n.3 aprile-settembre
2011
10,00 â‚Ź
semestrale sulle arti
firenze
edintorni
il numero verde
mostre musei accademie fondazioni ville giardini biblioteche universitĂ chiese palazzi concerti restauri eventi pubblicazioni convegni attivitĂ per bambini
sommario 3• aprile-settembre 2011 4
Palazzo Pitti
36
Ville Medicee
8
Opera di Santa Maria del Fiore
38
Villa e Giardino Bardini
10
Galleria degli Uffizi
40
Accademie e Fondazioni
13
Gabinetto Disegni e Stampe degli Uffizi
42
Museo di Storia Naturale
14
Biblioteche
44
Museo Stibbert
16
Galleria dell’Accademia
45
Casa Buonarroti
17
Museo Nazionale del Bargello
45
Museo Horne
18
Opificio delle Pietre Dure e Laboratori di Restauro di Firenze
45
Museo Richard Ginori
20
Cenacoli e cicli di affreschi, Oratori
46
Museo Galileo
21
Museo di San Marco
46
Museo per la Matematica
22
Museo degli Innocenti
47
Museo Nazionale Alinari della Fotografia
22
Orsanmichele
47
Musei e archivi della moda
23
Complesso monumentale di Santa Croce
48
Musei di Fiesole
23
Cappelle Medicee
50
“Stranieri” a Firenze
24
Musei Civici Fiorentini
52
Bambini e ragazzi
26
Case museo
56
Musica in città
28
Musei archeologici
57
Libri in città
30
Palazzo Strozzi
58
In Toscana
31
Palazzo Medici Riccardi
60
Percorso architettonico
32
in contemporaneo
appuntamenti verdi di primavera Lectio Magistralis di Gilles Clément 4 aprile piazza San Marco Sala del Rettorato ore 17 paesaggista, ingegnere agronomo, botanico ed entomologo è il protagonista della prima lectio magistralis della stagione 2011 della Fondazione Florens, un’occasione per presentare, in anteprima nazionale, anche il suo ultimo libro tradotto in italiano, Il Giardino in movimento.
XIX Giornata Fai di Primavera 26-27 marzo www.giornatafai.it
Ruralia ultimo fine settimana di maggio (vedi p. 37) Parco mediceo di Pratolino Villa Demidoff www.provincia.fi.it/pratolino
Festival dei Narcisi ogni fine settimana dal 27 marzo al 1 maggio Villa La Pescigola, Fivizzano (Massa) www.villapescigola.com
Mostra primaverile di piante e fiori 25 aprile-1 maggio Giardino dell’Orticoltura, Firenze www.societatoscanaorticultura.it
Toscana esclusiva. Cortili e giardini aperti 28-29 maggio www.adsitoscana.it NOVITÀ Firenze card Sarà prossimamente disponibile a Firenze una card che nelle 72 ore di validità a partire dalla sua attivazione consentirà l’uso di tutti i mezzi pubblici e l’accesso a 33 musei fiorentini, senza file agli ingressi né prenotazione. Per informazioni www.firenzecard.it
Concorso Internazionale dell’Iris LV edizione 9-14 maggio Giardino dell’Iris, Firenze (aperto dal 25 aprile al 20 maggio) www.irisfirenze.it
I profumi di Boboli V mostra mercato della tradizione floreale e profumiera 19-22 maggio www.profumidiboboli.org
XIII Settimana della cultura dal 9 al 17 aprile ingresso gratuito a tutti i luoghi statali d’arte: monumenti, musei, aree archeologiche, archivi, biblioteche con grandi eventi diffusi su tutto il territorio www.beniculturali.it
Artigianato e Palazzo XVII edizione
13-15 maggio Giardino Corsini, Firenze www.artigianatoepalazzo.it
Infiorata di Scarperia ultima domenica di maggio
Festival d’Europa 6-10 maggio
Scarperia (Firenze) www.prolocoscarperia.it
ideato dall’Istituto Universitario Europeo, il ricco programma culturale trasforma Firenze, per cinque giorni, nella capitale d’Europa www.festivaldeuropa.eu
Murabilia Mostra mercato del giardinaggio amatoriale 2-4 settembre
Notte europea dei Musei 14 maggio le istituzioni museali di tutta Europa aprono in orario notturno e con ingresso gratuito www.lanottedeimusei.it
Mura urbane di Lucca www.murabilia.com
numeri utili Regione Toscana 800 860070 Provincia di Firenze 055 055 ADSI Toscana 055 212452 FAI Firenze 055 2741029
calendario a cura della redazione la seguente lista di eventi è una selezione degli accadimenti riportati sul terzo numero di VisitArt
per tutti gli altri, oltre alla rivista, si consiglia di consultare www.visitartfirenze.com
marzo dal 4 marzo Miniature e testi classici da Bisanzio alla Biblioteca Medicea Laurenziana (pag. 14) ♣ apre l’8 marzo Figure, Memorie, Spazio. Disegni da Fra’ Angelico a Leonardo al Gabinetto Disegni e Stampe degli Uffizi (pag. 13) ♣ dal 12 marzo Picasso, Miró, Dalí. Giovani e arrabbiati la nuova mostra di Palazzo Strozzi (pag. 30) ♣ le collezioni degli Uffizi a Beijing dal 12 marzo (pag. 12) ♣ fino a maggio il Centro di Cultura Contemporanea Strozzina sostiene il progetto Open Studios che offre la possibilità di visitare gli studi di 18 artisti (pag. 34) ♣ per la serie “La città degli Uffizi” apre a Montevarchi la mostra su Giovanni Martinelli dal 19 marzo (pag. 10) ♣ Restituzioni a Palazzo Pitti - opere restaurate in mostra dal 21 marzo (pag. 4) ♣ dal 22 marzo, dopo il lungo restauro, Il Tabernacolo dei Linaioli, celebre opera di Beato Angelico, in esposizione nella Biblioteca Monumentale del complesso di San Marco (pag. 21) ♣ fino a luglio Famiglie a Palazzo Strozzi, un ricco programma di attività per famiglie con bambini dai 3 anni in su, mentre alla Strozzina ogni primo weekend del mese tante attività per scoprire l’arte contemporanea (pag. 54) ♣ Palazzo Medici Riccardi e il contemporaneo: dal 25 marzo in mostra l’opera di Antonio Vinciguerra (pag. 31) ♣ apre il 26 marzo il nuovo Parco Archeologico di Carmignano (pag. 29) ♣ una mostra su Pellegrino Artusi alla Biblioteca Nazionale Centrale dal 30 marzo (pag. 15) ♣ fino a maggio proseguono i laboratori per bambini e famiglie al Museo Annigoni di Villa Bardini e le Domeniche matematiche al Museo per la Matematica dal 2 aprile il Museo Civico Archeologico di Fiesole ospita la mostra Gli Etruschi e il Sacro. (pagg. 52-53) Da Fiesole a Sovana (pag. 49) ♣ Disegni di Leonardo e Michelangelo a confronto: mostra ospitata dalla Casa Buonarroti dal 5 aprile (pag. 45) ♣ esposte le opere inedite di Antonio Manzi presso la Basilica di Sant’Alessandro a Fiesole dal 9 aprile (pag. 49) ♣ Videolibrary all’EX3 fino al 30 aprile (pag. 32) ♣ storia, cultura e spiritualità dei Sioux arrivano a Palazzo Medici Riccardi con la mostra Wolakota dall’11 aprile; fino al 12 aprile in mostra opere di Pietro Annigoni (pag. 31) ♣ dal 16 aprile Böcklin, de Chirico e Nunziante in mostra a Fiesole (pag. 49) ♣ La Bella di Tiziano restaurata è il fulcro della nuova mostra alla Galleria Palatina di Palazzo Pitti dal 18 aprile (pag. 5) ♣ Benozzo Gozzoli e Cosimo Rosselli dal 30 aprile in mostra a Castelfiorentino (pag. 11) ♣ alla Galleria d’Arte Moderna chiudono il 30 aprile la mostra sulla pittura di Enzo Faraoni e l’esposizione Dall’icona a Malevich (pag. 4) For the Love of God a Palazzo Vecchio (pag. 24) e la mostra sui Ghirlandaio (pag. 10) chiudono il 1 maggio ♣ torna il progetto Fabbrica Europa: in programma teatro, concerti, danza, workshop e dibattiti (pag. 35) ♣ dal 5 maggio Dino Caponi e dal 12 maggio Ottone Rosai in mostra a Palazzo Medici Riccardi (pag. 31) ♣ antiche carte geografiche in mostra alla Biblioteca Nazionale Centrale dal 7 maggio (pag. 15) ♣ chiude l’8 maggio la mostra all’EX3 Suspense. Sculture sospese (pagg. 32-33) ♣ dall’11 maggio L’acqua, la pietra, il fuoco: il Bargello celebra il quinto centenario della nascita di Bartolomeo Ammannati (pag. 17) ♣ torna il 14 maggio La notte europea dei Musei (pag. 21) ♣ Palazzo Pitti ospita la prima mostra sul periodo tardo dell’Opificio dal 17 maggio e Il Tesoro del Cremlino dal 27 maggio (pag. 5) ♣ dal 20 al 22 maggio Keep an ear on…, il convegno internazionale sul paesaggio sonoro organizzato da Tempo Reale, FKL e EX3 (pag. 32) ♣ apre il 21 maggio alla Strozzina Identità virtuali (pag. 34) ♣ dal 31 maggio alla Galleria dell’Accademia la prima mostra monografica su Lorenzo Bartolini (pag. 16) nei mesi estivi le sculture di Antonio Crivelli saranno visibili nell’area archeologica di Fiesole (pag. 49) ♣ Morgante di Nicola Lo Calzo: una nuova mostra al MNAF dal 9 giugno (pag. 47) ♣ il 10 giugno apre la mostra su Antonio Berti a Casa Siviero (pag. 27) ♣ alla Fortezza da Basso nuovo appuntamento con Pitti Uomo (14-17 giugno) e Pitti Bimbo (23-25 giugno) (pag. 32) ♣ agli Uffizi dal 14 giugno la mostra Vasari, gli Uffizi e il Duca per celebrare il quinto centenario della nascita del maestro (pag. 10) ♣ creazioni di Umberto Mariani a Palazzo Medici Riccardi dal 16 giugno (pag. 31) i Camaldolesi in mostra alla Biblioteca Nazionale Centrale (pag. 15) ♣ Notti dell’archeologia: spettacolo nel giardino di Casa Siviero il 9 luglio (pag. 27) a settembre il Centro Pecci ospita Videominuto e la mostra Abracadabra di Athos Ongaro (pag. 34) ♣ continua il dialogo fra il Comune di Fiesole e i maestri dell’architettura con la mostra Giovanni Michelucci. Disegni inediti allestita al Museo Archeologico di Fiesole (pag. 49) ♣ Preziosi tesori in villa fino al 10 settembre alla Petraia (pag. 36) ♣ dal 24 settembre Palazzo Strozzi ospiterà capolavori di Botticelli, Beato Angelico, Pollaiolo e altri nella mostra Il denaro e la bellezza (pag. 30)
aprile
maggio
giugno
luglio
settembre
palazzo pitti
l palazzo, voluto da Eleonora di Toledo, moglie di Cosimo I, come ariosa residenza per la famiglia ducale, è impreziosito dallo Passeggiata stupendo Giardino di Boboli e abilmente collegato dal nel verde Corridoio Vasariano agli Uffizi e a Palazzo Vecchio, allora sede Palazzo Pitti e Villa Bardini deputata alla gestione del potere e del governo. sono collegati attraverso Nella sua storia ha ospitato, oltre ai granduchi, anche i re il Giardino di Boboli. d’Italia e oggi custodisce importanti collezioni di opere e oggetti L’accesso per i residenti a Firenze è gratuito. d’arte all’interno di ambienti magnificamente conservati. Il Vedi p. 39 prestigioso complesso si articola oggi in sette strutture museali.
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piazza Pitti www.polomuseale.firenze.it/palazzopitti
Galleria Palatina e Appartamenti Reali
Museo degli Argenti
La Galleria Palatina, creata dai Lorena tra la fine del Sette e i primi decenni dell’Ottocento per ospitare i capolavori provenienti soprattutto dalle collezioni medicee, vanta opere di Raffaello, Tiziano, Caravaggio, Rubens, Pietro da Cortona e di altri maestri italiani ed europei del Rinascimento e del Seicento. Visitabili anche gli Appartamenti Reali allestiti con mobili, arredi e opere d’arte databili dal XVI al XIX secolo. aperto: da martedì a domenica 8,15-18,50 chiuso: Capodanno, 1 maggio, Natale Gli Appartamenti Reali sono chiusi a gennaio per manutenzione
Galleria d’Arte Moderna
Esposizione di dipinti e sculture, prevalentemente di artisti italiani, databili fra la fine del Settecento e il Novecento: opere del Neoclassicismo e del Romanticismo, e una raccolta dei Macchiaioli. aperto: da martedì a domenica 8,15-18,50 chiuso: Capodanno, 1 maggio, Natale
Museo delle Carrozze
Visitabili su appuntamento le carrozze in uso alla corte lorenese e sabauda e gli antichi finimenti per cavalli. Il veicolo più antico è un coupé settecentesco di gusto rocaille. visitabile a richiesta, su appuntamento
Prende il nome dagli argenti delle collezioni dei vescovi di Salisburgo, portati a Firenze da Ferdinando III di Lorena nel 1815. Conserva anche l’importante Tesoro dei Medici oltre ad importanti porcellane cinesi e giapponesi, collezionate dai Medici a partire dal Quattrocento.
Galleria del Costume
Fondata nel 1983, ha sede nella Palazzina della Meridiana. Dedicata alla storia della moda dal XVIII secolo ad oggi, annovera capi di abbigliamento, accessori e gioielli, oltre a costumi di scena. Cospicuo è inoltre il fondo cartaceo che include documenti d’archivio, bozzetti e disegni.
Museo delle Porcellane
Allestito nella settecentesca Palazzina del Cavaliere, raccoglie le più belle porcellane d’Europa acquistate da Pietro Leopoldo e Ferdinando III, accanto a quelle provenienti dalle dimore di Parma, Piacenza e Sala Baganza. Museo degli Argenti Galleria del Costume Museo delle Porcellane aperti: tutti i giorni 8,15-16,30 da novembre a febbraio, 8,15-17,30 in marzo e in ottobre dopo il ritorno all’ora solare, 8,15-18,30 in aprile, maggio, settembre e ottobre prima del ritorno all’ora solare, 8,15-18,50 da giugno ad agosto chiusi: primo e ultimo lunedì del mese, Capodanno, 1 maggio, Natale
foto Francesca Anichini
calendario mostre aprile-settembre 2011 Dall’icona a Malevich. Capolavori dal Museo Russo di San Pietroburgo Galleria d’Arte Moderna fino al 30 aprile Un percorso dell’arte russa dal XVI secolo alle avanguardie del primo Novecento attraverso 40 dipinti del prestigioso museo. Partendo dalle icone, l’espressione artistica più nota dell’arte russa, la mostra dedica ampio spazio al Settecento fino alle opere di Nesterov, Serov, Vrubel, Kandinskij, Malevich, Goncharova, Filonov e molti altri. La mostra è promossa in collaborazione con il Ministero della Cultura della Federazione Russa e il Ministero per i Beni e le Attività Culturali.
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Natura e verità nella pittura di Enzo Faraoni Galleria d’Arte Moderna fino al 30 aprile Mostra organizzata in collaborazione con l’Accademia delle Arti del Disegno con oltre 70 opere che testimoniano il percorso artistico di un protagonista dell’arte del Novecento: pittore e incisore cresciuto nelle campagne di Montelupo Fiorentino, i motivi dominanti della sua produzione spaziano dagli autoritratti ai soggetti femminili, fino alle nature morte e ai dipinti che tradiscono il fascino subito dal mondo vegetale.
Vinum nostrum Arte, scienza e miti del vino nelle civiltà del Mediterraneo antico Museo degli Argenti fino al 15 maggio Sculture, affreschi, mosaici e reperti originali raccontano la storia della vite e del vino e l’influenza esercitata sulla cultura degli antichi: dall’origine della viticoltura nel Vicino Oriente, fino alla sua affermazione nel mondo ellenico e alla diffusione del vino operata dai Romani. La mostra è curata dal Museo Galileo e dalla Soprintendenza Speciale per i Beni Archeologici di Napoli e Pompei.
Restituzioni Galleria Palatina 21 marzo-5 giugno Restituzioni, programma di restauro di opere d’arte finanziato dalla Banca Intesa Sanpaolo, è giunto alla quindicesima edizione; il concluso restauro di circa 80 opere è documentato dalla mostra itinerante con una prima tappa fiorentina. Sono esposti sculture, reperti archeologici tra i quali bronzetti, ceramiche e gioielli, tele e tavole, avori intagliati e oggetti di oreficeria, arazzi e bozzetti in terracotta. Tra le opere fiorentine restaurate il fregio robbiano dalla Villa Medicea di Poggio a Caiano e il Tabernacolo dei Linaioli, visibile nella mostra allestita alla Biblioteca Monumentale di San Marco.
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focus / Giardino
di Boboli
Prima dell’avvento della moderna tecnologia, fino al 1950 circa, questi attrezzi erano di uso quasi quotidiano e si legavano ad arti e mestieri che ne garantivano la produzione e la manutenzione. Roncole, pinze e strumenti da taglio venivano forgiati e realizzati da fabbri e stagnini che assistevano giardinieri, idraulici e addetti alle lavorazioni. Per ogni esigenza gli artigiani del legno e del ferro ideavano nella fucina piccoli unici capolavori.
Vero e proprio museo all’aperto, popolato di statue antiche e rinascimentali, ornato di grotte e di grandi fontane, alle spalle di Palazzo Pitti si estende il Giardino di Boboli, di cui i Medici per primi curarono la sistemazione creando un modello esemplare per molte corti europee.
❍ annaffiatoio
aperto: tutti i giorni, 8,15-16,30 da novembre a febbraio, 8,15-17,30 in marzo e in ottobre dopo il ritorno all’ora solare, 8,15-18,30 in aprile, maggio, settembre e ottobre prima del ritorno all’ora solare, 8,15-19,30 da giugno ad agosto chiuso: primo e ultimo lunedì del mese, Capodanno, 1 maggio, Natale
Ivo Matteuzzi Giardiniere di Boboli
❍ pinze ❍ roncola
palazzo pitti
Strumenti del giardiniere
❍ doccia
❍ attrezzo articolato in ferro per raccogliere i fiori
❍ attrezzo articolato in ferro per raccogliere i fiori
❍ trapano
❍ succhiellone
❍ lama di vanga in ferro
❍ ascia
❍ sifone foto Francesca Anichini
calendario mostre aprile-settembre 2011 “Quella Donna che ha la veste azzurra” La Bella di Tiziano restaurata Galleria Palatina 11 aprile-10 luglio Fulcro della mostra La Bella, uno dei dipinti più celebri di Tiziano, restaurata dall’Opificio delle Pietre Dure. Fra le altre opere in mostra la Donna con la pelliccia del Kunsthistorisches Museum di Vienna, il Ritratto di Francesco Maria della Rovere degli Uffizi e il suo disegno preparatorio; sono inoltre esposti campioni di damasco azzurro dal Bargello, manoscritti e testi a stampa come il trattato De li habiti antichi et moderni di diverse parti del mondo di Cesare Vecellio.
Dal fucile al pennello: artisti combattenti Galleria d’Arte Moderna 14 aprile-12 maggio
La grafica a soggetto militare di Giovanni Fattori Galleria d’Arte Moderna 31 maggio-10 giugno Le due mostre sono allestite in occasione delle celebrazioni per il 150° anniversario dell’Unità d’Italia.
Dagli splendori di corte al lusso borghese. L’Opificio delle Pietre Dure nell’Italia unita Galleria d’Arte Moderna 17 maggio-11 settembre Dopo il 1861 la manifattura medicea, con la denominazione di Opificio delle Pietre Dure, da laboratorio al servizio della corte si rivolse a una clientela privata, divenendo celebre in tutta Europa, mentre a fine secolo si dedicò alla conservazione del patrimonio artistico. Nella prima mostra sul periodo tardo dell’Opificio, pannelli, tavoli, cofanetti, sculture e arredi affascinano per la cromia e per le invenzioni decorative aggiornate sul gusto del tempo.
Il Tesoro del Cremlino Museo degli Argenti 27 maggio-11 settembre Circa 150 opere presentano l’Armeria del Cremlino, in origine arsenale e luogo di produzione di armi divenuto poi la più ricca collezione russa di tesori reali e oggetti di corte; dal XII al XVIII secolo fu la ‘stanza del tesoro’, colma di oggetti bizantini, russi, persiani, turchi ed europei, tra i quali gioielli, armature, ricami e oggetti legati all’incoronazione degli zar. Monili del XII e XIII secolo, icone smaltate, cammei e pietre incise di epoca bizantina, provenienti dal tesoro della Cattedrale, sono esposti accanto alle creazioni quattrocentesche in filigrana dei laboratori artistici del Cremlino.
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palazzo pitti foto Francesca Anichini
di Mauro Linari Architetto della Soprintendenza Speciale per il Patrimonio Storico, Artistico e Etnoantropologico e per il Polo Museale della città di Firenze
Le serre del Giardino di Boboli
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Botanica Superiore La zona di Boboli dove è concentrato un maggior numero di serre è il Giardino della Botanica, adiacente alla Palazzina della Vecchia, che oggi ospita la direzione del giardino, ma che un tempo era l’abitazione del Capo Giardiniere. Quest’area, quadrangolare, fu destinata ad orto al momento dell’ampliamento secentesco di Boboli e nel 1766 fu trasformata, su progetto di Niccolò Gaspero Paoletti e Giuseppe Ruggeri, in Jardin Potager, ovvero un giardino destinato alla coltivazione di legumi e frutti insoliti e rari. A tale scopo già nel 1789 erano presenti nel giardino dieci couches, sorta di serre seminterrate dove i frutti rari ed esotici venivano coltivati proteggendoli nella loro prima fase di vita. Fra il 1815 e il 1817 Giuseppe Cacialli progettò due tepidari tuttora esistenti. Nel 1852 il botanico palermitano Filippo Parlatore, nominato dieci anni prima dal granduca Leopoldo II direttore del Museo di Fisica e Storia Naturale, ottenne l’area del Jardin Potager allo scopo di creare un giardino botanico per organizzare le piante secondo la loro provenienza geografica. Delle strutture esistenti al tempo di Parlatore oggi restano i due tepidari del Cacialli, tre serre e tre couches. Il Tepidario Grande è quello architettonicamente più definito, soprattutto nella parte centrale dove l’ingresso è inquadrato da una doppia coppia di colonne doriche che sorreggono un timpano rettangolare conferendo a tutto l’edificio un carattere fortemente neoclassico. Il fronte del tepidario, orientato a sud, è composto da una lunga fila di finestroni che si estendono a tutta altezza fino al cornicione superiore. Le grandi finestre, che conservano gli infissi originali, sono leggermente inclinate in modo da raccogliere il calore dei raggi solari. Il tepidario, che necessita di un restauro conservativo della facciata, era usato da Parlatore come serra temperata per le piante provenienti dall’America. Ai lati dell’ingresso, per tutta la lunghezza del tepidario, vi erano due couches, oggi ridotte ad aiuole, delle quali si conservano i vetri a sportello originali. Sullo stesso lato del giardino, adiacente alla Palazzina della Vecchia, si trova il Tepidario Piccolo. Anche questo presenta una lunga fila di finestroni leggermente inclinati e vi si accede attraverso una scalinata laterale; la parte superiore termina con un’alta cornice dalla forma sgusciata di carattere vagamente neoegizio. Parlatore vi conservava le piante tropicali. Dopo che l’Orto Botanico era stato trasferito, nel 1881, al Giardino dei Semplici, le serre furono usate per la coltivazione di piante ornamentali da fornire alla Real Casa. Nel dislivello tra il Tepidario Piccolo e il piano del giardino si trova una serra per le orchidee che vi vennero coltivate fino al 1966 ed erano principalmente destinate ad abbellire la Sala Bianca di Palazzo Pitti durante le sfilate di moda che qui ebbero luogo a partire dal 1953. Nella parte alta del giardino si trova una lunghissima couche, originariamente destinata alla moltiplicazione delle piante e che oggi versa in cattivo stato, nonostante conservi ancora il vecchio impianto di riscaldamento, ovviamente non più funzionante. Davanti ad essa si trova la Serra Fredda, destinata da Parlatore alle piante provenienti dal Capo di Buona Speranza e usata ancora oggi. Questo piccolo fabbricato presenta una volta vetrata a botte, risultato di un recente rifacimento, mentre in origine presentava una copertura vetrata a due falde, più idonea alla cattura del calore dei raggi solari. Subito al di sotto è situata la Serra Calda per la Medinilla, che ospitava questa pianta importata dall’Asia nel 1867.
palazzo pitti foto Francesca Anichini
Giardino della Sughera e Giardino della Lavacapo
Nelle immediate vicinanze della Botanica Superiore, in cima al Viale dei Cipressi sul lato sinistro, si trova il Giardino della Sughera sorretto da due poderose volte realizzate nel 1619 in modo da portarlo allo stesso livello del Giardino della Lavacapo che si trova, speculare, sul lato opposto del Viale dei Cipressi. Questi due giardini costituivano un percorso unitario ed erano destinati alla coltivazione di agrumi a spalliere poste sulla superficie della recinzione fortificata fatta erigere da Cosimo I nel 1544. Nel Giardino della Sughera si trovano una bassa couche per la propagazione delle piante e due serre, di cui quella posta nella parte inferiore destinata alle calle. In fondo al Giardino della Lavacapo si trovava uno stanzone per vasi, chiamato “Lo Stanzonaccio”, realizzato su progetto di Giulio Parigi a ridosso delle mura trecentesche, usato in seguito come deposito e oggi in fase di ristrutturazione per ospitare il Museo delle Sculture di Boboli.
Botanica Inferiore
Circa a metà del viale che dal Piazzale della Meridiana porta ad Annalena vi è un giardino recintato realizzato da Giuseppe Ruggeri e Niccolò Gaspero Paoletti tra il 1771 e il 1778, usato come primo orto botanico. Giuseppe Cacialli progettò a sud di detto giardino due terrazzamenti digradanti verso l’ingresso di Annalena e quindi, tra il 1815 e il 1817, due tepidari. Il terrazzamento inferiore ha ancora la forma voluta dal Cacialli, ma non ci sono più le aiuole originali. Questo spazio prende il nome di Botanica Inferiore e vi si trova uno dei due tepidari, mentre l’altro, a livello del terrazzamento superiore, è stato inglobato nel Museo della Specola e convertito in uffici. Il tepidario ha la facciata scandita da 11 grandi finestre, una delle quali funge da ingresso. Oggi il tepidario è usato per il ricovero delle conche di agrumi che vengono disposte su due muretti di diversa altezza. Un altro muretto è disposto internamente in adiacenza al basamento che sorregge le vetrate ed è destinato alle piante piccole più bisognose di luce. Durante il periodo estivo le conche degli agrumi trovano collocazione nel terrazzamento antistante. In questo spazio è ancora presente, sull’estradosso della sottostante Grotta di Adamo ed Eva, il cosiddetto “Teatro dei Vasi”, costituito da una scalinata circolare sulla quale vengono poste, durante la bella stagione, piante fiorite.
La Limonaia Poco più sotto la Botanica Inferiore, scendendo verso la Vasca dell’Isola, si trova la Limonaia Grande, ancora oggi usata per il ricovero delle circa 500 conche di agrumi. Fu costruita, per volere del granduca Pietro Leopoldo, tra il 1777 e il 1778 su progetto di Zanobi del Rosso sul luogo in cui si trovava il Serraglio degli Animali fatto erigere da Cosimo III nel 1677. La facciata, scandita da lesene, consiste in una ripetizione regolare di quattro campate ognuna costituita da quattro finestroni sormontati da altrettante finestre incorniciate. La successione è interrotta da tre portali coronati da cartigli con festoni di frutta e superiormente la facciata è chiusa da un cornicione modanato; le specchiature di superficie tra le lesene sono tinteggiate a verde lorenese. Internamente due lunghi muretti di diversa altezza consentono agli agrumi di beneficiare della luce solare senza coprirsi tra loro. La parte sinistra della limonaia fu ampliata nel 1816 da Giuseppe Cacialli con la costruzione di uno stanzoncino per il deposito di materiali e attrezzi con annesso locale per il Capo Giardiniere. La parte antistante la Limonaia è costituita da un giardino con quattro grandi aiuole destinate essenzialmente alla coltivazione delle rose. Il giardino è chiuso da una cancellata realizzata dal Cacialli nel 1822 e costituita da una legatura orizzontale a forma di fune sostenuta da montanti conclusi superiormente da ananassi. La cancellata è compresa tra due pilastri a bugne lisce ciascuno sormontato da due statue classiche di Muse.
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opera di santa maria del fiore 8
stituita alla fine del XIII secolo per sovrintendere alla costruzione della nuova cattedrale di Firenze, l’Opera di Santa Maria del Fiore si trova oggi ad amministrare un complesso di monumenti e di edifici storici di straordinaria rilevanza, sviluppatosi nei secoli attorno alla chiesa cattedrale. Il complesso, oltre al Duomo e al Battistero, è articolato in una varietà di “luoghi” caratterizzati da una spiccata individualità e una specificità storica e funzionale.
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via della Canonica, 1 apertura uffici: da lunedì a venerdì 8-19, sabato 8-14
www.operaduomo.firenze.it
Cattedrale di Santa Maria del Fiore
Battistero di San Giovanni
Cripta di Santa Reparata
Progettata da Arnolfo di Cambio e terza chiesa del mondo, sorse sopra la cattedrale paleocristiana dedicata a Santa Reparata e nel 1412 fu intitolata a Santa Maria del Fiore con una chiara allusione al giglio, simbolo della città. La facciata fu conclusa soltanto alla fine dell’Ottocento.
A pianta ottagonale, interamente rivestito di marmo bianco e verde di Prato, il Battistero che vediamo oggi è il frutto dell’ampliamento di un primitivo edificio, risalente al IV-V secolo. aperto: tutti i giorni 12,15-19; primo sabato del mese, domenica e festività 8,30-14
(sito archeologico) Tra il 1965 e il 1973 una grande campagna di scavi eseguita sotto la Cattedrale ha portato in luce i resti dell’antica basilica di Santa Reparata, testimonianza della prima cristianità a Firenze.
aperto: lunedì, martedì, mercoledì, venerdì 10-17; giovedì 10-16,30, maggio e ottobre 10-16, da luglio a settembre 10-17; sabato 10-16,45; domenica e festività 13,30-16,45
Campanile di Giotto
aperto: lunedì, martedì, mercoledì, venerdì 10-17, sabato 10-16,45, 1 maggio 8,30-17 chiuso: in occasione delle principali festività liturgiche
Cupola
La costruzione della cupola − la più grande mai edificata in muratura − ebbe inizio nel 1420; cinque anni dopo fu affidata a Filippo Brunelleschi e fu completata fino alla base della lanterna nel 1436.
Iniziato da Giotto nel 1334, è una delle quattro componenti principali di piazza del Duomo. Alto 84,70 m e largo circa 15, è la più eloquente testimonianza dell’architettura gotica fiorentina del Trecento. aperto: tutti i giorni 9-19,30
aperto: tutti i giorni 8,30-19, sabato 8,30-17,40 chiuso: domenica e festività
Le altre Nuove Sale (non visibili nella sezione) La Sala del Coro bandinelliano La sala espone le formelle residue del coro del Bandinelli e due modelli esplicativi e nel pavimento ospita l’inserto ottagonale marmoreo proveniente dal Battistero.
La Galleria della Cupola Ospita i modelli in legno della cupola e della lanterna. Due ampie nicchie vetrate accolgono la ricostruzione del cantiere del Brunelleschi e alcuni modelli storici.
La Sala dell’Altare Spazio raccolto dedicato al prezioso parato di San Giovanni, realizzato su disegno del Pollaiolo. La Sala della Maddalena La sala accoglie la Maddalena di Donatello, esposta insieme alla pala di San Zanobi.
La Sala delle Cantorie e la Sala Fondi Oro La modifica più rilevante del salone in cui si trovano le cantorie di Donatello e Luca della Robbia è l’inserimento del portale bandinelliano, tramite il quale si accede alla sala che ospita i fondi oro.
focus Pianta del piano terra nel progetto per il nuovo Museo dell’Opera
Il progetto del nuovo Museo dell’Opera
La Sala della Pietà La sala, dove la luce filtrata scende dall’alto, ospita il gruppo scultoreo di Michelangelo, posto su un basamento centrale in pietra serena. Il basamento, poggiato su un elevatore a scomparsa, sarà in grado di movimentare l’opera verso l’alto in caso di inondazione. Il punto panoramico Da questa quota il visitatore può godere una visione straordinaria della reale cupola del Brunelleschi, dopo aver conosciuto la storia del cantiere e aver ammirato i modelli storici esposti nella sottostante galleria.
piazza del Duomo, 9 aperto: da lunedì a sabato 9-19,30, domenica 9-13,40 chiuso: Capodanno, Pasqua, 8 settembre, Natale
Serie di gallerie che si affacciano sulla ricostruzione della facciata rendendo possibile la visione della sala a diverse altezze e angolature. La Galleria del Campanile, situata al primo piano, espone le opere del Campanile di Giotto; le sculture, poste su un basamento rialzato di circa 120 cm, ripropongono un rapporto di visione dal basso verso l’alto, mentre sul lato opposto sono collocate le formelle del Campanile. La galleria del secondo piano ospita i modelli e gli studi sulla facciata del Duomo fino al concorso ottocentesco; un grande lucernario si apre sulla vista della reale cupola brunelleschiana, al di fuori del museo.
La Sala dell’Antica Facciata L’ex Teatro degli Intrepidi è dominato dalla parziale ricostruzione dell’antica facciata di Santa Maria del Fiore, realizzata con struttura metallica e finitura in legno chiaro. La ricostruzione al vero, di valore evocativo, è il frutto di rigorose ricerche che mettono a confronto testimonianze grafiche, rilievi architettonici e frammenti lapidei. La quinta traforata contrapposta alla facciata è predisposta per alloggiare le tre porte bronzee del Battistero all’interno di teche speciali. Fin dall’inizio sarà esposta la Porta del Paradiso insieme alle opere di Sansovino, Danti e Rustici.
Sezione prospettica trasversale e pianta del piano terra Progetto di Adolfo Natalini e Studio Guicciardini & Magni
opera di santa maria del fiore
Nato nel 1891, il museo custodisce le opere d’arte rimosse dal complesso di Santa Maria del Fiore per garantirne la conservazione; vanta una collezione eccezionale, con capolavori di Michelangelo, Donatello, Lorenzo Ghiberti e Luca della Robbia. Grandi lavori cambieranno il volto del museo: il progetto architettonico e di allestimento di Adolfo Natalini e Guicciardini & Magni Architetti si propone di rinnovare parte del museo, allestire l’ex Teatro degli Intrepidi e creare spazi di collegamento tra i vari edifici. Il nuovo complesso espositivo comprenderà due strutture, collegate in un percorso unitario: quella storica, già adibita a museo, e il nuovo ambiente del Teatro degli Intrepidi, acquisito nel 1998. Si disporrà del doppio dello spazio rispetto a quello attuale, da 2.432 a 4.924 mq: 2.427 mq di superficie espositiva e il resto destinato ad aree d’accoglienza e spazi tecnici. La fine dei lavori è prevista nel 2016, dato che l’Opera ha deciso di non chiudere il museo procedendo per avanzamenti successivi. L’esigenza di manutenzione e restauro delle opere, nonché la grande tradizione e professionalità dell’Opera, hanno reso necessaria la realizzazione di un laboratorio di restauro, collocato nei locali al piano terra.
