VisitArt n.8 ita

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firenze edintorni mostre musei fondazioni ville giardini biblioteche chiese palazzi restauri eventi convegni attivitĂ per bambini

Giovanni Battista Caccini, Allegoria dell’Autunno Firenze, ponte Santa Trinita foto Francesca Anichini

n.8 autunno-inverno 2013-2014

10,00 â‚Ź

semestrale sulle arti


sommario

8• autunno-inverno 2013-2014 Galleria degli Uffizi Gabinetto Disegni e Stampe degli Uffizi Galleria dell’Accademia Orsanmichele Palazzo Pitti Museo di San Marco Complesso monumentale di Santa Croce Opificio delle Pietre Dure Museo Nazionale del Bargello Cenacoli Cicli di affreschi Opera di Santa Maria del Fiore Cappelle Medicee Museo di Storia Naturale Musei archeologici Museo degli Innocenti Museo per la Matematica Museo Galileo Fondazione Scienza e Tecnica Musei Civici Fiorentini

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Case museo Palazzo Medici Riccardi Casa Buonarroti Casa Vasari Museo Stibbert Museo Horne Palazzo Strozzi incontemporaneo Museo Nazionale Alinari della Fotografia Musei e archivi della moda Villa e Giardino Bardini ECRF Spazio Mostre Biblioteche “I grandi stranieri” “Stranieri” a Firenze Ville medicee Percorsi in città Percorso architettonico Bambini e ragazzi In Toscana

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il calendario degli eventi è aggiornato settimanalmente e accessibile a tutti su www.visitartfirenze.com

foto di Francesca Anichini


galleria degli uffizi www.polomuseale.firenze.it/uffizi

piazzale degli Uffizi aperto: da martedì a domenica 8,15-18,50 chiuso: Capodanno, 1 maggio, Natale È consigliato prenotare i biglietti per ridurre i tempi di attesa all’ingresso

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Corridoio Vasariano Collezione Contini Bonacossi Per informazioni sugli orari e sulle modalità di prenotazione consultare il sito www.uffizi.firenze.it

Laboratorio Novecento Il corpo

a cura di Federica Chezzi e Claudia Tognaccini Sala delle Reali Poste 29 ottobre-30 novembre 2013 aperta: da lunedì a sabato 10-12 Prenotazione obbligatoria

vedi p. 44

Joseph Beuys, Autoritratto con cappello, 1970 circa. Galleria degli Uffizi

mostre Il Gran Principe

Ferdinando de’ Medici (1663-1713) collezionista e mecenate a cura di Riccardo Spinelli Galleria degli Uffizi fino al 3 novembre 2013 La mostra mette in evidenza la complessità degli interessi del figlio di Cosimo III e MargueriteLouise d’Orléans e la novità delle sue scelte che portarono a Firenze i maggiori musicisti, cantanti, strumentisti, scenografi, pittori e scultori del tempo. Le otto sezioni presentano il principe a partire dagli anni della prediletta villa di Pratolino – trasformata nei decori interni e arricchita di opere dei pittori preferiti da Ferdinando – attraverso le nozze con Violante Beatrice di Baviera fino agli allestimenti per le esequie. In mostra creazioni sacre e profane, opere di ‘natura dipinta’, suppellettili, ritratti, documenti, bozzetti e disegni preparatori testimoniano l’evoluzione del raffinato gusto collezionistico di Ferdinando e il suo rapporto con artisti toscani e ‘stranieri’.

pagine della Galleria degli Uffizi a cura di Valentina Conticelli con Monica Alderotti

i mai visti 13

Autoritratti ungheresi degli Uffizi a cura di Fehér Ildikó e Giovanna Giusti San Pier Scheraggio 11 ottobre-30 novembre 2013 La Galleria degli Uffizi espone 23 autoritratti di artisti ungheresi, come una delle forme più appropriate di riconoscimento dell’amicizia culturale tra l’Ungheria e l’Italia, che si festeggia in questo 2013. Alle acquisizioni di autoritratti effettuate dagli Uffizi negli anni 1981-1983 ne sono seguite altre, garante Miklós Boskovits. Proprio al noto storico dell’arte ungherese recentemente scomparso – dal 1968 in Italia e docente presso l’ateneo fiorentino – è dedicata questa esposizione, la cui realizzazione ha visto la collaborazione tra storici dell’arte italiani e ungheresi come János Végh e Fehér Ildikó che hanno condotto capillari ricerche archivistiche e bibliografiche. aperta: da martedì a venerdì 10-17

Dietrofront a cura di Giovanna Giusti Sala delle Reali Poste 17 dicembre 2013 2 febbraio 2014 Nella mostra promossa dall’Associazione Amici degli Uffizi una selezione di opere molto particolari dai depositi della Galleria e di alcuni musei del Polo Museale: dipinti, sculture, maioliche, arredi e oreficerie sono esposti privilegiando il retro delle opere, normalmente precluso alla vista. Bozzetti, doppi ritratti, dediche d’amore, numeri inventariali, come sinopie, permettono di fare numerose scoperte; la vita collezionistica si mescola a sublimi immagini sacre, con opere di David, Froment, Memling, Dürer, Bruegel, Fabre, Moroni, Russolo, Sciltian o Nano Campeggi. Così un gatto e un topo o fiori o donne capovolte, irridente e anche ridente omaggio alla fantasia degli autori, insieme a un prezioso stipo e a un altare da viaggio racchiuso in un baule, raccontano la vita del museo da un altro punto di vista. aperta: da martedì a domenica 10-17

La Collezione Molinari Pradelli alla Galleria degli Uffizi a cura di Angelo Motta Galleria degli Uffizi 11 febbraio-11 maggio 2014 Il celebre direttore d’orchestra Francesco Molinari Pradelli (1911-1996) fu anche collezionista di pittura italiana barocca. 100 dipinti, selezionati tra le oltre 200 opere raccolte tra gli anni cinquanta e settanta, illustrano la sua predilezione per la pittura del Sei e Settecento documentando le diverse scuole italiane, con specifica attenzione a bozzetti e modelli. Se prevalenti sono i dipinti di scuola emiliana e napoletana, non mancano capolavori di artisti veneti, liguri, lombardi e romani. A conferire notorietà internazionale alla collezione furono tuttavia i numerosi dipinti di natura morta, segno di un intuito fuori dal comune che fa del noto direttore d’orchestra un autentico conoscitore della pittura barocca italiana e un antesignano dei moderni studi sulla natura morta e di intelligenti forme del collezionismo.


galleria degli uffizi

focus Autoritratti del Novecento nel Corridoio Vasariano. Una prima selezione Oltre 130 autoritratti di artisti italiani e stranieri del Novecento lasciano la loro più o meno lunga sosta nel deposito degli Uffizi per trovare collocazione nell’ultimo tratto del Corridoio Vasariano, dove sostituiscono i ritratti storici, che vi erano stati collocati nel 1973. Si ricorderà che l’insufficienza di spazi, alla base di scelte ‘forzate’, costringeva a chiudere l’evocazione del Novecento maturo con le effigi, squillanti di colore, di Guttuso e Chagall, a cui si giungeva peraltro con salti ‘coraggiosi’. Per dare un ordine a quell’andamento cronologico e stilistico che guida l’esposizione continua della raccolta, raffrontando italiani e stranieri, si è dovuto procedere a una non facile selezione, tanti e importanti sono gli arrivi nell’ultimo trentennio (oltre 600 nuovi autoritratti), riconducibili in gran parte agli anni 1981-1983, in concomitanza del quarto centenario della Galleria, e all’acquisizione della collezione di Raimondo Rezzonico nel 2005. Dopo un riordino che interessa il tratto finale di Santa Felicita – dove era indispensabile intervenire sullo scorcio dell’Ottocento per avviare il passaggio al nuovo secolo –, a guidare il nuovo ordinamento, inaugurato il 27 settembre 2013, è Pomeriggio a Fiesole di Baccio Maria Bacci, che appare da lontano, imponente e intimo all’insieme, e dà la svolta, nel tratto che piega verso Pitti, ai ‘nuovi’, tanti, serrati. Li guida non una pausa contemplativa come meriterebbero, ma l’urgenza di riunire alla vista anche la varietà delle espressioni, spesso innovative, che il lungo e complesso corso del Novecento ha stimolato. La selezione, che ho condotto, d’intesa con il direttore Antonio Natali e con Rendel Simonti, che ha contribuito nella scelta con il suo ‘sguardo d’artista’, ha tenuto nel miglior conto la qualità delle opere, fino a spingersi anche a esibirne alcune di particolare delicatezza, per tecnica e supporto, quali le fotografie, considerandone la possibilità di rotazione, resa possibile anche dal sistema di appendimento mobile. Qualche nome: Conti, Brunelleschi, i Bueno, Carrà, Campigli, Vedova, Ligabue, Pistoletto, ma anche Böcklin, Liebermann, Chaplin, Opsomer, Beuys, Siqueiros, Bishop, Rauschenberg, Lassnig, Albright… Nella fase conclusiva del nuovo tratto, più vicino al collegamento diretto con Palazzo Pitti, è collocata una selezione delle più recenti acquisizioni (Kusama, Paladino, Clemente, Mapplethorpe, La Rocca, Holzer, Woodman, Paolini tra i vari), compresi alcuni sommi autoritratti scultorei, come Brolis, Marini, Venturi, Ceroli, Mitoraj, Fabre. Alla base delle opere è stata studiata una moderna cartellinatura che potrà servire da linea guida per l’ulteriore futuro ampliamento espositivo della collezione. Questa selezione nasce infatti con il limite di aver dovuto scegliere pochi tra tanti, ma con l’auspicio che presto si possa procedere all’avanzamento della collezione storica degli autoritratti fin dal lungarno degli Archibusieri, in modo da estrarre dai depositi altri meritevoli volti dell’Ottocento e del Novecento italiano e internazionale. Giovanna Giusti Direttrice del Dipartimento dell’Arte dell’Ottocento e Contemporanea agli Uffizi

Carlo Carrà, Autoritratto, 1951. Galleria degli Uffizi

mostre fuori sede “La città degli Uffizi 10”

Francesco Granacci e Giovanni Larciani all’Oratorio di Santa Caterina all’Antella a cura di Lucia Aquino e Simone Giordani Bagno a Ripoli, Oratorio di Santa Caterina 14 settembre 2013-12 gennaio 2014 Dopo la mostra L’Oratorio di Santa Caterina all’Antella e i suoi pittori, il Comune di Bagno a Ripoli in collaborazione con gli Uffizi promuove un nuovo progetto de “La città degli Uffizi”. La selezione di opere riunite nell’Oratorio di Santa Caterina, alcune delle quali mai esposte al pubblico, si propone di contribuire alla messa a fuoco della personalità e del catalogo di Francesco Granacci, amico fraterno di Michelangelo e artefice di importanza capitale per lo sviluppo della ‘maniera moderna’. La mostra intende inoltre porre in evidenza il rapporto che dovette legare Granacci a Giovanni Larciani, l’affascinante pittore che, fino a pochi anni fa, si celava sotto l’anonima etichetta di “Maestro dei Paesaggi Kress”. “La città degli Uffizi 11”

Arte a Figline. Da Paolo Uccello a Vasari a cura di Nicoletta Pons Figline Valdarno, Palazzo Pretorio 19 ottobre 2013-19 gennaio 2014 La mostra, come la precedente Arte a Figline. Dal Maestro della Maddalena a Masaccio, intende valorizzare le opere del territorio. Tra le 25 pitture, sculture e miniature risaltano pale d’altare degne di chiese cittadine che rivelano committenze significative, mentre crocifissi e sculture inedite testimoniano la devozione di confraternite, monasteri e pievi. Di cultura ghirlandaiesca sono i due Angeli di Bartolomeo di Giovanni, che riquadravano la più antica Maestà del Maestro di Figline nella Collegiata, la Madonna e santi di Sebastiano Mainardi e la tavola di Castelnuovo dei Sabbioni. L’influsso di Botticelli a Figline, sebbene non documentato in mostra, è invece evidenziato dall’itinerario cittadino che comprende gli affreschi in San Francesco e nell’attiguo Oratorio della Compagnia della Visitazione.

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gabinetto disegni e stampe degli uffizi

antica e prestigiosa collezione conservata al Gabinetto Disegni e Stampe degli Uffizi, comunemente indicato come GDSU, affonda le sue origini nelle raccolte medicee. Fu in particolare Leopoldo de’ Medici, cardinale nel 1667, ad acquistare tramite i suoi agenti numerosi fogli dei maggiori artisti antichi e contemporanei. Dopo l’estinzione della dinastia medicea (1737), i Lorena contribuirono ad arricchire la collezione, poi incrementata dopo la costituzione del Regno d’Italia con numerose donazioni. Il patrimonio ammonta oggi a oltre 170.000 opere di artisti toscani e di altre scuole italiane, nonché di autori fiamminghi, olandesi, francesi, spagnoli e tedeschi.

L’

via della Ninna, 5 aperto: Sala di Esposizione secondo lo stesso orario della Galleria degli Uffizi; Sala di Studio lunedì, mercoledì e venerdì 8,30-13,30, martedì e giovedì 8,30-17 (con accesso riservato agli studiosi, dietro lettera di presentazione)

www.polomuseale.firenze.it/musei/disegni

mostre

Pietro Testa, artista filosofo del Seicento L’omaggio di Filippo Baldinucci direzione della mostra Marzia Faietti e Giorgio Marini a cura di Marzia Faietti e Elena De Luca fino al 15 ottobre 2013

La mostra intende restituire, almeno parzialmente, all’artista lucchese – allievo di Pietro da Cortona e particolarmente apprezzato dalla corte medicea – la grande stima guadagnata soprattutto con la produzione grafica, a suo tempo acutamente compresa da Baldinucci. Attraverso una quarantina di lavori, viene ripercorsa la vasta produzione di disegni e incisioni (prevalentemente ad acquaforte) che mostrano una predilezione per tematiche filosofiche, allegoriche o morali.

Una novella patria dello spirito

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Firenze e gli artisti delle Venezie nel primo Novecento direzione della mostra Marzia Faietti e Giorgio Marini 14 dicembre 2013-9 febbraio 2014

Attingendo alle aree meno note della propria ricca collezione, il GDSU, in collaborazione con la Fondazione Coronini Cronberg di Gorizia e la Soprintendenza di Trieste, dedica una mostra allo speciale ruolo d’attrazione che la città di Firenze esercitò su molti artisti veneti, friulani e giuliani nei primi decenni del Novecento, quando il capoluogo toscano rappresentò per molti aspetti la sintesi più compiuta della cultura italiana, e non solo figurativa e letteraria. Emerge così il ruolo centrale di Firenze anche rispetto alle vicende del recupero dell’incisione in Italia all’inizio del secolo scorso, quell’arte del “Bianco e Nero” che proprio allora andava ricevendo nuovo impulso, grazie anche a molti di questi artisti. Attirati dal fascino del glorioso passato d’arte della città, essi contribuirono all’incredibile vitalità di una stagione particolarmente felice per l’incisione e l’illustrazione.

installazione Colori di segni dinamici 11-24 novembre 2013 In occasione della giornata di studi sul colore negli allestimenti museali organizzata dalla Galleria degli Uffizi, il GDSU presenta una mostra-installazione di Emilio Farina allestita nella Sala Detti

Progetto Euploos Catalogazione e digitalizzazione del vasto patrimonio del GDSU www.polomuseale.firenze.it/ gdsu/euploos

Guido Balsamo Stella, Attitudini di difesa (Amazzone), 1913, acquaforte. GDSU


Dal giglio al David

Arte civica a Firenze fra Medioevo e Rinascimento a cura di Maria Monica Donato e Daniela Parenti fino al 6 gennaio 2014 Attraverso una selezione di opere nate per arricchire i palazzi pubblici, le sedi delle Arti e delle magistrature e la cerchia delle mura sono illustrati temi figurativi e immagini scelti per la comunicazione e la propaganda dei gruppi al governo in età comunale e repubblicana. Principale testimonianza di questo linguaggio figurativo complesso, ricco di riferimenti allegorici, sono le immagini religiose, come le Madonne in maestà, i santi patroni, gli episodi evangelici legati all’amministrazione della giustizia; ai luoghi pubblici erano destinate inoltre sia le pitture infamanti, che raffiguravano fatti e personaggi invisi alla città, sia le immagini benaugurali come la perduta Dovizia di Donatello nella piazza del mercato vecchio, mentre la decorazione delle porte cittadine e le immagini araldiche che arricchivano le mura costituivano un’occasione per celebrare la città e i suoi alleati.

galleria dellʼaccademia

mostra

el 1873 il celebre David di Michelangelo fu trasferito da piazza della Signoria alla Galleria dell’Accademia, nella Tribuna appositamente realizzata. Insieme al David la presenza dei Prigioni e del San Matteo indica già nell’Ottocento la vocazione della Galleria a proporsi come museo michelangiolesco. Tuttavia il patrimonio della Galleria deriva in primo luogo dalle raccolte settecentesche dell’Accademia di Belle Arti e dell’Accademia del Disegno, arricchite dalle opere provenienti da vari conventi soppressi: le opere qui riunite, insieme ai calchi in gesso, svolgevano una funzione didattica per gli studenti dell’Accademia. La Galleria oggi custodisce soprattutto dipinti di artisti attivi nell’area fiorentina tra la seconda metà del XIII e la fine del XVI secolo; si segnalano in particolare la collezione di tavole a fondo oro, unica al mondo, i grandiosi polittici tardogotici e la raccolta di icone russe. All’interno dell’Accademia, il Dipartimento degli Strumenti Musicali espone, sullo sfondo di scene dipinte raffiguranti la vita musicale della corte medicea insieme a panoplie e nature morte con strumenti musicali, circa 50 strumenti dalle collezioni medicee e lorenesi (XVII-XIX secolo). Nella collezione spiccano esemplari straordinari per la fattura e per il suono (udibile alle postazioni informatiche che illustrano la cultura musicale della Firenze granducale). Fra gli oggetti più preziosi, il violoncello e la viola tenore di Stradivari (1690), unici superstiti del “Quintetto mediceo” appartenuto al Gran Principe Ferdinando.

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via Ricasoli, 58-60 aperto: da martedì a domenica 8,15-18,50 chiuso: Capodanno, 1 maggio, Natale

www.polomuseale.firenze.it/ musei/accademia

prossima mostra

Ri-conoscere Michelangelo 18 febbraio-18 maggio 2014

Borse in pelle per l’elezione dei priori, XV secolo. Firenze, Archivio di Stato

La Galleria, in collaborazione con Fratelli Alinari I.D.E.A. S.p.a., celebra il 450˚ anniversario della morte di Michelangelo Buonarroti.

Edoardo Detti, architetto e urbanista a cura della Facoltà di Architettura dell’Università di Firenze 4 ottobre-4 novembre 2013 A 100 anni dalla nascita di Detti, nessun altro luogo meglio di Orsanmichele può dimostrare il valore del suo impegno civile e dell’importante contributo che dagli anni della ricostruzione dopo la guerra egli rivolse alla salvaguardia dell’immagine di Firenze, contemperandola con le istanze inevitabili della pur necessaria trasformazione. Alla persona di “Dado” Detti si è voluto giustamente riconoscere “la severità dell’impostazione culturale rafforzata dalla coerenza intellettuale e politica”. È un caso felice e straordinario in cui la bellezza delle idee è riuscita a tradursi in fatti ed episodi concreti; pur consapevole della difficoltà della sua missione di politico e amministratore (fu Assessore all’Urbanistica con il Sindaco La Pira e autore del Piano Regolatore della città del 1962), anche grazie al suo pessimismo che Carlo Ludovico Ragghianti definiva “preventivo”, studiando e fissando con le norme del suo Piano l’organizzazione di spazi, luoghi e funzioni, resta il principale artefice dell’aspetto che Firenze presenta oggi nelle zone meglio conservate. Proprio dall’ultimo piano di Orsanmichele, dove la mostra è allestita, si apprezza la visione delle colline che, grazie all’opera di Detti, furono protette da una minacciosa e deturpante attività edilizia; ma si potrà valutare anche la saturazione edilizia della piana dell’Arno verso Prato e Pistoia, che Detti avrebbe voluto regolare con strumenti urbanistici intercomunali; e non sarà poi difficile capire quanto siano state gravi le distruzioni, alla fine dell’Ottocento, dell’antico centro di Firenze, a lungo studiato da Detti, intorno all’edificio a torre di Orsanmichele, che resta fra i pochi monumenti superstiti, in un mare di costruzioni brutte e informi. Antonio Godoli Direttore di Orsanmichele

orsanmichele

mostra

ato nel Duecento come granaio e loggia per la vendita del grano, nel secolo successivo divenne luogo di devozione per la presenza di un’immagine miracolosa della Vergine dipinta su un pilastro e alla metà del Trecento fu consacrato al culto cristiano. Da quel momento e fino agli inizi del Seicento l’edificio, che seppe unire in sé funzioni civili e religiose, fu modificato e arricchito dalle Arti fiorentine con i 14 tabernacoli esterni. La chiesa è regolarmente officiata e vi si tengono anche concerti di musica classica; all’interno si trova il maestoso tabernacolo marmoreo di Orcagna che racchiude la trecentesca Madonna delle Grazie di Bernardo Daddi. Al primo piano si trova il Museo delle Sculture, che ospita le statue originali dei tabernacoli esterni, sostituite da copie e musealizzate per preservarne l’integrità.

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via dell’Arte della Lana aperto: Chiesa tutti i giorni 10-17, Museo lunedì 10-17

www.polomuseale.firenze.it/ musei/orsanmichele

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palazzo pitti

mostre l palazzo, voluto da Eleonora di Toledo, moglie di Cosimo I, come ariosa residenza per la famiglia ducale, è impreziosito dallo stupendo Giardino di Boboli e abilmente collegato dal Corridoio Vasariano agli Uffizi e a Palazzo Vecchio, allora sede deputata alla gestione del potere e del governo. Nella sua storia ha ospitato, oltre ai granduchi, anche i re d’Italia e oggi custodisce importanti collezioni di opere e oggetti d’arte all’interno di ambienti magnificamente conservati. Il prestigioso complesso si articola oggi in sette strutture museali.

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piazza dei Pitti

www.polomuseale.firenze.it/musei/palazzopitti

Museo degli Argenti Prende il nome dagli argenti delle collezioni dei vescovi di Salisburgo, portati a Firenze da Ferdinando III di Lorena nel 1815, ma il nucleo più pregevole è in realtà il Tesoro dei Medici, frutto di tre secoli di collezionismo e un tempo conservato nella Tribuna degli Uffizi. Vi sono esposte inoltre preziose porcellane cinesi e giapponesi, anch’esse raccolte dai Medici.

Museo delle Porcellane Allestito nella settecentesca Palazzina del Cavaliere, raccoglie le più belle porcellane d’Europa acquistate da Pietro Leopoldo e Ferdinando III, accanto a quelle provenienti dalle dimore di Parma, Piacenza e Sala Baganza.

Giardino di Boboli Vero e proprio museo all’aperto, popolato di statue antiche e rinascimentali, ornato di grotte e di grandi fontane, alle spalle di Palazzo Pitti si estende il Giardino di Boboli, di cui i Medici per primi curarono la sistemazione creando un modello esemplare per molte corti europee. Attraverso il giardino è possibile accedere da Palazzo Pitti a Villa Bardini. aperti: tutti i giorni, da novembre a febbraio 8,15-16,30, in marzo e in ottobre dopo il ritorno all’ora solare 8,15-17,30, in aprile, maggio, settembre e ottobre prima del ritorno all’ora solare 8,15-18,30, da giugno ad agosto 8,15-19,30 chiusi: primo e ultimo lunedì del mese, Capodanno, 1 maggio, Natale

Museo delle Carrozze

Galleria Palatina e Appartamenti Reali La Galleria Palatina, creata dai Lorena tra la fine del Settecento e i primi decenni dell’Ottocento per ospitare i capolavori provenienti soprattutto dalle collezioni medicee, vanta opere di Raffaello, Tiziano, Caravaggio, Rubens, Pietro da Cortona e di altri maestri italiani ed europei del Rinascimento e del Seicento. Visitabili anche gli Appartamenti Reali allestiti con mobili, arredi e opere d’arte databili dal XVI al XIX secolo.

Galleria d’Arte Moderna Esposizione di dipinti e sculture, prevalentemente di artisti italiani, databili fra la fine del Settecento e il Novecento: le opere del Neoclassicismo e del Romanticismo sono affiancate da una raccolta di dipinti dei Macchiaioli. aperti: da martedì a domenica 8,15-18,50 chiusi: Capodanno, 1 maggio, Natale

Diafane passioni Avori barocchi dalle corti europee

a cura di Eike D. Schmidt e Maria Sframeli Museo degli Argenti fino al 3 novembre 2013 Arte sofisticata che univa alla perizia dell’artefice la preziosità della materia, la scultura in avorio nel periodo barocco era richiesta in tutta Europa e a Firenze Ferdinando I de’ Medici iniziò una straordinaria raccolta. Oltre 150 avori dal Museo degli Argenti, da musei stranieri e da collezioni private consentono di ripercorrere la storia di quest’arte dal Quattrocento fino ai livelli raggiunti con artisti come Leonhard Kern, François Duquesnoy e Georg Petel. Due sezioni sono dedicate alla produzione delle colonie spagnole e portoghesi e agli avori torniti, piccoli miracoli di virtuosismo tecnico nei quali i tornitori tedeschi univano al piacere del capriccio il rigore scientifico del calcolo matematico intrecciando simbologia, numerologia, geometria e filosofia.

Impressionisti a Palazzo Pitti

Dodici capolavori dal Museo d’Orsay a cura di Simonella Condemi Galleria d’arte moderna 24 settembre 2013 5 gennaio 2014 I 12 capolavori in prestito dal museo parigino offrono una significativa rassegna della pittura francese dell’Ottocento, in particolare impressionista. In mostra dipinti di Edgar Degas, Claude Monet, Paul Cézanne, Pierre-Auguste Renoir, Camille Pissarro, Henri FantinLatour e Paul Guigou.

Sono visitabili su appuntamento le carrozze in uso alla corte lorenese e sabauda e gli antichi finimenti per cavalli. Il veicolo più antico è un coupé settecentesco di gusto rocaille. aperto: visitabile su richiesta

Maestro delle Furie, Marco Curzio si getta nella voragine, avorio. Palazzo Pitti, Museo degli Argenti

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palazzo pitti

Galleria del Costume Fondata nel 1983, ha sede nella Palazzina della Meridiana. Dedicata alla storia della moda dal XVIII secolo a oggi, annovera capi di abbigliamento, accessori e gioielli, oltre a costumi di scena. Cospicuo è inoltre il fondo cartaceo che include documenti d’archivio, bozzetti e disegni. aperto: tutti i giorni, da novembre a febbraio 8,15-16,30, in marzo e in ottobre dopo il ritorno all’ora solare 8,15-17,30, in aprile, maggio, settembre e ottobre prima del ritorno all’ora solare 8,15-18,30, da giugno ad agosto 8,15-19,30 chiuso: primo e ultimo lunedì del mese, Capodanno, 1 maggio, Natale

mostra

Il cappello fra Arte e Stravaganza a cura di Caterina Chiarelli in collaborazione con Consorzio del cappello di Firenze 12 novembre 2013-13 aprile 2014 La mostra si propone di far apprezzare al pubblico un patrimonio ancora sconosciuto della Galleria, ponendo in evidenza l’importanza del cappello sia come creazione artistica sia come espressione di moda. Molte sono state negli anni le donazioni e le acquisizioni che hanno incrementato il patrimonio della Galleria dove compaiono firme di moda fra le più importanti quali Philip Treacy, Paulette, Givenchy, Jeanne Lanvin, Christian Dior, Balmain, Balenciaga e Pierre Cardin. L’esposizione esalta un antico mestiere, “l’arte della modista”, e contemporaneamente il lavoro delle attuali aziende produttrici di cappelli che costituiscono, così come le collezioni della Galleria, un patrimonio storico da tutelare e valorizzare, un’arte che merita di essere preservata. L’occasione di legare una collezione viva e interessante per la forza artistica che tramanda con un presente dove spesso la qualità corrisponde a un valore di forte creatività offre l’opportunità di presentare al pubblico un estro e un’inventiva ancora oggi capaci di rinnovarsi, attraverso metodi moderni e manualità antica. Nel percorso espositivo il cappello, allontanato dalla sua funzione, è considerato quale opera d’arte e la creatività diventa il vero leitmotiv della mostra, laddove il colore si intreccia a forme legate al gusto, al dettaglio o alle stravaganze più impensate.

