Visitart n5 ita

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firenze Cava di pietra serena, Monte Ceceri. Foto Francesca Anichini

edintorni

in questo numero

le pietre di Firenze

n.5 primavera-estate 2012

10,00 â‚Ź

semestrale sulle arti

mostre musei accademie fondazioni ville giardini biblioteche chiese palazzi restauri eventi pubblicazioni convegni attivitĂ per bambini allegato il giornalino con la pianta della cittĂ e il calendario delle mostre


sommario 5• primavera-estate 2012 4

Le pietre dell’architettura fiorentina

6

Galleria degli Uffizi

9

Gabinetto Disegni e Stampe degli Uffizi

10

Palazzo Pitti

12

Museo di San Marco

12

Museo Ebraico

13

Complesso monumentale di Santa Croce

14

Opera di Santa Maria del Fiore

14

Cenacoli

15

Cicli di affreschi

40

ECRF Spazio Mostre

16

Facciate policrome

41

Villa e Giardino Bardini

18

Orsanmichele

42

Museo Stibbert

19

Museo Nazionale del Bargello

42

Casa Buonarroti

20

Accademie e Fondazioni

43

Casa Vasari

43

Museo Horne

21

Biblioteche

44

Museo di Storia Naturale

22

Cappelle Medicee

46

Fondazione Florens

24

Museo Galileo

47

Case museo

24

Museo per la Matematica

48

Museo Nazionale Alinari della Fotografia

25

Opificio delle Pietre Dure e Laboratori di Restauro di Firenze

49

Musei e archivi della moda

50

Musei di Fiesole

26

Galleria dell’Accademia

52

“Stranieri” a Firenze

26

Museo degli Innocenti

54

Bambini e ragazzi

27

Musei archeologici

58

Musica in città

28

Colonne e obelischi

59

Libri in città

30

Musei Civici Fiorentini

60

In Toscana

32

Palazzo Medici Riccardi

62

Percorso architettonico

32

Museo Richard Ginori

33

Ville medicee

34

Palazzo Strozzi

36

in contemporaneo

nota della redazione Si informa che l’Editore riceverà volentieri ogni modifica e aggiornamento ai contenuti dei prossimi numeri, non oltre i 45 giorni precedenti l’uscita del numero. redazione@visitartfirenze.com oppure VisitArt c/o Centro Di Lungarno Serristori 35, 50125 Firenze avviso ai lettori VisitArt è una rivista semestrale, pertanto i contenuti sono da considerarsi aggiornati alla data di chiusura della redazione. Per le notizie “dell’ultim’ora” rimandiamo il lettore ai singoli siti dei vari musei e al nostro sito www.visitartfirenze.com


XIV Settimana della Cultura 14-22 aprile 2012 ingresso gratuito a tutti i luoghi statali d’arte: monumenti, musei, aree archeologiche, archivi, biblioteche con grandi eventi diffusi su tutto il territorio www.beniculturali.it

XVIII Artigianato e Palazzo 11-13 maggio 2012 oltre 80 artigiani da tutta Italia e dall’estero con dimostrazioni e iniziative per promuovere la tradizione artigianale Giardino Corsini via della Scala, 115, Firenze

Notte Blu 12-13 maggio 2012

www.artigianatoepalazzo.it

27 ore dedicate all’Europa e alle sue culture tra musica, teatro, cinema, mostre, workshop, conferenze ed eventi sportivi

La Notte Europea dei Musei 19 maggio 2012

www.notteblu.eu

le istituzioni museali di tutta Europa aprono in orario notturno e con ingresso gratuito www.lanottedeimusei.it

2012 Anno Vespucciano un ricco programma di mostre, convegni, concerti, incontri per ricordare Amerigo Vespucci a 500 anni dalla morte del navigatore in vari luoghi della città

www.comune.fi.it

San Giovanni Battista Festa della Cultura

Concerti di Palazzo Pitti

Galleria d’arte moderna, Saloncino delle Statue organizzati dagli Amici di Palazzo Pitti serie di concerti con ingresso libero ai visitatori del museo

Orientalismo, L’Esotico, Simbolismo 10 marzo, 12 aprile, 12 maggio 2012 ore 12 musiche di Ravel, Arensky, Chausson, Si Cong Ma, Scott

Ottocento sconosciuto 17, 18 e 19 aprile 2012 (XIV Settimana della Cultura) L. Boccherini, Quintetto in Sol magg G414 F. Giorgetti, Sestetto in Fa Diesis magg musiche di Munier, van Beethoven, Schubert, Calace

Giornate Europee del Patrimonio 29-30 settembre 2012 evento nazionale con iniziative tese a valorizzare la cultura e il patrimonio italiano e condividere con altri paesi europei le comuni radici continentali www.beniculturali.it

21 giugno-1 luglio 2012 prima edizione del festival con mostre, convegni e concerti di musica classica per avvicinare artisti e abitanti della città e della comunità anglofiorentina nel periodo della festa del santo patrono www.johnhoenig.it


VisitArt dedica questo numero alla pietra: dalla pietraforte e dalla pietra serena – materiali tradizionali dell’architettura storica e contemporanea, capaci di imprimere alla città la sua particolare atmosfera –, allo splendore dei marmi, delle pietre dure e preziose che si ammirano tra i tesori d’arte dei suoi musei.

aprile

aperta da un mese la nuova mostra di Palazzo Strozzi Americani a Firenze. Sargent e gli impressionisti del Nuovo Mondo a Palazzo Strozzi (pp. 34-35) da non perdere agli Uffizi la mostra di preziosi arazzi (p. 6) e all’Orto Botanico Dinosauri in carne e ossa (pp. 44-45) aperte di recente due mostre fotografiche: XX anni del Corso Triennale di Fotografia alla Fondazione Studio Marangoni (p. 38) e le fotografie pubblicitarie di Pier Luigi Esclapon de Villeneuve esposte allo Spazio Mostre dell’Ente Cassa di Risparmio (p. 40) dal 1 aprile tornano al Museo dell’Opera del Duomo l’altare d’argento e la croce del tesoro del Battistero recentemente restaurati (p. 14), mentre apre a Villa Bardini la mostra Opere inedite dalla collezione Roster, Del Greco, Olschki (p. 41) dal 3 aprile tre esposizioni a Palazzo Pitti presentano l’arte giapponese nell’ambito del progetto Giappone. Terra di incanti (p. 10) ultima opportunità di vedere le mostre Voglio soltanto essere amato e Do you believe in mirages? all’EX3 fino all’8 aprile, e Rob Johannesma World-Wielding al Museo Marini fino al 12 aprile (pp. 36 e 39) dal 12 aprile le opere di Venturino Venturi in mostra al Palazzo Comunale di Fiesole (p. 50) fino al 14 aprile ultima opportunità per vedere le opere di Urbano Lucchesi al Museo Richard Ginori (p. 32) e fino al 15 aprile le mostre del progetto Le stanze dei tesori a Palazzo Medici Riccardi e al Museo Stibbert (pp. 32 e 42) apre il 20 aprile Ventagli ad arte al Museo Archeologico Nazionale (p. 27) fino al 22 aprile “Carte che paion fatte col pennello” in mostra al Gabinetto Disegni e Stampe degli Uffizi (p. 9) la mostra di oggetti liturgici al Museo Casa Rodolfo Siviero chiude il 25 aprile (p. 47) chiude il 30 aprile la mostra di Mario Mariotti al Centro Pecci (p. 38) inaugura il 3 maggio Fabbrica Europa 2012 alla Stazione Leopolda e in altri luoghi (p. 37) dal 4 maggio al Museo Marini in mostra le opere di Lovett/Codagnone (p. 39) l’8 maggio apre la mostra Arte torna arte all’Accademia (p. 26) fino al 16 maggio è possibile scoprire da vicino gli affreschi restaurati nella

maggio

in questo numero selezione degli eventi mese per mese

gli aggiornamenti su

www.visitartfirenze.com

Cappella Maggiore di Santa Croce (p. 13) Fabulae pictae in mostra al Bargello dal 16 maggio (p. 19) Duffy. The Photographic Genius al MNAF chiude il 20 il MNAF ospita le opere di maggio (p. 48) Patrick Mimran dal 1 giugno (p. 48) Figli d’Italia al Museo degli Innocenti chiude il 3 giugno (p. 26) apre il 14 giugno al Museo Archeologico di Fiesole la mostra Anna Cionini. La luce dell’anima (p. 50) dal 19 giugno Bagliori dorati. Il gotico internazionale a Firenze 1375-1440 agli Uffizi (pp. 7-8) apre il 20 giugno al Gabinetto Disegni e Stampe Il dolce potere delle corde (p. 9) dal 23 giugno Geometrie dell’illusione. Ottica tra arte e scienza al Museo Galileo (p. 24) dal 3 luglio una selezione di oggetti dal Museo Gilcrease di Tulsa porta la cultura amerindia alla Galleria del Costume di Firenze (p. 10) Famiglie a Palazzo Strozzi continua fino al 15 luglio nell’ambito dell’esposizione Americani a Firenze (pp. 54-56) chiude il 15 luglio la mostra American Dreamers alla Strozzina (p. 36) video arte cinese in mostra al Centro Pecci fino al 29 luglio (p. 38) ultima opportunità di vedere Alessandro Pieroni dell’Impruneta (1550-1607) e i pittori della Loggia degli Uffizi in mostra all’Impruneta fino alla fine di luglio (p. 6) dal 7 luglio alla Biblioteca Nazionale Centrale la mostra Illustrare Pinocchio: l’archivio le attività e i storico Giunti (p. 20) laboratori per bambini continuano all’Orto Botanico in occasione della mostra Dinosauri in carne e ossa (p. 55) opere di Giuseppe Gavazzi esposte al Museo Archeologico di Fiesole fino al 31 agosto (p. 50) ultimi giorni per vedere Andrea Commodi a Casa Buonarroti fino al 31 agosto (p. 42) Anni Trenta. Le arti in Italia durante il fascismo apre a Palazzo Strozzi il 22 settembre (p. 35) chiudono il 30 settembre le mostre I colori: il mio grande karma al Museo Capucci (p. 48) e Il tessuto è tutto al Museo del Tessuto di Prato (p. 49) nuove mostre: a Casa Siviero Io lo guardo e ci parlo... quattro busti nella raccolta Siviero (p. 47) e Underwater dreams of Akyiyoshi Ito al MNAF (p. 48)

giugno

luglio

agosto

settembre


le pietre dellʼarchitettura fiorentina

Le pietre dell’architettura fiorentina

Due sono le pietre dell’architettura fiorentina: la pietra serena, dal colore che secondo Vasari “trae in azzurrigno ovvero tinta di bigio”, e la pietraforte, che sempre Vasari definisce “di colore alquanto gialliccio”, sono entrambe rocce arenarie di origine sedimentaria. Nelle costruzioni architettoniche l’uso delle due pietre che si cavano dalle colline intorno a Firenze si è alternato nei secoli, a seconda del gusto più che della necessità; osservando oggi il tessuto urbano, il materiale da costruzione utilizzato e il modo in cui esso è impiegato ci aiutano a discernere il tempo in cui è sorto un determinato edificio rispetto a un altro.

La pietraforte – le cui cave si trovano principalmente in Oltrarno (dove è il giardino di Boboli e sulla costa San Giorgio), a Monteripaldi, alle Campora, a Riscaggio e fino a Greve in Chianti (vedi piantina) – ha avuto largo impiego nella costruzione della Firenze medievale: Palazzo Vecchio, il Bargello, la Badia fiorentina, tutte le porte con le mura e le torri della città, le strutture delle chiese romaniche, sono fatte di questo caldo e tenace materiale. Più avanti nel tempo, le architetture barocche e settecentesche troveranno con la pietraforte l’espressione più appropriata dei loro aspetti plastici e decorativi; mentre in epoca neoclassica, otto-novecentesca, accanto al revival neogotico o neomedievale con largo impiego di pietraforte, ritorneranno l’austerità, il rigore e il decoro della pietra serena. La pietraforte sarà adottata nuovamente nel Novecento e con altri valori da architetti moderni come Giovanni Michelucci alla stazione di Santa Maria Novella e Leonardo Ricci nelle ville di Monterinaldi.

pietraforte “Cavasi per diversi luoghi la pietra forte, la quale regge all’acqua, al sole, al ghiaccio, et a ogni tormento e vuol tempo a lavorarla, ma si conduce molto bene, e non v’è molte gran saldezze. Della qual se n’è fatto per i Gotti e per i moderni i più belli edifici che siano per la Toscana, come si può vedere in Fiorenza nel ripieno de’ due archi che fanno le porte principali dell’oratorio d’Orsanmichele, i quali sono veramente cose mirabili e con molta diligenza lavorate. Di questa medesima pietra sono similmente per la città, come s’è detto, molte statue et armi, come intorno alla fortezza et in altri luoghi si può vedere. Questa ha il colore alquanto gialliccio con alcune vene di bianco sottilissime che le danno grandissima grazia; e così se n’è usato fare qualche statua ancora, dove abbiano a essere fontane, perché reggano l’acqua. E di questa sorte di pietra è murato il palagio de’ Signori, la Loggia, Orsanmichele, et il didentro di tutto il corpo di Santa Maria del Fiore, e così tutti i ponti di quella città, il palazzo de’ Pitti e quello degli Strozzi. Questa vuol esser lavorata con le martelline perch’è più soda.” da G. Vasari, Le Vite de’ più eccellenti pittori, scultori e architetti, 1550

pietra serena

“Ma molto più durabile di questa [la pietra serena] e di più bel colore è una sorte di pietra azzurrina, che dimanda oggi la pietra del fossato, la quale quando si cava, il primo filare è ghiaioso e grosso, il secondo mena nodi e fessure, il terzo è mirabile, perché è più fine. Della quale pietra Michelagnolo s’è servito nella libreria e sagrestia di San Lorenzo, per papa Clemente, per esser gentile di grana [termine ancora oggi usato dagli scalpellini di Santa Brigida], et ha fatto condurre le cornici, le colonne et ogni lavoro con tanta diligenza, che d’argento non resterebbe sì bella. E questa piglia un polimento bellissimo, e non si può desiderare in questo genere cosa migliore. E perciò fu già in Fiorenza ordinato per legge, che di questa pietra non si potesse adoperare se non in fare edifizi pubblici, o con licenza di chi governasse. Della medesima n’ha fatto assai metter in opera il duca Cosimo, così nelle colonne et ornamenti della loggia del Mercato Nuovo, come nell’opera dell’udienza cominciata nella sala grande del Palazzo dal Bandinello, e nell’altra che è a quella di rimpetto; ma gran quantità, più che in alcuno altro luogo sia stato fatto gia mai, n’ha fatto mettere Sua Eccellenza nella strada de’ Magistrati [gli Uffizi] che fa condurre col disegno et ordine di Giorgio Vasari aretino. Vuole questa sorte di pietra il medesimo tempo a esser lavorata che il marmo; et tanto è dura, che ella regge all’acqua e si difende assai dall’altre ingiurie del tempo.” da G. Vasari, Le Vite de’ più eccellenti pittori, scultori e architetti, 1550

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le pietre dellʼarchitettura fiorentina

Dal Rinascimento la pietra serena acquista notorietà: il suo uso si impone sulla pietraforte e, insieme all’intonaco bianco, diventa emblema dell’immagine della città. È noto che proprio a Brunelleschi si deve l’introduzione della pietra serena come elemento caratterizzante della nuova architettura e in particolare l’uso dei blocchi monolitici per le colonne, come ricorda Vasari. L’effetto cromatico della pietra sulle campiture bianche a calce è elemento essenziale dell’espressione architettonica per definire proporzioni misurate e armoniche; questo materiale, divenuto tradizionale e connotativo della città per essere stato impiegato in importanti edifici pubblici e religiosi rinascimentali, con il suo color del cielo e la sua nitida uniformità, ben avrebbe rappresentato, più avanti nel tempo, la regalità, la magnificenza e la saldezza, qualità di governo che Cosimo, signore del nuovo stato mediceo, volle esaltare. È ancora Vasari che precisa requisiti tecnici e limiti della pietra serena: “dove sia umidità e vi piove su, o abbia ghiacciati addosso, si logora e si sfalda, ma al coperto ella dura all’infinito”. È proprio per via di queste caratteristiche che oggi la conservazione di molte architetture storiche fiorentine desta preoccupazione e richiede interventi mirati. La pietra è presente nel territorio fiorentino con prevalenza a nord della città, nelle cave di Fiesole, di Santa Brigida e nella valle del Mugnone; in minor quantità affiora a sud nella zona di Tavarnuzze e della Gonfolina (vedi piantina). Per una particolare varietà di pietra serena scavata sul torrente Mensola, sotto Settignano, utilizzata fra l’altro agli Uffizi, Vasari usa il termine “pietra di fossato”. Il luogo di estrazione era chiamato “cava delle colonne” perché da lì furono cavati i monoliti di circa otto metri per le colonne della basilica di San Lorenzo; la cava si distingueva per un fronte estrattivo di grandi “saldezze” – cioè la cosiddetta “potenza”, la dimensione massima dei blocchi estraibili –, tale da permettere la realizzazione di grandi colonne. La cava fu utilizzata da Temple Leader, nel secondo Ottocento, per ricostruire il suo castello di Vincigliata; finiti i lavori il proprietario pose fine all’attività estrattiva facendo affluire nella cavità l’acqua del torrente Mensola e trasformandola in un ameno laghetto al centro di un parco romantico. Il luogo, pertinente alla villa Corsini di Maiano, è oggi visitabile (www.fattoriadimaiano.com). Antonio Godoli Direttore di Orsanmichele Francesca Piccolino Boniforti Restauratrice di materiali lapidei

Affioramenti di arenaria grigia Affioramenti di pietra forte

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galleria degli uffizi

mostra

La Galleria degli arazzi Epifanie di tessuti preziosi Galleria degli Uffizi a cura di Giovanna Giusti 20 marzo-3 giugno 2012

Risale al 1987 la decisione, dolorosa ma necessaria, di togliere dall’esposizione nei corridoi della Galleria degli Uffizi – dove per decenni hanno rappresentato un tratto d’eleganza magnifica – le serie preziose di arazzi troppo a lungo rimasti esposti a una luce inadeguata. Da allora riposano nelle stanze della riserva, dove sono oggetto di operazioni di manutenzione e, quando possibile, anche di restauro. È stata una favorevole contingenza a consentire d’esporre, dopo venticinque anni, diciassette arazzi desunti da otto serie ragguardevoli delle collezioni del museo. Contingenza che permette non solo di render manifesto al pubblico quale sia il tenore qualitativo di queste creazioni, ma anche di sottolineare quanto sia importante procedere a interventi di restauro sulla maggior parte di questa raccolta. La mostra espone opere di manifattura fiamminga del Cinquecento (desunte dalle serie delle Storie di Giacobbe, delle Feste alla corte dei Valois e delle Storie di Annibale) e panni di manifattura medicea del Cinquecento e del Seicento (tra quelli devozionali del ciclo del Salviati e alcuni dalle serie delle Storie fiorentine, delle Cacce, della Passione di Cristo e delle Storie di Fetonte), oltre a due portiere con stemmi medicei. Alla presentazione di alcuni arazzi restaurati negli ultimi anni – tra i quali Cristo davanti a Erode, su cartone del Cigoli, presentato per la prima volta – si affiancano anche alcuni della medesima serie che attestano la diversa situazione conservativa, favorendo il confronto e mettendo in luce i risultati del recupero attraverso l’intervento di restauro.

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www.polomuseale.firenze.it/uffizi

piazzale degli Uffizi aperto: da martedì a domenica 8,15-18,50 chiuso: lunedì, Capodanno, 1 maggio, Natale È consigliato prenotare i biglietti per ridurre i tempi di attesa all’ingresso

Giovanna Giusti Direttrice del Dipartimento degli Arazzi

calendario mostre aprile-settembre 2012 “La città degli Uffizi 8”

La Galleria degli arazzi. Epifanie di tessuti preziosi

Alessandro Pieroni dell’Impruneta (1550-1607) e i pittori della Loggia degli Uffizi

a cura di Giovanna Giusti Galleria degli Uffizi 20 marzo-3 giugno 2012

a cura di Annamaria Bernacchioni Impruneta, Pieve di Santa Maria 21 aprile-fine luglio 2012

A 25 anni dal trasferimento nelle stanze della riserva, 17 arazzi desunti da otto preziose serie delle collezioni del museo tornano visibili al pubblico in questa mostra che consente di confrontare i pezzi restaurati e quelli che attestano una diversa situazione conservativa. La mostra espone arazzi fiamminghi del Cinquecento e panni di manifattura medicea del XVI e del XVII secolo, oltre a due portiere con stemmi medicei.

Nell’ambito del progetto ‘La Città degli Uffizi’, collana di mostre diretta da Antonio Natali, il Comune dell’Impruneta propone un’esposizione dedicata al suo illustre concittadino Alessandro Pieroni, pittore e architetto alla corte dei Medici, e ai pittori che furono al suo fianco nella decorazione a grottesca del primo corridoio degli Uffizi: Alessandro Allori, Giovanni Bizzelli, Giovanmaria Butteri, Ludovico Buti e il Cigoli. La mostra intende far conoscere al pubblico questo eclettico artista che a Firenze rivestì un ruolo di prestigio negli ultimi decenni del Cinquecento.


galleria degli uffizi

focus

pagine della Galleria degli Uffizi a cura di Valentina Conticelli con Monica Alderotti

IComemille colori del marmo è ben noto, la visione in bianco e nero che abbiamo della scultura e dell’architettura classica è frutto di un equivoco consolidatosi nel corso del XVIII secolo. Gli edifici marmorei del mondo greco e romano, al pari dei fregi e delle statue che li popolavano, vantavano infatti un’accesa policromia che costituiva il necessario completamento dell’opera. Ben nota alle fonti antiche fu, ad esempio, la collaborazione fra l’ateniese Prassitele, senz’altro la personalità più rilevante della scultura del IV secolo a.C., e il pittore Nicia, fra i più celebrati della sua generazione, alle cui abili mani era affidata la coloritura degli incarnati e degli attributi dei marmi concepiti dal genio attico. Se le tracce dell’originaria policromia sopravvivono spesso in buono stato di conservazione nelle opere rinvenute direttamente nel terreno, assai più difficile è invece la loro sopravvivenza su quelle sculture che abbiano conosciuto secoli di storie e vicende collezionistiche, come è il caso delle statue della Galleria degli Uffizi. Se si considera che, ancora sul finire del Settecento, marmi che presentavano vistosi resti di coloritura, a Firenze come a Napoli o a Roma, furono oggetto di accurate lisciature ad acido per cancellare i resti di una decorazione ritenuta il prodotto di interventi tardivi che avevano turbato il candore originario, la sfida di restituire l’originaria veste colorata alle sculture di antica collezione può sembrare un’impresa disperata e destinata al fallimento. Il progredire della strumentazione e l’affinarsi degli strumenti di indagine, che attualmente possono vantare il ricorso anche ad apparecchiature spettrometriche portatili, lasciavano però aperta la porta alla speranza di poter recuperare le reliquie di una decorazione pittorica, forse invisibile ai nostri occhi, ma certo non a quelli dei sofisticati strumenti di ricerca. Da questa scommessa è nata la collaborazione fra il Dipartimento di Antichità classiche della Galleria degli Uffizi e il Dipartimento di Chimica dell’Università di Modena e Reggio che, nelle persone dei professori Pietro Baraldi e Paolo Zannini, vanta da almeno due decenni un ruolo di primo piano a livello europeo nella ricerca della policromia antica. A distanza di quasi un anno dall’inizio di questa fruttuosa collaborazione è possibile affermare che la scommessa è stata vinta. Lì dove l’occhio non leggeva altro che una superficie candida, ecco che il microscopio ottico ha trovato l’ombra delle antiche cromie, fornendo dati preziosi e sinora ignoti per restituire alle sculture il loro fulgore originario. È questo il caso di una statua di Minerva, minore del vero, sulla cui egida (la corazza che ne difende il petto) sono emerse evidenti le pagliuzze dell’originaria doratura che, affiancata ai verdi e ai rossi della veste, conferiva alla statua un vigore e una grandiosità davvero difficili da immaginare oggi. I verdi dei sarcofagi con Nereidi, realizzati con la preziosissima polvere di lapislazzulo, i neri ottenuti con polvere di carbone per disegnare le iridi di ritratti e statue, come quelle dell’Atleta del primo corridoio, il blu notte col quale era dipinto il manto della pantera del gruppo della Menade danzante, i rossi di ossido di ferro utilizzati per colorare la stola della matrona augustea presentata alla mostra Volti svelati sono solo alcune delle cromie ritrovate dopo mesi di pazienti ricerche e analisi mirate. Sotto i nostri occhi l’algido aspetto delle sculture classiche, schierate lungo i corridoi degli Uffizi, ha progressivamente ceduto il posto a una veste sgargiante di colori accesi, che in futuro si spera di poter restituire alla conoscenza e al godimento anche del pubblico più vasto grazie a restituzioni grafiche destinate ad affiancare le opere esposte. Fabrizio Paolucci Direttore del Dipartimento di Antichità classiche

calendario mostre aprile-settembre 2012 all’estero:

Bagliori dorati. Il gotico internazionale a Firenze 1375-1440 a cura di Antonio Natali e Angelo Tartuferi Galleria degli Uffizi 19 giugno-4 novembre 2012 Un’ampia selezione di dipinti, sculture, codici miniati, lavori d’arte sacra e profana illustra il panorama dell’arte fiorentina tra il 1375 e il 1440, quando l’innesto della fioritura tardogotica sulla tradizione trecentesca, rappresentata da Agnolo Gaddi, Spinello Aretino, Antonio Veneziano e Gherardo Starnina, crea uno scenario ricco di variegate istanze culturali e stilistiche: dal gotico estremo di Lorenzo Monaco al prezioso naturalismo di Gentile da Fabriano e agli esiti di Lippo d’Andrea, Mariotto di Cristofano, Giovanni Toscani, Ventura di Moro, Francesco d’Antonio, Arcangelo di Cola, proseguendo con Masaccio, Beato Angelico, Lorenzo Ghiberti, fino a Paolo Uccello.

Stati Uniti

Il Pane degli Angeli a cura di Antonio Natali Museum of Art, Fort Lauderdale, Florida (fino all’8 aprile 2012) James A. Michener Art Museum, Doylestown, Bucks County, Pennsylvania (21 aprile-10 agosto 2012) Chazen Museum of Art, Madison, Wisconsin (24 agosto-25 novembre 2012) Telfair Museum, Savannah, Georgia (7 dicembre 2012-31 marzo 2013)

La mostra propone una selezione di dipinti, tratti dai depositi della Galleria, che illustrano i diversi aspetti di una tematica fondamentale della salvezza cristiana: il sacrificio eucaristico. Esposta per la prima volta agli Uffizi nel 2007, la rassegna ha registrato nel pubblico un riscontro importante, tale da venire richiesta anche in altre città straniere: fra il 2008 e il 2009 è stata allestita a Madrid e a Barcellona e ora – grazie di nuovo agli ‘Amici degli Uffizi’ – è ospitata in quattro musei degli Stati Uniti, dove il visitatore può ripercorrere attraverso poetiche figurazioni l’itinerario della redenzione.

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galleria degli uffizi

mostra

Bagliori dorati

Il gotico internazionale a Firenze 1375-1440 Galleria degli Uffizi a cura di Antonio Natali e Angelo Tartuferi 19 giugno-4 novembre 2012

La Galleria degli Uffizi organizza un’importante esposizione di dipinti, sculture, codici miniati, lavori d’arte sacra e profana: un’ampia selezione di opere, tutte di altissimo pregio e rilevanza storica, provenienti da prestigiose istituzioni museali pubbliche, nonché da collezioni private (italiane e straniere). L’intento è quello d’illustrare al vastissimo pubblico del museo un panorama dell’arte fiorentina nel periodo cruciale che approssimativamente va dal 1375 al 1440 (in questo senso, la mostra attuale si pone come ideale prosecuzione dell’esposizione L’eredità di Giotto. Arte a Firenze 1340-1375, ordinata agli Uffizi nel 2008 con la cura di Angelo Tartuferi). La fioritura tardogotica s’innesta a Firenze nella gloriosa tradizione trecentesca, che nella sua ultima fase trova i massimi interpreti in personalità artistiche del calibro di Agnolo Gaddi, Spinello Aretino, Antonio Veneziano e Gherardo Starnina:

ognuno rappresentato in mostra con tavole capaci d’attestarne compiutamente la peculiare espressione. Lorenzo Monaco, rimasto dopo la morte dello Starnina (entro il 1413) il maggior pittore fiorentino, propone del gotico estremo una variante personalissima, estranea perfino al prezioso naturalismo della declinazione divulgata, entro le mura del capoluogo toscano, da Gentile da Fabriano (lui pure rappresentato in mostra al suo miglior livello). Lo scenario fiorentino a cavallo di Trecento e Quattrocento si manifesta ricco di variegate istanze culturali e stilistiche, fra le quali si segnala, per un’originale rilettura della tradizione recente accompagnata da recuperi dell’antico e da spiccati interessi per il nuovo, un nucleo di personalità artistiche quali Lippo d’Andrea, Mariotto di Cristofano, Giovanni Toscani, Ventura di Moro, Francesco d’Antonio, Arcangelo di Cola, da cui potrebbe aver attinto nella sua formazione il genio di Castel San Giovanni, Masaccio; incarnazione spregiudicata di una visione del mondo veridica e salda, Masaccio è rappresentato tuttavia in mostra dalla ‘cortese’ e gentile Madonna Casini che appunto documenta il perdurare del gusto tardogotico. Gli studi degli ultimi decenni hanno poi a giusta ragione messo in risalto la figura del Beato Angelico, emblema d’una linea espressiva capace di coniugare il passato recente con quanto d’inedito stava emergendo a Firenze. Ed è una disposizione culturale strettamente legata alla cerchia degli intellettuali orbitanti intorno a Cosimo il Vecchio. Figura eminente nel panorama fiorentino del tardogotico fu, specie nella prima fase della sua attività, Lorenzo Ghiberti, nel cui cantiere per la prima porta del Battistero s’erano formati quasi tutti gli artisti di spicco operosi in città: da Masolino a Paolo Uccello. La mostra si chiuderà con la Battaglia di San Romano di Paolo Uccello, che – appena restaurata e, anzi, presentata in anteprima dopo l’intervento – si offrirà al visitatore come splendida sintesi e suggello della complessità intellettuale e spirituale d’una grande stagione dell’arte fiorentina. Angelo Tartuferi Vicedirettore della Galleria degli Uffizi


Sale dei Pittori Stranieri Il 17 dicembre 2011 sono state aperte al pubblico le prime dieci sale dei Nuovi Uffizi, dedicate alla pittura delle Scuole Straniere del Sei e Settecento. Le sale, poste all’altezza del primo piano della Galleria, sono prospicienti il cortile delle Reali Poste e il chiasso dei Baroncelli, in prossimità della Collezione Contini Bonacossi. Vi si accede dal nuovo imponente scalone, posto in fondo al Terzo Corridoio nei pressi della Loggia dei Lanzi e progettato dall’architetto Natalini, che è stato inaugurato anch’esso in quest’occasione. Le Sale dei Pittori Stranieri ospitano dipinti olandesi, fiamminghi, francesi e spagnoli e vi si trovano non solo i capolavori di Chardin, Liotard, Rembrandt, Rubens, Van Dyck e Goya, ma anche molte altre opere importanti (in tutto più di centoventi dipinti), di cui solo pochissime erano esposte, poiché conservate nei depositi per mancanza di spazio. Il nucleo principale, fortemente radicato nelle antiche collezioni medicee, è quello fiammingo e olandese, le cui scuole sono state ripartite secondo le città di provenienza degli artisti. Compaiono infatti Amsterdam, Leida, L’Aja, Delft, Rotterdam, Haarlem e Utrecht per gli olandesi, mentre due sale sono dedicate ai pittori di Anversa. Seguono gli artisti francesi e spagnoli, risalenti rispettivamente ad acquisizioni tardosettecentesche (nel caso dei francesi) e più recenti (nel caso degli spagnoli), ma pur sempre accomunati dalla rilevanza storica e dalla qualità delle opere prescelte.

antica e prestigiosa collezione conservata al Gabinetto Disegni e Stampe degli Uffizi, comunemente indicato come GDSU, affonda le sue origini nelle raccolte medicee. Fu in particolare Leopoldo de’ Medici, cardinale nel 1667, ad acquistare tramite i suoi agenti numerosi fogli dei maggiori artisti antichi e contemporanei. Dopo l’estinzione della dinastia medicea (1737), i Lorena contribuirono ad arricchire la collezione, poi incrementata dopo la costituzione del Regno d’Italia con numerose donazioni. Il patrimonio ammonta oggi a oltre 150.000 opere di artisti toscani e di altre scuole italiane, nonché di autori fiamminghi, olandesi, francesi, spagnoli e tedeschi.

L’

via della Ninna, 5 La Sala di Esposizione è aperta secondo lo stesso orario della Galleria. L’accesso alla Sala di Studio è riservato agli studiosi, dietro lettera di presentazione. aperto: lunedì, mercoledì, venerdì 8,30-13,30, martedì e giovedì 8,30-17

www.polomuseale.firenze.it/musei/disegni

restauri ultimati L’Annunciazione e la Pala di Cafaggiolo di Alesso Baldovinetti Il 2011 è stato un anno davvero fortunato per Alesso Baldovinetti (1425 circa-1499), che meriterebbe senza dubbio di risalire molte posizioni nella considerazione critica, nel contesto della pittura fiorentina del secondo Quattrocento, per giungere ad attestarsi almeno nelle primissime file. Grazie a due occasioni diverse è stato possibile restaurare le grandi pale dell’artista conservate agli Uffizi. La cosiddetta Pala di Cafaggiolo, eseguita per la cappella dell’omonima villa medicea nel Mugello verso il 1455, è stata restaurata in occasione della mostra Fra Angelico et les Maîtres de la lumière, appena conclusa presso il Musée Jacquemart-André di Parigi. La soave Annunciazione presentata a San Pier Scheraggio lo scorso 23 gennaio, dopo l’impeccabile intervento di Lucia e Andrea Dori, fu dipinta intorno al 1457 per il convento dei Padri Salvestrini di San Giorgio alla Costa a Firenze, ha beneficiato invece del finanziamento di BioNike. I due restauri condotti in maniera simultanea hanno apportato una messe di informazioni sulla tecnica esecutiva di questo artista assai raffinato. Il dato tecnico più sorprendente che è emerso consiste nella raffinata incisione che caratterizza tutte le linee di contorno. Questo aspetto si riscontra, tuttavia, in maniera più spiccata nella nostra Annunciazione, nella quale la sottile incisione diretta compare perfino nei dettagli più minuti, quali ad esempio i capelli dell’angelo e le unghie nelle mani. Sul piano dello stile, l’intervento di restauro conferma in maniera clamorosa la derivazione diretta del Baldovinetti dall’arte di Domenico Veneziano; evidenzia inoltre la fitta trama di rapporti con quegli artisti che operavano in riferimento più diretto con la ‘pittura di luce’ istituita con la decorazione ad affresco del coro della chiesa di Sant’Egidio, avviata nel 1439 da Domenico Veneziano – che aveva fra i suoi aiuti il giovane Piero della Francesca –, proseguita all’inizio degli anni cinquanta da Andrea del Castagno e ultimata proprio dal Baldovinetti nel 1461. Angelo Tartuferi Vicedirettore della Galleria degli Uffizi e Direttore del Dipartimento dell’arte dal Medioevo al Quattrocento

Corridoio Vasariano Collezione Contini Bonacossi Per informazioni sugli orari e sulle modalità di prenotazione è possibile consultare il sito www.uffizi.firenze.it

novità editoriali • Giotto. Il Polittico di Badia restaurato, a cura di A. Tartuferi, con saggi di A. De Marchi e S. Scarpelli. Primo volume della nuova collana “Il Pomario nuovo”, diretta da Antonio Natali

foto Francesca Anichini

gabinetto disegni e stampe degli uffizi

aperture

mostre

“Carte che paion fatte col pennello”.

Chiaroscuri italiani dal Cinquecento al Settecento a cura di Giorgio Marini fino al 22 aprile 2012 Il colore nelle stampe si impone già all’aprirsi del Cinquecento, in parallelo alla sempre più fedele riproduzione dei disegni dei maestri del Rinascimento. Il chiaroscuro silografico, in grado di evocare gli effetti cromatici e materici del disegno, ha immediata diffusione in Italia grazie a Ugo da Carpi, cui già Vasari attribuiva la nuova tecnica, definendo le sue stampe, per la straordinaria valenza mimetica, come “carte che paion fatte col pennello”. Una selezione di 50 fogli dalle collezioni del GDSU illustra come dall’attività di Ugo da Carpi la tecnica si diffuse alla contemporanea produzione incisoria di Antonio da Trento e Niccolò Vicentino, alle sperimentazioni di Domenico Beccafumi alla metà del secolo e più tardi al revival di queste modalità grafiche nelle silografie di Bartolomeo Coriolano da modelli di Guido Reni nella Bologna del Seicento e in quelle del conte Anton Maria Zanetti a Venezia nel Settecento. In alcuni casi è possibile vedere affiancati gli originali disegni del Parmigianino e i chiaroscuri cinquecenteschi tratti da quegli stessi fogli.

Il dolce potere delle corde

Orfeo, Apollo, Arione e David nella grafica tra Quattrocento e Cinquecento a cura di Susanne Pollack (Kunsthistorisches Institut Florenz) 20 giugno-20 settembre 2012 Orfeo, Apollo, Arione e David risultano uniti dalla sovrannaturale abilità nel suonare uno strumento a corda, grazie al quale contrastano il caos e generano armonia. Tale armonia non pervade tuttavia soltanto la musica, ma quasi tutte le sfere dell’essere. Orfeo che pacifica gli animali feroci grazie al suono congiunto della lira e della voce è anche allegoria politica di un’ordinata società civile. David che suona per re Saul, tormentato da uno spirito maligno, esemplifica l’azione terapeutica su corpo e anima, mentre la lira cosmica di Apollo-Helios crea l’armonia universale qualora nelle sue sette corde si riconoscano i sette pianeti. Nelle opere in mostra gli strumenti non vanno quindi intesi come semplici veicoli di suoni, ma piuttosto come veicoli di significati; sono stati perciò selezionati soprattutto disegni e stampe del Quattro e del Cinquecento, quando Orfeo, Apollo, Arione e David sono rappresentati sempre più frequentemente e in nuovi contesti, mentre è ampliato il ruolo dello strumento a corda inteso come icona di diverse teorie sull’armonia. Inoltre gli strumenti rappresentati forniscono informazioni sulla loro costruzione e sulla prassi musicale dell’epoca.


piazza Pitti www.uffizi.firenze.it

I

Galleria Palatina e Appartamenti Reali

Galleria del Costume

La Galleria Palatina, creata dai Lorena tra la fine del Sette e i primi decenni dell’Ottocento per ospitare i capolavori provenienti soprattutto dalle collezioni medicee, vanta opere di Raffaello, Tiziano, Caravaggio, Rubens, Pietro da Cortona e di altri maestri italiani ed europei del Rinascimento e del Seicento. Visitabili anche gli Appartamenti Reali allestiti con mobili, arredi e opere d’arte databili dal XVI al XIX secolo.