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galleria degli uffizi www.polomuseale.firenze.it/uffizi
piazzale degli Uffizi aperto: da martedì a domenica 8,15-18,50 chiuso: Capodanno, 1 maggio, Natale È consigliato prenotare i biglietti per ridurre i tempi di attesa all’ingresso
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focus Vasari, gli Uffizi e il Duca a cura di Claudia Conforti, Francesca de Luca e Antonio Godoli Galleria degli Uffizi 14 giugno-30 ottobre Oggetto di questa mostra, nel quinto centenario della nascita di Giorgio Vasari (1511-1574), è la fondazione degli Uffizi (15591560): più che un edificio, un sistema architettonico a scala urbana, risultato di una stretta collaborazione tra il Duca, Cosimo I de’ Medici, e Vasari, il suo artista prediletto. L’esposizione, che prende le mosse dalla personalità dei protagonisti-artefici: il Duca e il suo artista, mette in primo luogo in scena l’assetto urbano tra Palazzo Vecchio e l’Arno prima della costruzione degli Uffizi; poi illustra le tappe dell’ideazione e della costruzione del complesso, il cui cantiere si attesta come il più grande e impegnativo del Cinquecento a Firenze. Del monumento sono mostrate le specificità spaziali e figurative, tra cui spiccano le porte lignee delle Magistrature; le ascendenze formali e tipologiche, che pescano nell’architettura romana antica, ben nota a Vasari e agli eruditi umanisti della sua cerchia, come Paolo Giovio e Vincenzo Borghini, ma anche nella coeva architettura di Venezia e di Roma, città dove l’artista aveva ripetutamente soggiornato. L’organizzatissimo cantiere, saldamente retto dall’architetto militare Bernardo Puccini, è evocato da antichi strumenti di lavoro, cui si affiancano reperti che, annegati da secoli nel riempimento delle volte, sono stati da poco riscoperti. Ma gli Uffizi sono anche frutto maturo di un ambiente artistico esuberante, polarizzato dalla corte e su cui incombe la terribile grandezza del genio di Michelangelo. Intorno ad esso ruotano protagonisti e comprimari: da Pierfrancesco Riccio, Maggiordomo del Duca, a Luca Martini, a Cosimo Bartoli, a Benedetto Varchi, le cui presenze sono evocate in mostra. Un ambiente competitivo, da cui Vasari, provinciale di Arezzo, è tenuto a distanza e combattuto, fino al suo trionfale ingresso (1554) al servizio del Duca. I due momenti, del rifiuto e dell’affermazione, sono illustrati in mostra attraverso le opere degli artisti che contrastarono l’ingresso di Vasari e di quelli che lo propiziarono, dispiegando una densa trama artistica e culturale che segnò l’apice del Rinascimento maturo di Firenze, ben rappresentato dal fasto leggendario delle nozze del principe Francesco con Giovanna d’Austria (1565), cerimonia inaugurale del sistema degli Uffizi non ancora completato.
calendario mostre aprile-settembre 2011
pagine della Galleria degli Uffizi a cura di Valentina Conticelli con Monica Alderotti
“La città degli Uffizi 5”
“La città degli Uffizi 6”
I Ghirlandaio. Una famiglia di pittori del Rinascimento tra Firenze e Scandicci
Giovanni Martinelli pittore di Montevarchi
a cura di Annamaria Bernacchioni Scandicci, Castello dell’Acciaiolo fino al 1 maggio
a cura di Bruno Santi e Andrea Baldinotti Montevarchi, Auditorium Comunale 19 marzo-12 giugno
La mostra, promossa dal Comune di Scandicci per la collana “La città degli Uffizi”, presenta al pubblico il rapporto che legò Domenico Ghirlandaio, i suoi fratelli (David e Benedetto) e il figlio Ridolfo ad una particolare zona del territorio fiorentino, che oggi si identifica col comune di Scandicci. Sono esposte 16 opere, tra cui alcuni capolavori provenienti dai musei fiorentini, insieme a quelle visibili presso la Badia di San Salvatore e Lorenzo a Settimo, punto focale dell’itinerario ghirlandaiesco, dove Domenico dipinse con la sua bottega alcune tavole ancora in loco e gli affreschi della facciata della cappella maggiore, purtroppo quasi completamente perduti. Questi dipinti illustrano il carattere familiare dell’officina artistica dei Ghirlandaio, frequentata da numerosi discepoli e collaboratori, dalla quale uscirono capolavori ragguardevoli.
La mostra promossa dal Comune di Montevarchi per la collana “La città degli Uffizi” è dedicata a Giovanni Martinelli, una delle figure più affascinanti della pittura fiorentina del Seicento, ma anche, se si eccettua la ristretta cerchia degli specialisti, una delle meno conosciute. Nella linea coerentemente perseguita dalla collana, anche la mostra montevarchina avrà come fulcro un’opera conservata nei depositi della Galleria fiorentina, il Convito di Baldassarre, considerata dalla critica una sorta di vera e propria summa dell’universo artistico del pittore, emblematica nel raccogliere all’interno del suo vasto e complesso schema compositivo la maggior parte delle tematiche e dei soggetti intorno ai quali Martinelli si affaticò maggiormente nel corso della sua carriera.
aprileaprileaprilemaggiomaggiomaggiogiugnogiugnogiugnolug
Sulle pagine d’un quotidiano m’è di recente capitato di giocare coi numeri dei visitatori degli Uffizi. L’ho fatto non perché abbia mai tenuto in gran conto i numeri (chi un po’ mi conosce sa quali siano le cose che agli Uffizi davvero mi stanno a cuore). L’ho fatto invece per indurre i lettori a qualche riflessione, rinnovando la memoria di quando, agli esordi del 2009, fu registrata in Galleria una flessione di presenze del 3,84%; e il museo finì su tutti i giornali. Oggi, invece, che si verifica un incremento del 7,89%, nessuno se n’avvede. Eppure non sono pochi i 120.737 visitatori che nel 2010 agli Uffizi si sono contati in più rispetto al 2009 (ci sono musei celebrati che 120.000 presenze non le annoverano neppure in un anno intero). Il 2010 ha visto entrare agli Uffizi 1.651.055 visitatori. E, se uno sciopero del personale della concessionaria dei musei fiorentini non avesse costretto la Galleria a restar chiusa durante il ponte dell’Immacolata (per solito affollatissimo) e se nel fine settimana del 17/19 (sempre di dicembre) la neve non avesse paralizzato le strade che congiungono Firenze al resto d’Italia, lo stesso 2010 avrebbe segnato il primato assoluto di visitatori, superando il massimo storico di 1.663.438 toccato nel 2006. Notizia – questa – che, per di più, andrà letta avendo chiara nozione che nel frattempo l’economia occidentale non ha visto sbocciare rose e fiori. Se da un lato crescono le preoccupazioni per la tutela delle opere esposte in Galleria (museo ‘grande’ di storia, ma piccolo di misure), dall’altro – sempre volendo considerare i ‘numeri’ – c’è da esser contenti per il turismo fiorentino. Piacerebbe però che chi a Firenze trae vantaggio da un incremento d’ospiti, mandasse qualche segnale capace di compensare le geremiadi che si levano ogniqualvolta si verifichi una flessione. E invece nulla, mi pare. Come nulla – a mia scienza – è stato fatto o detto per manifestare un poco di gratitudine a coloro che hanno organizzato in mesi di bassa stagione (organizzato – sottolineo – non già curato) la mostra del Bronzino a Palazzo Strozzi, col grande riscontro di pubblico che n’è sortito. Mostra che, coi suoi 140.781 visitatori, ha portato a Firenze, fra ottobre e gennaio, tanti forestieri (dall’Italia e dall’estero). Non si prendano queste parole soltanto come un cenno di biasimo. Si assumano invece come un invito a esser tutti partecipi delle vicende cittadine, godendo dunque dei successi, ma anche – in futuro – condividendo dal principio oneri e rischi. Antonio Natali
Arazzi
Interventi costosi ma indispensabili Attraverso varie mostre, negli ultimi anni è stata sollecitata l’attenzione alla collezione degli arazzi, che una complessa situazione di degrado impone di conservare in grande numero in deposito a Palazzo Pitti e agli Uffizi. Anche quando il restauro di alcuni di essi, impegnativo per tempi e costi, li rende alla godibilità, come accaduto per i bellissimi arazzi su cartoni del Bronzino ammirati durante la recente esposizione a Palazzo Strozzi o per le due Cacce ora in mostra a Poggio a Caiano, in generale il confronto tra i colori brillanti conservati nel retro degli arazzi – non sottoposto all’aggressione della luce – e quelli più spenti del fronte, muove sempre considerazioni sulle necessità conservative di questi preziosi e delicati manufatti. Se ne propone un esempio nel dettaglio da una fascia perimetrale della Battaglia di Canne, uno dei panni della serie delle Storie di Annibale, conservata nei depositi della Galleria degli Uffizi, tessuta intorno al 1560 dall’arazziere di Bruxelles Cornelis de Ronde (secondo l’indicazione di Guy Delmarcel e Claire Dumortier, accolta da Lucia Meoni). Al viraggio dei colori avvenuto sul fronte, causato da una troppo lunga esposizione alla luce, corrisponde la potenza dei filati di colore verde e rosso, mantenutisi nel retro del panno, che l’attuale operazione di manutenzione e anche il futuro lavaggio non potranno comunque restituire. Giovanna Giusti
galleria degli uffizi
La logica dei numeri
Dipartimento degli Arazzi
Direttore della Galleria degli Uffizi
calendario mostre aprile-settembre 2011 “La città degli Uffizi 7”
Santi, poeti, navigatori… a cura di Francesca de Luca Montecatini, Terme Tamerici 16 aprile-16 luglio La mostra promossa dagli Amici degli Uffizi, dal Comune di Montecatini e dalla Galleria degli Uffizi ha luogo nella suggestiva sede delle Tamerici alle terme di Montecatini. La mostra è incentrata sui ritratti di uomini illustri della celebre serie gioviana, voluta da Cosimo I per Palazzo Vecchio a imitazione di quella di Paolo Giovio a Como. La selezione di ritratti è arricchita dalla presenza di due opere che sono appartenute a Giovio provenienti dal Museo Civico di Como e dal ritratto di Amico Aspertini acquisito nel 2010 dalla Galleria grazie alla generosità degli Amici, che fece parte della stessa raccolta.
Benozzo Gozzoli e Cosimo Rosselli nelle terre di Castelfiorentino. Pittura devozionale in Valdelsa a cura di Serena Nocentini e Anna Padoa Rizzo Castelfiorentino, Be.Go. Museo Benozzo Gozzoli 30 aprile-31 luglio La mostra, inserita nella collana “La città degli Uffizi”, è dedicata ai pittori attivi a Castelfiorentino e in Valdelsa nella seconda metà del Quattrocento, con particolare attenzione a Benozzo Gozzoli e Cosimo Rosselli. Saranno esibite opere prestigiose che mostrano legami stilistici e storici con gli affreschi di Benozzo Gozzoli conservati nel nuovo museo intitolato all’artista a Castelfiorentino. Così, accanto alla tavola del Beato Angelico, proveniente dai Musei Vaticani, ai dipinti di Cosimo Rosselli e di Benozzo Gozzoli da Assisi, Vicchio e Città di Castello, si potranno ammirare tesori d’arte meno conosciuti, ma di grande interesse, provenienti dal territorio, oltre naturalmente ai dipinti della riserva della Galleria fiorentina. Alla mostra saranno collegate numerose iniziative per la valorizzazione del patrimonio artistico e paesaggistico della Valdelsa.
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galleria degli uffizi
presentazione autoritratti giapponesi Il 21 marzo in San Pier Scheraggio vengono presentati tre autoritratti di artisti giapponesi, donati alla Galleria degli Uffizi in concomitanza della mostra Autoritratti dalla Galleria degli Uffizi, tenutasi a Tokyo e a Osaka tra settembre 2010 e febbraio 2011. I tre artisti – Yayoi Kusama, Tanadori Yokoo e Hiroshi Sugimoto –, riconosciuti a livello internazionale tra i più rappresentativi dell’espressione artistica giapponese del secondo Novecento, hanno realizzato con la pittura o con la fotografia, allestimento appositamente per la Collezione degli nuovi depositi Uffizi, opere di singolare originalità Nell’ambito dei lavori per i espressiva. Nuovi Uffizi, sono stati ultimati gli ambienti destinati a completare i depositi della Galleria presentazione degli Uffizi. del restauro I nuovi locali ospiteranno, su della Strage degli griglie ordinate, alcune delle Innocenti migliaia di opere che di Marco Benefial costituiscono la riserva In primavera sarà presentato al pubblico il della Galleria. restauro della monumentale Strage degli Innocenti di Marco Benefial, uno dei principali e controversi protagonisti dell’arte del Settecento a Roma. Dopo un difficile e laborioso intervento diretto da Valentina Conticelli e condotto da Elda Nozzoli, che ha permesso il recupero di un brano d’arte di grande passo epico, il drammatico dipinto, proveniente dalla Collezione Feroni, sarà collocato nelle Sale di Galleria.
Ulisse Aldrovandi
apertura delle Sale degli Stranieri A causa di ritardi, dovuti a problemi tecnici di cantiere, l’apertura al pubblico delle prime dieci sale dei Nuovi Uffizi è stata rinviata all’inizio della prossima estate. Le sale, dedicate alla pittura delle Scuole Straniere del Sei e Settecento, sono poste all’altezza del primo piano della Galleria e sono prospicienti il cortile delle Reali Poste e il Chiasso dei Baroncelli, in prossimità della Collezione Contini Bonacossi. Vi si accederà dalle scale poste in fondo al Terzo Corridoio che saranno anch’esse riaperte, insieme ai bagni ivi collocati e completamente ristrutturati. Le Sale degli Stranieri ospiteranno dipinti olandesi, fiamminghi, francesi e spagnoli e vi si mostreranno non solo i capolavori di Rembrandt, Rubens, Van Dyck, Chardin, Liotard e Goya, ma anche molte altre opere importanti di cui attualmente solo pochissime sono esposte. Questi nuovi ambienti del museo potranno illustrare gli interessi collezionistici assai radicati nella famiglia Medici nei confronti della pittura fiamminga e olandese, come pure la volontà di Ferdinando III di Lorena di ampliare le scuole pittoriche rappresentate in Galleria alla fine del Settecento con un cospicuo acquisto aperture di dipinti francesi nel 1792. straordinarie
Corridoio Vasariano Per informazioni sugli orari di visita e sulle modalità di prenotazione è possibile consultare il sito www.polomuseale.firenze.it/musei/vasariano
Collezione Contini Bonacossi Visite gratuite. Per informazioni sugli orari e sulle modalità di prenotazione è possibile consultare il sito www.polomuseale.firenze.it/ musei/continibonacossi
comunicazioni del museo Lavori di allestimento della prossima mostra Al primo piano della Galleria sono in corso i lavori di montaggio e allestimento della mostra Vasari, gli Uffizi e il Duca che sarà inaugurata il 14 giugno: gli Uffizi si scusano con i visitatori per gli eventuali disagi. Le sale dedicate a Caravaggio e dei Caravaggeschi sono comunque visitabili al termine del percorso di uscita.
novità editoriali • Giotto. Il Polittico di Badia restaurato, a cura di A. Tartuferi, Edizioni Mandragora, in corso di pubblicazione
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“pittore eccellentissimo che giorno e notte non attende ad altro che dipingere piante ed animali di tutte le sorti, […] ai quali non manca se non lo spirito”
• Bollettino degli Uffizi 2009, a cura di F. Chezzi, M. Marini, Firenze, Centro Di, 2010
mostra all’estero: Cina
From the Collections of The Uffizi Gallery The Genres of Painting: Landscape, Still Life and Portrait Paintings a cura di Antonio Natali Beijing (12 marzo-17 maggio) Shenyang (15 giugno-28 agosto) La Galleria degli Uffizi, in collaborazione con Contemporanea Progetti e il China Italy Museum League, ha promosso una mostra destinata a cinque metropoli cinesi che presenta una selezione di dipinti dal XV al XX secolo provenienti dalla riserva del museo fiorentino e dal Corridoio Vasariano. Prendendo le mosse da passate edizioni dei “Mai visti” dedicate alla pittura di paesaggio e alla natura morta, la rassegna cinese è stata accresciuta con una sezione dedicata ai ritratti e agli autoritratti. Il filo conduttore di quest’ampia scelta di opere, la cui ultima tappa è Shenyang, scaturisce dai generi della pittura cari al collezionismo mediceo e raccolti da importanti figure della famiglia, quali Cosimo II, il Cardinal Leopoldo, Cosimo III e il Gran Principe Ferdinando.
nato a Verona, fu attivo a Firenze dal 1577 al 1626, anno della morte. Pittore versatile, è rinomato soprattutto per l’attività di illustrazione scientifica al servizio della corte medicea. In particolare Francesco I e Ferdinando I gli affidarono la riproduzione di specie rare o esotiche che giungevano a corte, spesso tramite invii e richieste del naturalista bolognese Ulisse Aldrovandi (1522-1605), grande estimatore del Ligozzi. L’apprezzata fedeltà delle sue illustrazioni, molte delle quali oggi conservate al Gabinetto Disegni e Stampe, era infatti garantita dalla prossimità della sua casa con il Giardino dei Semplici, che permetteva al pittore l’osservazione diretta di piante e fiori.
antica e prestigiosa collezione conservata al Gabinetto Disegni e Stampe degli Uffizi, comunemente indicato come GDSU, affonda le sue origini nelle raccolte medicee. Fu in particolare Leopoldo de’ Medici, cardinale nel 1667, ad acquistare tramite i suoi agenti numerosi fogli dei maggiori artisti antichi e contemporanei. Con l’estinzione della dinastia medicea, i Lorena contribuirono ad arricchire la collezione, poi incrementata dopo la costituzione del Regno d’Italia con numerose donazioni. Il patrimonio ammonta oggi a oltre 150.000 opere di artisti toscani e di altre scuole italiane, nonché di autori fiamminghi, olandesi, francesi, spagnoli e tedeschi.
L’
via della Ninna, 5 La Sala di Esposizione è aperta secondo lo stesso orario della Galleria. L’accesso alla Sala di Studio è riservato agli studiosi, dietro lettera di presentazione. aperto: lunedì, mercoledì, venerdì 8,30-13,30, martedì e giovedì 8,30-17
www.polomuseale.firenze.it/musei/disegni
mostra
Figure, memorie, spazio. Disegni da Fra’ Angelico a Leonardo a cura di Marzia Faietti, Alessandra Griffo e Giorgio Marini Gabinetto Disegni e Stampe degli Uffizi Reali Poste 8 marzo-12 giugno 100 disegni del Gabinetto Disegni e Stampe e del British Museum, due tra le maggiori collezioni di grafica esistenti al mondo. Già allestita presso il museo londinese, la mostra offre un’occasione unica per confrontare capolavori che rappresentano soprattutto gli ambiti fiorentini e centroitaliani con autori di prima grandezza – Lorenzo Monaco, Beato Angelico, Filippo e Filippino Lippi, i Pollaiolo, Verrocchio, Botticelli, Perugino, Ghirlandaio, Leonardo, Raffaello e Michelangelo –, mentre importanti approfondimenti sono dedicati anche al Nord Italia con Pisanello, Amico Aspertini, i ferraresi, Jacopo e Gentile Bellini, Mantegna e Tiziano. La mostra fiorentina arricchisce l’indagine sul disegno, affermatosi nel Quattrocento come espressione artistica autonoma, con un’ulteriore selezione di circa 60 opere che non potevano essere trasferite e presentate alla precedente mostra londinese. L’esposizione aggiuntiva, allestita alle Reali Poste, si sviluppa su tre filoni – figure, memorie, spazio – attraverso opere preziose come la Giuditta di Mantegna dal Libro di disegni di Vasari o il bozzetto per il Monumento a Giovanni Acuto di Paolo Uccello.
gabinetto disegni e stampe degli uffizi
Jacopo Ligozzi,
convegno Aesthetics and Techniques of Lines between Drawing and Writing 30 giugno-2 luglio convegno internazionale a cura di Gerhard Wolf (KHI) e Marzia Faietti (GDSU) presso il Kunsthistorisches Institut in Florenz www.khi.fi.it
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Gli Erbari illustrano un’importante branca del sapere enciclopedico medievale e si presentano anche come splendidi album di immagini: la conoscenza delle proprietà delle piante è trasmessa unitamente a raffigurazioni che nel tempo diventano sempre più realistiche fino ad acquisire vero e proprio valore scientifico.
Biblioteca Medicea Laurenziana anno di apertura al pubblico: 1571 per volontà di Cosimo I origine: raccolta iniziata da Cosimo il Vecchio patrimonio librario: circa 11.000 manoscritti, 2.500 papiri, 150 cassette di carte sciolte, 43 ostraka, 566 incunaboli, 1.681 cinquecentine, 592 testate di periodici e 126.527 edizioni a stampa piazza San Lorenzo, 9 aperto: lunedì, mercoledì, venerdì 8-14, martedì, giovedì 8-17,30
www.bml.firenze.sbn.it
biblioteche
Gli Erbari nella Biblioteca Medicea Laurenziana I fondi manoscritti della Biblioteca Laurenziana includono testi di diversi autori: dai più antichi studiosi del mondo vegetale – come il medico Teofrasto (ca. 372-287 a.C.), che descrisse oltre 500 piante e il loro uso medicinale nella sua Historia plantarum (Plutei 85.3, 85.22) – a Plinio il Vecchio (I secolo d.C.), il quale dedicò molti dei 37 libri della sua enciclopedica Naturalis Historia alla botanica e alle qualità officinali delle piante (Plutei 82.1-82.4), a Dioscoride, medico militare del I secolo d.C., che nel De materia medica, la fonte più diffusa del sapere botanico per tutto il Medioevo fino agli inizi dell’età moderna, descrisse circa 600 tra piante, erbe, radici e le loro virtù terapeutiche, fino ai trattati di farmacopea botanica prodotti o tradotti dall’arabo nell’ambito della Scuola Medica Salernitana e ai volgarizzamenti di età umanistica. In particolare, tra i codici latini dioscoridei, che spesso tramandano anche altri testi affini, intrisi di elementi magici e concezioni medicoalchemiche, come l’Herbarium dello pseudo Apuleio (V secolo), spiccano in biblioteca il Pluteo 73.41 (IX secolo), proveniente dall’Italia meridionale, appartenuto nella seconda metà del Quattrocento al medico veronese Gabriele Zerbi, e il Pluteo 73.16, ritenuto recentemente di età sveva (XIII secolo) e collocato in ambito campano per le raffigurazioni concernenti gli usi terapeutici delle erbe officinali e gli autori stessi. Degni di menzione sono anche gli Erbari conservati nei codici quattrocenteschi Ashb. 456 (in volgare) e 731 (in latino) e nel Redi 165 – proveniente dalla collezione dell’aretino Francesco Redi e contenente un testo attribuito a Maestro Ghino da Firenze – che presentano su ogni carta disegni di essenze vegetali, vivacizzati da figure umane e zoomorfe. Infine, in questa parziale rassegna, non si può non citare uno dei cimeli della biblioteca, la celebre Historia general de las cosas de Nueva España (Med. Pal. 218-220), opera in 12 libri in spagnolo e in náhuatl, composta dal frate francescano Bernardino de Sahagún (1499-1590), fonte essenziale per la storia, gli usi e i costumi della civiltà messicana prima e al momento della conquista di Hernán Cortés (1519-1521). Alla storia naturale, e in particolare alle piante, è dedicato il libro XI. Eugenia Antonucci Biblioteca Medicea Laurenziana
mostra
Voci dall’oriente. Miniature e testi classici da Bisanzio alla Biblioteca Medicea Laurenziana 4 marzo-30 giugno I Medici, e in particolare Lorenzo il Magnifico, furono i mecenati che più si adoperarono nel salvataggio del patrimonio letterario dell’antica Grecia, attraverso acquisti e doni giunti a Firenze specialmente nel XV secolo. La mostra espone 42 manoscritti dei classici greci e un ricco gruppo di miniature bizantine. Sono presentati un’antologia di testi degli autori greci salvati dagli umanisti bizantini tra il IX e il XV secolo, manoscritti miniati di epoca bizantina (IX-XIV secolo), quasi tutti del Vecchio e del Nuovo Testamento, e infine le edizioni rinascimentali di testi greci prodotti dagli umanisti fiorentini e dai loro patroni. aperto: da lunedì a sabato 9,30-13,30 chiuso: festivi e il primo sabato del mese
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Biblioteca Marucelliana anno di apertura al pubblico: 1752 fondatore: Francesco Marucelli (1625-1703) patrimonio librario: il nucleo iniziale di circa 6.000 volumi è stato accresciuto da successive acquisizioni; dal 1911 la biblioteca è depositaria delle pubblicazioni stampate a Firenze e provincia via Cavour, 43-47 aperto: da lunedì a venerdì 8,30-19, sabato 8,30-13,45
www.maru.firenze.sbn.it
Biblioteca delle Oblate anno di apertura al pubblico: 2007, dopo il recupero del complesso origine: dalla precedente Biblioteca Comunale Centrale (1913) patrimonio librario: la Sezione di Conservazione e Storia Locale raccoglie oltre 50.000 documenti via dell’Oriuolo, 26 aperto: lunedì 14-19, da martedì a sabato 9-24 (orario soggetto a modifiche)
www.bibliotecadelleoblate.it
Biblioteca degli Uffizi anno di apertura al pubblico: 1998 nei locali restaurati dell’ex Biblioteca Magliabechiana origine: dalla prima biblioteca pubblica di Firenze fondata da Pietro Leopoldo di Lorena (seconda metà del XVIII secolo) patrimonio librario: 74.000 titoli, di cui 470 manoscritti, 5 incunaboli, 192 cinquecentine, 1.445 libri del XVII-XIX secolo, 1.136 periodici Loggiato degli Uffizi aperto: martedì 9-17, mercoledì 9-13,30, venerdì 9-13
www.polomuseale.firenze.it
biblioteche
Biblioteca Nazionale Centrale anno di apertura al pubblico: 1861, con l’unificazione delle Biblioteche Magliabechiana e Palatina fondatori: Antonio Magliabechi (Magliabechiana) e Ferdinando III (Palatina) patrimonio librario: 6.000.000 di volumi a stampa, 120.000 testate di periodici, 4.000 incunaboli, 25.000 manoscritti, 29.000 edizioni del XVI secolo e oltre 1.000.000 di autografi piazza dei Cavalleggeri, 1 aperto: da lunedì a venerdì 8,15-19, sabato 8,15-13,30
www.bncf.firenze.sbn.it
Gli Erbari nei fondi della Biblioteca Nazionale
Nella biblioteca un ricco panorama di manoscritti e rari volumi a stampa, talvolta corredati da preziose immagini, documenta l’evoluzione degli studi botanici fino alla nascita della scienza moderna. Un breve itinerario tra alcuni documenti testimonia la complessa stratificazione dei numerosi fondi che hanno contribuito a costituire il patrimonio dell’Istituto. Il Fondo Palatino, particolarmente ricco di opere di botanica anche grazie alle acquisizioni di Ferdinando III di AsburgoLorena in linea con la tradizione fiorentina di studi scientifici, conserva, fra gli altri, un Erbario di origine provenzale (Pal. 586, XIV secolo); un manoscritto membranaceo (Pal. D.10.4.9 striscia 1418) con le immagini di vari tipi di galle e dei relativi insetti riprodotti sia nelle reali dimensioni che ingranditi al microscopio (strumento già in uso presso la corte medicea), realizzate intorno al 1667 dal pittore Filizio Pizzichi e destinate a illustrare le Esperienze intorno alla generazione degli insetti di Francesco Redi; il codice cartaceo Hortus Regius Honselaerdicensis (Pal. 6.B.B.8.5), realizzato dal pittore Stefano Cousyns tra il 1685 e il 1688, che riproduce i fiori locali ed esotici coltivati dal botanico Gaspar Fagel; l’Hortus semper virens di Johann Simon Kerner (Pal. 6.B.1.1.1), stampato a Stoccarda dal 1791; le Icones (Pal. 8.5.6.19), raccolta in 32 volumi di 968 tavole con acquerelli di piante e fiori del giardino del Museo di Fisica e Storia Naturale realizzata tra il 1817 e il 1842 dal botanico-illustratore Antonio Piccioli, autore anche dell’Antotrofia, ossia la coltivazione dei fiori (Pal. 13.8.4.B) edita nel 1834. Se il Fondo Palatino è frutto del collezionismo granducale, quello della famiglia Targioni Tozzetti è specchio degli interessi scientifici dei suoi componenti, come dimostrano i trattati di agricoltura di Agostino del Riccio, monaco domenicano di Santa Maria Novella, che offrono anche informazioni sull’introduzione e la coltura di piante in Toscana (ms. 56, fine del XVI secolo). Infine, a testimonianza dell’interesse degli ordini religiosi per la botanica, ricordiamo alcuni manoscritti del Fondo Conventi Soppressi: quello dell’Abbazia di Vallombrosa con immagini di fiori e frutta (B.6.1085.III, XVIIXVIII secolo) e quello del convento della Santissima Annunziata, datato 1740, con Erbe dipinte al naturale colle loro denominazioni di Tommaso Chellini (G.5.1377). Francesca Tropea
Biblioteca Riccardiana anno di apertura al pubblico: dopo il 1659 origine: collezione di Riccardo Romolo Riccardi del XVI secolo patrimonio librario: 4.450 manoscritti, 5.529 carte sciolte, 725 incunaboli, 3.865 cinquecentine, 20.000 stampati antichi, 40.000 stampati moderni, 276 disegni via Ginori, 10 aperto: lunedì, giovedì 8-17,30, martedì, mercoledì, venerdì 8-14
www.riccardiana.firenze.sbn.it
Alcuni testi di botanica della Biblioteca Riccardiana • Erbario figurato, seconda metà del secolo XV, manoscritto di ambito fiorentino • Tommaso Chelini, Nuovo libro de’ funghi fatto da Tommaso Maria Chelini cittadino fiorentino, Firenze 1703 (manoscritto) • Leonhart Fuchs, De historia stirpium commentarii insignes, maximis impensis et vigiliis elaborati, adiectis earundem vivis plusquam quingentis imaginibus, numquam antea ad naturae imitationem artificiosius effictis, Basileae 1562
Biblioteca Nazionale Centrale di Firenze
mostre 30 marzo-30 aprile Mostra su Pellegrino Artusi organizzata da Accademia della Crusca, Comune di Firenze e Comune di Forlimpopoli
7-10 maggio Carte geografiche antiche in mostra nell’ambito del Festival dell’Europa (Istituto Europeo)
luglio-settembre Mostra sui Camaldolesi in collaborazione con la Biblioteca Rilliana di Poppi
Il numero considerevole di scritti botanici circolanti sin dall’antichità testimonia la grande attenzione che l’uomo ha da sempre rivolto al mondo vegetale. Tra i testi più antichi e che hanno beneficiato di una notevole fortuna testuale e iconografica si annoverano gli Erbari, la cui storia s’intreccia inconfondibilmente con quella della medicina e dell’arte farmaceutica, essendo state erbe e piante, sin dall’inizio, osservate e studiate per le loro proprietà curative.
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galleria dell’accademia
el 1873 il celebre David di Michelangelo fu trasferito da piazza della Signoria alla Galleria dell’Accademia, nella Tribuna appositamente realizzata. Insieme al David la presenza dei Prigioni e del San Matteo indica già nell’Ottocento la vocazione della Galleria a proporsi come museo michelangiolesco. Tuttavia il patrimonio della Galleria deriva in primo luogo dalle raccolte settecentesche dell’Accademia di Belle Arti e dell’Accademia del Disegno, arricchite dalle opere provenienti da vari conventi soppressi: le opere qui riunite, insieme ai calchi in gesso, svolgevano una comunicazioni funzione didattica per gli studenti dell’Accademia. La dal museo Galleria oggi custodisce soprattutto dipinti di artisti attivi il primo piano del museo nell’area fiorentina tra la seconda metà del XIII e la fine del rimarrà chiuso fino XVI secolo; si segnalano in particolare la collezione di tavole al 3 aprile per lavori a fondo oro, unica al mondo, i grandiosi polittici di riallestimento tardogotici e la raccolta di icone russe.
N
Dipartimento degli Strumenti Musicali All’interno dell’Accademia, sullo sfondo di scene dipinte raffiguranti la vita musicale della corte medicea insieme a panoplie e nature morte con strumenti musicali, sono esposti circa 50 strumenti dalle collezioni medicee e lorenesi (XVII-XIX secolo). Nella collezione spiccano esemplari straordinari per la fattura e per il suono (udibile alle postazioni informatiche che illustrano la cultura musicale della Firenze granducale). Fra gli oggetti più preziosi, il violoncello e la viola tenore di Stradivari (1690), unici superstiti del “Quintetto mediceo” appartenuto al Gran Principe Ferdinando. via Ricasoli, 58-60 aperto: da martedì a domenica 8,15-18,50 chiuso: Capodanno, 1 maggio, Natale
www.polomuseale.firenze.it/musei/accademia
mostra
Lorenzo Bartolini. Scultore del bello naturale 31 maggio-6 novembre Prima mostra monografica dedicata a Lorenzo Bartolini (1777-1850), la cui opera ebbe un ruolo centrale nello sviluppo della scultura dell’Ottocento. Con numerose nuove aggiunte al catalogo, la sua evoluzione stilistica viene illustrata da una settantina di opere in un inedito confronto con il nucleo di modelli della gipsoteca. Per la prima volta dall’Ottocento sono visibili a Firenze importanti sculture come il Napoleone I del Louvre, La Fiducia in Dio del Museo Poldi Pezzoli e altre provenienti da Rennes, San Pietroburgo, Ginevra... La mostra rende un vivo ritratto di quel ceto internazionale colto e raffinato cui si devono le più importanti commissioni di sculture, arte decorativa e ritratti, oltre ad attestare il lungo sodalizio amicale con Ingres attraverso significative tele dell’artista francese.
I fiori dell’Accademia. Fiori dipinti, fiori in giardino La Galleria offre la possibilità di una piacevole pausa dalla visita al David di Michelangelo con un percorso tra i fiori che impreziosiscono uno dei suoi cortili. Qui, infatti, sono state messe a coltura le stesse specie di fiori raffigurate con precisione nei dipinti degli artisti cinquecenteschi Alessandro Allori (Annunciazione, Incoronazione della Vergine, Madonna e Santi) e Giuliano Bugiardini (Madonna della Palma), posti rispettivamente nel braccio sinistro e in quello destro della Tribuna del David. Il visitatore, avvalendosi della visione dal vero dei fiori, insieme all’apparato esplicativo, può arricchire la lettura fatta davanti al dipinto risalendo sia al significato generale del fiore sia alla particolare valenza simbolica acquisita all’interno dei dipinti menzionati. Scopriamo così come talvolta la presenza di un fiore in un determinato contesto non sia esclusivamente una scelta di carattere estetico operata dall’artista o dal committente, ma un modo di sottolineare, arricchire e rafforzare il messaggio dell’episodio narrato.
Orniello, vaso in argento 925, disegnato da Mario Zanini, 2001
negozio via Porta Rossa, 99r Firenze
www.pampaloni.com
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via del Proconsolo, 4 aperto: da lunedì a domenica 8,15-13,50 chiuso: prima, terza, quinta domenica, secondo e quarto lunedì di ogni mese, Capodanno, 1 maggio, Natale
www.polomuseale.firenze.it/bargello
L’acqua, la pietra, il fuoco Bartolomeo Ammannati scultore
mostra estate al Bargello
11 maggio-18 settembre Prima mostra monografica dedicata a Bartolomeo Ammannati nel quinto centenario della nascita. Il titolo allude al tema centrale dell’esposizione, ovvero alle tre fontane che l’artista realizzò per il duca Cosimo I. La mostra prevede la spettacolare ricostruzione della fontana marmorea composta di sei statue di divinità destinata al Salone dei Cinquecento in Palazzo Vecchio, poi trasferita a Pratolino e a Boboli, prima di giungere smembrata al Bargello. Il progetto della prima fontana fu interrotto nel 1560 per realizzarne una pubblica (e dunque più propagandistica) in piazza della Signoria; infine pochi anni dopo il duca commissionò all’artista il gigantesco Ercole e Anteo in bronzo per la fontana nel giardino di Castello. Completano l’esposizione disegni, progetti, documenti e altre sculture dell’Ammannati, oltre a un documentario sulle fasi di esecuzione della copia della Giunone, che verrà poi montata nel cortile del Bargello nella posizione originale al culmine della fontana del Salone dei Cinquecento. opere prestate
maggio-agosto Il museo ospita spettacoli e concerti con grandi interpreti internazionali
teatro La Morsa di Pirandello (Compagnia Lombardi Tiezzi); Satyricon (Compagnia Verdastro della Monica); Giulietta e Romeo (Compagnia F.E.S.T.A., in inglese); La beffa del grasso legnaiuolo (Scuola Nazionale Comici “Massimo Troisi” con Carlo Monni)
danza Made in Italy, 22° Florence Dance Festival
musica Orchestra da Camera Fiorentina, Orchestra dei solisti dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia, Orchestra sinfonica di Grosseto; Nazzareno Carusi al piano e Vittorio Sgarbi in Dante e Michelangelo, l’arte Italiana
per la mostra: Arcimboldo. Artista milanese tra Leonardo e Caravaggio
Il Museo Nazionale del Bargello è presente con le proprie opere a
Firenze, Museo di San Marco, 22 marzo-12 giugno per la mostra: Il Tabernacolo dei Linaioli dell’Angelico restaurato
Berlino, Bode Museum, 25 agosto-20 novembre per la mostra: Gesichter der Renaissance
Firenze, Galleria degli Uffizi, 14 giugno-30 ottobre per la mostra: Vasari, gli Uffizi e il Duca
Brescia, Museo di Santa Giulia, fino al 12 giugno per la mostra: Ercole il fondatore
Lione, Musée des Beaux-Arts, 31 marzo-20 settembre per la mostra: Le genie de l’Orient. Lyon et les arts de l’Islam
Naumburg, Naumburg Saale, 29 giugno-2 novembre per la mostra: Maestro di Naumburg. Scultore e architetto nell’Europa delle cattedrali
Mannheim-Palermo, ReissEnghelhorn Museum-Museo Archeologico Salinas, fino al 20 aprile per la mostra: Gli Svevi e l’Italia
Padova, Musei Civici degli Eremitani, 16 aprile-31 luglio per la mostra: Guariento e la Padova carrarese
Milano, Palazzo Reale, fino al 25 maggio
Parigi, Hôtel de Cluny, Musée National du Moyen Âge, 27 aprile-26 settembre
Caraglio (Cuneo), Museo del Filatoio, fino al 5 giugno per la mostra: Animalia. Animali reali e fantastici nell’arte europea dal XV al XX secolo Firenze, Palazzo Pitti, Galleria Palatina, 11 aprile-10 luglio per la mostra: La Bella di Tiziano restaurata
Mosca, Museo del Cremlino, 25 maggio-24 luglio per la mostra: Tesori medicei al Museo del Cremlino
per la mostra: L’Epée-La spada Valencia, Centre del Carme, 1 aprile-31 luglio per la mostra: El Nacimiento de la sederia valenciana siglos XV y XVI. El art dels velluters Venaria Reale (Torino), Reggia di Venaria Reale, 17 marzo-11 settembre per la mostra: La Bella Italia. Arte e identità delle città capitali restauri • Benedetto da Maiano, Due musici del gruppo dell’Incoronazione di Carlomagno (dal Monumento di Ferdinando d’Aragona) • Madonna col Bambino, altorilievo in stucco, arte fiorentina, seconda metà del XV secolo
museo nazionale del bargello
l Museo Nazionale del Bargello ha sede nel palazzo, che fu del Capitano del Popolo, costruito nel 1255 e arricchito nel 1287 del Verone, la bella loggia affacciata sul cortile dove il Podestà adunava i rappresentanti delle Arti e delle Corporazioni. Divenuto nel 1502 la sede del Consiglio di Giustizia, il cui capo era il cosiddetto “Bargello”, e più tardi carcere, nel 1865 venne definitivamente trasformato in museo e destinato a ospitare straordinarie raccolte di scultura e di “arti minori”. Ospita le più importanti sculture del Rinascimento, con capolavori di Donatello, di Luca della Robbia, del Verrocchio, di Michelangelo, del Cellini e del Giambologna. Inoltre, prestigiose raccolte di bronzetti, maioliche, cere, smalti, medaglie, avori, sigilli e tessili, provenienti in parte dalle collezioni medicee e in parte da donazioni di privati.
