Limoni e Limonaie dell'Alto Garda su Vita in Campagna

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urismo rurale

Sul Garda, da Gargnano a Limone, alla scoperta dei giardini d’agrumi Lungo la sponda bresciana del Lago di Garda, su terrazzamenti rubati alla montagna, da secoli si coltivano agrumi in strutture in pietra, legno e vetro: le limonaie, che durante l’inverno vengono chiuse per proteggere le piante dal freddo

Pbis da Gargnano a Limone e

ercorrendo la strada statale 45

volgendo lo sguardo alle pendici delle montagne che si tuffano nelle profonde acque del Garda, balzano agli occhi possenti muraglie e alti pilastri di pietra chiara che, in fila, sembrano raggiungere il cielo. Sono i resti di alcune antiche limonaie (chiamate anche «giardini d’agrumi»), complesse strutture uniche nel loro genere dove per secoli si sono coltivati agrumi. L’introduzione della coltivazione dei limoni sul Garda fu opera, attorno al XIII secolo, dei monaci francescani (che li importarono dalla riviera ligure), come testimoniato dai bassorilievi che raffigurano questi frutti sui capitelli del chiostro di San Francesco a Gargnano. Ricchi di vitamina C, i limoni venivano utilizzati per combattere lo scorbuto (malattia che portava a un generale deperimento dell’organismo), per conservare i cibi e come disinfettante, tanto che per secoli vennero commercializzati nell’Europa nordorientale (dove non li si poteva coltivare per ragioni climatiche), arrivando fin sulla tavola degli zar a San Pietroburgo, in Russia. Delle originarie ............... limonaie ne sono giunte ai giorni nostri solo ........ ....., a causa dell’abbandono determinato dalla crisi avviata con l’Unità d’Italia (1861) che avvantaggiò l’agrumicoltura del Sud; della scoperta dell’acido citrico di sintesi chimica (inizi del Novecento); del diffondersi attorno alla metà dell’Ottocento di una grave malattia delle piante (la gommosi) e anche degli alti costi di manodopera e dei materiali impiegati. Il venir meno delle complesse e continue opere di manutenzione determinarono il degrado e una conseguente riconversione di numerose limonaie a nuovi usi. A partire dalla seconda metà del Novecento, con l’avvento del turi-

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Le limonaie del Garda sono complesse strutture nelle quali si coltivano agrumi da secoli. I pilastri sono parti portanti della limonaia: da novembre a marzo, quando le temperature si abbassano, sorreggono un tetto di assi in legno e grandi pareti vetrate per proteggere le piante dal freddo. Nella foto, particolare della limonaia La Malora a Gargnano

Foto storica di limonaie dove sono ben visibili le ampie pareti vetrate che venivano – e vengono tutt’oggi – montate a inizio autunno per evitare che il freddo danneggiasse le piante

smo sulla sponda occidentale del Garda, diverse limonaie furono infatti trasformate in alberghi e i pochi coltivatori rimasti cominciarono a vendere limoni ai visitatori: per renderli più appetibili, con spago e foglie di alloro li intrecciavano in bellissimi grappoli, chiamati picarele. Fortunatamente però, grazie al lavoro e alla tenacia di alcuni vecchi proprietari e appassionati – nonché al contributo di Comunità montane e Comuni – alcune limonaie sono ancora produttive e spesso visitabili. Tra queste ricordiamo quelle di Fondo Crocefisso e La Malora (a Gargnano), la limonaia Pra de la fam (a Tignale) e quella del Castel (a Limone sul Garda).

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COMPLESSE ARCHITETTURE...

... CHE CARATTERIZZANO IL PAESAGGIO DEL GARDA

Quella del Garda è la zona di coltivazione degli agrumi più a Nord del mondo: siamo infatti a una latitudine Nord compresa tra i 41° di Gargnano (dove si concentravano oltre la metà delle limonaie) e i 45° di Limone sul Garda. Le limonaie sono grandi serre a base rettangolare costruite su lunghi terrazzamenti (detti còle) rivolti a sud-est. Non si conoscono gli ideatori di queste strutture, tuttavia si presume siano stati gli stessi monaci francescani. Si tratta di architetture molto complesse: le opere in muratura, realizzate in pietra locale di natura calcarea, consistono in alti muraglioni perimetrali (dello spessore di 40-60 cm e alti dai 3 ai 10 metri a seconda del luogo in cui è costruita la limonaia) che le chiudono su tre lati con quello rivolto a sud-est aperto. Inoltre pilastri alti fino a 10 metri di sezione quadrata (50×50 cm), legati tra loro da un’orditura di travi in legno, sostengono da novembre a marzo, quando le temperature si abbassano, un tetto di assi in legno e grandi pareti mobili ampiamente vetrate per proteggere le piante dal freddo. A ciascuna pianta è dedicata un’area di circa 20 metri quadrati (detta campo) delimitata tra un pilastro e l’altro. La chioma è contenuta in una sorta di gabbia in legno, detta castel, sulle cui assi-