Fondata nel 1983, ha sede nella Palazzina della Meridiana. Dedicata alla storia della moda dal XVIII secolo a oggi, annovera capi di abbigliamento, accessori e gioielli, oltre a costumi di scena. Cospicuo è inoltre il fondo cartaceo che include documenti d’archivio, bozzetti e disegni.

aperto: da martedì a domenica 8,15-18,50 chiuso: Capodanno, 1 maggio, Natale

Galleria d’Arte Moderna Esposizione di dipinti e sculture, prevalentemente di artisti italiani, databili fra la fine del Settecento e il Novecento: le opere del Neoclassicismo e del Romanticismo sono affiancate da una raccolta di dipinti dei Macchiaioli. aperto: da martedì a domenica 8,15-18,50 chiuso: Capodanno, 1 maggio, Natale

Museo delle Carrozze Visitabili su appuntamento le carrozze in uso alla corte lorenese e sabauda e gli antichi finimenti per cavalli. Il veicolo più antico è un coupé settecentesco di gusto rocaille.

Museo delle Porcellane Allestito nella settecentesca Palazzina del Cavaliere, raccoglie le più belle porcellane d’Europa acquistate da Pietro Leopoldo e Ferdinando III, accanto a quelle provenienti dalle dimore di Parma, Piacenza e Sala Baganza.

Giardino di Boboli Vero e proprio museo all’aperto, popolato di statue antiche e rinascimentali, ornato di grotte e di grandi fontane, alle spalle di Palazzo Pitti si estende il Giardino di Boboli, di cui i Medici per primi curarono la sistemazione creando un modello esemplare per molte corti europee. aperti: tutti i giorni, 8,15-16,30 da novembre a febbraio, 8,15-17,30 in marzo e in ottobre dopo il ritorno all’ora solare, 8,15-18,30 in aprile, maggio, settembre e ottobre prima del ritorno all’ora solare, 8,15-19,30 da giugno ad agosto chiusi: primo e ultimo lunedì del mese, Capodanno, 1 maggio, Natale

visitabile a richiesta, su appuntamento

calendario mostre aprile-settembre 2012 Giappone. Terra di incanti 3 aprile-1 luglio 2012 progetto di Maria Sframeli a cura di Vincenzo Farinella, Masahiro Karasawa, Francesco Morena e Masanori Moroyama

Di linea e di colore.

Giapponismo.

L’eleganza della memoria.

Il Giappone, le sue arti e l’incontro con l’Occidente

Suggestioni d’Oriente tra Macchiaioli e anni trenta del Novecento

Le Arti decorative nel moderno Giappone

Museo degli Argenti

Galleria d’Arte Moderna, Sala del Fiorino

Galleria Palatina, Sala Bianca

Dedicata al Japonisme, la mostra espone opere realizzate tra gli anni settanta dell’Ottocento e i quaranta del Novecento da artisti che subirono il fascino del Giappone come Fattori, Signorini, De Nittis e Fortuny. Dell’arte giapponese questi artisti ammirarono l’uso calligrafico della linea, l’ardito accostamento di colori vivaci, il taglio dinamico delle scene, la scelta dei temi, soprattutto quelli ispirati alla natura. Così le loro opere si schiarirono, le modulazioni cromatiche si ampliarono, mentre sempre più spesso reali oggetti di arte giapponese si inserirono nelle composizioni conferendo loro un tocco di esotismo.

L’eccellenza dell’arte moderna e contemporanea del Giappone, che ha visto l’eredità della tradizione artistica giapponese evolversi in una nuova forma di espressione estetica, è illustrata attraverso l’esposizione di opere degli artisti più rappresentativi delle arti decorative giapponesi dal XIX secolo ai giorni nostri. Le opere provengono da tre importanti istituzioni museali nazionali nipponiche quali l’Agency for Cultural Affairs, il National Museum of Modern Art di Kyoto e il National Museum of Modern Art di Tokyo, che ha anche curato la mostra.

Opere di qualità eccellente da musei nipponici, europei e italiani illustrano 300 anni di arte giapponese – da metà Cinquecento a metà Ottocento. Pittura, calligrafia, scultura, lacche, ceramiche, metalli e tessuti rappresentano l’essenza di un’estetica originale, nella quale si miscelano sintesi concettuale, ricchezza cromatica, profusione aurea e minuzia del dettaglio: i giapponesi hanno fatta propria la linea, pur non rinunciando al colore, che cattura lo spazio e impone il suo ritmo. Tra i prestiti dal Giappone paraventi e rotoli, costumi teatrali e la famosa tazza da tè Murakumo di Hon’ami Ketsu.

Le cravatte impossibili del professore. La collezione di Piergiovanni Marzili Galleria del Costume, Sala da ballo 17 aprile-10 giugno 2012 L’esposizione dedicata all’accessorio maschile per eccellenza presenta parte della collezione di oltre 1.000 cravatte appartenute a Piergiovanni Marzili, donata alla Galleria secondo le volontà dello stesso. Ricche di forme e colori, le cravatte sono interpreti della personalità di chi le indossa; fedeli compagne nelle circostanze più formali da un lato e testimoni di un’esuberanza che emerge dalla serietà dell’abbigliamento maschile dall’altro.

La Nuova Frontiera.

Storia e cultura dei nativi d’America dalle collezioni del Gilcrease Museum a cura di Robert B. Pickering in collaborazione con il Gilcrease Museum di Tulsa Galleria del Costume e Andito degli Angiolini 3 luglio-8 dicembre 2012 Una scelta di pezzi significativi del Gilcrease Museum consente di conoscere la civiltà dei nativi d’America, nota al grande pubblico solo attraverso le fantasiose ricostruzioni cinematografiche. Una sezione, arricchita da fotografie dell’etnologo Edward Curtis, illustra le fasi della colonizzazione, gli insediamenti indigeni, l’organizzazione sociale e la contaminazione con la cultura occidentale; la seconda sezione espone caschi piumati, vasellame, armi, gioielli e capi d’abbigliamento delle varie tribù, insieme a opere e fotografie eseguite da artisti come Joseph Henry Sharp, entrati in stretto contatto con i nativi.

foto Francesca Anichini

palazzo pitti

l palazzo, voluto da Eleonora di Toledo, moglie di Cosimo I, come ariosa residenza per la famiglia ducale, è impreziosito dallo stupendo Giardino di Boboli e abilmente collegato dal Corridoio Vasariano agli Uffizi e a Palazzo Vecchio, allora sede deputata alla gestione del potere e del governo. Nella sua storia ha ospitato, oltre ai granduchi, anche i re d’Italia e oggi custodisce importanti collezioni di opere e oggetti d’arte all’interno di ambienti magnificamente conservati. Il prestigioso complesso si articola oggi in sette strutture museali.


Museo degli Argenti Prende il nome dagli argenti delle collezioni dei vescovi di Salisburgo, portati a Firenze da Ferdinando III di Lorena nel 1815, ma il nucleo pregevole è in realtà il Tesoro dei Medici, frutto di tre secoli di collezionismo e un tempo conservato nella Tribuna degli Uffizi. Vi si conservano inoltre preziose porcellane cinesi e giapponesi, anch’esse raccolte dai Medici.

palazzo pitti palazzo pitti

focus

Pietre rare e preziose La collezione dei Medici nel Museo degli Argenti Il fascino dell’Oriente

Maria Sframeli Direttrice del Museo degli Argenti

Nel 1459 Benozzo Gozzoli affrescava la cappella di Palazzo Medici aperto: tutti i giorni 8,15-16,30 da novembre a febbraio, 8,15-17,30 in marzo e in ottobre dopo il ritorno all’ora solare, con il Viaggio dei Magi giunti dall’Oriente carichi di 8,15-18,30 in aprile, maggio, settembre e ottobre prima doni. Le forme di quei vasi, contenenti oro, incenso e del ritorno all’ora solare, 8,15-18,50 da giugno ad agosto sono le stesse dei preziosi manufatti che costituirono mirra, chiuso: primo e ultimo lunedì del mese, Capodanno, 1 maggio, Natale l’avvio del collezionismo mediceo. Era un singolare tesoro, fatto di pregiati vasi in pietre dure, oltre che di cammei e gemme antiche, pietre preziose lavorate, rarità orientali e codici antichi e moderni, oggetti sofisticati realizzati con materiali inusuali e creduti talora magici, avanzi di statue classiche e capolavori contemporanei. Il nucleo della collezione, avviata da Piero padre di Lorenzo il Magnifico, era costituito proprio dai rari vasi orientali in pietre dure – sardonice, corniola, giada, onice, diaspro, ametista, cristallo di rocca di origine antica, sassanide o bizantina –, montati in oro o argento dorato e smalti dagli abili orafi impiegati dai Medici. Solo pochi avevano il privilegio di poterli ammirare nello La magia Scrittoio di Palazzo Medici, il magico scrigno delle pietre delle gioie; come doni erano destinati solo ai Dall’Oriente giungevano anche scritti signori delle corti italiane in occasioni Artificio che elencavano le virtù soprannaturali delle di visite o cerimonie. e Natura pietre. Se incastonate in anelli, si credeva Cosimo I volle richiamarsi al collezionismo di potessero conferire grandi poteri a chi le portava: Lorenzo il Magnifico e fece arrivare dalle botteghe secondo la credenza popolare, lo spirito racchiuso milanesi dei fratelli Saracchi e di Gasparo e Girolamo nell’anello di Lorenzo il Magnifico, liberato alla sua Miseroni straordinari vasi incisi in cristallo di rocca e coppe in morte, sprigionò una forza tale da far cadere la lanterna pietre dure. Allora Milano deteneva il primato della lavorazione della cupola del Duomo. La diffusione di questi scritti e delle pietre dure e da questa città nel 1572 giunsero a Firenze gli la conseguente conoscenza delle occulte virtù delle intagliatori Caroni. Con l’apertura dei laboratori di corte per l’intaglio in pietre produssero un intreccio tra farmacologia e pietra dura, quest’arte, ormai non più prerogativa delle botteghe magia che tuttavia non intaccava i valori della fede milanesi, venne magistralmente praticata anche a Firenze, dove poté cristiana. Non meno delle pietre preziose, anche le contare sull’intervento progettuale di artisti come Bernardo Buontalenti. gemme antiche intagliate con segni magici La possibilità di perfezionare con l’artificio i prodotti della natura fu il facevano parte del patrimonio delle credenze criterio che in seguito improntò gli interessi di Francesco I. Nei laboratori rinascimentali, unendo al potere miracoloso del Casino di San Marco, il granduca, che si dilettava di alchimia, dei motivi incisi il legame che veniva a sperimentava la fusione del cristallo di rocca e si cimentava nel taglio di instaurarsi con i mitici personaggi pietre dure e preziose, mentre nello Studiolo di Palazzo Vecchio conservava della storia cui erano gelosamente i suoi tesori in armadi decorati con figurazioni che alludevano appartenute. ai materiali e agli oggetti custoditi all’interno. Qui una statua di Apollo rappresentava i colori, “i quali hanno l’essere con la luce, che comprenderebbe non sol il Lapis Lazzuli, ma molte altre miniere I gioielli anchora di colori”; quella di Opi simboleggiava invece la Lo stesso spirito manierista dominava Terra, evocata “per i porfidi, diaspri, calcidoni, agata, anche la produzione dei gioielli. Perduti i plasma et tutte l’altre sorte di marmi et mischi fini, favolosi gioielli e le grandi pietre – come il che s’intagliano, se ne fa vasi et altri lavori collare di Ferdinando I con i suoi 5.000 diamanti belli, che sono le pietre, come dir, l’ossa e il celebre diamante ‘Fiorentino’ – rimane oggi un della terra”. considerevole numero di gioielli del Cinque e Seicento, nei quali la qualità della lavorazione supera il Al servizio valore dei materiali. Intorno alle grosse perle scaramazze vennero del potere costruiti i più straordinari gioielli mai creati dalla fantasia degli orafi; e della fede quasi in competizione con la natura, quelle strane creazioni del mare Nel Seicento lo sfarzo e l’ostentazione delle suggerivano monili a forma di sirene, tritoni e animali carichi di significati pietre preziose erano funzionali al potere che simbolici. Fu soprattutto attraverso le oreficerie e i gioielli che il primato concepiva l’autocelebrazione come strumento di dello ‘stile fiorentino’ si affermò in tutta Europa e prese forma uno stile persuasione e garanzia di durata, ma sempre in ossequio internazionale del gioiello principesco, diffuso da Madrid a Praga, da Parigi a ai valori dettati dalla Controriforma. È esemplare di Firenze con tratti uniformi. Fra la metà del XVI e l’inizio del XVII secolo le questo spirito, in cui si fondono aspirazioni di gloria terrena manifatture granducali lavorarono per le esigenze della reggia, ma anche e desiderio di convalida celeste, il paliotto in oro e smalti per realizzare raffinati omaggi da offrire ai principi d’Europa. Il che raffigura Cosimo II inginocchiato davanti a un altare ‘pennino’ di diamanti – ornamento da testa a foggia di penna – con le insegne del potere affidate all’Altissimo per donato a Margherita di Spagna, moglie di Filippo III, testimonia il impetrare la guarigione da una grave malattia. A gusto dello straordinario e del fantasmagorico tipico dei gioielli di rappresentare le gioie e le ricche vesti granducali fine Cinquecento: la lira di Apollo emetteva una melodia che, furono chiamati, in una commistione tra finzione e grazie a un ingegnoso meccanismo, suonava per sei ore, realtà, quegli stessi artisti che fornivano le gioie mentre le ruote del carro del Sole giravano vere con le quali i granduchi amavano farsi producendo baluginii di luce. ritrarre: l’orafo di corte Cosimo Merlini e 11 il gioielliere Jonas Falck.


I

restauri in corso affreschi staccati del Chiostro di Sant’Antonino • Beato Angelico, San Pietro da Verona invita al silenzio • Giovan Battista Vanni, La Fede e La Speranza • Beato Angelico, Cristo pellegrino • Bernardino Poccetti, Sant’Antonino giovinetto prega davanti al Crocifisso di Orsanmichele altre opere • Beato Angelico, Pala di San Marco, tavola • Beato Angelico, Crocifissione e santi, affresco, Sala del Capitolo • Beato Angelico, Trittico di san Pietro martire, tempera su tavola • Bartolomeo Caporali, Madonna con il Bambino e angeli, tempera su tavola

piazza San Marco, 3 aperto: da lunedì a venerdì 8,15-13,50, sabato, domenica e festivi 8,15-16,50 chiuso: prima, terza e quinta domenica, secondo e quarto lunedì del mese, Capodanno, 1 maggio, Natale

www.polomuseale.firenze.it/musei/sanmarco

eventi

Settimana della Cultura 2012 14-22 aprile 2012 Il museo presenta l’iniziativa Ultimi restauri a San Marco: pannelli e/o video didattici e una speciale illuminazione formano un percorso tematico che evidenzia gli interventi di restauro più significativi eseguiti negli ultimi anni per approfondire gli aspetti tecnici di varie opere.

• Lorenzo Monaco, San Nicola salva i naviganti • Zanobi Strozzi, La Scuola di sant’Alberto Magno ospiti a: Roma, Palazzo Sciarra per la mostra: Beato Angelico e i maestri della luce fino a giugno 2012

Apertura della Sala Greca fino al 28 aprile 2012 Apertura straordinaria della Sala Greca il sabato con visite accompagnate alle 14, alle 15 e alle 16.

• Bartolomeo Caporali, Madonna con il Bambino e angeli ospite a: Illegio (UD), Casa delle Esposizioni per la mostra: I bambini e il cielo. L’età divina dell’uomo 28 aprile-30 settembre 2012

La Notte Europea dei Musei 2012 19 maggio 2012 Il museo partecipa all’iniziativa con apertura notturna e a ingresso gratuito.

museo ebraico

opere in prestito

naugurata nel 1882, la Sinagoga di Firenze è uno degli esempi più significativi in Europa dello stile esotico moresco. Il Tempio, nel suo complesso, è considerato uno degli edifici più belli e armoniosi dell’Ottocento italiano. Il Museo Ebraico, fondato nel 1981, è allestito su due piani all’interno della Sinagoga. La prima sezione documenta la storia degli ebrei a Firenze nel corso dei secoli e il loro rapporto con la città. Al secondo piano sono esposti oggetti e arredi di devozione domestica e privata. L’ultima sala, chiamata “Stanza della Memoria”, è dedicata alla storia della Comunità negli ultimi due secoli.

• Beato Angelico, Trittico di san Pietro martire • Lorenzo Monaco, L’abate Pafnunzio visita sant’Onofrio ospiti a: Firenze, Galleria degli Uffizi

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via Luigi Carlo Farini, 6 aperto: da aprile a settembre da domenica a giovedì 10-18, venerdì 10-14; da ottobre a marzo 10-15, venerdì 10-14 chiuso: sabato e festività ebraiche Aperture straordinarie su prenotazione 055 2346654 fax 055 244145 itinerariebraici@cscsigma.it

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Giornata della Cultura Ebraica 2 settembre 2012 Giornata dedicata a far conoscere la cultura e le tradizioni ebraiche con visite guidate alla Sinagoga e al museo, attività didattiche, spettacoli e altri eventi Per il calendario dettagliato: www.firenzebraica.it

per la mostra: Bagliori dorati. Il gotico internazionale a Firenze 1375-1440 19 giugno-4 novembre 2012 • Beato Angelico, due pannelli dell’Armadio degli Argenti della chiesa della Santissima Annunziata con undici Storie di Cristo • Benozzo Gozzoli, Vir Dolorum con san Giovanni evangelista e la Maddalena; Sposalizio mistico di santa Caterina d’Alessandria; sant’Antonio abate; sant’Egidio • Fra Bartolomeo, Ritratto di Fra Girolamo Savonarola • Seguace di Beato Angelico, Madonna con il Bambino fra i santi Giacomo e Sebastiano ospiti a: Beijing, Thien’ an Men Museum per la mostra: Il Rinascimento a Firenze. Capolavori e protagonisti fino a febbraio 2013

foto Francesca Anichini

museo di san marco

l convento domenicano di San Marco, realizzato nel 1436 su progetto di Michelozzo e destinato a svolgere un ruolo importante nella vita religiosa e culturale della città − ne è testimone la vicenda di Fra Girolamo Savonarola, che qui fu priore −, ospita un importante museo. La sua fama è legata soprattutto a Beato Angelico: il frate pittore affrescò infatti molti ambienti del convento, mentre altre sue opere vi sono confluite nel Novecento. Notevoli sono le raccolte del Cinquecento, con opere di Fra Bartolomeo, e la sezione dei reperti provenienti dalle demolizioni ottocentesche del centro storico.


complesso monumentale di santa croce

a basilica francescana di Santa Croce è una sorta di cantiere aperto che in 700 anni ha visto succedersi eccezionali testimonianze religiose, artistiche e civili. È nota per la straordinaria ricchezza delle sue opere d’arte e per la presenza dei sepolcri di grandi personaggi della storia d’Italia, tale da essere definita il “Tempio delle itale glorie”. La visita del complesso monumentale comprende: la basilica, i chiostri con la rinascimentale Cappella Pazzi, la Galleria dei monumenti funebri ottocenteschi, la mostra dello xilografo Pietro Parigi, grande illustratore del Novecento italiano, il Museo dell’Opera, di cui fa parte anche la Sala del Cenacolo, con importanti opere tra cui il Crocifisso di Cimabue e l’affresco di Taddeo Gaddi con l’Ultima Cena e l’Albero della Vita.

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piazza Santa Croce aperto: da lunedì a sabato 9,30-17,30, domenica, 6 gennaio, 15 agosto, 1 novembre, 8 dicembre 13-17,30 chiuso: Capodanno, Pasqua, 13 giugno, 4 ottobre, Natale, 26 dicembre

www.santacroceopera.it

Un viaggio nell’arte Esplorare gli affreschi restaurati nella Cappella Maggiore fino al 16 maggio 2012 Le visite guidate al cantiere di restauro permettono di riscoprire una delle maggiori produzioni artistiche del Medioevo: la Cappella Maggiore affrescata da Agnolo Gaddi con episodi della Leggenda della Vera Croce. Una guida illustra le vicende narrate dagli affreschi e le tecniche pittoriche impiegate, accompagnando i visitatori sulle impalcature lungo un percorso di 7 piani (90 gradini senza ascensore) con 3 soste intermedie per le spiegazioni. informazioni e prenotazioni: 055 2466105 int.3 booking@santacroceopera.it

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opera di santa maria del fiore

stituita alla fine del XIII secolo per sovrintendere alla costruzione della nuova Cattedrale di Firenze, l’Opera di Santa Maria del Fiore si trova oggi ad amministrare un complesso di monumenti e di edifici storici di straordinaria rilevanza, sviluppatosi nei secoli attorno alla chiesa cattedrale. Pur costituendo un nucleo coerente e strutturato, questo complesso è articolato in una varietà di ‘luoghi’ caratterizzati da una spiccata individualità e da una specificità storica e funzionale. Esso comprende infatti chiese conosciute in tutto il mondo, come la Cattedrale di Santa Maria del Fiore o il Battistero, aggregato alla fabbriceria del Duomo soltanto nel 1777 dopo la soppressione dell’Opera di San Giovanni. A queste si aggiungono i resti di un’altra chiesa profondamente legata alla storia della città, l’antica Cattedrale di Santa Reparata, riemersa sotto il pavimento del Duomo. Assai meno nota, invece, la piccola chiesa di San Benedetto, di origine medievale. L’attività dell’ente nell’ambito della conservazione e della valorizzazione delle opere d’arte è ampiamente testimoniata da altri luoghi, primo fra tutti il Museo dell’Opera del Duomo, istituito nel 1891 allo scopo di raccogliere i numerosi capolavori rimossi nel corso del tempo da Santa Maria del Fiore e da San Giovanni; accanto a questo dobbiamo ricordare la bottega degli scalpellini – dove la tradizione artigianale fiorentina, che nel passato ha creato opere d’inestimabile valore, continua a operare a vantaggio della loro conservazione – e la nuova residenza dell’Opera, inaugurata nel 1987.

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via della Canonica, 1 apertura uffici: da lunedì a venerdì 8-19, sabato 8-14

www.operaduomo.firenze.it

Cattedrale di Santa Maria del Fiore Progettata da Arnolfo di Cambio e terza chiesa del mondo, sorse sopra la cattedrale paleocristiana dedicata a Santa Reparata e nel 1412 fu intitolata a Santa Maria del Fiore con una chiara allusione al giglio, simbolo della città. La facciata fu conclusa soltanto alla fine dell’Ottocento. aperto: lunedì, martedì, mercoledì, venerdì 10-17; giovedì 10-16,30, maggio e ottobre 10-16, da luglio a settembre 10-17; sabato 10-16,45; domenica e festività 13,30-16,45

Cripta di Santa Reparata (sito archeologico) Tra il 1965 e il 1973 una grande campagna di scavi eseguita sotto la Cattedrale ha portato in luce i resti dell’antica basilica di Santa Reparata, testimonianza della prima cristianità a Firenze. aperto: lunedì, martedì, mercoledì, venerdì 10-17, sabato 10-16,45, 1 maggio 8,30-17 chiuso: in occasione delle principali festività liturgiche

Cupola La costruzione della cupola − la più grande mai edificata in muratura − ebbe inizio nel 1420; cinque anni dopo fu affidata a Filippo Brunelleschi e fu completata fino alla base della lanterna nel 1436. aperto: tutti i giorni 8,30-19, sabato 8,30-17,40 chiuso: domenica e festività

Battistero di San Giovanni A pianta ottagonale, interamente rivestito di marmi policromi, il Battistero che vediamo oggi è il frutto dell’ampliamento di un primitivo edificio, risalente al IV-V secolo. aperto: tutti i giorni 12,15-19; primo sabato del mese, domenica e festività 8,30-14

Campanile di Giotto Iniziato da Giotto nel 1334, è una delle quattro componenti principali di piazza del Duomo. Alto 84,70 m e largo circa 15, è la più eloquente testimonianza dell’architettura gotica fiorentina del Trecento.

cenacoli

aperto: tutti i giorni 9-19,30

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Museo dell’Opera del Duomo Nato nel 1891 e rinnovato nell’allestimento nel 1999, attualmente il museo è oggetto di lavori di ristrutturazione e ampliamento il cui termine è previsto per il 2016. Il Museo dell’Opera è uno dei più importanti musei ecclesiastici italiani: fin dalla fine dell’Ottocento, infatti, qui sono giunte tutte le opere d’arte rimosse per ragioni di conservazione dall’esterno della Cattedrale, dal Battistero e dal Campanile. piazza del Duomo, 9 aperto: da lunedì a sabato 9-19,30, domenica 9-13,45; maggio e ottobre tutti i giorni 10-15,30; da luglio a settembre 10-17 chiuso: Capodanno, Pasqua, 8 settembre, Natale

mostra

Elia Dalla Costa, l’uomo e l’immagine fino al 15 aprile 2012 La mostra celebra il 50° anniversario della morte del cardinale, eroico arcivescovo di Firenze negli anni del regime fascista, della Seconda Guerra Mondiale e della ricostruzione postbellica. Sono esposti tre suoi ritratti – una scultura di Antonio Berti, un quadro di Luciano Guarnieri e un dipinto di Oskar Kokoschka, prestato dalla Phillips Collection di Washington. restauri ultimati L’altare d’argento e la croce del tesoro del Battistero di San Giovanni Dal 1 aprile 2012 tornano al Museo dell’Opera del Duomo due importanti opere commissionate dall’Arte di Calimala per il Battistero di Firenze. Il monumentale altare d’argento, concluso nel 1483, rappresenta una sintesi delle tendenze dell’oreficeria e della scultura fiorentine dall’età gotica al pieno Rinascimento: occorsero infatti 100 anni affinché abili maestri orafi e scultori quali Bernardo Cennini, Michelozzo, Antonio del Pollaiolo e Andrea del Verrocchio lavorassero i suoi 200 kg d’argento e realizzassero le 1.050 placchette smaltate. La croce d’argento che completava l’altare fu invece eseguita tra il 1457 e il 1459 da Antonio del Pollaiolo e dai suoi collaboratori per custodirvi un frammento della croce di Cristo. Il restauro delle due preziose opere, diretto dall’Opificio delle Pietre Dure, ha richiesto circa sei anni di lavoro.

Cenacolo di Sant’Apollonia

Cenacolo di Fuligno

Cenacolo di San Salvi

Il museo, che occupa una parte dell’antico monastero delle Benedettine di Sant’Apollonia, ospita l’Ultima Cena di Andrea del Castagno, il primo cenacolo di area fiorentina in stile rinascimentale, databile al 1450 circa.

Nell’ex convento delle Terziarie Francescane di Sant’Onofrio, dette anche monache di Fuligno dal nome della città di origine dell’ordine, si conserva il Cenacolo di Fuligno (1490), attribuito a Pietro Perugino e bottega.

Il museo, ospitato in una parte dell’antico convento vallombrosano attiguo alla chiesa di San Michele a San Salvi, prende il nome dalla grande Ultima Cena di Andrea del Sarto (1526-1527).

via XXVII Aprile, 1 aperto: tutti i giorni 8,15-13,50 chiuso: prima, terza e quinta domenica, secondo e quarto lunedì del mese, Capodanno, 1 maggio, Natale

via Faenza, 42 aperto: martedì, giovedì e sabato 9-12 chiuso: Capodanno, 1 maggio, Natale

Museo del Cenacolo di Andrea del Sarto via di San Salvi, 16 aperto: da martedì a domenica 8,15-13,50 chiuso: Capodanno, 1 maggio, Natale

Cenacolo di Ognissanti

Cenacolo della Calza

Cenacolo di Santo Spirito

Il Convento degli Umiliati ospita nel refettorio l’Ultima Cena realizzata nel 1480 da Domenico Ghirlandaio, affresco staccato di cui è possibile ammirare anche la sinopia.

Nel refettorio dell’ex convento di San Giovanni Battista, detto della Calza dal cappuccio dei monaci ingesuati, si conserva l’Ultima Cena realizzata da Franciabigio (1514).

Chiesa e convento di Ognissanti borgo Ognissanti, 42 aperto: lunedì, martedì e sabato 9-12 chiuso: Capodanno, 1 maggio, agosto e Natale

Convento della Calza, piazza della Calza, 6 aperto: su richiesta 055 222287

Frammenti dell’Ultima Cena di Andrea Orcagna (1370 circa) e Crocifissione. vedi Museo della Fondazione Salvatore Romano p. 31

Cenacolo del Carmine Ultima Cena di Alessandro Allori (1582). vedi Cappella Brancacci p. 31


opera di santa maria del fiore

Visita il Duomo senza attese! La carta elettronica Priority Pass permette di saltare la fila non solo per la Cattedrale ma anche per la Cripta, la Cupola, il Campanile di Giotto, il Battistero e il Museo dell’Opera. La carta non sostituisce i biglietti d’ingresso.

cicli di affreschi

Affreschi dell’Oratorio dei Buonomini di San Martino

Crocifissione del Perugino

Chiostro dello Scalzo

La Confraternita dei Buonomini, fondata nel 1441 da sant’Antonino per l’assistenza ai “poveri vergognosi”, si insediò nel 1478 in alcuni locali posti dietro la chiesa di San Martino del Vescovo, poi trasformati in oratorio. L’ambiente è decorato da una serie di lunette, dipinte intorno al 1480 dalla bottega di Domenico Ghirlandaio: le pitture illustrano due scene della vita di san Martino e le opere assistenziali svolte dai Buonomini. Nei locali attigui si conserva un ricco archivio che documenta gli oltre cinque secoli di attività della Confraternita, ancora oggi attiva.

Al 1257 data la prima chiesa con convento dedicata a Santa Maria Maddalena delle Convertite, in ricordo del ricovero per donne di malaffare pentite che lì sorgeva. Ristrutturato alla fine del Quattrocento su progetto di Giuliano da Sangallo, l’ex convento ospita nella Sala Capitolare la Crocifissione e santi affrescata da Pietro Perugino (1493-1496), con la Maddalena inginocchiata ai piedi della croce. È questa la più importante testimonianza artistica risalente alla fase cistercense del complesso.

Il chiostro era in origine l’atrio della Cappella della Compagnia dei Disciplinati di San Giovanni Battista, detta dello Scalzo, fondata nel 1376. Il chiostro è decorato da un ciclo di affreschi a monocromo con episodi della Vita del Battista e raffigurazioni delle Virtù, realizzato a più riprese da Andrea del Sarto (1509-1526). Due episodi invece furono affrescati dal Franciabigio (1518-1519).

Oratorio dei Buonomini di San Martino piazza San Martino aperto: tutti i giorni 10-12 e 15-17 chiuso: venerdì e festivi

Chiesa e convento di Santa Maria Maddalena dei Pazzi accesso dal Liceo Michelangiolo via della Colonna, 9 aperto: martedì e giovedì 14,30-17,30 chiuso: festivi e giorni di chiusura dell’istituto

via Cavour, 69 aperto: lunedì, giovedì, sabato 8,15-13,50 chiuso: Capodanno, 1 maggio, agosto, Natale

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facciate policrome

Le chiese

Visitart inaugura il percorso sulle facciate delle chiese fiorentine richiamando l’attenzione su quelle a rivestimento marmoreo, decisamente inferiori in numero a quelle in pietraforte e tuttavia capaci di illustrare la vicenda particolarissima con la quale Firenze ha attraversato le sue stagioni artistiche, conservando anche nel Medioevo quello spirito di geometria, quel rigore ereditato dall’antichità che costituirà il terreno fertile per il fiorire, qui e non altrove, del Rinascimento. Il preciso schema a riquadri bianchi e verdi che scandisce l’involucro esterno del Battistero, la griglia modulare che governa la facciata di San Miniato, capisaldi di un romanico prettamente fiorentino, sono infatti di una tale compostezza da essere definiti manifestazioni di ‘proto Rinascimento’; intima ispirazione a cui attingeranno Filippo Brunelleschi, Leon Battista Alberti e tutti i principali interpreti dell’architettura fiorentina dei secoli successivi. Un rigore ‘classico’ che permane anche in età gotica, quando artisti come Arnolfo di Cambio, Giotto, Francesco Talenti attendono ai sontuosi rivestimenti della facciata (incompiuta) e dei fianchi di Santa Maria del Fiore e del Campanile; o si avvia il rivestimento marmoreo di Santa Maria Novella, con gli avelli a sesto acuto del registro inferiore dal ritmo talmente essenziale e armonioso da essere conservati e inglobati da Alberti nel completamento quattrocentesco della facciata. Compostezza che trasuda anche negli episodi minori dei rivestimenti policromi delle chiese fiorentine e che solo l’Ottocento in qualche misura tradisce, ricostruendo le facciate della Cattedrale e di Santa Croce in uno stile ‘gotico’ che la città non ha mai conosciuto.

I marmi dell’architettura fiorentina Marmi bianchi

Marmi rossi

tipo: calcari colore: bianco o bianco con venature

tipo: scisti policromi (Marne del Sugame) o calcari nodulari colore: varie tonalità di rosa e di rosso

Bianco di Carrara

Rosso ammonitico

altri nomi: marmo di Carrara tipo: calcare colore: bianco o bianco venato distribuzione in Toscana: Carrara, Campiglia Marittima (LI), Monti Pisani, Montagnola Senese

altri nomi: rosso mandorlato di Verona, rosso di Bolgheri tipo: calcare nodulare distribuzione in Toscana: Gerfalco (GR), Avane (PI), Monsummano (PT) e Sassetta (LI) colore: dal rosa pallido al rosso scuro

Rosso di Monsummano

Marmi neri tipo: serpentine o calcari colore: dal nero al blu con riflessi metallici che gradano in verdi sempre più chiari fino all’oliva acerba definita verde di Prato

Verde di Prato nome: marmo verde di Prato o pietra nera di paragone tipo: serpentina colore: diverse tonalità di verde, talora con riflessi bluastri, in tinta unita, ‘picchiettata’ o venata di giallo verdastro distribuzione in Toscana: Appennino settentrionale, Monteferrato (PO) e Impruneta (FI)

Nero di Colonnata altri nomi: nero di Carrara tipo: calcare marnoso colore: grigio scuro o nero, con sfumature giallastre o vene biancastre distribuzione in Toscana: Colonnata (Carrara)

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altri nomi: rosso antico di Monsummano tipo: calcare nodulare (rosso ammonitico) distribuzione in Toscana: colle di Monsummano Alto (PT) colore: dal grigio chiaro all’avana al rosa carnicino

Marne del Sugame altri nomi: rosso o rosato di Monterantoli, rosso di Cintoia tipo: scisto marnoso distribuzione in Toscana: San Giusto a Monterantoli (Cintoia del Chianti) e colle di Monsummano (PT) colore: dal rosso violaceo al rosso fegato al rosa giallastro

Altri marmi Giallo di Siena altri nomi: giallo ocra, giallo unito tipo: calcare distribuzione in Toscana: Sovicille e Casole d’Elsa nella zona della Montagnola Senese (SI) colore: giallo scuro uniforme con variazioni di tonalità


consacrato nel 1059 facciate XI-XII secolo; scarsella, inizio del XIII secolo marmi impiegati bianco di Carrara marmo antico di reimpiego verde di Prato nero di Carrara (sopra le porte) rosso di Monsummano (fregio della scarsella)

facciate policrome

Battistero di San Giovanni

Campanile di Santa Maria del Fiore 1334-1359, su progetto di Giotto

facciate marmi impiegati bianco di Carrara verde scuro di Prato rosso di Monsummano rosso di Siena rosato di Monterantoli rosso mandorlato di Verona piazza del Duomo

piazza San Giovanni

San Miniato al Monte

Santa Maria Novella

dal 1018, consacrata nel 1207

dal 1279 alla metà del XIV secolo; consacrata nel 1420

facciata fine XI-XIII secolo marmi impiegati bianco di Carrara marmo antico di reimpiego verde di Prato arenaria macigno (cantonali) via delle Porte Sante

facciata registro inferiore, 1350 circa; registri superiori, 1458-1478 (su progetto di Leon Battista Alberti); rivestimento della voluta destra, 1921 marmi impiegati marmo bianco verde scuro di Prato calcare rosso piazza di Santa Maria Novella

San Salvatore al Vescovo inizi del XII secolo, ricostruita nella prima metà del XIII secolo facciata 1220 circa, attribuita ad Arnolfo di Cambio marmi impiegati marmo bianco verde di Prato (registro inferiore originale) piazza dell’Olio

Santa Croce dal 1295, attribuita ad Arnolfo di Cambio; consacrata nel 1443 facciata 1854-1863, su progetto di Niccolò Matas marmi impiegati bianco di Seravezza rosso di Cintoia rosso di Bolgheri verde chiaro di Prato serpentino scuro da Pisa nero di Asciano giallo di Siena rosso d’Egitto piazza di Santa Croce

Santo Stefano al Ponte

Santa Maria del Fiore

inizi del XII secolo, ricostruita nella prima metà del XIII secolo

dal 1296, su progetto di Arnolfo di Cambio; consacrata nel 1436

facciata registro inferiore, XII secolo; registro superiore e portale centrale, 1230 circa marmi impiegati pietra serena (registro inferiore) pietraforte (registro superiore) marmo bianco e verde (portale centrale)

facciata 1876-1887, su progetto di Emilio De Fabris (1868) marmi impiegati bianco di Carrara verde di Prato rosso di Monsummano rosso di Siena rosato di Monterantoli

piazza Santo Stefano

piazza del Duomo

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orsanmichele

ato nel Duecento come granaio e loggia per la vendita del grano, nel secolo successivo divenne luogo di devozione e alla metà del Trecento fu consacrato al culto cristiano. Da quel momento e fino agli inizi del Seicento l’edificio, che seppe unire in sé funzioni civili e religiose, fu modificato e arricchito dalle Arti fiorentine con i 14 tabernacoli esterni. La chiesa è regolarmente officiata e vi si tengono anche concerti di musica classica; all’interno si trova il tabernacolo marmoreo dell’Orcagna con la trecentesca Madonna delle Grazie di Bernardo Daddi. Al primo piano si trova il Museo delle Sculture, che ospita le statue originali dei tabernacoli esterni.

