Visitart n6 ita

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n.6 autunno-inverno 2012-2013

firenze edintorni Italo Griselli, L’Arno e la sua valle, 1935, marmo ‘fior di pesco’ carnico. Firenze, Palazzina Reale foto Francesca Anichini

10,00 €

semestrale sulle arti

allegato il giornalino con la pianta della città e il calendario delle mostre e il numero speciale del fumetto ‘Jumbo’

mostre musei accademie fondazioni ville giardini biblioteche chiese palazzi restauri eventi pubblicazioni convegni attività per bambini


sommario 6• autunno-inverno 2012-2013 Con questo numero di VisitArt si conclude il percorso dedicato al tema della pietra, con focus e approfondimenti sul ‘cuore di pietra’ della città

novità da ottobre 2012 il calendario on line aggiornato settimanalmente è accessibile a tutti visita il sito

www.visitartfirenze.com

Le pietre di Firenze, colore e policromia Galleria degli Uffizi

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Gabinetto Disegni e Stampe degli Uffizi 9 Palazzo Pitti 10 Museo Nazionale del Bargello 13 Museo di San Marco 14 Galleria dell’Accademia Opera di Santa Maria del Fiore Opificio delle Pietre Dure e Laboratori di Restauro di Firenze Orsanmichele Cenacoli Complesso di Santa Croce Cicli di affreschi Biblioteche Cappelle Medicee Palazzo Medici Riccardi Museo degli Innocenti Musei archeologici Fontane pubbliche Musei Civici Fiorentini Palazzo Strozzi in contemporaneo Fondazione Florens ECRF Spazio Mostre Villa e Giardino Bardini Museo Horne Museo Stibbert Casa Vasari Casa Buonarroti Museo Galileo Museo per la Matematica Museo di Storia Naturale Museo Nazionale Alinari della Fotografia Musei e archivi della moda Case museo Case della Memoria Musei di Fiesole Ville medicee Associazione Amici del Museo Ermitage (Italia) “Stranieri” a Firenze Bambini e ragazzi Musica in città Libri in città In Toscana Percorso architettonico avviso ai lettori VisitArt è una rivista semestrale, pertanto i contenuti sono da considerarsi aggiornati alla data di chiusura della redazione. Per le notizie “dell’ultim’ora” rimandiamo il lettore ai singoli siti dei vari musei e al nostro sito www.visitartfirenze.com

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Festival delle Vie Romee 8 settembre 18 novembre 2012

Giornate Europee del Patrimonio 29-30 settembre 2012

il primo festival dedicato alle antiche vie percorse dai pellegrini dalla Toscana verso Roma propone itinerari tematici condotti da guide specializzate e rivolti a adulti e famiglie www.vieromee.it

evento nazionale con iniziative tese a valorizzare la cultura e il patrimonio italiano e condividere con altri paesi europei le comuni radici continentali www.beniculturali.it

Florens 2012

Biennale Internazionale dei Beni Culturali e Ambientali

3-11 novembre 2012 nove giorni dedicati a cultura, ambiente ed economia www.fondazioneflorens.it

Olandiamo in Toscana fino a febbraio 2013 il progetto ideato dall’Ambasciata dei Paesi Bassi in Italia coinvolge varie città toscane con conferenze, mostre ed eventi che intendono sviluppare le relazioni tra la Toscana e l’Olanda. Tra gli eventi due mostre al Centro Pecci e al Museo del Tessuto di Prato (vedi pp. 36 e 45) in vari luoghi della Toscana

www.olandiamo.it

Leggere per non dimenticare Biblioteca delle Oblate da ottobre 2012 la diciottesima edizione della rassegna a cura di Anna Benedetti è dedicata al tema del coraggio www.leggerepernondimenticare.org

Luoghi insoliti 30 settembre, 28 ottobre, 25 novembre 2012 iniziativa della Regione Toscana in collaborazione con la delegazione fiorentina del FAI che prevede l’apertura straordinaria e gratuita dalle 10 alle 12 con visita guidata di Palazzo Guadagni Strozzi Sacrati, del Museo Casa Siviero e dell’Ospedale di Santa Maria Nuova prenotazione obbligatoria luoghiinsoliti@regione.toscana.it 055 4385616

Particolare delle fontane di Pietro Tacca. Firenze, piazza della Santissima Annunziata foto Francesca Anichini


eventi e manifestazioni autunno-inverno 2012-2013

Giornata del contemporaneo 6 ottobre 2012 ottava edizione dell’iniziativa promossa da AMACI Associazione dei musei d’arte contemporanea italiani. Per l’occasione ingresso gratuito alla collezione permanente del Museo Marino Marini; l’evento ‘Incontro con gli Ufo’, e la visita della mostra Ufo Story (ore 18) al Centro Pecci di Prato; agli Uffizi ‘La battaglia di San Romano e la Tribuna. Gli Uffizi nel contemporaneo’, con visite guidate alle due opere di Giulio Paolini e Arman nell’Aula di San Pier Scheraggio e, in Galleria, alla Tribuna e a La Battaglia di San Romano recentemente restaurate (ore 9-18) www.amaci.org

Salone dell’Arte e del Restauro Fortezza da Basso 8-10 novembre 2012

Pitti Immagine Fortezza da Basso novembre 2012-marzo 2013

2012 Anno Vespucciano un ricco programma di mostre, convegni, concerti, incontri per ricordare Amerigo Vespucci a 500 anni dalla morte del navigatore. Tra le iniziative la mostra La Nuova Frontiera alla Galleria del Costume di Palazzo Pitti (vedi p. 11), il primo Festival dell’inedito alla Stazione Leopolda (26-28 ottobre 2012), una serie di convegni su viaggi e scambi culturali con il nuovo continente (22-24 novembre 2012) e il balletto Il mago di Oz al Nuovo Teatro dell’Opera di Firenze (19-23 dicembre 2012) in vari luoghi della città

www.vespucci2012.com

terza edizione del Salone che comprende oltre 300 realtà tra enti istituzionali, imprese, scuole di formazione e imprese impegnate nell’attività di restauro, tutela e valorizzazione del patrimonio culturale www.salonerestaurofirenze.org

Modaprima 23-25 novembre 2012

Pitti Immagine Donna Pitti Immagine Uomo 8-11 gennaio 2013

Pitti Immagine Bimbo 17-19 gennaio 2013

Pitti Immagine Filati 23-25 gennaio 2013

Taste 9-11 marzo 2013

www.pittimmagine.com

Tipi da biblioteca 1-31 ottobre 2012

un mese interamente dedicato alle biblioteche e agli archivi della Toscana con un ricco programma di conferenze, mostre, presentazioni, laboratori e visite guidate. Tra le mostre: Arredi sacri della cattedrale di Santa Maria del Fiore (Biblioteca del Capitolo Metropolitano Fiorentino, 19 ottobre) e L’abito del libro. Le legature di pregio della Biblioteca di Scienze (15-31 ottobre ore 9-13,30, Biblioteca di Scienze dell’Università di Firenze, via La Pira 4). 50 giorni Inoltre apertura straordinaria della Biblioteca del di Cinema Museo Horne (6 ottobre, ore 16 e 17 su Internazionale prenotazione) e dell’Accademia della Crusca 25 ottobre (1, 15 e 29 ottobre ore 17). 14 dicembre 2012 Per i laboratori per bambini vedi pp. 54-55 la rassegna offre alla città retrospettive, anteprime, festival, www.tipidabiblioteca.it incontri, film original sound, documentari e video d’arte con proiezioni ininterrotte, dalla mattina alla sera

Museo in musica Palazzo Pitti, Sala di Bona fino all’11 ottobre 2012

Cinema Odeon via de’ Sassetti, 1, Firenze

www.odeon.intoscana.it/ 50giorni.php

la rassegna in collaborazione con gli Amici di Pitti propone dieci concerti degli allievi della Scuola di Musica di Fiesole con musiche dal Settecento alla contemporaneità. Ogni giovedì alle 17 con ingresso libero per i visitatori del museo 27 settembre 2012 musiche di Debussy Dario Bonucelli pianoforte 4 ottobre 2012 musiche di Verdi e Ravel Quartetto Mitja 11 ottobre 2012 musiche di Mozart, Scarlatti e Schumann Giuliano Graniti pianoforte

Florence Queer Festival 25-31 ottobre 2012

France Odeon 1-4 novembre 2012

Festival dei Popoli 10-17 novembre 2012

Immagini e suoni dal mondo. Festival del Film Etnomusicale 18-19 novembre 2012

Africa Day 20 novembre 2012

Lo Schermo dell’Arte Film Festival 21-25 novembre 2012

Balkan Florence Express 26-29 novembre 2012

Festival Internazionale di Cinema & Donne 30 novembre-5 dicembre 2012

River to River Florence Indian Film Festival 7-13 dicembre 2012

Premio Nice Città di Firenze 14 dicembre 2012


Le pietre di Firenze, colore e policromia Victor M. Schmidt Vista dall’alto, grazie ai suoi tetti, Firenze sembra una città color mattone; vista dal livello della strada, è una città di pietraforte e pietra serena, estratte nei dintorni. Tuttavia, non è detto che il giallo della pietraforte e il grigio della pietra serena – cui si associava il bianco dell’intonaco – siano sempre stati i colori predominanti. Si presume al contrario che vi fosse una maggiore varietà cromatica, come si evince dai panorami dipinti da Masaccio e Masolino nella Cappella Brancacci di Santa Maria del Carmine (1424-1427 circa). Oggi i colori più diffusi negli intonaci dei palazzi del centro storico sono il bianco, il giallo, l’ocra, mentre il rosso mattone, che pure doveva essere ampiamente utilizzato, è quasi scomparso, ennesimo indizio che molto dell’intonaco dei palazzi storici non sia originale. Per esempio, Palazzo Almeni in via dei Servi, costruzione dei primi del XVI secolo, è coperto da un intonaco giallastro, ma in origine mostrava un’estesa decorazione figurata realizzata a chiaroscuro su disegno di Vasari. Le facciate dipinte e graffite erano piuttosto comuni nel tardo Rinascimento e nel periodo barocco; sfortunatamente molte sono andate perdute e fra le poche rimaste si ricordano quelle di Palazzo dell’Antella in piazza Santa Croce, di Palazzo Mellini Fossi in via dei Benci e di Palazzo Benci davanti alla Cappella dei Principi. A Firenze spiccano soprattutto gli esterni delle chiese, delle cui facciate policrome si è parlato nel numero precedente di VisitArt; esiste tuttavia una consolidata tradizione cittadina di facciate non finite, come si vede in San Lorenzo e si vedeva, fino a metà Ottocento, in Santa Croce. Il progetto di Arnolfo di Cambio per il Duomo prevedeva fin dall’inizio una facciata policroma con nicchie e statue. Nel 1587 fu deciso tuttavia di smantellare ciò che era stato realizzato a decorazione del fronte della cattedrale e solo tra il 1876 e il 1887 si provvide a costruire una facciata completamente nuova. L’attuale insieme è composto da marmo di Carrara, verde di Prato e altre pietre colorate: uno stile che può sembrare tipicamente ‘fiorentino’ in quanto ricorda le architetture del Battistero, di San Miniato al Monte e di Santa Maria Novella. Per vedere il progetto originale di Arnolfo bisogna recarsi al Museo dell’Opera del Duomo, dove sculture e frammenti architettonici originali sono assemblati in modo da evocare l’antica facciata, con i suoi marmi bianchi e neri e le tessere di mosaico dorato che si risolvono in un’interpretazione fiorentina dei repertori cosmateschi. Anche l’interno delle chiese era un tempo uno spettacolo di colori. Oggi siamo attratti da punti luce marcati, eclatanti, che spesso trasmettono false impressioni. In passato invece quegli interni erano illuminati solo da candele e lampade a olio che mettevano in risalto dettagli facendo risplendere i colori. San Miniato al Monte ne è un magnifico esempio. È l’unica chiesa fiorentina del Medioevo che abbia conservato il mosaico absidale, al cui effetto colorato si aggiunge quello del rivestimento del coro, delle transenne e del pulpito del coro. Effetti che ritroviamo in qualche modo anche nella Cappella del Cardinale del Portogallo, con la sua decorazione in terracotta invetriata di Luca della Robbia; i marmi dell’altare, del trono, del pavimento e della tomba; i marmi raffigurati nei dipinti di Alesso Baldovinetti e Piero del Pollaiuolo; le dorature dei dettagli architettonici e di altri elementi della tomba del cardinale.

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Tuttavia manca oggi in San Miniato la policromia originale delle pareti, che sono state completamente grattate lasciando intatti solo i resti degli affreschi dei secoli XIII-XV che ora sopravvivono come toppe isolate sulla nuda muratura. Ciò è il risultato di una drastica operazione di ripristino compiuto alla metà dell’Ottocento, quando si riteneva che la muratura a vista ‘facesse Medioevo’, senza tener conto del fatto che invece la decorazione policroma completava in origine l’interno di ogni chiesa medievale, enfatizzandone la struttura architettonica. Questo genere di restauro veniva compiuto un po’ dappertutto in Europa, con il risultato che trovare oggi una policromia originale è quasi impossibile. Per avere un’idea di quale aspetto potesse avere San Miniato, si può visitare la piccola chiesa romanica dei Santi Apostoli, nel centro di Firenze. Anche qui, negli anni trenta del Novecento, è stato compiuto un pesante restauro che, al fine di ricreare l’‘effetto Medioevo’, ha messo a nudo muri e travature. Tuttavia, se si guarda attentamente, si intravedono intorno alle finestre del cleristorio tracce della originaria policromia. Va tenuto presente che a Firenze i grandi cicli di affreschi nelle chiese del tardo Medioevo e del Rinascimento costituiscono anzitutto la policromia dell’architettura. I ben preservati affreschi di Spinello Aretino nella sacrestia di San Miniato ne sono un buon esempio, con le articolate strutture dei muri e delle volte e i fusti delle colonne, dove l’architettura continua nelle cornici dipinte intorno alle scene della vita di San Benedetto, creando un preciso effetto cromatico dell’intero spazio. Non va dimenticata inoltre la decorazione pittorica dello zoccolo che imita un rivestimento a lastre di marmo colorato. Grazie a Giotto, questo genere di decorazione aniconica policroma ebbe un enorme impulso a partire dal Trecento. Alcuni esempi ben conservati si possono trovare in Santa Croce, non solo nelle note cappelle giottesche Peruzzi e Bardi e in quella Baroncelli di Taddeo Gaddi, ma anche nelle cappelle Velluti-Zati e Pulci-Berardi del transetto, probabilmente eseguite dalla bottega del Maestro di Santa Cecilia, le quali mostrano un’estesa decorazione architettonica e aniconica, ispirata a quella di San Miniato al Monte. Forse ancora più spettacolare è l’antica decorazione della grande sacrestia. Fatta eccezione per la parete nord affrescata da Taddeo Gaddi, Spinello Aretino e Niccolò di Pietro Gerini, l’interno è completamente coperto da una coloratissima decorazione in finto marmo, intercalata da nicchie con figure di santi dipinti probabilmente da Jacopo del Casentino. Questa elaborazione di architettura policroma potrebbe sembrare fuori posto nella rigorosa architettura di stampo brunelleschiano, che alterna pietra serena e intonaco bianco, ma in realtà il colore continuò a essere utilizzato, come si evince dalle aggiunte rinascimentali della Cappella Pazzi di Brunelleschi e della Cappella dei Novizi di Michelozzo in Santa Croce, dove le terrecotte invetriate dei Della Robbia e le vetrate di Baldovinetti creano macchie di colore di grande effetto. Il vero modello di architettura contraddistinta dai soli colori grigio e bianco va ricercato nell’architettura rinascimentale del XVI secolo, in particolare nella sacrestia di San Lorenzo – lasciata incompiuta da Michelangelo e risistemata solo nel 1554-1555 su ordine del duca Cosimo I de’ Medici. Si noti infine come, a pochi metri di distanza, i successori di Cosimo abbiano creato l’esatto opposto, con la grandiosa e tetra Cappella dei Principi che brilla di marmi colorati e pietre dure.

Victor M. Schmidt è docente di Storia dell’arte medievale all’Università di Utrecht e pubblica regolarmente sull’arte italiana del Medioevo e Rinascimento. È consulente di VisitArt.

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galleria degli uffizi

focus

Il restauro della Tribuna

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www.polomuseale.firenze.it/uffizi

piazzale degli Uffizi aperto: da martedì a domenica 8,15-18,50 chiuso: lunedì, Capodanno, 1 maggio, Natale È consigliato prenotare i biglietti per ridurre i tempi di attesa all’ingresso

La Tribuna e il suo restauro Si sa che gli Uffizi non erano stati concepiti come museo nell’idea del duca Cosimo de’ Medici e del suo architetto Giorgio Vasari (1559); la costruzione era infatti destinata a sede delle Arti fiorentine che avevano i propri uffici (“uffizi”) nei grandi saloni del piano terra, con ingresso dai porticati. È con il figlio di Cosimo, il granduca Francesco, e con la sua Tribuna che si suggella all’ultimo piano del fabbricato – nuovo e moderno nel vetusto quartiere medievale di Baldracca – la presenza della galleria-museo agli Uffizi. Tuttavia gli ambienti destinati all’esposizione erano soltanto, nell’attico del braccio di levante, il primo corridoio – da cui il nome di “galleria delle statue” – e alcuni altri vani con soffitti affrescati a “grottesca”. Il luogo più importante, per le opere d’arte e di natura e per la magia dello spazio e della sua decorazione, era la Tribuna. Anche dall’esterno la sua torre ottagona svettante sui tetti, che si nota da varie angolazioni, è fatto emblematico e significante della stessa presenza del museo all’interno dell’edificio. L’intervento di restauro architettonico si inserisce nel programma, da tempo fissato dalla Direzione della Galleria, per il recupero degli ambienti emblematici della storia degli Uffizi. Quattro sono i settori della piccola e preziosa architettura su cui siamo intervenuti. La lanterna ha visto il restauro del soffitto e della raffigurazione su pietra della rosa dei venti, oltre alla riparazione del congegno meccanico che collega la bandiera mostravento esterna alla freccia dorata che, all’interno, indica la direzione del vento. Nella cupola sono state recuperate alla loro brillantezza le quasi seimila conchiglie disposte negli otto spicchi e l’intonaco delle vele, con l’originaria finitura rossa a cocciniglia stesa sulla preparazione a oro, ha ritrovato la sua luminescenza e vibrazione, insieme all’effetto di graduale rarefazione dell’intensità cromatica vermiglia verso l’alto che crea l’impressione della perdita di consistenza strutturale della cupola stessa. Nel tamburo sono state rimosse polveri e accumuli di particellato nelle zone dipinte con azzurrite e oro e incrostazioni madreperlacee; sono tornati a lampeggiare, negli imbotti e nelle mostre delle otto finestre, le cariatidi e i telamoni lumeggiati a oro su fondo scuro e la luce naturale passa di nuovo dalle finestre del tamburo, filtrata (o “purgata” come si diceva nel 1590) da vetrate veneziane a “rulli” opalescenti, fatte costruire, come in origine, a Venezia. Nelle pareti si è riproposta, come acclarato dai documenti, la stoffa di velluto cremisi, tessuta appositamente dai telai dell’Antico setificio fiorentino. D’ora in poi, per salvaguardarne la conservazione e comprenderla nella sua splendida unitaria immagine, la Tribuna non sarà più accessibile al suo interno e la si potrà osservare affacciandosi dalla sua antica porta principale sul corridoio e dalle due porte laterali aperte nel Settecento. Antonio Godoli Direttore del Dipartimento di Architettura

Dopo 32 mesi di restauro la Tribuna può essere di nuovo ammirata in tutta la sua sorprendente bellezza. I lavori recentemente conclusi, che hanno impegnato un pool di restauratori, ricercatori e storici dell’arte di fama internazionale, consentono di apprezzare a pieno le raffinate tecniche pittoriche e la preziosità di materiali e pigmenti e hanno dato alla Tribuna un nuovo assetto museografico, ispirato all’allestimento settecentesco. Il tutto in un perfetto equilibrio tra recupero filologico, volontà di proporre una lettura omogenea ed equilibrata e rispetto dell’eterogeneità dei materiali

calendario mostre ottobre 2012-marzo 2013 “I mai visti”

“La città degli Uffizi 9”

Il gotico internazionale a Firenze 1375-1440

Da laboratorio alchemico a stanza delle meraviglie della Galleria degli Uffizi

Fonderia Medicea.

a cura di Antonio Natali, Enrica Neri Lusanna e Angelo Tartuferi Galleria degli Uffizi fino al 4 novembre 2012

Alessandro Pieroni dall’Impruneta e i pittori della Loggia degli Uffizi

a cura di Valentina Conticelli Sala delle Reali Poste 15 dicembre 2012-3 febbraio 2013

a cura di Annamaria Bernacchioni Impruneta, Basilica di Santa Maria 2 settembre-4 novembre 2012

La storia della fonderia è illustrata da una selezione di dipinti, sculture, incisioni, testi a stampa e manoscritti che racconta una passione radicata nella famiglia medicea, da Cosimo il Vecchio a Cosimo I e Francesco I. Quest’ultimo, oltre alla fonderia di Palazzo Vecchio e del Casino di San Marco dove si sperimentavano segreti medicinali e ricette per porcellana, vetro, maiolica, porfido e fusione del cristallo di rocca, nel 1586 volle un laboratorio anche agli Uffizi con strumenti per la distillazione e una raccolta di rarità naturali, attivo fino alla fine del Seicento e conosciuto in tutta Europa.

Esposizione dedicata al pittore e architetto Alessandro Pieroni (1550-1607), figlio di un legnaiolo imprunetino, e agli artisti che al suo fianco decorarono la Loggia degli Uffizi (1580-1581): Allori, Bizzelli, Butteri, Buti e Cigoli. Tra le 24 opere esposte, dipinti dei pittori della Loggia, affreschi staccati dal Corridoio Vasariano, arazzi, disegni, incisioni e modelli architettonici, mentre il chiostro accoglie una sezione documentaria sui legnaioli e fornaciai imprunetini del Cinquecento.

Bagliori dorati.

Una selezione di dipinti, sculture, codici miniati, lavori d’arte sacra e profana illustra le variegate istanze culturali e stilistiche nate dall’innesto del tardogotico sulla tradizione trecentesca fiorentina: dal gotico estremo di Lorenzo Monaco al prezioso naturalismo di Gentile da Fabriano e agli esiti di Lippo d’Andrea, Mariotto di Cristofano, Giovanni Toscani, Ventura di Moro, Francesco d’Antonio, Arcangelo di Cola, proseguendo con Masaccio, Beato Angelico, Ghiberti, fino a Paolo Uccello.


galleria degli uffizi

pagine della Galleria degli Uffizi a cura di Valentina Conticelli con Monica Alderotti

L’antico in Tribuna Fin dal suo primo allestimento, sul finire degli anni ottanta del XVI secolo, la Tribuna fu considerata il fulcro dell’intera Galleria, uno spazio elitario nel quale erano gelosamente custoditi le rarità e gli oggetti più preziosi appartenenti al granduca. È difficile, oggi, riuscire a immaginare la sovrabbondanza e l’eterogeneità degli oggetti che, fra XVII e XVIII secolo, furono sistemati all’interno dell’ottagono ideato dal Buontalenti: quadri, armi, minerali preziosi, strumenti scientifici, fossili, bronzetti rinascimentali e classici. Come testimonia il celebre quadro di Johann Zoffany, realizzato negli anni settanta del Settecento appena prima della trasformazione dell’originario arredo, la Tribuna era interamente occupata da un fantasmagorico museo composto da oggetti di ogni genere ed epoca, nel quale veniva meno ogni criterio espositivo che non fosse quello della rarità e della bellezza dell’oggetto. Solo sul finire del XVII secolo la Tribuna aveva accolto sotto la sua cupola di madreperla i capolavori di scultura classica di grandi dimensioni a cui, ancor oggi, deve la sua fama. Le opere selezionate, giunte da Villa Medici sul Pincio nel 1677, erano senz’altro degne del luogo più prezioso della Galleria, figurando a pieno diritto fra i nobilia opera della collezione: la Venere, l’Arrotino, i Lottatori e il Satiro danzante. Per oltre un secolo questo elitario consesso, al quale si aggiunsero otto sculture di eroti e putti, affollò lo spazio più esclusivo degli Uffizi creando una sorta di summa dell’eccellenza dell’arte antica. La sistemazione voluta da Luigi Lanzi nel 1780 portò a ridefinire il numero delle sculture con l’aggiunta dell’Apollino e la rimozione di altre due figure di Venere. In quell’occasione la serie dei putti seguì nel suo esilio dalla Tribuna la raccolta delle statuette che popolava le mensole e fu destinata ad arredare altri ambienti del museo. Il laborioso restauro appena concluso ha offerto l’occasione di ridar vita, per quanto possibile, all’aspetto settecentesco, adeguandosi ai criteri adottati nel riallestimento dei corridoi, dove è stata restituita la sistemazione tradita dall’atlante di Galleria, coordinato dall’abate De Greyss alla metà del XVIII secolo. Si è quindi proceduto al riposizionamento delle originarie basi barocche sotto la Venere dei Medici e il Satiro danzante, rimuovendo quelle del 1816; insieme a loro ha fatto ritorno in Tribuna anche la serie dei putti, sistemata su sgabelloni fedelmente replicati dai disegni del De Greyss. I marmi sono stati sottoposti a interventi di pulitura mediante l’uso del laser, consentendo il riemergere delle delicate patine originarie che conferiscono alle opere colori e tonalità eburnee sinora inedite. La rimozione delle stuccature decoese ha restituito unità di lettura ai corpi di divinità e atleti e, nel caso di uno dei piccoli putti alati posti a fianco della Venere, si è proceduto anche alla restituzione di una gamba, perduta negli anni sessanta ma testimoniata dalle fotografie della metà del secolo scorso. I lavori di restauro delle sculture sono andati di pari passo con analisi petrografiche e chimiche, volte a chiarire la provenienza dei marmi e la sopravvivenza di tracce di antiche policromie, che hanno offerto risultati del tutto inediti, rivelando l’eccelsa qualità dei materiali usati (pario della variante lychnite per la Venere, i Lottatori e il Satiro e docimio delle cave di Afyion per l’Arrotino), e recuperando, fra le altre cose, tracce di quel rivestimento a foglia aurea dei capelli della Venere dei Medici che, sino alla fine del Settecento, suscitava l’ammirazione dei visitatori. Fabrizio Paolucci Direttore del Dipartimento di Antichità classiche

calendario mostre ottobre 2012-marzo 2013 all’estero:

Laboratorio Novecento#2 ideazione di Federica Chezzi, Claudia Tognaccini e Chiara Toti Sala delle Reali Poste febbraio 2013 L’iniziativa, proposta per il secondo anno, è dedicata al tema della rappresentazione del corpo nelle tendenze artistiche contemporanee, esaminate attraverso autoritratti estratti dai depositi della Galleria. Ogni appuntamento prevede un percorso guidato (dedicato al pubblico scolastico) alla scoperta delle opere in mostra e un laboratorio manuale e creativo ispirato alle espressioni artistiche appena affrontate.

Stati Uniti

Paesi, pastori e viandanti.

Il pane degli angeli

a cura di Antonio Natali con Marta Onali Santo Stefano di Sessanio (L’Aquila) fino al 30 settembre 2012

a cura di Antonio Natali Chazen Museum of Art, Madison, Wisconsin 24 agosto-25 novembre 2012 Telfair Museum, Savannah, Georgia 7 dicembre 2012-31 marzo 2013

Marmi antichi e visioni dipinte dagli Uffizi a Santo Stefano di Sessanio

La rassegna, che rinnova il sodalizio tra Firenze e il borgo abruzzese dopo il successo della mostra Condivisione di affetti, è dedicata al paesaggio e alla pastorizia e propone una selezione di 29 opere poco conosciute dal patrimonio degli Uffizi. I dipinti che illustrano aspetti importanti della realtà rurale – Firenze, il paesaggio e i mestieri legati alla vita montana e contadina – sono affiancati da preziosi marmi romani che richiamano i sentimenti degli antichi nei riguardi degli stessi temi.

La selezione di dipinti dai depositi della Galleria illustra diversi aspetti del sacrificio eucaristico. Esposta per la prima volta agli Uffizi nel 2007, la rassegna ha registrato un riscontro tale da venire richiesta anche all’estero: già allestita a Madrid e a Barcellona, grazie agli ‘Amici degli Uffizi’ è ora ospitata in alcuni musei degli Stati Uniti, dove il visitatore può ripercorrere attraverso poetiche figurazioni l’itinerario della redenzione cristiana.

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galleria degli uffizi

nuovi percorsi

aperture

donazioni

Il percorso tattile per ipovedenti e non vedenti Nel febbraio 2012 la Galleria ha inaugurato un percorso tattile in autonomia dedicato a ipovedenti e non vedenti con accesso gratuito. Lungo il percorso 16 sculture antiche dalle collezioni medicee, insieme a una riproduzione tridimensionale in scala della Nascita di Venere, possono essere toccate e consentono a ipovedenti e non vedenti di apprezzare attraverso il tatto le caratteristiche salienti della superficie lapidea scolpita, scoprendone ‘pieni’, ‘vuoti’ e forme. La comprensione delle opere è inoltre facilitata da didascalie in braille (in inglese e italiano), personale dotato di una specifica formazione e vetrofanie in sequenza bianco/nera con funzione di segnalatori per disabili visivi. Tra la fine del 2012 e l’inizio del 2013 è previsto un ampliamento del percorso con lo scopo di offrire agli ospiti con disabilità visiva una visita più ricca e articolata. Alle 17 sculture da ‘leggere’ con le mani se ne aggiungeranno altre che saranno scelte tra i marmi recentemente restaurati.

Nove sale dedicate al primo Cinquecento fiorentino e a Raffaello Il 19 giugno 2012 la Galleria degli Uffizi ha inaugurato al piano nobile dell’Ala di Ponente le prime Sale del Cinquecento, dedicate alla pittura fiorentina agli esordi del secolo e a Raffaello. Una serie di nove ambienti, restaurati dalla Soprintendenza per i Beni Architettonici nell’ambito del cantiere Nuovi Uffizi e allestiti a cura della Direzione della Galleria. La prima sala, in cui sono esposti 13 marmi ellenistici, rappresenta il preambolo ideologico (secondo il giudizio critico formulato da Giorgio Vasari nel Proemio alla terza parte delle Vite) della “maniera moderna”, le cui testimonianze artistiche sono presentate nelle successive stanze dove hanno trovato una nuova sistemazione le opere di Andrea del Sarto, Rosso Fiorentino, Pontormo, Bronzino e Raffaello per un totale di 50 dipinti e 3 monocromi. Dopo l’azzurro intenso delle Sale degli Stranieri, nei nuovi ambienti dedicati al primo Cinquecento fiorentino e a Raffaello è il rosso cremisi (colore caro ai Medici) a caratterizzare visivamente il percorso. A queste sale se ne aggiungono altre due, ornate da pitture murali di Luigi Ademollo, che saranno allestite prossimamente.

Dai Chapters di Jan Fabre due autoritratti agli Uffizi L’artista visivo belga Jan Fabre (Anversa 1958), coreografo, regista teatrale, scenografo, nipote del celebre entomologo Jean-Henri Fabre, ha legato la propria immagine al dono generoso alla Galleria degli Uffizi di una doppia presentazione di sé in forma zoomorfa. Le due teste in bronzo – in mostra nella Sala del Camino al primo piano fino al 30 settembre 2012 – fanno parte di una serie di 18 sculture in cui la metamorfosi dell’autore si rivela nella mutazione, tra realtà e finzione, dell’uomo/animale. Sono esposti, in prestito dalla collezione dell’artista, anche le due cere preparatorie alla fusione e appunti riferiti a un viaggio fiorentino del 1979, estratti dal ‘Giornale notturno’ di Jan Fabre.

Corridoio Vasariano Collezione Contini Bonacossi Per informazioni sugli orari e sulle modalità di prenotazione consultare il sito www.uffizi.firenze.it

Jan Fabre, Chapter XI, 2010, bronzo, Uffizi, Collezione degli autoritratti. Foto di Pat Verbruggen, courtesy of Angelos

novità editoriali • Bollettino degli Uffizi 2011, a cura di F. Chezzi, M. Onali, Centro Di, Firenze 2012

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• Il giardino dell’anima. Ascesi e propaganda nelle Tebaidi fiorentine del Quattrocento, di Alessandra Malquori, Centro Di, Firenze 2012


l’intera raccolta del Gabinetto Disegni e Stampe (oltre 150.000 opere tra disegni, incisioni, miniature e fotografie databili dal Trecento ai giorni nostri) attraverso la realizzazione di un catalogo completo informatizzato per favorire un ideale dialogo internazionale tra la comunità degli studiosi e quanti desiderano avvicinarsi al mondo della grafica. Il Progetto Euploos si configura anche come un programma di ricerca interdisciplinare, innovativa e costantemente in progress, che dà luogo a una stretta collaborazione tra storici dell’arte, informatici, specialisti della scansione e acquisizione di immagini, nonché professionisti specializzati nella costruzione di nuovi strumenti per lo sviluppo della ricerca. Il progetto nasce dalla confluenza su intenti comuni delle capacità ed energie del Kunsthistorisches Institut in Florenz Max-Planck-Institut, della Scuola Normale Superiore di Pisa e della Soprintendenza Speciale per il Patrimonio Storico, Artistico ed Etnoantropologico e per il Polo Museale della città di Firenze, con particolare riferimento al GDSU. Almeno quattro gli obiettivi principali del progetto. Il primo obiettivo è la catalogazione informatizzata delle opere su carta e la creazione di un correlato archivio di immagini digitalizzate, mentre il secondo si propone la formazione di addetti ai lavori nella catalogazione informatizzata e nella digitalizzazione, con specifico riferimento alla grafica, mediante seminari, workshop, corsi di aggiornamento e tirocini di orientamento per giovani studiosi afferenti a università e istituti di ricerca italiani e stranieri. Il terzo obiettivo riguarda l’elaborazione costante di modelli di ricerca e l’organizzazione di incontri, pubblicazioni e ampi programmi di ricerca incentrati sul tema della grafica. Il quarto obiettivo, proiettato in un futuro più lontano, consiste nella creazione di un centro di documentazione sui processi di acquisizione e trasmissione dei saperi tecnici e sui processi di elaborazione dei modelli teorici. Marzia Faietti Direttrice del Gabinetto Disegni e Stampe

mostra all’estero:

Stati Uniti e Gran Bretagna

Federico Barocci Saint Louis Art Museum, Saint Louis 25 ottobre 2012-20 gennaio 2013 National Gallery, Londra 27 febbraio-19 marzo 2013 Organizzata in collaborazione con la Galleria Nazionale delle Marche, il Saint Louis Art Museum e la National Gallery di Londra nel quarto centenario della morte di Barocci (Urbino, 1535-1612), la mostra monografica intende focalizzare le dinamiche compositive adottate dall’artista attraverso i molti studi preparatori. Dal ricchissimo fondo degli Uffizi, riunito già nel secondo Seicento grazie alla passione collezionistica del cardinale Leopoldo de’ Medici, un nucleo di 35 fogli viene esposto a Saint Louis, mentre un gruppo di 20 disegni è ospitato nella mostra di Londra.

antica e prestigiosa collezione conservata al Gabinetto Disegni e Stampe degli Uffizi, comunemente indicato come GDSU, affonda le sue origini nelle raccolte medicee. Fu in particolare Leopoldo de’ Medici, cardinale nel 1667, ad acquistare tramite i suoi agenti numerosi fogli dei maggiori artisti antichi e contemporanei. Dopo l’estinzione della dinastia medicea (1737), i Lorena contribuirono ad arricchire la collezione, poi incrementata dopo la costituzione del Regno d’Italia con numerose donazioni. Il patrimonio ammonta oggi a oltre 150.000 opere di artisti toscani e di altre scuole italiane, nonché di autori fiamminghi, olandesi, francesi, spagnoli e tedeschi.

L’

Progetto Euploos L’iniziativa si propone di rendere disponibile in rete

Progetto Euploos www.polomuseale.firenze.it/ gdsu/euploos

gabinetto disegni e stampe degli uffizi

focus

via della Ninna, 5 La Sala di Esposizione è aperta secondo lo stesso orario della Galleria. L’accesso alla Sala di Studio è riservato agli studiosi, dietro lettera di presentazione. aperto: lunedì, mercoledì, venerdì 8,30-13,30, martedì e giovedì 8,30-17

www.polomuseale.firenze.it/musei/disegni

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palazzo pitti

l palazzo, voluto da Eleonora di Toledo, moglie di Cosimo I, come ariosa residenza per la famiglia ducale, è impreziosito dallo stupendo Giardino di Boboli e abilmente collegato dal Corridoio Vasariano agli Uffizi e a Palazzo Vecchio, allora sede deputata alla gestione del potere e del governo. Nella sua storia ha ospitato, oltre ai granduchi, anche i re d’Italia e oggi custodisce importanti collezioni di opere e oggetti d’arte all’interno di ambienti magnificamente conservati. Il prestigioso complesso si articola oggi in sette strutture museali.

