Diletta Corsini 29 gennaio-30 aprile 2011 Al piano superiore di Casa Siviero, attualmente non accessibile al pubblico, si trova un interessante gruppo di oggetti liturgici che finora non è mai stato esposto e studiato. Le suppellettili, dopo essere state catalogate, vengono presentate spiegandone funzione e caratteristiche anche tramite il confronto con oggetti simili conservati in musei e chiese della Toscana.
Concorso Giovani Collezionisti Iniziativa rivolta ai ragazzi fino a 25 anni che intende promuovere la passione per il collezionismo che Siviero ebbe fin da giovane. I partecipanti devono inviare entro il 31 dicembre 2010 la documentazione scritta e fotografica della loro collezione. Saranno premiate le raccolte più interessanti per originalità e che maggiormente testimoniano il coinvolgimento diretto e l’impegno nel reperire e ordinare gli oggetti. I vincitori di ogni categoria (fino ai 12 anni, 12-18 anni, 18-25 anni) riceveranno un buono per l’acquisto di libri o musica e potranno vedere la loro raccolta pubblicata sul sito del museo. La raccolta più significativa potrà essere esposta nella Casa Museo. Informazioni e iscrizioni: www.museocasasiviero.it
Museo Casa di Dante
Casa Guidi
via Santa Margherita, 1 aperto: da martedì a domenica 10-18 chiuso: lunedì
piazza San Felice, 8 aperto: da aprile a novembre, lunedì, mercoledì e venerdì 15-18
La Casa di Dante come la conosciamo oggi risale al 1911, quando l’architetto Giuseppe Castellucci realizzò un edificio di sapore medievale nell’area in cui secondo le varie testimonianze il poeta ebbe dimora. Il museo di taglio storico-didattico sviluppa un percorso che illustra la vita di Dante Alighieri e la Firenze del tempo.
www.museocasadidante.it
I celebri poeti inglesi Robert Browning ed Elizabeth Barrett Browning, dopo il loro matrimonio segreto (1846), fuggirono in Italia e a Firenze dimorarono qui fino alla morte di Elizabeth (1861); la casa fu acquistata nel 1971 dal Browning Institute di New York, che la restaurò e la riallestì con arredi appartenuti alla coppia. 23
museo degli innocenti
a storia dell’Istituto degli Innocenti inizia nel 1419 con la fondazione dell’antico Spedale affidata all’Arte della Seta grazie al lascito del mercante pratese Francesco di Marco Datini “per principiare uno luogo nuovo […] il quale i fanciulli notrichi e notrire faccia”. La cultura e la bellezza sono state da sempre parte integrante dell’opera sociale ed educativa dell’Istituto degli Innocenti. Nella “fabbrica” progettata da Brunelleschi la modernità dell’architettura rinascimentale si lega strettamente ad una nuova concezione dell’assistenza all’infanzia. Il museo attuale, dove si conservano opere importanti quali l’Adorazione dei Magi di Domenico Ghirlandaio, la Madonna col Bambino di Luca della Robbia, la Vergine e Santi di Piero di Cosimo e una splendida Madonna col Bambino di Sandro Botticelli, trova spazio nella galleria sopra il portico di facciata, destinata ad “abituro dei fanciulli” nel progetto brunelleschiano.
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approfondimento
Costruendo il Mudi: ricerche, restauri e mostre per il nuovo Museo degli Innocenti
Il percorso di progettazione del Mudi è iniziato nel 2004 con la definizione di una nuova identità per il museo, non più contenitore di opere d'arte ma progetto culturale in grado di raccontare attraverso il patrimonio artistico la storia dell'istituzione. Da questa consapevolezza è nata l’idea di un nuovo museo capace di mettere in relazione la fabbrica architettonica, il patrimonio documentario e quello storico-artistico per ricostruire l’eccezionale storia degli Innocenti. Un progetto in itinere, sviluppato a partire dal 2006 attraverso ricerche, restauri e mostre temporanee. Nel 2007 la mostra Il Rinascimento dei Bambini ha approfondito lo studio della vita quotidiana dei nocentini e delle nocentine, ricostruendo il modo in cui venivano alimentati, abbigliati ed educati. In questa occasione è stata restaurata la “finestra ferrata” attraverso cui i bambini venivano lasciati in una conca di pietra per essere affidati all’Istituto. Sono state apportate alcune modifiche al percorso museale di Luciano Berti (1971) inserendo i cortili monumentali nell’itinerario per restituire all’architettura un ruolo di primo piano. Inoltre le sculture della Madonna e San Giuseppe, poste nel Cinquecento vicino al luogo dell'abbandono, sono state esposte in galleria a simboleggiare l’accoglimento dei piccoli “gittatelli”. Nel 2008, con Gli Innocenti e la città abbiamo studiato i rapporti tra l’Ospedale e il governo cittadino in epoca comunale e al tempo del Granducato mediceo. In questa circostanza si sono avviati i restauri delle decorazioni ad affresco presenti nel loggiato di facciata che presentano lo stemma dell’Arte della Seta e quello mediceo. Allo stesso tempo, dopo essere stato nei depositi per più di quarant’anni, è entrato a far parte del percorso museale il San Giovanni Evangelista (XIV secolo), scultura eseguita per l’Arte della Seta a Orsanmichele e giunta agli Innocenti all’inizio del XVI secolo. Con Madri, figlie, balie del maggio 2010 è stata messa in luce la storia della comunità femminile dell’Ospedale. Uno studio che si è unito al restauro del voltone su via della Colonna e degli ambienti soprastanti, tra cui il Coretto affacciato sulla Chiesa di Santa Maria degli Innocenti, luoghi vissuti per secoli dalle “nocentine” e dalle “balie di casa”. Il progetto “Costruendo il Mudi” prosegue con la mostra di novembre legata ai seicento anni della donazione del Datini. Nel 2011 verrà presentata per la prima volta la collezione di fotografie storiche dell’Istituto nell’ambito di una mostra dedicata alla storia degli Innocenti tra Ottocento e Novecento.
piazza Santissima Annunziata, 12 aperto: tutti i giorni 10-19 chiuso: Capodanno, Natale
Stefano Filipponi Coordinatore del Mudi Eleonora Mazzocchi Conservatore del Mudi
www.istitutodeglinnocenti.it
calendario mostre settembre 2010-febbraio 2011 Costruendo il Mudi
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Costruendo il Mudi
Madri, figlie, balie. Il Coretto della chiesa e la comunità femminile degli Innocenti
Il mercante, l’Ospedale, i fanciulli. La donazione di Francesco Datini, Santa Maria Nuova e la fondazione degli Innocenti
fino al 30 settembre 2010
27 novembre 2010-31 marzo 2011
Continua l’esposizione dedicata alla particolare serie di tabernacoli con sculture devozionali del Settecento e dell’Ottocento che fanno parte del patrimonio artistico dell’Istituto.
Questa piccola esposizione si propone di ricostruire la storia dell’assistenza a Firenze tra la fine del XIV e l’inizio del XV secolo attraverso un percorso di opere legate ad alcuni dei più importanti enti assistenziali cittadini.
settembresettembreottobreottobrenovembrenovembredicembredicembregennaiogennaiofebbraiofebbraio
Dal 1881 ha sede nel secentesco palazzo della Crocetta, edificato per la principessa Maria Maddalena de’ Medici, sorella di Cosimo II. Dal nucleo delle collezioni mediceo-lorenesi il museo si è arricchito nel tempo di importanti opere e reperti dell’arte greca, etrusca e romana, affiancate dall’importante raccolta del Museo Egizio. Tra i grandi bronzi da non perdere la Chimera, trovata ad Arezzo nel 1553, e la statua bronzea dell’etrusco Aule Meteli detta l’Arringatore. Si segnalano il Vaso François (570 a.C.) nella collezione di ceramica attica figurata e la raccolta di sculture in marmo. Tra i reperti scultorei spicca la produzione etrusca di carattere funerario, con urne cinerarie chiusine o volterrane e sarcofagi in pietra e marmo, fra cui il notissimo Sarcofago delle Amazzoni (IV secolo a.C.). Suggestivo infine il giardino, visitabile solo il sabato mattina. piazza Santissima Annunziata, 9/b aperto: da martedì a venerdì 8-19, sabato e domenica 8-14 chiuso: lunedì, Capodanno, 1 maggio, 15 agosto, Natale
www.firenzemusei.it/archeologico
Antichi signori di Maremma
m os t r e
8 ottobre 2010-primavera 2011 Esposizione di materiali e corredi più significativi che illustrano la storia dell’Etruria tirrenica da Populonia a Vulci.
Arte per la ricerca a cura della Fondazione di Farmacogenomica FiorGen Onlus 22 novembre-18 dicembre 2010 Esposizione di opere donate da artisti prevalentemente toscani, che andranno all’asta il 17 e 18 dicembre per finanziare borse di studio per giovani ricercatori impegnati nella diagnosi precoce di malattie degenerative e genetiche.
Museo della Pagliazza
Il museo, ubicato nella Torre della Pagliazza, custodisce ed espone i reperti archeologici di epoca romana e rinascimentale rinvenuti durante i lavori di scavo effettuati in occasione del radicale restauro dell’edificio. piazza Sant’Elisabetta, 3 aperto: visitabile su richiesta 055 27370
Villa Corsini
Il Museo Egizio di Firenze
musei archeologici
focus / MuseoArcheologico Nazionale di Firenze
approfondimento
Il Museo Egizio di Firenze, secondo in Italia solo al famoso Museo Egizio di Torino, è ospitato nel palazzo del Museo Archeologico. Un primo nucleo di antichità egiziane era presente a Firenze già nel Settecento, nelle collezioni medicee, ma nel corso dell’Ottocento fu ampiamente incrementato grazie al granduca di Toscana Leopoldo II, che finanziò anche una spedizione scientifica in Egitto negli anni 18281829. La spedizione franco-toscana era diretta da Jean-François Champollion, il decifratore dei geroglifici, e dal pisano Ippolito Rosellini, il padre dell’egittologia italiana: fra i numerosi oggetti raccolti lungo il viaggio sono da segnalare il carro della XVIII dinastia, il pilastro e il rilievo con la dea Maat dalla tomba di Sethy I (che è stato scelto come logo del museo), il corredo della nutrice della figlia del faraone Taharqa e il ritratto di donna del Fayum. Nel 1855 fu istituito formalmente il Museo Egizio di Firenze e nel 1880 l’egittologo piemontese Ernesto Schiaparelli fu incaricato dell’allestimento delle antichità egiziane nell’attuale sede, insieme al Museo Archeologico: le vetrine e le sale furono decorate in stile egizio, immaginate come rovine di antichi templi sotto un cielo stellato. Con Schiaparelli le collezioni fiorentine ebbero un nuovo notevolissimo incremento, grazie ai suoi scavi e acquisti effettuati in Egitto prima di diventare direttore del Museo Egizio di Torino. L’ultimo gruppo di raccolte pervenute al museo consiste in donazioni di privati e di istituzioni scientifiche; in particolare sono da ricordare i reperti donati dall’Istituto Papirologico Fiorentino, provenienti dagli scavi effettuati in Egitto tra il 1934 e il 1939, fra i quali è la ricchissima collezione di stoffe di epoca copta. Maria Cristina Guidotti Direttrice del Museo Egizio
Museo e Istituto Fiorentino di Preistoria “Paolo Graziosi”
La villa, in località Castello, fu donata allo Stato italiano Il museo fu costituito nel 1946 dall’allora sindaco Gaetano Pieraccini nel 1968. Già deposito di e da Paolo Graziosi, antropologo e paletnologo, per creare un centro di pezzi archeologici della raccolta, classificazione e conservazione delle collezioni preistoriche di Soprintendenza Archeologica varia provenienza esistenti a Firenze. Ospitato nello storico Convento delle della Toscana, è stata Oblate, è aperto al pubblico dal 1975; nel 1998 è stato completamente completamente restaurata e ristrutturato e arricchito nell’apparato fotografico e didascalico. Il museo oggi il nuovo allestimento vanta una biblioteca composta da circa 3.000 volumi. espone nelle sale affrescate via Sant’Egidio, 21 un importante nucleo di aperto: lunedì 14-17, martedì e giovedì 9,30-16,30, mercoledì, venerdì e sabato 9,30-12,30 chiuso: domenica, Capodanno, Pasqua e lunedì di Pasqua, 1 maggio, settimana di Ferragosto, 24-25 sculture antiche, tra cui www.museofiorentinopreistoria.it l’Arianna dormiente e l’Apollo saettante recentemente restaurato. mostra L’Antiquarium illustra inoltre Prima di Firenze – Uomo e ambiente i risultati di studi e ricerche nella preistoria dell’area fiorentina su reperti di provenienza fino al 2013 locale datati dall’Età del La mostra, all’interno del percorso didattico del museo, intende far conoscere la Ferro alla romanizzazione. più antica storia del territorio fiorentino prima degli Etruschi, dai bivacchi mesovia della Petraia, 38 aperto: fino al 14 novembre dal giovedì alla domenica 10-13 e 15-19 Visite guidate gratuite il sabato alle 16 e la domenica alle 10 Dopo il 14 novembre visitabile su richiesta
www.polomuseale.firenze.it/musei/ villacorsini
litici agli insediamenti dell’Età del Bronzo. L’arco cronologico, compreso tra l’8000 e il 1000 a.C., viene presentato attraverso l’esposizione delle produzioni artigianali dei gruppi umani succedutisi nel territorio fiorentino. Ai reperti archeologici – vasellame, strumenti in pietra, osso e metallo – si affiancano ricostruzioni di impianti abitativi e di strutture funerarie, calchi delle paleosuperfici di abitato e delle prime fornaci per ceramica.
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palazzo strozzi www.palazzostrozzi.org
piazza Strozzi aperto: tutti i giorni 9-20, giovedì 9-23
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in particolare
Palazzo Strozzi, lavori in corso
Circa cinque anni fa alcuni fra i più lungimiranti cittadini di Firenze, fra questi l’attuale sindaco Matteo Renzi allora presidente della Provincia, Iacopo Mazzei, Leonardo Ferragamo e Luca Mantellassi, si convinsero che la strategia culturale ‘acchiappaturisti’ adottata fin dai primi anni ottanta aveva devastato la città, rendendola praticamente inabitabile dai suoi stessi cittadini. Quello che era stato il marchio di qualità di Firenze era andato svalutandosi a causa del turismo di massa e la città era stata ‘declassata’ a tappa di passaggio sulla tratta RomaVenezia, mortificata dalla massa di turisti che, scaricati dai bus, si fermavano a visitare gli Uffizi, comprare un panino e un grembiule stampato con gli attributi del David e ripartivano lasciandosi dietro poco più di una scia di cartacce e briciole. La Fondazione Palazzo Strozzi è nata per rendere Firenze più vivibile per i suoi stessi abitanti, una strategia, questa, che intende volgere le spalle a una decade di turismo ‘mordi e fuggi’, nella speranza che una città amata dai suoi stessi abitanti possa attrarre anche un turismo di qualità. Fondata nel 2006 dal Comune di Firenze, dalla Provincia, dalla Camera di Commercio e da un’Associazione di Partners privati, la Fondazione Palazzo Strozzi è innovativa su tre diversi piani. A livello di governance, il Board (Consiglio) della Fondazione è autonomo e annovera fra i suoi membri persone provenienti in egual misura dal settore pubblico e da quello privato: una parità che il recente cambio di statuto della Fondazione ha ratificato. A livello di business, il “modello Palazzo Strozzi” è un’eccezione per la sua combinazione di proventi finanziari pubblici e privati oltre che per il suo reddito d’impresa. Infine, a livello culturale, la strategia fin qui adottata ne fa un esperimento di “cultura sostenibile”, dove il turismo è misurato in termini di fruitori e non esclusivamente di visitatori paganti. La doppia missione della Fondazione è di portare a Firenze grandi eventi culturali e di restituire il palazzo a chi ama questa città, anche incoraggiando il turista di passaggio a restare più a lungo o a farvi ritorno. Il primo atto di Palazzo Strozzi fu simbolico: aprirne le gigantesche porte. Da allora – settembre 2006 – il palazzo è stato aperto tutti i giorni dalle 9 alle 20, i giovedì fino alle 23. Nel 2007 abbiamo installato una nuova segnaletica, messo delle panchine e delle piante, abbiamo aperto il Centro di Cultura Contemporanea Strozzina (CCCS), una mostra permanente su Palazzo Strozzi e un caffè. Nel 2008 abbiamo inaugurato Agora/Z, un bookshop con un’ampia, ma attenta, selezione di libri e oggettistica, dotato di annessa saletta espositiva. Uno dei primi slogan di Palazzo Strozzi è stato “non solo mostre”: infatti molto ci siamo adoperati perché le nostre esposizioni offrissero al residente anche un’esperienza interattiva di alta qualità, in controtendenza con la strategia ‘acchiappaturisti’ della mostra ‘evento’, che per attrarre visitatori commercializza opportunisticamente nomi iperreclamizzanti come Michelangelo, Monet, Warhol, ecc. Qualità più che quantità è il nostro obiettivo. La Fondazione Palazzo Strozzi è nata come espressione della città (inclusa la provincia circostante), è una parte importante della sua identità e tale vuole rimanere. La cultura, come l’istruzione, non è ‘l’affare di un giorno’, ma qualcosa che prospera con il tempo e, al pari di un giardino, Palazzo Strozzi ha avuto bisogno di tempo perché i suoi semi germogliassero e spuntassero i primi fiori. Dopo tre anni, i risultati sono incoraggianti. Il palazzo è frequentato sempre di più (1.200.000 persone nel 2009 dalle 500.000 del 2007), benché il numero dei visitatori delle mostre rimanga all’incirca lo stesso, mentre aumenta con costanza il visitatore affezionato. I programmi per le famiglie e i bambini si sono conquistati buona fama anche all’estero, come pure l’innovativo programma di arte contemporanea della Strozzina. Agli albori del secondo triennio di palazzo Strozzi, molto resta da fare, i lavori sono in corso. Quali sfide ci attendono nei prossimi anni? Certo è che ci dovremo confrontare con la crisi economica e con i tagli che ne conseguiranno oltre che con il calo del turismo, ma se palazzo Strozzi dovrà continuare ad essere un valore per la città e per i suoi residenti la sua crescita non potrà prescindere dal supporto costante sia pubblico che privato. A contrastare le meste previsioni economiche generali resta il nostro programma triennale di mostre che è sostanzioso, vario ed esaltante e include la mostra dell’autunno su Bronzino e Ritratti del potere. Volti e meccanismi dell’autorità, oltre a Picasso, Miró, Dalí. Giovani e arrabbiati: le origini dell’arte moderna, Il denaro e la bellezza. I banchieri, Botticelli e il rogo delle vanità nel 2011, e alla seconda edizione di Emerging Talents Award. Inoltre, nel 2012, Firenze celebrerà il quinto centenario della morte di Amerigo Vespucci con un anno di eventi dedicati ai legami fra la città e l’America, che includeranno la mostra Americani a Firenze: Sargent e gli impressionisti del Nuovo Mondo e un ricco programma di arte contemporanea incentrata sul continente americano. Per quanto riguarda nuovi modi di attrarre il pubblico, Palazzo Strozzi può essere considerato il laboratorio della città e nei prossimi tre anni sperimenteremo l’impatto che l’esperienza di Palazzo Strozzi può avere oltre le proprie mura. Non aspetteremo, infatti, che il pubblico venga da noi, ma troveremo modi di andare noi dalle persone. Oltre a Open Studios, iniziativa sviluppata per la Regione Toscana che ha riscosso un grande successo e che proseguirà per i prossimi due anni, stiamo esplorando nuovi modi per raggiungere le famiglie e i bambini, orientandoci verso le scuole, i parchi, gli ospedali con iniziative culturali mirate e con un occhio di particolare riguardo per i meno fortunati. Inoltre, nel tentativo di creare un programma culturale comune per piazza Strozzi, abbiamo in mente, in collaborazione con i nostri ‘vicini di casa’, iniziative quali film, eventi, performances e installazioni di arte contemporanea. Eccoci quindi partiti verso il prossimo triennio, e se nei primi tre anni la Fondazione Palazzo Strozzi ha costruito se stessa con un programma di mostre concepite, prodotte e curate a Firenze diventando un dinamico centro culturale anche attraverso le proprie attività parallele, nei prossimi anni la Fondazione consoliderà la propria funzione di laboratorio culturale cittadino, innovando e contribuendo a fare di Firenze una città vitale e contemporanea per i propri cittadini e un luogo dove voler ritornare per i suoi visitatori. James M. Bradburne Direttore Generale della Fondazione Palazzo Strozzi
I pentimenti di Bronzino: 3 dipinti restaurati L’Opificio delle Pietre Dure di Firenze ha restaurato i tre capolavori del Bronzino esposti in mostra: • Venere, Amore e Gelosia (o Invidia), 1550 circa, olio su tavola, cm 192x142 Budapest, Szépm˝uvészeti Múzeum La riflettografia ha mostrato un’evidente variante iconografica: all’altezza della schiena del bambino in primo piano è apparsa non la maschera, ma il volto disegnato di un satiro che guarda dal basso Venere con espressione ammiccante. Durante l’esecuzione dell’opera Bronzino reputò forse eccessiva la presenza della figura disegnata e la sostituì simbolicamente con la maschera. • Cristo crocifisso, 1540 circa, olio su tavola, cm 145x115 Nizza, Musée des Beaux-Arts Descritto da Vasari e creduto perduto, è stato identificato e aggiunto al corpus pittorico dell’artista. Le analisi hanno rivelato un disegno preparatorio in cui la testa e il corpo di Cristo sono in una posizione diversa con un effetto drammatico poi reso più dolce e sereno dal Bronzino. • Doppio ritratto del nano Morgante, ante 1553, olio su tela, cm 150x98 Firenze, Galleria degli Uffizi Raffigurato su entrambi i lati, nell’Ottocento il nano, considerato osceno, fu trasformato in un Bacco con le nudità coperte; il restauro ha eliminato le aggiunte ottocentesche restituendo al dipinto l’aspetto originale.
anticipazione Picasso, Miró, Dalí. Giovani e arrabbiati: Le origini dell’arte moderna una mostra a cura di Christoph Vitali 12 marzo-17 luglio 2011 Dedicata alla produzione giovanile di Picasso, Miró e Dalí – artisti che hanno avuto un ruolo decisivo per gli esordi dell’arte moderna – la mostra si concentra sul periodo precubista di Picasso, mentre capolavori scelti di Miró e di Dalí, raramente presenti in cataloghi e mostre, mostrano come entrambi dipingessero nel periodo precedente al Surrealismo.
Agnolo di Cosimo, detto il Bronzino (15031572), incarna la pienezza della ‘maniera moderna’ negli anni del governo di Cosimo I de’ Medici. A Firenze è conservata la maggior parte dei suoi dipinti, ma questa esposizione, la prima dedicata interamente alla sua opera pittorica, si avvale anche di prestiti dai più importanti musei del mondo e presenta opere finora mai esibite al pubblico. La mostra permette di ammirare una scelta di altissimo livello con opere autografe del Bronzino e di autori a lui legati – come il Pontormo e Alessandro Allori – nonché di artisti che rielaborarono il suo stile, consentendo per la prima volta un confronto diretto tra opere mai esposte tutte insieme. Particolarmente significativi sono stati i restauri realizzati in occasione della mostra che hanno permesso sorprendenti scoperte sulla genesi di tre opere del Bronzino e sui suoi ‘pentimenti’.
• 4 anni di lavoro L’ideazione e la progettazione della mostra hanno visto curatori e comitato scientifico impegnati in un lungo e costante lavoro che mette a disposizione dei visitatori le ultime novità critiche e filologiche sull’opera del Bronzino
Bronzino Pittore e poeta
palazzo strozzi
focus / una grande mostra
alla corte dei Medici
a cura di Carlo Falciani e Antonio Natali Ideazione della mostra: Cristina Acidini, Carlo Falciani e Antonio Natali 24 settembre 2010-23 gennaio 2011
• oltre 60 opere del Bronzino Dipinti di Bronzino mai esposti o mai visti contemporaneamente, presentati insieme alle opere di Pontormo, Benvenuto Cellini, Niccolò Tribolo, Baccio Bandinelli, Pierino da Vinci, Alessandro Allori • opere dall’estero Accanto ai dipinti conservati agli Uffizi, la mostra presenta opere quali l’Adorazione dei pastori del Szépm˝uvészeti Múzeum di Budapest, il Ritratto di giovane con libro del Metropolitan Museum of Arts di New York, la Sacra Famiglia con san Giovannino nelle versioni del Louvre di Parigi e del Kunsthistorisches Museum di Vienna • 3 opere mai viste Sono presentati per la prima volta al pubblico il recuperato Crocifisso Panciatichi, il San Cosma – il laterale destro che accompagnava in origine la Pala di Besançon – e il Cristo portacroce.