Fabbrica Pampaloni è aperta al pubblico
su appuntamento via del Gelsomino, 99 Firenze tel. 055 289094 www.pampaloni.com
opificio delle pietre dure e laboratori di restauro di firenze 18
Istituto ha origini composite, frutto di un’antica e illustre tradizione e di una moderna e articolata attività, già evidenti nella sua insolita denominazione. Nato nel 1588 come manifattura per la lavorazione di arredi in pietre dure, l’Opificio già dagli ultimi decenni del XIX secolo si applicò al lavoro di restauro. In seguito all’emergenza dell’alluvione del 1966 e all’istituzione del Ministero per i Beni Culturali e Ambientali nel 1975, vennero fusi in un’unica entità l’antico Opificio mediceo e il Laboratorio Restauri della Soprintendenza. Nel 2007 l’Opificio ha acquisito la natura di Istituto Centrale che si è specializzato in attività di restauro, ricerca applicata e attività didattica ed è suddiviso in specifici settori: Arazzi, Bronzi e Armi antiche, Dipinti su tela e su tavola, Pitture murali, Materiali cartacei e membranacei, Materiali lapidei, Mosaico e commesso fiorentino, Oreficerie, Sculture lignee policrome, Materiali ceramici e plastici, Materiali tessili. Annesso all’Istituto, il Museo rispecchia le vicende della sua secolare attività produttiva, attività che ha formato nei secoli prestigiose collezioni di varie regge e musei europei. La collezione vanta esemplari di grande suggestione e raffinatezza, capaci di delineare un percorso storico della manifattura. Vi si conserva inoltre un’importante riserva di marmi antichi e di pietre dure raccolte in funzione della tecnica del commesso.
L’
attività aperte al pubblico “effetto restauro” L’iniziativa promuove l’attività dell’Istituto presentando al pubblico alcune delle più significative opere dopo il loro restauro o anche in corso di lavorazione presso i Laboratori dell’Opificio. visite ai Laboratori di restauro Visite guidate ai Laboratori di restauro di via degli Alfani, a quelli presso la Fortezza da Basso, al Laboratorio per il Restauro degli Arazzi in Palazzo Vecchio. Per informazioni e prenotazioni
opd.promozioneculturale@beniculturali.it novità editoriali L’Opificio ha iniziato fin dal 1986 la pubblicazione di una rivista annuale, ‘OPD Restauro’, nella quale sono presentati alcuni dei più significativi restauri e i risultati degli studi e delle ricerche effettuate. • La seconda serie è attualmente al ventiduesimo volume (1, 1989-22, 2010) con il titolo ‘OPD Restauro’, a cura della Casa Editrice Centro Di.
mostra Sedi:
Opificio via degli Alfani, 78; Fortezza da Basso, viale Strozzi, 1; Palazzo Vecchio, Sala delle Bandiere
Museo via degli Alfani, 78; aperto: da lunedì a sabato 8,15-14, da giugno a novembre (escluso agosto) giovedì 8,15-19 chiuso: domenica e festivi Per informazioni: 055 2651357
www.opificiodellepietredure.it
Dagli splendori di corte al lusso borghese. L’Opificio delle Pietre Dure nell’Italia unita 17 maggio-11 settembre Palazzo Pitti Galleria d’Arte Moderna vedi p. 5
Nella produzione dell’Opificio delle Pietre Dure (nome attribuito nell’Ottocento alle antiche botteghe granducali) non manca certamente la varietà dei soggetti, che dipendono dal gusto e dalle richieste delle diverse epoche: fiori, uccellini, frutti, paesaggi, storie bibliche, soggetti allegorici, vedute di edifici classici. Ma, mentre tutti gli altri temi vengono adottati e poi abbandonati con il mutare del gusto tanto da apparire e scomparire nel giro di pochi decenni, il soggetto floreale percorre tutta la storia della produzione, con una evoluzione stilistica spesso legata alle tendenze della pittura coeva. Volendo ripercorrere con pochi esempi lo sviluppo del tema floreale e della tecnica di realizzazione, si può segnalare come esempio della produzione medicea del primo periodo una coppia di pannelli di considerevoli dimensioni (facenti parte di una serie numerosa e ora dispersa) dei primi anni del secolo XVII: all’inquadratura geometrica di derivazione romana si affianca la decorazione floreale, con parti ancora schematiche e rigorosamente simmetriche, e altre già permeate di una sensibilità naturalistica che si rivela nel giglio apicale, dove la trasparenza del calcedonio orientale è sfruttata per rendere visibili i colori applicati sul retro. Risultati straordinariamente elevati sono raggiunti in una formella con girasole, destinata a uno stipo non realizzato che porta inciso sul supporto di lavagna il nome di Gerolamo della Valle e la data 1664. L’uso delle pietre tenere (esiste in museo il pendant in pietre dure) provoca suggestive trasparenze e dona morbidezza e verosimiglianza alla raffigurazione del fiore, di per sé schematica. In questo girasole è già palese l’esibizione di un virtuosismo raffinato e in sempre maggiore ascesa. A partire dagli ultimi decenni del Seicento si afferma la ricerca di un acuto ed elegante naturalismo, che tocca una punta di straordinaria grazia nei due piani di consolle raffiguranti le Allegorie dell’Acqua e dell’Aria: le due splendide realizzazioni in commesso si trovano rispettivamente al Louvre e allo Hofburg di Vienna, mentre nel Museo dell’Opificio rimangono le due tele preparatorie, di qualità eccelsa. Nell’Allegoria dell’Aria, risalente al 1765, l’intreccio dei fiori e il volo delle farfalle hanno una leggerezza e una grazia che trovano affinità con i risultati più suggestivi della coeva pittura europea. Un secolo più tardi il soggetto floreale si affermerà ancora con opere in cui la sfida alla pittura è sempre più forte e suggestiva. Un esempio di questo momento è il tavolo con ghirlanda di rose e tondi con conchiglie, disegnato da Giovan Battista Giorgi nel 1860: la pienezza delle corolle, la sfida alla verosimiglianza propria della pittura, l’esecuzione perfetta e il suggestivo fondo in nefrite d’Egitto fanno di quest’opera uno dei risultati eccelsi della manifattura. Nell’ultimo quarto del secolo, all’indomani dell’Unità d’Italia e in una fase ormai irreversibile della crisi economica dell’Opificio, che arriverà a chiudere la produzione proprio in questi anni, la qualità delle opere realizzate è sempre altissima, in sintonia anzi con le avvisaglie del gusto liberty che andava affermandosi a livello europeo. Questa tendenza è chiara nel tavolo con magnolie e in un pannello per decorazione parietale con rose e bambù: senza perdere niente del suggestivo richiamo al vero, l’andamento delle composizioni, le forme che si fanno più appuntite e ad andamento obliquo parlano ormai un linguaggio nuovo. Sono gli anni del direttore Giuseppe Marchionni, che resse per un cinquantennio l’Opificio traghettandolo verso la nuova attività, quella del restauro.
opificio delle pietre dure e laboratori di restauro di firenze
Il Giardino di Pietra
Clarice Innocenti
Museo dell’Opificio delle Pietre Dure
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oratori • cenacoli e cicli di affreschi
L’Ultima Cena compare nella decorazione dei refettori conventuali per il tema ideale offerto alla comunità monastica riunita per consumare i pasti. Inizialmente la scena era affiancata da altri episodi della Vita e della Passione di Cristo e solo nella seconda metà del Quattrocento acquisì il valore di rappresentazione autonoma, spesso estesa a un’intera parete. In seguito alle soppressioni ottocentesche degli ordini monastici, i Cenacoli hanno perso la loro fisionomia di ambienti di clausura e nel tempo molti sono stati aperti al pubblico per il notevole valore artistico. 4.
5.
7.
Chiostro dello Scalzo
Cenacolo di Fuligno Ultima Cena attribuita a Pietro Perugino e bottega (1490)
episodi della Vita del Battista e Virtù affrescati da Andrea del Sarto (1509-1526) e da Franciabigio (1518-1519)
1.
Oratorio dei Buonomini di San Martino
via Faenza, 42 aperto: martedì, giovedì e sabato 9-12 chiuso: Capodanno, 1 maggio, Natale
via Cavour, 69 aperto: lunedì, giovedì, sabato 8,15-13,50 chiuso: Capodanno, 1 maggio, agosto, Natale
da vedere: serie di lunette della bottega di Domenico Ghirlandaio (1480 circa) raffiguranti le storie di san Martino e le opere di misericordia svolte dalla confraternita. . via dei Magazzini aperto: tutti i giorni 10-12, 15-17 chiuso: venerdì e festivi
3.
Cenacolo di Ognissanti Ultima Cena di Domenico Ghirlandaio (1480) e sinopia
Ultima Cena di Andrea del Sarto (1526-1527) Museo del Cenacolo di Andrea del Sarto via di San Salvi, 16 aperto: da martedì a domenica 8,15-13,50 chiuso: Capodanno, 1 maggio, Natale
6.
Cenacolo di Sant’Apollonia
4
Ultima Cena di Andrea del Castagno (1450 circa)
Chiesa e convento di Ognissanti borgo Ognissanti, 42 aperto: lunedì, martedì e sabato, 9-12 chiuso: Capodanno, 1 maggio, agosto, e Natale
9.
Crocifissione di Perugino
1.
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2.
Crocifissione e santi di Pietro Perugino (1493-1496) nella Sala Capitolare dell’ex convento
9
Chiesa e convento di Santa Maria Maddalena dei Pazzi accesso dal Liceo Michelangiolo via della Colonna, 9 aperto: martedì e giovedì 14,30-17,30 chiuso: festivi e giorni di chiusura dell’istituto
Cenacolo del Carmine Ultima Cena di Alessandro Allori (1582); Cappella Brancacci affrescata da Masaccio e Masolino e completata da Filippino Lippi Chiesa e convento di Santa Maria del Carmine piazza del Carmine aperto: lunedì e da mercoledì a sabato 10-17, domenica 13-17 chiuso: Capodanno, 7 gennaio, Pasqua, 1 maggio, 15 agosto, Natale
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via XXVII Aprile, 1 aperto: tutti i giorni 8,15-13,50 chiuso: prima, terza e quinta domenica, secondo e quarto lunedì del mese, Capodanno, 1 maggio, Natale
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Cenacolo di San Salvi
Oratorio di Santa Maria delle Grazie da vedere: la miracolosa Madonna delle Grazie attribuita al Maestro della Santa Cecilia (1313 circa); affreschi di Olinto Bandinelli e tele di Giuseppe Ciseri. lungarno Diaz, 8 aperto: da lunedì a venerdì 7-10, 16-18
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e ancora...
Oratorio della Confraternita dei Contemplanti di San Tommaso d’Aquino (detta San Tommasino dei Nobili)
1
via della Pergola, 10 2
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8.
Cenacolo della Calza Ultima Cena di Franciabigio (1514) nell’ex convento di San Giovanni Battista detto della Calza. Convento della Calza piazza della Calza, 6 aperto: su richiesta 055 222287
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Cenacolo di Santo Spirito frammenti dell’Ultima Cena di Andrea Orcagna (1370 circa); Crocifissione
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3.
Oratorio di San Sebastiano dei Bini da vedere: il polittico cinquecentesco commissionato dai Bini per l’altar maggiore, il Tabernacolo di San Sebastiano cui partecipò Filippino Lippi e altre opere della bottega di Ghiberti e Donatello.
Museo della Fondazione Salvatore Romano piazza Santo Spirito, 29 aperto: sabato da aprile a ottobre 9-17, da novembre a marzo 10,30-13,30 chiuso: Capodanno, Pasqua, 1 maggio, 15 agosto, Natale
via Romana, 10 aperto: venerdì, sabato e domenica 16-19
Oratorio della Confraternita di San Francesco Poverino e Buca di San Girolamo in San Filippo Benizzi Loggiato dei Serviti, angolo palazzo Budini Gattai
Oratorio dei Santi Jacopo e Filippo via della Scala, 9
Oratorio dei Vanchetoni (Arciconfraternita di San Francesco) via Palazzuolo, 17
Oratorio di San Niccolò del Ceppo via dei Pandolfini, 5
Oratorio di Gesù Pellegrino (detto dei Pretoni) via San Gallo angolo via degli Arazzieri
Oratorio della Confraternita di Sant’Antonio Abate (detta la Buca) via degli Alfani, 65r-67r
Oratorio della Compagnia di San Michele della Pace piazza Sant’Ambrogio
gli Oratori sono piccole cappelle usate come luogo di culto e di 20
assemblea dalle confraternite, compagnie di laici che qui pregavano, organizzavano processioni e spettacoli teatrali, si davano aiuto e si dedicavano a opere di pietà e carità rivolte a poveri e bisognosi.
Oratorio della Compagnia di Santa Maria della Croce al Tempio via San Giuseppe nota: questi oratori, alcuni dei quali sconsacrati, sono aperti solo in occasioni particolari o per celebrare funzioni religiose.
Il Tabernacolo dei Linaioli dell’Angelico restaurato Biblioteca Monumentale di Michelozzo 22 marzo-12 giugno L’iniziativa è incentrata sul ritorno in sede dell’opera di Beato Angelico dopo un lungo e complesso restauro. Prima di ricollocarlo nella Sala dell’Ospizio entro la cornice marmorea disegnata da Lorenzo Ghiberti – anch’essa restaurata –, il Tabernacolo dei Linaioli viene esposto nella Biblioteca Monumentale, spazio particolarmente idoneo a esaltarne qualità prospettiche e imponenza della composizione. Qui il dipinto può essere visto a 360° e osservato a un’altezza inferiore rispetto a quella usuale, così come la predella è esposta separatamente per consentirne un esame ravvicinato. Attraverso una postazione multimediale interattiva si può esplorare l’opera e osservarne dettagli decorativi difficilmente apprezzabili a occhio nudo. Un video spiega l’intervento di restauro e la tecnica esecutiva, particolarmente interessante nella rappresentazione dei tessuti, mentre l’esposizione di frammenti tessili di epoca rinascimentale consente associazioni e confronti con le stoffe dipinte. Un ulteriore video introduce alla storia dell’opera e dell’edificio che la ospitava, la Residenza dell’Arte dei Rigattieri, Linaioli e Sarti, situata nel cuore antico di Firenze, andato distrutto nell’Ottocento; contribuisce a illustrare la storia della sede originaria l’esposizione di frammenti lapidei e reperti dell’edificio, nonché di documenti cartacei e fotografici, con uno speciale percorso museale allestito nella sezione del museo dedicata a Firenze Antica.
avvenimento
La notte europea dei Musei 14 maggio Il museo aderisce all’iniziativa della Direzione dei Musei di Francia che vede, nella notte di un sabato di maggio, istituzioni museali di tutta Europa aprire le loro porte in orario notturno e con ingresso gratuito per i visitatori. L’edizione 2011, per il Museo di San Marco, sarà incentrata sulla mostra Il Tabernacolo dei Linaioli dell’Angelico restaurato.
l convento domenicano di San Marco, realizzato nel 1436 su progetto di Michelozzo e destinato a svolgere un ruolo importante nella vita religiosa e culturale della città − ne è testimone la vicenda di fra’ Girolamo Savonarola, che qui fu priore −, ospita un importante museo. La sua fama è legata soprattutto al Beato Angelico: il frate pittore affrescò infatti molti ambienti del convento, mentre altre sue opere vi sono state raccolte nel Novecento. Notevoli sono anche le raccolte del Cinquecento, con opere di Fra’ Bartolomeo, e la sezione dei reperti provenienti dalle demolizioni ottocentesche del centro storico.
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piazza San Marco, 3 aperto: da lunedì a venerdì 8,15-13,50, sabato, domenica e festivi 8,15-16,50 chiuso: prima, terza e quinta domenica, secondo e quarto lunedì del mese, Capodanno, 1 maggio, Natale
www.polomuseale.firenze.it/musei/sanmarco
museo di san marco
mostra
restauri in corso o completati affreschi del Chiostro di Sant’Antonino (lato ovest) • Beato Angelico, lunetta con San Pietro da Verona invita al silenzio • Giovan Battista Vanni, lunetta con La Fede e La Speranza altre opere • Beato Angelico, Lo sposalizio della Vergine e I funerali della Vergine, pannelli di predella su tavola • Beato Angelico, Pala di San Marco, tavola
opere prestate • Benozzo Gozzoli, predella con Cristo in Pietà con San Giovanni Evangelista e la Maddalena, Matrimonio mistico di Santa Caterina d’Alessandria, Sant’Antonio Abate, Sant’Egidio, dipinto su tavola ospite a: Castelfiorentino, Be.Go. Museo Benozzo Gozzoli, 30 aprile-31 luglio per la mostra: “La città degli Uffizi 7”. Benozzo Gozzoli e Cosimo Rosselli nelle terre di Castelfiorentino. Pittura devozionale in Valdelsa • Beato Angelico, Imposizione del nome al Battista, dipinto su tavola; Francesco di Lorenzo Rosselli (attr.), Il martirio di Savonarola in Piazza della Signoria, dipinto su tavola ospite a: Venaria Reale (Torino), Reggia di Venaria Reale, 17 marzo-11 settembre per la mostra: La Bella Italia. Arte e identità delle città capitali
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orsanmichele• museo degli innocenti 22
a storia dell’Istituto degli Innocenti inizia nel 1419 con la fondazione dell’antico Spedale affidata all’Arte della Seta grazie al lascito del mercante pratese Francesco di Marco Datini “per principiare uno luogo nuovo […] il quale i fanciulli notrichi e notrire faccia”. La cultura e la bellezza sono state da sempre parte integrante dell’opera sociale ed educativa dell’Istituto degli Innocenti. Nella “fabbrica” progettata da Brunelleschi la modernità dell’architettura rinascimentale si lega strettamente a una nuova concezione dell’assistenza all’infanzia. Il museo attuale, dove si conservano opere importanti quali l’Adorazione dei Magi di Domenico Adotta Ghirlandaio, la Madonna col Bambino di un’opera d’arte Luca della Robbia, la Vergine e Santi di Si tratta di una delle più recenti Piero di Cosimo e una splendida iniziative per ridisegnare il nuovo MUDI ed Madonna col Bambino di Sandro è finalizzata alla ricerca di nuove risorse e sostenitori per far fronte al restauro di 24 Botticelli, trova spazio nella galleria opere dell’Istituto degli Innocenti in precario sopra il portico di facciata, destinata stato di conservazione. Le opere, alcune delle ad “abituro dei fanciulli” nel progetto quali mai esposte al pubblico, entreranno a far parte del nuovo allestimento del museo. brunelleschiano.
L
per informazioni sulla campagna: restaurimudi@istitutodeglinnocenti.it 335 1987642
piazza Santissima Annunziata, 12 aperto: tutti i giorni 10-19 chiuso: Capodanno, Natale
www.istitutodeglinnocenti.it
mostra
Il mercante, l’Ospedale, i fanciulli. La donazione di Francesco Datini, Santa Maria Nuova e la fondazione degli Innocenti fino al 31 marzo La mostra presenta l’eccezionale apparato assistenziale della Firenze del basso Medioevo e ricostruisce le vicende che portarono alla fondazione degli Innocenti, a partire dal legato testamentario di Francesco Datini (1410). Una piccola selezione di opere legate a ospedali e confraternite operanti all’epoca in città è messa per la prima volta a confronto con opere di Lorenzo Ghiberti, Luca e Andrea della Robbia, Sandro Botticelli, Domenico Ghirlandaio, Piero di Cosimo.
ato nel Duecento come granaio e loggia per la vendita del grano, nel secolo successivo divenne luogo di devozione e alla metà del Trecento fu consacrato al culto cristiano. Da quel momento e fino agli inizi del Seicento l’edificio, che seppe unire in sé funzioni civili e religiose, fu modificato e arricchito dalle Arti liberali con i 14 tabernacoli esterni. La chiesa è regolarmente officiata e vi si tengono anche concerti di musica classica; al suo interno si trova il tabernacolo marmoreo dell’Orcagna con la trecentesca Madonna delle Grazie di Bernardo Daddi.
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Museo delle Sculture
Al primo piano di Orsanmichele sono conservate le statue originali dei tabernacoli, oggi sostituite da copie sistemate nelle nicchie per preservarne l’integrità; al piano superiore sono invece esposte piccole sculture particolarmente degradate, anch’esse un tempo collocate all’esterno. via dell’Arte della Lana aperto: Chiesa tutti i giorni 10-17 Museo lunedì 10-17
www.polomuseale.firenze.it/musei/orsanmichele
... prima del Mille proprio al centro della città c’era un terreno coltivato a orto con un oratorio dedicato all’Arcangelo Michele, che i fiorentini chiamavano San Michele in orto o più brevemente Or’ San Michele
In Santa Croce è conservata la memoria del ‘farsi’ di un popolo attraverso la raccolta dei valori e principi di una comunità. La conservazione della memoria dei santi laici della civitas ha qui avuto una particolare declinazione: quella della consacrazione della chiesa a ‘Pantheon’ e, dunque, a luogo non solo di culto e di conservazione del ricordo, ma anche di valorizzazione, divulgazione e amplificazione degli ‘esempi’ custoditi.
L
piazza Santa Croce aperto: da lunedì a sabato 9,30-17,30, domenica, 6 gennaio, 15 agosto, 1 novembre, 8 dicembre 13-17,30 chiuso: Capodanno, Pasqua, 13 giugno, 4 ottobre, Natale, 26 dicembre
Il culto degli uomini illustri Nell’antichità classica i monumenti si ergevano e dedicavano a re, imperatori, guerrieri, divinità. Sarà nel XIV secolo che, dalla lontana tradizione delle biografie degli uomini illustri, prenderà avvio l’usanza di immortalare non solo uomini d’arme o religione, ma pure coloro che furono esempio di virtù contemporanee d’una comunità, d’un popolo. Inizia, allora, a riprender vita l’idea e il progetto di luoghi deputati e consacrati a essere i templi di queste nuove divinità laiche: luoghi Pantheon, spazi dove accogliere tutti gli dei. La comunità civile trova, così, nelle liturgie e ritualità della chiesa modelli ai quali ispirarsi per affiancare, al culto dei santi patroni, quello degli uomini illustri della propria civitas.
Da tempio cittadino a “Tempio delle itale glorie”
progetto Nel nome di Michelangelo Percorsi di visita congiunti tra Casa Buonarroti e il Complesso di Santa Croce, due istituzioni che trovano un importante punto d’incontro nel nome di Michelangelo. L’iniziativa, avviata nel 2010, intende inoltre valorizzare la storia del quartiere di Santa Croce con attività culturali e promozionali.
useo statale dal 1869, le Cappelle Medicee legano la propria storia alla chiesa di San Lorenzo, a cui appartengono. Il museo comprende la Sagrestia Nuova, disegnata da Michelangelo, la Cappella dei Principi, monumentale mausoleo in pietre dure, la Cripta, dove si incontrano le tombe dei granduchi medicei e dei loro familiari, e la Cripta Lorenese, con le spoglie dei principi lorenesi e il monumento funebre a Cosimo il Vecchio. Il museo conserva inoltre una parte del Tesoro della basilica di San Lorenzo.
M
piazza Madonna degli Aldobrandini, 6 aperto: 8,15-16,50 chiuso: seconda e quarta domenica, primo, terzo e quinto lunedì del mese, Capodanno, 1 maggio, Natale
www.polomuseale.firenze.it/musei/cappellemedicee
cappelle medicee
Santa Croce fu in origine chiesa sepolcrale delle famiglie del quartiere. Dalla fine del XIV secolo i monumenti ai grandi cancellieri della Repubblica fiorentina Leonardo Bruni e Carlo Marsuppini – eretti a spese della Signoria – affidarono a Santa Croce la funzione di custodia delle glorie fiorentine. La tradizione dei grandi sepolcri fu ripresa da Cosimo I de’ Medici per Michelangelo nel 1564, e, successivamente, con i monumenti a Niccolò Machiavelli e Galileo Galilei. Ugo Foscolo, nei Sepolcri del 1807, per le memorie che Santa Croce conserva, vede e promuove la chiesa come luogo da consacrare ai grandi (“Tempio delle itale glorie”), dalle cui virtù gli uomini moderni devono trarre ispirazione. Nel corso dell’Ottocento Santa Croce si trasforma così da Pantheon cittadino a Pantheon degli italiani. Con le tombe dedicate a contemporanei si afferma la sua fama di spazio privilegiato per la meditazione sui personaggi illustri e sulla nuova nazione nata dal Risorgimento.
www.santacroceopera.it
complesso monumentale di santa croce
Santa Croce: una storia di Firenze per la storia d’Italia
a basilica francescana di Santa Croce è una sorta di cantiere aperto che in 700 anni ha visto succedersi eccezionali testimonianze religiose, artistiche e civili. È nota per la straordinaria ricchezza delle sue opere d’arte e per la presenza dei sepolcri di grandi personaggi della storia d’Italia, tale da essere definita il “Tempio delle itale glorie”. La visita del Complesso monumentale comprende: la basilica, i chiostri con la rinascimentale Cappella Pazzi, la Galleria dei monumenti funebri ottocenteschi, la mostra dello xilografo Pietro Parigi, grande illustratore del Novecento italiano, il Museo dell’Opera, di cui fa parte anche la Sala del Cenacolo, con importanti opere, tra cui il Crocifisso di Cimabue e l’affresco di Taddeo Gaddi con l’Ultima Cena e l’Albero della Vita.
musei civici fiorentini www.museicivicifiorentini.it
Musei Civici Fiorentini, costituiti da un’articolata varietà di collezioni, hanno il compito di conservare e valorizzare il patrimonio d’arte civico favorendo un’ampia fruizione pubblica. Fanno parte di tale patrimonio anche alcune delle più importanti chiese fiorentine, edifici religiosi e numerose raccolte ricevute in dono da collezionisti, artisti e istituzioni cittadine.
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Museo di Palazzo Vecchio
Il Palazzo della Signoria, eretto nel 1299 per ospitare il Gonfaloniere e i Priori delle Arti, si trasforma in reggia ducale alla metà del XVI secolo per la corte di Cosimo de’ Medici. Nel percorso di visita: il Cortile di Michelozzo, il Salone dei Cinquecento, i Quartieri di Leone X, degli Elementi e di Eleonora, lo Studiolo di Francesco I e altri ambienti. Opere da non mancare: il Putto del Verrocchio, la Giuditta di Donatello, il Genio della Vittoria di Michelangelo e le pitture di Vasari, Ghirlandaio, Salviati e Bronzino. piazza della Signoria aperto: tutti i giorni 9-19, giovedì e festivi infrasettimanali 9-14 chiuso: Capodanno, Pasqua, 1 maggio, 15 agosto, Natale In alcuni periodi dell’anno sono programmate aperture notturne: consultare il sito
www.museicivicifiorentini.it/palazzovecchio
opere prestate • Bartolomeo Ammannati, Opi ospite a: Firenze, Museo Nazionale del Bargello
per la mostra: L’acqua, la pietra, il fuoco. Bartolomeo Ammannati scultore, fino al 18 settembre
Museo Stefano Bardini
Stefano Bardini (1854-1922) creò un museo nel palazzo acquistato nel 1881 per svolgere la sua attività antiquariale. Passato al Comune di Firenze nel 1922, il museo presenta oggi un allestimento che recupera il progetto originale dell’antiquario. Tra gli oltre 2.000 dipinti, sculture e oggetti di arti applicate, da non mancare la Carità di Tino da Camaino, la Madonna dei Cordai di Donatello, il San Michele Arcangelo di Antonio del Pollaiolo, l’Atlante del Guercino e il famoso Porcellino in bronzo di Pietro Tacca. Interessanti le raccolte di medaglie, bronzetti e tappeti orientali, i cassoni quattrocenteschi e la preziosa armeria.
Il teatro romano di Firenze (Palazzo Vecchio)
Nel 2010 si è concluso lo scavo archeologico nei sotterranei di Palazzo Vecchio, che ha consentito di riportare alla luce i resti del teatro romano (I-II secolo d.C.). Attraverso una serie di passerelle è possibile visitare le suggestive vestigia del monumento antico e le successive stratificazioni medievali. Visitabile su prenotazione tramite visite guidate. Parzialmente accessibile ai disabili motori (accompagnati) e per motivi di sicurezza non accessibile ai minori di 8 anni. Prenotazioni: 055 2768224/2768558 - info.museodeiragazzi@comune.fi.it
www.palazzovecchio-museoragazzi.it
Fondazione Salvatore Romano
Nell’antico Cenacolo di Santo Spirito si conservano sculture e frammenti di decorazioni architettoniche e pitture murali, in larga parte medievali, donate a Firenze nel 1946 dall’antiquario Salvatore Romano.
via dei Renai, 37 aperto: sabato, domenica, lunedì 11-17; gli altri giorni, gruppi su prenotazione chiuso: Capodanno, Pasqua, 1 maggio, 15 agosto, Natale
piazza Santo Spirito, 29 aperto: sabato, da aprile a ottobre 9-17, da novembre a marzo 10,30-13,30 chiuso: Capodanno, Pasqua, 1 maggio, 15 agosto, Natale
www.museicivicifiorentini.it/bardini
www.museicivicifiorentini.it/romano
opere prestate • Hans Clemer, Madonna col Bambino (detta Madonna del coniglio) ospite a: Caraglio (Cuneo), Museo del Filatoio per la mostra: Animalia. Animali reali e fantastici nell’arte europea dal XV al XX secolo, fino al 5 giugno • Giovanni Mannozzi, detto Giovanni da San Giovanni, Aurora e Titone; Scena di banchetto • Vincenzo Mannozzi, Figura allegorica
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A Palazzo Vecchio fino al 1 maggio For the Love of God, il teschio di diamanti di Damien Hirst
• Ambito veneziano, Brocchiere • Ambito fiorentino, Sedia imbottita ricoperta in velluto • Manifattura fiorentina, Cuscino in raso rosso • Manifattura fiorentina, Cuscino in seta celeste. ospiti a: San Giovanni Valdarno, Basilica di Santa Maria delle Grazie per la mostra: Quiete, invenzione e inquietudine. Il Seicento fiorentino intorno a Giovanni da San Giovanni, fino al 12 giugno
La casa-studio di Rinaldo Carnielo e Collezioni del Novecento con la raccolta Alberto Della Ragione e le Donazioni Fei-Rosai e Palazzeschi sono temporaneamente chiuse al pubblico
Collezioni del Novecento opere prestate • Enzo Faraoni, Ragazza sdraiata ospite a: Firenze, Galleria d’Arte Moderna per la mostra: Natura e verità nella pittura di Enzo Faraoni, fino al 30 aprile
Il percorso museale nel convento di Santa Maria Novella comprende i chiostri decorati tra il XIV e il XV secolo − tra i quali il Chiostro Verde con importanti pitture di Paolo Uccello −, il Cappellone degli Spagnoli decorato da affreschi di Andrea di Bonaiuto, la Cappella degli Ubriachi e l’antico Refettorio con interventi tardocinquecenteschi di Alessandro Allori.
piazza Santa Maria Novella aperto: da lunedì a giovedì e sabato 9-17; festivi infrasettimanali 9-14 chiuso: Capodanno, Pasqua, 1 maggio, 15 agosto, Natale
www.museicivicifiorentini.it/smn
Il Chiostro Verde nel Museo di Santa Maria Novella
Sul fianco destro della basilica di Santa Maria Novella si sviluppano le monumentali strutture del convento costruito per accogliere la principale comunità domenicana di Firenze e oggi in parte adibito a museo e in parte occupato dalla Scuola Marescialli e Brigadieri dei Carabinieri. Dei quattro chiostri che si aprono all’interno dell’antico convento, il più importante sotto il profilo storico-artistico e l’unico attualmente visitabile è quello che si incontra subito dopo avere oltrepassato l’androne di ingresso del museo, universalmente noto come Chiostro Verde. Il verde dei cipressi che si innalzano al centro del chiostro contribuisce a fare di questo luogo una suggestiva oasi di pace nel cuore della città, a pochi passi dalla principale stazione ferroviaria, ma non ha niente a che vedere con la sua tradizionale denominazione. Il singolare appellativo deriva dalla cromia predominante delle pitture che decorano tre delle quattro pareti del chiostro, eseguite secondo una particolare tecnica a chiaroscuro, consistente nell’utilizzo di un pigmento di origine minerale detto “terra verde” per la stesura di una base uniforme che si istoriava delineando i contorni e i volumi delle figure con diverse tonalità di verde, bianco e nero, per poi eventualmente rifinire i dettagli decorativi con pochi altri colori, come le ocre gialle e rosse. Il chiostro fu costruito nel XIV secolo, ma il ciclo in terra verde, raffigurante le storie bibliche della Genesi, per un totale di oltre 70 scene distribuite in più di 30 pitture, risale alla prima metà del Quattrocento, all’incirca lo stesso periodo in cui Masaccio eseguiva con la medesima tecnica il perduto affresco con la Sagra nel complesso del Carmine. La fama del ciclo è legata principalmente al nome di Paolo Uccello che qui affrescò con certezza almeno due campate, lasciando nelle scene del Diluvio Universale e dell’Ebbrezza di Noè alcune spettacolari prove della sua visione intellettuale e quasi ‘metafisica’ della prospettiva. Da non sottovalutare sono però anche gli autori delle altre pitture, in tutto non meno di quattro, in parte ancora anonimi, ma altamente rappresentativi del milieu artistico, organizzato in botteghe, della Firenze di primo Quattrocento. Serena Pini Curatrice del Museo di Santa Maria Novella
Cappella Brancacci
La duecentesca chiesa del Carmine accoglie la Cappella Brancacci, capolavoro universalmente noto per gli affreschi del ciclo delle Storie di San Pietro di Masaccio e Masolino. Eseguiti negli anni 1425-1427, gli affreschi rimasero incompiuti e furono terminati da Filippino Lippi fra il 1481 e il 1482. Il percorso museale include anche il chiostro e la Sala del Cenacolo di Alessandro Allori. piazza del Carmine, 14 aperto: lunedì e da mercoledì a sabato 10-17; domenica e festività religiose infrasettimanali 13-17 chiuso: Capodanno, 7 gennaio, Pasqua, 1 maggio,1 luglio, 15 agosto, Natale
www.museicivicifiorentini.it/brancacci
Il chiostro del Carmine e la perduta Sagra in terra verde di Masaccio
Al visitatore che entra nel complesso del Carmine per ammirare la Cappella Brancacci capita raramente di prestare attenzione al chiostro; uno sguardo più attento diventa la premessa al percorso di visita della cappella. Si tratta di un angolo verde e silenzioso della città, scrigno di opere minori e già sede di un capolavoro dell’arte: il perduto affresco della Sagra di Masaccio, in origine eseguito “sopra la porta che va in convento”. La Sagra, ossia la Cerimonia di consacrazione della chiesa − alla quale il pittore aveva assistito da spettatore nel 1422 −, fu eseguita da Masaccio negli anni in cui lavorava alla Cappella. La tecnica del monocromo a terra verde fu prescelta forse per conferire una patina di antichità alla scena di ambientazione coeva, nella quale si riconoscevano fra gli astanti Brunelleschi, Donatello, Masolino e lo stesso Masaccio. Nel primo Rinascimento questa tecnica era apprezzata anche per la sua attitudine a emulare l’aspetto del bronzo o del bassorilievo marmoreo all’antica, stando a Giorgio Vasari. La Sagra, ammirata per il coerente impianto prospettico e la verosimiglianza ritrattistica, costituì un modello per i pittori delle successive generazioni, come attestano i disegni di copia parziale cinquecenteschi, uno dei quali riferito a Michelangelo. In occasione del rifacimento del chiostro, all’inizio del Seicento, l’affresco fu coperto da intonaco o più verosimilmente distrutto, suscitando l’indignazione degli amatori delle belle arti. Le ricerche condotte fin dall’Ottocento si sono rivelate infruttuose; non restano ormai che le descrizioni antiche e pochi disegni superstiti a restituirci un’idea approssimativa del celebrato manifesto pittorico dell’Umanesimo. Pochi anni dopo l’intervento masaccesco, entro il 1431, anche Filippo Lippi esordì nel chiostro carmelitano con un affresco − identificato con la Consegna della Regola carmelitana − di cui oggi resta solo un frammento staccato (visibile su richiesta). Attualmente nel chiostro, caratterizzato dalla pianta quadrata con doppio ordine di loggiato risalente al 1597-1612, si osservano lungo le pareti numerosi stemmi medievali di famiglie dell’Oltrarno e alcune memorie di personaggi illustri. Sotto le volte corre un ciclo di lunette affrescate fra Sei e Settecento con episodi della leggenda carmelitana, eseguito a più mani da pittori fiorentini quali Galeazzo Ghidoni, Domenico Bettini, Cosimo Ulivelli, Antonio Nicola Pillori e altri ancora. Merita una visita anche l’ambiente adiacente alla biglietteria, ove si può ammirare il pregevole Cenacolo dipinto da Alessandro Allori nel 1582, alle cui estremità si individuano il ritratto del committente, padre Luca da Venezia, e quello di un altro frate. Silvia Colucci
musei civici fiorentini
Museo di Santa Maria Novella
Curatrice del Museo della Cappella Brancacci
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case museo
Museo di Palazzo Davanzati o della Casa Fiorentina Antica Esempio quasi unico della tipica casa fiorentina a metà tra la torre medievale e il palazzo rinascimentale, l’edificio fu costruito verso la metà del XIV secolo dai Davizzi; passò in seguito ai Bartolini e nel 1578 ai Davanzati, cui rimase fino alla fine dell’Ottocento. Nel 1904 l’antiquario Elia Volpi lo restaurò e lo arredò con pezzi della sua collezione. Acquistato in seguito dallo Stato, fu aperto al pubblico nel 1956. Nel museo mobili, dipinti, arazzi e oggetti di uso domestico ricreano l’arredamento di una casa patrizia fiorentina dal XIV al XVII secolo. Notevoli i dipinti di soggetto profano e religioso, fra i quali il trittico di Lorenzo Monaco e il tondo con Il gioco del civettino di Giovanni di ser Giovanni detto lo Scheggia; fra le sculture il Busto di fanciullo di Antonio Rossellino. Di grande interesse la collezione di ceramiche e maioliche provenienti da varie manifatture (XIV-XVIII secolo) e le rare decorazioni murali, come quelle nella Sala dei Pappagalli e nella camera detta ‘della Castellana di Vergy’. via Porta Rossa, 13 aperto: tutti i giorni 8,15-13,50 chiuso: seconda e quarta domenica, primo, terzo e quinto lunedì del mese, Capodanno, 1 maggio, Natale
www.polomuseale.firenze.it/musei/davanzati
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Decorazioni murali con motivi vegetali a Palazzo Davanzati
Il Palazzo Davanzati racchiude al suo interno alcuni ambienti con le pareti interamente dipinte: oltre alla suggestione dell’atmosfera medievale, il visitatore può cogliere nell’antica dimora l’esempio del gusto decorativo che improntava i palazzi fiorentini del Trecento. Di questo tipo di pitture murali, in uso a Firenze fin dal XIII secolo e ricordate dalle fonti iconografiche e letterarie, restano purtroppo rarissimi esempi e alcuni frammenti salvati dalle demolizioni ottocentesche del vecchio centro, conservati fra il Museo Davanzati e il Museo di San Marco. Lo schema ricorrente consiste in una finta tappezzeria a motivi geometrici, con uccelli e simboli araldici, sospesa ad anelli e foderata di vaio. Al di sopra, una loggia ad archetti finge un affaccio su un verziere dal prato fiorito, con cespugli di rose e alberelli rigogliosi, in gran parte carichi di frutti (tra cui riconosciamo agrumi e melograni) e animati da svolazzanti uccellini. In ognuno dei quattro ambienti del Palazzo Davanzati che conservano le decorazioni parietali ritroviamo il motivo del giardino come una sorta di apertura trompe l’œil: nella Sala dei Pappagalli e nella Camera dell’Impannata i riquadri sono scanditi dalle colonnine della loggia dipinta e da vasi con steli di gigli o rose appoggiati sulla finta balaustra; nella Camera dei Pavoni l’affaccio sul prato fitto di roselline, foglie e altri fiori multicolori, è incorniciato da archetti trilobati e presenta un ricco repertorio di uccelli di varie grandezze, tra cui spiccano per l’appunto alcuni maestosi pavoni. Ma è soltanto nella Camera della Castellana che lo scenario naturalistico fa da cornice a una storia. Sotto gli archi del loggiato che corre lungo tutte le pareti, e sullo sfondo del giardino, si narra in vari episodi la leggenda cavalleresca della Châtelaine de Vergy. Il tema, molto noto all’epoca, deriva da un racconto cavalleresco francese del XIII secolo, ma le pitture si basano fedelmente su una traduzione italiana del XIV secolo. In questa e in un’altra camera, quella dei Pavoni, la finta tappezzeria lascia scoperta una fascia al di sopra del pavimento, mostrando un delizioso prato fiorito e insistendo nel suggerire uno spazio aperto, vivo, colorato e ricco di fresca e profumata vegetazione. Maria Grazia Vaccari Direttrice del Museo di Palazzo Davanzati
La Casa di Dante come la conosciamo oggi risale al 1911, quando l’architetto Giuseppe Castellucci realizzò un edificio di sapore medievale nell’area in cui secondo le varie testimonianze il poeta ebbe dimora. Il museo sviluppa un percorso che illustra la vita di Dante Alighieri e la Firenze del tempo. Al suo interno: il Museo degli Originali, con una raccolta di armi bianche, ceramiche e strumenti di vita quotidiana risalenti al Medioevo.
