Foto francolecis
SARDONIA Ventisettesimo Anno / Vingt Septième Annèe Francesca Patteri Festival dell’Architettura Muri di Sardegna - AsTerAs CAMBIAMENTI a Nuoro XXXIII Time in Jazz Sardegna Un laboratorio infinito Tentazioni a distanza Alchimia dei Simboli A volte penso che... Chi ha paura del buio? AEQUANOX - Atzori & Straffalaci Nuraghe Seruci Nuraghe Suelli Un’Isola in rete Marina Pittau Kari Khouma La cerimonia nuziale romana Musica sulle bocche Case Cantoniere 200 Anni di Storia I Sardi e le misure auree dei pozzi Ecco perché era il Vino del Mito Mal-vasia Ben-che sia Processo ai Malaspina Bookolica 2020
Settembre 2020/Septembre2020
https://www.vimeo.com/groups/sardonia https://www.facebook.com/sardoniaitalia
Cagliari Je T’aime Programma di creazione di Esposizioni e Manifestazioni Artistiche nella città di Cagliari a cura di Marie-Amélie Anquetil Conservateur du Musée du Prieuré Directrice de la revue “Ici, Là bas et Ailleurs” Espace d’exposition Centre d’Art Ici, là bas et ailleurs 98 avenue de la République 93300 Aubervilliers marieamelieanquetil@gmail. com https://vimeo.com/channels/ icilabasetailleurs Vittorio E. Pisu Fondateur et Président des associations SARDONIA France SARDONIA Italia créée en 1993 domiciliée c/o UNISVERS Elena Cillocu via Ozieri 55 09127 Cagliari vittorio.e.pisu@email.it http://www.facebook.com/ sardonia italia https://vimeo.com/groups/ sardonia https://vimeo.com/channels/ cagliarijetaime SARDONIA Pubblicazione dell’associazione omonima Direttore della Pubblicazione Vittorio E. Pisu Maquette, Conception Graphique et Mise en Page L’Expérience du Futur une production UNISVERS Commission Paritaire ISSN en cours Diffusion digitale
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uesto é il numero che inaugura la nuova stagione di ripresa delle attività, purtroppo oberata dalle ultime notizie dell’infierire della pandemia, che ha trovato in Sardegna un focolaio, importato da vacanzieri giovani ed incoscienti e forse ignari. Ma la ripresa di numerose manifestazioni artistiche e musicali ci dimostra che possiamo comunque sperare in un futuro meno preoccupante e che certo non potrà più ridiventare quello che era prima dell’arrivo del covid-19 che spero ci abbia insegnato qualche cosa sul funzionamento della nostra società. Forse gli elementi più signficativi, almeno ai miei occhi, sono stati le orde di cinghiali che sono ritornati a passeggiare in Piazza d’Italia a Sassari ed i delfini che venivano a cacciare i muggini fino sulle rive del porto di Cagliar, per non parlare di tante altre manifestazioni della vita animale e vegetale che avevano ritrovato un loro spazio solamente perchè durante due mesi siami rimasti chiusi in casa come attestavano le fotografie delle strade deserte delle città del mondo intero o quasi. Nello stesso tempo possiamo constatare che quelli che non sono rimasti inattivi sono gli artisti perchè hanno l’abitudine di creare in continuazione, qualunque siano le condizioni e contro ogni tipo di confinamento, penuria, ristretteza di mezzi e mancanza di materiali. Certo tutti coloro che non esercitano solitamente un’atività creativa sia plastica, letteraria, fotografica o musicale, si sono sentiti improvvisamente privati del loro deambulare tra negozi e supermercati o spiagge e bars ed hanno risentito particolarmente questa restrizione di movimento andando fine a considerare che la pandemia potesse essere sia insistente, sia la creazione di un complotto destinato a ridurre la popolazione in schiavitù se non quella di sopprimerla quasi completamente. In un proliferare di virologhi improvvisati, lettori di tarocchi ed altri interpreti di fegato virtuale, visto che non si sacrificano più animali alle divinità ma si continua a speculare sui gesti ed azioni delle autorità che purtroppo in questa occasione hanno dimostrato una tendenza particolare ad affermare tutto ed il contrario di tutto spesso in un tempo talmente breve che non avevamo ancora dimenticato i proclami precedenti. Il mio sincero augurio va ad una ripresa delle attività sopratutto artistiche e culturali che più hanno sofferto di questa situazione ma che per nostra fortuna dimostrano di essere capaci di rinascere anche dalle macerie le più terribili e ricominciare a renderci la vita un pò più sopportabile. Ringrazio sinceramente non solamente tutti gli artisti che così dimostrano la capacità dell’essere umano di risollevarsi anche dalle peggiori disgrazie ma anche tutto il personale sia medico che dei servizi sociali più necessari che non hanno mai smesso di prodigarsi. Vittorio E. Pisu
