A oltre 2.400 metri di quota sul Passo del Mortirolo, il Lago di Grom superiore è raggiungibile solo a piedi, dopo oltre un’ora e mezzo di cammino. PAGINA A FIANCO: Una
delle 104 rocce con incisioni rupestri di Naquane.
FOTO: CLICKALPS SRLS, SUPERSTOCK; ANDREA FRAZZETTA (PAGINA A FIANCO)
LA VALLE DEI SEGNI VAL CAMONICA
Per la gente di queste parti l’eredità dei Camuni è una responsabilità da valorizzare attraverso natura, tradizione e buona tavola.
C
DI LORENZO FABIANO
ercavano clima mite, un corso d’acqua, vegetazione e animali da cacciare; ciò che serviva loro per vivere, i Camuni lo trovarono in Val Camonica. Sotto i Romani divennero “Camunni”, poi quella “enne” di troppo la storia l’ha rimessa al suo posto. Tredicimila anni dopo, i Camuni sono oggi uomini e donne di montagna che badano al sodo e per spiegarti chi sono alle parole abbinano il linguaggio dei segni. Lo hanno appreso dai loro antenati, dalla preistoria, quando i Camuni di ieri, o meglio di ieri l’altro e l’altro ancora, dall’Europa centrale si insediarono in questa valle alpina: ciò che sappiamo di loro lo dobbiamo proprio ai segni, oltre 300 mila, che hanno lasciato incisi sulle pietre quali immagini a memoria della loro presenza. Pietre, battezzate “pitoti”, che nel 1979 sono state riconosciute Patrimonio Unesco, primo sito in Italia. Un’eredità che la gente di qui saggiamente considera non solo un orgoglio, ma soprattutto una responsabilità da valorizzare attraverso le bellezze della natura, la conservazione delle testimonianze storiche e della tradizione di arti e mestieri, fino alla proposta del gusto, perché anche la tavola vuole la sua giusta parte. Visiti la Val Camonica e Estate 2021
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