N

Orsanmichele: le pietre e i marmi Pietra e marmo sono gli elementi costitutivi di

via dell’Arte della Lana aperto: Chiesa tutti i giorni 10-17, Museo lunedì 10-17

foto Antonio Quattrone

www.polomuseale.firenze.it/musei/orsanmichele

Orsanmichele, sia per l’architettura che per la decorazione scultorea. Dopo l’incendio del 1304 che aveva distrutto il mercato del grano – realizzato da Arnolfo di Cambio con pilastri di mattoni e tettoia in legno –, nel 1337 il Comune iniziò a costruire la grande loggia del nuovo mercato affidandola ai capomastri dei principali cantieri edili cittadini. Il blocco di Orsanmichele, insieme alla mole della Cupola e di Palazzo Vecchio, emerge nella vista panoramica della città: un monolite di pietraforte dalle imponenti dimensioni – lungo circa 30 metri, largo 20 e alto 40 – che, col sole all’orizzonte, si colora di toni caldi e dorati. Alla fine del Trecento, quando la devozione alla Madonna delle Grazie aveva preso ormai il sopravvento sulle attività del mercato, gli archi furono chiusi da Simone di Francesco Talenti con la stessa pietraforte dei pilastri e delle facciate e con trifore gotiche ornate da motivi a traforo, trasformando così la loggia in chiesa. L’Arte della Seta fu incaricata del controllo sulla costruzione e la Parte Guelfa, il partito dominante sulla città e sulle Arti, fu coinvolta nell’abbellimento. Sui pilastri esterni di Orsanmichele la Signoria impose alle Arti di sistemare le edicole e di adornare le nicchie scavate nei pilastri con le statue dei rispettivi santi patroni. Se fino all’inizio del Quattrocento le statue dei santi vennero realizzate in marmo, a partire dal San Giovanni Battista, fuso in bronzo da Ghiberti per l’Arte di Calimala (1416), le Arti maggiori iniziarono a realizzare le loro statue in bronzo; soltanto queste infatti potevano permettersi le ingenti spese della fusione in bronzo, che costava circa dieci volte di più della produzione in marmo. Sempre nella prima metà del secolo iniziano inoltre gli interventi di sostituzione delle sculture in marmo con quelle in bronzo – ultimo dei quali è quello del San Luca nel Seicento –; operazioni dovute anche a esigenze di aggiornamento del gusto che porteranno nel Settecento a dipingere le statue in marmo con una tinta color bronzo, causa degli attuali fenomeni di scurimento e maculazione delle superfici marmoree. Sulla fulva pietraforte delle facciate il marmo bianco profila i vuoti delle grandi finestre a ogiva, definisce e caratterizza le edicole dei tabernacoli, tutti di stile gotico tranne i due rinascimentali, dal disegno classico. Oggi, dopo gli importanti lavori di restauro e consolidamento strutturale degli anni sessanta, gli originali delle statue, riprodotte in copia all’esterno, sono conservati nel Museo delle Sculture allo scopo di preservarli dal degrado ambientale. Al primo piano si ammirano le sculture di Nanni di Banco, Donatello, Lorenzo Ghiberti, Andrea del Verrocchio, Giambologna e gli altri; appoggiate su un basso basamento continuo per essere viste quasi ad altezza d’uomo, le statue sono raggruppate e allineate in successione così come si presentano nei tabernacoli su ciascuna delle quattro facciate esterne. Al secondo piano sono disposte sulle pareti alcune delle sculturine di pietra una volta presenti all’esterno a decorazione degli archi e particolarmente degradate. Antonio Godoli Direttore del Museo di Orsanmichele


1. Arte del Cambio edicola e San Matteo Lorenzo Ghiberti, 1420 bronzo (Museo di Orsanmichele) 2. Arte della Lana edicola di Andrea Pisano, 1340 circa Santo Stefano Lorenzo Ghiberti, 1427-1429 bronzo (Museo di Orsanmichele) al posto di Santo Stefano, Andrea Pisano, 1340 circa, marmo, Opera del Duomo 3. Arte dei Fabbri e Maniscalchi edicola e Sant’Eligio Nanni di Banco, 1420 circa marmo (Museo di Orsanmichele) 4. Arte dei Linaioli e Rigattieri edicola di Perfetto di Giovanni e Albizzo di Piero, 1411-1413 San Marco Donatello, 1411-1413 marmo (Museo di Orsanmichele)

maggio-settembre Il museo ospita spettacoli e concerti con grandi interpreti internazionali teatro Un amore di Swann di Marcel Proust (Compagnia Lombardi Tiezzi); La Pinacoteca di Eumolpo di Antonio Tarantino (Compagnia Verdastro della Monica); Falstaff (Scuola Nazionale Comici “Massimo Troisi” con Carlo Monni e Marco Cocci) danza 23° Florence Dance Festival con la direzione artistica di Marga Nativo e Keith Ferrone musica Orchestra da Camera Fiorentina, Aco.Mus International, Accademia San Felice

via del Proconsolo, 4 aperto: da lunedì a domenica 8,15-13,50 chiuso: prima, terza, quinta domenica, secondo e quarto lunedì di ogni mese, Capodanno, 1 maggio, Natale

5. Arte dei Vaiai e Pellicciai edicola e San Giacomo maggiore Niccolò di Pietro Lamberti, 1420 circa marmo (Museo di Orsanmichele)

www.polomuseale.firenze.it/bargello

6. Arte dei Medici e Speziali edicola di Jacopo di Piero Guidi Madonna della Rosa Piero di Giovanni Tedesco, 1399 marmo (Museo di Orsanmichele)

8. Arte di Calimala edicola di Albizzo di Piero, 1414 San Giovanni Battista Lorenzo Ghiberti, 1412-1416 bronzo (Museo di Orsanmichele) 9. Tribunale della Mercanzia edicola di Donatello, 1423-1425 Incredulità di San Tommaso Andrea del Verrocchio, 1486 bronzo (Museo di Orsanmichele) al posto di San Ludovico di Tolosa (Parte Guelfa), Donatello, 1425, bronzo dorato, Opera di Santa Croce 10. Arte dei Giudici e Notai edicola di Niccolò di Pietro Lamberti, 1423-1425 San Luca Giambologna, 1602 bronzo (Museo di Orsanmichele) al posto di San Luca, Niccolò di Pietro Lamberti, 1406, marmo, Museo del Bargello 11. Arte dei Beccai edicola e San Pietro Filippo Brunelleschi, 1410 circa marmo (Museo di Orsanmichele) 12. Arte dei Calzolai edicola e San Filippo Nanni di Banco, 1412 marmo (Museo di Orsanmichele) 13. Arte dei Maestri di Pietra e Legname edicola e Quattro Santi Coronati Nanni di Banco, 1410 circa marmo (Museo di Orsanmichele) 14. Arte dei Corazzai e Spadai edicola e San Giorgio Donatello, 1418 circa marmo (Museo di Orsanmichele)

mostra

Fabulae pictae. Miti e storie nelle maioliche del Rinascimento a cura di Marino Marini con la direzione di Beatrice Paolozzi Strozzi 16 maggio-16 settembre 2012 L’esposizione, dedicata alle maioliche istoriate del Rinascimento e alla loro diretta dipendenza dalle fonti letterarie, storiche e figurative, intende valorizzare in particolar modo le importanti collezioni del Bargello che comprendono un prezioso nucleo di esemplari di provenienza medicea; la mostra è arricchita inoltre da significativi prestiti concessi da prestigiose raccolte italiane e straniere. L’itinerario espositivo, suddiviso in due sezioni principali, affronta i temi della mitologia classica e il tema della storia antica, attraverso i quali si può percepire l’ampia e multiforme dipendenza della maiolica istoriata dai grandi modelli della pittura rinascimentale. A rendere evidente e suggestivo questo stretto rapporto figurativo, sono accostati alle maioliche anche esempi di arti applicate – incisioni, disegni, placchette, rilievi, bronzetti – che contribuirono a divulgare i temi della pittura, fonti di ispirazione per i maestri “maiolicari” delle più famose manifatture cinquecentesche.

foto Antonio Quattrone

7. Arte della Seta edicola di Andrea Pisano (?), 1340 circa San Giovanni evangelista Baccio da Montelupo, 1515 bronzo (Museo di Orsanmichele) al posto di San Giovanni Evangelista, cerchia dell’Orcagna, 1370 circa, marmo, Ospedale degli Innocenti

l Museo Nazionale del Bargello ha sede nel palazzo, che fu del Capitano del Popolo, costruito nel 1255 e arricchito nel 1287 del Verone, la bella loggia affacciata sul cortile dove il Podestà adunava i rappresentanti delle Arti e delle Corporazioni. Divenuto nel 1502 la sede del Consiglio di Giustizia, il cui capo era il cosiddetto “Bargello”, e più tardi carcere, nel 1865 venne definitivamente trasformato in museo e destinato a ospitare straordinarie raccolte di scultura e di “arti minori”. Accoglie le più importanti sculture del Rinascimento, con capolavori di Donatello, Luca della Robbia, Verrocchio, Michelangelo, Cellini e Giambologna, oltre a prestigiose raccolte di bronzetti, maioliche, cere, smalti, medaglie, avori, sigilli e tessili, provenienti dalle collezioni medicee e da donazioni di privati.

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estate al Bargello

museo nazionale del bargello

Le sculture dei tabernacoli di Orsanmichele


accademie e fondazioni

Accademia delle Arti del Disegno

Biblioteca Marucelliana

Biblioteca Nazionale Centrale

Oltre al patrimonio di sculture, pitture, arazzi e mobilio, possiede un Archivio Storico, con documenti, volumi a stampa e fotografie, e la Biblioteca, di circa 6.000 tra volumi, opuscoli e riviste, dedicati per lo più alla cultura artistica toscana dall’Ottocento a oggi.

anno di apertura al pubblico: 1752 fondatore: Francesco Marucelli (1625-1703) patrimonio librario: il nucleo iniziale di circa 6.000 volumi è stato accresciuto da successive acquisizioni; dal 1911 la biblioteca è depositaria delle pubblicazioni stampate a Firenze e provincia

anno di apertura al pubblico: 1861, con l’unificazione delle biblioteche Magliabechiana e Palatina fondatori: Antonio Magliabechi (Magliabechiana) e Ferdinando III (Palatina) patrimonio librario: 6.000.000 di volumi a stampa, 120.000 testate di periodici, 4.000 incunaboli, 25.000 manoscritti, 29.000 edizioni del XVI secolo e oltre 1.000.000 di autografi

via Orsanmichele, 4 aperto: da lunedì a venerdì 9,30-12,30

www.aadfi.it

via Cavour, 43-47 aperto: da lunedì a venerdì 8,30-19, sabato 8,30-13,45

Gabinetto Scientifico Letterario Vieusseux

www.maru.firenze.sbn.it

Fondato nell’Ottocento, è ancora oggi una realtà vitale che organizza eventi e convegni; comprende la Biblioteca, l’Archivio Storico e l’Archivio Contemporaneo “Alessandro Bonsanti” (Palazzo Corsini Suarez, via Maggio, 42).

Biblioteca Riccardiana

Palazzo Strozzi, piazza Strozzi aperto: Biblioteca lunedì, mercoledì e venerdì 9-13,30, martedì e giovedì 9-18. Archivio Storico lunedì, mercoledì e venerdì 9-14, martedì e giovedì 9-14, 15-18. Archivio Contemporaneo lunedì, martedì e venerdì 9-13, mercoledì e giovedì 9-17,30

www.vieusseux.fi.it

Accademia dei Georgofili

Vanta una biblioteca con circa 70.000 tra monografie, opuscoli e periodici. Esposizioni permanenti e mostre temporanee documentano il ricco patrimonio di documenti dell’Accademia, unica nell’ambito della storia agraria. Logge degli Uffizi Corti aperto: Biblioteca da lunedì a venerdì 15-18

www.georgofili.it

Accademia della Crusca Fin dalle sue origini l’Accademia ha accolto studiosi, italiani ed esteri, di diverse discipline: grammatici e filologi, scrittori e poeti, scienziati, storici, filosofi, giuristi e statisti. Con il Vocabolario (prima edizione nel 1612) ha contribuito all’identificazione e diffusione della lingua italiana. Villa medicea di Castello, via di Castello, 46

anno di apertura al pubblico: dopo il 1659 origine: collezione di Riccardo Romolo Riccardi nel XVI secolo patrimonio librario: 4.450 manoscritti, 5.529 carte sciolte, 725 incunaboli, 3.865 cinquecentine, 20.000 stampati antichi, 40.000 stampati moderni, 276 disegni via de’ Ginori, 10 aperto: lunedì, giovedì 8-17,30, martedì, mercoledì, venerdì 8-14

www.riccardiana.firenze.sbn.it

L’Accademia conserva un patrimonio di manoscritti, carteggi, incunaboli e cinquecentine e una collezione di disegni e stampe. La Biblioteca consta di circa 10.000 volumi e comprende i Fondi Devoto, Ravà, Procissi e Rodolico. via Sant’Egidio, 23 aperto: da lunedì a venerdì 9,30-13,30

www.colombaria.it

Fondazione Roberto Longhi La Fondazione mette a disposizione di borsisti e studiosi il suo patrimonio librario (circa 36.000 volumi), la fototeca (circa 70.000 unità), la collezione d’arte (dipinti, disegni, incisioni, miniature, sculture) e il vasto fondo archivistico. via Benedetto Fortini, 30 aperto: Biblioteca da lunedì a venerdì 9,30-13, 14-17,30 previo appuntamento

www.fondazionelonghi.it

Il Lyceum Club Internazionale di Firenze

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È il primo Lyceum in Italia, fondato nel 1908 sul modello degli omonimi club femminili europei. Ebbe come prima presidente Beatrice Pandolfini dei principi Corsini, che fin dall’inizio promosse coraggiose esperienze culturali di notevole apertura, come la prima mostra italiana degli impressionisti (1910). Palazzo Giugni Fraschetti, via degli Alfani, 48

www.lyceumclubfirenze.net

www.bncf.firenze.sbn.it

mostre

1000 anni di Camaldoli: fede arte e storia dell’Ordine Camaldolese 4 aprile-15 giugno 2012

Illustrare Pinocchio: l’archivio storico Giunti 7 luglio-15 ottobre 2012

Biblioteca Moreniana anno di apertura al pubblico: 1942 origine: 1870, da un primo nucleo di Domenico Moreni (1763-1835) patrimonio librario: 2.000 manoscritti circa, 287 scatole contenenti lettere, documenti e opuscoli, 71 incunaboli, 952 cinquecentine, 5.126 stampati antichi, 5.747 stampati moderni, 10.000 bandi a stampa circa, 265 copioni teatrali, mappe e disegni via de’ Ginori, 10 aperto: lunedì, giovedì 8-17,15, martedì, mercoledì, venerdì 8-14

www.provincia.fi.it/ palazzo-medici-riccardi/ biblioteca-moreniana

www.accademiadellacrusca.it

Accademia Toscana di Scienze e Lettere “La Colombaria”

piazza dei Cavalleggeri, 1 aperto: da lunedì a venerdì 8,15-19, sabato 8,15-13,30

Biblioteca Medicea Laurenziana anno di apertura al pubblico: 1571, per volontà di Cosimo I de’ Medici origine: raccolta iniziata da Cosimo il Vecchio patrimonio librario: circa 11.000 manoscritti, 2.500 papiri, 50 cassette di carte sciolte, 43 ostraka, 566 incunaboli, 1.681 cinquecentine, 592 testate di periodici e 126.527 edizioni a stampa piazza San Lorenzo, 9 aperto: lunedì, mercoledì, venerdì 8-14, martedì, giovedì 8-17,30

www.bml.firenze.sbn.it

Biblioteca degli Uffizi anno di apertura al pubblico: 1998, nei locali restaurati dell’ex Biblioteca Magliabechiana origine: dalla prima biblioteca pubblica di Firenze fondata da Pietro Leopoldo di Lorena (seconda metà del XVIII secolo) patrimonio librario: 74.000 titoli, di cui 470 manoscritti, 5 incunaboli, 192 cinquecentine, 1.445 libri del XVII-XIX secolo, 1.136 periodici Loggiato degli Uffizi aperto: martedì 9-17, mercoledì 9-13,30, venerdì 9-13

www.polomuseale.firenze.it

mostra

Consilioque manuque. La chirurgia nei manoscritti della Biblioteca Medicea Laurenziana fino al 16 giugno 2012 Consilioque manuque è il motto dell’Académie Royale de Chirurgie che, fondata nel 1731, aprì la strada alla chirurgia come disciplina accademica. La mostra testimonia, attraverso i manoscritti laurenziani, lo sviluppo della chirurgia, dalla Grecia antica al mondo romano e al bacino del Mediterraneo. Fra i pezzi esposti, il papiro contenente un frammento del De morbis mulierum di Sorano (IV secolo); il manoscritto con i testi chirurgici di Niceta, confezionato a Costantinopoli; il Canon medicinae di Avicenna, miniato a Ferrara alla metà del Quattrocento; il manoscritto francese della Chirurgia magna di Lanfranco da Milano. Integrano il percorso esemplari dalla Scuola di Chirurgia di Santa Maria Nuova, oggi presso l’Università di Firenze, e un settore dedicato al medico Antonio Cocchi (1695-1758). aperta: da lunedì a sabato 9,30-13,30 chiusa: festivi


biblioteche

focus

Biblioteca delle Oblate

Lapidi di carta: un insolito e inedito manoscritto Nel maggio 1913 il professor Alfredo Pesci e il suo collaboratore e amico Giuseppe Schmidt annunciano al Comune di Firenze di aver finalmente concluso una raccolta completa che riassume “con logica disposizione tutto quanto concerne iscrizioni, memorie, stemmi, segni livellari etc.”. L’opera è suddivisa in quattro parti: lo stradario dei singoli quartieri; le chiese, oratori e conventi; gli edifici pubblici e privati con gallerie, musei e teatri; i cimiteri urbani. Un “arduo lavoro” interamente manoscritto, composto da molti volumi, per la cui pubblicazione gli autori chiedono al Comune un “incoraggiamento morale e pecuniario”. Sono passati da poco gli anni del cosiddetto ‘risanamento’ di Firenze con le discusse demolizioni nel centro storico, testimoniate soprattutto attraverso dipinti, disegni, fotografie e descrizioni dettagliate di alcuni oppositori. Pesci e Schmidt, anch’essi contrari all’operazione, scrivono: “È nelle memorie e nelle multiple iscrizioni che si appoggia la storia per la narrazione esatta dei fatti: e perché allora non riunire tutte queste memorie quando il piccone demolitore ha mandato allo scarico iscrizioni, stemmi, ricordi che ora non esistono che trascritti nella nostra opera, perché intrapresa da molti anni? Ed altre pure possono andare distrutte dai necessari ampliamenti e rimodernamenti”. L’Amministrazione comunale, già impegnata nella pubblicazione dello Stradario storico amministrativo della città, non mostra alcun interesse per l’opera e nessuna casa editrice si propone di sostenere i costi di stampa. Soltanto anni dopo, nel 1921, il manoscritto appare nel catalogo della libreria antiquaria Gozzini e il bibliotecario della Biblioteca Comunale lo acquista per 1.705 lire in quanto “documento prezioso per la storia e per la topografia della nostra città”. Oggi l’opera conservata alle Oblate, rilegata in 24 volumi, con i suoi dettagliati disegni a inchiostro prevalentemente in bianco e nero, costituisce una preziosa testimonianza anche delle lapidi e iscrizioni ormai perdute o illeggibili ed è attualmente oggetto di studio con l’obiettivo di valorizzarla e la speranza di renderla fruibile attraverso un progetto on line.

anno di apertura al pubblico: 2007, dopo il recupero del complesso origine: dalla precedente Biblioteca Comunale Centrale (1913) patrimonio librario: la Sezione di Conservazione e Storia Locale raccoglie oltre 50.000 documenti

via dell’Oriuolo, 26 aperto: lunedì 14-19, da martedì a sabato 9-24 (orario soggetto a modifiche)

www.bibliotecadelleoblate.it

attività

Leggere per non dimenticare fino a maggio 2012 La rassegna letteraria più importante in città con un successo che raggiunge tutto il territorio metropolitano. Il ‘disincanto’ è il fil rouge di questa edizione che vede la partecipazione di oltre 50 autori tra i più importanti del panorama nazionale.

Passeggiate in biblioteca Periodicamente la biblioteca propone percorsi di conoscenza del convento delle Oblate che la ospita, visite guidate tra libri e storia per saperne di più su chi ha abitato queste mura e sui servizi che la biblioteca offre ai suoi utenti.

Palazzo Strozzi alle Oblate fino a dicembre 2012 Incontri e riflessioni sull’arte rivolti al pubblico adulto organizzati in concomitanza con le mostre allestite a Palazzo Strozzi. Ai lettori più giovani sono invece riservati i laboratori della Sezione Bambini e Ragazzi dove possono vivere avventure fantastiche.

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cappelle medicee

focus useo statale dal 1869, le Cappelle Medicee legano la propria storia alla chiesa di San Lorenzo, a cui appartengono. Il museo comprende la Sagrestia Nuova, disegnata da Michelangelo, la Cappella dei Principi, monumentale mausoleo in pietre dure, la Cripta, dove si trovano le tombe dei granduchi medicei e dei loro familiari, e la Cripta Lorenese, con le spoglie dei principi lorenesi e il monumento funebre a Cosimo il Vecchio. Il museo conserva inoltre una parte del Tesoro della basilica di San Lorenzo.

M

piazza Madonna degli Aldobrandini, 6 aperto: tutti i giorni 8,15-13,50 chiuso: seconda e quarta domenica, primo, terzo e quinto lunedì del mese, Capodanno, 1 maggio, Natale

www.polomuseale.firenze.it/musei/ cappellemedicee

La Galleria dei Lavori

Già dal 1599 Ferdinando I aveva chiamato a Firenze maestranze romane specializzate per le quali aveva aperto un laboratorio, un vero e proprio opificio per la lavorazione delle pietre dure, presso la Galleria degli Uffizi, detta Galleria dei Lavori. L’innovativa e raffinata tecnica fu conosciuta e apprezzata in tutta Europa grazie ai doni inviati dai Medici ai regnanti, oggetti che divennero ben presto ambitissimi diffondendo l’immagine del piccolo, ma ricchissimo regno di Toscana.

Uno scrigno di pietre dure, ovvero il desiderio d’immortalità: la Cappella dei Principi a Firenze Un grande scrigno incrostato di pietre dure, sobrio all’esterno quanto splendente all’interno: questa è la Cappella dei Principi, con la sua grande cupola coperta in mattoni rossi che si riconosce nella veduta della città per le sue imponenti dimensioni, inferiori solo a quelle della cupola del Brunelleschi della quale riprende le forme. La possenza del monumento a pianta centrale, affiancato al presbiterio della basilica laurenziana, è la testimonianza tangibile del messaggio che la famiglia regnante voleva dare ai cittadini e ai visitatori: un luogo di memoria destinato a ospitare le spoglie mortali dei Medici, un monumento magnifico per forma e dimensione a dimostrare il loro ruolo politico e culturale che avrebbe oltrepassato i secoli dando loro fama e immortalità.

L’edificazione L’idea di costruire una terza cappella “tutta di marmi mischi e musaico”, baricentrica rispetto alle due sagrestie (Vecchia e Nuova) della basilica laurenziana, risale a Cosimo I e vede come protagonista il suo architetto Giorgio Vasari, che nel 1566 lavora a un modello della cappella. Il progetto tuttavia non trova conclusione per la morte, quasi contemporanea, del committente e dell’architetto. Sarà Ferdinando I a interpretare e realizzare il sogno del padre: dapprima il granduca stipendia alcuni scalpellini per approvvigionarsi di diaspri e marmi rari in Corsica e nel veronese da destinare all’edificazione del mausoleo e si concentra in particolare sul progetto di un magnifico altare disegnato dal Buontalenti. Solo nel 1602 viene indetto un concorso per l’edificio, a cui partecipano lo stesso Buontalenti e Giovanni de’ Medici. La scelta del progetto di quest’ultimo è in sintonia con il rigore controriformato, ben radicato anche nel direttore dei lavori della fabbrica Matteo Nigetti. Nel 1605 viene posta la prima pietra della Cappella e da quel momento i documenti ricordano un gran lavoro di scelta e tagli di pietre dure e marmi rari per la decorazione del basamento. Gli stemmi delle città della Toscana rappresentano i possedimenti del granduca, la sua politica territoriale e quella artistica, testimoniando la raffinatezza e il gusto del rivestimento marmoreo dell’interno del mausoleo, destinato a risplendere in eterno. Si tratta di un esempio straordinario di propaganda politica paragonabile nello spirito al San Lorenzo dell’Escorial a Madrid, dove riposano i re di Spagna, alla Cripta dei Cappuccini, mausoleo degli Asburgo a Vienna, o alla chiesa dei Santi Pietro e Paolo a San Pietroburgo dove si trovano le tombe dei Romanov.


Problemi di conservazione Nel 1999 si è staccato, per fortuna durante l’orario di chiusura del museo, un grosso pezzo di marmo che corrispondeva alla chiave di volta dell’arco della cappella a sinistra del mausoleo. Immediate misure di sicurezza sono state predisposte in attesa di conoscere le motivazioni dell’accaduto. Indagini approfondite sulla struttura, sulle fondazioni e sui materiali hanno portato a capire che il problema era

cappelle medicee

La lenta decorazione La progettazione della forma architettonica e il suo programma iconografico subiscono molte alterazioni. Infatti tanto è l’entusiasmo con cui ha inizio la grande impresa del mausoleo, quanto lungo ne sarà il corso. Alla morte di Ferdinando I (1609), il figlio Cosimo II continua la costruzione e realizza i catafalchi e i due ritratti a figura intera dei granduchi Ferdinando I e Cosimo II, eseguiti da Pietro e Ferdinando Tacca. Matteo Nigetti è sostituito nel 1649 da Giovan Battista Balatri, direttore della fabbrica fino alla realizzazione a grezzo della cupola (1654). Seguono anni bui, in parte dovuti a ridotte possibilità economiche, in parte a volontà e idee diverse di Cosimo III. Solo con Anna Maria Luisa, l’ultima rappresentante della dinastia medicea, il progetto riprende vigore con la realizzazione della cupola esterna su disegno di Ferdinando Ruggieri, ma alla morte dell’Elettrice, avvenuta nel 1743, il progetto viene nuovamente interrotto. Nel 1779 per volere di Pietro Leopoldo l’altare ferdinandeo, mai montato nella Cappella, viene disfatto e soltanto nel 1821 l’Opificio lavora a un nuovo progetto commissionato da Ferdinando III, che tuttavia non sarà mai realizzato. Tra il 1827 e il 1836 Pietro Benvenuti realizza gli affreschi nella calotta della cupola su commissione di Leopoldo II. Il lavoro dell’opificio verrà ancora una volta interrotto in seguito all’unità d’Italia, quando il nuovo governo dei Savoia si concentra sulla conclusione del pavimento. In seguito, mentre prende forma l’idea di istituire il nuovo Museo delle Cappelle Medicee, un’imposizione ministeriale ordina la messa in vendita dei pezzi antichi e recenti disponibili presso l’Opificio delle Pietre Dure, così che esso cessi di essere un aggravio e contribuisca con le vendite al risarcimento e integrazione delle casse dello Stato. Vengono venduti pezzi straordinari, ma la manifattura rimane in essere. Nel 1873 Edoardo Marchionni diviene direttore dell’Opificio e del Museo delle Cappelle Medicee. Nel 1882 anche l’Opificio ottiene lo status di museo, evitando l’ulteriore dispersione di pezzi straordinari e Marchionni dà inizio ai lavori per la pavimentazione della Cappella dei Principi, che si concluderanno solo nel 1962.

meno grave del previsto, sebbene molto complesso nella risoluzione e certamente molto oneroso. Dalle indagini è emerso che il rivestimento è composto da blocchi di pietra serena spessi 12 centimetri sui quali sono collocati, con staffe e pece greca, i marmi policromi dello spessore di tre centimetri. Ogni pannello di rivestimento, di peso superiore ai 100 chili, è collegato alla struttura portante con un sistema di tiranti di ferro murati con malta a base di gesso. Si può facilmente immaginare lo stato di conservazione delle parti metalliche nelle zone colpite da umidità a causa di infiltrazioni dall’esterno; la notevole presenza di ruggine e corrosione ha creato uno stato di pericolo diffuso con rischi di cadute. È stato dunque necessario provvedere allo smontaggio di tutti i pannelli che componevano il rivestimento per verificarne lo stato di conservazione e procedere al restauro. Accertata la causa, è stata messa a punto una soluzione che è un vero capolavoro d’ingegno e creatività italiani. La direzione dei lavori, svolta magistralmente da Vincenzo Vaccaro, ha scelto di utilizzare materiali di sicura durata nel tempo, individuati attraverso lo studio storico e già sperimentati nelle antiche costruzioni romane. È ovvio che tutta la zona interessata dai paramenti posti nel Settecento è da restaurare con questa metodologia, lavoro che attende un generoso finanziamento, oltre quello già disposto grazie ai fondi del Polo Museale Fiorentino che permetterà una buona prosecuzione dei lavori.

La tecnica e il progetto didattico In passato la produzione in commesso di pietre dure ha suscitato l’interesse dei sovrani di tutta Europa che stimolò la nascita di vere e proprie imitazioni della manifattura fiorentina; ancora oggi tale interesse è testimoniato dalle migliaia di visitatori che frequentano il museo, custode di capolavori assoluti costituiti dalla Cappella dei Principi con i suoi sotterranei e dalla Sagrestia Nuova di Michelangelo. L’Opificio delle Pietre Dure, fondamentale per la nascita della Cappella e in seguito divenuto museo, reca tutti quegli elementi didattici e tecnici che permettono al pubblico di comprendere il processo evolutivo e la tecnica esecutiva di questa preziosa arte. Anche per i visitatori della Cappella dei Principi credo che possa essere utile mostrare come si ottengono i magnifici commessi che qui si possono ammirare ed è per questo che saranno presto allestite due vetrine ottocentesche con materiali didattici e una breve spiegazione in italiano e in inglese a cura dell’Opificio. Monica Bietti Direttrice del Museo delle Cappelle Medicee

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museo galileo

l Museo Galileo, erede di una tradizione di collezionismo scientifico che vanta quasi cinque secoli di storia, si è sviluppato dall’interesse che i granduchi di Toscana rivolsero agli strumenti e agli esponenti della scienza e ruota intorno alla figura di Galileo Galilei, autorevole quanto discusso protagonista dell’astronomia e della scienza moderna. Il nuovo allestimento museografico intende porre l’accento sull’importanza dell’eredità galileiana nei confronti del patrimonio museale e delle attività di ricerca che identificano la duplice funzione del Museo Galileo Istituto e Museo di Storia della Scienza.

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piazza dei Giudici, 1 aperto: da mercoledì a lunedì 9,30-18, martedì 9,30-13 chiuso: Capodanno, 6 gennaio, Pasqua, 1 maggio, 15 agosto, 1 novembre, 8 dicembre, Natale, 26 dicembre

www.museogalileo.it

mostra

Geometrie dell’illusione. Ottica tra arte e scienza 23 giugno-16 settembre 2012

museo per la matematica

La mostra presenta circa 20 sculture anamorfiche di Stella Battaglia e Gianni Miglietta, artisti fiorentini che hanno collaborato con il Museo Galileo in più occasioni per attività espositive e didattiche. Le opere anamorfiche mostrano un’immagine riconoscibile quando vengono osservate da un determinato punto di vista oppure riflesse in uno specchio, mentre rivelano aspetti inattesi, grazie alle loro forme distorte o frammentate, se osservate da un diverso punto di vista. Si tratta di oggetti realizzati con una rigorosa applicazione delle leggi ottico-geometriche che regolano la proiezione prospettica. La produzione di Stella Battaglia e Gianni Miglietta – che si colloca dunque in un terreno intermedio tra arte e scienza – si collega alla tradizione del quadraturismo, della scenografia prospettica e della ‘prospettiva materiale’. Essa costituisce una sorta di traduzione visuale di alcuni dei temi al centro delle attività di ricerca e divulgazione del Museo Galileo nell’ambito della storia della scienza del disegno, affermatasi a partire dal Rinascimento con l’invenzione della prospettiva lineare. Esiste inoltre una stretta relazione con le collezioni del museo, che includono strumenti scientifici e splendidi ‘giochi’ ottici, come il doppio ritratto di Carlo III duca di Lorena e di sua figlia Cristina, dipinto da Ludovico Buti nel 1593, oppure l’anamorfosi diottrica di Jean-François Niceron.

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l primo museo dedicato completamente alla matematica e alle sue applicazioni è articolato su percorsi coerenti, pensati come mostre indipendenti. Tra le sezioni del museo Oltre il compasso, dedicata alla geometria delle curve, Aiutare la natura: dalle Meccaniche di Galileo alla vita quotidiana, nella quale è possibile interagire con le macchine studiate da Galileo e verificare come continuino a essere usate, e Un Ponte sul Mediterraneo. Leonardo Pisano, la scienza araba e la rinascita della matematica in Occidente, che mette in luce la figura di Leonardo Fibonacci.

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via San Bartolo a Cintoia, 19/a aperto: dal 16 maggio al 30 settembre da lunedì a venerdì 9-13; dal 1 ottobre al 15 maggio lunedì, mercoledì e venerdì 9-13, martedì e giovedì 9-13 e 14-17, domenica 15-19 chiuso: festivi e agosto

www.archimede.ms

sezione del museo

Un Ponte sul Mediterraneo. Leonardo Pisano, la scienza araba e la rinascita della matematica in Occidente Alla fine del XII secolo Guglielmo Bonacci, notaio del Comune di Pisa, condusse con sé il figlio Leonardo alla dogana di Bugia nel Maghreb e lì lo mandò a prendere lezioni di aritmetica e abaco. Per il giovanissimo Leonardo fu la scoperta di una vocazione alla quale dedicò il resto della sua vita. Appresa quanta matematica poteva durante i viaggi nel mondo arabo mediterraneo, ai quali dovette forse l’appellativo di Bigollo, al suo ritorno a Pisa Leonardo Fibonacci riportò le sue conoscenze in una serie di opere che rimasero per secoli senza pari nell’Occidente cristiano: più ampie ed elementari il Liber Abaci e la Practica geometriae, più concise e avanzate il Flos, il Liber quadratorum e l’Epistola ad Magistrum Theodorum. La mostra è composta da pannelli illustrati, da una trentina di opere tra cui riproduzioni di manoscritti di opere di Fibonacci, da altri testi di matematica medievale, pubblicazioni e studi ottocenteschi su Fibonacci e da un plastico che illustra la dislocazione delle scuole d’abaco nella Firenze tardomedievale.


da Imperiale e Reale Galleria dei lavori di commesso in pietre dure, 1858

Su una lunga parete si allineano le vetrine ottocentesche (amorevolmente restaurate e completate di tendine nella parte bassa) che contengono una straordinaria collezione di pietre dure. Qui il sogno classificatorio del museo giunge a perfezione: le pietre si allineano come un campionario e insieme come colori dalla tavolozza di un pittore. Mio padre aveva lavorato in una ditta di marmi e tra i miei primi giochi c’era un campionario che ordinavo e riordinavo, attento ai colori, progressivamente rompendone i singoli pezzi da Il Museo dell’Opificio a Firenze restaurato da Adolfo Natalini, a cura di Adolfo Natalini, 1995

È dalle pietre, e dalla loro tavolozza infinitamente gaia e cangiante, che bisogna partire per capire come nasce un mosaico fiorentino, dal momento che proprio da una felice scelta cromatica dipende in buona parte la riuscita di questa ardua “pittura di pietra”. L’occhio prima di tutto, e poi la mano, allenata e duttile, dell’artefice sono gli strumenti essenziali per il mosaico fiorentino, le cui strumentazioni tecniche vere e proprie sono di una semplicità inversamente proporzionale alla complessità del lavoro da Annamaria Giusti, Guida al museo dell’Opificio delle Pietre Dure di Firenze, 1995

attività aperte al pubblico “effetto restauro” L’iniziativa promuove l’attività dell’Istituto presentando al pubblico alcune delle opere dopo il loro restauro o anche in corso di lavorazione presso i Laboratori dell’Opificio. visite ai Laboratori di restauro Visite guidate ai Laboratori di restauro di via degli Alfani, a quelli presso la Fortezza da Basso, al Laboratorio per il Restauro degli Arazzi in Palazzo Vecchio. Per informazioni e prenotazioni

opd.promozioneculturale@beniculturali.it novità editoriali L’Opificio ha iniziato fin dal 1986 la pubblicazione di una rivista annuale, ‘OPD Restauro’, nella quale sono presentati alcuni dei più significativi restauri e i risultati degli studi e delle ricerche effettuate. • La seconda serie è attualmente al ventitreesimo volume (1, 1989-23, 2011), a cura della casa editrice Centro Di.

Istituto ha origini composite, frutto di un’antica e illustre tradizione e di una moderna e articolata attività, già evidenti nella sua insolita denominazione. Nato nel 1588 come manifattura per la lavorazione di arredi in pietre dure, l’Opificio già dagli ultimi decenni del XIX secolo si applicò al lavoro di restauro. In seguito all’emergenza dell’alluvione del 1966 e all’istituzione del Ministero per i Beni Culturali e Ambientali nel 1975, vennero fusi in un’unica entità l’antico Opificio mediceo e il Laboratorio Restauri della Soprintendenza. Nel 2007 l’Opificio ha acquisito la natura di Istituto Centrale che si è specializzato in attività di restauro, ricerca applicata e attività didattica ed è suddiviso in specifici settori: Arazzi, Bronzi e Armi antiche, Dipinti su tela e su tavola, Pitture murali, Materiali cartacei e membranacei, Materiali lapidei, Mosaico e commesso fiorentino, Oreficerie, Sculture lignee policrome, Materiali ceramici e plastici, Materiali tessili. Annesso all’Istituto, il Museo rispecchia le vicende della sua secolare attività produttiva, attività che ha formato nei secoli prestigiose collezioni di varie regge e musei europei. La collezione vanta esemplari di grande suggestione e raffinatezza, capaci di delineare un percorso storico della manifattura. Vi si conserva inoltre un’importante riserva di marmi antichi e di pietre dure raccolte in funzione della tecnica del commesso.