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FONDAZIONE PITTI IMMAGINE DISCOVERY
FONDAZIONE STUDIO MARANGONI La Fondazione Studio Marangoni è un centro dedicato alla fotografia contemporanea nato nel 1989. La FSM organizza eventi culturali, cicli di conferenze e mostre in collaborazione con istituzioni pubbliche e private. Il centro offre un ampio programma di corsi di fotografia a tutti i livelli, dai corsi base al corso triennale, corsi di fotografia digitale e Adobe Photoshop®, corsi specialistici di reportage e stampa digitale fine art bianco e nero, workshop con fotografi di fama internazionale.
promuove eventi in cui arte e moda si fondono, realizzando creazioni di alta qualità e fenomeni artistici innovativi. A cura di Pitti Immagine, un calendario di eventi internazionali alla Stazione Leopolda. via Faenza, 111
www.pittimmagine.com Stazione Leopolda viale Fratelli Rosselli, 5
www.stazioneleopolda.com
Fragranze N. 8 10-12 settembre 2010 salone-evento dedicato alle migliori proposte del mondo della profumeria artistica e selettiva e all’evoluzione della cultura olfattiva.
via S. Zanobi, 32r e 19r
www.studiomarangoni.it
incontemporaneo
a cura di Alberto Salvadori e Gabriele Ametrano
Le fotografie in queste pagine sono opera degli studenti del II anno del Corso Triennale di Fotografia: Giacomo Belluomini, Matteo Cesari, Beatrice El Asmar, Tommaso Fontanella,Valentina Maggetti, Mattia Polisena
Switch, Higher Ground Connecta. Campo basket Cascine, 11 giugno 2010. (foto Matteo Cesari)
mostre settembre 2010 mostra finale degli studenti del III anno del Corso Triennale di Fotografia.
ottobre 2010 mostra in collaborazione con l’Istituto Francese e il Festival della Creatività novembre 2010 mostra di fotografie di Elina Brotherus gennaio 2011 mostra per i 20 anni della FSM
Taste 12-14 marzo 2011 sesta edizione della rassegna dedicata alle degustazioni, ai dibattiti e alle presentazioni sul tema del gusto e delle eccellenze dell’enogastronomia italiana di nicchia. Agli eventi di Taste si affianca FuoriDiTaste, rassegna di appuntamenti che diffondono il gusto in città.
marzo-dicembre 2011 mostre del ciclo “Grand Tour/Global Tour”.
focus / CENTRO DI CULTURA CONTEMPORANEA STROZZINA (CCCS) Nato nel 2007 come parte della Fondazione Palazzo Strozzi, ospita progetti espositivi di arte contemporanea che, attraverso incontri, conversazioni, conferenze, workshop e videoproiezioni, approfondiscono tematiche e linguaggi interdisciplinari. L’attività della Strozzina si distingue per una programmazione espressamente incentrata sulla ricerca artistica degli ultimi anni, privilegiando linguaggi multimediali e forme d’arte relazionale e interattiva con il pubblico. piazza Strozzi
www.strozzina.org
Ritratti del potere. Volti e meccanismi dell’autorità
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CCCS, Progetto open artists studio. 10 giugno 2010. (foto Valentina Maggetti)
Premio Talenti emergenti
a cura di Peter Funnell, Walter Guadagnini, Roberta Valtorta e Franziska Nori
promosso dalla Fondazione Palazzo Strozzi e organizzato dal CCCS
1 ottobre 2010-23 gennaio 2011
18 febbraio-1 maggio 2011
Lavori che ritraggono lo stretto rapporto che intercorre tra immagine e potere, sviluppando un’analisi sul ritratto e la rappresentazione del potere politico, economico e sociale nel mondo contemporaneo.
Esposizione delle opere più meritevoli del premio per giovani artisti italiani, giunto alla sua seconda edizione.
è sede di percorsi di formazione artistica indipendenti dai percorsi ufficiali. Quattro giovani artisti tedeschi vengono ospitati nella struttura per produrre opere che, al termine della residenza, verranno esposte in una mostra. Oltre all’attività formativa, Villa Romana propone incontri, approfondimenti e mostre dedicate all’arte e ai linguaggi della contemporaneità.
Significative creazioni artistiche della scena italiana e internazionale trovano la loro collocazione negli spazi di Base, luogo d’incontro e confronto per chi ama l’arte contemporanea creato dall’impegno di alcuni artisti fiorentini nel 1998. Base è un’associazione culturale e promuove attività di approfondimento e collaborazione con altre strutture in ogni periodo dell’anno.
via Senese, 68
via San Niccolò, 18r
www.villaromana.org
www.baseitaly.org
Music@VillaRomana fino a novembre 2010 La rassegna propone una serie di incontri con la musica sperimentale. Il calendario propone What’s New (4 ottobre), dedicato alla produzione cameristica dei giovani compositori, e Music For Strings, che vede protagonista il quartetto d’archi Prometeo con brani del compositore Salvatore Sciarrino, presente all’appuntamento.
ACCADEMIA DI BELLE ARTI DI FIRENZE
primi mesi del 2011 ospiti il tedesco Christian Jankowsky e Patrick Tuttofuoco
prestigiosa istituzione fondata nel 1784, oggi impegnata a formare il potenziale creativo dei giovani allievi con corsi di livello universitario che Start Point/ incoraggiano la ricerca di espressioni Accademia in mostra artistiche e forme d’arte contemporanee, seconda edizione del grande evento nel solco della grande tradizione espositivo che coinvolge la città con il artistica fiorentina. ricco programma di Traiettorie/Città Delle via Ricasoli, 66
www.accademia.firenze.it
CANTIERI GOLDONETTA
Arti, Immagine e musica nel Barocco e nel Contemporaneo, in collaborazione con l'Istituto Superiore per le Industrie Artistiche e il Conservatorio Luigi Cherubini; nell’occasione viene conferito il premio speciale di Scultura Campolonghi, riservato a studenti e diplomati degli ultimi 5 anni.
Festival Oltrarno Atelier dal 21 ottobre fino a novembre 2010
La contemporaneità dei linguaggi Raccoglie e mostra un vocabolario di pratiche del corpo ha sede nei Cantieri e di eventi sui linguaggi contemporanei, individuando nell’ampio territorio dell’Oltrarno Goldonetta (Cango), nel quartiere dell’Oltrarno. Spazio diretto da Virgilio fiorentino la città ideale per svolgere una riflessione approfondita sulla natura dei luoghi e la poeticità Sieni, propone spettacoli e residenze del territorio. Oltre Cango, la rassegna coinvolge delle compagnie di danza spazi della zona (Palazzo Pitti, il Museo riconosciute a livello Zoologico La Specola, la chiesa di Santo internazionale. Spirito, la chiesa di San Carlo dei via Santa Maria, 23-25
www.cango.fi.it
mostre dal 28 settembre 2010 personale dell’artista argentino Thomas Saraceno novembre 2010 personale dell’artista coreano Koo-Jeong A
Barnabiti e alcune botteghe artigiane) con spettacoli e laboratori.
incontemporaneo
BASE
VILLA ROMANA
Switch, Higher Ground Connecta. Campo basket Cascine, 11 giugno 2010. (foto Matteo Cesari)
SWITCH
Creative Social Network SWITCH vuole approfondire il rapporto tra pubblico e creatività urbana. Con un calendario work in progress propone appuntamenti con musicisti, dj, urban writers e creativi digitali creando un tessuto artistico cittadino in sedi che difficilmente accolgono l’arte e la musica. via Scipio Slataper, 2
www.switchproject.net
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incontemporaneo
CENTRO PER L’ARTE CONTEMPORANEA LUIGI PECCI Oltre alla collezione permanente di opere, il programma del Centro allestisce periodicamente mostre temporanee, workshop ed eventi. aperto: 10-19 chiuso: martedì, Capodanno (10-15), Natale e 31 dicembre viale della Repubblica, 277 Prato
www.centropecci.it
piazza del Carmine, 19
Thom Puckey, Jan van der Ploeg: The Prato Project
fino al 9 gennaio 2011 L’esposizione combina nuove sculture in marmo di Puckey e i monumentali wall-painting di van der Ploeg: i due artisti hanno operato insieme per colmare il divario fisico che caratterizza le loro opere.
Athos Ongaro: Stelle rotanti
a cura di Marco Senaldi 25 settembre 2010-9 gennaio 2011 Il titolo si riferisce al concetto di sistema binario adottato in astronomia per definire due corpi celesti legati dalla forza di gravità: l’artista e la materia che plasma, l’autore e il suo modello visti attraverso le sculture storiche e le pitture inedite di Ongaro.
Michael Lin: The light is bright and the color is generous
www.musicusconcentus.com
Festival NexTech 16-18 settembre 2010 apre il sipario sulla musica elettronica, proponendo appuntamenti con Alva Noto e Glixa Bargeld, il gruppo Lali Puna e una serata con il dj Erol Alkan.
The Piano Hours Series da fine ottobre 2010 per quattro venerdì con la terza edizione i più grandi pianisti internazionali in formazione duo esploreranno la vertiginosa esperienza della composizione contemporanea.
Glory Tellers da fine ottobre 2010 la storica rassegna musicale indie/rock, con esibizioni acustiche e tanti ospiti provenienti da tutto il mondo sul palco della Sala Vanni.
della prima edizione del Premio EX3 Toscana Contemporanea
“Livornese, antipatico e visionario”. Si definisce così Michelangelo Consani, vincitore della prima edizione del Premio EX3 Toscana Contemporanea 2010 con il progetto “Dynamo”. Classe 1971, l’artista toscano comincia il suo percorso nel 2000 collaborando con lo studio dell’architetto Norman Foster ad una creazione illuminotecnica, per poi dedicarsi in maniera costante all’arte esponendo i suoi lavori alla Frankfurtmesse di Francoforte, al 2WK2 di Berlino ed esponendo in alcune città italiane. Come definiresti il tuo gesto artistico? “Un guardare al margine”. Parto sempre da alcuni dettagli per comporre le mie opere, convinto come sono che dalle piccole cose nascano le grandi.
Da dove nasce “Dynamo”? Mi hanno sempre affascinato alcuni personaggi che sono stati dimenticati dalla storia. Per “Dynamo” mi sono affezionato alle vicende del ciclista Marshall Walter Taylor, afroamericano vincitore nel 1899 del titolo mondiale del Miglio su pista. Fu vittima di ingiustizie razziali eppure continuò a tagliare il traguardo con tenacia e volontà, finché la sua morte ne decretò l’oblio. Riflettendo sulla sua storia sono giunto a tematiche più grandi, al rapporto tra ambiente, energia, equità e giustizia sociale.
Nel progetto tre ciclisti attivano una lampada, separata da questi con un muro. Cosa volevi trasmettere al pubblico? La società deve fare i conti con la fine delle risorse energetiche, è un dato di fatto. Ma lo sviluppo non sta migliorando i rapporti umani, li deteriora creando un solco che divide chi deve produrre da chi può usufruire del bene. Un’ingiustizia che viene trasmessa al lettore dell’opera: il pubblico può solo sentire i rumori di chi fatica per accendere la lampadina, godendo di quella luce carica di ingiustizia sociale. La delimitazione architettonica tra ciclisti e spettatori ha anche l’intento di distruggere lo spettacolo, contro ogni atteggiamento vacuo e spettacolare che l’arte di oggi tende a evocare.
Cosa significa essere artisti oggi? Io credo a una creatività applicabile, nel gesto utile dell’artista. Ognuno di noi deve essere capace di dialogare con gli altri artisti e proporre un reale cambiamento alla visione contemporanea della società.
di Gabriele Ametrano
vincitore
a cura di Marco Bazzini e Felix Schöber 16 ottobre 2010-13 febbraio 2011 Dal 1993 Lin usa i tessuti stampati di tradizione giapponese e taiwanese per il suo lavoro con i motivi floreali. In occasione della mostra l’artista produrrà alcune opere con i tessuti pratesi.
intervista a Michelangelo Consani
MUSICUS CONCENTUS La nuova scena musicale a Firenze ha un nome: Musicus Concentus. Ogni anno propone concerti con gruppi e realtà musicali internazionali, in un calendario che guarda con interesse alla musica elettronica, rock e alternativa.
ex3
viale Giannotti, 81/83/85 aperto: da mercoledì a sabato 11-19, domenica 10-18
www.ex3.it
m os t r e
Francesco Carone 7 ottobre-7 novembre 2010 nella Main Room Artista senese tra i più interessanti nel panorama della giovane arte italiana, Carone, attraverso linguaggi che vanno dall’installazione alla scultura e al video, riflette attorno al tema della trasformazione e della circolarità del processo creativo.
Simon Roberts 7 ottobre-7 novembre 2010 nelle Sale Laterali Mostra incentrata su due progetti del fotografo inglese, il primo intitolato We English e il secondo Motherland Homeland, riguardanti rispettivamente il tema dell’identità inglese e russa.
Charles Avery 17 novembre 2010-8 gennaio 2011 La straripante immaginazione e la sorprendente inventiva dell’artista scozzese non sembrano conoscere limiti e si manifestano con la creazione e la descrizione minuziosa di un’infinità di personaggi, divinità, scene e fenomeni che confondono, allo stesso tempo per la loro finzione e per la loro perfetta singolarità.
incontemporaneo
50 giorni di Cinema Internazionale
la rassegna che offre alla città retrospettive, anteprime, festival, incontri, film original sound, documentari e video d’arte con proiezioni ininterrotte, dalla mattina alla sera. Mediateca Toscana Film Commission e la Fondazione Toscana Sistema coordinano, nella sala del Cinema Odeon, un programma che vede protagonisti 7 festival, di genere e ricerca cinematografica.
Cinema Odeon via de’ Sassetti, 1
informazioni: Mediateca Regionale Toscana via San Gallo, 25
www.mediatecatoscana.it
Festival della Creatività 21-24 ottobre 2010 Un contenitore aperto ai progetti e ai linguaggi della contemporaneità, un evento che si articola in convegni, spettacoli e laboratori, capace di coinvolgere singoli e comunità, grandi nomi dell’arte, dell’innovazione, dell’economia e della cultura. La quinta edizione del festival coinvolgerà l’intera città di Firenze con eventi in molti luoghi culturali della città. Il Festival della Creatività è un progetto della Fondazione Toscana Sistema, promosso dalla Regione Toscana.
France Odeon
Schermo dell’arte
21-24 ottobre 2010 il meglio dei film d’autore francesi in anteprima nazionale
22-25 novembre 2010 rassegna dedicata ai film sul tema dell’arte contemporanea
Immagini e suoni dal mondo
Florence Queer Festival
31 ottobre-2 novembre 2010 rassegna di documentari e cinema etnomusicale
26 novembre-2 dicembre 2010 un viaggio nell’universo queer che si snoda tra cinema, teatro, letteratura, fotografia, musica e costume
Cinema e donne
River to river
5-11 novembre 2010 rassegna di film al femminile
3-9 dicembre 2010 rassegna dedicata al cinema indiano e ai film sull’India
Festival dei Popoli 13-20 novembre 2010 documenta e promuove il cinema documentario
Premio Nice Città di Firenze 10 dicembre 2010
www.festivaldellacreatività.it
CAFFÈ CORSINI ED EX3 DI FIRENZE: AFFINITÀ DI ARTE MODERNA. Caffè Corsini abbraccia l’arte moderna di EX3, il Centro per l’Arte Contemporanea di Firenze, diventando main sponsor per l’anno 2010-2011. Un connubio, quello tra Corsini ed EX3, ricco di affinità e con un comune denominatore: la promozione della cultura attraverso progetti ed eventi sviluppati in modo variegato e creativo. Con EX3, Caffè Corsini condivide l’attitudine naturale per il viaggio e la scoperta di gusti sempre straordinari in ogni angolo del mondo e con un punto di partenza ben definito: la Toscana.
foto Francesca Anichini
Dynamo, 30 aprile 2010
musei civici fiorentini
I Musei Civici Fiorentini, costituiti da un’articolata varietà di collezioni, hanno il compito di
conservare e valorizzare il patrimonio d’arte civico favorendo un’ampia fruizione pubblica. Fanno parte di tale patrimonio anche alcune delle più importanti chiese fiorentine, edifici religiosi e numerose raccolte ricevute in dono da collezionisti, artisti e istituzioni cittadine.
Museo di Palazzo Vecchio
Il Palazzo della Signoria, eretto nel 1299 per ospitare il Gonfaloniere e i Priori delle Arti, si trasforma in reggia ducale alla metà del XVI secolo per la corte di Cosimo de’ Medici. Nel percorso di visita: il Cortile di Michelozzo, il Salone dei Cinquecento, i Quartieri di Leone X, degli Elementi e di Eleonora, lo Studiolo di Francesco I e altri ambienti. Opere da non mancare: il Putto del Verrocchio, la Giuditta di Donatello, il Genio della Vittoria di Michelangelo e le pitture di Vasari, Ghirlandaio, Salviati e Bronzino.
www.museicivicifiorentini.it
piazza della Signoria aperto: tutti i giorni 9-24, giovedì e festivi infrasettimanali 9-14 chiuso: Capodanno, Pasqua, 1 maggio, 15 agosto, Natale
av ven i m en t i
Eventi collaterali alla mostra Bronzino. Pittore e Poeta alla corte dei Medici (Palazzo Strozzi, 24 settembre 2010- 23 gennaio 2011) • Ciclo di conferenze, Sala dei Duecento ore 17,30 8 ottobre 2010 James Bradburne, Antonio Natali, Carlo Falciani, Marco Ciatti, Presentazione del libro Bronzino rivelato. Segreti di tre capolavori 3 dicembre 2010 Clarice Innocenti, Il restauro degli arazzi della Sala dei Duegento su cartone del Bronzino per Cosimo de’ Medici 14 gennaio 2011 Daniela Dini, Restaurare il Bronzino: la Cappella di Eleonora e San Lorenzo 21 gennaio 2011 Thierry Radelet, Elena Biondi, Alessandro Bovero, Daniela Russo, La Cappella di Eleonora a 360°: un approccio innovativo per la lettura e la diagnostica non invasiva al termine delle conferenze ingresso gratuito al Museo di Palazzo Vecchio
• Visite guidate ai luoghi del Bronzino e dei suoi allievi 29 settembre, 27 ottobre, 24 novembre, 19 gennaio ore 17,30 prenotazione obbligatoria 055 2469600 • Esplorazione delle pitture del Bronzino attraverso un multimediale interattivo. Cappella di Eleonora di Toledo • Esposizione di alcuni arazzi della serie Storie di Giuseppe Ebreo realizzati su cartone del Bronzino per la Sala dei Duecento Sala dei Gigli, 24 settembre 2010-23 gennaio 2011
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FLORENS 2010 Forum Internazionale dei Beni Culturali e Ambientali Museo di Palazzo Vecchio, 18-20 novembre 2010 Una serie di sessioni dedicate all’analisi degli scenari e delle principali sfide per il patrimonio culturale e ambientale con la partecipazione dei più importanti operatori internazionali del settore. www.florens2010.com
Gli scavi del Teatro Romano in Palazzo Vecchio I Musei Civici Fiorentini ampliano la loro offerta museale Lo scavo archeologico nei sotterranei di Palazzo Vecchio, concluso nel 2010, ha riportato alla luce i resti dell’antico Teatro Romano (I-II secolo d.C.), capace di ospitare 8.000-10.000 spettatori. Sono riemersi il margine interno della piattaforma dell’orchestra e alcuni tratti delle burelle (i corridoi radiali in muratura sui quali era impostata la cavea a semicerchio), compreso il vomitorium, cioè il corridoio centrale per l’accesso al teatro. Il ritrovamento di un gruppo di anfore per le derrate alimentari, rotte e riutilizzate per il drenaggio delle acque, ha consentito di datare la costruzione delle burelle all’età imperiale, anche se il nucleo originario, poi ingrandito, risalirebbe all’epoca della fondazione della colonia romana (fine del I secolo a.C.). Sui resti romani si sovrappongono, per successive stratificazioni, strutture di epoca medievale (XII-XIV secolo) come pozzi, fondamenta di abitazioni e altri edifici. Tra questi è stato individuato un fronte stradale con portali medievali e relativo selciato, inglobato nel XVI secolo nell’ampliamento di Palazzo Vecchio. Silvia Colucci Visitabile su prenotazione. Parzialmente accessibile ai disabili motori (accompagnati) e per motivi di sicurezza non accessibile ai minori di 8 anni. Prenotazioni: 055 2768224/2768558
www.palazzovecchio-museoragazzi.it
Museo di Santa Maria Novella
Il percorso museale nel convento di Santa Maria Novella comprende i chiostri decorati tra il XIV e il XV secolo − tra i quali il Chiostro Verde con importanti pitture di Paolo Uccello −, il Cappellone degli Spagnoli decorato da affreschi di Andrea di Bonaiuto, la Cappella degli Ubriachi e l’antico Refettorio con interventi tardocinquecenteschi di Alessandro Allori. piazza Santa Maria Novella aperto: da lunedì a giovedì e sabato 9-17; giofestivi infrasettimanali 9-14 chiuso: venerdì e domenica, Capodanno, Pasqua, 1 maggio, 15 agosto, Natale
Galleria Rinaldo Carnielo Casa-studio di Rinaldo Carnielo, dove sono conservate le oltre 300 sculture dell’artista e dipinti realizzati da pittori a lui contemporanei. temporaneamente non aperto al pubblico
Collezioni del Novecento Includono la raccolta Alberto Della Ragione e le Donazioni Fei-Rosai e Palazzeschi. temporaneamente non aperto al pubblico
Stefano Bardini
Stefano Bardini (1854-1922) creò un museo nel palazzo acquistato nel 1881 per svolgere la sua attività antiquariale. Passato al Comune di Firenze nel 1922, il museo presenta oggi un allestimento che recupera il progetto originale dell’antiquario. Tra gli oltre duemila dipinti, sculture e oggetti di arti applicate, da non mancare la Carità di Tino da Camaino, la Madonna dei Cordai di Donatello, il San Michele Arcangelo di Antonio del Pollaiolo, l’Atlante del Guercino e il famoso Porcellino in bronzo di Pietro Tacca. Interessanti le raccolte di medaglie, bronzetti e tappeti orientali, i cassoni quattrocenteschi e la preziosa armeria. via dei Renai, 37 aperto: sabato, domenica, lunedì 11-17; gli altri giorni, gruppi su prenotazione chiuso: Capodanno, Pasqua, 1 maggio, 15 agosto, Natale
www.museicivicifiorentini.it/bardini
Museo “Firenze com’era”
La collezione di dipinti, stampe, plastici e reperti archeologici offre una documentazione unica sullo sviluppo urbanistico di Firenze dal Rinascimento alla fine dell’Ottocento. via dell’Oriuolo, 24 Per informazioni sull’accesso:
www.museicivicifiorentini.it
Fondazione Salvatore Romano
Nell’antico Cenacolo di Santo Spirito si conservano sculture e frammenti di decorazioni architettoniche e pitture murali, in larga parte medievali, donate a Firenze nel 1946 dall’antiquario Salvatore Romano. piazza Santo Spirito, 29 aperto: sabato, da aprile a ottobre 9-17, da novembre a marzo 10,30-13,30 chiuso: Capodanno, Pasqua, 1 maggio, 15 agosto, Natale
m os t r a all’estero: Gran Bretagna
From Morandi to Guttuso Masterpieces from the Alberto Della Ragione Collection Londra, Estorick Collection 12 gennaio-3 aprile 2011 Una selezione significativa di circa 40 opere presenterà questa straordinaria raccolta delle Collezioni del Novecento, conservata al Forte di Belvedere, ma da tempo non visibile. Si tratta di dipinti e sculture di rinomati maestri come Carlo Carrà, Giorgio Morandi, Filippo De Pisis, Renato Guttuso, Marino Marini, Enrico Prampolini ed Emilio Vedova.
Questo Leone, protettore della città e simbolo per secoli della sua fierezza e indipendenza, può oggi essere restituito ai Fiorentini in tutto il suo splendore. Il restauro della scultura, durato oltre un anno, è stato sponsorizzato dai Lions fiorentini.
musei civici fiorentini
focus / Museo
Leoni si nasce… animali storici al Museo Stefano Bardini
È sufficiente passeggiare per il centro storico di Firenze per capire quanto speciale e profondo sia il legame tra la città e il leone. Rappresentazioni di questo animale si trovano raffigurate in sculture, dipinti, simboli araldici e bassorilievi che decorano le facciate di numerosi palazzi storici del centro. Furono molte le città che nel Medioevo assunsero il leone a proprio simbolo, per la carica di valori positivi come la regalità, la forza e la fierezza che venivano tradizionalmente associati a questo animale. Ma la sua presenza a Firenze è ancor più radicata e la si può rintracciare come una costante nella vita della città dalla sua fondazione, duemila anni fa, attraverso i secoli e nonostante i mutamenti storici e politici, dall’età comunale alla dominazione medicea e fino ai nostri giorni. Sembra che sotto il segno del leone sia avvenuta la fondazione stessa della città: questo animale sarebbe stato raffigurato nelle insegne della legione che dedussero la colonia di Fiorenza nel I secolo a.C. Anche nella versione mitica della fondazione riportata dal Gelli (1544) è presente un leone, pur se indirettamente: il fondatore della città andrebbe identificato con un Ercole Libio e proprio la pelle di leone è l’elemento caratterizzante dell’iconografia di questo eroe. Ma è il legame con Marte, seppur improprio e frutto di un equivoco, che farà del leone il talismano e il simbolo della città. Il dio della guerra era oggetto di una venerazione particolare nella Firenze di età romana e titolare di un tempio appena fuori città. Gli antichi cronisti fiorentini e lo stesso Dante (Inferno, XIII, vv. 143-151) riportano la notizia dell’esistenza di un antico e mutilo simulacro di questa divinità collocato ai piedi del Ponte Vecchio, al quale venivano attribuiti poteri magici e una funzione protettiva nei confronti della città. Dallo stesso nome di Marte derivò la parola con cui i Fiorentini dovevano essere soliti chiamare questo simulacro, martocus, che volgarizzato in “Marzocco” diventa il nome del leone simbolo di Firenze. Nel periodo comunale il leone divenne il simbolo dell’ordinamento del “primo popolo” creato nel 1250, primeggiando nelle iconografie delle venti compagnie istituite in questa occasione e ornando la torre in Por Santa Maria, ai cui rintocchi proprio i cittadini inquadrati nelle compagnie dovevano armarsi. La sua figura campeggiava sul monumento forse più rappresentativo della libertà fiorentina: in Palazzo Vecchio, sopra la porta d’ingresso, sull’asta della torre, ai quattro angoli del palazzo e nella ringhiera (ora non più esistente) realizzata sulla facciata nel 1323 per alloggiare la Signoria durante le funzioni pubbliche. Ed ecco che ci avviciniamo al nostro leone. A decorazione del frontone soprastante la porta principale di Palazzo Vecchio fu collocata nel 1349 la scultura, insieme ad un altro leone gemello che le faceva da pendant. Questo avvenimento fu conseguenza dell’alluvione del 1333, che aveva fatto perdere, con la distruzione del Ponte Vecchio, quel simulacro di Marte, da secoli protettore della città. I nuovi leoni potevano così ereditare la funzione dell’antica scultura del dio della guerra. Alcune guide sette-ottocentesche attribuiscono i due leoni, che in origine erano dorati, allo scultore Giovanni dei Nobili, di cui non abbiamo notizie. A causa del cattivo stato di conservazione, il nostro leone (quello di destra), forse realizzato nel 1527 durante i restauri del frontone, venne sostituito con una copia commissionata allo scultore Angiolo Marucelli (ma poi eseguita dal figlio) nel 1884. Nel 1923, all’interno di un più ampio programma di restauro del frontone sopra la porta principale di Palazzo Vecchio, anche il secondo leone, ormai degradato, venne sostituito. Di questo esemplare si sono perse le tracce, mentre il leone di destra, sostituito dalla copia del Marucelli, venne trasportato al Museo del Bargello il 31 marzo 1885, in deposito perpetuo del Comune di Firenze, come testimonia l’inventario delle sculture. Lo stesso catalogo ne attesta poi il trasferimento, il 16 febbraio 1915, al Museo di San Marco. La scultura restaurata è ora esposta in maniera permanente nei locali del Museo Stefano Bardini, dedicati alle opere di proprietà comunale. Antonella Nesi Curatrice del Museo Bardini
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museo nazionale alinari della fotografia
l MNAF, gestito dalla Fratelli Alinari Fondazione per la Storia della Fotografia, si articola in uno spazio espositivo per le mostre temporanee sul tema della fotografia storica e contemporanea e in uno spazio museale permanente, dedicato alla storia e alla tecnica della fotografia. È stato inoltre creato il Museo Tattile, un percorso di visita studiato per il pubblico non vedente che propone, per la prima volta in uno spazio museale dedicato alla fotografia, modalità di lettura con appositi supporti Braille.