Calottina in velluto nero guarnita da veletta e piume bianche e nere, 1985 circa, dono di Aldo Buti. Palazzo Pitti, Galleria del Costume

nuovo allestimento

Donne protagoniste del Novecento dal 12 novembre 2013

La Galleria del Costume compie 30 anni Palazzo Pitti, Sala Bianca dicembre 2013 Giornata di studi organizzata in occasione del trentennale della Galleria del Costume incentrata sul lavoro svolto nel campo della conservazione e valorizzazione delle collezioni della Galleria e sui diversi criteri museografici adottati con il passare del tempo.

La mostra dedicata al tema delle donne protagoniste nel Novecento, ideata in occasione dei 30 anni della Galleria del Costume, include il totale riallestimento del museo. I tratti distintivi della personalità delle donne presentate in mostra, ognuna protagonista per una propria specificità, emergono dai loro capi d’abbigliamento o dalle loro creazioni con i tessuti e i decori: dalle tuniche di Eleonora Duse attraverso alcuni capi disegnati per Patty Pravo da stilisti quali Versace, Gucci e Cavalli fino agli abiti delle spose, protagoniste per un giorno.

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museo di san marco

l convento domenicano di San Marco, realizzato nel 1436 su progetto di Michelozzo e destinato a svolgere un ruolo importante nella vita religiosa e culturale della città − ne è testimone la vicenda di Fra Girolamo Savonarola, che qui fu priore −, ospita un importante museo. La sua fama è legata soprattutto a Beato Angelico: il frate pittore affrescò infatti molti ambienti del convento, mentre altre sue opere vi sono confluite nel Novecento. Notevoli sono le raccolte del Cinquecento, con opere di Fra Bartolomeo, e la sezione dei reperti provenienti dalle demolizioni ottocentesche del centro storico.

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piazza di San Marco, 3 aperto: da lunedì a venerdì 8,15-13,50, sabato, domenica e festivi 8,15-16,50 chiuso: prima, terza e quinta domenica, secondo e quarto lunedì del mese, Capodanno, 1 maggio, Natale

www.polomuseale.firenze.it/ musei/sanmarco

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restauri in corso opere nel Chiostro di Sant’Antonino • Colonne, capitelli e lastre di seduta • Bernardino Poccetti, Sant’Antonino libera due giovani dal pericolo di annegare altre opere • Beato Angelico, Pala di San Marco • Recupero funzionale delle capriate lignee dei corridoi del dormitorio

comunicazioni del museo È riaperta al pubblico la Sala Capitolare dopo il restauro della Crocifissione e santi affrescata da Beato Angelico

mostra

Mattia Corvino e Firenze

Arte e Umanesimo alla corte del re di Ungheria a cura di Magnolia Scudieri, Lia Brunori, Péter Farbaky e Dániel Pócs Biblioteca monumentale di San Marco 10 ottobre 2013-6 gennaio 2014 La mostra ricostruisce i rapporti intercorsi tra l’Ungheria e l’Italia a partire dal Trecento e la diffusione dell’Umanesimo in terra ungherese, analizzando in particolare il rapporto privilegiato che il re Mattia Corvino ebbe con Firenze. Il progetto, elaborato congiuntamente da studiosi ungheresi e fiorentini, trova sede a San Marco in virtù del ruolo rivestito dalla Biblioteca del convento domenicano nello sviluppo della cultura umanistica; costruita per volere di Cosimo de’ Medici nel 1444 e arricchita della straordinaria raccolta dell’umanista Niccolò Niccoli, quella di San Marco fu infatti la prima biblioteca ‘pubblica’ del Rinascimento, dove, in epoca laurenziana, si incontravano personaggi come Marsilio Ficino e Pico della Mirandola. Attraverso opere di pittura, scultura, ceramica, miniatura provenienti da musei europei e d’oltreoceano, la mostra illustra le tendenze del gusto del re ungherese in rapporto alla cultura fiorentina, tentando di individuare le possibili influenze esercitate da Lorenzo il Magnifico e dalla cerchia di intellettuali e artisti che gravitava intorno a lui e di dimostrare quanto l’Umanesimo ungherese affondi le sue radici in Italia. Particolare attenzione è rivolta alle biblioteche di Mattia Corvino – oggi dispersa – e di Lorenzo de’ Medici, con l’esposizione di preziosi codici miniati commissionati dal re ungherese. Tra i prestiti di maggior rilievo la tappezzeria del trono di Mattia Corvino del Museo Nazionale di Budapest, realizzata su disegno di Antonio del Pollaiolo, il Ritratto di Alessandro Magno della National Gallery di Washington, attribuito ad Andrea del Verrocchio, la Bibbia di Mattia Corvino della Biblioteca Medicea Laurenziana miniata da Monte e Gherardo di Giovanni, i Ritratti di Mattia Corvino e Beatrice d’Aragona del Museo di Belle Arti di Budapest, attribuiti a Giovanni Dalmata, l’Epithalamium di Marliano della Biblioteca Guarnacci di Volterra, con il ritratto di Mattia eseguito da un miniatore appartenente alla cerchia leonardesca. Gregorio di Lorenzo (?), La battaglia di Teseo, rilievo in terracotta, XV secolo. Vác, Tragor Ignác Múzeum


• Piero Guidi e Francesco di Neri detto Sellaio (attribuiti), Coppia di leoni • Lapide con iscrizione dei confini delle mura di Firenze, 1321 • Formella con insegna del Popolo fiorentino, XIV secolo • Formella con insegna della Parte Guelfa, XIV secolo • Zanobi di Bartolo, Profeta, XIV secolo • Simone Talenti, Profeta, XIV secolo ospiti a: Firenze, Galleria dell’Accademia per la mostra: Dal giglio al David fino al 6 gennaio 2014 • Fra Bartolomeo, Ritratto di Fra Girolamo Savonarola in sembianze di san Pietro Martire ospite a: Brasilia, Centro Cultural Banco do Brasil per la mostra: Capolavori del Rinascimento fino al 5 gennaio 2014 • Paolo Uccello, Madonna con il Bambino ospite a: Prato, Museo Civico, Palazzo Pretorio per la mostra: Officina pratese. Da Donatello a Filippo Lippi fino al 13 gennaio 2014 • Paolo Uccello, Cristo in pietà tra la Madonna e san Giovanni Evangelista (Predella di Avane), 1452 ospite a: Figline Valdarno, Palazzo Pretorio per la mostra: Arte a Figline. Da Paolo Uccello a Vasari dal 19 ottobre 2013 al 19 gennaio 2014 • Beato Angelico, Tre pannelli dell’Armadio degli Argenti • Beato Angelico, Salterio s. s. • Zanobi Strozzi e Filippo di Matteo Torelli, Antifonario F, 1447 • Manifattura fiorentina del XVI secolo, Frammento di architrave della porta del Tempio, già sotto la Volta del Ghetto di Firenze ospiti a: Bonn, Kunst – und Ausstellungshalle der Bundesrepublik Deutschland per la mostra: Florenz! dal 22 novembre 2013 al 9 marzo 2014 • Filippo Dolciati (attribuito), Il supplizio di Girolamo Savonarola ospite a: Firenze, Biblioteca Nazionale Centrale per la mostra: La via al Principe dal 10 dicembre 2013 al 28 febbraio 2014 • Fra Bartolomeo, Ritratto di Fra Girolamo Savonarola ospite a: Firenze, Palazzo Strozzi per la mostra: Pontormo e Rosso. Divergenti vie della ‘maniera’ dall’8 marzo al 20 luglio 2014

evento

Esplorare da vicino gli affreschi restaurati nella Cappella Maggiore fino al 31 ottobre 2013 Per tutto il mese di ottobre è possibile osservare da vicino la Cappella Maggiore affrescata da Agnolo Gaddi con episodi della Leggenda della Vera Croce, una delle maggiori produzioni artistiche del Medioevo. Prima della chiusura del cantiere di restauro, i visitatori sono accompagnati sulle impalcature da una guida che illustra le vicende narrate dagli affreschi e le tecniche pittoriche impiegate, lungo un percorso di 7 piani (90 gradini senza ascensore). informazioni e prenotazioni: 055 2466105 int. 3 booking@santacroceopera.it

Agnolo Gaddi, Leggenda della Vera Croce, dettaglio. Santa Croce, Cappella Maggiore

complesso monumentale di santa croce

opere in prestito dal Museo di San Marco

a basilica francescana di Santa Croce è una sorta di cantiere aperto che in 700 anni ha visto succedersi eccezionali testimonianze religiose, artistiche e civili. È nota per la straordinaria ricchezza delle sue opere d’arte e per la presenza dei sepolcri di grandi personaggi della storia d’Italia, tale da essere definita il “Tempio delle itale glorie”. La visita del complesso monumentale comprende: la basilica, i chiostri con la rinascimentale Cappella Pazzi, la Galleria dei monumenti funebri ottocenteschi, la mostra dello xilografo Pietro Parigi, grande illustratore del Novecento italiano, il Museo dell’Opera, di cui fa parte anche la Sala del Cenacolo, con importanti opere tra cui il Crocifisso di Cimabue e l’affresco di Taddeo Gaddi con l’Ultima Cena e l’Albero della Vita.

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piazza di Santa Croce aperto: da lunedì a sabato 9,30-17,30, domenica, 6 gennaio, 15 agosto, 1 novembre, 8 dicembre 14-17,30 chiuso: Capodanno, Pasqua, 13 giugno, 4 ottobre, Natale, 26 dicembre

www.santacroceopera.it


opificio delle pietre dure e laboratori di restauro

Istituto ha origini composite, frutto di un’antica e illustre tradizione e di una moderna e articolata attività, già evidenti nella sua insolita denominazione. Nato nel 1588 come manifattura per la lavorazione di arredi in pietre dure, l’Opificio già dagli ultimi decenni del XIX secolo si applicò al lavoro di restauro. In seguito all’emergenza dell’alluvione del 1966 e all’istituzione del Ministero per i Beni Culturali e Ambientali nel 1975, vennero fusi in un’unica entità l’antico Opificio mediceo e il Laboratorio Restauri della Soprintendenza. Nel 2007 l’Opificio ha acquisito la natura di Istituto Centrale che si è specializzato in attività di restauro, ricerca applicata e attività didattica ed è suddiviso in specifici settori: Arazzi, Bronzi e Armi antiche, Dipinti su tela e su tavola, Pitture murali, Materiali cartacei e membranacei, Materiali lapidei, Mosaico e commesso fiorentino, Oreficerie, Sculture lignee policrome, Materiali ceramici e plastici, Materiali tessili. Annesso all’Istituto, il Museo rispecchia le vicende della sua secolare attività produttiva, attività che ha formato nei secoli prestigiose collezioni di varie regge e musei europei. La collezione vanta esemplari di grande suggestione e raffinatezza, capaci di delineare un percorso storico della manifattura. Vi si conserva inoltre un’importante riserva di marmi antichi e di pietre dure raccolte in funzione della tecnica del commesso.

L’

Opificio via degli Alfani, 78; Fortezza da Basso, viale Filippo Strozzi, 1; Palazzo Vecchio, Sala delle Bandiere

Museo

via degli Alfani, 78 aperto: da lunedì a sabato 8,15-14 chiuso: festivi

www.opificiodellepietredure.it

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Il restauro di un arazzo quattrocentesco

focus

Il monumentale arazzo che raffigura l’Assalto finale a Gerusalemme, databile intorno al 1480, proviene dalla manifattura di Tournai, allora centro di eccellenza fiammingo nella produzione di arazzi, oggi città francofona della provincia dei Valloni, in Belgio. Giunto al Bargello con la collezione Carrand nel 1888, il manufatto, formato da un ordito in lana e una trama in lana e seta, misura 432x402 cm e rappresenta un raro esempio in Italia della produzione arazziera antica. La raffigurazione della presa di Gerusalemme da parte di Vespasiano e Tito, avvenuta nel 70 d.C., è ispirata alla narrazione contenuta nel De bello iudaico dello storico Giuseppe Flavio; nell’arazzo è descritta con ingenua vivacità narrativa, ricca di elementi espressionistici, soprattutto nei volti e nelle pose innaturali dei combattenti, a cavallo, caduti, vittoriosi, feriti a morte. La gamma cromatica è particolarmente vivace: spiccano il rosso e l’azzurro (fino alle sfumature del blu) sul beige delle architetture, mentre la presenza del marrone scuro definisce ed esalta il contrasto cromatico. Al momento del sopralluogo nei depositi del Bargello, effettuato nel 2006 dall’équipe del Laboratorio dell’Opificio, le sue condizioni conservative apparivano molto compromesse: cucito a una fodera rigida che ne mascherava le grandi lacune, era soggetto a gravi tensioni che la fodera stessa causava, mentre i colori, spenti e uniformi per la sporcizia accumulata, rendevano la scena scarsamente leggibile. Individuata come argomento della tesi di diploma per due allieve della Scuola di Alta Formazione dell’Opificio, l’opera è stata trasportata presso il Laboratorio di Restauro degli Arazzi, dove nel 2008 è iniziato l’intervento finalizzato al suo recupero. In questo primo periodo l’arazzo è stato oggetto di studio, per ricostruirne la storia e i legami con la cultura dell’epoca, e di indagini preliminari, per conoscere la natura dello sporco accumulatosi sulle fibre, le caratteristiche dei filati e per valutare la resistenza al lavaggio delle sostanze coloranti – un’operazione quest’ultima che, eliminando lo strato di grasso e sporco generico, contribuisce a restituire idratazione alle fibre e leggibilità alla scena. Nello stesso periodo le allieve hanno iniziato anche l’intervento diretto sull’arazzo, consolidandone la struttura. L’impegnativo e innovativo restauro dell’arazzo, documentato da una mostra al Bargello, è proseguito per cinque anni – dal gennaio 2008 al marzo 2013 – e ha richiesto circa 10.000 ore di lavoro.


Percorsi di meraviglia

Opere restaurate del Bargello a cura di Beatrice Paolozzi Strozzi e Ilaria Ciseri fino al 3 novembre 2013 Mostra dedicata ad alcuni importanti e recenti restauri. Tra questi, l’imponente arazzo franco-fiammingo della collezione Carrand, spettacolare per la cromia e la vivacità narrativa, realizzato verso il 1480 dalla manifattura di Tournai sulla base di un cartone attribuito al Maestro di Coetivy, rappresenta l’Assalto finale a Gerusalemme da parte di Vespasiano e Tito nel 70 d.C. A diretto confronto sono esposte Valve di specchio in avorio, di arte francese del Trecento, che presentano affinità compositive con l’arazzo. In mostra anche una selezione di oreficerie e smalti e il grande altorilievo in terracotta policroma di Dello Delli, raffigurante la Madonna in trono col Bambino e angeli (1420 circa). Un video e apparati didattici presentano la storia delle opere, le fasi più interessanti dei restauri e le tecniche esecutive. aperta: tutti i giorni 8,15-17 chiusa: secondo e quarto lunedì del mese

Manifattura di Tournai, Assalto finale a Gerusalemme, XV secolo. L’arazzo durante l’intervento presso l’Opificio (pagina a fronte) e dopo il restauro

museo del bargello

mostra

l Museo Nazionale del Bargello ha sede nel palazzo, che fu del Capitano del Popolo, costruito nel 1255 e arricchito nel 1287 del Verone, la bella loggia affacciata sul cortile dove il Podestà adunava i rappresentanti delle Arti e delle Corporazioni. Divenuto nel 1502 la sede del Consiglio di Giustizia, il cui capo era il cosiddetto “Bargello”, e più tardi carcere, nel 1865 venne definitivamente trasformato in museo e destinato a ospitare straordinarie raccolte di scultura e di “arti minori”. Accoglie le più importanti sculture del Rinascimento, con capolavori di Donatello, Luca della Robbia, Verrocchio, Michelangelo, Cellini e Giambologna, oltre a prestigiose raccolte di bronzetti, maioliche, prossima mostra cere, smalti, medaglie, avori, sigilli e tessili, provenienti dalle Baccio collezioni medicee e da donazioni di privati. Bandinelli

I

scultore

9 aprile 13 luglio 2014

via del Proconsolo, 4 aperto: tutti i giorni 8,15-13,50 chiuso: secondo e quarto lunedì del mese, Capodanno, 1 maggio, Natale

www.polomuseale.firenze.it/bargello

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cenacoli e cicli di affreschi

Cenacolo di Sant’Apollonia Il museo, che occupa una parte dell’antico monastero delle Benedettine di Sant’Apollonia, ospita l’Ultima Cena di Andrea del Castagno (1447 circa), affiancata da altre scene della Passione e dalla Resurrezione, e varie opere provenienti dal convento. via XXVII Aprile, 1 aperto: tutti i giorni 8,15-13,50 chiuso: prima, terza e quinta domenica del mese, secondo e quarto lunedì del mese, Capodanno, 1 maggio, Natale

Altri cenacoli visitabili all’interno di musei e complessi conventuali Cenacolo di Santa Croce Complesso Monumentale di Santa Croce (vedi p. 9)

Cenacolo di Santa Maria Novella Museo di Santa Maria Novella (vedi p. 19)

Cenacolo di Ognissanti

Cenacolo di San Marco

Il convento, fondato dagli Umiliati nel 1251, ospita nel refettorio l’Ultima Cena realizzata nel 1480 da Domenico Ghirlandaio, affresco staccato di cui è possibile ammirare anche la sinopia.

Museo di San Marco (vedi p. 8)

Convento di Ognissanti borgo Ognissanti, 42 aperto: lunedì, martedì e sabato 9-12 chiuso: Capodanno, 1 maggio, agosto e Natale

Cenacolo di Fuligno Nell’ex convento delle terziarie francescane di Sant’Onofrio, dette anche monache di Fuligno dal nome della città di origine dell’ordine, si conserva l’Ultima Cena attribuita a Pietro Perugino e bottega (1490), oltre ad affreschi staccati da vari ambienti del monastero. Museo del Cenacolo di Fuligno via Faenza, 42 aperto: martedì, giovedì e sabato 9-13 chiuso: Capodanno, 1 maggio, Natale

Cenacolo di San Salvi

Il museo prende nome dall’Ultima Cena dipinta da Andrea del Sarto (1526-1527) nel refettorio del convento vallombrosano di San Salvi; nelle altre sale, tra cui la cucina e la Sala del Lavabo, sono esposti prevalentemente dipinti di scuola fiorentina. Museo del Cenacolo di Andrea del Sarto via di San Salvi, 16 aperto: da martedì a domenica 8,15-13,50 chiuso: Capodanno, 1 maggio, Natale

Cenacolo di Santo Spirito Museo della Fondazione Salvatore Romano (vedi p. 19)

Cenacolo del Carmine Cappella Brancacci (vedi p. 19)

Cenacolo della Calza Convento della Calza, piazza della Calza, 6 aperto: su richiesta 055 222287

Oratorio dei Buonomini di San Martino La Confraternita dei Buonomini, fondata nel 1441 da sant’Antonino per l’assistenza ai “poveri vergognosi”, si insediò nel 1478 in alcuni locali posti dietro la chiesa di San Martino del Vescovo, poi trasformati in oratorio. L’ambiente è decorato da una serie di lunette, dipinte intorno al 1480 dalla bottega di Domenico Ghirlandaio: le pitture illustrano due scene della vita di san Martino e le opere assistenziali svolte dai Buonomini. Nei locali attigui si conserva un ricco archivio che documenta gli oltre cinque secoli di storia della cconfraternita, ancora oggi attiva. Oratorio dei Buonomini di San Martino piazza di San Martino aperto: tutti i giorni 10-12 e 15-17 chiuso: venerdì e festivi

Crocifissione di Perugino Al 1257 data la prima chiesa con convento dedicata a Santa Maria Maddalena delle Convertite, in ricordo del ricovero per donne di malaffare pentite che lì sorgeva. Ristrutturato alla fine del Quattrocento su progetto di Giuliano da Sangallo, l’ex convento ospita nella Sala Capitolare la Crocifissione e santi affrescata da Pietro Perugino (1493-1496), con la Maddalena inginocchiata ai piedi della croce. È questa la più importante testimonianza artistica risalente alla fase cistercense del complesso. Chiesa e convento di Santa Maria Maddalena dei Pazzi accesso dal Liceo Michelangiolo via della Colonna, 9 aperto: martedì e giovedì 14,30-17,30 chiuso: agosto, festivi e giorni di chiusura dell’istituto

Chiostro dello Scalzo Il chiostro era in origine l’atrio della Cappella della Compagnia dei Disciplinati di San Giovanni Battista, detta dello Scalzo, fondata nel 1376. Il chiostro è decorato da un ciclo di affreschi a monocromo con episodi della Vita del Battista e raffigurazioni delle Virtù, realizzato a più riprese da Andrea del Sarto (1509-1526). Due episodi invece furono affrescati da Franciabigio (1518-1519). via Cavour, 69 aperto: lunedì, giovedì, primo, terzo e quinto sabato del mese, seconda e quarta domenica del mese 8,15-13,50 chiuso: Capodanno, 1 maggio, agosto, Natale Pietro Perugino e bottega, Ultima Cena, 1490. Museo del Cenacolo di Fuligno


Il Grande Museo del Duomo Questo il nome scelto dall’Opera di Santa Maria del Fiore per rappresentare l’unitarietà dei monumenti distribuiti intorno a piazza del Duomo, fulcro del sistema museale dell’Opera. Per migliorarne la fruizione sono previsti nuovi percorsi di visita, il riallestimento interno del Campanile e di Santa Reparata ed entro il 2015 il compimento di un importante progetto di riqualificazione della piazza che comprende il riordino dell’arredo urbano con sedute, verde e una nuova segnaletica. Inoltre in autunno prende il via la pulitura del rivestimento marmoreo del Battistero e dei Palazzi dei Canonici, a completamento del restauro dei 40.000 metri quadrati che compongono la superficie totale dei monumenti del Grande Museo del Duomo. Procedono inoltre i lavori di ampliamento e riallestimento del nuovo Museo dell’Opera, mentre è già attivo dall’estate un biglietto unico per tutti i monumenti del complesso, valido 24 ore.

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Progetto per la riqualificazione della piazza intorno all’abside del Duomo. Courtesy Opera di Santa Maria del Fiore

Cripta di Santa Reparata

Cattedrale di Santa Maria del Fiore Progettata da Arnolfo di Cambio, sorse sopra la cattedrale paleocristiana dedicata a Santa Reparata e nel 1412 fu intitolata a Santa Maria del Fiore con una chiara allusione al giglio, simbolo della città. La facciata fu conclusa soltanto alla fine dell’Ottocento. aperto: da lunedì a mercoledì e venerdì 10-17; giovedì 10-16,30, in maggio e ottobre 10-16, da luglio a settembre 10-17; sabato 10-16,45; domenica e festività 13,30-16,45

Cupola La costruzione della cupola − la più grande mai edificata in muratura − ebbe inizio nel 1420; cinque anni dopo fu affidata a Filippo Brunelleschi e fu completata fino alla base della lanterna nel 1436. aperto: da lunedì a venerdì 8,30-19, sabato 8,30-17,40 chiuso: festività

opera di santa maria del fiore

stituita alla fine del XIII secolo per sovrintendere alla costruzione della nuova cattedrale di Firenze, l’Opera di Santa Maria del Fiore si trova oggi ad amministrare un complesso di monumenti e di edifici storici di straordinaria rilevanza, sviluppatosi nei secoli attorno alla chiesa cattedrale. Il complesso, oltre al Duomo e al Battistero, è articolato in una varietà di “luoghi” caratterizzati da una spiccata individualità e una specificità storica e funzionale.

progetto

(sito archeologico) Tra il 1965 e il 1973 una grande campagna di scavi eseguita sotto la cattedrale ha portato in luce i resti dell’antica basilica di Santa Reparata, testimonianza della prima cristianità a Firenze. aperto: da lunedì a mercoledì e venerdì 10-17; giovedì 10-16,30, in maggio e ottobre 10-16, da luglio a settembre 10-17; sabato 10-16,45, 1 maggio 8,30-17 chiuso: in occasione delle principali festività liturgiche

Campanile di Giotto Iniziato da Giotto nel 1334, è una delle quattro componenti principali di piazza del Duomo. Alto 84,70 metri e largo circa 15, è la più eloquente testimonianza dell’architettura gotica fiorentina del Trecento. aperto: tutti i giorni 8,30-19,30, 6 gennaio 8,30-14 chiuso: Capodanno, Pasqua, Natale

Nello splendore mediceo

Papa Leone X e Firenze a cura di Nicoletta Baldini e Monica Bietti fino al 6 ottobre 2013 La mostra celebra Leone X, secondogenito di Lorenzo il Magnifico e primo papa Medici, seguendone la vita dalla nascita a Firenze nel 1475 fino all’elezione al soglio pontificio (9 marzo 1513) e al breve ritorno in patria nel 1515. aperta: tutti i giorni 8,15-16,50

www.operaduomo.firenze.it

Battistero di San Giovanni

A pianta ottagonale, interamente rivestito di marmi policromi, il Battistero che vediamo oggi è il frutto dell’ampliamento di un primitivo edificio, risalente al IV-V secolo. aperto: da lunedì a venerdì 11,15-19; primo sabato del mese, domenica e festività 8,30-14, Lunedì di Pasqua, 25 aprile e 1 maggio 8,30-19

Museo dell’Opera del Duomo Nato nel 1891 e rinnovato nell’allestimento nel 1999, attualmente il museo è oggetto di lavori di ristrutturazione e ampliamento il cui termine è previsto per il 2016. È uno dei più importanti musei ecclesiastici italiani, che fin dalla fine dell’Ottocento, ha accolto tutte le opere d’arte rimosse per ragioni di conservazione dall’esterno della Cattedrale, dal Battistero e dal Campanile. piazza del Duomo, 9 aperto: da lunedì a sabato 9-19,30, domenica 9-13,45 chiuso: Capodanno, 6 gennaio, Natale

cappelle medicee

mostra

via della Canonica, 1 apertura uffici: da lunedì a venerdì 8-19, sabato 8-14

useo statale dal 1869, le Cappelle Medicee legano la propria storia alla chiesa di San Lorenzo, a cui appartengono. Il museo comprende la Sagrestia Nuova, disegnata da Michelangelo, la Cappella dei Principi, monumentale mausoleo in pietre dure, la Cripta, dove si trovano le tombe dei granduchi medicei e dei loro familiari, e la Cripta Lorenese, con le spoglie dei principi lorenesi e il monumento funebre a Cosimo il Vecchio. Il museo conserva inoltre una parte del Tesoro della basilica di San Lorenzo.

M

piazza di Madonna degli Aldobrandini, 6 aperto: tutti i giorni 8,15-13,50 chiuso: seconda e quarta domenica, primo, terzo e quinto lunedì del mese, Capodanno, 1 maggio, Natale

www.polomuseale.firenze.it/ musei/cappellemedicee


museo di storia naturale

Imperiale e Regio Museo di Fisica e Storia Naturale – fondato nel 1775 da Pietro Leopoldo di Asburgo Lorena per riunire le collezioni naturalistiche e gli strumenti scientifici conservati nella Galleria degli Uffizi, poi chiamato “La Specola” in omaggio all’Osservatorio Astronomico terminato nel 1789 – si articola oggi in sei sezioni distribuite in palazzi e luoghi della città. Vi sono ospitati reperti di straordinario valore scientifico e naturalistico: dagli erbari cinquecenteschi alle preziose cere del Settecento, dagli scheletri fossili di elefanti alle collezioni di variopinte farfalle, dai grandi cristalli di tormaline ai reperti aztechi, dalle imponenti sculture lignee all’infiorescenza più grande del mondo. Un contesto che coniuga, in maniera mirabile, natura, storia, scienza e arte.

L’

Sede amministrativa: via Giorgio La Pira, 4

www.msn.unifi.it

Sezione Antropologia e Etnologia

I reperti più antichi provengono dalle raccolte medicee e dalla collezione settecentesca di James Cook; altri sono stati raccolti da ricercatori e scienziati tra Otto e Novecento. Intere sale sono dedicate agli Indiani d’America, alla Lapponia, alla Siberia, all’Indonesia; di grande rilievo la collezione di strumenti musicali. via del Proconsolo, 12

Sezione Mineralogia e Litologia

Vi si scoprono collezioni di minerali, rocce e gemme: da non perdere un grande cristallo di topazio e un’acquamarina di quasi 100 kg. Il rinnovato allestimento è corredato da filmati e innovative animazioni didattiche multimediali.