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Galleria Palatina e Appartamenti Reali

piazza Pitti www.uffizi.firenze.it

La Galleria Palatina, creata dai Lorena tra la fine del Sette e i primi decenni dell’Ottocento per ospitare i capolavori provenienti soprattutto dalle collezioni medicee, vanta opere di Raffaello, Tiziano, Caravaggio, Rubens, Pietro da Cortona e di altri maestri italiani ed europei del Rinascimento e del Seicento. Visitabili anche gli Appartamenti Reali allestiti con mobili, arredi e opere d’arte databili dal XVI al XIX secolo. aperto: da martedì a domenica 8,15-18,50 chiuso: Capodanno, 1 maggio, Natale

Galleria d’Arte Moderna Esposizione di dipinti e sculture, prevalentemente di artisti italiani, databili fra la fine del Settecento e il Novecento: le opere del Neoclassicismo e del Romanticismo sono affiancate da una raccolta di dipinti dei Macchiaioli. aperto: da martedì a domenica 8,15-18,50 chiuso: Capodanno, 1 maggio, Natale

Museo delle Carrozze Sono visitabili su appuntamento le carrozze in uso alla corte lorenese e sabauda e gli antichi finimenti per cavalli. Il veicolo più antico è un coupé settecentesco di gusto rocaille. visitabile a richiesta, su appuntamento

Galleria del Costume Fondata nel 1983, ha sede nella Palazzina della Meridiana. Dedicata alla storia della moda dal XVIII secolo a oggi, annovera capi di abbigliamento, accessori e gioielli, oltre a costumi di scena. Cospicuo è inoltre il fondo cartaceo che include documenti d’archivio, bozzetti e disegni.

Museo delle Porcellane Allestito nella settecentesca Palazzina del Cavaliere, raccoglie le più belle porcellane d’Europa acquistate da Pietro Leopoldo e Ferdinando III, accanto a quelle provenienti dalle dimore di Parma, Piacenza e Sala Baganza.

Museo degli Argenti Prende il nome dagli argenti delle collezioni dei vescovi di Salisburgo, portati a Firenze da Ferdinando III di Lorena nel 1815, ma il nucleo pregevole è in realtà il Tesoro dei Medici, frutto di tre secoli di collezionismo e un tempo conservato nella Tribuna degli Uffizi. Vi si conservano inoltre preziose porcellane cinesi e giapponesi, anch’esse raccolte dai Medici. aperti: tutti i giorni, 8,15-16,30 da novembre a febbraio, 8,15-17,30 in marzo e in ottobre dopo il ritorno all’ora solare, 8,15-18,30 in aprile, maggio, settembre e ottobre prima del ritorno all’ora solare, 8,15-19,30 da giugno ad agosto chiusi: primo e ultimo lunedì del mese, Capodanno, 1 maggio, Natale

Foto di Giovanni Marchi

calendario mostre ottobre 2012-marzo 2013 Firenze negli occhi dell’artista, da Signorini a Rosai a cura di Simonella Condemi Galleria d’Arte Moderna, Sala del Fiorino fino al 28 ottobre 2012

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La mostra, nata come omaggio al rientro delle opere storicamente legate alle Gallerie fiorentine provenienti dal Museo “Firenze com’era”, consente di ammirare la città non solo attraverso la visita ai suoi monumenti, ma anche nel museo, attraverso l’interpretazione data, tra Settecento e Novecento, da artisti come Giuseppe Maria Terreni, Antonio Cioci, Baccio Maria Bacci, Ottone Rosai e soprattutto dai Macchiaioli che furono particolarmente impressionati dalla nuova struttura data dalla città a scapito dell’amata campagna. I 16 dipinti dal ‘museo della città’ e le 33 opere dai depositi della Galleria d’Arte Moderna formano un percorso articolato in cinque sezioni: Vedute di Firenze, Firenze scomparsa, Il centro intorno a Palazzo Vecchio, L’Arno e i suoi ponti e Le feste e i luoghi di ritrovo.

La Nuova Frontiera.

Storia e cultura dei nativi d’America dalle collezioni del Gilcrease Museum a cura di Hermann J. Viola e Robert B. Pickering in collaborazione con il Gilcrease Museum di Tulsa Galleria del Costume e Andito degli Angiolini fino al 9 dicembre 2012 Una scelta di pezzi significativi del Gilcrease Museum consente di conoscere la civiltà dei nativi d’America, nota al grande pubblico solo attraverso le fantasiose ricostruzioni cinematografiche. Una sezione presenta ritratti a olio che, insieme alle fotografie dell’antropologo Edward Sheriff Curtis, immortalano solenni capi tribù e membri dei villaggi indiani; la seconda sezione espone caschi piumati, vasellame, armi, gioielli e capi d’abbigliamento delle varie tribù, insieme a opere e fotografie eseguite da artisti come Joseph Henry Sharp, entrati in stretto contatto con i nativi.


palazzo pitti

Giardino di Boboli Vero e proprio museo all’aperto, popolato di statue antiche e rinascimentali, ornato di grotte e di grandi fontane, alle spalle di Palazzo Pitti si estende il Giardino di Boboli, di cui i Medici per primi curarono la sistemazione creando un modello esemplare per molte corti europee.

aperto: tutti i giorni, 8,15-16,30 da novembre a febbraio, 8,15-17,30 in marzo e in ottobre dopo il ritorno all’ora solare, 8,15-18,30 in aprile, maggio, settembre e ottobre prima del ritorno all’ora solare, 8,15-19,30 da giugno ad agosto chiuso: primo e ultimo lunedì del mese, Capodanno, 1 maggio, Natale

Passeggiata nel verde Palazzo Pitti e Villa Bardini sono collegati attraverso il Giardino di Boboli. L’accesso per i residenti a Firenze è gratuito. Vedi p. 39

calendario mostre ottobre 2012-marzo 2013 Il Mito, il Sacro, il Ritratto.

Vasari e l’Allegoria della Pazienza

a cura di Anna Bisceglia e Alessandro Cecchi Galleria Palatina, Sala delle Nicchie fino al 22 dicembre 2012

a cura di Anna Bisceglia Galleria Palatina da dicembre 2012

19 dipinti dall’inesauribile patrimonio raccolto dai Medici raccontano le vicende dei committenti e delle dimore cui erano destinati attraverso quattro sezioni che illustrano i temi più graditi fra la seconda metà del XVI secolo e la prima metà del secolo seguente. Il mito come exemplum virtutis è il tema della prima sezione dominata dall’Ercole e l’Idra di Lerna di Guido Reni; seguono la sezione dedicata alle storie sacre, che espone opere italiane e fiamminghe di soggetto biblico, e quella con dipinti dalla quadreria della Petraia, dimora d’elezione del raffinato mecenate Don Lorenzo de’ Medici. Concludono l’esposizione cinque ritratti medicei, eseguiti da Frans Pourbus il Giovane e Justus Suttermans, che riflettono il ruolo che la famiglia granducale assunse nella politica europea.

A conclusione dell’intervento conservativo l’Allegoria della Pazienza, conservata nella Sala di Prometeo, è protagonista di questa mostra. Appartenuto nel Seicento al cardinale Leopoldo de’ Medici, il dipinto era ritenuto opera di Parmigianino; fu in realtà Giorgio Vasari a ricevere da Bernardetto Minerbetti, vescovo di Arezzo e ambasciatore di Cosimo I, la commissione per l’invenzione di un’Allegoria della Pazienza destinata al suo studiolo e incentrata sulle virtù morali del proprietario. Per l’opera, realizzata nel 1552-1553, Vasari elaborò un modello che superava la rappresentazione tradizionale della virtù con il giogo per puntare invece su una figurazione ispirata alla statuaria antica e concentrata sul motivo del tempo e dell’eternità. Il modello vasariano, con le sue implicazioni letterarie, conobbe un’ampia fortuna, attestata in particolare in ambito ferrarese.

Dipinti dai depositi della Galleria Palatina

Restauri e studi per la Galleria Palatina

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palazzo pitti 12

Le antiche cave di pietraforte a Boboli

focus

Francesco Rodolico, nel suo Le Pietre delle città d’Italia, affermava che “Firenze sorge in piano ma tutta una serie di colline ricche di pietra la serrano dappresso, specie verso mezzogiorno e verso settentrione. La pietra forte abbonda nelle colline meridionali”. A sud dell’Arno si trovavano infatti le cave da cui proveniva la pietra usata per edificare tanti edifici fiorentini dal Medioevo fino al Novecento: Monte Ripaldi, Le Campora e Boboli. E proprio dalla cava di Boboli – o per meglio dire dalle cave di Boboli poiché erano presenti tre (poi probabilmente quattro) punti di estrazione – provenne il materiale per la realizzazione delle facciate di due “fabbriche stupendissime fatte di bozze” per dirla con le parole di Giorgio Vasari: Palazzo Pitti e Palazzo Strozzi. La “chava di pietre forti delle monache di Santa Felicita” va probabilmente identificata proprio con le cave di Boboli che fornirono il materiale per la facciata del nucleo originario quattrocentesco di Palazzo Pitti – edificato, a detta dello stesso Rodolico, proprio su un piazzale di cava – e in seguito per il cortile e gli ampliamenti dello stesso palazzo rispettivamente negli anni sessanta del Cinquecento e negli anni venti del Seicento. L’informazione fornita dal Rodolico, insieme a quelle che è possibile desumere dai documenti, in modo particolare dalle piante storiche e dalla veduta di Giusto Utens Belveder con Pitti, permette di identificare i luoghi di estrazione genericamente definibili come cave di Boboli: uno localizzato presso l’attuale Palazzo Pitti e il retrostante anfiteatro, chiuso proprio con la realizzazione del primo anfiteatro arboreo concepito dal Tribolo intorno al 1550; un secondo presso il Forte di Belvedere, ancora esistente negli anni immediatamente precedenti il 1594 – anno della pubblicazione della seconda edizione della Novae pulcherrimae civitatis Florentiae topographiae accuratissime delineata di Stefano Bonsignori (conosciuta come Prima versione della Veduta di Firenze), nella quale la cava è chiaramente indicata –, ma già scomparso allorquando Utens dipinse la citata veduta (1602). Nella veduta di Bonsignori, sia nella prima edizione (1584) che nella seconda, è perfettamente visibile anche la terza delle cave di Boboli, quella che è stata per più tempo attiva, localizzata esattamente di fronte all’odierna Palazzina della Meridiana, in luogo del pendio erboso attuale: questa terza cava compare nella veduta di Utens come anche in diverse piante del giardino. È ipotizzabile che sia esistito un quarto punto di estrazione immediatamente a nord est del palazzo, dove è oggi l’ingresso al corridoio che porta allo scalone di Pasquale Poccianti: la zona era nel primo Seicento occupata da un regolare giardino all’italiana, i cosiddetti Orti Buontalentiani, perfettamente rappresentati da Utens. Nel primo Settecento, tuttavia, lo sbancamento per la realizzazione del viale carrozzabile che ancora oggi unisce il piazzale di Bacco con l’anfiteatro aveva cancellato questa porzione del giardino. Nel cortile settentrionale si vede un grande affioramento di pietraforte tagliato a fare da base al muraglione nella parte più vicina a Palazzo Pitti; proviene forse da questo quarto punto di estrazione la pietraforte usata per creare l’imponente diaframma tra l’appena citato cortile settentrionale e il giardino di Boboli riecheggiante nel bugnato la facciata del palazzo. Nel primo Settecento la prima porzione della Palazzina della Meridiana, quella più vicina al nucleo centrale del palazzo, non era stata ancora realizzata e al suo posto era presente quella che con tutta probabilità era una costruzione di servizio. Quasi certamente il primo nucleo della palazzina, progettato da Gaspare Maria Paoletti e costruito a partire dal 1776, fu l’ultima zona del palazzo dove venne adoperata la pietraforte di Boboli. Appare più che probabile che le parti lapidee della facciata, in particolar modo l’attuale porzione centrale e la loggetta ionica di destra, siano state costruite


Costantino Ceccanti Università degli Studi di Firenze

museo nazionale del bargello

impiegando la pietra proveniente dalla cava di fronte. In una pianta inserita in un cabreo e disegnata tra il 1776 e il 1778 è possibile notare la presenza del loggiato ionico settentrionale e, presumibilmente, della porzione centrale rivestita in pietraforte, ma è scomparsa ogni traccia della cava, sostituita da un pendio sul quale si inerpicano rampe disposte in maniera simmetrica, secondo un disegno analogo alla disposizione attuale dell’area. Anche nel primo dei due rondò che chiudono la piazza dei Pitti, quello meridionale costruito da Giuseppe Ruggeri nel 1765 e conosciuto come Rondò di Annalena, fu impiegata per il rivestimento la pietraforte proveniente dall’ultima delle cave di Boboli ancora in attività. Il Rondò di Bacco fu invece progettato da Gaspare Paoletti e costruito tra il 1785 e il 1799 quando ormai tutte le cave erano chiuse. Soltanto nel periodo della Restaurazione, in particolar modo negli anni venti del XIX secolo, si mise mano al completamento della Palazzina della Meridiana: Poccianti realizzò una nuova facciata verso sud ovest e regolarizzò il prospetto verso il piazzale della Meridiana, costruendo una seconda loggia ionica e facendo in modo che la porzione interamente rivestita in pietra si trovasse al centro della nuova e più ampia facciata. Se la seconda loggetta ionica riprendeva in tutto e per tutto il modello di quella di Paoletti, nella facciata sud ovest, che si affaccia sulla porzione del giardino (conosciuta dal tardo Ottocento come Giardino del conte di Torino dal nome dell’esponente dei Savoia che in quella porzione del palazzo risiedeva), Poccianti poté operare libero da vincoli, realizzando un intero loggiato – questa volta di ordine dorico toscano – interamente in pietraforte, completo di scalinata, podio, ordine parietale e lacunari lapidei. Tuttavia appare molto difficile che la pietraforte impiegata per il completamento della palazzina, così come del resto quella delle testate dei rondò – anch’esse concepite da Poccianti con forti richiami all’architettura francese del periodo della Rivoluzione –, provenisse dalle cave di Boboli. Nonostante che oggi non ne rimanga quasi più nulla (le tracce più evidenti sono la forma dell’anfiteatro – ma non la dimensione – per il punto di estrazione dietro al palazzo, la pendenza del pendio erboso per quello della Meridiana, gli affioramenti di pietraforte per gli altri due), le cave di pietraforte di Boboli sono state una presenza fondamentale per la definizione del volto del centro storico di Firenze, sia dal punto di vista della fornitura dei materiali da costruzione sia per la conformazione del giardino di Boboli che le ha inglobate.

l Museo Nazionale del Bargello ha sede nel palazzo, che fu del Capitano del Popolo, costruito nel 1255 e arricchito nel 1287 del Verone, la bella loggia affacciata sul cortile dove il Podestà adunava i rappresentanti delle Arti e delle Corporazioni. Divenuto nel 1502 la sede del Consiglio di Giustizia, il cui capo era il cosiddetto “Bargello”, e più tardi carcere, nel 1865 venne definitivamente trasformato in museo e destinato a ospitare straordinarie raccolte di scultura e di “arti minori”. Accoglie le più importanti sculture del Rinascimento, con capolavori di Donatello, Luca della Robbia, Verrocchio, Michelangelo, Cellini e Giambologna, oltre a prestigiose raccolte di bronzetti, maioliche, cere, smalti, medaglie, avori, sigilli e tessili, provenienti dalle collezioni medicee e da donazioni di privati.

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via del Proconsolo, 4 aperto: da lunedì a domenica 8,15-13,50 chiuso: prima, terza, quinta domenica, secondo e quarto lunedì di ogni mese, Capodanno, 1 maggio, Natale

www.polomuseale.firenze.it/bargello

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l convento domenicano di San Marco, realizzato nel 1436 su progetto di Michelozzo e destinato a svolgere un ruolo importante nella vita religiosa e culturale della città − ne è testimone la vicenda di Fra Girolamo Savonarola, che qui fu priore −, ospita un importante museo. La sua fama è legata soprattutto a Beato Angelico: il frate pittore affrescò infatti molti ambienti del convento, mentre comunicazioni altre sue opere vi sono confluite nel Novecento. Notevoli sono del museo le raccolte del Cinquecento, con opere di Fra Bartolomeo, La Biblioteca Monumentale e la sezione dei reperti provenienti dalle demolizioni ottocentesche è chiusa nell’autunno 2012 del centro storico. per lavori di

museo di san marco

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piazza San Marco, 3 aperto: da lunedì a venerdì 8,15-13,50, sabato, domenica e festivi 8,15-16,50 chiuso: prima, terza e quinta domenica, secondo e quarto lunedì del mese, Capodanno, 1 maggio, Natale

www.polomuseale.firenze.it/musei/sanmarco

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ristrutturazione

focus

Firenze antica nel Museo di San Marco Quando si appresta all’uscita, il visita-

tore del Museo di San Marco che ha ancora negli occhi e nel cuore i colori e le intense atmosfere della pittura angelichiana, si trova catapultato in uno spazio assolutamente insolito. Infatti il lungo corridoio della Foresteria, il cui nome evoca l’antica destinazione del luogo, è completamente tappezzato, in una sorta di horror vacui, da ogni genere di frammenti lapidei, pittorici e lignei murati alle pareti. Questa raccolta di “cataste di ossami”, come la definì con forte espressività il critico Adolfo Venturi (1911), nasconde una storia lunga, anzi secolare, che riguarda non solo il museo ma anche la stessa città di Firenze che vede qui raccolte, quasi in brandelli, le vestigia del suo antico centro sventrato alla fine del XIX secolo. Questo perché quando nel 1881 iniziarono le demolizioni del centro storico per “risanare” un’area – quella del Mercato Vecchio, oggi corrispondente a piazza della Repubblica – che versava in condizioni di forte degrado, pochi illuminati uomini come Guido Carocci e Corinto Corinti si diedero, il secondo, a documentare con disegni e rilievi quanto veniva via via distrutto, e l’altro a raccogliere con indefessa caparbietà tutto quanto poteva essere recuperato per salvarne la memoria. Questo materiale fu così depositato dal Carocci al Museo di San Marco che, proprio per la sua specifica vocazione di ‘fiorentinità’, vicino alle reliquie laiche della memoria savonaroliana inaugurò nel 1898 la sezione denominata “Museo della Vecchia Firenze”. Questo nucleo ebbe la sua sistemazione definitiva nel 1904 e i pezzi erano disposti, oltre che nella Foresteria, anche nelle stanze attigue, nell’adiacente chiostro di San Domenico e nel Vestibolo. Negli anni venti la raccolta subì vari smembramenti e, dopo l’alluvione del 1966, il materiale conservato nel chiostro venne trasferito nei sotterranei. L’ambiente della Foresteria, ora introdotto da una postazione touch screen che illustra le vicende delle demolizioni del centro storico, è quello che meglio mantiene il gusto ‘archeologizzante’ voluto dal Carocci, il quale ordinò il materiale secondo un criterio tipologico, avvicinando fra loro pezzi dello stesso genere per creare un insieme di indiscutibile fascino. Ecco che si dispiegano all’occhio teorie di peducci, capitelli, frammenti di cornici solo apparentemente uguali, invitando il visitatore a ricercarne similitudini e differenze. Sulla parete sinistra si scorgono frammenti di iscrizioni in lingua ebraica: è tutto ciò che resta del Tempio israelitico, caduto nel primo lotto di abbattimenti che interessarono l’intero isolato del Ghetto, a nord della


Lia Brunori Vicedirettrice del Museo di San Marco

mostra

Arte torna arte fino al 4 novembre 2012 Arte torna Arte è un’espressione coniata da Luciano Fabro: assumerla quale titolo della mostra equivale a condividere il principio secondo cui tutta l’arte si dipana da un’unica radice e il persistere di forme e modelli è l’essenza stessa dei suoi linguaggi e delle sue modalità visive e plastiche. La mostra guarda alla storia e all’iconologia come forme vive di appartenenza attraverso le opere di Bacon, Bourgeois, Burri, Catelani, Creed, De Dominicis, Dijkstra, Duchamp, Fabro, Feldmann, Ghirri, Gormley, Klein, Kounellis, La Rocca, Leoncillo, Le Witt, Mattiacci, Nicolai, Ontani, Paolini, Parmiggiani, Penone, Picasso, Pirri, Pistoletto, Ranaldi, Savinio, Struth, Tan, Viola, Warhol.

eventi collaterali alla mostra Tre concerti intorno a una mostra Programma di concerti che disegnano nella musica il tema della continuità storica, le radici comuni e la persistenza di modelli formali nel loro dialogo con ricerca e innovazione. 1 ottobre 2012 ore 21 11 Klavierstücke di Karlheinz Stockhausen Bernhard WambachHavemann, pianoforte 22 ottobre 2012 ore 21 Omaggio a John Cage Daniele Lombardi, pianoforte e toy piano

restauri in corso • Beato Angelico, Pala di San Marco, tavola • Beato Angelico, Crocifissione e santi, affresco, Sala del Capitolo

5 novembre 2012 ore 21 Luciano Berio Danilo Rossi, viola; Jonathan Faralli, percussioni; Tempo Reale; Francesco Giomi, regia del suono Per il programma degli eventi (incontri con artisti, concerti, proiezioni e performance) consultare il sito del museo

galleria dellʼaccademia

piazza del Mercato. Due bifore duecentesche ricordano l’antica struttura del Palazzo Arcivescovile, abbattuto nelle ultime fasi del “risanamento”, mentre il grande portale dell’Arte dei Rigattieri, Linaioli e Sarti, in fondo alla galleria, insieme all’altro proveniente dall’Arte degli Albergatori, posto invece alla parete d’ingresso, ricorda una delle tante residenze delle Arti, cuore della vita economica e culturale dell’antica Firenze. Per questo portale, realizzato da Andrea di Nofri nel 1414, i documenti forniscono anche il nome di Bartolomeo di Marco, falegname che eseguì i battenti nel 1429, e di Andrea di Cecco, il fabbro che forgiò i chiodi; attraverso il portale si entrava nella residenza dei Linaioli che custodiva nella Sala grande il celebre Tabernacolo di Beato Angelico, oggi visibile nella Sala dell’Ospizio del Museo di San Marco. Questo richiamo, sul limitare dell’uscita, a un’opera così importante dell’Angelico, che il visitatore ha già conosciuto nella prima sala di esposizione, rafforza il senso di circolarità fra i vari ambienti del museo che non sono mai conchiusi in se stessi, ma vivono fra loro in un dialogo sottile che ogni attento visitatore può ben cogliere.

el 1873 il celebre David di Michelangelo fu trasferito da piazza della Signoria alla Galleria dell’Accademia, nella Tribuna appositamente realizzata. Insieme al David la presenza dei Prigioni e del San Matteo indica già nell’Ottocento la vocazione della Galleria a proporsi come museo michelangiolesco. Tuttavia il patrimonio della Galleria deriva in primo luogo dalle raccolte settecentesche dell’Accademia di Belle Arti e dell’Accademia del Disegno, arricchite dalle opere provenienti da vari conventi soppressi: le opere qui riunite, insieme ai calchi in gesso, svolgevano una funzione didattica per gli studenti dell’Accademia. La Galleria oggi custodisce soprattutto dipinti di artisti attivi nell’area fiorentina tra la seconda metà del XIII e la fine del XVI secolo; si segnalano in particolare la collezione di tavole a fondo oro, unica al mondo, i grandiosi polittici tardogotici e la raccolta di icone russe. All’interno dell’Accademia, il

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Dipartimento degli Strumenti Musicali espone, sullo sfondo di scene dipinte raffiguranti la vita musicale della corte medicea insieme a panoplie e nature morte con strumenti musicali, circa 50 strumenti dalle collezioni medicee e lorenesi (XVII-XIX secolo). Nella collezione spiccano esemplari straordinari per la fattura e per il suono (udibile alle postazioni informatiche che illustrano la cultura musicale della Firenze granducale). Fra gli oggetti più preziosi, il violoncello e la viola tenore di Stradivari (1690), unici superstiti del “Quintetto mediceo” appartenuto al Gran Principe Ferdinando. via Ricasoli, 58-60 aperto: da martedì a domenica 8,15-18,50 chiuso: Capodanno, 1 maggio, Natale

www.polomuseale.firenze.it/ musei/accademia opere in prestito • Beato Angelico, Trittico di san Pietro martire • Lorenzo Monaco, L’abate Pafnunzio visita sant’Onofrio • Scultore fiorentino del XIV secolo, Marzocco ospiti a: Firenze, Galleria degli Uffizi per la mostra: Bagliori dorati. Il gotico internazionale a Firenze 1375-1440 fino al 4 novembre 2012 • Beato Angelico, due pannelli dell’Armadio degli Argenti della chiesa della Santissima Annunziata con undici Storie di Cristo • Fra Bartolomeo, Ritratto di Fra Girolamo Savonarola • Seguace di Beato Angelico, Madonna con il Bambino fra i santi Giacomo e Sebastiano ospiti a: Beijing, Thien’ an Men Museum per la mostra: Il Rinascimento a Firenze. Capolavori e protagonisti fino al 30 aprile 2013 • Fra Bartolomeo, Madonna con il Bambino ospite a: Tokyo, National Museum of Western Art per la mostra: Raffaello 2 marzo-2 giugno 2013

attività

Lorenzo Bartolini 17-19 febbraio 2013 Tre giornate di studio dedicate allo scultore in collaborazione con il Gabinetto Vieusseux

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opera di santa maria del fiore

stituita alla fine del XIII secolo per sovrintendere alla costruzione della nuova cattedrale di Firenze, l’Opera di Santa Maria del Fiore si trova oggi ad amministrare un complesso di monumenti e di edifici storici di straordinaria rilevanza, sviluppatosi nei secoli attorno alla chiesa cattedrale. Il complesso, oltre al Duomo e al Battistero, è articolato in una varietà di “luoghi” caratterizzati da una spiccata individualità e una specificità storica e funzionale.

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La Porta del Paradiso in numeri 2 ante 3,08 metri in larghezza 5,20 metri in altezza 9 tonnellate di peso 10 riquadri istoriati 11 centimetri di spessore 16 anni di lavoro per la realizzazione (1436-1452) 48 piccole figure nella cornice 58 rilievi in bronzo e oro in totale 884 fiorini d’oro pagati a Lorenzo Ghiberti

Cattedrale di Santa Maria del Fiore

Progettata da Arnolfo di Cambio e terza chiesa del mondo, sorse sopra la cattedrale paleocristiana dedicata a Santa Reparata e nel 1412 fu intitolata a Santa Maria del Fiore con una chiara allusione al giglio, simbolo della città. La facciata fu conclusa soltanto alla fine dell’Ottocento. aperto: lunedì, martedì, mercoledì, venerdì 10-17; giovedì 1016,30, maggio e ottobre 10-16, da luglio a settembre 10-17; sabato 10-16,45; domenica e festività 13,30-16,45

Cripta di Santa Reparata

(sito archeologico) Tra il 1965 e il 1973 una grande campagna di scavi eseguita sotto la Cattedrale ha portato in luce i resti dell’antica basilica di Santa Reparata, testimonianza della prima cristianità a Firenze. aperto: lunedì, martedì, mercoledì, venerdì 10-17, sabato 10-16,45, 1 maggio 8,30-17 chiuso: in occasione delle principali festività liturgiche

Cupola

La costruzione della cupola − la più grande mai edificata in muratura − ebbe inizio nel 1420; cinque anni dopo fu affidata a Filippo Brunelleschi e fu completata fino alla base della lanterna nel 1436. aperto: tutti i giorni 8,30-19, sabato 8,30-17,40 chiuso: domenica e festività

Campanile di Giotto Iniziato da Giotto nel 1334, è una delle quattro componenti principali di piazza del Duomo. Alto 84,70 m e largo circa 15, è la più eloquente testimonianza dell’architettura gotica fiorentina del Trecento. aperto: tutti i giorni 9-19,30

Battistero di San Giovanni A pianta ottagonale, interamente rivestito di marmi policromi, il Battistero che vediamo oggi è il frutto dell’ampliamento di un primitivo edificio, risalente al IV-V secolo. aperto: tutti i giorni 12,15-19; primo sabato del mese, domenica e festività 8,30-14

Museo dell’Opera del Duomo Nato nel 1891 e rinnovato nell’allestimento nel 1999, attualmente il museo è oggetto di lavori di ristrutturazione e ampliamento il cui termine è previsto per il 2016. Il Museo dell’Opera è uno dei più importanti musei ecclesiastici italiani: fin dalla fine dell’Ottocento, infatti, qui sono giunte tutte le opere d’arte rimosse per ragioni di conservazione dall’esterno della Cattedrale, dal Battistero e dal Campanile.

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piazza del Duomo, 9 aperto: da lunedì a sabato 9-19,30, domenica 9-13,45; maggio e ottobre tutti i giorni 10-15,30; da luglio a settembre 10-17 chiuso: Capodanno, Pasqua, 8 settembre, Natale

Il restauro della Porta del Paradiso “Elle son tanto belle che starebbon bene alle porte del Paradiso”: questo secondo Vasari il commento di Michelangelo che ha determinato il nome della porta. Un’opera colossale, che impegnò a lungo Ghiberti e i suoi collaboratori, di una bellezza e una perfezione tali da meritare il posto d’onore, sul lato orientale del Battistero rivolto verso la Cattedrale. Quest’opera complessa, realizzata con una perizia senza precedenti, non è tuttavia immune dallo scorrere del tempo che ha offuscato il bagliore dell’oro e già a pochi decenni dalla messa in opera necessitava di manutenzione. Oggi soltanto il lungo e impegnativo restauro, diretto ed eseguito dall’Opificio delle Pietre Dure e durato 33 anni, ha potuto arrestare i danni prodotti da inquinamento, guerre, alluvioni e intemperie e allo stesso tempo ha reso evidente che la porta non può più essere ammirata nel contesto originario, ma necessita di essere debitamente protetta e musealizzata. Storia della porta 1425 l’Arte di Calimala commissiona a Lorenzo Ghiberti – che l’anno precedente aveva terminato per la corporazione la porta nord del Battistero – una seconda porta, poi detta del Paradiso

1448-1450 Ghiberti inizia a modellare le cornici dei battenti e i fregi degli stipiti, conclusi due anni più tardi, quando otterrà una proroga per ultimare la porta

1429 l’Arte di Calimala sborsa 1.800 fiorini per acquistare “ottone” necessario al getto del telaio; l’originario programma iconografico prevedeva 28 riquadri, ma Ghiberti ne riduce il numero a 10

1452 tra aprile e giugno i 58 rilievi, rinettati a freddo e cesellati, vengono dorati con il metodo dell’amalgama di mercurio. I pannelli sono incastrati in appositi alvei nel telaio bronzeo, riscaldato e dilatato. Il 16 giugno Ghiberti riceve il compenso per la realizzazione della porta, che in settembre viene messa in opera sul lato est del Battistero

1436-1447 Ghiberti inizia a gettare le formelle aiutato dal figlio Vittorio e da Michelozzo. Con l’acquisto di ingenti quantità di metallo dalle Fiandre e dopo 11 anni di lavoro, le 10 formelle vengono portate a termine


L’

Manutenzione e restauro 1475 inizia l’opera di manutenzione della porta, con periodici lavaggi 1772 dopo le prime prove di pulitura, l’antiquario delle Reali Gallerie Raimondo Cocchi decide di non far eseguire la pulitura completa proposta da Mengs, sostenendo che la doratura non era eseguita a fuoco ma a foglia. Le dorature portate alla luce vengono ricoperte con una vernice a base di olio cotto e pigmenti scuri 1943 la porta viene smontata e trasferita con altre opere in una galleria ferroviaria presso Incisa per salvaguardarla dagli eventi bellici 1946 finita la guerra il Soprintendente Giovanni Poggi ripropone la pulitura della porta: un campione della patina, inviato all’Istituto centrale per il Restauro di Roma, risulta composto da polvere di arenaria dal lastricato della piazza, olii, carbonato e solfuro di rame 1946-1948 in accordo con il Ministero della Pubblica Istruzione, Bruno Bearzi esegue un intervento di pulitura, applicando a pennello soda caustica concentrata e riportando alla luce la doratura a mercurio; il 24 giugno 1948 la porta è presentata al pubblico 1966 l’alluvione del 4 novembre danneggia la porta staccando 6 rilievi, in seguito ricollocati sulla porta da Bruno Bearzi ancorandoli ai battenti con viti di bronzo 1978 il Soprintendente dell’Opificio delle Pietre Dure Umberto Baldini dà il via a una campagna diagnostica per accertare le cause del deterioramento della porta e mette a punto un nuovo intervento 1979 all’Opificio inizia il restauro della formella con le Storie di Giuseppe, scelta tra le prime cinque realizzate da Ghiberti e proveniente dalla zona centrale del battente destro. Il pannello viene immerso in una soluzione di sali di Rochelle in grado di rimuovere lo sporco e i sali solubili

1983 si procede al restauro della formella con le Storie della Creazione, realizzata da Ghiberti nella fase più tarda della lavorazione e prelevata dalla parte più degradata della porta 1985 è la volta della formella con le Storie di David, meno corrosa, ma molto usurata a causa della posizione nella zona inferiore del battente, a portata di mano dei passanti. Allo stesso anno data il restauro della quarta formella con le Storie di Abele e Caino 1990 l’intera porta è trasferita all’Opificio e sostituita da una copia finanziata da Choichiro Motoyama e realizzata a Firenze da Aldo Marinelli tramite calchi degli anni quaranta. La replica viene dorata a Parigi con il nuovo metodo galvanico, preferibile a quello tossico a mercurio

Opificio via degli Alfani, 78; Fortezza da Basso, viale Strozzi, 1; Palazzo Vecchio, Sala delle Bandiere

Museo via degli Alfani, 78 aperto: da lunedì a sabato 8,15-14 chiuso: domenica e festivi Per informazioni: 055 2651357

www.opificiodellepietredure.it

1990-1996 dopo una battuta d’arresto, nel 1996 si decide di pulire i rimanenti rilievi con la soluzione di sali di Rochelle, ma il distacco dei pannelli si rivela complicato e si protrae per cinque anni 2000 la soluzione ai problemi del distacco è il laser, messo a punto dall’Istituto di Fisica Applicata del CNR di Firenze, che permette di ‘bruciare’ i depositi presenti sull’oro in tempi molto ridotti, in modo che il calore non comprometta il bronzo. Una volta restaurate, le formelle vengono sigillate in sacche di polietilene, alimentate con azoto per evitare il contatto con l’aria e l’umidità 2012 terminato il restauro, la porta viene trasferita nel cortile coperto del Museo dell’Opera del Duomo, all’interno di una teca appositamente progettata e in grado di garantirne una conservazione ottimale. L’8 settembre la porta torna a essere visibile al pubblico, in attesa della definitiva collocazione all’interno del nuovo museo nella Sala dell’antica facciata. Nel frattempo procede lo studio di una protezione costituita da una barriera d’aria che consenta di ammirare al meglio la porta senza alcun ostacolo visivo

opificio delle pietre dure e laboratori di restauro di firenze

Istituto ha origini composite, frutto di un’antica e illustre tradizione e di una moderna e articolata attività, già evidenti nella sua insolita denominazione. Nato nel 1588 come manifattura per la lavorazione di arredi in pietre dure, l’Opificio già dagli ultimi decenni del XIX secolo si applicò al lavoro di restauro. In seguito all’emergenza dell’alluvione del 1966 e all’istituzione del Ministero per i Beni Culturali e Ambientali nel 1975, vennero fusi in un’unica entità l’antico Opificio mediceo e il Laboratorio Restauri della Soprintendenza. Nel 2007 l’Opificio ha acquisito la natura di Istituto Centrale che si è specializzato in attività di restauro, ricerca applicata e attività didattica ed è suddiviso in specifici settori: Arazzi, Bronzi e Armi antiche, Dipinti su tela e su tavola, Pitture murali, Materiali cartacei e membranacei, Materiali lapidei, Mosaico e commesso fiorentino, Oreficerie, Sculture lignee policrome, Materiali ceramici e plastici, Materiali tessili. Annesso all’Istituto, il Museo rispecchia le vicende della sua secolare attività produttiva, attività che ha formato nei secoli prestigiose collezioni di varie regge e musei europei. La collezione vanta esemplari di grande suggestione e raffinatezza, capaci di delineare un percorso storico della manifattura. Vi si conserva inoltre un’importante riserva di marmi antichi e di pietre dure raccolte in funzione della tecnica del commesso.

attività aperte al pubblico “effetto restauro” L’iniziativa promuove l’attività dell’Istituto presentando al pubblico alcune delle opere dopo il loro restauro o anche in corso di lavorazione presso i Laboratori dell’Opificio. visite ai Laboratori di restauro Visite guidate ai Laboratori di restauro di via degli Alfani, a quelli presso la Fortezza da Basso, al Laboratorio per il Restauro degli Arazzi in Palazzo Vecchio. Per informazioni e prenotazioni

opd.promozioneculturale@beniculturali.it novità editoriali L’Opificio ha iniziato fin dal 1986 la pubblicazione di una rivista annuale, ‘OPD Restauro’, nella quale sono presentati alcuni dei più significativi restauri e i risultati degli studi e delle ricerche effettuate. • La seconda serie è attualmente al ventitreesimo volume (1, 1989-23, 2011), a cura della casa editrice Centro Di.

