La Ciclovia dell'Oglio su Viaggiare in Bicicletta - Gusto Sano

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In bici per...

LA CICLOVIA DELL’OGLIO La ciclabile più bella d’Italia agli Italian Green Road Awards 2019

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Con i suoi 282 chilometri - oltre 220 dei quali nella provincia di Brescia - e 1.800 metri di dislivello, la Ciclovia dell’Oglio (www.cicloviadelloglio.it) è stata eletta la ciclabile più bella d’Italia agli Italian Green Road Awards 2019, gli Oscar italiani del cicloturismo. Dal Tonale al Po, con partenza dai 1.883 m del Passo del Tonale, questo paradiso per ciclisti si snoda attraverso la Valle Camonica (www. turismovallecamonica.it), celebre per le Incisioni Rupestri, primo sito Unesco in Italia dal 1979, costeggia il lago d’Iseo e si insinua tra i vigneti della Franciacorta, fendendo la pianura bresciana per poi confondersi con il lungofiume del Po. La motivazione della giuria, che l’ha definita «un esempio virtuoso di percorso che chiunque può fare, perché è protetto, tenuto in buone condizioni e permette di attraversare la Lombardia dalle montagne alla pianura», sintetizza il senso di un itinerario adatto ai biker di qualsiasi genere, in cerca di relax o attratti dalle emozioni forti. Rappresenta, forse uno dei pochi esempi in Italia, un felice connubio tra uomo e natura e si lascia percorrere senza particolari difficoltà. La ciclovia costeggia l’Oglio, il secondo affluente per importanza del Po, che nasce proprio a Ponte di Legno, dalla confluenza del Torrente Narcanello (le cui sorgenti sono nel Parco dell’Adamello, presso il Monte Castellaccio a 3104 metri s.l.m.) con il Torrente Frigidolfo (le cui sorgenti sono nel Parco Nazionale dello Stelvio, in Valle delle Messi, sulle pendici del Corno dei Tre Signori a 3360 metri s.l.m.). Per gli amanti della montagna e della natura due gruppi montuosi tra i più significativi del nostro arco alpino.

ITINERARIO E PERCORSO DA NORD A SUD

La ciclovia è lunga 280 chilometri e ha un profilo altimetrico lineare: praticamente si passa dai 1.800 m del Passo del Tonale fino al livello del mare. Noi di Viaggiare in Bicicletta con gustoSano abbiamo deciso di percorrerla in senso di scorrimento del fiume, raggiungendo Ponte di Legno (la partenza che abbiamo previsto è dal Tonale) con la ferrovia Trenord fino a Edolo e poi in bus (BikeBus della Valcamonica). Se invece preferiamo evitarci l’ultimo tratto in bus, allora il percorso partirà da Edolo (è una soluzione utilizzata da molti). Così facendo accorceremo il percorso di una ventina di chilometri. Consigliamo, in qualsiasi caso, di prevedere almeno quattro tappe con percorrenze medie

di 60 km (vedi il box CARATTERISTICHE TECNICHE). Nel tratto camuno, la Ciclovia è completa e permette di assaporare con la giusta lentezza i “Segni” e i “Sapori” del territorio, in un palcoscenico naturale che permette di spaziare tra arte, storia e tradizioni. La ciclovia ricalca in alcuni tratti le antiche statali, ormai chiuse al traffico e dedicate solo ai cicloviaggiatori. Attraversa gallerie e, dal punto di vista altimetrico, presenta anche piccoli strappi in salita (nonostante si scenda costantemente di dislivello) che meritano di essere affrontati con dovute cautele. La partenza è in Alta Valle Camonica al Passo del Tonale (quota 1.883 m), circondati da vette e ghiacciai del Parco Regionale dell’Adamello. Dal passo, scendendo lungo la Strada Statale 42, si giunge a Ponte di Legno, dove si imbocca la Ciclovia dell’Oglio all’altezza degli impianti di risalita. Questo tratto in sede protetta è lungo 12 km e conduce sino a Vezza d’Oglio. Per coloro che giungono dal Trentino o, al contrario, dalla Valle Camonica, è possibile caricare la bicicletta sulla cabinovia che collega il paese al Passo del Tonale. A Vezza d’Oglio si prosegue con pendenze dolci che conducono fino al borgo di Mu, nei pressi di Edolo, superato il quale, lungo mulattiere e strade secondarie a bassa intensità di traffico motorizzato, si giunge fino a Malonno. Si giunge quindi a Capo di Ponte dove è consigliata la visita al Parco Nazionale delle Incisioni Rupestri di Naquane, principale parco archeologico in cui osservare le straordinarie testimonianze preistoriche, riconosciute primo sito Unesco italiano. Da questa località, alternando paesaggio naturale e urbano, la ciclovia prosegue in sede propria (salvo brevissimi tratti, essenzialmente in coincidenza di incroci con altre arterie) per oltre 40 chilometri, incontrando i centri di Breno, Darfo Boario Terme, Pisogne, giungendo quindi sulla riva orientale del Lago d’Iseo. Tornati in ciclabile dopo pochi km, in corrispondenza di un’ansa dell’Oglio, si incontra il Santuario di Minerva, un tempio di origine romana meritevole di una pausa. Poco dopo vi accoglie Cividate Camuno, la “capitale” romana della valle: vi aspettano il Parco Archeologico del Teatro e Anfiteatro e il Museo Archeologico Nazionale della Valle Camonica (la cui nuova sede ha aperto le porte lo scorso 11 giugno), con spazi più ampi, che custodisce soprattutto reperti di epoca romana. Giunti a Darfo Boario Terme dopo molte ore in sella, non c’è niente di meglio che una