Purgatorio XXX, 31-33
“O buon Apollo, all’ultimo lavoro fammi del tuo valor sì fatto vaso, come dimandi a dar l’amato alloro” Paradiso I, 13-15
via Santa Margherita, 1 aperto: da martedì a domenica 10-18 chiuso: lunedì
“In forma dunque di candida rosa mi si mostrava la milizia santa che nel suo sangue Cristo fece sposa”
www.museocasadidante.it
Paradiso XXXI, 1-3 mostre
Museo Casa Rodolfo Siviero
Al piano superiore di Casa Siviero, attualmente non accessibile al pubblico, si trova un interessante gruppo di oggetti liturgici che finora non è mai stato esposto e studiato. Le suppellettili, dopo essere state catalogate, vengono presentate spiegandone funzione e caratteristiche tramite il confronto con oggetti simili provenienti dal territorio di Pontassieve.
La palazzina in stile neorinascimentale, costruita nel 1875 quando veniva completato il nuovo lungarno Serristori, fu abitata da Rodolfo Siviero tra il 1944 e il 1983. Conosciuto come lo “007 dell’arte” per l’attività di recupero di opere italiane trafugate all’estero, Siviero lasciò la casa in eredità alla Regione Toscana affinché diventasse un museo pubblico. Nella collezione si trovano opere di Soffici, Annigoni, Manzù e Berti, oltre a una quindicina fra dipinti e disegni di Giorgio De Chirico, che fu molto legato a questa casa.
Rodolfo Siviero collezionista del sacro: calici, pissidi, ostensori a cura di Diletta Corsini fino al 25 aprile
Antonio Berti... e gli artisti fiorentini continuavano a nascere a cura di Angela Sanna e Attilio Tori 10 giugno-30 novembre Amico di Antonio Berti, Siviero acquisì diverse opere dello scultore, oggi conservate nella casa museo. La mostra approfondisce i rapporti tra i due sia attraverso documenti degli archivi di Siviero, della Fondazione Berti e dell’Accademia delle Arti del Disegno, sia con opere di Berti illustrate negli scritti di Siviero o che lo videro coinvolto nella committenza e nella loro esposizione alle mostre collettive dell’Accademia del Disegno.
concorso
visite guidate
primo fine settimana di maggio premiazione del concorso
10 aprile nell’ambito dell’iniziativa
Giovani collezionisti
apertura straordinaria con visita guidata gratuita prenotazione obbligatoria:
rivolto ai ragazzi fino a 25 anni ed esposizione nel museo delle collezioni dei partecipanti
Luoghi insoliti
luoghi.insoliti@regione.toscana.it
Museo di Casa Martelli
lungarno Serristori, 1-3 aperto: sabato, da ottobre a maggio 10-18, da giugno a settembre 10-14 e 15-19; domenica e lunedì, tutto l’anno 10-13 chiuso: Capodanno, 1 maggio, 24 giugno, 15 agosto, Natale, 26 dicembre
www.museocasasiviero.it
spettacolo 9 luglio in occasione delle
Notti dell’archeologia nel giardino di Casa Siviero uno spettacolo di tema archeologico, basato su testi relativi al mito degli Argonauti, in particolare la storia di Ila e quella di Medea
Casa Guidi
Il palazzo, rimasto proprietà della famiglia Martelli fino al 1986 e divenuto museo statale nel 1999, è stato aperto al pubblico nel 2009 per rendere fruibile la dimora e le collezioni della nobile casata. All’inizio del Cinquecento i Martelli, banchieri e mecenati alleati dei Medici, acquisirono un primo immobile destinato ad ingrandirsi negli anni seguenti. Fin dal Seicento al primo piano fu ordinata una collezione d’arte, la cui quadreria si è conservata fino ad oggi nell’allestimento originario. Si tratta dunque di un esempio di casa museo che non è frutto di una ricostruzione postuma da parte di un collezionista, ma deriva dalla stratificazione secolare della vita di una famiglia.
I celebri poeti inglesi Robert Browning ed Elizabeth Barrett Browning, dopo il loro matrimonio segreto (1846), fuggirono in Italia e dimorarono a Firenze fino alla morte di Elizabeth (1861); la casa fu acquistata nel 1971 dal Browning Institute di New York, che la restaurò e la riallestì con arredi appartenuti alla coppia.
via Zannetti, 8 aperto: giovedì pomeriggio e sabato mattina su prenotazione
piazza San Felice, 8 aperto: da aprile a novembre, lunedì, mercoledì e venerdì 15-18
www.polomuseale.firenze.it/musei/casamartelli
case museo
“sovra candido vel cinta d’uliva donna m’apparve, sotto verde manto vestita di color di fiamma viva”
Museo Casa di Dante
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musei archeologici
focus / il
Museo Archeologico Nazionale
Dal 1881 ha sede nel secentesco Palazzo della Crocetta, edificato per la principessa Maria Maddalena de’ Medici, sorella di Cosimo II. Il nucleo delle collezioni mediceo-lorenesi del museo si è arricchito nel tempo di importanti opere e reperti dell’arte greca, etrusca e romana, affiancate dall’importante raccolta del Museo Egizio. Tra i grandi bronzi da non perdere la Chimera, trovata ad Arezzo nel 1553, e la statua bronzea dell’etrusco Aule Meteli detta l’Arringatore. Si segnalano inoltre il Vaso François (570 a.C.) nella collezione di ceramica attica figurata e la raccolta di sculture in marmo. Tra i reperti scultorei spicca la produzione etrusca di carattere funerario, con urne cinerarie chiusine o volterrane e sarcofagi in pietra e marmo, fra cui il notissimo Sarcofago delle Amazzoni (IV secolo a.C.). Nel palazzo del museo è ospitato il Museo Egizio di Firenze, secondo in Italia solo a quello di Torino, formato dalle antiche collezioni medicee e da successive acquisizioni dei Lorena. Dal 1880 Ernesto Schiaparelli incrementò la collezione, ulteriormente arricchita da donazioni di privati e di istituzioni scientifiche.
Giardino del Museo Archeologico Nazionale
piazza Santissima Annunziata, 9/b aperto: lunedì 14-19, martedì e giovedì 8,30-19, mercoledì, venerdì, sabato e domenica 8,30-14 chiuso: Capodanno, 1 maggio, 15 agosto, Natale
www.firenzemusei.it/archeologico
mostra
Antichi signori di Maremma
fino al 30 aprile Esposizione dei materiali e dei corredi più significativi che illustrano la storia dell’Etruria tirrenica da Populonia a Vulci.
Rilievo dei monumenti del giardino, da Il giardino del Museo Archeologico Nazionale di Firenze. Guida, a cura di A. Romualdi, Firenze 2000
La storia del giardino La prima sistemazione del giardino del mediceo Palazzo della Crocetta risale alla prima metà del Settecento quando, per volontà del reggente, il principe di Craon, il giardiniere di Boboli Francesco Romoli fu incaricato di suddividere lo spazio in aiuole rettangolari, delimitate da elementi in cotto e pietra arenaria. I successivi interventi non modificarono nella sostanza tale assetto, fino a quando, nel 1885, il giardino fu incorporato nel Museo Archeologico, già da alcuni anni ospitato nel Palazzo della Crocetta. Da quel momento, il giardino è divenuto il logico completamento dell’allestimento museale, secondo gli intendimenti di Luigi Adriano Milani, il primo direttore del museo, che lo volle trasformare in un’area archeologica connessa con le sale espositive dove dal 1898 era allestito il Museo Topografico Centrale dell’Etruria. Nel giardino, aperto al pubblico nel 1902 alla presenza della regina Margherita, furono ricostruite con materiali originali alcune tombe monumentali di Veio, Vetulonia, Casale Marittimo, Chianciano e Orvieto, smontate dalle rispettive sedi di ritrovamento, e furono realizzate copie della tomba Inghirami, scoperta a Volterra nel 1861, e della tomba dei Velii di Orvieto. Lo scopo era quello di documentare i principali tipi dell’architettura funeraria usati dagli Etruschi, dal periodo orientalizzante all’età ellenistica, creando un vero e proprio museo all’aperto, uno straordinario percorso didattico fra le strutture tombali etrusche immerse nel verde. Sempre nel giardino era originariamente esposta la collezione dei marmi romani che il Milani era riuscito a ottenere dalla Galleria degli Uffizi. Le arcate del corridoio mediceo e i vialetti del giardino erano utilizzati per l’allestimento della collezione delle sculture classiche, mentre nelle aiuole si affollavano cippi, stele, sarcofagi, urne e monumenti funerari provenienti da varie parti d’Etruria. È del 1925 l’approvazione del nuovo progetto di ampliamento dei locali del museo che preludeva all’apertura dell’ingresso sulla piazza Santissima Annunziata e alla collocazione della Sezione della scultura classica negli ambienti dello Spedale degli Innocenti, acquisiti negli anni trenta. Tra il 1929 e il 1940 le sculture furono tolte dalle arcate della galleria, poi chiuse per la costruzione delle nuove sale lungo il lato di via Laura, mentre nel 1932 venne realizzato, quasi al centro del giardino, un tempietto moderno, ispirato a un’edicola cultuale rinvenuta a Vulci. Attualmente il giardino conserva ancora, nelle sue linee generali, la sistemazione voluta dal Milani, anche se pochissime sono ormai le sculture collocate all’aperto, troppo esposte agli agenti atmosferici, rischio rilevato già negli anni venti da Antonio Minto, successore del Milani alla guida del museo. Sono rimasti viceversa al loro posto le numerose tombe provenienti da tutta l’Etruria, nonché i cippi e i sarcofagi che completano l’allestimento di questa ‘Sezione architettonica’ dedicata ai monumenti funerari etruschi. Carlotta Cianferoni
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Direttrice del Museo Archeologico Nazionale di Firenze
La villa, alle porte della città in località Castello, fu acquistata nel 1697 dal consigliere del granduca Cosimo III, Filippo Corsini, che ne affidò la ricostruzione a Giovan Battista Foggini, e fu donata allo Stato italiano nel 1968. Già deposito di pezzi archeologici della Soprintendenza Archeologica della Toscana, è stata completamente restaurata e oggi il nuovo allestimento espone nelle sale affrescate un importante nucleo di sculture antiche, tra cui l’Arianna dormiente e l’Apollo saettante recentemente restaurato. L’Antiquarium illustra inoltre i risultati di studi e ricerche su reperti di provenienza locale datati dall’Età del Ferro alla romanizzazione.
Museo e Istituto Fiorentino di Preistoria “Paolo Graziosi”
Costituito nel 1946, il museo raccoglie, classifica e conserva le collezioni preistoriche di varia provenienza esistenti a Firenze. La biblioteca ospita circa 3.000 volumi. via Sant’Egidio, 21 aperto: lunedì 14-17, martedì e giovedì 9,30-16,30, mercoledì, venerdì e sabato 9,30-12,30 chiuso: Capodanno, Pasqua e lunedì di Pasqua, 1 maggio, settimana di Ferragosto, 24-26 e 31 dicembre
via della Petraia, 38 aperto: sabato e domenica 9,30-13 chiuso: Capodanno, 25 e 26 dicembre
www.polomuseale.firenze.it/musei/villacorsini
www.museofiorentinopreistoria.it
Parco Archeologico di Carmignano
mostra
Il nuovo polo dell’archeologia riunisce in un unico sistema il Museo Archeologico di Artimino e i siti etruschi del territorio. I quattro siti principali compresi nel Parco Archeologico sono la necropoli di Artimino a Prato Rosello, l’insediamento fortificato di Pietramarina, il Tumulo di Montefortini e la Tomba dei Boschetti a Comeana. Il Museo Archeologico di Artimino espone una collezione di reperti raccolti nel territorio di Carmignano e ordinati secondo un criterio topografico e cronologico in due sezioni dedicate al ‘mondo dei vivi’ e al ‘mondo dei morti’. Museo Archeologico di Artimino piazza San Carlo, Artimino aperto: lunedì, martedì, giovedì e venerdì 9,30-13, sabato e domenica 10-13 e 15-18 chiuso: Pasqua, 15 agosto, Natale
www.parcoarcheologicocarmignano.it
Inaugurazione 26 marzo
Prima di Firenze.Uomo e ambiente nella preistoria dell’area fiorentina fino al 31 dicembre 2013 La mostra, all’interno del percorso didattico del museo, intende far conoscere la più antica storia del territorio fiorentino prima degli Etruschi.
musei archeologici
Villa Corsini
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palazzo strozzi
ituato nel cuore di Firenze, tra piazza Strozzi e via Tornabuoni, Palazzo Strozzi è uno degli esempi più noti di architettura privata rinascimentale. Commissionato dal mercante fiorentino Filippo Strozzi, fu iniziato nel 1489 forse su progetto di Benedetto da Maiano. La costruzione fu portata a compimento solo nel 1538, per rimanere di proprietà degli Strozzi fino al 1937. Dal 1999 la gestione è passata al Comune di Firenze. Sin dalla seconda guerra mondiale, Palazzo Strozzi è stato il più importante spazio espositivo a Firenze per mostre temporanee. Nell’aprile 2006 il Comune, la Provincia, la Camera di Commercio di Firenze e un’Associazione di privati hanno unito le forze e dato vita alla Fondazione Palazzo Strozzi con lo scopo di gestire in modo ottimale gli spazi espositivi. La Fondazione Palazzo Strozzi è dunque una innovazione nel panorama della cultura italiana in tema di governance. Le sfide principali della Fondazione sono quelle di portare a Firenze un approccio internazionale per l’organizzazione di eventi culturali, di fornire una piattaforma per la sperimentazione culturale, di creare uno spazio per il dibattito e la discussione, di promuovere nuove sinergie con altre istituzioni culturali, di essere un catalizzatore per la cultura in senso lato: in breve, “pensare globale, agire locale”. Il piano nobile di Palazzo Strozzi ospita ogni anno due grandi mostre ed è aperto al pubblico tutto l’anno con un’esposizione permanente sulla storia del palazzo e della famiglia Strozzi.
S
mostra
Picasso, Miró, Dalí. Giovani e arrabbiati: la nascita della modernità a cura di Eugenio Carmona e Christoph Vitali 12 marzo-17 luglio Con più di 60 opere giovanili di Picasso, Miró e Dalí e oltre 100 schizzi picassiani provenienti dalla Spagna, dal Metropolitan e da collezioni private, la mostra indaga le radici comuni di uno stile che ha reso celebri i tre artisti e la loro voglia di ribellarsi alle convenzioni. A fare da trait d’union tra le opere il Cahier 7, esposto integralmente per la prima volta fuori dalla Spagna, che ha rappresentato sollecitazioni fortissime per Dalí e Miró e segnato l’inizio del linguaggio dell’arte moderna. Percorrendo a ritroso un arco temporale di trenta anni, la rassegna si apre con opere che rimandano alla presunta visita di Dalí a Picasso a Parigi (1926), per attraversare la nascita della modernità con le risposte di Dalí a Miró; evidenzia poi l’incrocio fra Miró e Picasso (1917) e termina ancor prima dell’arrivo di quest’ultimo in Francia (1900). Il percorso si chiude con la Donna che piange di Picasso (1937), la Composizione geometrica di Miró (1933) e l’Arlecchino di Dalí (1926), che mostrano il persistere dell’influsso del Cahier 7.
piazza Strozzi aperto: tutti i giorni 9-20, giovedì 9-23
www.palazzostrozzi.org
famiglie a Palazzo Strozzi in occasione della mostra, attività didattiche per famiglie. Vedi p. 54
anticipazione mostra
Il denaro e la bellezza. I banchieri, Botticelli e il rogo delle vanità a cura di Ludovica Sebregondi e Tim Parks 17 settembre 2011-22 gennaio 2012 Capolavori di Botticelli, Beato Angelico, Piero del Pollaiolo, i Della Robbia, Lorenzo di Credi illustrano come il fiorire del moderno sistema bancario sia stato parallelo alla maggiore stagione artistica del mondo occidentale.
www.palazzo-medici.it www.provincia.fi.it
alazzo Medici Riccardi è uno dei più significativi edifici di Firenze: per la sua centralità, per la sua imponenza e bellezza, per il patrimonio artistico che ospita – celebre la Cavalcata dei Magi di Benozzo Gozzoli – e per il suo percorso museale recentemente ampliato. Palazzo Medici Riccardi ospita inoltre alcuni uffici della Provincia di Firenze e offre a cittadini e turisti una ricca programmazione di eventi culturali diffusi in ogni area territoriale.
P
La primavera a Palazzo Medici Riccardi: mostre, spettacoli, musica e tanta arte a Firenze e nel territorio
Wolakota: amicizia col popolo Lakota Sioux Sale Istituto Storico della Resistenza
I suoni e i colori di Firenze in primavera e in estate sono inconfondibili e particolarissimi. Una passeggiata nella città gigliata in questi mesi è davvero un’esperienza senza prezzo. Che chiunque vorrà ripetere più e più volte. A Palazzo Medici Riccardi, sede della Provincia di Firenze, vengono organizzati come da tradizione molti eventi, spettacoli e mostre per festeggiare l’arrivo della bella stagione e offrire ai cittadini occasioni di cultura e divertimento.
Una settimana ricca di eventi dedicati alla storia, alla cultura e alla spiritualità degli indiani Sioux. L’evento è organizzato dalla Provincia di Firenze e dalla Rosebud Sioux Tribe in collaborazione con l’Associazione culturale “Wambli Gleska”. Tra gli appuntamenti anche la mostra etnografica di manufatti originali indiani, convegni, tavole rotonde e proiezioni.
mostre
in provincia
Pietro Annigoni: un’arte per l’uomo Museo Mediceo e Limonaia fino al 12 aprile Si chiudono con questa esposizione le celebrazioni per il centenario della nascita di Annigoni, pittore legatissimo a Firenze. La sua vita e la sua produzione artistica sono ricostruite attraverso ritratti e autoritratti, dipinti che accennano al Verismo e alla Metafisica, paesaggi e vedute, gouaches, sanguigne e studi di affresco. Il ricavato della vendita del catalogo sarà devoluto alla Onlus Amici di Pietro Annigoni per la solidarietà fra i popoli, per favorire lo sviluppo di progetti legati alle popolazioni del Burkina Faso.
11-20 aprile
Benozzo Gozzoli e Cosimo Rosselli nelle terre di Castelfiorentino. Pittura devozionale in Valdelsa Castelfiorentino, Be.Go. Museo Benozzo Gozzoli 30 aprile-31 luglio La mostra rientra nel progetto “La città degli Uffizi” che porta le opere della celebre galleria in giro per i Comuni del territorio. Per chi visita l’esposizione di Castelfiorentino, ingresso ridotto a Palazzo Medici Riccardi per ammirare il capolavoro di Benozzo: la Cavalcata dei Magi. Per informazioni: www.lacittadegliuffizi.org
arte contemporanea Palazzo Medici Riccardi ospita da marzo a luglio una serie di esposizioni dedicate al contemporaneo.
Antonio Vinciguerra 25 marzo-25 aprile
Marco Dolfi 28 aprile-20 maggio
Dino Caponi 5 maggio-7 giugno
Ottone Rosai 12 maggio-21 giugno
Umberto Mariani 16 giugno-17 luglio
Torna il Genio del Territorio! scopri tutti gli eventi su www.genioterritorio.it
Cresce la cultura! Arriva il PIC La Provincia promuove lo sviluppo della cultura con iniziative ed eventi su tutto il territorio. Grazie al Piano Integrato per la Cultura regionale, arte contemporanea, festival, appuntamenti con pittura e scultura si fanno ancora più vicini. Tra gli eventi dell’estate 2011 l’Estate Fiesolana, Luglio Bambino a Campi Bisenzio, TusciaElecta e molto altro.
palazzo medici riccardi
via Cavour, 3 aperto: tutti i giorni 9-19 chiuso: mercoledì Prenotazioni e biglietteria: 055 2760340
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a cura di Gabriele Ametrano
incontemporaneo
Gabriele Ametrano è giornalista. Collabora per le pagine culturali del Corriere Fiorentino (dorso locale del Corriere della Sera) e con alcune riviste nazionali (Indice dei Libri, Exibart, Edison Square). Dal 2008 conduce due programmi letterari nel palinsesto di Rete Toscana Classica. gabriele.ametrano@gmail.com
Michele Dantini, “The World Bank”, Centro di cultura contemporanea Strozzina 2009 © Michele Dantini
appuntamenti contemporanei
EX3
music@villaromana Gramsci-Keats
Premio Maretti Memorial Valerio Riva
Suspense. Sculture sospese
13 marzo-25 aprile Centro Pecci
fino all’8 maggio EX3
9 giugno Villa Romana
Videolibrary
LIVE! Quando arte e rock cambiano il mondo
Pitti Uomo
fino al 10 aprile EX3
Tomoaki Suzuki Maria Antonietta Mameli 14 aprile-4 giugno Museo Marino Marini
15 maggio-31 luglio Centro Pecci
14-17 giugno Fondazione Pitti Immagine Discovery, Fortezza da Basso
Open Studios 02
Pitti Bimbo
fino al 28 maggio organizzato da CCCStrozzina
music@villaromana Modal
Keep an ear on... Simposio internazionale sul paesaggio sonoro
Africa: See you, See me
20-22 maggio organizzato da Tempo Reale, FKL e EX3
18 aprile Villa Romana
fino al 22 aprile organizzato da New York University La Pietra Policy Dialogues, NYU Africana Studies e Fondazione Studio Marangoni FSMgallery
Premio Talenti Emergenti fino al 1 maggio CCCStrozzina
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Monitorare il futuro della cultura è sempre più difficile, a Firenze come nel resto del paese. L’arte contemporanea soffre di mancanza di fondi e, a causa di alcuni tagli ai finanziamenti, molte realtà artistiche hanno difficoltà a creare una programmazione semestrale. In queste pagine abbiamo dato visibilità ai luoghi cittadini e regionali impegnati nella fruizione dei linguaggi interdisciplinari. Il nostro sguardo si è focalizzato sulle realtà che più rappresentano il Contemporaneo, i luoghi o le associazioni che danno vita a uno scambio internazionale di idee e progetti. Molti di questi hanno organizzato appuntamenti che sono già in programma; altri aspettano di metterli in calendario e il visitatore potrà consultare il programma aggiornato nei rispettivi siti indicati.
Identità virtuali 21 maggio-17 luglio CCCStrozzina
Fabbrica Europa maggio Stazione Leopolda
music@villaromana Echoes 25 maggio
23-25 giugno Fondazione Pitti Immagine Discovery, Fortezza da Basso
Festival delle colline giugno-luglio Centro Pecci
Videominuto settembre Centro Pecci
Athos Ongaro: Abracadabra settembre Centro Pecci
Organizza mostre personali di artisti nazionali e internazionali e propone workshop, seminari ed eventi collaterali per interagire con i differenti linguaggi della contemporaneità. viale Donato Giannotti, 81/83/85 aperto: da mercoledì a domenica 11-19, venerdì 11-20
www.ex3.it
mostra
Suspense. Sculture sospese fino all’8 maggio Collettiva incentrata sul concetto di ‘sospensione’ in relazione alla produzione scultorea contemporanea.
evento
Videolibrary fino al 10 aprile Film dall’archivio dell’associazione che vedono protagonisti artisti di fama mondiale come Cindy Sherman, Maurizio Cattelan, Bill Viola e Hiroshi Sugimoto.
Tempo Reale Punto di riferimento europeo per la ricerca, la produzione e la formazione per le nuove tecnologie musicali. Collabora con importanti festival musicali toscani, proponendo performance di artisti internazionali
Fondazione Fabbrica Europa per le Arti Contemporanee Fabbrica Europa, kermesse culturale che si svolge in maggio alla Stazione Leopolda e in altri luoghi della città. In calendario teatro, concerti, danza, workshop e dibattiti. borgo degli Albizi, 15
Associazione culturale che promuove le produzioni video sull’arte contemporanea, Progetto principale di questa realtà è Lo Schermo dell’ArteFestival Internazionale di film sulle arti contemporanee, proposto ogni anno durante i ‘50 giorni di Cinema Internazionale’.
Dedicata alla fotografia contemporanea con corsi, workshop e conferenze. Oltre all’attività didattica, organizza mostre in Italia e all’estero.
Base
Moda, arti visive, cinema, fotografia, pubblicità, architettura e musica convivono a Firenze nell’esperienza organizzativa di Pitti Immagine. via Faenza, 111
via Giovan Battista Niccolini, 3/e
www.schermodellarte.org
Villa Romana
Associazione culturale e galleria d’arte, promuove attività di approfondimento e collaborazione con alcuni esponenti del panorama artistico internazionale. via San Niccolò, 18r
www.pittimmagine.com
www.baseitaly.org
Stazione Leopolda viale Fratelli Rosselli, 5
www.stazioneleopolda.com
Lo Schermo dell’Arte
www.ffeac.org
Fondazione Studio Marangoni
Villa Strozzi via Pisana, 77
www.temporeale.it
Fondazione Pitti Immagine Discovery
Musicus Concentus Esplora la nuova scena della musica elettronica, proponendo concerti e appuntamenti musicali in tutta la Toscana. piazza del Carmine, 19
www.musicusconcentus.com
Switch Creative Social Network
Creatività urbana, sperimentazione musicale e divagazioni artistiche. via San Zanobi, 32r e 19r Switch propone appuntamenti con È uno spazio di produzione www.studiomarangoni.it musicisti, dj, urban writers e creativi artistica, creato per realizzare a digitali in continuo dialogo con Firenze un centro di formazione l’evoluzione della città. indipendente. Ospita annualmente artisti internazionali. via Scipio Slapater, 2 www.switchproject.net via Senese, 68 www.villaromana.org
Accademia di Belle Arti di Firenze Prestigiosa istituzione fondata nel 1784, è oggi impegnata a formare il potenziale creativo dei giovani allievi con corsi di livello universitario che incoraggiano la ricerca di espressioni artistiche contemporanee, nel solco della tradizione artistica fiorentina. via Ricasoli, 66
www.accademia.firenze.it
Cantieri Goldonetta Performance, residenze e ospitalità artistiche. Rappresenta il luogo della ricerca dei linguaggi del corpo. È anche sede de L’Accademia sull’arte del gesto, percorso di approfondimento e formazione della danza rivolto ai bambini. Nei mesi estivi programma il Festival Oltrarno Atelier. via Santa Maria, 23-25
www.cango.fi.it
incontemporaneo
mostre
Centro di Cultura Contemporanea Strozzina
Nato nel 2007 come parte della Fondazione Palazzo Strozzi, ospita progetti espositivi di arte contemporanea che, attraverso incontri, conversazioni, conferenze, workshop e videoproiezioni, approfondiscono tematiche e linguaggi interdisciplinari. L’attività della Strozzina si distingue per una programmazione espressamente incentrata sulla ricerca artistica degli ultimi anni, privilegiando linguaggi multimediali e forme d’arte relazionale e interattiva con il pubblico. piazza Strozzi aperto: martedì, mercoledì e da venerdì a domenica 10-20, giovedì 10-23 chiuso: lunedì
www.strozzina.org
Premio Talenti Emergenti 2011 fino al 1 maggio L’esposizione propone i lavori di 16 giovani artisti, fornendo un’occasione per conoscere ricerche e tendenze dell’arte contemporanea italiana. Affianca la mostra un calendario di lectures tenute da esperti che aprono spazi di confronto diretto con il pubblico.
Identità virtuali organizzata con la consulenza scientifica di Antonio Glessi, Christiane Feser, Franziska Nori e Roberto Simanowski 21 maggio-17 luglio Un’analisi del termine ‘identità’ alla luce del crescente ruolo di tecnologie digitali e nuove forme di comunicazione: in mostra opere e installazioni di artisti internazionali che riflettono sulle conseguenze del nuovo rapporto tra uomo e tecnologia nel segno delle ‘identità virtuali’ con cui sempre più spesso affrontiamo la realtà.
evento
piazza San Pancrazio aperto: lunedì e da mercoledì a sabato 10-17 chiuso: martedì, domenica, festivi e agosto
fino al 28 maggio Parte del progetto promosso dalla Regione Toscana toscanaincontemporanea, offre la possibilità di visitare gli studi di 18 artisti che vivono e operano sul territorio toscano. prenotazione obbligatoria; su richiesta è possibile prenotare visite per gruppi anche fuori calendario a.tempesti@palazzostrozzi.org 055 2776461
Oltre alla collezione permanente di opere, il programma del Centro prevede periodicamente mostre temporanee, workshop ed eventi.
www.centropecci.it
Spazio espositivo dedito all’arte contemporanea. In mostra permanente la collezione monografica dell’artista Marino Marini, oltre a esposizioni, attività di approfondimento e formazione. Dal 14 aprile al 4 giugno saranno ospitati al museo i lavori degli artisti Tomoaki Suzuki e Maria Antonietta Mameli.
www.museomarinomarini.it
Open studios 02
Centro per l’Arte Contemporanea Luigi Pecci viale della Repubblica, 277, Prato aperto: tutti i giorni 10-19, Capodanno 15-19 chiuso: Natale e 31 dicembre
Museo Marino Marini
eventi Festival delle colline giugno-luglio rassegna di musica
Videominuto settembre rassegna di video della durata di un minuto
mostre Premio Maretti Memorial Valerio Riva in collaborazione con la Fondazione Valerio Riva 13 marzo-25 aprile Terza edizione dell’unico premio nazionale dedicato ad artisti italiani dai 35 anni in su
LIVE! Quando arte e rock cambiano il mondo a cura di Marco Bazzini e Luca Beatrice 15 maggio-31 luglio 14 concerti e 14 mostre, 40 anni di storia, oltre 50 opere, film, video, memorabilia, ephemeral per ripercorrere le novità linguistiche, sociali e culturali avvenute sulla scena internazionale
Athos Ongaro Abracadabra settembre
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Sculture storiche e pitture inedite di Ongaro, paladino di una rifondazione dell’arte “basata sull’innocenza dell’antica cultura”
“Pic-nic allée”, 2000 Foto di Massimo Vitali courtesy of the artist
incontemporaneo
Michele Dantini
a colloquio con Gabriele Ametrano
Artista, critico, scrittore. La figura di Michele Dantini è difficilmente inscrivibile in una categoria che non valichi il confine di un settore determinato. I suoi progetti indagano gli elementi ecologici e antropologici del paesaggio, coniugando il gesto artistico all’esperienza storica e ambientale dei luoghi.
Verde e politica Il verde rappresenta il diritto di cittadinanza dell’uomo. Discendiamo da primati arboricoli, ci siamo evoluti in savane arborate, l’ambiente fa parte della nostra mente. La modernità, la democrazia hanno offerto ai cittadini spazi verdi per la sempre crescente necessità di ‘andare e venire’ dalla città senza davvero lasciarla. Oggi il rapporto con parchi e giardini può colmare il nostro desiderio ‘esaudito’ di natura. Le amministrazioni pubbliche più avvedute investono nella creazione di giardini e spazi verdi, anche minimi, e di ‘corridoi ecologici’ per piante spontanee e microfauna: curano interstizi e margini, come i tetti, i binari di filobus e tramvie, ecc. In Italia la sensibilità ambientale pubblica è minore di quella di altri Paesi europei o nordamericani, soprattutto per ciò che riguarda ‘l’incolto’ e ‘il selvaggio’.
Verde e arte Negli ultimi 40 anni c’è stata una proliferazione di ‘parchi di sculture’, di spazi verdi invasi da opere ‘artistiche’ installate nel paesaggio senza alcuna connessione con il luogo né con i processi naturali. Credo che il ‘parco con sculture’ sia oggi un modello arcaico e fuorviante di interazione uomo-ambiente: risponde a logiche celebrative che non ci appartengono, tradisce un analfabetismo ecologico di fondo. Gli artisti possono contribuire alla creazione di infrastrutture ecologiche disseminate nel contesto, intervenire in modi lievi e ‘concettuali’. La Tate Modern, in anni recenti, ha bandito un concorso per il progetto della migliore ‘casa’ per pipistrelli. Possiamo scegliere di sorridere con sufficienza di iniziative simili o considerarle in modo diverso. I pipistrelli sono preziosi indicatori biologici e zanzaricidi formidabili, senza controindicazioni. La loro protezione nelle città produce un concreto vantaggio e dissolve pregiudizi millenari. Altrove si è cercato di prevenire la strage di piccoli animali che attraversano le strade per arrivare all’acqua, cercare partner sessuali o semplicemente migrare in cerca di maggiori risorse alimentari, creando sottopassi ecologici. Tassi, ricci, volpi, scoiattoli, per non parlare di anfibi e insetti: quanti ne vediamo uccisi sull’asfalto? Gli architetti del paesaggio più innovativi progettano parchi e giardini con piante spontanee: queste richiedono meno cura, sono evolutivamente adatte al contesto, presentano vantaggi in termini di sostenibilità. Abbiamo realmente bisogno di incoraggiare l’iperproduzione di oggetti artistici, spesso di scala monumentale? Non si tratta di bandire ingombranti ego artistici e collezionistici, ma di dischiudere percorsi di scoperta e riconoscimento dell’alterità naturale, estendere ‘cittadinanza’ a piante e animali. In fondo ci avviciniamo all’opera d’arte più sensazionale: Gea.