I giardini d’agrumi furono costruiti per ben cinquecento anni essenzialmente per scopi produttivi, ma svolsero fin dalle origini anche un ruolo altamente decorativo caratterizzando il paesaggio gardesano occidentale. Spesso le limonaie furono infatti inserite nell’impianto dei giardini di importanti residenze private, come nel caso di Villa Bettoni a Gargnano, dove si possono ammirare le antiche strutture come fondamentali componenti del giardino. Numerosissime sono le testimonianze di viaggiatori dei secoli passati che, dal Centro-Nord Europa, giungevano sul Garda e descrivevano lo spettacolo provato dalla visione delle limonaie e di un ambiente mediterraneo impensabile a queste latitudini. Tra tutti ricordiamo il poeta, scrittore e drammaturgo tedesco Johann Wolfgang von Goethe (1749-1832), che rimase ammaliato dalla vista di questi luoghi e delle limonaie quando, il 13 settembre 1786, partendo da Torbole (sponda trentina) raggiunse in barca Malcesine, sulla sponda veronese del lago. Le limonaie portarono un cambiamento radicale all’economia della zona; pescatori, allevatori e agricoltori si dedicarono a quella ben più remunerativa attività commerciale che fece la fortuna di numerose famiglie locali. La vendita dei frutti è stata per centinaia di anni al centro delle occupazioni delle popolazioni dell’Alto Garda data dalla cospicua quantità di limoni prodotti, che si aggirava sui 600-800 frutti per pianta in piena produzione.

Le piante crescono all’interno del castel, struttura in legno sulle cui assicelle si legano i rami in modo che vengano sostenuti sia il peso dei frutti sia quello della pianta

celle trasversali, poste a diverse altezze da terra, si legano i rami in modo che sostengano sia la pianta (che generalmente raggiunge l’altezza di ...-... metri) sia il peso dei frutti. Poiché le piante hanno bisogno di abbondante acqua, molte limonaie sono provviste di grandi vasche dove viene raccolta quella piovana o proveniente dai numerosi torrenti montani che si tuffano nel Garda. Grazie poi a una fitta rete di canalette, l’acqua viene portata, per caduta, ai vari terrazzamenti e da qui alle singole piante.

SI COLTIVANO OGGI COME UNA VOLTA

Gli agrumi hanno bisogno di abbondanti irrigazioni dalla primavera a inizio autunno. Numerose limonaie sono provviste di grandi vasche di raccolta dell’acqua (a sinistra), che viene portata alle singole piante grazie a una fitta rete di canalette (a destra)

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Nelle limonaie venivano coltivati non solo limoni (essenzialmente di varietà Lunario che fiorisce e fruttifica quasi tutto l’anno e Madernina, dai frutti tondeggianti con scorza sottile), ma anche aranci per uso familiare e cedri, destinati quasi esclusivamente alla produzione dell’«acqua di cedro», profumatissimo liquore distillato dalla loro buccia. I lavori nella limonaia seguono, da sempre e come una volta, il susseguirsi

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delle stagioni. In primavera (ai primi di marzo), dopo aver tolto le protezioni invernali, si smuove superficialmente il terreno per eliminare eventuali erbacce cresciute durante la brutta stagione, per arieggiare il suolo e per favorire la penetrazione dell’acqua d’irrigazione in profondità. Verso aprile si effettua una concimazione somministrando un prodotto preferibilmente biologico ricco in microelementi come ferro, manganese e zinco, mentre a novembre si interra stallatico maturo. Poiché gli agrumi hanno bisogno di molta acqua, da marzo-aprile a ottobre inoltrato si irrigano abbondantemente (considerando sempre l’andamento stagionale) ogni 10 giorni circa, mentre in inverno solo una-due volte nel caso il terreno si presenti molto asciutto. La raccolta manuale, chiamata spiccanda, si svolge periodicamente, sino alle sei volte nell’arco di un anno, in quanto i frutti non maturano contemporaneamente. Generalmente la potatura si effettua tra luglio e agosto allo scopo di eliminare i rami non più produttivi, secchi e/o spezzati, per favorire la circolazione dell’aria all’interno della chioma e per contenerla all’interno del castel.

impianto d’irrigazione dotato di una grande vasca per la raccolta dell’acqua. Da ammirare anche il particolare sistema di allevamento della vite, che vede pali di castagno infilati in apposite «pietre da buco» a formare una sorta di pergolato lungo tutta la lunghezza dei muraglioni perimetrali della limonaia. Presso la limonaia Fondo Crocefisso si organizzano visite guidate, esperienze sensoriali e degustazioni di prodotti del territorio. Per informazioni www. fondocrocefisso.it La vendita dei limoni è stata per secoli la principale attività commerciale di queste zone. Basti pensare che una pianta in piena produzione dava dai 600 agli 800 frutti all’anno, ma in annate particolarmente fortunate si potevano raccogliere anche 1.0001.200 limoni. Dopo essere stati calibrati e confezionati in casse da 500 a 1.000 pezzi, i limoni venivano caricati su barconi che raggiungevano Torbole (sulla sponda trentina del lago) o Desenzano del Garda, da dove partivano per i luoghi di destinazione