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chiesa e museo di orsanmichele

ato nel Duecento come granaio e loggia per la vendita del grano, nel secolo successivo divenne luogo di devozione e alla metà del Trecento fu consacrato al culto cristiano. Da quel momento e fino agli inizi del Seicento l’edificio, che seppe unire in sé funzioni civili e religiose, fu modificato e arricchito dalle Arti fiorentine con i 14 tabernacoli esterni. La chiesa è regolarmente officiata e vi si tengono anche concerti di musica classica; all’interno si trova il tabernacolo marmoreo dell’Orcagna con la trecentesca Madonna delle Grazie di Bernardo Daddi. Al primo piano si trova il Museo delle Sculture, che ospita le statue originali dei tabernacoli esterni.

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via dell’Arte della Lana aperto: Chiesa tutti i giorni 10-17, Museo lunedì 10-17

www.polomuseale.firenze.it/musei/ orsanmichele

Toscana Classica 2012 fino al 29 ottobre 2012 Il variegato programma della tredicesima stagione propone appuntamenti di musica lirica, sinfonica e da camera e comprende una serie di concerti a Orsanmichele 4 ottobre 2012 Quartetto dell’Orchestra da Camera Fiorentina Toscana Classica 18 ottobre 2012 Duo Michelangelo Toscana Classica 29 ottobre 2012 Quintetto L. Boccherini Toscana Classica

cenacoli

Foto di Antonio Quattrone

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Cenacolo di Sant’Apollonia

Cenacolo di Fuligno

Cenacolo di San Salvi

Il museo, che occupa una parte dell’antico monastero delle Benedettine di Sant’Apollonia, ospita l’Ultima Cena di Andrea del Castagno, il primo cenacolo di area fiorentina in stile rinascimentale, databile al 1450 circa.

Nell’ex convento delle Terziarie Francescane di Sant’Onofrio, dette anche monache di Fuligno dal nome della città di origine dell’ordine, si conserva il Cenacolo di Fuligno (1490), attribuito a Pietro Perugino e bottega.

Il museo, ospitato in una parte dell’antico convento vallombrosano attiguo alla chiesa di San Michele a San Salvi, prende il nome dalla grande Ultima Cena di Andrea del Sarto (1526-1527).

via XXVII Aprile, 1 aperto: tutti i giorni 8,15-13,50 chiuso: prima, terza e quinta domenica, secondo e quarto lunedì del mese, Capodanno, 1 maggio, Natale

via Faenza, 42 aperto: martedì, giovedì e sabato 9-12 chiuso: Capodanno, 1 maggio, Natale

Museo del Cenacolo di Andrea del Sarto via di San Salvi, 16 aperto: da martedì a domenica 8,15-13,50 chiuso: Capodanno, 1 maggio, Natale

Cenacolo di Ognissanti

Cenacolo della Calza

Cenacolo di Santo Spirito

Il Convento degli Umiliati ospita nel refettorio l’Ultima Cena realizzata nel 1480 da Domenico Ghirlandaio, affresco staccato di cui è possibile ammirare anche la sinopia.

Nel refettorio dell’ex convento di San Giovanni Battista, detto della Calza dal cappuccio dei monaci ingesuati, si conserva l’Ultima Cena realizzata da Franciabigio (1514).

Frammenti dell’Ultima Cena di Andrea Orcagna (1370 circa) e Crocifissione.

Chiesa e convento di Ognissanti borgo Ognissanti, 42 aperto: lunedì, martedì e sabato 9-12 chiuso: Capodanno, 1 maggio, agosto e Natale

Convento della Calza, piazza della Calza, 6 aperto: su richiesta 055 222287

Cenacolo del Carmine

vedi Museo della Fondazione Salvatore Romano p. 31

Ultima Cena di Alessandro Allori (1582). vedi Cappella Brancacci p. 30


complesso di santa croce

a basilica francescana di Santa Croce è una sorta di cantiere aperto che in 700 anni ha visto succedersi eccezionali testimonianze religiose, artistiche e civili. È nota per la straordinaria ricchezza delle sue opere d’arte e per la presenza dei sepolcri di grandi personaggi della storia d’Italia, tale da essere definita il “Tempio delle itale glorie”. La visita del complesso monumentale comprende: la basilica, i chiostri con la rinascimentale Cappella Pazzi, la Galleria dei monumenti funebri ottocenteschi, la mostra dello xilografo Pietro Parigi, grande illustratore del Novecento italiano, il Museo dell’Opera, di cui fa parte anche la Sala del Cenacolo, con importanti opere tra cui il Crocifisso di Cimabue e l’affresco di Taddeo Gaddi con l’Ultima Cena e l’Albero della Vita.

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Un viaggio nell’arte Esplorare gli affreschi restaurati nella Cappella Maggiore fino alla primavera 2013 Le visite guidate al cantiere di restauro permettono di riscoprire una delle maggiori produzioni artistiche del Medioevo: la Cappella Maggiore affrescata da Agnolo Gaddi con episodi della Leggenda della Vera Croce. Una guida illustra le vicende narrate dagli affreschi e le tecniche pittoriche impiegate, accompagnando i visitatori sulle impalcature lungo un percorso di 7 piani (90 gradini senza ascensore) con 3 soste intermedie per le spiegazioni.

piazza Santa Croce aperto: da lunedì a sabato 9,30-17,30, domenica, 6 gennaio, 15 agosto, 1 novembre, 8 dicembre 13-17,30 chiuso: Capodanno, Pasqua, 13 giugno, 4 ottobre, Natale, 26 dicembre

www.santacroceopera.it

informazioni e prenotazioni: 055 2466105 int.3 booking@santacroceopera.it

Foto di Emilia Daniele

cicli di affreschi

Affreschi dell’Oratorio dei Buonomini di San Martino

Crocifissione del Perugino

Chiostro dello Scalzo

La Confraternita dei Buonomini, fondata nel 1441 da sant’Antonino per l’assistenza ai “poveri vergognosi”, si insediò nel 1478 in alcuni locali posti dietro la chiesa di San Martino del Vescovo, poi trasformati in oratorio. L’ambiente è decorato da una serie di lunette, dipinte intorno al 1480 dalla bottega di Domenico Ghirlandaio: le pitture illustrano due scene della vita di san Martino e le opere assistenziali svolte dai Buonomini. Nei locali attigui si conserva un ricco archivio che documenta gli oltre cinque secoli di storia della Confraternita, ancora oggi attiva.

Al 1257 data la prima chiesa con convento dedicata a Santa Maria Maddalena delle Convertite, in ricordo del ricovero per donne di malaffare pentite che lì sorgeva. Ristrutturato alla fine del Quattrocento su progetto di Giuliano da Sangallo, l’ex convento ospita nella Sala Capitolare la Crocifissione e santi affrescata da Pietro Perugino (1493-1496), con la Maddalena inginocchiata ai piedi della croce. È questa la più importante testimonianza artistica risalente alla fase cistercense del complesso.

Il chiostro era in origine l’atrio della Cappella della Compagnia dei Disciplinati di San Giovanni Battista, detta dello Scalzo, fondata nel 1376. Il chiostro è decorato da un ciclo di affreschi a monocromo con episodi della Vita del Battista e raffigurazioni delle Virtù, realizzato a più riprese da Andrea del Sarto (1509-1526). Due episodi invece furono affrescati dal Franciabigio (1518-1519).

Oratorio dei Buonomini di San Martino piazza San Martino aperto: tutti i giorni 10-12 e 15-17 chiuso: venerdì e festivi

Chiesa e convento di Santa Maria Maddalena dei Pazzi accesso dal Liceo Michelangiolo via della Colonna, 9 aperto: martedì e giovedì 14,30-17,30 chiuso: festivi e giorni di chiusura dell’istituto

via Cavour, 69 aperto: lunedì, giovedì, sabato 8,15-13,50 chiuso: Capodanno, 1 maggio, agosto, Natale

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biblioteche

Biblioteca Medicea Laurenziana

Biblioteca Riccardiana

Biblioteca degli Uffizi

anno di apertura al pubblico: 1571, per volontà di Cosimo I origine: raccolta iniziata da Cosimo il Vecchio patrimonio librario: circa 11.000 manoscritti, 2.500 papiri, 50 cassette di carte sciolte, 43 ostraka, 566 incunaboli, 1.681 cinquecentine, 592 testate di periodici e 126.527 edizioni a stampa

anno di apertura al pubblico: dopo il 1659 origine: collezione di Riccardo Romolo Riccardi nel XVI secolo patrimonio librario: 4.450 manoscritti, 5.529 carte sciolte, 725 incunaboli, 3.865 cinquecentine, 20.000 stampati antichi, 40.000 stampati moderni, 276 disegni

piazza di San Lorenzo, 9 aperto: lunedì, mercoledì, venerdì 8-14, martedì, giovedì 8-17,30

via de’ Ginori, 10 aperto: lunedì, giovedì 8-17,30, martedì, mercoledì, venerdì 8-14

anno di apertura al pubblico: 1998, nei locali restaurati dell’ex Biblioteca Magliabechiana origine: dalla prima biblioteca pubblica di Firenze fondata da Pietro Leopoldo di Lorena (seconda metà del XVIII secolo) patrimonio librario: 74.000 titoli, di cui 470 manoscritti, 5 incunaboli, 192 cinquecentine, 1.445 libri del XVII-XIX secolo, 1.136 periodici

www.riccardiana.firenze.sbn.it

www.bml.firenze.sbn.it

www.polomuseale.firenze.it

mostre

Magnifici tre.

I libri-gioiello di Lorenzo il Magnifico

11 settembre-20 ottobre 2012

Spettacolari come dipinti e preziosi come gioielli, i tre libri d’ore fatti realizzare da Lorenzo il Magnifico sono esposti insieme per la prima volta dopo cinque secoli: commissionati alla bottega di Antonio Sinibaldi come doni nuziali per le figlie, sono impreziositi da sontuose legature con ori, argenti, pietre dure e smalti. I codici della Laurenziana e della Rothschild Collection di Waddesdon Manor sono affiancati da un facsimile del volume della Bayerische Staatsbibliothek di Monaco, troppo fragile per essere portato in Italia. La visione dei manoscritti chiude il percorso attraverso più di 60 riproduzioni delle pagine che consentono di confrontare le illustrazioni dei calendari e gli straordinari incipit e, presentando le caratteristiche formali, cromatiche e tattili degli originali, offrono il vantaggio di poter essere toccate dai visitatori. aperta: da lunedì a sabato 9,30-13,30

www.magnificitre.it

Le vie delle lettere. La stamperia medicea tra Roma e l’Oriente

a cura di Pier Giorgio Borbone con Sara Fani e Margherita Farina 26 ottobre 2012-giugno 2013

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Loggiato degli Uffizi aperto: martedì 9-17, mercoledì 9-13,30, venerdì 9-13

La Stamperia Orientale Medicea, fondata a Roma nel 1584 da Gregorio XIII sotto il patrocinio del cardinale Ferdinando de’ Medici, si proponeva di fornire grammatiche, lessici, testi canonici sacri e liturgici per la diffusione della fede cattolica presso le chiese d’Oriente e per un’educazione ortodossa del clero orientale in Roma; inoltre aveva il duplice fine, commerciale e scientifico, di introdurre libri a stampa nel mercato orientale e di raccogliere in Oriente manoscritti da stampare di contenuto scientifico, filosofico, linguistico, letterario e teologico. La mostra rivela la storia della coraggiosa impresa e delle persone che vi collaborarono, mettendo in luce gli scambi tra la Toscana, Roma e l’Oriente. In mostra codici dall’Oriente, volumi realizzati dalla Stamperia, documenti d’archivio, oltre a madri, punzoni e caratteri delle scritture orientali utilizzati nel laboratorio romano.

mostra

Antiche maschere giapponesi Magia e fascino Biblioteca Riccardiana e Palazzo Medici Riccardi 5-30 ottobre 2012 52 maschere teatrali, soprattutto dalla zona di Kyoto, sono messe a confronto con il teatro occidentale attraverso manoscritti e opere a stampa e variano dalle Maschere del Teatro Nô alle raffigurazioni di personaggi e tipi quali donne, samurai, monaci, divinità e animali della cultura nipponica. In questa occasione la biblioteca organizza un convegno internazionale sul tema (19 ottobre 2012, Palazzo Medici Riccardi).

attività

Viaggi nel Mondo di Amerigo Palazzo Medici Riccardi, Salone Luca Giordano; chiesa di Ognissanti 24-25 novembre 2012 Convegno internazionale in occasione del 500° anniversario della morte di Vespucci che si conclude con la Santa Messa nella chiesa di Ognissanti con musiche sacre iberoamericane del Sei e Settecento eseguite dall’ensemble Musica Ricercata.

Fra sapienza e bellezza.

Il restauro delle Sale monumentali della Riccardiana ottobre-dicembre 2012 Trimestre dedicato alle celebrazioni per i 70 anni dalla riapertura al pubblico della biblioteca che si conclude il 13 dicembre 2012 con l’inaugurazione della Sala esposizioni dopo il restauro. L’evento comprende un percorso virtuale che ricostruisce la Biblioteca dei Riccardi e una mostra sul collezionismo della famiglia e sulle fasi del restauro.

Biblioteca Moreniana anno di apertura al pubblico: 1942 origine: 1870, da un primo nucleo di Domenico Moreni (1763-1835) patrimonio librario: 2.000 manoscritti, 287 scatole contenenti lettere, documenti e opuscoli, 71 incunaboli, 952 cinquecentine, 11.000 stampati antichi e moderni, 10.000 bandi a stampa, 265 copioni teatrali, mappe e disegni via de’ Ginori, 10 aperto: lunedì, giovedì 8-17,15, martedì, mercoledì, venerdì 8-14

www.provincia.fi.it/palazzo-medici-riccardi/ biblioteca-moreniana

Biblioteca Nazionale Centrale anno di apertura al pubblico: 1861, con l’unificazione delle biblioteche Magliabechiana e Palatina fondatori: Antonio Magliabechi (Magliabechiana) e Ferdinando III (Palatina) patrimonio librario: 6.000.000 di volumi a stampa, 120.000 testate di periodici, 4.000 incunaboli, 25.000 manoscritti, 29.000 edizioni del XVI secolo e oltre 1.000.000 di autografi piazza dei Cavalleggeri, 1 aperto: da lunedì a venerdì 8,15-19, sabato 8,15-13,30

www.bncf.firenze.sbn.it

mostre

Pinocchio in Prima Visione:

con Giunti in Biblioteca Nazionale a cura di Silvia Alessandri, Roberto Maini e Francesca Socci fino al 27 ottobre 2012 In mostra dall’Archivio Storico Giunti le tavole originali degli illustratori di Pinocchio e le relative edizioni italiane conservate alla Nazionale. Alcune sezioni ospitano le tavole con il Gatto e la Volpe, la collezione Montblanc Writer Editions dedicata a Collodi, la collezione di Gianni Greco e le 36 tavole di Attilio Mussino dell’edizione Bemporad del 1911.

“La porti un bacione a Firenze”. Gli Anni Trenta tra moda, riviste e caffè letterari in collaborazione con Fondazione Palazzo Strozzi 10 novembre 2012-27 gennaio 2013 Esposizione tematica legata alla mostra di Palazzo Strozzi Anni Trenta. Arti in Italia oltre il fascismo.

Il viaggio del Castoro. Mariotti, le copertine di un’avventura editorale in collaborazione con il Centro Pecci di Prato febbraio 2013 Dal 1967 al 1984 Mario mariotti realizzò le copertine dei volumi editi da La Nuova Italia nella collana del Castoro: in mostra per la prima volta 62 opere originali create dall’artista per le copertine, oltre ai relativi volumi e ad alcune copertine della collana Castoro cinema.


anno di apertura al pubblico: 2007, dopo il recupero del complesso origine: dalla precedente Biblioteca Comunale Centrale (1913) patrimonio librario: la Sezione di Conservazione e Storia Locale raccoglie oltre 50.000 documenti via dell’Oriuolo, 26 aperto: lunedì 14-19, da martedì a sabato 9-24 (orario soggetto a modifiche)

www.bibliotecadelleoblate.it

attività

Passeggiate in biblioteca fino a dicembre 2012 Il primo sabato del mese visite guidate gratuite dell’ex convento Prenotazione obbligatoria 055 2616512

biblioteche

Biblioteca delle Oblate

Biblioteca Marucelliana anno di apertura al pubblico: 1752 fondatore: Francesco Marucelli (1625-1703) patrimonio librario: il nucleo iniziale di circa 6.000 volumi è stato accresciuto da successive acquisizioni; dal 1911 la biblioteca è depositaria delle pubblicazioni stampate a Firenze e provincia via Cavour, 43-47 aperto: da lunedì a venerdì 8,30-19, sabato 8,30-13,45

www.maru.firenze.sbn.it

mostra

Fumetti e dintorni.

Editori e illustratori a Firenze negli anni Trenta 30 novembre 2012-27 gennaio 2013 Esposizione tematica legata alla mostra di Palazzo Strozzi Anni Trenta. Arti in Italia oltre il fascismo.

Foto di Francesca Anichini

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cappelle medicee

useo statale dal 1869, le Cappelle Medicee legano la propria storia alla chiesa di San Lorenzo, a cui appartengono. Il museo comprende la Sagrestia Nuova, disegnata da Michelangelo, la Cappella dei Principi, monumentale mausoleo in pietre dure, la Cripta, dove si trovano le tombe dei granduchi medicei e dei loro familiari, e la Cripta Lorenese, con le spoglie dei principi lorenesi e il monumento funebre a Cosimo il Vecchio. Il museo conserva inoltre una parte del Tesoro della basilica di San Lorenzo.

M

piazza Madonna degli Aldobrandini, 6 aperto: tutti i giorni 8,15-13,50 chiuso: seconda e quarta domenica, primo, terzo e quinto lunedì del mese, Capodanno, 1 maggio, Natale

www.polomuseale.firenze.it/musei/cappellemedicee

focus L’altare di Ferdinando.

Un sogno infranto e una storia finita?

L’altare voluto da Ferdinando I per la sontuosa Cappella Reale aspirava a essere unico nel suo genere per il sofisticato programma iconografico e la rarità e preziosità dei materiali costitutivi. In sintonia con i dettami della Controriforma cattolica, l’altare era destinato all’eterna glorificazione di Dio, testimoniando a un tempo la cristianità del principe, la sua raffinatezza e la squisita sensibilità artistica, la ricchezza della casata e le sue aspirazioni politiche di portata europea. Il complesso e grandioso altare con il magnifico ciborio doveva trovar posto davanti all’abside, lungo l’asse verticale della cappella, per essere esaltato dalla luce delle finestre con un teatrale e spettacolare effetto di ‘trasparenze’ e colori. Le grandi colonne in cristallo di rocca avrebbero sorretto il ciborio inondato di luce, che sarebbe divenuto esso stesso luce terrena e divina, con la copertura a scaglie di cristallo e le nicchie abbinate allo sportello del Santissimo Sacramento, anch’esse con colonne di cristallo. Un effetto scenografico pensato per catturare l’interesse e suscitare una profonda fede. Seguendo i dettami della Controriforma, i fedeli sarebbero stati ‘ammaestrati’ dalle storie bibliche illustrate nei pannelli in commesso di pietre dure con la chiarezza del linguaggio raccomandata dal concilio tridentino, in cui gli eroi della fede, in veste di grandi figure, si muovono sulla ribalta scenica con una gestualità mimica e diretta. Avendo letto le storie bibliche, lo spettatore sarebbe stato poi attratto dalla luce e guidato verso le reliquie poste nelle nicchie, per arrivare al tabernacolo, luce totale e risposta conclusiva del percorso della sacra lettura fino alla Resurrezione. Sul frontone dell’arco trionfale avrebbero trovato posto le insegne di Ferdinando I, regista e donatore di questo spettacolo artistico e spirituale. Le pareti smussate, tali da assicurare l’incidenza di luci vive e libere da ogni impedimento, risultavano perfettamente adatte a un rivestimento in pietre dure, che richiedeva luce diretta e piena per assicurare il risplendere dei materiali ed esaltarne le preziose cromie. L’altare, che risulta quasi finito nel 1653, viene smontato nel 1779 per volere di Pietro Leopoldo, i cui intenti e gusti sono molto lontani dal sentire ferdinandeo. Il Lorena decide di utilizzare, a partire dagli anni Ottanta del Settecento, gran parte delle storiette e degli elementi decorativi per tre nuovi altari dal sobrio impianto neoclassico, ma incastonati da fulgidi commessi, destinati alla nuova Cappella Palatina in Palazzo Pitti, alla Basilica di San Lorenzo e al Poggio Imperiale. I metalli vengono fusi; i pannelli invece vengono venduti o posti in deposito e alcuni di essi sono oggi visibili al Museo degli Argenti, al Museo dell’Opificio delle Pietre Dure, nella Cappella dei Principi e in altri musei italiani e stranieri. Così la Cappella dei Principi rimane senza altare. Ci riprova Ferdinando III di Lorena che nel 1821 ne commissiona uno nuovo, del quale restano alcuni progetti e splendidi pannelli intarsiati presso il Museo dell’Opificio delle Pietre Dure. L’Opera Medicea Laurenziana, fondata nel 1908, soltanto nel 1927 si interessa all’altare delle Cappelle Medicee e incarica Amedeo Orlandini di preparare un nuovo progetto che consenta il massimo sfruttamento del materiale esistente. Nel 1937 si decide di montare, nel Museo dell’Opificio, un modello ligneo del progetto, sul quale disporre via via i manufatti in pietra già realizzati. Sebbene non sia approvato, in occasione della visita di Hitler a Firenze (1938), il modello viene trasferito dall’Orlandini al Museo delle Cappelle Medicee dando così una parvenza di altare alla Cappella dei Principi. Nonostante il parere negativo espresso nel 1941 da una commissione ministeriale, il modello rimane nella Cappella, dove si trova tuttora. Ci chiediamo oggi se la permanenza nella Cappella negli ultimi 70 anni renda l’altare un’opera ormai ‘storicizzata’ o se sia giunto il momento di pensare a un nuovo progetto e di concretizzarlo sfruttando le eccellenze che tuttora Firenze e l’Opificio detengono. Monica Bietti Direttrice del Museo delle Cappelle Medicee

Tratto da Ferdinando I de’ Medici 1549-1609 Maiestate Tantum, catalogo della mostra a cura di M. Bietti e A. Giusti (Firenze, Museo delle Cappelle Medicee, 2 maggio-1 novembre 2009), Livorno 2009


palazzo medici riccardi

due passi dal Duomo, il palazzo è uno degli edifici più interessanti del cuore di Firenze, sia dal punto di vista architettonico e artistico che per il livello delle proposte culturali ideate dall’amministrazione provinciale, che qui ha sede. Il percorso museale comprende il cortile di Michelozzo, la Cappella dei Magi affrescata da Benozzo Gozzoli, la Galleria con gli affreschi di Luca Giordano e il Museo dei Marmi.

A

via Cavour, 3 aperto: tutti i giorni 9-18 chiuso: mercoledì

www.palazzo-medici.it

www.provincia.fi.it

La “quinta luce”.

Manierando tarocchi.

Opere di Vastimil Košvanec

Una storia raccontata da Massimo Biondi

fino all’11 novembre 2012

30 novembre 2012-2 gennaio 2013

La fecondità del mito, la nostalgia della bellezza, la luce e i colori mediterranei, la solare felicità della natura sono temi centrali nelle 36 opere dell’artista boemo (Praga, 1887-1961). Pervase da ninfe moderne che richiamano le suggestioni della Belle Époque e dell’Art Nouveau, le composizioni di Košvanec, pensate come fregi o cicli, rinnovano l’insegnamento accademico e la pittura en plein air di Monet, Renoir o Cézanne con sperimentazioni su luce, colore e materia.

Personale di Massimo Biondi sull’universo simbolico dei Trionfi dei tarocchi, cioè i 22 Arcani Maggiori, rivisitati dall’artista in chiave surrealista e metafisica. In mostra anche preziosi mazzi storici e di carattere esoterico e alcuni volumi sulla storia della divinazione, messi a disposizione dall’Associazione Le Tarot, il più importante organismo di ricerca storica sull’argomento a livello internazionale.

Il Novecento di Primo Conti

L’amore nell’opera di Antonio Manzi

13-27 novembre 2012

1 dicembre 2012-8 gennaio 2013

La mostra a cura della Fondazione Primo Conti, corredata da una sezione documentaria, propone 13 dipinti eseguiti tra il 1915 e il 1984; le opere, di proprietà del museo fiesolano a lui dedicato, coprono quasi per intero la lunga carriera artistica di Primo Conti che dipinse il primo quadro – un autoritratto – a undici anni. In occasione della mostra sono organizzate tre conferenze: Moda e costume (16 novembre 2012 ore 16,30), La Musica del Novecento (20 novembre 2012 ore 16,30) e Officina Fiorentina. Overview su ottantotto anni di ricerche artistiche a Firenze (23 novembre 2012 ore 16,30).

Attraverso 23 opere l’artista, cui è dedicato un intero museo a Campi Bisenzio, narra con l’arte il rapporto erotico e amoroso; in mostra sculture in gesso e marmo, collages, bassorilievi marmorei, piatti e grandi vasi in maiolica. Tecniche e materiali raccontano sentimenti e rapporti che s’instaurano tra due persone: il gesso simboleggia l’inizio incerto di una storia, mentre il marmo assume un aspetto sensuale e raffinato e il collage introduce alla rappresentazione amorosa; ceramica e maiolica esprimono le caratteristiche poetiche e le esplosioni di colore che evidenziano la complessità di ciascuna relazione.

Da settembre 2012 il museo ospita il cantiere che ne consentirà, tra due anni, l’ampliamento e la riorganizzazione. Gli spazi monumentali, il Cortile degli Uomini e in parte il Cortile delle Donne sono tuttavia visitabili con un biglietto ridotto, mentre nella Sala Grazzini è allestito un percorso espositivo che illustra la storia dell’Istituto negli ultimi due secoli. Per informazioni: 055 20371 museo@istitutodeglinnocenti.it

mudi

Il Mudi si rinnova

Vorrei baciare le tue mani.

a storia dell’Istituto degli Innocenti inizia nel 1419 con la fondazione dell’antico Spedale affidata all’Arte della Seta grazie al lascito del mercante pratese Francesco di Marco Datini “per principiare uno luogo nuovo […] il quale i fanciulli notrichi e notrire faccia”. La cultura e la bellezza sono state da sempre parte integrante dell’opera sociale ed educativa dell’Istituto degli Innocenti. Nella “fabbrica” progettata da Brunelleschi la modernità dell’architettura rinascimentale si lega strettamente a una nuova concezione dell’assistenza all’infanzia. Il Museo degli Innocenti (Mudi) – dove si conservano opere importanti quali l’Adorazione dei Magi di Domenico Ghirlandaio, la Madonna con il Bambino di Luca della Robbia, la Vergine e Santi di Piero di Cosimo e una splendida Madonna con il Bambino di Sandro Botticelli – trova spazio nella galleria sopra il portico di facciata, destinata ad “abituro dei fanciulli” nel progetto brunelleschiano.

L

piazza della Santissima Annunziata, 12 aperto: tutti i giorni 10-19 chiuso: Capodanno, Natale

www.istitutodeglinnocenti.it

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musei archeologici

Museo Archeologico Nazionale

Dal 1881 ha sede nel seicentesco Palazzo della Crocetta, edificato per la principessa Maria Maddalena de’ Medici, sorella di Cosimo II. Il nucleo delle collezioni mediceo-lorenesi del museo si è arricchito nel tempo di importanti opere e reperti dell’arte greca, etrusca e romana, affiancati dall’importante raccolta del Museo Egizio. Tra i grandi bronzi da non perdere la Chimera, trovata ad Arezzo nel 1553, e la statua bronzea dell’etrusco Aule Meteli detta l’Arringatore. Si segnalano inoltre il Vaso François (570 a.C.) nella collezione di ceramica attica figurata e la raccolta di sculture in marmo. Tra i reperti scultorei spicca la produzione etrusca di carattere funerario, con urne cinerarie chiusine o volterrane e sarcofagi in pietra e marmo, fra cui il notissimo Sarcofago delle Amazzoni (IV secolo a.C.). Nel palazzo del museo è ospitato il Museo Egizio di Firenze, secondo in Italia solo a quello di Torino, formato dalle antiche collezioni medicee e da successive acquisizioni dei Lorena. Dal 1880 Ernesto Schiaparelli incrementò la collezione, ulteriormente arricchita da donazioni di privati e di istituzioni scientifiche. Suggestivo infine il giardino, visitabile solo il sabato mattina. piazza della Santissima Annunziata, 9/b aperto: da martedì a venerdì 8,30-19, sabato e domenica 8,30-14 chiuso: lunedì, Capodanno, 1 maggio, 15 agosto, Natale

www.archeotoscana.beniculturali.it

mostre

Reperti orientali dai depositi del museo progetto di Maria Cristina Guidotti marzo 2013

Il Museo Archeologico Nazionale conserva fra le sue collezioni un gruppo eterogeneo di reperti dal Vicino Oriente, da quasi trent’anni conservato nei depositi del museo e mai più esposto al pubblico. I reperti vengono essenzialmente dall’Anatolia (ceramica e statuette), dalla Mesopotamia (corredi funerari dagli scavi di Kilizu, un bassorilievo assiro e numerose tavolette cuneiformi) e dalla Siria (vetri romani e materiale islamico). In assenza di un funzionario orientalista nell’organico del museo, la direzione del Museo Egizio ha assunto la cura e responsabilità scientifica di questo materiale. Il progetto comprende l’esposizione di una scelta del ricco materiale, che costituisce una delle collezioni orientali più importanti in Italia, e la presentazione del catalogo della raccolta. all’estero:

Austria e Finlandia

Viaggio verso l’immortalità. Mummie egizie e vita eterna

progetto scientifico di Maria Cristina Guidotti Mistelbach (Austria) fino al 28 ottobre 2012 Tampere (Finlandia) 15 novembre 2012-31 marzo 2013

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Già presentata a Francoforte, la mostra dedicata al concetto dell’immortalità dell’anima e alla necessità di reincarnarsi nel proprio corpo è nata da uno studio di alcuni anni fa sulle mummie del Museo Egizio di Firenze. Con questa esposizione si vuole dunque presentare, in maniera scientifica, il procedimento di imbalsamazione praticato dagli antichi egiziani e di illustrare gli aspetti della loro religiosità legati al concetto di immortalità che si riflettono nei corredi funerari deposti nelle tombe. Tutti gli oggetti esposti – sarcofagi, mummie umane, stele funerarie, papiri, statue e oggetti di vita quotidiana – provengono dal Museo Egizio di Firenze.

Riallestimento della Sala I del Museo Egizio In seguito alla riapertura con un nuovo allestimento di alcune sale del museo, inaugurate nell’autunno 2011, è ora in corso il progetto di rinnovare anche la prima sala dedicata alla preistoria e all’Antico e Medio Regno seguendo i criteri adottati per le sale nuove. L’inaugurazione della sala è prevista entro la fine dell’anno in corso o agli inizi del 2013. La Direzione auspica inoltre di poter proseguire nel rinnovo di tutte le sale del Museo Egizio.


Il museo fu costituito nel 1946 dal sindaco Gaetano Pieraccini e da Paolo Graziosi, antropologo e paletnologo, allo scopo di raccogliere, classificare e conservare le collezioni preistoriche di varia provenienza esistenti a Firenze. Accessibile al pubblico dal 1975, nel 1998 il museo è stato ristrutturato e arricchito nell’apparato fotografico e didascalico e vanta, oltre a numerosi laboratori, una biblioteca di circa 3.000 volumi. via Sant’Egidio, 21 aperto: lunedì 14-17, martedì e giovedì 9,30-16,30, mercoledì, venerdì e sabato 9,30-12,30 chiuso: Capodanno, Pasqua e lunedì di Pasqua, 1 maggio, settimana di Ferragosto, 24-26 e 31 dicembre

Attività didattiche per bambini vedi p. 55

www.museofiorentinopreistoria.it

Villa Corsini La villa, in località Castello, fu donata allo Stato italiano nel 1968. Già deposito di pezzi archeologici della Soprintendenza Archeologica della Toscana, è stata completamente restaurata e oggi il nuovo allestimento espone nelle sale affrescate un importante nucleo di sculture antiche, tra cui l’Arianna dormiente e l’Apollo saettante recentemente restaurato. L’Antiquarium illustra inoltre i risultati di studi e ricerche su reperti di provenienza locale datati dall’Età del Ferro alla romanizzazione. via della Petraia, 38 aperto: sabato e domenica 9,30-13 chiuso: Capodanno, Natale, 26 dicembre

www.polomuseale.firenze.it/musei/ villacorsini

Parco Archeologico di Carmignano

musei archeologici

Museo e Istituto Fiorentino di Preistoria “Paolo Graziosi”

Il polo dell’archeologia riunisce in un unico sistema il Museo Archeologico di Artimino e i siti etruschi del territorio. I quattro siti principali compresi nel Parco Archeologico sono la necropoli di Artimino a Prato Rosello, l’insediamento fortificato di Pietramarina, il Tumulo di Montefortini e la Tomba dei Boschetti a Comeana. Il Museo Archeologico di Artimino espone una collezione di reperti raccolti nel territorio di Carmignano e ordinati secondo un criterio topografico e cronologico in due sezioni dedicate al “mondo dei vivi” e al “mondo dei morti”. Museo Archeologico di Artimino piazza San Carlo, Artimino aperto: lunedì, martedì, giovedì e venerdì 9,30-13, sabato e domenica 10-13 e 15-18 chiuso: Pasqua, 15 agosto, Natale

www.parcoarcheologicocarmignano.it

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fontane pubbliche

In questo numero VisitArt propone una mappatura delle fontane pubbliche, attive o in disuso, disseminate per le vie e le piazze della città. Tra le più antiche, la più celebre e imponente “fontana di piazza” è senza dubbio la Fontana del Nettuno in piazza della Signoria, ma non meno amate da fiorentini e turisti sono anche le fontane gemelle di piazza della Santissima Annunziata e la fontana del Porcellino alla Loggia del Mercato Nuovo. Tra le fontane pubbliche ancora attive, molte furono realizzate a partire dall’Ottocento e durante il Novecento, per ragioni legate non soltanto al decoro e all’abbellimento di un tessuto urbano in continua e rapida espansione, ma anche per assicurare il necessario approvvigionamento idrico ai vari quartieri della città.

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1 Fontana

della Regina Vittoria

nel 1897 ricorreva il sessantesimo anno di regno della regina Vittoria e la comunità britannica fiorentina commissionò in suo onore una fontana in marmo rosso di Verona. L’ingegnere Lorenzo Priuli Bon disegnò la fontana in stile neogotico e la realizzazione fu demandata al laboratorio Pellegrini di Verona. viale Fratelli Rosselli

2 Fontana di via Il Prato la lapide in marmo alla sommità della fontana ne ricorda il trasferimento da piazza dei Mozzi nell’Ottocento. Lo spostamento della fontana, realizzata in pietra da Giuseppe del Rosso (1810), è forse dovuto alla necessità di ridistribuire i punti di approvvigionamento idrico nei vari quartieri. Ornata da cornici e mensole, la fonte è ormai inattiva: un tempo l’acqua scaturiva da una bocca nella parte inferiore che ricadeva in un piccolo bacino ovale ai piedi del basamento. via Il Prato

la palazzina, residenza temporanea della corte reale, fu progettata nel 1934-1935 dal Gruppo Toscano (Baroni, Berardi, Gamberini, Losanna e Michelucci). Nel 1935 lo scultore Italo Griselli realizzò la grande fontana addossata all’edificio rivestito in marmo carnico ‘fior di pesco’; il gruppo scultoreo raffigura l’allegoria dell’Arno e della sua valle, rappresentati come una divinità fluviale con una conchiglia e come una donna con un agnello. via Valfonda

5 Tabernacolo

delle Fonticine

l’area dei giardini della Fortezza fu progettata nella seconda metà dell’Ottocento da Giuseppe Poggi nell’ambito della realizzazione dei viali di circonvallazione. Impostato su tre piani leggermente sfalsati, il giardino è disegnato intorno al grande bacino ellittico; dal laghetto, che una volta ospitava dei cigni, emergono due isolotti e una meta rivestita di spugne con uno zampillo che crea giochi d’acqua.

fu la Potenza festeggiante del Reame di Beliemme – compagnia rionale che si occupava delle feste popolari e delle opere a decoro della contrada – a commissionare il monumentale tabernacolo. Sotto l’edicola in pietra serena che accoglie la robbiana Madonna con il Bambino e santi (1522), sette zampilli fuoriescono dalle bocche di altrettante teste di putti in bassorilievo e ricadono in una vasca rettangolare in marmo sorretta da mensole con zampe di leone.