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piazza Santa Maria Novella, 14a rosso aperto: lunedì e giovedì 15-19, martedì 10-15, da venerdì a domenica 10-19 chiuso: mercoledì
Le origini della fotografia (1839-1860) Le prime immagini su lastra d’argento realizzate dopo l’annuncio dell’invenzione di Daguerre (7 gennaio 1839), le prime stampe fotografiche tratte dai negativi di carta, i calotipi, attraverso una selezione di opere suddivise per generi. L’età d’oro della fotografia (1860-1920) Parallelamente agli sviluppi sul piano tecnico, dalla seconda metà del XIX secolo si consolidano i generi già delineati alle origini della fotografia, come la ritrattistica e la riproduzione di opere d’arte, rispondente alla vasta richiesta di immagini souvenir da parte dei viaggiatori del Grand Tour.
www.mnaf.it
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Percorso espositivo permanente:
L’avvento delle avanguardie (1920-2000) La fotografia diviene nel XX secolo sempre più linguaggio autonomo, autoreferenziale, una delle forme espressive dell’arte contemporanea. Una selezione di opere dei protagonisti del Novecento che hanno arricchito la nostra cultura visiva con delle vere e proprie icone del nostro tempo. Immagini in trasparenza La storia dei negativi fotografici raccontata attraverso una ricca serie di originali da osservare in trasparenza: dai negativi di carta alle lastre di vetro con le diverse tecniche di sensibilizzazione, dai primi tentativi per conquistare il colore con gli autochrome e le diapositive di vetro colorate a mano alle pellicole della seconda metà del Novecento. La fotografia custodita: gli album fotografici Una importante e rara raccolta di album creati per “custodire” la fotografia che sottolinea la preziosità e il prestigio che essa andava acquisendo. Una grande varietà sia nelle dimensioni, materiali e lavorazioni delle coperte, sia nelle pagine interne che rivelano ogni sorta di fotografie e decorazioni.
m os t r a L’elogio del negativo. Le origini della fotografia su carta in Italia 1846-1862 Ville de Paris, Atelier de Restauration et Conservation des Photographies de la Ville de Paris, Fratelli Alinari. Fondazione per la Storia della Fotografia 9 settembre-24 ottobre 2010 La mostra è il primo studio scientifico della produzione calotipica svolta in Italia da autori italiani e stranieri. Fu William Henry Fox Talbot a rendere noto il primo procedimento negativo-positivo che permise di ottenere diverse immagini positive da un unico negativo, realizzato su carta. L’esposizione, articolata intorno ai quattro principali generi – la fotografia d’architettura, di paesaggio, di opere d’arte e gli “studi pittorici” –, offre un panorama dei lavori realizzati da grandi autori come gli italiani Giacomo Caneva, Domenico Bresolin, Stefano Lecchi, Vero Veraci, gli inglesi John Brampton Philpot, George Wilson Bridges, Calvert Jones e James Graham, i francesi Eugène Piot, Frédéric Flachéron, Alfred-Nicolas Normand, Edouard Delessert, Gustave de Beaucourp e molti altri ancora.
Passo dopo passo: apparecchi fotografici dal 1839 al Duemila Un inedito percorso attraverso ‘gli strumenti della fotografia’, dalle prime rudimentali camere oscure fino alle più sofisticate macchine diffuse dopo la rivoluzione della Kodak e il massiccio dilagare della fotografia digitale. Otto capitoli tematici e nove monografici che compongono la storia evolutiva della tecnica fotografica. Intorno alla fotografia Una raccolta di carte intestate, documenti, cartoline, pubblicità e quant’altro possa raccontare come i fotografi comunicavano e commercializzavano le loro attività e i loro prodotti: la fotografia in contesti insoliti − ceramiche, vetri, stoffe, gioielli, mobili, oggetti di vario uso −, le medaglie e gli attestati di riconoscimento, gli accessori e i prodotti commerciali legati alla storia dei negozi dei fotografi, il rapporto tra l’immagine e il contesto in cui essa viene proposta allo sguardo attraverso la cornice.
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piazza San Pancrazio aperto: lunedì e da mercoledì a sabato 10-17 chiuso: martedì, domenica, festivi e agosto
www.museomarinomarini.it
m os t r e Lucia Baldini dal 17 settembre 2010 mostra fotografica di Lucia Baldini dal set dell’ultimo film di Carlo Mazzacurati, “La passione”, in collaborazione con la FST - Mediateca Toscana Film Commission
Nadar 13 ottobre-8 novembre 2010 nell’ambito del Festival della Creatività
Personale di Luca Rento febbraio 2011
Rewind
evento
8-15 ottobre 2010 terza edizione del festival di musica contemporanea realizzato da Tempo Reale 12-20 novembre 2010 Laboratorio permanente internazionale dei Beni Culturali e Ambientali in collaborazione con Florens 2010 foto Francesca Anichini
museo marino marini
l Museo Marino Marini è uno spazio espositivo dedito all’arte contemporanea. Da 22 anni accoglie la collezione monografica dell’artista Marino Marini, mostre dedicate al contemporaneo e attività di approfondimento e formazione; collabora inoltre per gli eventi organizzati dalla Fondazione Pitti Immagine Discovery.
l’argento in fabbrica un secolo di disegni, forme, prototipi e lavorazioni
La visita della fabbrica Pampaloni mostra l’originale processo di ideazione e lavorazione delle proprie collezioni storiche e contemporanee fabbrica via del Gelsomino, 99 Firenze (visitabile su appuntamento)
tel. 055 289094
negozio via Porta Rossa, 99r Firenze www.pampaloni.com
ville medicee
Villa medicea di Poggio a Caiano
primo proprietario e committente: Lorenzo il Magnifico. architettura: la villa fu edificata su progetto di Giuliano da Sangallo e rispecchia le tendenze umanistiche dell’architettura ispirata all’antico. Dopo una prima fase di lavori (1485-1492), la villa fu conclusa nella prima metà del Cinquecento per volontà del figlio Giovanni, divenuto poi papa con il nome di Leone X. da vedere: il salone centrale decorato con affreschi eseguiti da Andrea del Sarto, Pontormo, Franciabigio e Alessandro Allori. piazza Medici, 14, Poggio a Caiano aperto: tutti i giorni, da novembre a febbraio 8,15-16,30, in marzo 8,15-17,30 (con ora legale 18,30), in aprile, maggio, settembre 8,15-18,30, da giugno ad agosto 8,15-19,30, in ottobre 8,15-18,30 (con ora solare 17,30) chiuso: secondo e terzo lunedì del mese, Capodanno, 1 maggio, Natale
www.polomuseale.firenze.it/musei/poggiocaiano
av ven i m en t i Restauro del fregio robbiano La scelta dell’anima fino al 30 novembre 2010 È stato avviato all’inizio dell’anno il restauro del fregio voluto da Lorenzo il Magnifico per la facciata della villa. Il fregio in terracotta invetriata raffigurante La scelta dell’anima è attribuito a Bertoldo di Giovanni e assistenti (1490-1494 ca.). Il cantiere di restauro, situato nella sala della villa dove il fregio è normalmente esposto al pubblico, permette ai visitatori di seguire le fasi del lavoro durante il percorso di visita. Si prevedono inoltre alcuni incontri con gli specialisti al lavoro sull’opera per illustrare le tematiche storico-artistiche, le tecniche esecutive e la metodologia del restauro.
Museo della Natura Morta Un unicum in Italia, è il primo Museo della Natura Morta, nel quale sono esposti oltre 200 dipinti incentrati su questo soggetto, databili fra il XVI e il XVIII secolo e provenienti dalle collezioni medicee. Per la visita del Museo della Natura Morta è necessario prenotarsi al numero 055 877012. aperto: tutti i giorni, orari fissi di visita in gennaio e febbraio 9-10, 11-12, 14-15, in marzo 9-10, 11-16, in aprile, maggio, settembre e ottobre 9-10, 11-17, da giugno ad luglio, agosto 9-10, 11-18, in novembre e dicembre 9-10, 11-15 chiuso: secondo e terzo lunedì del mese, Capodanno, 1 maggio, Natale
focus / Villa medicea di Poggio a Caiano, Museo della Natura Morta
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Il nuovo Museo della Natura Morta – inaugurato nel giugno 2007 nelle sedici sale del secondo piano della Villa medicea di Poggio a Caiano – è dedicato alle nature morte e ai dipinti di soggetto naturalistico provenienti dalle collezioni dei Medici, ed oggi appartenenti alle gallerie statali fiorentine. Il progetto del museo, originato da un’idea di Marco Chiarini fortemente sostenuta da Antonio Paolucci, è stato realizzato sotto la guida di chi scrive a partire dal 2002. Oltre duecento dipinti sono ordinati in un percorso museale che segue lo sviluppo del collezionismo mediceo di questo genere pittorico, dedicato alla rappresentazione dei temi e dei soggetti della natura. Nelle opere esposte predominano i fiori, in tutte le varietà e disposti nei modi più fantasiosi (in vasi, singolarmente o in ghirlande, in piccoli mazzi), i frutti, gli animali (visti anche con un’attenzione illustrativa prettamente scientifica), ma anche oggetti preziosi o di uso comune riuniti con gli altri elementi della natura a formare composizioni intense e raffinate, in qualche caso cariche di significati simbolici. La collezione copre una cronologia che va dalla fine del Cinquecento alla metà circa del Settecento, e illustra nelle sue linee principali lo sviluppo di questo genere pittorico soprattutto nel suo secolo d’oro, il Seicento. Sono presenti capolavori di artisti italiani e stranieri, giunti a Firenze grazie all’attento e aggiornato mecenatismo dei Medici, i cui ritratti, da Cosimo II ad Anna Maria Luisa,
aprono il percorso espositivo. Nel museo di Poggio a Caiano a farla da campione assoluto è di certo il fiorentino Bartolomeo Bimbi, del quale sono esposte ben cinquantanove opere, inclusi i suoi celebri Campionari dei frutti prodotti nel Granducato di Toscana: dodici eccezionali dipinti che raffigurano, con il massimo dettaglio e precisione scientifica, le innumerevoli qualità di agrumi, uve, pere, pesche, ciliegie, albicocche, mele, fichi e susine che, tra la fine del Seicento e gli inizi del Settecento, venivano prodotte nelle campagne e nei giardini della Toscana medicea (e che sono oggi quasi del tutto scomparse). Le tele sono ancora racchiuse in altrettanto splendide cornici intagliate con fiori e frutti, eseguite appositamente dall’olandese Vittorio Crosten. Del Bimbi sono poi presenti nel museo anche alcune opere che ‘fotografano’ animali esotici, ‘mostruosi’ o eccezionali, visti con gli occhi di un artista-scienziato. Le opere di questo artista non esauriscono di certo le sorprese riservate al visitatore, che incontrerà nel museo anche importanti dipinti di Willem Van Aelst, Felice Boselli, Jan Bruegel, Margherita Caffi, Giovanni Agostino Cassana, Filippo Napoletano, Giovanna Garzoni, Jan Davidsz. De Heem, Mario de’ Fiori, Bartolomeo Ligozzi, Otto Marseus, Antoine Monnoyer, Monsù Aurora, Cristoforo Munari, Pietro Navarra, Giuseppe Recco, Andrea Scacciati, Giovanni Stanchi, Franz Werner Tamm, e altri ancora. Stefano Casciu Già Direttore della Villa medicea e Museo della Natura Morta di Poggio a Caiano
ville medicee
Parco mediceo di Pratolino Villa Demidoff
proprietari: Medici. committenti: Francesco I de’ Medici (1568); Ferdinando III di Lorena (1819). architettura: la villa medicea, progettata dal Buontalenti e demolita nel 1822, si trovava all’interno del grande parco che, per il suo complesso di giochi d’acqua, automi e fontane, divenne un modello imitato in tutta Europa. L’attuale Villa Demidoff deriva da un adattamento dell’antica “paggeria”, mentre la trasformazione del giardino in parco all’inglese si deve al progetto di Joseph Fritsch nel periodo lorenese. da vedere: il parco con alberi secolari che conserva alcune opere dell’assetto buontalentiano, tra le quali il Colosso dell’Appennino e la fonte del Mugnone (Giambologna), la grotta di Cupido (Buontalenti, 1577), il Casino di Montili (de Cambray Digny, 1820 circa) e la Cappella a pianta esagonale (Buontalenti, 1580). via Fiorentina, 276 - Loc. Pratolino (Vaglia) aperto: aprile e ottobre domenica e festivi 10-17, maggio e settembre sabato, domenica e festivi 10-18, da giugno ad agosto sabato, domenica e festivi 10-19 chiuso: da novembre a marzo
www.provincia.fi.it/pratolino
Villa medicea di Cerreto Guidi
primo proprietario e committente: Cosimo I de’ Medici. architettura: la villa fu edificata nel 1556 come residenza di caccia e presidio territoriale; la sua costruzione fu portata a compimento sulla base di un progetto attribuito a Bernardo Buontalenti. da vedere: trasformata in museo nel 1978, nella villa si conservano mobili e ritratti di personaggi medicei dei secoli XVI-XVII; dal settembre 2002 al primo piano è stato allestito il Museo Storico della Caccia e del Territorio, con un’interessante raccolta di armi, principalmente da caccia e da tiro.
Villa medicea di Castello
primi proprietari: Lorenzo e Giovanni di Pierfrancesco de’ Medici (dal 1477). committente: Cosimo I. architettura: la villa, tra le più antiche residenze suburbane dei Medici, fu rinnovata insieme al giardino nel corso del XVI secolo, sotto la supervisione di Niccolò Tribolo, Giorgio Vasari e Bernardo Buontalenti. da vedere: l’interno della villa non è aperto al pubblico, ma valgono la visita il magnifico giardino a terrazze sovrapposte, considerato dal Vasari uno dei più splendidi d’Europa, la fontana di Ercole e Anteo di Bartolomeo Ammannati e la celebre Grotta degli Animali. via di Castello, 47 - Loc. Castello aperto: da novembre a febbraio 8,15-16,30, in marzo 8,15-17,30, in aprile, maggio, settembre, ottobre 8,1518,30, da giugno ad agosto 8,15-19,30 chiuso: il secondo e il terzo lunedì del mese
www.polomuseale.firenze.it/musei/villacastello
via dei Ponti Medicei, 7, Cerreto Guidi aperto: tutti i giorni, 8,15-19 chiuso: il secondo e il terzo lunedì del mese
www.polomuseale.firenze.it/musei/cerretoguidi
Villa medicea della Petraia
primi proprietari: la famiglia Brunelleschi, la famiglia Strozzi. committente: cardinale Ferdinando de’ Medici. architettura: l’edificio, pervenuto ai Medici nel 1532, passò a Ferdinando nella seconda metà del Cinquecento; fu proprio il cardinale a trasformare il palagio in una elegante villa, oggetto di nuovi interventi nel secolo successivo da parte di Giulio Parigi. da vedere: l’interno della villa che conserva gli arredi tardo-ottocenteschi e presenta un apparato decorativo di notevole interesse; il cortile d’ingresso, affrescato dal Volterrano nel XVII secolo e adibito in seguito a sala da ballo; il giardino formale progettato da Niccolò Tribolo e la fontana con la Fiorenza del Giambologna, qui trasferita dalla Villa di Castello. via della Petraia, 40 - Loc. Castello aperto: da novembre a febbraio 8,15-16,30, in marzo 8,15-17,30, in aprile, maggio, settembre, ottobre 8,1518,30, da giugno ad agosto 8,15-19,30 chiuso: il secondo e il terzo lunedì del mese
www.polomuseale.firenze.it/musei/petraia
m os t r a Per utilità e per diletto “Cittadini” in Villa Villa Medicea di Cerreto Guidi a cura di Giovanna Damiani fino al 3 ottobre 2010 Una mostra dedicata al vivere in villa che propone un percorso attraverso i secoli, concentrando l’attenzione in particolare dal Cinquecento all’Ottocento, dall’Umanesimo all’epoca postunitaria.
Per Ville e per Giardini
Sorprese d’arte e archeologia alle porte di Firenze fino al 14 novembre 2010 L’edizione 2010 di Piccoli Grandi Musei presenta cinque perle alle porte di Firenze per un sorprendente itinerario tra arredi, architetture, marmi, porcellane, meraviglie botaniche e capolavori botticelliani. da giovedì a domenica 10-13 e 15-19 Per informazioni: www.villegiardinifirenze.it
Villa Corsini a Castello
La Villa e l’Antiquarium ritrovato
Villa medicea della Petraia Preziosi tesori in Villa
Giardino della Villa medicea di Castello Un percorso tra gli agrumi
Tomba etrusca La Montagnola a Sesto Fiorentino La riscoperta degli Etruschi
Museo Richard Ginori della Manifattura di Doccia a Sesto Fiorentino Omaggio a Venere
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complesso mozzi bardini
el 1997 lo Stato Italiano acquisì il complesso dei Palazzi Mozzi Bardini, situati in piazza dei Mozzi, ben visibili da chi, provenendo dal Ponte alle Grazie, si reca in Oltrarno. Le austere facciate tra via San Niccolò e via de’ Bardi non lasciano immaginare la straordinaria realtà che si cela al loro interno. Gli edifici si compongono di antiche strutture medievali un tempo appartenute alla famiglia Mozzi, acquistate alla fine dell’Ottocento dall’antiquario Stefano Bardini, che ne curò il restauro integrativo accentuandone i caratteri medievali. Alla sua morte passarono in eredità ai figli Ugo ed Emma. Insieme agli immobili, costituiti da un’articolata serie di corpi di fabbrica, sono giunte nella disponibilità dello Stato italiano e per esso al Ministero dei Beni Culturali anche le numerosissime opere d’arte che alla morte di Ugo Bardini ancora vi si conservavano, residuali, per quantità ma non certo per qualità, al lascito che il padre Stefano aveva destinato alla città di Firenze nel 1922 e che oggi sono esposte nel Museo Comunale che porta appunto il suo nome. Si tratta di un immenso patrimonio che Ugo aveva conservato e arricchito a sua volta, in parte proseguendo l’attività collezionistica e mercantile del padre. L’ingente corredo di beni, oggi affidato alle cure della Soprintendenza Speciale per il Patrimonio Storico, Artistico e Etnoantropologico e per il Polo Museale della città di Firenze, si compone di una grandissima varietà di oggetti di ogni epoca e materiale, in parte provenienti da Firenze, in parte ricercati e raccolti in tutta l’Italia. Si tratta di dipinti, sculture dall’antichità fino al XIX secolo, elementi decorativi architettonici, armi, tappeti, tessuti, gessi, strumenti musicali, maioliche, oggetti d’arte applicata in metallo, arredi e mobili in grandissima quantità, raccolti da Stefano e Ugo Bardini nel corso di oltre un secolo di attività. Oggi questo straordinario esempio di raccolta antiquaria è conservato in molti ambienti all’interno dei Palazzi Mozzi Bardini ma occupa anche parzialmente il giardino che sale fino alla Villa Bardini, ultima residenza di Ugo. Questo straordinario tesoro, che nell’ultimo decennio è stato oggetto di un progressivo restauro ben lontano tuttavia dall’averne esaurito tutte le necessità, è destinato a costituire il futuro Museo delle Arti Applicate e dell’Antiquariato, addizione ulteriore e preziosa al già eccezionale insieme dei musei statali fiorentini, destinata ad illustrare un segmento ulteriore della cultura a Firenze tra Otto e Novecento.
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Fondazione Parchi Monumentali Bardini e Peyron
La Fondazione Parchi Monumentali Bardini e Peyron è stata costituita nel 1998 dall’Ente Cassa di Risparmio di Firenze a seguito del progetto di recupero degli immobili dell’eredità Bardini, promosso all’inizio degli anni novanta, e della successiva acquisizione del complesso di Fontelucente, di proprietà Peyron, agiata famiglia di origine piemontese. Il complesso Bardini comprende la secentesca villa (dove hanno sede il Museo Annigoni e la Fondazione Capucci) e il vasto giardino Bardini con la sua scenografica scalinata. Il complesso Peyron, esteso su circa 40 ettari, comprende la villa, in via di Vincigliata 2 a Fiesole, e il bosco di Fontelucente. Per informazioni su orari ed eventi consultare il sito
www.bardinipeyron.it Giardino Bardini via dei Bardi, 1r e costa San Giorgio, 2 aperto: gennaio, febbraio, novembre e dicembre 8,15-16,30, marzo 8,15-17,30, aprile, maggio, settembre e ottobre 8,15-18,30, giugno, maggio e agosto 8,15-19,30 chiuso: primo e ultimo lunedì del mese, Capodanno, 1 maggio, Natale
m os t r e La Grande Madre I legni “non finiti” di Giuseppe Gavazzi a cura di Mario Ruffini e Max Seidel fino al 31 gennaio 2011 La mostra presenta l’ultima produzione di Giuseppe Gavazzi dedicata al tema della maternità come potente forza generativa. Nell’essenzialità arcaica e primigenia dei legni “non finiti” il maestro toscano esprime il fascino enigmatico di donne e madri, severe figure femminili senza tempo e senza nome che si integrano perfettamente nel giardino di Villa Bardini.
Caravaggio e la modernità I dipinti della Fondazione Longhi a cura di Mina Gregori fino al 17 ottobre 2010 In concomitanza con la mostra degli Uffizi e della Galleria Palatina per il quarto centenario della morte di Caravaggio, Villa Bardini ospita il Ragazzo morso dal ramarro e dipinti di area caravaggesca di proprietà della Fondazione Longhi. Il nucleo comprende rari dipinti dei primi seguaci Borgianni e Saraceni, capolavori di Caroselli, Caracciolo, Preti e Ribera.