Sezione Geologia e Paleontologia

Dedicata ai vertebrati fossili della Toscana, qui raccolti da oltre due secoli, illustra la storia paleontologica, la paleogeografia e le fasi della fauna terrestre e marina. Vi si conserva lo scheletro del primate più antico della regione. via Giorgio La Pira, 4 aperti: da ottobre a maggio lunedì, martedì, giovedì e venerdì 9-13, sabato e domenica 10-17; da giugno a settembre lunedì, martedì, giovedì e venerdì 10-13, sabato e domenica 10-18 chiusi: Capodanno, Pasqua, 1 maggio, 15 agosto, Natale

Sezione Orto Botanico Nato come Giardino dei Semplici (piante medicinali) nel 1545, oggi i suoi 3 ettari si articolano in grandi serre, serrette, aiuole tematiche con percorsi tattili e olfattivi per non vedenti. Da ammirare gli alberi monumentali che raggiungono anche i 300 anni. via Pier Antonio Micheli, 3 aperto: da aprile al 15 ottobre da giovedì a martedì 10-19, dal 16 ottobre a marzo da sabato a lunedì 10-17 chiuso: Capodanno, Pasqua, 1 maggio, 15 agosto, Natale

Attività didattiche per bambini vedi p. 45

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Sezione Botanica È la più importante istituzione scientifica italiana per la raccolta e la conservazione di collezioni di piante e materiali di origine vegetale. Riunisce straordinari erbari storici e collezioni artistiche e didattiche, che comprendono dipinti di natura morta di Bartolomeo Bimbi e modelli in cera di vegetali realizzati tra il XVIII e il XIX secolo. via Giorgio La Pira, 4 aperto: su prenotazione con visita guidata (055 2756444 da lunedì a venerdì 9-17)

Sezione Zoologia “La Specola” Vi si possono visitare il Salone degli Scheletri con crani e scheletri completi di animali estinti, la Tribuna di Galileo (1841), le sale dedicate alla zoologia che offrono un panorama degli animali esistenti e di quelli estinti o in pericolo di estinzione, le sale delle cere anatomiche con reperti di alto valore scientifico e artistico e il Torrino. Nella sezione si può visitare anche la mostra Cristalli. La più bella mostra del mondo che espone la collezione di Adalberto Giazotto. via Romana, 17 aperto: da martedì a domenica da ottobre a maggio 9,30-16,30, da giugno a settembre 10,30-17,30; Torrino e Salone degli Scheletri su prenotazione con visita guidata (055 2756444 da lunedì a venerdì 9-17) chiuso: Pasqua, 1 maggio, 15 agosto Le sale XXV, XXVII e XXXI-XXXIV della collezione Cere sono temporaneamente chiuse per lavori

Villa Il Gioiello via Pian dei Giullari, 17 Biomedica viale Giovan Battista Morgagni, 85 aperti: su prenotazione con visita guidata (055 2756444 da lunedì a venerdì 9-17)

mostre

Parco Archeologico di Carmignano Il polo archeologico riunisce in un unico sistema il Museo Archeologico di Artimino e i siti etruschi del territorio. I quattro siti principali compresi nel Parco Archeologico sono la necropoli di Artimino a Prato Rosello, l’insediamento fortificato di Pietramarina, il Tumulo di Montefortini e la Tomba dei Boschetti a Comeana. Il Museo Archeologico di Artimino espone una collezione di reperti raccolti nel territorio di Carmignano e ordinati secondo un criterio topografico e cronologico in due sezioni dedicate al “mondo dei vivi” e al “mondo dei morti”. Museo Archeologico di Artimino piazza San Carlo, Artimino aperto: da febbraio a ottobre, lunedì, martedì, giovedì e venerdì 9,30-13,30, sabato e domenica 9,30-13,30 e 15-18, mercoledì su prenotazione; Attività da novembre a gennaio sabato, domenica didattiche e festivi 9,30-13,30 e 14-16, per bambini gli altri giorni su prenotazione chiuso: Capodanno, Pasqua, 1 maggio, vedi p. 44 15 agosto, 1 novembre, 25, 26 dicembre, 31 dicembre se di domenica

www.parcoarcheologicocarmignano.it

Area archeologica e Museo Civico Archeologico di Fiesole Il museo espone reperti protostorici, etruschi,

romani e medievali, rinvenuti durante scavi sul territorio fiesolano, e oggetti di varia provenienza donati da collezionisti privati. Con l’accrescersi della consistenza del suo patrimonio, nel 1914 fu trasferito dalla prima sede nel Palazzo Pretorio (attuale sede del Comune) in un edificio progettato da Ezio Cerpi e costruito all’interno dell’area archeologica. Riordinato nel 1981, ospita anche la Collezione Costantini. via Portigiani, 1, Fiesole aperto: tutti i giorni, marzo e ottobre 10-18, da aprile a settembre 10-19, da novembre a febbraio 10-14 chiuso: martedì da novembre a febbraio

www.museidifiesole.it

mostra

Il paesaggio a cura di Silvia La Rossa Museo Civico Archeologico di Fiesole, Sala Costantini 5-30 ottobre 2013 In mostra cinque grandi opere di Sergio Scatizzi accompagnate dai lavori dei tre artisti contemporanei Minarini, Pasquini e Pettinato, che omaggiano il maestro e, ispirandosi al paesaggio toscano, entrano in quello fiesolano.

Inspired Fossils Fotografie di Art Murphy

1914-2014

Sezione Geologia e Paleontologia 21 settembre-13 ottobre 2013

I cento anni del Museo Civico Archeologico di Fiesole

Enigma

Inaugurato nel 1914, il museo, fulcro attorno al quale si estende l’area archeologica di Fiesole, celebrerà nel 2014 il suo primo centenario. Per l’occasione, grazie alla collaborazione tra il Comune di Fiesole e la Soprintendenza Archeologica della Toscana, il museo sarà luogo di ricche attività rivolte a tutti e ospiterà un’interessante mostra sui Longobardi.

Sezione Zoologia “La Specola”, Tribuna di Galileo 6-20 ottobre 2013


musei archeologici

Museo Archeologico Nazionale

Dal 1881 ha sede nel seicentesco Palazzo della Crocetta, edificato per la principessa Maria Maddalena de’ Medici, sorella di Cosimo II. Il nucleo delle collezioni mediceo-lorenesi del museo si è arricchito nel tempo di importanti opere e reperti dell’arte greca, etrusca e romana, affiancati dalla preziosa raccolta del Museo Egizio. Tra i grandi bronzi da non perdere la Chimera, trovata ad Arezzo nel 1553, e la statua bronzea dell’etrusco Aule Meteli detta l’Arringatore. Si segnalano inoltre il Vaso François (570 a.C.) nella collezione di ceramica attica figurata e la raccolta di sculture in marmo. Tra i reperti scultorei spicca la produzione etrusca di carattere funerario, con urne cinerarie chiusine o volterrane e sarcofagi in pietra e marmo, fra cui il notissimo Sarcofago delle Amazzoni (IV secolo a.C.). Nel palazzo del museo è ospitato il Museo Egizio di Firenze, secondo in Italia solo a quello di Torino, formato dalle antiche collezioni medicee e da successive acquisizioni dei Lorena. Dal 1880 Ernesto Schiaparelli incrementò la collezione, ulteriormente arricchita da donazioni di privati e di istituzioni scientifiche. Suggestivo infine il giardino, visitabile solo il sabato mattina.

Incontri al Museo fino al 19 giugno 2014 Ciclo di conferenze alle ore 17 con ingresso gratuito al Museo Archeologico Nazionale

piazza della Santissima Annunziata, 9/b aperto: da martedì a venerdì 8,30-19, da sabato a lunedì 8,30-14 chiuso: Capodanno, 1 maggio, Natale

mostra

Cortona

www.archeotoscana.beniculturali.it

L’alba degli Etruschi 8 ottobre 2013-giugno 2014 La mostra illustra modi e tecniche delle attività di restauro svolte a Cortona nel 2008-2012 dalla Soprintendenza archeologica, in collaborazione con l’amministrazione comunale. L’esposizione, già allestita nel 2013 a Cortona, si incentra sui reperti rinvenuti nel II Circolo tombale, contraddistinto da 20 tombe (prima metà del VII-inizio del VI secolo a.C.). La mostra è stata anche occasione per ripercorrere gli ultimi 20 anni di indagini nell’area di Cortona, con i ritrovamenti della Tabula Cortonensis, una delle più importanti iscrizioni etrusche rinvenute, o della villa romana dell’Ossaia.

Villa Corsini La villa, in località Castello, fu donata allo Stato italiano nel 1968. Già deposito di pezzi archeologici della Soprintendenza Archeologica della Toscana, è stata completamente restaurata e oggi il nuovo allestimento espone nelle sale affrescate un importante nucleo di sculture antiche, tra cui l’Apollo saettante recentemente restaurato. L’Antiquarium illustra inoltre i risultati di studi e ricerche su reperti di provenienza locale datati dall’Età del Ferro alla romanizzazione. via della Petraia, 38 aperto: sabato 9-17 con ingresso ogni ora chiuso: Capodanno, Natale, 26 dicembre

www.polomuseale.firenze.it/musei/villacorsini

Museo e Istituto Fiorentino di Preistoria “Paolo Graziosi” Il museo fu costituito nel 1946 dal sindaco Gaetano Pieraccini e da Paolo Graziosi, antropologo e paletnologo, allo scopo di raccogliere, classificare e conservare le collezioni preistoriche di varia provenienza esistenti a Firenze. Accessibile al pubblico dal 1975, vanta, oltre a numerosi laboratori, una biblioteca di circa 3.000 volumi. via Sant’Egidio, 21 aperto: lunedì 15,30-18,30, martedì e giovedì 9,30-12,30 e 15,30-18,30, mercoledì, venerdì e sabato 9,30-12,30 chiuso: Capodanno, Pasqua e lunedì di Pasqua, 1 maggio, settimana di Ferragosto, 24-26 e 31 dicembre

www.museofiorentinopreistoria.it

Attività didattiche per bambini vedi pp. 42 e 44

Phiale mesomphalos, fine del IV secolo a.C., argento laminato. Museo Archeologico Nazionale


museo degli innocenti

a storia dell’Istituto degli Innocenti inizia nel 1419 con la fondazione dell’antico Spedale affidata all’Arte della Seta grazie al lascito del mercante pratese Francesco di Marco Datini “per principiare uno luogo nuovo […] il quale i fanciulli notrichi e notrire faccia”. La cultura e la bellezza sono state da sempre parte integrante dell’opera sociale ed educativa dell’Istituto degli Innocenti. Nella “fabbrica” progettata da Brunelleschi la modernità dell’architettura rinascimentale si lega strettamente a una nuova concezione dell’assistenza all’infanzia. Il Museo degli Innocenti (Mudi) – dove si conservano opere importanti quali l’Adorazione dei Magi di Domenico Ghirlandaio, la Madonna con il Bambino di Luca della Robbia, la Vergine e santi di Piero di Cosimo e una splendida Madonna con il Bambino di Sandro Botticelli – trova spazio nella galleria sopra il portico di facciata, destinata ad “abituro dei fanciulli” nel progetto brunelleschiano.

L

Un nuovo Mudi Prosegue il cantiere per l’ampliamento del Museo degli Innocenti la cui conclusione è prevista per la primavera 2015. Per tutta la durata del cantiere è visitabile un percorso ridotto attraverso gli spazi architettonici: il loggiato brunelleschiano, il Cortile degli Uomini, il Cortile delle Donne con il San Giovanni Evangelista di Simone Talenti, e la Sala Grazzini dove è allestito un percorso che racconta l’attività dell’istituto attraverso documenti d’archivio.

Attività didattiche per bambini vedi p. 44

piazza della Santissima Annunziata, 12 aperto: da lunedì a sabato 10-16, domenica 10-14 chiuso: Capodanno, Natale

Simone Talenti, San Giovanni Evangelista. Museo degli Innocenti

museo per la matematica

www.istitutodeglinnocenti.it www.museomudifirenze.it

l primo museo dedicato completamente alla matematica e alle sue applicazioni è articolato su percorsi coerenti, pensati come mostre indipendenti: • Oltre il compasso: la geometria delle curve • Pitagora e il suo teorema • La matematica in Italia 1800-1950 • Un Ponte sul Mediterraneo. Leonardo Pisano, la scienza araba e la rinascita della matematica in Occidente • Piccola storia del calcolo infinitesimale • La matematica antica attraverso i francobolli • Aiutare la natura: dalle Meccaniche di Galileo alla vita quotidiana • Armi di istruzione di massa. Giochi, enigmi, passatempi matematici.

I

via di San Bartolo a Cintoia, 19/a aperto: da lunedì a venerdì 9-13, domenica 15-19 nelle domeniche in cui sono previste attività. Aperture straordinarie per gruppi su prenotazione 055 7379594 chiuso: festivi e agosto Per il calendario completo delle attività consultare il sito

www.archimede.ms

Attività didattiche per bambini vedi pp. 42-43 kudryashka / 123RF Archivio Fotografico


Pedalando nel passato: storie di uomini e di mestieri in collaborazione con Comune di Firenze, Collezione Marco Paoletti, Fondazione Sistema Toscana, Opera Laboratori Fiorentini – Civita Group e Biblioteca delle Oblate – Archivio Storico Comunale di Firenze fino al 17 novembre 2013 La mostra, organizzata in occasione dei Mondiali di ciclismo 2013, presenta gli antichi bicicli del Museo Galileo e le cosiddette biciclette dei mestieri che illustrano le tappe più significative dello sviluppo dei veicoli a due ruote, soffermandosi sul loro significato simbolico e sociale. Tra gli esemplari del museo, di solito conservati nei depositi, l’antenata della bicicletta detta draisina che si spingeva con i piedi, gli “scuotiossa” – i primi velocipedi con i pedali e i freni –, i bicicli dalle grandi ruote anteriori fino ai più recenti “bicyclette” e “bicicletto”. Fanno invece parte della collezione di Marco Paoletti le biciclette dei mestieri che risalgono al periodo tra il primo Novecento e il secondo dopoguerra, veicoli modificati e attrezzati per attività come quelle dell’arrotino, del calzolaio e del burattinaio. Accompagna la mostra un filmato di montaggio realizzato dalla Fondazione Sistema Toscana con brani di film in cui compaiono biciclette, da Il circo di Charlie Chaplin (1928) e Ladri di biciclette di Vittorio De Sica (1948) al più recente Il cuore grande delle ragazze di Pupi Avati (2011).

museo galileo

mostra

l Museo Galileo, erede di una tradizione di collezionismo scientifico che vanta quasi cinque secoli di storia, si è sviluppato dall’interesse che i granduchi di Toscana rivolsero agli strumenti e agli esponenti della scienza e ruota intorno alla figura di Galileo Galilei, autorevole quanto discusso protagonista dell’astronomia e della scienza moderna. Il nuovo allestimento museografico intende porre l’accento sull’importanza dell’eredità galileiana nei confronti del patrimonio museale e delle attività di ricerca che identificano la duplice funzione del Museo Galileo - Istituto e Museo di Storia della Scienza.

I

piazza dei Giudici, 1 aperto: da mercoledì a lunedì 9,30-18, martedì 9,30-13 chiuso: Capodanno, 6 gennaio, Pasqua, 1 maggio, 15 agosto, 1 novembre, 8 dicembre, Natale, 26 dicembre

www.museogalileo.it

Attività didattiche per bambini vedi pp. 42-44

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Anelli astronomici. Museo Galileo

Il Planetario Nato dalla collaborazione tra la Fondazione Scienza e Tecnica, l’Istituto e Museo di Storia della Scienza e l’Osservatorio Astrofisico di Arcetri, il Planetario propone appuntamenti con il pubblico tenuti da astronomi dell’Osservatorio di Arcetri che affrontano i temi classici dell’astronomia come i moti del Sole, della Luna e dei pianeti, le nebulose, le galassie, la Via Lattea e la precessione degli equinozi, oltre ad argomenti che spaziano dall’osservazione del cielo, alla mitologia, all’astronomia nella Divina Commedia e nella storia dell’arte e della scienza. Gli incontri consentono di avere una descrizione generale dei più importanti fenomeni celesti e di essere aggiornati sui principali eventi astronomici del mese in corso. Vengono inoltre mostrate le costellazioni più facilmente riconoscibili e quelle della fascia zodiacale della stagione corrente, spiegando come trovarle nel cielo e raccontando le affascinanti storie dei miti antichi. aperto: domenica 15 e 16,30, giovedì alle 21 secondo il calendario consultabile sul sito www.fstfirenze.it. Prenotazione obbligatoria per il giovedì, consigliata per la domenica 055 2343723 (lunedì-venerdì 9-16) fax 055 2478350 iscrizioni@fstfirenze.it

fondazione scienza e tecnica

a Fondazione, istituita nel 1987, è nata con la finalità di conservare e valorizzare il patrimonio dell’Istituto Tecnico Toscano, fondato in epoca lorenese, e più in generale di divulgare la cultura scientifica. Le collezioni dell’Istituto, formatesi nel corso del XIX secolo, si compongono di due nuclei principali corrispondenti al Gabinetto di Fisica e al Gabinetto di Storia Naturale con l’annesso Museo Tecnologico. Presso la Fondazione si possono osservare strumenti e macchine tecnico-scientifiche, raccolte di interesse naturalistico, modelli di manufatti e materiali delle industrie toscane di primo Ottocento; la qualità, la quantità e la varietà degli oggetti costituiscono un patrimonio unico nel campo della storia della scienza, della tecnologia e dell’insegnamento tecnico-scientifico. Dal 2002 è inoltre entrato in funzione il Planetario. via Giuseppe Giusti, 29 aperto: sabato 10-12 e 15-18 e domenica 10-12 con accesso ogni 30 minuti, solo su prenotazione 055 2343723 chiuso: luglio e agosto

www.fstfirenze.it

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musei civici fiorentini

Musei Civici Fiorentini, costituiti da un’articolata varietà di collezioni, hanno il compito di conservare e valorizzare il patrimonio d’arte civico favorendo un’ampia fruizione pubblica. Fanno parte di tale patrimonio anche alcune delle più importanti chiese fiorentine, edifici religiosi e numerose raccolte ricevute in dono da collezionisti, artisti e istituzioni cittadine.

I

Museo di Palazzo Vecchio

Il teatro romano di Firenze (Palazzo Vecchio)

Il Palazzo della Signoria, eretto tra il 1299 e i primi decenni del Trecento per ospitare il supremo organo del Comune, si trasforma in reggia ducale alla metà del XVI secolo e oggi è sede dell’amministrazione cittadina. La sua storia si riflette nella magnificenza dei Quartieri Monumentali che formano il percorso di visita del museo: un susseguirsi di saloni e ambienti privati fastosamente decorati da alcuni dei più celebri artisti del Rinascimento e del Manierismo fiorentini, con arredamenti d’epoca e capolavori d’eccezione, come la Giuditta di Donatello, il Putto con delfino di Andrea del Verrocchio, la Vittoria di Michelangelo e le pitture di Bronzino nella Cappella di Eleonora. Un nuovo breve percorso di visita intitolato Tracce di Firenze, posto al piano terra, ripercorre le tappe fondamentali dello sviluppo urbanistico e architettonico della città e ne mostra i luoghi più significativi, attraverso un’importante selezione di dipinti, stampe e disegni, integrata da esposizioni e installazioni temporanee.

Lo scavo archeologico nei sotterranei di Palazzo Vecchio ha riportato alla luce i resti del teatro romano (I-II secolo d.C.). Attraverso una serie di passerelle è possibile visitare le suggestive vestigia del monumento antico e le successive stratificazioni medievali.

piazza della Signoria aperto: dal 25 marzo a settembre da venerdì a mercoledì 9-24 (visita alla Torre 9-21), giovedì 9-14; da ottobre a marzo da venerdì a mercoledì 9-19 (visita alla Torre 9-17), giovedì 9-14 (visita alla Torre 10-14). Aperture straordinarie notturne in occasione di particolari eventi e festività. L’accesso alla torre è sospeso in caso di pioggia chiuso: Natale

www.museicivicifiorentini.it

www.museicivicifiorentini.it/palazzovecchio

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piazza della Signoria aperto: su prenotazione tramite visite guidate. Accessibile ai visitatori dai 10 anni e parzialmente accessibile ai disabili accompagnati. Informazioni e prenotazioni 055 2768224 2768558 info@muse.comune.fi.it

www.musefirenze.it

Domenica del Fiorentino Una domenica al mese aperture straordinarie con ingresso libero e attività gratuite nei Musei Civici per i nati e/o residenti a Firenze e provincia. Per partecipare è necessario essere muniti della della tessera gratuita ‘Un bacione Card’, disponibile presso gli URP della città. Prenotazione obbligatoria per le attività 055 2768224 2768558 info@muse.comune.fi.it

Attività didattiche per bambini vedi p. 44

www.musefirenze.it


musei civici fiorentini

Museo del Bigallo

Museo di Santa Maria Novella

Ospitato nella loggia un tempo sede della Compagnia Maggiore di Santa Maria del Bigallo, il museo conserva affreschi del XIV secolo, tra i quali la Madonna della Misericordia raffigurante la prima immagine della città (1342). Tra le opere esposte, preziose tavole del XIV e XV secolo, come il trittico di Bernardo Daddi e i dipinti di Domenico di Michelino e del Maestro di San Miniato, e sculture dell’architetto della loggia Alberto Arnoldi.

Il complesso monumentale di Santa Maria Novella comprende, oltre alla basilica e al Cimitero degli Avelli, i chiostri decorati tra il XIV e il XV secolo − il Chiostro Grande, il Chiostro dei Morti e il Chiostro Verde con importanti pitture di Paolo Uccello −, il Cappellone degli Spagnoli decorato da affreschi di Andrea di Bonaiuto, la Cappella degli Ubriachi e l’antico Refettorio con interventi tardocinquecenteschi di Alessandro Allori.

piazza di San Giovanni, 1 aperto: da venerdì a domenica 10,30-16,30. Ingresso ogni ora con visite accompagnate, su appuntamento 055 288496 bigallo@comune.fi.it chiuso: Capodanno, 1 maggio, Natale

www.comune.fi.it

Museo Stefano Bardini Stefano Bardini (1854-1922) creò un museo nel palazzo acquistato nel 1881 per svolgere la sua attività antiquariale. Passato al Comune di Firenze nel 1922, il museo presenta oggi un allestimento che recupera il progetto originale dell’antiquario. Tra gli oltre 2.000 dipinti, sculture e oggetti di arti applicate, da non mancare la Carità di Tino da Camaino, la Madonna dei Cordai di Donatello, il San Michele Arcangelo di Antonio del Pollaiolo, l’Atlante del Guercino e il famoso Porcellino in bronzo di Pietro Tacca. Interessanti le raccolte di medaglie, bronzetti e tappeti orientali, i cassoni quattrocenteschi e la preziosa armeria. via dei Renai, 37 aperto: da venerdì a lunedì 11-17; gli altri giorni gruppi su prenotazione chiuso: Capodanno, Pasqua, 1 maggio,15 agosto, Natale

www.museicivicifiorentini.it/bardini

mostra

Ritorni allestimento di Pier Luigi Pizzi Museo Stefano Bardini 5-13 ottobre 2013 In occasione della XXVIII Biennale dell’Antiquariato di Firenze, gli ambienti appartenuti al celebre, e talvolta vituperato, mercante Bardini ospitano 35 opere recuperate da antiquari e rientrate in Italia. L’esposizione intende smentire il luogo comune secondo cui gli antiquari italiani sono responsabili della dispersione del patrimonio artistico nazionale, trascurando invece il ruolo svolto nel recupero di opere di grande importanza. Nel secondo dopoguerra infatti essi individuarono nelle classi industriali emergenti nuovi potenziali collezionisti e approfittarono della ricomparsa sul mercato di pezzi provenienti dallo smembramento di collezioni inglesi e americane, dando inizio a uno straordinario recupero di opere d’arte disperse.

piazza di Santa Maria Novella e piazza della Stazione, 4 aperto: Museo da lunedì a giovedì 9-17,30, venerdì 11-17,30, sabato 9-17, domenica e festività 12-17 (da luglio a settembre), 13-17 (da ottobre a giugno) Chiostro Grande secondo il calendario consultabile sul sito chiuso: Capodanno, Pasqua, 1 maggio, 15 agosto, Natale

www.museicivicifiorentini.it/smn

Cappella Brancacci

La duecentesca chiesa del Carmine accoglie la Cappella Brancacci, capolavoro universalmente noto per il ciclo di affreschi con le Storie di San Pietro di Masaccio e Masolino. Eseguiti negli anni 1425-1427, gli affreschi rimasero incompiuti e furono terminati da Filippino Lippi fra il 1481 e il 1482. Il percorso museale include anche il chiostro e la Sala del Cenacolo di Alessandro Allori (1582).

piazza del Carmine, 14 aperto: lunedì e da mercoledì a sabato 10-17; domenica e festività religiose infrasettimanali 13-17. Prenotazione obbligatoria per gruppi chiuso: Capodanno, 7 gennaio, Pasqua, 1 maggio,16 luglio, 15 agosto, Natale

www.museicivicifiorentini.it/brancacci

Fondazione Salvatore Romano

Nell’antico Cenacolo di Santo Spirito si conservano sculture e frammenti di decorazioni architettoniche e pitture murali, in larga parte medievali, donate alla città nel 1946 dall’antiquario Salvatore Romano.

piazza Santo Spirito, 29 aperto: da sabato a lunedì 10-16 chiuso: Capodanno, Pasqua, 1 maggio, 15 agosto, Natale

www.museicivicifiorentini.it/romano

Forte di Belvedere Dopo la lunga chiusura in occasione della mostra di Zhang Huan, il Forte di Belvedere torna a essere luogo dedicato all’arte contemporanea. La struttura difensiva fu eretta intorno al 1590 su progetto di Bernardo Buontalenti, inglobando la Palazzina di Belvedere, realizzata circa 20 anni prima da Bartolomeo Ammannati dove si conserva la raccolta Collezioni del Novecento (chiusa al pubblico). via di San Leonardo, 1

www.museicivicifiorentini.it/ fortebelvedere

mostra Il Forte di Belvedere con un’opera di Zhang Huan

Zhang Huan

L’Anima e la Materia a cura di Olivia Turchi Palazzo Vecchio e Forte di Belvedere fino al 13 ottobre 2013 La mostra raccoglie alcuni lavori recenti dell’artista cinese, noto soprattutto per le enormi opere in cenere e incenso, che si sfaldano nel tempo di una mostra. Durante un soggiorno in città l’artista è rimasto affascinato dall’arte fiorentina; le sue riflessioni sono tradotte in un percorso espositivo che lascia dialogare tradizione e sperimentazione, realtà terrena e spiritualità, mettendo a confronto cultura storica e contemporanea e operando sul doppio binario dell’iconografia cinese e occidentale. aperta: Palazzo Vecchio giovedì 9-14, da venerdì a mercoledì 9-19; Forte di Belvedere da venerdì a mercoledì 10-17

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case museo

Museo di Casa Martelli

Il palazzo, rimasto proprietà della famiglia Martelli fino al 1986 e divenuto museo statale nel 1999, è stato aperto al pubblico nel 2009 per rendere fruibile la dimora e le collezioni della nobile casata. All’inizio del Cinquecento i Martelli, banchieri e mecenati alleati dei Medici, acquisirono un primo immobile destinato a ingrandirsi negli anni seguenti. Fin dal Seicento vi fu ordinata una collezione d’arte, la cui quadreria è conservata tuttora nell’allestimento originario. Si tratta dunque di una casa museo che non è frutto di una ricostruzione postuma da parte di un collezionista, ma deriva dalla stratificazione secolare della vita di una famiglia. via Ferdinando Zannetti, 8 aperto: giovedì pomeriggio dalle 14 e sabato mattina dalle 9, su prenotazione 055 294883

www.polomuseale.firenze.it/musei/casamartelli

Museo di Palazzo Davanzati o della Casa Fiorentina Antica Esempio quasi unico della tipica casa fiorentina a metà tra la torre medievale e il palazzo rinascimentale, l’edificio fu costruito verso la metà del XIV secolo dai Davizzi; passò in seguito ai Bartolini e nel 1578 ai Davanzati, cui rimase fino alla fine dell’Ottocento. Nel 1904 l’antiquario Elia Volpi lo restaurò e lo arredò con pezzi della sua collezione. Acquistato in seguito dallo Stato, fu aperto al pubblico nel 1956. Nel museo mobili, dipinti, arazzi e oggetti di uso domestico ricreano l’arredamento di una casa patrizia fiorentina dal XIV al XVII secolo. Notevoli i dipinti di soggetto profano e religioso, fra i quali il tondo con Il gioco del civettino di Giovanni di ser Giovanni detto lo Scheggia; fra le sculture il Busto di fanciullo di Antonio Rossellino. Di grande interesse la collezione di ceramiche e maioliche (XIV-XVIII secolo) e le rare decorazioni murali, come quelle nella Sala dei Pappagalli e nella camera detta ‘della Castellana di Vergy’. via Porta Rossa, 13 aperto: tutti i giorni 8,15-13,50; secondo e terzo piano solo su appuntamento 055 2388610 chiuso: seconda e quarta domenica, primo, terzo e quinto lunedì del mese, Capodanno, 1 maggio, Natale

www.polomuseale.firenze.it/musei/davanzati

Casa Guidi Dopo il matrimonio segreto (1846), i poeti inglesi Robert Browning ed Elizabeth Barrett Browning fuggirono in Italia e dimorarono a Firenze fino alla morte di Elizabeth (1861); la casa fu acquistata nel 1971 dal Browning Institute di New York, che la restaurò e la riallestì con arredi appartenuti alla coppia. piazza di San Felice, 8 aperto: da aprile a novembre, lunedì, mercoledì e venerdì 15-18