Giardini della Fortezza, viale Filippo Strozzi

via Nazionale all’incrocio con via dell’Ariento

3 Fontana alla Fortezza

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4 Fontana della Palazzina Reale

7 Fontana

in piazza D’Azeglio

6 Fontane di piazza della Libertà

la piccola vasca ottagonale delimitata una ringhiera risale all’epoca in cui fu realizzato il parco, primo giardino pubblico della città progettato sul modello degli squares inglesi (1865-1868). Dall’acqua emerge una meta di spugne con zampillo.

nella piazza disegnata da Giuseppe Poggi (1865-1875), tra l’antica Porta a San Gallo e l’arco eretto nel 1738 per l’ingresso di Francesco Stefano di Lorena, si estende la grande vasca polilobata da cui fuoriescono tre mete rivestite di concrezioni e vegetazione; dalle due mete laterali si innalzano due zampilli, mentre su quella centrale, di dimensioni maggiori, è installato un gruppo scultoreo in bronzo raffigurante Apollo e Dafne, opera di Marcello Tommasi (1983). Su un lato della Porta a San Gallo è collocata una fontanella pubblica.

Giardini di piazza D’Azeglio

piazza della Libertà

piazza Beccaria

8 Fonte

della Porta alla Croce

addossata alla porta, la fonte si compone di una targa marmorea con una testa di leone che getta acqua in una tazza. Fu inaugurata l’8 maggio 1929 alla presenza di Vittorio Emanuele III, insieme a una lapide che ricorda i 530 abitanti del quartiere di Santa Croce caduti durante la prima guerra mondiale. Fino al 1869 presso la porta esisteva un’altra fonte, asportata durante le demolizioni delle mura urbane.


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fontane pubbliche

di qua d’Arno

12 Fontane di Pietro Tacca

ordinate per il porto di Livorno da Ferdinando I – effigiato nel monumento equestre al centro della piazza –, le due fontane gemelle in bronzo e marmo furono realizzate da Pietro Tacca e dagli allievi Bartolomeo Salvini e Francesco Maria Bandini (dal 1627). Destinate poi alla piazza fiorentina, le fontane furono inaugurate il 15 giugno 1641. Da una coppia di mostri marini l’acqua si riversa in grandi conchiglie speculari sotto le quali pendono ghirlande di animali marini, in un insieme di elementi zoomorfi che richiama il gusto del capriccio e del grottesco di ascendenza manierista.

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piazza della Santissima Annunziata

13 Fontana del Nettuno

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il progetto di Cosimo I per l’approvvigionamento idrico di Palazzo Vecchio (1554) prevedeva anche una grande fontana pubblica nella piazza antistante. Bartolomeo Ammannati vinse il concorso del 1559 per la “fontana di piazza” e gli fu assegnato un laboratorio nella Loggia dei Lanzi. Il Nettuno in marmo di Carrara, allusivo alla potenza marinara medicea e terminato nel 1565, fu installato al centro della vasca ottagonale in marmo mischio e fu subito soprannominato “Biancone” per le colossali dimensioni e il candore del marmo. Dalla vasca fuoriescono i quattro cavalli del carro divino e sui bordi siedono Teti, Dori, Nereo e Oceano, ciascuno accompagnato da coppie di tritoni in bronzo. La fontana, animata da più di 70 zampilli e brulicante di segni zodiacali, pesci, conchiglie e ghirlande, fu scoperta al pubblico il 10 dicembre 1565. piazza della Signoria

14 Monumento a Giovanni

dalle Bande Nere

illustrazione di Silvia Cheli

11 Fontana del Porcellino

9 Fontana

nel 1609 i Medici affidavano a 10 Fontanella Pietro Tacca un nuovo progetto per dell’Agnellino la fontana, già raffigurata nella pianta del Bonsignori; ancora voluta a metà Novecento dal incompleta nel 1639, nel 1673 Comitato per l’Estetica cittadina, veniva sottoposta a lavori di la fontana oggi inattiva gettava restauro. Compresa in vari progetti acqua in una piccola vasca da una mai realizzati per la piazza, solo testa di agnello in bronzo, inserita nel 1816 Giuseppe del Rosso dette in un’edicola in pietra. Il soggetto alla fontana seicentesca la forma evocava probabilmente l’Agnus Dei odierna: dalla sommità con il giglio dello stemma dell’Arte della Lana, di Firenze zampilla l’acqua che, che nel Trecento aveva fatto convogliata in un bacino circolare, costruire qui, a ridosso del carcere ricade poi nella vasca inferiore e delle Stinche, un lavatoio pubblico – infine, attraverso teste di leone, in demolito nel 1834 – usato dai conchiglie affisse su due dei lati tintori e dalle donne fiorentine maggiori del basamento per il bucato. ottagonale in marmo brecciato. via dei Lavatoi

ordinato da Cosimo II a imitazione della copia romana di un marmo ellenistico conservata agli Uffizi, il cinghiale in bronzo fu gettato da Pietro Tacca solo nel 1633. Adattato a fontana e dotato di una base popolata di piante, insetti, molluschi e anfibi, nel 1640 venne collocato sul lato orientale della Loggia del Mercato Nuovo. Intorno al 1930 la fontana fu trasferita sul lato sud e nel 1998 sostituita da una copia della Fonderia Marinelli (1988); dopo un lungo restauro, l’originale è oggi conservato al Museo Bardini. Amato da fiorentini e turisti, il cosiddetto “Porcellino” porta fortuna e promette il ritorno a Firenze a chi ne accarezzi il muso e faccia cadere una moneta dalla sua bocca.

angolo via Isola delle Stinche

piazza del Mercato Nuovo

di piazza Santa Croce

piazza Santa Croce

aggiunta per pubblica utilità nel 1812 a ridosso del monumento a Giovanni dalle Bande Nere – realizzato nel 1540 da Baccio Bandinelli –, la fontana fu disegnatada Giuseppe del Rosso. L’acqua scaturisce da una testa di leone in marmo bianco di Carrara, che richiama i bassorilievi scolpiti da Bandinelli sul basamento, ed è raccolta in un’ampia vasca ellissoidale marmorea. piazza di San Lorenzo

15 Fontana della Loggia del Grano inaugurata nel 1764, la fontana segna l’angolo della loggia seicentesca destinata al commercio delle granaglie; il mascherone di gusto tardo manierista, incorniciato da una conchiglia e da un cartiglio, veicola uno zampillo d’acqua in un bacino impostato su una mensola. via dei Castellani angolo via dei Neri

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fontane pubbliche

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16 19 Fontana del Ponte Vecchio

16 Fontana dei giardini del Bobolino

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17 Fontana

del Bacchino

il bacino circolare alimentato da un semplice zampillo e delimitato da un bordo di concrezioni spugnose, insieme ad aiuole, panchine e edifici destinati allo svago, fu pensato da Giuseppe Poggi come parte dell’arredo e del decoro del percorso lungo il viale dei Colli durante i lavori di ampliamento della città.

una nicchia rivestita di pietra serena caratterizza la cantonata del palazzo progettato da Giacomo Roster intorno al 1878, pochi anni dopo la realizzazione di questo tratto dei lungarni; al suo interno un giovane Bacco in marmo con una coppa e un grappolo d’uva si erge su un piedistallo in arenaria, al di sopra della vasca che riceve acqua dalla bocca di un leone.

Giardini del Bobolino viale Machiavelli

lungarno Benvenuto Cellini angolo via della Fornace

tra le mensole che sorreggono le finestre di Palazzo Pitti si ripetono teste di leone sormontate dalla corona granducale. Una testa leonina in pietraforte nel 1696 veniva adattata a fontana pubblica per volere di Cosimo III: vi fu ricavata una bocca d’acqua e come bacino di raccolta fu impiegata una vasca in marmo sorretta da zampe leonine. La vasca, già realizzata da Giovanni Fancelli per una grotta nel giardino di Boboli, è posta sotto la fonte, cui si accede grazie a una doppia gradinata.

il 26 maggio 1901, nel quarto centenario della nascita di Benvenuto Cellini, i gioiellieri di Ponte Vecchio inauguravano la fontana in omaggio al celebre orafo e scultore fiorentino. Oltre a Raffaello Romanelli che disegnò l’insieme e modellò il busto, lavorarono al progetto Egisto Orlandini che ideò le vasche a conchiglia e le decorazioni del basamento – come le teste di caprone e gli anelli diamantati ispirati alla simbologia medicea – e Mariano Coppedè cui fu affidata la recinzione. Le parti in bronzo furono fuse dalla Fonderia Lippi di Pistoia.

piazza Pitti

sul Ponte Vecchio

18 Fonte del Leone


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illustrazione di Silvia Cheli

fontane pubbliche

di là d’Arno

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22 Fonte di Bacco

20 Fontane alle Rampe il sistema di cascate e vasche articolato lungo le Rampe di San Niccolò fu ideato da Giuseppe Poggi per abbellire il percorso che dalla torre omonima sul lungarno porta al piazzale Michelangelo: del progetto iniziale fu realizzata una serie di fontane a muro, grotte e vasche decorate a mosaico rustico e una vasca ellittica con zampillo posta sulla prima terrazza delle Rampe. Rampe di San Niccolò, da piazza Poggi al piazzale Michelangelo

21 Fontana di piazzale Michelangelo già prevista nel piano di Giuseppe Poggi, la fontana fu realizzata soltanto nel 1911; la vasca alimentata da uno zampillo centrale e attorniata da aiuole fiorite fu situata ai piedi dell’epigrafe che ricorda l’architetto sotto la Loggia da lui costruita. piazzale Michelangelo

si ha memoria fin dal Settecento di una fontana a ridosso della Torre de’ Rossi, variamente denominata a seconda della statua che nel tempo l’ha adornata, come l’Ercole e Nesso di Giambologna e il gruppo greco dell’Aiace e Patroclo, oggi nella Loggia dei Lanzi. Nel 1944, quando la torre fu bombardata e ridotta in macerie, era adornata da un Bacchino attribuito a Giambologna che fu messo in salvo. Durante le ricostruzioni del dopoguerra venne realizzata una nicchia a memoria della fontana, dove nel 1958 fu ricollocato il Bacchino in bronzo insieme a un sarcofago romano marmoreo. La statua poggia su un plinto decorato da una testa di leone in marmo bianco con una bocca per il getto d’acqua. borgo San Iacopo angolo via Guicciardini

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musei civici fiorentini

Musei Civici Fiorentini, costituiti da un’articolata varietà di collezioni, hanno il compito di conservare e valorizzare il patrimonio d’arte civico favorendo un’ampia fruizione pubblica. Fanno parte di tale patrimonio anche alcune delle più importanti chiese fiorentine, edifici religiosi e numerose raccolte ricevute in dono da collezionisti, artisti e istituzioni cittadine.

www.museicivicifiorentini.it

I

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Museo di Palazzo Vecchio Il Palazzo della Signoria, eretto tra il 1299 e i primi decenni del Trecento per ospitare il supremo organo del Comune, si trasforma in reggia ducale alla metà del XVI secolo e oggi è sede dell’amministrazione cittadina. La sua storia si riflette nella magnificenza dei quartieri che formano il percorso di visita del museo: un susseguirsi di saloni e ambienti privati fastosamente decorati da alcuni dei più celebri artisti del Rinascimento e del Manierismo fiorentini, con arredamenti d’epoca e capolavori d’eccezione, come la Giuditta di Donatello, il Putto con delfino di Andrea del Verrocchio, la Vittoria di Michelangelo e le pitture di Bronzino nella Cappella di Eleonora. Un nuovo breve percorso di visita intitolato Tracce di Firenze si aggiunge all’itinerario dei Quartieri Monumentali. Posto al piano terra, ripercorre le tappe fondamentali dello sviluppo urbanistico e architettonico della città e ne mostra i luoghi più significativi, attraverso un’importante selezione di dipinti, stampe e disegni, integrata da esposizioni e installazioni temporanee. piazza della Signoria aperto: da aprile a settembre da venerdì a mercoledì 9-24 (visita alla Torre 9-21), giovedì 9-14; da ottobre a marzo da venerdì a mercoledì 9-19 (visita alla Torre 9-17), giovedì 9-14 (visita alla Torre 10-14). Aperture straordinarie notturne in occasione di particolari eventi e festività. L’accesso alla torre è sospeso in caso di pioggia chiuso: Natale

www.museicivicifiorentini.it/palazzovecchio

Il teatro romano di Firenze (Palazzo Vecchio) Lo scavo archeologico nei sotterranei di Palazzo Vecchio ha consentito di riportare alla luce i resti del teatro romano (I-II secolo d.C.). Attraverso una serie di passerelle è possibile visitare le suggestive vestigia del monumento antico e le successive stratificazioni medievali. Accessibile su prenotazione tramite visite guidate. Parzialmente accessibile ai disabili motori (accompagnati) e per motivi di sicurezza non accessibile ai minori di 8 anni. Prenotazioni: 055 2768224 2768558 info.museodeiragazzi@comune.fi.it

www.palazzovecchio-museoragazzi.it

Cappella Brancacci La duecentesca chiesa del Carmine accoglie la Cappella Brancacci, capolavoro universalmente noto per gli affreschi del ciclo delle Storie di San Pietro di Masaccio e Masolino. Eseguiti negli anni 1425-1427, gli affreschi rimasero incompiuti e furono terminati da Filippino Lippi fra il 1481 e il 1482. Il percorso museale include anche il chiostro e la Sala del Cenacolo di Alessandro Allori (1582). piazza del Carmine, 14 aperto: lunedì e da mercoledì a sabato 10-17; domenica e festività religiose infrasettimanali 13-17 chiuso: Capodanno, 7 gennaio, Pasqua, 1 maggio, 1 luglio, 15 agosto, Natale

www.museicivicifiorentini.it/brancacci

Lo spettacolo di Firenze dalla torre di Palazzo Vecchio Il 24 giugno 2012 è stata inaugurata l’apertura al pubblico della torre di Palazzo Vecchio. Appartenente al primo nucleo dell’edificio e, come questo, attribuita ad Arnolfo di Cambio, la torre ha sempre rappresentato, insieme alla cupola del Brunelleschi, il principale punto di riferimento del paesaggio urbano fiorentino. Costruita quando già da qualche decennio il governo del “Primo Popolo” aveva imposto alle nobili famiglie fiorentine di ridurre a circa 29 metri l’altezza delle loro torri, con la sua mole di 95 metri dalla sede stradale era al contempo il simbolo della magnificenza fiorentina e della supremazia del Comune sul potere privato. La prima parte, inglobata nelle mura del palazzo fino a 32 metri di altezza, fu eretta tra il 1299 e il 1302 sulle fondazioni di una preesistente torre della famiglia dei Foraboschi, detta della Vacca. Dopo circa due decenni si completò la parte che si eleva in aggetto sui beccatelli del camminamento di ronda dell’edificio per altri 54 metri fino all’ultimo coronamento merlato, culminando in due celle campanarie sormontate dalla banderuola. La visita, senza prenotazione ma con accesso contingentato, comprende il camminamento di ronda e l’ascesa alla sommità della torre attraverso una scala interna, lungo la quale si incontra la piccola cella, detta Alberghetto, in cui furono imprigionati Cosimo il Vecchio nel 1433 e Girolamo Savonarola nel 1498. Serena Pini Curatrice del Museo di Palazzo Vecchio

Il Museo della Cappella Brancacci si rinnova Dall’autunno 2012 il museo è corredato di nuovi apparati di comunicazione e rinnova i contenuti della sua offerta al pubblico. Nella Sala del Cenacolo, così detta per il pregevole affresco di Alessandro Allori, è possibile assistere alla proiezione del nuovo video sul contesto storico e sulla genesi iconografica degli affreschi della Cappella Brancacci. L’attigua Sala Capitolare, tramite la quale si accede alla Cappella, accoglie il nuovo punto informazioni, dove viene distribuito un tablet interattivo che accompagna e guida la visita agli affreschi di Masaccio, Masolino e Filippino Lippi.

restauri in corso Il restauro del Monumento in memoria di Madame Anne de Fauveau, realizzato nel 1859 dalla figlia Félicie de Fauveau e posto nel Chiostro di Santa Maria del Carmine, rientra in una serie di iniziative promosse per valorizzare l’attività della scultrice francese.

Il Palazzo dei Fiorentini 14 ottobre, 11 novembre 2012 Aperture straordinarie per i nati e/o residenti a Firenze e provincia in possesso della tessera gratuita ‘Un bacione a Firenze’ con attività guidate e ingresso libero a Palazzo Vecchio, Museo Bardini, Fondazione Romano e Museo di Santa Maria Novella. Prenotazione obbligatoria 055 2768224/2768558 info.museoragazzi@comune.fi.it www.museicivicifiorentini.it


PERCORSI INSOLITI NEI MUSEI BARDINI, HORNE E STIBBERT

MUSEO BARDINI ANNA CASATI MODA A FIRENZE 1952-1994. DA VACANZE ROMANE AI FAVOLOSI ANNI OTTANTA 23 GIUGNO - 8 OTTOBRE 2012

MUSEO HORNE BORDI FIGURATI DEL RINASCIMENTO NELLA COLLEZIONE HORNE 22 GIUGNO - 8 OTTOBRE 2012

Lusso e moda. Percorsi insoliti nei musei Bardini, Horne e Stibbert MUSEO STIBBERT

UNA TEENAGER NELLA MODA. LE COLLEZIONI IN SALA BIANCA DI GIOVANNA FERRAGAMO DAGLI ANNI SESSANTA AGLI ANNI OTTANTA 21 GIUGNO - 8 OTTOBRE 2012

Un itinerario unico alla scoperta di cinque secoli di arte del tessuto, storia del costume e collezionismo d’arte, dalle bordure rinascimentali all’alta moda del XX secolo, che offre una traccia inedita dell’evoluzione del vestire attraverso tre mostre allestite in altrettanti musei fiorentini.

Museo Stefano Bardini

Museo di Santa Maria Novella

Stefano Bardini (1854-1922) creò un museo nel palazzo acquistato nel 1881 per svolgere la sua attività antiquariale. Passato al Comune di Firenze nel 1922, il museo presenta oggi un allestimento che recupera il progetto originale dell’antiquario. Tra gli oltre 2.000 dipinti, sculture e oggetti di arti applicate, da non mancare la Carità di Tino da Camaino, la Madonna dei Cordai di Donatello, il San Michele Arcangelo di Antonio del Pollaiolo, l’Atlante del Guercino e il famoso Porcellino in bronzo di Pietro Tacca. Interessanti le raccolte di medaglie, bronzetti e tappeti orientali, i cassoni quattrocenteschi e la preziosa armeria.

Il percorso museale nel convento di Santa Maria Novella comprende i chiostri decorati tra il XIV e il XV secolo − tra i quali il Chiostro Verde con importanti pitture di Paolo Uccello −, il Cappellone degli Spagnoli decorato da affreschi di Andrea di Bonaiuto, la Cappella degli Ubriachi e l’antico Refettorio con interventi tardocinquecenteschi di Alessandro Allori.

www.museicivicifiorentini.it/bardini

Anna Casati 1952-1994

a cura di Antonella Nesi, Eleonora Andreoni e Michela Daddi fino al 6 gennaio 2013 Le creazioni di Anna Casati, che dagli anni cinquanta sono apparse sulle maggiori riviste di moda e nelle vetrine di Beverly Hills, in questa mostra si confrontano con un luogo d’arte, espressione della raffinatezza e della propensione al lusso di Stefano Bardini. Agli esordi nel 1952 la stilista ebbe un immediato successo internazionale, rimasto immutato fino alla chiusura dell’atelier nel 1994, grazie alla produzione di alto artigianato attenta alla qualità dei tessuti, ai dettagli e al disegno.

Museo del Bigallo Il museo, ospitato nella loggia un tempo sede della Compagnia Maggiore di Santa Maria del Bigallo, conserva affreschi del XIV secolo, tra i quali la Madonna della Misericordia raffigurante la prima immagine della città (1342). Tra le opere esposte, preziose tavole del XIV e XV secolo, come il trittico di Bernardo Daddi e i dipinti di Domenico di Michelino e del Maestro di San Miniato, oltre a sculture dell’architetto della Loggia Alberto Arnoldi. piazza San Giovanni, 1 aperto: da lunedì al sabato 10,30-16,30, domenica 10,30-13,30 Ingresso ogni ora, su appuntamento, con visite accompagnate 055 288496 bigallo@comune.fi.it chiuso: Capodanno, 1 maggio, Natale

www.comune.fi.it

Fondazione Salvatore Romano Nell’antico Cenacolo di Santo Spirito si conservano sculture e frammenti di decorazioni architettoniche e pitture murali, in larga parte medievali, donate alla città nel 1946 dall’antiquario Salvatore Romano. piazza Santo Spirito, 29 aperto: da sabato a lunedì 10-16 chiuso: Capodanno, Pasqua, 1 maggio, 15 agosto, Natale

www.museicivicifiorentini.it/romano

piazza Santa Maria Novella aperto: da venerdì a lunedì 10-16 chiuso: Capodanno, Pasqua, 1 maggio, 15 agosto, Natale

www.museicivicifiorentini.it/smn via dei Renai, 37 aperto: da venerdì a lunedì 11-17; gli altri giorni, gruppi su prenotazione chiuso: Capodanno, Pasqua, 1 maggio, 15 agosto, Natale

Per le mostre al Museo Stibbert e al Museo Horne facenti parte del progetto vedi p. 40.

Lusso e moda a Firenze.

musei civici fiorentini

mostra

focus

Sassari a Firenze Una finestra inusuale nel lapidario del Museo Stefano Bardini

La cornice lapidea della finestra cinquecentesca di Palazzo Marongiu permette di leggere, nei moduli architettonici della parte superiore, le forme e l’austerità delle torri e delle mura di Sassari fortificata. Nel bassorilievo si racconta dell’ingresso trionfale fatto in Sassari dal valoroso capitano Don Angelo Marongiu, luogotenente del viceré, reduce dalla battaglia di Macomer, dove il 19 maggio 1478 aveva sconfitto l’esercito di Don Leonardo Alagòn, quarto e ultimo marchese di Oristano. La finestra si trovava nel centro di Sassari, nella casa di Donna Rosa Gambella, moglie del Marongiu. Quando nel 1898 Achille Oggiano, allora proprietario della casa, decise di intraprendere alcuni lavori di restauro, la finestra venne asportata e comprata dai commercianti Dallai e Macciardi, che a loro volta la vendettero, con maggior guadagno, al pittore cagliaritano Enrico Castagnino. Passata poi per le mani dell’antiquario fiorentino Costantini, che la fece collocare nel cortile di casa, finì nella collezione personale di Stefano Bardini. Quest’ultimo decise di murarla sulla facciata della Torre del Gallo, da lui acquistata e restaurata ai primi del Novecento, mentre nel 1914 la fece trasferire nel suo palazzo in piazza dei Mozzi, oggi museo che porta il suo nome. Murata su una parete della Sala del lapidario, la scultura si mostra maestosa e imponente e suscita la curiosità dei turisti e l’ammirazione incondizionata di numerosi sassaresi che non mancano una visita al museo ogni qualvolta capitano a Firenze. Eleonora Andreoni Museo Stefano Bardini

Il nuovo percorso di visita del Museo di Santa Maria Novella Dal 9 giugno 2012 il Museo di Santa

Maria Novella ha il suo accesso su piazza Stazione 4. Il nuovo ingresso immette direttamente nel Chiostro dei Morti, riaperto al pubblico dopo tredici anni di inagibilità al termine della prima fase della campagna di restauro. L’intervento di pulitura e di consolidamento delle pitture delle volte ha reso nuovamente fruibile il piccolo e antico ambiente, le cui pareti sono decorate da rare e pregevoli testimonianze della pittura fiorentina del Trecento e da innumerevoli lapidi sepolcrali. Il percorso di visita interessa poi gli ambienti del Chiostro Verde, del Cappellone degli Spagnoli, della Cappella degli Ubriachi e del Refettorio. Quest’ultimo ospita temporaneamente gli affreschi di Paolo Uccello e bottega provenienti dal lato est del Chiostro Verde, in corso di restauro ed eccezionalmente apprezzabili a distanza ravvicinata. In virtù di un accordo fra il Comune di Firenze e la Scuola Marescialli e Brigadieri dei Carabinieri, in occasione di aperture straordinarie e di particolari ricorrenze cittadine sarà inoltre possibile visitare il celebre Chiostro Grande, situato nella parte del complesso di Santa Maria Novella che dal 1920 ospita la Scuola. Edificato nel Trecento grazie alla generosità delle nobili famiglie locali, il chiostro è decorato da un ciclo di affreschi raffiguranti le storie di San Domenico e di altri santi domenicani, eseguito tra il 1570 e il 1590 da oltre quindici diversi pittori dell’Accademia. Silvia Colucci Curatrice del Museo di Santa Maria Novella

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palazzo strozzi

Anni Trenta.

mostre collaterali

Arti in Italia oltre il fascismo a cura di Antonello Negri con Silvia Bignami, Paolo Rusconi, Giorgio Zanchetti e Susanna Ragionieri per la sezione Firenze 22 settembre 2012-27 gennaio 2013

96 dipinti, 17 sculture, 20 oggetti di design affiancati da bozzetti, opere di grafica e fotografie sperimentali e documentarie raccontano un periodo di straordinarie trasformazioni avvenute nel settore delle arti, dalla pittura alla scultura, dal design alla comunicazione di massa, e concorrono a rendere a tutto tondo la temperie culturale, estetica e ideologica degli anni Trenta. Negli anni del regime fascista – periodo culminante di una modernizzazione che segna una svolta negli stili di vita, con l’affermazione di un’idea di uomo moderno, dinamico, al passo coi tempi – l’Italia conosce infatti una situazione artistica di estrema vivacità e propositività, un laboratorio complesso e vitale nell’ambito del quale si combatte una battaglia artistica che vede schierati tutti gli stili e le tendenze: dal classicismo al futurismo, dall’espressionismo all’astrattismo, dall’arte monumentale alla pittura da salotto. Il percorso della mostra, diviso in sette sezioni, propone capolavori di artisti come Sironi, Martini, Guttuso e Fontana, oltre a rare fotografie e spezzoni di film di quegli anni. Oltre che da importanti collezioni private, le opere provengono da prestigiosi musei, fondazioni ed enti italiani e stranieri.

prossima mostra La primavera del Rinascimento. La scultura e le arti a Firenze 1400-1460

23 marzo-18 agosto 2013

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Cinque esposizioni tematiche a ingresso libero consentono di approfondire alcuni argomenti solo accennati nella mostra di Palazzo Strozzi Il ritorno all’ordine. L’immagine di Firenze per la visita del Führer Archivio Storico del Comune di Firenze 5 settembre-31 ottobre 2012 La nascita del Maggio Musicale Fiorentino. Le prime edizioni del Festival: 1933-1939 Fondazione Teatro del Maggio Musicale Fiorentino aperta in occasione di rappresentazioni e concerti della stagione 2012 Gli Anni Trenta al Lyceum di Firenze Lyceum Club Internazionale di Firenze 8 novembre 201227 gennaio 2013 “La porti un bacione a Firenze”. Gli Anni Trenta tra moda, riviste e caffè letterari Biblioteca Nazionale Centrale 10 novembre 201227 gennaio 2013 Fumetti e dintorni. Editori e illustratori a Firenze negli Anni Trenta Biblioteca Marucelliana 30 novembre 201227 gennaio 2013


attività collaterali alla mostra

Centri e scuole La mostra si apre con la messa a fuoco delle caratteristiche dei centri artistici che negli anni Trenta facevano scuola: Milano, con le figure dominanti di Sironi e Carrà e gli interpreti del novecentismo come Garbari, Tosi, Funi e Wildt; Firenze con Soffici, Rosai, Lega, Viani, cui si può collegare il bolognese Morandi; Roma, divisa tra classicismi e realismi (Donghi, Carena, Ceracchini); la Torino neoquattrocentista di Casorati, che guarda anche alla Francia (Chessa, Menzio, Paulucci, Mori); Trieste, memore di sospese atmosfere mitteleuropee con Nathan, Bolaffio e Sbisà.

Giovani e adulti a Palazzo Strozzi Un ricco programma di eventi, conferenze, corsi e altro ancora invita giovani e adulti a esplorare l’arte in modo stimolante

Giovani e “irrealisti” Il carattere sovranazionale dell’arte italiana in quegli anni si coglie nell’avanguardia futurista e astrattista e nei pittori e scultori delle giovani generazioni, aperti a suggestioni internazionali che apportano novità di linguaggio con forme antiaccademiche, cromie accese e riferimenti ai primitivismi ed espressionismi europei. I diversi aspetti sono messi in luce attraverso opere di artisti operanti essenzialmente tra Roma e Milano: Licini, Prampolini, Radice, Peruzzi, Crali, Scipione, Mafai, Guttuso, Pirandello, Cagli, Capogrossi, Basaldella, Birolli, Sassu, Gentilini, Fontana, Marini, Melotti. Artisti in viaggio Parigi e Berlino sono almeno fino al 1933 i luoghi dell’attualità artistica, centri cosmopoliti prediletti da molti artisti italiani alla ricerca di un ambiente aperto alla modernità. In mostra gli scambi tra Italia ed Europa sono esemplificati dalle esperienze degli Italiens de Paris (de Chirico, de Pisis, Paresce, Tozzi, Savinio) e da quelle di Mucchi e De Fiori in Germania; viceversa pittori stranieri come la tedesca Wiegmann, il francese Cheyssial e l’inglese Halliday soggiornano in Italia e si rifanno a una sigla neoquattrocentesca o neoseicentesca, riprendendo il paesaggio italiano sul solco della consuetudine del Grand Tour. Arte pubblica L’idea di arte come comunicazione e veicolo di messaggi è tipica degli anni Trenta. La sezione si concentra sull’esperienza dell’arte pubblica nelle sue manifestazioni plastiche e pittoriche (muralismo) a partire dalla Triennale milanese del 1933, dominata dalla figura di Mario Sironi. A raccontare la vicenda lavori, tra gli altri, di Martini, Sironi, Carrà, Fontana, Funi, Severini. Contrasti La sezione illustra le tensioni tra avanguardie e tradizione, proponendo un parallelo tra Italia e Germania, dove l’arte moderna, dopo la presa di potere nazista, era bollata come “degenerata” e opposta alla “pura” arte tedesca, rappresentata dalle opere di Ziegler, Dix e Grosz. In Italia le opere metafisiche e “astratte” di artisti come Birolli, Ghiringhelli, Reggiani, Melotti e poi Guttuso sono considerate “orrori” e confrontate con opere celebrative del regime (Ricchetti e Gaudenzi); tale situazione si riflette intorno al 1940 nelle opere presentate al Premio Cremona e in quelle del Premio Bergamo, anticipatrici della nuova arte italiana del dopoguerra. Il design e le arti applicate La sezione si concentra sulla dialettica tra la moltiplicazione dell’arte – la riproduzione industriale degli oggetti, dalle sedie tubolari alle lampade Luminator, segna la nascita del design in Italia, celebrato nelle Triennali di Milano del 1933 e del 1936 – e l’oggetto unico, ancora artigianale e spesso di lusso, facendo dialogare tipologie di oggetti d’arredo con la rappresentazione di interni nel montaggio di film italiani dell’epoca e nelle fotografie vintage di ambienti dall’Archivio storico della Triennale milanese. Firenze L’ultima sezione si riallaccia alla vocazione di Firenze città delle riviste culturali più importanti, proponendo sguardi incrociati fra poesia, pittura, scultura, musica, e allo stesso tempo guarda al tema della forza della provincia e delle origini, in cui trovano spazio opere di Soffici, Rosai, Viani, Romanelli, Marini, Manzù. La sezione affronta poi il tema della rappresentazione della figura umana da Hildebrand a Berenson a de Chirico e quello della modernità, accostando gli svolgimenti di un futurista irregolare come Thayaht e del fratello Ram alle suggestioni di rinnovamento della città; infine sono esposti bozzetti di Volo di Notte – opera messa in scena nel 1940 al Maggio Musicale Fiorentino – che risulta emblematico della condizione dell’uomo moderno.

le attività sono gratuite con il biglietto di ingresso alla mostra prenotazione obbligatoria 055 2469600 fax 055 244145 prenotazioni@cscsigma

• La Sala Radio e la Sala del Design: nella speciale Sala Radio i visitatori possono ascoltare programmi radiofonici degli anni Trenta e registrare interviste e impressioni sulla mostra. Ogni settimana Controradio trasmette il programma realizzato da Radio Palazzo Strozzi. La Sala del Design accoglie una speciale stampante in 3D che permette al visitatore di sperimentare la propria creatività nell’ambito del disegno e del disegno industriale

Spettacolo Venti contrari Il duo Morgenstern/Gambino esplora l’opera di artisti che vissero il periodo di instabilità storica sociale degli anni Trenta in un viaggio in musica e parole Cortile di Palazzo Strozzi 6 ottobre 2012 ore 21,30

tutti i giorni

• A più voci: attività dedicata alle persone con Alzheimer, ai familiari e operatori che se ne prendono cura. Il progetto, in collaborazione con educatori geriatrici specializzati, fa ricorso all’immaginazione e non alla memoria, alla fantasia e non alle capacità logico-cognitive; il suo scopo è anche modificare la percezione sociale della malattia favorendo nuove occasioni di relazioni sociali il martedì alle 15

• Parliamo d’arte. Una conversazione in mostra: il Dipartimento Educativo di Palazzo Strozzi propone conversazioni guidate alla mostra per osservare insieme alcune opere esposte. L’osservazione costituisce il punto di partenza per uno scambio di opinioni che permetta di cogliere suggestioni, diversi punti di vista e approfondire alcune tematiche. Lo scambio di idee tra mediatore e visitatori stimola una riflessione in cui ognuno, con il proprio bagaglio personale, diventa protagonista dell’attività. Non occorre essere esperti d’arte per partecipare su richiesta il terzo giovedì del mese ore 18 per gruppi di almeno 5 persone

• Disegnando il giovedì sera: per scoprire talenti nascosti e approfondire la conoscenza dell’arte, Palazzo Strozzi organizza una speciale esperienza di disegno davanti alle opere della mostra. Di giovedì in giovedì, un artista accompagna i partecipanti in una meravigliosa avventura artistica tra colori e forme dei pittori italiani degli anni Trenta. Non è necessario avere esperienza per partecipare 2 ottobre, 6 novembre, 4 dicembre 2012 dalle 20 alle 22

Martedì al cinema con Palazzo Strozzi Rassegna in collaborazione con FST Mediateca Cinema Odeon che propone otto appuntamenti con film legati al tema della mostra Cinema Odeon, piazza Strozzi 25 settembre, 2, 9, 16 e 23 ottobre 2012, 8, 15 e 22 gennaio 2013 ore 20,30

palazzo strozzi

Sezioni della mostra

Touchscreen e apps Il touchscreen nel cortile offre la possibilità di scoprire la Firenze anni Trenta esplorando le architetture attraverso progetti, disegni e foto conservati all’Archivio Storico del Comune e paragonandole con il loro aspetto attuale. Il materiale è disponibile anche come iPad app. Firenze in tasca è invece l’applicazione per iPhone che permette di scoprire la Firenze degli anni Trenta in italiano, inglese e cinese Pubblicazioni Oltre alle pubblicazioni in formato digitale, Palazzo Strozzi propone L’ascolto visibile. Crescere negli Anni Trenta, il libro per famiglie a cura di James M. Bradburne illustrato con gli scatti di James O’Mara; Il libro conversazione che racconta la vendita, il restauro e la rinascita di Palazzo Strozzi come spazio pubblico tra il 1937 e il 1940; Jumbo creato da Giuseppe Palumbo ispirandosi alle riviste soppresse da Mussolini nel 1938

Il Passaporto di Palazzo Strozzi Come di consueto le mostre escono da Palazzo Strozzi: il Passaporto segnala luoghi della Toscana anni Trenta, dalla Stazione di Santa Maria Novella al Deposito Rotabili Storici di Pistoia, e permette l’ingresso gratuito all’esposizione dopo aver visitato cinque dei luoghi suggeriti Conferenze nei luoghi della Firenze anni Trenta Nel periodo della mostra, un ciclo itinerante di conferenze indaga luoghi e temi della Firenze anni Trenta in vari luoghi in Toscana dal 9 ottobre 2012 al 22 gennaio 2013

Famiglie a Palazzo Strozzi in occasione della mostra, attività educative per famiglie vedi pp. 54-56

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incontemporaneo

Museo Marino Marini

Centro di Cultura Contemporanea Strozzina

Nato nel 2007 come parte della Fondazione Palazzo Strozzi, ospita progetti espositivi di arte contemporanea che, attraverso incontri, conversazioni con artisti, conferenze, workshop e videoproiezioni, approfondiscono tematiche e linguaggi interdisciplinari. La programmazione della Strozzina è espressamente incentrata sulla ricerca artistica degli ultimi anni, privilegiando linguaggi multimediali e forme d’arte relazionale e interattiva con il pubblico.