Museo Pietro Annigoni
L’acquisizione da parte della Fondazione Ente Cassa di Risparmio di Firenze delle opere già possedute dai figli di Pietro Annigoni, Benedetto e Ricciarda, è stata perfezionata nel 2007. Il museo, inaugurato nel novembre 2008, con oltre 6.000 pezzi vanta così il più ampio fondo esistente di opere annigoniane. In questa prima fase l’Ente intende offrire all’attenzione del pubblico un’ampia selezione delle opere di sua pertinenza, tra cui gli autoritratti giovanili più celebri e vari ritratti dei familiari. In una seconda fase è prevista una turnazione con altre opere, oppure il mantenimento di un nucleo permanente accanto ad un evento temporaneo primo di una serie di iniziative legate al mondo annigoniano. costa San Giorgio, 2 aperto: da ottobre a marzo da mercoledì a venerdì 10-16, sabato e domenica 10-18; da aprile a settembre da mercoledì a domenica 10-18 chiuso: lunedì e martedì, Capodanno, Natale
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www.bardinipeyron.it/annigoni
La Fondazione di Studi di Storia dell’Arte Roberto Longhi nasce nel 1971 per volontà testamentaria dello studioso, che la dota della sua biblioteca, della sua fototeca e della collezione d’arte “per vantaggio delle giovani generazioni”. Fino alla morte Longhi dimora nella villa “Il Tasso”, oggi sede della Fondazione, con la moglie Lucia Lopresti (la scrittrice Anna Banti), che a sua volta devolve alla Fondazione la villa con i mobili e gli arredi. La Fondazione mette a disposizione di borsisti e studiosi il suo patrimonio librario (circa 36.000 volumi), la fototeca (circa 70.000 unità), la collezione d’arte (dipinti, disegni, incisioni, miniature, sculture) e il vasto fondo archivistico. Fra gli obiettivi primari, favorire e sviluppare gli studi di storia dell’arte mantenendo vivi eredità culturale e metodo di Roberto Longhi. via Benedetto Fortini, 30 aperto: Biblioteca da lunedì a venerdì 9,30-13, 14-17,30 previo appuntamento
www.fondazionelonghi.it
Accademia della Crusca
L’Accademia della Crusca è sorta tra il 1582 e il 1583 per iniziativa di cinque letterati fiorentini (Giovan Battista Deti, Anton Francesco Grazzini, Bernardo Canigiani, Bernardo Zanchini, Bastiano de’ Rossi), cui si aggiunse Lionardo Salviati, ideatore di un vero programma culturale e di codificazione della lingua. Dalle loro animate riunioni, chiamate scherzosamente “cruscate”, deriva il nome dell’istituzione, che assunse come proprio motto un verso del Petrarca, “il più bel fior ne coglie”, e adottò una ricca simbologia riferita al grano e al pane. Fin dalle sue origini l’Accademia ha accolto studiosi, italiani ed esteri, di diverse discipline: grammatici e filologi, scrittori e poeti, scienziati, storici, filosofi, giuristi e statisti. Il Vocabolario (1612; ampliato e ripubblicato più volte fino al 1923), seppur criticato per i limiti che poneva all’uso linguistico vivo, ha contribuito all’identificazione e alla diffusione della lingua italiana fornendo l’esempio ai grandi lessici di altre lingue. Villa medicea di Castello via di Castello, 46
www.accademiadellacrusca.it
Accademia dei Georgofili
Fondata il 4 giugno 1753, si propone di contribuire al progresso delle scienze e delle loro applicazioni all’agricoltura, allo sviluppo rurale e alla tutela dell’ambiente e del territorio agricolo. Nella Torre de’ Pulci dal 1932, vanta una biblioteca con circa 70.000 fra monografie, opuscoli e periodici. Esposizioni permanenti e mostre temporanee documentano la ricchezza del patrimonio di fonti e documenti in possesso dell’Accademia, assolutamente unica nell’ambito della storia agraria. Logge degli Uffizi Corti aperto: Biblioteca da lunedì a venerdì 15-18
www.georgofili.it
Gabinetto Scientifico Letterario Vieusseux
Il 25 gennaio 1820 il commerciante ginevrino di cultura illuminista Giovan Pietro Vieusseux inaugura in Palazzo Buondelmonti un Gabinetto Scientifico Letterario. A fianco del gabinetto di lettura, intorno al 1822 nasce la biblioteca con le opere per il prestito. Molti intellettuali fiorentini e stranieri prendono a frequentarlo e sono molte le serate a tema, tra le quali si ricordano quelle in onore di Leopardi e di Manzoni, che qui si incontrano nel 1827. Il Gabinetto, poi trasferito a Palazzo Strozzi e gestito dal Comune, ha accolto personaggi come Tecchi, Montale e Bonsanti − fondatore del periodico ‘Antologia Vieusseux’ − ed è ancora oggi una realtà vitale che organizza eventi e convegni, con la ricca Biblioteca e archivio e un Archivio Contemporaneo istituito nel 1975. Palazzo Strozzi, piazza Strozzi aperto: Biblioteca lunedì, mercoledì e venerdì 9-13,30, martedì e giovedì 9-18 Archivio Storico lunedì, mercoledì e venerdì 9-14, martedì e giovedì 9-14, 15-18 Archivio Contemporaneo “Alessandro Bonsanti” (Palazzo Corsini Suarez, via Maggio, 42) lunedì, martedì e venerdì 9-13, mercoledì e giovedì 9-17,30
www.vieusseux.fi.it
Accademia Toscana di Scienze e Lettere “La Colombaria”
Sorta dallo spontaneo riunirsi di alcuni studiosi fiorentini, “La Colombaria” formalizzò la sua struttura a partire dal 1735 e conserva oggi un patrimonio di manoscritti, carteggi, incunaboli e cinquecentine e una collezione di disegni e stampe. L’Accademia pubblica anche la collana ‘Studi’ e gli Atti e Memorie. La biblioteca consta di circa 10.000 volumi e comprende i Fondi Devoto, Ravà, Procissi e Rodolico. via Sant’Egidio, 23 aperto: da lunedì a venerdì 9,30-13,30
www.colombaria.it
accademie e fondazioni
Fondazione Roberto Longhi
Accademia delle Arti del Disegno
Trae la sua origine dall’Accademia e Compagnia dell’Arte del Disegno, istituita da Cosimo I de’ Medici il 13 gennaio 1563, su suggerimento di Giorgio Vasari. Tra i primi Accademici figuravano Michelangelo Buonarroti, lo stesso Vasari, Bartolomeo Ammannati, Agnolo Bronzino e Francesco da Sangallo. Fin dalla fondazione l’Accademia primeggiò sia come scuola d’arte che come custode delle tradizioni artistiche nazionali. Quando nel 1784 venne riformata dal granduca Pietro Leopoldo, prese il nome di Accademia delle Belle Arti e soltanto nel 1873 fu distinta in due corpi, il Collegio degli Accademici, cioè l’Accademia delle Arti del Disegno, e l’istituto d’insegnamento. L’Accademia, tuttora attiva, possiede un patrimonio di sculture, pitture, arazzi e mobilio, conservato nella sua sede e in deposito presso altri enti. Completano tale patrimonio l’Archivio Storico di documenti, volumi a stampa, fotografie e altro materiale frutto dell’attività istituzionale e dei lasciti di artisti e la Biblioteca di circa 6.000 tra volumi, opuscoli e riviste, dedicati per lo più alla cultura artistica toscana dall’Ottocento a oggi. via Orsanmichele, 4 aperto: da lunedì a venerdì 9,30-12,30
www.aadfi.it
mostre
L’Accademia propone in collaborazione con altri enti conferenze, presentazioni di libri e concerti, oltre a una serie di mostre nella Sala Esposizioni di piazza San Marco, con una particolare attenzione per la contemporaneità.
Architectural Drawings Artisti: Franco Purini, Carlo Cresti, Marco Dezzi Bardeschi, Alessandro Gioli, Francesco Gurrieri, Roberto Maestro, Gianni Pettena, Paolo Riani 6-30 settembre 2010
Personale di Ernesto Piccolo a cura di Giorgio Bonsanti 2-28 ottobre 2010
Living with biodiversity novembre 2010
Per una classicità moderna/morfologia costruttiva Artisti: Nadia Benelli, Mauro Bini, Franco Bulletti, Emilio Carvelli, Desireau, Antonio Di Tommaso, Paolo Favi, Piero Gensini, Fabrizio Gori, Marcello Guasti, Gabriele Perugini, Franco Rosselli dicembre 2010
Personale di Sergio Papucci febbraio 2011
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museo di storia naturale
Imperiale e Regio Museo di Fisica e Storia Naturale – fondato nel 1775 da Pietro Leopoldo di Asburgo Lorena per riunire le collezioni naturalistiche e gli strumenti scientifici conservati nella Galleria degli Uffizi, poi chiamato “La Specola” in omaggio all’Osservatorio Astronomico terminato nel 1789 – si articola oggi in sei sezioni distribuite in palazzi e luoghi della città. Vi sono ospitati reperti di straordinario valore scientifico e naturalistico: dagli erbari cinquecenteschi alla preziose cere del Settecento, dagli scheletri fossili di elefanti alle collezioni di variopinte farfalle, dai grandi cristalli di tormaline ai reperti aztechi, dalle imponenti sculture lignee all’infiorescenza più grande del mondo. Un contesto che coniuga, in maniera mirabile, natura, storia, scienza e arte.
L’
Sede amministrativa: via Giorgio La Pira, 4
Sezione Botanica
È la più importante istituzione scientifica italiana per la raccolta e la conservazione di collezioni di piante e di materiali di origine vegetale. Riunisce straordinari erbari storici e collezioni artistiche e didattiche, che comprendono dipinti di natura morta di Bartolomeo Bimbi e modelli in cera di vegetali realizzati tra il XVIII e il XIX secolo. via Giorgio La Pira, 4 aperto: solo su appuntamento 055 2346760
Sezione Geologia e Paleontologia
Dedicata ai vertebrati fossili della Toscana, qui raccolti da oltre due secoli, illustra la storia paleontologica, la paleogeografia e le fasi della fauna terrestre e marina. Vi si conserva lo scheletro del primate più antico della regione. via Giorgio La Pira, 4 aperto: lunedì, martedì, giovedì, venerdì, domenica 9-13, sabato 9-17 chiuso: Capodanno, Pasqua, 1 maggio, 15 agosto, Natale
I reperti più antichi provengono dalle raccolte medicee e dalla collezione settecentesca di James Cook; altri sono stati raccolti da ricercatori e scienziati tra Otto e Novecento. Intere sale sono dedicate agli Indiani d’America, alla Lapponia, alla Siberia, all’Indonesia; di grande rilievo la collezione di strumenti musicali. via del Proconsolo, 12 aperto: lunedì, martedì, giovedì, venerdì, domenica 9-13, sabato 9-17 chiuso: Capodanno, Pasqua, 1 maggio, 15 agosto, Natale
Sezione Mineralogia e Litologia
Vi si scoprono collezioni di minerali, rocce e gemme: da non perdere un grande cristallo di topazio e un’acquamarina di quasi 100 kg. Il rinnovato allestimento è corredato da filmati e innovative animazioni didattiche multimediali. via Giorgio La Pira, 4 aperto: lunedì, martedì, giovedì, venerdì, domenica 9-13, sabato 9-17 chiuso: Capodanno, Pasqua, 1 maggio, 15 agosto, Natale
Nel “Salone degli Scheletri” si conservano crani e scheletri completi di mammiferi e animali estinti. Al primo piano si visita la Tribuna di Galileo, realizzata nel 1841, mentre al secondo le sale dedicate alla zoologia offrono un esauriente panorama degli animali esistenti e di quelli estinti o in pericolo di estinzione. Le sale delle cere anatomiche contengono reperti di alto valore scientifico e artistico, tuttora utili per lo studio dell’anatomia. Nel Torrino ovvero “La Specola” un nuovo allestimento presenta una scelta delle collezioni storico-scientifiche, con reperti già nelle collezioni medicee. via Romana, 17 aperto: da martedì a sabato 9,30-16,30, domenica 9,30-18 chiuso: Capodanno, Pasqua, 1 maggio, 15 agosto, Natale
Sezione Orto Botanico
www.msn.unifi.it
Sezione Antropologia e Etnologia
Sezione Zoologia “La Specola”
Nato come Giardino dei Semplici (piante medicinali) nel 1545, oggi i suoi 3 ettari si articolano in grandi serre, serrette, aiuole tematiche con percorsi tattili e olfattivi per non vedenti. Da ammirare alberi monumentali che raggiungono anche i 300 anni. via Pier Antonio Micheli, 3 aperto: dal 16 ottobre al 31 marzo, sabato, domenica, lunedì 10-17; dal 1 aprile al 15 ottobre, lunedì, martedì, giovedì, venerdì, sabato, domenica 10-19 chiuso: Capodanno, Pasqua, 1 maggio, 15 agosto, Natale
calendario mostre settembre 2010-febbraio 2011 Cristalli la più bella mostra di minerali al mondo Sezione Zoologia “La Specola” fino a giugno 2011 Nuovamente prorogata la mostra dedicata al mondo affascinante e sconosciuto dei cristalli: da sempre oggetto di ricerca, collezionismo, studio e commercio con un posto di rilievo nella storia economica e scientifica, nell’evoluzione della cultura, dell’arte e perfino della medicina. aperto: da martedì a sabato 9,30-16,30, domenica 9,30-18 chiuso: Pasqua, 1 maggio
www.mostracristallifirenze.it
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Paolo Mantegazza (1831-1910) Uomo di spicco della cultura tardo-ottocentesca, fu medico, antropologo, psicologo, scrittore, uomo politico e titolare della prima cattedra di Antropologia in Italia. Nel 1869 fondò il Museo Nazionale di Antropologia e Etnologia, oggi sezione del Museo di Storia Naturale di Firenze. La sua intensa attività scientifica e divulgativa è testimoniata dalla pubblicazione di centinaia di articoli, monografie e romanzi e dalla nascita di altre Istituzioni che ancora oggi operano parallelamente al museo: la Società Italiana per l’Antropologia e la Etnologia e la sua rivista ‘Archivio per l’Antropologia e la Etnologia’, il Museo Psicologico, il Laboratorio Antropometrico.
Obiettivo uomo L’antropologia fotografica di Paolo Mantegazza Sezione di Antropologia e Etnologia a cura di Paolo Chiozzi, Maria Gloria Roselli e Monica Zavattaro 10 ottobre 2010-31 gennaio 2011 Il Museo di Storia Naturale, la Società di Antropologia e Etnologia e la Biblioteca di Scienze dell’Università di Firenze presentano una mostra fotografica, allestita lungo il percorso dell’esposizione permanente, dedicata a Paolo Mantegazza. La scelta di ricordare l’illustre antropologo con la fotografia è motivata dal fatto che, attraverso le migliaia di immagini raccolte nell’archivio del museo, è possibile ripercorrere il suo pensiero. Egli fece della fotografia un metodo di osservazione e indagine della realtà umana e la utilizzò per documentare quelli che considerava gli aspetti fondamentali dello studio dell’uomo: la morfologia del corpo umano, le differenze tra le popolazioni, le funzioni degli organi e le facoltà psichiche. La mostra comprende una selezione di circa 120 fotografie scattate da Mantegazza stesso, dai suoi collaboratori (in particolare Stephen Sommier) o realizzate da altri e collezionate dall’antropologo durante i suoi viaggi in Lapponia e in India. Completa il percorso un’interessante selezione di libri ottocenteschi a cura di Maria Emanuela Frati, tra i quali i principali titoli che resero famoso Mantegazza in Italia e in Europa.
settembresettembreottobreottobrenovembrenovembredicembredicembregennaiogennaiofebbraiofebbraio
Alla fine del XIX secolo gli antropologi si concentrarono sulla morfologia e sulle proporzioni del corpo umano per esaminare l’uomo dal punto di vista naturalistico e nel suo rapporto con l’ambiente, individuando nuove metodologie di studio della variabilità tra le popolazioni. Si raccoglievano dati sulle caratteristiche fisiche di uomini e donne di popoli diversi, come statura, circonferenza toracica, forma del naso, indici cefalici, pigmentazione della pelle, colore degli occhi e dei capelli. Con l’aiuto della fotografia divenne possibile ottenere l’immagine reale di soggetti appartenenti a popoli difficilmente raggiungibili. Nacque così la fotografia scientifica, di cui Mantegazza fu pioniere con le foto della Lapponia (1879) e dell’India (1881): le prime, scattate dal suo collaboratore Sommier, ritraggono i soggetti di fronte e di profilo per una corretta valutazione delle caratteristiche morfometriche, mentre le altre furono scattate da Mantegazza presso i Toda, nella regione dei Monti Nilghiri, e nel Sikkim, al confine con il Tibet.
focus / mostra
museo di storia naturale
percorso della mostra sezione 1 Le foto antropometriche
Obiettivo uomo
L’antropologia fotografica di Paolo Mantegazza
10 ottobre 2010-31 gennaio 2011
sezione 2 Le foto di viaggio Secondo Mantegazza, convinto assertore di un approccio integrato allo studio dell’uomo, l’analisi delle caratteristiche fisiche doveva essere affiancata da un attento esame degli aspetti culturali, fondamentali per una corretta valutazione delle differenze tra popolazioni. Durante i suoi viaggi Paolo Mantegazza raccoglieva, oltre a immagini “antropometriche”, anche quelle che ritraevano usi e costumi dei popoli visitati: il modo di vestire e di acconciarsi, le abitazioni, i mezzi di trasporto, gli utensili domestici e gli attrezzi da lavoro. Le fotografie di viaggio diventano quindi fotografie etnologiche, documenti delle diversità culturali. Suggestive immagini riprese in Lapponia e in India ripropongono soggetti umani non più stereotipati nelle pose antropometriche, ma contestualizzati nei loro paesaggi naturali o ricostruiti in studio su sfondi dipinti, vestiti con abiti tradizionali e circondati da oggetti della vita quotidiana.
sezione 3 Le immagini-studio della fisionomia e della mimica L’interesse e l’attenzione che Paolo Mantegazza aveva per tutto ciò che riguarda l’uomo si rivela anche in una serie di fotografie dedicate allo studio dei tratti somatici e della mimica, che egli considerava espressione dell’interiorità, dei sentimenti e delle emozioni. Influenzato dal libro di Charles Darwin The expression of the emotions in man and animals, pubblicato nel 1872, Mantegazza utilizzò la fotografia per fissare i tratti del viso interpretandoli in chiave “psicologica” e per studiare le emozioni attraverso la mimica facciale, considerata come conseguenza della reazione del sistema nervoso agli stimoli esterni. Nel suo Atlante dell’espressione del dolore egli raccoglie le fotografie scattate a se stesso e ad altri soggetti sottoposti a vari tipi di dolore fisico provocato artificialmente, documentando le risposte mimiche a stimoli tattili, olfattori, uditivi, gustativi e visivi. Monica Zavattaro e Maria Gloria Roselli
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musei e archivi della moda
Museo del Tessuto di Prato
via Santa Chiara 24, Prato aperto: da lunedì a venerdì 10-18, sabato 10-14, domenica 16-19 chiuso: martedì e festività
Il museo è nato nel 1975 all’interno dell’Istituto Tecnico Industriale Tessile Tullio Buzzi, come istituzione culturale di recupero della memoria produttiva locale e di supporto alla formazione nel settore della progettazione tessile. Dal 2003 il museo ha trovato la sua collocazione definitiva nei locali restaurati della Ex Cimatoria Campolmi, fabbrica simbolo della vicenda produttiva tessile dell’area e forse il più importante esempio di archeologia industriale della Provincia di Prato. percorso espositivo
Il museo è articolato in grandi aree tematiche
La visita si apre con il corridoio di familiarizzazione, una sezione concepita per fornire al visitatore gli elementi di base utili alla comprensione tecnica di tutte le altre sezioni. Il percorso espositivo prosegue nella sala più antica dell’intero complesso, dedicata alle collezioni storiche. L’atmosfera contenuta e raccolta della sala favorisce un approccio evocativo e catalizzante sull’oggetto. L’allestimento è completato dalla presenza di supporti multimediali che creano un legame di conti-
www.museodeltessuto.it
nuità percettiva tra i tessili esposti e i relativi contesti storico-culturali di appartenenza. Il primo piano introduce alla sezione Prato città tessile, dedicata alle tappe più importanti della produzione tessile del territorio, dal Medioevo al 1990. L’evoluzione della produzione tessile pratese è presentata attraverso documenti d’archivio, materiali, macchinari che illustrano i prodotti, gli strumenti, i modelli organizzativi dell’industria. Il percorso prosegue nella sezione Contemporanea, che espone tessuti che per caratteristiche tecniche, tecnologiche o decorative rappresentano un’assoluta novità nel pano-
Museo Roberto Capucci Ospitato nella Villa Bardini, il museo dedicato a Capucci è stato aperto nel 2007 con la mostra temporanea Ritorno alle origini, incentrata su una serie di 12 abitiscultura, che ha dato avvio al progetto della Fondazione Roberto Capucci finalizzato a far conoscere e valorizzare il lavoro dello stilista attraverso mostre a tema. Le esposizioni e gli allestimenti a rotazione attingono al ricco archivio della Fondazione che, nato nel 1951, conserva un patrimonio di 400 creazioni, 300 illustrazioni, 22.000 schizzi, 20 quaderni di bozzetti, 150 audiovisivi, 50.000 fotografie e 50.000 articoli di stampa.
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le attività La diffusione e la promozione nei confronti di un pubblico sempre più ampio e diversificato della conoscenza della cultura tessile locale e internazionale costituisce uno degli obbiettivi principali delle attività svolte dal museo.
costa San Giorgio, 2 aperto: da ottobre a marzo da mercoledì a venerdì 10-16, sabato e domenica 10-18; da aprile a settembre, da mercoledì a domenica 10-18 chiuso: lunedì e martedì, Capodanno, Natale
www.fondazionerobertocapucci.com
approfondimento
Firenze è una città conosciuta nel mondo per le sue bellezze artistiche, i suoi musei, la sua cultura, le botteghe artigiane, ancora in grado di creare oggetti straordinari e unici. E anche una città che tra le molteplici curiosità che offre al visitatore annovera anche dei musei particolari, come sono i musei e gli archivi di impresa, luoghi preziosi dove si conserva, a memoria del passato e a stimolo per il futuro, la storia di aziende e di prodotti che hanno reso famosa l’Italia. Così Richard Ginori ha il suo museo, Emilio Pucci un suo archivio ricchissimo, Alinari ha aperto al pubblico un nuovo spazio dove ospita mostre che raccontano la storia della fotografia, di ieri come di oggi. Tra questi musei particolari, sui quali vale la pena di soffermarsi perché rappresentano una realtà in espansione in Italia e non solo, è quello di Salvatore Ferragamo, inaugurato nel 1995 nel Palazzo Spini Feroni, sede storica dal 1938 dell’azienda Salvatore Ferragamo, impresa conosciuta nel mondo per i suoi accessori e i suoi abiti da uomo e da donna. Il museo ruota intorno alla figura del fondatore, Salvatore Ferragamo, e alle sue incredibili creazioni, le scarpe da donna, vere e proprie opere d’arte, realizzate dalla fine degli anni venti, quando Salvatore Ferragamo è tornato carico di successo dagli Stati Uniti in Italia e ha deciso di stabilirsi a Firenze, al 1960, anno della sua scomparsa. Se la storia di questo imprenditore coraggioso e capace, partito da un piccolo paesino del Meridione, Bonito, alla volta degli Stati Uniti e diventato famoso a Hollywood facendo scarpe per il mondo del cinema, è già di per sé motivo per visitare il museo, lo sono sicuramente anche le scarpe da lui create a mano, in esclusiva, per le attrici e per le personalità più in vista dell’alta società internazionale, regine, principesse, nobildonne, opinion leaders del tempo. Si tratta, infatti, non di semplici scarpe, come si potrebbe supporre, ma di oggetti di alto artigianato, dove Ferragamo, come un artista di avanguardia, ha sperimentato materiali, costruzioni, dettagli, arrivando a rappresentare, prima della nascita della moda italiana, il primo esempio di stile italiano nel mondo della moda internazionale. Oltre 400 brevetti documentano l’ansia creativa di un designer che giocava di anticipo sui tempi e che ancora oggi è considerato da tutti, anche dai competitors, un punto di riferimento per la scarpa da donna. Queste scarpe, curiose e intriganti allo stesso tempo, costituiscono il punto di partenza per spaziare nei molti campi della storia della moda, dalla società in cui si è sviluppata alla clientela che ne è stata portavoce. Nel museo, quindi, non è visibile la collezione permanente, ma molte mostre, che prendono spunto dalle scarpe di Ferragamo per affrontare temi vecchi e nuovi legati alla moda e alla scarpa. Non stupisce che in questi giorni il tema sia l’eleganza di Greta Garbo, uno dei grandi miti del Novecento, e il suo guardaroba privato, ritrovato in America. Perché è fondamentale per un museo di un’impresa del mondo della moda l’innovazione anche nella scelta dell’argomento o nel modo di affrontarlo. Stefania Ricci Direttrice del Museo Ferragamo
m o st r e Greta Garbo. Il mistero dello stile fino al 18 ottobre 2010 1927: Greta Garbo, la Divina, e Salvatore Ferragamo, il “calzolaio dei sogni”, si incontrano per la prima volta a Hollywood, giusto il tempo per creare un paio di scarpe su misura. La diva torna al negozio finché questo rimane di proprietà di Ferragamo. I due si incontrano di nuovo, a Firenze, soltanto nell’agosto 1949: Greta entra in negozio calzando un paio di sandali dalle suole di corda, “Non ho scarpe” dice “e voglio camminare”. Due anni fa il pronipote della Garbo, Craig Reisfield, scopre al Museo Ferragamo l’esistenza di un ricco archivio con il guardaroba della diva: nasce così l’idea di una mostra che analizzi il mito della Garbo oltre il cinema e ne metta in evidenza la contemporaneità, il minimalismo e l’essenzialità nello stile, svelando per la prima volta al pubblico il suo guardaroba personale.
novembre Una nuova, importante mostra sul rapporto fra la città e l’impresa Salvatore Ferragamo.
musei e archivi della moda
Museo Salvatore Ferragamo: quando l’impresa diventa storia
Museo Salvatore Ferragamo
La collezione di calzature esposta nel museo, inaugurato nel 1995, documenta l’intero arco di attività di Salvatore Ferragamo, dal suo ritorno in Italia nel 1927 fino al 1960, anno della morte, mettendo in luce la capacità tecnica e artistica di Salvatore, che seppe offrire un contributo fondamentale all’affermazione del “made in Italy”, ma anche il suo rapporto con gli artisti dell’epoca. La collezione è arricchita anche dalla produzione successiva al 1960: ogni anno, infatti, alcuni modelli entrano a far parte dell’Archivio Salvatore Ferragamo, da cui il museo attinge per le sue esposizioni.
piazza Santa Trinita, 5r aperto: da mercoledì a lunedì 10-18; ad agosto, da lunedì a sabato 10-13, 14-18 chiuso: Capodanno, 1 maggio, 15 agosto, Natale
www.museoferragamo.it Collezione ready-to-wear, 1962.
Foto gentilmente concessa dalla Banca-Dati dell’Archivio Storico Foto Locchi. L’Archivio Fotografico Foto Locchi rappresenta ancora oggi la memoria storica della città di Firenze con un corpus di oltre cinque milioni di immagini.