Viaggio in Oriente

mostra

Fotografie dall’Africa a Casa Martelli a cura di Francesca Fiorelli Malesci fino al 7 novembre 2013

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Il fascino esotico e misterioso che lega gli occidentali al Medio Oriente e all’Africa mediterranea esplode con le campagne militari di Napoleone. Nei decenni successivi viaggiatori, artisti, archeologi e studiosi calcano quelle sabbie sconosciute e l’Oriente, i suoi paesaggi, le sue contrade dalle atmosfere insolite divengono soggetti prediletti dai fotografi (negli anni tra il 1869 e il 1900 se ne contano al Cairo oltre 250, dei quali 100 francesi). La produzione commerciale conosce un vero e proprio decollo, conquistandosi una clientela turistica che approda alle terre orientali fin dagli anni sessanta dell’Ottocento; dall’apertura del Canale di Suez, nel 1869, l’Egitto diviene una meta ambita da tutti i viaggiatori. Fra questi, attento e insostituibile è il contributo del fotografo francese Émile Béchard, che apre uno studio al Cairo, dove vive fino al 1880. Oltre all’imponente lavoro sui grandi monumenti dell’antico Egitto, Béchard diviene noto per le scene di genere e i ritratti della popolazione del nord Africa come testimonia la collezione di fotografie di Casa Martelli esposta nella mostra: i 24 intensi ritratti vengono infatti acquistati da Carlo Martelli (1850-1945) – padre dell’ultima generazione di cui il museo ha raccolto l’eredità – durante il suo viaggio in Terrasanta in compagnia di un gruppo di amici fiorentini esempio di quella clientela benestante spinta dal desiderio di pellegrinaggio in Terrasanta o della scoperta dei siti d’Egitto. Il giovane Carlo, affascinato dai colori, le luci, i costumi delle popolazioni, rivive con grande attenzione e interesse l’esperienza comune ai viaggiatori, ai pittori e non ultimi ai fotografi, che avevano cercato, con sensibilità e aiuti tecnici, di farli propri. La carovana, che parte da Livorno il 26 agosto 1879, tocca Alessandria, il Cairo, Porto Said, Jaffa, fino a raggiungere le agognate mete dei luoghi santi, fra cui Gerusalemme, Betlemme, Emmaus e il Mar Morto, il lago di Tiberiade, Nazaret, e infine Damasco e Beirut, da dove rientra via mare ad Alessandria e da lì arriva in Italia il 24 ottobre. aperta: giovedì 14-19 e sabato 9-14

Casa di Piero Bargellini Acquistato nel 1946 da Piero Bargellini (1897-1980), il Palazzo Da Cepparello divenne luogo di rappresentanza per i suoi impegni civici e letterari. Nello studio – teatro di incontri con artisti, scrittori e personalità dello spettacolo dove l’Assessore alle Belle Arti e poi sindaco fiorentino nel 1966 lavorò fino all’ultimo giorno di vita – sono conservate centinaia di lettere e dediche a lui dirette, oltre a magnifici affreschi trecenteschi staccati dalla chiesa di Santo Stefano alle Busche a Poggio alla Malva. Palazzo Bargellini, via delle Pinzochere, 3 aperto: su prenotazione 055 241724 bargellini.studio@libero.it

Fondazione Primo Conti La quattrocentesca Villa Le Coste fu l’abitazione di Primo Conti. Istituita nel 1980 come Centro di Documentazione e Ricerche sulle Avanguardie Storiche, la Fondazione si articola in tre sezioni: il Museo delle Opere di Primo Conti, che accoglie 63 dipinti e 163 disegni dell’artista fiorentino, l’Archivio, composto da numerosi fondi − tra cui gli archivi di Papini, Conti, Pavolini, Carocci, Pea, Samminiatelli −, e lo Studio. Il Museo e l’Archivio rappresentano un centro unico in Italia per ricostruire la vicenda dell’Avanguardia storica. Villa Le Coste, via Giovanni Dupré, 18, Fiesole aperto: Museo da lunedì a venerdì 9-13; in altri orari visite per gruppi su appuntamento; Archivio su appuntamento

www.fondazioneprimoconti.org


palazzo medici riccardi

Museo Casa di Dante La Casa di Dante risale al 1911, quando l’architetto Giuseppe Castellucci realizzò un edificio di sapore medievale nell’area in cui secondo le testimonianze il poeta ebbe dimora. Il percorso museale illustra la vita di Dante Alighieri e la Firenze del tempo. Al suo interno il Museo degli Originali espone una raccolta di armi bianche, ceramiche e strumenti di vita quotidiana risalenti al Medioevo. via Santa Margherita, 1 aperto: da ottobre a marzo da martedì a domenica 10-17; da aprile a settembre tutti i giorni 10-18

www.museocasadidante.it

Museo Casa Rodolfo Siviero Il villino, costruito nel 1875, fu abitato da Rodolfo Siviero tra il 1944 e il 1983. Conosciuto come lo “007 dell’arte” per l’attività di recupero di opere trafugate all’estero, Siviero lasciò la casa in eredità alla Regione Toscana affinché diventasse un museo pubblico. Oltre ad arredi, reperti archeologici e oggetti d’arte di ogni tipo ed epoca, nella collezione si ammira un nucleo novecentesco con opere di Soffici, Annigoni, Manzù, Berti e de Chirico, che fu ospite di questa casa. lungarno Serristori, 1-3 aperto: domenica e lunedì 10-13; sabato, da settembre a maggio 10-18, luglio e agosto 10-14 e 15-19; da martedì a venerdì per gruppi su richiesta casasiviero@regione.toscana.it chiuso: Capodanno, 1 maggio, 24 giugno, 15 agosto, Natale, 26 dicembre

Il detective dell’arte vedi pp. 42-43

www.museocasasiviero.it

mostre

Bronzino, De Chirico e altri restauri per Casa Siviero 19 ottobre 2013-6 gennaio 2014 La mostra presenta le opere di Casa Siviero restaurate nel corso del 2012-2013: tra queste, un Ritratto di Cosimo I della cerchia di Agnolo Bronzino (seconda metà del XVI secolo), il Ritratto di Matilde Forti Castelfranco (1921) e Cavalieri con berretto frigio (anni trenta del XX secolo) di Giorgio de Chirico e una serie di oreficerie liturgiche databili tra il XIII e il XVI secolo e restaurate dall’Opificio delle Pietre Dure.

L’archivio e la fototeca di Giorgio Castelfranco 27 gennaio-fine marzo 2014 Nel Giorno della Memoria (27 gennaio 2014) Casa Siviero, in collaborazione con The Harvard University Center for Renaissance Studies Villa I Tatti, inaugura un’esposizione dedicata allo storico dell’arte Giorgio Castelfranco, amico, mecenate e collezionista di Giorgio de Chirico – la sua straordinaria raccolta di dipinti e disegni dell’artista fu dispersa nel 1939, in seguito all’introduzione delle leggi razziali in Italia – che fu anche il tramite della conoscenza tra Rodolfo Siviero e il padre della Metafisica. La mostra presenta documenti cartacei e fotografici provenienti dal fondo che gli eredi di Castelfranco, proprietario dell’attuale Casa Siviero dove abitò fra le due guerre, hanno lasciato a Villa I Tatti.

evento

Luoghi insoliti 20 ottobre e 17 novembre 2013 Apertura straordinaria della casa museo Prenotazione obbligatoria luoghiinsoliti@regione.toscana.it 055 4385616

mostre

Dentro e fuori l’isola, appunti di viaggio 1-30 ottobre 2013

I gioielli di Talani 1-30 novembre 2013

L’Arte di Lolita Valderrama Savage 1-31 dicembre 2013

Tenui riflessioni 1-30 gennaio 2014

l palazzo, sede della Provincia, è uno degli edifici più interessanti del cuore di Firenze, sia dal punto di vista architettonico e artistico che per le varie proposte culturali che accoglie. Il percorso museale comprende il cortile di Michelozzo, la Cappella dei Magi affrescata da Benozzo Gozzoli, la Galleria con gli affreschi di Luca Giordano e il Museo dei Marmi.

I

via Cavour, 3 aperto: da giovedì a martedì 9-18

www.palazzo-medici.it www.provincia.fi.it

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casa buonarroti

l fastoso palazzo seicentesco, adibito a galleria da Michelangelo Buonarroti il Giovane, svolge una duplice funzione: testimoniare l’impegno dei Buonarroti nell’ampliare la dimora e abbellirla, al fine di raccogliervi rare collezioni d’arte e preziose eredità culturali (tra cui l’Archivio e la Biblioteca), e allo stesso tempo celebrare il genio di Michelangelo, esponendo importanti opere quali la Madonna della scala, la Battaglia dei Centauri e la ricca collezione di disegni autografi. Da non dimenticare le mostre allestite periodicamente nel museo, che si concentrano sia sul patrimonio culturale, artistico e di memorie della Casa Buonarroti sia su Michelangelo e il suo tempo.

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via Ghibellina, 70 aperto: da mercoledì a lunedì 10-17 chiuso: Capodanno, Pasqua, 15 agosto, Natale

www.casabuonarroti.it

mostre

Michelangelo e il ‘concorso’ leonino del 1515 per la facciata della basilica di San Lorenzo a Firenze a cura di Pietro Ruschi fino al 6 ottobre 2013 A integrazione della mostra su Leone X allestita alle Cappelle Medicee (vedi p. 13), il museo propone una sezione che espone il Modello ligneo per la facciata di San Lorenzo, affiancato da una lettera indirizzata al papa e da disegni autografi di Michelangelo che documentano alcune fasi del progetto.

Antonio Canova

La bellezza e la memoria a cura di Giuliana Ericani fino al 21 ottobre 2013 Dal Museo Civico di Bassano del Grappa, che conserva dieci album e otto taccuini di disegni di Canova, sono stati selezionati circa 40 monocromi a tempera, bozzetti e modelli. Attraverso due percorsi legati ai concetti di bellezza e memoria, il visitatore trova incarnato un bello ideale legato alla figura femminile nello straordinario gesso della Venere Italica, pensata per la Tribuna degli Uffizi (1804-1812), mentre il tema della memoria è presentato attraverso la progettazione del monumento funebre, inteso a perpetuare il ricordo delle gesta del singolo, con particolare riferimento alla tomba di Alfieri in Santa Croce.

casa vasari

aperta: secondo gli orari del museo. Aperture straordinarie per gruppi su prenotazione 055 241752 fax 055 241698

el 1561 Cosimo I donava a Giorgio Vasari, in segno di riconoscenza per i suoi servigi, una casa in borgo Santa Croce. Arricchita da una notevole collezione di dipinti, la casa rimase di proprietà della famiglia fino alla morte dell’ultimo discendente (1687), subendo in seguito la dispersione delle opere d’arte e varie trasformazioni degli ambienti. L’artista decorò alcuni ambienti della casa con l’aiuto di Jacopo Zucchi e di altri collaboratori; tra questi la Sala Grande, fortunatamente rimasta inalterata nel corso dei secoli, fu decorata con affreschi incentrati sul tema delle arti e sul primato della pittura, sotto forma di storie tratte da Plinio, allegorie e ritratti di 13 artisti scelti da Vasari. Dopo un periodo di abbandono, nel 2011 in occasione del quinto centenario della nascita di Vasari un lungo e complesso restauro ha consentito di restituire al pubblico questo ambiente di straordinario fascino.

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borgo Santa Croce aperto: su appuntamento con visita guidata ogni sabato alle 10, 11 e 12. Informazioni: Museo Horne 055 244661 info@museohorne.it

Visite in LIS a Casa Vasari e al Museo Horne In collaborazione con la Regione Toscana e l’Ente Nazionale Sordi, il Museo Horne organizza speciali visite per persone non udenti 8 ottobre, 12 novembre e 10 dicembre alle 15

www.museohorne.it Antonio Canova, Venere uscente dal bagno


Samurai!

Armature giapponesi dalla Collezione Stibbert a cura di Enrico Colle e Francesco Civita fino al 3 novembre 2013

museo stibbert

mostra

l museo, oggi una fondazione, nasce nel 1908 per volontà testamentaria di Frederick Stibbert (1838-1906), che volle lasciare alla città di Firenze le sue collezioni d’arte e l’edificio che le contiene, situato a Montughi. Si tratta di uno dei rari casi di case museo ottocentesche ancora conservate, e negli ultimi anni è stata recuperata gran parte degli allestimenti originari modificati durante il XX secolo. La creazione dell’armeria giapponese fu uno degli impegni più sentiti da Stibbert, che acquistò fino agli ultimi mesi della sua vita centinaia di oggetti che documentano le fogge delle armature e la splendida qualità delle lame provenienti dal “Paese del sol levante”, tanto che oggi la sua collezione si caratterizza come una delle più importanti di tutto l’Occidente.

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Il fascino terribile e allo stesso tempo seducente che le magnifiche corazze e gli stravaganti elmi riescono ancora oggi a emanare – si pensi alle tante interpretazioni di artisti e scenografi contemporanei – è il punto di partenza per la mostra che mette in risalto i materiali e le tecniche artigianali grazie ai quali gli artisti giapponesi furono in grado di creare vere e proprie opere d’arte dove la potenza dell’acciaio era resa ancor più affascinante dal contrasto con ornamenti in seta dai colori cangianti, pelli abilmente conciate e splendenti lacche. In mostra 70 capolavori tra armature impressionanti, elmi fantasiosi, lame terribili, selle e staffe dalle forme inconsuete, paraventi dipinti e dorati, scatole in lacca colorata e brillante: è il corredo del samurai, pronto a morire in ogni momento per il suo signore, ma che ama anche circondarsi in vita di oggetti di raffinata eleganza.

via Frederick Stibbert, 26 aperto: da lunedì a mercoledì 10-14, da venerdì a domenica 10-18 chiuso: Capodanno, Pasqua, 1 maggio, 15 agosto, Natale

www.museostibbert.it

Una nuova installazione permanente di disegni, stampe, carte d’archivio e volumi dalla biblioteca del connoisseur anglofiorentino, curata da Elisabetta Nardinocchi e Matilde Casati, arricchisce il percorso museale riproponendo il clima intellettuale e le frequentazioni che hanno plasmato sensibilità e interessi dello stimato studioso e letterato. Horne intrattenne amicizie con scrittori e artisti, storici dell’arte e collezionisti, da Walt Whitman a Bernard Berenson. La documentazione esposta mette in evidenza anche il suo contributo allo studio del Rinascimento fiorentino e il sostegno all’Associazione in difesa di Firenze antica, fondata nel 1898 per opporsi alle demolizioni del centro storico della città che per la comunità angloamericana rappresentava un ‘sogno’ da rievocare e salvaguardare. L’installazione è accompagnata da un suggestivo video dove un ritratto di Horne prende vita per raccontare la sua storia.

museo horne

Horne & Friends. Firenze un sogno da salvare

el 1911 l’architetto e storico dell’arte inglese Herbert Percy Horne acquista Palazzo Corsi, con l’intento di offrire un’adeguata cornice alla propria collezione di dipinti, sculture, disegni e arredi, così da ricreare l’atmosfera e gli ambienti di una dimora rinascimentale. Alla sua morte, nel 1916, Horne lascia la propria raccolta (che nel frattempo si è sviluppata fino ad accogliere oltre 6.000 opere) allo Stato italiano, dando vita a una fondazione destinata “a beneficio degli studi”. Ancora oggi il museo si presenta così come lo ha voluto il Attività collezionista inglese: un raffinato didattiche scrigno di capolavori di pittura e per bambini scultura (da Giotto a Simone vedi Martini, a Masaccio, a pp. 42-43 Filippino Lippi, a Domenico Beccafumi e Giambologna), ma anche una casa, con Aperture pregiati arredi antichi, straordinarie in cui rivivere il In occasione della mostra passato e scoprire usi, Il Rinascimento da Firenze a costumi e arte della Parigi a Villa Bardini, il Museo città tra Quattro e Horne è aperto ai visitatori Cinquecento. anche una domenica al mese

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6 ottobre, 10 novembre e 15 dicembre dalle 10 alle 13

via dei Benci, 6 aperto: da lunedì a sabato 9-13; aperture straordinarie su richiesta; Archivio e biblioteca su appuntamento

www.museohorne.it

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palazzo strozzi

mostra

www.palazzostrozzi.org

piazza degli Strozzi aperto: tutti i giorni 9-20, giovedì 9-23

L’Avanguardia russa, la Siberia e l’Oriente Kandinsky, Malevicˇ, Filonov, Goncˇarova

a cura di John E. Bowlt, Nicoletta Misler, Evgenia Petrova 27 settembre 2013-19 gennaio 2014

La rassegna sviluppa attraverso 130 opere – 79 dipinti, acquerelli e disegni, 15 sculture e 36 tra oggetti del repertorio etnoantropologico e incisioni popolari – la relazione fra l’arte russa e l’Oriente, grazie a pittori famosissimi come Wassily Kandinsky, Kazimir Malevicˇ, Natal’ja Goncˇarova, Michail Larionov, Léon Bakst, Alexandre Benois, Pavel Filonov. Artisti consapevoli dell’importanza dell’Oriente, che contribuirono a un ricco dibattito culturale che lasciò un segno profondo. Si tratta della prima mostra internazionale a riconoscere l’apporto fondamentale delle fonti orientali ed eurasiatiche nel Modernismo russo. Le figure in pietra del Neolitico, i rituali sciamanici siberiani, le stampe popolari cinesi, le incisioni giapponesi, le teorie teosofiche e antroposofiche e la filosofia indiana sono alcuni degli elementi che hanno ispirato a inizio secolo artisti e scrittori russi, “i barbari” dell’Avanguardia, nello sviluppare le loro idee estetiche e teoretiche, poco prima della Rivoluzione d’ottobre del 1917. Un modo per riappropriarsi della propria storia e delle proprie origini, trasfigurando le suggestioni che arrivavano da quei luoghi lontani. La mostra propone al visitatore di accostarsi alle tendenze russe più innovatrici (Simbolismo, Cubofuturismo, Suprematismo, Costruttivismo), non come riflesso di quanto avveniva a Parigi o a Milano, e neppure come imitazione dell’Orientalismo in senso occidentale, ma come tributo autentico all’Oriente: la Siberia, la Cina, il Tibet, il Giappone e l’India.

Sezioni della mostra Premessa L’esposizione si apre con la presenza, come una sentinella, di una kamennaja baba (statua paleolitica in pietra), quasi a introdurre il visitatore a un rito di passaggio siberiano e orientale verso l’Avanguardia russa. La grande scultura è circondata da opere-icona quali Macchia nera di Kandinsky, Cerchio nero di Malevicˇ e Vuoto di Goncˇarova, simboli delle concezioni cosmogoniche alla base sia delle culture orientali che di quelle sciamaniche. Fonti esotiche dalla Grecia al Siam La seconda sezione ricorda il lungo viaggio che – tra il 1890 e il 1891 – vide Nicola, futuro zar di tutte le Russie, giungere da Trieste a Vladivostok e da qui tornare via terra a San Pietroburgo attraversando gli immensi spazi della Siberia. La spedizione era volta a rafforzare le relazioni con i popoli della frontiera orientale dell’impero, ma fu anche un viaggio iniziatico per il ventiduenne Nicola, che rese popolare in Russia la conoscenza di terre esotiche come India, Ceylon, Giava, Siam, Giappone e Cina, stabilendo i contatti del futuro zar con territori inesplorati e con i popoli “minori” e “primitivi” della Siberia. A ogni tappa del suo viaggio lo zarevicˇ scambiava regali con le autorità locali e in seguito fu organizzata al Museo dell’Ermitage una mostra dei doni ricevuti, che resero popolari queste lontane culture. L’incantesimo dell’Oriente Oriente estremo La terza sezione mostra la crescente attrazione che il buddhismo esercitava nei circoli nobili di San Pietroburgo e l’attenzione prestata all’arte orientale, mentre la quarta è dedicata all’Oriente estremo, suddiviso tra Giappone, l’amato nemico; Chinoiserie; Cina l’impero dei segni.

Aleksandr Nikolaev, Il fidanzato, 1920, tempera su carta applicata su legno. Mosca, Museo Statale Orientale

prossima mostra Pontormo e Rosso Divergenti vie della ‘maniera’

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a cura di Carlo Falciani e Antonio Natali 8 marzo 20 luglio 2014


Oriente o Occidente La sesta sezione mostra come la Russia abbia sempre avuto difficoltà a trattare Asia e Oriente come un ‘totalmente altro’. Su questo cammino molti erano gli Orienti incontrati: dapprima quello musulmano (turco e poi caucasico), quindi quello mongolo-buddhista, e ancora quello cristiano-caucasico. La presenza al suo interno di minoranze asiatiche, la contiguità con diverse realtà, dalla Turchia alla Persia e alla Cina, hanno portato alla luce espressioni di un’autorappresentazione culminata nella creazione del concetto geografico-politico di Eurasia, che vedeva la Russia come spazio continentale autonomo, dai Carpazi al Pacifico: un’immensa pianura con al centro la steppa, i cui popoli nomadi, eredi di Gengis Khan, avevano apportato un significativo contributo etnico e culturale alla Russia. Le kamennye baby. I guardiani dello spazio La settima sezione ricorda come gli artisti dell’Avanguardia fossero affascinati dall’antica immagine delle kamennye baby, radicate nelle steppe dell’impero, presenze pietrificate di culti arcaici e immortali. Erano una delle fonti primitive (assieme ai giocattoli di legno venduti nelle fiere e ai lubki) alle quali i “Nuovi Barbari” attingevano nella scoperta di nuove forme plastiche alternative al Cubismo. Effigi di saggezza. Gli interpreti del cosmo L’ottava sezione ribadisce la necessità per l’artista di essere in sintonia totale con la natura, le pietre, le acque, gli alberi e gli animali, diventando parte di quel cosmo che può accogliere benigno nel suo grembo o che, all’occasione, può diventare ambiguamente minaccioso. Gesti e rituali Nella nona sezione grandi opere dell’Avanguardia sono presentate accanto a preziosi reperti orientali ed etnografici. Così un Tamburo sciamanico del popolo chakasy (regione dello Enisej) affianca Composizione con ovale grigio di Kandinsky e una Maschera rituale del popolo koriaki (Kamcˇ atka) dialoga con Testa di Malevicˇ. Le presenze della foresta Anche nella decima sezione oggetti reperiti nel corso delle spedizioni degli etnografi sono affiancati a capolavori dell’Avanguardia. I piccoli idoli, ciascuno dei quali aveva una funzione ben precisa, spesso terapeutica, vengono così a dialogare con l’inquietudine esistenziale degli artisti. Autori e poeti dell’Avanguardia ne ascoltavano l’incomprensibile linguaggio, cercando di assimilarlo in una nuova espressione artistica. Spiriti silvani La sezione finale della mostra, chiudendo un percorso circolare, include una grande scultura di Sergej Konenkov, che nell’enigmatico gesto della mano alzata ci ricorda l’“assenza”, lo “zero” come elemento nirvanico all’origine del tutto, avvicinata a Eclisse nella Novaia Zemlia nel 1896 di Aleksandr Borisov, col suo dialogo fra luce e ombra di una “terra incognita”, carica insieme di potenzialità e presagi, materiale e trascendente.

Famiglie a Palazzo Strozzi in occasione della mostra, attività educative per famiglie vedi pp. 42-43 e 45

Attività ed eventi

palazzo strozzi

Le stampe orientali e l’Avanguardia La quinta sezione illustra come gli artisti considerassero i motivi delle incisioni – soprattutto lubki popolari – introdotti nei loro quadri non solo come elemento di spaesamento narrativo, ma anche come strumento per modellare lo spazio pittorico.