Spazio espositivo dedito all’arte contemporanea. In mostra permanente la collezione monografica dell’artista Marino Marini, oltre a esposizioni, attività di approfondimento e formazione. piazza San Pancrazio aperto: lunedì e da mercoledì a sabato 10-17 chiuso: martedì, domenica, festivi e agosto

www.museomarinomarini.it

Palazzo Strozzi, piazza Strozzi aperto: martedì, mercoledì e da venerdì a domenica 10-20, giovedì 10-23 chiuso: lunedì Il biglietto di ingresso è valido un mese; è possibile acquistare un biglietto congiunto con le mostre di Palazzo Strozzi

www.strozzina.org www.palazzostrozzi.org

Early one morning

mostra

Francis Bacon e la condizione esistenziale nell’arte contemporanea. Nathalie Djurberg, Adrian Ghenie, Arcangelo Sassolino, Chiharu Shiota, Annegret Soltau a cura di Franziska Nori e Barbara Dawson 5 ottobre 2012 27 gennaio 2013

Untitled (Seated Figure on a Dappled Carpet), 1971, olio su tela, 198 x 147 cm, Dublin City Gallery The Hugh Lane, Dublin © 2012 The Estate of Francis Bacon. All rights reserved

Un nucleo di dipinti di Bacon, tra cui tre opere non finite esposte per la prima volta in Italia, entra in dialogo con il lavoro di cinque artisti contemporanei che ne condividono l’interesse per la condizione esistenziale dell’uomo e la rappresentazione della figura umana. Le opere di Bacon, in cui è protagonista la figura umana spesso deformata, sono messe in relazione con materiali originali dello studio come ritratti fotografici, riproduzioni di capolavori del passato, still da film, immagini da libri e riviste utilizzati dall’artista. Alcune caratteristiche delle sue opere si ritrovano nel lavoro dei cinque artisti in mostra: le opere recenti di Adrian Ghenie (Romania, 1977) dove i volti, simbolo dell’individualità della persona, sono corrotti e resi quasi irriconoscibili; Chiharu Shiota (Giappone, 1972) presenta un’installazione site specific costruita con una rete inestricabile di fili neri che, interagendo con oggetti comuni, crea uno spazio in cui emergono connessioni nascoste, dimenticate o immaginate; le tre installazioni di Nathalie Djurberg (Svezia, 1978) propongono personaggi in argilla e plastilina, sottoposti a decomposizione e deformazione; Arcangelo Sassolino (Italia, 1967) realizza una nuova installazione per gli spazi della Strozzina, utilizzando mezzi meccanici per esplorare gli effetti dell’energia e delle forze estreme sulla materia, mostrando la caducità delle cose senza ricorrere a metafore; infine una selezione di opere di Annegret Soltau (Germania, 1946) indaga i temi del corpo e dell’identità, come i suoi photo sewings, ‘ritratti fotografici cuciti’, in cui il volto dell’artista o frammenti di facce sono percorsi da sottili fili neri.

Giovedì in mostra Programma di conferenze, film e incontri a ingresso gratuito per approfondire le tematiche della mostra. ogni giovedì ore 18,30

A misura di famiglia In occasione della mostra, attività didattiche per famiglie (vedi pp. 54-55).

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Per il programma completo consultare il sito www.strozzina.org

Il progetto, che prende nome da un’opera di Anthony Caro, è dedicato alla scultura dagli anni sessanta a oggi e propone un programma di mostre ed eventi che coinvolgono artisti, studenti e pubblico del museo. Sono previsti incontri aperti di artisti e curatori con il pubblico, talks sulla scultura contemporanea, workshop e collaborazioni con gli artisti rivolti agli studenti degli Istituti d’Arte e dell’Accademia. Per il programma completo consultare il sito del museo.

Yuri Ancarani 17 novembre 2012-febbraio 2013 Dedicata alla produzione decennale dell’artista ravennate, la mostra presenta lavori inediti ed è accompagnata dalla proiezione di ‘Il Capo’ e ‘Piattaforma Luna’ durante 50 giorni di Cinema Internazionale in collaborazione con Lo Schermo dell’Arte.

Andreas Kvas febbraio-aprile 2013 Mostra dedicata a uno dei più interessanti artisti italiani delle ultime generazioni che interpreta la pratica pittorica e scultorea in modo da renderle un unico concetto; per l’occasione l’artista crea un’installazione destinata alla cripta del museo.

Matthew Brannon e Nicola Martini aprile-giugno 2013

attività

I 5 tesori nascosti in collaborazione con la Compagnia Piccoli Principi fino a febbraio 2013

eventi collaterali alla mostra

Let’s talk about art Tandem di lingua alle mostre di Palazzo Strozzi. ogni mercoledì di novembre ore 17,30

mostre

prossima mostra Un’idea di bellezza 1 marzo 3 giugno 2013

Il progetto unisce 5 musei della Toscana e intende porre in rapporto attivo pubblico e museo attraverso speciali visite e itinerari fuori dal comune guidati da due attori che trasformano la visita in spettacolo. 2, 3, 4 gennaio 2013 ore 10.30 e 15, 5 gennaio 2013 ore 10,30, 15 e 17, 11 gennaio 2013 ore 18 e 21, 12 gennaio 2013 ore 10,30, 15 e 17, 18 gennaio 2013 ore 18 e 21, 19 gennaio 2013 ore 10,30 e 15, 25 gennaio ore 18 e 21 Prenotazione obbligatoria 055 219432 educa@museomarinomarini.it


mostre

N.N. a cura di Adela Demetja 28 settembre-3 novembre 2012

Piotr Nathan Antje Majewski 16-22 dicembre 2012

via Senese, 68

www.villaromana.org

I Premiati di Villa Romana Shannon Bool, Mariechen Danz, Heide Hinrichs, Daniel Maier-Reimer 15 febbraio-22 marzo 2013

Base

Associazione culturale e galleria d’arte, promuove attività di approfondimento e collaborazione con alcuni esponenti del panorama artistico internazionale. via San Niccolò, 18r

www.baseitaly.org

mostre

Patrick Tuttofuoco 25 settembre 2012 10 gennaio 2013

Fondazione Studio Marangoni

Franco Vaccari

Dedicata alla fotografia contemporanea con corsi, workshop e conferenze. Oltre all’attività didattica, organizza mostre in Italia e all’estero.

17 gennaio-17 marzo 2013

Michael Sailstorfer 21 marzo 31 maggio 2013

via San Zanobi, 32r e 19r

www.studiomarangoni.it

incontemporaneo

Villa Romana Sede di percorsi di formazione artistica indipendenti, ospita ogni anno quattro giovani artisti tedeschi per produrre opere che, al termine della residenza, vengono esposte in una mostra. Oltre all’attività formativa, propone incontri, approfondimenti e mostre dedicate all’arte e ai linguaggi della contemporaneità.

mostre

Corso Triennale di Fotografia

Mostra dei lavori finali 20 settembre-20 ottobre 2012

The Austrian Season Media Reflections Michael Michlmayr, Fußgänger/Pedestrians, 2005, lambda c-print, cm 80x80

a cura di FLUSS - Society for the Promotion of Photo and Media Art, Lower Austria 25 ottobre-15 dicembre 2012 In mostra esempi di fotografia e video art contemporanea eseguiti da artisti austriaci (Renate Bertlmann, Eva Brunner-Szabo, Brigitte Konyen, Karin Mack, Michael Mastrototaro aka Machfeld, Michael Michlmayr e Robert Zahornicky). aperte: da lunedì a sabato 15-19 o su appuntamento

e inoltre... Fondazione Pitti Immagine Discovery

Accademia di Belle Arti di Firenze

Moda, arti visive, cinema, fotografia, pubblicità, architettura e musica convivono a Firenze nell’esperienza organizzativa di Pitti Immagine.

Prestigiosa istituzione fondata nel 1784, è oggi impegnata a formare il potenziale creativo dei giovani allievi con corsi di livello universitario.

Rappresenta il luogo della ricerca dei linguaggi del corpo. È anche sede de L’Accademia sull’arte del gesto, percorso di approfondimento e formazione della danza rivolto ai bambini.

via Faenza, 111

via Ricasoli, 66

via Santa Maria, 23-25

www.pittimmagine.com

www.accademia.firenze.it

www.cango.fi.it

Switch Creative Social Network

Tempo Reale

Stazione Leopolda, viale Fratelli Rosselli, 5

www.stazione-leopolda.com

Musicus Concentus Esplora la nuova scena della musica elettronica, proponendo concerti e appuntamenti musicali in tutta la Toscana. piazza del Carmine, 19

www.musicusconcentus.com

Cantieri Goldonetta

Creatività urbana, sperimentazione musicale e divagazioni artistiche. Switch propone appuntamenti con musicisti, dj, urban writers e creativi digitali in continuo dialogo con l’evoluzione della città.

Punto di riferimento europeo per la ricerca, la produzione e la formazione per le nuove tecnologie musicali. Collabora con importanti festival musicali toscani, proponendo performance di artisti internazionali.

via Scipio Slapater, 2

Villa Strozzi, via Pisana, 77

www.switchproject.net

www.temporeale.it

Fondazione Fabbrica Europa per le Arti Contemporanee Fabbrica Europa, kermesse culturale che si svolge in maggio alla Stazione Leopolda e in altri luoghi della città. In calendario teatro, concerti, danza, workshop e dibattiti. borgo degli Albizi, 15

www.ffeac.org

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incontemporaneo

Centro per l’Arte Contemporanea Luigi Pecci

mostre

Il Centro Pecci ha l’intento di interpretare e mostrare le nuove frontiere dell’arte contemporanea internazionale. Oltre alla collezione permanente di opere, il programma del Centro prevede periodicamente mostre temporanee, workshop ed eventi.

Massimo Barzagli. Grandezza naturale Sale espositive 30 settembre-2 dicembre 2012

prossime mostre

viale della Repubblica, 277, Prato aperto: da mercoledì a lunedì 10-19, Capodanno 15-19 chiuso: Natale, 31 dicembre La collezione permanente è chiusa fino all’autunno 2013 per lavori di ampliamento del museo

Triggering Reality.

Nuove direzioni nell’arte e architettura olandese 10 dicembre 2012-3 marzo 2013

www.centropecci.it

I libri di Ettore Sottsass attività

febbraio-marzo 2013

I 5 tesori nascosti in collaborazione con la Compagnia Piccoli Principi fino a febbraio 2013

Il progetto unisce 5 musei della Toscana e propone speciali itinerari guidati da due attori che trasformano la visita in spettacolo. 27 gennaio 2013 ore 16, 31 gennaio 2013 ore 9.15 e 11, 1 febbraio 2013 ore 9.15, 11 e 17.30, 2 febbraio 2013 ore 16 e 17.30, 3 febbraio 2013 ore 10.30, 7 febbraio 2013 ore 9.15 e 11, 8 febbraio 2013 ore 9.15, 11 e 17.30, 9 febbraio 2013 ore 16 e 17.30, 10 febbraio 2013 ore 16 e 17.30

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Prenotazione obbligatoria 0574 531835 edu@centropecci.it

In continuità con la serie di mostre dedicate ad artisti nati negli anni sessanta, viene presentata la prima personale di Barzagli allestita in un museo. La mostra, che gioca ironicamente con l’arte, la sua storia e i suoi stilemi più recenti, si concentra sulla produzione degli ultimi dieci anni, riunendo registrazioni fotografiche impresse direttamente sulla carta, come Mai Home e Leila’s Cast Bronz, e lavori realizzati per l’occasione in cui l’artista stringe il suo rapporto con la storia dell’arte. Come contrappunto sono proposte anche opere dei primi anni novanta quali Birdwatching e Fiorile, presentata per la prima volta nella sua integrità.

Ufo Story/Storia degli Ufo. Attività didattiche in occasione delle mostre, attività per famiglie e bambini vedi p. 56

In viaggio per “la ricostruzione radicale dell’universo”

Area Lounge/Project 30 settembre 2012-3 febbraio 2013 La mostra racconta per la prima volta la storia degli UFO, gruppo d’avanguardia “radicale” a Firenze tra architettura, azione, arte, design e comunicazione. Una storia lunga quasi mezzo secolo – dal 1967 al 2012 – narrata attraverso materiali e opere della collezione del Centro Pecci, dell’Archivio Lapo Binazzi - UFO e della Collezione Carlo Palli.


Florens 2012

Biennale Internazionale dei Beni Culturali e Ambientali

Torna Florens dal 3 all’11 novembre 2012 a Firenze la seconda edizione della Biennale dei Beni Culturali e Ambientali 9 giorni interamente dedicati alla cultura, all’ambiente e all’economia; 3 giorni di Forum Internazionale in Palazzo Vecchio, Salone dei Cinquecento e Salone dei Duecento; 300 relatori internazionali attesi; 43 convegni e tavole rotonde dinamiche; 6 lectio magistralis; 8 aperitivi culturali in Palazzo Vecchio, Sala d’Arme; 1 proiezione cinematografica inedita del National Geographic; oltre a molti altri eventi Le tre tematiche guida di questa seconda edizione per il Forum sono: • Conservazione, Comunicazione e Fruizione dei Beni Culturali • Moda, Gusto e Industrie Creative • Ambiente, Paesaggio Rurale, Filiera corta e Prodotti tipici Florens 2012 è anche valorizzazione del sistema identitario dei prodotti italiani; promozione di interventi progettuali nel settore culturale e ambientale anche con forte contenuto tecnologico e infrastrutturale; sensibilizzazione sulle tematiche del ‘saper fare’ come l’artigianato e l’enogastronomia; approfondimenti sullo sviluppo di nuovi progetti di visione integrata delle tematiche economiche. L’intento è replicare il successo della scorsa edizione di Florens, citata nel rapporto “State of the Cities” della Commissione Europea come il solo caso fiorentino di “eccellenza” degli ultimi anni e segnalata come “esempio di buone politiche e pratiche per affrontare le sfide urbane” che è servita “a rafforzare le economie locali per migliorare la posizione nazionale e internazionale” di Firenze e a raggiungere uno sviluppo “coeso e sostenibile”. L’obiettivo di Florens 2012 è fornire ancora spunti e idee, ma anche indicazioni strategiche e operative ai diversi attori che contribuiscono all’evoluzione del sistema culturale italiano e internazionale: suggerimenti per far fronte alle attuali emergenze economiche, che saranno proposti ai rappresentanti dei governi e delle principali istituzioni culturali nazionali e internazionali. La Biennale Internazionale dei Beni Culturali e Ambientali ha una direzione culturale composta da Mauro Agnoletti Professore Associato di Pianificazione del Paesaggio rurale e Storia dell’ambiente - Università degli Studi di Firenze, Andrea Carandini Presidente del Consiglio Superiore per i Beni e le Attività Culturali, Professore Senior La Sapienza, Università di Roma, Walter Santagata Professore Ordinario di Scienze delle Finanze - Università degli Studi di Torino e una direzione artistica con Davide Rampello Direttore artistico del Padiglione Zero Expo 2015. Aggiornamenti e ulteriori dettagli sulla pagina facebook e sul sito www.fondazioneflorens.it


ecrf spazio mostre

Lo spazio espositivo, inaugurato di recente al pian terreno della storica sede dell’Ente Cassa di Risparmio di Firenze, rappresenta finalmente un nuovo punto di riferimento per i cittadini, oltre che un valore aggiunto per Firenze, a pochi passi dal Duomo e dai centri di eccellenza dell’arte e della cultura sparsi nel centro storico. Gli spazi accolgono mostre ed eventi culturali, al servizio dell’interesse collettivo della città. via Bufalini, 6

www.entecarifirenze.it

mostra

Alchimie di colori L’arte della Scagliola La collezione Bianco Bianchi di antiche scagliole dal XVII al XIX secolo a cura di Silvia Botticelli e Modestino Romagnolo

18 ottobre 2012-6 gennaio 2013

Evento artistico e culturale di grande interesse, la rassegna autunnale intende far riscoprire il fascino e la bellezza di un’antica tradizione artigiana detta della “pietra di luna”, profondamente legata al territorio italiano e toscano, attraverso l’esposizione dei pezzi più significativi raccolti dal Maestro Bianco Bianchi. Accanto a una trentina di esemplari antichi sono esposti anche i manufatti contemporanei realizzati da Alessandro ed Elisabetta Bianchi – figli di Bianco e fedeli eredi di segreti e insegnamenti paterni – che, con passione e completa adesione alla pura tradizione artigiana, continuano con successo a praticare l’arte della scagliola. Inoltre, per avvicinare le nuove generazioni alla comprensione della preziosa tecnica di quest’arte, la mostra prevede una piccola sezione didattica: uno spazio in cui i visitatori, in particolar modo studenti e scolaresche, hanno modo di osservare i materiali utilizzati e le fasi esecutive necessarie alla realizzazione dei manufatti in scagliola. aperta: da lunedì a venerdì 9-19, sabato e domenica 10-13 e 15-19 Ingresso libero Informazioni e prenotazioni per laboratori didattici e visite guidate: 055 5384964 staff@osservatoriomestieridarte.it emanuele.barletti@entecarifirenze.it

Bottega dei fratelli Della Valle, piano di tavolo con veduta centrale di Argegno sul lago di Como, metà del XIX secolo, scagliola policroma, cm 111x74. Collezione Bianco Bianchi

Riapre il Museo Pietro Annigoni L’idea di istituire a Firenze un museo dedicato a Pietro Annigoni ha avuto origine dalla volontà dell’Ente Cassa di Risparmio di Firenze, fondazione di origine bancaria con finalità culturali e di utilità sociale che ha creduto nel recupero e valorizzazione della memoria umana e artistica del maestro oltre vent’anni dopo la sua scomparsa (28 ottobre 1988), anche grazie al costante stimolo della vedova Rossella Segreto Annigoni che si è sempre prodigata nel mantenere vivo il ricordo del marito. Nel 2007 l’Ente Cassa ha acquisito un’importante raccolta di circa 6.000 pezzi tra dipinti, disegni, litografie, incisioni e sculture dell’artista, provenienti dai figli Benedetto e Ricciarda. Tra questi si annoverano capolavori di assoluto rilievo, noti alla critica e al pubblico e più volte editi, tra cui Solitudine II e Solitudine III, Cinciarda, Vecchio giardino, Interno di Studio, Soffitta del Torero, Morte del mendicante, per non parlare dei ritratti e autoritratti di analoga fama compresi nel fondo. Una volta assicurata la proprietà della collezione, l’Ente ha voluto creare le condizioni per una visibilità che accreditasse la complessità dell’universo annigoniano nelle varie componenti che lo caratterizzano, decidendo così di istituire il Museo Nazionale “Pietro Annigoni” aperto al pubblico il 15 novembre 2007 e allestito all’interno di Villa Bardini in collaborazione con la Fondazione Parchi Monumentali Bardini e Peyron. Intendimento dei curatori è sempre stato tuttavia quello di farne una realtà ‘aperta’ che non proponesse un’esposizione statica bensì un avvicendamento periodico, attorno a un piccolo nucleo fisso di capolavori, di esempi afferenti ad aspetti diversi del multiforme orizzonte espressivo dell’artista: dai ritratti e autoritratti ai paesaggi ai temi che richiamano sentimenti e passioni del genere umano. Nell’autunno 2012 il museo riapre al pubblico dopo un periodo di chiusura con un nuovo allestimento incentrato sul paesaggio, tema che in Annigoni assume spesso valori assai differenziati, dalle semplici esercitazioni estemporanee a più ampie costruzioni ambientali dai significati fortemente evocativi e simbolici.


a Fondazione Parchi Monumentali Bardini e Peyron è stata costituita nel 1998 dall’Ente Cassa di Risparmio di Firenze a seguito del progetto di recupero degli immobili dell’eredità Bardini, acquisiti e restaurati. Dal 2008 la Villa, oltre a ospitare il museo monografico dedicato all’artista Pietro Annigoni, si propone soprattutto, in nome di un superamento della classica dimensione di museo “chiuso”, come centro espositivo di eventi temporanei e di ricerca scientifica, che si concentrano in particolar modo sul periodo storico a cavallo tra il XIX e il XX secolo. Nella Villa inoltre hanno sede il Museo Capucci (vedi p. 45) e la Società Italiana di Orticoltura.

Da Fattori al Novecento L Opere inedite dalla collezione Roster, Del Greco, Olschki a cura di Francesca Dini con Alessandra Rapisardi

fino a dicembre 2012

Per la prima volta viene presentato al grande pubblico il nucleo originario di una vasta e preziosa collezione privata arricchitasi di generazione in generazione, e giunta fino ai nostri giorni pressoché inedita. La raccolta fu iniziata dal medico garibaldino Giovanni Del Greco (18461918), amico di Giovanni Fattori che lo ritrasse sui campi di battaglia in due dipinti visibili lungo il percorso espositivo. Alla morte di Del Greco, parte della collezione confluì nelle proprietà del genero Alessandro Roster (1865-1919) e delle nipoti Renata e Rita, maritate rispettivamente Rapisardi e Olschki. Roster fu il principale artefice dell’ampliamento della raccolta così come la conosciamo oggi, ricca delle opere di artisti come Giovanni Fattori, Telemaco Signorini, Giuseppe Abbati, Eugenio Cecconi, Vito D’Ancona, Luigi Gioli, Ruggero Panerai, Oscar Ghiglia, Ulvi Liegi. Le successive generazioni hanno infine apportato il nucleo significativo dei postmacchiaioli con una particolare predilezione per Llewelyn Lloyd con il quale intercorsero rapporti di vera e propria familiarità durante le lunghe permanenze all’Isola d’Elba. Dunque un affascinante percorso del collezionismo toscano tra Ottocento e Novecento, documentato da opere di artisti macchiaioli e postmacchiaioli mai viste in precedenza. Gli oltre 100 dipinti esposti sono affiancati da 60 suggestive fotografie di famiglia che ritraggono i Roster, i Del Greco, i Rapisardi e gli Olschki agli inizi del Novecento, rievocando le vacanze sulle spiagge dell’Elba, i soggiorni a Castiglioncello, la vita a Firenze e l’amicizia con artisti come Fattori, Fucini e Lloyd. aperta: da martedì a domenica 10-18 Parcheggio gratuito non custodito presso il Forte Belvedere (da martedì a domenica 10-19) riservato ai possessori del biglietto della mostra Informazioni e prenotazioni: 055 20066206 mg.geri@bardinipeyron.it Per aggiornamenti sugli eventi visita il sito:

www.entecarifirenze.it

villa e giardino bardini

mostra

Giardino Bardini via dei Bardi, 1r; costa San Giorgio, 2 aperto: tutti i giorni 8,15-16,30 a gennaio, febbraio, novembre e dicembre; 8,15-17,30 a marzo; 8,15-18,30 ad aprile, maggio, settembre e ottobre; 8,15-19,30 a giugno, luglio e agosto chiuso: primo e ultimo lunedì del mese, Capodanno, 1 maggio, Natale Per informazioni su orari ed eventi consultare il sito

www.bardinipeyron.it

eventi collaterali alla mostra

Visite guidate per singoli sabato e domenica alle 10,30, 11,30, 15,30, 16,30 Le attività sono gratuite e riservate ai possessori del biglietto acquistato in giornata. Con il biglietto della mostra è possibile visitare anche il Museo Capucci

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museo horne

el 1911 l’architetto e storico dell’arte inglese Herbert Percy Horne acquista Palazzo Corsi, con l’intento di offrire un’adeguata cornice alla propria collezione di dipinti, sculture, disegni e arredi, così da ricreare l’atmosfera e gli ambienti di una dimora rinascimentale. Alla sua morte, nel 1916, Horne lascia la propria raccolta (che nel frattempo si è sviluppata fino ad accogliere oltre 6.000 opere) allo Stato italiano, dando vita a una fondazione destinata “a beneficio degli studi”. Ancora oggi il museo si presenta così come lo ha voluto il collezionista inglese: un raffinato scrigno di capolavori di pittura e scultura (da Giotto a Simone Martini, a Masaccio, a Filippino Lippi, a Domenico Beccafumi e Giambologna), ma anche una casa, con pregiati arredi antichi, in cui rivivere il passato e scoprire usi, costumi e arte della città tra Quattro e Cinquecento.

Bordi figurati del Rinascimento nella collezione Horne

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via dei Benci, 6 aperto: da lunedì a sabato 9-13. Aperture straordinarie su richiesta

www.museohorne.it

a cura di Elisabetta Nardinocchi e Laura Zaccagnini Museo Horne fino al 6 gennaio 2013 Esposto per la prima volta il nucleo di tessuti rinascimentali in seta, lino e filato d’oro della raffinata collezione di Horne: i 21 bordi figurati, risalenti al XV-XVI secolo e destinati a impreziosire i paramenti liturgici, sono tessuti con la tecnica del lampasso o del broccatello e i disegni delle figurazioni di soggetto sacro sono attribuiti ad artisti di rilievo quali Domenico Ghiranticipazione landaio, Bartolomeo di Giovanni e Raffaellino del Garbo. mostra Questi capolavori straordinari documentano inoltre una peculiare stagione del gusto e del commercio antiquaHorne & Friends. rio: particolarmente richiesti dai collezionisti per il Firenze un sogno piccolo formato e la preziosità dei materiali, tra da salvare Ottocento e Novecento i parati venivano ritagliati e messi in commercio dai a cura di Elisabetta Nardinocchi mercanti d’arte. e Matilde Casati aprile 2013

mostre Lusso e moda. Percorsi insoliti nei musei Bardini, Horne e Stibbert Un itinerario unico alla scoperta di cinque secoli di arte del tessuto, storia del costume e collezionismo d’arte, dalle bordure rinascimentali all’alta moda del XX secolo, che offre una traccia inedita dell’evoluzione del vestire attraverso tre mostre allestite in altrettanti musei fiorentini. Per la mostra allestita al Museo Stefano Bardini e facente parte del progetto vedi p. 31

Una teenager nel mondo della moda.

museo stibbert

Le collezioni di Giovanna Ferragamo dagli anni sessanta agli anni ottanta nel Museo Stibbert di Firenze

l museo, oggi una fondazione, nasce nel 1908 per volontà testamentaria di Frederick Stibbert (1838-1906), che volle lasciare alla città di Firenze le sue collezioni d’arte e l’edificio che le contiene, situato a Montughi. Si tratta di uno dei rari casi di case museo ottocentesche ancora conservate, e negli ultimi anni è stata recuperata gran parte degli allestimenti originari modificati durante il XX secolo. La creazione dell’armeria giapponese fu uno degli impegni più sentiti da Stibbert, che acquistò fino agli ultimi mesi della sua vita centinaia di oggetti che documentano le fogge delle armature e la splendida qualità delle lame provenienti dal “Paese del sol levante”, tanto che oggi la sua collezione si caratterizza come una delle più importanti di tutto l’Occidente.

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via Frederick Stibbert, 26 aperto: da lunedì a mercoledì 10-14, da venerdì a domenica 10-18 chiuso: Capodanno, Pasqua, 1 maggio, 15 agosto, Natale

www.museostibbert.it

prestiti

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Il museo partecipa con prestiti prestigiosi a diverse mostre in Italia e all’estero: dalla raccolta nipponica 25 opere per la mostra Samurai (Rotterdam, Wereldmuseum, 11 ottobre 2012-24 marzo 2013) e un nutrito nucleo di opere per Giappone, fra

Mito e Realtà - Atto I: i Draghi (Torino, Palazzo Barolo e Museo d’Arte Orientale, 10 novembre-23 dicembre 2012); rappresenta invece le collezioni di Stibbert una preziosa opera europea per la mostra Rubens. Le origini: Italia e

l’Atelier Anversa (Tokyo, The Bunkamura Museum of Art, 9 marzo-21 aprile 2013; Kitakyushu Municipal Museum of Art, 28 aprile16 giugno 2013; Nigata Prefectural Museum of Modern Art, 29 giugno11 luglio 2013).

a cura di Kirsten Aschengreen Piacenti e Stefania Ricci Museo Stibbert fino al 6 gennaio 2013 In omaggio a Giovanna Ferragamo 20 modelli realizzati tra gli anni sessanta e il 1982 sono esposti in un originale allestimento che li presenta come se fossero ospiti in visita al museo. La mostra è il racconto appassionato di due storie – quella di casa Stibbert e quella di casa Ferragamo – che, pur appartenendo a secoli e paesi diversi, sono unite dal coraggio e dalla determinazione che portano al successo.


casa vasari

el 1561 Cosimo I donava a Giorgio Vasari, in segno di riconoscenza per i suoi servigi, una casa in borgo Santa Croce. Arricchita da una notevole collezione di dipinti, la casa rimase di proprietà della famiglia fino alla morte dell’ultimo discendente (1687), subendo in seguito la dispersione delle opere d’arte e varie trasformazioni degli ambienti. L’artista decorò alcuni ambienti della casa con l’aiuto di Jacopo Zucchi e di altri collaboratori; tra questi la Sala Grande, fortunatamente rimasta inalterata nel corso dei secoli, fu decorata con affreschi incentrati sul tema delle arti e sul primato della pittura, sotto forma di storie tratte da Plinio, allegorie e ritratti di tredici artisti scelti da Vasari. Dopo un periodo di abbandono, nel 2011 in occasione del quinto centenario della nascita di Vasari il lungo e complesso restauro ha consentito di restituire al pubblico questo ambiente di straordinario fascino.

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borgo Santa Croce aperto: su appuntamento con visita guidata. Informazioni: Museo Horne 055 244661 fax 055 2009252 info@museohorne.it

casa buonarroti

l fastoso palazzo secentesco, adibito a galleria da Michelangelo Buonarroti il Giovane, svolge una duplice funzione: testimoniare l’impegno dei Buonarroti nell’ampliare la dimora e abbellirla, al fine di raccogliervi rare collezioni d’arte e preziose eredità culturali (tra cui l’Archivio e la Biblioteca), e allo stesso tempo celebrare il genio di Michelangelo, esponendo importanti opere quali la Madonna della scala, la Battaglia dei Centauri e la ricca collezione di disegni autografi. Da non dimenticare le mostre allestite periodicamente nel museo, che si concentrano sia sul patrimonio culturale, artistico e di memorie della Casa Buonarroti sia su Michelangelo e il suo tempo.

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via Ghibellina, 70 aperto: lunedì e da mercoledì a domenica 9,30-16 chiuso: Capodanno, Pasqua, 1 maggio, 15 agosto, Natale

www.casabuonarroti.it

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museo galileo

l Museo Galileo, erede di una tradizione di collezionismo scientifico che vanta quasi cinque secoli di storia, si è sviluppato dall’interesse che i granduchi di Toscana rivolsero agli strumenti e agli esponenti della scienza e ruota intorno alla figura di Galileo Galilei, autorevole quanto discusso protagonista dell’astronomia e della scienza moderna. Il nuovo allestimento museografico intende porre l’accento sull’importanza dell’eredità galileiana nei confronti del patrimonio museale e delle attività di ricerca che identificano la duplice funzione del Museo Galileo - Istituto e Museo di Storia della Scienza.

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piazza dei Giudici, 1 aperto: da mercoledì a lunedì 9,30-18, martedì 9,30-13 chiuso: Capodanno, 6 gennaio, Pasqua, 1 maggio, 15 agosto, 1 novembre, 8 dicembre, Natale, 26 dicembre

www.museogalileo.it

Sezione Mineralogia e Litologia Vi si scoprono collezioni di minerali, rocce e gemme: da non perdere un grande cristallo di topazio e un’acquamarina di quasi 100 kg. Il rinnovato allestimento è corredato da filmati e innovative animazioni didattiche multimediali. via Giorgio La Pira, 4 aperto: dal 1 ottobre al 31 maggio lunedì, martedì, giovedì e venerdì 9-13, sabato e domenica 10-17; dal 1 giugno al 30 settembre lunedì, martedì, giovedì e venerdì 10-13, sabato e domenica 10-18 chiuso: Capodanno, Pasqua, 1 maggio, 15 agosto, Natale

Sezione Zoologia “La Specola” Nel “Salone degli Scheletri” si conservano crani e scheletri completi di mammiferi e animali estinti. Al primo piano si visita la Tribuna di Galileo, realizzata nel 1841, mentre al secondo le sale dedicate alla zoologia offrono un esauriente panorama degli animali esistenti e di quelli estinti o in pericolo di estinzione. Le sale delle cere anatomiche contengono reperti di alto valore scientifico e artistico, tuttora utili per lo studio dell’anatomia. Nel Torrino ovvero “La Specola” un nuovo allestimento presenta una scelta delle collezioni storico-scientifiche, con reperti già nelle collezioni medicee. Nel percorso del museo è compresa la visita a Cristalli. la più bella mostra del mondo (fino al 30 giugno 2013). via Romana, 17 aperto: dal 1 ottobre al 31 maggio da martedì a domenica 9,30-16,30; dal 1 giugno al 30 settembre da martedì a domenica 10,30-17,30 Salone degli Scheletri e Torrino aperti solo su prenotazione con visita guidata 055 2346760 chiuso: Capodanno, Pasqua, 1 maggio, 15 agosto, Natale

Sezione Geologia e Paleontologia Dedicata ai vertebrati fossili della Toscana, qui raccolti da oltre due secoli, illustra la storia paleontologica, la paleogeografia e le fasi della fauna terrestre e marina. Vi si conserva lo scheletro del primate più antico della regione. via Giorgio La Pira, 4 aperto: fino al 28 febbraio lunedì, martedì, giovedì e venerdì 9-13, sabato e domenica 10-17; dal 1 marzo al 31 maggio tutti i giorni 9-19; dal 1 giugno al 2 settembre tutti i giorni 10-19 chiuso: Capodanno, Natale

museo per la matematica

Sezione Botanica

l primo museo dedicato completamente alla matematica e alle sue applicazioni è articolato su percorsi coerenti, pensati come mostre indipendenti. Tra le sezioni del museo Oltre il compasso, dedicata alla geometria delle curve, Aiutare la natura: dalle Meccaniche di Galileo alla vita quotidiana, nella quale è possibile interagire con le macchine studiate da Galileo e verificare come continuino a essere usate, e Un Ponte sul Mediterraneo. Leonardo Pisano, la scienza araba e la rinascita della matematica in Occidente, che mette in luce la figura di Leonardo Fibonacci.

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via Giorgio La Pira, 4 aperto: solo su prenotazione con visita guidata 055 2346760

Sezione Orto Botanico

via San Bartolo a Cintoia, 19/a aperto: dal 16 maggio al 30 settembre da lunedì a venerdì 9-13; dal 1 ottobre al 15 maggio lunedì, mercoledì e venerdì 9-13, martedì e giovedì 9-13 e 14-17, domenica 15-19 chiuso: festivi e agosto

Nato come Giardino dei Semplici (piante medicinali) nel 1545, oggi i suoi 3 ettari si articolano in grandi serre, serrette, aiuole tematiche con percorsi tattili e olfattivi per non vedenti. Da ammirare gli alberi monumentali che raggiungono anche i 300 anni.

www.archimede.ms

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È la più importante istituzione scientifica italiana per la raccolta e la conservazione di collezioni di piante e materiali di origine vegetale. Riunisce straordinari erbari storici e collezioni artistiche e didattiche, che comprendono dipinti di natura morta di Bartolomeo Bimbi e modelli in cera di vegetali realizzati tra il XVIII e il XIX secolo.

Attività didattiche per bambini vedi p. 55

via Pier Antonio Micheli, 3 aperto: fino al 28 febbraio sabato, domenica e lunedì 10-17; dal 1 marzo al 31 maggio tutti i giorni 9-19; dal 1 giugno al 2 settembre tutti i giorni 10-19 chiuso: Capodanno, Natale

Villa Il Gioiello

Biomedica

via Pian dei Giullari, 17 aperto: solo su prenotazione con visita guidata 055 2346760

viale G. B. Morgagni, 85 aperto: solo su prenotazione con visita guidata 055 2346760


Sapporo: i giorni all’Undicesimo Viale

Gli Ainu di Hokkaido nelle fotografie di Fosco Maraini a cura di Maria Gloria Roselli Sezione Antropologia e Etnologia fino al 7 gennaio 2013 L’esposizione raccoglie una selezione di fotografie scattate presso gli Ainu tra il 1939 e il 1941, quando Fosco Maraini (1912-2004) si era recato in Hokkaido per studiare questa popolazione, e durante i successivi viaggi del 1954 e del 1971. Dal primo soggiorno nell’isola giapponese l’etnologo e fotografo aveva riportato una rara collezione di oggetti relativi a questa minoranza etnica dalle misteriose origini, la cui cultura è oggi scomparsa; la raccolta donata al museo è oggi parzialmente esposta nella sala 5. La mostra si inserisce nel programma delle manifestazioni nazionali per celebrare il centenario della nascita di Fosco Maraini.

museo di storia naturale

mostra

Imperiale e Regio Museo di Fisica e Storia Naturale – fondato nel 1775 da Pietro Leopoldo di Asburgo Lorena per riunire le collezioni naturalistiche e gli strumenti scientifici conservati nella Galleria degli Uffizi, poi chiamato “La Specola” in omaggio all’Osservatorio Astronomico terminato nel 1789 – si articola oggi in sei sezioni distribuite in palazzi e luoghi della città. Vi sono ospitati reperti di straordinario valore scientifico e naturalistico: dagli erbari cinquecenteschi alla preziose cere del Settecento, dagli scheletri fossili di elefanti alle collezioni di variopinte farfalle, dai grandi cristalli di tormaline ai reperti aztechi, dalle imponenti sculture lignee all’infiorescenza più grande del mondo. Un contesto che coniuga, in maniera mirabile, natura, storia, scienza e arte.