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museo stibbert
l museo, oggi una fondazione, nasce nel 1908 per volontà testamentaria di Frederick Stibbert (1838-1906), che volle lasciare alla città di Firenze le sue collezioni d’arte e l’edificio che le contiene, situato a Montughi. Si tratta di uno dei rari casi di case museo ottocentesche ancora conservate, e negli ultimi anni è stata recuperata gran parte degli allestimenti originari modificati durante il XX secolo. La creazione dell’armeria giapponese fu uno degli impegni più sentiti da Stibbert, che acquistò fino agli ultimi mesi della sua vita centinaia di oggetti che documentano le fogge dell’armatura e la splendida qualità delle lame provenienti dal “Paese del sol levante”, tanto che oggi la sua collezione si caratterizza come una delle più importanti di tutto l’Occidente.
I
m os t r a Cassoni nuziali fino al 1 novembre 2010 Prosegue l’allestimento di una piccola esposizione di cassoni della raccolta Stibbert per l’itinerario cittadino in occasione della mostra Virtù d’amore che si tiene al museo dell’Accademia.
Analisi per il restauro della collezione giapponese Il Museo Stibbert ha instaurato da anni rapporti di collaborazione con i principali istituti di restauro del Ministero dei Beni Culturali (Istituto Centrale del Restauro di Roma e Opificio delle Pietre Dure di Firenze) per l’indagine sulle metodologie di intervento applicabili alle opere giapponesi, sia metalliche che polimateriche, sviluppate in cantieri di lavoro e ricerche individuali di tesi. A questa si aggiungono le recenti indagini elaborate con il CNR per un’avanzatissima analisi metallografica dei manufatti nipponici, lame e tsuba di spada, che stanno riservando grandi sorprese per la migliore conoscenza e datazione delle opere.
opere prestate • ospite a: Principato di Monaco, Grimaldi Forum per la mostra: Kyoto-Tokyo. Des Samourais aux Mangas, fino a settembre 2010 Un consistente gruppo di armi e armature giapponesi della raccolta Stibbert partecipano alla grande mostra organizzata dal Grimaldi Forum • ospite a: Firenze, Palazzo Strozzi per la mostra: Bronzino. Pittore e poeta alla corte dei Medici, 24 settembre 2010-23 gennaio 2011 La bella Maddalena penitente di Alessandro Allori torna a Palazzo Strozzi per la mostra sul Bronzino e il Manierismo fiorentino • ospite a: Madrid, Museo Thyssen-Bornemisza per la mostra: Domenico Ghirlandaio. Il Ritratto di Giovanna Tornabuoni, settembre-ottobre 2010 Due raccolte di stemmi fiorentini della collezione Stibbert contribuiscono a creare l’atmosfera fiorentina nella mostra creata intorno al bel ritratto del Ghirlandaio
illustrazione di Silvia Cheli
via Frederick Stibbert, 26 aperto: da lunedì a mercoledì 10-14, da venerdì a domenica 10-18 chiuso: Capodanno, Pasqua, 1 maggio, Ferragosto, Natale
www.museostibbert.it
el 1911 l’architetto e storico dell’arte inglese Herbert Percy Horne acquista Palazzo Corsi, in via dei Benci, con l’intento di offrire un’adeguata cornice alla propria collezione di dipinti, sculture, disegni e arredi, così da ricreare l’atmosfera e gli ambienti di una dimora rinascimentale. Alla sua morte, nel 1916, Horne lascia la propria raccolta (che nel frattempo si è sviluppata fino ad accogliere oltre 6.000 opere) allo Stato italiano, dando vita a una fondazione destinata “a beneficio degli studi”. Ancora oggi il museo si presenta ai visitatori così come lo ha voluto il collezionista inglese: un raffinato scrigno di capolavori di pittura e scultura (da Giotto a Simone Martini, a Masaccio, a Filippino Lippi, a Domenico Beccafumi e Giambologna), ma anche e soprattutto una casa, con pregiati arredi dal Due al Seicento. Nel cuore di Firenze, luogo simbolo della cultura e dell’arte del Rinascimento, il museo si propone come uno spazio in cui rivivere il passato e scoprire usi, costumi e arte della città tra Quattro e Cinquecento. Dal 2004 la ricerca, la didattica e le mostre temporanee possono usufruire di spazi appositamente attrezzati, ricavati nei sotterranei del palazzo.
museo horne
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via dei Benci, 6 aperto: da lunedì a sabato 9-13
www.museohorne.it
• ospite a: Mannheim, Reiss-Engelhorn Museen per la mostra: Gli Svevi e l’Italia, settembre 2010-febbraio 2011 Un’approfondita analisi del dominio svevo tra XII e XIII secolo, tra Germania, Sicilia e Lombardia, a cui il Museo Stibbert partecipa con alcuni rarissimi oggetti duecenteschi, sproni e pomi di spada
casa buonarroti
l fastoso palazzo secentesco, adibito a galleria da Michelangelo Buonarroti il Giovane, svolge una duplice funzione: testimoniare l’impegno dei Buonarroti nell’ampliare la dimora e abbellirla, al fine di raccogliervi rare collezioni d’arte e preziose eredità culturali (tra cui l’Archivio e la Biblioteca), e allo stesso tempo celebrare il genio di Michelangelo, esponendo importanti opere quali la Madonna della scala, la Battaglia dei Centauri e la ricca collezione di disegni autografi. Da non dimenticare le mostre allestite periodicamente nel museo, che si concentrano sia sul patrimonio culturale, artistico e di memorie della Casa Buonarroti sia su Michelangelo e il suo tempo.
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p r oge t t o
Nel nome di Michelangelo Il progetto offre percorsi di visita congiunti tra il Museo della Casa Buonarroti e il Complesso monumentale di Santa Croce, due istituzioni che trovano un importante punto d’incontro nel nome di Michelangelo: dai capolavori della prima giovinezza esposti in Casa Buonarroti al luogo di sepoltura nella chiesa di Santa Croce. L’iniziativa, avviata nell’aprile 2010, intende inoltre valorizzare la storia del quartiere di Santa Croce con attività culturali e promozionali. Fra gli incontri programmati 25 novembre Alessandro Cecchi, La tomba di Michelangelo in Santa Croce
via Ghibellina, 70 aperto: lunedì e da mercoledì a domenica 9,30-16 chiuso: Capodanno, Pasqua, 1 maggio, 15 agosto, Natale
www.casabuonarroti.it
calendario mostre settembre 2010-febbraio 2011 Una gloria europea. Pietro da Cortona a Firenze (1637-1647) a cura di Roberto Contini e Francesco Solinas fino all’11 ottobre 2010 In virtù del legame con Michelangelo Buonarroti il Giovane, suo amico e generoso ospite durante i soggiorni fiorentini, Pietro da Cortona (1597-1669) lasciò a Casa Buonarroti testimonianze importanti della sua arte, dall’affresco nella Camera della Notte e del Dì alle raffinatissime tarsie lignee. Questi pezzi, dai quali prende le mosse la mostra, pur rimanendo nelle sale secentesche del museo, fanno parte del percorso espositivo. L’evento, particolarmente significativo sia per la presentazione di pezzi inediti o poco noti sia per l’impostazione critica insolita e affascinante, presenta dipinti e disegni eseguiti dall’artista prima e durante il periodo fiorentino. Provenienti da collezioni italiane e straniere, le opere in mostra testimoniano il nuovo linguaggio artistico elaborato nella Roma dei Barberini e destinato a diffondersi in tutta Europa; nell’ultima sezione una campionatura di dipinti inediti, sculture e preziosi oggetti d’arte illustra la tarda stagione secentesca e l’eredità del lessico cortonesco.
Bronzi per Michelangelo 9 novembre 2010-10 gennaio 2011 11 riproduzioni di bronzo a grandezza naturale di opere di Michelangelo, dalla Battaglia dei Centauri al Mosè, alla Pietà Rondanini, provenienti dalla Fonderia Artistica Ferdinando Marinelli, saranno visibili nel cortile e nelle sale espositive di Casa Buonarroti.
Disegni di Leonardo e leonardeschi febbraio 2011 In mostra 12 disegni di Leonardo e di artisti leonardeschi dalla Biblioteca Ambrosiana di Milano.
settembresettembreottobreottobrenovembrenovembredicembredicembregennaiogennaiofebbraiofebbraio
GALLERIA FRILLI STUDIO DI SCULTURA A FIRENZE DAL 1860
www.frilligallery.com via dei Fossi, 26r 50123 Firenze 055 210212
La scultura si conosce toccandola Quanti di noi in un museo non hanno provato il forte desiderio di toccare una statua, di sfiorare quel volto, di sentire l’energia di quel muscolo contratto? Toccandola, una statua non è più qualcosa di freddo e inanimato, ma un capolavoro che vibra e palpita, che vive attraverso le nostre dita. A chi entra nella nostra Galleria, magari di ritorno dal Museo del Bargello, e si aggira curioso nelle sale, suggeriamo di toccare le statue, passando dal marmo al bronzo, dall’alabastro alla pietra, e scoprire un mondo affascinante che regala emozioni. Da 150 anni, con le nostre repliche artistiche, da calco sull’originale, di elevata qualità, offriamo ad appassionati ed esigenti collezionisti, ad architetti e arredatori internazionali, ai musei e alle case d'asta più qualificate, sculture dell’arte classica, rinascimentale e moderna, fuse a “cera persa” o scolpite a mano, che tramandano un sapore antico capace di dialogare armoniosamente con il presente. Fra le innumerevoli opere realizzate in tutto il mondo per competenti committenze pubbliche e private, nel 1990 la Galleria Frilli ha realizzato la replica da calco sull’originale della Porta del Paradiso del Ghiberti, nel Battistero di Firenze.
museo galileo
focus Nel segno di Galileo: il nuovo Museo di Storia della Scienza
Percorso espositivo
Dopo due anni di chiusura per lavori di radicale ristrutturazione e riallestimento delle sale espositive, il Museo di Storia della Scienza riapre al pubblico con la nuova denominazione di Museo Galileo. La
Primo piano: collezione medicea
scelta di intitolare al grande scienziato la straordinaria raccolta di strumenti scientifici e apparati sperimentali messa insieme dai Medici e dai Lorena nell’arco di circa tre secoli è motivata da una serie di ragioni strategiche sul piano della comunicazione. In primo luogo, l’esigenza pratica di identificare il nostro ente con un nome facile da ricordare, non ignorando il fatto che da anni molti visitatori stranieri usano riferirsi a questa istituzione proprio con la formula semplificata, quanto appropriata, “Museo Galileo”. Una seconda ragione risiede nella volontà di indicare l’avvio di un nuovo ciclo della storia del nostro ente, a ottant’anni dalla sua fondazione avvenuta nel 1930. La denominazione iniziale, del resto, ha subito nel tempo ben due modifiche in relazione alla crescita dell’istituzione. La formula Istituto e Museo di
Dopo un’introduzione al collezionismo mediceo, il percorso inizia con il tema astronomico, caro ai primi Medici, i quali associarono la forza del proprio potere al controllo dei moti planetari. Cosimo I, in particolare, identificando il proprio nome con la parola kosmos, favorì le ricerche cosmografiche celebrandole nella propria collezione e negli edifici della città.
Storia della Scienza, adottata negli anni cinquanta e rimasta inalterata fino ai nostri giorni, bene indicava il perfetto bilanciamento tra la conservazione museale e l’attività di ricerca. Per
continuare a sottolineare questa duplice funzione, l’intestazione resta ora come sottotitolo della nuova denominazione: Museo Galileo - Istituto e Museo di Storia della Scienza. Il nuovo ciclo si inaugura con la fine dei lavori di allestimento degli spazi espositivi che concludono un percorso, ormai quasi trentennale, avviato dall’attuale direttore, Paolo Galluzzi. In terzo luogo, la nuova denominazione riflette l’ambizione di presentare il museo come una logica conclusione delle manifestazioni che lo scorso anno, proclamato dall’UNESCO Anno Internazionale dell’Astronomia, hanno celebrato in Italia e nel mondo le prime scoperte astronomiche di Galileo. L’inaugurazione del Museo
Galileo cade a 400 anni dalla pubblicazione del Sidereus Nuncius (marzo 1610), il piccolo libro che ha rivoluzionato la concezione dell’universo, contribuendo significativamente all’avvento della scienza moderna. Quarta ma non ultima considerazione, è la necessità di porre l’accento sull’importanza che l’eredità galileiana riveste nel patrimonio museale e nelle attività di ricerca del nostro istituto, senza dimenticare il fatto, certamente non secondario, che il nostro museo ha il privilegio di conservare i soli strumenti superstiti di Galileo. Il nuovo allestimento museografico comunica precisamente questo messaggio, riordinando le collezioni in senso storiografico piuttosto che tipologico. Il percorso espositivo è un viaggio che ricostruisce il contesto storico e culturale in cui le collezioni medicee e lorenesi hanno preso corpo, gli ambienti che le hanno ospitate, le ambizioni dei committenti, le attività degli scienziati. Galileo è in qualche modo il fulcro intorno a cui si articolano i temi delle sale, sia perché la raccolta dei primi granduchi esemplifica la cultura scientifica in cui lo scienziato ebbe la sua formazione, sia perché gli strumenti e gli apparati sperimentali raccolti fino alla fine del Settecento esprimono la forte impronta galileiana impressa agli sviluppi delle scienze fisiche e matematiche nell’età moderna. Il
di Filippo Camerota Vice Direttore Museo Galileo
Museo Galileo è un luogo di storia della scienza che ricostruisce, intorno alla figura rappresentativa dello scienziato pisano, la storia di una città che oltre ad essere stata una culla delle arti fu anche una grande capitale della scienza. I Medici e i Lorena furono per circa tre
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secoli protettori e mecenati di astronomi e scienziati e le loro corti furono teatro di alcuni tra i più importanti episodi della scienza moderna. Il percorso espositivo, curato da un team di studiosi delle varie discipline rappresentate nella collezione (Marco Beretta, Paola Bertucci, Paolo Brenni, Filippo Camerota, Paolo Galluzzi, Mara Miniati e Giorgio Strano), ricostruisce i vari episodi della scienza a corte, dai monumenti cosmografici dei primi granduchi alla straordinaria e al tempo stesso drammatica esperienza galileiana, fino alle sperimentazioni degli Accademici del Cimento nei locali di palazzo Pitti e alle attività di ricerca del lorenese Museo di Fisica e Storia Naturale.
Sul piano dell’informazione, il nuovo allestimento si avvale di tecnologie innovative, mettendo a disposizione dei visitatori sistemi portatili audio-video, appositamente realizzati per questa applicazione. Apparecchi piccoli come un cellulare, muniti di auricolare, permettono di ‘navigare’ all’interno del museo, accedendo a tutte le informazioni disponibili nel catalogo multimediale: schede ipertestuali, notizie biografiche, animazioni, e molto altro. I tradizionali pannelli grafici e una breve guida cartacea forniscono comunque le informazioni necessarie, seppur sintetiche, per muoversi nelle sale senza guida multimediale. L’elegante allestimento progettato da Guicciardini & Magni Architetti – con ampie vetrine e colori diversi sala per sala – è stato studiato per esaltare le qualità estetiche degli oggetti e rendere la visita un’esperienza visiva gratificante oltre che formativa.
sale I-IV
sala V Si devono a Cosimo I e al figlio Ferdinando anche gli sviluppi toscani della scienza della navigazione, necessario sostegno delle mire espansionistiche e commerciali del Granducato e del potenziamento del porto di Livorno.
sala VI Fondamentale campo di applicazione delle scienze fu la nuova tecnologia militare che cambiò radicalmente la concezione della guerra da arte cavalleresca a scienza matematica. In questo settore si inserì il giovane Galileo con il compasso geometrico e militare, che anticipò il prestigio conquistato alla corte medicea.
sale VII-IX Con il telescopio e le sue scoperte astronomiche Galileo lasciò nella cultura del tempo un segno indelebile che, nonostante la condanna della Chiesa, si consolidò attraverso la protezione dei Medici e l’attività dei suoi discepoli.
Secondo piano: collezione lorenese sala X Dopo il declino della dinastia medicea, il governo lorenese seppe valorizzare e incrementare la collezione dotandola di un apposito spazio museale nell’Imperiale e Regio Museo di Fisica e Storia Naturale, presso palazzo Pitti.
sale XI-XIII La moda settecentesca di diffondere le scienze in forma spettacolare tra le classi colte favorì la produzione di nuovi strumenti didattici per illustrare le nuove scoperte nei campi dell’acustica, della termologia, dell’ottica, dell’elettricità.
sala XIV In Italia, solo il direttore dell’osservatorio astronomico fiorentino, Giovanni Battista Amici, fu in grado di realizzare strumenti ottici originali che poterono competere con la grande produzione europea.
sale XV-XVI Con l’affermazione del metodo sperimentale nel XVII secolo, nuovi strumenti permisero di indagare i fenomeni della natura, di scoprire le leggi che li governano e di svelare realtà fino ad allora sfuggite alla percezione dei sensi.
sala XVII Di grande rilevanza è anche l’impegno lorenese nell’ambito della chimica farmaceutica e dei nuovi indirizzi teorici e sperimentali che animavano il dibattito chimico europeo.
sala XVIII Il successo della scienza sperimentale tra le classi elevate creò un nuovo mercato per i costruttori di strumenti che, accanto ai pezzi da collezione, introdussero una serie di apparecchi impiegati in ambito domestico per l’intrattenimento culturale e l’autoistruzione.
museo galileo
l Museo Galileo, erede di una tradizione di collezionismo scientifico che vanta quasi cinque secoli di storia, si è sviluppato dall’interesse che i granduchi di Toscana rivolsero agli strumenti e agli esponenti della scienza e ruota intorno alla figura di Galileo Galilei, autorevole quanto discusso protagonista dell’astronomia e della scienza moderna.
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piazza dei Giudici, 1 aperto: da mercoledì a lunedì 9,30-18, martedì 9,30-13 chiuso: Capodanno, 6 gennaio, Pasqua, 1 maggio, 15 agosto, 1 novembre, 8 dicembre, Natale, 26 dicembre,
www.museogalileo.it
nota “I grandi restauri” Importanti restauri hanno restituito l’originario splendore a strumenti di grandissimo pregio, come la sfera armillare di Antonio Santucci e i globi di Vincenzo Coronelli, che rappresentano alcuni dei pezzi più spettacolari della collezione. La sfera di Santucci, in particolare, modello del sistema cosmologico tolemaico, è tornata in tutta la sua magnificenza a testimoniare la straordinaria abilità dei cosmografi, degli artisti e degli artigiani che contribuirono alla crescita di una collezione tra le più belle del mondo. La sfera campeggia al centro di una sala circolare che evoca la geometria dell’universo tolemaico, diametralmente contrapposta alla sala ellittica che ospita gli strumenti di Galileo e che evidenzia a sua volta la nuova geometria dei cieli.
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palazzo medici riccardi
alazzo Medici Riccardi è uno dei più significativi edifici di Firenze: per la sua centralità, per la sua imponenza e bellezza, per il patrimonio artistico che ospita – la celebre Cavalcata dei Magi di Benozzo Gozzoli – e per il suo percorso museale recentemente ampliato. Palazzo Medici Riccardi ospita inoltre alcuni uffici della Provincia di Firenze e offre a cittadini e turisti una ricca programmazione di eventi culturali diffusi in ogni area territoriale. La rassegna “Il Genio nel Territorio” propone eventi teatrali, letture, concerti, spettacoli e molto altro.
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via Cavour, 3 aperto: tutti i giorni 9-19 chiuso: mercoledì prenotazioni e biglietteria: 055 2760340
www.palazzo-medici.it
evento avvenimenti
Anniversario della fondazione della Biblioteca Moreniana 14 settembre 2010
convegno Dall’arte antica all’architettura contemporanea: omaggio a Giovanni Michelucci 14 e 15 ottobre 2010 A 20 anni dalla scomparsa di uno dei più importanti maestri del Novecento, l’Assessorato alla Cultura della Provincia di Firenze dedica un grande omaggio all’architetto Giovanni Michelucci. Studiosi, architetti, urbanisti e sociologi si interrogheranno sulle recenti trasformazioni del nostro territorio, sul controverso rapporto tra tradizione e innovazione, tra architettura e pianificazione, tra città e comunità, riallacciando idealmente un dialogo con il grande architetto pistoiese interrotto 20 anni fa, ma ancora sorprendentemente attuale. Al convegno interverranno tra gli altri, gli architetti Paolo Portoghesi, Franco Purini, Fabrizio Rossi-Prodi, Corrado Marcetti, Paolo Zermani.
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In programma anche una mostra di disegni originali di Giovanni Michelucci, nella Biblioteca Riccardiana e nel percorso museale di Palazzo Medici Riccardi.
Palazzo Medici Riccardi ospita due realtà uniche nel panorama cittadino, regionale e nazionale: le Biblioteche Riccardiana e Moreniana. Si tratta di due luoghi frequentati da studiosi di tutto il mondo che vengono a Firenze per consultare le prestigiose opere qui custodite. Quest’anno ricorre il 140° anniversario dalla fondazione della Biblioteca Moreniana e per l’occasione è stato organizzato un convegno di studi. Seguirà una mostra, allestita in collaborazione con la Biblioteca Riccardiana, che si propone di esporre i pezzi più pregiati del patrimonio documentario e cartografico.
mostra D’Annunzio e Firenze. 1910: l’anno della fuga in Francia 25 novembre 2010-25 gennaio 2011 L’esposizione vuole ricordare il periodo fiorentino di Gabriele D’Annunzio, oltre a dare un’idea della Città Gigliata e della sua società a 100 anni esatti da oggi. La mostra sarà allestita nel percorso espositivo di Palazzo Medici Riccardi.
www.provincia.fi.it
Lettura Insieme
Il Genio nel Territorio
Interessante programmazione di reading a partire da settembre, a cura di celebri personaggi della cultura e della scienza, nei luoghi più suggestivi del territorio. Tra gli altri, leggeranno testi di autori classici e contemporanei, italiani e stranieri, Margherita Hack, Giuliana Lojodice, Paola Calvetti, Marinella Guatterini, Milena Vukotic. per le informazioni e le date in calendario www.provincia.fi.it/cultura
Musica Insieme
Il Genio nel Territorio
Ciclo di lezioni-concerto, pensate per ricordare anche a Firenze il bicentenario della nascita di Fryderyk Chopin. Grazie all’adesione di oltre 30 Comuni e insieme agli allievi dei corsi di perfezionamento della Scuola di musica di Fiesole, dei corsi superiori del Conservatorio “Cherubini” e dell’Orchestra Regionale della Toscana, la Provincia offre a cittadini e turisti una grande rassegna itinerante nelle più suggestive location del territorio. Settembre
5 settembre, Reggello 10 settembre, Rufina 11 settembre, Firenzuola 12 settembre, Certaldo 17 settembre, Pelago 18 settembre, Palazzuolo sul Senio 19 settembre, San Godenzo 22 settembre, Barberino del Mugello
Ottobre
2 ottobre, Impruneta 7 ottobre, Pontassieve 10 ottobre, Gambassi Terme 12 ottobre, Certaldo 16 ottobre, Greve in Chianti 17 ottobre, Calenzano 26 ottobre, Lastra a Signa 27 ottobre, Castelfiorentino
tutti i concerti sono a ingresso libero
Novembre
4 novembre, San Casciano 20 novembre, Marradi
Dicembre
11 dicembre, Firenze, Conservatorio Cherubini
per tutte le altre date: www.provincia.fi.it
Cresce la cultura
La Provincia di Firenze promuove lo sviluppo della cultura con iniziative ed eventi su tutto il territorio. Grazie al Piano Integrato per la Cultura regionale, arte contemporanea, festival, musei, appuntamenti con pittura e scultura si fanno ancora più vicini. Un calendario ricco di eventi e un impegno a sostenere una risorsa capace di creare valore: far crescere la Provincia e ognuno di noi. Tante attività pensate specialmente per i più piccoli nella rete dei musei del territorio. Tra gli altri segnaliamo la Rete museale del Mugello, del Valdarno e della Valdipesa. Il Museo Manzi di Campi Bisenzio, il Polo Villa Caruso Bellosguardo, il Museo di Cultura Contadina Carmagnini di Sesto Fiorentino e quello della Paglia di Signa organizzano attività legate alla manualità e alle tecniche artistiche, come la lavorazione della paglia e dell'intreccio. Musei, ma anche festival e rassegne d’arte contemporanea. Per esempio Musica dei Popoli (2-29 ottobre, Firenze), Beyond Media (25 novembre-10 dicembre, Firenze) e Tuscia Electa (fino a settembre, Greve in Chianti e San Casciano). per informazioni www.provincia.fi.it/cultura
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“Maestri Allievi Maestri” Il Genio nel Territorio
Provincia di Firenze
le attività autunno-inverno 2010
Vuole dare un’opportunità in più ai giovani artisti l’iniziativa “Maestri Allievi Maestri”, ideata e promossa dalla Provincia di Firenze, che consentirà a un gruppo di allievi selezionati dalle Accademie di Belle Arti di tutta Italia di seguire uno stage formativo insieme al Maestro Arnaldo Pomodoro (novembre 2010, premio Baccio da Montelupo). Il primo cantiere del ciclo “Maestri Allievi Maestri” ha visto la partecipazione del Maestro Enzo Cucchi, intervenuto a Vicchio per il premio Giotto.
museo richard ginori • museo per la matematica
Il giardino di Archimede. Un museo per la matematica
Il Giardino di Archimede è un museo, il primo nel suo genere, dedicato completamente alla matematica e alle sue applicazioni. Il museo è articolato su percorsi coerenti, che vivono di vita propria come mostre indipendenti. La sezione iniziale è costituita dalla mostra Oltre il compasso, la prima realizzata dal museo. Attraverso una serie di meccanismi e strumenti direttamente azionabili, il visitatore è introdotto alla scoperta del mondo delle curve, degli intrecci che queste hanno con scienza e tecnologia, ma anche, molto più in pratica, di come esse si ritrovano nella costruzione e nel funzionamento di oggetti usati quotidianamente da tutti noi. L’incontro con le curve s’inizia dalla semplice retta e dalla circonferenza per passare alle sezioni coniche, usate in sofisticate attrezzature come le antenne satellitari, i telescopi, i radiofari. L’ultima parte di questa sezione riguarda invece curve più complesse e loro applicazioni. Qualche esempio pratico: la cicloide e il suo uso negli orologi a pendolo, la spirale nell’applicazione del rocchetto della macchina per cucire, l’evolvente del cerchio e la forma dei denti degli ingranaggi, fino a giungere ai frattali e ai loro corrispondenti nel mondo della natura. Per informazioni sulle altre sezioni, consultare il sito. via San Bartolo a Cintoia, 19/a aperto: da lunedì a venerdì 9-13, domenica 15-19 chiuso: festivi e agosto
www.archimede.ms
Museo Richard Ginori
Nel Museo trovano collocazione le raccolte storiche dell’antica manifattura di Doccia, esposte in studiato contrasto con l’edificio rettilineo e scabro, esempio di architettura toscana di inizio anni sessanta. Il binomio Richard Ginori identifica le due dinastie che hanno guidato la manifattura: nel Settecento i Ginori e poi i Richard, dal 1896 al 1960 circa. Chi vorrà scoprire questo tesoro nascosto alle porte di Firenze, meta irrinunciabile per gli appassionati di arti decorative e design, troverà grandi sculture in porcellana bianca, rari calchi in cera da modelli di Foggini e Soldani Benzi, galanterie settecentesche, sedili da giardino in maiolica, vasi Liberty, ceramiche firmate Gio Ponti, prototipi di noti designer e molto altro.
