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PADERNELLO, MONTICHIARI E LONATO: TRE MODI DIVERSI, MA NON TROPPO, DI VIVERE DA SIGNORI Parliamo delle case-museo, che a volte sono veri e propri castelli di Paola Claudia Scioli
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Sono disseminate in tutte le regioni con caratteristiche, forme, dimensioni, storie differenti: dai palazzi reali alle ville nobiliari, dalle residenze dei collezionisti alle case degli artisti, dagli appartamenti cittadini alle abitazioni rurali. In tutte passa la voce narrante di chi le ha volute, acquistate, abitate, costruite.
con tutto quello di cui questi si è voluto circondare e spesso con la sfrenata passione del collezionismo di quadri, di libri, di oggetti, di arredi, di fotografie. Sono generalmente lo specchio di quelle che erano le abitudini, le passioni, la vita quotidiana delle singole persone che le hanno abitate, magari fino a poco tempo prima.
Si va dagli appartamenti reali di Borgo Castello a Venaria Reale, alla casa di Alfredo Oriani “Il Cardello” a Casola Valsenio, al famoso Vittoriale di Gabriele D’Annunzio, al castello di Pralormo, alla casa Grazioli a Pejo, a casa Morandi a Bologna, alla casa museo quadreria Cesarini a Fossombrone, alla casa museo di Palazzo Sorbello a Perugia, alla casa museo Scelsi a Roma, tanto per citarne alcune.
Le case museo raccontano, infatti, storie personali e sociali, dinastiche ed economiche, collezionistiche e imprenditoriali, con un linguaggio che appartiene a tutti: quello dell’abitare. Visitare una casa museo è, quindi, un’esperienza diversa rispetto alla visita di un qualunque altro museo. Ed è emotivamente molto coinvolgente. Aprendo ancora da vivi o lasciando, dopo la morte, agli eredi il compito di aprire al pubblico le residenze, le stanze segrete, questi personaggi infatti condividono una loro quasi sempre effervescente esperienza di vita con i visitatori, che vengono coinvolti in un percorso che li assorbe e li rende partecipi di uno o più momenti storici, artistici e culturali del nostro Paese.
La differenza fondamentale con i musei tradizionali è che non sono costruite a posteriori mettendo insieme opere provenienti da realtà differenti, ma sono la testimonianza di quella che è stata la vita vissuta dal proprietario
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Il Mercato della Terra Ogni terza domenica del mese al Castello di Padernello si tiene il mercato Slow Food, in cui una comunità di agricoltori, artigiani e consumatori del cibo buono, pulito e giusto si incontrano e passano una giornata nel rispetto della natura.
In apertura Castello di Padernello dall’alto; a fianco, nella foto a destra, il Castello di Montichiari dall’alto. In questa pagina, in alto la Sala del Consiglio e, in basso, il cortile interno del Castello di Montichiari. Nella pagina a fianco, dall’alto, vista sul giardino all’italiana del Castello di Montichiari e vista notturna del Castello di Padernello. Nelle pagine seguenti, dall’alto in senso orario, la Casa del Podestà a Lonato del Garda con giardino, vista dalla Rocca e, sullo sfondo, il Duomo; la Rocca di Lonato del Garda; sotto, da sinistra il Salone delle feste e la biblioteca al Castello di Padernello; camera da letto e ingresso del Catello di Montichiari; biblioteca della Casa del Podestà.
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Un esempio classico è la quattrocentesca Casa del Podestà veneto di Lonato del Garda che Ugo Da Como, senatore bresciano vissuto tra Otto/ e Novecento, acquistò nel 1906, restaurò e, passo dopo passo, arricchì con le raccolte artistiche e librarie. Un saggio eloquente del gusto collezionistico d’inizio XX secolo. Passando di sala in sala, ci si rende conto subito con quale amore e instancabile passione Ugo Da Como raccolse non solo manoscritti, codici medievali, preziosi volumi a stampa e autografi, dipinti e mobili, ma anche numerosi oggetti d’arte applicata e una grande quantità di documenti sulla storia di Brescia, del lago di Garda e della stessa Lonato. Le venti sale che ospitano le collezioni sono elegantemente allestite riprendendo modi e tipologie decorative antiche, senza un particolare ordine cronologico e in modo “eclettico”. Gli ambienti sono impreziositi da importanti soffitti a cassettoni della seconda metà del Quattrocento, riccamente intagliati e decorati, in alcuni casi prelevati da palazzi patrizi cittadini e riadattati a queste sale durante il primo trentennio del secolo scorso. Ma l’elemento di maggiore attrattività della casa-museo è sicuramente la biblioteca, fatta costruire nel 1923 in forme rinascimentali, che contiene circa 50.000 titoli, con esemplari di grande pregio e rarità che spaziano dal XII al XIX secolo, oltre a una nutrita raccolta di disegni, stampe, pergamene, documenti e lettere testimoni di un passato, di un gusto, di una profonda passione e cultura. Dagli austeri ambienti di rappresentanza si accede all’incantevole giardino, digradante sull’antico borgo di Lonato, che circonda la casa-museo e alla Rocca Visconteo-Vene-