L’obiettivo di Palazzo Strozzi è quello di essere un catalizzatore per la città e per il territorio e ogni mostra permette al visitatore di vedere Firenze da una prospettiva nuova e sempre diversa. Giovani e adulti a Palazzo Strozzi Un ricco programma di eventi, conferenze, corsi e altro ancora invita giovani e adulti a esplorare l’arte in modo stimolante

Il Passaporto di Palazzo Strozzi Come per ogni esposizione di Palazzo Strozzi, è stato realizzato un Passaporto che conduce i visitatori nei luoghi dei russi in Toscana, offrendo anche l’opportunità di visite guidate • Giovedì al Quadrato. Un modo nuovo in luoghi abitualmente chiusi. Esiste infatti di vivere il giovedì sera a Palazzo Strozzi una Firenze dei russi come una degli inglesi, una serata piena di eventi e attività per dei francesi e dei tedeschi. Come ha scritto scoprire l’arte in tutte le sue forme. Maurizio Bossi, “Nell’universo delle presenze Nel suggestivo cortile del palazzo potete straniere a Firenze, quelle dei russi offrono sorseggiare un aperitivo al Caffè per la maggior parte una singolare fusione dell’Occidente e lasciarvi coinvolgere dalle proposte di Creativi in cortile per dare forma tra la propria cultura mai dimenticata e costantemente celebrata e la vita cittadina, alle vostre idee e condividerle con gli altri, vissuta con una partecipazione in cui il creando oggetti ogni volta diversi. Non sentimento è parte sostanziale”. perdete Tappeto acustico, una rassegna di concerti dal vivo, e fatevi travolgere Conferenze e concerti dal ritmo! Importante la collaborazione con il Lyceum Cortile di Palazzo Strozzi Club Internazionale di Firenze, che vede secondo giovedì del mese dalle 19,30 l’organizzazione di tre conferenze legate alla Informazioni: edu@palazzostrozzi.org Calendario su www.palazzostrozzi.org mostra e di due rilevantissime serate musicali • Giovedì a Palazzo Strozzi • Conferenze Palazzo Strozzi rimane aperto fino alle 23. Francesco Galluzzi, Lo sciamanismo nell’arte Dalle 18 è possibile visitare gratuitamente il russa; Vincenzo Farinella, Kandinsky e il CCC Strozzina e acquistare due biglietti per Primitivismo; Lucia Tonini, Un impero verso la mostra L’Avanguardia russa, la Siberia Oriente: il viaggio dello zarevicˇ Nikolaj e l’Oriente al prezzo di uno. Aleksandrovicˇ nel 1890-1891 e il nuovo tutti i giovedì

orientamento nell’arte nazionale • Giovedì per i giovani • Serate musicali gli studenti del Liceo Artistico Statale Leon Battista Alberti e del Liceo Machiavelli- 1913 - L’Avanguardia russa fra passato e futuro nel Le Sacre du Printemps Capponi di Firenze diventano per una sera introduzione di Eleonora Negri e Lucia Tonini, le guide delle mostre L’Avanguardia russa esecuzione della trascrizione autografa per pianoforte a e Territori instabili. quattro mani de Le Sacre du Printemps di I. Stravinsky; 28 novembre e 16 gennaio dalle 20 alle 22

• Le sale interattive: la Sala Radio a metà del percorso espositivo è allestito un vero e proprio studio di registrazione nel quale i visitatori possono raccontare le loro esperienze di viaggio, esplorazione, emigrazione. Ogni giovedì alle 9,35 (con replica la domenica alle 11,30) ControRadio trasmette le migliori interviste della settimana. • Touchtable con il touchtable al piano nobile è possibile esplorare le affascinanti fotografie del viaggio che lo zarevicˇ Nicola ha compiuto, tra il 1890 e il 1891, in Oriente e nel nord della Russia, oltre a quelle della mostra allestita all’Ermitage con i doni ricevuti e alle immagini delle spedizioni etnografiche in Siberia, che hanno avuto forte influsso sugli artisti dell’Avanguardia. Altri due schermi invece invitano a giocare con alcune opere selezionate tra quelle in mostra e a creare il proprio “museo immaginario”.

duo pianistico Antonio Ballista e Massimo Giuseppe Bianchi

Preludi alle avanguardie nella musica russa concerto, musiche di M. Musorgskji, A. Skrjabin, I. Stravinsky; Beatrice Muntoni al pianoforte

Mostra collaterale Dalla Russia con amore. Il paese degli zar nelle cartoline della collezione Caruso Museo Enrico Caruso, Villa Bellosguardo (Lastra a Signa) 21 settembre 2013-28 febbraio 2014 Il grande tenore visita la Russia nel 18991900 per una tournée nei teatri di San Pietroburgo e Mosca. Dal paese riporta testimonianze che sono espressione della sua personalità: dal successo ottenuto, con un riconoscimento da parte dello zar Nicola II, alle cartoline che sono una delle sue passioni di collezionista. Circa 400 cartoline di quei viaggi sono esposte, insieme ad altri echi russi, nella mostra al Museo Enrico Caruso, nella villa e nel parco di Bellosguardo, appartenuti al tenore dal 1906 alla sua scomparsa nel 1921. Dal “caso Tolstoj” Touchscreen al mito dei cosacchi, la mostra offre Lo schermo touchscreen nel cortile – ormai un’immagine del paese degli zar al volgere parte integrante di tutte le mostre – permette del Novecento, ancora sconosciuto al grande di andare alla scoperta dei luoghi che hanno pubblico in Italia. contraddistinto la presenza della colonia russa a Firenze. Martedì al Cinema con Palazzo Strozzi Il programma realizzato da Fondazione Visite guidate Palazzo Strozzi e Cinema Odeon Firenze Visite guidate all’Archivio Contemporaneo propone classici film dell’Avanguardia “A. Bonsanti” del Gabinetto G.P. Vieusseux e pellicole legate al côté etnografico della e alla Fondazione Primo Conti a Fiesole. mostra del piano nobile, insieme a film legati Visita-conferenza della chiesa russa ortodossa alla mostra del CCC Strozzina che della Natività e di San Nicola e del Gabinetto investigano contaminazioni tra territori G.P. Vieusseux. e nazioni nella nostra epoca globalizzata. Cinema Odeon, piazza degli Strozzi 8, 15 e 22 ottobre, 7 e 14 gennaio alle 20,30. Ingresso libero

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incontemporaneo

Sigalit Landau, DeadSee, 2005, still da video. Courtesy of the artist

mostra

Territori instabili

Confini e identità nell’arte contemporanea Kader Attia, Zanny Begg & Oliver Ressler, Adam Broomberg & Oliver Chanarin, Paolo Cirio, The Cool Couple, Tadashi Kawamata, Sigalit Landau, Richard Mosse, Paulo Nazareth, Jo Ractliffe

a cura di Walter Guadagnini e Franziska Nori 11 ottobre 2013 19 gennaio 2014

Lo straordinario sviluppo della mobilità di persone e beni, la digitalizzazione dei mezzi di comunicazione e della conoscenza, i flussi migratori e i processi economici sempre più globali hanno radicalmente trasformato la percezione di territori, limiti e confini. Il termine territorio non indica solo una nozione geografica o un’area spaziale, ma fa riferimento anche a un concetto di appartenenza che si estende a una dimensione personale, psicologica e mentale, e, in un contesto ancora più ampio, sociale, culturale e identitaria. La mostra permette di ripensare l’idea di territorio nel mondo contemporaneo caratterizzato dal superamento di concetti come nazione o confine e dal ritorno a una riflessione sull’individuo in rapporto con un territorio o una comunità: le opere esposte forniscono differenti attitudini, modi di vivere e pensare il rapporto instabile tra identità, territorio e confine in un’epoca di grandi aspettative (e illusioni) su una borderless society, un territorio globale condiviso. Fotografie, video, installazioni danno lo spunto per riflessioni sull’idea di frontiera come scoperta o barriera, sull’ibridazione tra cosmopolitismo e rivendicazione territoriale, sulla figura dell’artista stesso nella sua condizione di viaggiatore, nomade o sperimentatore in bilico tra territori fisici e simbolici.

Centro di Cultura Contemporanea Strozzina Nato nel 2007 come parte della Fondazione Palazzo Strozzi, ospita progetti espositivi di arte contemporanea che, attraverso incontri, conversazioni con artisti, conferenze, workshop e videoproiezioni, approfondiscono tematiche e linguaggi interdisciplinari. La programmazione del CCC Strozzina è espressamente incentrata sulla ricerca artistica degli ultimi anni, privilegiando linguaggi multimediali e forme d’arte relazionale e interattiva con il pubblico.

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Palazzo Strozzi, piazza degli Strozzi aperto: martedì, mercoledì e da venerdì a domenica 10-20, giovedì 10-23 Il biglietto di ingresso è valido un mese; è possibile acquistare un biglietto congiunto con le mostre di Palazzo Strozzi

www.strozzina.org www.palazzostrozzi.org

eventi collaterali alla mostra Visite guidate Visite gratuite per approfondire il lavoro degli artisti e i contenuti della mostra ogni sabato e domenica alle 16,30 Language through the arts Visite dialogiche in inglese per studenti stranieri e speciali attività per imparare l’italiano con l’arte contemporanea prenotazione obbligatoria 055 3917137 Giovedì al CCC Strozzina Incontri in mostra con artisti ed esperti per conoscere meglio l’arte e il pensiero dei nostri giorni ogni giovedì alle 18,30 ingresso gratuito Programma completo su www.strozzina.org

Attività didattiche per bambini vedi pp. 42-43


incontemporaneo

Centro per l’Arte Contemporanea Luigi Pecci Il Centro Pecci ha l’intento di interpretare e mostrare le nuove frontiere dell’arte contemporanea internazionale attraverso la collezione permanente e l’organizzazione periodica di mostre, workshop ed eventi.

viale della Repubblica, 277, Prato aperto: da mercoledì a lunedì 10-19, Capodanno 15-19 chiuso: Natale, 31 dicembre La collezione permanente è chiusa fino alla fine del 2013 per lavori di ampliamento

www.centropecci.it

Museo Marino Marini Spazio espositivo dedito all’arte contemporanea. In mostra permanente la collezione monografica dell’artista Marino Marini, oltre a esposizioni, attività di approfondimento e formazione. All’interno del museo è visitabile la Cappella Rucellai, riaperta al pubblico dopo il restauro.

Intercamera plastica. Una donazione al museo

In occasione della Giornata del Contemporaneo (5 ottobre 2013), il Centro Pecci presenta Intercamera plastica di Paolo Scheggi (1940-1971), ambiente monocromatico praticabile donato al museo da Franca e Cosima Scheggi. Realizzata nel 1966-1967 e ricostruita nel 2007, l’opera occupa lo spazio di una stanza, al cui interno si trovano quattro sezioni corrispondenti ad altrettanti ambienti. La forma avvolgente di questi volumi, associati alla dinamica modulare e seriale delle traforature circolari sulle pareti, di matrice programmata, propone l’integrazione fra gli spazi dell’opera e del visitatore e il tempo stesso della visita, sviluppando in senso plastico e architettonico la lezione di Lucio Fontana. L’intercamera plastica di Scheggi definisce una continuità tra l’oggetto pittorico e l’architettura, facendo emergere un modello, una stanza o più semplicemente un luogo che tende a stimolare l’osservazione del vuoto e del pieno, a creare un’armonia fra la dimensione astratta e concreta.

piazza di San Pancrazio aperto: lunedì e da mercoledì a sabato 10-17 chiuso: festivi e agosto

www.museomarinomarini.it

mostre

Early one morning

Deimantas Narkevicˇius. Da capo a cura di Alberto Salvadori e Andrea Viliani 23 settembre-23 novembre 2013 Il lavoro dell’artista lituano si concentra sulla narrazione attraverso video e film. Al centro della sua pratica sono la percezione della storia e i meccanismi che la trasformano, a partire da differenti utopie e ideologie. L’artista esplora le recenti vicende della Lituania e il passato socialista dell’ex blocco sovietico, usando found footage e narrative autobiografiche per realizzare film strutturati intorno a riflessioni su fatti specifici e curiosità legate all’arte e alla storia. Data la solida architettura dello spazio e la forza delle sculture di Marino Marini, l’intervento di Narkevicˇius nel museo consiste principalmente di installazioni sonore, alcune appositamente pensate per lo spazio espositivo.

Early one morning

La Cappella Rucellai

La statua calda

a cura di Simone Menegoi dicembre 2013 febbraio 2014 La selezione di ‘sculture performative’ dagli anni sessanta a oggi propone creazioni dall’aspetto modesto – basi di legno, tubi di metallo, elastici posati a terra –, la cui componente decisiva è l’utilizzo: non elementi da contemplare, ma oggetti che servono per assumere posture o compiere azioni ordinarie o paradossali, come star seduti o mantenere pose faticose, parlare con qualcuno o con se stessi, ascoltare un suono. La scultura vera e propria non è l’oggetto in sé, ma l’unione dinamica dell’oggetto e del corpo che interagisce con esso. Le opere muovono dunque il visitatore ad assumere il ruolo di attore, sollecitando azioni da compiere di fronte o insieme ad altri secondo le istruzioni degli artisti.

Riaperta al pubblico all’inizio del 2013 dopo un accurato restauro ed entrata a far parte del percorso di visita del Museo Marino Marini, fu realizzata per i Rucellai all’interno della chiesa di San Pancrazio, oggi sede del museo. La cappella fu portata a compimento nel 1467 da Leon Battista Alberti per conto di Giovanni di Paolo Rucellai. L’architetto creò all’interno un tempietto che riproduce in scala il Santo Sepolcro di Gerusalemme, secondo l’uso diffuso in Occidente di realizzare copie della tomba di Cristo in Terrasanta; le decorazioni marmoree furono realizzate con ogni probabilità dallo scultore Giovanni di Bertino. Nella sala che precede l’ingresso alla cappella è possibile vedere un video che presenta la storia della Cappella Rucellai e la partecipazione di Leon Battista Alberti alla sua costruzione. aperto: secondo gli orari del Museo Marino Marini. Visite ogni 30 minuti per un massimo di 25 persone. Prenotazione obbligatoria per i gruppi 055 219432 info@museomarinomarini.it Paolo Scheggi, Intercamera plastica, 1967-2007 (progetto e realizzazione 1966-1967, ricostruzione 2007). Fogli di legno fustellati su struttura portante di legno, colore acrilico giallo. Foto di Serge Domingie, Firenze

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incontemporaneo

I luoghi del contemporaneo

calendario mostre ed eventi

Accademia di Belle Arti Villa Romana di Firenze Sede di percorsi di formazione

Corso Triennale di Fotografia

Fondata nel 1784, è oggi impegnata a formare il potenziale creativo degli allievi con corsi di livello universitario.

artistica indipendenti, propone incontri, approfondimenti e mostre dedicate ai linguaggi della contemporaneità.

Mostra dei lavori finali degli studenti del terzo anno del corso fino al 19 ottobre 2013

via Ricasoli, 66

via Senese, 68

www.accademia.firenze.it

www.villaromana.org

Fondazione Studio Marangoni

Base

da lunedì a sabato 15-19 o su appuntamento 055 280368 exhibitions@studiomarangoni.it

Dedicata alla fotografia contemporanea con corsi, workshop, conferenze e mostre. via San Zanobi, 32r e 19r

www.studiomarangoni.it

Fondazione Pitti Immagine Discovery

Moda, arti visive, cinema, fotografia, pubblicità, architettura e musica. via Faenza, 111; Stazione Leopolda, viale Fratelli Rosselli, 5

www.pittimmagine.com

Associazione culturale e galleria d’arte, promuove attività di approfondimento e collaborazione con artisti internazionali. via di San di Niccolò, 18r

www.baseitaly.org

Tempo Reale Punto di riferimento europeo per le nuove tecnologie musicali, collabora a importanti festival con performance di artisti internazionali. Villa Strozzi, via Pisana, 77 (futura sede al Forte di Belvedere)

Fondazione Studio Marangoni

contemporanea e al suo pubblico con speciali aperture ed eventi 5 ottobre 2013 vari luoghi della città e Centro Pecci di Prato

Tempo Reale Festival 2013

www.temporeale.it

The New Florence Biennale

mostre

Izis

Il Poeta della Fotografia a cura di Manuel Bidermanas e Armelle Canitrot 7 settembre 2013-6 gennaio 2014 Poeta dell’immagine, ritrattista e reporter, Izis Bidermanas (1911-1980) è uno dei grandi fotografi umanisti del secolo scorso. Nonostante i numerosi riconoscimenti e la presenza nelle maggiori collezioni internazionali, resta ancora oggi un artista poco conosciuto. La mostra offre l’opportunità di seguire il percorso del fotografo lituano che a 19 anni decise di scappare dalla miseria della sua terra per raggiungere la ‘Parigi dei sogni’. Attraverso una selezione di circa 120 fotografie curata dal figlio del fotografo, la mostra mette in luce il ritratto avvincente di un artista che cerca di trovare il riposo nel sogno. Con un taglio affilato della luce e una sensibilità particolare, le sue fotografie sono, anche a distanza di tempo, testimonianze di una grande poesia.

l Museo Nazionale Alinari della Fotografia, gestito dalla Fratelli Alinari Fondazione per la Storia della Fotografia, si articola in uno spazio espositivo per mostre temporanee sul tema della fotografia storica e contemporanea e in uno spazio museale permanente, dedicato alla storia e alla tecnica della fotografia. È stato inoltre creato il Museo Tattile, un percorso di visita studiato per il pubblico non vedente che propone, per la prima volta in uno spazio museale dedicato alla fotografia, modalità di lettura con appositi supporti Braille.

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piazza di Santa Maria Novella, 14a rosso aperto: da giovedì a martedì 10-18,30 chiuso: agosto

www.mnaf.it

La settima edizione ospita nove festival internazionali con rassegne, premi, anteprime e incontri dedicati alla donna 25 ottobre 15 dicembre 2013 Cinema Odeon Festival Internazionale di Cinema e Donne 25-30 ottobre France Odeon 31 ottobre-3 novembre Florence Queer Festival 6-12 novembre Lo Schermo dell’Arte Film Festival 13-17 novembre River to River. Florence Indian Film Festival 22-28 novembre Festival dei Popoli 30 novembre-7 dicembre Una finestra sul Nord. Rassegna di Cinema Finlandese 8-11 dicembre Premio N.I.C.E. 13 dicembre Immagini e Suoni del Mondo. Festival del Film Etnomusicale 14-15 dicembre

Frastuoni e sospiri. Universi sonori del lavoro Sesta edizione del festival sulla musica di ricerca incentrata sul rapporto tra suono e lavoro 4-17 ottobre 2013 Limonaia di Villa Strozzi e altri luoghi della città

Fortezza da Basso 30 novembre-8 dicembre 2013 Etica DNA dell’arte è il tema della IX edizione della Biennale Internazionale dell’Arte Contemporanea. Tra i premiati, Anish Kapoor e Franco Mussida. www.florencebiennale.org

museo alinari

IX Giornata 50 Giorni del contemporaneo di Cinema Giornata dedicata all’arte Internazionale

Capa100

Robert Capa in Italia in collaborazione con Museo Nazionale di Budapest e International Center of Photography di New York 10 gennaio-30 marzo 2014

Attività didattiche per bambini vedi p. 44 Lagny, 1959 © Izis Bidermanas

Nel centenario della nascita, la mostra in omaggio a uno dei più grandi fotografi di tutti i tempi, presenta fotografie scattate in Italia negli ultimi mesi della seconda guerra mondiale (luglio 1943-gennaio 1944) e immagini meno conosciute dell’artistareporter che ci offre un ricordo visuale dei più importanti avvenimenti del ventesimo secolo e, parallelamente, cattura in un unico istante i momenti felici e drammatici dell’esistenza umana.


Il museo è nato nel 1975 all’interno dell’Istituto Tecnico Industriale Tessile Tullio Buzzi come istituzione culturale di recupero della memoria produttiva locale e di supporto alla formazione nel settore della progettazione tessile.

Museo Gucci Ospitato nel Palazzo della Mercanzia, il museo, allestito su tre piani, offre un’esposizione dinamica e interattiva ma allo stesso tempo ricca di storia, attraverso oggetti, documenti e immagini della celebre maison fondata a Firenze nel 1921. piazza della Signoria aperto: tutti i giorni 10-20 chiuso: Capodanno, 15 agosto, Natale

via Puccetti, 3, Prato aperto: lunedì e da mercoledì a venerdì 10-15, sabato 10-19, domenica 15-19

www.guccimuseo.com

www.museodeltessuto.it

mostra

Officina Pratese

Tessuti del Rinascimento italiano 24 settembre 2013-19 gennaio 2014 Organizzata in occasione della mostra Da Donatello a Lippi. Officina Pratese allestita al Palazzo Pretorio di Prato (13 settembre 2013-13 gennaio 2014), il Museo del Tessuto presenta un’esposizione che racconta la grande ascesa manifatturiera delle botteghe tessili italiane del Rinascimento. La ricchezza, la perfezione tecnica e il disegno di velluti, damaschi e lampassi rendono le stoffe italiane di questo periodo le più richieste dai mercati nazionali e internazionali dei beni di lusso, vere e proprie icone di uno stile che, opportunamente reinterpretato, permea l’industrial design degli ultimi due secoli. In mostra tessuti, abiti e paramenti liturgici sono coinvolti in un gioco di richiami con le immagini di alcune importanti opere figurative del Rinascimento, tra cui quelle esposte a Palazzo Pretorio, nelle quali si riconoscono le tipologie tessili più conosciute. Arricchiscono l’indagine del rapporto con l’iconografia pittorica alcuni tessuti e abiti, riprodotti in scala dalla Fondazione Lisio e ispirati alla pittura rinascimentale. Particolarmente significative sono inoltre le interpretazioni primo Novecento di alcune stoffe rappresentate in capolavori assoluti della pittura fiorentina del Quattrocento quali la Primavera, la Nascita di Venere e Pallade e il Centauro di Botticelli e un ritratto di nobildonna fiorentina di Ghirlandaio dagli affreschi della Cappella Tornabuoni in Santa Maria Novella a Firenze. Grazie alla collaborazione con il Museo Leonardiano di Vinci, la mostra presenta inoltre un affascinante approfondimento sugli studi e i progetti elaborati da Leonardo per la filatura, torcitura, tessitura e rifinizione della seta e della lana, presentati attraverso animazioni 3D dei macchinari da lui progettati e riproduzioni storicizzate degli straordinari codici leonardiani.

Calendario delle attività didattiche per famiglie su www.museodeltessuto.it

musei e archivi della moda

Museo del Tessuto di Prato

Museo Salvatore Ferragamo

La collezione di calzature esposta nel museo all’interno di Palazzo Spini Feroni, inaugurato nel 1995, documenta l’intero arco di attività di Salvatore Ferragamo, dal suo ritorno in Italia nel 1927 fino al 1960, anno della morte. La collezione è arricchita anche dalla produzione successiva al 1960: ogni anno, infatti, alcuni modelli entrano a far parte dell’Archivio Salvatore Ferragamo, da cui il museo attinge per le sue esposizioni. piazza di Santa Trinita, 5r aperto: tutti i giorni 10-19,30 chiuso: Capodanno, 1 maggio, 15 agosto, Natale

www.museoferragamo.it

mostra

Il calzolaio prodigioso

Fiabe e leggende di scarpe e calzolai a cura di Stefania Ricci, Sergio Risaliti e Luca Scarlini fino al 31 marzo 2014

Mimmo Paladino, Senza titolo, 2013. Esposto nella mostra Il calzolaio prodigioso al Museo Ferragamo

Museo Roberto Capucci Ospitato nella Villa Bardini, il museo è stato aperto nel 2007 con il fine di far conoscere il lavoro dello stilista attraverso mostre a tema e allestimenti a rotazione che attingono al ricco Archivio Storico della Fondazione Capucci, dove dal 1951 si conserva un patrimonio di 450 creazioni, 300 illustrazioni, 22.000 schizzi, 20 quaderni di bozzetti, 150 audiovisivi, 50.000 fotografie e 50.000 articoli di stampa. costa San Giorgio, 2 aperto: da martedì a domenica 10-19 chiuso: Capodanno, Natale

www.fondazionerobertocapucci.com

mostra

Dalle mani di Roberto Capucci: tessuti da plasmare fino al 31 dicembre 2013 27 creazioni portano in scena l’abilità di Capucci nell’approcciarsi ai diversi tipi di stoffa creando forme fluide di tessuti impalpabili, silhouette sottolineate da geometrie di elementi ripetuti e rigidità quasi scultoree. Nella prima sezione si incontrano abiti in stile peplo o monospalla scivolati in jersey e georgette, mentre le stoffe si increspano e i volumi si fanno più pronunciati nell’abito-scultura Calla, presentato nel 1956. La seconda sezione comprende giacchini e boleri; la dimensione più scultorea si delinea nel bolero bianco e nero in gazaar lavorato a effetto tubolare, che ricorda la struttura di un bruco, presentato nel 1985. La terza sezione espone creazioni dalle volumetrie più articolate, i drappeggi rigidi, fra onde, spirali e volute, effetti panier, orli smerlati, intarsi in rilievo e rouches che sfidano il concetto di linearità di taffetas e velluti, sauvage e shantung, georgette e organza.

Fiabe, miti e leggende di ogni paese hanno spesso avuto come soggetto scarpe e calzolai, dalla storia di Cenerentola a quella de Il gatto con gli stivali, da Le scarpette rosse a Il Mago di Oz. La mostra propone un originale excursus alla scoperta di fiabe note e meno note, coinvolgendo diversi linguaggi artistici: pittura, scultura, video, poesia e letteratura, musica e illustrazione. La magica avventura di Salvatore Ferragamo è interpretata come una favola da grandi autori del fumetto e del cinema, mentre opere d’arte antica e contemporanea, oggetti preziosi e libri rari, il manoscritto originale della Zapatera prodigiosa di García Lorca, completano il percorso espositivo. prestiti

Il museo partecipa con prestiti di opere appartenenti all’archivio storico alle mostre Moda. Made in Italy (Hasselt), Modemuseum, fino al 9 febbraio 2014) e La Rinascita. Storie dell’Italia che ce l’ha fatta (Asti, Palazzo Mazzetti, fino al 3 novembre 2014)

Attività didattiche per bambini vedi pp. 42-43

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villa e giardino bardini

a Fondazione Parchi Monumentali Bardini e Peyron è stata costituita nel 1998 dall’Ente Cassa di Risparmio di Firenze a seguito del progetto di recupero degli immobili dell’eredità Bardini, acquisiti e restaurati. Dal 2008 la villa ospita il museo monografico dedicato all’artista Pietro Annigoni e si propone soprattutto, in nome di un superamento della classica dimensione di museo “chiuso”, come centro espositivo di eventi temporanei e di ricerca scientifica, che si concentrano in particolar modo sul periodo storico a cavallo tra il XIX e il XX secolo. Nella villa hanno sede, oltre al Museo Annigoni, il Museo Capucci (vedi p. 29) e la Società Italiana di Orticoltura.

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mostre

Il Rinascimento da Firenze a Parigi. Andata e ritorno a cura di Giovanna Damiani, Marilena Tamassia e Nicolas Sainte Fare Garnot Villa Bardini

6 settembre-31 dicembre 2013 Il Museo Jacquemart-André di Parigi, che festeggia 100 anni dalla sua creazione, vanta, dopo il Louvre, la più ricca collezione di opere del Rinascimento fiorentino in terra di Francia; la preziosa raccolta fu riunita dalla coppia di coniugi colti e facoltosi, i quali a partire dal 1882 soggiornarono ogni anno a Firenze e acquistarono dall’antiquario Bardini centinaia di capolavori di ogni genere. Rimasta vedova nel 1894, Nélie Jacquemart continuò a frequentare Firenze e a fare acquisti fino alla morte nel 1912, quando lasciò allo Stato francese palazzo e collezioni con il vincolo di farne un museo pubblico. Un anno dopo, nel 1913, il museo era già realtà. Si configura dunque come un doppio ritorno a casa la mostra che per la prima volta riporta in Italia il nucleo principale della raccolta: dipinti di Botticelli, Mantegna, Paolo Uccello, Luca Signorelli, Alesso Baldovinetti, sculture di Donatello e Giambologna, bronzetti, mobili, ceramiche, in tutto circa 40 capolavori esposti nella stessa dimora-atelier del mercante che li alienò.

Museo Annigoni via dei Bardi, 1r; costa San Giorgio, 2 aperto: da martedì a domenica 10-18 da novembre a marzo; 10-19 da aprile a ottobre chiuso: Capodanno, 1 maggio, Natale Giardino Bardini via dei Bardi, 1r; costa San Giorgio, 2 aperto: tutti i giorni 8,15-16,30 da novembre a febbraio; 8,15-17,30 a marzo; 8,15-18,30 ad aprile, maggio, settembre e ottobre; 8,15-19,30 da giugno ad agosto chiuso: primo e ultimo lunedì del mese, Capodanno, 1 maggio, Natale Per informazioni consultare il sito

aperta: da martedì a domenica 10-19

Pietro Annigoni: presenza di un Artista a cura di Emanuele Barletti con Arabella Cifani e Franco Monetti ECRF Spazio Mostre

ecrf spazio mostre

www.bardinipeyron.it

15 ottobre 2013-6 gennaio 2014

o spazio espositivo, posto al pian terreno della storica sede dell’Ente Cassa di Risparmio di Firenze, rappresenta un nuovo punto di riferimento per i cittadini, oltre che un valore aggiunto per Firenze, a pochi passi dal Duomo e dai centri di eccellenza dell’arte e della cultura sparsi nel centro storico. Gli spazi accolgono mostre ed eventi culturali, al servizio dell’interesse collettivo della città.