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viale Pratese, 31, Sesto Fiorentino aperto: da mercoledì a sabato 10-13, 14-18; fino al 14 novembre 2010 da giovedì a domenica 10-13 e 15-19, mercoledì 10-13 e 14-18
www.museodidoccia.it
m os t r a Omaggio a Venere. Il culto della bellezza ideale nei modelli della Manifattura di Doccia a cura di Rita Balleri e Oliva Rucellai fino al 14 novembre 2010 Un omaggio alla Venere de’ Medici, la copia in porcellana della celeberrima scultura antica, acclamata fin dal suo apparire nella collezione di Villa Medici a Roma (1576) e considerata modello esclusivo di bellezza classica. Anche Carlo Ginori, fondatore della manifattura di Doccia, cedette al fascino della Venere medicea e intorno al 1745 ne mise in produzione la copia in porcellana bianca. La mostra, attraverso un gruppo di sculture della collezione di Doccia accompagnate da riproduzioni di incisioni e citazioni dagli scritti di viaggiatori illustri, passa in rassegna altri tipi celebri di Veneri che, al pari di quella medicea, trovarono spazio nelle dimore dei turisti del Grand Tour: la Venere della Conchiglia, la Venere Callipige e la Venere di Roma, riprodotte in modelli di gesso, cera e porcellana.
av ven i m en t i Prima edizione del concorso MANIfactory Organizzato da Legambiente e Richard Ginori 1735 nell’ambito della campagna Salvalarte e rivolto agli studenti under 30 delle Accademie Nazionali di Belle Arti, il concorso concluso nel luglio 2010 ha visto tra i quattro vincitori due studenti dell’Accademia di Firenze oltre a una speciale menzione d’onore. Il concorso invitava a cimentarsi nella progettazione di oggettistica in porcellana sul tema della “contaminazione” tra le arti. I progetti dei vincitori passeranno alla fase di produzione in serie negli stabilimenti Richard Ginori 1735. conferenze 16 ottobre 2010 ore 16 Fabrizio Paolucci, Il Mito di Venere dalla Grecia a Roma 6 novembre 2010 ore 16 Mara Visonà, Il Grand Tour e la passione per l’antico
opere prestate Il Museo partecipa con 20 opere di Gio Ponti a New York, Triennale
per la mostra Expression of Gio Ponti 15 settembre 2010-9 gennaio 2011
Museo Bandini
Il museo espone reperti protostorici, etruschi, romani e medievali, rinvenuti durante scavi sul territorio fiesolano, e oggetti di varia provenienza donati da collezionisti privati. Con l’accrescersi della consistenza del suo patrimonio, nel 1914 fu trasferito dalla prima sede nel Palazzo Pretorio (attuale sede del Comune) in un edificio progettato da Ezio Cerpi e costruito all’interno dell’area archeologica. Riordinato nel 1981, ospita anche la Collezione Costantini.
Ospitato nella palazzina di primo Novecento appositamente realizzata dall’architetto Giuseppe Castellucci, il museo fu fondato nel 1795 da Angelo Maria Bandini nella chiesa di Sant’Ansano e alla morte del canonico passò per testamento al Capitolo Fiesolano. Da non perdere nella sala al piano terreno le pregevoli terrecotte robbiane (fra cui l’Effigie del giovane detto Sant’Ansano di Andrea della Robbia), frammenti di sculture antiche, mobili intarsiati e bassorilievi in marmo; le due sale al primo piano custodiscono invece dipinti databili fra il XIII e il XVII secolo, fra i quali opere di Taddeo Gaddi, Nardo di Cione e Lorenzo Monaco.
via Portigiani, 1, Fiesole aperto: tutti i giorni, marzo 10-18, da aprile a settembre 10-19, ottobre 10-18, da novembre a febbraio 10-14 chiuso: martedì da novembre a febbraio
via Giovanni Dupré, 1, Fiesole aperto: tutti i giorni, marzo 10-18, da aprile a settembre 10-19, ottobre 10-18, da novembre a febbraio 10-14 chiuso: martedì da novembre a febbraio
www.fiesolemusei.it
m o st r e fino al 3 ottobre 2010
Stilling. Fiesole Area e Museo Civico Archeologico
Frank Lloyd Wright a Fiesole 100 anni dopo Sala Costantini, Museo Civico Archeologico
www.fiesolemusei.it
Fondazione Primo Conti
La quattrocentesca villa Le Coste, oggi sede della Fondazione, fu per molti anni l’abitazione di Primo Conti. Istituita nel 1980 come Centro di Documentazione e Ricerche sulle Avanguardie Storiche grazie alla donazione della famiglia Conti, la Fondazione si articola in tre sezioni: il Museo delle Opere di Primo Conti che accoglie 63 dipinti e 163 disegni dell’artista fiorentino, l’Archivio composto da numerosi fondi − tra cui gli archivi di Papini, Conti, Pavolini, Carocci, Pea, Samminiatelli − e lo Studio. Il Museo e l’Archivio rappresentano nel loro insieme un centro unico in Italia per ripercorrere e ricostruire con rigore scientifico la vicenda dell’Avanguardia storica. via Giovanni Dupré, 18, Fiesole aperto: Museo Primo Conti, da lunedì a venerdì 9-13. Visite anche il sabato, la domenica e il pomeriggio, per gruppi, previo appuntamento Archivio della Fondazione, da lunedì a venerdì 9-13, previo appuntamento.
musei di fiesole
Museo Civico Archeologico
av ven i m en t i Premio Fiesole Narrativa Under 40 novembre 2010 Il Premio Fiesole, nato nel 1990 su iniziativa di un gruppo di intellettuali fiesolani, giunge alla diciannovesima edizione. La giuria selezionerà il vincitore tra i libri di autori under 40 pubblicati nell’anno corrente; anno dopo anno sono stati premiati tanti giovani “grandi” scrittori come Mario Calabresi, Sandro Veronesi, Paolo Giordano, Roberto Cotroneo, Silvia Ballestra, Ernesto Franco, Diego De Silva, Guido Conti. Nomi di grandissimo rilievo del panorama culturale italiano sono quelli che hanno ricevuto negli anni i prestigiosi “Premi Speciali”: fra questi Piergiorgio Odifreddi, Eugenio Borgna, Sergio Staino, Stefano Bartezzaghi, Luciano Ligabue, Domenico Procacci, Vincenzo Cerami e Raffaele Crovi. Altri personaggi, come Edoardo Boncinelli e Pier Luigi Vigna solo per citarne alcuni, sono stati ospiti del Premio per confrontarsi con i vincitori, trasformando la serata di premiazione in un interessante pomeriggio culturale. Per rendere più completa l’offerta al pubblico, intorno al Premio vengono organizzate iniziative di vario genere: dalle presentazioni di libri alle mostre d’arte contemporanea alle esposizioni di fotografia. www.comune.fiesole.fi.it
www.fondazioneprimoconti.org
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“stranieri” a firenze
focus New York University in Florence Villa La Pietra La New York University a Firenze è ospitata a Villa La Pietra, la proprietà che Harold Acton lasciò in eredità alla stessa Università nel 1994, anno della sua morte. La villa conserva la collezione Acton, ricca di più di 7.000 fra dipinti, sculture, oggetti e una Biblioteca con circa 12.000 volumi e 16.000 fotografie. La villa con il bellissimo giardino è aperta al pubblico con visite guidate gratuite nella terza settimana di aprile e di ottobre, solo su prenotazione (entro il mese antecedente alla settimana di apertura). La New York University in Florence ospita i seminari del Remarque Institute e del Graduate Studies, l’Acton Miscellany, il Season Events e La Pietra Policy Dialogues. via Bolognese, 120
a cura di Alyson Price
www.nyu.edu/global/lapietra/
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“La Pietra Coalition to Advance Women and the World” al suo secondo incontro Nell’ottobre del 2010, la Federazione La Pietra per la Promozione della Donna nel Mondo si riunirà, insieme ai suoi gruppi di lavoro, a Villa La Pietra. Questo secondo incontro annuale per discutere sullo stato delle donne riunirà alcuni eminenti personaggi provenienti da varie professioni e da esperienze trasversali, fra i quali attivisti e leader in prima linea nello sviluppo delle parità delle donne. La Federazione è diretta dall’associazione “Vital Voices Global Partnership” con il sostegno della Paul E. Singer Family Foundation in associazione con la “La Pietra Policy Dialogues”, un’organizzazione della New York University che promuove il dialogo politico. “Vital Voices” è un’iniziativa democratica che il Governo degli Stati Uniti ha intrapreso all’indomani della conferenza di Pechino fra gli scopi della propria politica estera. Vital Voices Global Partnership è diventata la più importante organizzazione non governativa dedicata al sostegno e alla promozione delle donne nel mondo. Per Vital Voices quest’anno si presenta un’eccezionale opportunità di valutare quanto cammino hanno percorso le donne da Pechino a oggi, quali progressi sono stati fatti e quali sono ancora gli obiettivi da raggiungere. Particolare attenzione sarà data in questo nuovo incontro al ruolo che gli uomini – capi d’azienda e leader religiosi – esercitano nello stimolare la volontà politica e all’importanza di rafforzare le strutture economiche in cui le donne possano avere successo.
Harold Acton e Firenze Nell’aprile del 1986, poco prima di compiere 82 anni, Harold Acton ricevette – con una solenne cerimonia a Palazzo Vecchio – la cittadinanza onoraria della città di Firenze. La cittadinanza conferitagli dall’appena nominato Sindaco Bogiankino e, benché non mancarono le controversie (era stato appena annunciato il lascito di Villa La Pietra alla New York University), era evidente che l’onorificenza suscitò nel beneficiario immensa soddisfazione. E proprio nel momento in cui i trombettisti del Comune, con le loro simpatiche uniformi medievali, davano fiato alle loro trombe, si udì un bisbiglio dalla prima fila: “Ah, la banda!”. Era Hamish Hamilton, vecchio amico nonché, un tempo, editore di Acton. Ciò che gratificava particolarmente Acton nel ricevere la cittadinanza onoraria era che l’evento sigillava la sua storia d’amore, lunga tutta una vita, con la città che gli aveva dato i natali e, come in ogni storia d’amore, ci furono periodi di allontanamento, alcuni dei quali assai lunghi. Acton passò infatti a Pechino i sette anni precedenti la Seconda Guerra Mondiale e fu in questo periodo, durante una visita a casa nel dicembre del 1936, che Acton colse la profondità del suo legame con Firenze. Nelle sue memorie autobiografiche – Memoires of an Aesthete – Acton descrive la rivelazione che avvenne mentre beveva Chianti sul balcone di casa in lungarno alle Grazie con gli amici Norman Douglas e Pino Orioli: “Altri bicchieri si colmavano fino all’orlo mentre contemplavamo il tramonto dalla finestra, con Arcetri e San Miniato che si elevavano davanti a noi, miniatura d’un codice medievale, e sull’estrema sinistra le colline oltre Pontassieve, d’un pallido colore porporino, che svanivano lentamente: ecco un vero paesaggio umanistico. Possedeva la divina, innocente semplicità ch’è l’essenza della somma musica e poesia, quella stessa armonia perfetta che fu espressa da Dante e Monteverdi. Mi tornarono le emozioni dell’infanzia, non meno intense di qualsiasi altra avessi sperimentato dopo di allora. Compresi che Firenze non aveva perso il suo dominio su di me”. Nato nel 1904 a Villa La Pietra, residenza dei suoi genitori, Harold frequentò la scuola per l’infanzia diretta dalla Signorina Penrose. Durante le vacanze scolastiche dai collegi, era entusiasta di tornare a Firenze e quando studiava a Oxford negli anni Venti, ogni tanto vi portava gli amici, come accadde con Robert Byron l’amico di Evelyn Waugh, che trovò La Pietra la più bella casa che avesse mai visto, “stipata di quadri di valore inestimabile, di cose, di statue, di meravigliose ceramiche”. Harold portò l’amico in tutti i suoi posti preferiti: Doney “ la tearoom dove si consuma più whisky che tè” e il nightclub Raiola’s. Poeta, scrittore, autore di teatro, traduttore dal cinese, biografo, memorialista – Harold Acton mise molto tempo a trovare la propria strada letteraria, che alla fine risultò essere quella di storico. Il suo maggiore successo come narratore storico lo deve ai suoi due corposi volumi sui Borboni di Napoli, tuttavia ha scritto almeno due eccellenti libri su Firenze: il primo The Last Medici, pubblicato a soli ventisette anni, racconta in modo spassoso le squallide vicende dei granduchi Cosimo III e Giangastone de’ Medici; il secondo libro, The Pazzi Conspiracy, scritto a settantaquattro anni, narra del complotto contro Lorenzo il Magnifico. Inoltre molti dei racconti di Acton sono ambientati a Firenze e ispirati alla perfidia dei pettegolezzi della comunità anglo-fiorentina. Nel prologo della raccolta di racconti The Soul Gymnasium and Other Stories (1982), Acton volge indietro lo sguardo con un certo affetto all’argomento “anglo-fiorentino”: “Durante il primo decennio del nostro secolo Firenze contava una folta colonia di esuli internazionali che due guerre mondiali, un interludio xenofobio, restrizioni e recessioni postbelliche sono andate lentamente ma infallibilmente riducendo a un minimo della sua consistenza primiera”. Benché “ridotta”, la comunità anglo-americana di Firenze esisteva ancora negli anni Ottanta e guardava ad Acton come al proprio decano, che ogni tanto parlava pubblicamente a nome di essa, come quando promosse la raccolta fondi per gli alluvionati del 1966 o quando supportò gli attivisti di Firenze Viva. In linea di massima, mantenne un basso profilo, supervisionando benevolmente l’andamento del British Institute, ospitando membri della famiglia reale inglese e lasciando che fiumane di gente attraversassero in visita la sua casa e il giardino. Ai concerti pomeridiani della Pergola, Acton era una figura familiare che, vestita dei suoi sorrisi “cinesi” e muovendosi con un’andatura distintamente proiettata in avanti, fendeva, arginandola, l’indesiderata attenzione della gente. Mark Roberts
Istituto Universitario Europeo/European University Institute
L’Istituto è un programma di studi di specializzazione post-laurea e postdottorato creato nel 1972 dai sei Stati membri fondatori della Comunità Europea per promuovere, in una prospettiva europea, lo sviluppo culturale e scientifico nel campo dell’economia, della storia e della giurisprudenza, delle scienze politiche e sociali. Numerosi i seminari e le conferenze presenziati da personaggi internazionali di primo piano. Badia Fiesolana via dei Roccettini, 9 - San Domenico di Fiesole
www.eui.eu
The Harvard University Center for Italian Renaissance Studies Il Centro, presso Villa I Tatti, dedica il proprio impegno allo studio approfondito del Rinascimento italiano: storia dell’arte, politica, economia, scienze sociali, storia della scienza, filosofia, religione, storia della letteratura e musica. Villa I Tatti via di Vincigliata, 26
www.itatti.it comunicazioni L’estate 2010 ha visto l’arrivo del nuovo Direttore Lino Pertile e del nuovo Assistant Director for Programs Jonathan Nelson.
Fondato nel 1917 per promuovere gli scambi culturali tra l’Italia e il mondo anglofono, oggi il British Institute offre un vasto programma di corsi di lingua inglese, lingua italiana e storia dell’arte oltre ad organizzare numerosi eventi culturali di varia natura. lungarno Guicciardini, 9
www.britishinstitute.it
Institut Français de Florence
L’Institut Français de Florence, il più antico al mondo (1907), è Ente dello Stato Francese e fa capo alla rete culturale dell’Ambasciata di Francia in Italia. È ospitato nel quattrocentesco Palazzo Lenzi e da oltre un secolo si distingue per un’attivissima e costante politica culturale e per l’eccezionale sviluppo della sua biblioteca-emeroteca. piazza Ognissanti, 2
www.france-italia.it attività
eventi
Cultural Programme In autunno serie di conferenze ogni mercoledì alle 18 20 ottobre 2010 conferenza di James Bradburne sulla mostra Bronzino. Pittore e poeta alla corte dei Medici a Palazzo Strozzi
Festival della creatività 21-24 ottobre 2010 La V edizione del Festival della Creatività pone i riflettori sulla Francia c/o Istituto Francese di Firenze e spazi vari www.festivaldellacreativita.it
Istituto Universitario Olandese di Storia dell’Arte Fondato nel 1958 per promuovere gli interscambi culturali, in particolare tra il Nord e il Sud dell’Europa, l’Istituto Universitario Olandese di Storia dell’Arte possiede una ricca e articolata biblioteca, che vanta una prestigiosa raccolta di testi critici sulla storia dell’arte e della cultura. Le principali aree di specializzazione sono l’arte italiana e l’arte dei Paesi Bassi. L’Istituto promuove numerose mostre, pubblicazioni e conferenze. viale Torricelli, 5
www.iuoart.org
Villa Finaly Université de Paris
Donata dalla famiglia Landau-Finaly nel 1953 all’Università di Parigi, che la gestisce tutt’oggi, la Villa accoglie congressi e incontri scientifici internazionali organizzati in collaborazione con le Università italiane. Ospita regolarmente studiosi ricercatori.
Incontri in biblioteca Jean-Pierre Milovanoff, “L’angelo caduto” 10 dicembre 2010 ore 18 in collaborazione con l’Università degli Studi di Firenze Jean-Pierre Milovanoff, autore francese e vincitore del Prix Goncourt des Lycéens nel 1997, presenta Tout sauf un ange (Grasset, 2006) in occasione dell’uscita della prima traduzione italiana a cura di Marco Lombardi c/o French Institute cinema Il tempo e la memoria: il cinema di Alain Resnais 8 ottobre-5 novembre 2010 L’ottava edizione della rassegna I grandi Maestri, curata da Jaures Baldeschi del Circolo del Cinema “Angelo Azzurro”, è dedicata a Alain Resnais, invitato a chiudere la rassegna c/o Ridotto del Teatro del Popolo, piazza Gramsci, Castelfiorentino (FI) 50 Giorni di Cinema Internazionale a Firenze L’Istituto Francese partecipa alle rassegne: France Odeon, 21-24 ottobre 2010 www.franceodeon.com XXXII Festival Internazionale di Cinema e Donne di Firenze, 5-11 novembre 2010 www.laboratorioimmaginedonna.it 51 Festival dei popoli, 13-20 novembre 2010 www.festivaldeipopoli.org Jeudi Cinéma Film francesi in lingua originale Il giovedì alle 20, dal 28 ottobre al 27 gennaio, retrospettive su Juliette Binoche, Lucas Belvaux e Romain Duris, con Amen di Costa-Gavras (Francia 2001) il 27 gennaio (Giornata della Memoria)
via Bolognese, 134 r
www.villafinaly.sorbonne.fr
Università Americane presenti in città Nella seguente lista, sono presenti – per mancanza di spazio – solo alcune delle università che fanno parte di AACUPI (Association of American College and University Programs in Italy). Associated Colleges of the Midwest www.acm.edu/ California State University International Program in Florence www.csufirenze.it/ Drake University Institute of Italian Studies Program in Florence (LDM) www.italyiis.com/ Fashion Institute of Technology, State University of New York, Florence Program (Polimoda) www3.fitnyc.edu/ Florida State University Florence Program www.international.fsu.edu/ Georgetown University at Villa Le Balze www11.georgetown.edu/
Gonzaga University in Florence www.gonzaga.edu/ Harding University www.harding-firenze.org/ James Madison University Florence Programs at Palazzo Capponi www.jmu.edu/international/ Kent State University, Florence Program www1.kent.edu/oia/StudyAbroad/Florence.cfm Middlebury College School in Italy www.middlebury.edu/ Pepperdine University http://seaver.pepperdine.edu/ Richmond, the American International University in London - Florence Program www.richmond.ac.uk/undergraduates/florence.asp Roger Williams University (Institute at Palazzo Rucellai) www.palazzorucellai.org/ Rutgers University Study Abroad Program in Florence http://studyabroad.rutgers.edu/ Sarah Lawrence College Florence Program www.slc.edu/
Kunsthistorisches Institut in Florenz
“stranieri” a firenze
British Institute of Florence The Harold Acton Library
Fondato nel 1897, è uno dei più antichi centri di ricerca per la storia dell’arte e dell’architettura in Italia e dal 2002 appartiene alla Max-Planck-Gesellschaft. Uno dei compiti principali dell’istituto è quello di favorire la formazione di studiosi a livello internazionale. I ricercatori di tutto il mondo hanno accesso alle risorse dell’Istituto: la biblioteca con oltre 300.000 volumi e una delle più prestigiose fototeche al mondo per la storia dell’arte italiana. via Giuseppe Giusti, 44
www.khi.fi.it
Istituto Internazionale Andrej Tarkovskij
Il regista russo Andrej Tarkovskij voleva realizzare e dirigere un’accademia internazionale delle arti a Firenze, città dove aveva scelto di risiedere. Dopo la sua morte nel 1992 apre l’Istituto Internazionale Andrej Tarkovskij nella sede attuale (di prossimo trasferimento alle Murate), con l’obiettivo di diffondere l’opera di Tarkovskij in Italia. L’Istituto organizza retrospettive, convegni, iniziative e concerti ispirati al cinema del regista. A Firenze sono stati raccolti tutti i suoi archivi, inclusi quelli fotografici, oggi tutelati dallo Stato Italiano e oggetto di catalogazione. info@tarkovskij.com
Syracuse University in Florence
Il campus della Syracuse University ha sede a Villa Rossa, costruita come abitazione privata nel 1892 e di sua proprietà dal 1963. piazza Savonarola, 15
www.syr.fi.it eventi
16-25 settembre
ULTRA Festival della Letteratura 2010 George Saunders, a Firenze alla fine di settembre per presentare In Persuasion Nation chiuderà i lavori di ULTRA, il Festival della Letteratura, organizzato e diretto da scrittori al di sotto dei quarant’anni. http://novevolt.wordpress.com/ultra2010/ Smith College www.smith.edu/studyabroad/florence.php Stanford University http://bosp.stanford.edu/florence/index.html University of Connecticut Florence Program (Institute at Palazzo Rucellai) http://studyabroad.uconn.edu/ University of Michigan - University of Wisconsin Duke University www.unimwd.it/
Studio Art Centers International (SACI) Oltre 8000 studenti americani e internazionali hanno frequentato o frequentano l’Istituto SACI di Firenze, scuola di formazione artistica, direttamente accreditata dall’americana NASAD, l’Associazione Nazionale di Scuole d’Arte e Design. Il SACI collabora con la comunità fiorentina in molti modi. Il 18 novembre 2010 SACI inaugura la sua nuova sede di Via Sant’Egidio 14, il Palazzo Jules Maidoff per le Arti Visive che prende il nome dal suo fondatore e direttore emerito. www.saci-florence.edu
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bambini e ragazzi
L’arte dell’“imparar facendo”
La Bottega dei Ragazzi
al Museo e Istituto degli Innocenti dai 3 agli 11 anni Un vero mondo di giochi e laboratori creativi dove i bambini, come nelle antiche botteghe rinascimentali, apprendono l’arte dell’“imparar facendo” proposta in due programmi: Gioca e impara con l’arte, con la visita del museo e l’osservazione diretta delle opere seguite dall’attività manuale in cui il bambino veste i panni dell’artista; e Diritti in gioco, incentrato sui diritti dell’infanzia. Tra i laboratori proposti: • Il putto in fasce alla scoperta di luoghi e opere dell’Istituto che raffigurano l’infanzia, attraverso una narrazione “per immagini” della vita dei bambini di altre epoche • Guarda che faccia! presenta la figura di Domenico Ghirlandaio e la sua storia di “cronista” nella Firenze di fine Quattrocento per stimolare i bambini alla rappresentazione del proprio autoritratto • Gli animali nella storia dell’arte storie, aneddoti e simboli fra arte e mondo animale fanno da protagonisti allo scopo di riconoscere nell’arte i simboli degli animali e la genesi di quelli fantastici.