L’

Sede amministrativa: via Giorgio La Pira, 4

www.msn.unifi.it

Sezione Antropologia e Etnologia

I reperti più antichi provengono dalle raccolte medicee e dalla collezione settecentesca di James Cook; altri sono stati raccolti da ricercatori e scienziati tra Otto e Novecento. Intere sale sono dedicate agli Indiani d’America, alla Lapponia, alla Siberia, all’Indonesia; di grande rilievo la collezione di strumenti musicali.

via del Proconsolo, 12 aperto: dal 1 ottobre al 31 maggio lunedì, martedì, giovedì e venerdì 9-13, sabato e domenica 10-17; dal 1 giugno al 30 settembre lunedì, martedì, giovedì e venerdì 10-13, sabato e domenica 10-18 chiuso: Capodanno, Pasqua, 1 maggio, 15 agosto, Natale

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museo nazionale alinari della fotografia

mostre

Akyiyoshi Ito.

Sogni sott’acqua Underwater dreams 13 settembre-14 ottobre 2012 Pittore e scultore di formazione, l’artista giapponese arriva per la prima volta in Italia portando i suoi “miracoli sotto le onde”. Dalla passione per il mare e il mondo sottomarino nascono fotografie che ritraggono i mari del Giappone, delle Filippine e delle Hawaii e tutti quei luoghi in cui è riuscito a catturare la bellezza di incredibili ecosistemi nascosti allo sguardo dei più. Nelle sue immagini, immensi deserti di acqua contrastano con la vita e gli esuberanti colori delle barriere coralline e di chi le abita.

Gli Archivi Alinari e la sintassi del mondo.

Omaggio a Italo Calvino a cura di Christophe Berthoud 19 ottobre 2012-6 gennaio 2013 Nel 160º anniversario della Fratelli Alinari, una selezione di circa 80 fotografie presenta la diversità di temi e generi della produzione Alinari attraverso il dispositivo combinatorio proposto ne Il castello dei destini incrociati di Italo Calvino, dove le carte dei tarocchi di Marsiglia sono utilizzate come “macchina narratrice”. Il gioco narrativo si protrae nello spazio della mostra, affiancando fotografie e tarocchi per evocare i testi nascosti legati alla loro iconografia.

Guy Bourdin.

A message for you a cura di Shelley Verthime in collaborazione con Samuel Bourdin e Nicolle Meyer 10 gennaio-31 marzo 2013

l MNAF, gestito dalla Fratelli Alinari Fondazione per la Storia della Fotografia, si articola in uno spazio espositivo per le mostre temporanee sul tema della fotografia storica e contemporanea e in uno spazio museale permanente, dedicato alla storia e alla tecnica della fotografia. È stato inoltre creato il Museo Tattile, un percorso di visita studiato per il pubblico non vedente che propone, per la prima volta in uno spazio museale dedicato alla fotografia, modalità di lettura con appositi supporti Braille.

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piazza di Santa Maria Novella, 14a rosso aperto: tutti i giorni 10-19,30 chiuso: mercoledì e agosto

www.mnaf.it

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Attività didattiche per famiglie vedi p. 57

Mostra dedicata a uno dei più innovativi e sorprendenti fotografi del XX secolo che, a quasi 18 anni dalla morte, raggruppa la produzione di fine anni settanta quando l’artista, nel pieno della maturità artistica, registrava i cambiamenti della società: libertà sessuale, crescente presenza dei media, eccessi del consumismo. Influenzato dalla libertà espressiva dei surrealisti a lui vicini, Bourdin ha esplorato la distanza fra l’assurdo e il sublime, ricavando atmosfere ambigue e suggestive in contrasto con le convenzioni della fotografia commerciale.


Museo Gucci Da settembre 2011 lo storico palazzo della Mercanzia è la prestigiosa sede del nuovo Museo Gucci: allestito su tre piani, offre un’esposizione dinamica e interattiva ma allo stesso tempo ricca di storia, attraverso oggetti, documenti e immagini della celebre maison fondata a Firenze nel 1921. Nel palazzo è custodito inoltre l’archivio privato di Gucci: un’immensa collezione di capi di prét-à-porter, accessori, oggetti, documenti e foto, raccolti e catalogati per documentare l’universo creativo e l’influenza culturale del patrimonio di Gucci. piazza della Signoria aperto: tutti i giorni 10-20 chiuso: Capodanno, Ferragosto, Natale

www.guccimuseo.com

Museo Salvatore Ferragamo La collezione di calzature esposta nel museo, inaugurato nel 1995, documenta l’intero arco di attività di Salvatore Ferragamo, dal suo ritorno in Italia nel 1927 fino al 1960, anno della morte. La collezione è arricchita anche dalla produzione successiva al 1960: ogni anno, infatti, alcuni modelli entrano a far parte dell’Archivio Salvatore Ferragamo, da cui il museo attinge per le sue esposizioni. piazza di Santa Trinita, 5r aperto: da mercoledì a lunedì 10-18; ad agosto, da lunedì a sabato 10-13, 14-18 chiuso: Capodanno, 1 maggio, 15 agosto, Natale

www.museoferragamo.it

mostra

Marilyn a cura di Stefania Ricci e Sergio Risaliti fino al 28 gennaio 2013 A 50 anni dalla scomparsa il museo rende omaggio a Marilyn Monroe dedicandole una mostra in cui famosi scatti di una delle donne più fotografate al mondo sono messi a confronto con opere d’arte legate al mito dell’attrice e con 14 paia di scarpe create per lei da Salvatore Ferragamo, oltre ai costumi delle più famose interpretazioni cinematografiche di Marilyn. Le calzature della diva furono realizzate dallo stilista italiano per esaltarne la prorompente sensualità.

Il museo è nato nel 1975 all’interno dell’Istituto Tecnico Industriale Tessile Tullio Buzzi come istituzione culturale di recupero della memoria produttiva locale e di supporto alla formazione nel settore della progettazione tessile. via Santa Chiara, 24, Prato aperto: lunedì e da mercoledì a venerdì 10-15, sabato 10-19, domenica 15-19

www.museodeltessuto.it

mostra

Vintage.

L’irresistibile fascino del tessuto in collaborazione con A.N.G.E.L.O. Vintage Palace 7 dicembre 2012-30 maggio 2013 L’evoluzione del fashion vintage, la più attuale tendenza della moda contemporanea, è illustrata attraverso un percorso tematico che racconta come la pratica dell’usato, fortemente radicata nella storia dell’abbigliamento e del tessuto, nel tempo abbia generato un fenomeno di costume, confermando come la moda sempre più spesso giochi con l’eredità del passato: dalla pratica medievale di riadattare capi e tessuti al caso esemplare di Prato con il processo della lana rigenerata e i magazzini dell’usato con capi militari e denim d’annata, dal capo vissuto simbolo di protesta per i movimenti giovanili del Novecento alla riedizione delle icone dei luxury brands e alla corsa al vintage che ha contagiato le celebrità internazionali. Per il calendario di eventi collaterali consultare il sito del museo.

musei e archivi della moda

Museo del Tessuto di Prato

Museo Roberto Capucci Ospitato nella Villa Bardini, il museo è stato aperto nel 2007 con il fine di far conoscere il lavoro dello stilista attraverso mostre a tema e allestimenti a rotazione che attingono al ricco Archivio Storico della Fondazione Capucci, dove dal 1951 si conserva un patrimonio di 450 creazioni, 300 illustrazioni, 22.000 schizzi, 20 quaderni di bozzetti, 150 audiovisivi, 50.000 fotografie e 50.000 articoli di stampa. costa San Giorgio, 2 aperto: da martedì a domenica 10-18 chiuso: Capodanno, Natale

www.fondazionerobertocapucci.com

mostra

I colori: il mio grande karma L’allestimento, in corso fino al prossimo inverno, invita a un viaggio nell’universo cromatico di Capucci attraverso 28 creazioni nei tre colori emblematici della sua produzione. Il verde, colore della vegetazione, è declinato in infinite sfumature che ricordano architetture naturali e ricoprono di foglie cangianti i maestosi abiti-scultura come ‘Bouganvillea’. Il rosso rappresenta l’amore celeste e terreste, e insieme al bianco e al nero è ripreso in ‘Nove Gonne’. Il viola, molto amato da Capucci, è il colore dell’arte, della fantasia e del sogno, espressi al meglio nell’architettura in tessuto ‘Violano’.

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case museo

Museo di Palazzo Davanzati o della Casa Fiorentina Antica

Esempio quasi unico della tipica casa fiorentina a metà tra la torre medievale e il palazzo rinascimentale, l’edificio fu costruito verso la metà del XIV secolo dai Davizzi; passò in seguito ai Bartolini e nel 1578 ai Davanzati, cui rimase fino alla fine dell’Ottocento. Nel 1904 l’antiquario Elia Volpi lo restaurò e lo arredò con pezzi della sua collezione. Acquistato in seguito dallo Stato, fu aperto al pubblico nel 1956. Nel museo mobili, dipinti, arazzi e oggetti di uso domestico ricreano l’arredamento di una casa patrizia fiorentina dal XIV al XVII secolo. Notevoli i dipinti di soggetto profano e religioso, fra i quali il tondo con Il gioco del civettino di Giovanni di ser Giovanni detto lo Scheggia; fra le sculture il Busto di fanciullo di Antonio Rossellino. Di grande interesse la collezione di ceramiche e maioliche (XIV-XVIII secolo) e le rare decorazioni murali, come quelle nella Sala dei Pappagalli e nella camera detta ‘della Castellana di Vergy’. via Porta Rossa, 13 aperto: tutti i giorni 8,15-13,50; il secondo e terzo piano sono accessibili con visita accompagnata su appuntamento 055 2388610 chiuso: seconda e quarta domenica, primo, terzo e quinto lunedì del mese, Capodanno, 1 maggio, Natale

www.polomuseale.firenze.it/musei/ davanzati

mostra

Omaggio al Davanzati. Fiori di Tano Pisano

Museo Casa Rodolfo Siviero

Museo Casa di Dante

Il villino in stile neorinascimentale, costruito nel 1875, fu abitato da Rodolfo Siviero tra il 1944 e il 1983. Conosciuto come lo “007 dell’arte” per l’attività di recupero di opere trafugate all’estero, Siviero lasciò la casa in eredità alla Regione Toscana affinché diventasse un museo pubblico. Oltre ad arredi, reperti archeologici e oggetti d’arte di ogni tipo ed epoca, nella collezione si ammira un nucleo novecentesco con opere di Soffici, Annigoni, Manzù, Berti e de Chirico, che fu ospite di questa casa.

La Casa di Dante come la conosciamo oggi risale al 1911, quando l’architetto Giuseppe Castellucci realizzò un edificio di sapore medievale nell’area in cui secondo le varie testimonianze il poeta ebbe dimora. Il museo sviluppa un percorso che illustra la vita di Dante Alighieri e la Firenze del tempo. Al suo interno il Museo degli Originali espone una raccolta di armi bianche, ceramiche e strumenti di vita quotidiana risalenti al Medioevo.

lungarno Serristori, 1-3 aperto: sabato, da settembre a maggio 10-18, luglio e agosto 10-14 e 15-19; domenica e lunedì, tutto l’anno 1013; da martedì a venerdì per gruppi tramite richiesta a casasiviero@regione.toscana.it chiuso: Capodanno, 1 maggio, 24 giugno, 15 agosto, Natale, 26 dicembre

via Santa Margherita, 1 aperto: da ottobre a marzo da martedì a domenica 10-17; da aprile a settembre tutti i giorni 10-18

www.museocasasiviero.it

mostra

Io lo guardo e ci parlo... quattro busti all’antica amati da Siviero

27 ottobre 2012-12 gennaio 2013 La mostra riunisce i quattro busti seicenteschi di personaggi all’antica della raccolta Siviero, separati in seguito alla morte del collezionista. Due busti – di cui l’Opificio delle Pietre Dure ha appena concluso il restauro – sono rimasti nella casa museo, mentre gli altri due sono passati all’Accademia delle Arti del Disegno.

a cura di Elena Francalanci 8 settembre-31 ottobre 2012 Formatosi all’Accademia di Belle Arti di Roma, sotto la guida di Luigi Montanarini e Mino Maccari, il poliedrico artista italiano, che oggi vive in Spagna, torna a esporre le sue opere in Toscana con un progetto ambizioso che prevede due mostre organizzate a Firenze e a Fiesole. Nell’esposizione fiorentina, vero e proprio omaggio all’artigianato artistico locale, l’artista si è ispirato agli ambienti di Palazzo Davanzati, creando opere grafiche e in ceramica e metallo che propongono una peculiare rilettura in chiave moderna degli arredi e creano un dialogo ideale con le collezioni del museo.

Il Museo Casa Rodolfo Siviero partecipa all’iniziativa Luoghi insoliti (vedi p. 2)

Museo di Casa Martelli Il palazzo, rimasto proprietà della famiglia Martelli fino al 1986 e divenuto museo statale nel 1999, è stato aperto al pubblico nel 2009 per rendere fruibile la dimora e le collezioni della nobile casata. All’inizio del Cinquecento i Martelli, banchieri e mecenati alleati dei Medici, acquisirono un primo immobile destinato a ingrandirsi negli anni seguenti. Fin dal Seicento vi fu ordinata una collezione d’arte, la cui quadreria è conservata tuttora nell’allestimento originario. Si tratta dunque di una casa museo che non è frutto di una ricostruzione postuma da parte di un collezionista, ma deriva dalla stratificazione secolare della vita di una famiglia.

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via Zannetti, 8 aperto: giovedì pomeriggio e sabato mattina su prenotazione

www.polomuseale.firenze.it/musei/ casamartelli

L’Associazione degli Amici dei Musei di Palazzo Davanzati e Casa Martelli, nata recentemente, organizza un folto calendario di eventi per promuovere le due case museo www.amicidavanzatimartelli.it

www.museocasadidante.it

Casa Guidi I celebri poeti inglesi Robert Browning ed Elizabeth Barrett Browning, dopo il loro matrimonio segreto (1846), fuggirono in Italia e dimorarono a Firenze fino alla morte di Elizabeth (1861); la casa fu acquistata nel 1971 dal Browning Institute di New York, che la restaurò e la riallestì con arredi appartenuti alla coppia. piazza di San Felice, 8 aperto: da aprile a novembre, lunedì, mercoledì e venerdì 15-18

Casa Guidi e il Museo Casa di Dante fanno parte dell’Associazione Case della Memoria


Casa di Benvenuto Cellini L’orafo e scultore Benvenuto Cellini (1500-1571) nacque a Firenze in una casa posta nell’attuale piazza del Mercato Centrale, come ricorda una lapide ancora presente sulla facciata. La storia di Cellini si intreccia inoltre con quella di Vicchio, dove l’artista soggiornò saltuariamente dal 1559 al 1571. Nella sua Vita infatti racconta di aver acquistato una casa nel centro del paese e un podere a due miglia di distanza. Qui sono poi citati luoghi, nomi e personaggi dell’epoca; tra gli episodi narrati la cena in casa di Pier Maria d’Anterigoli, detto “Sbietta”, dove l’artista consumò del cibo avvelenato che lo costrinse a curarsi per un anno intero. Oltre all’autobiografia, restano poche fonti sul suo soggiorno a Vicchio. I documenti storici e catastali forniscono dati certi circa l’identificazione della sua dimora: l’abitazione si trova all’interno della cerchia muraria trecentesca, nell’attuale corso del Popolo, nei pressi della perduta Torre Fiorentina. Recentemente recuperata e restaurata, la casa è dotata di attrezzature per la lavorazione orafa e costituisce uno spazio per incontri, corsi ed esposizioni. corso del Popolo, Vicchio (FI) aperta: su appuntamento Comune di Vicchio 055 843921 cultura@comune.vicchio.fi.it

Casa natale di Lorenzo Bartolini In questo “umile e glorioso casolare” – così definito dall’archivista e storico pratese Cesare Guasti –, Lorenzo Bartolini nacque in una nevosa giornata il 7 gennaio 1777. Già dal 1772 il padre Liborio aveva preso in affitto questa casa con laboratorio annesso dove esercitava l’arte del fabbro. Dal borgo medievale di Savignano all’età di dodici anni Lorenzo si trasferì a Firenze ed entrò nell’Accademia; ventenne si recò a Parigi e alla scuola di David entrò in amicizia con il giovane Ingres e ricevette incarichi importanti, dando il via alla sua brillante carriera artistica che lo portò anche a ricoprire la carica di professore di scultura presso le Accademie di Carrara e Firenze. Nel 1855, cinque anni dopo la morte dello scultore, il pittore pratese Antonio Marini fece apporre sulla casa natale una lapide commemorativa dove si legge un’epigrafe dettata da Cesare Guasti: QUI È NATO / LORENZO BARTOLINI STATUARIO / CCCVIII ANNI / DOPO FRA BARTOLOMMEO DIPINTORE / ANTONIO

MARINI

P[OSE].

Q[UESTA].

M[EMORIA]. / NEL MDCCCLV. via di Savignano 21, Savignano, Vaiano (PO) aperto: su prenotazione. Possibilità di visite guidate al borgo medievale di Savignano e agli altri luoghi bartoliniani 0574 988188 info@casabartolini.net

www.comune.vicchio.fi.it

Appartamento dell’abate Agnolo Firenzuola Badia di San Salvatore, piazza Firenzuola, 1, Vaiano (PO) aperto: sabato 16-19, domenica 10-12 e 16-19; gli altri giorni su prenotazione 328 6938733 assopromuseo@libero.it www.cultura.prato.it/musei/badia/

Casa di Dante Alighieri in Lunigiana via Signorini, 2, Mulazzo (MS) aperto: su prenotazione con possibilità di visite guidate 328 2515230 lunigianadantesca@libero.it

Casa di Piero Bargellini Palazzo Bargellini, via delle Pinzochere, 3, Firenze aperto: su prenotazione 055 241724 bargellini.studio@libero.it

Casa di Sigfrido Bartolini via di Bigiano, 5, Pistoia aperto: su prenotazione 0573 451311 328 8563276 sigfrido.bartolini@gmail.com

Casa Giovanni Boccaccio via Boccaccio, 18, Certaldo (FI) aperto: tutti i giorni da aprile a ottobre 9,30-13,30 e 14,30-19, da novembre a marzo da mercoledì a lunedì 9,30-16,30 www.casaboccaccio.it

Casa Ferruccio Busoni piazza Vittoria, 16, Empoli (FI) aperto: su prenotazione 0571 711122 centro@centrobusoni.org www.centrobusoni.org

Casa museo di Leonetto Tintori Leonetto Tintori (1908-2000) è stato uno dei più famosi restauratori del Novecento, conosciuto in tutto il mondo per l’attività svolta nel settore delle pitture murali; la sua attività di pittore e scultore invece ha avuto fama perlopiù a livello locale. A lui si devono importanti restauri come gli interventi sugli affreschi di Giotto nella Cappella degli Scrovegni a Padova e sul ciclo della Leggenda della vera croce di Piero della Francesca ad Arezzo. Come restauratore ha lavorato anche all’estero, per esempio nelle piramidi egizie in Sudan e nei templi maya in Messico. Acquistata nel 1934 da Leonetto Tintori e dalla moglie Elena – a sua volta pittrice –, la dimora racchiude una vasta collezione di reperti archeologici e pezzi pregiati di arte antica e moderna; il monumentale parco-museo che la circonda accoglie invece circa 100 opere scultoree realizzate da Tintori e altri artisti toscani del primo Novecento con una grande varietà di materiali (dal bronzo alla ceramica, dal cemento al ferro). Tra le sculture più significative merita una menzione particolare L’Arca di Noè, creazione artistica in ceramica che al suo interno conserva le ceneri dei coniugi Tintori. via di Vainella 1/g, Figline di Prato (PO) aperto: su prenotazione 0574 464016 info@laboratoriotintori.it

case della memoria

focus

Le case degli scultori

Associazione Case della Memoria Costituitasi nel 2005, l’associazione riunisce oggi 35 case (di cui ben 27 in Toscana) allo scopo di preservare la memoria di illustri artisti, letterati, musicisti e personaggi storici. L’associazione ha sede presso Palazzo Datini a Prato, mentre la Casa Boccaccio di Certaldo ne ospita l’archivio. www.casedellamemoria.it

www.laboratoriotintori.prato.it

Casa Giosuè Carducci

Casa Niccolò Machiavelli

Casa Giacomo Puccini

via Carducci, 29, Santa Maria a Monte (PI) aperto: lunedì 15-19, da martedì a venerdì 10-13 e 15-19, sabato e domenica 10-13 www.santamariaamonte.com

via Scopeti, 157, Sant’Andrea in Percussina, San Casciano (FI) aperto: da lunedì a venerdì su prenotazione 0577 998511 998519 machiavelli@giv.it www.giv.it

Casermetta San Colombano, Mura Urbane, 1, Lucca aperto: da mercoledì a lunedì, da aprile a ottobre 10-18, da novembre a marzo 11-17 chiuso: martedì tranne festivi e Natale www.fondazionegiacomopuccini.it

Villa Caruso Bellosguardo via di Bellosguardo, 54, Lastra a Signa (FI) aperto: da settembre a maggio mercoledì e giovedì 10-13, da venerdì a domenica e festivi 10-13 e 15-18 (fino alle 19 da giugno ad agosto) chiuso: Capodanno, Pasqua, 1 maggio, 2 giugno, 15 agosto, 1 novembre, 24 e 26 dicembre www.museoenricocaruso.it

Le ‘stanze’ di Indro Montanelli Fondazione Montanelli Bassi

Casa Museo Francesco Datini

Casa Museo Giovanni Pascoli

Palazzo Datini, via Ser Lapo Mazzei, 41-43, Prato aperto: lunedì e mercoledì 8,15-17,20, martedì e da giovedì a sabato 8,15-13,50 www.archiviodistato.prato.it

via Caprona, 6, Castelvecchio Pascoli (LU) aperto: da ottobre a marzo martedì 14-17,15, da mercoledì a domenica 9,30-13 e 14,30-17,15; da aprile a settembre martedì 15,30-18,45, da mercoledì a domenica 10,30-13 e 15-18,45 www.fondazionepascoli.it

Casa natale di Leonardo da Vinci Loc. Anchiano, Vinci (FI) aperto: tutti i giorni da marzo a ottobre 10-19, da novembre a febbraio 10-17 www.museoleonardiano.it

Casa di Giotto Loc. Vespignano, Vicchio (FI) aperto: solo in occasione di eventi 055 8439224 cultura@comune.vicchio.fi.it www.comune.vicchio.fi.it

Casa di Francesco Guerrazzi Villa La Cinquantina, via Guerrazzi, San Pietro in Palazzi, Cecina (LI) aperto: informazioni 0586 680145 biblioteca@comune.cecina.li.it

Palazzo della Volta, via San Giorgio, 2, Fucecchio (FI) aperto: da settembre a giugno martedì, giovedì, sabato e domenica 15-19; luglio sabato e domenica 15-19, agosto su prenotazione 328 1289087 www.fondazionemontanelli.it

Casa di Francesco Petrarca piazza Benassai, Loc. Castello, Incisa in Val d’Arno (FI) aperto: in attesa di restauro, visibile solo dall’esterno 055 8333432 socioculturale@comune.incisa-valdarno.fi.it www.comune.incisa-valdarno.fi.it

Casa Puccini di Celle di Pescaglia Via Meletoli, Celle dei Puccini, Pescaglia (LU) aperto: informazioni 0583 467855 lucchesinelmondo@virgilio.it www.lucchesinelmondo.it/museocelle.html

Dimora di Filippo Sassetti Villa del Mulinaccio, via Masso all’Anguilla, Vaiano (PO) aperto: sabato su prenotazione 0574 942428 942476 assopromuseo@libero.it www.comune.vaiano.po.it

Casa Sidney Sonnino Castello Sonnino, via Volterrana nord, 6/A, Montespertoli (FI) aperto: informazioni 0571 609198 info@castellosonnino.it www.castellosonnino.it

Casa di Pontormo via Pontorme, 97, Empoli (FI) aperto: giovedì e venerdì 10-13, sabato e festivi 16-19 www.casapontormo.it

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musei di fiesole

Museo Civico Archeologico

Il museo espone reperti protostorici, etruschi, romani e medievali, rinvenuti durante scavi sul territorio fiesolano, e oggetti di varia provenienza donati da collezionisti privati. Con l’accrescersi della consistenza del suo patrimonio, nel 1914 fu trasferito dalla prima sede nel Palazzo Pretorio (attuale sede del Comune) in un edificio progettato da Ezio Cerpi e costruito all’interno dell’area archeologica. Riordinato nel 1981, ospita anche la Collezione Costantini. via Portigiani, 1, Fiesole aperto: tutti i giorni, marzo e ottobre 10-18, da aprile a settembre 10-19, da novembre a febbraio 10-14 chiuso: martedì da novembre a febbraio

www.museidifiesole.it

Museo Bandini

Ospitato nella palazzina di primo Novecento appositamente realizzata dall’architetto Giuseppe Castellucci, il museo fu fondato nel 1795 da Angelo Maria Bandini nella chiesa di Sant’Ansano e alla morte del canonico passò per testamento al Capitolo Fiesolano. Da non perdere nella sala al piano terreno le pregevoli terrecotte robbiane (fra cui l’Effigie del giovane detto Sant’Ansano di Andrea della Robbia), frammenti di sculture antiche, mobili intarsiati e bassorilievi in marmo; le due sale al primo piano custodiscono invece dipinti databili fra il XIII e il XVII secolo, fra i quali opere di Taddeo Gaddi, Nardo di Cione e Lorenzo Monaco. via Giovanni Dupré, 1, Fiesole aperto: tutti i giorni, marzo e ottobre 10-18, da aprile a settembre 10-19, da novembre a febbraio 10-14 chiuso: martedì da novembre a febbraio

www.museidifiesole.it

mostre

Carrà, Rosai, Scuffi.

La modernità di una pittura che risale alla maestà dell’antico Sala del Basolato, Palazzo Comunale 27 settembre-4 novembre 2012 Cinque opere di Carlo Carrà, altrettante di Ottone Rosai, venti di Marcello Scuffi sono esposte per testimoniare la linea di continuità fra la pittura nei primi decenni del Novecento, che al volgere dell’epopea futurista esprimeva la necessità di un “ritorno all’ordine”, e l’opera di importanti artisti contemporanei i quali, come Scuffi, individuano un riferimento imprescindibile nei maestri antichi – e in particolare in Giotto, Masaccio e Piero della Francesca. Una mostra ricca di fascinazioni con paesaggi silenziosi, luoghi ermetici e una natura abitata dall’emblematica presenza di una sorgiva poesia.

Tano Pisano in Toscana a cura di Elena Francalanci Sala del Basolato, Palazzo Comunale 26 novembre 2012-16 gennaio 2013 Il poliedrico artista italiano, da tempo residente in Spagna, torna a esporre le sue opere in Toscana nelle due mostre organizzate a Fiesole e presso Palazzo Davanzati a Firenze. Attento conoscitore delle tecniche artistiche consapevole dell’importanza della preparazione dei materiali utilizzati per pittura, scultura e grafica, nell’esposizione fiesolana l’artista si concentra sui fiori, da sempre oggetto del suo interesse, con opere di grafica, acquerelli, pitture e ceramiche che indagano questo tema da più punti di vista. Completa la mostra una scultura dell’artista realizzata per l’occasione e posizionata sulla piazza antistante la sede comunale.

Fondazione Primo Conti La quattrocentesca Villa Le Coste, oggi sede della Fondazione, fu l’abitazione di Primo Conti. Istituita nel 1980 come Centro di Documentazione e Ricerche sulle Avanguardie Storiche grazie alla donazione della famiglia Conti, la Fondazione si articola in tre sezioni: il Museo delle Opere di Primo Conti, che accoglie 63 dipinti e 163 disegni dell’artista fiorentino, l’Archivio, composto da numerosi fondi − tra cui gli archivi di Papini, Conti, Pavolini, Carocci, Pea, Samminiatelli −, e lo Studio. Il Museo e l’Archivio rappresentano un centro unico in Italia per ricostruire la vicenda dell’Avanguardia storica. Villa Le Coste, via Giovanni Dupré, 18, Fiesole aperto: Museo Primo Conti da lunedì a venerdì 913. Visite anche il sabato, la domenica e il pomeriggio, per gruppi su appuntamento Archivio della Fondazione da lunedì a venerdì 9-13 su appuntamento

www.fondazioneprimoconti.org

La Fondazione Primo Conti organizza la mostra Il Novecento di Primo Conti Palazzo Medici Riccardi 13-27 novembre 2012 (vedi p. 23)

La Fondazione Primo Conti fa parte dell’Associazione Case della Memoria (vedi p. 47)

Tano Pisano, Papaveri, 2002, acquerello su carta, 23x31 cm

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Parco mediceo di Pratolino Villa Demidoff

primi proprietari: Lorenzo e Giovanni di Pierfrancesco de’ Medici (dal 1477). committente: Cosimo I de’ Medici. architettura: tra le più antiche residenze suburbane dei Medici, villa e giardino furono rinnovati nel XVI secolo; vi lavorarono Tribolo, Vasari e Buontalenti. da vedere: visitabile solo il giardino, considerato da Vasari uno dei più splendidi d’Europa, con la Grotta degli Animali e la fontana di Ercole e Anteo di Ammannati.

primi proprietari: la famiglia Medici. committenti: Francesco I de’ Medici (1568); Ferdinando III di Lorena (1819); Leopoldo II di Lorena (1837); Paolo Demidoff (1870). Nel 1981 il complesso venne acquistato dalla Provincia di Firenze e destinato a uso pubblico. architettura: la villa medicea, progettata da Buontalenti e demolita nel 1822, si trovava nel grande parco imitato in tutta Europa per il suo complesso di giochi d’acqua, automi e fontane. L’attuale Villa Demidoff deriva da un adattamento dell’antica “paggeria”, mentre la trasformazione del giardino in parco all’inglese si deve a Joseph Fritsch nel periodo lorenese. da vedere: il parco con alberi secolari e il Colosso dell’Appennino e la fonte del Mugnone (Giambologna), la grotta di Cupido (Buontalenti, 1577), il Casino di Montili (de Cambray Digny, 1820 circa) e la Cappella a pianta esagonale (Buontalenti, 1580).

via di Castello, 47 - Loc. Castello, Firenze aperto: da novembre a febbraio 8,15-16,30, in marzo 8,15-17,30, in aprile, maggio, settembre, ottobre 8,15-18,30, da giugno ad agosto 8,15-19,30 chiuso: secondo e terzo lunedì del mese, Capodanno, 1 maggio, Natale

www.polomuseale.firenze.it/musei/ villacastello

Villa medicea di Poggio a Caiano primo proprietario e committente: Lorenzo il Magnifico. architettura: progettata da Giuliano da Sangallo, rispecchia le tendenze umanistiche dell’architettura ispirata all’antico (1485-1492); fu conclusa nella prima metà del Cinquecento per volontà del futuro Leone X. da vedere: affreschi di Andrea del Sarto, Pontormo, Franciabigio e Alessandro Allori. piazza Medici, 14, Poggio a Caiano aperto: tutti i giorni, da novembre a febbraio 8,15-16,30, in marzo e ottobre 8,15-17,30 (con ora legale 18,30), in aprile, maggio, settembre 8,1518,30, da giugno ad agosto 8,15-19,30 chiuso: secondo e terzo lunedì del mese, Capodanno, 1 maggio, Natale

www.polomuseale.firenze.it/musei/ poggiocaiano

Museo della Natura Morta Allestito nella Villa medicea di Poggio a Caiano, il museo è un unicum in Italia ed espone oltre 200 dipinti databili fra il tardo Cinquecento e la metà del Settecento, provenienti dalle collezioni medicee. Prenotazione obbligatoria 055 877012 Visite accompagnate (non guidate) ogni ora dalle 9 (la visita delle 13 non viene effettuata)

via Fiorentina, 282 - Loc. Pratolino, Comune di Vaglia aperto: da aprile a ottobre. In aprile e ottobre domenica e festivi 10-17; in maggio e settembre sabato, domenica e festivi 10-18; da giugno ad agosto sabato, domenica e festivi 10-19 L’apertura del parco è soggetta alle condizioni meteorologiche e climatiche. Nei giorni di chiusura i gruppi possono visitare su richiesta la zona centrale del parco: parcpra@provincia.fi.it 055 409427

www.provincia.fi.it/pratolino

Villa medicea di Cerreto Guidi primo proprietario e committente: Cosimo I de’ Medici. architettura: edificata nel 1556 come residenza di caccia, fu terminata in base a un progetto attribuito a Buontalenti. da vedere: museo dal 1978, conserva mobili e ritratti medicei; dal 2002 accoglie il Museo Storico della Caccia e del Territorio. via dei Ponti Medicei, 7, Cerreto Guidi aperto: tutti i giorni, 8,15-19 chiuso: secondo e terzo lunedì del mese, Capodanno, 1 maggio, Natale

www.polomuseale.firenze.it/musei/ cerretoguidi

Villa medicea della Petraia

ville medicee

Villa medicea di Castello

primi proprietari: i Brunelleschi; gli Strozzi. committente: cardinale Ferdinando de’ Medici. architettura: proprietà medicea dal 1532 e modificata da Ferdinando nella seconda metà del secolo, nel Seicento vi intervenne Giulio Parigi. da vedere: la decorazione degli interni e gli arredi ottocenteschi; la sala da ballo con affreschi del Volterrano (XVII secolo); il giardino formale progettato dal Tribolo e la fontana con la Fiorenza di Giambologna, proveniente dalla Villa di Castello. via della Petraia, 40 - Loc. Castello, Firenze aperto: tutti i giorni, da novembre a febbraio 8,15-16,30, in marzo 8,15-17,30, in aprile, maggio, settembre, ottobre 8,15-18,30, da giugno ad agosto 8,15-19,30 chiuso: secondo e terzo lunedì del mese, Capodanno, 1 maggio, Natale

www.polomuseale.firenze.it/musei/petraia

L’immagine delle ville medicee

Le lunette dell’Utens alla Petraia Il recente smantellamento del Museo “Firenze com’era” – museo storico topografico della città istituito nel 1909 e chiuso nell’ottobre 2010 – ha consentito il rientro in ambito statale delle celebri lunette dipinte per Ferdinando I de’ Medici dal fiammingo Giusto Utens a cavallo tra la fine del Cinquecento e l’inizio del Seicento. Tale rientro ha portato alla decisione di destinare le 14 vedute ‘a volo d’uccello’ dei possedimenti del granduca a una delle cinque ville medicee di competenza del Polo Museale Fiorentino, tutte raffigurate nelle lunette. La scelta è caduta sulla Villa medicea della Petraia, dove in estate sono state esposte in anteprima tre lunette raffiguranti altrettante ville (Cafaggiolo, La Magia e Petraia), affiancate da un ritratto di Ferdinando I dai depositi della Galleria Palatina. Il ritratto e tutte le 14 lunette sono destinati a rimanere presso la Petraia in un allestimento permanente, aperto al pubblico da dicembre 2012.