L

via Bufalini, 6

www.entecarifirenze.it

mostra Capolavori in Valtiberina

Nuovo allestimento al Museo Annigoni dal 15 ottobre 2013 Le collezioni del museo sono visibili nei nuovi spazi dedicati con un allestimento rinnovato

La mostra, in collaborazione con la Fondazione Guelpa di Ivrea e con la partecipazione di Rossella Segreto Annigoni, ricorda il maestro a 25 anni dalla sua morte, esponendo prevalentemente materiali mai visti o inediti presenti nel Fondo Annigoni dell’Ente Cassa, presso la Fondazione Guelpa o in collezioni pubbliche e private. La prima sezione, Pietro Annigoni tra Ivrea e Firenze, espone 22 opere giovanili mai esposte a Firenze, tra le quali autoritratti, ritratti, paesaggi e opere di intonazione sacra. La seconda sezione, Rariora Annigoniana, accoglie una serie di opere inedite che dimostrano quanto ancora ci sia di ‘sommerso’ nella conoscenza e valorizzazione dell’artista; tra le opere esposte, i disegni preparatori per i ritratti di reali d’Inghilterra e Danimarca, la Tempesta del 1938 e lo Scultore folle del 1957. La terza sezione, La Famiglia, propone un viaggio attraverso la storia degli Annigoni: il padre Ricciardo, la madre Teresa, le due mogli Anna Maggini e Rossella Segreto, i figli Benedetto e Ricciarda, con ritratti dei familiari, fotografie e cimeli. Con la quarta sezione, Donazione Morelli, viene presentato per la prima volta un centinaio di opere annigoniane di piccole dimensioni – prevalentemente incisioni – donate all’Ente Cassa da Michela Morelli nel 2009 e legate storicamente alla famiglia Simi che ebbe un ruolo rilevante nella prima formazione dell’artista. aperta: da lunedì a venerdì 9-19, sabato e domenica 10-13 e 15-19

Da Piero della Francesca a Burri in vari musei della Valtiberina fino al 3 novembre 2013

Piero della Francesca, Rosso Fiorentino, Raffaello, Donatello, Jacopo della Quercia, Alberto Burri sono tra i protagonisti dell’itinerario di valorizzazione che si sviluppa tra vari musei e centri in Toscana e Umbria. www.piccoligrandimusei.it

Francesco Salviati, Ritratto di un suonatore di liuto, 1545-1550 circa, olio su tela. © Culturespaces - Paris, Musée Jacquemart-André, già collezione Stefano Bardini


anno di apertura al pubblico: 1861, con l’unificazione delle biblioteche Magliabechiana e Palatina fondatori: Antonio Magliabechi (Magliabechiana) e Ferdinando III (Palatina) piazza dei Cavalleggeri, 1 aperto: da lunedì a venerdì 8,15-19, sabato 8,15-13,30

www.bncf.firenze.sbn.it

Biblioteca Riccardiana anno di apertura al pubblico: dopo il 1659 origine: collezione di Riccardo Romolo Riccardi nel XVI secolo via de’ Ginori, 10 aperto: lunedì e giovedì 8-17,30, martedì, mercoledì e venerdì 8-14

www.riccardiana.firenze.sbn.it

Biblioteca Moreniana anno di apertura al pubblico: 1942 origine: 1870, dal nucleo di Domenico Moreni (1763-1835) via de’ Ginori, 10 aperto: lunedì e giovedì 8-17,15, martedì, mercoledì e venerdì 8-14

www.provincia.fi.it/ palazzo-medici-riccardi/ biblioteca-moreniana

biblioteche

Biblioteca Nazionale Centrale

mostra

Boccaccio autore e copista a cura di Teresa De Robertis, Carla Maria Monti, Marco Petoletti, Giuliano Tanturli e Stefano Zamponi Biblioteca Medicea Laurenziana 11 ottobre 2013-11 gennaio 2014 Nel settimo centenario della nascita di Giovanni Boccaccio (1313-1375) la mostra, ospitata nella città e nella biblioteca che conservano il maggior numero tra i suoi più importanti autografi, intende offrire un quadro completo della produzione letteraria di uno dei più decisivi e studiati autori italiani, facendo tesoro delle ricerche condotte negli ultimi 40 anni sulla biografia, la cultura, la biblioteca di Boccaccio, con importanti nuove acquisizioni riguardanti soprattutto la sua attività di copista e filologo (basti qui ricordare le recenti scoperte di suoi autografi nelle biblioteche Ambrosiana e Riccardiana e nella British Library). Il percorso espositivo è suddiviso in due sezioni principali, una dedicata alla produzione letteraria di Boccaccio e l’altra incentrata sulla sua attività di copista e scopritore di testi. In mostra opere volgari e latine dell’autore, tre zibaldoni nei quali, a partire dall’adolescenza, Boccaccio ha raccolto materiali rari e curiosi, frutto delle sue letture e testimonianza di incontri culturali, e i volumi finora rintracciati della sua biblioteca personale, confluita nel convento fiorentino di Santo Spirito tramite frate Martino da Signa che l’aveva ereditata dal letterato. Completano il percorso le speciali sezioni dedicate al Decameron, con una presentazione multimediale dell’autografo ora a Berlino e con la lettura di alcune novelle, e al Teseida con presentazione interattiva delle sue varie redazioni e del progettato programma illustrativo. Accompagna l’esposizione un importante catalogo che riunisce le più recenti ricerche su Boccaccio e illustra quei manoscritti autografi che non è possibile esporre.

Biblioteca Medicea Laurenziana anno di apertura al pubblico: 1571, per volere di Cosimo I origine: raccolta iniziata da Cosimo il Vecchio piazza di San Lorenzo, 9 aperto: lunedì, mercoledì e venerdì 8-14, martedì e giovedì 8-17,30

www.bml.firenze.sbn.it

Biblioteca degli Uffizi anno di apertura al pubblico: 1998, nei locali dell’ex Biblioteca Magliabechiana origine: dalla prima biblioteca pubblica di Firenze fondata da Pietro Leopoldo di Lorena (seconda metà del XVIII secolo) Loggiato degli Uffizi aperto: martedì 9-17, mercoledì 9-13,30, venerdì 9-13

www.polomuseale.firenze.it

Biblioteca Marucelliana anno di apertura al pubblico: 1752 fondatore: Francesco Marucelli (1625-1703) via Cavour, 43-47 aperto: da lunedì a venerdì 8,30-19, sabato 8,30-13,45

www.maru.firenze.sbn.it

Biblioteca delle Oblate anno di apertura al pubblico: 2007 origine: dalla Biblioteca Comunale Centrale (1913) via dell’Oriuolo, 26 aperto: lunedì 14-19, da martedì a sabato 9-24

www.bibliotecadelleoblate.it

eventi e mostre Miniatura viva

Donato Di Zio

Mostra di codici, facsimili e miniatori contemporanei fino al 5 ottobre 2013 Biblioteca Riccardiana

Mostra dedicata all’artista contemporaneo nell’ambito dell’iniziativa Tipi da biblioteca 24 ottobre-20 dicembre 2013 Biblioteca Riccardiana

Bibliopride 2013

Leggere per non dimenticare

Seconda edizione della giornata nazionale delle biblioteche con presentazioni, conferenze, laboratori, letture ad alta voce e una ‘bibliotenda’ in piazza 5 ottobre 2013 piazza di Santa Croce e biblioteche e archivi della città

XIX edizione della rassegna ottobre 2013-maggio 2014 Biblioteca delle Oblate

Salviamo un Codice Presentazione del commentario del manoscritto Ricc. 237 restaurato nell’ambito dell’iniziativa Salviamo un Codice 5 ottobre 2013 Biblioteca Riccardiana

L’anatomia del pensiero Presentazione del video L’anatomia del pensiero di Adam Berg in occasione della Biennale di arte contemporanea di Firenze 28 novembre 2013 Biblioteca Riccardiana, Salone Luca Giordano

La via al Principe: Niccolò Machiavelli da Firenze a San Casciano

Mostra di opere di Pia Parodi, Paola Crema e Paola Romano ottobre 2013 Biblioteca Nazionale Centrale

Mostra in occasione del quinto centenario de Il Principe che illustra la biografia di Machiavelli fino all’esilio a San Casciano e alla pubblicazione del suo trattato 10 dicembre 2013-28 febbraio 2014 Biblioteca Nazionale Centrale

Boccaccio autore e copista

Adam Berg

Emozioni dall’insieme

Mostra in occasione del settimo centenario della nascita di Giovanni Boccaccio 11 ottobre 2013-11 gennaio 2014 Biblioteca Medicea Laurenziana

Mostra dedicata all’artista svedese gennaio 2014 Biblioteca Riccardiana

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“i grandi stranieri”

Dopo i focus sugli anglofiorentini Frederick Stibbert e Herbert Percy Horne, VisitArt presenta la seconda serie di profili dedicati ai grandi stranieri che hanno soggiornato, vissuto o lasciato una memoria storica a Firenze: in questo numero alcuni famosi personaggi russi e il loro legame con la città.

testi di Stefania Pavan Professore di Letteratura Russa

La famiglia Demidov La famiglia Demidov ha intrecciato le proprie vicende a quelle di Firenze, lasciando testimonianze concrete della sua presenza: il monumento a Nikolaj Demidov, nella piccola piazza omonima vicino al Ponte alle Grazie, opera di Lorenzo Bartolini; il Palazzo Demidoff-Amici in via dei Renai; la villa a Pratolino; lo stemma della famiglia, posto di fianco al portale centrale del Duomo fiorentino, a ricordo dell’ingente cifra con la quale i Demidov contribuiscono alla realizzazione della facciata di Santa Maria del Fiore. L’enorme ricchezza dei Demidov proviene soprattutto da terreni, miniere e fabbriche negli Urali e in Siberia; questo spiega perché una delle quattro statue allegoriche agli angoli del monumento a Nikolaj rappresenti la Siberia, che tiene in braccio Pluto con un sacco pieno d’oro. Nikolaj è il primo della famiglia a stabilirsi a Firenze nel 1815, come legato russo presso la corte del Granduca. Dapprima prende in affitto Palazzo Serristori, mentre fa restaurare il palazzo in via dei Renai, dove si trasferisce intorno al 1822. Il palazzo ha un ingresso anche al n. 30 di via di San Niccolò, dove nel 1828 Nikolaj vuole una scuola elementare gratuita per i bambini bisognosi e un presidio sanitario. Fino a metà Ottocento sono i Demidov a finanziare la scuola, che solo nel 1870 passa all’amministrazione reale. Nello stesso anno, Nikolaj fa costruire anche a Bagni di Lucca un ospedale per i poveri, edificio tuttora esistente. Il figlio Anatolij perfeziona l’acquisto, già avviato dal padre, del terreno alla periferia nord della città, di pertinenza del monastero di San Donato in Polverosa, dove costruire una splendida villa; nel 1825 i monaci vendono ai Demidov il terreno e in seguito l’intero monastero. A San Donato in Polverosa Anatolij raccoglie i tesori

d’arte acquistati dal padre e da lui aumentati; buona parte di questi tesori viene in seguito venduta. Inoltre, nella villa di San Donato, nel 1852 Anatolij fonda la “Società anonima per le corse dei cavalli”; in realtà, pensa a un “Circolo dell’Unione” ma, per non contrariare il Granduca con un possibile riferimento all’Unità d’Italia, ripiega su un’altra scelta. L’anno dopo, la sede della società viene trasferita in Palazzo Corsi, al n. 7 di via Tornabuoni, e nel 1871 la società assume la denominazione di “Circolo dell’Unione”. Anatolij, che in prime nozze sposa Matilde di Monfort, nipote di Napoleone, provvede anche all’acquisto e al restauro della villa napoleonica di San Martino all’Isola d’Elba, dove ancora oggi si possono ammirare alcuni capolavori delle collezioni di famiglia. Muore senza figli, l’erede è il nipote Pavel, che nel 1872 acquista la tenuta di Pratolino. La villa medicea originaria era stata demolita nel 1822, e i Demidov ristrutturano e ingrandiscono l’edificio delle paggerie, adibendolo a villa. Nel 1879 Pavel è nominato cittadino onorario di Firenze, assieme alla moglie Elena Trubeckaja. Nel 1885, anno della sua morte, la villa di San Donato in Polverosa viene venduta, dopo che nel 1879 era già stata chiusa l’annessa cappella ortodossa e gli arredi donati alla Chiesa russa ortodossa di Firenze. I Demidov si trasferiscono a Pratolino, nella paggeria della villa, dopo la conclusione dei lavori di restauro. Dopo la morte di Pavel, la villa passa alla moglie che nel 1917 la lascia in eredità alla figlia Marija Demidov Abamelek-Lazarev. Marija, vedova da un anno, si trasferisce stabilmente a Pratolino, dove muore nel 1955. L’erede, il principe Pavel Karageorgievi, nel 1969 vende all’asta sia la villa che gli arredi e l’enorme patrimonio d’arte in essa conservato.


illustrazioni di Paolo Fiumi

Pëtr Čajkovskij non ha lasciato a Firenze musei, né collezioni, né lasciti tangibili; l’unica traccia concreta della sua presenza è la targa affissa sul muro di Villa Bonciani, all’angolo di via di San Leonardo con il viale dei Colli, dove il musicista ha trascorso il dicembre 1878: “In questa villa nel 1878 visse e creò Pëtr Il’ic Čajkovskij. La sconfinatezza delle pianure russe e la dolcezza delle colline toscane sono fuse insieme nelle sue melodie immortali”. È a Firenze la prima volta nel maggio 1874, per una breve visita; vi torna poi nel novembre 1877, per soli tre giorni assieme al fratello Anatolij, quando ascolta per la prima volta i cantanti di strada, e ancora nel febbraio 1878 con l’altro fratello Modest; il viaggio è reso possibile dal generoso aiuto finanziario di Nadežda von Meck, ricchissima russa, vedova di Karl Georg von Meck. Nadežda, che si fa chiamare “baronessa”, nel 1878 risiede a Firenze, a Villa Oppenheim sul viale dei Colli – l’attuale hotel Villa Cora – con gli undici figli, otto domestici, due cuochi e due cocchieri. Il musicista e il fratello prendono in affitto una camera all’albergo Città di Milano in via dei Cerretani; visitano gli Uffizi, Palazzo Vecchio, le Cappelle Medicee, Palazzo Pitti. Ai primi di marzo Čajkovskij lascia Firenze per tornarvi, da solo, il 2 dicembre dello stesso anno. Ora non vive in albergo, perché Nadežda von Meck ha preso in affitto per lui e il servo Alëša, che lo accompagna, un appartamento a Villa Bonciani, non distante da Villa Oppenheim. Nadežda e Pëtr danno vita a uno strano gioco: lei passa ogni giorno davanti alla casa dove vive Čajkovskij, spesso in carrozza e accompagnata da qualcuno dei figli; lui effettua passeggiate a piedi verso la casa della “baronessa”; non passeggiano mai assieme e solo una volta, per un disguido, incrociano le loro strade. Ogni mattino lei gli scrive una lunga lettera e ogni sera lui le risponde; i servi recapitano la corrispondenza. Spesso sono agli stessi spettacoli teatrali, ma non si rivolgono mai la parola. Il musicista in questo primo lungo soggiorno fiorentino rivede l’orchestrazione della Prima Suite, progetta la Pulzella d’Orléans. A fine dicembre 1878 Nadežda lascia Firenze, e anche Pëtr abbandona il capoluogo toscano per Parigi. Nel marzo 1881, nel corso del viaggio da Vienna a Roma, si ferma per ventiquattr’ore a

“i grandi stranieri”

ˇ Pëtr Cajkovskij

Firenze, dove alloggia al Grand Hotel de New York sul lungarno Corsini. Passa nuovamente in città alla fine di novembre, andando da Venezia a Roma, e a fine marzo 1882, andando da Napoli a Vienna, alloggia all’albergo Washington in borgo Ognissanti. I primi mesi del 1890 lo vedono a Firenze per il soggiorno più lungo e artisticamente importante, legato alla composizione della Dama di picche. Arriva dalla Germania, proprio per dare vita a quest’opera, alla ricerca della tranquillità necessaria. Alloggia di nuovo all’albergo Washington; vive in una suite separata, le cui finestre si affacciano sull’Arno. È totalmente assorbito dall’opera, il cui libretto è del fratello Modest, ispirato dal racconto omonimo di Aleksandr Puškin. Il 31 gennaio 1890 inizia la composizione, e nessun avvenimento fiorentino riesce veramente a distrarlo, neppure l’arrivo in città il 12 marzo del corteo con a capo Buffalo Bill, al secolo colonnello William Cody: 1.300 persone, 4 treni speciali, un anfiteatro smontabile per 10.000 spettatori. A malapena assiste all’inaugurazione del monumento a Daniele Manin, nella vicina piazza d’Ognissanti. Čajkovskij, però, non si estrania completamente, pur lavorando tutti i giorni con estrema regolarità. Nei momenti di riposo passeggia soprattutto alle Cascine; legge i quotidiani italiani, è in grado di leggere ma non di parlare la nostra lingua; rifugge invece il Gabinetto Letterario Vieusseux, dove potrebbe leggere riviste e quotidiani russi, per non subire distrazioni ed essere obbligato a incontrare altre persone. A marzo la Dama di picche è terminata, mentre la città cambia volto davanti ai suoi occhi, con il procedere degli interventi di Giuseppe Poggi. Ha modo di ascoltare uno stornellatore, un cantante di strada di nome Ferdinando, dal quale ascolta la canzone Pimpinella, da cui trarrà una delle Sei romanze, Op. 38 Pimpinella. Canzone fiorentina. Ai primi di aprile lascia per l’ultima volta Firenze, va a Roma dove termina l’orchestrazione della Dama di picche che, in un certo senso, possiamo considerare tutta fiorentina. Alcuni mesi dopo, già in Russia, compone un ultimo omaggio alla città: il sestetto per archi Op. 70 Souvenir de Florence.

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“stranieri” a firenze

British Institute of Florence The Harold Acton Library

New York University in Florence Villa La Pietra

Fondato nel 1917 per promuovere gli scambi culturali tra l’Italia e il mondo anglofono, oggi il British Institute offre un vasto programma di corsi di lingua inglese, lingua italiana e storia dell’arte oltre a organizzare numerosi eventi culturali di varia natura.

L’università è ospitata a Villa La Pietra, che conserva la Collezione Acton, ricca di oltre 7.000 opere, e una Biblioteca con circa 12.000 volumi e 16.000 fotografie; ospita i seminari del Remarque Institute e del Graduate Studies, l’Acton Miscellany, il Season Events e La Pietra Policy Dialogues. La Pietra Policy Dialogues ambisce a creare un dibattito pubblico intorno alle problematiche politiche e sociali, riunendo intorno a un tavolo comune una grande varietà di personaggi internazionali per riflettere e discutere su vari argomenti, con il fine di creare un network dinamico fra le due sponde dell’Oceano Atlantico.

lungarno Guicciardini, 9

www.britishinstitute.it

eventi

Ciclo di conferenze Questa stagione delle conferenze del mercoledì include Webs of desire and violence: power politics and sexual politics in three works of Florentine Renaissance art di Judith Testa, autrice di An Art Lover’s Guide to Florence (13 novembre 2013) e The ghost of Italy past: history and the making of modern Italy di Lucy Riall, EUI (11 dicembre 2013).

The Harvard University Center for Italian Renaissance Studies

Nella sede di Villa I Tatti, l’istituto è impegnato nello studio approfondito del Rinascimento italiano sotto vari aspetti: storia dell’arte, politica, economia, scienze sociali, storia della scienza, filosofia, religione, storia della letteratura e musica. Villa I Tatti via di Vincigliata, 26

a cura di Alyson Price

www.itatti.harvard.edu

evento

Interactions between Latin and the Vernacular in Early Modern Europe convegno organizzato da Eva Del Soldato e Andrea Rizzi 21 novembre 2013, Villa I Tatti, Firenze; 22 novembre 2013, Monash University Prato Center, Prato

Istituto Universitario Olandese di Storia dell’Arte Fu fondato nel 1958 per promuovere gli interscambi culturali, in particolare tra il Nord e il Sud dell’Europa. La ricca Biblioteca dell’istituto vanta una prestigiosa raccolta di testi critici sulla storia dell’arte e della cultura con una specializzazione nell’arte italiana e dei Paesi Bassi. L’istituto promuove mostre, pubblicazioni e conferenze. viale Torricelli, 5

www.iuoart.org

Syracuse University in Florence Grazie alla pluriennale esperienza e ai rapporti instaurati con la città, il campus offre una vasta scelta di corsi e approfondimenti culturali. Ha la sua sede principale nella Villa Rossa, acquistata nel 1963 dalla Syracuse University. piazza Savonarola, 15

www.syr.fi.it

Institut Français de Florence

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L’istituto, il più antico al mondo (1907), è Ente dello Stato Francese e fa capo alla rete culturale dell’Ambasciata di Francia in Italia. Ospitato nel quattrocentesco Palazzo Lenzi, da oltre un secolo si distingue per un’attivissima politica culturale e per l’eccezionale sviluppo della sua biblioteca-emeroteca. piazza d’Ognissanti, 2

www.france-italia.it

Villa La Pietra via Bolognese, 120

www.nyu.edu/global/lapietra

eventi NYU La Pietra Dialogues Autumn Events Il ciclo An Era of Political Sea-Change comprende tre appuntamenti nel mese di ottobre. Women in War: Past and Present include la proiezione di film e una tavola rotonda (12-13 ottobre 2013). Generation Jobless propone discussioni sulla disoccupazione giovanile in Europa e Stati Uniti (6 e 13 novembre 2013)

Georgetown University Nel 1979 Margaret Rockefeller Strong Cuevas, nipote di John D. Rockefeller, donò Villa Le Balze – la proprietà di suo padre – alla Georgetown University, con l’obiettivo che diventasse un centro di studio in onore del padre, filosofo, scrittore ed educatore. L’università organizza conferenze e promuove pubblicazioni. Villa Le Balze via Vecchia Fiesolana, 26

www11.georgetown.edu

eventi Profiles in Leadership from Caesar to Modern Times Presentazione del libro del Prof. Emilio Iodice (Vicepresidente Loyola University Chicago) 8 ottobre alle 17,30 Machiavelli and International Politics conferenza del Prof. Marco Cesa (Università di Bologna, Johns Hopkins University) 7 novembre alle 17,30

Istituto Universitario Europeo L’istituto, che svolge le proprie attività nelle varie sedi nei dintorni di Firenze, contempla un programma di studi di specializzazione postlaurea e postdottorato creato nel 1972 dai sei Stati fondatori della Comunità Europea per promuovere, in una prospettiva europea, lo sviluppo culturale e scientifico in vari campi: economia, storia, giurisprudenza, scienze politiche e sociali. Numerosi i seminari e le conferenze presenziati da personaggi internazionali. Badia Fiesolana via dei Roccettini, 9, San Domenico di Fiesole

www.eui.eu

Kunsthistorisches Institut in Florenz Fondato nel 1897, è uno dei più antichi centri di ricerca per la storia dell’arte e dell’architettura in Italia e dal 2002 appartiene alla Max-PlanckGesellschaft. Uno dei suoi compiti principali è favorire la formazione di studiosi a livello internazionale. I ricercatori di tutto il mondo hanno accesso alla Biblioteca con oltre 300.000 volumi e a una delle fototeche più prestigiose al mondo per la storia dell’arte italiana. via Giuseppe Giusti, 44

www.khi.fi.it

Parco mediceo di Pratolino Villa Demidoff La villa medicea, progettata da Buontalenti e demolita nel 1822, si trovava nel grande parco imitato in tutta Europa per il complesso di giochi d’acqua, automi e fontane. L’attuale Villa Demidoff deriva da un adattamento della “paggeria”, mentre la trasformazione del giardino in parco all’inglese si deve a Joseph Fritsch nel periodo lorenese. da vedere: il parco con alberi secolari, il Colosso dell’Appennino e la fonte del Mugnone (Giambologna), la grotta di Cupido (Buontalenti, 1577), il Casino di Montili (de Cambray Digny, 1820 circa) e la Cappella a pianta esagonale (Buontalenti, 1580). via Fiorentina, 282 - Loc. Pratolino, Comune di Vaglia aperto: da aprile a ottobre. In aprile e ottobre domenica e festivi 10-17; in maggio e settembre sabato, domenica e festivi 10-18; da giugno ad agosto sabato, domenica e festivi 10-19. Nei giorni di chiusura per gruppi su richiesta apertura della zona centrale del parco: parcpra@provincia.fi.it 055 409427

www.provincia.fi.it/pratolino

Villa medicea di Castello Tra le più antiche residenze suburbane dei Medici, villa e giardino furono rinnovati nel XVI secolo; vi lavorarono Tribolo, Vasari e Buontalenti. da vedere: visitabile solo il giardino, considerato da Vasari uno dei più splendidi d’Europa, con la Grotta degli Animali e la fontana di Ercole e Anteo di Ammannati. via di Castello, 47 - Loc. Castello, Firenze aperto: da novembre a febbraio 8,15-16,30, in marzo 8,15-17,30, in aprile, maggio, settembre, ottobre 8,15-18,30, da giugno ad agosto 8,15-19,30 chiuso: secondo e terzo lunedì del mese, Capodanno, 1 maggio, Natale

www.polomuseale.firenze.it/musei/ villacastello

Villa medicea della Petraia Proprietà medicea dal 1532 e modificata da Ferdinando nella seconda metà del secolo, nel Seicento vi intervenne Giulio Parigi. da vedere: la decorazione degli interni e gli arredi ottocenteschi; la sala da ballo con affreschi del Volterrano (XVII secolo); il giardino formale progettato dal Tribolo e la fontana con la Fiorenza di Giambologna, proveniente dalla Villa di Castello. via della Petraia, 40 - Loc. Castello, Firenze aperto: tutti i giorni, da novembre a febbraio 8,1516,30, in marzo 8,15-17,30, in aprile, maggio, settembre, ottobre 8,15-18,30, da giugno ad agosto 8,15-19,30 chiuso: secondo e terzo lunedì del mese, Capodanno, 1 maggio, Natale

www.polomuseale.firenze.it/musei/petraia

Villa medicea di Cerreto Guidi Edificata nel 1556 come residenza di caccia, fu terminata in base a un progetto attribuito a Buontalenti. da vedere: mobili, ritratti medicei e 14 lunette di Giusto Utens raffiguranti le ville appartenenti ai Medici al tempo di Ferdinando I; Museo Storico della Caccia e del Territorio. via dei Ponti Medicei, 7, Cerreto Guidi aperto: tutti i giorni, 8,15-19 chiuso: secondo e terzo lunedì del mese, Capodanno, 1 maggio, Natale

www.polomuseale.firenze.it/musei/ cerretoguidi


Per il Gran Principe Ferdinando

Nature morte, paesi, bambocciate e caramogi dalle collezioni medicee a cura di Maria Matilde Simari fino al 5 novembre 2013 A 300 anni dalla morte del Gran Principe (1663-1713), le 14 sale del Museo della Natura Morta, ospitato all’interno di una delle residenze preferite dal primogenito del granduca Cosimo III, accolgono un percorso espositivo che mette in evidenza le opere appartenute con certezza alle sue raccolte e si chiude con una sala dedicata a due aspetti particolari del suo gusto di collezionista. L’ultima sala espone infatti una selezione di pitture ‘in piccolo’ e pitture di genere che riunisce opere abitualmente conservate nei depositi delle Gallerie fiorentine e di altri istituti: le vedute di paesi sono accompagnate da bambocciate e caramogi – dipinti grotteschi e giocosi animati da nani e pigmei – che rispecchiano la passione di Ferdinando per i sonetti scherzosi e le “burlette burlesche”, i comici e gli istrioni, oltre che il suo interesse per la produzione di artisti impegnati in generi collaterali alla grande pittura di figura, come i fioranti, i vedutisti, i petits maîtres olandesi, i bamboccianti e i caricaturisti. Tra le opere in mostra un inedito dipinto di Bartolomeo Ligozzi, di cui sono state rinvenute data e firma. Completano il percorso espositivo alcuni manoscritti e libri a stampa che ricordano Ferdinando nella sua personalità eclettica e nei suoi modi affabili e cordiali. aperta: secondo gli orari del Museo della Natura Morta (ultima visita alle 17)

ville medicee

mostra

Villa medicea di Poggio a Caiano Progettata da Giuliano da Sangallo, rispecchia le tendenze umanistiche dell’architettura ispirata all’antico (14851492); fu conclusa nella prima metà del Cinquecento per volontà del futuro Leone X. da vedere: affreschi di Andrea del Sarto, Pontormo, Franciabigio e Alessandro Allori; Museo della Natura Morta con oltre 200 dipinti databili fra il tardo Cinquecento e la metà del Settecento, provenienti dalle collezioni medicee.

piazza Medici, 14, Poggio a Caiano aperto: tutti i giorni, da novembre a febbraio 8,1516,30, in marzo e ottobre 8,15-17,30 (con ora legale 18,30), in aprile, maggio, settembre 8,15-18,30, da giugno ad agosto 8,15-19,30 Museo della Natura Morta prenotazione obbligatoria 055 877012, visite accompagnate (non guidate) ogni ora dalle 9 (la visita delle 13 non viene effettuata) chiuso: secondo e terzo lunedì del mese, Capodanno, 1 maggio, Natale

www.polomuseale.firenze.it/ musei/poggiocaiano

Ville medicee, patrimonio dell’umanità Dallo scorso giugno 12 ville e due giardini medicei sono entrati a far parte della lista del Patrimonio Mondiale dell’Unesco

Faustino Bocchi, Il gatto mammone

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percorsi in città le antiche mura

L’ultima cerchia comunale, costruita tra la fine del Duecento e il primo trentennio del XIV secolo, formava un perimetro di quasi nove chilometri, intervallato da porte maestre, postierle e torri di guardia. Nei secoli seguenti, e in particolare in occasione del celebre assedio di Firenze nel 1529-1530, le mura medievali subirono importanti interventi mirati a potenziare la difesa della città, come la costruzione di baluardi o lo scapitozzamento di numerose torri e porte. Della cinta originaria restano oggi di là d’Arno brevi tratti estranei ai lavori diretti da Giuseppe Poggi per Firenze capitale. Gli interventi poggiani hanno invece interessato tutto il tracciato a nord del fiume, riconoscibile nel percorso dei viali di circonvallazione e segnato dalla sequenza di porte e torri: presenze isolate e monumentali o elementi discreti assimilati nel tessuto urbano che sono frammenti di un’articolata opera difensiva. 1 Porticciola della Vagaloggia

si apriva in corrispondenza dell’odierno lungarno Amerigo Vespucci, presso la pescaia di Santa Rosa, ed era detta Postierla delle Mulina per la presenza in questa zona di strutture molitorie.

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2 Torre della Serpe

la torre di guardia, detta della Serpe forse dal soprannome di un famoso capoguardia, era situata in prossimità della cosiddetta Porticciola d’Arno, distrutta durante la costruzione dei viali. La presenza della torre in questo punto era dovuta al fatto che qui le mura formavano un angolo retto, proseguendo lungo il fiume fino a piazza d’Ognissanti per poi collegarsi idealmente con il Torrino di Santa Rosa al di là dell’Arno.