Foto aldo del vigo
FRANCESCA PATTERI F
rancesca Patteri vive e lavora a Sassari ma é originaria di Villanova Monteleone. Appassionata d’arte fin da piccola , si forma da autodidatta in varie tecniche che spaziano dalla pittura alla sperimentazione di nuove tecniche e materiali come la ceramica ed è proprio da quest’ultima che, da svariati anni, ha trovato una sua particolare e personale dimensione artistica. Le sue opere in ceramica impreziosite da materiali come l’oro e il platino a prima vista sembrano dipinti ma non lo sono. Come un pittore prova a dare forma e sostanza alla materia. Forme idealizzate e stilizzate , soprattutto rappresentative della sua terra e della natura sulle quali interviene la policromia della ceramica e dei suoi colori. Dalla passione per la storia e la cultura della sua isola nascono le opere dedicate ai costumi tradizionali sardi in cui non servono volti o corpi per rappresentare una veste che diventa abito rituale pregno d’incanto, i giganti di Mont’e Prama, la dea madre, bronzetti, pintadere e altro Le sue opere fanno parte di collezioni pubbliche e private Mostre ed esposizioni personali e collettive: Agosto 2020 Le quai des Artiste Porto Rotondo Ottobre 2019 Cagliari Chiesa monumentale Santa Chiara Settembre 2019 Ozieri Museo Civ. Archeologico Alle Clarisse Agosto 2019 Alghero Museo etnografico Casa Manno. Agosto 2019 Alghero Atelier Via Carlo Alberto “Fondazione Alghero” Luglio 2019 Le quai des Artistes Porto Rotondo Maggio 2019 Sassari Giardini “Maria Carta “
Marzo 2019 Sassari Cantina Mazzotti Gennaio 2019 Budoni Biblioteca Comunale Novembre 2018 1° premio di pittura Garcia Lorca indetto dalla Fondazione Daga di Cagliari Ottobre 2018 Sassari Centro d’arte e cultura ARTE KAOS & poesia Ottobre 2018 Tissi “ Ottobre in poesia” Luglio- agosto 2018 Le quai des artistes Porto Rotondo Giugno 2018 Sassari Associaz. Respir ‘ Arte parco di Monserrato Gennaio Febbraio 2018 Sassari centro d’arte e cultura ARTE KAOS & Poesia Dicembre 2017 Banari “Carrelas in festa Novembre Dicembre 2017 Sassari centro d’arte e cultura ARTE KAOS & poesia Ottobre 2017 Budoni Pietre d’artista per Monumento a Khaled Al Assad Settembre 2017 Tissi associaz. Respir ‘Arte Exma’ Luglio 2017 Castelsardo Associazione Respir ‘ Arte Castello dei Doria Maggio Giugno 2017 Sassari Respir ‘ ‘Arte piazza Santa Caterina Respir ‘ Arte parco di Monserrato Dicembre 2016 Sassari Largo Cavallotti Luglio 2016 Villanova Monteleone “ Su Palattu” Maggio 2014 Sassari Museo Nazionale G. A. SANNA Luglio 2013 Sassari Piazza D’Italia evento “La notte della Moda “ Luglio 2013 Castelsardo Castello dei Doria Marzo 2013 Sedini Museo Domus de Janas Agosto 2011 Castelsardo Castello dei Doria. Settembre 2010 Castelsardo Castello dei Doria
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Call Volontari FAC2020!
Foto unione sarda
Entra anche tu a far parte del team del Festival di Architettura di Cagliari FAC2020 Se ami la città di Cagliari e sei appassionato di architettura e arte, a settembre potrai partecipare alla prima edizione del Festival dell’Architettura e diventare un volontario FAC2020. Festival Vivrai il Festival da dell’Architettura protagonista, Cagliari 2020 avrai posti riservati agli eventi e dal 18 settembre 2020 ore 19 : 00 nei momenti conviviali e, se sei uno studente al 27 settembre 2020 ore 23 : 00 universitario, Organisé par ti saranno riconosciuti Fac VentiVenti, fino a 4 CFU. Sergio Nuvoli Se hai più di 18 anni, Barbara Cadeddu aderisci alla Call Barbara Argiolas Ti aspettiamo!