L’

Opificio via degli Alfani, 78; Fortezza da Basso, viale Strozzi, 1; Palazzo Vecchio, Sala delle Bandiere

Museo via degli Alfani, 78 aperto: da lunedì a sabato 8,15-14, da giugno a novembre (escluso agosto) giovedì 8,15-19 chiuso: domenica e festivi Per informazioni: 055 2651357

www.opificiodellepietredure.it

opificio delle pietre dure e laboratori di restauro di firenze

Sale di ostensione. Queste sale sono state disposte per guisa da presentare i saggi delle pietre nel loro stato naturale ossia in ciottoli, dei quali, tagliati e segati in fette, abbiamo offerta una mostra con lo scopo di far conoscere quali siano le tinte e sfumature che presentano dopo il taglio, non che l’effetto di quelle gradazioni di colori, i quali appariscono nelle pietre dopo ché hanno esse ricevuto il pulimento, che è l’ultima operazione a cui van sottoposti i nostri lavori

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galleria dellʼaccademia

el 1873 il celebre David di Michelangelo fu trasferito da piazza della Signoria alla Galleria dell’Accademia, nella Tribuna appositamente realizzata. Insieme al David la presenza dei Prigioni e del San Matteo indica già La nuova Sala nell’Ottocento la vocazione della Galleria a di documentazione proporsi come museo michelangiolesco. Dal 19 marzo i visitatori possono usufruire Tuttavia il patrimonio della Galleria di un nuovo spazio voluto dalla direttrice deriva in primo luogo dalle raccolte Franca Falletti per informarsi sulle attività della settecentesche dell’Accademia di Galleria e approfondire la conoscenza del patrimonio Belle Arti e dell’Accademia del artistico del museo. La sala al primo piano è dotata di Disegno, arricchite dalle opere touchscreen che forniscono informazioni su mostre, provenienti da vari conventi eventi, percorsi di visita, restauri, curiosità sul David di soppressi: le opere qui riunite, Michelangelo. Dalle postazioni si può accedere al sito insieme ai calchi in gesso, web del museo e alle banche dati con informazioni più svolgevano una funzione didattica approfondite sulle opere esposte; sono inoltre a per gli studenti dell’Accademia. La disposizione dei visitatori i cataloghi e le Galleria oggi custodisce soprattutto pubblicazioni della Galleria. L’ambiente multifunzionale può essere impiegato dipinti di artisti attivi nell’area anche per attività didattiche, fiorentina tra la seconda metà del XIII e la laboratori e seminari di fine del XVI secolo; si segnalano in studio. particolare la collezione di tavole a fondo oro, unica al mondo, i grandiosi polittici tardogotici e la raccolta di icone russe.

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All’interno dell’Accademia, il Dipartimento degli Strumenti Musicali espone, sullo sfondo di scene dipinte raffiguranti la vita musicale della corte medicea insieme a panoplie e nature morte con strumenti musicali, circa 50 strumenti dalle collezioni medicee e lorenesi (XVII-XIX secolo). Nella collezione spiccano esemplari straordinari per la fattura e per il suono (udibile alle postazioni informatiche che illustrano la cultura musicale della Firenze granducale). Fra gli oggetti più preziosi, il violoncello e la viola tenore di Stradivari (1690), unici superstiti del “Quintetto mediceo” appartenuto al Gran Principe Ferdinando. via Ricasoli, 58-60 aperto: da martedì a domenica 8,15-18,50 chiuso: Capodanno, 1 maggio, Natale

www.polomuseale.firenze.it/musei/accademia

museo degli innocenti 26

8 maggio-4 novembre 2012 Arte torna Arte è l’espressione coniata da Luciano Fabro a raccolta di una serie di sue lezioni e conferenze tenute tra il 1981 e il 1997; assumerla quale titolo della mostra equivale a condividere il principio secondo cui, pur nelle diverse modalità e nelle inevitabili fratture, tutta l’arte si dipana da un’unica radice che si articola, con flusso continuo, nei diversi territori della nostra cultura. Il persistere di forme e modelli è l’essenza stessa della storia dell’arte, dei suoi linguaggi e delle sue modalità visive e plastiche; nell’opera dei grandi artisti la meditazione e rielaborazione delle fonti oltrepassa le prassi della copia, del d’après e della citazione e genera creazioni innovative. La mostra guarda dunque alla storia e all’iconologia come forme vive di appartenenza, per una lingua ancora ricca di possibilità interpretative, attraverso le opere di una rosa di artisti di massimo rilievo: Francis Bacon, Louise Bourgeois, Alberto Burri, Antonio Catelani, Martin Creed, Gino De Dominicis, Rineke Dijkstra, Marcel Duchamp, Luciano Fabro, Hans Peter Feldmann, Luigi Ghirri, Antony Gormley, Yves Klein, Jannis Kounellis, Ketty La Rocca, Leoncillo, Sol Le Witt, Eliseo Mattiacci, Olaf Nicolai, Luigi Ontani, Giulio Paolini, Claudio Parmiggiani, Giuseppe Penone, Pablo Picasso, Alfredo Pirri, Michelangelo Pistoletto, Renato Ranaldi, Alberto Savinio, Thomas Struth, Fiona Tan, Bill Viola, Andy Warhol.

comunicazioni del museo Il MUDI chiude ai visitatori dal mese di giugno 2012 per lavori di ristrutturazione

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www.istitutodeglinnocenti.it

Arte torna arte

Per il programma degli eventi collaterali (incontri con artisti, concerti, proiezioni di film e performance): www.polomuseale.firenze.it/musei/accademia

a storia dell’Istituto degli Innocenti inizia nel 1419 con la fondazione dell’antico Spedale affidata all’Arte della Seta grazie al lascito del mercante pratese Francesco di Marco Datini “per principiare uno luogo nuovo […] il quale i fanciulli notrichi e notrire faccia”. La cultura e la bellezza sono state da sempre parte integrante dell’opera sociale ed educativa dell’Istituto degli Innocenti. Nella “fabbrica” progettata da Brunelleschi la modernità dell’architettura rinascimentale si lega strettamente a una nuova concezione dell’assistenza all’infanzia. Il museo attuale – dove si conservano opere importanti quali l’Adorazione dei Magi di Domenico Ghirlandaio, la Madonna con il Bambino di Luca della Robbia, la Vergine e Santi di Piero di Cosimo e una splendida Madonna con il Bambino di Sandro Botticelli – trova spazio nella galleria sopra il portico di facciata, destinata ad “abituro dei fanciulli” nel progetto brunelleschiano. piazza della Santissima Annunziata, 12 aperto: tutti i giorni 10-19 chiuso: Capodanno, Natale

mostra

Laboratori per famiglie vedi p. 57

mostra

Figli d’Italia. Gli Innocenti e la nascita di un progetto nazionale per l’infanzia (1861-1911) fino al 3 giugno 2012 La mostra ricostruisce le vicende dell’Istituto e lo sviluppo delle politiche nazionali sull’infanzia nei primi 50 anni dello Stato unitario e, attraverso video, oggetti, documenti e fotografie d’epoca, racconta la vita quotidiana di 15 bambini vissuti agli Innocenti e in altri brefotrofi italiani tra il 1861 e il 1911. L’esposizione prende avvio dagli ultimi anni di utilizzo della finestra ferrata e dalla sua chiusura che segna la fine dell’abbandono anonimo (1875), illustrando l’evoluzione di spazi e funzioni dell’Ospedale e degli altri enti e intrecciando gli eventi storici con le toccanti biografie dei fanciulli le cui vicende ci parlano non solo di abbandono ma anche di viaggi, ricongiungimenti con la famiglia e creazione di nuovi legami affettivi. In mostra anche l’eccezionale video testimonianza di Rina, oggi centenaria, vissuta in Istituto ai primi del Novecento e poi adottata da una famiglia toscana.


Il museo partecipa agli eventi promossi dal MiBAC e dagli Enti locali, con aperture straordinarie, mostre, convegni e giornate di studio Apertura straordinaria a Pasqua, Pasquetta, 1 maggio e 15 agosto Settimana della Cultura (14-22 aprile) Notte dei Musei (12 maggio) Le Notti dell’Archeologia (luglio 2012) Festa della Rificolona (7 settembre) Giornate Europee del Patrimonio (29-30 settembre) Festa di Santa Reparata (8 ottobre)

musei archeologici

eventi

Museo Archeologico Nazionale

Dal 1881 ha sede nel seicentesco Palazzo della Crocetta, edificato per la principessa Maria Maddalena de’ Medici, sorella di Cosimo II. Il nucleo delle collezioni mediceo-lorenesi del museo si è arricchito nel tempo di importanti opere e reperti dell’arte greca, etrusca e romana, affiancati dall’importante raccolta del Museo Egizio. Tra i grandi bronzi da non perdere la Chimera, trovata ad Arezzo nel 1553, e la statua bronzea dell’etrusco Aule Meteli detta l’Arringatore. Si segnalano inoltre il Vaso François (570 a.C.) nella collezione di ceramica attica figurata e la raccolta di sculture in marmo. Tra i reperti scultorei spicca la produzione etrusca di carattere funerario, con urne cinerarie chiusine o volterrane e sarcofagi in pietra e marmo, fra cui il notissimo Sarcofago delle Amazzoni (IV secolo a.C.). Nel palazzo del museo è ospitato il Museo Egizio di Firenze, secondo in Italia solo a quello di Torino, formato dalle antiche collezioni medicee e da successive acquisizioni dei Lorena. Dal 1880 Ernesto Schiaparelli incrementò la collezione, ulteriormente arricchita da donazioni di privati e di istituzioni scientifiche. Suggestivo infine il giardino, visitabile solo il sabato mattina.

piazza della Santissima Annunziata, 9/b aperto: da martedì a venerdì 8,30-19, sabato e domenica 8,30-14 chiuso: lunedì, Capodanno, 1 maggio, 15 agosto, Natale

www.archeotoscana.beniculturali.it

mostra

Ventagli ad arte progetto di Luisa Moradei 20 aprile-30 settembre 2012 La mostra è stata ispirata dalla presenza nel museo di due preziosi flabelli etruschi e di reperti con raffigurazioni di oggetti simili: l’iconografia classica è infatti ricca di flabelli e ventole come si può osservare nella pittura vascolare attica e italiota e nei sarcofagi etruschi e romani. Accanto ai reperti archeologici, le opere esposte, realizzate per l’occasione da circa 60 tra i maggiori esponenti dell’arte contemporanea italiana, propongono una rivisitazione del ventaglio restituendogli la sua identità artistica e reinterpretano le forme classiche spaziando dalla pittura alla scultura, dall’oreficeria alla tessitura, fino all’espressione sperimentale di materiali a fibre ottiche.

Museo e Istituto Fiorentino di Preistoria “Paolo Graziosi”

Parco Archeologico di Carmignano

Ospitato al primo piano dello storico convento delle Oblate, il museo fu costituito nel 1946 dall’allora sindaco Gaetano Pieraccini e da Paolo Graziosi, antropologo e paletnologo, allo scopo di creare un centro dove raccogliere, classificare e conservare le collezioni preistoriche di varia provenienza esistenti a Firenze. Accessibile al pubblico dal 1975, nel 1998 il museo è stato completamente ristrutturato e arricchito nell’apparato fotografico e didascalico e vanta, oltre a numerosi laboratori, anche una biblioteca composta da circa 3.000 volumi.

Il nuovo polo dell’archeologia riunisce in un unico sistema il Museo Archeologico di Artimino e i siti etruschi del territorio. I quattro siti principali compresi nel Parco Archeologico sono la necropoli di Artimino a Prato Rosello, l’insediamento fortificato di Pietramarina, il Tumulo di Montefortini e la Tomba dei Boschetti a Comeana. Il Museo Archeologico di Artimino espone una collezione di reperti raccolti nel territorio di Carmignano e ordinati secondo un criterio topografico e cronologico in due sezioni dedicate al “mondo dei vivi” e al “mondo dei morti”.

via Sant’Egidio, 21 aperto: lunedì 14-17, martedì e giovedì 9,30-16,30, mercoledì, venerdì e sabato 9,30-12,30 chiuso: Capodanno, Pasqua e lunedì di Pasqua, 1 maggio, settimana di Ferragosto, 24-26 e 31 dicembre

www.museofiorentinopreistoria.it

Museo Archeologico di Artimino piazza San Carlo, Artimino aperto: lunedì, martedì, giovedì e venerdì 9,30-13, sabato e domenica 10-13 e 15-18 chiuso: Pasqua, 15 agosto, Natale

www.parcoarcheologicocarmignano.it

Villa Corsini La villa, in località Castello, fu donata allo Stato italiano nel 1968. Già deposito di pezzi archeologici della Soprintendenza Archeologica della Toscana, è stata completamente restaurata e oggi il nuovo allestimento espone nelle sale affrescate un importante nucleo di sculture antiche, tra cui l’Arianna dormiente e l’Apollo saettante recentemente restaurato. L’Antiquarium illustra inoltre i risultati di studi e ricerche su reperti di provenienza locale datati dall’Età del Ferro alla romanizzazione. via della Petraia, 38 aperto: sabato e domenica 9,30-13 chiuso: Capodanno, Natale, 26 dicembre

www.polomuseale.firenze.it/ musei/villacorsini

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colonne e obelischi

Le più antiche colonne disseminate nel tessuto urbano fiorentino rimandano alla tradizione medievale di innalzare elementi architettonici posti a segnare l’incrocio di più assi stradali, a memoria di eventi significativi, vittorie belliche e fatti miracolosi verificatisi in città; in pieno Rinascimento continuano ad assumere un ruolo storico e religioso, ma anche celebrativo della casata regnante, fulcro del disegno complessivo di rinnovamento dell’immagine urbana condotto dai primi granduchi con gusto antiquario. Alla rinascita dell’antico rimandano anche gli obelischi egizi trasferiti in Italia già in epoca romana, le cui forme e il cui significato monumentale sono ripresi nelle nuove colonne commissionate dopo l’unità d’Italia per qualificare gli spazi urbani fiorentini. Obelischi di Santa Maria Novella dal 1563 in questa piazza il 23 giugno si correva il Palio dei cocchi. Il circuito era segnato da mete in legno, sostituite nel 1608 dai due obelischi in marmo mischio di Seravezza (o breccia medicea). Le grandi “aguglie”, cavate già nel 1570 sotto la guida di Ammannati, poggiano su tartarughe in bronzo, probabile opera di Giambologna. I basamenti in pietra arenaria sono frutto di un restauro settecentesco, mentre le specchiature in marmo rosso risalgono agli anni sessanta del Novecento.

Colonna della Croce al Trebbio la colonna si dice eretta nel 1338 a memoria della vittoria dei cavalieri di Santa Maria – capitanati dal domenicano Pietro da Verona, poi san Pietro martire – sugli eretici catari (1244). Dal sedile circolare in pietra si eleva il fusto in granito grigio orientale concluso dal capitello con i simboli degli evangelisti. La colonna è sormontata da un crocifisso, protetto da una tettoia e accompagnato dalla figura di san Pietro martire. L’iscrizione latina alla base ricorda la data di posa della colonna, eretta in sostituzione di un’altra voluta dai santi Zanobi e Ambrogio. tra via del Trebbio e via delle Belle Donne

piazza di Santa Maria Novella

Colonna della Giustizia arrivata da Roma il 27 settembre 1563 dopo un viaggio durato oltre un anno, l’antica colonna in granito orientale grigio dalle terme di Caracalla fu donata ai Medici da papa Pio IV. Fu innalzata due anni dopo, come parte integrante degli apparati per l’ingresso a Firenze di Giovanna d’Austria, sposa di Francesco I. La colonna, che evoca un monumento all’antica, fu in seguito dotata della base e capitello in marmo bianco di Pietrasanta e del piedistallo in breccia medicea. La statua della Giustizia in porfido rosso, composta da pezzi di reimpiego, fu realizzata da Francesco e Romolo del Tadda e posizionata nel 1581.

Colonna di San Felice

piazza di Santa Trinita

la piazza nel Quattrocento ospitava una colonna, poi scomparsa in epoca imprecisata. Quella attuale in breccia medicea, voluta da Cosimo I, fu qui posta nel 1572: le operazioni di estrazione e di trasporto del grande monolito necessitarono della supervisione di Bartolomeo Ammannati. Proprio a causa delle grandi dimensioni la colonna si spezzò durante la messa in opera e fu necessario imperniare i due monconi; doveva essere coronata da una scultura raffigurante la Religione, ma rimase incompleta. Rimossa nel 1838 per volontà di Leopoldo II, è stata ricollocata nella piazza solo nel 1992. piazza di San Felice

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L’illustrazione è stata realizzata da Inklink Firenze e Roberto Innocenti. Il copyright è di NexusCom S.R.L. per Alessandro Rabatti

Colonna di Santa Felicita la tradizione che lega la colonna in granito grigio orientale alla memoria dello scontro tra i catari e le milizie di Pietro da Verona (1244) deriva dall’immagine del frate, qui collocata nel XV secolo, insieme al capitello corinzio, da Amerigo de’ Rossi. Furono i suoi discendenti a sostituire nel Settecento la statua fittile con una nuova figura del frate in pietra, opera di Antonio Montauti. Danneggiata nel 1944, la colonna fu in seguito parzialmente riassemblata e riposizionata in loco. piazza di Santa Felicita


l’obelisco venne eretto nel 1882 per commemorare i volontari toscani caduti nelle tre guerre di indipendenza. Opera di Giovanni Pini, raggiunge l’altezza di 15 m, alternando pietra lavica (basamento, base del piedistallo inferiore e stelo) e pietraforte (piedistalli modanati) su cui sono affisse targhe ed elementi celebrativi in bronzo e marmo. Fra i più significativi episodi di arredo urbano legati all’epopea risorgimentale, è punto di partenza dei cortei per le manifestazioni del 25 aprile, del 2 giugno e dell’11 agosto. piazza dell’Unità italiana

Colonna di San Zanobi con base in marmo bianco e fusto in cipollino orientale, coronato da una ghiera fronzuta in ferro e da una croce in pietra, la colonna fu eretta nel luogo in cui si verificò un evento miracoloso. Durante il trasporto delle reliquie del vescovo san Zanobi dalla chiesa di San Lorenzo alla cattedrale di Santa Reparata, un olmo secco venne urtato dal sarcofago del santo e immediatamente rinverdì. La colonna, collocata nel 1334, sostituisce quella originale in granito travolta durante l’alluvione del 1333.

Colonne saracene le due grandi colonne di porfido furono riportate dai pisani da Maiorca in seguito alla campagna di conquista intrapresa contro i musulmani nel 1113. Le colonne furono donate ai fiorentini come ringraziamento per aver difeso Pisa dall’offensiva di Lucca durante la campagna delle Baleari.

piazza San Giovanni

piazza San Giovanni addossate al fronte est del Battistero

Colonna dell’Abbondanza

colonne e obelischi

Obelisco di piazza dell’Unità

eretta nel 1431, questa colonna in granito grigio dell’Elba era sormontata dalla Dovizia di Donatello in pietra serena. Una campana fissata sul fusto segnava l’orario di apertura e chiusura del mercato che aveva sede nella piazza. Alla base due catene con collare servivano per esporre alla gogna truffatori e debitori insolventi. Nel 1722 la Dovizia, ridotta in frantumi, fu sostituita da una statua simile di Giovan Battista Foggini. Smontata durante le demolizioni ottocentesche del centro storico, solo nel 1956 la colonna fu ricollocata nella piazza e alla sua sommità venne posta una copia della Dovizia in pietra arenaria, eseguita da Mario Moschi. piazza della Repubblica

Obelisco di Boboli l’obelisco egizio in granito rosso di Assuan fu collocato nell’anfiteatro per volontà di Pietro Leopoldo di Lorena (1790), su un basamento con tartarughe in bronzo realizzato da Gasparo Maria Paoletti; nella prima metà dell’Ottocento Pasquale Poccianti vi abbinò una fontana con vasca in granito proveniente da Roma. In precedenza l’obelisco, già trasferito a Roma nel I secolo a.C. e acquistato nel Cinquecento dal cardinale Ferdinando de’ Medici, si trovava sul Pincio nel giardino di Villa Medici. I geroglifici scolpiti sull’obelisco rimandano al regno di Ramesse II (XIII secolo a.C.). giardino di Boboli, anfiteatro

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musei civici fiorentini

Musei Civici Fiorentini, costituiti da un’articolata varietà di collezioni, hanno il compito di conservare e valorizzare il patrimonio d’arte civico favorendo un’ampia fruizione pubblica. Fanno parte di tale patrimonio anche alcune delle più importanti chiese fiorentine, edifici religiosi e numerose raccolte ricevute in dono da collezionisti, artisti e istituzioni cittadine.

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www.museicivicifiorentini.it

Museo di Palazzo Vecchio Il Palazzo della Signoria, eretto nel 1299 per ospitare il Gonfaloniere e i Priori delle Arti, si trasforma in reggia ducale alla metà del XVI secolo per la corte di Cosimo de’ Medici. Nel percorso di visita si ammirano il Cortile di Michelozzo, il Salone dei Cinquecento, i Quartieri di Leone X, degli Elementi e di Eleonora, lo Studiolo di Francesco I e altri ambienti. Opere da non mancare: il Putto del Verrocchio, la Giuditta di Donatello, il Genio della Vittoria di Michelangelo e le pitture di Vasari, Ghirlandaio, Salviati e Bronzino. piazza della Signoria aperto: da aprile a settembre da venerdì a mercoledì 9-24, giovedì 9-14; da ottobre a marzo da venerdì a mercoledì 9-19, giovedì 9-14. Salvo aperture straordinarie. chiuso: Natale

focus Tracce di Firenze. Palazzo Vecchio racconta la città Dal 26 marzo Palazzo Vecchio ospita Tracce di Firenze, una nuova sezione espositiva che apre al piano terreno, in due sale accessibili dal Cortile della Dogana. Questa nuova realtà museale offre una panoramica dell’evoluzione urbanistica, paesaggistica, sociale e culturale di Firenze, attraverso l’allestimento permanente di una selezione di incisioni, disegni e dipinti che documentano l’aspetto della città nel corso dei secoli e una sezione dedicata alle esposizioni temporanee su temi attinenti alla storia locale. Tracce di Firenze, che trae origine dalle collezioni dell’ex Museo storico-topografico “Firenze com’era”, si propone come un primo saggio del riordinamento delle testimonianze esistenti sulla storia della città, uno stimolo alla valorizzazione di tale patrimonio all’interno di Palazzo Vecchio, destinato sempre più alla fruizione museale secondo il recente Piano Unitario di Valorizzazione dell’edificio. Palazzo Vecchio si arricchisce dunque di un nuovo racconto per immagini che ripercorre le ‘tracce’ della storia della città in quanto urbs (forma urbana) e in quanto civitas (identità politica, sociale e culturale). La sezione permanente include alcuni capisaldi dell’iconografia di Firenze, come la suggestiva riproduzione pittorica della Veduta della Catena o la celebre pianta prospettica di Stefano Bonsignori, e numerose opere di artisti di rilievo, tra i quali Livio Mehus, Thomas Patch, Giuseppe Zocchi, Lorenzo Gelati e Giovanni Signorini. Nel 2012 la sezione temporanea ospiterà La Firenze di Ottone Rosai, una raccolta di sei tele e quattro bozzetti donata al Comune nel 1963 dalla vedova e dal fratello dell’artista e finora inaccessibile al pubblico.

foto Francesca Anichini

www.museicivicifiorentini.it/ palazzovecchio

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Il Palazzo dei Fiorentini 1 aprile, 13 maggio, 10 giugno, 9 settembre 2012 Aperture straordinarie per i nati e/o residenti a Firenze e provincia. Oltre all’ingresso libero e alle attività guidate a Palazzo Vecchio dalle 9 alle 24, è possibile visitare gratuitamente il Museo Stefano Bardini dalle 11 alle 17 e la Fondazione Salvatore Romano dalle 10 alle 16. Per partecipare è necessaria la tessera gratuita ‘Un bacione a Firenze’, disponibile presso gli URP. prenotazione obbligatoria 055 2768224/2768558 info.museoragazzi@comune.fi.it Programma dettagliato su www.museicivicifiorentini.it

Silvia Colucci e Serena Pini Curatrici


Lo scavo archeologico nei sotterranei di Palazzo Vecchio ha consentito di riportare alla luce i resti del teatro romano (I-II secolo d.C.). Attraverso una serie di passerelle è possibile visitare le suggestive vestigia del monumento antico e le successive stratificazioni medievali. Visitabile su prenotazione tramite visite guidate. Parzialmente accessibile ai disabili motori (accompagnati) e per motivi di sicurezza non accessibile ai minori di 8 anni. Prenotazioni: 055 2768224/2768558 info.museodeiragazzi@comune.fi.it

www.palazzovecchio-museoragazzi.it

Fondazione Salvatore Romano

Museo del Bigallo

Museo Stefano Bardini

Il museo, ospitato nella loggia un tempo sede della Compagnia Maggiore di Santa Maria del Bigallo, conserva affreschi del XIV secolo, tra i quali la Madonna della Misericordia raffigurante la prima immagine della città (1342). Tra le opere esposte, preziose tavole del XIV e XV secolo, come il trittico di Bernardo Daddi e i dipinti di Domenico di Michelino e del Maestro di San Miniato, oltre a sculture dell’architetto della Loggia Alberto Arnoldi.

Stefano Bardini (1854-1922) creò un museo nel palazzo acquistato nel 1881 per svolgere la sua attività antiquariale. Passato al Comune di Firenze nel 1922, il museo presenta oggi un allestimento che recupera il progetto originale dell’antiquario. Tra gli oltre 2.000 dipinti, sculture e oggetti di arti applicate, da non mancare la Carità di Tino da Camaino, la Madonna dei Cordai di Donatello, il San Michele Arcangelo di Antonio del Pollaiolo, l’Atlante del Guercino e il famoso Porcellino in bronzo di Pietro Tacca. Interessanti le raccolte di medaglie, bronzetti e tappeti orientali, i cassoni quattrocenteschi e la preziosa armeria.

piazza San Giovanni, 1 aperto: da lunedì al sabato 10,30-16,30, domenica 10,30-13,30 Ingresso ogni ora, su appuntamento, con visite accompagnate 055 288496 bigallo@comune.fi.it chiuso: Capodanno, 1 maggio, Natale

www.comune.fi.it

Nell’antico Cenacolo di Santo Spirito si conservano sculture e frammenti di decorazioni architettoniche e pitture murali, in larga parte medievali, donate alla città nel 1946 dall’antiquario Salvatore Romano. piazza Santo Spirito, 29 aperto: da sabato a lunedì 10-16 chiuso: Capodanno, Pasqua, 1 maggio, 15 agosto, Natale

www.museicivicifiorentini.it/romano

Cappella Brancacci La duecentesca chiesa del Carmine accoglie la Cappella Brancacci, capolavoro universalmente noto per gli affreschi del ciclo delle Storie di San Pietro di Masaccio e Masolino. Eseguiti negli anni 1425-1427, gli affreschi rimasero incompiuti e furono terminati da Filippino Lippi fra il 1481 e il 1482. Il percorso museale include anche il chiostro e la Sala del Cenacolo di Alessandro Allori. piazza del Carmine, 14 aperto: lunedì e da mercoledì a sabato 10-17; domenica e festività religiose infrasettimanali 13-17 chiuso: Capodanno, 7 gennaio, Pasqua, 1 maggio, 1 luglio, 15 agosto, Natale

www.museicivicifiorentini.it/brancacci

Museo di Santa Maria Novella Il percorso museale nel convento di Santa Maria Novella comprende i chiostri decorati tra il XIV e il XV secolo − tra i quali il Chiostro Verde con importanti pitture di Paolo Uccello −, il Cappellone degli Spagnoli decorato da affreschi di Andrea di Bonaiuto, la Cappella degli Ubriachi e l’antico Refettorio con interventi tardocinquecenteschi di Alessandro Allori. piazza Santa Maria Novella aperto: da venerdì a lunedì 10-16 chiuso: Capodanno, Pasqua, 1 maggio, 15 agosto, Natale

www.museicivicifiorentini.it/smn

La casa-studio di Rinaldo Carnielo (1853-1910) e Collezioni del Novecento con la Raccolta Alberto Della Ragione e le Donazioni FeiRosai e Palazzeschi sono temporaneamente chiuse al pubblico.

musei civici fiorentini

Il teatro romano di Firenze (Palazzo Vecchio)

via dei Renai, 37 aperto: da venerdì a lunedì 11-17; gli altri giorni, gruppi su prenotazione chiuso: Capodanno, Pasqua, 1 maggio, 15 agosto, Natale

www.museicivicifiorentini.it/bardini

focus

Forme d’arte per le fantasie dei fiorentini: il Museo Stefano Bardini e il Museo del Bigallo, due opere e una leggenda

Inutile avventurarsi nelle oscure origini delle leggende popolari, niente trapela dai testi storici per far luce su fatti che portarono la Confraternita del Bigallo e Bernardo Vecchietti a raffigurare il demonio in due emblemi legati indissolubilmente alla storia culturale e sociale di Firenze. Sulla facciata della Loggia del Bigallo sono dipinti due affreschi di Ventura di Moro e Rossello di Jacopo Franchi, databili alla metà del Quattrocento. Sull’affresco di destra, meglio conservato, si vede san Pietro martire che predica alla folla mentre un cavallo nero galoppa all’orizzonte. L’immagine si riferisce alla leggenda popolare che racconta come, mentre il santo stava predicando sulla pubblica piazza, apparve all’improvviso un cavallo nero imbizzarrito che si lanciò sulla folla. San Pietro martire riconobbe nel cavallo una manifestazione del demonio e, con il solo segno della croce, riuscì a farlo dileguare. La fantasia popolare ha voluto che il punto in cui il cavallo scomparve fosse il canto di Palazzo Vecchietti per il quale, tre secoli più tardi, Bernardo Vecchietti chiese al Giambologna di realizzare un diavolino ad uso di portabandiera. La scultura, conservata oggi nel Museo Stefano Bardini, racconta nelle belle forme volute dal Giambologna la magia e la fantasia legata ai misteri della natura. Un diavolino o un satiro? Certo per i fiorentini di allora l’ombra nera del cavallo impazzito e lo sguardo inquieto del Diavolino dovevano sortire l’effetto di un brivido, soprattutto fra le ombre della notte e la scarsa luce delle candele. Antonella Nesi Curatrice del Museo Stefano Bardini

opere prestate da musei e collezioni comunali dal Museo Stefano Bardini • Desiderio da Settignano, Gesù Bambino benedicente ospite a: Illegio (UD), Casa delle Esposizioni per la mostra: I bambini e il cielo. L’età divina dell’uomo dal 28 aprile al 30 settembre 2012 dalle Collezioni del Novecento • 67 dipinti; 13 sculture ospiti a: Viareggio, Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea ‘Lorenzo Viani’ per la mostra: Il Novecento nelle collezioni civiche di Firenze dal 26 maggio al 25 novembre 2012

dalla chiesa di San Salvatore al Monte • Giovanni dal Ponte, Maria Vergine con il Divin Fanciullo ospite a: Firenze, Galleria degli Uffizi per la mostra: Bagliori dorati. Il gotico internazionale a Firenze 1375-1440 dal 19 giugno al 4 novembre 2012 dalla chiesa di Santa Maria Novella Busto reliquiario di una santa ospite a: Firenze, Galleria degli Uffizi per la mostra: Bagliori dorati. Il gotico internazionale a Firenze 1375-1440 dal 19 giugno al 4 novembre 2012

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palazzo medici riccardi

due passi dal Duomo, il palazzo è uno degli edifici più interessanti del cuore di Firenze, sia dal punto di vista architettonico e artistico che per il livello delle proposte culturali ideate dall’amministrazione provinciale, che qui ha sede. Il percorso museale comprende il cortile di Michelozzo, la Cappella dei Magi affrescata da Benozzo Gozzoli, la Galleria con gli affreschi di Luca Giordano e il Museo dei Marmi.

A

via Cavour, 3 aperto: tutti i giorni 9-19 chiuso: mercoledì

museo richard ginori

www.palazzo-medici.it www.provincia.fi.it

mostra

Le stanze dei tesori. Meraviglie dei collezionisti nei musei di Firenze fino al 15 aprile 2012

Il Museo dei Marmi Nella sala sotterranea, sul lato nord del giardino, è esposto un nucleo di sculture di età classica, selezionate tra le oltre 160 opere della collezione Riccardi. Tra le raccolte più significative di sculture antiche presenti in città tra il Cinquecento e il Seicento, la collezione creata dal banchiere e umanista Riccardo Riccardi (1558-1612) trovò collocazione nel palazzo di via Larga nel 1659, quando la residenza fu acquistata dalla sua famiglia. I marmi Riccardi rimasero nel palazzo anche dopo la rovina economica della famiglia, seguita dal passaggio dell’edificio al demanio granducale (1814).

el museo trovano collocazione le raccolte storiche dell’antica manifattura di Doccia, esposte in studiato contrasto con l’edificio rettilineo e scabro, esempio di architettura toscana dell’inizio degli anni sessanta. Il binomio Richard Ginori identifica le due dinastie che hanno guidato la manifattura: nel Settecento i Ginori e poi i Richard, dal 1896 al 1960 circa. Meta irrinunciabile per gli appassionati di arti decorative e design, conserva grandi sculture in porcellana bianca, rari calchi in cera da modelli di Foggini e Soldani Benzi, galanterie settecentesche, sedili da giardino in maiolica, vasi Liberty, ceramiche firmate Gio Ponti, prototipi di noti designer e molto altro.

N

viale Pratese, 31, Sesto Fiorentino aperto: da mercoledì a sabato 10-13 e 14-18

www.museodidoccia.it

I 22 busti sono stati selezionati e sottoposti a un intervento di pulitura in occasione della mostra Volti di marmo (2001-2002) e da allora costituiscono un museo permanente di scultura antica a Palazzo Medici Riccardi. Il Museo dei Marmi intende dare un’idea della qualità della raccolta che vantava esemplari da originali greci quali il Busto di giovane atleta, il Busto di Eracle e quello di Asclepio, oltre a rarissimi esempi di ritrattistica come il Busto di bambino e il Busto di Sabina, uno dei più raffinati ritratti della moglie dell’imperatore Adriano.

Splendida mostra di opere provenienti da vari musei cittadini e italiani che celebra il periodo in cui la città fu scelta come dimora ideale da raffinati e facoltosi anglosassoni. Tra Otto e Novecento alcuni collezionisti italiani e stranieri residenti a Firenze arredarono secondo il gusto eclettico le ville o i palazzetti che in seguito donarono alla città insieme alle raccolte d’arte. www.stanzedeitesori.it

mostra

Urbano Lucchesi: mondo rurale e soggetti di fantasia nelle maioliche Ginori di fine Ottocento fino al 14 aprile 2012 La prima rassegna dedicata alle maioliche dello scultore da poco riscoperto, che fu direttore artistico della Manifattura di Doccia dal 1880 al 1900 circa. Il museo ha recentemente acquisito un nucleo di opere che sono esposte al pubblico per la prima volta: si tratta di più di 50 tra maioliche, porcellane, gessi e acquerelli con soggetti di fantasia o ispirati al mondo rurale.


ville medicee

Villa medicea di Cerreto Guidi

Villa medicea di Castello

primo proprietario e committente: Cosimo I de’ Medici. architettura: edificata nel 1556 come residenza di caccia, fu terminata in base a un progetto attribuito a Buontalenti. da vedere: museo dal 1978, conserva mobili e ritratti medicei; dal 2002 accoglie il Museo Storico della Caccia e del Territorio.

primi proprietari: Lorenzo e Giovanni di Pierfrancesco de’ Medici (dal 1477). committente: Cosimo I de’ Medici. architettura: tra le più antiche residenze suburbane dei Medici, villa e giardino furono rinnovati nel XVI secolo; vi lavorarono Tribolo, Vasari e Buontalenti. da vedere: visitabile solo il giardino, considerato da Vasari uno dei più splendidi d’Europa, con la Grotta degli Animali e la fontana di Ercole e Anteo di Ammannati.

via dei Ponti Medicei, 7, Cerreto Guidi aperto: tutti i giorni, 8,15-19 chiuso: secondo e terzo lunedì del mese, Capodanno, 1 maggio, Natale

via di Castello, 47 - Loc. Castello aperto: da novembre a febbraio 8,15-16,30, in marzo 8,15-17,30, in aprile, maggio, settembre, ottobre 8,15-18,30, da giugno ad agosto 8,15-19,30 chiuso: secondo e terzo lunedì del mese, Capodanno, 1 maggio, Natale

www.polomuseale.firenze.it/musei/ cerretoguidi

www.polomuseale.firenze.it/musei/ villacastello

Villa medicea di Poggio a Caiano foto Francesca Anichini

primo proprietario e committente: Lorenzo il Magnifico. architettura: progettata da Giuliano da Sangallo, rispecchia le tendenze umanistiche dell’architettura ispirata all’antico (1485-1492); fu conclusa nella prima metà del Cinquecento per volontà del futuro Leone X. da vedere: affreschi di Andrea del Sarto, Pontormo, Franciabigio e Alessandro Allori.