ta, una delle più estese della Lombardia, che permette un percorso all’aperto, tra i bastioni merlati e le ampie distese di prato verde, con una particolare vista panoramica sul Lago di Garda. Recentemente sono state introdotte due novità per la visita di tutto il complesso: le visite virtuali, visite guidate in 3D grazie a speciali occhiali, e una sala immersiva, che coinvolgono i visitatori in un viaggio alla scoperta del passato, delle storie, dei protagonisti di questi luoghi e del territorio circostante grazie alle più moderne tecnologie museali. La Sala immersiva è collocata al piano interrato della cinquecentesca Casa del Capitano, nella parte alta della fortezza, dove i visitatori vengono avvolti da immagini proiettate su tutte le pareti. La sala è un vero e proprio invito alla visita e alla scoperta del territorio del Garda e delle colline che circondano Lonato. Alzandosi in volo sopra la Rocca si è condotti infatti a scoprire piccoli borghi, castelli, fortezze e palazzi poco conosciuti, ma si raggiungono anche le notissime mete di Sirmione con il Castello Scaligero e le Grotte di Catullo e di Desenzano del Garda con il caratteristico porto, gli straordinari mosaici della Villa romana e il castello che domina il centro storico. Monzambano, Solferino, Volta Mantovana, Castiglione delle Stiviere, Cavriana, Ponti sul Mincio e Pozzolengo sono invece le perle delle colline che circondano la rocca, oasi di verde e natura tutte da scoprire. Sollevandosi dagli spazi verdi, ne vengono mostrati suggestivi scorci dall’alto. Immagini che raccontano la storia della fortezza, passata nei secoli dagli Scaligeri alla Serenissima, ai Visconti e ai Gon-
LOMBARDIA MILANO Padernello
Lonato Montichiari
Dal 30 aprile al 20 maggio il Castello di Padernello organizza visite guidate in notturna per scoprire i misteri e le meraviglie del maniero quattrocentesco. Una voce magica accoglierà i visitatori facendoli passare sull’originario ponte levatoio per immergerli nelle atmosfere della cucina cinquecentesca, negli ambienti eleganti delle nobili stanze, nell’affascinante biblioteca, tra i soffitti decorati e le suggestioni della scalinata settecentesca. Entreranno nelle sale che rivelano le riproduzioni fotografiche ad altissima risoluzione del pittore Giacomo Ceruti. E magari riusciranno a percepire l’anima inquieta di Biancamaria Martinengo, conosciuta come la Dama Bianca: la giovane 13enne che per cinque secoli ha vissuto nel Castello di Padernello, e in una notte d’estate, sporgendosi oltre le mura del maniero per seguire le scie luminose delle lucciole, cadde tragicamente. Approfittando del silenzio e della pace della notte, i visitatori scopriranno gli intriganti misteri che si celano nel maniero. Le visite guidate in notturna si svolgono dalle ore 21.00 alle 22.30, al prezzo di 18 euro a persona. La prenotazione è obbligatoria.
zaga fino all’acquisto all’inizio del Novecento dell’intero complesso formato dalla rocca e della sottostante Casa del Podestà da parte del Senatore Ugo Da Como. Un modo diverso per apprezzare quello che, forse, ad occhio nudo non tutti riescono a vedere. Solo una decina di chilometri più a sud-ovest di Lonato, addentrandosi nella bassa brescia-
na, si trova un altro esempio – molto diverso apparentemente – di casa-museo: il Castello Bonoris di Montichiari, realizzato sui resti di una rocca medievale nel pieno centro cittadino dal conte Bonoris, che ne ha seguito la costruzione a partire dal 1890 passo dopo passo decidendo personalmente ogni dettaglio architettonico e decorativo, ispirandosi ai castelli valdostani (in particolare quello di Fenis)
e piemontesi (la Rocca medievale di Torino). Il perimetro del primo giro di mura corrisponde ancora a quello della precedente fortezza, della quale si conservano alcune parti murarie. Del castello medievale il conte ha voluto mantenere molti elementi tipici, dal ponte levatoio ai camminamenti di ronda, al fossato, alle caditoie, alla saracinesca a scomparsa, ancora funzionante. All’esterno il castello, costruito per
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SOSTA Area sosta camper “La spiaggia” Via Vo’, 19 - Desenzano del Garda (BS) GPS N45.487573 E10.521896 Tel. 0309911103 - 3667869788 info@areacamperlaspiaggia.it www.areacamperlaspiaggia.it Reception e ufficio informazioni attivi dalle 8.00 alle 20.00 70 piazzole dotate di corrente elettrica, camper service, bagni con docce anche per disabili, lavabi per stoviglie, barbecue, area giochi, ristorante-pizzeria, bar, spiaggia, pista ciclabile, animali ammessi, aperta tutto l’anno. L’area si trova a 2 km dal centro di Desenzano e dal porto da cui partono i traghetti per la navigazione verso tutte le mete del lago; all’interno del Parco del Monte Corno, verde oasi naturalistica gardesana; a 5 km dal casello autostradale A4 di Desenzano. 18 euro/24ore, 5 euro camper service