Sa Manifattura
https://www.fac2020.it/ viale Regina Margherita 33 Cagliari call-volontari/
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confini del cambiamento. 10 giorni di performance, gaming, dibattiti, installazioni, visite guidate e conferenze di architetti di fama internazionale, in presenza e online, e tanta visione per il futuro della città di Cagliari, immaginato, studiato, progettato e condiviso in questa prima edizione del FAC2020. L’Università degli Studi di Cagliari, capofila del progetto, ha vinto il bando promosso dalla Direzione Generale Creatività Contemporanea del Ministero per i Beni e le Attività Culturali e per il Turismo, insieme a un ricco partenariato e al sostegno di molti enti e associazioni locali. Il Festival dell’Architettura 2020 a Cagliari è stato immaginato come una grande residenza collettiva, creativa e operativa per condividere e co-creare soluzioni sostenibili. Per dieci giorni gli spazi costieri di Cagliari ospiteranno performance, dibattiti, installazioni, visite guidate, laboratori, conferenze di architetti di fama internazionale e workshop. Queste attività vedranno la partecipazione attiva di cittadini, amministratori, imprese, associazioni locali con l’obiettivo di orientare la consapevolezza della comunità verso un’architettura contemporanea di qualità.
Festival dell’Architettura
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Sarà un Festival per la città, i suoi cittadini e i suoi visitatori. “La città di Cagliari, accesso privilegiato all’isola di Sardegna dal Mar Mediterraneo (si legge nel progetto) si confronta quotidianamente con le acque “salate, dolci, salmastre” che la circondano e con gli ecosistemi naturali ed economici che entrano in relazione con mare, stagni e lagune. La linea di costa rappresenta uno dei suoi confini, che i cambiamenti climatici contribuiscono a modificare a causa dall’utilizzo irresponsabile delle risorse del pianeta. Cambieranno i modi d’uso delle sue aree costiere, interfaccia tra terra e mare, polarità di attrazione tra ruralità e urbanità, porti di approdi e partenze, luoghi di produzione e di industrie, di fragilità ambientale e flussi turistici e migratori. Lungo questi confini, in cui il paesaggio è il prodotto delle relazioni tra natura e comunità, la proposta di progetto vuole focalizzare la propria attenzione, puntando i riflettori sulla linea di costa, con le sue emergenze e le aree da riqualificare attraverso un approccio partecipativo”. https://www.unionearchitetti.com/la-citta-di-cagliari-vince-il-festival-dellarchitettura/internazionale
ono 7 i vincitori del Festival dell’architettura, iniziativa volta a promuovere la diffusione tra tutti i cittadini dell’importanza del ruolo dell’architettura di qualità per il progresso civile, sociale ed economico del Paese. L’Avviso pubblico prevedeva il finanziamento di tre festival da realizzarsi su tutto il territorio nazionale per un importo complessivo di 240.000 euro. Per permettere una più ampia diffusione della conoscenza dell’architettura, considerata l’alta qualità delle proposte, il budget a disposizione è stato incrementato, per un totale complessivo di 493.500 euro. I progetti vincitori del bando sono: BiArch - Bari International Archifestival, Comune di Bari CHANGE - Architecture Cities Life, Associazione Open City Roma Design for the Next Community, Comune di Ivrea SI ARCH FEST - South Italy Architecture Festival, FCP Farm Cultural Park 2050 ArchiFest - Abitare il mondo altrimenti, Comune di Colle Val d’Elsa Rigenera, Ordine APPC di Reggio Emilia (segue pagina 6)
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Foto AsTerAs
(segue dalla pagina 5) ell’ambito della I confini del cambiamen59° Sagra delle Peto. sche, sarà presenCagliari tra terra e acqua. tata la guida “Muri Architettura e luoghi sendi Sardegna. Luosibili. ghi e opere della Street art” Università di Cagliari. curata dall’Associazione culturale Asteras e edita da Al bando “Festival Dario Flaccovio Editore. dell’architettura” hanno Muri di Sardegna racchiupartecipato 49 progetti, de oltre 50 anni di storia, pervenuti da tutta Italia. 