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pausa rigenerante alle Terme di Boario: all’ombra dell’iconica cupola troverete una struttura moderna con centro benessere e varie fonti della celebre acqua, decantata anche dal Manzoni.

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DA PISOGNE ALLA FRANCIACORTA Nel tratto in Valle Camonica si può godere di un paesaggio bucolico, caratterizzato da ampi vigneti e cantine in cui viene prodotto il vino IGT Valle Camonica (Consorzio Valcamonica IGT). Dopo la degustazione d’obbligo, si prosegue l’itinerario fino a Breno, visitabile effettuando una piccola deviazione: il borgo è dominato dall’antico castello raggiungibile con una breve, ma intensa, salita. Terminata la visita, scendiamo in rapida picchiata fino a Pisogne, che merita certamente qualche ora del nostro tempo. È un borgo racchiuso tra lago e montagna in una posizione privilegiata tra la Valle Camonica e Sebino (Lago d’Iseo, www.visitlakeiseo.info), ricco di tradizione storica. Da visitare sicuramente Santa Maria della Neve, che ospita un importante ciclo di affreschi cinquecenteschi sulla vita di Cristo, opera di Girolamo Romanino. Si tratta di un racconto per immagini che avvolge totalmente il visitatore. Per l’intensità del realismo pittorico venne definita la “La Cappella Sistina dei poveri”. Sempre a Pisogne, merita senz’altro una visita il Mirad’Or, un nuovo spazio espositivo - aperto

“La ciclovia è lunga 280 chilometri e ha un profilo altimetrico lineare: praticamente si passa dai 1.800 m del Passo del Tonale fino al livello del mare”

ALCUNI CONSIGLI UTILI u Il Passo del Tonale, da cui parte la ciclovia, non è raggiungibile in treno. Bisogna scendere a Edolo (Trenord) e poi prendere il bus. uUn itinerario che prevede diverse strade bianche e sterrate e quindi poco adatto per una bici da corsa. Si consigliano quindi gravel o MTB. uIl percorso è assai ben segnalato, ma bisogna comunque stare attenti alle indicazioni per non perdersi. uPer la manutenzione della bici esistono diversi punti lungo la ciclovia, soprattutto nei centri abitati. A Darfo, è presente il River Oglio Bike Bar in cui è possibile fermarsi per acquistare elementi di manutenzione per la bicicletta.

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a fine aprile - direttamente sul Lago d’Iseo. Un contenitore d’arte, un’opera architettonica che ha preso il via con Daniel Buren, artista di fama che ha concepito uno spazio aperto a tutti, gratuito, un luogo in cui chiunque possa ammirare le opere esposte, circondato dalla grandiosa bellezza della natura. A Pisogne, la pista attraversa il borgo costeggiando il lago sino a connettersi al panoramicissimo tratto della pista Vello - Toline, un percorso di straordinaria bellezza per il paesaggio e i panorami degni delle più belle coste mediterranee, per certi tratti simile e addirittura più selvaggio della costa amalfitana. Pedalando lungo le sponde del Lago non possiamo fare a meno di ammirare Monte Isola, al centro dello stesso, che merita una piccola digressione. L’hanno definito uno de “I borghi più belli d’Italia”; Monte Isola è la più grande isola lacustre abitata d’Europa. Ha una superficie di 4,5 km quadrati, un perimetro di 9 km ed è alta circa 600 metri. Lungo le pendici e in riva al lago sono dislocati 11 centri, collegati da strette strade percorse dal pulmino comunale e da motociclette: le auto sono bandite, a eccezione di quelle di pubblica utilità, quindi il luogo è ideale per le passeggiate a piedi e in bicicletta. L’itinerario più consueto è il giro dell’Isola del quale Peschiera Maraglio è solitamente il punto