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viale Fratelli Rosselli

3 Porta al Prato prende nome da un ampio spazio verde all’interno delle mura e la sua costruzione fu iniziata alla fine del Duecento; scapitozzata, fu conclusa dalla troniera e coperta da una tettoia per il riparo dell’artiglieria. Nella stessa occasione la lunetta venne affrescata da Michele di Ridolfo del Ghirlandaio con la Madonna con il Bambino e due santi. Nella facciata interna resta una lapide del 1311 che riporta le misure delle mura, del fossato e delle strade che correvano lungo la cerchia. piazzale della Porta al Prato

1 20 19

4 Porta a Faenza

parte della cerchia realizzata tra la fine del XIII e la prima metà del XIV secolo, la porta costituiva uno dei principali accessi alla città per chi proveniva da nord ovest, fino a quando nel Cinquecento venne incorporata nella Fortezza da Basso. La sommità della struttura è ancora visibile dietro la cannoniera della fortezza.

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Fortezza da Basso, viale Filippo Strozzi

5 Postierla di Gualfonda la postierla era detta anche di Polverosa in riferimento al monastero di San Donato in Polverosa, situato a un miglio di distanza. Il nome di Gualfonda deriva invece dalla strada, Valfonda, che conduceva alla torre.

6 Porta a San Gallo

l’anno di fondazione (1284) è ricordato sulla facciata esterna, insieme al nome del Capitano del Popolo Rolandino da Canossa, mentre la targa apposta nel 1708 risale alla visita del re danese Federico IV. La Porta a San Gallo – così detta per il vicino monastero poi distrutto – è l’unica che conserva le originali mensole con il leone, simbolo della città: uno allusivo alla benevola accoglienza degli amici, l’altro raffigurato mentre azzanna un toro come monito ai nemici. Sulla sommità della torre portiera, scapitozzata e poi coperta, svetta la banderuola con lo stemma mediceo, mentre nella lunetta rimane la Madonna con il Bambino tra santi dipinta da Michele di Ridolfo del Ghirlandaio. piazza della Libertà

7 Postierla de’ Servi

non ne rimane alcuna traccia se non il percorso di via Gino Capponi che dalla postierla conduceva alla Santissima Annunziata. Prima della costruzione dell’ultima cerchia, il monastero extra moenia si raggiungeva percorrendo la cosiddetta via de’ Servi fino a oltrepassare la scomparsa Porta di Balla.

8 Porta a Pinti

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detta anche Porta Fiesolana poiché da qui iniziava la strada per Fiesole, prese poi il nome da borgo Pinti. Come le porte di San Giorgio e San Miniato, veniva chiusa ogni sera “all’Ave Maria” (alle 17 in inverno e alle 20 in estate). Era decorata da una Madonna con il Bambino di Andrea del Sarto, affresco di cui restano numerosi disegni e repliche.

17 9 Porta alla Croce fu Antonio da Sangallo nel 1529 a ridurre in altezza e a dotare di cannoniere la porta che svettava con i suoi 35 metri alla fine di borgo La Croce. La lunetta interna conserva una Madonna in maestà fra i santi Giovanni Battista e Ambrogio di Michele di Ridolfo del Ghirlandaio: se il Battista vi compare come patrono della città, la figura di sant’Ambrogio è dovuta alla vicina e omonima chiesa. Sul fianco della porta una targa marmorea, posta sopra una piccola fontana, ricorda 530 fiorentini caduti durante la prima guerra mondiale. piazza Beccaria

10 Postierla Guelfa si trovava in fondo a via Ghibellina e si apriva all’interno di un’imponente torre.

11 Porta alla Giustizia si trattava della porta orientale più vicina al fiume, situata nell’attuale piazza Piave. Il suo nome e il toponimo della strada che vi conduceva – via dei Malcontenti – alludevano ai condannati a morte che si avviavano al patibolo fuori dalle mura, poi trasferito fuori dalla Porta alla Croce.


14 Porta San Miniato

percorsi in città le antiche mura

Porte e postierle demolite

fu aperta nelle mura per consentire l’accesso diretto alla collina di San Miniato. Le mura, costruite in pietraforte a filaretto, presentano all’interno archetti decorativi in mattoni e un tratto delle scale che saliva al camminamento di ronda. All’esterno la porta è fiancheggiata da due coppie di stemmi: il giglio e la croce del popolo fiorentino sono visibili su quelli meglio conservati.

Mura demolite Tratti di mura tuttora esistenti

tra piazzetta di San Miniato e via del Monte alle Croci

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15 Baluardo di San Giorgio

nel 1529 Michelangelo progettò il baluardo e fece scavare un fossato per difendere la città dall’imminente assedio dell’esercito imperiale lungo le mura che costeggiano via di Belvedere. Detto anche Baluardo della Ginevra per la presenza dell’omonima fonte, il bastione fu costruito in terra battuta e palizzate in legno; in alcune piazzole erano alloggiati i cannoni, mentre una cisterna raccoglieva l’acqua usata per il raffreddamento dell’artiglieria. In seguito Cosimo I de’ Medici affidò a Giuliano di Baccio d’Agnolo la costruzione del baluardo in muratura, oggi sede e campo di tiro dei balestrieri del Calcio Storico Fiorentino.

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via di Belvedere

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16 Porta San Giorgio

la porta, privata della torre, fu coperta da un tetto a capanna nel XVI secolo. All’esterno, nella lunetta, è alloggiata una formella in pietra attribuita ad Andrea Pisano e raffigurante San Giorgio a cavallo nell’atto di uccidere il drago. All’interno della porta, dalla quale si imbocca la costa di San Giorgio che scende verso la città, si conserva un affresco attribuito a Bernardo Daddi con la Madonna in trono con il Bambino fra i santi Giorgio e Leonardo. tra via di Belvedere e costa di San Giorgio

17 Porta Romana 9

10 12 11

detta in origine San Pier Gattolini dalla chiesa omonima, fu eretta intorno al 1328 su progetto di Jacopo Orcagna. Alcuni ingressi laterali sono stati aperti nel secolo scorso per agevolare il traffico. Da qui Leone X e Carlo V fecero il loro solenne ingresso in città, nel 1515 e nel 1536, come ricordano le iscrizioni sulla facciata esterna. La porta, che mostra all’esterno un giglio in marmo di Giovanni Pisano (1331), era abbellita da sculture policrome, di cui restano la Vergine con il Bambino, San Pietro e San Paolo, oggi al Bargello, mentre all’interno si conserva la Madonna protettrice di Firenze con il Bambino e i santi Giovanni Battista, Zanobi, Pietro e Nicola da Tolentino. tra piazzale della Porta Romana e piazza della Calza

18 Porta di Camaldoli 14

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la porta detta anche Volterrana è oggi murata; ne resta tuttavia la struttura a torre nella quale è visibile l’arcata dell’antico ingresso.

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viale Ludovico Ariosto angolo piazza Torquato Tasso

19 Porta San Frediano 15 illustrazione di di illustrazioni Silvia Cheli Silvia Cheli

fu edificata nel 1332 su disegno di Andrea Pisano che modificò l’originale progetto arnolfiano. Conserva i grandi battenti in legno di quercia, rinforzati da chiodi e restaurati alla fine del Novecento. Ridotta in altezza e coperta, era adornata da sculture oggi perdute. In origine prendeva nome dalla Strada Maestra Pisana che collegava la città a Pisa e Livorno, percorsa da Carlo VIII quando nel 1494 fece il suo ingresso a Firenze passando per questa porta.

12 Torre della Zecca Vecchia

tra via Pisana e borgo San Frediano

la torre terminale alta 25 metri segnava l’arresto della cintura difensiva nella zona est della città di qua d’Arno. Realizzata tra il 1320 e il 1324, prendeva nome dall’officina della Zecca preposta al conio dei fiorini della Repubblica. Una lapide marmorea riporta un verso dantesco riferito all’Arno: “Per mezza Toscana si spazia un fiumicel che nasce in Falterona e cento miglia di corso nol sazia”. La struttura è dotata di sotterranei con una serie di corridoi voltati collegati all’antico sistema fognario.

20 Torrini di Verzaia e di Santa Rosa

piazza Piave

13 Porta San Niccolò unica torre portiera che mantiene l’altezza originaria, presenta sulla facciata interna tre arcate sovrapposte munite di scale che, in caso di assalto, permettevano un rapido accesso al ballatoio merlato; sopra l’arco di ingresso, si trova la lunetta di Bernardo Daddi con la Madonna in trono con il Bambino tra i santi Giovanni Battista e Niccolò affiancati da angeli musicanti. La facciata esterna è invece decorata da due mensole, ricostruite nel 1934 sull’esempio di Porta a San Gallo. Sul lato sud si vedono alcune porte e due rampe di scale costruite da Poggi per accedere alla torre; la porta in alto a sinistra è l’unica originale e costituiva l’ingresso al camminamento di ronda. piazza Giuseppe Poggi

l’ultimo tratto di mura dell’Oltrarno che racchiudeva la città a ovest include il Torrino di Verzaia, che conserva la merlatura alla sua sommità, e si conclude in prossimità dell’Arno con una torre terminale detta di Santa Rosa per la presenza di un piccolo oratorio e arricchita nell’Ottocento da un tabernacolo in stile neogotico. I due varchi aperti nelle mura vicino all’ultimo torrino risalgono al Novecento. via delle Mura di Santa Rosa angolo lungarno Soderini

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percorso architettonico

Abbiamo già avuto modo, nei numeri precedenti di VisitArt, di soffermarci sulle valenze urbanistiche del piano di ampliamento per Firenze capitale. Richiamiamo ora l’attenzione su alcuni specifici caratteri architettonici in cui esso ha potuto compiersi prima che il trasferimento della capitale a Roma (1871), decretando una repentina sottrazione delle risorse economiche, limitasse la compiutezza della loro visione d’insieme.

Il sogno della capitale: forme e modelli per la Firenze dellʼItalia unita

La straordinaria mole di lavori scaturiti dall’elezione di Firenze a capitale (1864) viene spesso riduttivamente ricordata come causa dell’abbattimento delle mura medievali, quasi che tali demolizioni avessero più che altro lasciato un vuoto anziché costituire il primo passo di un importante progetto di rinnovamento. Un giudizio espresso tanto più superficialmente se non si ha l’accortezza, pur riconoscendone i limiti, di contestualizzarlo nel particolare ed entusiastico clima in cui è stato partorito, prefigurandosi con gli occhi dei contemporanei il sogno di una città moderna ed esemplare per il neonato Regno d’Italia. Attorno al circuito dei viali si attestano, infatti, episodi edificatori che Poggi, autore del piano, qualifica con uno stile nuovo per Firenze, ispirato all’architettura magniloquente del pieno Rinascimento, quella che Bramante e Raffaello avevano imposto a Roma nei primi decenni del Cinquecento e che poi Peruzzi, Antonio da Sangallo il Giovane, Jacopo Sansovino, Michele Sanmicheli, Palladio avevano diffuso e rielaborato nei principali centri italiani. Una nuova, grande ‘maniera unitaria’ in certa misura coraggiosa nella campanilistica Firenze, che ancora si esprimeva coi severi fraseggi del

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di Emilia Daniele

Emilia Daniele Architetto. Dottore di ricerca in Storia dell’Architettura e dell’Urbanistica, con incarico di docenza presso la Facoltà di Ingegneria CivileArchitettura di Pisa.


percorso architettonico

Classicismo toscano della Restaurazione (amato dai Lorena e facente capo a Pasquale Poccianti), caratterizzato dalla sobria e impassibile canonicità degli esterni in pietra e intonaco (‘stringato’ classicismo esemplificato dal palazzo Poniatowsky alla Porta al Prato (1), riconducile alla giovanile produzione poggiana, 1842). È così che sulla ovale piazza Beccaria (2) le testate dei nuovi edifici echeggiano i caratteri dei palazzi romani di Bramante e di Raffaello (piano basamentale bugnato con possenti raggere di conci a disegnare le piattabande di porte e finestre e piani superiori innervati da un ordine gigante di semicolonne: costrutto che ritroviamo in piazza Poggi) per di più congiunti a un ordine corinzio di chiara derivazione palladiana e a un coronamento a balaustri del piano attico riconducibile a Sanmicheli o Sansovino, o allo stesso Palladio. Tuttavia la facciata ha un sapore pienamente ottocentesco, forse per la lavorazione della pietra serena portata a tale levigatezza da evocare la ghisa; o per l’incisione perfetta dell’intonaco dei piani superiori, a fingere un paramento bugnato dall’impeccabile passo isodomo (cioè con i giunti verticali perfettamente allineati ogni due filari). Un robusto ordine dorico ad arcate caratterizza invece i portici continui che alleggeriscono a piano terra i massicci blocchi di piazza della Libertà (3) (un tema urbanistico, quello dei portici, caro all’Ottocento, attraverso cui Firenze tenta una ‘sprovincializzazione’). Se invece con le palazzine gemelle che inquadrano il nuovo ingresso al giardino della Gherardesca (4) (viale Matteotti) possiamo avere un saggio del garbato Classicismo neorinascimentale auspicato per l’edilizia residenziale lungo tutta la cintura verde dei viali, i palazzi di piazza Poggi (5) osano rivestirsi di una quanto mai inusuale opera rustica, debitrice più che del capriccioso Manierismo toscano ancora una volta del Cinquecento romano e veneto. È lo stesso Poggi che giustifica la scelta formale dell’opera rustica “dovendo quelle fabbriche far mostra di sé in precedenza delle Rampe (6) conducenti al Piazzale Michelangelo”; e in effetti le fronti dei palazzi e il rivestimento dei primi due livelli dei monumentali gradoni delle Rampe sono in stretto dialogo con i rustici bugnati che fasciano anche fontane e balaustre addossate all’antica Torre di San Niccolò (7) (che fra l’altro Poggi rende “obelisco” dell’intera composizione, restituendole l’accesso con l’aggiunta di “una doppia scala dello stile del XIII secolo”);

foto di Emilia Daniele

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percorso architettonico

Rampe che perdono di definizione a mano a mano che si sale verso il piazzale, fino a fondersi con la natura in verdi sentieri sinuosi ritagliati fra grotte umide di concrezioni calcaree e rivoli d’acqua. Un’articolata e godibile passeggiata pubblica resa possibile da un sapiente gioco di ingegneria idraulica, portate le acque dal Fosso di Gamberaia e più tardi, per rendere perenne il getto, incrementate da quelle del nuovo serbatoio di Carraia (8) (anch’esso progettato da Poggi e mistificato nella suggestiva ambientazione naturale dell’Erta canina come una grotta stretta fra le rampe di un’erbosa scala a tenaglia). A coronamento di questa impegnativa quanto piacevole salita, l’imponente spianata del piazzale, belvedere sulla città e a un tempo vero e proprio luogo di culto di Michelangelo: al suo culmine, infatti, la Loggia nasce come museo dove riunire i calchi delle opere del sommo artista (nonché un suo ritratto in marmo realizzato a proprie spese da Giovanni Dupré, fra i più stimati scultori della Firenze coeva) ma presto è ‘relegata’ a caffè ristorante, favorita da diverse circostanze la riunione delle opere michelangiolesche all’Accademia. Rimane al centro del piazzale la copia bronzea del David, dono del nuovo governo residente a Firenze; di Poggi l’idea del suo basamento monumentale (9) arricchito dalle copie delle quattro figure allegoriche giacenti sui sepolcri delle Cappelle Medicee, l’Aurora, il Giorno, il Crepuscolo e la Notte (fuse per l’occasione da Clemente Papi, noto come il “Cellini dell’Ottocento”) e dalle iscrizioni di Cesare Guasti celebrative del quarto centenario della nascita del Buonarroti. La Loggia Michelangelo (10) può essere letta come un’esercitazione di palladianesimo, riproposto chiaramente il costrutto a cosiddetta serliana del portico terreno della Basilica di Vicenza. Così come altrettanto distante dal Classicismo toscano della prima metà dell’Ottocento appare, e matericamente e morfologicamente, la bianca scalinata in travertino per San Miniato (11), casomai vicina a esempi, anche antichi, romani. Non mancano in tutta l’operazione del viale dei Colli, e in particolare nei nodi monumentali del piazzale e delle Rampe, aspetti di arredo urbano estremamente accurati e felici (difficile dire se attribuibili direttamente a Poggi), per preservare la cui integrità, oltre che a garantire sicurezza alle passeggiate, si arriva a comprendere piccoli edifici per la vigilanza (12) anch’essi disegnati con l’accuratezza di un elemento di arredo: panchine in pietra con sedute a mosaico, viottoli sorretti da muri a retta che conferiscono ai percorsi un’aura di disinvolto naturalismo, profili in ferro battuto (13) che sembrano anticipare raffinatezze art noveau; fino alla balaustra in ghisa del piazzale (14), una serrata teoria di montanti verticali delineati a forma di colonnine doriche, di quello stesso ordine maschile e severo, cioè, che informa e ‘struttura’ l’intero intervento delle Rampe, dai palazzi di piazza Poggi alla Loggia. Gli interventi nei quartieri di espansione della Firenze capitale non si esauriscono con i soli episodi poggiani. La realizzazione delle monumentali Scuderie Reali a Porta Romana, ad esempio (oggi Istituto d’Arte), realizzate su progetto di Fabio Nuti dietro diretta richiesta dei Savoia, con l’annesso edificio delle Pagliere (15), procede autonomamente rispetto alla realizzazione dell’adiacente braccio del viale dei Colli, determinandone anzi il tracciato. Lo stesso Poggi, oberato dai lavori per l’ingrandimento, passa a un suo allievo, Pietro Comparini, la commissione di Villa Oppenheim (oggi Villa Cora) sul viale Machiavelli al Bobolino, dimora la cui vita mondana e culturale acquisirà particolare rilievo nella Firenze di fine secolo. Fra i suoi collaboratori nella stesura degli esecutivi e a coordinare i vari cantieri, oltre a quello di Comparini compaiono i nomi di Giacomo Roster (in particolare per gli edifici di piazza Beccaria, per quelli distrutti presso piazzale Galileo e per i pittoreschi chalets al Bobolino), di Emilio de Fabris (a sua firma gli esecutivi di diversi blocchi residenziali sui viali) e molti altri architetti presto protagonisti della scena architettonica di Firenze, rivelando come l’immenso cantiere della capitale sia stato straordinario volano di crescita e confronto, occasione febbrile per la sperimentazione di nuovi linguaggi.

Tutte le citazioni sono tratte da G. Poggi, Sui lavori per l’ingrandimento di Firenze (1864-1877), Firenze 1882.

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1. Palazzo Poniatowsky alla Porta al Prato

2. Palazzi di piazza Beccaria

6. Le Rampe

7. Restauro della Porta San Niccolò

Con la sua facciata in “stile toscano semplice”, così si esprimevano consapevolmente gli architetti fiorentini della Restaurazione, al tutto bandita l’esuberanza esornativa dell’ordine architettonico, palazzo Poniatowsky è un compiuto esempio della prima maniera poggiana, direttamente collegata alla Scuola Toscana facente capo a Pasquale Poccianti.

Rappresentano un episodio a un tempo urbanistico e paesaggistico di sistemazione delle franose pendici del colle di San Miniato, onde sostenere il grandioso belvedere di piazzale Michelangelo. Un panoramico viale carrabile a tre tornanti si snoda fra boschetti, specchi d’acqua e grotticelle, oltre alle doppie rampe di ascesa alla quota delle antiche mura, disegnate da un’impegnativa ornamentazione rustica.

11. Scala per San Miniato

Assai poco ‘fiorentino’ il materiale scelto per realizzare la “scala grande binata per accedere alla Basilica di San Miniato” e rivestire i muri che la fiancheggiano: il travertino, ‘vistosa deroga’ alle locali pietra serena e pietraforte che trova fra le carte di Poggi giustificazione coloristica, volendo che cromaticamente “discordassero il meno possibile colla facciata marmorea del tempio”.

Improntati al magniloquente Cinquecento romano e veneto, i prospetti profilano con il loro andamento convesso il disegno ovale della piazza, sfoggiando un sontuoso ‘bugnato isodomo’ al piano terreno, ordine corinzio gigante (talvolta binato sui cantonali) e aerea balaustrata di coronamento: fraseggio classicistico alquanto inusuale per Firenze.

Poggi contrasta l’ipotesi di demolizione della medievale torre della Porta San Niccolò, meritevole “sia per lo stile”, sia per essere “meno danneggiata dal tempo e dagli uomini”, sia in quanto glorioso monumento della storia passata; non solo, ma la esalta al punto da renderla fulcro dell’intera composizione delle Rampe, “quasi obelisco”.

12. Guardiola per la vigilanza

Sobri ma non privi di grazia gli standardizzati “Casotti per le guardie” che affiorano di tanto in tanto fra le anse del viale dei Colli a garantire la sicurezza delle passeggiate e a prevenzione di abusi e vandalismi, ma anche elementi di arredo e in quanto tali progettati con cura e senso estetico, come dimostrano i disegni originali di pugno dello stesso Poggi.


Revelations.

Centro Di novità editoriali

Discoveries and Rediscoveries in Italian Primitive Art

Andrea G. De Marchi 2014

3. Palazzi di piazza della Libertà

Aspirano a costituire un portico continuo i loggiati dorici che traforano a piano terra gli imponenti blocchi edilizi di piazza della Libertà: ordine severo, il dorico, allusivo della forza virile, richiamato nei triglifi della trabeazione che corre sulle arcate e quanto mai adeguato per queste fabbriche destinate a ospitare gli efficienti funzionari dei nuovi organi dello Stato.

4. Ingresso al giardino della Gherardesca e palazzine laterali

Mentre il cancello rivisita modi settecenteschi, quasi invito alla dimensione arcadica del retrostante giardino, le palazzine gemelle parlano un impeccabile classicismo neorinascimentale, di ‘tono’ minore rispetto al linguaggio monumentale degli interventi sulle principali piazze, garbato modello per l’edilizia residenziale che avrebbe dovuto snodarsi attorno al circuito dei viali.

5. Palazzi di piazza Poggi

Così come in piazza Beccaria, torna il lessico classicistico del bugnato, dell’ordine gigante, delle piattabande a ghiere di conci, ora caratterizzato dall’accentuata scabrosità di un ordine dorico cinghiato da ruvide bozze, in osmotico dialogo con la ‘naturalità’ delle contigue Rampe. Nel 1911 questo splendido intervento ai piedi del piazzale Michelangelo verrà intitolato al suo autore.

Corpus of Sienese Paintings in Hungary 1420-1510 Dóra Sallay 2014

Atlante delle Tebaidi e dei temi figurativi

ATLANTE DELLE TEBAIDI E DEI TEMI FIGURATIVI

a cura di Alessandra Malquori con Manuela De Giorgi e Laura Fenelli dicembre 2013

Bollettino degli Uffizi 2012 a cura di Federica Chezzi e Marta Onali

8. Scala a tenaglia del giardino di Carraia

Silenzioso e affascinante fondale scenico dell’area verde attrezzata di San Niccolò, destinazione gioiosa dei bambini del quartiere, la scala a tenaglia progettata da Poggi scavalca in quota con le sue sinuose anse la grotta che nasconde le opere di presa dell’acqua destinata a potenziare i getti delle fontane delle Rampe. Pregevoli i rustici dettagli architettonici.

9. Basamento della statua del David

Pensando che la copia bronzea del David sarebbe quasi ‘sfigurata’ nel “vastissimo campo” del piazzale Michelangelo, Poggi propone di elevarla su basamento suggerendo anche il ‘corredo’ delle quattro Allegorie dei sepolcri medicei, anch’esse come il David opera di Clemente Papi: parziale conforto alla mancata destinazione della vicina Loggia a Museo michelangiolesco.

10. Loggia Michelangelo

Con i tersi profili di pietra serena e l’impeccabile impaginato dorico, la Loggia costituisce l’episodio culmine dell’intero intervento poggiano dei viali. Per quanto intestato al “grande Buonarroto”, il linguaggio architettonico non è quello ‘tormentato’ di Michelangelo ma di un rasserenato classicismo, fra Palladio e Vignola, in una rigorosa e ‘raggelata’ riscrittura ottocentesca.

Bartolomeo della Gatta pittore e miniatore tra Arezzo, Roma e Urbino

BARTOLOMEO DELLA GATTA

pittore e miniatore tra Arezzo, Roma e Urbino

Cecilia Martelli

novembre 2013

Prospettiva

Rivista di storia dellʼarte antica e moderna

Fondata nel 1975 da Mauro Cristofani e Giovanni Previtali

prossimo numero: nn. 147-148 dicembre 2013

OPD R E S T A U R O

Rivista dellʼOpificio delle Pietre Dure e Laboratori di Restauro di Firenze

prossimo numero: n. 25 marzo 2014

riviste

autunno-inverno 2013-2014

dicembre 2013

Cecilia Martelli

RIVISTA DI STORIA DELLA 13. Elementi di arredo del viale dei Colli

L’ordine dorico accompagna l’intera ascesa delle Rampe: mistificato nel bugnato rustico dei palazzi su piazza Poggi così come nei pilastrelli attorno alla vasca addossata alla Torre di San Niccolò, fino a quello finalmente ‘libero’ della Loggia Michelangelo. Ma a ben vedere una lunga teoria di colonnine doriche costituisce la balaustra che circonda il belvedere di piazzale Michelangelo, dettaglio di sicuro piglio classicistico.

15. Pagliere delle Scuderie reali

Il trasferimento della capitale da Torino a Firenze rende necessaria l’edificazione di un nuovo complesso di scuderie, considerate insufficienti quelle esistenti in piazza San Marco. Oltre all’edificio principale, attribuito a Fabio Nuti, vengono presto realizzate le Pagliere (Barberis), il giardino e infine l’impegnativo cancello d’ingresso (V. Romanelli, A. Rambaldi, 1873).

prossimo numero: n. 17 novembre 2013

MITTEILUNGEN DES KUNSTHISTORISCHEN INSTITUTES IN FLORENZ prossimo numero: LV. Band 2013 Heft 2 ottobre 2013

info www.centrodi.it

Il viale dei Colli è concepito come vero e proprio quartiere-giardino, armoniosamente snodato fra spazi pubblici e proprietà private, curato nei minimi particolari, dall’attenta progettazione del verde fino al disegno delle basse recinzioni in ferro degli specchi d’acqua, alle sedute delle panchine a mosaico di pietra che offrono ristoro durante le passeggiate. Poggi elabora una serie di norme affinché il viale fosse mantenuto con il decoro e l’uso previsti.