Parco mediceo di Pratolino Villa Demidoff

piazza Medici, 14, Poggio a Caiano aperto: tutti i giorni, da novembre a febbraio 8,15-16,30, in marzo e ottobre 8,15-17,30 (con ora legale 18,30), in aprile, maggio, settembre 8,15-18,30, da giugno ad agosto 8,15-19,30 chiuso: secondo e terzo lunedì del mese, Capodanno, 1 maggio, Natale

www.polomuseale.firenze.it/musei/ poggiocaiano

Museo della Natura Morta Allestito nella Villa medicea di Poggio a Caiano, il museo è un unicum in Italia ed espone oltre 200 dipinti databili fra il tardo Cinquecento e la metà del Settecento, provenienti dalle collezioni medicee. Prenotazione obbligatoria 055 877012 Visite accompagnate (non guidate) ogni ora dalle 9 (la visita delle 13 non viene effettuata)

La nuova Sala del Fregio Dal 3 marzo è aperta al pubblico una nuova sala della villa che prende il nome dallo splendido fregio in terracotta invetriata (1490 circa), collocato in origine sulla facciata. Vi sono esposti inoltre l’arazzo con La caccia al cigno (15771578), tessuto da Benedetto Squilli su disegno di Alessandro Allori, e un modello ligneo moderno che illustra l’originale progetto di Giuliano da Sangallo per la villa. Inoltre la sala ospita temporaneamente un importante dipinto seicentesco recentemente restaurato con l’albero genealogico dei Medici, concesso dalla Compagnia dei Buonomini di San Martino di Firenze.

Villa medicea della Petraia primi proprietari: i Brunelleschi; gli Strozzi. committente: cardinale Ferdinando de’ Medici. architettura: proprietà medicea dal 1532 e modificata da Ferdinando nella seconda metà del secolo, nel Seicento vi intervenne Giulio Parigi. da vedere: la decorazione degli interni e gli arredi ottocenteschi; la sala da ballo con affreschi del Volterrano (XVII secolo); il giardino formale progettato dal Tribolo e la fontana con la Fiorenza di Giambologna, proveniente dalla Villa di Castello.

primi proprietari: la famiglia Medici. committenti: Francesco I de’ Medici (1568); Ferdinando III di Lorena (1819); Leopoldo II di Lorena (1837); Paolo Demidoff (1870). Nel 1981 il complesso venne acquistato dalla Provincia di Firenze e destinato a uso pubblico. architettura: la villa medicea, progettata da Buontalenti e demolita nel 1822, si trovava nel grande parco imitato in tutta Europa per il suo complesso di giochi d’acqua, automi e fontane. L’attuale Villa Demidoff deriva da un adattamento dell’antica “paggeria”, mentre la trasformazione del giardino in parco all’inglese si deve a Joseph Fritsch nel periodo lorenese. da vedere: il parco con alberi secolari e il Colosso dell’Appennino e la fonte del Mugnone (Giambologna), la grotta di Cupido (Buontalenti, 1577), il Casino di Montili (de Cambray Digny, 1820 circa) e la Cappella a pianta esagonale (Buontalenti, 1580).

via della Petraia, 40 - Loc. Castello aperto: tutti i giorni, da novembre a febbraio 8,15-16,30, in marzo 8,15-17,30, in aprile, maggio, settembre, ottobre 8,15-18,30, da giugno ad agosto 8,15-19,30 chiuso: secondo e terzo lunedì del mese, Capodanno, 1 maggio, Natale

via Fiorentina, 282 - Loc. Pratolino, Comune di Vaglia aperto: da aprile a ottobre. In aprile e ottobre domenica e festivi 10-17; in maggio e settembre sabato, domenica e festivi 10-18; da giugno ad agosto sabato, domenica e festivi 10-19 L’apertura del parco è soggetta alle condizioni meteorologiche e climatiche. Nei giorni di chiusura i gruppi possono visitare su richiesta la zona centrale del parco: parcpra@provincia.fi.it 055 409427

www.polomuseale.firenze.it/musei/petraia

www.provincia.fi.it/pratolino

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palazzo strozzi

alazzo Strozzi, uno degli esempi più noti di architettura privata rinascimentale, fu commissionato dal mercante fiorentino Filippo Strozzi e iniziato nel 1489 forse su progetto di Benedetto da Maiano. La costruzione, portata a compimento nel 1538, rimase agli Strozzi fino al 1937. Nel 2006 il Comune, la Provincia, la Camera di Commercio di Firenze e un’Associazione di privati hanno dato vita alla Fondazione Palazzo Strozzi, creando il più importante polo espositivo di Firenze. Palazzo Strozzi ospita ogni anno due grandi mostre ed è sempre aperto al pubblico con un’esposizione permanente sulla storia del palazzo e della famiglia Strozzi.

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piazza Strozzi aperto: tutti i giorni 9-20, giovedì 9-23

www.palazzostrozzi.org

Nell’anno in cui ricorre il quinto centenario della morte di Amerigo Vespucci, questa mostra celebra i forti legami fra vecchio e nuovo continente, illustrando la cerchia cosmopolita che congiunse Firenze al nuovo mondo e trasmise in America cultura e raffinatezze europee. Con questa esposizione si intende mettere in evidenza il rapporto dei pittori impressionisti americani con l’Italia e in particolare con la città a partire dagli ultimi decenni del XIX secolo. Il flusso di artisti americani verso l’Europa, dove l’Italia rappresentava per molti un polo di attrazione irrinunciabile, ebbe un notevole incremento dopo la fine della guerra di Secessione nel 1865 e fu costante fino all’inizio del XX secolo. Nelle sei sezioni della mostra sono rappresentati 32 artisti americani che lavorarono a Firenze – alcuni notissimi come Sargent, altri meno conosciuti e presentati per la prima volta in Italia –, insieme a pittori fiorentini e toscani che si avvicinarono alla maniera ricca di suggestioni letterarie promossa dai circoli più esclusivi della colonia cosmopolita. Nella mostra sono rappresentati pittori che, pur non aderendo in maniera esplicita al nuovo linguaggio, furono maestri fondamentali per le più giovani generazioni americane e per la nascita di una pittura nazionale: William Morris Hunt, John La Farge, Thomas Eakins. Seguono i grandi precursori come John Singer Sargent, Mary Cassatt, James Abbott McNeill Whistler, che vantavano una forte componente cosmopolita. Il centro dell’esposizione è costituito dalle opere di artisti che soggiornarono a Firenze: fra questi alcuni esponenti del gruppo impressionista americano dei Ten American Painters, come William Merrit Chase e Frederick Childe Hassam. Anche Frank Duveneck ebbe un ruolo importante per le relazioni fra artisti americani e locali, riunendo intorno a sé una scuola, i cosiddetti Duveneck boys. La vita e l’attività degli americani a Firenze si intreccia con quella di intellettuali, collezionisti, scrittori, critici d’arte loro connazionali: Gertrude Stein, Mabel Dodge, Bernard Berenson, i fratelli Henry e William James, Egisto Fabbri e la sua famiglia, Mabel Hooper La Farge, Bancel La Farge, Charles Loeser, Edith Wharton. Le colonie degli americani, pur vivendo isolate dalla popolazione locale, recepirono la lezione della più moderna pittura italiana contemporanea ed ebbero un certo impatto su artisti e intellettuali italiani, anche perché introdussero stili di vita raffinati e cosmopoliti e, relativamente alle donne, atteggiamenti più liberi e spregiudicati.

Americani a Firenze Sargent e gli impressionisti del Nuovo Mondo a cura di Francesca Bardazzi e Carlo Sisi 3 marzo-15 luglio 2012

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Famiglie a Palazzo Strozzi in occasione della mostra, attività didattiche per famiglie vedi pp. 54-56


attività collaterali alla mostra

Camera con vista La camera d’albergo di Sargent apre la sezione incentrata sui luoghi nei quali si svolgeva la vita degli americani a Firenze: l’albergo, prima tappa dell’arrivo in città; il mercato, luogo nuovo per gli americani pieno di chiasso, colori e odori; la villa sulle colline, ambita per la posizione lontana dalla confusione cittadina e a contatto con la natura e il paesaggio.

Giovani e adulti a Palazzo Strozzi Un ricco programma di eventi, conferenze, corsi e altro ancora invita giovani e adulti a esplorare diverse espressioni artistiche, in particolare pittura, poesia, teatro, letteratura, danza e cinema

Americani a Firenze Autoritratti e ritratti di artisti, intellettuali, scrittori e critici d’arte americani che soggiornarono a Firenze. Tra questi, il Ritratto di Chase, dipinto da Frank Duveneck nel 1876, documenta il costume diffuso fra gli artisti legati da esperienze comuni di ritrarsi a vicenda. Fanno da contrappunto ai volti dei protagonisti disegni e illustrazioni che documentano le ville e i giardini frequentati durante il soggiorno fiorentino. Il circolo di Egisto Fabbri: intellettuali e pittori Il clima intellettuale e spirituale dei circoli americani in città rispecchia l’ambiente di Egisto Fabbri, pittore e collezionista newyorkese ma di origini italiane. La sezione illustra la formazione dei pittori americani della sua generazione, inizialmente poco inclini ad accogliere le suggestioni dell’impressionismo, e la loro successiva adesione alle moderne correnti europee. Fra le opere esposte, ritratti dell’élite americana eseguiti da connazionali formatisi a contatto con l’arte europea, a confronto con quelli dei più richiesti ritrattisti italiani Boldini, Corcos e Gordigiani. Completano la sezione alcuni ritratti femminili che evidenziano il desiderio di emancipazione delle donne americane. L’immagine di Firenze e della Toscana I panorami della città, le vedute della campagna e dei luoghi della Toscana furono tra i soggetti più amati dagli artisti americani che li raffigurarono spesso secondo le trasfigurazioni letterarie indotte dai romanzi. Quando i pittori americani si immersero nel paesaggio toscano idealizzato dalla letteratura si trovarono a confrontare quella misura e quell’eleganza con la natura sconfinata e selvaggia del loro paese; le loro opere dialogano con quelle dei pittori toscani in cui si possono riscontrare evidenti affinità, come quelle tra Buoi di Carrara di Sargent e Mattino a Pietramala di Signorini. Il culto del Rinascimento Il culto del Rinascimento venne celebrato con particolare devozione dalla colonia anglosassone; in questa sezione sono esposte opere che ribadiscono la passione per gli old masters, studiati e copiati dai sentimental travellers, come lo studio della Notte di Michelangelo eseguito dal giovane Sargent. L’America al filtro della pittura e del romanzo L’ultima sezione propone un salto al di là dell’Atlantico al seguito degli artisti rimpatriati dall’Europa e impegnati a illustrare il paesaggio americano – spesso dipinto en plein air – e gli interni delle case. Frequenti soggetti furono le donne impegnate nelle attività quotidiane, spesso vestite di bianco a simboleggiare purezza, giovinezza e ottimismo della classe media americana; donne ritratte e donne pittrici in cerca di una loro autonomia sociale e artistica.

prossima mostra Anni Trenta. Le arti in Italia durante il fascismo a cura di Antonello Negri con Silvia Bignami, Paolo Rusconi, Giorgio Zanchetti e Susanna Ragionieri per la sezione Firenze 22 settembre 2012-27 gennaio 2013 Nell’Italia fascista si combatte una battaglia artistica di grande vivacità che vede schierate tutte le tendenze, dal classicismo al futurismo, dall’espressionismo all’astrattismo, dall’arte monumentale alla pittura da salotto. A complicare la scena arrivano il design e la comunicazione di massa che dalle ‘belle arti’ raccolgono una quantità di idee e le trasmettono a un grande pubblico.

le attività sono gratuite con il biglietto di ingresso alla mostra prenotazione obbligatoria 055 2469600 fax 055 244145 prenotazioni@cscsigma

• Conversazione in mostra: conversazioni guidate in mostra che stimolano uno scambio di opinioni a partire dall’osservazione di alcune opere esposte tutti i giovedì alle 18,30 e il secondo giovedì del mese anche alle 20

• Disegnando il giovedì sera: una speciale avventura artistica davanti alle opere in mostra. Tutto l’occorrente è fornito da Palazzo Strozzi e non è necessaria alcuna esperienza di disegno il primo giovedì del mese dalle 20 alle 22

• Giovedì2: il secondo giovedì del mese offre varie opportunità per vivere l’arte in tutte le sue forme. Ascoltare gli esperti parlare in diretta al CCC Strozzina, lasciare spazio alla creatività con l’arte in cortile, concedersi un aperitivo d’autore al Caffè Giacosa ed esplorare le mostre con gli amici. Ogni mese offre un nuovo programma il secondo giovedì del mese

• Il kit da disegno: un’elegante cartellina in pelle contenente materiale da disegno e un breve manuale pratico permette di visitare la mostra disegnando disponibile tutti i giorni; si può richiedere in prestito, lasciando un documento d’identità

Il Passaporto di Palazzo Strozzi Come di consueto le mostre escono dalle mura di Palazzo Strozzi: il Passaporto segnala luoghi collegati ai temi della mostra e permette l’ingresso gratuito all’esposizione dopo aver visitato cinque dei luoghi suggeriti iPhone e iPad apps Un’applicazione gratuita per iPhone propone un itinerario che conduce il visitatore attraverso luoghi legati al tema dell’esposizione; quella per iPad invece permette di comparare i paesaggi fiorentini realizzati dagli artisti dell’epoca con il paesaggio di oggi

palazzo strozzi

Sezioni della mostra

Martedì al cinema! Rassegna in collaborazione con FST - Mediateca Cinema Odeon che propone otto appuntamenti con film legati al tema della mostra Cinema Odeon, piazza Strozzi tutti i martedì dal 3 aprile al 29 maggio

Un giardino vivente a Palazzo Strozzi La comunità americana di Firenze subì il fascino del paesaggio italiano; ispirandosi al tema, gli studenti della New York University insieme ai giardinieri di Villa La Pietra posizioneranno un hortus conclusus nel cortile di Palazzo Strozzi. Un’opera artistica vivente al servizio di una sana alimentazione da aprile a luglio, saltuariamente

Primavera in musica a Palazzo Strozzi Grazie alla collaborazione con il Maggio Musicale Fiorentino e la Scuola di Musica di Fiesole, il cortile del palazzo diventa un palcoscenico per musicisti che allietano visitatori e turisti 9, 16, 23, 30 maggio e 6, 13, 20 giugno alle ore 13

Il brunch della domenica con le mostre di Palazzo Strozzi Nel periodo della mostra, sei chef creano uno speciale menu in stile americano per il brunch della domenica. Ai visitatori che presentano il biglietto della mostra nei sei locali selezionati è riservato uno speciale sconto sul brunch menu Mama’s Bakery, via della Chiesa, 34r The Diner, via dell’Acqua, 2/3 Hotel Gallery - Fusion, vicolo dell’Oro, 3 Il Salviatino Ristorante Grappolo, via del Salviatino, 21 Hotel Savoy Ristorante L’Incontro, piazza della Repubblica, 7 Helvetia&Bristol - Hotel Hostaria Bibendum Restaurant, via de’ Pescioni, 2

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incontemporaneo

mostra

Centro di Cultura Contemporanea Strozzina

Nato nel 2007 come parte della Fondazione Palazzo Strozzi, ospita progetti espositivi di arte contemporanea che, attraverso incontri, conversazioni, conferenze, workshop e videoproiezioni, approfondiscono tematiche e linguaggi interdisciplinari. L’attività della Strozzina si distingue per una programmazione espressamente incentrata sulla ricerca artistica degli ultimi anni, privilegiando linguaggi multimediali e forme d’arte relazionale e interattiva con il pubblico. Palazzo Strozzi, piazza Strozzi aperto: martedì, mercoledì e da venerdì a domenica 10-20, giovedì 10-23 chiuso: lunedì Il biglietto di ingresso alla Strozzina è valido un mese; è possibile inoltre acquistare uno speciale biglietto congiunto con le mostre di Palazzo Strozzi

www.strozzina.org www.palazzostrozzi.org

prossima mostra Tracce del tempo 28 settembre 2012 27 gennaio 2013

American Dreamers Realtà e immaginazione nell’arte contemporanea americana a cura di Bartholomew Bland organizzata in collaborazione con Hudson River Museum (Yonkers, New York) 9 marzo-15 luglio 2012 La mostra propone una riflessione sul lavoro di artisti che utilizzano fantasia, immaginazione e sogno per costruire possibili mondi alternativi di fronte alla realtà sempre più complessa e difficile del presente. Esiste ancora oggi il “sogno americano”? Dopo l’11 settembre 2001 gli Stati Uniti hanno visto minate la propria invulnerabilità e sicurezza, ma allo stesso tempo spirito di ottimismo e capacità di immaginazione sono rimasti elementi centrali dell’“essere americani” e del “sogno americano”: una promessa di successo e felicità alimentata dall’immaginario hollywoodiano e dall’estetica delle campagne pubblicitarie delle grandi multinazionali, dalla Coca Cola alla Disney. 11 artisti americani – Laura Ball, Adrien Broom, Nick Cave, Will Cotton, Adam Cvijanovic, Richard Deon, Thomas Doyle, Mandy Greer, Kirsten Hassenfeld, Patrick Jacobs, Christy Rupp – hanno fatto ricorso alla fantasia e all’immaginazione per attuare una rilettura personale della realtà o addirittura una fuga da essa. Alcune opere condensano l’essenza del reale in sistemi miniaturizzati, altre si espandono nello spazio creando mondi in cui lo spettatore si potrà immergere, altre ancora si nutrono di immagini oniriche e fantastiche o riflettono su temi simbolici come la casa e la famiglia, tuttora alla base del mito dell’American way of life. Per alcuni artisti la costruzione di mondi fantastici costituisce la propria personale critica alla società contemporanea; per altri ciò permette di creare soluzioni alternative in cui ritrovare significati e valori che sembrano ormai persi. Alcuni artisti sembrano inoltre avere in comune un’attenzione alla manualità che rimanda a principi di produzione tipici del passato o a forme di organizzazione alternativa della vita, un atteggiamento volutamente anticonformista contrario ai principi di produzione in serie e all’eccesso di velocità imposto dalla società moderna.

A misura di famiglia in occasione della mostra, attività didattiche per famiglie vedi pp. 54-56

EX3 Organizza mostre personali di artisti nazionali e internazionali e propone workshop, seminari ed eventi collaterali per interagire con i differenti linguaggi della contemporaneità. viale Donato Giannotti, 81/83/85 aperto: da mercoledì a domenica 11-19, venerdì 11-20

www.ex3.it

mostre

Voglio soltanto essere amato progetto a cura di MAP Multimedia Art Platform sviluppo curatoriale di Gabi Scardi e Ruth Cats fino all’8 aprile 2012 38 artisti, 31 scrittori, 23 curatori e 15 intellettuali si sono confrontati on line su map-project.com, piattaforma virtuale di dialogo interattivo e interdisciplinare condotto su una specifica tematica: “Voglio soltanto essere amato”, la frase pronunciata dal pluriomicida protagonista di American Psycho. Il dibattito partito dal web si concretizza off line in questo evento-mostra.

Do you believe in mirages? Jacopo Miliani fino all’8 aprile 2012 La mostra prende spunto da una riflessione sul miraggio e sulla sua percezione. Secondo Miliani, vincitore della seconda edizione del Premio EX3 Toscana Contemporanea, “l’arte si presenta come miraggio sulla realtà: adotta l’idea di rappresentazione, per poi, attraverso un ulteriore sguardo ravvicinato, rivelare una sensazione di mancanza e urgenza, necessaria per attivare un processo di indagine”.

Base Associazione culturale e galleria d’arte, promuove attività di approfondimento e collaborazione con alcuni esponenti del panorama artistico internazionale. via San Niccolò, 18r

www.baseitaly.org

mostra

Lawrence Weiner Ever so much / Mai così tanto fino al 20 aprile 2012 Prima personale di Weiner in Toscana che presenta nuove installazioni sui muri di grande formato. Dal 1967 l’artista americano – tra i fondatori della Conceptual Art – ricorre al linguaggio come strumento per la rappresentazione materiale dei rapporti del mondo esterno e utilizza statements e simboli semantici e grammaticali.

Laura Ball, Web, 2009, acquerello su carta. Courtesy the artist and Morgan Lehman Gallery, New York

aperta: da martedì a sabato dalle 18 alle 20 Per appuntamenti: 328 9627778 329 2298348 347 7210222 fax 055 2207281


incontemporaneo

eventi e incontri Live at the museum Mouse on Mars 13 aprile 2012 Museo Marino Marini

music@villaromana La dinamica del soffio 15 aprile 2012 ore 21,15 Villa Romana

Live at the museum Sic Alps 27 aprile 2012 Museo Marino Marini

Fabbrica Europa dal 3 maggio 2012 Stazione Leopolda e altri luoghi in città

music@villaromana Aus dem Thürmchen 11 maggio 2012 ore 21,15 Villa Romana

Tempo Reale Four - A night with John Cage 13 maggio 2012 Stazione Leopolda

Live at the museum Nurse with Wound 18 maggio 2012 Museo Marino Marini

Fondazione Fabbrica Europa per le Arti Contemporanee

Tempo Reale Musica di tutti i giorni 23-24 maggio 2012 Limonaia di Villa Strozzi

Fabbrica Europa, kermesse culturale che si svolge in maggio alla Stazione Leopolda e in altri luoghi della città. In calendario teatro, concerti, danza, workshop e dibattiti.

72º Modaprima Salone internazionale delle collezioni moda e accessorio 26-28 maggio 2012 Stazione Leopolda

borgo degli Albizi, 15

www.ffeac.org

music@villaromana What’s new 12 giugno 2012 ore 21,15 Villa Romana

Pitti Immagine Uomo 81 Pitti Immagine Donna 9 19-22 giugno 2012 Fortezza da Basso

Pitti Immagine Bimbo 74 28-30 giugno 2012 Fortezza da Basso

Festival delle Colline giugno-luglio 2012 Centro Pecci e altri luoghi

Videominuto settembre 2012 Centro Pecci

Fragranze 10 7-9 settembre 2012 Stazione Leopolda

Open Studios 8 settembre 2012 Villa Romana

music@villaromana Vanitas 21 settembre 2012 ore 21,15 Villa Romana

Festival per le Arti Contemporanee FABBRICA EUROPA 2012 Art Mobility XIX edizione Stazione Leopolda e altri spazi inaugurazione 3 maggio 2012 Per il 2012 il programma particolarmente variegato ruota intorno al concetto di ‘mobilità dell’arte’, intesa come movimento, transito, viaggio, tanto transnazionale (tra paesi europei, ma non solo) che interculturale (con la promozione di incontri e scambi tra conoscenze e identità diverse), ma anche ‘temporale’ e ‘intergenerazionale’ (con particolare attenzione al rapporto Maestri e giovani). Dalla Stazione Leopolda, in cui vengono ospitate alcune tra le più interessanti opere contemporanee europee, il programma si dirama nella città con ‘schegge di creatività’ che interessano piazze, strade, scorci rinascimentali, ecc.: si dà vita così a una ‘mappa creativa, ipertestuale e interattiva’ del contemporaneo, tesa ad allargare l’azione culturale, oltre che al folto pubblico del Festival, anche ai cittadini solitamente lontani dai linguaggi dell’arte. Per il programma dettagliato www.fabbricaeuropa.net

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incontemporaneo

focus

FSM 1991-2011: una nuova generazione di fotografi

Molto è cambiato nella scena fotografica del nostro paese Fondazione Studio da quando, nel 1991, la Fondazione ha istituito il Corso Marangoni Triennale di Fotografia. In quegli anni in Italia la fotografia aveva ancora un ruolo marginale, ma grazie via San Zanobi, 32r e 19r all’impegno di un ristretto numero di fotografi e storici www.studiomarangoni.it della fotografia, attivi fin dai primi anni ottanta, si sono venute a creare le condizioni che hanno portato la fotografia allo status attuale. La nascita e la crescita della FSM sono dunque comprensibili se inserite in questo contesto storico. Nei vent’anni di attività della FSM, la fotografia ha attraversato un periodo di enorme evoluzione sia culturale che tecnica. L’ingresso del mezzo fotografico nel mondo dell’arte ha portato a un rinnovamento nel modo di concepirlo, sia per quanto riguarda i diversi usi dell’immagine fotografica che sul fronte del mercato; allo stesso tempo la fotografia è stata rivoluzionata dall’avvento del digitale. Tali cambiamenti hanno portato nel tempo a rivedere attrezzature e metodi di lavorazione e a modificare in parte i programmi della didattica e delle mostre. Nonostante ciò, il nostro metodo d’insegnamento è rimasto costante nel tempo. Da sempre prepariamo i nostri studenti alla fotografia come disciplina artistica che si adatta alla personalità e alle necessità espressive dell’individuo. Lo scopo principale della scuola è di fornire agli allievi gli strumenti culturali e tecnici necessari per realizzare i loro progetti e di aiutarli a sviluppare un metodo critico per utilizzare al meglio le proprie capacità espressive attraverso un lavoro autoriale, ma al tempo stesso consapevole degli sbocchi professionali possibili. Attorno alla FSM è nata così una nuova generazione di fotografi: alcuni di essi, dopo il diploma, si sono inseriti all’interno della scuola come docenti o come organizzatori contribuendo ad apportare novità, altri hanno continuato a collaborare al programma del Corso Triennale tenendo workshop o seguendo come tutor i progetti fotografici finali del terzo anno. Credo che la massima ambizione per una scuola sia formare autori che lavorino felicemente negli ambiti della ricerca artistica e del mondo professionale e che al tempo stesso continuino a collaborare con la scuola, garantendole continuità didattica e costante aggiornamento.

mostra

XX anni del Corso Triennale di Fotografia 10 marzo-28 aprile 2012 I 20 lavori recenti di fotografi ex allievi della Fondazione Studio Marangoni, presentati nella mostra che celebra il ventesimo anniversario del Corso Triennale di Fotografia, illustrano la grande varietà di generi e stili emersi all’interno della scuola. Dalla sua creazione il Corso Triennale ha diplomato oltre 150 studenti, dei quali quasi la metà è oggi attiva nel settore della fotografia. La selezione dei lavori prodotti dagli ex studenti è stata condotta in fase preliminare da una giuria interna di docenti della scuola e successivamente da una commissione esterna, formata da Giovanna Calvenzi, Daniele De Luigi e Roberta Valtorta. I progetti fotografici esposti in mostra offrono l’opportunità di riflettere sull’identità e sulla storia della scuola e allo stesso tempo compongono una panoramica che consente di valutare lo stato della fotografia contemporanea in Italia.

Martino Marangoni Presidente della Fondazione Studio Marangoni

Centro per l’Arte Contemporanea Luigi Pecci Il Centro Pecci ha l’intento di interpretare e mostrare le nuove frontiere dell’arte contemporanea internazionale. Oltre alla collezione permanente di opere, il programma del Centro prevede periodicamente mostre temporanee, workshop ed eventi. viale della Repubblica, 277, Prato aperto: da mercoledì a lunedì 10-19, Capodanno 15-19 chiuso: Natale, 31 dicembre

www.centropecci.it

Cao Fei, Cosplayare, 2004, video/colour/sound, 8’. Courtesy of Vitamin Creative Space

mostre

Moving Image in China 1988-2011 Vent’anni di video arte cinese in collaborazione con Minsheng Art Museum di Shanghai Sale espositive 24 marzo-29 luglio 2012 La più completa retrospettiva dedicata alla video arte cinese con filmati di vario formato e durata realizzati da oltre 50 artisti.

Mario Mariotti a cura di Stefano Pezzato con la collaborazione di Francesca Mariotti Spazio progetti fino al 30 aprile 2012 Il Centro Pecci presenta l’archivio di Mario Mariotti, recentemente acquisito e composto da opere, documenti, fotografie, libri che testimoniano l’originale lavoro dell’artista fiorentino prematuramente scomparso. Mariotti è stato artista magmatico e sperimentatore assiduo di linguaggi visivi che spaziano dal disegno alla grafica, dalla pubblicità all’editoria, oltre alla fotografia, alla pittura, alla scultura e all’azione pubblica come i progetti realizzati in molte piazze fiorentine.


Moda, arti visive, cinema, fotografia, pubblicità, architettura e musica convivono a Firenze nell’esperienza organizzativa di Pitti Immagine. via Faenza, 111

www.pittimmagine.com Stazione Leopolda, viale Fratelli Rosselli, 5

Accademia di Belle Arti di Firenze

Villa Romana Sede di percorsi di formazione artistica indipendenti, ospita ogni anno quattro giovani artisti tedeschi per produrre opere che, al termine della residenza, vengono esposte in una mostra. Oltre all’attività formativa, propone incontri, approfondimenti e mostre dedicate all’arte e ai linguaggi della contemporaneità.

Prestigiosa istituzione fondata nel 1784, è oggi impegnata a formare il potenziale creativo dei giovani allievi con corsi di livello universitario che incoraggiano la ricerca di espressioni artistiche contemporanee, nel solco della tradizione artistica fiorentina.

www.stazione-leopolda.com

via Ricasoli, 66

via Senese, 68

www.accademia.firenze.it

www.villaromana.org

mostre

Cantieri Goldonetta Performance, residenze e ospitalità artistiche. Rappresenta il luogo della ricerca dei linguaggi del corpo. È anche sede de L’Accademia sull’arte del gesto, percorso di approfondimento e formazione della danza rivolto ai bambini. via Santa Maria, 23-25

www.cango.fi.it

Supplica per un’appendice

Tempo Reale

Ketty La Rocca, Jacopo Miliani, Anna Möller, Henrik Olesen, Eske Schlüters 23 marzo-11 maggio 2012

Eleni Kamma From bank to bank on a gradual slope 25 maggio-28 giugno 2012

Switch Creative Social Network

Punto di riferimento europeo per la ricerca, la produzione e la formazione per le nuove tecnologie musicali. Collabora con importanti festival musicali toscani, proponendo performance di artisti internazionali. Villa Strozzi, via Pisana, 77

www.temporeale.it

Musicus Concentus

Creatività urbana, sperimentazione musicale e divagazioni artistiche. Switch propone appuntamenti con musicisti, dj, urban writers e creativi digitali in continuo dialogo con l’evoluzione della città.

incontemporaneo

Fondazione Pitti Immagine Discovery

Esplora la nuova scena della musica elettronica, proponendo concerti e appuntamenti musicali in tutta la Toscana. piazza del Carmine, 19

www.musicusconcentus.com

via Scipio Slapater, 2

www.switchproject.net

mostre

Rob Johannesma. World-Wielding

Museo Marino Marini Spazio espositivo dedito all’arte contemporanea. In mostra permanente la collezione monografica dell’artista Marino Marini, oltre a esposizioni, attività di approfondimento e formazione.

a cura di Luigi Fassi e Alberto Salvadori fino al 12 aprile 2012 Prima personale dell’artista olandese in Italia, che da alcuni anni esplora le possibilità simboliche e narrative della riproduzione fotografica, ricercando un rapporto di risonanza tra icone del patrimonio storico-artistico occidentale e materiali dell’universo mediatico, in particolare immagini che accompagnano la cronaca del giornalismo internazionale. In mostra Untitled (2012), un collage di fotografie tratte da quotidiani, e World-Wielding (2012), monumentale lavoro realizzato a partire da uno scatto di guerra pubblicato da un quotidiano olandese nel maggio 2011, oltre a tre opere video realizzate tra il 1998 e il 2010.

Lovett/Codagnone. La verità è figlia del tempo non dell’autorità a cura di Alberto Salvadori 4 maggio-23 giugno 2012 L’installazione esposta nasce dall’interpretazione del testo teatrale Vita di Galileo di Bertolt Brecht. John Lovett e Alessandro Codagnone, seguendo la modalità di Brecht, intendono coinvolgere lo spettatore in modo critico offrendo varie possibilità interpretative. La selezione di brani dal testo brechtiano focalizza l’attenzione dei due artisti italoamericani sulla relazione tra verità e potere, tra ricerca come espressione di libertà e cultura del potere come elemento reazionario e inviso al cambiamento.

piazza San Pancrazio aperto: lunedì e da mercoledì a sabato 10-17 chiuso: martedì, domenica, festivi e agosto

www.museomarinomarini.it Kaputt, 2006, collage, glitter. Foto di Roberto Marossi


ecrf spazio mostre

ECRF Spazio Mostre: c’è del nuovo in città

Un nuovo spazio espositivo, inaugurato di recente al pian terreno della storica sede dell’Ente Cassa di Risparmio di Firenze, rappresenta finalmente un nuovo punto di riferimento per i cittadini, oltre che un valore aggiunto per Firenze, a pochi passi dal Duomo e dai centri di eccellenza dell’arte e della cultura sparsi nel centro storico. Gli spazi accoglieranno mostre ed eventi culturali, al servizio dell’interesse collettivo della città.

mostra

Un po’ artigiani un po’ pionieri Pier Luigi Esclapon de Villeneuve e la fotografia pubblicitaria a Firenze tra il 1970 e il 1990 a cura di Silvia Corradini e Daniela Cammilli

16 marzo-9 settembre 2012

La mostra è frutto di un lungo lavoro di riordino dell’archivio del fotografo Pier Luigi Esclapon de Villeneuve, che tra il 1970 e il 1990 lavorò per le più note aziende toscane (da Ferragamo a Mazzini, dall’Amaro Averna al Chianti Classico, dall’Adica Pongo alla Mukki Latte), sottolineando qualità e originalità della loro produzione. Il percorso espositivo, attraverso fotografie e oggetti vintage, illustra un periodo particolare per le industrie e le aziende toscane e fiorentine, che approfittarono del boom dei mezzi di comunicazione per meglio divulgare i loro prodotti sul mercato nazionale e internazionale.

via Bufalini, 6

www.entecarifirenze.it

aperta: tutti i giorni 10-13 e 15-19 Ingresso gratuito Informazioni e prenotazioni: 055 5384001

Alighiero Noschese in posa durante le riprese per la campagna pubblicitaria della cera Liù


Da Fattori al Novecento

villa e giardino bardini

mostra

a Fondazione Parchi Monumentali Bardini e Peyron è stata costituita nel 1998 dall’Ente Cassa di Risparmio di Firenze a seguito del progetto di recupero degli immobili dell’eredità Bardini, acquisiti e restaurati. Dal 2008 la Villa, oltre a ospitare il museo monografico dedicato all’artista Pietro Annigoni, si propone soprattutto, in nome di un superamento della classica dimensione di museo “chiuso”, come centro espositivo di eventi temporaneo e di ricerca scientifica, che si concentrano in particolar modo sul periodo storico a cavallo tra il XIX e il XX secolo. Nella Villa inoltre hanno sede il Museo Capucci (vedi p. 48) e la Società Italiana di Orticoltura.

L

Opere inedite dalla collezione Roster, Del Greco, Olschki a cura di Francesca Dini con Alessandra Rapisardi

1 aprile-4 novembre 2012 Per la prima volta viene presentato al grande pubblico il nucleo originario di una vasta e preziosa collezione privata arricchitasi di generazione in generazione, e giunta fino ai nostri giorni pressoché inedita. La raccolta fu iniziata dal medico garibaldino Giovanni Del Greco, amico di Giovanni Fattori, al quale commissionò molte delle tele di soggetto militare visibili lungo il percorso espositivo. Alla morte di Del Greco, parte della collezione confluì nelle proprietà della famiglia dell’amico e collega Alessandro Roster, principale artefice dell’ampliamento della raccolta così come la conosciamo oggi, ricca delle opere di artisti come Giovanni Fattori, Telemaco Signorini, Giuseppe Abbati, Eugenio Cecconi, Vito D’Ancona, Luigi Gioli, Ruggero Panerai, Oscar Ghiglia, Ulvi Liegi. Le successive generazioni hanno infine apportato il nucleo significativo dei postmacchiaioli con una particolare predilezione per Llewelyn Lloyd con il quale intercorsero rapporti di vera e propria familiarità durante le lunghe permanenze all’Isola d’Elba. Dunque un affascinante percorso del collezionismo toscano tra Ottocento e Novecento, documentato da opere di artisti macchiaioli e postmacchiaioli mai viste in precedenza.

Giardino Bardini via dei Bardi, 1r; costa San Giorgio, 2 aperto: tutti i giorni 8,15-16,30 a gennaio, febbraio, novembre e dicembre; 8,15-17,30 a marzo; 8,15-18,30 ad aprile, maggio, settembre e ottobre; 8,15-19,30 a giugno, luglio e agosto chiuso: primo e ultimo lunedì del mese, Capodanno, 1 maggio, Natale Per informazioni su orari ed eventi consultare il sito

www.bardinipeyron.it 3

eventi Un tè a Villa Bardini. Percorsi di arte, scienza e musica nel suggestivo scenario di Firenze ideato da Alessandra Buyet

aperta: da martedì a domenica 10-19, ultimo ingresso alle 18 Informazioni e prenotazioni: 055 20066206

La Fondazione Parchi Monumentali Bardini e Peyron è lieta di presentare una serie di incontri in alcuni pomeriggi di primavera nella splendida cornice di Villa Bardini. Si potrà godere del panorama di Firenze, ascoltando interessanti conferenze e buona musica e gustando insieme un tè con pasticcini. Il programma si estende anche ai più piccoli a cui sono riservati sabato pomeriggio da favola: il giardino sarà un luogo di didattica per imparare a osservare e conoscere le bellezze di Firenze, ma anche lo scenario per marionette, burattini e cantastorie.

mg.geri@bardinipeyron.it

Per aggiornamenti sugli eventi visita il sito:

www.entecarifirenze.it

eventi collaterali alla mostra Visite guidate per singoli sabato e domenica alle 10,30, 11,30, 15,30, 16,30 Le attività sono gratuite e riservate ai possessori del biglietto acquistato in giornata. Con il biglietto della mostra è possibile visitare anche il Museo Capucci

Firenze e il Granduca Cosimo I, a cura di Giovanni Cipriani 26 aprile ore 16,30 Con Firenze nel cuore, a cura di Riccardo Marasco 3 maggio ore 16,30 Camera con vista, a cura di Carlo Sisi 10 maggio ore 16,30 Passeggiata nel verde Palazzo Pitti e Villa Bardini sono collegati attraverso il Giardino di Boboli. L’accesso per i residenti a Firenze è gratuito

Aspettando l’estate, a cura di Neri Torrigiani 31 maggio ore 16,30

Llewelyn Lloyd, Madonna del Monte (Barca e Villa Anselmi), 1937, collezione privata

I bambini e il giardinaggio, due pomeriggi alla scoperta di Firenze con giochi, attività e animazione 5 e 26 maggio ore 15 Villa Bardini costa San Giorgio, 2 Prenotazione obbligatoria 055 20066206 ingresso € 5; ingresso gratuito per bambini


museo stibbert

l museo, oggi una fondazione, nasce nel 1908 per volontà testamentaria di Frederick Stibbert (1838-1906), che volle lasciare alla città di Firenze le sue collezioni d’arte e l’edificio che le contiene, situato a Montughi. Si tratta di uno dei rari casi di case museo ottocentesche ancora conservate, e negli ultimi anni è stata recuperata gran parte degli allestimenti originari modificati durante il XX secolo. La creazione dell’armeria giapponese fu uno degli impegni più sentiti da Stibbert, che acquistò fino agli ultimi mesi della sua vita centinaia di oggetti che documentano le fogge delle armature e la splendida qualità delle lame provenienti dal “Paese del sol levante”, tanto che oggi la sua collezione si caratterizza come una delle più importanti di tutto l’Occidente.