LA CICLOVIA DELL’OGLIO di partenza. A Monte Isola vi è una lunga tradizione di realizzazione di reti da pesca tanto da far diventare la località punto di riferimento mondiale per questo tipo di manifattura, che si è affermata ormai anche nel campo delle reti sportive. Monte Isola è celebre anche per i Maestri d’Ascia e per i cantieri in cui vengono prodotte le tradizionali imbarcazioni in legno, oltre a prodotti gastronomici di qualità (il Salame di Monte Isola e le sardine essiccate tradizionali che sono anche un presidio Slow Food). Continuando il nostro itinerario verso sud, troviamo Iseo, il centro che dà il nome al Lago, che conserva ancora oggi la conformazione dell’antico borgo medievale in cui spiccano

HOTEL CRISTALLO DOVE DORMIRE

Indirizzo: Via Giovannina Bulferi 7 Ponte di Legno (BS) Sito web: hotelcristallopontedilegno.it

B&B QUADRETTO

Indirizzo: Via Contrizio 32 - Bienno (BS) Sito web: quadrettobianno.it

HOTEL RIVALAGO Indirizzo: Via Luigi Cadorna 7 - Sulzano (BS) Sito web: rivalago.it

Foto: Michele Nastasi

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Castello Oldofredi, la Pieve di Sant’Andrea e la centralissima Piazza Garibaldi e da qui, costeggiando la Riserva Naturale delle Torbiere si giunge a Provaglio d’Iseo, con il suggestivo sito cluniacense del Monastero di San Pietro in Lamosa, in posizione panoramica sulla Riserva Naturale delle Torbiere del Sebino, dichiarata “zona umida di importanza internazionale” secondo la Convenzione di Ramsar, Zona Speciale di Conservazione (ZSC) e Zona di Protezione Speciale (ZPS) nell’ambito della Rete Natura 2000. Il territorio è formato prevalentemente da canneti e specchi d’acqua ma gode di un fascino straordinario. Giungiamo quindi in quella che oramai è divenuta una méta ambita per tutti i turisti gastronomici italiani e non solo, la Franciacorta. Questo territorio si trova nel cuore della Lombardia in un’area di circa 200 chilometri quadrati che comprende 19 comuni della Provincia di Brescia. Colline tappezzate di vigneti, borghi caratteristici, castelli, abbazie, rilassanti itinerari escursionistici, alberghi di charme e accoglienti agriturismi, raffinati ristoranti e rustiche trattorie: un territorio dove l’ospitalità è un’arte. Le sue colline, delimitate a ovest dal fiume Oglio e a nordest dalle ultime propaggini delle Alpi Retiche, devono le loro antichissime origini ai ghiacciai ritiratisi oltre 10.000 anni fa. L’origine morenica dona ai terreni di quest’area una straordinaria ricchezza minerale, che unita all’eterogeneità che compone i suoli, costituisce l’elemento distintivo di una viticoltura di qualità, pienamente apprezzabile nelle caratteristiche sensoriali dei suoi splendidi vini. Non a caso la Franciacorta è fra le destinazioni italiane più amate dagli enoturisti, è la terra del prezioso Franciacorta DOCG, primo vino italiano,


DOVE MANGIARE RISTORANTE KRO Indirizzo: Via Tollarini 70 - Temù (BS) Sito web: ristorantekro.it

RISTORANTE LA STORIA Indirizzo: Località Fontanelli 1 - Darfo Boario Terme (BS) Sito web: ristorantelastoria.net

LOCANDA AL LAGO Indirizzo: Località Carzano - Monte Isola (BS) Sito web: locandaallago.it

TRATTORIA LA ROSA ROSSA Indirizzo: Località Monticelli d’Oglio Verolavecchia (BS) Sito web: trattoria-larosarossa.it