Limonaia La Malora a Gargnano Questa limonaia, che risale al XVI secolo, deve il suo nome al rio Malora, ruscello che un tempo alimentava le ruote di alcuni mulini della zona. Acquisita e restaurata da Giuseppe Gandossi nel 1978 (e gestita oggi dal figlio Fabio) in uno stato di completo abbandono, si sviluppa su tre terrazzamenti, dove sono principalmente coltivati limoni di vaAlla limonaia La Malora di Gargnano si può ammirare la ruota del vecchio mulino, alimentata originariamente dalle acque dell’omonimo rio

ALCUNE LIMONAIE DA VISITARE Qui di seguito consigliamo la visita di alcune limonaie ancora produttive e visitabili. In alcune di queste (e in altre non citate) vengono organizzati laboratori a tema sulla coltivazione degli agrumi e sulla trasformazione dei loro frutti; per informazioni www.visitbre scia.it/esperienze

Limonaia Fondo Crocefisso a Gargnano Si tratta di una limonaia del XVIII secolo che prende il nome dall’omonima località. Non più destinata alla produzione sino al 2015, è stata recuperata valorizzando caratteri e tecniche costruttive originarie. Sviluppata su due terrazzamenti, tra le sue peculiarità vanta rare varietà di agrumi (come il limone cedrato Canarone, l’arancio Bizzarria e il cedro di Salò) e l’originale

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Il particolare sistema di allevamento della vite della limonaia Fondo Crocefisso a Gargnano. Per sfruttare al massimo lo spazio, lungo la lunghezza dei muraglioni perimetrali della limonaia trova posto un pergolato, i cui pali di sostegno sono infilati in apposite «pietre da buco», vedi freccia

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rietà Madernina, caratterizzata da frutti di medie dimensioni, con buccia sottile e profumata e succo aspro, ideale per preparare liquori, marmellate e sciroppi. Mantenuta in perfetto stato di conservazione assieme al suo mulino ad acqua, ogni anno dalle sue piante si raccolgono circa 20.000 limoni. Presso la limonaia La Malora si organizzano visite guidate, per le scuole attività ludico-scientifiche e vendita dei prodotti ottenuti dalla trasformazione degli agrumi coltivati. Per informazioni www.limonaialamalora.it

Limonaia Pra de la fam a Tignale Il nome di questa limonaia (che tradotto dal dialetto tignalese significa «prato della fame») deriva dal fatto che secoli addietro i pescatori del Garda, trovando avverse condizioni di navigazione, erano costretti a fermarsi per diversi giorni in questa minuscola striscia di terra affacciata sul lago, spesso senza cibo. Risalente al XVIII secolo e sviluppata su otto terrazzamenti (dei quali tre ancora coltivati), è costituita dal «Giardino vecchio» e dal «Giardino Nuovo», quest’ultimo realizzato nel 1850 e abbandonato dopo pochi anni dalla costruzione. Nel 1984 è stata restaurata e rimessa in coltivazione dal Comune di Tignale. Oggi questa limonaia produce non

Limonaia Pra de la fam a Tignale. Si osservino, nella parte destra della foto, le grandi pareti vetrate che servono a proteggere le piante dal freddo della brutta stagione

Nella limonaia del Castel a Limone sul Garda si coltivano anche cedri. Nella foto, Cesarino Montagnoli (Ufficio informazioni del Comune) mostra un frutto di questo agrume

solo limoni, ma anche arance, kumquat, mandarini e pompelmi; dal 2011 fa parte dell’Ecomuseo delle limonaie del Garda, la cui missione è quella di documentare, conservare e valorizzare la memoria storica del territorio. Presso la limonaia Pra de la fam si organizzano visite guidate e vendita dei prodotti ottenuti dalla trasformazione degli agrumi coltivati. Per informazioni www.ecomuseopradelafam.com

Limonaia del Castel a Limone sul Garda È una delle più belle del borgo, anche se dal centro storico a Punta di Reamòl è un susseguirsi di limonaie tra le più vaste e monumentali del lago. Realizzata nel XVIII secolo, prende il nome da un’antica costruzione, detta castel, che serviva secoli addietro come rifugio della popolazione dalle periodiche scorribande dei predoni che provenivano dal lago. Si suddivide in due zone: la prima si sviluppa su tre terrazzamenti, la seconda su quattro, che ospitano, oltre a limoni, piante di cedro, pompelmo, mandarino, arancio amaro, chinotto, clementina e kumquat. Presso la limonaia del Castel si organizzano visite guidate. Per informazioni www.visitlimonesulgarda.com Foto dell’autore

Alberto Locatelli Giornalista

Agrumi freschi e prodotti tipici a base di questi frutti si possono acquistare presso Terre&Sapori d’Alto Garda, Via XXIV Maggio, 14 - 25084 Gargnano (Brescia) www.terresapori.it La coltivazione degli agrumi sul Lago di Garda è possibile grazie alle favorevoli condizioni climatiche presenti. Nella foto, la sponda veronese del lago vista da Limone sul Garda

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Un particolare ringraziamento alla prof. ssa Alberta Cazzani del Politecnico di Milano per la gentile collaborazione.

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