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via Frederick Stibbert, 26 aperto: da lunedì a mercoledì 10-14, da venerdì a domenica 10-18 chiuso: Capodanno, Pasqua, 1 maggio, 15 agosto, Natale

casa buonarroti

www.museostibbert.it

l fastoso palazzo secentesco, adibito a galleria da Michelangelo Buonarroti il Giovane, svolge una duplice funzione: testimoniare l’impegno dei Buonarroti nell’ampliare la dimora e abbellirla, al fine di raccogliervi rare collezioni d’arte e preziose eredità culturali (tra cui l’Archivio e la Biblioteca), e allo stesso tempo celebrare il genio di Michelangelo, esponendo importanti opere quali la Madonna della scala, la Battaglia dei Centauri e la ricca collezione di disegni autografi. Da non dimenticare le mostre allestite periodicamente nel museo, che si concentrano sia sul patrimonio culturale, artistico e di memorie della Casa Buonarroti sia su Michelangelo e il suo tempo.

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via Ghibellina, 70 aperto: lunedì e da mercoledì a domenica 9,30-16 chiuso: Capodanno, Pasqua, 1 maggio, 15 agosto, Natale

www.casabuonarroti.it

mostra

Il Risorgimento della maiolica italiana: Ginori e Cantagalli fino al 15 aprile 2012

prestiti Il museo partecipa con prestiti prestigiosi e saggi in catalogo alle grandi mostre Di linea e di colore. Il Giappone, la sua arte e l’incontro con l’Occidente al Museo degli Argenti e Giapponismo. Suggestioni d’Oriente dai Macchiaioli agli anni Trenta alla Galleria d’arte moderna (3 aprile-1 luglio 2012).

Nuovi allestimenti Riaperte le sale del primo piano, il percorso museale si arricchisce di nuove sorprese. La Sala della Piatteria Antica, le camere da letto e altre sale dove il collezionista abitò con la madre Giulia. Si conclude così un decennio di restauri che hanno consentito di ricreare l’allestimento che Stibbert aveva scelto, rivoluzionato dopo la sua morte. Approfondite ricerche hanno permesso di ricostruire con esattezza la disposizione dei locali e delle collezioni; le antiche decorazioni e i pavimenti erosi dal passaggio del pubblico sono stati ripristinati e i mobili e i quadri ricollocati dove Stibbert li aveva voluti.

pubblicazioni

La Loggia veneziana in una foto dell’inizio del Novecento

Un Inglese garibaldino, Museo Stibbert-Firenze, n. 14, Firenze 2011 Il volume, che racconta la storia della partecipazione di Stibbert alla campagna garibaldina del 1866, ripercorre la sua esperienza e la storia dello “Squadrone delle Guide” attraverso lettere autografe e inedite.

mostra

Andrea Commodi dall’attrazione per Michelangelo all’ansia del nuovo a cura di Gianni Papi e Annamaria Petrioli Tofani 15 maggio-31 agosto 2012 Un’importante selezione di grafica e opere pittoriche testimonia la ricca personalità di Andrea Commodi (1560-1638), colto artista dall’indole sperimentale e anticonformista. Tra le opere grafiche è esposta una serie sorprendente di fogli in cui l’artista si confronta con disegni e bozzetti di Mihelangelo, oltre ai famosi disegni tratti da modelli in posa, di incredibile modernità, che rompono con la tradizione accademica nella ricerca di una resa del vero spesso cruda a livello di segno ma anche a livello luministico. La nuova espressività ha suscitato ricorrenti paragoni con l’esperienza caravaggesca che devono oggi essere riportati su un piano di completa indipendenza e persino di anticipo. Anche l’innovativa produzione pittorica di Commodi è rappresentata in mostra da opere come la Consacrazione del Santissimo Salvatore da Cortona e la serie con le Storie di Sant’Ignazio, mentre un modello e un nutrito gruppo di disegni relativi al progetto per un affresco mai completato nella Cappella Paolina del Palazzo del Quirinale.


casa vasari

La casa di Giorgio Vasari a Firenze Nel 1561 Cosimo I donava

museo horne

borgo Santa Croce aperto: su appuntamento con visita guidata. Informazioni: Museo Horne 055 244661 fax 055 2009252 info@museohorne.it

a Giorgio Vasari, in segno di riconoscenza per i suoi servigi, una casa in borgo Santa Croce a Firenze. A similitudine di quanto fatto nella residenza di Arezzo, l’artista con i suoi collaboratori (tra questi determinante l’apporto di Jacopo Zucchi) decorò presumibilmente nell’estate del 1570 alcuni ambienti, tra i quali la Sala Grande, con affreschi incentrati sul tema delle Arti e sul primato della pittura, sotto forma di storie tratte da Plinio, immagini allegoriche e ritratti di tredici artisti scelti da Vasari per il ruolo avuto come precursori o per gli alti livelli raggiunti nella loro opera. Arricchita da una notevole collezione di dipinti, la casa rimase di proprietà della famiglia fino alla morte dell’ultimo discendente (1687), quindi, oltre alla dispersione delle opere d’arte, conobbe varie trasformazioni che portarono ad alterare fortemente gli ambienti, risparmiando fortunamente la Sala Grande. Dopo un periodo di abbandono, grazie all’interessamento degli attuali proprietari, di Umberto Baldini e della Fondazione Horne, si è intervenuti con un lungo e complesso restauro interamente sostenuto dall’Ente Cassa di Risparmio di Firenze. L’intervento ha consentito di restituire al pubblico godimento – grazie alla disponibilità della proprietà che ha demandato alla Fondazione Horne la valorizzazione del monumento – un ambiente di grande bellezza e di straordinario fascino, aperto nel 2011 in occasione del quinto centenario della nascita del maestro aretino. Elisabetta Nardinocchi Direttrice del Museo Horne

el 1911 l’architetto e storico dell’arte inglese Herbert Percy Horne acquista Palazzo Corsi, con l’intento di offrire un’adeguata cornice alla propria collezione di dipinti, sculture, disegni e arredi, così da ricreare l’atmosfera e gli ambienti di una dimora rinascimentale. Alla sua morte, nel 1916, Horne lascia la propria raccolta (che nel frattempo si è sviluppata fino ad accogliere oltre 6.000 opere) allo Stato italiano, dando vita a una fondazione destinata “a beneficio degli studi”. Ancora oggi il museo si presenta così come lo ha voluto il collezionista inglese: un raffinato scrigno di capolavori di pittura e scultura (da Giotto a Simone Martini, a Masaccio, a Filippino Lippi, a Domenico Beccafumi e Giambologna), ma anche una casa, con pregiati arredi antichi, in cui rivivere il passato e scoprire usi, costumi e arte della città tra Quattro e Cinquecento.

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via dei Benci, 6 aperto: da lunedì a sabato 9-13

www.museohorne.it

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museo di storia naturale

’Imperiale e Regio Museo di Fisica e Storia Naturale – fondato nel 1775 da Pietro Leopoldo di Asburgo Lorena per riunire le collezioni naturalistiche e gli strumenti scientifici conservati nella Galleria degli Uffizi, poi chiamato “La Specola” in omaggio all’Osservatorio Astronomico terminato nel 1789 – si articola oggi in sei sezioni distribuite in palazzi e luoghi della città. Vi sono ospitati reperti di straordinario valore scientifico e naturalistico: dagli erbari cinquecenteschi alla preziose cere del Settecento, dagli scheletri fossili di elefanti alle collezioni di variopinte farfalle, dai grandi cristalli di tormaline ai reperti aztechi, dalle imponenti sculture lignee all’infiorescenza più grande del mondo. Un contesto che coniuga, in maniera mirabile, natura, storia, scienza e arte.

L

Sede amministrativa: via Giorgio La Pira, 4

www.msn.unifi.it

Sezione Mineralogia e Litologia

Sezione Zoologia “La Specola”

Vi si scoprono collezioni di minerali, rocce e gemme: da non perdere un grande cristallo di topazio e un’acquamarina di quasi 100 kg. Il rinnovato allestimento è corredato da filmati e innovative animazioni didattiche multimediali.

Nel “Salone degli Scheletri” si conservano crani e scheletri completi di mammiferi e animali estinti. Al primo piano si visita la Tribuna di Galileo, realizzata nel 1841, mentre al secondo le sale dedicate alla zoologia offrono un esauriente panorama degli animali esistenti e di quelli estinti o in pericolo di estinzione. Le sale delle cere anatomiche contengono reperti di alto valore scientifico e artistico, tuttora utili per lo studio dell’anatomia. Nel Torrino ovvero “La Specola” un nuovo allestimento presenta una scelta delle collezioni storico-scientifiche, con reperti già nelle collezioni medicee. Nel percorso del museo è compresa una mostra permanente di cristalli.

via Giorgio La Pira, 4 aperto: dal 1 ottobre al 31 maggio lunedì, martedì, giovedì e venerdì 9-13, sabato e domenica 10-17; dal 1 giugno al 30 settembre lunedì, martedì, giovedì e venerdì 10-13, sabato e domenica 10-18 chiuso: Capodanno, Pasqua, 1 maggio, 15 agosto, Natale

Sezione Botanica

È la più importante istituzione scientifica italiana per la raccolta e la conservazione di collezioni di piante e materiali di origine vegetale. Riunisce straordinari erbari storici e collezioni artistiche e didattiche, che comprendono dipinti di natura morta di Bartolomeo Bimbi e modelli in cera di vegetali realizzati tra il XVIII e il XIX secolo. via Giorgio La Pira, 4 aperto: solo su prenotazione con visita guidata 055 2346760

Sezione Geologia e Paleontologia

Dedicata ai vertebrati fossili della Toscana, qui raccolti da oltre due secoli, illustra la storia paleontologica, la paleogeografia e le fasi della fauna terrestre e marina. Vi si conserva lo scheletro del primate più antico della regione. via Giorgio La Pira, 4 aperto: fino al 28 febbraio lunedì, martedì, giovedì e venerdì 9-13, sabato e domenica 10-17; dal 1 marzo al 31 maggio tutti i giorni 9-19; dal 1 giugno al 2 settembre tutti i giorni 10-19 chiuso: Capodanno, Natale

Villa Il Gioiello via Pian dei Giullari, 17 aperto: solo su prenotazione con visita guidata 055 2346760

via Romana, 17 aperto: dal 1 ottobre al 31 maggio da martedì a domenica 9,30-16,30; dal 1 giugno al 30 settembre da martedì a domenica 10,30-17,30 Salone degli Scheletri e Torrino aperto solo su prenotazione con visita guidata 055 2346760 chiuso: Capodanno, Pasqua, 1 maggio, 15 agosto, Natale

Sezione Antropologia e Etnologia I reperti più antichi provengono dalle raccolte medicee e dalla collezione settecentesca di James Cook; altri sono stati raccolti da ricercatori e scienziati tra Otto e Novecento. Intere sale sono dedicate agli Indiani d’America, alla Lapponia, alla Siberia, all’Indonesia; di grande rilievo la collezione di strumenti musicali. via del Proconsolo, 12 aperto: dal 1 ottobre al 31 maggio lunedì, martedì, giovedì e venerdì 9-13, sabato e domenica 10-17; dal 1 giugno al 30 settembre lunedì, martedì, giovedì e venerdì 10-13, sabato e domenica 10-18 chiuso: Capodanno, Pasqua, 1 maggio, 15 agosto, Natale

Biomedica viale G. B. Morgagni, 85 aperto: solo su prenotazione con visita guidata 055 2346760

Foto di Andrea Grigioni

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museo di storia naturale

eventi collaterali alla mostra

In concomitanza con la mostra il museo organizza una serie di eventi, attività didattiche e visite guidate. Per informazioni sul calendario completo: www.dinosauricarneossafirenze. tumblr.com

Sezione Orto Botanico Nato come Giardino dei Semplici (piante medicinali) nel 1545, oggi i suoi 3 ettari si articolano in grandi serre, serrette, aiuole tematiche con percorsi tattili e olfattivi per non vedenti. Da ammirare gli alberi monumentali che raggiungono anche i 300 anni. via Pier Antonio Micheli, 3 aperto: fino al 28 febbraio sabato, domenica e lunedì 10-17; dal 1 marzo al 31 maggio tutti i giorni 9-19; dal 1 giugno al 2 settembre tutti i giorni 10-19 chiuso: Capodanno, Natale

mostra

Dinosauri in carne e ossa

Scienza e arte riportano alla vita i dominatori di un mondo perduto a cura di Simone Maganuco e Stefania Nosotti Sezione Geologia e Paleontologia Orto Botanico 1 marzo-2 settembre 2012 L’Orto Botanico di Firenze diviene suggestiva cornice per circa 30 modelli tridimensionali di dinosauri e altri animali preistorici a grandezza naturale, inseriti in ricostruzioni di ambienti del passato complete di piante e animali (diorami e scenografie). La mostra è realizzata da Geomodel, laboratorio specializzato in ricostruzioni paleontologiche e antropologiche che si avvale della consulenza scientifica di paleontologi e artisti professionisti. In esposizione, tra gli altri, un Diplodocus di 20 metri di lunghezza; uno Spinosaurus, il più grande predatore della terraferma con i suoi 16 metri di lunghezza; il famoso Tyrannosaurus, il re dei dinosauri alto quasi 5 metri; un Pachyrhinosaurus, spettacolare dinosauro lungo quasi 6 metri; e un Indricotherium, il più grande mammifero di terraferma mai esistito, alto circa 6 metri al garrese, a dimostrazione che non solo i dinosauri raggiungevano dimensioni colossali. A questi si affiancano molti altri modelli di dinosauri e predatori, alcuni dei quali esposti nella Sezione di Geologia e Paleontologia. La mostra comprende una sezione dedicata alla paleontologia locale con esposizioni di reperti delle collezioni paleontologiche del museo e arricchita da un programma di conferenze. Oltre alle iperrealistiche riproduzioni degli animali, una sorta di laboratorio/galleria d’arte mette in luce le fasi di costruzione dei modelli ed espone le illustrazioni prodotte da diversi paleoartisti italiani di fama internazionale. Coniugando l’intrattenimento e l’approccio didattico rigorosamente scientifico, la mostra offre un’esperienza di apprendimento nella quale i contenuti sono veicolati con grande efficacia dall’impatto emozionale.

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Florens 2012 Settimana Internazionale dei Beni Culturali e Ambientali

2-10 novembre 2012 Florens 2012 affronterà il tema Dal Grand Tour al Global Tour: i concetti di local e identity, valore aggiunto ai prodotti culturali italiani, verranno approfonditi nel Forum Internazionale, nelle case history e in una serie di lectio magistralis. Iniziative volte a far emergere una visione unitaria dei beni culturali: dal paesaggio agli archivi storici, dalla gastronomia all’artigianato, dall’archeologia alla moda, dall’agricoltura al design. ‘Il local per il global’, ovvero la filiera corta, sarà al centro delle ricerche del Forum, all’interno del quale verranno tracciate 12 case history sui temi della cultura, dell’industria creativa e del paesaggio nel loro legame con il territorio e i suoi saperi. La finalità di Florens 2012 è motivare e promuovere una nuova golden economy legata a uno sviluppo industriale sostenibile di lungo termine. Altro obiettivo è creare nell’opinione pubblica, ma soprattutto negli amministratori della cosa pubblica, una sensibilità nuova su queste tematiche per ripristinare lo stretto e corretto rapporto tra produzione e conoscenza: il ritorno economico della cultura. Direzione culturale Andrea Carandini, Walter Santagata, Mauro Agnoletti I numeri della prima edizione di Florens (12-20 novembre 2010) La prima manifestazione ha animato Firenze rendendola un’officina internazionale sull’economia dei beni culturali e riscuotendo grande consenso e successo di pubblico. 200.000 presenze stimate per l’evento Miracolo di San Zanobi 30.000 presenze stimate al corteo storico dell’evento David, La Forza della Bellezza 25.000 presenze al mercato Cultura e Civiltà dei Sapori 12.000 presenze ai concerti Invasioni Musicali 10.000 iscritti ai convegni e lectio magistralis 4.000 visitatori alla mostra Le stanze della Meraviglia 2.500 spettatori ai concerti Deep in Florens 2.400 partecipanti agli Incontri con gli Autori nelle librerie 1.600 spettatori alle proiezioni cinematografiche del National Geographic 1.400 spettatori al concerto del Maggio Musicale Fiorentino 1.200 visitatori della mostra Polar obsession 940 partecipanti ai Pellegrinaggi nel Tempo 560 specialisti d’area accreditati al Forum Internazionale 350 spettatori del concerto del Maggio Musicale Formazione 280 spettatori al concerto di Riccardo Sandiford

La Fondazione Florens La Fondazione Florens nasce per dare continuità all’attività di Florens 2010 e si propone come laboratorio permanente di economia dei beni culturali finalizzato a dimostrare l’importanza degli investimenti in cultura per lo sviluppo dell’economia del Paese. La sua mission è promuovere un nuovo modello di economia nel settore dei beni culturali, ambientali, dell’industria creativa, della produzione culturale, dell’artigianato, dell’enogastronomia: non centri improduttivi di spesa, ma un investimento indispensabile per rilanciare la crescita e l’occupazione. La Settimana dei Beni Culturali e ambientali è un appuntamento biennale che affronta questi temi con Ricerche, un Forum Internazionale ed Eventi di grande appeal per coinvolgere e stimolare il pubblico: per una cultura che accresca il benessere e per un’economia che si nutra di cultura. Consiglio scientifico Cristina Acidini Soprintendente Polo Museale Fiorentino Terry Garcia Vice President National Geographic Society Paolo Galluzzi Direttore Museo Galileo. Istituto e Museo di Storia della Scienza di Firenze Mons. Timothy Verdon Direttore Centro Diocesano per l’Ecumenismo, Direttore Ufficio Diocesano per l’Arte Sacra e per i Beni Culturali Ecclesiastici, Direttore Museo dell’Opera di Santa Maria del Fiore Ben Janssens Presidente Comitato Esecutivo di The European Fine Art


Esempio quasi unico della tipica casa fiorentina a metà tra la torre medievale e il palazzo rinascimentale, l’edificio fu costruito verso la metà del XIV secolo dai Davizzi; passò in seguito ai Bartolini e nel 1578 ai Davanzati, cui rimase fino alla fine dell’Ottocento. Nel 1904 l’antiquario Elia Volpi lo restaurò e lo arredò con pezzi della sua collezione. Acquistato in seguito dallo Stato, fu aperto al pubblico nel 1956. Nel museo mobili, dipinti, arazzi e oggetti di uso domestico ricreano l’arredamento di una casa patrizia fiorentina dal XIV al XVII secolo. Notevoli i dipinti di soggetto profano e religioso, fra i quali il tondo con Il gioco del civettino di Giovanni di ser Giovanni detto lo Scheggia; fra le sculture il Busto di fanciullo di Antonio Rossellino. Di grande interesse la collezione di ceramiche e maioliche (XIV-XVIII secolo) e le rare decorazioni murali, come quelle nella Sala dei Pappagalli e nella camera detta ‘della Castellana di Vergy’. via Porta Rossa, 13 aperto: tutti i giorni 8,15-13,50; fino al 4 aprile mercoledì 8,15-17 chiuso: seconda e quarta domenica, primo, terzo e quinto lunedì del mese, Capodanno, 1 maggio, Natale

www.polomuseale.firenze.it/musei/ davanzati

Museo di Casa Martelli

Museo Casa Rodolfo Siviero

Il palazzo, rimasto proprietà della famiglia Martelli fino al 1986 e divenuto museo statale nel 1999, è stato aperto al pubblico nel 2009 per rendere fruibile la dimora e le collezioni della nobile casata. All’inizio del Cinquecento i Martelli, banchieri e mecenati alleati dei Medici, acquisirono un primo immobile destinato a ingrandirsi negli anni seguenti. Fin dal Seicento vi fu ordinata una collezione d’arte, la cui quadreria è conservata tuttora nell’allestimento originario. Si tratta dunque di una casa museo che non è frutto di una ricostruzione postuma da parte di un collezionista, ma deriva dalla stratificazione secolare della vita di una famiglia.

Il villino in stile neorinascimentale, costruito nel 1875 quando veniva completato il nuovo lungarno Serristori, fu abitato da Rodolfo Siviero tra il 1944 e il 1983. Conosciuto come lo “007 dell’arte” per l’attività di recupero di opere italiane trafugate all’estero, Siviero lasciò la casa in eredità alla Regione Toscana affinché diventasse un museo pubblico. Oltre ad arredi, reperti archeologici e oggetti d’arte di ogni tipo ed epoca, nella collezione si ammira un nucleo novecentesco con opere di Soffici, Annigoni, Manzù e Berti e de Chirico, che fu ospite di questa casa.

via Zannetti, 8 aperto: giovedì pomeriggio e sabato mattina su prenotazione

www.polomuseale.firenze.it/musei/ casamartelli

L’Associazione degli Amici dei Musei di Palazzo Davanzati e Casa Martelli, nata recentemente, organizza un folto calendario di eventi per promuovere le due case museo www.amicidavanzatimartelli.it

mostra

Il Museo della Casa Fiorentina Antica Gli arredi storici nelle foto di Elia Volpi a cura di Rosanna Caterina Proto Pisani, Maria Grazia Vaccari e Patrizia Cappellini fino al 15 aprile 2012 La mostra, che fa parte de Le stanze dei tesori, presenta splendide fotografie dell’archivio di Palazzo Davanzati e in parte della fototeca del Kunsthistorisches Institut in Florenz, che mostrano gli originari allestimenti del Museo della Casa Fiorentina inaugurato nel 1910 da Elia Volpi. L’atmosfera dell’antica dimora era stata ricreata arredando le sale con mobili, opere d’arte e oggetti, la maggior parte dei quali fu venduta all’asta organizzata da Volpi a New York nel 1916.

evento Settimana della Cultura 2012 14-22 aprile 2012 In occasione della Settimana della Cultura, Palazzo Davanzati dedica una mostra alle recenti donazioni e acquisizioni che hanno arricchito le collezioni del museo.

case museo

Museo di Palazzo Davanzati o della Casa Fiorentina Antica

Museo Casa di Dante La Casa di Dante come la conosciamo oggi risale al 1911, quando l’architetto Giuseppe Castellucci realizzò un edificio di sapore medievale nell’area in cui secondo le varie testimonianze il poeta ebbe dimora. Il museo sviluppa un percorso che illustra la vita di Dante Alighieri e la Firenze del tempo. Al suo interno il Museo degli Originali espone una raccolta di armi bianche, ceramiche e strumenti di vita quotidiana risalenti al Medioevo. via Santa Margherita, 1 aperto: da martedì a domenica 10-18 chiuso: lunedì

www.museocasadidante.it

Casa Guidi I celebri poeti inglesi Robert Browning ed Elizabeth Barrett Browning, dopo il loro matrimonio segreto (1846), fuggirono in Italia e dimorarono a Firenze fino alla morte di Elizabeth (1861); la casa fu acquistata nel 1971 dal Browning Institute di New York, che la restaurò e la riallestì con arredi appartenuti alla coppia. piazza di San Felice, 8 aperto: da aprile a novembre, lunedì, mercoledì e venerdì 15-18

lungarno Serristori, 1-3 aperto: sabato, da ottobre a maggio 10-18, da giugno a settembre 10-14 e 15-19; domenica e lunedì, tutto l’anno 10-13 chiuso: Capodanno, 1 maggio, 24 giugno, 15 agosto, Natale, 26 dicembre

www.museocasasiviero.it

mostre

Quando ritrovo qualcosa di bello... croci, campane e altri oggetti liturgici a cura di Diletta Corsini e Attilio Tori fino al 25 aprile 2012

Mostra di oggetti liturgici finora mai esposti, a confronto con oggetti analoghi provenienti dalla chiesa di San Giovanni Battista a Remole. Sono documentati inoltre alcuni dei recuperi di oggetti sacri effettuati da Siviero, dei quali si espone la preziosa croce astile rubata nel 1973 dalla chiesa di Santa Maria a Visso (Macerata) e recuperata due anni dopo da Siviero in Svizzera.

Io lo guardo e ci parlo... quattro busti nella raccolta Siviero settembre-dicembre 2012 La mostra riunisce i quattro busti seicenteschi di personaggi all’antica della raccolta Siviero, separati in seguito alla morte del collezionista. Due busti – di cui l’Opificio delle Pietre Dure ha appena concluso il restauro – sono rimasti nella casa museo, mentre gli altri due sono passati all’Accademia delle Arti del Disegno.

eventi Luoghi insoliti 19 febbraio, 18 marzo, 15 aprile 2012 visite guidate con prenotazione obbligatoria luoghiinsoliti@regione.toscana.it

Amico Museo 5-6 maggio 2012 Premiazione del concorso Giovani collezionisti con esposizione delle raccolte più significative e edizione speciale del Detective dell’arte (vedi p. 54) Notti dell’archeologia primo fine settimana di luglio 2012 Spettacolo a tema archeologico nel giardino di Casa Siviero

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Ospitato nella Villa Bardini, il museo è stato aperto nel 2007 con il fine di far conoscere il lavoro dello stilista attraverso mostre a tema e allestimenti a rotazione che attingono al ricco Archivio Storico della Fondazione Capucci, dove dal 1951 si conserva un patrimonio di 450 creazioni, 300 illustrazioni, 22.000 schizzi, 20 quaderni di bozzetti, 150 audiovisivi, 50.000 fotografie e 50.000 articoli di stampa. costa San Giorgio, 2 aperto: da martedì a domenica 10-18 chiuso: Capodanno, Natale

www.fondazionerobertocapucci.com

Foto di Claudia Primangeli, Archivio Fondazione Roberto Capucci

museo nazionale alinari della fotografia

Museo Roberto Capucci

Vogue, Firenze, 1962 © Duffy Archive

l MNAF, gestito dalla Fratelli Alinari Fondazione per la Storia della Fotografia, si articola in uno spazio espositivo per le mostre temporanee sul tema della fotografia storica e contemporanea e in uno spazio museale permanente, dedicato alla storia e alla tecnica della fotografia. È stato inoltre creato il Museo Tattile, un percorso di visita studiato per il pubblico non vedente che propone, per la prima volta in uno spazio museale dedicato alla fotografia, modalità di lettura con appositi supporti Braille.

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piazza di Santa Maria Novella, 14a rosso aperto: tutti i giorni 10-19,30 chiuso: mercoledì e agosto

www.mnaf.it

mostre

Duffy. The Photographic Genius fino al 20 maggio 2012 Autore di tante immagini della Swinging London e famoso per le fotografie di musicisti, attori e modelle, negli anni sessanta e settanta Brian Duffy ha rivoluzionato il modo di fare immagini di moda e ha creato il culto del fotografo, mettendo se stesso al centro della passerella con modelle e celebrità. Tra i suoi scatti compaiono John Lennon, Debbie Harry, William Burroughs, le bellissime Jean Shrimpton e Joanna Lumley e tanti altri. Sue anche le più celebri copertine di David Bowie e due Calendari Pirelli.

Patrick Mimran 1 giugno-31 luglio 2012 Il poliedrico artista francese presenta un progetto fotografico inedito. Spaziando dalla musica alle arti visive, dal video alle nuove tecnologie, Mimran ha lavorato per il teatro e per il cinema, ha realizzato installazioni e progetti artistici in tutto il mondo, utilizzando sempre la fotografia. Con una forte positività tinta di humour, osserva nei suoi progetti i grandi temi dell’umanità – morte, bellezza, sessualità – attraverso colori vivi, composizioni provocanti e giochi di parole.

Underwater dreams of Akyiyoshi Ito settembre-ottobre 2012

Attività didattiche per famiglie vedi p. 57

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Pittore e scultore di formazione, l’artista giapponese arriva per la prima volta in Italia portando i suoi “miracoli sotto le onde”. Dalla passione per il mare e il mondo sottomarino nascono fotografie che ritraggono i mari del Giappone, delle Filippine e delle Hawaii e tutti quei luoghi in cui è riuscito a catturare la bellezza di incredibili ecosistemi nascosti allo sguardo dei più. Nelle sue immagini, immensi deserti di acqua contrastano con la vita e gli esuberanti colori delle barriere coralline e di chi le abita.

mostra

I colori: il mio grande karma fino al 30 settembre 2012 Il nuovo allestimento invita a un viaggio nell’universo cromatico di Capucci attraverso 28 creazioni nei tre colori emblematici della sua produzione. Il verde, colore della vegetazione, nelle opere di Capucci è declinato in infinite sfumature che si frammentano in interpretazioni futuristiche, ricordano architetture naturali e ricoprono di foglie cangianti i maestosi abiti-scultura. Fra questi ‘Bouganvillea’, il celebre abito-scultura in taffetas plissé con elementi circolari nelle sfumature del verde e del ciclamino. Il rosso, che rappresenta l’amore celeste e terreste, insieme al bianco e al nero, è ripreso invece in ‘Nove Gonne’ (1956), tra i più significativi pezzi presentati in questa sezione. Il viola, molto amato da Capucci, è il colore dell’arte, della fantasia e del sogno, tematiche espresse al meglio nell’architettura in tessuto ‘Violano’ (1995).


La collezione di calzature esposta nel museo, inaugurato nel 1995, documenta l’intero arco di attività di Salvatore Ferragamo, dal suo ritorno in Italia nel 1927 fino al 1960, anno della morte. La collezione è arricchita anche dalla produzione successiva al 1960: ogni anno, infatti, alcuni modelli entrano a far parte dell’Archivio Salvatore Ferragamo, da cui il museo attinge per le sue esposizioni.

Museo Gucci Da settembre 2011 lo storico palazzo della Mercanzia è la prestigiosa sede del nuovo Museo Gucci: allestito su tre piani, offre un’esposizione dinamica e interattiva ma allo stesso tempo ricca di storia, attraverso oggetti, documenti e immagini della celebre maison fondata a Firenze nel 1921. Nel palazzo è custodito inoltre l’archivio privato di Gucci: un’immensa collezione di capi di prét-à-porter, accessori, oggetti, documenti e foto, raccolti e catalogati per documentare l’universo creativo e l’influenza culturale del patrimonio di Gucci. piazza della Signoria aperto: tutti i giorni 10-20 chiuso: Capodanno, Ferragosto, Natale

piazza di Santa Trinita, 5r aperto: da mercoledì a lunedì 10-18; ad agosto, da lunedì a sabato 10-13, 14-18 chiuso: Capodanno, 1 maggio, 15 agosto, Natale

www.guccimuseo.com

www.museoferragamo.it

Percorso espositivo

mostra

Il tessuto è tutto 4 marzo-30 settembre 2012 La finalità della mostra è quella di presentare l’eccellenza assoluta della produzione tessile pratese contemporanea con un taglio di tipo artistico, secondo il quale il valore creativo connesso alla fase progettuale del tessuto diventa un elemento distintivo del know how acquisito dalle aziende del territorio in tanti anni di produzione. I tessuti sono protagonisti di un percorso artistico in cui gli aspetti tecnici, determinati dalla scelta di materie prime, filati e trattamenti, sono termini di riferimento, espressione e linguaggio di una ricerca raffinata, finalizzata a interpretare il gusto e la moda contemporanei. L’allestimento si adegua a questo obiettivo sforzandosi di interpretare gli elementi estetici e tecnici connessi alle diverse tipologie tessili e propone una nuova modalità di presentazione del tessuto contemporaneo come manufatto artistico che determina e, allo stesso tempo, asseconda lo spazio architettonico delle sale.

Piano terra • Viaggio la sezione dedicata a bauli, valigie e accessori creati per il jet-set internazionale che ha contribuito al successo di Gucci tra gli anni cinquanta e settanta. Valigeria e articoli da viaggio fu infatti la denominazione delle prime collezioni di Guccio Gucci, ispirate alle valigie della clientela dell’Hotel Savoy di Londra, dove agli inizi lavorò come portiere.

• Spazio prezioso dove sono esposte clutch uniche e oggetti di valore • Contemporary Art Space, dedicato all’esposizione di opere d’arte contemporanea selezionate in collaborazione con la Fondazione Pinault, tra le quali alcuni lavori di Bill Viola realizzati tra il 1976 e il 1981; nella sala adiacente sono presentati i video e le installazioni più originali della ‘movie art’

Primo piano • Mondo Flora motivo intramontabile che ha trovato molteplici interpretazioni nei prodotti dell’azienda • Borsetteria percorso di design ed eccellenza artigianale che ricorda i modelli storici, divenuti veri e propri oggetti di culto tuttora ricercatissimi • Evening svela il sogno dell’abito da sera e la magia delle creazioni da red carpet indossate agli eventi più prestigiosi

Secondo piano • Logomania ripercorre l’evoluzione del monogramma della doppia G, divenuto emblema del made in Italy • Lifestyle e Sport completano il viaggio all’interno del museo, con un omaggio ai simboli e ai prodotti iconici del marchio ispirati allo sport e al tempo libero

musei e archivi della moda

Museo Salvatore Ferragamo

Museo del Tessuto di Prato Il museo è nato nel 1975 all’interno dell’Istituto Tecnico Industriale Tessile Tullio Buzzi come istituzione culturale di recupero della memoria produttiva locale e di supporto alla formazione nel settore della progettazione tessile. via Santa Chiara, 24, Prato aperto: lunedì e da mercoledì a venerdì 10-15, sabato 10-19, domenica 15-19

www.museodeltessuto.it


musei di fiesole

Museo Civico Archeologico

Il museo espone reperti protostorici, etruschi, romani e medievali, rinvenuti durante scavi sul territorio fiesolano, e oggetti di varia provenienza donati da collezionisti privati. Con l’accrescersi della consistenza del suo patrimonio, nel 1914 fu trasferito dalla prima sede nel Palazzo Pretorio (attuale sede del Comune) in un edificio progettato da Ezio Cerpi e costruito all’interno dell’area archeologica. Riordinato nel 1981, ospita anche la Collezione Costantini. via Portigiani, 1, Fiesole aperto: tutti i giorni, marzo e ottobre 10-18, da aprile a settembre 10-19, da novembre a febbraio 10-14 chiuso: martedì da novembre a febbraio

www.museidifiesole.it

Museo Bandini

Ospitato nella palazzina di primo Novecento appositamente realizzata dall’architetto Giuseppe Castellucci, il museo fu fondato nel 1795 da Angelo Maria Bandini nella chiesa di Sant’Ansano e alla morte del canonico passò per testamento al Capitolo Fiesolano. Da non perdere nella sala al piano terreno le pregevoli terrecotte robbiane (fra cui l’Effigie del giovane detto Sant’Ansano di Andrea della Robbia), frammenti di sculture antiche, mobili intarsiati e bassorilievi in marmo; le due sale al primo piano custodiscono invece dipinti databili fra il XIII e il XVII secolo, fra i quali opere di Taddeo Gaddi, Nardo di Cione e Lorenzo Monaco. via Giovanni Dupré, 1, Fiesole aperto: tutti i giorni, marzo e ottobre 10-18, da aprile a settembre 10-19, da novembre a febbraio 10-14 chiuso: martedì da novembre a febbraio

www.museidifiesole.it

Fondazione Primo Conti La quattrocentesca Villa Le Coste, oggi sede della Fondazione, fu l’abitazione di Primo Conti. Istituita nel 1980 come Centro di Documentazione e Ricerche sulle Avanguardie Storiche grazie alla donazione della famiglia Conti, la Fondazione si articola in tre sezioni: il Museo delle Opere di Primo Conti, che accoglie 63 dipinti e 163 disegni dell’artista fiorentino, l’Archivio, composto da numerosi fondi − tra cui gli archivi di Papini, Conti, Pavolini, Carocci, Pea, Samminiatelli −, e lo Studio. Il Museo e l’Archivio rappresentano un centro unico in Italia per ricostruire la vicenda dell’Avanguardia storica. via Giovanni Dupré, 18, Fiesole aperto: Museo Primo Conti da lunedì a venerdì 9-13. Visite anche il sabato, la domenica e il pomeriggio, per gruppi su appuntamento Archivio della Fondazione da lunedì a venerdì 9-13 su appuntamento

www.fondazioneprimoconti.org

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mostre

Venturino Venturi.

Anna Cionini.

Il dono dell’Assoluto

La luce dell’anima

in collaborazione con Diocesi di Fiesole, Fondazione Ernesto Balducci e Archivio Venturino Venturi di Loro Ciuffenna Sala del Basolato, Palazzo Comunale 12 aprile-30 maggio 2012

Sala Costantini, Museo Archeologico 14 giugno-15 luglio 2012

Esposizione di opere e documenti relativi alla vicenda artistica di Venturino Venturi (19182002), artista che ha avvertito la sacralità di ogni cosa: dell’acqua, del sole, di un ramarro che gli solletica il petto, dell’uomo e della donna, e soprattutto del mistero della nascita. È dalla terra e dall’umanità che nasce la sua fede; ogni traccia di scalpello sulla pietra, ogni segno di matita sulla carta lo ricongiungono a Dio, presente in ogni atto creativo. L’artista lavora i suoi molti materiali – il cemento, la pietra, il marmo, il legno –, segna la carta con rivoli densi di inchiostro e sempre è immerso nella dimensione del Sacro.

Giuseppe Gavazzi. La figura rivelata

a cura di Lucia Bruni e Federico Napoli Area archeologica e piazza Mino 5 maggio-31 agosto 2012 25 sculture in legno, bronzo e ghisa realizzate negli ultimi anni attraverso continue sperimentazioni tecniche (bronzi non patinati, legni non finiti, bruciati o dipinti). Attorno all’antico Teatro romano si dipana un percorso di figure umane, mai colte in movimento, ma sempre dinamiche nella vitalità interiore.

Nei 30 dipinti ispirati alla bellezza classica, immortalata dagli antichi in scene, paesaggi e figure rimasti indelebili nell’immaginario collettivo, Anna Cionini guarda a un ordine classico che trova suggestive propaggini nel “ritorno all’ordine” di inizio Novecento.

Carrà, Rosai, Scuffi.