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Associazione Amici del Museo Ermitage (Italia) Presentata a Firenze nelle belle sale dello storico Museo Bardini il 4 luglio 2012, l’Associazione Amici del Museo Ermitage (Italia) intende essere un nuovo strumento destinato a rafforzare in maniera sempre più stretta e concreta i legami culturali tra l’Italia e la Russia, due paesi che hanno un ruolo fondamentale nei rapporti tra Occidente e Oriente. La nuova realtà, che raccoglie figure di rilievo dell’imprenditoria e della cultura italiana e russa, si propone di dare un contributo al continuo evolversi del complesso monumentale dell’Ermitage, un museo straordinario che custodisce al suo interno una delle collezioni d’arte più preziose, vaste e importanti del mondo. Un patrimonio culturale inestimabile, di cui larga parte si deve ai maestri italiani di ogni epoca, da Leonardo, Caravaggio, Tiziano, Giorgione, Andrea del Sarto, Pontormo, Raffaello a Michelangelo e Canova. Gli Amici del Museo Ermitage intendono valorizzare il museo sia in Italia sia sulla scena internazionale, promuovendo visite guidate con percorsi preferenziali, conferenze, seminari e incontri con storici dell’arte e personalità della cultura sui molti capolavori italiani esposti nel museo, ma anche collaborando a esposizioni, eventi e rassegne. Fra le attività dell’Associazione anche la partecipazione nella pubblicazione di cataloghi e volumi riguardanti sia le collezioni che lo splendido complesso museale di epoca zarista affacciato sulla Neva. La presentazione ufficiale dell’Associazione è stata preceduta dalla firma in Palazzo Vecchio, nella storica sala di Lorenzo il Magnifico, di un accordo di collaborazione tra il Museo Statale Ermitage e i Musei Civici Fiorentini. L’accordo è stato siglato dal Direttore del Museo Statale Ermitage, Prof. Mikhail Piotrovski, dall’Assessore alla Cultura del Comune di Firenze, Prof. Sergio Givone, e dal Vicesindaco di Ferrara, Dott. Massimo Maisto, responsabile della cultura nella città dove ha sede la Fondazione Ermitage-Italia. Presenti alla cerimonia anche rappresentanti delle Associazioni Amici Ermitage nel Mondo. L’Associazione Amici del Museo Ermitage (Italia), presieduta dal Cav. Francesco Bigazzi, annovera fra i primi soci personalità della cultura e importanti imprenditori particolarmente attenti all’importanza della cultura per la migliore imprenditoria italiana. www.amiciermitage.it

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Dicembre nello splendore di San Pietroburgo Bellissima festa riservata agli

Amici del Museo Ermitage! In occasione dell’8 dicembre 2012 gli Amici Ermitage Italia possono incontrare i molti Amici internazionali del museo durante un breve ma intenso soggiorno in Russia. Nel weekend dal 7 all’11 dicembre i soci italiani possono raggiungere San Pietroburgo con un volo interamente riservato e alloggiare nei prestigiosi Hotel Astoria, Angleterre e Ambassador situati nelle immediate vicinanze del museo. Inoltre con gli Amici dell’Ermitage di tutto il mondo possono godere di un programma speciale ed esclusivo che prevede visite serali, cene e spettacoli teatrali. Per iscriversi all’associazione e avere informazioni sul viaggio: amiciermitage@libero.it telefono 055 5387819

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www.florins.ms/ cimitero.html

Il Cimitero degli Inglesi a Firenze

Nel 1250 i Guelfi bandirono i Ghibellini e Arnolfo di Cambio prese dalle loro torri la pietraforte, estratta dalle cave situate nel luogo dell’attuale giardino di Boboli, per costruire le mura di difesa della città di Firenze. Nel 1530 Michelangelo fece erigere velocemente altri tratti di mura difensive contro i Medici; uno di questi venne costruito intorno a una piccola collina artificiale (forse una tomba etrusca) presso la Porta Fiesolana o Porta a Pinti. Nel 1827 la Chiesa Evangelica Svizzera di Firenze comprò dal granduca questo appezzamento di terreno presso la Porta a Pinti, annidato fra le mura medievali arnolfiane e quelle rinascimentali michelangiolesche, per farne un cimitero internazionale. Nel corso di 50 anni, il cimitero si arricchì di 700 monumenti scolpiti in marmo di Carrara e pietra serena estratta dalle cave di Monte Ceceri (una pietra arenaria di grande bellezza ma non durevole). Fra gli scultori che vi lavorarono troviamo Hiram e Preston Powers, Lorenzo Bartolini, Odoardo Fantacchiotti, Holman Hunt, Emilio Zocchi, Joel Hart, William Wetmore Story, Francesco Jerace, Frederick Lord Leighton, Johan Niklas Bystrom, Fyodor Fyodorovich Kemensky, Launt Thompson, Ettore Ximenes, Pietro Bazzanti, Michele Auteri Pomar e Aristodemo Costoli, autori delle tombe di personaggi noti come Elizabeth Barrett Browning, Walter Savage Landor, Arthur Hugh Clough, Frances e Theodosia Trollope, Theodore Parker, Thomas Southwood Smith, il medico di Anita Garibaldi Bartolomeo Odicini e la schiava della Nubia Nadezhda De Santis. Nel periodo di Firenze capitale (1865-1871), quando Giuseppe Poggi fece demolire le mura e le porte medievali, il cosiddetto “Cimitero degli Inglesi” che in realtà apparteneva agli svizzeri fu lasciato come un’isola in mezzo ai viali e i cipressi resi famosi da Böcklin nel suo dipinto L’Isola dei Morti furono quasi tutti sradicati. Poggi fece collocare i due stemmi con il giglio e la croce staccati dalla Porta a Pinti all’interno delle mura del cimitero, costruite riusando la pietra delle antiche abitazioni dei Ghibellini e delle mura dei Guelfi. Il cimitero fu chiuso ufficialmente nel 1877, a soli 50 anni dalla sua apertura, perché le leggi oramai impedivano che esistessero zone di sepoltura all’interno del perimetro urbano. Oggi accoglie soltanto le ceneri e i resti provenienti da altri luoghi, una concessione questa che aiuta a finanziare il restauro e il mantenimento delle sue mura, del giardino e delle tombe. Julia Bolton Holloway

foto Francesca Anichini

a cura di Alyson Price

“stranieri” a firenze

piazzale Donatello, 38 aperto: lunedì 9-12, da martedì a venerdì 15-18 (in estate), 14-17 (in inverno)

Thunders of White Silence

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Kunsthistorisches Institut in Florenz

Cimitero degli Inglesi

Fondato nel 1897, è uno dei più antichi centri di ricerca per la storia dell’arte e dell’architettura in Italia e dal 2002 appartiene alla Max-Planck-Gesellschaft. Uno dei compiti principali dell’istituto è quello di favorire la formazione di studiosi a livello internazionale. I ricercatori di tutto il mondo hanno accesso alle risorse dell’istituto: la Biblioteca con oltre 300.000 volumi e una delle fototeche più prestigiose al mondo per la storia dell’arte italiana. via Giuseppe Giusti, 44

www.khi.fi.it

Istituto Universitario Olandese di Storia dell’Arte Fondato nel 1958 per promuovere gli interscambi culturali, in particolare tra il Nord e il Sud dell’Europa, l’istituto possiede una ricca Biblioteca, che vanta una prestigiosa raccolta di testi critici sulla storia dell’arte e della cultura con una specializzazione nell’arte italiana e dei Paesi Bassi. L’istituto promuove mostre, pubblicazioni e conferenze. viale Torricelli, 5

www.iuoart.org

Istituto Universitario Europeo L’istituto contempla un programma di studi di specializzazione postlaurea e postdottorato creato nel 1972 dai sei Stati membri fondatori della Comunità Europea per promuovere, in una prospettiva europea, lo sviluppo culturale e scientifico in vari campi: economia, storia, giurisprudenza, scienze politiche e sociali. Numerosi i seminari e le conferenze presenziati da personaggi internazionali di primo piano. L’istituto svolge le proprie attività nelle numerose sedi nei dintorni di Firenze. Badia Fiesolana via dei Roccettini, 9 San Domenico di Fiesole

www.eui.eu

Georgetown University Nel 1979 Margaret Rockefeller Strong Cuevas, nipote di John D. Rockefeller, donò Villa Le Balze – la proprietà di suo padre – alla Georgetown University, con l’obiettivo che diventasse un centro di studio in onore del padre, filosofo, scrittore ed educatore. L’università organizza conferenze e promuove pubblicazioni. Villa Le Balze via Vecchia Fiesolana, 26

www11.georgetown.edu

eventi Lecture Series Fall 2012 Images of friendship in Renaissance Florence Dale Kent 2 ottobre ore 17,30 A Tale of Two Cities: The Debate on the Origins of Fiesole and Florence in the Middle Ages and the Renaissance Stefano U. Baldassarri 6 novembre ore 17,30


“stranieri” a firenze

New York University in Florence Villa La Pietra

Syracuse University in Florence

The Harvard University Center for Italian Renaissance Studies

L’università è ospitata a Villa La Pietra, che conserva la Collezione Acton, ricca di oltre 7.000 fra dipinti, sculture, oggetti, e una Biblioteca con circa 12.000 volumi e 16.000 fotografie; ospita i seminari del Remarque Institute e del Graduate Studies, l’Acton Miscellany, il Season Events e La Pietra Policy Dialogues. La Pietra Policy Dialogues ambisce a creare un dibattito pubblico intorno alle problematiche politiche e sociali, riunendo intorno a un tavolo comune una grande varietà di personaggi internazionali, fra i quali politici, leader economici e altri intellettuali pubblici, per riflettere e discutere su vari argomenti, con il fine di creare un network dinamico fra le due sponde dell’Oceano Atlantico.

Grazie alla pluriennale esperienza e ai rapporti instaurati con la città, il campus offre una vasta scelta di corsi e approfondimenti culturali. Ha la sua sede principale nella Villa Rossa, acquistata nel 1963 dalla Syracuse University.

Nella sede di Villa I Tatti, l’istituto è impegnato nello studio approfondito del Rinascimento italiano sotto vari aspetti: storia dell’arte, politica, economia, scienze sociali, storia della scienza, filosofia, religione, storia della letteratura e musica.

piazza Savonarola, 15

Villa I Tatti via di Vincigliata, 26

www.syr.fi.it

www.itatti.it

Villa La Pietra via Bolognese, 120

www.nyu.edu/global/lapietra

eventi

eventi Villa Rossa Lecture Series Fall 2012 In occasione dell’‘Anno Vespucciano’, la Syracuse University dedica il ciclo di conferenze dell’autunno all’indagine dell’‘Altro’ al di là dei confini conosciuti. L’appuntamento più importante è la conferenza di Vladimir Luxuria, ex membro del Parlamento italiano e attivista in favore dei diritti dei transessuali (3 ottobre 2012 ore 18,30, Auditorium al Duomo, via de’ Cerretani 54r).

NYU La Pietra Dialogues Fall Events NYU La Pietra Dialogues segue l’andamento delle elezioni presidenziali statunitensi e gli effetti della crisi economica e si concentra sul tema della Institut Français de Florence Città del Futuro. Il professor Joshua L’Institut Français de Florence, il più antico al Tucker propone una riflessione mondo (1907), è Ente dello Stato Francese e fa sull’Electoral College americano e su capo alla rete culturale dell’Ambasciata di Francia in Italia. Ospitato nel quattrocentesco quale ruolo esso abbia nell’elezione del Palazzo Lenzi, da oltre un secolo si distingue per presidente degli Stati Uniti (3 ottobre un’attivissima politica culturale e per 2012 ore 18). Studenti europei e l’eccezionale sviluppo della sua bibliotecaamericani si incontrano in occasione emeroteca. dell’European Perspectives on the American Elections Student Forum piazza Ognissanti, 2 www.france-italia.it (17 ottobre 2012) per discutere su come l’Europa vede le elezioni americane e se gli studenti americani le percepiscano diversamente osservandole dall’estero. La Pietra Dialogues dà il benvenuto a un “Seguite le orme THE ENGLISH WALKS IN FLOR ENCE gruppo di eminenti esperti e studiosi di THR EE ENGLISH QUEENS di tre sovrane inglesi” politica e mediaPOINTS per analizzare i risultati OF INTER EST THE GR AND TOUR HE ENGLISH WALKS con TTHE VICTORIAN TOURIST delle elezioni durante l’annuale Villa Palmieri via Giovanni Boccaccio U.S. THE EDWARDIAN R ESIDENTS Purchased in 1873 by the Earl of Crawford. The romantic gardens FLORENCE IN Politics Dialogue (14-17 novembre THR EE ENGLISH QUEENS appealed to English visitors. Queen Victoria stayed here during visits T HREE E NGLISH QUEENS 2012). Infine un1893. gruppo internazionale in 1888 and di studenti èLa coinvolto nel progetto di Lauri Thorndyke Colombaia via Santa Maria a Marignolle, 2 Researched and written by Lauri Thorndyke Setting for Queen Mary’s seventeenth birthday celebrations. With grateful acknowledgement to the staff of the Urban Acupuncture per sviluppare idee British Institute of Florence per un futuro della città, in Villasostenibile Stibbert via F. Stibbert, 26 for their help and support and for the generous alla serie di brevi guide Frederick Stibbert, son of an Englishman, dedicated his life to access to the Library and Archives. collaborazione con iltheComune. 1

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collecting. On his death in 1906 the villa was given to the city of Florence and became a museum. 4

Villa Spence via Vecchia Fiesolana, Fiesole

today as Villa Medici, William Blundell Spence and British Known Institute of Florence his family were popular in 19th-century English social circles. Holman Hunt, the Pre-Raphaelite painter, was a frequent guest. The Harold Acton Library

Fondato nel5 Villa 1917 per viapromuovere gli scambi La Pietra Bolognese, 120 Home of Sir Harold renowned for its early Italian collection culturali tra l’Italia e ilActon, mondo anglofono, and restored gardens. Visited by Queen Elizabeth the Queen Mother oggi il British offre un vasto duringInstitute her later stays in Florence. programma di corsi di lingua inglese, lingua 6 Antique Market Piazza dei Ciompi italiana e storia dell’arte oltre a organizzare Popular among early tourists, this historic market was moved to its current location after the 1966 flood. numerosi eventi culturali di varia natura.

eventi Three Berenson Lectures Gould Hall, Villa I Tatti ore 18 Il piacere e i riti della lettura: autorappresentazione e dialogo con gli autori fra Medioevo e età moderna Lina Bolzoni 4 ottobre, 15 novembre, 6 dicembre 2012 Gazing Otherwise: Modalities of Seeing 10-12 ottobre 2012 convegno presso il Kunsthistorisches Institut in Florenz I Francescani e gli Ebrei 25 ottobre 2012 workshop presso il Convento San Francesco, via A. Giacomini 3

Size matters 8-10 novembre 2012 convegno presso il Kunsthistorisches Institut in Florenz

THE ENGLISH WALKS IN FLORENCE THREE ENGLISH QUEENS IN THE FOOTSTEPS OF QUEEN VICTORIA, QUEEN MARY AND QUEEN ELIZABETH THE QUEEN MOTHER

che ripercorrono le orme dei viaggiatori inglesi a Firenze si aggiunge un nuovo percorso dedicato alla regina Victoria e alle regine consorti Mary ed Elizabeth THE ENGLISH WALKS IN FLORENCE

di Lauri Thorndyke ◉ THREE ENGLISH QUEENS formato 13,7x29,7 cm pagine 24 in inglese e italiano

€5

7 Doney’s Tea Rooms via Tornabuoni 14/16 lungarno Guicciardini, 9

Original site of the popular English style tea room favoured by the www.britishinstitute.it aristocracy and upper-class English in Florence. It was closed in 1986.

eventi

Queen Victoria’s Fountain Piazza Vittorio Veneto Violet del Palmerino: aspetti della Erected in 1897 by the Anglo-Florentine community to cultura cosmopolita nel salotto diQueen Victoria. commemorate the Diamond Jubilee of the reign of Vernon Lee, 1889-1935 Paoli’s Hotel Lungarno Della Zecca Vecchia Home to the family of Queen Mary on their arrival in 1883. 27-28 settembre 2012 convegno presso l’Istituto Francese Cascine Popular park during the 19th century for carriage rides and horse (27 settembre 2012 ore 18-20), racing. al British Institute (28 settembre 2012 ore 9,30-13) e a Villa Il Palmerino (28 settembre 2012 ore 15,30-19,30). 8

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THE ENGLISH WALKS IN For more information, suggested reading FLORENCE and digital resources, please contact: di Lauri Thorndyke ◉ THE GRAND TOUR ◉ THE VICTORIAN TOURIST ◉ THE EDWARDIAN Library and Cultural Centre RESIDENTS

British Institute of Florence formato 13,7x29,7 cm Lungarno Guicciardini pagine 9 12 in inglese 50125 Firenze €5 Tel: 39 055 2677 8270 library@britishinstitute.it € 12 la serie www.britishinstitute.it

in vendita a Firenze nei bookshop museali, nelle librerie Paperback Exchange e My Accademia, al British Institute oppure direttamente sul sito di Centro Di www.centrodi.it © L. Thorndyke.

Designed by: www.touchmedia.uk.net. Printed in England. Italian translation by Sara Novello

TRE SOVRANE INGLESI SULLE ORME DELLE REGINE VITTORIA, MARY ED ELISABETTA LA REGINA MADRE

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bambini e ragazzi

ottobre

novembre

Obladì

dicembre

Obladì

Obladì

Complesso delle Oblate ogni sabato

Complesso delle Oblate ogni sabato

Complesso delle Oblate ogni sabato

Tipi da biblioteca

Detective dell’Arte

Detective dell’Arte

Famiglie al museo

Famiglie al museo

Complesso delle Oblate Uri il piccolo sumero Ahmose e i 999.999 lapislazzuli (laboratori di lettura e giochi matematici per bambini dai 4 ai 6 anni) 6 ottobre ore 16,30-18,30 Tra le righe trovo... me! (laboratori di lettura espressiva per ragazzi dai 14 ai 18 anni) 22 e 29 ottobre ore 15-17 Storie all’amo (lettura animata di classici per ragazzi dai 12 ai 14 anni) 20 ottobre ore 16,30

Detective dell’Arte Museo Casa Siviero 6 ottobre

Museo Casa Siviero 3 novembre

Museo Casa Siviero 1 dicembre

Palazzo Davanzati Su e giù per le antiche scale: segui la mappa! 10 novembre ore 10 Galleria dell’Accademia Fiori dipinti, fiori in giardino 17 novembre ore 10 Museo del Bargello Una collezione da scoprire: bizzarre decorazioni! (per i più grandi fino a 14 anni) 25 novembre ore 10

Museo del Bargello Una collezione da scoprire: bizzarre decorazioni! (per i più grandi fino a 14 anni) 14 ottobre ore 10 Galleria del Costume Indiani d’America: i nativi delle praterie 20 ottobre ore 11 e 15 Casa Martelli Storia di una famiglia fiorentina e della sua dimora 27 ottobre ore 10

A tutta scienza

Museo Galileo Sperimentiamo il Museo! 6 ottobre ore 15 Gli strumenti di Galileo 7, 14, 21 e 28 ottobre ore 15 La chimica di Pietro Leopoldo 13 ottobre ore 15 Experiential visit (in inglese) 20 ottobre ore 15 Il cannocchiale racconta 27 ottobre ore 15

Museo Galileo Impara l’inglese con la scienza 1 dicembre ore 15 Leonardo artista e scienziato 2, 16 e 30 dicembre ore 15 Gli strumenti di Galileo 9 e 23 dicembre ore 15 La chimica di Pietro Leopoldo 15 dicembre ore 15 Il cannocchiale racconta 22 dicembre ore 15 Sulla nave di Amerigo Vespucci! Alla scoperta del “Nuovo Mondo” 29 dicembre ore 15

Museo Galileo Sulla nave di Amerigo Vespucci! Alla scoperta del “Nuovo Mondo” 3 novembre ore 15 Leonardo artista e scienziato 4 e 18 novembre ore 15 Alla scoperta dell’universo dantesco 10 novembre ore 15 Gli strumenti di Galileo 11 e 25 novembre ore 15 Impara l’inglese con la scienza 17 novembre ore 15 Sperimentiamo il Museo! 24 novembre ore 15

A misura di famiglia CCC Strozzina ogni sabato ore 15,30

Famiglie a Palazzo Strozzi

Palazzo Strozzi Percorsi Palazzo. Il gigante di pietra 2 dicembre ore 15,30-16,30 Il cantastorie. Fetonte e il carro del sole 4 dicembre ore 17,30-18,30 Macchine della memoria ogni domenica ore 10,30-12,30

A misura di famiglia CCC Strozzina ogni sabato ore 15,30

Famiglie a Palazzo Strozzi

Palazzo Strozzi Percorsi Palazzo. Una grande famiglia per una grande casa 4 novembre ore 15,30-16,30 Il cantastorie. Fetonte e il carro del sole 6 novembre ore 17,30-18,30 Macchine della memoria ogni domenica ore 10,30-12,30

A misura di famiglia CCC Strozzina ogni sabato ore 15,30

Famiglie al museo

Sezione Didattica del Polo Museale

dai 7 ai 14 anni e adulti accompagnatori

Famiglie a Palazzo Strozzi

Palazzo Strozzi Il cantastorie. Fetonte e il carro del sole 2 ottobre ore 17,30-18,30 Percorsi Palazzo. 100 modi di dire piazza 7 ottobre ore 15,30-16,30 Macchine della memoria ogni domenica ore 10,30-12,30 Museo Fiorentino di Preistoria Dal minerale al metallo 6 ottobre ore 9,30-12,30 La pittura 13 ottobre ore 9,30-12,30 Intreccio e tessitura 20 ottobre ore 9,30-12,30

A tutta scienza

A tutta scienza

Famiglie al museo

I giorni della preistoria

Galleria degli Uffizi Il Natale nei dipinti della Galleria 15 dicembre ore 15 e 16.30 16 dicembre ore 9 e 11

scoprire i capolavori dell’arte insieme alla propria famiglia lasciandosi guidare armati di curiosità e fantasia. Le attività comprendono la visita guidata e materiale didattico utile allo svolgimento del percorso

A misura di famiglia alla Strozzina

prenotazione obbligatoria 055 284272 didattica@polomuseale.firenze.it www.polomuseale.firenze.it/ didattica

dai 7 ai 12 anni e adulti accompagnatori

dal 5 ottobre 2012 al 27 gennaio 2013 ogni sabato alle 15,30

visita guidata alla mostra per scoprire insieme, bambini e adulti, il mondo dell’arte contemporanea prenotazione obbligatoria 055 3917137 didatticastrozzina@palazzostrozzi.org www.strozzina.org

Detective dell’Arte

al Museo Casa Siviero attività ludico-didattica ispirata al lavoro di Siviero il primo sabato del mese ogni ora dalle 10 alle 13 e dalle 14 www.museocasasiviero.it

illustrazioni di Silvia Cheli

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febbraio

Obladì

marzo

Obladì

Obladì

Complesso delle Oblate ogni sabato

Complesso delle Oblate ogni sabato

Complesso delle Oblate ogni sabato

Famiglie al museo

Famiglie al museo

Famiglie al museo

Galleria del Costume Piedi vestiti: dalla necessità alla moda 12 gennaio ore 10 e 11.30 Museo del Bargello Una collezione da scoprire: dolci antiche note! 19 gennaio ore 10 Galleria d’Arte Moderna Dipinti e parole: novelle che raccontano una storia... (per i più piccoli fino a 9 anni) 26 gennaio ore 10 e 11.30

Museo del Bargello Una collezione da scoprire: caccia al particolare! (per i più piccoli fino a 9 anni) 16 febbraio ore 10 Galleria del Costume Piedi vestiti: dalla necessità alla moda 17 febbraio ore 10 Museo del Bargello Una collezione da scoprire: dolci antiche note! 24 febbraio ore 10

A tutta scienza

A tutta scienza

Museo Galileo Sperimentiamo il Museo! 12 gennaio ore 15 Gli strumenti di Galileo 13 e 27 gennaio ore 15 Impara l’inglese con la scienza 19 gennaio ore 15 Leonardo artista e scienziato 20 gennaio ore 15 Il cannocchiale racconta 26 gennaio ore 15

Museo Galileo Alla scoperta dell’universo dantesco 2 febbraio ore 15 Leonardo artista e scienziato 3 e 17 febbraio ore 15 Sperimentiamo il Museo! 9 febbraio ore 15 Gli strumenti di Galileo 10 e 24 febbraio ore 15 Sulla nave di Amerigo Vespucci! Alla scoperta del “Nuovo Mondo” 16 febbraio ore 15 Experiential visit (in inglese) 23 febbraio ore 15

A misura di famiglia CCC Strozzina ogni sabato ore 15,30

A tutta scienza

Famiglie a Palazzo Strozzi Palazzo Strozzi Macchine della memoria ogni domenica ore 10,30-12,30

visite guidate e laboratori alla scoperta delle tecniche usate nella preistoria per fabbricare pitture, incisioni, intrecci, ceramiche e tessuti

visite guidate tematiche e laboratori, con la possibilità di utilizzare strumenti scientifici e invenzioni galileiane

alle Oblate ogni sabato storie, letture, marionette e personaggi fantastici faranno divertire tutti quanti calendario e informazioni 055 2616526 sezioneragazzi.oblate@comune.fi.it www.bibliotecadelleoblate.it/ ragazzibambini

Artigiani in famiglia al Museo Horne

per famiglie con bambini e ragazzi dagli 8 ai 13 anni Il progetto propone itinerari di conoscenza e sperimentazione di tecniche artistiche tradizionali, ancora vive grazie al lavoro di sapienti artigiani fiorentini. Per l’autunno sono previsti due corsi di tre incontri ciascuno a novembre e dicembre: visita al museo, incontro nella bottega di un artigiano e laboratorio informazioni e prenotazioni 055 244661 info@museohorne.it www.museohorne.it

I giorni della preistoria il sabato mattina fino al 20 ottobre 2012

il fine settimana da ottobre 2012 a maggio 2013

per adulti e bambini

Museo Galileo Il cannocchiale racconta 2 marzo ore 15 Leonardo artista e scienziato 3 e 17 marzo ore 15 La chimica di Pietro Leopoldo 9 marzo ore 15 Gli strumenti di Galileo 10 e 24 marzo ore 15 Sperimentiamo il Museo! 16 marzo ore 15 Impara l’inglese con la scienza 23 febbraio ore 15

per bambini a partire dai 4 anni

al Museo Galileo

prenotazioni 055 265311 weekend@museogalileo.it www.museogalileo.it

A tutta scienza

al Museo di Preistoria

per famiglie con bambini a partire dai 6 anni

Obladì

Collezione Borbottoni (sede Ente Cassa di Risparmio) Firenze di ieri, Firenze di oggi: scopri le differenze! 16 marzo ore 10 Museo di San Marco La Pasqua nei dipinti dell’Angelico 23 marzo ore 10 e 11.30 24 marzo ore 10

bambini e ragazzi

gennaio

prenotazione obbligatoria didattica@museofiorentinopreitoria.it 055 295159

Tipi da biblioteca alle Oblate ottobre 2012 laboratori e letture animate nel mese dedicato alle biblioteche toscane su prenotazione 055 2616512 bibliotecadelleoblate@comune.fi.it www.tipidabiblioteca.it

Musesplorando

al Museo di Storia Naturale è il luogo virtuale in cui trovare offerte didattiche e divulgative per viaggiare nel meraviglioso mondo delle scienze. La Scienza in pochi click! Laboratori, giochi, animazioni, visite guidate per grandi e piccini per conoscere il mondo della Natura giocando e sperimentando attraverso le collezioni del museo prenotazioni 055 2346760 www.musesplorando.it

Domeniche matematiche

al Museo per la Matematica visite guidate e attività a sorpresa la prima domenica di ogni mese. Le attività possono essere replicate nelle domeniche successive secondo le richieste prenotazione obbligatoria 055 7879594 www.archimede.ms

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bambini e ragazzi

Famiglie

a Palazzo Strozzi per famiglie con bambini dai 3 anni in su • Specifiche didascalie concepite per stimolare una conversazione trasversale, che per questa mostra riportano interviste a persone cresciute negli anni Trenta, come Dario Fo e Franca Valeri • Audioguide differenziate per adulti e bambini • Un ricco programma di attività per esplorare l’arte in modo divertente, con proposte differenziate per fasce d’età a partire dai 3 anni. Tra le proposte laboratori, narrazioni, disegno in mostra e visite con i passeggini per genitori con bambini sotto i 2 anni • il Biglietto Famiglia consente a un gruppo familiare (fino a 2 adulti oltre ai ragazzi fino a 18 anni) l’ingresso illimitato alle mostre Anni Trenta e Francis Bacon • La valigia della famiglia: il Monòpoli dell’arte è un contenitore di testi e giochi ideato per consentire a ogni famiglia di vivere un’esperienza ‘su misura’ all’interno della mostra • le Carte d’Arte e le sale interattive: una serie speciale di carte collezionabili, dedicate alle opere esposte, propone a bambini e genitori brevi testi e attività, mentre nelle sale interattive tutti possono partecipare attivamente alla mostra: si possono scoprire le innovazioni del design di ieri e di oggi, sfogliare i libri degli autori dell’epoca e perfino registrare la propria intervista per Radio Palazzo Strozzi • Natale a Palazzo Strozzi (8 dicembre 2012) è un’occasione unica per vivere tutto il Palazzo con la famiglia. Biglietti speciali per l’ingresso alle mostre e attività gratuite in cortile fino al 27 gennaio 2013 in occasione di Anni Trenta. Arti in Italia oltre il fascismo attività gratuite con il biglietto d’ingresso alla mostra; prenotazione obbligatoria per i laboratori Sigma CSC 055 2469600 (da lunedì a venerdì 9-13, 14-18) fax 055 244145 prenotazioni@cscsigma.it Attività per le famiglie anche in inglese su richiesta 055 3917141 Il Monòpoli dell’arte e le Carte d’Arte sono gratuiti con il biglietto della mostra; si può prenotare allo 055 2645155 oppure richiedere al punto informazioni al piano nobile Informazioni e calendario completo delle attività: www.palazzostrozzi.org/famiglie

Percorsi Palazzo

La valigia della famiglia

Osservo, Scopro, Creo

Quanto è grande Palazzo Strozzi! L’hai mai osservato con attenzione? Attraverso tre visite interattive, giochiamo con i sensi per scoprire suoni, colori, forme del palazzo e il suo rapporto con la città. Con attività creative cerchiamo gli angoli nascosti e i particolari che ancora oggi ci raccontano la storia di questa “casa grande” della famiglia Strozzi. la prima domenica del mese fino a dicembre dalle 15,30 alle 16,30 per bambini da 7 a 12 anni e adulti accompagnatori non è richiesto il biglietto della mostra ed è possibile partecipare a singoli appuntamenti

Visite con laboratorio

tutti i giorni per visitatori dai 3 anni in su

Il cantastorie racconta... Fetonte e il carro del sole

Un’opera ha tante storie da raccontare, basta saperle ascoltare! Il cantastorie narra le fiabe, i miti e le leggende nascoste in un dipinto. Un’opera di Achille Funi è l’occasione per disegnare e giocare negli spazi espositivi della mostra! il primo martedì del mese fino a dicembre dalle 17,30 alle 18,30 per bambini da 3 a 6 anni e adulti accompagnatori

Macchine della memoria

Come nascono i ricordi? Scopriamo in mostra che le opere d’arte custodiscono frammenti di memoria degli artisti e, con giochi d’osservazione e attività, sperimentiamo che possono portare a galla anche i nostri ricordi personali e di famiglia. In laboratorio progettiamo una macchina, senza motore né ruote... una macchina della memoria! la domenica dalle 10,30 alle 12,30 per bambini da 7 a 12 anni e adulti accompagnatori

Monòpoli dell’arte

Con il Monòpoli dell’arte è possibile scoprire le opere e gli artisti giocando e divertendosi. Apri la valigia e in un solo gesto questa si trasforma in un tabellone da gioco, ispirato al celebre Monopoly nato negli anni Trenta, ma reinventato per esplorare la mostra in maniera non convenzionale e interattiva. È il lancio del dado a determinare il percorso che può essere ogni volta diverso e può durare finché non ti stanchi di giocare! Non dimenticare di fermarti in Sala Radio per registrare la tua intervista: lascerai così una traccia del tuo passaggio e contribuirai alla realizzazione delle trasmissioni di Radio Palazzo Strozzi!

Laboratori ed eventi in città Mille e una storia di... Anni Trenta!

Anche in occasione della mostra Anni Trenta Palazzo Strozzi organizza l’attività per famiglie che sfrutta il potenziale narrativo delle opere d’arte. Il gioco, basato sul meccanismo rodariano delle carte di Propp e sulla nostra fantasia, si sviluppa intorno a una domanda: quante storie si possono inventare a partire dalle opere esposte in mostra? in diverse biblioteche e ludoteche, tra cui la Biblioteca delle Oblate per bambini da 7 a 12 anni e adulti accompagnatori

Kamishibai

Per tutta la durata della mostra un’attrice di teatro di strada recita uno spettacolo ispirato al tema dell’esposizione girando tra parchi, piazze, scuole, biblioteche e ludoteche con la sua speciale bicicletta. in giro per la città per famiglie e bambini

Laboratori al Pecci

laboratori e visite guidate per adulti e bambini alla mostra di Massimo Barzagli Grandezza naturale (30 settembre-2 dicembre 2012) prenotazioni 0574 531835 edu@centropecci.it calendario sul sito www.centropecci.it

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illustrazioni di Silvia Cheli

Compleanno al Museo di Preistoria

il sabato 9,30-12,30

è possibile festeggiare il compleanno nel museo e approfondire i vari aspetti della Preistoria osservando le vetrine e toccando vari manufatti. La visita è seguita da laboratori e cacce al tesoro, diversi in base all’età (5-12 anni) prenotazioni 055 295159 info@museofiorentinopreistoria.it didattica@museofiorentinopreistoria.it


il sistema museale educativo promosso dall’Amministrazione Comunale di Firenze offre un’articolata gamma di proposte educative e culturali cui aderiscono vari musei: più di 40 attività rivolte ad adulti e famiglie con bambini, nelle quali sono adottate le più aggiornate metodologie di comunicazione quali la drammatizzazione, l’utilizzo della multimedialità e l’interazione hands on

le attività per famiglie in Palazzo Vecchio Quartieri Monumentali

per famiglie con bambini dai 3 ai 7 anni •Piccole storie di animali •Vita di corte (4-10 anni) •La favola del primo viaggio intorno al mondo al museo •La storia del furto nello Studiolo di Francesco I •La storia della meravigliosa e segretissima scala del duca Gualtieri •La favola profumata della natura dipinta •La favola della tartaruga con la vela È possibile scegliere più di una proposta nella stessa giornata tra le diverse attività nel museo, tra le quali visite guidate da operatori in costume, laboratori e percorsi speciali. informazioni e prenotazioni 055 2768224 fax 055 2768558 da lunedì a domenica, dalle 9,30 alle 17 info.museoragazzi@comune.fi.it www.palazzovecchio-museoragazzi.it

Compleanno

a Palazzo Vecchio nel Museo dei Ragazzi è possibile festeggiare il compleanno regalando agli invitati emozioni da museo, dopo le quali in un’apposita saletta è possibile festeggiare con doni e candeline. Per un massimo di 20 bambini e 5 adulti sabato e domenica 9,30-12,30 e 14,30-17,30. L’attività per i bambini inizia la mattina alle 10 e il pomeriggio alle 15. La prima mezz’ora serve ai genitori per allestire la stanza del compleanno

Visite e laboratori al MNAF

per famiglie con bambini dai 6 anni in su la Sezione Didattica organizza visite guidate e laboratori, avvalendosi di giochi educativi ideati appositamente per stimolare spirito d’osservazione e creatività Alla scoperta del MNAF! Visita guidata all’esposizione permanente del museo La storia vera di un cavallo fotografo Visita guidata incentrata sul tema del movimento in fotografia, seguita dal laboratorio di produzione di una fotografia animata Una camera oscura grande come la cattedrale di Santa Maria Novella Visita guidata osservando l’evoluzione delle antiche camere oscure e laboratorio con apparecchi ottici Scatta Firenze! Visita attraverso la fotografia in giro per la città L’Italia in posa Visita guidata osservando il tema del ritratto in fotografia, seguita da laboratorio con gioco multimediale sui personaggi illustri del Risorgimento Fotografia: invenzione o scoperta? Visita guidata con osservazione di opere che illustrano i progressi di questo meraviglioso procedimento, seguita da laboratorio con gioco multimediale sul tema Solo su prenotazione per le famiglie, organizzate in gruppi di minimo 10 persone. Per gruppi di massimo 15 persone è possibile prenotare la visita guidata all’azienda storica Fratelli Alinari (largo Alinari, 15) prenotazioni: 055 216310 fax 055 2646990 mnaf@alinari.it didatticamnaf@alinari.it www.alinarifondazione.it

Attività in mostra al MNAF

Immergiamoci per famiglie con bambini e ragazzi dai 4 ai 14 anni dal 13 settembre al 14 ottobre 2012

Visite e laboratori

al Museo Horne

bambini e ragazzi

Il Museo dei Ragazzi

Visite guidate alla mostra Akyiyoshi Ito. Sogni sott’acqua/Underwater Dreams con laboratorio per immergersi nelle fotografie dell’artista vivendo un mare di emozioni e imparando il rispetto per l’ambiente

Laboratorio Novecento#2

alla Sala delle Reali Poste per famiglie con bambini a partire dai 6 anni

visita guidata alla mostra e laboratorio manuale creativo per scoprire insieme come l’arte contemporanea rappresenta il corpo febbraio 2013 su appuntamento prenotazione obbligatoria didatticacontemporanea@gmail.com www.polomuseale.firenze.it

per famiglie con bambini Abitare a palazzo Invito a banchetto Visite animate Gli arredi raccontano Ori e colori Visite guidate con laboratorio Artigiani per un giorno Laboratorio informazioni e prenotazioni 055 244661 info@museohorne.it www.museohorne.it

Foto-racconti in omaggio a Calvino per famiglie con bambini a partire dai 6 anni dal 19 ottobre 2012 al 6 gennaio 2013 Laboratori e visite animate al museo e alla mostra Gli Archivi Alinari e la sintassi del mondo. Omaggio a Italo Calvino per esplorare le capacità narrative della fotografia e lasciarsi guidare dalla presenza ‘invisibile’ di Calvino prenotazione obbligatoria 055 216310 fax 055 2646990 mnaf@alinari.it didatticamnaf@alinari.it www.alinarifondazione.it

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musicaincittà

focus

Il percorso museale del Teatro della Pergola Cos’è un teatro se non corpo vivo che pulsa e respira in ogni momento della sua esistenza, e non solo quando vi si svolgono gli spettacoli? Un corpo che nei corridoi, nelle sale, negli angoli più riposti lascia risuonare gli echi della storia e delle leggende accumulate nei secoli. La Pergola non è un edificio teatrale come un altro: costruita tra il 1652 e il 1656, è stata la prima sala ‘all’italiana’, ovvero dotata di palchi, ed è uno dei teatri più antichi ancora in esercizio. Teatro principalmente d’opera fino all’inizio del Novecento, fu amato da Vivaldi, Bellini, Donizetti e Verdi; vide la Duse e tutti i grandi della scena fino ai giorni nostri. Si compone di una serie di spazi articolati – alcuni dei quali inutilizzati da tempo – che fino alla seconda metà dell’Ottocento costituivano la “Città del Teatro”, un agglomerato autosufficiente di laboratori, officine, sale prova, depositi, persino piccole abitazioni e una strada con botteghe e negozi che viveva attorno agli spettacoli per tutta la giornata. In questi spazi reconditi, oltre che in quelli usati ogni giorno da chi alla Pergola lavora e dagli spettatori, si può compiere un viaggio unico al mondo nei misteri della scena. Un itinerario che svela la storia di un edificio, ma anche quella dell’arte teatrale stessa. Partendo proprio dagli ambienti dell’antica ‘città’ ottocentesca: il Vicolo delle Carrozze, ovvero il passage che ospitava le botteghe dove si produceva e vendeva quanto serviva agli artisti; il Pozzo che dava acqua ai tintori e ai pompieri; la Stanza dei Nomi, antico spogliatoio dei macchinisti che ospita oggi vecchie macchine per gli effetti sonori; la Salita dei Cavalli ovvero lo spazio tecnico più antico ancora esistente in teatro (1713). E poi il teatro attualmente utilizzato: il sontuoso Saloncino, il Foyer, la Sala e il Palcoscenico con il telefono acustico installato da Antonio Meucci, fino al leggendario Primo Camerino di Eleonora Duse; per terminare nel sottoplatea dove sono custoditi meravigliosi oggetti. L’unico museo del teatro che trova ambientazione negli stessi luoghi in cui il teatro ancora si fa, giorno dopo giorno. Visite al percorso museale Le Strade del cibo, alla ricerca di nomi di vie e luoghi fiorentini che hanno a che fare col mangiare 29 settembre 2012 ore 10,30 Voci perdute sempre presenti, itinerario tra i teatri chiusi o non più esistenti del centro di Firenze 6 ottobre 2012 ore 10,30 In sua movenza è fermo (visita spettacolo al Teatro della Pergola) 14 e 28 ottobre, 11 e 25 novembre, 9 dicembre 2012; 13 e 27 gennaio, 10 e 24 febbraio, 10 e 24 marzo, 7 e 21 aprile, 5 maggio 2013 ore 10,15, 11,15, 12,15 Visita storica al Teatro della Pergola 21 ottobre, 4 e 18 novembre, 2 e 16 dicembre 2012; 20 gennaio, 3 e 17 febbraio, 3, 17 e 31 marzo, 14 e 28 aprile 2013 ore 10,15, 11,15, 12,15

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Prenotazione obbligatoria Teatro della Pergola via della Pergola 12/32 055 2264312 museo@teatrodellapergola.com Per le eventuali variazioni di date si rimanda al sito

www.teatrodellapergola.com

Foto di Daniela Tartaglia

Meucci, macchinista inventore Nell’estate del 1831, il ventitreenne Antonio Meucci bussa in cerca di lavoro alla porta della Pergola. Viene subito assunto dal capomacchinista Cosimo Canovetti, in virtù di una certa intraprendenza e dell’esperienza pur breve fatta presso il teatro della Quarconia. Alla Pergola Meucci trova moglie (Ester, una delle sarte del teatro) e risolve il problema della comunicazione tra il palcoscenico e la soffitta, detta graticcia, cuore dei movimenti di scena situata a 18 metri d’altezza. Il frastuono durante gli spettacoli musicali impediva ai macchinisti di comunicare e si utilizzava un sorta di codice Morse fatto di strattoni alle corde che spesso produceva fraintendimenti e incidenti: bastava un attimo di distrazione e invece che far salire una scenografia la si buttava giù con le immaginabili conseguenze. Meucci pensò di installare un sistema di comunicazione a tubo acustico, comune sulle navi ma mai impiegato in un teatro. Ancora visibile, questo marchingegno è riconosciuto come il primo germe nella mente di Meucci dell’invenzione del telefono, portata a termine con scarsa fortuna qualche decennio dopo.