Michele Dantini è interessato a progetti che connettono arte, ecologia e riflessione sulla ‘sfera pubblica’. I suoi lavori attraversano differenti linguaggi – fotografia, disegno, installazione, video – e ricercano un dialogo tra immagine e parola. Vertono attorno a esperienze di mobilità e dislocazione da un lato, processi mentali dall’altro. Tra le sue esposizioni più recenti: La revanche de l’archive photographique, Centre de la Photographie (Genève, 2010); Torinover. SOS Planet (Torino/Glasgow/Nagoya/Rotterdam/Salt Lake City, 2010-2011); Zmeiniy Project, Tsekh Gallery (Kiev, 2010); Iconography of Climate Change, Studio 9:43 @ The Distillery (Boston, 2009); Green Platform. Arte Ecologia Sostenibilità, Centro di Cultura Contemporanea Strozzina (Firenze, 2009); Untitled, Galleria Alessandro De March (Milano, 2009); Cythère, Villa Bardini (Firenze, 2008); 1988. Vent’anni prima, vent’anni dopo, Centro per l’Arte Contemporanea Luigi Pecci (Prato, 2008); Bardini Boboli Project, Giardino Bardini (Firenze, 2007). Il 24 marzo inaugura un suo nuovo lavoro alla Galleria SRISA, in via San Gallo 53r a Firenze, a cura di Rebecca Olsen.
Michele Dantini, “Baedeker”, TusciaElecta 2007 © Michele Dantini
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ville medicee
Parco mediceo di Pratolino Villa Demidoff proprietari: la famiglia Medici. committenti: Francesco I de’ Medici (1568); Ferdinando III di Lorena (1819); Leopoldo II di Lorena (1837); Paolo Demidoff (1870). Nel 1981, infine, il complesso viene acquistato dall’Amministrazione Provinciale di Firenze per essere destinato a uso pubblico. architettura: la villa medicea, progettata dal Buontalenti e demolita nel 1822, si trovava all’interno del grande parco che, per il suo complesso di giochi d’acqua, automi e fontane, divenne un modello imitato in tutta Europa. L’attuale Villa Demidoff deriva da un adattamento dell’antica “paggeria”, mentre la trasformazione del giardino in parco all’inglese si deve al progetto di Joseph Fritsch nel periodo lorenese. da vedere: il parco con alberi secolari che conserva alcune opere dell’assetto buontalentiano, tra le quali il Colosso dell’Appennino e la fonte del Mugnone (Giambologna), la grotta di Cupido (Buontalenti, 1577), il Casino di Montili (de Cambray Digny, 1820 circa) e la Cappella a pianta esagonale (Buontalenti, 1580).
via Fiorentina, 282, località Pratolino, Comune di Vaglia In auto: a disposizione ampio parcheggio non custodito In autobus: linee ATAF, SITA e CAP dalla zona Stazione di Firenze Santa Maria Novella
L’ingresso al parco è libero aperto: da aprile a ottobre. In aprile e ottobre domenica e festivi 10-17; in maggio e settembre sabato, domenica e festivi 10-18; da giugno ad agosto sabato, domenica e festivi 10-19 L’apertura del parco è soggetta alle condizioni meteorologiche e climatiche. Nei giorni di chiusura, gruppi di turisti e cittadini possono su richiesta visitare la zona centrale del parco: parcpra@provincia.fi.it 055 409427
www.provincia.fi.it/pratolino
primi proprietari: i Brunelleschi; gli Strozzi. committente: cardinale Ferdinando de’ Medici. architettura: proprietà medicea dal 1532 e modificata da Ferdinando nella seconda metà del secolo, nel Seicento vi intervenne Giulio Parigi. da vedere: la decorazione degli interni e gli arredi ottocenteschi; la sala da ballo con affreschi del Volterrano (XVII secolo); il giardino formale progettato dal Tribolo e la fontana con la Fiorenza del Giambologna, proveniente dalla Villa di Castello.
via di Castello, 47 - Loc. Castello aperto: da novembre a febbraio 8,15-16,30, in marzo 8,1517,30, in aprile, maggio, settembre, ottobre 8,15-18,30, da giugno ad agosto 8,15-19,30 chiuso: secondo e terzo lunedì del mese, Capodanno, 1 maggio, Natale
via della Petraia, 40 - Loc. Castello aperto: tutti i giorni, da novembre a febbraio 8,15-16,30, in marzo 8,15-17,30, in aprile, maggio, settembre, ottobre 8,15-18,30, da giugno ad agosto 8,15-19,30 chiuso: secondo e terzo lunedì del mese, Capodanno, 1 maggio, Natale
www.polomuseale.firenze.it/musei/villacastello
www.polomuseale.firenze.it/musei/petraia
Villa medicea di Cerreto Guidi
primo proprietario e committente: Cosimo I de’ Medici. architettura: edificata nel 1556 come residenza di caccia, fu terminata in base a un progetto attribuito al Buontalenti. da vedere: museo dal 1978, conserva mobili e ritratti medicei; dal 2002 accoglie il Museo Storico della Caccia e del Territorio.
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Villa medicea della Petraia
primi proprietari: Lorenzo e Giovanni di Pierfrancesco de’ Medici (dal 1477). committente: Cosimo I. architettura: tra le più antiche residenze suburbane dei Medici, villa e giardino furono rinnovati nel XVI secolo; vi lavorarono Tribolo, Vasari e Buontalenti. da vedere: visitabile solo il giardino, considerato da Vasari uno dei più splendidi d’Europa, con la Grotta degli Animali e la fontana di Ercole e Anteo di Ammannati.
via dei Ponti Medicei, 7, Cerreto Guidi aperto: tutti i giorni, 8,15-19 chiuso: secondo e terzo lunedì del mese, Capodanno, 1 maggio, Natale
www.polomuseale.firenze.it/musei/cerretoguidi
mostra
Preziosi tesori in villa fino al 10 settembre La villa medicea ospita eccezionalmente l’Incoronazione della Vergine, realizzata nella bottega del Botticelli e parte del patrimonio ancora poco conosciuto dell’ex Conservatorio delle Montalve, custodito nella Villa La Quiete di proprietà dell’Università degli Studi di Firenze. A testimonianza della preziosità della collezione della Quiete sono esposti anche alcuni pregiati paliotti settecenteschi.
© Benini-Calandri
Villa medicea di Castello
eventi
Palazzo Medici Riccardi e le iniziative “verdi” Il bellissimo parco e la villa ospitano ogni anno molte manifestazioni, pensate per un vasto pubblico. Mostre, convegni, fiere dell’agricoltura, spettacoli teatrali e degustazioni sono solo alcuni dei grandi eventi organizzati nel parco dei Medici. Tra questi citiamo l’ormai celebre Ruralia, evento annuale organizzato dalla Provincia di Firenze – in genere nell’ultimo fine settimana di maggio – per mettere in mostra le novità e le esperienze consolidate del mondo della ruralità, dell’agricoltura e dell’ambiente, oltre alle eccellenze del settore dell’allevamento e ai prodotti tipici dei nostri splendidi territori. Non solo mondo agricolo, però. Ruralia è un’iniziativa pensata anche per famiglie e bambini, con un’ampia offerta di eventi espositivi, educativi, ludici e gastronomici: corse a cavallo, mostre di mucche, caccia al tesoro ambientale, solo per citarne alcuni. Un’ulteriore edizione di Ruralia si tiene nel parco fiorentino delle Cascine all’inizio della stagione autunnale. Ruralia 2011 ruoterà intorno al tema dei 150 anni dall’Unità d’Italia, con particolare riferimento alle innovazioni che nell’ultimo secolo e mezzo hanno interessato il mondo dell’agricoltura. info: www.provincia.fi.it/pratolino
primo proprietario e committente: Lorenzo il Magnifico. architettura: progettata da Giuliano da Sangallo, rispecchia le tendenze umanistiche dell’architettura ispirata all’antico (1485-1492); fu conclusa nella prima metà del Cinquecento per volontà del futuro Leone X. da vedere: affreschi di Andrea del Sarto, Pontormo, Franciabigio e Alessandro Allori. piazza Medici, 14, Poggio a Caiano aperto: tutti i giorni, da novembre a febbraio 8,15-16,30, in marzo e ottobre 8,15-17,30 (con ora legale 18,30), in aprile, maggio, settembre 8,15-18,30, da giugno ad agosto 8,15-19,30 chiuso: secondo e terzo lunedì del mese, Capodanno, 1 maggio, Natale
www.polomuseale.firenze.it/musei/poggiocaiano
Museo della Natura Morta
Allestito nella Villa medicea di Poggio a Caiano, il museo è un unicum in Italia ed espone oltre 200 dipinti databili fra il XVI e il XVIII secolo e provenienti dalle collezioni medicee. Prenotazione obbligatoria 055 877012 Visite accompagnate (non guidate) ogni ora dalle 9 (la visita delle 13 non viene effettuata)
mostra
Le cacce dei Granduchi Salone di Leone X fino all’8 maggio La Caccia al cigno e la Caccia all’oca selvatica (1577-1578), realizzati su disegno di Alessandro Allori, appartengono a una serie di arazzi commissionata per Poggio a Caiano. Il primo, restaurato, è l’unico rimasto nella sede originaria, mentre l’altro, sottoposto a manutenzione conservativa, proviene dal Deposito degli Arazzi di Pitti.
ville medicee
Villa medicea di Poggio a Caiano
Visite accompagnate (non guidate) ogni ora a partire dalle 8,30
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villa e giardino bardini
a Fondazione Parchi Monumentali Bardini e Peyron è stata costituita nel 1998 dall’Ente Cassa di Risparmio di Firenze a seguito del progetto di recupero degli immobili dell’eredità Bardini, promosso all’inizio degli anni novanta. L’Ente Cassa gestisce oggi il complesso Bardini, che comprende la villa secentesca e il vasto parco: quattro ettari di bosco, giardino, orto e frutteto a contatto con le mura medievali della città, tra costa San Giorgio e borgo San Niccolò. Il giardino e la villa sono aperti tutto l’anno e offrono attività espositive e non solo. Nella Villa Bardini hanno sede il Museo Annigoni, la Fondazione Capucci e la Società Toscana di Orticoltura. Giardino Bardini
L
Per informazioni su orari ed eventi consultare il sito
www.bardinipeyron.it
Museo Capucci vedi p. 47
via dei Bardi, 1r e costa San Giorgio, 2 aperto: tutti i giorni 8,15-16,30 in gennaio, febbraio, novembre e dicembre; 8,15-17,30 in marzo; 8,15-18,30 in aprile, maggio, settembre e ottobre; 8,15-19,30 in giugno, luglio e agosto chiuso: primo e ultimo lunedì del mese, Capodanno, 1 maggio, Natale
Museo Pietro Annigoni Il museo, inaugurato nel 2008, vanta il più ampio fondo esistente di opere annigoniane con oltre 6.000 pezzi. Il museo si propone come centro di studi e promozione della cultura artistica del Novecento e organizza eventi espositivi temporanei legati alla figura di Annigoni e al periodo storico in cui visse e operò, pienamente partecipe del suo tempo, con particolare attenzione ai temi di grande importanza critica per l’arte del XX secolo.
eventi collaterali alla mostra Visite guidate per singoli da martedì a venerdì alle 17, sabato e domenica alle 10,30, 11,30, 15,30, 16,30 Appuntamento alla biglietteria di costa San Giorgio, 2 fino a esaurimento posti
Visita guidata in mostra con il curatore 1 aprile alle 12, Valentina Gensini Itinerari di trekking “verde” urbano Passeggiate nel verde del centro di Firenze guidate da esperti di architettura del paesaggio e di botanica Primo itinerario: Giardino Bardini, Villa Bardini e visita alla mostra 9 e 23 aprile alle 14,30 Secondo itinerario: Giardino Bardini, visita alla mostra e Giardino di Boboli 17 e 1 maggio alle 10 Appuntamento all’ingresso in via dei Bardi, 1r
Villa Bardini costa San Giorgio, 2 fino al 1 maggio aperto: da martedì a domenica 10-18 l’orario potrebbe subire variazioni
www.museoannigoni.it Gregorio Sciltian, Bacco all’osteria, 1936. Roma GNAM
Novecento sedotto. Il fascino del Seicento tra le due guerre Da Velázquez a Annigoni
mostra
a cura di Anna Mazzanti, Lucia Mannini e Valentina Gensini fino al 1 maggio; da martedì a domenica 10-18, ultimo ingresso alle 17 Il museo affronta un tema inedito dell’arte italiana del XX secolo: il singolare interesse per il Seicento mostrato da critici e artisti tra gli anni venti e quaranta. Le opere di Caravaggio, i paesaggi e le nature morte, i dipinti di scuola bolognese, napoletana e spagnola – in particolare Velázquez – e la grande decorazione barocca affascinarono e sedussero artisti come Primo Conti, Felice Carena, Baccio Maria Bacci, Achille Funi, Cipriano Efisio Oppo, Carlo Socrate, Armando Spadini, Giorgio De Chirico, Pietro Marussig, Francesco Trombadori, Gregorio Sciltian e Antonio Bueno. Neanche Pietro Annigoni fu immune da tale attrazione, espressa in significative opere giovanili fino agli anni quaranta.L’esposizione si articola in tre sezioni: Attualità del Seicento negli anni venti, dedicata alle declinazioni del gusto tra Firenze, Roma e Milano; Il gusto del Seicento attraverso i generi e le tecniche, che focalizza l’attenzione sulla natura morta e sul paesaggio; infine Da Caravaggio alla realtà moderna, che si sofferma sulle interpretazioni dell’arte del Seicento intorno agli anni quaranta.
Venerdì a Villa Bardini Serie di conferenze su arte, cinema, musica, scenografia e contemporaneo il venerdì alle 17 con possibilità di visita guidata alla mostra alle 16 • Maria Alberti, Riflessi barocchi, 8 aprile alle 17 • Michele Dantini, Arte povera, Anacronismo,Transavanguardia e oltre, 22 aprile alle 17 Concerto in villa - Portraits. A Century of Music a cura dell’Associazione Culturale Nuove Tendenze 15 aprile alle 17,30 visita alla mostra, alle 18,30 Monica Turoni, arpa, Daniele Ruggieri, flauto e Mario Paladin, viola Bambini: Arte allo specchio vedi p. 52 Tutte le attività sono gratuite e riservate ai possessori del biglietto acquistato in giornata. Per informazioni e prenotazioni: 055 20066206
Società Toscana di Orticoltura
Dopo l’Accademia dei Georgofili, è la più antica fra le istituzioni fiorentine rivolte al settore agricolo, fondata nel 1854 con lo scopo di incoraggiare e promuovere miglioramenti nell’ambito dell’orticoltura. Tra i compiti della nuova Società figurava l’organizzazione di mostre pubbliche periodiche di fiori, ortaggi e frutti. Nel 1859 il marchese Lorenzo Ginori Lisci mise a disposizione della Società alcuni terreni dove poter sperimentare la coltivazione di piante esotiche e ricercate; fu su questi terreni che nel 1878 venne costruito il grande Tepidario, su progetto dell’architetto Roster, inaugurato nel 1880 per accogliere la prima Esposizione Nazionale di Orticoltura. Qui, nel Giardino dell’Orticoltura, la Società ha svolto le sue più importanti manifestazioni fino al 1931, quando il giardino fu acquistato dal Comune di Firenze. Ancora oggi la Società Toscana di Orticoltura è attiva e vitale, come dimostrano le numerose iniziative tra le quali le mostre-mercato di piante e fiori allestite ancora al Giardino dell’Orticoltura. Nella sede di Villa Bardini la Società mette a disposizione del pubblico una Biblioteca per la consultazione del suo ricco patrimonio librario. costa San Giorgio, 2 aperto: Biblioteca martedì 15-19, venerdì 9-13 oppure su appuntamento 339 3865233
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www.societatoscanaorticultura.it
Il significato e il valore di un intervento di restauro di un giardino si legano alla lettura della complessità della civiltà che ha generato l’oggetto del restauro. Ogni giardino è una realtà etica, terreno dell’azione, spazio della vita umana associata. Le linee progettuali sono state individuate nel contesto narrativo del tempo per rendere leggibile quello che non era visibile, usando anche l’archeologia per rileggere parti del giardino ormai scomparse, come il canale del drago nel giardino inglese e il muro fontana della scalinata barocca che il tempo e la vegetazione avevano totalmente cancellato. La filosofia del progetto si è basata sull’idea che non c’è conservazione senza innovazione: il restauro filologico degli arredi e delle parti del giardino esistenti si è alternato all’innovazione di elementi strutturanti e alle nuove piantagioni. Nella nuova identità del giardino che vive nella doppia contemporaneità di passato, presente e futuro acquistano particolare importanza le collezioni di piante, inserite nel giardino con volontà dimostrativa dei valori del giardinaggio nelle sue forme più pure e attuali. Mariachiara Pozzana*
Calendario delle fioriture 1 Viburni (Viburnum spp.) marzo-luglio 2 Piante bulbose spontanee
2
3
marzo-aprile
10
3 Rose (Rosa spp.) giugno-settembre
4 Albero di Giuda (Cercis siliquastrum) aprile-giugno
7 9 8
3 5 5
6 Dalie (Dahlia spp.)
3
3 11
2 8
3
5 Alberi da frutto marzo-aprile
1
11 3
4
11
6
giugno-settembre
7 Camelie (Camellia spp.) marzo 8 Azalee (Azalea spp.) aprile 9 Ortensie (Hydrangea spp.) maggio-luglio 10 Glicine (Wisteria spp.) metà aprile-metà maggio 11 Iris rifiorenti (Iris spp.) aprile, giugno-agosto, novembre
Cronologia del giardino Bardini 1309 il Comune di Firenze fa compilare una stima delle proprietà Mozzi dove si parla di un palazzo “con loggia grande e giardino dietro detto palazzo e casa contigua con orto e pratello, e terreno murato dietro la casa”
inizi del ’400 a causa di gravi problemi economici i Mozzi sono costretti a liquidare molte delle loro proprietà poste nel popolo di Santa Lucia de’ Magnoli, tra le quali il palazzo di famiglia
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3 gennaio 1603 il senatore Piero di Luigi di Conte dei Mozzi riunisce la proprietà del palazzo, acquistando la parte residua da Ersilia, figlia del conte Bernardo Della Gherardesca 1781 Margherita D’Orford lascia a Giulio Mozzi una “casa con orto grande” che si estende fino alle mura cittadine, sul retro di Palazzo Mozzi, e la Villa Medici a Fiesole
Passeggiata nel verde Villa Bardini e Palazzo Pitti sono collegati attraverso il Giardino di Boboli. L’accesso per i residenti a Firenze è gratuito. 9, 17, 23 aprile e 1 maggio passeggiata con guida
villa e giardino bardini
Il restauro del giardino Bardini
*Mariachiara Pozzana, architetto, lavora nel campo del paesaggismo e dell’architettura dal 1982 e ha realizzato importanti progetti pubblici e privati in tutta italia. Ha restaurato il giardino Bardini dal 1998 al 2007. Nel 1996 ha pubblicato Giardini storici. Principi e Tecniche della conservazione, nel 2001 la Guida ai giardini della Toscana, nel 2008 La guida al paesaggio della Toscana. Ha insegnato alle Università di Genova, Pisa, Catania e Versailles. www.mariachiarapozzana.com mariachiara.pozzana@fastwebnet.it
1880 il complesso viene acquistato dalla principessa slesiana Wanda Carolath von Beuthen
1913 l’antiquario Stefano Bardini acquista l’intera proprietà dalla principessa Carolath von Beuthen e inizia i grandi lavori di trasformazione della proprietà
1922 alla morte di Stefano Bardini la proprietà viene ereditata dal figlio Ugo
1793 (ante) la Villa cosiddetta Manadora, sulla costa San Giorgio, viene acquistata dalla famiglia Cambiagi
1965 morte di Ugo Bardini; l’eredità
1551-1552 Luigi di Conte di Giovannozzo dei Mozzi ottiene nuovamente il possesso di una parte del palazzo di famiglia e dei terreni adiacenti
1814 Giacomo Luigi Le Blanc è proprietario della Villa Manadora sulla costa San Giorgio e realizza in quest’area un moderno parco all’inglese
gennaio 2000 in seguito alla
prima metà del ’600 l’architetto
luglio 1839 Pier Giannozzo dei Mozzi
Gherardo Silvani (1579-1675) costruisce per Giovan Francesco Manadori una villa in posizione panoramica sulla costa San Giorgio
acquista da Le Blanc tutto il settore occidentale del parco, cioè il giardino all’inglese con il villino sulla costa e il Casino
2007 villa e giardino sono aperti al
Bardini inizia un lungo iter burocratico amministrativo, concluso solo di recente convenzione tra Ministero delle Finanze ed Ente Cassa di Risparmio, iniziano i lavori di restauro nel giardino Bardini pubblico; il giardino è visitabile insieme al Giardino di Boboli con un solo biglietto
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accademie e fondazioni
Accademia dei Georgofili
Fondata il 4 giugno 1753, si propone di contribuire al progresso delle scienze e delle loro applicazioni all’agricoltura, allo sviluppo rurale e alla tutela dell’ambiente e del territorio agricolo. Nella Torre de’ Pulci dal 1932, vanta una biblioteca con circa 70.000 fra monografie, opuscoli e periodici. Esposizioni permanenti e mostre temporanee documentano la ricchezza del patrimonio di fonti e documenti in possesso dell’Accademia, assolutamente unica nell’ambito della storia agraria. Logge degli Uffizi Corti aperto: Biblioteca da lunedì a venerdì 15-18
www.georgofili.it
“L’infinita ampiezza del mondo dei fiori”. Dei fiori e dei giardini ai Georgofili
Se l’occhio scientifico dei Georgofili, Accademia fondata a Firenze nel 1753, seppe cogliere fiori e giardini come ‘entità’ da studiare, esaminare, classificare, coltivare i primi, promuovere e curare i secondi, è altrettanto vero che un senso di bellezza – e non solo attraverso la rappresentazione iconografica – filtra dagli studi di questi uomini di scienza che seppero talvolta accostarsi all’argomento con raffinata attenzione estetica. Per essi, infatti, questo universo fatto di colori, forme, profumi e armonia fu visto come un simbolo di civiltà, invidiato dagli stranieri per la sua ricchezza e varietà, ma trascurato e abbandonato in patria e dunque da rilanciare e rivitalizzare. “La cultura dei fiori è in onore laddove il popolo è ricco e nel tempo stesso industrioso e morale, e quindi essa diviene oggetto importante economicamente considerato, e sommamente interessante dal lato della civiltà”: con queste parole nel 1846 la redazione del ‘Giornale Agrario Toscano’ (periodico fiorentino nato nel 1827 grazie a Vieusseux e ai Georgofili) si rivolgeva ai propri lettori per sollecitare la ripresa dell’antica cura di fiori e giardini, non solo per riappropriarsi di una bella tradizione, ma altresì riguardando gli uni e gli altri come possibili ‘oggetti’ di attività economiche e commerciali. L’Accademia dei Georgofili non poteva non essere attenta a un così ‘importante oggetto’, contrapponendosi a coloro che ritenevano giardini e fiori “futili” e “oziosi”. In quest’ottica perciò essa perorò la nascita in Toscana di una Società di Giardinaggio (poi Società Toscana di Orticoltura) sul modello di quelle già fondate in altri Paesi europei, meno favoriti per clima e posizione geografica. La Toscana godeva infatti di una situazione privilegiata e per i Georgofili ciò costituiva un ulteriore motivo per favorire il recupero di un’antica attività con l’aiuto della scienza e della tecnica. A metà Ottocento la Società caldamente desiderata poteva nascere grazie ai 155 sottoscrittori, i “più intelligenti ed appassionati amatori dell’orticoltura” che aderirono all’iniziativa nel corso dell’esposizione di ortofloricoltura organizzata alla Crocetta (1852). L’attenzione dei Georgofili verso “l’infinita ampiezza del mondo dei fiori” aveva del resto già avuto precedenti concrete testimonianze: ad esempio nel 1814 l’Accademia aveva promosso la stampa del manoscritto di Giovanni Vittorio Soderini sugli orti e i giardini, affidando a un proprio socio, Ottaviano Targioni Tozzetti, la cura del volume e la stesura degli indici. A premiare la costanza dei Georgofili, nel corso degli anni numerose furono le ristampe della pubblicazione. Prima di questa operazione editoriale, altri studi pervenuti in Accademia avevano per oggetto osservazioni su fiori e giardini. Osservazioni scientifiche, nate magari da un puro piacere estetico dei loro autori, i quali coltivando per proprio ‘diletto’ una specie particolare di “Geranio Marginato” – come fu ad esempio per Giovanni Fabbroni – seppero poi tradurre la loro passione in studi e dissertazioni. Nel suo scritto Sul geranio variegato (1796), l’attenta descrizione botanica del Fabbroni si coniugava con una particolare sensibilità grazie alla quale si coglieva anche quell’universo di colori, forme e profumi degli splendidi gerani. Anche la dissertazione del Georgofilo Luca Cagnazzi, Descrizione di una rosa mostruosa (1799), si proponeva uno scopo scientifico: rintracciare cioè le cause della bizzarria della natura che aveva partorito una rosa dalle proporzioni inconsuete, la cui bellezza però era integra, come dimostrato dalla tavola acquerellata allegata alla memoria. Il mondo dei fiori e dei giardini, “compendio delle marauigliose varie bellezze del grand’Iddio”, fu dunque studiato e osservato dai Georgofili con volontà scientifica; ne seppero cogliere le potenzialità economiche, tradurre la bellezza e la ricchezza, doti che rendevano la Toscana fortunata e invidiata grazie proprio a quell’abbondante “massa di fiori... tale da fare stordire”. Luciana Bigliazzi e Lucia Bigliazzi
mostra
L’Unità d’Italia ai Georgofili. 1848-1914 31 marzo-18 maggio Esposizione organizzata nell’ambito delle manifestazioni dei Georgofili per il 150° Anniversario della Unità Nazionale.
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Trae la sua origine dall’Accademia e Compagnia dell’Arte del Disegno, istituita da Cosimo I de’ Medici il 13 gennaio 1563, su suggerimento di Giorgio Vasari. Tra i primi Accademici figuravano Michelangelo Buonarroti, lo stesso Vasari, Bartolomeo Ammannati, Agnolo Bronzino e Francesco da Sangallo. Nel 1784 venne riformata dal granduca Pietro Leopoldo e prese il nome di Accademia delle Belle Arti; nel 1873 fu distinta in due corpi, il Collegio degli Accademici, cioè l’Accademia delle Arti del Disegno, e l’istituto d’insegnamento. Oltre a un patrimonio di sculture, pitture, arazzi e mobilio, l’Accademia possiede un Archivio Storico, con documenti, volumi a stampa e fotografie, e la Biblioteca, di circa 6.000 tra volumi, opuscoli e riviste, dedicati per lo più alla cultura artistica toscana dall’Ottocento a oggi. via Orsanmichele, 4 aperto: da lunedì a venerdì 9,30-12,30
www.aadfi.it
Accademia Toscana di Scienze e Lettere “La Colombaria”
Sorta dallo spontaneo riunirsi di alcuni studiosi fiorentini, “La Colombaria” formalizzò la sua struttura a partire dal 1735 e conserva oggi un patrimonio di manoscritti, carteggi, incunaboli e cinquecentine e una collezione di disegni e stampe. L’Accademia pubblica anche la collana ‘Studi’ e gli Atti e Memorie. La Biblioteca consta di circa 10.000 volumi e comprende i Fondi Devoto, Ravà, Procissi e Rodolico. via Sant’Egidio, 23 aperto: da lunedì a venerdì 9,30-13,30
www.colombaria.it
La flora del Malabar
Tra i manoscritti conservati all’Accademia “La Colombaria” si ricorda il Plantarum Indicarum Icones et Descriptiones in Regione Malabarrica precipue virentium (1677), che raccoglie centinaia di disegni a penna e annotazioni in lingua locale e in latino sulle specie botaniche dell’antica regione del Malabar nell’India Occidentale. Il manoscritto in due volumi – redatto da un monaco portoghese residente nella regione di Goa, padre Salvatore dei Carmelitani Scalzi – era giunto in Italia tramite il nunzio di Innocenzo XI. Nel 1694 l’opera, che trova numerose analogie in testi conservati presso la Biblioteca Medicea Laurenziana, passò al socio della “Colombaria” Antonio Bonaccorsi Perini, il quale la donò all’Accademia dove venne mostrata il 7 settembre 1757.
Fondazione Roberto Longhi
La Fondazione di Studi di Storia dell’Arte Roberto Longhi nasce nel 1971 per volontà testamentaria dello studioso, che la dota della sua biblioteca, della sua fototeca e della collezione d’arte “per vantaggio delle giovani generazioni”. La Fondazione mette a disposizione di borsisti e studiosi il suo patrimonio librario (circa 36.000 volumi), la fototeca (circa 70.000 unità), la collezione d’arte (dipinti, disegni, incisioni, miniature, sculture) e il vasto fondo archivistico. Fra gli obiettivi primari, favorire e sviluppare gli studi di storia dell’arte mantenendo vivi l’eredità culturale e il metodo di Longhi. via Benedetto Fortini, 30 aperto: Biblioteca da lunedì a venerdì 9,30-13, 14-17,30 previo appuntamento
www.fondazionelonghi.it
Accademia della Crusca
L’Accademia è sorta tra il 1582 e il 1583 per iniziativa di cinque letterati fiorentini (Giovan Battista Deti, Anton Francesco Grazzini, Bernardo Canigiani, Bernardo Zanchini, Bastiano de’ Rossi), cui si aggiunse Lionardo Salviati, ideatore di un vero programma culturale e di codificazione della lingua. Dalle loro animate riunioni, chiamate scherzosamente “cruscate”, deriva il nome dell’istituzione, che adottò una ricca simbologia riferita al grano e al pane. Fin dalle sue origini l’Accademia ha accolto studiosi, italiani ed esteri, di diverse discipline: grammatici e filologi, scrittori e poeti, scienziati, storici, filosofi, giuristi e statisti. Con il suo Vocabolario (prima edizione nel 1612) ha contribuito all’identificazione e alla diffusione della lingua italiana fornendo l’esempio ai grandi lessici di altre lingue. Villa medicea di Castello via di Castello, 46
www.accademiadellacrusca.it
Il Lyceum Club Internazionale di Firenze
Situato al piano nobile del cinquecentesco Palazzo Giugni Fraschetti, è una delle più antiche associazioni culturali internazionali presenti a Firenze. Primo Lyceum fondato in Italia nel 1908 sul modello degli omonimi club femminili – si badi bene: femminili, non femministi – aperti nel 1904 per iniziativa di Constance Smedley a Londra, Parigi e Berlino, l’istituzione fiorentina ebbe come prima presidente Beatrice Pandolfini dei principi Corsini, che fin dall’inizio promosse coraggiose esperienze culturali di notevole apertura e portata innovativa. Un esempio su tutti è la prima mostra italiana degli impressionisti, che furono ammirati per la prima volta nel nostro Paese proprio al Lyceum di Firenze nel 1910. Il programma culturale previsto fino a maggio 2011 comprende una grande varietà di manifestazioni: conferenze, convegni, mostre, corsi di educazione all’ascolto musicale, che si svolgono a ingresso libero. via degli Alfani, 48
www.lyceumclubfirenze.net
Gabinetto Scientifico Letterario Vieusseux
Nel 1820 il commerciante ginevrino di cultura illuminista Giovan Pietro Vieusseux inaugura in Palazzo Buondelmonti un Gabinetto Scientifico Letterario, a fianco del quale nel 1822 nasce la biblioteca. Il Gabinetto, poi trasferito a Palazzo Strozzi, ha accolto personaggi come Tecchi, Montale e Bonsanti − fondatore del periodico ‘Antologia Vieusseux’ − ed è ancora oggi una realtà vitale che organizza eventi e convegni, con la Biblioteca, l’Archivio Storico e l’Archivio Contemporaneo “Alessandro Bonsanti” (Palazzo Corsini Suarez, via Maggio, 42). Palazzo Strozzi, piazza Strozzi aperto: Biblioteca lunedì, mercoledì e venerdì 9-13,30, martedì e giovedì 9-18. Archivio Storico lunedì, mercoledì e venerdì 9-14, martedì e giovedì 9-14, 15-18. Archivio Contemporaneo lunedì, martedì e venerdì 9-13, mercoledì e giovedì 9-17,30
www.vieusseux.fi.it
La cultura del “verde” e dei fiori nei libri del Gabinetto Vieusseux
Nelle ricche collezioni conservate al Vieusseux occupano un posto di rilievo le raccolte di libri inglesi donati da esponenti di famiglie anglofiorentine che hanno risieduto a Firenze: raccolte consistenti, nell’ordine di migliaia di volumi, parecchi dei quali di pregio, che testimoniano il gusto e gli interessi della cultura anglosassone, sempre molto attenta al mondo di piante, fiori e giardini. Vale la pena di ricordare che l’Erbarium è stato il ‘primo’ libro della poetessa americana Emily Dickinson, attratta fin dall’infanzia dai fiori, costantemente presenti nelle sue poesie. “Sembrava un fiore lei stessa” disse un’amica. Se l’erbario della Dickinson, conservato all’Università di Harvard (l’edizione facsimile del 2006 è consultabile presso la Biblioteca del Vieusseux) costituisce un modello insuperato, quasi un emblema di poesia, i libri sui giardini e sui fiori dalle biblioteche degli anglo-fiorentini offrono un’estesa documentazione del ‘genere’: dizionari di fiori e piante, di botanica, manuali di giardinaggio, di floricoltura, fino alle pubblicazioni specializzate, come quelle della National Rose Society o della British Iris Society. Dal mondo anglosassone ci spostiamo poi nell’Asia orientale con la Biblioteca di Fosco Maraini, dove numerosi sono i volumi sull’ikebana e più in generale sui giardini del Giappone e della Cina. Da segnalare anche la raccolta di opere di viaggio dal Settecento al Novecento. Sono particolarmente ricchi di illustrazioni, in cui la natura ha un ruolo rilevante, i testi che riguardano i viaggi in Europa; il Centro Romantico del Gabinetto sta procedendo alla digitalizzazione e soggettazione analitica delle immagini per costituire una banca dati sulla ‘memoria visiva’ dei Paesi europei attraverso i viaggiatori, in cui il processo storico di interpretazione del paesaggio (naturale e artificiale) è evidenziato grazie alla possibilità di richiamare con l’interrogazione informatica ogni dettaglio dell’immagine. Limitandoci alla sola Toscana, al momento sono rintracciabili per più di mille immagini le diverse tipologie di verde e le loro particolarità: dalle illustrazioni della campagna a quelle dedicate a giardini e parchi o a foreste come quelle della Verna e di Camaldoli.
accademie e fondazioni
Accademia delle Arti del Disegno
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museo di storia naturale
Imperiale e Regio Museo di Fisica e Storia Naturale – fondato nel 1775 da Pietro Leopoldo di Asburgo Lorena per riunire le collezioni naturalistiche e gli strumenti scientifici conservati nella Galleria degli Uffizi, poi chiamato “La Specola” in omaggio all’Osservatorio Astronomico terminato nel 1789 – si articola oggi in sei sezioni distribuite in palazzi e luoghi della città. Vi sono ospitati reperti di straordinario valore scientifico e naturalistico: dagli erbari cinquecenteschi alla preziose cere del Settecento, dagli scheletri fossili di elefanti alle collezioni di variopinte farfalle, dai grandi cristalli di tormaline ai reperti aztechi, dalle imponenti sculture lignee all’infiorescenza più grande del mondo. Un contesto che coniuga, in maniera mirabile, natura, storia, scienza e arte.