La modernità di una pittura che risale alla maestà dell’antico Sala del Basolato, Palazzo Comunale settembre-ottobre 2012 Cinque opere di Carrà, altrettante di Rosai, venti di Scuffi per testimoniare la linea di continuità fra la pittura di inizio Novecento e l’opera di importanti artisti contemporanei, come Scuffi. Una mostra ricca di fascinazioni: paesaggi silenziosi, luoghi ermetici, una natura abitata dall’emblematica presenza di una sorgiva poesia.


focus Le cave di Monte Ceceri vengono distinte in due tipologie: latomia, detta anche cava ficcata o fitta o in grotta tagliata, dove il procedimento di estrazione è a cielo aperto e i filari di roccia sono ben visibili nella loro giacitura

La pietra serena nel Rinascimento fiorentino A nord-est della città di Firenze, nel Comune di Fiesole, troviamo i rilievi collinari di Monte Ceceri che geologicamente appartengono alla cosiddetta formazione del “macigno”, una roccia sedimentaria formatasi in ambiente marino con un processo durato milioni di anni. La base di questo complesso roccioso si trova in località Maiano e il punto più alto, a quota 500 metri s.l.m., a Monte Rinaldi, sulla sponda destra del torrente Mugnone. La morfologia del territorio è contraddistinta da versanti acclivi con notevoli salti di roccia, di origine naturale e artificiale, nonché da numerose aree che presentano masse rocciose affioranti. L’intera massa collinare è solcata da una fitta rete di sentieri e carrarecce, sufficiente da sola a testimoniare la presenza di un’intensa attività lavorativa plurisecolare. L’arenaria che vi si trova può essere distinta in due varietà principali: la pietra serena, di colore grigio chiaro, con tendenza azzurrognola, detta “color del cielo”, particolarmente apprezzata dagli architetti del Rinascimento (Filippo Brunelleschi e Leon Battista Alberti), e la pietra bigia, di colore ocra, all’aspetto molto simile alla pietraforte. Una varietà minore denominata pietra morta, usata un tempo come materiale refrattario nei piani dei focolari, è un’arenaria farinosa di colore giallastro. L’architettura rinascimentale fiorentina impiegava la pietra serena proveniente prevalentemente dalle cave di Monte Ceceri. Tra le innumerevoli opere fiorentine di particolare impegno nella tecnica esecutiva e di grande qualità nelle soluzioni formali ricordiamo la scala disegnata da Michelangelo per la Biblioteca Laurenziana, il complesso brunelleschiano di San Lorenzo, la chiesa di Santo Spirito, lo Spedale degli Innocenti e Palazzo Rucellai. L’area di Monte Ceceri, con una superficie di circa 44 ettari, è oggi riconosciuta giuridicamente dalla Regione Toscana come Area Naturale Protetta di Interesse Locale; la società proprietaria dell’area ha concesso in comodato gratuito, fino al 2020, circa 18 ettari al Comune di Fiesole, a cui la Regione Toscana e la Provincia di Firenze hanno già finanziato il progetto per la realizzazione di un parco attrezzato che si configurerà come museo en plein air della pietra serena. Fino al 1929 Monte Ceceri appariva completamente brullo, ma con la gestione regionale sono stati effettuati interventi di ricostruzione boschiva che dagli anni cinquanta in poi gli hanno ridato l’attuale aspetto di area boscata. Al suo interno si trovano ben 42 cave a testimonianza dell’intensa attività estrattiva del passato svolta dagli scalpellini di Monte Ceceri e Settignano; artigiani che erano inoltre in grado di forgiare i propri strumenti in ferro ed eseguire la tempratura di scalpelli a taglio e a punta (subbia) che conferiva al metallo il giusto grado di durezza mantenendone l’affilatura. Elena Maria Petrini Architetto del Comune di Fiesole

Prima di utilizzare il giacimento litico veniva compiuta una serie di operazioni preliminari volte a individuare banchi di pietra di notevole “potenza” e di buona qualità; si procedeva quindi all’asportazione, con pala e piccone, di tutti quei materiali accumulati sui filari di pietra buona – terra, ghiaia, pietrisco, sassi, galestro e pietra morta – denominati scoperchiatura. Successivamente si passava alle quattro fasi della lavorazione: cavatura: avveniva con una complessa operazione chiamata zappettatura attraverso l’inserimento di cunei di legno secco, in solchi praticati nella pietra, che una volta bagnati esercitavano una pressione verso l’esterno ottenendo il distacco del blocco e mirando alla rottura lungo i piani di stratificazione. Oggi sono stati sostituiti da biette e punciotti in ferro utilizzati secondo lo stesso principio, mentre in altre zone viene adoperato anche materiale esplosivo e filo elicoidale. sbozzatura: si realizzava in cava e mirava a squadrare il blocco avvalendosi di vari utensili, soprattutto mazze, martelli e subbie, e subito dopo si praticava la squadratura del blocco per ottenere una superficie piana con spigoli vivi e retti. posa in opera: il blocco ottenuto dopo la prima sbozzatura era pronto per essere trasportato verso la destinazione finale. Lo spostamento e il sollevamento avvenivano con l’utilizzo di binde, ulivelle, canapi e leve in ferro, mentre per il trasporto fino al barroccio – carro in legno che arrivava fino al piano di cava – si impiegavano tronchi in legno, di cipresso o leccio, detti curri. rifinitura: con quest’ultima fase si intende la lavorazione applicata allo scopo di conferire al blocco di pietra aspetti diversi per rugosità e brillantezza e di ottenere una superficie a vista del tipo desiderato. Le diverse lavorazioni di finitura si distinguono in base all’utensile impiegato (scalpellatura, subbiatura, bocciardatura, gradinatura, ecc.).

Foto di Elena Maria Petrini


“stranieri” a firenze

Kunsthistorisches Institut in Florenz

Fondato nel 1897, è uno dei più antichi centri di ricerca per la storia dell’arte e dell’architettura in Italia e dal 2002 appartiene alla Max-PlanckGesellschaft. Uno dei compiti principali dell’istituto è quello di favorire la formazione di studiosi a livello internazionale. I ricercatori di tutto il mondo hanno accesso alle risorse dell’istituto: la Biblioteca con oltre 300.000 volumi e una delle fototeche più prestigiose al mondo per la storia dell’arte italiana. via Giuseppe Giusti, 44

www.khi.fi.it

Istituto Universitario Europeo

L’istituto contempla un programma di studi di specializzazione postlaurea e postdottorato creato nel 1972 dai sei Stati membri fondatori della Comunità Europea per promuovere, in una prospettiva europea, lo sviluppo culturale e scientifico in vari campi: economia, storia, giurisprudenza, scienze politiche e sociali. Numerosi i seminari e le conferenze presenziati da personaggi internazionali di primo piano. L’istituto svolge le proprie attività nelle numerose sedi nei dintorni di Firenze. Badia Fiesolana via dei Roccettini, 9

San Domenico di Fiesole

www.eui.eu

Syracuse University in Florence

a cura di Alyson Price

Grazie alla pluriennale esperienza e ai rapporti instaurati con la città, il campus della Syracuse University offre una vasta scelta di corsi e approfondimenti culturali. Il campus ha la sua sede principale nella Villa Rossa, acquistata nel 1963 dalla Syracuse University. piazza Savonarola, 15

www.syr.fi.it

Istituto Universitario Olandese di Storia dell’Arte Fondato nel 1958 per promuovere gli interscambi culturali, in particolare tra il Nord e il Sud dell’Europa, l’istituto possiede una ricca Biblioteca, che vanta una prestigiosa raccolta di testi critici sulla storia dell’arte e della cultura con una specializzazione nell’arte italiana e dei Paesi Bassi. L’istituto promuove mostre, pubblicazioni e conferenze.

New York University in Florence Villa La Pietra

Institut Français de Florence

L’università è ospitata a Villa La Pietra, che conserva la Collezione Acton, ricca di più di 7.000 fra dipinti, sculture, oggetti, e una Biblioteca con circa 12.000 volumi e 16.000 fotografie; ospita i seminari del Remarque Institute e del Graduate Studies, l’Acton Miscellany, il Season Events e La Pietra Policy Dialogues. La Pietra Policy Dialogues ambisce a creare un dibattito pubblico intorno alle problematiche politiche e sociali, riunendo intorno a un tavolo comune – evento raro – una grande varietà di personaggi internazionali, fra i quali politici, leader economici e altri intellettuali pubblici, per riflettere e discutere su vari argomenti, con il fine ultimo di creare un network dinamico fra le due sponde dell’Oceano Atlantico. Villa La Pietra via Bolognese, 120

L’Institut Français de Florence, il più antico al mondo (1907), è Ente dello Stato Francese e fa capo alla rete culturale dell’Ambasciata di Francia in Italia. È ospitato nel quattrocentesco Palazzo Lenzi e da oltre un secolo si distingue per un’attivissima e costante politica culturale e per l’eccezionale sviluppo della sua bibliotecaemeroteca. piazza Ognissanti, 2

www.france-italia.it

eventi Suona Francese 2012 La quinta edizione del più grande festival di musica francese in Italia comprende concerti in diversi luoghi della città e un convegno su Messiaen. www.suonafrancese.it

www.nyu.edu/global/lapietra

Concerto di Eliane Radigue 7 maggio ore 21 Villa Romana Fabbrica Europa / Les trois Baudets: Vincha et Mell 9 maggio ore 20,30 Institut Français

British Institute of Florence The Harold Acton Library Fondato nel 1917 per promuovere gli scambi culturali tra l’Italia e il mondo anglofono, oggi il British Institute offre un vasto programma di corsi di lingua inglese, lingua italiana e storia dell’arte oltre a organizzare numerosi eventi culturali di varia natura. lungarno Guicciardini, 9

www.britishinstitute.it

attività Serie di conferenze aperte al pubblico tutti i mercoledì alle 18. La stagione comprende una conferenza di Richard Davies su Daniel Varé, the Laughing Diplomat (16 maggio). L’Istituto dedica una settimana a Shakespeare in occasione dell’anniversario della nascita (dal 23 aprile), mentre celebra James Joyce nella settimana del Bloomsday (16 giugno). L’Istituto ospita infine il convegno Preparing the way: the representation of John the Baptist in art, music and literature (22 giugno, con registrazione obbligatoria).

viale Torricelli, 5

Concerti dedicati a Debussy 29 e 30 maggio ore 20,30 Piccolo Teatro del Maggio Musicale Convegno su Massiaen 1-2 giugno Lyceum Club Internazionale di Firenze Concerto di Karimouche 19 giugno ore 20,30 Institut Français

Georgetown University Nel 1979 Margaret Rockefeller Strong Cuevas, nipote di John D. Rockefeller, donò Villa Le Balze – la proprietà di suo padre – alla Georgetown University, con l’obiettivo che diventasse un centro di studio in onore del padre, filosofo, scrittore ed educatore. L’università organizza conferenze e promuove pubblicazioni. Villa Le Balze via Vecchia Fiesolana, 26

www.iuoart.org

www11.georgetown.edu

convegno The Harvard University Center for Italian Renaissance Studies Nella sede di Villa I Tatti, l’istituto è impegnato nello studio approfondito del Rinascimento italiano sotto vari aspetti: storia dell’arte, politica, economia, scienze sociali, storia della scienza, filosofia, religione, storia della letteratura e musica. Villa I Tatti via di Vincigliata, 26

www.itatti.it

eventi

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Early Music at I Tatti, XX Tensho¯ Sho¯nen Shisetsu. The Italian Tour of Four Japanese Youths in 1585 13 giugno 2012 ore 17,30, Palazzo Pitti 14 giugno 2012 ore 18, Villa I Tatti

Emotions, Passions, and Power in Renaissance Italy Georgetown e Università degli Studi di Firenze 7-8 maggio 2012 Georgetown ospita il convegno a cui partecipano professori da Georgetown University, Institute at Palazzo Rucellai, Loyola University Chicago, Università degli Studi di Firenze, University of California Santa Barbara, Università del Molise, King’s College London, University of Grenoble, Università di Milano, Università degli Studi di Parma, University of Manchester e Istituto Italiano per gli Studi Storici di Napoli. Per informazioni: smocali@villalebalze.org


The English and the Americans in Florence

“Scoprite gli inglesi a Firenze” con THE ENGLISH WALKS IN FLORENCE

THE ENGLISH AND THE AMERICANS IN FLORENCE 23RD & 24TH MAY 2012 Two unique one-day programmes that bring to life the cultural experience of the Anglo-Americans in Florence. Each day is introduced by an expert lecturer and the British Institute archivist who put the day in context, in the splendid setting of the Harold Acton Library of the British Institute of Florence.

di Lauri Thorndyke

tre brevi guide che ripercorrono le orme dei viaggiatori inglesi, rievocando i tempi d’oro di quel turismo elegante che ha segnato un’epoca indimenticabile nella storia di Firenze

Due giornate uniche permettono di rivivere l’esperienza di un angloamericano a Firenze. Ogni giornata è introdotta da una conferenza tenuta da un esperto e dall’archivista del British Institute, nella splendida cornice della Harold Acton Library del British Institute di Firenze.

THE VICTORIANS LITERARY LANDSCAPES

THE EDWARDIANS CULTURE AND STYLE

23rd May 2012

24th May 2012

Each programme €200.00 t Both programmes €350.00

THE ENGLISH WALKS IN FLORENCE

in vendita a Firenze nei bookshop museali, nelle librerie Paperback Exchange e My Accademia, al British Institute oppure direttamente sul sito di Centro Di www.centrodi.it

23 e 24 maggio 2012

di Lauri Thorndyke

◉ THE GRAND TOUR ◉ THE VICTORIAN TOUR ◉ THE EDWARDIAN RESIDENTS formato 13,7x29,7 cm pagine 12 in inglese

€5 € 12 la serie

Library and Cultural Centre t British Institute of Florence Lungarno Guicciardini 9 t 50125 Firenze

Tel: +39 055 267781 t info@britishinstitute.it www.britishinstitute.it

The Victorians Literary Landscapes

The Edwardians Culture and Style

23 maggio

24 maggio

Scopri il mondo dei Vittoriani a Firenze. Visita la casa dei poeti Elizabeth Barrett e Robert Browning; esplora gli stili e le influenze a tutt’oggi presenti dietro i portoni dei palazzi fiorentini, anche con una visita ad un palazzo privato. Goditi la vista e una colazione dalla Torre di Bellosguardo, da dove secondo una descrizione di Lady Paget si poteva respirare “un’aria come di champagne”. Fai un tour del Cimitero degli Inglesi con tutta la sua storia e respira il passato con un giro di carrozza attraverso l’antico centro cittadino. Tutti i costi e trasferimenti inclusi. I posti sono limitati e la prenotazione obbligatoria.

Esplora l’epoca di due grandi collezionisti Anglofiorentini dell’era edoardiana: Herbert Horne e Arthur Acton. Condividine i luoghi e la passione con un tour del Museo Horne, una colazione nel più aristocratico circolo privato nella più inglese delle vie dello shopping, via Tornabuoni e con una visita alla quattrocentesca Villa La Pietra, alle sue collezioni e ai suoi magnifici giardini. Fai un tuffo nel passato del collezionismo colto internazionale. Tutti i costi e trasferimenti inclusi. I posti sono limitati e la prenotazione obbligatoria.

Prenotazioni e informazioni: The Victorians – Literary Landscapes 23 maggio 2012 € 200 The Edwardians – Culture and Style 24 maggio 2012 € 200 Entrambi i programmi € 350 I corsi sono tenuti in inglese; iniziano alle 9 presso il Britsh Institute e si concludono alle 17. Per maggiori informazioni e prenotazioni:

www.britishinstitute.it

info@britishinstitute.it

Library and Cultural Centre, lungarno Guicciardini, 9 50125 Firenze 00 39 055 2677 8270 Fax: 00 39 055 2677 8252


bambini e ragazzi

aprile Dinosauri in carne e ossa Orto Botanico I trucchi della natura 1 aprile ore 10-12 Un passato ad arte 8 aprile ore 10-12 Il verde di una volta 15 aprile ore 10-12 Paleodetective 22 aprile ore 10-12 Indovina chi... 29 aprile ore 10-12

Domeniche matematiche

Museo per la Matematica Origami di Pasqua (visita e laboratorio) 1 aprile ore 15,30

A tutta scienza

Museo Galileo Leonardo artista e scienziato (laboratorio) 1 e 22 aprile ore 15 Experiential Visit in English 7 aprile ore 15 Le collezioni della scienza 14 aprile ore 15 Gli strumenti di Galileo (laboratorio) 15 e 29 aprile ore 15 La chimica di Pietro Leopoldo. Dall’alchimia alle nuove scienze 21 aprile ore 15 Il cannocchiale racconta 28 aprile ore 15

Artigiani in famiglia

Museo Horne 14, 21 e 28 aprile ore 10-12 oppure 16-18

Famiglie al museo

Chiesa e Museo di Orsanmichele Le “Arti” e i loro santi protettori 7 aprile ore 10,30 Palazzo Davanzati Il “gioco del civettino” specchio della vita quotidiana del Medioevo 14 aprile ore 10,30 Giardino di Boboli Le grotte dei Medici 21 aprile ore 10,30

Musesplorando

Sezione Antropologia e Etnologia Storie di viaggi e viaggiatori (visita a tema) 1 aprile ore 10,30-12,30 Sezione Zoologia “La Specola” OvoMuseo (evento) 7 aprile ore 10,30-12,30 e 14,30-16,30 Sezione Antropologia e Etnologia Cruciverbone antropologico (laboratorio) 14 aprile ore 15-17 Villa Il Gioiello (via Pian dei Giullari, 42) Di gioviale e giocondo aspetto (visita a tema) 15 aprile ore 10,30-11,30 Sezione Zoologia “La Specola” HMS Beagle (laboratorio) 15 aprile ore 15-17 Sezione Zoologia “La Specola” Volando sul pentagramma (visita a tema) 22 aprile ore 10,30-11,30 Sezione Zoologia “La Specola” Birdwatching in città (visita a tema) 29 aprile ore 15-17

A misura di famiglia CCC Strozzina tutti i sabati ore 15,30

Famiglie a Palazzo Strozzi

Palazzo Strozzi Percorsi Palazzo. Un palazzo, cinque sensi 1 aprile ore 15,30-16,30 Il cantastorie. Racconti all’aperto 3 aprile ore 17,30-18,30 Mani che vedono (visita guidata e laboratorio) ogni sabato ore 10,30-12 Con altri occhi (visita guidata e laboratorio) ogni domenica ore 10,30-12,30

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Obladì

Complesso delle Oblate tutti i sabati

maggio

giugno

Detective dell’Arte

Dinosauri in carne e ossa

(Amico Museo) Museo Casa Siviero 5-6 maggio

Dinosauri in carne e ossa Orto Botanico Spostarsi, problemi di gravità 6 maggio ore 10-12 Davanti allo specchio 13 maggio ore 10-12 MiniMega Game 20 maggio ore 10-12 Cibi di un tempo 27 maggio ore 10-12

Orto Botanico I trucchi della natura 3 giugno ore 10-12 Un passato ad arte 10 giugno ore 10-12 Il verde di una volta 17 giugno ore 10-12 Paleodetective 24 giugno ore 10-12

A misura di famiglia CCC Strozzina tutti i sabati ore 15,30

Famiglie a Palazzo Strozzi

Domeniche matematiche

Museo per la Matematica visita guidata e caccia al tesoro matematica (Amico Museo) 6 maggio ore 16

Famiglie a Palazzo Strozzi

Palazzo Strozzi Percorsi Palazzo 100 modi di dire piazza 6 maggio ore 17,30-18,30 Mani che vedono (visita guidata e laboratorio) ogni sabato ore 10,30-12 Con altri occhi (visita guidata e laboratorio) ogni domenica ore 10,30-12,30

A tutta scienza

Museo Galileo Impara l’inglese con la scienza 5 maggio ore 15 Leonardo artista e scienziato (laboratorio) 6 e 20 maggio ore 15 Sperimentiamo il Museo! 12 maggio ore 15 Gli strumenti di Galileo (laboratorio) 13 e 27 maggio ore 15 Dante secondo Galileo 19 maggio ore 15 Il cannocchiale racconta 26 maggio ore 15

Artigiani in famiglia

Palazzo Strozzi Percorsi Palazzo. Una grande famiglia per una grande casa 3 giugno ore 17,30-18,30 Il cantastorie. Un luogo davvero speciale 5 giugno ore 17,30-18,30 Mani che vedono (visita guidata e laboratorio) ogni sabato ore 10,30-12 Con altri occhi (visita guidata e laboratorio) ogni domenica ore 10,30-12,30

Obladì

Complesso delle Oblate tutti i sabati

A tutta scienza

al Museo Galileo per famiglie con bambini a partire dai 6 anni tutti i fine settimana fino alla fine di maggio visite guidate tematiche e laboratori prenotazioni 055 265311 weekend@museogalileo.it www.museogalileo.it

Museo Horne 5, 12 e 19 maggio ore 10-12 oppure 16-18

Obladì

A misura di famiglia CCC Strozzina tutti i sabati ore 15,30

Musesplorando

al complesso delle Oblate

Sezione Antropologia e Etnologia Il grande gioco antropologico (laboratorio) 6 maggio ore 15-17 Villa Il Gioiello (via Pian dei Giullari, 42) Il mito Galileo (visita a tema) 13 maggio ore 10,30-11,30 Sezione Zoologia “La Specola” Perché la zebra è a strisce? (laboratorio) 13 maggio ore 15-17 Sezione Zoologia “La Specola” Foto Birdwatching in città (giro in città) 20 maggio ore 10,30-11,30 Sezione Zoologia “La Specola” Una macchina quasi perfetta (visita a tema) 27 maggio ore 10,30-12,30

Obladì

Complesso delle Oblate tutti i sabati

Detective dell’Arte

al Museo Casa Siviero per bambini e ragazzi attività ludico-didattica ispirata al lavoro di Siviero www.museocasasiviero.it

per adulti e bambini ogni sabato fino a luglio storie, letture, marionette e personaggi fantastici faranno divertire tutti quanti calendario e informazioni 055 291923 oblatedintorni@gmail.com

www.oblatedintorni.it

Famiglie al museo

Sezione Didattica del Polo Museale per famiglie con bambini e ragazzi dai 7 ai 14 anni

Scoprire i capolavori dell’arte insieme alla propria famiglia. Dai musei più celebri come gli Uffizi e la Galleria dell’Accademia ai tesori meno conosciuti come il Cenacolo di Fuligno, tanti sono i percorsi per conoscere il patrimonio della città. prenotazione obbligatoria 055 284272 fax 055 2388680 mercoledì ore 15-18 e giovedì ore 9-12 didattica@polomuseale.firenze.it www.polomuseale.firenze.it/didattica


Dinosauri in carne e ossa Orto Botanico Indovina chi... 1 luglio ore 10-12 Spostarsi, problemi di gravità 8 luglio ore 10-12 Davanti allo specchio 15 luglio ore 10-12 MiniMega Game 22 luglio ore 10-12 Cibi di un tempo 29 luglio ore 10-12

agosto

settembre

Dinosauri in carne e ossa Orto Botanico I trucchi della natura 5 agosto ore 10-12 Un passato ad arte 12 agosto ore 10-12 Il verde di una volta 19 agosto ore 10-12 Paleodetective 26 agosto ore 10-12

A misura di famiglia CCC Strozzina 7 e 14 luglio ore 15,30

Obladì

Complesso delle Oblate tutti i sabati

Artigiani in famiglia

al Museo Horne per famiglie con bambini e ragazzi dagli 8 ai 13 anni Il progetto propone itinerari di conoscenza e sperimentazione di tecniche artistiche tradizionali, ancora vive grazie al lavoro di sapienti artigiani fiorentini. Per la primavera sono previsti due corsi di tre incontri ciascuno: visita al museo, incontro nella bottega di un artigiano e laboratorio.

Orto Botanico Indovina chi... 2 settembre ore 10-12

Dinosauri in carne e ossa all’Orto Botanico

In occasione della mostra Dinosauri in carne e ossa laboratori di breve durata con giochi, attività manuali e scavi sulle tracce degli animali preistorici

Famiglie a Palazzo Strozzi

Palazzo Strozzi Percorsi Palazzo. Il gigante di pietra 1 luglio ore 17,30-18,30 Il cantastorie. Storie capovolte 3 luglio ore 17,30-18,30 Mani che vedono (visita guidata e laboratorio) 7 luglio ore 10,30-12 Con altri occhi (visita guidata e laboratorio) 8 luglio ore 10,30-12,30

Dinosauri in carne e ossa

attività continue sabato e domenica dalle 14 alle 17; su prenotazione laboratori per gruppi di bambini domenica dalle 10 alle 12

Domeniche matematiche

informazioni e prenotazioni 055 2346760 www.dinosauricarneossa.tumblr.com

al Museo per la Matematica visite guidate e attività a sorpresa! prima domenica di ogni mese le attività si replicano nelle domeniche successive secondo le richieste prenotazione obbligatoria 055 7879594 www.archimede.ms

Musesplorando è il luogo virtuale in cui trovare offerte didattiche e divulgative per viaggiare nel meraviglioso mondo delle scienze. La Scienza in pochi click!

Familiarizzare il Museo

al Museo di Storia Naturale

bambini e ragazzi

luglio

laboratori, giochi, animazioni, visite guidate per grandi e piccini per conoscere il mondo della Natura giocando e sperimentando attraverso le collezioni del museo prenotazioni 055 2346760 www.musesplorando.it

informazioni e prenotazioni 055 244661 segreteria@museohorne.it www.museohorne.it

illustrazioni di Silvia Cheli

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bambini e ragazzi

Famiglie

a Palazzo Strozzi per famiglie con bambini dai 3 anni in su • Specifiche didascalie concepite per stimolare una conversazione trasversale • Audioguide differenziate per adulti e bambini • La valigia della famiglia: la Cartella del pittore è un contenitore di testi e giochi ideato per consentire a ogni famiglia di vivere un’esperienza ‘su misura’ all’interno della mostra • Ricco programma di attività per esplorare l’arte in modo divertente, con proposte differenziate per fasce d’età a partire dai 3 anni • il Biglietto Famiglia consente a un gruppo familiare (fino a 2 adulti oltre ai ragazzi fino a 18 anni) l’ingresso illimitato alle mostre Americani a Firenze e American Dreamers • le Domeniche delle Famiglie sono occasioni pensate per vivere un’esperienza speciale in mostra con la propria famiglia fino al 15 luglio 2012 in occasione di Americani a Firenze. Sargent e gli impressionisti del Nuovo Mondo attività gratuite con il biglietto d’ingresso alla mostra prenotazione obbligatoria per tutte le attività Sigma CSC 055 2469600 (da lunedì a venerdì 9-13, 14-18) fax 055 244145 prenotazioni@cscsigma.it Attività per le famiglie anche in inglese su richiesta 055 3917141 La Cartella del pittore è gratuita con il biglietto della mostra; si può prenotare allo 055 2645155 oppure richiedere al punto informazioni

www.palazzostrozzi.org

Percorsi Palazzo

La valigia della famiglia

Osservo, Scopro, Creo

Quanto è grande Palazzo Strozzi! L’hai mai osservato con attenzione? Attraverso quattro visite interattive, giochiamo con i sensi per scoprire suoni, colori, forme del palazzo e il suo rapporto con la città. Con attività creative cerchiamo gli angoli nascosti e i particolari che ancora oggi ci raccontano la storia di questa “casa grande” della famiglia Strozzi. la prima domenica del mese dalle 15,30 alle 16,30 per bambini da 5 a 10 anni e adulti accompagnatori non è richiesto il biglietto della mostra ed è possibile partecipare a singoli appuntamenti

La Cartella del pittore

Contiene tutto il necessario per vivere l’esperienza di un pittore americano tra la fine dell’Ottocento e l’inizio del Novecento, quando Firenze era la meta privilegiata di artisti, scrittori e intellettuali provenienti dal Nuovo Mondo. Permette di visitare la mostra in maniera ludica e non convenzionale e offre percorsi differenziati per fasce d’età con testi, giochi di osservazione, esperienze e approfondimenti. Non occorre essere esperti d’arte e ciascuno può costruire il proprio percorso in base al tempo a disposizione: da una visita di poco più di mezz’ora a una giornata in mostra. tutti i giorni per visitatori dai 3 anni in su

Visite con laboratorio Mani che vedono

Dentro o fuori? Vicino o lontano? Osserviamo i quadri e giochiamo a ‘vedere con le mani’: uno strumento d’eccezione che si può trasformare in oggetti sempre nuovi… Scopriamo insieme come, con un semplice e sorprendente cambio di prospettiva, si possa vedere il mondo in tanti modi diversi! il sabato dalle 10,30 alle 12 per bambini da 3 a 6 anni e adulti accompagnatori

Con altri occhi

In quanti modi si può guardare un luogo? E in quanti modi si può dipingere? Con giochi di osservazione scopriamo che ogni artista sceglie non solo cosa rappresentare, ma anche con quali occhi guardarlo e sperimentiamo che anche noi scegliamo continuamente il nostro punto di vista. la domenica dalle 10,30 alle 12,30 per bambini da 7 a 12 anni e adulti accompagnatori

Corso d’arte Another point of view

Vivi la mostra in ‘4D’ con un corso creativo di 10 settimane che combina capacità di osservazione, manualità ed espressività corporea. Attraverso lo studio dei quadri in mostra, si entra, per così dire, dentro lo spazio della cornice e la propria esperienza creativa della mostra è interpretata attraverso i linguaggi della pittura, della musica e della danza. Il corso si conclude con una serata live che si terrà entro il 15 giugno. dal 23 marzo al 1 giugno ogni venerdì dalle 15,30 alle 17,30 8 e 9 giugno dalle 17 alle 21 prove per lo spettacolo per ragazzi da 12 a 14 anni

Attività creative Il cantastorie

Un’opera ha tante storie da raccontare, basta saperle ascoltare! Il cantastorie narra le fiabe, i miti e le leggende nascoste in un dipinto. Di volta in volta, ci incontriamo in mostra per osservare, ascoltare e, perché no, anche per disegnare! il primo martedì del mese dalle 17,30 alle 18,30 (tranne il mese di maggio) per bambini da 5 a 10 anni e adulti accompagnatori

Le stanze dei tesori a Palazzo Medici Riccardi e nei musei Stefano Bardini, Horne, Stibbert, Bandini, Palazzo Davanzati, Casa Rodolfo Siviero e Fondazione Salvatore Romano fino al 15 aprile 2012 in occasione della mostra Le stanze dei tesori laboratori per famiglie prenotazioni da lunedì a venerdì 055 2340742 prenotazioni@cscsigma.it www.stanzedeitesori.it

Compleanno

al Museo e Istituto Fiorentino di Preistoria

Laboratori al Pecci

laboratori e visite guidate alle mostre per adulti e bambini prenotazioni 0574 531835 edu@centropecci.it calendario e descrizioni delle attività sul sito www.centropecci.it

È possibile festeggiare il compleanno nel museo e approfondire i vari aspetti della Preistoria osservando le vetrine e toccando direttamente vari manufatti. Dopo la visita i bambini vengono coinvolti in laboratori e cacce al tesoro, diversi in base all’età (5-12 anni) prenotazioni 055 295159 info@museofiorentinopreistoria.it

A misura di famiglia

al CCC Strozzina dai 6 ai 12 anni e adulti accompagnatori

ogni sabato pomeriggio visita guidata alla mostra per scoprire insieme, bambini e adulti, il mondo dell’arte contemporanea fino al 15 luglio 2012 sabato 15,30

prenotazione obbligatoria 055 3917137 didatticastrozzina@palazzostrozzi.org www.strozzina.org

illustrazioni di Silvia Cheli


bambini e ragazzi

L’arte dell’“imparar facendo” al Museo e Istituto degli Innocenti dai 3 agli 11 anni La Bottega dei Ragazzi, sezione didattica del museo, offre un vero mondo di giochi e laboratori creativi dove i bambini si avvicinano al mondo dell’arte e “imparano facendo”, come nelle antiche botteghe rinascimentali. La Bottega propone inoltre attività di gioco guidato e la partecipazione in ludoteca e mette a disposizione i propri spazi per feste di compleanno. prenotazioni 055 2478386 bottega@istitutodeglinnocenti.it su richiesta, laboratori in lingua inglese orari Bottega dei Ragazzi: da lunedì a venerdì 9-13 e 16-19, sabato 10-13 e 16-19, ultima domenica del mese 10-13

Storie di carta, cartone e colori per famiglie fino al 3 giugno 2102 in occasione della mostra Figli d’Italia visite guidate per bambini e genitori alla scoperta di biografie, immagini e oggetti che raccontano l’assistenza all’infanzia nei primi anni dell’Unità d’Italia. Segue il laboratorio dove i piccoli danno corpo ai propri ricordi decorando la sagoma in cartone di un bambino, alla quale possono poi legare memorie personali e condivise insieme ai genitori. Le opere realizzate dai bambini di oggi arricchiranno poi il percorso espositivo sommandosi a quelle storiche. prenotazioni 055 2478386 bottega@istitutodeglinnocenti.it per il calendario delle attività consultare il sito www.labottegadeiragazzi.it

Compleanno

a Palazzo Vecchio nel Museo dei Ragazzi è possibile festeggiare il compleanno regalando agli invitati emozioni da museo, dopo le quali in un’apposita saletta è possibile festeggiare con doni e candeline. Per un massimo di 20 bambini e 5 adulti lunedì, martedì, mercoledì, venerdì 14,30-17,30; sabato e domenica 9,30-12,30 e 14,30-17,30. L’attività per i bambini inizia la mattina alle 10 e il pomeriggio alle 15. La prima mezz’ora serve ai genitori per allestire la stanza del compleanno

Il Museo dei Ragazzi Il sistema museale educativo promosso dall’Amministrazione Comunale di Firenze offre un’articolata gamma di proposte educative e culturali cui aderiscono vari musei: più di 40 attività rivolte ad adulti e famiglie con bambini, nelle quali sono adottate le più aggiornate metodologie di comunicazione quali la drammatizzazione, l’utilizzo della multimedialità e l’interazione hands on

le attività del Museo dei Ragazzi in Palazzo Vecchio Quartieri Monumentali

•Scopri Palazzo Vecchio •Favole per i più piccoli •Teatro al museo •Atelier d’arte •Il cibo come cultura •Geografia al museo •Giochi di ruolo Ogni attività ha la durata di circa un’ora e un quarto. Il Museo dei Ragazzi propone nella stessa giornata diverse attività, per cui è possibile scegliere più di una proposta fra le tante attività ludiche per bambini dentro al museo. informazioni e prenotazioni 055 2768224 fax 055 2768558 da lunedì a domenica, dalle 9,30 alle 17 info.museoragazzi@comune.fi.it www.palazzovecchio-museoragazzi.it

Visite e laboratori al MNAF

per famiglie con bambini dai 6 anni in su la Sezione Didattica organizza visite guidate e laboratori per le famiglie, avvalendosi di giochi educativi ideati appositamente per stimolare nei partecipanti lo spirito d’osservazione e la creatività Alla scoperta del MNAF! Visita guidata all’esposizione permanente del museo La storia vera di un cavallo fotografo Visita guidata incentrata sul tema del movimento in fotografia, seguita dal laboratorio di produzione di una fotografia animata Una camera oscura grande come la cattedrale di Santa Maria Novella Visita guidata osservando l’evoluzione delle antiche camere oscure e laboratorio con apparecchi ottici Scatta Firenze! Visita attraverso la fotografia in giro per la città L’Italia in posa Visita guidata osservando il tema del ritratto in fotografia, seguita da laboratorio con gioco multimediale sui personaggi illustri del Risorgimento Fotografia: invenzione o Visita guidata con osservazione di opere di questo meraviglioso procedimento, con gioco multimediale

scoperta? che illustrano i progressi seguita da laboratorio sul tema

Solo su prenotazione per le famiglie, organizzate in gruppi di minimo 10 persone. Per gruppi di massimo 15 persone è possibile prenotare la visita guidata all’azienda storica Fratelli Alinari (largo Alinari, 15) prenotazioni: 055 216310 055 2395217 didatticamnaf@alinari.it www.alinarifondazione.it

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musicaincittà

Il nuovo Teatro dell’Opera Parco della Musica Il nuovo auditorium si trova ai bordi del Parco delle Cascine, di fronte alla stazione Leopolda, ed è posto lungo la linea di confine che separa la Firenze di pietra dalla sua principale dotazione ambientale: alla scala urbana il progetto è perciò pensato per operare un’efficace riconnessione tra la città e il suo parco. Si tratta di un moderno polo musicale che permette prestazioni di assoluta eccellenza sul piano della musica lirica, concertistica, da camera e rock in un complesso polifunzionale e flessibile. Una sala lirica da 1850 posti, una concertistica da 1000 e una grande cavea per spettacoli musicali all’aperto, i loro servizi, e la sorprendente complessità della macchina teatrale: torre scenica, palco, laboratori, golfo mistico, sale prova, e balletto e camerini e depositi.

I materiali di finitura esterni Particolare attenzione è stata prestata alla scelta dei materiali di finitura esterna degli edifici, alle morfologie costruttive e alla qualità architettonica complessiva. Requisiti fondamentali per la scelta dei materiali sono stati la facilità di manutenzione e l’esigenza di un’architettura in grado di contestualizzarsi rispetto alla città circostante, ai suoi rapporti tipo-morfologici, alle sue finiture, ai suoi materiali e ai suoi colori. In ragione di queste considerazioni la scelta si è indirizzata verso i materiali in grado di reinterpretare, attualizzandola, la tradizione locale. È il caso della pietra serena, che tuttavia non è sufficientemente affidabile sul piano della durevolezza. Una criticità ben nota ai classici che si manifesta già dopo 4-5 anni. Si è pertanto optato per una pietra artificiale che riprendesse le tonalità grigie della pietra serena, ma che fosse caratterizzata da resistenza e durabilità molto più elevate. La parte basamentale del progetto, denominata “piastra”, la pavimentazione della piazza esterna, comprese le rampe e le scalinate sono state realizzate in un gres porcellanato con diverse gradazioni di grigio. I due volumi delle sale, la cavea di copertura e la pavimentazione del giardino di copertura della sala piccola sono stati realizzati in Kerlite con colori che richiamano la tradizione dei marmi policromi fiorentini, così da risaltare rispetto al grigio del basamento; in particolare i colori rimandano al marmo cipollino con le sue sfumature di verde su base bianca. Il materiale scelto per il rivestimento della volumetria della torre delle scene è il cotto tipico della tradizione locale, ma anch’esso reinterpretato tenendo conto del grigio e del verde della piastra basamentale e delle volumetrie delle sale. La parete, realizzata in frangisole fissi in laterizio, è rivestita con elementi in cotto smaltati in diverse tonalità di grigio e verde così da aumentarne la profondità e la vibrazione percettiva. L’effetto finale è quello di una spettacolare “mista” di elementi di laterizio, disposti con un andamento casuale e discosti dalla massa muraria: una trama sottile che avvolge tutta la volumetria, adattandosi con diradamenti e densificazioni alle differenti condizioni di affaccio della parete muraria retrostante. Il distacco della parete in laterizio dalle facciate retrostanti (80 cm) permette alla torre delle scene di svolgere un ruolo sorprendente nelle ore notturne, allorché, grazie alla speciale illuminazione, costituisce un vero e proprio landmark territoriale.