INFO www.visitbrescia.it Fondazione Castello di Padernello Via Cavour 1 - Borgo San Giacomo Tel. 0309408766 info@castellodipadernello.it www.castellodipadernello.it Fondazione Ugo Da Como Via Rocca, 2 - Lonato del Garda Tel. 0309130060 www.fondazioneugodacomo.it MontichiariMusei Piazza Teatro 23 - Montichiari Iinformazioni e prenotazioni tel.0309650455, info@montichiarimusei.it, www.montichiarimusei.it
CARAVAN E CAMPER GRANTURISMO 112 112 GRANTURISMO
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lo più con materiali locali – mattoni e pietra di fiume a formare una caratteristica orditura a spina di pesce – ricorda l’austerità militare, ma all’interno si rivela una vera e propria dimora signorile, caratterizzata da una straordinaria ricchezza decorativa frutto del lavoro di pittori, scultori, mobilieri, fabbri ferrai, e dotata di ogni comfort disponibile all’epoca: acqua corrente, telefono, elettricità, una cassaforte murata e persino un ascensore elettrico installato nella torre nord per collegare i vari piani. Molto particolari sono anche le chiavi conservate in una teca: in ferro, con le impugnature una diversa dall’altra per poterle facilmente distinguere tra loro. Ma anche l’originale cassapanca con schienale mobile, che permetteva di posizionarsi guardando il fuoco del camino o con le spalle al fuoco stesso. Dal cortile interno alla Sala delle Armi, alla Sala degli uomini illustri, alla Sala delle fiamme, alla Camera verde, alla Camera Reale con finto tendaggio rosso decorato a foglia d’argento con i simboli della casata Savoia attesa un giorno in visita al castello, alla sala del Consiglio, alla Camera da letto, alla Cappella privata in cui è stata rinvenuta una misteriosa cassaforte, tutto denota l’amore per ogni piccolo dettaglio che il conte ha sempre avuto. Dopo la sua morte, nel 1923, seppellito in una tomba senza nome per sua volontà testamentaria, ha lasciato il castello al cugino Ercole Soncini che lo ha abitato fino al 1965, quando è stato lasciato ad un’associazione religiosa dalla quale è
stato poi venduto al Comune nel 1996. Anche in questo caso la passione ottocentesca per il collezionismo e i viaggi hanno condizionato notevolmente la realizzazione di questa che potremmo comunque definire casa-museo, circondata da un bellissimo parco all’inglese e con un delizioso giardino pensile all’italiana nascosto e riservato solo al conte. Di natura completamente diversa, invece, è il Castello di Padernello, un vero e proprio maniero quattrocentesco con ponte levatoio ancora funzionante, ma privo completamente degli originali arredi, costruito nel bel mezzo della campagna a sud di Brescia dove, quando non c’è il sole splendente, la nebbia regna sovrana, avvolgendo il castello in un’aura di mistero. Le prime testimonianze del maniero della nobile famiglia Martinengo risalgono al 1391. Nel corso dei secoli viene arricchito e ampliato fino a diventare, nel Settecento, una villa signorile. Ai Martinengo è succeduta la famiglia Molin Salvadego Ugoni, che nel 1965 se ne va, portandosi via tutto quello che poteva e lasciando il sito in completo abbandono ed esposto a furti e distruzione. Nel 2005 viene creata la Fondazione Castello di Padernello che se ne prende cura e poco alla volta lo restaura, lo anima e lo riapre al pubblico, promuovendo convegni, incontri culturali, mostre, rassegne teatrali e attività didattiche, senza dimenticare I Mercati della Terra® - Slow Food, un progetto
di economia del territorio. Il borgo intorno al castello – San Giacomo con Padernello – ha solo 89 abitanti. È il tipico borgo rurale con cascine e terreni coltivati a monocultura e allevamenti intensivi. E a pochi passi si trova il Ponte San Vigilio, un’opera d’arte in natura di Giuliano Mauri, realizzata nel 2007-2008 in rami di castagno in perenne colloquio con natura, tempo e storia, che ha permesso di riaprire il limes romano della centuriazione augustea, che portava da San Paolo a Quinzano. Al di là della storia e dei racconti di fantasia che sono state tramandate sul castello e i suoi abitanti, quello che risulta interessante dal punto di vista culturale e turistico è la sapiente operazione di recupero e della valorizzazione
del territorio. La fondazione ha infatti dato vita a un vero e proprio “sistema Padernello”, recuperando oltre al castello, anche le case contadine, le fattorie, le botteghe le produzioni agricole e artigianali che nei secoli hanno animato questo piccolo angolo della bassa bresciana, creando interesse turistico per un posto che altrimenti sarebbe caduto nel dimenticatoio.
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