L’
Sede amministrativa: via Giorgio La Pira, 4
www.msn.unifi.it
Sezione Antropologia e Etnologia
I reperti più antichi provengono dalle raccolte medicee e dalla collezione settecentesca di James Cook; altri sono stati raccolti da ricercatori e scienziati tra Otto e Novecento. Intere sale sono dedicate agli Indiani d’America, alla Lapponia, alla Siberia, all’Indonesia; di grande rilievo la collezione di strumenti musicali. via del Proconsolo, 12
Sezione Geologia e Paleontologia
Dedicata ai vertebrati fossili della Toscana, qui raccolti da oltre due secoli, illustra la storia paleontologica, la paleogeografia e le fasi della fauna terrestre e marina. Vi si conserva lo scheletro del primate più antico della regione. via Giorgio La Pira, 4
Sezione Mineralogia e Litologia
Vi si scoprono collezioni di minerali, rocce e gemme: da non perdere un grande cristallo di topazio e un’acquamarina di quasi 100 kg. Il rinnovato allestimento è corredato da filmati e innovative animazioni didattiche multimediali. via Giorgio La Pira, 4 Antropologia e Etnologia Geologia e Paleontologia Mineralogia e Litologia aperti: dal 1 ottobre al 31 maggio lunedì, martedì, giovedì, venerdì e domenica 9-13, sabato 9-17; dal 1 giugno al 30 settembre lunedì, giovedì, venerdì e domenica 10-13, sabato 10-18 chiusi: Capodanno, Pasqua, 1 maggio, 15 agosto, Natale
Sezione Zoologia “La Specola”
Nel “Salone degli Scheletri” si conservano crani e scheletri completi di mammiferi e animali estinti. Al primo piano si visita la Tribuna di Galileo, realizzata nel 1841, mentre al secondo le sale dedicate alla zoologia offrono un esauriente panorama degli animali esistenti e di quelli estinti o in pericolo di estinzione. Le sale delle cere anatomiche contengono reperti di alto valore scientifico e artistico, tuttora utili per lo studio dell’anatomia. Nel Torrino ovvero “La Specola” un nuovo allestimento presenta una scelta delle collezioni storico-scientifiche, con reperti già nelle collezioni medicee. Nuovamente prorogata la mostra Cristalli la più bella mostra di minerali al mondo (fino a giugno 2012). via Romana, 17 aperto: dal 1 ottobre al 31 maggio da martedì a domenica 9,30-16,30; dal 1 giugno al 30 settembre da martedì a domenica 10,30-17,30 Salone degli Scheletri e Torrino aperto solo su prenotazione con visita guidata 055 2346760 chiuso: Capodanno, Pasqua, 1 maggio, 15 agosto, Natale
È possibile consultare on line un archivio digitale in progress di alcuni dei campioni più preziosi degli erbari appartenenti alla sezione botanica. www.parlatore.msn.unifi.it
Sezione Botanica
È la più importante istituzione scientifica italiana per la raccolta e la conservazione di collezioni di piante e materiali di origine vegetale. Riunisce straordinari erbari storici e collezioni artistiche e didattiche, che comprendono dipinti di natura morta di Bartolomeo Bimbi e modelli in cera di vegetali realizzati tra il XVIII e il XIX secolo. via Giorgio La Pira, 4 aperto: solo su prenotazione con visita guidata 055 2346760
Il “Giardino dei Semplici” – istituito il 1 dicembre 1545 da Cosimo I de’ Medici ad uso degli studenti di Medicina come giardino di piante medicinali (dette al tempo “Semplici”) – è il terzo orto botanico più antico del mondo dopo quelli di Pisa e di Padova. Un periodo particolarmente significativo per il giardino fu quando, agli inizi del XVIII secolo, venne affidato alle cure della Società Botanica Fiorentina ed ebbe come direttore Pier Antonio Micheli, uno dei fondatori della Società stessa. Micheli trasformò lentamente l’orto botanico in un orto sistematico, recidendo quel legame strettissimo che ancora allora legava la medicina alla botanica, e lo rese un’istituzione di fama europea. Alla fine del XVIII secolo poi, con il passaggio all’Accademia dei Georgofili, il giardino cambiò radicalmente e ampi spazi vennero destinati alle colture agrarie. Ai primi dell’Ottocento, sotto la direzione di Ottaviano Targioni Tozzetti, riacquistò la sua caratteristica di giardino sistematico; alla fine del secolo Teodoro Caruel fece costruire le grandi serre situate su via Micheli e sotto la sua direzione l’orto venne assegnato al Regio Istituto di Studi Superiori Pratici. Negli anni seguenti fu realizzato il progetto di riunire l’Istituto Botanico, fondato da Filippo Parlatore nel Museo di via Romana, al Giardino dei Semplici. Nel 1905 si conclusero le operazioni di trasferimento di tutte le più importanti istituzioni botaniche (Biblioteca ed Erbario) nei locali prospicienti al Giardino dei Semplici e si costituì l’Istituto e Orto Botanico con annesso Museo Botanico. Intorno al 1925, sotto la direzione di Giovanni Negri, per rendere visibile il giardino al pubblico, furono demoliti gli alti muri che lo circondavano dalla parte di via La Pira e di via Gino Capponi.
il giardino oggi L’Orto Botanico è una sezione del Museo di Storia Naturale dell’Università di Firenze; si sviluppa su 2,3 ettari, con un complesso di aiuole tematiche, di percorsi espositivi, di grandi serre e serrette. Il catalogo comprende attualmente 4.450 piante in coltivazione. Molti sono gli allestimenti realizzati recentemente per finalità didattiche, di divulgazione, di ricerca scientifica e di conservazione della biodiversità. Nel 2004 l’Orto è stato nominato CESFL (Centro per la conservazione ex situ della flora) dalla Regione Toscana e svolge tale attività in collaborazione con gli Orti di Pisa e Siena. Da maggio 2008 sono disponibili percorsi multisensoriali tattili e olfattivi per non vedenti. Numerose sono le collezioni presenti all’Orto Botanico, tutte notevoli ma alcune veramente splendide. Ricordiamo tra tutte quella delle cicadee, che annovera oltre 200 esemplari appartenenti a 9 generi. Alcuni esemplari sono veramente magnifici per dimensioni e aspetto essendo in coltivazione dai primi anni del ’900. Esse sono considerate “fossili viventi” in quanto, pur essendo comparse in ere remote (i loro antenati più antichi sono riferibili alla fine del Paleozoico), ebbero la massima espansione durante il Mesozoico e sono giunte ai giorni nostri pressoché immutate nei caratteri fondamentali, già riscontrabili nelle specie estinte. Infine, una menzione irrinunciabile spetta al vecchio esemplare di Taxus baccata, piantato nel 1720 al tempo in cui diresse il giardino l’illustre botanico fiorentino Pier Antonio Micheli. via Pier Antonio Micheli, 3 aperto: dal 16 ottobre al 31 marzo, sabato, domenica e lunedì 10-17; dal 1 aprile al 15 ottobre, lunedì, martedì e da giovedì a domenica 10-19 chiuso: Capodanno, Pasqua, 1 maggio, 15 agosto, Natale
museo di storia naturale
Orto botanico “Giardino dei Semplici” la storia
focus
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museo stibbert
l museo, oggi una fondazione, nasce nel 1908 per volontà testamentaria di Frederick Stibbert (18381906), che volle lasciare alla città di Firenze le sue collezioni d’arte e l’edificio che le contiene, situato a Montughi. Si tratta di uno dei rari casi di case museo ottocentesche ancora conservate, e negli ultimi anni è stata recuperata gran parte degli allestimenti originari modificati durante il XX secolo. La creazione dell’armeria giapponese fu uno degli impegni più sentiti da Stibbert, che acquistò fino agli ultimi mesi della sua vita centinaia di oggetti che documentano le fogge dell’armatura e la splendida qualità delle lame provenienti dal “Paese del sol levante”, tanto che oggi la sua collezione si caratterizza come una delle più importanti di tutto l’Occidente.
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via Frederick Stibbert, 26 aperto: da lunedì a mercoledì 10-14, da venerdì a domenica 10-18 chiuso: Capodanno, Pasqua, 1 maggio, 15 agosto, Natale
www.museostibbert.it
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Il Parco di Villa Stibbert
Nel 1848 Giulia Cafaggi, madre di Frederick Stibbert, acquistava a Montughi una villa con giardino appartenuta alla famiglia Mezzeri. Madama Giulia curava personalmente la scelta di piante e fiori del giardino, che presentava il tipico assetto all’italiana, come ci mostra un piccolo dipinto familiare eseguito in quegli anni. La proprietà era destinata ad ampliarsi nel giro di pochi anni con l’acquisto della villa limitrofa, appartenuta ai Rosellini, che gli Stibbert avevano deciso di trasformare in un’ampia scuderia per ospitare cavalli e carrozze. In quel periodo Frederick Stibbert era appena rientrato dall’Inghilterra, dove aveva frequentato il college, e iniziava a manifestare curiosità artistiche e ambizioni sociali. Nel 1859 fu così affidato all’architetto Giuseppe Poggi l’incarico non soltanto di trasformare la villa appena acquistata, ma anche di creare ai confini settentrionali della proprietà una limonaia con due serre annesse e di riorganizzare l’intero terreno in un unico parco. Il progetto, realizzato su indicazione di Frederick o dietro l’ispirazione del Poggi, entrambi massoni, mostra evidenti suggestioni esoteriche nella scelta dei percorsi così come nella disposizione di alcuni elementi decorativi e soprattutto nella creazione del fantastico tempietto neoegizio sul lago, già terminato nel 1864, in pieno periodo di ‘egittomania’. Ma la completa trasformazione del Parco Stibbert si ebbe solo dopo la metà degli anni settanta dell’Ottocento, quando Frederick acquistò un’ulteriore proprietà, questa volta a sud: la Villa Bombicci, che permetteva di ampliare l’edificio e consentiva di destinare finalmente uno spazio adeguato alle grandi collezioni artistiche da lui accumulate nei suoi primi 20 anni di attività. Unitamente all’edificio, che assumeva l’attuale struttura di un grande corpo di fabbrica lungo circa 150 m distribuiti sul crinale della collina di Montughi, anche il parco si ingrandì giungendo alla sua completa estensione di oltre tre ettari. Fu allora affidato all’ingegnere Gerolamo Passeri il progetto di livellamento dei terreni e la creazione di un grande viale di accesso lungo l’intera proprietà, trasformata nel grande parco romantico che oggi vediamo. La vegetazione si arricchì di nuove essenze e si aprirono nuovi scorci suggestivi, con la creazione della Loggia veneziana, oggi completamente da restaurare, e l’inserimento di grotticelle e false rovine. Il parco, all’epoca suggestivamente illuminato a gas, viveva dunque, con la casa e il museo, lo splendore dell’affermazione di Frederick Stibbert come collezionista e uomo di successo. Il Parco del Museo Stibbert è aperto al pubblico gratuitamente. aperto: da lunedì a mercoledì, da venerdì a domenica dalla mattina al tramonto chiuso: giorni di chiusura del museo
La scuola del mondo Disegni di Leonardo e Michelangelo a confronto 5 aprile-25 luglio La mostra, nata dalla collaborazione tra la Veneranda Biblioteca Ambrosiana di Milano e la Fondazione Casa Buonarroti, espone 12 disegni di Leonardo e 12 disegni di Michelangelo ed è un prezioso preludio alla grande esposizione-evento di disegni di Leonardo e Michelangelo che si inaugurerà in ottobre presso i Musei Capitolini a Roma. L’esposizione mette, per la prima volta, i due artisti a diretto confronto, prendendo l’avvio da alcuni fogli preparatori per gli affreschi sulle battaglie di Anghiari e di Cascina che dovevano dipingere nella Sala del Maggior Consiglio di Palazzo Vecchio.
el 1911 l’architetto e storico dell’arte inglese Herbert Percy Horne acquista Palazzo Corsi, in via dei Benci, con l’intento di offrire un’adeguata cornice alla propria collezione di dipinti, sculture, disegni e arredi, così da ricreare l’atmosfera e gli ambienti di una dimora rinascimentale. Alla sua morte, nel 1916, Horne lascia la propria raccolta (che nel frattempo si è sviluppata fino ad accogliere oltre 6.000 opere) allo Stato italiano, dando vita a una fondazione destinata “a beneficio degli studi”. Ancora oggi il museo si presenta ai visitatori così come lo ha voluto il collezionista inglese: un raffinato scrigno di capolavori di pittura e scultura (da Giotto a Simone Martini, a Masaccio, a Filippino Lippi, a Domenico Beccafumi e Giambologna), ma anche e soprattutto una casa, con pregiati arredi dal Due al Seicento. Nel cuore di Firenze, luogo simbolo della cultura e dell’arte del Rinascimento, il museo si propone come uno spazio in cui rivivere il passato e scoprire usi, costumi e arte della città tra Quattro e Cinquecento. Dal 2004 la ricerca, la didattica e le mostre temporanee possono usufruire di spazi appositamente attrezzati, ricavati nei sotterranei del palazzo.
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l fastoso palazzo secentesco, adibito a galleria da Michelangelo Buonarroti il Giovane, svolge una duplice funzione: testimoniare l’impegno dei Buonarroti nell’ampliare la dimora e abbellirla, al fine di raccogliervi rare collezioni d’arte e preziose eredità culturali (tra cui l’Archivio e la Biblioteca), e allo stesso tempo celebrare il genio di Michelangelo, esponendo importanti opere quali la Madonna della scala, la Battaglia dei Centauri e la progetto ricca collezione di disegni autografi. Da non dimenticare le mostre allestite Nel nome di Michelangelo periodicamente nel museo, che si concentrano sia sul patrimonio Percorsi di visita congiunti tra Casa artistico e di memorie della culturale, Buonarroti e il Complesso di Santa Casa Buonarroti sia su Michelangelo Croce, due istituzioni che trovano un e il suo tempo. importante punto d’incontro nel nome
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di Michelangelo. L’iniziativa, avviata nel 2010, intende inoltre valorizzare la storia del quartiere di Santa Croce con attività culturali e promozionali.
via Ghibellina, 70 aperto: lunedì e da mercoledì a domenica 9,30-16 chiuso: Capodanno, Pasqua, 1 maggio, 15 agosto, Natale
www.casabuonarroti.it
ato insieme alla Manifattura che il marchese Carlo Ginori fondò nel 1737 a Doccia, è il primo museo d’impresa in Italia e racconta, attraverso le sue collezioni, la storia della più antica manifattura di porcellana ancora attiva nel nostro Paese.
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viale Pratese, 31, Sesto Fiorentino aperto: da mercoledì a sabato 10-13, 14-18
www.museodidoccia.it
casa buonarroti • museo horne • museo richard ginori
mostra
via dei Benci, 6 aperto: da lunedì a sabato 9-13
www.museohorne.it
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museo galileo
l Museo Galileo, erede di una tradizione di collezionismo scientifico che vanta quasi cinque secoli di storia, si è sviluppato dall’interesse che i granduchi di Toscana rivolsero agli strumenti e agli esponenti della scienza e ruota intorno alla figura di Galileo Galilei, autorevole quanto discusso protagonista dell’astronomia e della scienza moderna. Il nuovo allestimento museografico intende porre l’accento sull’importanza dell’eredità galileiana nei confronti del patrimonio museale e delle attività di ricerca che identificano la duplice funzione del Museo Galileo - Istituto e Museo di Storia della Scienza.
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piazza dei Giudici, 1 aperto: da mercoledì a lunedì 9,30-18, martedì 9,30-13 chiuso: Capodanno, 6 gennaio, Pasqua, 1 maggio, 15 agosto, 1 novembre, 8 dicembre, Natale, 26 dicembre,
Percorso espositivo Primo piano: collezione medicea sale I-IV Dopo un’introduzione al collezionismo mediceo, il percorso inizia con il tema astronomico, caro ai primi Medici, i quali associarono la forza del proprio potere al controllo dei moti planetari. Cosimo I, in particolare, identificando il proprio nome con la parola kosmos, favorì le ricerche cosmografiche celebrandole nella propria collezione e negli edifici della città.
sala V Si devono a Cosimo I e al figlio Ferdinando anche gli sviluppi toscani della scienza della navigazione, necessario sostegno delle mire espansionistiche e commerciali del Granducato e del potenziamento del porto di Livorno.
sala VI Fondamentale campo di applicazione delle scienze fu la nuova tecnologia militare che cambiò radicalmente la concezione della guerra da arte cavalleresca a scienza matematica. In questo settore si inserì il giovane Galileo con il compasso geometrico e militare, che anticipò il prestigio conquistato alla corte medicea.
www.museogalileo.it
sale VII-IX Con il telescopio e le sue scoperte astronomiche Galileo lasciò nella cultura del tempo un segno indelebile che, nonostante la condanna della Chiesa, si consolidò attraverso la protezione dei Medici e l’attività dei suoi discepoli.
Secondo piano: collezione lorenese sala X Dopo il declino della dinastia medicea, il governo lorenese seppe valorizzare e incrementare la collezione dotandola di un apposito spazio museale nell’Imperiale e Regio Museo di Fisica e Storia Naturale, presso Palazzo Pitti.
sale XI-XIII
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La moda settecentesca di diffondere le scienze in forma spettacolare tra le classi colte favorì la produzione di nuovi strumenti didattici per illustrare le nuove scoperte nei campi dell’acustica, della termologia, dell’ottica, dell’elettricità.
sala XIV In Italia, solo il direttore dell’osservatorio astronomico fiorentino, Giovanni Battista Amici, fu in grado di realizzare strumenti ottici originali che poterono competere con la grande produzione europea.
museo per la matematica
sale XV-XVI
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Con l’affermazione del metodo sperimentale nel XVII secolo, nuovi strumenti permisero di indagare i fenomeni della natura, di scoprire le leggi che li governano e di svelare realtà fino ad allora sfuggite alla percezione dei sensi.
sala XVII Di grande rilevanza è anche l’impegno lorenese nell’ambito della chimica farmaceutica e dei nuovi indirizzi teorici e sperimentali che animavano il dibattito chimico europeo. Museo Galileo, Firenze Fotografia di Franca Principe e Sabina Bernacchini
sala XVIII Il successo della scienza sperimentale tra le classi elevate creò un nuovo mercato per i costruttori di strumenti che, accanto ai pezzi da collezione, introdussero una serie di apparecchi impiegati in ambito domestico per l’intrattenimento culturale e l’autoistruzione.
Il Giardino di Archimede Un museo per la matematica Il Giardino di Archimede è un museo, il primo nel suo genere, dedicato completamente alla matematica e alle sue applicazioni. Il museo è articolato su percorsi coerenti, che vivono di vita propria come mostre indipendenti. Alla sezione Oltre il compasso, dedicata alla geometria delle curve, si affianca una seconda sezione interattiva Aiutare la natura: dalle Meccaniche di Galileo alla vita quotidiana. Galileo apre la sua opera sulle macchine e la meccanica, marcando la distanza tra la scienza delle macchine da lui descritta e l’empirismo spesso velato di ciarlataneria dei “meccanici” che promettevano mirabilia che non potevano poi realizzare. Le macchine, per quanto ingegnose e complesse, non possono “ingannare la natura”, ma soltanto dirigerla per indirizzare le sue leggi verso opere utili e per compiere con facilità operazioni altrimenti faticose o addirittura impossibili. Le macchine dunque servono non a “ingannare”, ma ad aiutare la natura. Per questo non servono grandi meccanismi e complicate costruzioni, ma sono sufficienti macchine semplici, basate su pochi principi naturali ed evidenti, che proprio per questo possono essere descritte nel linguaggio universale della matematica. Nella mostra è possibile interagire con le macchine studiate da Galileo e verificare come continuino a essere usate, senza nemmeno che ci si renda conto che gli umili strumenti di cui ci si serve quotidianamente hanno contribuito alla nascita della scienza moderna. È possibile trovare informazioni sulle varie sezioni consultando il sito del museo. via San Bartolo a Cintoia, 19/a aperto: da lunedì a venerdì 9-13, domenica 15-19 chiuso: festivi e agosto
www.archimede.ms
Controverses. Una storia giuridica ed etica della fotografia realizzata dal Musée de l’Elysée di Losanna 11 marzo-5 giugno Le circa 70 fotografie esposte, provenienti dalla collezione del Museo de l’Elysée, sono ‘foto dello scandalo’, immagini discusse, polemiche, spesso finite in tribunale, illustrano come la cultura o la società guarda se stessa e in tal modo ci portano a considerare i dibattiti contemporanei con un occhio critico.
l MNAF, gestito dalla Fratelli Alinari Fondazione per la Storia della Fotografia, si articola in uno spazio espositivo per le mostre temporanee sul tema della fotografia storica e contemporanea e in uno spazio museale permanente, dedicato alla storia e alla tecnica della fotografia. È stato inoltre creato il Museo Tattile, un percorso di visita studiato per il pubblico non vedente che propone, per la prima volta in uno spazio museale dedicato alla fotografia, modalità di lettura con appositi supporti Braille.
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piazza Santa Maria Novella, 14a rosso aperto: lunedì e giovedì 15-19, martedì 10-15, da venerdì a domenica 10-19 chiuso: mercoledì e agosto
Morgante. Nicola Lo Calzo
www.mnaf.it
9 giugno-31 luglio Morgante, il nano più celebrato della corte medicea a Palazzo Pitti, è stato sempre rappresentato come un “monstrum”: passando per le tele del Bronzino e le sculture del Giambologna, il nano, disumanizzato e spogliato della sua individualità, è diventato progressivamente un’idea, un archetipo nel quale la ‘famiglia umana’ riconosce la diversità. Partendo da tale corrispondenza letteraria e iconografica, Nicola Lo Calzo offre un’inedita galleria di ritratti scattati nell’Africa centrale con individui affetti da nanismo, mettendo in scena la diversità come valore e autoaccettazione. Nicola Lo Calzo Photographe contact@nicolalocalzo.com
Paris +33 954 30 55 20 / +33 698 67 95 72
Museo Roberto Capucci
Museo Salvatore Ferragamo
La collezione di calzature esposta nel museo, inaugurato nel 1995, documenta l’intero arco di attività di Salvatore Ferragamo, dal suo ritorno in Italia nel 1927 fino al 1960, anno della morte, mettendo in luce la capacità tecnica e artistica di Salvatore, che seppe offrire un contributo fondamentale all’affermazione del “made in Italy”, ma anche il suo rapporto con gli artisti dell’epoca. La collezione è arricchita anche dalla produzione successiva al 1960: ogni anno, infatti, alcuni modelli entrano a far parte dell’Archivio Salvatore Ferragamo, da cui il museo attinge per le sue esposizioni.
Ospitato nella Villa Bardini, il museo dedicato a Capucci è stato aperto nel 2007 con il fine di far conoscere e valorizzare il lavoro dello stilista attraverso mostre a tema. Le esposizioni e gli allestimenti a rotazione attingono al ricco Archivio Storico della Fondazione che, nato nel 1951, conserva un patrimonio di 450 creazioni, 300 illustrazioni, 22.000 schizzi, 20 quaderni di bozzetti, 150 audiovisivi, 50.000 fotografie e 50.000 articoli di stampa. nuovo allestimento da febbraio 2011 Variazioni sul tema della creatività: volute e riccioli, plissettature e geometrie in corto Volute e riccioli, plissé e linee geometriche si dipanano dall’abito-scultura in giallo oro e fucsia – fotografato da Sham Hinchey e Marzia Messina – e danno vita alle 23 creazioni esposte nella nuova mostra che racconta una sequenza di studi e variazioni dell’artista e inventore di stili Roberto Capucci. Una collezione di ‘corti’: geometrici, con ricercati riccioli, interessanti sperimentazioni e lavorazioni innovative nei plissé.
piazza Santa Trinita, 5r aperto: da mercoledì a lunedì 10-18; ad agosto, da lunedì a sabato 10-13, 14-18 chiuso: Capodanno, 1 maggio, 15 agosto, Natale
costa San Giorgio, 2 aperto: da martedì a domenica 10-18 chiuso: Capodanno, Natale
www.museoferragamo.it
www.fondazionerobertocapucci.com
Nicola Lo Calzo, Serge, Dealer, 30 years old, Douala, dalla serie ‘Morgante’, courtesy School Gallery Paris
Museo del Tessuto di Prato
Il museo è nato nel 1975 all’interno dell’Istituto Tecnico Industriale Tessile Tullio Buzzi come istituzione culturale di recupero della memoria produttiva locale e di supporto alla formazione nel settore della progettazione tessile. comunicazioni del museo Lavori di riallestimento e ampliamento Il museo rimarrà chiuso al pubblico nel periodo primaverile ed estivo. Per informazioni consultare il sito.
museo nazionale alinari della fotografia• musei e archivi della moda
mostre
via Santa Chiara, 24, Prato
www.museodeltessuto.it
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musei di fiesole foto Francesca Anichini
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Museo Civico Archeologico
Il museo espone reperti protostorici, etruschi, romani e medievali, rinvenuti durante scavi sul territorio fiesolano, e oggetti di varia provenienza donati da collezionisti privati. Con l’accrescersi della consistenza del suo patrimonio, nel 1914 fu trasferito dalla prima sede nel Palazzo Pretorio (attuale sede del Comune) in un edificio progettato da Ezio Cerpi e costruito all’interno dell’area archeologica. Riordinato nel 1981, ospita anche la Collezione Costantini. via Portigiani, 1, Fiesole aperto: tutti i giorni, marzo e ottobre 10-18, da aprile a settembre 10-19, da novembre a febbraio 10-14 chiuso: martedì da novembre a febbraio
www.museidifiesole.it
Museo Bandini
Ospitato nella palazzina di primo Novecento appositamente realizzata dall’architetto Giuseppe Castellucci, il museo fu fondato nel 1795 da Angelo Maria Bandini nella chiesa di Sant’Ansano e alla morte del canonico passò per testamento al Capitolo Fiesolano. Da non perdere nella sala al piano terreno le pregevoli terrecotte robbiane (fra cui l’Effigie del giovane detto Sant’Ansano di Andrea della Robbia), frammenti di sculture antiche, mobili intarsiati e bassorilievi in marmo; le due sale al primo piano custodiscono invece dipinti databili fra il XIII e il XVII secolo, fra i quali opere di Taddeo Gaddi, Nardo di Cione e Lorenzo Monaco. via Giovanni Dupré, 1, Fiesole aperto: tutti i giorni, marzo e ottobre 10-18, da aprile a settembre 10-19, da novembre a febbraio 10-14 chiuso: martedì da novembre a febbraio
www.museidifiesole.it
La quattrocentesca Villa Le Coste, oggi sede della Fondazione, fu l’abitazione di Primo Conti. Istituita nel 1980 come Centro di Documentazione e Ricerche sulle Avanguardie Storiche grazie alla donazione della famiglia Conti, la Fondazione si articola in tre sezioni: il Museo delle Opere di Primo Conti, che accoglie 63 dipinti e 163 disegni dell’artista fiorentino, l’Archivio, composto da numerosi fondi − tra cui gli archivi di Papini, Conti, Pavolini, Carocci, Pea, Samminiatelli −, e lo Studio. Il Museo e l’Archivio rappresentano un centro unico in Italia per ricostruire la vicenda dell’Avanguardia storica. via Giovanni Dupré, 18, Fiesole aperto: Museo Primo Conti da lunedì a venerdì 9-13. Visite anche il sabato, la domenica e il pomeriggio, per gruppi su appuntamento Archivio della Fondazione da lunedì a venerdì 9-13 su appuntamento
www.fondazioneprimoconti.org
Fiesole Espone 2011
Fiesole lega il suo nome alla storia e alla cultura. Questo lo spunto per organizzare, in un momento drammatico per i musei e i beni culturali, una densa attività espositiva. Le mostre si sviluppano nei quattro luoghi più importanti del nostro polo, toccando argomenti diversi e allo stesso tempo molto ‘fiesolani’... Paolo Becattini
Assessore alla Cultura del Comune di Fiesole
mostre
Sirio Midollini. Disegni e Pittura
Antonio Crivelli. Il Verso del Tempo
a cura dell’Archivio Opere di Sirio Midollini Sala del Basolato, piazza Mino 5 marzo-30 marzo
Area archeologica e piazza Mino giugno-agosto
Il fiorentino Sirio Midollini, esponente del Neorealismo, fu tra i fondatori di ‘Nuova Corrente’. La sua pittura, via via più sensibile alle esigenze formali, si concentra sulla forza espressiva delle campiture di colore e delle linee marcate.
Gli Etruschi e il Sacro. Da Fiesole a Sovana a cura di Marco De Marco Museo Civico Archeologico 2 aprile-29 maggio Una mostra sul ruolo delle Accademie nella formazione dei musei archeologici toscani che espone i reperti rinvenuti in scavi effettuati da “La Colombaria” e donati ai musei di Fiesole e Sorano.
Antonio Manzi custode di attimi a cura di Stefano De Rosa Basilica di Sant’Alessandro
Le sculture di Crivelli si inseriscono in maniera perfetta nell’area archeologica, creando una bisettrice tra passato e futuro. Le opere-metafora, i resti archeologici e l’arte antica, presenti nello stesso contesto, costituiscono la filigrana attraverso la quale riflettere sull’infinita corsa dell’uomo per dare corpo all’invisibile.
Giovanni Michelucci. Disegni inediti a cura della Fondazione Michelucci Museo Civico Archeologico 15 settembre-30 ottobre
musei di fiesole
Fondazione Primo Conti
Dopo la mostra dedicata a F.L. Wright, continua il dialogo fra il Comune di Fiesole e i maestri dell’architettura con “Le Città di Michelucci”, iniziative per i vent’anni dalla scomparsa dell’architetto. La mostra espone circa 40 disegni inediti e approfondisce la conoscenza dei percorsi di ricerca dell’architetto nell’affrontare le sfide progettuali e della sua energia grafica nel descrivere la spazialità immaginata.
9 aprile-30 maggio La mostra, organizzata in collaborazione con il Comune di Campi Bisenzio, espone opere inedite di grande formato di Manzi, in particolare le monumentali ceramiche, con le quali ha modificato il suo concetto di scultura e decorazione.
Isole del pensiero. Böcklin, de Chirico, Nunziante
‘ F I E SO L E E SP O NE ’ 2 0 1 1 con il contributo di
a cura di Giovanni Faccenda Sala del Basolato, piazza Mino 16 aprile-5 giugno A 110 anni dalla morte di Arnold Böcklin (1827-1901), la rassegna individua una linea di continuità espressiva lunga oltre un secolo: 5 sue opere da Villa Bellagio, sua ultima residenza, 5 di Giorgio de Chirico e 15 dipinti di Antonio Nunziante, il pittore italiano più legato ai valori di bellezza e mistero del maestro di Basilea.
via del Salviatino, 21, Firenze Tel. +39 055 9041111 Fax +39 055 9041247 http://salviatino.com
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“stranieri” a firenze a cura di Alyson Price
New York University in Florence Villa La Pietra
La New York University a Firenze è ospitata a Villa La Pietra. La villa conserva la Collezione Acton, ricca di più di 7.000 fra dipinti, sculture, oggetti e una Biblioteca con circa 12.000 volumi e 16.000 fotografie; ospita i seminari del Remarque Institute e del Graduate Studies, l’Acton Miscellany, il Season Events e La Pietra Policy Dialogues. via Bolognese, 120
www.nyu.edu/global/lapietra/ Storia costruita nel XV secolo per i Macinghi, la villa fu acquistata e parzialmente trasformata dal banchiere Sassetti nel 1460, quindi, nel 1491, dalla famiglia Capponi. Villa e giardini furono acquisiti dagli Acton nel 1908 e lasciati in eredità alla New York University da Harold Acton nel 1994. Giardini progettati in stile inglese nel XIX secolo, furono riportati dagli Acton al loro stile originario di giardini all’italiana. Composti da tre terrazze a gradoni con elementi architettonici e decorativi, sono arricchiti con statue di Orazio Marinali e Antonio Bonazza provenienti dalle ville del Brenta e acquistate da Acton durante le sue visite in Veneto. Accesso visite guidate il martedì mattina su appuntamento. prenotazione obbligatoria villa.lapietra@nyu.edu 055 5007210
La Pietra Policy Dialogues ambisce a creare un dibattito pubblico intorno alle problematiche politiche e sociali, riunendo intorno a un tavolo comune –evento raro – una grande varietà di personaggi internazionali, fra i quali politici, leader economici e altri intellettuali pubblici, per riflettere e discutere su vari argomenti, con il fine ultimo di creare un network dinamico fra le due sponde dell’Oceano Atlantico.
lapietra.policy.dialogues@nyu.edu www.nyu.edu/global/lapietra/policy.dialogues
eventi di primavera The RePRESENTATIONS: Contemporary Identities in Motion L’iniziativa comprende una mostra di fotografia e conferenze incentrate sulla presentazione e rappresentazione dei ‘sé’ e degli ‘altri’ e delle proprie storie particolari nell’ambito delle società multiculturali su ambedue le sponde dell’Atlantico. fino al 22 aprile Africa: See You, See Me presso la FSMgallery mostra di fotografia in collaborazione con la New York University African Studies e la Fondazione Studio Marangoni 21 marzo Terzo Dialogo annuale transatlantico sull’immigrazione: ‘Islam e integrazione nella città’ conferenza sulla complessa questione della presenza dell’Islam nella società europea e nordamericana, in particolare su come le recenti controversie sulla costruzione di moschee abbiano svelato le tensioni esistenti 2 maggio Legami complicati: storie e storia dell’Italia e dell’Africa orientale storici e scrittori provenienti da Somalia, Eritrea ed Etiopia parlano del colonialismo italiano e dei suoi retaggi in una conferenza, una delle rare occasioni di incontro fra storici del colonialismo italiano e giovani generazioni di scrittori provenienti dalle ex colonie
The Harvard University Center for Italian Renaissance Studies
Nella sede di Villa I Tatti, l’istituto è impegnato nello studio approfondito del Rinascimento italiano sotto vari aspetti: storia dell’arte, politica, economia, scienze sociali, storia della scienza, filosofia, religione, storia della letteratura e musica. Villa I Tatti via di Vincigliata, 26
www.itatti.it Storia la villa fu realizzata sui resti di un’antica costruzione dell’XI secolo e, dopo aver cambiato più volte proprietà, cadde in rovina. Nel 1906 fu acquistata dallo storico dell’arte Bernard Berenson che commissionò agli architetti Cecil Pinsent e Geoffrey Scott la trasformazione della casa e del giardino in stile rinascimentale. Fu Berenson a lasciare Villa I Tatti alla Harvard University. Giardini il giardino formale ospita, oltre alla limonaia e al giardino pensile dietro la villa, una serie di giardini terrazzati digradanti verso sud e affiancati da cipressi. Le terrazze sono divise in aiuole geometriche bordate di siepi. I viali alberati conducono alla campagna aperta, facendo sì che i giardini si fondano armonicamente con i dintorni. Accesso visite su appuntamento il martedì e mercoledì ore 15 info@itatti.it 055 603251
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Villa La Pietra, disegno da J.C. Sheperd e G.A. Jellicoe, Italian Gardens of the Renaissance, Londra 1924, ris. New York 1993.
Georgetown University
Nel 1979 Margaret Rockefeller Strong Cuevas, nipote di John D. Rockefeller, donò Villa Le Balze – la proprietà di suo padre – alla Georgetown University. Il suo obiettivo era che Le Balze diventasse un centro di studio in onore del padre, lui stesso filosofo, scrittore ed educatore. Oggi la Georgetown offre ai propri studenti l’opportunità di studiare a Firenze, organizza conferenze e promuove pubblicazioni. Villa Le Balze via Vecchia Fiesolana, 26
www11.georgetown.edu Storia la villa, posta su un terreno particolarmente stretto e scosceso, fu costruita nel 1911 da Cecil Pinsent per l’americano Charles Augustus Strong, la cui figlia la lasciò in eredità alla Georgetown University nel 1979. Giardini sono costruiti come una serie di spazi verdi racchiusi da muri. Includono un giardino di aranci e un giardino d’inverno, oltre a fontane e grotte che terminano in un boschetto di lecci. Questa architettura del paesaggio è forse uno dei migliori esempi dell’abilità di Pinsent nell’organizzare uno spazio architettonico naturalmente digradante verso il circostante ambiente naturale composto da prati e oliveti. Accesso solo su appuntamento info@villalebalze.org 055 599548
L’istituto contempla un programma di studi di specializzazione postlaurea e postdottorato creato nel 1972 dai sei Stati membri fondatori della Comunità Europea per promuovere, in una prospettiva europea, lo sviluppo culturale e scientifico in vari campi: economia, storia, giurisprudenza, scienze politiche e sociali. Numerosi i seminari e le conferenze presenziati da personaggi internazionali di primo piano. L’istituto svolge le proprie attività nelle numerose sedi nei dintorni di Firenze. Badia Fiesolana via dei Roccettini, 9, San Domenico di Fiesole
Kunsthistorisches Institut in Florenz
Fondato nel 1897, è uno dei più antichi centri di ricerca per la storia dell’arte e dell’architettura in Italia e dal 2002 appartiene alla Max-PlanckGesellschaft. Uno dei compiti principali dell’istituto è quello di favorire la formazione di studiosi a livello internazionale. I ricercatori di tutto il mondo hanno accesso alle risorse dell’istituto: la Biblioteca con oltre 300.000 volumi e una delle fototeche più prestigiose al mondo per la storia dell’arte italiana. via Giuseppe Giusti, 44
www.khi.fi.it
www.eui.eu Villa Salviati
convegni internazionali
via Salviati, 5
Immagini e parole in esilio. Avignone e l’Italia alla prima metà del XIV secolo (1310-1352 ca.) a cura di Elisa Brilli, Laura Fenelli e Gerhard Wolf Firenze-Avignone 7-11 aprile
Storia nel 1445 Alamanno Salviati trasformò il castello trecentesco in una villa con giardino e bosco annesso; nel 1490 la villa fu ereditata dal nipote Jacopo, sposo di Lucrezia de’ Medici. Dopo numerosi passaggi di proprietà, appartiene oggi allo Stato italiano e dal 2009 è la sede degli archivi storici dell’Unione Europea. Giardini il giardino all’italiana è costruito su tre terrazzamenti. La proprietà si estende all’interno di un parco all’inglese con un bosco di bambù, due laghi, statue e tempietti, grotte, padiglioni e fontane.
Leonardo da Vinci and Optics a cura di Francesca Fiorani e Alessandro Nova 26-28 maggio Aesthetics and Techniques of Lines between Drawing and Writing a cura di Gerhard Wolf e Marzia Faietti 30 giugno-2 luglio
Accesso il giardino e la villa non sono aperti al pubblico per lavori di ristrutturazione
Villa Schifanoia via Boccaccio, 121
Storia la villa, costruita sui resti dell’antica Villa Palmieri, appartenne fino al 1550 alla famiglia Cresci. Da allora ha subito varie modifiche e aggiunte, come la cappella di famiglia costruita nel XIX secolo. Nel 1927 passò a Myron Taylor, ambasciatore americano presso la Santa Sede. Acquistata dallo Stato italiano nel 1986, è oggi una delle sedi dell’Istituto Universitario Europeo. Giardini il giardino all’italiana fu costruito al tempo di Myron Taylor. Diviso in tre parterre con siepi di bosso disposti attorno a una serie di piccole fontane, è arricchito da statue, meridiane di marmo e altre decorazioni in pietra. Accesso solo su appuntamento huguette. gonnelli@eui.eu 055 4685388
evento Festival d’Europa 6-10 maggio Il festival prevede una serie di eventi che rinsaldino il legame tra Firenze e le istituzioni europee e trasformino la città in un laboratorio creativo per far conoscere l’Europa ai suoi abitanti. Tra gli eventi un convegno sullo stato dell’Unione Europea, seminari, mostre, attività didattiche e culturali, concerti, spettacoli e concorsi organizzati in vari luoghi e piazze fiorentine.