La Kerlite è un prodotto ceramico originale e di altissimo contenuto tecnologico ed estetico, altamente ecosostenibile in quanto richiede -66% di materie prime rispetto a una ceramica tradizionale, ma soprattutto ha un impatto ambientale ridottissimo rispetto all’estrazione di qualsiasi altro materiale lapideo naturale. Le caratteristiche intrinseche di Kerlite permettono inoltre di ottenere performance ineguagliabili rispetto alla pietra naturale: inattaccabile dagli acidi e dagli agenti atmosferici, resistente, facile da posare, tagliare e forare. Per il parco della Musica di Firenze Cotto d’Este ha studiato, in collaborazione con i progettisti dello studio ABDR, soluzioni ad hoc in grado di rendere unica la struttura. Grazie a un sistema di stampa e decorazione digitale unico al mondo applicato direttamente durante la produzione della Kerlite, è stato possibile realizzare Kerlite Auditorium, un gres laminato leggero dalle caratteristiche estetiche eccezionali. Grazie ai soli 3,5 mm di spessore, ai formati speciali su misura di 50x150 cm e a 28 lastre con grafiche differenti, il materiale si è integrato armonicamente con l’ambiente circostante. Per la realizzazione della versione Cipollino, usata per i rivestimenti esterni, è stato selezionato un ampio assortimento di lastre di marmo naturale, direttamente nelle zone di estrazione. Le lastre sono state tagliate nel formato richiesto e fotografate con tecnologia High Definition. Le fotografie sono state successivamente rielaborate per ricavarne una mappatura digitale. I dati ottenuti sono stati poi impressi su 7 grandi lastre, con una scala di grigi a 5 livelli dalla definizione altissima e dal disegno assolutamente perfetto. Queste lastre, rinforzate con una stuoia di fibra di vetro, sono state a loro volta tagliate nel formato di 50x150x0,35 25.000 mq Kerlite cm fino a creare 28 lastre versione Cipollino formato tutte diverse l’una 50x150x0,35 cm dall’altra, ottenendo così 15.000 mq Kerlite versione un effetto perfettamente Gres porcellanato, formato naturale. Per la 40x100x1,4 cm pavimentazione invece è stata creata una forma strutturata al gres porcellanato, ottenuta tramite calchi da pietre bocciardate.

58 Progetto: ABDR Architetti Associati, Roma foto ABDR


Firenze etrusca. Ipotesi storiche e realtà archeologiche, di Giovanni Spini e Enio Pecchioni, Firenze 2011 Gli etruschi e gli scavi in Toscana nel Risorgimento. I lavori della Società Colombaria tra il 1858 e il 1886, di Stefano Bruni, Cinisello Balsamo 2011 Volti svelati: antico e passione per l’antico. Capolavori dai depositi degli Uffizi, catalogo della mostra (Firenze, Galleria degli Uffizi-Reali Poste, 20112012), a cura di Fabrizio Paolucci e Valentina Conticelli, Livorno 2011

Architettura, Giardini, Musei, Palazzi Ammannati e Vasari per la città dei Medici, a cura di Cristina Acidini e Giacomo Pirazzoli, Firenze 2011 Edifici monumentali e parchi del Quartiere Uno di Firenze, di Giampaolo Trotta, Firenze 2011

Giotto: il restauro del Polittico di Badia, a cura di Angelo Tartuferi, Firenze 2012 Giovan Antonio Dosio da Sangimignano architetto e scultore fiorentino tra Roma, Firenze e Napoli, a cura di Emanuele Barletti, Firenze 2011 Gli Uffizi. Studi e ricerche 22. Bollettino degli Uffizi 2010, a cura di Federica Chezzi e Marta Onali, Firenze 2011 L’arte dell’abitare in Toscana. Forme e modelli della residenza fra città e campagna, di Emilia Daniele e Paolo Bertoncini Sabatini, Firenze 2011 La Grotta grande di Boboli: laboratorio di meraviglie, di Costanza Riva, Pieve di Soligo 2011 La Serra del Giardino dell’Orticoltura a Firenze, di Daniele Vannetiello, Firenze 2011 Museo di Palazzo Davanzati. Guida alla visita del Museo, a cura di Rosanna Caterina Proto Pisani e Maria Grazia Vaccari, Firenze 2011 Museo Horne. Guida alla visita del Museo, a cura di Elisabetta Nardinocchi, Firenze 2011 Museo Stefano Bardini. Guida alla visita del Museo, a cura di Antonella Nesi, Firenze 2011

Vasari, gli Uffizi e il Duca, catalogo della mostra (Firenze, Galleria degli Uffizi, 2011-2012), a cura di Claudia Conforti con Francesca Funis, Firenze 2011 Viaggio nell’esotismo settecentesco alla Villa del Poggio Imperiale a Firenze. Il riallestimento della Stanza dei Quadri Cinesi e i restauri nei Quartieri Leopoldini al piano nobile, di Mirella Branca e Lucia Caterina, Livorno 2011

Pittura, scultura, arti applicate Artista. Critica dell’arte in Toscana, 2010, a cura di Carlo Del Bravo, Anna Maria Petrioli Tofani e Carlo Sisi, Firenze 2011 Botticelli. La Nascita di Venere, di Stefano Zuffi, Milano 2011 Desiderio da Settignano, atti del convegno (Firenze-Settignano, Kunsthistorisches Institut in Florenz-Villa I Tatti, 9-12 maggio 2007), a cura di Joseph Connors, Alessandro Nova, Beatrice Paolozzi Strozzi e Gerhard Wolf, Venezia 2011 Filippino Lippi e Sandro Botticelli nella Firenze del Quattrocento, catalogo della mostra (Roma, Scuderie del Quirinale, 2011-2012), a cura di Alessandro Cecchi, Milano 2011 Firenze. La fabbrica dei segni. Città e arte contemporanea, di Giandomenico Semeraro, Firenze 2011

La Collezione Corsi Dipinti italiani dal XIV al XV secolo The Corsi Collection. Italian Paintings from the Fourteenth to Fifteenth Century

A cura di Sonia Chiodo e Antonella Nesi In italiano e inglese

Il risorgimento della maiolica italiana: Ginori e Cantagalli, catalogo della mostra (Firenze, Museo Stibbert, 20112012), a cura di Livia Frescobaldi Malenchini e Oliva Rucellai, Firenze 2011

La Firenze scomparsa. Le antiche mura, il ghetto e il mercato vecchio demoliti nell’800, di Daniela Zani, Firenze 2011

L’immagine e lo sguardo. Ritratti e studi di figura da Raffaello a Constable, catalogo della mostra (Firenze, Museo Horne, 2011), a cura di Elisabetta Nardinocchi e Matilde Casati, Livorno 2011 La collezione Corsi: i dipinti dal XIV al XV secolo, a cura di Antonella Nesi e Sonia Chiodo, Firenze 2011 La croce di Bernardo Daddi. Vicissitudini di un’opera d’arte, a cura di Antonella Nesi, saggio di Ginevra Utari, Firenze 2011 La pala d’altare. Dal polittico alla pala quadra, di Andrea De Marchi, Firenze 2012 Les premiers ateliers italiens de la Renaissance de Finiguerra à Botticelli, catalogo della mostra (Parigi, Museo del Louvre, 2011), a cura di Catherine Loisel e Pascal Torres, Paris 2011 Macchiaioli a Villa Bardini, catalogo della mostra (Firenze, Villa Bardini, 2011-2012), a cura di Silvestra Bietoletti e Roberto Longi, Cinisello Balsamo 2011 Onorio Marinari, di Silvia Benassai, Firenze 2011 Rinascere dalle acque. Spazi e forme del Battesimo nella Toscana medievale, a cura di Annamaria Ducci e Marco Frati, Ospedaletto 2011

Storia Amerigo Vespucci, di Franco Cardini e Marina Montesano, Firenze 2011 Arte e storia. Cultura e restauro a Firenze tra Ottocento e Novecento, di Martina Vannini, Firenze 2011

Giorgio Vasari, catalogo della mostra (Parigi, Louvre, Cabinet des Dessins, 2011), a cura di Louis Frank e Stefania Tullio Cataldo, Milano 2011 Giorgio Vasari. Disegnatore e pittore. “Istudio, diligenza et amorevole fatica”, catalogo della mostra (Arezzo, 2011-2012), a cura di Alessandra Baroni, Alessandro Cecchi e Liletta Fornasari, Milano 2011 Guido Spadolini. Retrospettiva di un artista della prima metà del ’900, catalogo della mostra (Sesto Fiorentino, Centro Espositivo Berti, 2011-2012), a cura di Giulia Ballerini e Maria Donata Spadolini, Firenze 2011

Denaro e bellezza. I banchieri, Botticelli e il rogo delle vanità, catalogo della mostra (Firenze, Palazzo Strozzi, 2011-2012), a cura di Ludovica Sebregondi e Tim Parks, Firenze 2011 Die Frauen des Hauses Medici. Politik, Mäzenatentum, Rollenbilder (15121743), a cura di Christina Strunck, Petersberg 2011 Firenze 1000 anni di calcio storico, di Luciano Artusi, Firenze 2011

Il crocifisso d’oro del Museo Poldi Pezzoli. Giambologna e Gasparo Mola, catalogo della mostra (Milano, Museo Poldi Pezzoli, 2011), a cura di Andrea di Lorenzo, Milano 2011

info www.centrodi.it

La Firenze di Giovanni Battista Giorgini. Artigianato e moda fra Italia e Stati Uniti, di Letizia Pagliai, Firenze 2011

Florence in the Nineteenth Century. A Guide to Original Sources in Florentine Archives and Libraries for Researchers into the English-Speaking Community, di Alyson Price, Firenze 2011

A cura di Gabriele Caioni

Progetto e selezione delle opere Fabrizio Moretti

In inglese

scultura del Quattrocento A cura di nel Museo Francesca Baldassari Stefano Bardini Allegories

Progetto e selezione delle opere Fabrizio Moretti In inglese e italiano

Le meridiane storiche fiorentine, di Stefano Barbolini e Giovanni Garofalo, Firenze 2011

Le passioni del re. Paesi, cavalli e altro a Firenze al tempo dei Savoia, catalogo della mostra (Firenze, Villa Medicea di Castello, 2011-2012), a cura di Mirella Branca e Annarita Caputo, Firenze 2011

Le stanze dei tesori. Collezioni e antiquari a Firenze tra Ottocento e Novecento, catalogo della mostra (Firenze, Palazzo Medici Riccardi, 20112012), a cura di Lucia Mannini, Firenze 2011

Medicea. Rivista interdisciplinare di studi medicei, 8, 9, 10 (febbraio, giugno, ottobre 2011), a cura di Marco Ferri e Clara Gambaro, Firenze 2011 Navigare in Arno. Acque, uomini, e marmi tra Firenze e il mare, di Emanuela Ferretti e Davide Turrini, Firenze 2011 Salvatore Ferragamo. Ispirazioni e visioni, a cura di Stefania Ricci e Sergio Risaliti, Milano 2011 Semplici e continue diligenze. Conservazione e restauro dei dipinti nelle Gallerie di Firenze nel Settecento e nell’Ottocento, di Gabriella Incerpi, Firenze 2011 Souvenir de Florence. L’immagine della città nell’Ottocento, di Claudio Paolini, Firenze 2011 Spiritualità e vita sacerdotale a Firenze fra XVII e XX secolo. La congregazione dei sacerdoti secolari di Gesù Salvatore e il convitto de “La Calza”, di Giancarlo Lanforti, Firenze 2011 Umanesimo a Firenze nell’età di Lorenzo e Poliziano: Jacopo Bracciolini, Bartolomeo Fonzio, Francesco da Castiglione tra cultura e vita civile, di Francesco Bausi, Roma 2011 Volterra e Firenze dalla guerra alla pace, di Giovanni Cipriani, Ospedaletto 2011

novità editoriali Centro Di primavera-estate 2012

The Middle Ages Seicento Ritratti all’antica Il giardino and Early Fiorentino e profili di dell’anima: ascesi e Renaissance Sacred and Profane imperatori: Painting and Sculptures from the Carlo De Carlo Collection and other Provenance

La moda a Firenze, 1540-1580. Lo stile di Cosimo I de’ Medici, di Roberta Orsi Landini e Bruna Niccoli, Firenze 2011

A cura di Antonella Nesi

Saggio di Francesca Maria Bacci

propaganda nelle Tebaidi fiorentine del Quattrocento Alessandra Malquori

Collana ʻGli Uffizi. Studi e Ricercheʼ, 23 diretta da Antonio Natali

rivista interdisciplinare di studi medicei

Rivista ideata e diretta da Marco Ferri e Clara Gambaro

Pubblicazione semestrale

OPD

Prospettiva

Restauro di Firenze

Fondata nel 1975 da Mauro Cristofani e Giovanni Previtali

MITTEILUNGEN RESTAURO DES KUNSTHITORISCHEN Rivista dell’Opificio delle Pietre Dure INSTITUTES IN FLORENZ e Laboratori di

Direttori Alessandro Nova Gerhard Wolf

Testi in lingua originale

Direttore Marco Ciatti

Pubblicazione annuale

Rivista di storia dell’arte antica e moderna Direttore Fiorella Sricchia Santoro

Pubblicazione trimestrale

selezione sulle novità editoriali 2011 di storia dell’arte e architettura, italiane e straniere, con argomento Firenze.

Fondazione Salvatore Romano. Guida alla visita del Museo, a cura di Serena Pini, Firenze 2011

Palazzo Davanzati. La storia del palazzo nelle immagini del Novecento, catalogo della mostra (Firenze, Palazzo Davanzati, 2011), Firenze 2011

Il primato dei toscani nelle Vite del Vasari, catalogo della mostra (Arezzo, Basilica di San Francesco, 2011), a cura di Paola Refice, Firenze 2011

a cura della libreria Arte&Libri via dei Fossi, 32r, Firenze www.artlibri.it

Florentinische Palastkapellen unter den Medici-Herzögen (1537-1609). Verborgene Orte frommer Selbstdarstellung, di Martin Hirschboeck, Berlin-München 2011

Museo Stibbert. Guida alla visita del Museo, a cura di Kirsten Aschengreen Piacenti, Firenze 2011 Nati sotto Mercurio. Le architetture del Mercante nel Rinascimento fiorentino, di Donata Battilotti, Gianluca Belli e Amedeo Belluzzi , Firenze 2011

libriincittà

Archeologia


intoscana

Ecomuseo dell’Alabastro L’Ecomuseo dell’Alabastro consiste in un museo diffuso nel territorio tra Volterra, Castellina Marittima e Santa Luce. Attorno all’area estrattiva lungo il torrente Marmolaio si sviluppa un itinerario dedicato all’escavazione; qui è stato recuperato un tratto della discenderia (galleria sotterranea) nella cava del Massetto, luogo in cui intere generazioni di ‘cavaioli’ hanno estratto l’alabastro. Il percorso continua con l’Archivio d’Area di Santa Luce che raccoglie documenti, reperti archeologici e utensili, affiancato da una sezione dedicata al mestiere del fabbro con attrezzi e macchinari ottocenteschi. Il Punto Museale di Castellina Marittima, allestito in modo da evocare la visita di una cava, conclude il primo percorso documentando i vari aspetti della vita del cavatore e la cultura popolare della comunità locale, con un’area riservata alla collezione d’arte moderna e contemporanea e un piano superiore adibito a mostre e allestimenti temporanei. Il tema della lavorazione e della commercializzazione è illustrato nel Punto Museale di Volterra, che descrive la storia della lavorazione dell’alabastro dagli etruschi ai nostri giorni. L’allestimento del museo mette in luce gli aspetti tecnici e materiali (reperimento della pietra e tecniche di lavorazione), i caratteri stilistici (modelli e forme decorative), i risvolti economici e sociali (mercato e diffusione, vita dell’alabastraio e attività di bottega). Tra gli oggetti più significativi due urne etrusche, due capitelli medievali unici e pregevoli sculture del Settecento e Ottocento. Archivio d’Area di Santa Luce Ex Palazzo Municipale piazza della Rimembranza, 14, Santa Luce (PI) Per informazioni sulle modalità di accesso consultare il sito Punto Museale Centrale di Castellina Marittima Ex Palazzo Opera “Massimino Carrai” piazza Cavour, 1, Castellina Marittima (PI) Informazioni: 050 694111 0586 769255 info@ilcosmo.it aperto: da ottobre a maggio sabato e domenica 15,30-18,30; da giugno a settembre venerdì, sabato e domenica 16,30-19,30 Punto Museale di Volterra Palazzo Minucci Solaini via dei Sarti, 1, Volterra (PI) Informazioni: 0588 87580 a.furiesi@comune.volterra.pi.it aperto: dal 16 marzo al 1 novembre tutti i giorni 11-17; dal 2 novembre al 15 marzo sabato, domenica e festivi 9-13,30 chiuso: Capodanno, Natale

www.comune.volterra.pi.it/musei

Carrara Marbleweeks 2012 23 maggio-10 settembre 2012 Manifestazione pensata come naturale estensione di CarraraMarmotec – la fiera internazionale di marmi, tecnologie e design – con oltre un mese di eventi che coinvolgono la tradizione artistica e culturale della città e le eccellenze del lapideo. L’edizione 2012 sviluppa i temi Architecture, Design, Heritage, Fashion, Food, Hosting, Art e Exfactory e avrà una mascotte ufficiale, individuata a seguito di un apposito concorso di idee www.carraramarmotec.com

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Museo della Pietra piegata Stazzema Il museo raccoglie esemplari delle produzioni lapidee più caratteristiche, comprese quelle seriali, per conservare la memoria storica della tradizione artigianale e artistica delle Apuane, dove da secoli gli uomini conoscono il segreto di ‘piegare’ il marmo. La scelta di Levigliani come sede del museo è dovuta al fatto che il paese è uno dei pochi in cui sono ancora attivi, in numero significativo, i cavatori. Il percorso museale si snoda attraverso cinque sezioni: • Marmi puri e sacri (in niveo templo) è la sezione dedicata all’impiego del marmo nell’arte sacra e funeraria • I colori del marmo (luxuriosa materia) riserva uno spazio ai marmi colorati delle Alpi Apuane, apprezzati per le tarsie marmoree in età barocca e più tardi impiegati negli oggetti di arredo e di lusso • Pietre di casa e bottega (locus alchemicus) propone un viaggio tra cucina e farmacia alla scoperta del mortaio, strumento di lavoro spesso ricavato dal marmo • 27 secoli di storia (marmor sigum temporum) ripercorre quasi 3.000 anni attraverso la testimonianza materiale di alcune significative produzioni seriali, soprattutto per le opere architettoniche e i complementi d’arredo • Tombe liguri apuane a Levigliani (… ferrum hastae, lapides sepulchri…) è la sezione archeologica che raccoglie reperti provenienti da ritrovamenti sporadici e da scavi della necropoli di Levigliani (III-II secolo a.C.) La biblioteca, l’archivio e il laboratorio mettono inoltre a disposizione documenti e strumentazione per studi e ricerche; tra questi il fondo del naturalista Emilio Simi (1820-1875). c/o Foresteria dell’Ente Parco Regionale delle Alpi Apuane via IV Novembre, 70, Stazzema, fraz. Levigliani (LU) aperto: visite su prenotazione 0584 778405 0584 777952 (museo) fax 0584 778053 info@parcapuane.it

www.parcapuane.it/archeominerario/ archeominerario.htm


ambiente fortemente caratterizzato dall’antica funzione offensiva e difensiva –, in seguito ai lavori di ristrutturazione della piazza Don Stefano Casini che hanno riportato alla luce i bastioni quattrocenteschi e il fossato, è stato ampliato e completamente rinnovato nel percorso espositivo, trasformandosi anche in museo di se stesso. Il percorso espositivo, suddiviso in sei sezioni, documenta la storia dell’attività estrattiva della pietra serena, con particolare riferimento all’organizzazione sociale e alle tecniche di lavoro. Le prime tre sezioni illustrano la pietra protagonista nel paesaggio naturale, le tecniche antiche e moderne di estrazione (il lavoro in cava) e gli oggetti del quotidiano; uno spazio virtuale ripropone un’abitazione contadina, soffermandosi sugli elementi architettonici tipici della zona. La quarta sezione racconta le fasi dei lavori di scavo e ripristino della Rocca di Firenzuola nella quale ha sede il museo. Le ultime due sezioni sono dedicate alla pietra serena come pietra d’arte ed espongono manufatti realizzati grazie all’abilità tecnica dei maestri scalpellini di Firenzuola che, con pochi ed efficaci attrezzi, per secoli hanno contribuito alla decorazione di edifici e monumenti. Il museo fa parte del Sistema museale territoriale Mugello-Alto MugelloVal di Sieve.

Museo Civico del Marmo Carrara Il Museo Civico del Marmo, sorto nel 1982 su

intoscana

Museo della pietra serena Firenzuola Il museo – nato nei sotterranei della Rocca di Firenzuola, in un

iniziativa del Comune di Carrara, è sede autentica della memoria storica della città, di cui raccoglie e documenta la cultura del marmo con lo scopo di conservarla e valorizzarla. È articolato in sei sezioni interne e un’area esterna che, attraverso un interessante approccio interdisciplinare, offrono al visitatore un’immagine complessa e affascinante del patrimonio locale: Archeologia romana e storia del territorio, la più ricca Marmoteca d’Italia, Archeologia industriale, Applicazioni tecniche e Calchi in gesso. È stato inoltre creato un nuovo spazio multimediale con lo scopo di dare voce alla millenaria cultura del marmo, costituito da diverse postazioni come il Tavolo Leggio, il Tavolo Verticale, il Mucchio dei Ricordi e la Galleria dei Ritratti.

viale XX Settembre, Loc. Stadio, Carrara Informazioni: 0585 845746 museomarmo@amiatelfree.it aperto: da ottobre ad aprile 9-12,30 e 14,30-17; da maggio a settembre 9,30-13 e 15,30-18

piazza Don Stefano Casini, 4, Firenzuola (FI) aperto: dal 1 ottobre al 31 marzo lunedì e giovedì 10-12, sabato e domenica 10-12 e 14,30-16,30; dal 1 aprile al 30 settembre lunedì, giovedì, sabato e domenica 10-13 e 15-17 chiuso: Capodanno, Pasqua, Natale Informazioni: 055 8199477 (museo) 055 8199459 (Ufficio Cultura del Comune)

www.firenzuolaturismo.it Mauro Staccioli, Tondo pieno, Volterra www.maurostaccioli.org

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percorso architettonico

materiali tradizionali della città, pietraforte e pietra serena in primis, tanto quanto la lezione di chiarezza e di semplicità ereditate dal romanico e dal Rinascimento, costituiscono i principali temi coi quali si confronta l’architettura fiorentina del Novecento, desiderosa di modernità e a un tempo di continuità con una tradizione unica e gloriosa…

I

Lʼatmosfera della città: i materiali storici nellʼarchitettura fiorentina del XX secolo Il 30 ottobre 1935 vengono inaugurate a Firenze la Biblioteca Nazionale Centrale (1) e la stazione di Santa Maria Novella. Entrambi esiti di concorsi, il primo edificio, risultato di una ventennale e travagliata storia di cantiere, è progettato da Cesare Bazzani nel 1906, posata la prima pietra nel 1911; il secondo è realizzato in tempi celeri, su disegno del Gruppo Toscano, il team di architetti risultato vincitore nel 1932. Due edifici che registrano l’evoluzione di un trentennio di storia dell’architettura, di monumentale gusto tardo-eclettico la Biblioteca Nazionale, fra i massimi traguardi del Razionalismo italiano il Fabbricato viaggiatori della stazione (2). Inconfrontabili dal punto di vista formale eppure partecipi di un comune denominatore: il caldo colore avana della pietraforte, insieme alla pietra serena fra i principali materiali ‘storici’ dell’architettura fiorentina, attraverso i quali, pur nell’avvicendarsi dei secoli e degli stili, la città ha realizzato e confermato la sua ‘atmosfera’ artistica. Attorno a questi due edifici si coagula la feroce polemica fra sostenitori della ‘tradizione’ da un lato e della ‘modernità’ dall’altro, specchio di un dibattito che anima tutta l’Europa a seguito della ‘rottura’ con la storia operata dalle Avanguardie. Gli anni trenta costituiscono in effetti un momento di straordinaria vivacità intellettuale: anche grazie alle speculazioni partorite internamente alla neonata Facoltà di Architettura, la città vi partecipa dando origine a una riflessione autonoma (seme di una ricerca che acquisterà la riconoscibilità di una vera e propria ‘scuola fiorentina’), cercando i fondamenti della modernità nella propria tradizione architettonica; dapprima deducendone una lezione di chiarezza e di semplicità – anziché un repertorio di stili –, poi giungendo a declinare il concetto di tradizione nell’idea stessa di luogo, di ambiente urbano. Carattere di fiorentinità è riconosciuto all’elemento ‘muro’, come chiusura e mediazione tra architettura e ambiente, tra città e territorio; ma anche al contrasto fra silenziosità formale degli esterni e preziosità degli interni. Il Fabbricato viaggiatori può essere assunto a manifesto di questa nuova interpretazione di ‘tradizione’: si dispone all’esterno come un muro, appunto, così da lasciare prevalere nella sua espressione monumentale l’abside gotica di Santa Maria Novella, e tuttavia si armonizza ad essa per il comune paramento in pietraforte; inoltre, all’essenzialità degli esterni oppone la ricchezza degli interni, giocata sull’articolazione di marmi policromi, vetri e metalli. Il Gruppo Toscano firma anche la Palazzina reale (3), residenza temporanea del re e della corte (Palazzo Pitti è ora sede museale): pur riconducibile alla retorica formale dell’architettura di regime, aulica ed estranea al ‘tono’ materico della città per il suo

1 Biblioteca Nazionale Centrale

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piazza dei Cavalleggeri realizzazione: 1911-1935, 1962 progetto: Cesare Bazzani, 1906; Vincenzo Mazzei, 1958 esterno: pietraforte con ornamenti architettonici in pietraforte, pietra serena, marmo, bronzo; cemento a facciavista, pietraforte (corpo su via Magliabechi)

2 Fabbricato viaggiatori della stazione

piazza Stazione realizzazione: 1934-1935 progetto: Gruppo Toscano (Giovanni Michelucci, Pier Niccolò Berardi, Nello Baroni, Italo Gamberini, Sarre Guarnieri, Leonardo Lusanna), 1932 esterno: pietraforte; travertino (pilastri del portico su via Valfonda)

a cura di Emilia Daniele*

rivestimento in marmo carnico ‘fior di pesco’, si distingue per la grande qualità dei materiali impiegati negli interni. Ma anche per l’estrema essenzialità delle linee di progetto, tanto da essere acclamata come “la più interessante ed intelligente ripresa del lineare spirito fiorentino che si sia avuta dalla fine del Quattrocento in poi” (‘Architettura’, 1936). I termini di sincerità costruttiva, di evidenza strutturale e di semplicità, sulla scia della lezione del romanico toscano e di Brunelleschi, informano significativi episodi del razionalismo fiorentino anni trenta, dove non può mancare il ricorso ai materiali locali: Raffaello Brizzi caratterizza il Palazzo della Questura (1938-1946) con un rigoroso rapporto tra finiture esterne in calcestruzzo armato e pietra serena su superfici a intonaco; anche al nucleo originario dell’Ufficio tecnico erariale (ex casa del Fascio) di Raffaello Fagnoni (progettato nel 1939) è riconosciuto “un chiaro sapore fiorentino” per la ritmica scansione dei prospetti e il trattamento a intonaco dei piani superiori contrapposto al rivestimento lapideo del piano basamentale, dove fra l’altro è rielaborata modernamente l’invenzione rinascimentale delle finestre inginocchiate. Aurelio Cetica ricorre alla pietraforte per armonizzare la rinnovata Scuola Ufficiali Carabinieri (1939-1941) alle preesistenze storiche e moderne di piazza Stazione. La questione della trasmissione dell’atmosfera della città si fa sentire con rinnovata urgenza all’indomani della seconda guerra, a seguito della spaventosa lacerazione del centro storico operato dalle mine tedesche: il ponte a Santa Trinita dell’Ammannati viene ricostruito secondo l’indirizzo del “com’era dov’era”, al punto che si riapre la cava di Boboli per approvvigionare la stessa pietraforte della struttura cinquecentesca (R. Brizzi con R. Gizdulich, 1954-1958); ma anche il ponte alle Grazie (G. Michelucci con E. Detti, R. Gizdulich, D. Santi, P. Melucci, inaugurato nel 1957), nonostante la modernità formale e tecnologica, presenta rivestimenti in pietraforte e intonaci, nel segno del rispetto del contesto urbano. Il problema è più complesso per la zona di Ponte Vecchio, per il carattere figurativamente e funzionalmente sedimentato dei quartieri distrutti. Esito fondamentale del dibattito sulla ricostruzione, all’edilizia minore e al tracciato viario antico si riconosce la capacità di trasmettere la personalità, il colore e il ‘calore’ che rendono unica e irripetibile la città. Michelucci dà grande apporto a queste riflessioni: nella casa INA per abitazioni e negozi (4) tra via Guicciardini e via dello Sprone, senza concessioni al folclorismo dosa sapientemente rivestimento in pietraforte lavorata a scalpello, intonaco e cemento a facciavi-

3 Palazzina reale

via Valfonda realizzazione: 1934-1935 progetto: Gruppo Toscano, 1932 esterno: marmo ‘fior di pesco’ carnico

4 Casa INA per abitazioni e negozi

via dello Sprone angolo via Guicciardini realizzazione: 1955-1958 progetto: Giovanni Michelucci, coll. Ferdinando Poggi, 1954 esterno: pietraforte lavorata a scalpello, cemento a facciavista, intonaco


Architetto. Dottore di ricerca in Storia dell’Architettura e dell’Urbanistica, docente presso la Facoltà di Ingegneria CivileArchitettura di Pisa. Affianca il presidente dell’Associazione Dimore Storiche Italiane - Sezione Toscana nell’organizzazione delle iniziative culturali, come curatrice di convegni di studi nazionali e internazionali. Lavora in ambito editoriale in qualità di coordinatrice, curatrice ed editor di volumi di architettura, arte e narrativa.

sta, richiamando in modo suggestivo le case torri medievali. Una logica che, sebbene con una portata assai meno innovativa, sta alla base della realizzazione della Borsa Merci (E. Rossi e A. Tonelli, 1949-1953, oggi magazzini H&M), che col paramento lapideo a filaretto cerca di inserirsi con discrezione fra le emergenze di piazza della Signoria, della loggia del Mercato Nuovo e del palazzo di Parte Guelfa; o del Banco di Sicilia (C. Pascoletti, 1956-1959, oggi magazzini Zara) che si confronta con il carattere maestoso di piazza della Repubblica coniugando cemento armato e alluminio anodizzato con pietraforte e marmo. Questo uso dei materiali naturali con una sensibilità contestuale, forse la cifra più esplicita dell’architettura fiorentina anni cinquanta (a cui dà grande impulso la mostra a Palazzo Strozzi sull’architettura organica di Wright, 1951), trova la sua massima espressione, in ambiente extraurbano, nel villaggio di Monterinaldi (1949-1964) di Leonardo Ricci, caratterizzato dal binomio dialettico fra cemento armato e muri in pietra serena eretti direttamente dalla cava su cui si erge l’insediamento. In città produce inserti come l’edificio per abitazione (R. Gizdulich, 1953), una sobria stecca a forte sviluppo longitudinale che ripropone andamento e consistenza materica delle vicine mura di Santa Rosa. Mentre l’accostamento tradizionale di intonaco e pietraforte (per lo più nella

5 Edificio per uffici (ex sede casa editrice La Nuova Italia)

6 Archivio di Stato

viale Giovane Italia, viale Duca degli Abruzzi, viale Giovanni Amendola, piazza Beccaria via Giacomini realizzazione: 1977-1988 realizzazione: 1968-1973 progetto: Italo Gamberini, coll. Loris Macci, progetto: Edoardo Detti, Carlo Scarpa esterno: cemento a facciavista, pietra serena Rino Vernuccio, Franco Bonaiuti, 1972 esterno: cemento armato, pietra artificiale, (a lastre fortemente scabre per lo zoccolo scalinata d’accesso in pietra serena basamentale; a lastre levigate per imbotti e davanzali delle finestre)

parte basamentale) viene sperimentato anche nelle soluzioni più scarne e razionali, dagli appartamenti minimi di viale Milton e via del Giglio di Gamberini (1946, 1947) alla residenza Contini Bonacossi di via Montebello di Michelucci (1952-1954). Anche negli anni sessanta e settanta, quando entra prepotentemente in gioco il cemento armato a facciavista e si sperimentano le capacità espressive della prefabbricazione, è riconoscibile il costante ripensamento ai temi e ai materiali tradizionali. Esemplari le finiture esterne dell’edificio per uffici in via Giacomini (5) (1968-1973), dove i dettagli in pietra serena (attribuibili alla maestria ‘artigianale’ di Carlo Scarpa) irrobustiscono e a un tempo impreziosiscono il disegno complessivo della facciata in cemento a facciavista. Del catalogo amplissimo sull’uso della pietra serena negli interni, si segnala la proposta raffinata e forse un po’ intellettualistica nel Palazzo dei Congressi (P. Spadolini e P. Felli, 1963-1968), a bordare i gradini che collegano l’auditorium ipogeo all’ottocentesca Villa Vittoria (dove era stata ampiamente utilizzata dal Poggi), elemento di continuità che poi si conclude in se stesso nei disegni pavimentali degli ambienti cosiddetti dei “passi perduti”. Più vigoroso l’uso nel grande atrio della Sede regionale Rai (I. Gamberini, L. Macci, A. Bambi, S. Barsotti, 1962-1967), dove di pietra serena sono rivestiti una delle pareti laterali e il corpo scale, forte polo di attrazione dell’attenzione del visitatore. La pietraforte caratterizza l’ampliamento della Biblioteca Nazionale su via Magliabechi (1962), così da creare una forte connessione materica tra l’edificio di Bazzani e le rustiche murature del convento di Santa Croce; ed è sapientemente commista agli elementi prefabbricati della sede della Nazione (P. Spadolini, 1961-1965) che, quasi a richiamare colore e materia delle mura urbane distrutte per creare i viali della Firenze unitaria, nell’insieme assume un caldo tono avana. Colore che domina anche l’immagine tecnologica e funzionale del vicino Archivio di Stato (1972-1988) (6), dove Gamberini utilizza anche la pietra serena: filo conduttore che dalla pavimentazione esterna del marciapiede in lastre scabre, alla scalinata d’accesso a grandi lastre levigate, fino al lastrico della corte interna – sorta di piazza coperta che raccorda i due blocchi est e ovest dell’edificio su cui confluiscono percorsi e gallerie anch’essi pavimentati in pietra – evoca il reticolo viario della città storica. Arduo ridurre a pochi esempi l’uso dei materiali storici nella Firenze degli anni ottanta e novanta (amplissimo l’utilizzo della pietra serena nei pavimenti e rivestimenti interni: si segnalano i Magazzini Coin, in via Calzaiuoli, B. Sacchi e Laboratorio Associati, 1988-1992; il Centro Uffici in via Pier Capponi, Studio Archea, 1990-1996). In qualche caso a essi si è fatto ricorso per giustificare inserimenti che hanno poi suscitato fortissime polemiche (si pensi al Terminal degli autobus della stazione di Firenze Santa Maria Novella, 1987-1990, recentemente demolito, che aspirava a un’integrazione con la città per il suo paramento tipicamente bicromo, a fasce di marmo verde di Prato e bardiglio chiaro, con cornici in marmo rosa di Verona; materiali utilizzati da C. Toraldo di Francia e A. Noferi anche nel ponte della Stazione di via della Statuto, 1987-1991). Concludiamo questo breve excursus segnalando alcuni brani della città contemporanea particolarmente significativi per il loro impatto visivo e materico: l’imponente mole del Nuovo Palazzo di Giustizia (L. Ricci, 1988-2010), che inizialmente prevedeva i rivestimenti esterni in pietra artificiale di colore grigio simile alla pietra serena, a cui poi è stata preferita la calda tonalità della pietra naturale di Santafiora (un materiale già presente in città, nel rivestimento del sottopasso di piazza Vittoria, 2000-2003, e, quale felice precedente, negli interni del Teatro della Compagnia, A. Natalini, 1984-1987); il Meeting point di Firenze nord (7), interamente rivestito di pietraforte (progettato per il Giubileo del 2000); il discreto quanto riuscito inserto della cosiddetta “Casa della finestra” in piazza Tasso, elemento di testata del rinnovato monastero di San Salvatore a Camaldoli che col suo paramento lapideo conversa compostamente con le adiacenti mura urbane (P. Zermani, con F. Capanni, L. Landi, P. Osti, G. Pirazzoli, F. Rossi Prodi, 1997-2005); infine, il nuovo ingresso agli Uffizi (8), meglio noto ai fiorentini come “pensilina Isozaki” dal nome dell’architetto giapponese vincitore del concorso del 1998, che, quando realizzato, si mostrerà come una loggia staccata a 23,6 metri da terra interamente rivestita in pietra serena, richiamando almeno nel materiale la veste materica della Galleria vasariana.

percorso architettonico

*Emilia Daniele

7 Meeting point di Firenze nord via Palagio degli Spini realizzazione: 1999-2000 progetto: Fabrizio Rossi Prodi, Francesco Re, Fabio Terrosi esterno: pietraforte

8 Progetto per il nuovo ingresso degli Uffizi piazza Castellani progetto: Arata Isozaki, 1988 esterno: pietra serena

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