Propone anche attività di gioco guidato e la partecipazione in ludoteca; mette inoltre a disposizione i propri spazi per feste di compleanno da lunedì a venerdì 9-13 e 16-19, sabato 10-13 e 16-19, ultima domenica del mese 10-13
prenotazioni: 055 2478386 bottega@istitutodeglinnocenti.it www.labottegadeiragazzi.it
Famiglie al museo
Sezione Didattica del Polo Museale per famiglie con bambini dagli 8 ai 13 anni Grandi e piccini potranno scoprire i tesori dell’arte e della storia attraverso percorsi tematici nei musei fiorentini. Novità d’eccezione per quest’anno: la partecipazione dell’Archivio di Stato di Firenze con un itinerario attraverso documenti del Medioevo e del Rinascimento appositamente selezionati per le famiglie. Villa medicea della Petraia
Il giardino delle meraviglie 19 settembre ore 10,15 21 novembre ore 10 Galleria degli Uffizi
Hans Memling: un fiammingo agli Uffizi 25 settembre ore 16
Galleria dell’Accademia
Virtù d’Amore. Pittura nuziale nel Quattrocento fiorentino 16 ottobre ore 9,45 e 11 Archivio di Stato
I riti del matrimonio nei documenti del Medioevo e del Rinascimento 23 ottobre ore 9 e 11,30
(per chi ha partecipato alla visita del 16 ottobre)
Palazzo Davanzati
Il gioco e i bambini nel Rinascimento 23 ottobre ore 9,30 e 10,30 13 novembre ore 10,30 Museo del Bargello
Piccoli oggetti preziosi che raccontano la storia 13 e 27 novembre ore 10 Galleria degli Uffizi
Il racconto del Natale nei dipinti della Galleria le illustrazioni in queste pagine sono di Silvia Cheli illustratrice e ritrattista. Il suo studio a Firenze è aperto al pubblico su appuntamento 055 23090543 338 3324349 cheli.ritratti@libero.it
4 dicembre ore 9,45 e 11 18 dicembre ore 15 e 16
Galleria Palatina
I personaggi del passato attraverso i loro ritratti 19 dicembre ore 10 Galleria degli Uffizi
Flowers in Art (in inglese) 22 gennaio ore 15 12 febbraio ore 9,45
Villa medicea di Poggio a Caiano
Stranezze naturali nei dipinti del Museo della Natura Morta 22 gennaio ore 15,45 26 marzo ore 15
Galleria d’Arte Moderna
“L’Italia s’è desta!”: il Risorgimento tra arte e storia 30 gennaio ore 10 12 febbraio ore 10
Museo degli Argenti
Gioie e gioielli alla corte dei Medici 30 gennaio ore 10,30 26 febbraio ore 15 Giardino di Boboli
Le Grotte dei Medici 20 marzo ore 10 e 11 Museo di San Marco
Il racconto della Pasqua nei dipinti del Beato Angelico 10 aprile ore 9,30 e 11 16 aprile ore 9,30 e 15,30
prenotazione obbligatoria 055 284272 fax 055 2388680 mercoledì ore 15-18 e giovedì ore 9-12 www.polomuseale.firenze.it/didattica
8 ottobre-14 novembre
Laboratorio Novecento domeniche attività di laboratorio manuali e ludiche gratuite per avvicinare un pubblico giovanissimo all’arte contemporanea e alle pratiche artistiche più recenti, organizzato in collaborazione con il Gabinetto Disegni e Stampe prenotazione obbligatoria 055 284272 fax 055 2388680 mercoledì ore 15-18 e giovedì ore 9-12 www.polomuseale.firenze.it/didattica
Il Museo dei Ragazzi Sistema museale educativo promosso dall’Amministrazione Comunale di Firenze, offre un’articolata gamma di proposte educative e culturali cui aderiscono vari musei. Si tratta di più di 40 attività, nelle quali sono adottate le più aggiornate metodologie di comunicazione quali la drammatizzazione, l’utilizzo della multimedialità e l’interazione hands on.
le attività del Museo dei Ragazzi in Palazzo Vecchio Quartieri Monumentali
•Scopri Palazzo Vecchio •Favole per i più piccoli •Teatro al museo •Atelier d’arte •Il cibo come cultura •Geografia al museo •Giochi di ruolo •Sala delle Carte Geografiche •Vita di corte •Tecniche artistiche •La storia del Palazzo
da ottobre a maggio Ogni attività ha la durata di circa un’ora e un quarto. Il Museo dei Ragazzi propone nella stessa giornata diverse attività, per cui è possibile scegliere più di una proposta fra le tante attività ludiche per bambini dentro al museo.
informazioni e prenotazioni: 055 2768224 fax 055 2768558 dal lunedì alla domenica, dalle 9,30 alle 17 www.palazzovecchio-museoragazzi.it
bambini e ragazzi
Periodi di apertura: lunedì, martedì, mercoledì, venerdì, sabato, domenica 9-17; tutti i giovedì e 6 gennaio, lunedì di Pasqua, 25 aprile, 2 giugno, 24 giugno, 1 novembre, 8 dicembre, 26 dicembre 9-14
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bambini e ragazzi
Laboratori al Museo Horne Il Servizio Educativo del museo propone alle famiglie laboratori e visite animate alla collezione
Ori e colori
a Villa Corsini a Castello dai 6 ai 13 anni
Cerca il giardino nel museo
Nell’ambito della mostra Per Ville e per Giardini. Sorprese d’arte e archeologia alle porte di Firenze, si propongono visite gioco della collezione, illustrata ai ragazzi con prove e giochi di varia abilità.
2 e 23 ottobre 2010 ore 10-13 Un gioco per scoprire la natura nascosta nei dipinti esposti nel museo in occasione della mostra Virtù d’amore. Pittura nuziale nel Quattrocento fiorentino
David e Golia e altre storie 9 ottobre 2010 ore 11 Racconto teatralizzato di alcune storie dipinte sugli arredi esposti nel museo in occasione della mostra Virtù d’amore. Pittura nuziale nel Quattrocento fiorentino
fino al 14 novembre domenica ore 16-17,30 prenotazione obbligatoria 328 1322034 firenzesottosopra@gmail.com
Conversazione con l’artista: Paolo Staccioli 15 gennaio 2011 ore 11 Incontro laboratorio con Paolo Staccioli in occasione della personale dell’artista al Museo Horne
Artigiani in famiglia
corsi di tre incontri per famiglie con bambini dagli 8 ai 12 anni In collaborazione con OmA, Osservatorio dei Mestieri d’Arte
Le forme del legno 6, 13 e 20 novembre 2010 ore 10-12 e 16-18 Scoprire come è fatto un cassone, il mobile più importante della casa rinascimentale, e cimentarsi nella tecnica dell’intarsio
I segni della terra 4, 11 e 18 dicembre 2010 ore 10-12 e 16-18 Entrare nel mondo di Paolo Staccioli e scoprire con lui la magia del plasmare la terra con le mani
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Gli dei in salotto
25 settembre 2010 ore 11 In collaborazione con la Bottega dei Ragazzi del Mudi Un percorso per scoprire gli sfolgoranti fondi oro della collezione Horne e cimentarsi nella tecnica della doratura con la foglia d’oro
Detective dell’Arte
al Museo Casa Rodolfo Siviero 19 settembre, 24 ottobre e 21 novembre ore 10-13 In occasione della manifestazione Palazzi Aperti, la normale apertura del museo sarà arricchita da visite guidate e dall’attività ludica per le famiglie “Detective dell’Arte”
Domeniche matematiche
al Museo per la Matematica Visite guidate e attività a sorpresa! Il calendario delle attività sarà disponibile sul sito www.archimede.ms prima domenica di ogni mese da ottobre a maggio le attività si replicano nelle domeniche successive, secondo le richieste prenotazione obbligatoria 055 7879594
illustrazioni di Silvia Cheli
Obladì. Il Sabato dei Bambini
alla Biblioteca delle Oblate
25 settembre, 2 e 9 ottobre 2010 primo corso 20 e 27 novembre e 4 dicembre 2010 secondo corso
Da Arcimboldo al fumetto per bambini e ragazzi tra i 9 e i 12 anni I due corsi individuano alcuni fondamenti di cultura visiva attraverso l’analisi e la ricomposizione di dipinti delle Quattro Stagioni di Arcimboldo e la successiva introduzione al linguaggio dei fumetti In collaborazione con l’Associazione culturale DOUbLE SHOt settembre-ottobre 2010
Letture ad alta voce per bambini dai 3 ai 7 anni Letture sulle fiabe classiche In collaborazione con l’Associazione culturale Scioglilibro novembre-dicembre 2010
Laboratori e incontri animati
14 novembre, 16 e 30 dicembre 2010
In biblioteca con le marionette! Spettacoli, letture e animazioni A cura dell’Associazione culturale Teatrolà www.bibliotecadelleoblate.it
Compleanno
al Museo e Istituto Fiorentino di Preistoria È possibile festeggiare il compleanno nelle sale del museo e approfondire, insieme a un operatore, i vari aspetti della Preistoria osservando le vetrine e toccando direttamente vari manufatti. Dopo la visita i bambini vengono coinvolti nel laboratorio scelto tra le varie proposte del museo. Si organizzano inoltre cacce al tesoro suddivise in percorsi diversi in base all’età (5-12 anni) durante il periodo invernale. prenotazioni 055 295159 info@museofiorentinopreistoria.it
“Florence for family” al Museo di Storia Naturale e al Museo Galileo per bambini sopra i 6 anni I bambini attraverso laboratori, giochi e visite guidate potranno intraprendere un viaggio-gioco nella Natura e nel mondo della Scienza, fra animali, scheletri e antichi strumenti scientifici.
Museo di Storia Naturale Sezione di Zoologia “La Specola”
Museo Galileo
fino all’11 dicembre il sabato 16-17,30 (escluso il terzo sabato del mese)
fino a dicembre il sabato 10,30-12 (escluso l’ultimo sabato del mese)
• Magnifici denti Nel Salone degli Scheletri le dentature dei vertebrati aiutano a capire le loro abitudini, gli stili di vita e il legame tra dieta e ambiente.
• Leonardo artista e scienziato Un avvincente viaggio nella scienza del disegno e della pittura: si svelano i segreti dei rebus di Leonardo e si comprendono tecniche e conoscenze dei pittori rinascimentali attraverso giochi ed esperimenti ottici.
• Gli strumenti di Galileo Galileo spiega come è fatto e • Giocamuseo come funziona il telescopio e Un divertente Gioco dell’Oca con racconta le sue prime percorsi segnalati da cartellini osservazioni astronomiche. Si numerati posti nelle vetrine con una prosegue poi alla scoperta o più domande: attenzione alle della camera oscura e del risposte, chi sbaglia paga! banco ottico.
a settembre e novembre la domenica 10,30-12 (esclusa la terza domenica del mese)
• Sulle tracce degli animali Il museo si trasforma in un bosco in cui gli animali hanno lasciato i segni del loro passaggio. Individuarli e scoprire chi li ha lasciati è compito dei giovani detectives della natura.
fino a dicembre domenica 16-17,30 (esclusa l’ultima domenica del mese; nel mese di ottobre il laboratorio avrà luogo anche nell’ultima domenica del mese)
a ottobre e dicembre la domenica 10,30-12 (esclusa la terza domenica del mese)
nei weekend fino a dicembre 2010 la durata dei laboratori è di 1 ora e 30 minuti prenotazione consigliata 055 294883 prenotazioni@operalaboratori.com
bambini e ragazzi
per bambini e famiglie laboratori e incontri animati; a dicembre laboratori per costruire manufatti natalizi che i bambini potranno portare a casa
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percorso architettonico
percorsi architettonici propongono brani di città esterni ai viali di circonvallazione o immediatamente a ridosso: frammenti urbani non monumentalizzati, estranei alle mete turistiche, presentati in forma di itinerari che si snodano attorno ai luoghi della città contemporanea. La città di oggi, ma anche suggestioni su quella che è stata, che sarà o che avrebbe potuto essere. La selezione degli edifici non risponde a criteri stilistici o giudizi critici ma intende dare nome a episodi architettonici rilevanti per il loro impatto, anche visivo, nel relativo contesto urbano.
I
Zona Gavinana-Sorgane
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Redatta nell’ambito della revisione del piano regolatore del 1924, secondo dopo quello di Poggi per la Firenze capitale (1865), la veduta a volo d’uccello di Luigi Zumkeller denota profonde trasformazioni urbane. Compilato nel 1915 e reso di pubblica utilità nel ’24, il piano ‘Bellincioni’ (dal nome dell’ingegnere allora a capo dell’Ufficio Strade del Comune) si confronta con le principali problematiche del dopoguerra: rispondere alla carenza di alloggi (già al 1870 la città registrava un incremento di 80.000 unità, aumentate di 50.000 nel 1915), così come frenare la crescita ‘spontanea’ dei quartieri a ridosso dei viali di circonvallazione. Uno stato di emergenza, aggravato dall’incipiente crisi economica, che il nuovo piano fronteggia con l’invasione ‘a colmata’ dei dintorni rurali, fino ai piedi delle colline, rinunciando allo strumento dell’esproprio e applicando una logica, definita “di una superficialità sconcertante”, di espansione a macchia d‘olio della maglia residenziale senza la previsione strutturale di preferenziali direttrici di sviluppo. La veduta di Zumkeller rivela i limiti del piano: la città, da sempre identificata con le emergenze architettoniche del centro storico, delimitato dal sistema anulare delle mura/viali, perde la sua identità culturale slabbrandosi in un indifferenziato continuum urbanistico. Gli effetti del piano Bellincioni si riflettono anche nella zona di Gavinana. L’intero settore sud della città è frutto di progressive acquisizioni di Firenze dal Comune di Bagno a Ripoli, iniziate durante i lavori per la capitale: i confini, prima coincidenti col circuito delle mura, nel 1865 raggiungono Ricorboli delineando il nuovo quartiere della Colonna; nel ’71 si spingono fino al Bandino e a via Erbosa inglobando i terreni dell’Albereta (proprietà privata donata al Comune nel 1862, destinata al nuovo acquedotto); per raggiungere nel ’29 i limiti attuali. I caratteri della residenza sono tipici del primo ’900: villini medio e piccolo borghesi, complessi popolari per i dipendenti comunali e per gli invalidi di guerra fra cui i cosiddetti ‘trenini’, case a schiera a due piani non prive di dignità per quanto di concezione provinciale. Epicentro è ormai piazza Gavinana, da cui nei primi anni ‘30 si stacca viale Giannotti, nuovo asse su cui s’intestano i primi servizi per il quartiere. La seconda guerra mondiale determina un’ulteriore ingente richiesta di alloggi: il nuovo piano regolatore del ’51 vara interventi di edificazione massiccia risparmiando a verde la sola piazza Cardinale Elia della Costa dove, significativo indice dell’accresciuta dimensione della residenza, nel ’59 viene consacrata la chiesa di San Piero in Palco (2), a cui farà a breve da contraltare, alla Nave a Rovezzano, la chiesa della Resurrezione (7). A bilanciare il processo di cementificazione, la destinazione pubblica del parco dellʼAnconella (9), dal ’53. Nel frattempo, l’élite culturale di Firenze dibatte la questione residenziale in termini di maggiore apertura con la proposta di una città satellite per 12.000 abitanti a Sorgane (6), progetto che assai ridotto avvierà i cantieri nel ’62, adottato il piano regolatore di Edoardo Detti. Nel 1964 l’apertura del casello di Firenze sud conferisce nuova rilevanza all’intera area imponendo la realizzazione del ponte da Verrazzano (1) e, a ridosso dello ‘stradone’ di Villamagna, divenuto arteria di accesso alla città, di un quartiere residenziale per 5.000 abitanti (che vanta interventi di Sica, Cambi, Montemagni, Gamberini, Macci), realizzato dopo l’alluvione del ’66 e presto dotato della nuova parrocchia del Corpus Domini (5). Contemporaneamente il ponte di Varlungo (8) decongestiona il Piano di Ripoli dal traffico in entrata/uscita dall’Autostrada del Sole, mentre nuovi edifici residenziali commisti a fondi commerciali disegnano i margini vitali di viale Europa: su cui, a ‘cerniera’ della storica area del Bandino sorge nel 2004 il Centro commerciale (3) progettato da Natalini, con gli annessi spazi culturali di EX3 (4), ultimi interventi di forte e ‘autonoma’ connotazione urbana della zona, ricca di realtà ‘locali’ operose ed efficienti, come la Misericordia di Badia a Ripoli che nel 1996 inaugurava la Cappella dell’Immacolata Concezione, realizzata da Bruno Sacchi su progetto di Michelucci.
1 Ponte da Verrazzano lungarno Colombo-piazza Ravenna realizzazione: dal 1967 progetto: Leonardo Savioli, Carlo Damerini, Vittorio Scalesse
Realizzato all’indomani dell’alluvione, collega il quartiere di Bellariva (riva destra dell’Arno) con quello di Gavinana (riva sinistra). Ha struttura in acciaio e cemento armato, lungo 141 m, ad un’unica campata di 113x26,80 m, con altezza max di 12 m. I fianchi si dilatano in terrazze pedonali affacciate sull’acqua. È dedicato al navigatore fiorentino Giovanni da Verrazzano, il primo esploratore approdato (1524) sulle rive dell’Hudson, nella baia di New York, dove sorge il ben più noto Verrazzano Bridge. L’allusione al triplice collegamento Arno-da Verrazzano-Hudson è stata celebrata da una scultura bronzea di Greg Wyatt, Two rivers, esposta nel 2009 davanti alla Sala d’Arme di Palazzo Vecchio e oggi nel Giardino della Primaziale di Pisa; si prospetta la collocazione definitiva nel parco dell’Anconella.
2 Chiesa di San Piero in Palco piazza Cardinale Elia della Costa realizzazione: 1957-59 progetto: Primo Saccardi
Allineato alla poetica storicistica di Saccardi, l’edifico è a pianta centrale, dal volume cilindrico coperto da una cupola ribassata a creste in cemento armato, sormontata da lanterna. Una corona di 16 vetrate artistiche, policrome e istoriate, filtra la luce all’interno. Il portico di facciata, con il suo profilo a cuspidi che segue il disegno dei tre portali, ricorda i trittici medievali, ed è affiancato da cappelle laterali a pianta quadrata: su quella di destra spicca il campanile, a quattro ordini di aperture più cella campanaria. Il paramento esterno è in pietra forte a filaretto, alternata a elementi strutturali in cemento a vista. Nei primi anni ’70 l’originale abside rettangolare è convertita in cappella feriale dall’arch. don Marcello Peruzzi, e separata dall’aula con una vetrata policroma di don Alberto Farina.
a cura di Emilia Daniele
5 Chiesa del Corpus Domini via Reims angolo via Gran Bretagna realizzazione: 1969-75 progetto: Alessandro Guerrera, Roberto Nardi
La nuova parrocchia, affidata alle cure dei Servi della Carità, è consacrata nel 1975, al centro di un ormai popoloso quartiere residenziale. L’edificio denucia sensibilità comune alla poetica di Giovanni Michelucci. In particolare tornano il tema della copertura a tenda della chiesa dell’Autostrada del Sole (1960-64), le superfici interne lasciate a cemento a vista, i grandi pilastri sagomati ad un tempo strutturali e distributivi. Agli esterni scarni ed essenziali corrisponde un ricercato studio della volumetria interna e dell’illuminazione naturale, componente principe dell’architettura sacra. Collabora per gli arredi l’architetto Lando Bartoli: suoi i disegni del tabernacolo, degli amboni e dell’organo (1985 ca.). All’esterno il portico-tettoia unisce la chiesa agli ambienti parrocchiali e al teatro Reims.
7 Chiesa della Resurrezione di Nostro Signore Gesù Cristo via Villamagna (Nave a Rovezzano) realizzazione: 1965 progetto: Lorenzo Papi
Il genius loci ispira le linee del progetto: attraverso la copertura – tema compositivo che modella la spazialità interna –, delineata da falde che formano un tutt’uno con le pareti esterne, la chiesa rassomiglia a una nave, richiamando il traghetto che ‘guadava’ persone e cose fra le due rive dell’Arno, dismesso nel 1979. L’inserimento nel contesto periferico, nonostante il ricorso a componenti prefabbricate, trova rispondenza nell’uso di materiali tradizionali, legno, vetro, rame e ferro. Un’escursione nei dintorni, da via delle Lame al viale Europa, fra i ‘sentieri’ amati da Ottone Rosai, lascia evocare il piano di Ripoli ancora a metà del XIX secolo: “il piano, o piuttosto il giardino, più delizioso, più fruttifero, più popolato di ville, palazzi, chiese, fra quanti formano ghirlanda alla bella Firenze” (Repetti 1834).
3 Centro Commerciale
8 Ponte di Varlungo
Coop Gavinana
via di Varlungo-via di Villamagna realizzazione: 1971-76 progetto: Adriano Montemagni, Luciano Scali
piazza Bartali realizzazione: 1999-2004 progetto: Adolfo Natalini e Natalini Architetti con Alessandro Chimenti, Massimo Vivoli
Ex area industriale della Longinotti Officine Meccaniche, che nel 1986 è venduta alla Società Il Bandino spa con destinazione commerciale. Sopraggiunte difficoltà burocratiche lasciano agio all’occupazione, dal 1989, da parte del Centro Popolare Autogestito Firenze Sud, che ne utilizza palazzine e capannoni fino al 2001. I nuovi acquirenti, UniCoop Firenze, incaricano del progetto Adolfo Natalini, che dota il quartiere di un imponente volume destinato a galleria commerciale, supermercato di oltre 3.000 mq, ufficio postale, bar, negozi, farmacia, banca e oltre 1.100 parcheggi interrati. Si qualifica all’esterno per la neonata piazza Bartali, sottolineando l’importanza del ‘vuoto’ inteso come spazio di relazione e di connessione con il quartiere, e per la qualità dimensionale e architettonica dell’edificio, fasciato di pietra artificiale nella tonalità del cocciopesto e del travertino.
È il ponte più a monte del comune di Firenze. Collega i quartieri di Varlungo e Rovezzano (riva destra) con quelli di Villamagna e Sorgane (riva sinistra). Con struttura in acciaio e cemento armato, ad un’unica campata di 127 m, il viadotto raggiunge i 375 m di lunghezza, con altezza max di 18 m. Opera scaturita dalle riflessioni di una tesi di laurea, assolve a diverse funzioni: di raccordo con il casello autostradale di Firenze Sud, di collegamento veloce fra la città e il comune di Bagno a Ripoli, di semplice attraversamento dell’Arno. Consta di due piani di scorrimento veicolare (tecnicamente definito ‘viadotto a due vie’, una per senso di marcia) sopraelevati, ai quali si aggancia una strada centrale più bassa destinata alla circolazione ‘locale’, con sedi distinte per il transito pedonale.
4 Ex3 Centro per l’Arte
9 Parco dell’Anconella
Contemporanea
riva sinistra dell’Arno, fra i ponti da Verrazzano e di Varlungo
viale Giannotti 81/83/85 realizzazione: 1999-2004 progetto: Adolfo Natalini e Natalini Architetti con Alessandro Chimenti, Massimo Vivoli
Dei 27.000 metri quadri riprogettati da Natalini nell'ex area Longinotti, circa la metà vengono ceduti al Comune. Fra questi, un puro volume parallelepipedo, con tetto a capanna su snelle capriete metalliche: un ampio e 'asettico' contenitore (con una Main room di 600 mq, a cui si aggiungono ambienti laterali minori), facilmente utilizzabile e rinnovabile, che da subito (2004) ha richiamato la tipologia delle Kunsthalle europee, centri espositivi dinamici adibiti a installazioni temporanee d'arte, performance, incontri e workshop. EX3 (sigla contratta di exhibition e Quartiere 3) viene a colmare una lacuna dell'offerta culturale di Firenze, ponendosi come primo Centro di Arte Contemporanea della città, rendendo Gavinana vitale centro di scambi culturali internazionali.
Dopo quella delle Cascine rappresenta per estensione la seconda area a verde pubblico di Firenze (65.000 mq). La sua origine va fatta risalire alle alberete di pioppi da cui il comune traeva utile economico. La fascia lungo il fiume si articola lungo l’omonimo e umbratile viale dell’Albereta, che da piazza Ravenna alla Nave segue il sinuoso andamento dell’argine. Un tempo chiamato ‘Piccole Cascine’, nel corso del ’900 ha conosciuto la progressiva sostituzione del verde a favore di aggiunte strutturali: attrezzature sportive e ludiche, aree ristoro e pic-nic, anfiteatro all’aperto. Nel 1989 vi è eretto un modello in scala 1:5 della Cupola del Brunelleschi. A ridosso del’impianto comunale di potabilizzazione dell’acqua il 5 giugno 2010 è stato inaugurato il primo fontanello pubblico di acqua frizzante (H2O Gas), che è possibile prelevare in vetro.