British Institute of Florence The Harold Acton Library
Fondato nel 1917 per promuovere gli scambi culturali tra l’Italia e il mondo anglofono, oggi il British Institute offre un vasto programma di corsi di lingua inglese, lingua italiana e storia dell’arte oltre a organizzare numerosi eventi culturali di varia natura. lungarno Guicciardini, 9
www.britishinstitute.it
evento Shakespeare Week 11-14 aprile Una serie di eventi intorno a Twelfth Night, or What You Will, tra i quali reading, conferenze, film e musica. Il 14 aprile i dottorandi provenienti dalle università di tutta Italia partecipano al Shakespeare Graduate Conference.
Institut Français de Florence
L’Institut Français de Florence, il più antico al mondo (1907), è Ente dello Stato Francese e fa capo alla rete culturale dell’Ambasciata di Francia in Italia. È ospitato nel quattrocentesco Palazzo Lenzi e da oltre un secolo si distingue per un’attivissima e costante politica culturale e per l’eccezionale sviluppo della sua biblioteca-emeroteca. piazza Ognissanti, 2
www.france-italia.it
eventi cinema Jeudi Cinéma film francesi in lingua originale ogni giovedì alle 20 fino al 5 maggio musica 1-3 aprile Masterclass di Christophe Rousset 12-13 aprile Masterclass di Tristan Murai presso la Scuola di Musica di Fiesole 17 aprile Les Talens Lyriques presso il Teatro della Pergola Suona francese. Musica attuale / Festival Fabbrica Europa 7 maggio Les Trois Baudets 13-14 maggio La Zampa: Requiem presso la Stazione Leopolda 15 maggio European Joystick Orchestras 9 giugno Jeanne Cherhal e la Grande Sophie
Istituto Universitario Olandese di Storia dell’Arte
“stranieri” a firenze
Istituto Universitario Europeo
Fondato nel 1958 per promuovere gli interscambi culturali, in particolare tra il Nord e il Sud dell’Europa, l’Istituto Universitario Olandese di Storia dell’Arte possiede una ricca e articolata Biblioteca, che vanta una prestigiosa raccolta di testi critici sulla storia dell’arte e della cultura. Le principali aree di specializzazione sono l’arte italiana e l’arte dei Paesi Bassi. L’istituto promuove numerose mostre, pubblicazioni e conferenze. viale Torricelli, 5
www.iuoart.org
convegno internazionale From Pattern to Nature in Italian Renaissance Drawing. The transition from pattern book drawings to life drawing (from Pisanello to Leonardo) a cura di Michael W. Kwakkelstein e Lorenza Melli 6-7 maggio
Istituto Internazionale Andrej Tarkovskij
Il regista russo voleva realizzare un’accademia internazionale delle arti a Firenze, dove aveva scelto di risiedere. L’istituto, creato dopo la sua morte nel 1992 con l’obiettivo di diffondere la sua opera in Italia, organizza retrospettive, convegni, iniziative e concerti. A Firenze sono raccolti tutti i suoi archivi, inclusi quelli fotografici, oggi tutelati dallo Stato italiano e oggetto di catalogazione. info@tarkovskij.com
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Arte allo specchio
al Museo Annigoni Villa Bardini
fino al 1 maggio laboratorio per bambini dai 7 ai 12 anni domenica alle 16 visita guidata per i genitori alle 16,30 prenotazioni 055 20066206 mg.geri@bardinipeyron.it www.museoannigoni.it
aprile
maggio
Famiglie al museo
Musesplorando
Museo di San Marco
Museo di Storia Naturale
10 aprile ore 9,30 e 11 16 aprile ore 9,30 e 15,30
in occasione della Notte Europea dei Musei 14 maggio dalle 20 alle 1
Il racconto della Pasqua nei dipinti del Beato Angelico
Arte allo specchio Museo Annigoni ogni domenica alle 16
Musesplorando Sezione Antropologia e Etnologia
A caccia dello Strumento (Progetto Anno delle Foreste) 3 aprile ore 10,30-12,30
Oblate e dintorni
al complesso delle Oblate
attività per adulti e bambini calendario e informazioni 055 291923 oblatedintorni@gmail.com www.oblatedintorni.it
Sezione Zoologia “La Specola”
Insetti: un mondo di biodiversità 10 aprile ore 10,30-12,30
OvoMuseo 23 aprile ore 10,30-12,30 e 14,30-16,30
Apertura notturna
Sezione Zoologia “La Specola”
Insetti: un mondo di suoni e colori 8 maggio ore 10,30-12,30
Canta e saprò chi sei 22 maggio ore 10,30-12,30 Sezione Geologia e Paleontologia
Piccini Piccini
15 maggio ore 10,30-12,30
Domeniche matematiche Museo della Matematica
Amico Museo
visita guidata e laboratorio 8 maggio ore 16
Sezione Orto Botanico
GiocaAlbero
17 aprile ore 10,30-12,30
Domeniche matematiche
bambini e ragazzi
Museo della Matematica
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Origami di Pasqua
visita guidata e laboratorio 3 aprile ore 15,30
Oblate e dintorni in città
Una caccia al tesoro in città visita guidata delle Oblate e viaggio alla scoperta di Firenze ultima settimana di aprile Accademia “La Colombaria”
Piccoli erboristi in Colombaria laboratorio 30 aprile ore 10-12
Laboratori Museo Richard Ginori
Fiera di Primavera attività in occasione della Fiera 9-10 aprile
Domeniche matematiche
al Museo per la Matematica Visite guidate e attività a sorpresa! fino a maggio prima domenica di ogni mese le attività si replicano nelle domeniche successive secondo le richieste prenotazione obbligatoria 055 7879594 www.archimede.ms
luglio
agosto
Musesplorando
Musesplorando
area urbana di Firenze con partenza dalla Sezione Zoologia “La Specola”
Sezione Orto Botanico
Musesplorando Apriti sera
5 e 21 luglio ore 21-24
Sezione Zoologia “La Specola” 18 agosto ore 21-23,30
A caccia di Piante
Birdwatching in Città
Miti dalle piante
5 giugno ore 10,30-12,30
14 e 26 luglio ore 21-24
Sezione Geologia e Paleontologia 23 agosto ore 21-23,30 Sezione Mineralogia e Litologia 25 agosto ore 21-23,30
Familiarizzare il Museo Sezione Mineralogia e Litologia
Sezione Antropologia e Etnologia 30 agosto ore 21-23,30
L’arcobaleno della natura 12 giugno ore 10,30-12,30 Sezione Zoologia “La Specola”
Musesplorando
19 giugno ore 10,30-12,30
è il luogo virtuale in cui trovare tutte le offerte didattiche e divulgative per viaggiare nel meraviglioso e curioso mondo delle scienze. La Scienza in pochi click!!
In fondo al mar...
Familiarizzare il Museo
al Museo di Storia Naturale propone laboratori, giochi, animazioni, visite guidate per grandi e piccini per conoscere il mondo della Natura giocando e sperimentando attraverso le collezioni del museo. prenotazioni 055 2346760 www.musesplorando.it
Famiglie al museo
Sezione Didattica del Polo Museale per famiglie con bambini dagli 8 ai 13 anni Grandi e piccini potranno scoprire i tesori dell’arte e della storia attraverso percorsi tematici nei musei fiorentini. Novità d’eccezione per quest’anno: la partecipazione dell’Archivio di Stato di Firenze con un itinerario attraverso documenti del Medioevo e del Rinascimento appositamente selezionati per le famiglie. prenotazione obbligatoria 055 284272 fax 055 2388680 mercoledì ore 15-18 e giovedì ore 9-12 www.polomuseale.firenze.it/didattica
bambini e ragazzi
giugno
Laboratori
al Museo Ginori attività e laboratori per famiglie con bambini prenotazione obbligatoria per informazioni e iscrizioni: 055 4207767 museo@richardginori1735 www.museodidoccia.it
illustrazioni di Silvia Cheli
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Famiglie
a Palazzo Strozzi per famiglie con bambini dai 3 anni in su Un ricco programma di attività per scoprire ed esplorare l’arte in modo divertente e stimolante, con proposte differenziate per fasce d’età. Il programma include la valigia per la famiglia, visite tematiche alle mostre con laboratorio, racconti in mostra, corsi d’arte per ragazzi e molto altro ancora.
Il colore dei pensieri
Di che colore sono i nostri pensieri e le nostre emozioni? Visita per famiglie alla mostra con laboratorio il sabato 10,30-12 per bambini da 3 a 6 anni e adulti accompagnatori la domenica 10,30-12,30 per ragazzi da 7 a 12 anni e adulti accompagnatori
Osservo, Scopro, Creo
Visite interattive per scoprire con giochi e attività gli spazi del palazzo rinascimentale fatto costruire da Filippo Strozzi la prima domenica del mese 16-17 per bambini da 5 a 10 anni e adulti accompagnatori
Il cantastorie
Le opere esposte in mostra diventano l’occasione per narrare fiabe, miti e leggende: di volta in volta ci incontriamo davanti a un’opera per ascoltare una storia, osservare il dipinto e disegnare il primo martedì del mese 17,30-18,30 per bambini da 5 a 10 anni e adulti accompagnatori
bambini e ragazzi
Come sarò da grande, com’ero da piccolo
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Laboratorio di scrittura creativa con un entusiasmante gioco di narrazione per le famiglie: i bambini immaginano se stessi da adulti, con le parole, la scrittura, il disegno, mentre i genitori raccontano com’erano da piccoli e come si immaginavano di essere da grandi. Il laboratorio comprende una breve visita alla mostra. dal 26 marzo al 21 maggio il sabato pomeriggio 15-18 per ragazzi da 7 a 12 anni e i loro genitori dal 12 marzo al 17 luglio in occasione della mostra Picasso, Miró, Dalí prenotazione obbligatoria 055 2469600 prenotazioni@cscsigma.it calendario e descrizioni delle attività sul sito www.palazzostrozzi.org
Il weekend dell’arte
al CCC Strozzina
Ogni primo weekend del mese laboratori e attività creative per scoprire insieme, bambini e adulti, il mondo dell’arte contemporanea. da marzo a luglio
per bambini dai 6 ai 12 anni e adulti accompagnatori sabato 15,30-17,30, domenica 10,30-12,30 prenotazione obbligatoria 055 2776461 www.strozzina.org
Laboratori al Pecci
laboratori e visite guidate alla mostra LIVE per adulti e bambini dal 23 maggio laboratori di introduzione al linguaggio dell’immagine per bambini dai 6 ai 12 anni periodo estivo prenotazioni 0574 531835 edu@centropecci.it calendario e descrizioni delle attività sul sito www.centropecci.it
Laboratori
al Museo Horne Il Servizio Educativo del museo propone alle famiglie laboratori e visite animate alla collezione informazioni e prenotazioni 055 244661 info@museohorne.it www.museohorne.it
illustrazioni di Silvia Cheli
al Museo e Istituto degli Innocenti dai 3 agli 11 anni Un vero mondo di giochi e laboratori creativi dove i bambini, come nelle antiche botteghe rinascimentali, apprendono l’arte dell’“imparar facendo” proposta in due programmi: Gioca e impara con l’arte, con la visita del museo e l’osservazione diretta delle opere seguite dall’attività manuale in cui il bambino veste i panni dell’artista; e Diritti in gioco, incentrato sui diritti dell’infanzia. Tra i laboratori proposti: • Il putto in fasce alla scoperta di luoghi e opere dell’Istituto che raffigurano l’infanzia, attraverso una narrazione “per immagini” della vita dei bambini di altre epoche • Guarda che faccia! presenta la figura di Domenico Ghirlandaio e la sua storia di “cronista” nella Firenze di fine Quattrocento per stimolare i bambini alla rappresentazione del proprio autoritratto • Gli animali nella storia dell’arte storie, aneddoti e simboli fra arte e mondo animale fanno da protagonisti allo scopo di riconoscere nell’arte i simboli degli animali e la genesi di quelli fantastici. prenotazioni 055 2478386 bottega@istitutodeglinnocenti.it www.labottegadeiragazzi.it
La Bottega dei Ragazzi Propone anche attività di gioco guidato e la partecipazione in ludoteca; mette inoltre a disposizione i propri spazi per feste di compleanno
Compleanno
al Museo e Istituto Fiorentino di Preistoria
È possibile festeggiare il compleanno nelle sale del museo e approfondire, insieme a un operatore, i vari aspetti della Preistoria osservando le vetrine e toccando direttamente vari manufatti. Dopo la visita i bambini vengono coinvolti nel laboratorio scelto tra le varie proposte del museo. Si organizzano inoltre cacce al tesoro suddivise in percorsi diversi in base all’età (5-12 anni). prenotazioni 055 295159 info@museofiorentinopreistoria.it
da lunedì a venerdì 9-13 e 16-19, sabato 10-13 e 16-19, ultima domenica del mese 10-13
al Museo Casa Siviero per bambini e ragazzi
attività ludico-didattica ispirata al lavoro di Siviero
Il Museo dei Ragazzi Sistema museale educativo promosso dall’Amministrazione Comunale di Firenze, offre un’articolata gamma di proposte educative e culturali cui aderiscono vari musei. Si tratta di più di 40 attività rivolte ad adulti e famiglie con bambini, nelle quali sono adottate le più aggiornate metodologie di comunicazione quali la drammatizzazione, l’utilizzo della multimedialità e l’interazione hands on.
le attività del Museo dei Ragazzi
in Palazzo Vecchio Quartieri Monumentali •Scopri Palazzo Vecchio •Favole per i più piccoli •Teatro al museo •Atelier d’arte •Il cibo come cultura •Geografia al museo •Giochi di ruolo
Ogni attività ha la durata di circa un’ora e Il Museo dei Ragazzi propone nella stessa diverse attività, per cui è possibile scegliere proposta fra le tante attività ludiche per dentro al museo.
Il Detective dell’Arte
bambini e ragazzi
L’arte dell’“imparar facendo”
Compleanno
primo fine settimana di maggio in occasione di Amico Museo da maggio a luglio e da settembre a novembre primo sabato del mese www.museocasasiviero.it
a Palazzo Vecchio Nel Museo dei Ragazzi è possibile festeggiare il compleanno regalando agli invitati emozioni da museo, dopo le quali in un’apposita saletta è possibile festeggiare con doni e candeline. Per un massimo di 20 bambini e 5 adulti. lunedì, martedì, mercoledì, venerdì 14,30-17,30; sabato e domenica 9,30-12,30 e 14,30-17,30. L’attività per i bambini inizia la mattina alle 10 e il pomeriggio alle 15. La prima mezz’ora serve ai genitori per allestire la stanza del compleanno.
un quarto. giornata più di una bambini
informazioni e prenotazioni 055 2768224 fax 055 2768558 dal lunedì alla domenica, dalle 9,30 alle 17 info.museoragazzi@comune.fi.it www.palazzovecchio-museoragazzi.it
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La figura del musicista-mago, che possiede le chiavi di accesso ai segreti del cosmo e interviene sulla realtà per mezzo della sua arte e della sua scienza, ha il suo archetipo nel mito di Orfeo, capace di dominare col canto e col suono della sua lira sia la natura fisica che il mondo ultraterreno, soggiogando esseri animati e inanimati, belve feroci e divinità dell’Ade, piegando quest’ultime a concedergli ciò che a nessun uomo è permesso: entrare e uscire, rimanendo vivo, dal mondo dei morti per riprendersi la sua amata Euridice. Figlio di Apollo e della musa Clio, Orfeo è l’iniziato che va alla ricerca della verità. Il potere di attraversamento del mito di Orfeo dalla vita alla morte e poi di nuovo alla vita richiama il percorso di Cristo e in età rinascimentale la sua lira (come anche la cetra di David) è simbolo musicale della Croce, oltre a metafora del potere della musica di commuovere l’uomo, nel tragitto iniziatico di discesa e risalita. Il potere magico e terapeutico della musica era ben presente ai neoplatonici, che intonavano al Sole inni orfici invocandone i benefici effetti sull’intelletto e sull’anima degli affiliati all’Accademia ficiniana. Le relazioni riconosciute dai pitagorici fra le note musicali e i numeri, fatte proprie dai neoplatonici, dettero luogo a un simbolismo magico e mistico che ebbe grande rilievo nell’alchimia rinascimentale, con emblemi dichiaratamente o implicitamente musicali che si riferiscono alla concezione cosmologico-musicale dell’harmonia mundi evocando la corrispondenza fra uomo e cosmo e le influenze reciproche in un linguaggio di ‘segni’ magici, capaci di assicurare il passaggio dal mondo umano a quello celeste, in cui la musica e il canto (carmina) sono potenti strumenti della persuasione umana sull’universo, poiché possiedono una natura corrispondente a quella dell’armonia del mondo. Molte opere d’arte ispirate al Neoplatonismo ficiniano risentono di questo desiderio di intervento nelle forze magiche del mondo e si possono considerare veri e propri ‘talismani’ che alludono a un recondito senso musicale: oggetti materiali in cui sarebbe stato introdotto e custodito lo spirito di una stella, che riproducono accostamenti di immagini celesti, in modo da attirare gli influssi di pianeti benigni come il Sole, Giove, Venere e Mercurio, mentre cercano di allontanare quelli negativi di Saturno e Marte. Tali opere sarebbero state create non tanto allo scopo di suscitare ammirazione, quanto per diventare oggetto di riflessione interiore. Anche la Primavera di Botticelli sembra elaborata per offrire allo spirito un’immagine del mondo che potesse trasmettere a chi la contempla influssi salutari contro la malinconia saturnina. Il dipinto sarebbe incentrato sulla costellazione Venere-Mercurio, particolarmente propizia perché simboleggiante la forma più perfetta di Afrodite, caratterizzata dalla congiunzione dell’anima e della mente.1 Nel dipinto Venere è collocata tra le Grazie e Flora, per indicare le sue manifestazioni spirituali e sensuali. Nella xilografia del frontespizio della Practica musicae di Gaffurio (1496) il sistema di intervalli musicali raffigurato nell’universo musicale associa la nota re ad Apollo, al modo dorico e alla musa Melpomene: tale nota è collocata al centro della scala cosmica, fra tre note che stanno sotto di essa e quattro che la sovrastano, delle quali però la più alta trascende la musica planetaria, appartenendo al cielo delle stelle fisse.2 In questa xilografia la divisione dell’ottava, con la quarta nota in posizione centrale e le sei rimanenti raggruppate in due triadi simmetriche, si avvicina moltissimo alla disposizione delle figure nella Primavera. Sembra quindi possibile un’allusione musicale insita nel dipinto, i cui otto personaggi potrebbero rappresentare un’intera ottava nella tonalità di Venere (quella basata sulla nota do); modulando alla vicina tonalità apollinea, l’ottava nota della scala così ottenuta apparterrebbe alla sfera governata dalla musa Urania (spesso raffigurata con gli occhi rivolti verso l’alto, nello stesso atteggiamento di Mercurio, all’estrema sinistra della composizione, in atto di disperdere le nubi col caduceo). Inoltre il la grave, la prima e più bassa nota della scala, fu paragonato da Gaffurio al “sospiro di Proserpina”, che rompe il silenzio della terra: considerando che al suo ritorno in primavera Proserpina era raffigurata tradizionalmente nell’atto di spargere fiori, sembra verosimile che nel dipinto talismanico di Botticelli si volesse far sentire un’eco di quel mito o del suo equivalente musicale.
Che musica, in questa città! In un momento particolarmente difficile per la cultura – e per la musica in particolare – lo spettacolo musicale dal vivo diventa, sempre più, una specie di divertimento in via d’estinzione. Il massimo teatro cittadino propone in questi mesi il 74° Maggio Musicale Fiorentino, che annovera occasioni imperdibili come l’Aida diretta da Zubin Mehta con la regia di Ferzan Ozpetek (28 aprile-12 maggio), L’incoronazione di Poppea allestita da Pier Luigi Pizzi e diretta da Alan Curtis (18-22 giugno); concerti memorabili per grandi e piccoli ascoltatori, dall’accoppiata Mehta-Barenboim (29-30 aprile) a Wayne Marshall (28-29 settembre), fino a Pierino e il lupo col sindaco Renzi come voce recitante (14 maggio). In un cruciale passaggio nella vita di questa istituzione la partecipazione del pubblico alle sue attività e il senso di identificazione della città con la Fondazione del Maggio Musicale Fiorentino sono alla base del doveroso sostegno che chiunque abbia ricevuto emozioni dallo spettacolo musicale sente di offrire all’istituzione, per poter tramandare quelle emozioni a chi ci seguirà. Altre segnalazioni riguardano l’ORT-Orchestra della Toscana, con la serata tutta chopiniana per pianoforte e orchestra (Julian Kovatchev, dir.; Pietro De Maria, pf.; 1 aprile), il concerto di Pasqua col Mahler di Das Lied von der Erde (Isaac Karabtchevsky, dir.; 20 aprile), la sorprendente vocalità di Romina Basso nelle Siete canciones populares españolas di De Falla trascritte da Berio (19 maggio); gli Amici della Musica per l’incontro-concerto col prodigioso Bach di Angela Hewitt (16 aprile); il Lyceum con la chitarra ‘senza confini’ di Ganesh Del Vescovo (11 aprile), le rivisitazioni della musica di Piero Piccioni, dal jazz alla musica per film, con uno stupendo pool di jazzisti italiani (2 maggio) e l’omaggio a Liszt del giovane Riccardo Sandiford (9 maggio); la Scuola di Musica di Fiesole con la ‘lezione aperta’ del prodigioso violoncellista Enrico Dindo (17 maggio) e l’inebriante Festa della musica (24 giugno); la proiezione del Macbeth di Verdi al Fulgor in diretta dalla Royal Opera House di Londra (13 giugno).
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Eleonora Negri *
1) Frances A. Yates, The hermetic Tradition in Renaissance Science, in Art, Science and History in the Renaissance, Baltimore 1967; Giordano Bruno e la tradizione ermetica, Bari 1969. 2) Edgar Wind, Misteri pagani del Rinascimento, Milano 1971.
*Eleonora Negri svolge un’intensa attività in ambito musicale e musicologico, sia come ricercatrice, sia come docente di corsi di storia della musica, autrice di saggi e pubblicazioni, conduttrice radiofonica, organizzatrice di convegni e attività concertistiche. Dal 2003 collabora con il Corso di Laurea in Filosofia dell’Università degli Studi di Firenze come docente a contratto, titolare dell’insegnamento di Epistemologia della Musica, e vi coordina attività di laboratorio musicale.
Franchino Gaffurio, Practica musicae, 1496
musicaincittà
La Primavera di Botticelli: un talismano musicale?
Bronzino rivelato. Segreti di tre capolavori, a cura di James M. Bradburne, Firenze 2010.
Florentia. La colonia romana nei primi secoli dell’era volgare aveva raggiunto lo splendore del XIII secolo, di Andrea M. Andrenelli, Firenze 2010.
Brunelleschi e la sua cupola, di Carlo Caputo, Modena 2010. Carteggi e disegni di Macchiaioli. La raccolta Fedi della Galleria d’Arte Moderna di Firenze, direzione del progetto scientifico Gabriella Condemi, testi a cura di Cristina Palma, Livorno 2010.
Forme di antropologia. Il Museo Nazionale di antropologia ed etnologia di Firenze, di Emanuela Rossi, Firenze 2011. Miti di città, a cura di Maurizio Bettini, Maurizio Boldrini, Omar Calabrese e Gabriella Piccinni, Siena 2010.
Dessins italiens du musée du Louvre. Baccio Bandinelli, 14931560, di Françoise Viatte, Milano 2011.
Architettura, ville e giardini Boboli, il giardino alchemico, di Costanza Riva, Chianciano Terme 2010.
Firenze: il progetto urbanistico. Scritti e contributi 1975-2010, a cura di Pietro Giorgieri, Firenze 2010. Giuseppe Zocchi. Vedute delle ville e d’altri luoghi della Toscana, a cura di Mario Bevilacqua, Roma 2010. I restauri delle sculture di Boboli, 2006-2009, a cura di Barbara Bargilli, Désirée Cappa e Daniele Rapino, Livorno 2010.
Firenze nascosta – 2. I beni architettonici, di Marco Ferri, Firenze 2010.
4 novembre 1966. Fotografie dell’alluvione a Firenze, a cura di Marilena Tamassia, Livorno 2010.
Francesco Conti, di Federico Berti, Firenze 2010.
1910: fuga dalla Capponcina. D’Annunzio tra Firenze e Francia, catalogo della mostra (Firenze, Palazzo Medici Riccardi, 2010-2011), a cura di Elena Puliti, Firenze 2010.
Giovanni Martinelli da Montevarchi, pittore in Firenze, testi di Sandro Bellesi, Francesca Baldassari, Luca Canonici, Liletta Fornasari, Giovanni Pagliarulo e Gianni Papi, Firenze 2011.
L’officina di Giotto. Il restauro della Croce di Ognissanti, a cura di Marco Ciatti, Firenze 2010.
Pittura, scultura, arti applicate
La primavera perfetta. Storia dei fiori a Firenze tra arte e scienza, di Cristina Acidini Luchinat, Firenze 2010.
Al centro del disegno. Ricerche ed esperienze in fogli fiorentini del secondo Quattrocento, di Gigetta Dalli Regoli, Pisa 2010.
Le chiese II. Arte e storia degli edifici religiosi a Firenze, di Lara Mercanti e Giovanni Straffi, Firenze 2010.
Autoritratte: artiste di capriccioso e destrissimo ingegno, catalogo della mostra (Firenze, Galleria degli Uffizi, Reali Poste, 2010-2011), a cura di Giovanna Giusti, Firenze 2010. Bronzino: pittore e poeta alla corte dei Medici, catalogo della mostra (Firenze, Palazzo Strozzi, 2010-2011), a cura di Carlo Falciani e Antonio Natali, Firenze 2010.
Michelangelo: i due lottatori. Un bozzetto capolavoro della Casa Buonarroti di Firenze, catalogo della mostra (Roma, Musei Capitolini, 2010), a cura di Pina Ragionieri, Cinisello Balsamo 2010.
Regolamento dei Regi Spedali di Santa Maria Nuova e Bonifazio, edizione a cura di Esther Diana e Marco Geddes da Filicaia, Firenze 2010.
Firenze e la Toscana. Genesi e trasformazioni di uno stato (XIVXIX secolo), a cura di Jean Boutet, Sandro Landi e Olivier Rouchon, Firenze 2010.
Riccardo Muti al Teatro Comunale di Firenze 1968-1982, a cura di Giulia Perni, Pisa 2010.
Firenze futurista 1909-1920, atti del Convegno di Studi (Firenze, Gabinetto Vieusseux, 15-16 maggio 2009), a cura di Gloria Manghetti, Firenze 2010.
Un altro Lorenzo. Ippolito de’ Medici tra Firenze e Roma (15111535), di Guido Rebecchini, Venezia 2010. Viaggio in Italia. Da Venezia a Firenze, di Théophile Gautier, a cura di Annalisa Bottacin, Milano 2010.
Firenze. Segreti, storie, misteri, curiosità, di Pierluigi Bacci, Firenze 2010. Fra’ Mansueto da Castiglione. Un legato apostolico presso Pisa, Firenze, Londra e Parigi alla metà del Duecento, di Gabriele Taddei, Firenze 2010.
Quiete invenzione e inquietudine
Pubblicato sei anni dopo la sistemazione del David di Michelangelo in Piazza della Signoria, il Memoriale di molte statue et picture sono nella inclyta cipta di Florentia di Francesco Albertini è la prima descrizione sistematica conosciuta dei tesori artistici della città e può essere considerato il prototipo per tutte le successive guide di Firenze. La presente edizione del Memoriale, con il suo corredo di annotazioni e illustrazioni, offre al lettore l’opportunità di familiarizzare con la ricchezza straordinaria di capolavori che Firenze poteva vantare nel 1510, gran parte dei quali è andata dispersa. L’autore Waldemar H. de Boer (1975) è storico dell’arte e ricercatore, affiliato dal 2000 all’Istituto Universitario Olandese di Storia dell’Arte a Firenze. La sua tesi di dottorato sulla guida artistica di Vicenza scritta da Marco Boschini (1676) è stata pubblicata nel 2008 (Centro Di) in occasione del cinquantesimo anniversario dell’Istituto Olandese. Esperto di arte dell’Italia settentrionale, attualmente insegna storia dell’arte a Firenze.
Il Seicento fiorentino intorno a Giovanni da San Giovanni
a cura di Silvia Benassai Mara Visonà
Richard Anuszkiewicz Paintings & Sculptures. Catalogo ragionato
a cura di David Madden di Anne Markham Schulz e Nicholas Spike; Introduzione di John T. Spike
e il suo restauro 1985
DI
degli Uffizi. 2008 19. Bollettino F RANCESCO A LBERTINI (1510) 2009
3. Luciano Berti. Attività e scritti al 1987 1987
20. La Galleria di Pietro Leopoldo.
Gli Uffizi
Studi e Ricerche 21 Bollettino
Bollettino degli Uffizi 2009
I MOBILI DI PALAZZO PITTI Il secondo periodo lorenese 1800-1846 I ducati di Lucca, Parma e Modena
Gli Uffizi all’arte al tempo di Giuseppe Pelli Un volumetto dedicato fiorentina Bencivenni
4. La Nascita di Venere e l’Annunciazione del Botticelli restaurate 1987
2010 21. Bollettino degli Uffizi. 2009 2010
5. I pittori della Brancacci agli Uffizi 1988 6. La Maestà di Duccio restaurata 1990
8. La Madonna d’Ognissanti di Giotto restaurata 1992 9. La statua del guerriero ferito. Storia, prospettive esegetiche, restauri di un originale greco 1992 10. Itinerario laurenziano 1993 11. Giuseppe Maria Crespi nei Musei fiorentini 1993 12. Gli Uffizi 1944-1994. Interventi museografici e progetti 1994 13. Il Discobolo degli Uffizi. Le vicende collezionistiche, i restauri dal Cinquecento ad oggi 1994 14. I restauri dell’attentato. Consuntivo 1993-1995 1995 15. Forestieri in Galleria: visitatori, direttori e custodi agli Uffizi dal 1769 al 1785 2007
I MOBILI DI PALAZZO PITTI
Centro Di
17. La Galleria “rinnovata” e “accresciuta”.
Il secondo periodo lorenese 1800-1846 I ducati di Lucca, Parma e Modena
Catalogue Raisonné
Waldemar H. de Boer
e la Madonna delle arpie DI MOLTE Gli UffiziSTATUE nella prima epoca lorenese ET PICTURE di Andrea del Sarto 2008 1984 degli Uffizi. DI 2006-2007 18. Bollettino F LORENTIA SONO NELLA INCLYTA CIPTA 2. Il Tondo di Michelangelo 2008
7. Letture in San Pier Scheraggio 1991
PA I N T I N G S & S C U L P T U R E S 1 9 4 5 – 2 0 0 1
David Madden and Nicholas Spike
Gli Uffizi Studi e Ricerche
1. Restauri: La Pietà del Perugino
M EMORIALE
Centro Di
Fax (+39) 055.65.30.214
Alle porte con i sassi. Storia e guida alle porte delle mura di Firenze, di Luca Anichini, Firenze 2010.
16. La stanza dei Pollaiolo. I restauri, una mostra, un nuovo ordinamento 2007
In copertina:
Centro Di
Quiete, invenzione e inquietudine catalogo della mostra, a cura di Silvia Benassai Mara Visonà
detto Giovanni da San Giovanni, G a l l e r i a d e g l i Giovanni U f f i zMannozzi, i
Centro Di
Decollazione di San Giovanni Battista (part.), San Giovanni Valdarno (Arezzo), Museo della Basilica di Santa Maria delle Grazie
Centro Di
Memoriale di molte statue et picture sono nella inclyta cipta di Florentia di Francesco Albertini (1510) Edizione critica con annotazioni di Waldemar H. de Boer, a cura di Michael W. Kwakkelstein
Centro Di
P.O. Box 66 r 50123 Firenze Italy orders@olschki.it r internet: www.olschki.it
Racconto di due capitali. Firenze e Roma dopo l’Unità d’Italia, di Attilio Brilli, Torino 2010.
Bollettino degli Uffizi 2009
LEO S. OLSCHKI
Opere storiche, di Niccolò Machiavelli, a cura di Alessandro Montevecchi e Carlo Marotti, 2 voll., Roma 2010.
Gli Uffizi Studi e Ricerche 21
Tel. (+39) 055.65.30.684
Memorie francescane della provincia di Firenze, di Ottaviano Giovannetti, Firenze 2010.
Acque, uomini e marmi tra Firenze e il mare. Per una storia del basso corso dell’Arno in età moderna, di Emanuela Ferretti e Davide Turrini, Firenze 2010.
Waldemar H. de Boer
CASA EDITRICE Casella postale 66 r 50123 Firenze email: celso@olschki.it r pressoffice@olschki.it
Lorenzo e Giovanna. Vita e arte nella Firenze del Quattrocento, di Gert Jan van der Sman, Firenze 2010.
Accusare e proscrivere il nemico pubblico. Legislazione antighibellina e persecuzione giudiziaria a Firenze (1347-1378), di Vieri Mazzoni, Ospedaletto 2010.
M EMORIALE DI MOLTE STATUE ET PICTURE SONO NELLA INCLYTA CIPTA DI F LORENTIA DI F RANCESCO A LBERTINI (1510)
Dello stesso autore, nei «Quaderni» della Fondazione Carlo Marchi: Le carte di un teatro. L’archivio storico del Teatro Comunale di Firenze e del «Maggio Musicale Fiorentino» (1928-1952). 2008, cm 17 ¥ 24, 2 tomi di xxxiv-956 pp. con 8 tavv. f.t., raccolti in cofanetto. ô 105,00 [isbn 978 88 222 5761 1]
Anuszkiewicz
Centro Di
Fondazione Carlo Marchi. Studi, vol. 26 2010, cm 22,5 ¥ 30, xvi-470 pp. con 1759 figg. n.t. a colori. ô 110,00 [isbn 978 88 222 6009 3]
Woodcarving and Woodcarvers in Venice 1350-1550
Quiete, invenzione e inquietudine. Il Seicento fiorentino intorno a Giovanni da San Giovanni
This volume begins the Inventory of Drawings from the Teatro del Maggio Musicale Fiorentino’s Historical Archive, belonging to the sketches, scene models, costume illustrations and stage equipment drawings category.For each piece in the collection, the following information is provided: inventory number, name of the opera or ballet or theatrical piece, choreographer or composer or writer, performance dates, acts, characters, technique, measures, signatures, dates, autograph annotations and other period notes.
Centro Di
Centro Di
Centro Di
cumentari, questo inventario mette a disposizione di coloro che studiano il disegno teatrale del Novecento una vera e propria ‘carta d’identità’ dei pezzi in collezione, completa di ogni dato oggettivo, numeri d’inventario, nome dell’opera o del balletto o dello spettacolo teatrale, compositore o coreografo o scrittore, date di esecuzione, atti, personaggi, tecnica, misure, firme, datazioni, annotazioni autografe e annotazioni d’epoca. Tra i circa milleottocento elaborati figurano disegni di importanti protagonisti della pittura italiana del ’900 come Mario Sironi, Giorgio De Chirico, Gino Severini, Felice Casorati, Gianni Vagnetti e Gino Carlo Sensani.
PA I N T I N G S & S C U L P T U R E S 1 9 4 5 – 2 0 0 1
Prende inizio con questo primo volume la pubblicazione dell’Inventario dei disegni dell’Archivio Storico delTeatro del Maggio Musicale Fiorentino, appartenenti alla categoria dei bozzetti, dei modellini di scena, dei figurini per i costumi e dei disegni per l’attrezzatura scenica. Il carattere della pubblicazione si ispira fortemente a quello di altri inventari di disegni, pur nella specificità del caso, e si riferisce ai cataloghi delle mostre che il Teatro Comunale di Firenze ha avviato – per primo in Italia – dal 1979. Riferimento principale di questa catalogazione sono inoltre gli inventari curati da Annamaria Petrioli Tofani per il Gabinetto Disegni e Stampe degli Uffizi. Aggiornato ai più recenti repertori do-
WOODCARVING AND WOODCARVERS IN VENICE 1350-1550
Le grandi battaglie toscane, di Mauro Bonciani, con schede storiche di Ugo Barlozzetti, Firenze 2010.
novità editoriali Centro Di primavera 2011
Anuszkiewicz
Inventario I 1933-1943
WOODCARVING AND WOODCARVERS IN VENICE 1350-1550
I disegni del Teatro del Maggio Musicale Fiorentino
Anne Markham Schulz
Moreno Bucci
Anne Markham Schulz
La penna e la spada. L’unità d’Italia fra Torino e Firenze, di Cosimo Ceccuti, Firenze 2010.
Firenze: itinerari d’autore, di Elodie Lepage, Firenze 2010.
Metalli islamici a Firenze nel Rinascimento, di Marco Spallanzani, Firenze 2010.
info www.centrodi.it
La battaglia di Anghiari. Il giorno che salvò il Rinascimento, di Niccolò Capponi, Milano 2011.
A cura della libreria Arte&Libri
Palazzo Cocchi Serristori. Arte e storia, di Giampaolo Trotta, Firenze 2010.
Gregorio di Lorenzo, il Maestro delle Madonne di Marmo, di Alfredo Bellandi, Morbio Inferiore 2010.
Il principe in fuga e la principessa straniera. Vita e teatro alla corte di Ferdinando de’ Medici e Violante di Baviera (1675-1731), di Leonardo Spinelli, Firenze 2010.
Via dei Fossi, 32r, Firenze www.artlibri.it
Michelucci architetto, a cura di Carlo Cresti, Firenze 2010.
Stefano della Bella (1610-1664). Disegni della Biblioteca Marucelliana di Firenze, catalogo della mostra (Firenze, Biblioteca Marucelliana, 2010-2011), a cura di Anna Forlani Tempesti e Riccardo Spinelli, Firenze 2010.