Una macchina teatrale unica Nel 1857 l’Accademia degli Immobili, che possedeva il Teatro della Pergola, era alla ricerca di fondi. Poiché l’attività più redditizia erano le grandi feste danzanti che si tenevano in teatro, soprattutto per Carnevale, era necessario ampliare lo spazio nella sala per ospitare un numero maggiore di persone e vendere più biglietti. Come fare? La soluzione fu offerta dal macchinista Cesare Canovetti, figlio di quel Cosimo che aveva lavorato con Meucci: alzare il pavimento della platea e portarlo al livello del palcoscenico formando un piano unico. Alzare una superficie di oltre 200 metri quadri non sembrava semplice. Canovetti installò nel sottoplatea un argano di graticcia, una grande ruota usata per far salire pesanti scenografie: se può tirare su, pensò, riuscirà anche a dare una grande spinta verso l’alto. Accoppiata a un sistema di ruote che riduceva lo sforzo, la ruota veniva girata da sei uomini tramite una crociera e, azionando quattro braccia, faceva salire il pavimento. Usata fino al 1961, fu bloccata nel 1966 dopo l’alluvione e per la sua unicità è oggi una delle maggiori attrazioni del percorso museale.


Bernardo Buontalenti e la Grotta Grande di Boboli, a cura di Sergio Risaliti, Firenze 2012. Il Palazzo e il Tempio. Palazzo Altoviti a Firenze: storia e simbologie, di Nicola Iannelli e Mario Pagni, Siena 2012.

Andrea Scacciati, pittore di fiori, frutta e animali a Firenze in età tardobarocca, di Sandro Bellesi, Firenze 2012. Bagliori dorati. Il Gotico internazionale a Firenze 1375-1440, catalogo della mostra (Firenze, Galleria degli Uffizi, 2012), a cura di Antonio Natali, Enrica Neri Lusanna e Angelo Tartuferi, Firenze 2012.

Firenze e l’unità d’Italia. Un nuovo paesaggio urbano, a cura di Gabriella Orefice, ‘Storia dell’Urbanistica. Toscana’, 13, Roma 2012.

Bellezza e religiosità in Ludovico Cardi detto il Cigoli, a cura di Sandro Bellesi e Gianfranco Luzzetti, con un saggio di Giuseppe Cantelli, Arcidosso 2012.

Firenze, la materia della città. Materia e disegno pavimentale nelle strade del centro storico, a cura di Francesco Gurrieri, Firenze 2012.

Benedetto Luti. L’ultimo maestro, di Rodolfo Maffeis, prefazione di Edgar Peters Bowron, Firenze 2012.

Le caserme Tassi e Baldissera a Firenze. Opere d’arte e arredi d’epoca, di Maria Sframeli, Firenze 2012. Palazzo dei Visacci, XV-XX secolo, di Daniela Smalzi, con un testo di Moreno Minghetti, Firenze 2012. Seduzione dei giardini toscani, a cura di J.M. Bradburne, Firenze 2012.

Dalla raccolta dell’Accademia delle Arti del Disegno, catalogo della mostra (Firenze, Sala d’Esposizione dell’Accademia delle Arti del Disegno, 2012), a cura di Anna Gallo Martucci e Domenico Viggiano, Firenze 2012. Félicie de Fauveau. Una scultrice romantica da Parigi a Firenze, di Silvia Mascalchi, Firenze 2012. Firenze e Rosai: la città e il suo pittore, a cura di Carlo Cresti e Luigi Cavallo, Firenze 2012.

Pittura, Scultura, Arti applicate A Critical and Historical Corpus of Florentine Painting. Painters in Florence after the Black Death. The Master of the Misericordia and Matteo di Pacino, di Sonia Chiodo, Firenze 2012. Americani a Firenze. Sargent e gli impressionisti del nuovo mondo, catalogo della mostra (Firenze, Palazzo Strozzi, 2012), a cura di Francesca Bardazzi e Carlo Sisi, Venezia 2012. Andrea Commodi. Dall’attrazione per Michelangelo all’ansia del nuovo, catalogo della mostra (Firenze, Casa Buonarroti, 2012), a cura di Gianni Papi e Anna Maria Petrioli Tofani, Firenze 2012.

info www.centrodi.it

Florence au XVe siècle. Un quartier et ses peintures, di Cécile Maisonneuve, Paris 2012. Gino Terreni. Un percorso di vita e di arte, catalogo della mostra (Firenze, Sala d’esposzione dell’Accademia delle Arti del Disegno, 2012), a cura di Leonardo Giovanni Terreni, Firenze 2012. Giovanni Insom (1755-1855). Uno scultore trentino a Firenze, di Chiara Radice, Trento 2012. I disegni del teatro del Maggio Musicale Fiorentino. Inventario II (1943-1953), di Moreno Bucci, Firenze 2012.

The Anglo-Florentine Renaissance. Art for the Early Tudors, edited by Cinzia Maria Sicca and Louis A. Waldman, New Haven and London 2012.

Il Museo Nazionale di Antropologia e Etnologia di Firenze, di Emanuela Rossi, Firenze 2012.

Umberto Maestrucci, pittore, catalogo della mostra (Firenze, Sala d’esposizione dell’Accademia delle Arti del Disegno, 2012), a cura di Silvestra Bietoletti, Firenze 2012.

Il Nano Morgante di Agnolo Bronzino: un dipinto a “due dritti” restaurato, a cura di Marco Ciatti e Diane Kunzelman, Firenze 2012. La Crocifissione di Giorgio Vasari nella chiesa di Santa Maria del Carmine a Firenze. Storia e restauro, a cura di Daniele Rapino, Firenze 2012. La Galleria degli arazzi. Epifanie di tessuti, catalogo della mostra (Firenze, Galleria degli Uffizi, 2012), a cura di Giovanna Giusti, Firenze 2012. Luca Signorelli, catalogo della mostra (Perugia, Galleria Nazionale dell’Umbria; Città di Castello, Orvieto, itinerari, 2012), a cura di Fabio De Chirico, Vittoria Garibaldi, Tom Henry e Francesco Federico Mancini, Cinisello Balsamo 2012. Michelangelo. La stanza segreta. I disegni murali nella Sagrestia Nuova di San Lorenzo, di Paolo Dal Poggetto, Firenze 2012. Picasso e Firenze. Segreti e storie dell’artista in città, a cura di J.M. Bradburne, Firenze 2012. Ritratti di imperatori e profili all’antica. Scultura del Quattrocento nel Museo Stefano Bardini, a cura di Antonella Nesi, saggio e schede di Francesca Maria Bacci, Firenze 2012. Santa Lucia de’ Magnoli: la Chiesa, la Cappella di Loreto, di Divo Savelli, Firenze 2012. Seicento fiorentino. Sacred and Profane Allegories, catalogo della mostra (New York, Moretti Art Gallery, 2012), a cura di Francesca Baldassari, Firenze 2012. Sir Joshua Reynolds in Italia (1750-1752). Passaggio in Toscana. Il taccuino «201 a 10» del British Museum, a cura di Giovanna Perini Polesani, Firenze 2012.

Storia

A tavola con la regina. Le ricette di Caterina e lo Zodiaco di Nostradamus, ricette elaborate da Emilio Marchitti, Firenze 2012.

Album della vecchia Firenze. Volume I: la città di Cacciaguida, di Andrea Petrioli e Fabrizio Petrioli, Firenze 2012. Album della vecchia Firenze. Volume II: l’Arno, i ponti e l’Oltrarno, di Andrea Petrioli e Fabrizio Petrioli, Firenze 2012. Famiglia e memoria a Firenze. Volume II: secoli XIV-XXI, di Leonida Pandimiglio, Roma 2012.

Firenze massonica, di Fulvio Conti, Firenze 2012. Guida insolita ai misteri, ai segreti, alle leggende e alle curiosità di Firenze, di Franco Cesati, Roma 2012. I Marmi di Anton Francesco Doni: la storia, i generi e le arti, a cura di Francesca Rizzanelli, Firenze 2012. La condanna a morte di Pietro Paolo Boscoli, di Luca Della Robbia, Macerata 2012. La frutta negli studi dei Georgofili (secc. XVIII-XIX), catalogo della mostra (Firenze, Accademia dei Georgofili, 2012), a cura di Lucia e Luciana Bigliazzi, Firenze 2012.

a cura della libreria Arte&Libri via dei Fossi, 32r, Firenze www.artlibri.it

La serra del Giardino dell’Orticoltura a Firenze, di Daniele Vannutiello, Firenze 2012.

Da Fattori al Novecento. Opere inedite dalla collezione Roster, Del Greco, Olschki, catalogo della mostra (Firenze, Fondazione Bardini, 2012), a cura di Francesca Dini e Alessandra Rapisardi, Firenze 2012.

Il Maestro di Borgo alla Collina. Alcune proposte per Scolaio di Giovanni, pittore tardogotico fiorentino, di Alberto Lenza, Firenze 2012.

selezione delle novità editoriali 2012 di storia dell’arte e architettura, italiane e straniere, con argomento Firenze.

Giardini di Firenze. Segreti, aneddoti, personaggi, di Paola Maresca, Firenze 2012.

libriincittà

Architettura, Giardini, Musei, Palazzi

La saga delle colombe. Villa La Selva, il lager alle porte di Firenze, di Giorgio Jonas e Matilde Jonas, Firenze 2012. Mercatura e arte. Uomini d’affari toscani in Europa e nel Mediterraneo tardomedievale, a cura di Lorenzo Tanzini e Sergio Tognetti, Roma 2012.

novità editoriali Centro Di autunno 2012-inverno 2013

I s t i t u t o U n i v e r s i t a r i o O l a n d e s e d i S t o r i a d e l l’ A r t e, F i r e n z e

Gli Uffizi

SOCIETÀ

Studi e Ricerche 23 I libri

From Pattern to Nature in Italian Renaissance Drawing: Pisanello to Leonardo

Il giardino dell’anima

DI

Prospettiva

INTERNAZIONALE

STUDI

DELLA

DI

STORIA

M I N I AT U R A

Rivista di storia dell’arte antica e moderna

Ascesi e propaganda nelle Tebaidi fiorentine del Quattrocento

139 140 Luglio-Ottobre 2010

Alessandra Malquori R I V I S TA D I

Edited by Michael W. Kwakkelstein and Lorenza Melli

STORIA DELLA

M I N I AT U R A

rivista interdisciplinare di studi medicei

Università degli Studi di Siena Università degli Studi di Napoli ‘Federico II’ Centro Di

16 2012

Dóra Sallay

CORPUS OF SIENESE PAINTINGS IN HUNGARY 1420-1510

Corpus of Sienese Paintings in Hungary 1420-1510 Dóra Sallay In inglese

Centro Di

From Pattern to Nature in Italian Renaissance Drawing: Pisanello to Leonardo International Conference Florence, 6-7 May 2011 The Dutch University Institute for Art History

Edited by Michael W. Kwakkelstein and Lorenza Melli

Testi in lingua originale

Il giardino dellʼanima

Rivista di Storia della Miniatura Centro Di

Ascesi e propaganda nelle Tebaidi fiorentine Società Internazionale del Quattrocento

Alessandra Malquori

Collana ʻGli Uffizi. Studi e Ricercheʼ, 23 diretta da Antonio Natali

di Studi di Storia della Miniatura

Direttore Giulia Orofino

Pubblicazione annuale

Medicea

Mitteilungen

Rivista ideata e diretta da Marco Ferri e Clara Gambaro

Direttori Alessandro Nova Gerhard Wolf

n. 11

giugno 2012

rivista interdisciplinare di studi medicei

Pubblicazione semestrale

des Kunsthistorischen Institutes in Florenz

Testi in lingua originale

OPD Restauro

Rivista dellʼOpificio delle Pietre Dure e Laboratori di Restauro di Firenze

Direttore Marco Ciatti

Pubblicazione annuale

Prospettiva

Rivista di storia dellʼarte antica e moderna

Fondata nel 1975 da Mauro Cristofani e Giovanni Previtali

Direttore Fiorella Sricchia Santoro

Testi in lingua originale Pubblicazione trimestrale

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intoscana

Archeologia e sviluppo industriale: il caso di San Casciano

Nel 2010, durante i lavori di scavo per la realizzazione di nuovi stabilimenti industriali nell’area di San Casciano in località Ponterotto – zona che non era precedentemente indiziata dal punto di vista archeologico – sono emersi alcuni resti di edifici antichi che hanno reso necessario l’intervento della Soprintendenza per i Beni Archeologici della Toscana. L’area era stata individuata per edificare il nuovo stabilimento di un’azienda leader nel settore dei camper, in grado di accorpare le attività tuttora svolte in una serie di fabbricati dislocati sul territorio del Comune di Tavarnelle Val di Pesa. L’azienda, presente nell’area dagli anni sessanta, costituisce una realtà ormai consolidata della Val di Pesa e, pur essendo stata assorbita da una multinazionale tedesca, ha mantenuto un management italiano e ha deciso di non delocalizzare i suoi stabilimenti per non disperdere il know how costruito in oltre un quarantennio di esperienza e che deriva in larga parte dall’abilità delle maestranze del luogo. La stretta collaborazione tra l’azienda, l’Amministrazione comunale di San Casciano, la Soprintendenza per i Beni Archeologici della Toscana e la Regione Toscana ha determinato un’occasione di conoscenza, recupero, restauro, contestualizzazione e valorizzazione territoriale dei reperti archeologici rinvenuti. Questo lavoro condiviso ha condotto al progetto di valorizzazione dell’area archeologica che rappresenta dunque il frutto della fattiva collaborazione tra istituzioni pubbliche e imprenditoria privata e offre un esempio di come sia possibile conciliare esigenze di tipo culturale ed economico, in questo caso archeologia e sviluppo industriale.

Gli scavi In seguito ai primi saggi esplorativi, gli scavi hanno portato alla luce reperti e resti risalenti a due epoche distinte: si tratta di testimonianze appartenenti a un edificio etrusco ellenistico e alla pars rustica di una villa romana. Lo stato di conservazione delle due strutture è lacunoso e compromesso dal successivo sfruttamento del territorio, testimoniato da resti di drenaggi per l’impianto di vigne. I due edifici, pur non mostrando alcun legame fisico e cronologico, hanno in comune la scelta del sito di edificazione, caratterizzato dalla fertilità del terreno, dalla presenza di una sorgente ancora attiva e dalla vicinanza di un fiume di discrete dimensioni. Tuttavia tali insediamenti hanno avuto vita soltanto finché l’uomo ha controllato le acque della sorgente e del fiume; le ripetute inondazioni sono state infatti la causa della distruzione dell’edificio romano, quando la struttura etrusca era già da tempo coperta dai detriti spinti a valle da movimenti franosi. L’edificio etrusco ellenistico L’edificio, costituito da cinque vani, risulta essere stato abitato in due fasi distinte: la più antica, risalente alla prima metà del II secolo a.C., corrisponde all’epoca dell’edificazione, mentre intorno alla metà del secolo

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è databile la realizzazione di una canaletta per regimentare le acque piovane. Alla fine del secolo l’intero edificio viene abbandonato. Si tratta dunque di un’abitazione di modeste dimensioni, utilizzata per un breve periodo, della quale restano soltanto le fondazioni in pietre di fiume e laterizi, mentre l’alzato, realizzato con materiali deperibili, è andato completamente distrutto. L’esclusiva destinazione domestica è testimoniata dalla presenza di piccoli focolari e residui di cibo (ossa animali frammiste a carboni) e dalla tipologia della ceramica che consiste prevalentemente in vasellame da mensa di uso comune. Da segnalare le tracce di un focolare riconoscibile da uno strato di argilla concottata che presenta una scanalatura forse usata per sostenere un pilastrino con ‘piano forato’ per la cottura.

In questo numero VisitArt ha voluto segnalare un episodio che costituisce un caso interessante di sviluppo e valorizzazione del territorio.

Le strutture della villa romana A circa 250 metri dall’edificio etrusco ellenistico, sono stati effettuati alcuni saggi che hanno messo in evidenza uno strato di frequentazione risalente all’epoca romana. Lo scavo ha portato alla luce una fattoria, probabilmente la pars rustica di una villa romana, il cui nucleo architettonico è composto da tre ali disposte a ferro di cavallo. Il ritrovamento di una moneta dell’imperatore Aureliano (270-275 d.C.) nello strato di abbandono permette di datare l’edificio a un’epoca anteriore all’ottavo decennio del III secolo. La natura dei manufatti rinvenuti conferma la destinazione di questi ambienti alla lavorazione e all’immagazzinamento di prodotti agricoli; in particolare sono degni di nota un blocco in arenaria con due fori rettangolari che doveva sorreggere un torchio e alcune vasche in cocciopesto di diverse dimensioni forse usate durante la produzione di vino e olio. Resta ancora da effettuare lo studio dei materiali ceramici e metallici rinvenuti che consentirà di definire in maniera più precisa uso e datazione del complesso.


razione tra l’Amministrazione comunale di San Casciano, la Soprintendenza per i Beni Archeologici della Toscana, la Regione Toscana e l’azienda; dopo aver valutato l’entità dei ritrovamenti e le varie soluzioni possibili per la loro conservazione, valorizzazione e fruizione, il comitato tecnico-scientifico appositamente riunito ha approvato un progetto che prevede la rimozione e il riposizionamento dei resti archeologici in un’area non distante dal luogo del rinvenimento. La soluzione scelta, in grado di conciliare la tutela e la valorizzazione dei ritrovamenti archeologici e la costruzione del nuovo insediamento aziendale, si declina in varie fasi: lo scavo stratigrafico scientifico al fine di studiare l’area in modo dettagliato, la rimozione dei reperti, il restauro, il consolidamento e la ricollocazione finale in un’area pubblica. Nell’ambito di un ampio piano di valorizzazione e fruizione dell’area archeologica la sede prescelta è stata individuata in un’area già destinata a verde pubblico come parco fluviale, situata a una distanza di circa 100 metri dalla zona del loro ritrovamento, in un contesto che privilegia la creazione di itinerari storico-turistici legati

intoscana

Il progetto di valorizzazione Il mantenimento in situ delle testimonianze archeologiche scavate risultava incompatibile con l’edificazione dei nuovi stabilimenti, in quanto una parte dei reperti si trovava nell’area predisposta per le fondazioni; il mantenimento in loco dei reperti avrebbe dunque comportato la copertura delle aree scavate e la fruizione delle evidenze archeologiche sarebbe stata limitata a una documentazione fotografico-documentale. L’adozione di soluzioni alternative – ovvero una variazione del progetto dello stabilimento e la conseguente delocalizzazione della produzione – avrebbe invece comportato una penalizzazione del sistema economico-produttivo chiantigiano e non sarebbe stata coerente con l’obiettivo di creare un ‘corridoio’ culturale ed ecologico capace di coniugare la complessità antropica del territorio e i suoi elementi di ricchezza, sia in termini di testimonianze culturali sia in relazione alle capacità produttive agricole, artigiane e manifatturiere del distretto. Il progetto di valorizzazione dell’area archeologica di Ponterotto è stato messo a punto grazie alla stretta e continua collabo-

agli altri siti archeologici di ambito comunale e al Museo civico di San Casciano. L’intervento di rimozione e ricollocazione mira a mantenere orientamento e disposizione delle strutture scavate, le quali rimangono separate, seppur in posizione più ravvicinata rispetto alla situazione originaria; il progetto include anche una sistemazione paesaggistica ben studiata che comprende la realizzazione di filari alberati, percorsi pedonali e ciclabili, aree di sosta e parcheggi per biciclette, punti di osservazione dall’alto dei reperti archeologici e pannelli esplicativi che consentano una migliore fruizione e comprensione dei ritrovamenti e del contesto storico-territoriale. Sono inoltre previste attività divulgative e didattico-formative per scuole, famiglie e adulti con il coinvolgimento di associazioni culturali del territorio, mentre il Museo civico di San Casciano è interessato dall’implemetazione di una sezione archeologica con i reperti più significativi rinvenuti durante gli scavi di Ponterotto, divenendo così il centro di un piccolo sistema locale che unisce più realtà culturali contestualizzate.

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percorso architettonico

In questo numero VisitArt richiama l’attenzione di chi visita la città, oltre di chi la vive, sulle pavimentazioni urbane cogliendole nella loro dimensione storica e culturale, capaci come sono di ‘influenzare’ le modalità di fruizione della città e dei suoi monumenti e di modificarne sensibilmente la percezione

I lastrici urbani: policromia e varietà materica nelle pavimentazioni stradali della città storica

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a cura di Emilia Daniele

Emilia Daniele Architetto. Dottore di ricerca in Storia dell’Architettura e dell’Urbanistica, docente presso la Facoltà di Ingegneria Civile-Architettura di Pisa. Affianca il presidente dell’Associazione Dimore Storiche Italiane - Sezione Toscana nell’organizzazione delle iniziative culturali, come curatrice di convegni di studi nazionali e internazionali. Lavora in ambito editoriale in qualità di coordinatrice, curatrice ed editor di volumi di architettura, arte e narrativa.

Foto di Emilia Daniele

Per seguire il Percorso architettonico suggerito in questo numero, VisitArt chiede al lettore di chiudere gli occhi e fare uno sforzo di immaginazione: figurarsi al centro di piazza della Signoria e, in una sorta di virtuale veduta panoramica a 360°, girare lentamente su se stessi immaginando di guardare edifici e monumenti stanti su una pavimentazione di rosso cotto invece che, come risulta nella realtà, di grigia pietra. La percezione visiva e sensoriale dell’invaso della piazza sarebbero certamente diverse (più ‘luminosa’, più ‘calda’), così come diversamente (più ‘nettamente’) spiccherebbero dal piano di calpestio i singoli edifici, le statue, la fontana, per non parlare di come diversa sarebbe la stessa sensazione fisica di procedere su un pavimento costituito dall’assemblaggio di piccoli elementi laterizi disposti a coltello anziché su un lastricato lapideo. Per figurarsi questi effetti cromatici ci viene in aiuto un dipinto conservato presso il Museo di San Marco di Firenze, datato 1498 circa, raffigurante l’esecuzione capitale del Savonarola: restituzione di come in origine (e a lungo, dal XIV secolo alla fine del Settecento, sebbene con scarse attestazioni documentarie) piazza della Signoria fosse pavimentata in cotto. Un’immagine altamente suggestiva – l’epidermide laterizia della piazza – che periodicamente ricompare fra i desiderata dell’amministrazione comunale: recentissimamente ‘ammiccata’ dal sindaco in carica, più concretamente al centro di un fervente dibattito che ha animato la città negli anni ottanta del secolo scorso, quando la piazza venne ‘scoperchiata’ per

rivelare i resti della città romana e poi richiusa non solamente vanificando l’occasione, da molti auspicata, di pavimentarla in cotto ma addirittura alimentando quello che fu definito “lo scandalo delle pietre”, sostituito e venduto illecitamente il lastrico sette-ottocentesco in pietraforte lavorata a mano con uno nuovo squadrato a macchina. Un altro esempio: il 24 giugno 2012 è stata inaugurata la nuova pavimentazione lapidea di via Martelli, intervento che presenta quale principale elemento di novità l’assenza di marciapiede, resa obsoleta dalla pedonalizzazione dell’intera area attorno al Duomo la consueta distinzione fra ambiti destinati al traffico pedonale e a quello veicolare. La decisione di abolire il marciapiede determina, dal punto di vista della ‘percezione’, un sensibile cambio di equilibri nella relazione fra il pedone (e quindi l’osservatore della città), i fronti stradali e i monumenti: il punto di osservazione non è più obbligato dall’andamento lineare dei marciapiedi. Stessa sensazione di continuum urbano che si intuisce essere a monte della progettazione della nuova pavimentazione di piazza Santa Maria Novella (anch’essa non priva di polemiche). Lungi da voler partecipare anche obliquamente a qualunque dibattito, VisitArt si propone di richiamare l’attenzione di chi visita la città, oltre di chi la vive, sulle pavimentazioni urbane cogliendole nella loro dimensione storica e culturale, significativamente dinamica, capaci come sono di ‘influenzare’ le modalità di fruizione della città e dei suoi monumenti e di modificarne sensibilmente la percezione.


Giovanni Villani (1276-1348), narrando della città all’epoca della fondazione romana, accenna a strade maestre interamente “smaltate”, aggettivo capace di evocare sia la durezza sia la levigata lucentezza di una strada lastricata, soprattutto se contrapposta alla opaca e incerta consistenza di una superficie in terra battuta. In effetti le indagini archeologiche confermano come ai primordi della vita urbana le strade di Firenze fossero lastricate (a basoli di alberese, una roccia calcarea locale dalle varianti di colore dal grigio al verde scuro, al giallo intenso), caratteristica che in qualche misura deve aver ‘educato’ la cittadinanza a un certo tipo di comodità e di igiene. Significativo, infatti, come intorno al 1290, secolo che vide Firenze imporsi come una delle città più operose, ricche e popolose d’Europa, venisse già “considerata cosa naturale che tutte le strade di Firenze fossero lastricate, mentre quelle di Parigi, almeno ancora un secolo prima, venivano tramutate da ogni pioggia in pantani impervii” (R. Davidsohn, Firenze ai tempi di Dante, Firenze 1929, p. 451). In modo sistematico, è attuato un vero e proprio ‘piano’ di pavimentazione urbana “per lo quale acconcio lavorìo la cittade di Firenze divenne più netta, e più bella, e più sana” (G. Villani, Nuova Cronica, VII, xxvi, 6-11). Le strade e le piazze vedono affiancato al lastrico lapideo cosiddetto alla rinfusa (a grandi lastre poligonali perfettamente commesse, secondo una tecnica ereditata dall’antica Roma) impiantiti laterizi che conferiscono alle vie della città una vivace policromia: nel 1284 “lastricossi e ammattonossi” intorno all’edificio di Orsanmichele, appena realizzato; nel 1288 viene ricoperta di mattoni piazza San Giovanni e pavimentato il nuovo asse di via degli Spadai (oggi via Cavour); nel 1294 è ammattonato Ponte Vecchio; nel 1330 vengono apportate migliorie all’impiantito della piazza davanti a Palazzo Vecchio “fino allora difettoso; una parte fu fatta in pietra e una parte in mattoni” (R. Davidsohn, cit.). La cura dei manti stradali, orgoglio della città al pari dei suoi monumenti non solo per le sue valenze estetiche ma anche igieniche e di sicurezza, si tramanda di secolo in secolo, tanto che ancora ‘impressiona’ i viaggiatori settecenteschi. Nel 1728 Montesquieu afferma che “non c’è città dove si viva più modestamente che a Firenze: con una lanterna cieca per la notte e un ombrello per la pioggia si è perfettamente attrezzati. Le strade sono così ben lastricate che conviene andarsene a piedi” (Viaggio in Italia, Bari 1971, p. 137); immagine di ‘decorosa’ vivibilità confermata da Giuseppe Zocchi nelle sue XXIV vedute delle principali contrade, piazze, chiese e palazzi della città di Firenze, pubblicate nel 1744. Nel 1777 l’architetto Zanobi del Rosso redige una Memoria sulle tecniche di messa in opera dei lastrici e il loro disegno in Toscana in cui, fra l’altro, sottolinea il primato di Firenze nei confronti della Roma coeva, dove la maggior parte di strade e piazze risultava ancora sterrata. Certamente, nonostante la patinata immagine letteraria e iconografica, non mancano problemi quotidiani di degrado e manutenzione: sarà sotto il governo lorenese, epoca di illuminate riforme, che sarà disposto un vero e proprio regolamento urbanistico volto a salvaguardare, come si legge fra i documenti dell’Archivio Storico Comunale, “un’arte che fa distinguere, nell’impiantire, Firenze sopra la migliore parte della città d’Italia”. Fra il 1781 e il 1788 è congegnato un piano per coprire con un unico, elegantissimo manto di pietre uniformi l’intero territorio comunale: attraverso rigorose Istruzioni vengono eletti quali unici possibili materiali destinati a formare i lastrici fiorentini i medesimi che avevano ricevuto il plauso dell’architettura del Rinascimento, il macigno di Monte Ceceri e la pietraforte estratta dalle colline a sud della città. Fermo restando l’imperativo divieto di disfare i lastrici antichi provvedendo con massima cura al recupero e reimpiego delle lastre di buona qualità, le nuove norme esprimono nuovi valori estetici che sostituiscono alla policromia e alla polimatericità della città medievale una più omogenea pavimentazione urbana, una sorta di tessuto connettivo alla base delle architetture fiorentine che ammette al limite la discreta dicromia del grigio-azzurro del macigno e

Filippo Dolciati (attr.), Supplizio di Girolamo Savonarola, 1498 circa, tempera su tavola, Firenze, Museo di San Marco Giuseppe Zocchi, Veduta della Piazza e Chiesa di S. Giovannino e de Palazzi dei SS.i Marchese Riccardi, e Panciatichi, da XXIV vedute delle principali contrade, piazze, chiese e palazzi della città di Firenze, Firenze 1744, tav. XIX

percorso architettonico

Delle pavimentazioni storiche, infatti, si notano pressoché esclusivamente difetti e criticità: i lastrici sono comprensibilmente vissuti, laddove non perfettamente mantenuti, come inciampo, come impedimento al godimento pieno della città più che come elemento di per sé degno di interesse. Oppure, se ben mantenuti, passano semplicemente inosservati. In realtà, a lungo hanno rappresentato motivo di prestigio della città, se non paritario certamente corollario alla fama dei suoi monumenti, tanto da essere sempre nominati a partire dalle note dei cronisti medievali fino ai diari dei viaggiatori sette e ottocenteschi.

del grigio-ocra della pietraforte. Nuovi valori che si esprimono anche nella gerarchizzazione delle apparecchiature in base al grado di rappresentatività della strada: di “pietra quadra”, ritenuta di maggiore eleganza, per le piazze principali, i pubblici passeggi, i lungarni, i ponti, i borghi che dalle rispettive porte conducono alle basiliche e ai palazzi sovrani, le strade che portano ai teatri; il lastrico alla rinfusa è riservato alle strade secondarie; il selciato o acciottolato, infine, alle strade minori e ai vicoli. Ottica confermata e forse esaltata da un nuovo progetto di rilastricatura della città del 1820 che tuttavia, troppo oneroso, non fu realizzato. La conferma dell’eccezionalità dei lastrici fiorentini si ha ancora all’indomani dell’Unità d’Italia, quando la città è costretta a confrontare i propri costi di installazione e manutenzione con quelli sostenuti dalle altre città italiane: per i lastrici fiorentini (di macigno) la spesa annuale è di 1,38 lire al mq, contro le 0,70 spese a Bologna e le 0,93 a Milano (entrambe per pavimentazioni in ciottoli). Bilancio che decreterà in buona misura se non il totale abbandono delle tecniche e dei materiali ‘storici’ – per il costo eccessivo il lastrico di macigno viene limitato ai soli marciapiedi, del tutto rifiutato il lastrico alla rinfusa, mentre la pietra forte verrà naturalmente abbandonata per l’estinzione delle cave – l’affiancamento di tipologie estranee alla tradizione quali i selciati a cubetti di porfido e successivamente l’asfalto. Da questo breve excursus emerge come il problema della conservazione, ripristino o sostituzione dei lastrici storici sia costantemente attuale alimentando legittime discussioni che vedono amministrazione e ‘intelligentia’ scontrarsi in merito alle scelte di materiale, di posa, di colore, di quota. Tuttavia, Firenze offre anche un felice, riuscito esempio di sostituzione dell’impiantito ‘storico’ con uno moderno: il ‘rivestimento’ del declivio di piazza Pitti, realizzato artificialmente alla fine del secolo scorso con un impasto di aggregati naturali. Un calcestruzzo (opportunamente trattato) che ha il duplice merito di restituire gradevolmente l’effetto cromatico dell’antico sterrato e a un tempo di offrire una superficie che invita alla sosta, una sorta di cavea naturale su cui accomodarsi e riposare la mente e le membra, voltate le spalle al palazzo, a Boboli e a qualunque altra emergenza monumentale; sufficientemente distante anche dalle vetrine e dai bar. Una sorta di vuoto urbano quanto mai prezioso in una città d’arte quale è Firenze, che non sarebbe stato altrettanto confortevole se lasciato a sterrato o lastricato.

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