Piazza Istria, vie Isonzo, Benedetto Croce, Livenza, Tagliamento realizzazione: dal 1962 progetto: Leonardo Ricci, Leonardo Savioli e coll. (Marco Dezzi Bardeschi, Vittorio Giorgini, Ferrero Gori, Danilo Santi, Antonio Canali, Luigi Cencetti, Fabrizio Milanese, Gianfranco Petrelli) Il progetto originario, 1957, coordinato da Michelucci a capo di 8 gruppi di 37 architetti, prevedeva la realizzazione di una ‘città satellite’ per 12.000 abitanti: un sistema urbano fortemente unitario e articolato, distribuito sia nel piano che sul sito collinare, dove sarebbe sorto un ‘secondo’ piazzale Michelangelo collegato al primo grazie all’apertura di un viale panoramico. Allontanatosi Michelucci, dopo numerose polemiche il piano è drasticamente ridimensionato (4.500 abitanti) e approvato nel 1962, escluso qualunque intervento sulla collina. Coordinato da Ricci, Savioli e Ferdinando Poggi, a capo di 3 gruppi di architetti, si dispone attorno alla nuova piazza Istria e alla ‘spina’ centrale di via Bendetto Croce, ortogonale a via di Ripoli. Dialogando con le più aggiornate esperienze coeve, da Le Corbusier ai giapponesi Mayekawa e Tange, Ricci e Savioli mirano a superare il concetto tradizionale di ‘blocco’ per appartamenti chiuso. In questa direzione grande importanza viene data alla rete dei percorsi pedonali, sia a livello stradale sia ‘in quota’, grazie all’utilizzo della tipologia a ballatoio e della terrazza praticabile destinata a funzioni collettive. Alla vitalità degli edifici di Savioli risponde una maggiore rigidità di quelli di Ricci: i complessi del primo (A, B, C, D, E, F, G) sono caratterizzati dall’uso della tipologia in linea o a ballotaio; volumi unificati dall’uso espressivo del cemento a faccia vista ma articolati dal trattamento plastico delle facciate tramite balconi aggettanti, tetti-terrazza in forte aggetto dal profilo a spezzata, gocciolatoi sporgenti, finestre riquadrate da cornici a risalto in cemento: 9 componenti elementari prefabbricate dalla cui combinazione deriva la varietà di soluzioni conseguite. Ricci (immobili La Nave e La Torre, unico edificio a sviluppo verticale del complesso) predilige invece la cortina muraria continua e volumi compatti giocati sulla predominanza di elementi verticali (torri dei vani scale) e orizzontale (fasce dei balconi). L’intero intervento è considerato fra le più significative realizzazioni del XX secolo a Firenze.
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Luigi Zumkeller, Veduta panoramica di Firenze, 1934-36 (da: G. Fanelli, Firenze architettura e città, 1973, fig. 193).
percorso architettonico
6 Case popolari di Sorgane
musicaincittà
introduzione al panorama musicale fiorentino
Firenze e la musica intrattengono da sempre un rapporto molto intenso, che prosegue a tutt’oggi con un’offerta musicale straordinaria e permette quotidianamente di seguire manifestazioni di altissimo livello o di ritrovare le tracce della grande storia musicale nei più vari angoli della città. Basti pensare che Firenze ha visto nascere il melodramma negli anni intorno al 1600 e che un secolo dopo poteva dirsi la capitale musicale europea, grazie all’appassionato mecenatismo del Gran Principe Ferdinando de’ Medici, che stimolò la costruzione del fortepiano e chiamò a raccolta compositori come Georg Friedrich Haendel e Alessandro Scarlatti. Una visita a ciò che rimane, dopo varie dispersioni, della straordinaria collezione di strumenti musicali appartenuta alla dinastia medicea Collezione del Conservatorio “Luigi Cherubini”, presso il Dipartimento degli Strumenti Musicali della Galleria dell’Accademia può dare un’idea dell’importanza che Firenze ha rivestito anche nella storia della musica. Anche delineando l’odierna vita musicale fiorentina si ottiene un’impressione sorprendente, tenendo conto delle dimensioni della città – così ridotte rispetto a metropoli che vantano un’attività musicale pari, se non addirittura minore – e del progressivo imbarbarimento politico, culturale e mediatico che da 40 anni ha, di fatto, escluso la musica “colta” dalla formazione scolastica e dalla cultura italiana in generale. L’eccellenza contraddistingue diverse compagini strumentali e vocali con sede a Firenze: l’Orchestra e
Coro del Maggio Musicale Fiorentino, l’ORT-Orchestra della Toscana, l’OGI-Orchestra Giovanile Italiana, l’orchestra barocca Modo Antiquo, l’ensemble L’Homme armé. Anche per la formazione musicale Firenze è un’isola felice, disponendo di uno dei conservatori meglio diretti e più produttivi in Italia – il “Cherubini” – e della miracolosa realtà della Scuola di Musica di Fiesole, oltre a una congerie di altre accademie e scuole di minor prestigio: tutte istituzioni che propongono concerti dei docenti o dei migliori allievi nelle rispettive sedi, nei musei o nei luoghi d’arte più disparati. Le stagioni musicali propongono le più varie esperienze di ascolto: dalla lirica alla sinfonica Maggio Musicale
Fiorentino, ORT-Orchestra della Toscana, Orchestra da Camera Fiorentina, Florence Symphonietta, Estate Fiesolana, fino al neonato Festival delle Orchestre Giovanili; la cameristica, che si ascolta non soltanto in due o tre occasioni settimanali nel blasonato programma degli Amici della Musica presso il Teatro della Pergola, ma anche in altre splendide sale di grande tradizione esecutiva
Accademia Bartolomeo Cristofori-Amici del fortepiano, Lyceum Club Internazionale di Firenze, Musicus Concentus; la musica sacra, dal gregoriano al repertorio contemporaneo, che oltre a esecuzioni liturgiche e sporadiche produzioni gode di periodiche rassegne O flos colende, Sacrae Harmoniae, Accademia San Felice; la musica rinascimentale, anche associata a escursioni nel contemporaneo AntiCOntemporaneo, Concerti al Cenacolo di Andrea del Sarto, e barocca (organizzate, fra gli altri, dal Dipartimento di Musica Antica del Conservatorio “Cherubini” e dagli Amici della Musica di Firenze; la musica contemporanea ed elettronica FLAME, Tempo Reale, Villa Romana; il jazz e la musica “colta” di tradizione non europea. A queste iniziative di alto profilo si aggiunge poi una miriade di altre attività musicali che è impossibile citare nello spazio concessoci e che determinano, insieme a quelle sopra ricordate, un’offerta vivacissima, impreziosita dalla presenza di illustri musicisti che a Firenze risiedono stabilmente. Se questa rubrica riuscirà a stimolare l’interesse musicale di qualche lettore, a fargli scoprire aspetti della città insospettabili e capaci di emozionarlo, avremo raggiunto lo scopo che ci si prefigge.
Eleonora Negri* illustrazioni di Silvia Cheli
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*Eleonora Negri svolge un’intensa attività in ambito musicale e musicologico, sia come ricercatrice, sia come docente di corsi di storia della musica, autrice di saggi e pubblicazioni, conduttrice radiofonica, organizzatrice di convegni e attività concertistiche. Dal 2003 collabora con il Corso di Laurea in Filosofia dell’Università degli Studi di Firenze come docente a contratto, titolare dell’insegnamento di Epistemologia della Musica, e vi coordina attività di laboratorio musicale.
L'antiquarium di Villa Corsini a Castello. Guida alla visita del museo e alla scoperta del territorio, a cura di Fabrizio Paolucci e Antonella Romualdi, Firenze 2010. Atlante archeologico di Firenze. Indagine storico-archeologica dalla preistoria all'alto medioevo, a cura di Mario Pagni, Firenze 2010. Il Catalogo de' bronzi e degli altri metalli antichi di Luigi Lanzi. Dal collezionismo mediceo al museo pubblico lorenese, a cura di Cristiana Zaccagnino, Napoli 2010. Studi e restauri. I marmi antichi della Galleria degli Uffizi, volume III, a cura di Antonella Romualdi, Firenze 2010.
Beato Angelico a Pontassieve. Dipinti e sculture del Rinascimento fiorentino, catalogo della mostra (Pontassieve, Palazzo Municipale 2010), a cura di Ada Labriola, Firenze 2010. Un capolavoro del Rinascimento. Pontormo, ritratto di gentiluomo, di Philippe Costamagna, Milano 2010. Caravaggio e caravaggeschi a Firenze, catalogo della mostra (Firenze, Palazzo Pitti e Galleria degli Uffizi, 2010), a cura di Gianni Papi, Firenze-Livorno 2010. Caravaggio e la modernità. I dipinti della Fondazione Roberto Longhi, catalogo della mostra (Firenze, Villa Bardini, 2010), a cura di Mina Gregori, Firenze 2010.
Architettura, Ville e Giardini Amata città. Un progetto per il centro storico di Firenze, di Alberto Breschi, Firenze 2010.
Delio Granchi, scultore (1910-1997), catalogo della mostra (Firenze, Accademia di Belle Arti, 2010), a cura di Francesca Petrucci, Firenze 2010.
Architetture d'Oltrarno. Da piazza Giuseppe Poggi a piazza Santa Maria Soprarno, di Claudio Paolini, Firenze 2010.
La farmacia storica fiorentina. I “fornimenti” in maiolica di Montelupo (secc. XV-XVI), di Fausto Berti, Firenze 2010.
Frank Lloyd Wright a Fiesole cento anni dopo (1910-2010). Dalle colline di Firenze al “colle splendente”, catalogo della mostra (Fiesole, Sala Antiquarium Costantini, 2010), a cura di Roberta Bencini e Paolo Bulletti, Firenze 2010.
Firenze nascosta – 1. Beni storiciartistici, di Marco Ferri, Firenze 2010.
Ville e giardini nei dintorni di Firenze. Da Fiesole ad Artimino, a cura di Stefano Casciu e Mariachiara Pozzana, Firenze 2010.
Pittura, scultura, arti applicate
Annigoni segreto. Momenti d'arte e vita privata di Pietro Annigoni, a cura di Emanuele Barletti, Firenze 2010.
info www.centrodi.it
La vita di Michelangelo. Carte, poesie, lettere e disegni autografi, catalogo della mostra (Napoli, Museo Archeologico Nazionale, 2010), a cura di Lucia Bardelli Ciulich e Pina Ragionieri, Cinisello Balsamo 2010.
Storia La cultura francese in Italia all'inizio del XX secolo. L'Istituto Francese di Firenze, atti del Convegno per il Centenario (19072007), a cura di Maurizio Bossi, Marco Lombardi e Raphaël Muller, Firenze 2010. Cosmologie in lotta. Le origini del processo di Galileo, di Luigi Guerrini, Firenze 2010.
Ghirlandaio y el Renacimiento en Florencia, catalogo della mostra (Madrid, Museo Thyssen-Bornemisza, 2010), a cura di Gert Jan van der Sman, Madrid 2010.
Famiglia e memoria a Firenze. I: secoli XIII-XVI, di Leonida Pandimiglio, Roma 2010.
Giorgio Vasari, di Claudia Conforti, Milano 2010.
Firenze, crocevia di culture, presentazione di Claudio Martini, Firenze 2010.
Giuseppe negli arazzi di Pontormo e Bronzino, catalogo della mostra (Roma, Palazzo del Quirinale, 2010), a cura di Louis Godart, Roma 2010. Invisible Women. Forgotten Artists of Florence, di Jane Fortune, Firenze 2010.
Alle origini dell'arte nostra. La mostra giottesca del 1937 a Firenze, di Alessio Monciatti, Milano 2010.
Virtù d'amore. Pittura nuziale nel Quattrocento fiorentino, catalogo della mostra (Firenze, Galleria dell'Accademia, 2010), a cura di Claudio Paolini, Daniela Parenti e Ludovica Sebregondi, Firenze 2010.
La Galleria di Pietro Leopoldo. Gli Uffizi al tempo di Giuseppe Pelli Bencivenni (‘Gli Uffizi. Studi e Ricerche’ 20), di Ettore Spalletti, Firenze 2010.
Medicea. Rivista interdisciplinare di studi medicei, 5, 6, 7 (febbraio, giugno, ottobre 2010), Firenze 2010. Il melodramma e la città. Opera lirica a Firenze dall'unità d'Italia alla prima guerra mondiale, di Marcello De Angelis, Firenze 2010. Oltre le mura di Firenze. Da contado a città metropolitana. Territorio, storia e viaggi, di Leonardo Rombai e Renato Stopani, Firenze 2010.
Parigi val bene una messa! L'omaggio dei Medici a Enrico IV re di Francia e di Navarra, catalogo della mostra (Firenze, Cappelle Medicee, 2010), a cura di Monica Bietti, Francesca Fiorelli Malesci e Paul Mironneau, Livorno 2010. Le pioggie a Firenze (1812-2007), di Emilio Borchi e Renzo Macii, Firenze 2010. Quelli dell'Amicizia. Il Circolo Svizzero di Firenze (1860-2010), di Alberto Breschi, Firenze 2010. Racconto di due capitali. Firenze e Roma dopo l'unità d'Italia, di Attilio Brilli, Torino 2010. Roberto Ridolfi. Bibliografia, di Giuseppe Cantele e Roberto Sbiroli, Firenze 2010. Salvate Venere! La storia sconosciuta dei soldati alleati che salvarono le opere d'arte italiane nella seconda guerra mondiale, di Ilaria Dagnini Brey, Milano 2010. Siamo onesti! Bettino Ricasoli, il barone che volle l'unità d'Italia, di Michele Taddei, Firenze 2010.
Firenze nell'età romanica (10001211). L'espansione urbana, lo sviluppo istituzionale, il rapporto con il territorio, di Enrico Faini, Firenze 2010. Firenze nelle vedute e nelle piante. Studio storico, topografico e cartografico, di Giuseppe Boffito e Attilio Mori, Roma 2010. Firenze Radio Swing, Musica, orchestre e radio dal 1944 al 1952, di Fosco D’Amelio e Rosaria Parretti, Firenze 2010.
“Un altro Lorenzo”. Ippolito de' Medici tra Firenze e Roma (15111535), di Guido Rebecchini, Venezia 2010.
A cura della libreria Arte&Libri
Ridefinizioni urbane. Progetti per l’Area di Via Assisi a Firenze di Fabio Fabbrizzi, Firenze 2010.
Galleria Bellini. Museo Bellini dal 1750, di Luigi Bellini, Firenze 2010.
Tapestries in the Acton Collection at Villa La Pietra, edited by Francesca Baldry and Helen Spande, Firenze 2010.
Francesco di Marco Datini. L'uomo, il mercante, a cura di Giampiero Nigro, Firenze 2010.
Via dei Fossi, 32r, Firenze www.artlibri.it
Le trasformazioni del paesaggio periurbano di Firenze, di Mauro Agnoletti, Ospedaletto 2010.
Francesco Furini e i furiniani, di Giuseppe Cantelli, Firenze 2010.
Una gloria europea. Pietro da Cortona a Firenze (1637-1647), catalogo della mostra (Firenze, Casa Buonarroti, 2010), a cura di Roberto Contini e Francesco Solinas, Cinisello Balsamo 2010.
Firenze vecchia. Storia, cronaca aneddotica, costumi, di Giuseppe Conti, Firenze 2010.
selezione sulle novità editoriali 2010 di storia dell’arte e architettura, italiane e straniere, con argomento Firenze.
Committenza e collezionismo nel Cinquecento. La famiglia Corsi a Firenze tra musica e scultura, di Donatella Pegazzano, Firenze 2010.
Pregio e bellezza. Cammei e intagli dei Medici, catalogo della mostra (Firenze, Palazzo Pitti, Museo degli Argenti, 2010), a cura di Riccardo Gennaioli, Livorno 2010.
libriincittà
Archeologia
Viaggio in Italia. Da Venezia a Firenze, di Theophile Gautier, Milano 2010. Vie romee. Gli itinerari dei pellegrini nel contado fiorentino, a cura di Renato Stopani, Firenze 2010.
novità editoriali Centro Di autunno 2010 Leonardiana. Saggi e studi su Leonardo da Vinci, di Pietro C. Marani, Milano 2010.
Woodcarving and Woodcarvers in Venice 1350-1550
Richard Anuszkiewicz Paintings & Sculptures. Catalogo ragionato
di Anne Markham Schulz
a cura di David Madden e Nicholas Spike; Introduzione di John T. Spike
‘Repertory of Dutch and Flemish Paintings in Italian Public Collections’. Vol. III: Piedmont (2 tomi) a cura di B. W. Meijer, G. Sluiter e P. Squellati Brizio Collana diretta da Bert W. Meijer
Francesco Albertini. Memorie di molte statue et picture 1510 Edizione critica a cura di Waldemar H. de Boer
Medicea. Rivista interdisciplinare di studi medicei Rivista ideata e diretta da Marco Ferri e Clara Gambaro
Pubblicazione quadrimestrale n. 7, ottobre 2010
La Galleria di Pietro Leopoldo. Gli Uffizi al tempo di Giuseppe Pelli Bencivenni di Ettore Spalletti Collana ‘Gli Uffizi. Studi e Ricerche’ n. 20 a cura di Antonio Natali
I mobili di Palazzo Pitti. Il secondo periodo lorenese 1800-1846. Tomo II. I Ducati di Lucca, Modena e Parma Collana e volume a cura di Enrico Colle
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intoscana
una selezione di attività, mostre, musei e altro a cura della redazione
a Lucca Lucca e l’Europa. Un’idea di Medioevo (V-XI secolo)
a cura di Clara Baracchini, Carlo Bertelli, Antonino Caleca, Marco Collareta, Gigetta Dalli Regoli e Maria Teresa Filieri 25 settembre 2010-9 gennaio 2011 In occasione del centenario della nascita di Carlo Ludovico Ragghianti (1910-1987), la mostra illustra un percorso incentrato sul Medioevo, presenza costante nel suo pensiero storico e critico. Il percorso si sviluppa in parte intorno al rapporto dialettico tra naturalismo e astrazione. I complessi scambi formali sono individuati nei materiali e nelle tipologie più svariate, dall’arte monetale ad alcuni esemplari della scultura in avorio e dell’oreficeria, dai dittici consolari e le fibule di produzione barbarica fino alla scultura in pietra.
dove: Fondazione Centro Studi sull’Arte Licia e Carlo Ludovico Ragghianti Complesso monumentale di San Micheletto via San Micheletto, 3 aperto: Mostra, da martedì a domenica 10-18 Biblioteca, Fototeca, Archivio, Emeroteca, 15-18, martedì 9-13 e 15-18 chiuso: lunedì
www.fondazioneragghianti.it
foto Francesca Anichini
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a Livorno Michel Comte. Not only Women a cura di Alessandro Perna, Enrico Stefanelli e Maurizio Vanni, con Archivio Comte di Zurigo e Lucca Digital Photo Fest 20 novembre 2010-23 gennaio 2011 Per la prima volta in Italia gli scatti del fotografo più amato dalle modelle e dalle attrici di tutto il mondo che ha rivisitato la storia della fotografia attraverso un controllo completo della tecnica, ma al tempo stesso ha modificato la prevedibilità dei ritratti proponendo una foto in divenire. Non attimi speciali fermati con un click, bensì momenti eccezionali resi dinamici in eterno. Nelle sezioni Not Only Bodies e Not Only Faces sono esposti più di 50 ritratti femminili realizzati nel corso della trentennale carriera.
Dubuffet in Italia a cura di Stefano Cecchetto e Maurizio Vanni con Fondation Dubuffet 5 febbraio-15 maggio 2011 Irriverente, anticonvenzionale e assolutamente libero da ogni schema possibile, per Jean Dubuffet l’arte culturale dei musei e delle gallerie non esisteva: oltre la superficialità dell’ordinario, il vero artista avrebbe dovuto distruggere la maschera dell’uomo sociale e civilizzato per far esprimere l’individuo selvaggio e puro dentro ognuno di noi. La mostra per buona parte inedita espone documenti e circa 35 opere ancora in Italia e individua i legami dell’artista con il nostro Paese attraverso la sua presenza, la fortuna critica e il collezionismo italiano. dove: Lu.C.C.A. Lucca Center of Contemporary Art via della Fratta, 36 aperto: 10-19 da martedì a sabato; domenica 11-20 chiuso: lunedì, Capodanno, Pasqua e Natale
www.luccamuseum.com
Giuseppe Garibaldi e i Mille: dalla realtà al mito a cura di Aurora Scotti 10 ottobre-12 dicembre 2010 Granai di Villa Mimbelli Livorno − terra di tanti che seguirono Garibaldi e la sua impresa, dove il “garibaldinismo” si radicò durante il Risorgimento e nell’Italia postunitaria − celebra l’eroe e la spedizione dei Mille di cui ricorre il 150° anniversario. Una variegata iconografia, d’autore e di livello popolare, fa rivivere l’evento storico e illustra la figura di Garibaldi che divenne il simbolo di un ideale romantico in grado di coinvolgere tutte le classi sociali, un ideale etico ed estetico, amato dalle donne, seduttore delle masse e della fantasia di poeti e artisti. La sua effigie e le sue imprese ricorrevano nelle figurine, nelle scatole di fiammiferi, nelle tabacchiere, nelle immagini pubblicitarie, sui francobolli e, in Sudamerica, anche sulle banconote; a lui si dedicavano poesie, testi teatrali, inni, canti popolari e melodrammi; ispirò artisti come gli Induno, Fattori, Lega, Borrani e fu il protagonista di un’infinità di monumenti. Il suo mito entrò nell’universo simbolista di Nomellini, Baroni, Bistolfi, Martini; in seguito divenne l’icona dell’antifascismo, lo dipinse Guttuso e fu un soggetto Pop nella pittura di Caminati e di Spadari. dove: Museo Civico Giovanni Fattori Villa Mimbelli via San Jacopo in Acquaviva, Livorno aperto: da martedi a domenica 10-13 e 16-19 chiuso: lunedì, Capodanno, Pasqua, 1 maggio, Ferragosto, Natale
intoscana
ad Arezzo
a Pisa
a Vinci
L’antico Egitto ad Arezzo. Il corredo di una nutrice alla corte del faraone
Segni con l’odore del mare. L’opera grafica di Giuseppe Viviani, protagonista del ‘900
Il Museo Leonardiano
in collaborazione con il Museo Egizio di Firenze dal 26 settembre 2010 Mostra organizzata in occasione delle Giornate Europee del Patrimonio e incentrata sul corredo della nutrice della figlia del faraone Taharqa. Gli oggetti esposti danno lo spunto per mettere in evidenza tre aspetti della civiltà dell’antico Egitto: la produzione artistica del periodo della XXV dinastia dei cosiddetti “faraoni neri”, le usanze funerarie e la cura della bellezza degli antichi egiziani
a cura di Lucia Tongiorgi Tomasi fino al 31 ottobre 2010 Selezione quasi esaustiva delle opere grafiche di Giuseppe Viviani (1898-1965): disegni, xilografie, acqueforti e litografie, ma anche lastre, oggetti e documenti prestati da collezionisti privati documentano la produzione dell’artista pisano. Incisioni come “racconti” in una struttura narrativa che dalla quotidianità di uomini, cose e animali arriva a profonde meditazioni esistenziali. E “l’odore del mare” rimane come sigla ricorrente in grado di dare al segno poetico di Viviani straordinaria forza e originalità.
dove: Museo Archeologico Gaio Cilnio Mecenate via Margaritone, 10 aperto: tutti i giorni 8.30-19.30 chiuso: Capodanno, 1 maggio, Natale
Le arti del XX secolo. Carlo Ludovico Ragghianti e i segni della modernità a cura di Lucia Tongiorgi Tomasi e Alessandro Tosi novembre 2010-marzo 2011 A cento anni dalla nascita di Ragghianti, Pisa rende omaggio allo storico dell’arte con una mostra che considera alcuni temi cari alle motivazioni critiche e al suo impegno verso la cultura artistica contemporanea. Il percorso tra grafica, architettura e cinema si articola in tre sezioni: •I segni della modernità, con incisioni di Soffici, Carrà, Campigli, Reggiani, Maccari, Fontana, Capogrossi, Radice, Levi, Cantatore, Viani, Zancanaro, Santomaso, Manzù, Corpora, Minguzzi, Basaldella, Cassinari, Guttuso, Sassu, Turcato e Greco •Ragghianti e Le Corbusier, dedicata alla mostra fiorentina di Le Corbusier •I critofilm incentrati sul Michelangelo dove: Museo della Grafica Palazzo Lanfranchi lungarno Galilei, 9 aperto: da martedì a venerdì 10-14; sabato e domenica 10,30-18,30 chiuso: lunedì, Capodanno, Pasqua, 2 giugno, 9-23 agosto, 25-27 e 31 dicembre
www.museodellagrafica.unipi.it
Il museo di Vinci, dove Leonardo nacque nel 1452, costituisce una delle raccolte più ampie e originali delle sue macchine e dei suoi modelli. Il progetto di rinnovamento del museo si è concluso nel maggio 2010 con la riapertura del Castello dei Conti Guidi che offre un percorso espositivo aggiornato e facilitato. Il museo, un vero polo di eccellenza a Vinci, può oggi ospitare mostre e collezioni di prestigio grazie alla moderna impiantistica, conforme alle grandi sedi museali. L’intervento strutturale ha interessato anche la torre medievale da cui si apre un panorama spettacolare, più volte disegnato da Leonardo nei suoi manoscritti.
Percorso espositivo: •Palazzina Uzielli il nuovo allestimento espone i modelli di macchine da cantiere, macchinari tessili e orologi meccanici, corredati da immagini tratte da dipinti e manoscritti e da ricostruzioni digitali che mostrano il funzionamento delle macchine •Castello dei Conti Guidi Oltre 60 modelli di macchine leonardesche a confronto con i disegni e le annotazioni dell’artista. Al piano terreno architettura, ingegneria civile e militare, gli studi di macchine per il volo: tra i modelli la macchina volante e la vite aerea considerata il prototipo del moderno elicottero. Al primo piano il grande modello ligneo della gru progettata da Brunelleschi per la costruzione della cupola di Santa Maria del Fiore e i modelli più curiosi come la bicicletta di Leonardo e le macchine per il movimento nell’aria, nell’acqua e sulla terra; la sala dell’ottica documenta l’interesse di Leonardo per l’ottica fisica e gli studi intrapresi per risolvere problemi legati alla rappresentazione pittorica di figure tridimensionali, mentre la sala delle acque documenta gli studi di Leonardo sul movimento nell’acqua con particolare riferimento alla navigazione fluviale. dove: Museo Leonardiano di Vinci
Palazzina Uzielli e Castello dei Conti Guidi, Vinci (FI) aperto: da marzo a ottobre tutti i giorni ore 10-19; da novembre a febbraio tutti i giorni ore 10-18
www.museoleonardiano.it
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