Storia
Grafica liberty e déco a Firenze, di Carlo Cresti, Firenze 2010.
Il segreto della cupola del Brunelleschi a Firenze, di Roberto Corazzi e Giuseppe Conti, Firenze 2010.
Repertorio delle sculture in Palazzo Pitti, di Maddalena De Luca Savelli, Firenze 2010.
Firenze Milleseicentoquaranta. Arti, lettere, musica, scienza, a cura di Alessandro Nova, Elena Fumagalli e Massimiliano Rossi, Venezia 2010.
Ghirlandaio. Una famiglia di pittori del Rinascimento fra Firenze e Scandicci, catalogo della mostra (Scandicci, Castello dell’Acciaiolo, 2010-2011), a cura di Annamaria Bernacchioni, Firenze 2010.
Il mercante, l’ospedale, i fanciulli. La donazione di Francesco Datini, Santa Maria Nuova e la fondazione degli Innocenti, catalogo della mostra (Firenze, Spedale degli Innocenti, 2010-2011), a cura di Stefano Filipponi, Eleonora Mazzocchi e Ludovica Sebregondi, Firenze 2010.
selezione sulle novità editoriali 2011 di storia dell’arte e architettura, italiane e straniere, con argomento Firenze.
Building-in-Time. From Giotto to Alberti and Modern Oblivion, di Marvin Trachtenberg, New Haven and London 2010.
Giornali e riviste a Firenze 19431946, a cura di Franco Contorbia, Firenze 2010.
Novecento sedotto. Il fascino del Seicento tra le due guerre, catalogo della mostra (Firenze, Fondazione Bardini, 2010), a cura di Anna Mazzanti, Lucia Mannini e Valentina Gensini, Firenze 2010.
libriincittà
Archeologia e antropologia
Centro Di
Bollettino degli Uffizi 2009
I mobili di Palazzo Pitti. a cura di Il secondo periodo Federica Ghezzi lorenese con la collaborazione 1800-1846. di Marino Marini Tomo II. I Ducati di Lucca, Modena e Parma Collana ‘Gli Uffizi. Studi e Ricerche’ n. 21 a cura di Antonio Natali
Collana e volume a cura di Enrico Colle
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intoscana
Arte tra le ‘dolci colline’ toscane. Il panorama regionale non accoglie solo giardini, parchi e riserve naturalistiche: in queste pagine il verde dedica i suoi spazi all’arte, si unisce alla creatività di artisti internazionali. Luoghi in cui è possibile godere del patrimonio naturale toscano e interagire con l’esperienza contemporanea.
Firenze
Pistoia
Prato
Parco Museo d’Arte Ambientale di Poggio Valicaia
Villa Celle
Parco Museo Quinto Martini
via della Poggiona, 6a Scandicci (Firenze) 055 768885 aperto: da novembre a febbraio, sabato e domenica 9-16,30; in marzo e ottobre, da martedì a domenica 9-18; da aprile a settembre, da martedì a domenica 9-20
www.comune.scandicci.fi.it
Centro d’Arte La Loggia
Fattoria La Loggia via Collina, 40 Montefiridolfi, San Casciano in Val di Pesa (Firenze) 055 8244288 aperto: su appuntamento
www.fattorialaloggia.com/centroarte.htm
via Montalese, 7 Santomato (Pistoia) fax 0573 479486 aperto: da maggio a settembre su prenotazione goricoll@tin.it
via Pistoiese Seano, Carmignano (Prato) 055 8750250 / 8750231 Pro Loco Carmignano 055 8712468 aperto: tutti i giorni
www.goricoll.it
www.cultura.prato.it/musei www.comune.carmignano.po.it
Parco di Pinocchio
via San Gennaro, 3 Collodi, Pescia (Pistoia) tel/fax 0572 429342 aperto: da febbraio a novembre, tutti i giorni dalle 8,30 al tramonto; da novembre a dicembre, festivi e prefestivi dalle 9,00 al tramonto, salvo gruppi su prenotazione
www.pinocchio.it
Parco Museo Lo Spirito del Luogo - Collezione Permanente d’arte contemporanea
Villa medicea La Magia via Vecchia Fiorentina, 63 Quarrata (Pistoia) aperto: terza domenica del mese visita guidata ore 15,30 con prenotazione obbligatoria 0573 774500 / 771213 334 8778007 info@villalamagia.com
Museo all’Aperto d’arte contemporanea di Luicciana
strade e piazze di Luicciana, Cantagallo (Prato) cantagallo@comune.cantagallo.po.it aperto: sempre aperto
www.comune.cantagallo.po.it
Anfiteatro della Val di Bisenzio di Giuliano Mauri via di Luogomano Cantagallo (Prato) Ufficio cultura del Comune 0574 950836 aperto: sempre aperto
www.comune.cantagallo.po.it
www.villalamagia.it
Aree protette e parchi gestiti dalla Provincia di Firenze Foreste Casentinesi, Monte Falterona e Campigna Padule di Fucecchio Montececeri Podere La Querciola Poggio Ripaghera, Santa Brigida Stagni di Focognano Foresta di Sant’Antonio Torrente Mensola Gabbianello Boscotondo Monti della Calvana Garzaia www.provincia.fi.it/territorio
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Grosseto
Siena
Carrara
Giardino dei Tarocchi
Castello di Ama
Parco della Padula
Loc. Garavicchio, Capalbio (Grosseto) 0564 895122 aperto: da aprile a ottobre, da lunedì a sabato 14,30-19,30; da novembre a marzo, solo gruppi su prenotazione tarotg@tin.it
Fraz. Lecchi, loc. Ama, Gaiole in Chianti (Siena) aperto: visite su appuntamento mercoledì e venerdì 10 e 14 0577 746031 arte@castellodiama.com
via Provinciale Gragnana, Carrara 0585 641393 info@labiennaledicarrara.it aperto: durante la Biennale di Carrara
intoscana
Questa mappatura relativa ai Parchi d’Arte Ambientale in Toscana è il risultato di una ricerca effettuata nell’ambito di un più ampio studio dedicato ai “Luoghi dell’arte contemporanea in Toscana” promosso dalla Regione Toscana, a cura del Centro per l’Arte Contemporanea Luigi Pecci di Prato e consultabile sul sito www.regione.toscana.it/cultura
www.labiennaledicarrara.it
www.castellodiama.com
www.nikidesaintphalle.com
Giardino di Daniel Spoerri
Seggiano (Grosseto) 0564 950805 aperto: da Pasqua al 1 luglio, da martedì a domenica 11-20; dal 1 luglio al 15 settembre, tutti i giorni 11-20; dal 15 settembre al 31 ottobre, da martedì a domenica 11-19; da novembre a marzo, solo su prenotazione
www.danielspoerri.org
Site Transitoire di Jean-Paul Philippe
Podere Fonteluco via Fonteluco, 15 Serre di Rapolano (Siena) 0577 704277 aperto: tutti i giorni
www.jeanpaulphilippe.eu
Giardino di Sculture di Kurt Laurenz Metzler
Giardino dei Suoni di Paul Fuchs
Loc. Il Poggio, Jesa (Siena) aperto: visite su appuntamento 0577 758130
www.paul.fuchs.com
Selva di Sogno di Deva Manfredo
Podere Pianuglioli, 1 Boccheggiano (Grosseto) aperto: solo su appuntamento 0566 998221
Giardino Viaggio di Ritorno
Podere il Leccio Loc. Buriano, Castiglione della Pescaia (Grosseto) aperto: su appuntamento 0564 948904 393 9717637 335 5247472 r.lacquaniti@tiscali.it
www.rodolfolacquaniti.com
Livorno Open Air Museum di Italo Bolano
Portoferraio, Isola d’Elba (Livorno) aperto: su appuntamento 0565 914570 347 6434610 arte@italobolano.com
www.klmetzler.com
Podere San Giorgio, Frosini (Siena) aperto: solo su appuntamento da marzo a dicembre, sabato e domenica 10,30-18,30, martedì e venerdì 14-18 333 4330183
www.devamanfredo-stoneart.com
Parco Sculture del Chianti
SP 9, Loc. La Fornace 48-49 Pievasciata (Siena) aperto: da aprile a ottobre, tutti i giorni dalle 10 al tramonto; da novembre a marzo, su appuntamento 0577 357151
www.chiantisculpturepark.it
Giardino di Daniel Spoerri. Daniel Spoerri, Corridoio di Damocle 2002/2008 Foto di Paolo Guidotti
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percorso architettonico
percorsi architettonici propongono brani di città esterni ai viali di circonvallazione o immediatamente a ridosso: frammenti urbani non monumentalizzati, estranei alle mete turistiche, presentati in forma di itinerari che si snodano attorno ai luoghi della città contemporanea. La città di oggi, ma anche suggestioni su quella che è stata, che sarà o che avrebbe potuto essere. La selezione degli edifici non risponde a criteri stilistici o giudizi critici ma intende dare nome a episodi architettonici rilevanti per il loro impatto, anche visivo, nel relativo contesto urbano.
I
a cura di Emilia Daniele*
Firenze e la lenta istituzione del verde pubblico A partire dalla metà del XV secolo Firenze diviene rinomata per i suoi giardini a scompartimenti geometrici e siepi ritagliate dall’ars topiaria: componente essenziale del nuovo palazzo rinascimentale, sono però esclusivo appannaggio del ceto mercantile e poi aristocratico, spazi intimi deputati al ristoro della famiglia o a feste rigorosamente private. In particolare Boboli s’impone all’attenzione internazionale, prima come prototipo di giardino “all’italiana”, poi come modello di integrazione tipologica fra reggia e annesso parco: orgoglio dei Medici, che vi conducono a passeggio ospiti di rango reale e vi accolgono la corte in occasione di sontuose celebrazioni ‘di stato’. L’altra area che oggi tendiamo a identificare come matrice del verde pubblico fiorentino, il parco delle Cascine, è in realtà annessa ai possedimenti medicei (dal duca Alessandro, 1535 ca.) come riserva di caccia e ‘azienda’ dedita alla produzione agricola e all’allevamento di bovini. Destinazione che conserverà intatta fino agli ultimi decenni del ’700, quando, per volontà del principe ‘illuminato’ Pietro Leopoldo, con i grandi lavori di sistemazione allogati a Giuseppe Manetti, verrà “spogliato dell’antica selvatichezza” (Zuccagni Orlandini, 1832) per iniziare a configurarsi come parco, aperto, per quanto all’inizio solo occasionalmente, al pubblico passeggio. Tuttavia, proprio i Medici contribuiscono a nutrire la cultura del verde urbano in Francia, nazione che darà un grande apporto al dibattito sui parchi urbani: Caterina de’ Medici realizza nel 1564 il nucleo centrale dei giardini delle Tuileries, in stile italiano; Maria de’ Medici dota il Palazzo del Lussemburgo, che vuole “sulla forma e sul modello di palazzo Pitti”, di un parco di 24 ettari e, anticipando i maestosi interventi a scala urbana del Re Sole, realizza il grande viale alberato degli Champs-Élysées. Con Luigi XIV (1638-1715) e i lavori di
André Le Nôtre si inaugura, infatti, la grande maniera dei giardini “alla francese”, ma il rapporto con il verde rimane elitario. Assai diversa la situazione in Inghilterra, dove già alla metà del ’600 si verifica una precoce utilizzazione sociale dei giardini e dei parchi urbani: Hyde Park, di proprietà reale, è aperto al pubblico – così come Kensington Gardens e St. James’s Park – e poteva capitare che il re e il popolo assistessero insieme alle corse dei cavalli o pedestri; si realizzano i primi squares, giardini urbani inscritti in perimetri residenziali, recintati e ad uso esclusivo dei frontisti (poi presi a modello dai francesi e nel mondo come aperti e più propriamente pubblici); si diffonde la moda dei pleasure gardens, fra i luoghi di divertimento più celebri della Londra georgiana, ‘attrezzati’ per ogni tipo di svago (rappresentazioni, concerti, passeggiate, incontri mondani). I più famosi, i Vauxhall Gardens, sono aperti nel 1660 da una perspicace vedova londinese, gratuitamente e ad ogni classe sociale: gli introiti derivano inizialmente da bibite e snacks venduti nei chioschi e sui carrelli ambulanti, in seguito imponendo un biglietto d’accesso. La struttura sociale anglosassone, dove, diversamente dall’assolutistica Francia, inizia presto a distinguersi il potere economico da quello politico – così da determinare un rapporto e un ‘sentimento’ particolare fra il popolo e i reali, nonché una maggiore libertà imprenditoriale –, è in effetti a monte del processo da cui scaturiranno le prime idee di parco pubblico: significativa la tradizione dei greens e commons, o dei fields, talmente forte e difesa nel tempo (si pensi ai londinesi Moorfields) da spingere i regnanti a subentrare nelle proprietà private dei terreni ed ergersi a garanti dei diritti di uso pubblico. D’altro canto, è anche alla base dei gravi problemi che affliggeranno il proletariato in era industriale, causa principe che vedrà l’Inghilterra precoce fucina di innovative teorie urbanistiche e sociali, pietre miliari per eleggere il verde pubblico a elemento strutturale della città contemporanea: dagli utopici modelli insediativi di Owen (filande di New Lanark, Scozia, 1799) ai numerosi progetti di città ideali di metà ’800 (ad esempio Bourneville, presso Birmingham), fino alle proposte di Garden Cities di Howard (teorizzate nel 1898 e applicate per la prima volta a Letchworth, nel 1903, e poi a Welwyn, dal 1919), poi prese a modello per le città satelliti che a partire dagli anni quaranta sorgeranno attorno a Londra (le New Towns). La Firenze degli ultimi Medici, invece, rimane al margine di questo fermento e, fino al ’700 inoltrato, più che le istanze sociali accoglie gli indirizzi stilistici diffusi da Francia e Inghilterra – compresa la nuova moda del parco paesistico, o “all’inglese”. È con le importanti riforme di Pietro Leopoldo (1765-1790), promosse per riportare la Toscana al passo delle principali potenze europee, che si determina una nuova attenzione al verde urbano: deciso a sviluppare la coscienza di una società moderna e razionale, il sovrano lorenese istituisce specifici organi amministrativi preposti alla cura delle alberature (che incrementa in varie zone della città) e, soprattutto, dona a Firenze il suo primo giardino pubblico: il Parterre fuori Porta San Gallo (2); inoltre, si spinge ad aprire, per quanto saltuariamente, i cancelli di Boboli – ampiamente ridisegnato –, per poi dirottare il pubblico, a seguito di danni riportati dal
*Emilia Daniele
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Architetto. Dottore di ricerca in Storia dell’Architettura e dell’Urbanistica, docente presso la Facoltà di Ingegneria Civile-Architettura di Pisa. Affianca il presidente dell’Associazione Dimore Storiche Italiane - Sezione Toscana nell’organizzazione delle iniziative culturali, come curatrice di Convegni di studi nazionali e internazionali. Lavora in ambito editoriale in qualità di coordinatrice, curatrice ed editor di volumi di architettura, arte e narrativa. Passeggiata delle Cascine, “Viale della Regina”, Firenze 1890 ca. Foto Archivi Alinari-Archivio Brogi, Firenze.
l’architettura finalmente si integrano e diventano componente unitaria della progettazione urbana. Giuseppe Poggi, autore del piano, proietta la città in una dimensione internazionale, ponendola al passo delle più aggiornate esperienze europee: l’uso del verde urbano come elemento unificatore di singoli interventi trova immediati riferimenti nei Grands Travaux di Parigi diretti da Haussmann (dal 1853) e nel Ring viennese (dal 1857); mentre l’ordine e il nitore delle sistemazioni londinesi di John Nash (prime fra tutte Regent’s Park), che Poggi ammira come matrici di insediamenti residenziali altamente qualificati, costituiscono il più diretto richiamo per quell’idea di città diffusa nel verde che trova la sua massima espressione nel viale dei Colli, esemplare ‘città-giardino’ di Firenze. Riferimenti che tuttavia Poggi elabora con il bagaglio di una cultura e di una ‘misura’ prettamente toscane, maturato in due decenni di professione al servizio di una committenza privata raffinata e cosmopolita. La previsione ciclopica di nuove alberature induce Poggi a richiedere la stretta collaborazione di un botanico esperto: nel 1867 chiama Attilio Pucci, già capo giardiniere di Boboli nella Firenze preunitaria, fra i primi e fondamentali membri della Società Toscana di Orticoltura (istituita nel 1854). Figura chiave che oltre a realizzare il primo sistema di verde pubblico della città, avendo anche il compito di mantenerlo, stimolerà la nascita e il potenziamento del “servizio delle passeggiate e dei giardini pubblici” (1874). La crisi economica che consegue al trasferimento della capitale a Roma (1871) ha immediate conseguenze sul perfezionamento del piano: è nominata una commissione per ridurre le spese di gestione dei giardini pubblici e delle passeggiate; la corsa ai lotti edificabili sul viale dei Colli si arresta; il progetto del viale sulla collina di Bellosguardo, che avrebbe raggiunto le Cascine attraverso Porta Romana, non ha tempo di divenire esecutivo. Nonostante le diverse posizioni critiche che hanno da sempre accompagnato il piano, da qualunque parte volessimo schierarci fanno amaramente sorridere, oggi, i frequenti appelli del Poggi a limitare molte zone del suo intervento al traffico delle carrozze trainate da cavalli, evitando quelle a vapore... (continua nel prossimo numero di VisitArt)
1 Progetto di massima e Pianta indicativa dell’ingrandimento di Firenze realizzazione: 1865 e 1866 progetto: Giuseppe Poggi Nel 1864 la decisione di trasferire la capitale da Torino a Firenze determina da un lato la volontà di dare alla città un’immagine rinnovata, degna di rappresentare modernamente l’Italia; dall’altro, di provvederla di nuovi alloggi, rispondendo a una richiesta già pressante, amplificata dalla previsione di insediamento dei numerosi funzionari del nuovo stato. La commissione eletta per far fronte all’urgenza decreta l’abbattimento delle mura e la realizzazione al loro posto di un grande viale per il ‘pubblico passeggio’, così che i nuovi quartieri residenziali costituissero un tutt’uno con la città storica. L’elaborazione del piano è affidata a Giuseppe Poggi: in soli due mesi redige un Progetto di massima in cui si riscontrano le premesse che condizioneranno i futuri sviluppi urbanistici di Firenze. Nell’arco di sei anni (dal 1865 al 1871, quando la capitale è trasferita a Roma) si susseguono a ritmi accelerati un numero impressionante di decisioni e di azioni: la creazione del viale alberato al posto delle mura (demolite fra il 1865 e il 1869), il tracciamento del reticolo a scacchiera dei quartieri di espansione, l’erezione degli argini sul fiume con la costituzione dei lungarni della Zecca Vecchia, Ferrucci, Serristori e Torrigiani, la realizzazione del viale dei Colli. Nonché la progettazione degli interventi architettonici più caratterizzanti dell’intero piano (come gli edifici che circondano le attuali piazze Beccaria, della Libertà e Poggi, le stesse rampe di piazza Poggi, la grande terrazza panoramica del piazzale Michelangelo, con la Loggia-caffè – ma che avrebbe dovuto ospitare copie di opere del Buonarroti –, la grande scalinata per la Basilica di San Miniato). Il verde, componente già qualificante la precedente attività professionale dell’architetto, assume un ruolo fondamentale in questa straordinaria esperienza da urbanista, pionieristica in ambito italiano: Poggi immagina i viali, sulla riva destra dell’Arno, come una cinta di verde pubblico, costituita dall’armonica e continua alternanza di strade alberate, parterre, giardini e piazze attestate attorno alle antiche porte urbane. Partendo dai Pratoni della Zecca, testata del ‘circuito’ a sud est, riprogettati come un “Gran parterre” con “Grande Stabilimento Balneario” sul fiume (vedi VisitArt 1), fino al nuovo piazzale d’ingresso alle Cascine (allora piazza Vittorio Emanuele) a concludere il percorso a nord, si inanellano sui tratti rettilinei del viale le nuove piazze Beccaria, Donatello, della Libertà, il giardino della Fortezza da Basso, la piazza di Porta al Prato, ognuna disegnata con cura a offrire respiro e monumentalità all’intero intervento. Se per dotare di polmoni verdi i nuovi quartieri residenziali adotta il modello dello square aperto, il viale dei Colli è concepito come una sequenza di villini immersi nel verde: una ‘città-giardino’ snodata attorno a un percorso sinuoso che collega i siti dei monumenti collinari (San Miniato, San Salvatore) e consente suggestive vedute panoramiche sulla città che trovano il loro apice nel piazzale Michelangelo. Oltre al panorama, il viale dei Colli, su cui vengono disseminate guardiole per rendere sicura la passeggiata, offre altre attrazioni: non solo il “Caffè-Ristorante” del piazzale, ma anche un vero e proprio giardino pubblico attrezzato, il Tivoli, che animava la zona di piazzale Galilei con “salone da concerti, caffè, bazar orientale, teatro diurno... giostra”. Smantellato col trasferimento a Roma della capitale. Infine, le Cascine acquistano la titolarità di primo parco pubblico di Firenze. La sua ridefinizione, inizialmente affidata a un paesaggista francese, è subito reinserita nel piano del Poggi proprio affinché fosse parte integrata di un unico sistema urbano. Vengono delineate le tendenze delle varie aree, confermate a tutt’oggi: alla sinistra dell’asse centrale costituito dal viale degli Olmi e dal seguente viale dell’Aeronautica, si potenzia la dimensione paesaggistica e boschiva; alla sua destra, i poderi laterali alla Palazzina Reale (dove è aperto il Caffè Ristorante Doney e un grande salone per ricevimenti) vengono dati in concessione per l’impianto di numerose attrezzature sportive (fra cui il nuovo sferisterio, vicino al motovelodromo). Proprio l’area delle Cascine, tuttavia, rappresenta l’ambito di maggior differenza fra il Progetto di massima e la stesura definitiva del piano: Poggi la immaginava ancora più grandiosa, collegata tramite un ponte di ferro – in asse col piazzale del Re – alla riva sinistra dell’Arno, destinata al grande quadrilatero del Campo di Marte. Poi spostato a est della città, nella zona attuale.
da G. Poggi, Sui lavori per l’ingrandimento di Firenze, Firenze 1882.
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giardino durante alcuni festeggiamenti, al rinnovato parco delle Cascine; che tuttavia continua a mantenere la caratteristica di possedimento granducale aperto al pubblico solo in particolari occasioni (ad esempio per la festa del grillo, nella ricorrenza dell’Ascensione). Sarà Elisa Baciocchi, fallito il progetto di trasformare Boboli in giardino all’inglese, ad aprire definitivamente il parco delle Cascine: si abbatte il baluardo della Serpe per rendere più agevole il piazzale d’ingresso; si rende carrozzabile la strada che costeggia il fiume; vengono tracciati nuovi viali a esaltare le frequenti parate militari a cui il pubblico può assistere dai prati, resi accessibili. Ma, soprattutto, forte l’urgenza che anche Firenze fosse dotata di jardins et promenades publics, strutture tipiche e sedimentate della dimensione di vita urbana francese, con la sistematica piantumazione a gelsi dello stradone interno delle mura nasce in città la prima alberata per il “pubblico passeggio”. Il restaurato governo granducale (1814) eredita e persegue il progetto della passeggiata interna alle mura, che, insieme al Parterre, continua a essere l’unico spazio verde pubblico della città; le Cascine, pur “frequentate da tutte le classi di persone, siano forestiere o nazionali” (Repetti, 1833-1845), rimangono parte delle “Imperiali e Regie Bandite”. Il processo di integrazione del verde alla città procede infatti lentamente e in modo episodico: Leopoldo II, distrutti i labirinti per realizzare il grande vialone carrozzabile di Boboli, ne intensifica le aperture; mentre il nuovo quartiere residenziale del Barbano, disatteso il progetto originario che lo avrebbe voluto attestato attorno a un giardino perimetrato da alberi e panchine, si ergerà a corona di una piazza lastricata (attuale piazza Indipendenza) (3); così che a Firenze il primato di intervento residenziale sul modello degli squares inglesi spetterà nel 1865 a piazza d’Azeglio (4) e poi a piazza Savonarola (5). L’elezione di Firenze a capitale del Regno d’Italia segna un netto spartiacque nella storia del verde pubblico urbano. Con il piano di ingrandimento della città (1) e il conseguente abbattimento delle mura per realizzare i viali di circonvallazione – nelle intenzioni ottocentesche un anello costituito dalla continua e armonica sequenza di piazze, giardini e passeggi alberati pubblici –, Firenze assume un ruolo anticipatore nel contesto nazionale, primo ambito dove il verde e
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Nascita e creazione del parco urbano in Gran Bretagna Una delle grandi attrazioni della Gran Bretagna e in particolare della sua capitale, Londra, sono i parchi pubblici, gli squares e le altre aree verdi. Questi spazi urbani tendono a essere zelantemente protetti dalla popolazione locale e in molti casi, sebbene non in tutti purtroppo, sono ben piantumati e manutenuti da squadre di dedicati giardinieri. L’amore degli inglesi per il verde è cosa nota – si potrebbe in effetti parlare di una forma di ‘artigianato nazionale’, un po’ come l’alta cucina per i francesi – e questo incoraggia l’aspettativa generale di un alto livello qualitativo per i parchi di orticoltura. Migliaia di persone, turisti o residenti che siano, visitano i parchi londinesi per goderne le fioriture stagionali: i festoni di rose del Queen Mary’s Rose Garden a Regent’s Park, per esempio, o anche le moderne, creative piantumazioni fatte con erbe ornamentali in St. James. A questo si aggiunge il valore architettonico dei parchi inglesi; fra i grandi restauri architettonici compiuti di recente in parchi pubblici, quello della magnifica serra di Sefton Park a Liverpool e quello del grande parco ‘palladiano’ con templi e statue, fatto costruire dal terzo Earl of Burlington nel XVIII secolo nell’odierno Chiswick Park, di proprietà pubblica e, come tutti gli altri parchi, aperto gratuitamente e visitabile tutto l’anno. Le proprietà salutari degli alberi e degli spazi verdi in contesti urbani sono, oggigiorno, un argomento frequentemente adottato per perorare la causa dell’aumento del verde cittadino. L’idea tuttavia non è nuova, poiché già nel 1722, nel suo manuale The City Gardener (Il giardiniere di città), Thomas Fairchild raccomandava di piantare alberi in aree urbane per diminuire l’inquinamento dell’aria, mentre James Peller Malcolm nel 1808 notava che la distribuzione degli squares e le strade più larghe di città come Londra, Liverpool, Bath ed Edimburgo permettevano una più ampia circolazione dell’aria: “L’aria pura, così fondamentale alla preservazione della vita, circola ora attraverso le nuove strade; le piazze ideate come ornamento, destinate alla salute e alle alte sfere della comunità, sono distribuite giudiziosamente e i loro centri sono diventati dei bellissimi giardini”. Nel XIX secolo, con l’avvento dell’era vittoriana, l’impulso filantropico proteso all’accrescimento personale, proprio dei ‘padri della città’ (councillors) e dei ricchi industriali benefattori, portò alla creazione dei primi parchi pubblici britannici. Questi erano pensati come luoghi di svago per il popolo e come un modo di contribuire al miglioramento della salute pubblica, oltre a rappresentare, per la classe operaia, un’alternativa moralmente più accettabile che l’andar per pub, il giocare d’azzardo o altre simili nefande attività. Il presupposto non dichiarato era che un sistema ordinato e ben tenuto di parchi potesse generare un popolo altrettanto ordinato e ben tenuto. La seconda metà del XIX secolo è il periodo che indubbiamente ha segnato l’apice della creazione di parchi e giardini pubblici in Gran Bretagna. Da allora poco è stato fatto, se si eccettuano il parco brutalmente modernista di Thames Barrier e l’ecologico Mile End Park, ambedue a Londra, oltre al Parco Olimpico attualmente in costruzione in previsione delle Olimpiadi londinesi del 2012. Ma è anche vero che c’è
Palazzo di Cristallo di Londra (Crystal Palace): terrazze e fontane. 1851. Foto Henry Delamotte, Raccolte Museali Fratelli Alinari, Firenze
Tim Richardson*
stata, nella prima decade del XXI secolo, una massiccia iniezione di risorse proveniente dal Fondo del Lotto Nazionale, il quale ha istituito un programma specifico per i parchi urbani restaurandone dozzine in tutto il Paese. Ora rifioriscono le aiuole in parchi che erano in rovina, scintillano i palchi per le orchestre (bandstands) e i laghetti per le barche sono pieni fino all’orlo. In molti paesi e città della Gran Bretagna i parchi sono di nuovo luoghi di svago per la gente.
La storia dei parchi e dei luoghi pubblici in Gran Bretagna si articola in due fasi principali: quella degli squares georgiani nel XVIII secolo e quella dei parchi nell’era vittoriana.
Gli squares Gli squares si svilupparono a Londra tra il 1630 e il 1680, aprendo la strada agli speculatori edilizi che costruirono i tanto celebrati squares settecenteschi, tuttora esistenti nelle zone di Bloomsbury e Belgravia. Alcuni dei primi squares si formarono da orti o poderi. Covent Garden un tempo era l’orto dell’Abbazia di Westminster (‘Covent’ deriva da ‘convento’) e non sorprende che fino alla metà del XX secolo la grande piazza fosse il primo mercato ortofrutticolo di Londra. Leicester Square – dove si va al cinema nel West End – in origine si chiamava Leicester Fields (campi di Leicester), un demanio pubblico racchiuso. Gli squares di epoca più tarda – Russell Square, Soho Square, Bloomsbury Square e, il più grandioso fra questi, Grosvenor Square – erano stati creati essenzialmente come piacevoli ‘appendici’ delle grandi magioni in costruzione in zone che allora erano ai margini della città. Molti fra questi squares, riparati da grandi e antichi alberi e decorati da fontane, sono oggi aperti al pubblico, molto frequentati e amati. I parchi vittoriani I primi parchi pubblici furono generalmente finanziati da filantropi: nel 1840 Joseph Strutt finanziò il Derby Arboretum (English Midlands), considerato il più grande parco pubblico al mondo. Il Prince’s Park di Liverpool fu disegnato nel 1842 da Joseph Paxton, che a quel tempo era anche il capo giardiniere di Chatsworth House per il duca di Devonshire e che in seguito disegnò il grandioso Crystal Palace a Londra. I parchi pubblici erano intesi come luoghi salutari e di accrescimento personale, ideologicamente assai distanti dai ben consolidati ‘giardini di svago’ pubblici londinesi, dove si potevano trovare musica, ballo, ristorazione e diversivi vari. Il grande giornalista di giardinaggio John Claudius Loudon fu uno dei primi sostenitori dei parchi pubblici; fu lui a disegnare il Derby Arboterum nel 1840. Gli orari di apertura dei primi parchi pubblici erano limitati e in genere, in determinati giorni, si richiedeva di pagare un biglietto di entrata. Al Derby Arboterum Loudon creò dei terrapieni di terriccio in modo da nascondere i margini del parco (e quindi le costruzioni che lo circondavano), dando allo stesso tempo un senso di intimità a coloro che vi passeggiavano.
Grosvenor Square agli inizi dell’Ottocento.
*Tim Richardson Critico e storico dei giardini e del paesaggio contemporaneo con base a Londra. È autore di numerosi libri (di prossima pubblicazione: Futurescapes) e collabora regolarmente con il ‘Daily Telegraph’, il ‘Financial Times’, ‘Country Life’ e altre testate.
... schematico excursus sui destini dei parterre e degli squares di Firenze (a confronto con il contributo di Tim Richardson) 2 Parterre fuori Porta San Gallo
3 Giardino di piazza Indipendenza
fra piazza della Libertà, via Madonna della Tosse, largo Adone Zoli, via Mafalda di Savoia, via del Ponte Rosso realizzazione: 1767-1768 progetto: Anastagio Anastagi, giardiniere Ulderico Prucher
piazza Indipendenza realizzazione: 1842-1844 progetto: Flaminio Chiesi
Primo giardino di Firenze progettato per il passeggio pubblico. I tentativi dell’Amministrazione Comunale di renderlo edificabile, osteggiati dal Poggi, hanno la meglio nel 1914: l’area, destinata a sede espositiva, è occupata dal Palazzo delle Esposizioni di Belle Arti (1914-1922, V. Tognetti, D. Fantappié) e poi dalla Sede della Mostra Mercato dell’Artigianato (1939, S. Pastorini, M. Pellegrini). Il Piano regolatore del 1962 decreta il trasferimento della sede espositiva alla Fortezza da Basso: caduta l’intenzione di costruirvi il nuovo Palazzo di Giustizia, la variante al Piano (1973) promuove la restituzione del Parterre a verde pubblico, conservando dalle demolizioni solo il padiglione su largo Zoli. Proposta che non ha seguito. Fra il 1991 e il 1993 trova il suo assetto attuale: parcheggio sotterraneo su tre piani e, in superficie, parco urbano attrezzato (P.A. Martini, G. Cantini, P. Colafrancesco), ben poco verde.
Foto del 1870 circa.
Disegno di fine Ottocento.
Al centro del nuovo quartiere del Barbano, Chiesi propone un giardino sul modello degli squares, con panchina perimetrale sormontata da cancellata; si decide invece di lastricare l’intera superficie, ritenendo più utile per questa zona un’estesa massicciata (nel 1848 è utilizzata come Campo di Marte; nel 1874 raduna, per un festival musicale, 7.000 persone). Nasce intitolata a Maria Antonia, moglie di Leopoldo II, poi è dedicata all’Indipendenza in memoria delle insurrezioni che nel 1859 portano alla cacciata di Leopoldo. I monumenti a Bettino Ricasoli (di A. Rivalta) e a Ubaldino Peruzzi (di E. Romanelli) sono collocati nel 1897. La strada centrale di collegamento fra via Ridolfi e via XXVII Aprile, che divide la piazza in due settori, ha da subito suscitato polemiche: chiusa nel 1858, viene riaperta nel 1929. Nel 1954 i due settori vengono arricchiti da sistemazioni a giardino.
4 Giardino di piazza d’Azeglio
5 Giardino di piazza Savonarola
piazza d’Azeglio realizzazione: 1865-1868 progetto: Ferdinando Bucci (?)
piazza Savonarola realizzazione: 1865 progetto: Giuseppe Poggi
Disegno del 1870 circa.
Primo giardino pubblico di Firenze nato come tale, previsto come parte integrante del nuovo quartiere di Mattonaia. Nell’atto di compromesso fra Comune e società accollataria dei lavori è imposto il modello degli squares inglesi e, in effetti, il giardino nasce recintato da una cancellata. I lotti edificabili all’intorno, per lo più destinati a residenza, sono ambiti e venduti celermente, resi appetibili anche dal Teatro Principe Umberto, all’angolo con via Farini, distrutto da un incendio nel 1890. A fine ’800 il giardino già versa in pessime condizioni, tanto che si avanzano richieste per limitare gli orari d’ingresso; degrado che aumenta con l’asporto della cancellata (durante la seconda guerra mondiale). Le prime attrezzature ludiche sono realizzate nel 1955, e incrementate nel 1961 a discapito delle proposte di recingere nuovamente il giardino.
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Il primo vero parco municipale – ovvero pagato con soldi pubblici – fu quello di Birkenhead a Liverpool, disegnato da Paxton nel 1843, con passeggiate ‘a serpentina’, prati ondulati, laghi e costruzioni ornamentali. Frederick Law Olmstead si ispirò per primo a Birkenhead nel costruire Central Park a New York, e infatti vi sono varie similitudini tra i due parchi, specialmente in termini di topografia e mappatura dei percorsi. Subito dopo fu la volta di Victoria Park a Londra e a seguire, durante tutto il secolo, di una valanga di altri parchi pubblici in piccole e grandi città. Già dal 1840 fu riconosciuta l’importanza di avere ‘polmoni verdi’ in città, soprattutto in tempo di epidemia di colera. Gli impianti sportivi diventarono sempre più grandi e importanti e le gigantesche fontane di acqua potabile richiamavano alla temperanza anti-alcool. Alla fine del XIX secolo i palchi per le orchestre, le pagode, gli ‘chalet svizzeri’, i piccoli musei di storia naturale e le serre per le collezioni botaniche erano in dotazione a quasi tutti i parchi, come anche curiosità quali i finti dinosauri del Crystal Palace Park (tuttora esistente). La fine del XIX secolo fu anche l’apogeo dei giardini delle stazioni balneari in luoghi quali Torquay, sulla costa meridionale, oppure Scarbrough, nel Nord dell’Inghilterra. Qui le piantumazioni seguivano in genere un tema ‘esotico’, con palme, cordyline e altre piante a foglie lanceolate mantenute impeccabilmente a caro prezzo, e contribuivano a rendere un’atmosfera ‘vacanziera’, la stessa che ci si aspetta ancora oggi.
Progetto di Giuseppe Poggi per la piazza, Archivio di Stato di Firenze.
Esemplifica l’intenzione del Poggi di dotare di giardini pubblici i quartieri destinati all’espansione residenziale lasciando libere alcune maglie del reticolo viario. L’impianto concettualmente deriva dagli squares inglesi, ma contrariamente ad essi è previsto privo di recinzioni, preannunciando una vocazione più all’attraversamento che alla sosta: la sproporzione fra superficie pavimentata e superficie verde indusse già Angiolo Pucci (1880 circa) a definirlo, più che square, parterre. Nel 1882 è collocato al centro del giardino il monumento a Girolamo Savonarola di E. Pazzi, prima nel Salone dei Cinquecento a Palazzo Vecchio. I numerosi atti di vandalismo (sedili spezzati, aiuole devastate, cordoli divelti) impongono al Comune frequenti opere di restauro, con l’aggiunta, già nel 1901, di una garitta per le guardie. Il disegno restituisce una delle numerose varianti elaborate dal Poggi.
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Uomini e Tecnologie
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