prodotto esclusivamente con il metodo della rifermentazione in bottiglia, ad aver ottenuto nel 1995 la Denominazione di Origine Controllata e Garantita a cui dà il nome. Un museo diffuso perfetto da visitare anche a ritmo lento su due ruote tanto che, per un prossimo tour esclusivamente in zona, sono 6 gli itinerari di approfondimento proposti i cui nomi richiamano gli eccellenti vini: Satèn, Pas Dosé, Brut, Rosé, Extra Brut, Millesimato. Itinerari a cura della Strada del Franciacorta: alla portata di tutti, sono un suggerimento per gli escursionisti che vogliono fare, in tutta tranquillità, una passeggiata sulle due ruote, per le famiglie con bambini, per gli enoturisti desiderosi di conoscere da vicino la Franciacorta. Il loro tracciato tocca vigne e campi, piccoli borghi e ambiti di particolare interesse naturalistico, punti panoramici e luoghi d’interesse storico-artistico. Scendiamo ancora verso sud e prima di piegare leggermente verso est tocchiamo Orzinuovi e la vicino Soncino. Siamo ormai prossimi al termine del viaggio: dopo 280 km e 5 Province attraversate, l’avventura del Bike Tour dell’Oglio si conclude presso lo scenografico Ponte di Barche di San Matteo delle Chiaviche, uno dei pochi esempi ancora attivi.

Le sue colline, delimitate a ovest dal fiume Oglio e a nordest dalle ultime propaggini delle Alpi Retiche, devono le loro antichissime origini ai ghiacciai ritiratisi oltre 10.000 anni fa

PIÖDE, FOIADE E FATULÌ.. UNA SCOPERTA CONTINUA La caccia al tesoro di cose buone lungo l’asta del fiume Oglio inizia a Ponte di Legno. Bisogna trovare il tempo per assaggiare i gnoc de la cuö (pastella di acqua e farina con la quale si

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LA CICLOVIA DELL’OGLIO Cevo. Durante l’autunno e l’inverno si sale fino a Paspardo, a metà valle, per provare la farina di castagne del Consorzio dei castanicoltori. Un tempo utilizzata per preparare la pupa de schelt, una polentina salata da condire con la panna, oggi se ne fanno golosi dolci. A Breno se ne incontra uno davvero caratteristico, la spongada, una pagnottella poco zuccherata che gli abitanti consumano con il salame. Ma soprattutto Breno è la patria della salsiccia di castrato, un insaccato di carne ovina tritata finemente. La macelleria Pedersoli la elabora da un secolo esatto. Di tanto in tanto, a mezza costa, si notano i filari di vigneti che rappresentano la riscossa della viticoltura camuna. Apprezzabile per quantità e livello produttivo sino a metà Ottocento, ha conosciuto nel secolo successivo il quasi totale abbandono. Le vigne sono state recuperate a partire dagli Anni Ottanta e il vino Valcamonica è oggi un’IGT. Sul lago d’Iseo è d’obbligo l’acquisto delle sarde essiccate al sole e al vento e messe a riposare, con dei pesi, sotto olio di oliva (Presidio Slow Food). A Monte Isola quasi ogni famiglia ha una propria latta da cui attingere quando si prepara la polenta grigliata: il pesce si riscalda appena e viene depositato sopra. Da Paratico si entra nel Parco Oglio Nord, il Parco regionale che lambisce la Franciacorta. A Capriolo le api ronzano tra i vigneti dei fratelli Ferrari (Azienda Agricola Bredasole) che scendono dalla collina al fiume all’interno del Parco. Nel loro spaccio si acquista Francicorta DOCG e miele millefiori. Lungo la Ciclovia dell’Oglio si possono fare tappe per partecipare a piacevoli esperienze che vanno dall’enogastronomia all’artigianato: per conoscerle, e prenotarle, consultare la sezione “esperienze” sul sito visitbrescia.it.

preparano gnocchetti conditi con abbondante burro, salvia e cipolla). L’indirizzo giusto è il Ristorante San Marco. Nel vicino villaggio di Monno con la patata si fa davvero di tutto: dai primi piatti (piöde: gnocchi di patate crude impastate con farina) ai dolci (foiade: sfoglie di pasta, burro e formaggio). A Edolo si possono acquistare liquori dal locale Liquorificio Alta Valle Camonica e, su prenotazione, seguire le fasi di preparazione degli infusi e dell’assemblaggio dei superalcolici. In tutta la valle e sui monti bresciani che danno sul Sebino si produce il Silter DOP, un formaggio a latte crudo di lunga stagionatura. È ottimo a fine pasto e se la stagionatura si protrae per almeno 10 mesi, si può fare a scaglie o grattugiare sui primi piatti. Vale la pena infilarsi in qualche valle laterale per acquistare quello prodotto sugli alpeggi da giugno a settembre. A Malonno si può conoscere l’arte della panificazione presso il forno Salvetti con apposite lezioni guidate. Nella Val Saviore si va invece per conoscere gli allevatori di capra Bionda dell’Adamello, una razza locale che dà buon latte destinato alla produzione di formaggi. Chi è in cerca del caratteristico Fatulì (il formaggio affumicato dalla combustione di bacche e rami di ginepro) cerca la famiglia Maffeis a Pozzuolo di

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