14. Balaustrata di piazzale Michelangelo

MINIATURA

Società Internazionale di Studi di Storia della Miniatura


bambini e ragazzi

ottobre

novembre

dicembre

Famiglie a Palazzo Strozzi

Detective dell’Arte

Domeniche matematiche

A tutta scienza

Musei da favola

Palazzo Strozzi Il Cantastorie racconta 1 ottobre ore 17,30-18,30 Osservo, Scopro, Creo... 100 modi di dire piazza 6 ottobre ore 15,30-16,30 Artisti in viaggio ogni domenica ore 10,30-12,30

Museo Casa Siviero 2 novembre

Museo Casa Siviero 5 ottobre

A tutta scienza

Museo Galileo Impara l’inglese con la scienza 5 ottobre ore 15 Tutti in bicicletta! 6, 13, 20, 26 e 27 ottobre ore 15 Sulla nave di Amerigo Vespucci! 12 ottobre ore 15 La chimica di Pietro Leopoldo (a partire dagli 8 anni) 19 ottobre ore 15

Museo Fiorentino di Preistoria Laboratorio di ceramica 5 ottobre ore 9,30-12,30 Laboratorio di ornamenti 12 ottobre ore 9,30-12,30 Laboratorio di pitture 19 ottobre ore 9,30-12,30 Laboratorio di tessiture 26 ottobre ore 9,30-12,30

Famiglie a Palazzo Strozzi Palazzo Strozzi Osservo, Scopro, Creo... Il gigante di pietra 3 novembre ore 15,30-16,30 Il Cantastorie racconta 5 novembre ore 17,30-18,30 Artisti in viaggio ogni domenica ore 10,30-12,30

Famiglie al museo

Galleria dell’Accademia Arte civica a Firenze: il bello e l’utile per il buon governo 9 e 16 novembre ore 10,30 Galleria d’arte moderna Arte come impressione 10 e 23 novembre ore 10 e 11,30

A tutta scienza

Museo Galileo Microscopiche scoperte! 1, 15 e 29 dicembre ore 15 Il cannocchiale racconta 7 dicembre ore 15 Gli strumenti di Galileo 8 e 22 dicembre ore 15 “C’era una volta”... al Museo Galileo: il racconto dei burattini (dai 5 ai 7 anni) 14 dicembre ore 15 Sperimentiamo il Museo! 21 dicembre ore 15 Impara l’inglese con la scienza 28 dicembre ore 15

Oblate 9 novembre ore 10,30

Detective dell’Arte Museo Casa Siviero 7 dicembre

A misura di famiglia

CCC Strozzina 2, 9, 16, 23 e 30 novembre ore 15

Nel mondo del collezionista Museo Horne 10 novembre ore 10,30-12

Museo per la Matematica 13 ottobre ore 16

Nel mondo del collezionista Museo Horne 6 ottobre ore 10,30-12

Artigiani in famiglia

Museo Horne C’era una volta un pezzo di legno 23 novembre ore 10,30

Musei da favola

Artigiani in famiglia Museo Horne Un, due, tre... libro! 26 ottobre ore 10,30

A misura di famiglia

CCC Strozzina 12, 19 e 26 ottobre ore 15 Orsanmichele e Museo Ferragamo Angels, Saints and Tradesmen (city walk and workshop) 12 ottobre ore 10,30 Giardino di Boboli Una passeggiata incantata 13 ottobre ore 10 e 15 Galleria degli Uffizi I quadri raccontano una storia 20 ottobre ore 10,30 Palazzo Pitti La casa del Principe 27 ottobre ore 10 e 11,30

Galleria degli Uffizi I quadri raccontano una storia 17 novembre ore 10,30 Palazzo Pitti La casa del Principe 24 novembre ore 10 e 11,30 Orsanmichele e Museo Ferragamo Storie di angeli, santi e artigiani (passeggiata in città e laboratorio) 30 novembre ore 10,30

A misura di famiglia

CCC Strozzina 7, 14, 21 e 28 dicembre ore 15

Famiglie al museo

Galleria d’arte moderna Arte come impressione 14 dicembre ore 10 e 11,30 Galleria degli Uffizi Natale agli Uffizi 15 dicembre ore 15 e 16,30 21 dicembre ore 10 e 11,30

Nel mondo del collezionista Museo Horne 15 dicembre ore 10,30-12

Artigiani in famiglia Museo Horne Profumi e belletti 21 dicembre ore 10,30

A tutta scienza!

al Museo Galileo

Famiglie al museo

visite interattive e laboratori per famiglie con bambini dai 5 anni per conoscere, divertendosi, strumenti scientifici e invenzioni galileiane

Sezione Didattica del Polo Museale visite guidate alla scoperta dell’arte per bambini dai 7 ai 14 anni e adulti accompagnatori

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Palazzo Strozzi Osservo, Scopro, Creo... Una grande famiglia per una grande casa 1 dicembre ore 15,30-16,30 Il Cantastorie racconta 3 dicembre ore 17,30-18,30 Natale a Palazzo Strozzi 8 dicembre ore 15-18 Artisti in viaggio ogni domenica ore 10,30-12,30

Museo per la Matematica 3 novembre ore 16

Prendi parte all’arte

Domeniche matematiche

Musei da favola

Famiglie a Palazzo Strozzi

Domeniche matematiche

Galleria dell’Accademia Arte civica a Firenze: il bello e l’utile per il buon governo 5 ottobre ore 10,30 Museo degli Argenti Dalla Savana a Corte: i segreti dell’antica tecnica della lavorazione dell’avorio 6 ottobre ore 10,30 26 ottobre ore 10 e 11,30 Galleria dell’Accademia, Dipartimento degli Strumenti Musicali Armonie a corte: i musici e il Gran Principe 19 ottobre ore 10,30

I giorni della preistoria

Galleria degli Uffizi I quadri raccontano una storia 1 dicembre ore 10,30 Orsanmichele e Museo Ferragamo Storie di angeli, santi e artigiani (passeggiata in città e laboratorio) 7 dicembre ore 10,30 Palazzo Pitti The Prince’s home 29 dicembre ore 10,30

Museo Galileo Alla scoperta dell’universo dantesco (a partire dagli 8 anni) 2 novembre ore 15 Tutti in bicicletta! 3, 10, 16 e 17 novembre ore 15 Sulla nave di Amerigo Vespucci! 9 novembre ore 15 Il cannocchiale racconta 23 novembre ore 15 Gli strumenti di Galileo 24 novembre ore 15 Sperimentiamo il Museo! 30 novembre ore 15

Detective dell’Arte

Famiglie al museo

Museo per la Matematica 1 dicembre ore 15,30

prenotazione obbligatoria 055 284272 didattica@polomuseale.firenze.it

www.polomuseale.firenze.it/ didattica

prenotazione consigliata 055 265311 fax 055 2356130 weekend@museogalileo.it

www.museogalileo.it

I giorni della preistoria

al Museo di Preistoria visite guidate e laboratori alla scoperta di pitture, incisioni, intrecci, ceramiche e tessuti preistorici per bambini dai 4 anni prenotazione obbligatoria didattica@museofiorentinopreistoria.it 055 295159

www.museofiorentinopreistoria.it


febbraio

Famiglie al museo

Galleria degli Uffizi Natale agli Uffizi 4 gennaio ore 15 e 16,30 Galleria dell’Accademia, Dipartimento degli Strumenti Musicali Armonie a corte: i musici e il Gran Principe 11 gennaio ore 10 Palazzo Pitti Bambini a Corte! Vita quotidiana dei piccoli di tre dinastie 25 gennaio ore 10 e 11,30

A tutta scienza

Museo Galileo Sulla nave di Amerigo Vespucci! 4 gennaio ore 15 Gli strumenti di Galileo 5 e 19 gennaio ore 15 “C’era una volta”... al Museo Galileo: il racconto dei burattini (dai 5 ai 7 anni) 11 gennaio ore 15 Microscopiche scoperte! 12 e 26 gennaio ore 15 Il cannocchiale racconta 18 gennaio ore 15 Impara l’inglese con la scienza 25 gennaio ore 15

Famiglie a Palazzo Strozzi

Palazzo Strozzi Osservo, Scopro, Creo... Una grande famiglia per una grande casa 5 gennaio ore 17,30-18,30 Il Cantastorie racconta 7 gennaio ore 17,30-18,30 Artisti in viaggio 5 e 12 gennaio ore 10,30-12,30

Prendi parte all’arte Oblate 11 gennaio ore 10,30

A misura di famiglia

CCC Strozzina 4, 11 e 18 gennaio ore 15

Musei da favola

Orsanmichele e Museo Ferragamo Storie di angeli, santi e artigiani (passeggiata in città e laboratorio) 11 gennaio ore 10,30 Galleria degli Uffizi I quadri raccontano una storia 12 gennaio ore 10,30 Palazzo Pitti La casa del Principe 19 gennaio ore 10 e 11,30

Domeniche matematiche Museo per la Matematica 12 gennaio ore 16

Artigiani in famiglia Museo Horne Ori e colori 18 gennaio ore 10,30

Detective dell’Arte

al Museo Casa Siviero

marzo

Detective dell’Arte

Detective dell’Arte

Famiglie al museo

A tutta scienza

Museo Casa Siviero 1 febbraio

Museo Casa Siviero 1 marzo

Galleria del Costume Tanto di cappello! Un accessorio un tempo indispensabile 1 febbraio ore 10 e 11,30 Galleria degli Uffizi Storie di battaglie - battaglie dipinte 8 febbraio ore 10 e 11,30 Palazzo Pitti Bambini a Corte! Vita quotidiana dei piccoli di tre dinastie 16 febbraio ore 10,30 Museo del Bargello Bargello 1840: sotto l’intonaco... l’Inferno e il Paradiso! 22 febbraio ore 10 e 11,30

A tutta scienza

Museo Galileo Sperimentiamo il Museo! 1 febbraio ore 15 Gli strumenti di Galileo 2 e 16 febbraio ore 15 “C’era una volta”... al Museo Galileo: il racconto dei burattini (dai 5 ai 7 anni) 8 febbraio ore 15 Microscopiche scoperte! 9 e 23 febbraio ore 15 Impara l’inglese con la scienza 15 febbraio ore 15 Il cannocchiale racconta 22 febbraio ore 15

Museo Galileo Sulla nave di Amerigo Vespucci! 1 marzo ore 15 Gli strumenti di Galileo 2, 16 e 30 marzo ore 15 “C’era una volta”... al Museo Galileo: il racconto dei burattini (dai 5 ai 7 anni) 8 marzo ore 15 Microscopiche scoperte! 9 e 23 marzo ore 15 La chimica di Pietro Leopoldo (a partire dagli 8 anni) 15 marzo ore 15 Il cannocchiale racconta 22 marzo ore 15 Alla scoperta dell’universo dantesco (a partire dagli 8 anni) 29 marzo ore 15

Domeniche matematiche Museo per la Matematica 2 marzo ore 16

Famiglie al museo

Museo per la Matematica 2 febbraio ore 16

Galleria degli Uffizi Storie di battaglie - battaglie dipinte 8 e 22 marzo ore 10 e 11,30 Museo del Bargello Bargello 1840: sotto l’intonaco... l’Inferno e il Paradiso! 9 marzo ore 10 e 11,30 Palazzo Pitti Bambini a Corte! Vita quotidiana dei piccoli di tre dinastie 23 marzo ore 15

Musei da favola

Artigiani in famiglia

Domeniche matematiche

Galleria degli Uffizi I quadri raccontano una storia 2 febbraio ore 10 e 11,30 Orsanmichele e Museo Ferragamo Storie di angeli, santi e artigiani (passeggiata in città e laboratorio) 15 febbraio ore 10,30 Palazzo Pitti La casa del Principe 23 febbraio ore 10 e 11,30

Artigiani in famiglia Museo Horne La maschera di piume 15 febbraio ore 10,30

A misura di famiglia

al CCC Strozzina ogni sabato alle 15 una visita interattiva per famiglie (adulti e bambini dai 7 ai 12 anni) per scoprire il mondo dell’arte contemporanea prenotazione obbligatoria 055 3917137 didatticastrozzina@palazzostrozzi.org

www.strozzina.org

Museo Horne Un, due, tre... libro! 15 marzo ore 10,30

Musei da favola

Orsanmichele e Museo Ferragamo Storie di angeli, santi e artigiani (passeggiata in città e laboratorio) 15 marzo ore 10,30 Giardino di Boboli An enchanted promenade 16 marzo ore 10,30 Palazzo Pitti La casa del Principe 29 marzo ore 10 e 11,30 Giardino di Boboli Una passeggiata incantata 30 marzo ore 10 e 15

Prendi parte all’arte alle Oblate

il CCC Strozzina propone appuntamenti in biblioteca dedicati alle famiglie con bambini dai 6 anni prenotazione obbligatoria

attività ludico-didattica ispirata al lavoro di Siviero prenotazione obbligatoria entro le ore 13 del giovedì precedente casasiviero@regione.toscana.it

www.museocasasiviero.it

Laboratori creativi

al Museo Horne il museo, in collaborazione con OmA, propone per le famiglie con bambini dai 5 ai 10 anni Artigiani in famiglia (visite e laboratori sulle tecniche artigianali) e Nel mondo del collezionista (aperture straordinarie domenicali con attività fino al 31 dicembre) per scoprire il magico mondo di Herbert Horne prenotazioni 055 244661 info@museohorne.it

www.museohorne.it

bambini e ragazzi

gennaio

Domeniche matematiche

al Museo per la Matematica visite guidate e attività a sorpresa per famiglie la prima domenica del mese

Musei da favola

prenotazione obbligatoria 055 7879594

www.archimede.ms

nei musei del Polo Museale e al Museo Ferragamo la Sezione Didattica del Polo Museale e il Museo Ferragamo propongono alle famiglie con bambini dai 7 ai 14 anni una serie di percorsi ispirati alla mostra Il calzolaio prodigioso (fino al 31 marzo 2014) prenotazione obbligatoria 055 284272 (lunedì e giovedì 10-13) didattica@polomuseale.firenze.it

www.polomuseale.firenze.it/didattica www.fondazioneferragamo.it

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bambini e ragazzi

Compleanno al museo

Visite e laboratori al MNAF

alla Fondazione Scienza e Tecnica i bambini dai 4 anni possono festeggiare giocando con la scienza, al planetario o con esperimenti di fisica

Visite e laboratori per famiglie con giochi ideati per stimolare spirito d’osservazione e creatività. Inoltre visite guidate all’azienda storica Fratelli Alinari (largo Alinari, 15) per gruppi di massimo 15 persone www.alinarifondazione.it Visite e laboratori al museo Attività in mostra

La storia vera di un cavallo fotografo Visita guidata incentrata sul tema del movimento in fotografia e laboratorio per realizzare una fotografia animata Una camera oscura grande come la chiesa di Santa Maria Novella Visita guidata per ripercorrere l’origine e l’evoluzione delle antiche camere oscure e laboratorio con apparecchi ottici Piazziamoci Visita guidata in città per osservare i suoi cambiamenti attraverso la fotografia storica

Ritratti da sogno fino al 6 gennaio 2014 Visita guidata alla mostra Izis. Il Poeta della Fotografia seguita da un laboratorio sul ritratto fotografico: mimo, travestimenti e giochi da circo per realizzare ritratti da sogno!

sabato e domenica 9,30-12,30 e 14,30-17,30 prenotazioni 055 2768224 2768558 info@muse.comune.fi.it

al Museo Fiorentino di Preistoria è possibile festeggiare con la Preistoria osservando le vetrine, toccando vari manufatti; dopo la visita laboratori e cacce al tesoro prenotazioni 055 295159 info@museofiorentinopreistoria.it didattica@museofiorentinopreistoria.it

al Museo Archeologico di Artimino è possibile trascorrere un compleanno originale nel mondo dell’Etruria antica

per famiglie con bambini dai 4 anni

prenotazione obbligatoria 055 8718124 333 3404244 parcoarcheologico@comune.carmignano.po.it

Robert Capa in Italia. Processo alla Fotografia dal 10 gennaio al 30 marzo 2014 Percorso attraverso la mostra dedicata al famoso artista-reporter e laboratorio per riflettere su come le immagini influenzano il racconto della storia

Laboratorio Novecento. Il corpo

alla Sala delle Reali Poste

per famiglie e ragazzi

dal 29 ottobre al 30 novembre 2013 La seconda edizione dell’iniziativa accosta scuole e famiglie a opere della Galleria – tra cui autoritratti di Kollwitz, Leger, Montessori, de Bruyckere, Tanadori, Fabre, Warhol, Woodman e De Lorenzo –, riunite dal tema del corpo e utili a presentare un percorso tra le possibili ‘metamorfosi corporee’ degli artisti. Una riflessione che può aiutare i giovani visitatori a confrontarsi anche con le trasformazioni, fisiche e psicologiche, del loro corpo in crescita, interpretato, dopo la visita, ispirandosi a una delle opere in mostra. Su prenotazione, tutti i giorni dalle 10 alle 12 per le scuole, il sabato dalle 10 alle 12 per le famiglie

per famiglie con bambini dai 5 anni organizzate in gruppi

A tutti i costi. Bardini vende tutto! a Villa Bardini

in occasione della mostra Il Rinascimento da Firenze a Parigi incontri-gioco dedicati alle famiglie con bambini per diventare antiquari per un giorno alle prese con acquisti, aste e baratti. Ogni domenica dalle 10 alle 12 fino al 22 dicembre 2013 prenotazione non necessaria informazioni 328 5830868 bardini.atuttiicosti@gmail.com

Mus.e

a Palazzo Vecchio

iscrizioni@fstfirenze.it

a Palazzo Vecchio la festa di compleanno con il Mus.e offre una scelta di attività e laboratori e un’apposita saletta riservata a doni e candeline

Solo su prenotazione 055 216310 fax 055 2646990 mnaf@alinari.it didatticamnaf@alinari.it

Alla scoperta del MNAF! Visita guidata all’esposizione permanente del museo

prenotazioni 055 2343723

La Bottega dei Ragazzi al Mudi

laboratori e visite agli Innocenti e in città per bambini dai 3 agli 11 anni. Da dicembre 2013 MyPlace. I bambini raccontano Firenze propone itinerari interattivi e laboratori per famiglie con bambini dai 6 agli 11 anni alla scoperta della città prenotazioni 055 2478386 (lunedì, mercoledì e venerdì 10,30-12,30) bottega@istitutodeglinnocenti.it calendario su

prenotazione obbligatoria didatticacontemporanea@gmail.com

Obladì

alle Oblate storie, letture, marionette e personaggi fantastici per adulti e bambini; tra le iniziative, il primo sabato del mese Letture di Sara per bambini dai 4 ai 7 anni e il secondo sabato del mese fino a gennaio 2014 attività in collaborazione con Palazzo Strozzi

www.labottegadeiragazzi.it il sistema museale educativo promosso dall’amministrazione comunale fiorentina e dal Comune di Vinci cura la valorizzazione del patrimonio della città e dei Musei Civici Fiorentini con progetti, mostre, laboratori ed eventi. A Palazzo Vecchio visite prenotazioni 055 2616512 guidate da operatori in costume, laboratori e percorsi speciali (da lunedì a venerdì 9-19, in varie lingue per visitatori di ogni età sabato 9-13) www.bibliotecadelleoblate.it per famiglie con bambini al Museo •Kit per famiglie (dai 6 anni) •Vita di corte (4-7 anni) Archeologico di Artimino •La favola del primo viaggio intorno al mondo (4-7 anni) visite tematiche, laboratori, eventi •Dipingere in fresco fra Quattrocento e Cinquecento (dagli 8 anni) speciali, passeggiate e merende al museo •In bottega: la tempera su tavola (dagli 8 anni) •Il Biribissi (dagli 8 anni) •La favola profumata della natura e nel parco archeologico di Carmignano dipinta (4-7 anni) •La favola della tartaruga con la vela per scoprire la storia degli Etruschi (4-7 anni) •Invito alla Reggia (dagli 8 anni) prenotazione obbligatoria per tutti dai 10 anni 055 8718124 333 3404244 •A corte con Donna Isabella •I luoghi di Inferno parcoarcheologico@comune.carmignano.po.it •Visita a Palazzo •Percorsi Segreti •Visita agli scavi calendario su www.parcoarcheologicocarmignano.it del teatro romano •Guidati da Giorgio Vasari

Famiglie

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prenotazioni 055 2768224 055 2768558 (da lunedì a sabato 9,30-13 e 14-17, domenica e festivi 9,30-12,30) info@muse.comune.fi.it

www.musefirenze.it


a Palazzo Strozzi per famiglie con bambini dai 3 anni in su • Specifiche didascalie concepite per stimolare una conversazione trasversale • Audioguide differenziate per adulti e bambini • Un ricco programma di attività per esplorare l’arte in modo divertente, con proposte differenziate per fasce d’età a partire dai 3 anni • La valigia della famiglia: il Porta-mappe dell’esploratore è un contenitore di testi e giochi ideato per consentire a ogni famiglia di vivere un’esperienza ‘su misura’ all’interno della mostra • il Biglietto Famiglia consente a un gruppo familiare (fino a 2 adulti con bambini e ragazzi fino a 18 anni) l’ingresso illimitato alle mostre in corso a Palazzo Strozzi fino al 19 gennaio 2014 in occasione di L’Avanguardia russa, la Siberia e l’Oriente.. Kandinsky, Malevicˇ, Filonov, Goncˇarova attività gratuite con il biglietto d’ingresso alla mostra; prenotazione obbligatoria Sigma CSC 055 2469600 (da lunedì a venerdì 9-13, 14-18) fax 055 244145 prenotazioni@cscsigma.it Attività per le famiglie anche in inglese su richiesta edu@palazzostrozzi.org Il Porta-mappe dell’esploratore è gratuito con il biglietto della mostra; si può prenotare allo 055 2645155 o richiedere al Punto Info al piano nobile Informazioni e calendario completo delle attività: www.palazzostrozzi.org/famiglie

Visite con laboratorio Il Cantastorie racconta

Un’opera ha mille storie da raccontare, basta saperle ascoltare! Scopri leggende e favole nascoste in un dipinto, giocando e disegnando in mostra. il primo martedì del mese dalle 17,30 alle 18,30, gli altri martedì su richiesta per un minimo di 5 partecipanti per famiglie con bambini da 3 a 6 anni

Artisti in viaggio

Un percorso alla scoperta di luoghi incantati e pericolosi visti attraverso lo sguardo degli artisti della Russia di inizio Novecento. Dal Giappone alle terre artiche, esploriamo le opere della mostra per scoprire che viaggiare non è solo spostarsi da un luogo all’altro, ma è anche muoversi con la fantasia. Con un personale taccuino d’artista puoi fare un reportage dei luoghi che visiti nelle sale e portare a casa i ricordi del tuo viaggio speciale. la domenica dalle 10,30 alle 12,30 per famiglie con bambini da 7 a 12 anni

Didattica al Pecci

laboratori, visite guidate, conferenze e incontri per adulti e bambini alle attività espositive in corso prenotazioni 0574 531835 edu@centropecci.it calendario sul sito

www.centropecci.it

La valigia della famiglia

Visite interattive a Palazzo Strozzi

Il Porta-mappe dell’esploratore

La valigia della famiglia ideata per la mostra L’Avanguardia russa, la Siberia e l’Oriente è una particolarissima borsa porta-mappe che contiene tutti gli strumenti necessari per compiere un vero e proprio viaggio di esplorazione! La borsa è dotata di bussola e mappe per orientarsi tra le opere della mostra e per seguire le tracce del viaggio compiuto dallo zar Nicola nel 1890-1891, che lo condusse in India, a Ceylon, a Giava, in Giappone, in Cina e lo portò ad attraversare l’immensità dello stato russo. All’interno del Porta-mappe si trovano testi e giochi da fare davanti alle opere, differenziati per fasce d’età, che permettono di esplorare la mostra in modo giocoso e non convenzionale. tutti i giorni per visitatori dai 3 anni in su

Osservo, Scopro, Creo... Palazzo Strozzi

Quanto è grande Palazzo Strozzi! L’hai mai osservato con attenzione? Giochiamo con i sensi per scoprire suoni, colori, forme di questo palazzo e il suo rapporto con la città. Con attività creative cerchiamo insieme gli angoli nascosti e i particolari che ancora oggi ci raccontano la storia di questa “casa grande” della famiglia Strozzi. la prima domenica del mese dalle 15,30 alle 16,30 per famiglie con bambini da 7 a 12 anni non è richiesto il biglietto della mostra ed è possibile partecipare a singoli appuntamenti

Eventi speciali Natale a Palazzo Strozzi

Un pomeriggio di giochi e attività creative dedicato ai bambini e alle famiglie 8 dicembre 2013 dalle 15 alle 18 non è necessaria la prenotazione

Familiarizzare il museo

al Museo di Storia Naturale laboratori, giochi, animazioni, visite guidate per grandi e piccini giocando e sperimentando attraverso le collezioni del museo prenotazioni 055 2756444

www.msn.unifi.it

illustrazioni di Silvia Cheli

bambini e ragazzi

Famiglie


intoscana

Le mura di Lucca

Lucca è contornata di mura da numerosi secoli: prima quelle romane, oggi praticamente scomparse, poi quelle medievali – terminate attorno al 1260 e ancora presenti con due porte e tratti inglobati nelle nuove espansioni della città – e infine quelle rinascimentali. L’anno 2013 segna, senza dubbio, per la città di Lucca un momento importante: le sue mura rinascimentali, quelle universalmente conosciute, compiono infatti 500 anni. Il 1513 non indica, però, l’anno di inizio della loro costruzione, ma quello della “tagliata”, l’abbattimento cioè di case, chiese, alberi e di tutto quel che poteva impedire l’apertura degli spazi necessari per far posto alle nuove fortificazioni: dal trasferimento della chiesa dei Santi Paolino e Donato, abbattuta e ricostruita altrove, fino allo sradicamento delle singole piante di vite presenti nell’area. Tali furono però l’impegno economico e i debiti contratti dallo Stato lucchese per gli espropri dei terreni e per la ricostruzione nell’attuale sito della chiesa dei Santi Paolino e Donato che solo dopo molti anni, nel 1544, quello che ci piace chiamare “il cantiere dei lucchesi” vide effettivamente la luce. Le mura rinascimentali, costruite secondo le nuove esigenze della guerra combattuta con l’impiego massiccio di armi da fuoco, furono, di fatto, solo un deterrente e mai ebbero occasione di servire il loro scopo primario, quello difensivo. Tuttavia le mura hanno comunque protetto la città dai pericoli esterni, reali o ipotetici, e proprio nel consentire il protrarsi nel tempo della libertà di Lucca hanno rappresentato una garanzia affinché la libertas non fosse solo una parola senza significato, ma divenisse un reale valore economico e culturale. Valore consolidato nel corso di svariati secoli, durante i quali Lucca è sempre stata capitale di uno stato di ridotte dimensioni, ma pur sempre una capitale. Le mura hanno costituito dunque una ricchezza economica, in quanto il commercio locale e i rapporti esterni garantiti dalla libertas dello Stato lucchese sono stati una delle fonti primarie della prosperità delle attività di Lucca, e anche una ricchezza culturale, perché nella città si è sempre gelosamente custodito un profondo rispetto delle idee altrui e una forte indipendenza etica, almeno fino agli albori del XVIII secolo. Le mura, quindi, sono al contempo simbolo della difesa di valori e di apertura mentale al mondo esterno: sono questi gli aspetti che le celebrazioni per il cinquecentenario delle mura intendono mettere in evidenza. Alessandro Biancalana Presidente dell’Opera delle Mura di Lucca

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Le mura in numeri 3 porte esistenti in origine: San Pietro, San Donato e Santa Maria 4 chilometri e 200 metri di fortificazione con muro a scarpa 7 porte aperte nel corso dei secoli 11 baluardi, di cui 9 a sprone, sporgenti e muniti di orecchioni secondo una tipologia costruttiva affermatasi a metà Cinquecento 12 cortine, a terrapieno, che congiungono tra loro gli 11 baluardi 30 metri di spessore alla base del muro della fortificazione 35 metri di larghezza del fossato scavato all’esterno della cinta circa 2.000 tra sterratori, carrettieri, carpentieri, fornaciai, fabbri e muratori giornalmente impegnati nel cantiere


ottobre 2013-ottobre 2014 Per celebrare il cinquecentenario delle mura cittadine Lucca propone un ricco programma di manifestazioni che si apre ai primi di ottobre con una rievocazione storica legata all’apertura delle porte della città; il calendario di eventi comprende mostre, convegni, conferenze, concerti e attività didattiche rivolte a giovani e studenti. Per il calendario completo delle iniziative consultare il sito

www.lemuradilucca.it

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Le mura di Lucca 1513-2013

Cronologia delle mura II secolo a.C. edificazione della cerchia romana 1270 completamento della seconda cerchia fine del XV-inizi del XVI secolo costruzione della terza cerchia con interventi sul precedente tracciato 1513 preparazione dell’area su cui sorgerà il nuovo tracciato della quarta cerchia 1544 apertura del cantiere delle mura rinascimentali, rese necessarie dai progressi della tecnologia militare e dall’impiego delle nuove armi a tiro dritto. I lavori sono diretti da esperti provenienti da diverse città italiane, in particolare da Urbino, e da tecnici fiamminghi e impegnano un numero enorme di uomini e maestranze, tanto che, per le mansioni più semplici, si ricorre alle “comandate”, arruolamento obbligatorio di lavoranti presi a giornata o a settimana tra gli abitanti del contado 1650 conclusione dei lavori del cantiere 1811 inaugurazione della Porta Elisa, di stile neoclassico

1812 esondazione del fiume Serchio: la città rimane illesa, protetta dalla cinta muraria e dal tamponamento delle porte 1818 nuova sistemazione a verde di una parte delle mura ad opera dell’architetto Lorenzo Nottolini su incarico della duchessa Maria Luisa di Borbone 1820 istituzione dell’Orto Botanico, presto divenuto centro di studi scientifici e di diffusione di specie rare ed esotiche 1840 costruzione del Caffè delle Mura sul Baluardo Santa Maria, poi ricostruito in posizione arretrata nel 1885: il sistema difensivo si connota ormai come parco pubblico, destinato a svago e tempo libero 1866 acquisto da parte del Comune delle mura apparteneti al demanio: il passagio dal Regio Governo all’amministrazione comunale ne garantirà la sopravvivenza e l’integrità 1910 apertura della Porta Sant’Anna 1930 costruzione della Porta San Iacopo, detta anche IV Novembre

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