145 Comuni, più di 500 I progetti sono stati se- immagini, sintetiche biolezionati dalla commis- grafie degli artisti e inediti sione, designata dal Di- itinerari alla scoperta delle rettore Generale della opere di arte urbana che si DG Creatività contem- incontrano lungo le strade poranea e Rigenerazione delle città e dei piccoli borurbana e composta da ghi dell’Isola. cinque membri: l’arch. La guida vuole offrire al Maurizio Pece, funzio- viaggiatore uno strumennario architetto della Di- to utile per la ricerca e la rezione Generale e Pre- comprensione degli elesidente di Commissione, menti più emblematici: dai l’arch. Attilio Terragni, rinomati murales di Orgoil dott. Manuel Orazi, la solo e di San Sperate alla dott.ssa Silvia Barbarotta nuova Street art di San Gae l’arch. Luciano Antoni- vino Monreale. Dagli anni no Scuderi. Sessanta del Novecento Il programma “FESTI- sino agli anni Duemila. VAL DELL’ARCHI- Alla presentazione interTETTURA” si inserisce verranno Enrico Collu nel quadro delle azioni (Sindaco di San Sperate), istituzionali messe in atto Emanuela Katia Pillloda questa Direzione Ge- ni(Assessora alla Cultura nerale, volto a ricercare di San Sperate), Ivana Salis possibili metodi di inter- (Presidente Associazione vento in materia di pro- Asteras) e Elisabetta Bormozione dell’architettura ghi (Associazione Asteras) contemporanea, favorire che ha curato il coordinala diffusione di una qua- mento editoriale del libro. lità architettonica e ur- L’evento, organizzato in banistica consapevole e collaborazione con la Bisviluppare un approccio blioteca Comunale Anselprogettuale integrato che, mo Spiga di San Sperate e attraverso processi inno- con le cooperative La Mevativi e inclusivi, favori- moria Storica e Teatro La sca l’innesco di interventi Maschera, sarà presentato di rigenerazione urbana. da Paolo Caboni e vedrà la partecipazione di Emahttp://www.aap.benicul- nuele Bosu, autore e regiturali.it/festivalarchitet- sta teatrale, e del Teatro dei tura_vincitori.html colori. AsTerAs
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intitola Muri di Sardegna. Luoghi e opere della street art la guida ai celebri murales della Sardegna e, in generale, ai luoghi della street art sull’isola che é uscito 20 agosto, edita da Dario Flaccovio Editore. Il volume, progettato e realizzato da Asteras Associazione Culturale (che ha sede a Cagliari, è composta da storici dell’arte e fotografi e opera in Sardegna nell’ambito dei beni culturali e delle arti visive), è curato da Barbara Catte, Gianfranca Loi e Ivana Salis (che hanno redatto testi e apparati) con il coordinamento editoriale di Elisabetta Borghi, e contiene le fotografie di Massimiliano Frau. Oltre quattrocento pagine con le opere dell’arte urbana sarda tutte suddivise in macro-aree e indicizzate sulla base delle città. La Sardegna ha una lunga tradizione di arte urbana: nell’isola, si legge nell’introduzione di Elisabetta Borghi, “esiste un muralismo risalente agli anni Settanta del Novecento che ormai si può chiamare storico, mentre dagli anni Duemila è comparsa la Street art, che agisce nell’ambito della riqualificazione urbana. Ancor prima dei casi di San Sperate (Paese Museo) e di Orgosolo, in Sardegna accadono singoli e importanti episodi.
Foto finestrasull’arte
Nel 1950, su una parete interna nella foresteria della miniera di Monteponi a Iglesias, Aligi Sassu dipinge il grande affresco La miniera, restaurato nel 1997 e vincolato nel 2014 con decreto ministeriale: un omaggio al lavoro dei minatori, un murale che ha un realistico impianto narrativo e un forte carattere civile. ALIGI SASSU pictor. sardus.fecit 1950, lascia scritto il pittore sulla parete in alto a destra, come per sottolineare la sua adesione al contesto in una dichiarata solidarietà sociale“. E poi ancora il graffito di Costantino Nivola eseguito nel 1958 sulla facciata della chiesa della Madonna d’Itria a Orani,
i muri di lana di Nivola del 1966, i nastri con cui, nel 1981, Maria Lai ”legò” la montagna tra Orani e Ulassai, passando per il primo murale di San Sperate, dipinto nel 1968 da Pinuccio Sciola. La Sardegna è dunque terra di grande arte di strada. Un’arte che non si trova solo nelle principali città, come Cagliari, Sassari, Oristano o Nuoro, ma anche nei centri urbani del territorio, recuperati ad un uso consapevole delle tradizioni, sulle pareti delle abitazioni e degli edifici pubblici. La street art è dunque un fenomeno artistico di rilievo per la Sardegna, che allinea l’isola sarda al contesto internazionale.
Coop. teatro La Maschera Asteras Associazione Culturale Presentazione della guida
MURI DI SARDEGNA Luoghi e opere della Street art sabato 5 settembre 2020 de 18:00 à 20:00
Arena Maschera di San Sperate
L’ingresso è libero posti limitati informazioni e prenotazione whatsapp/sms
+ 39 346 6236245
La guida vuole offrire al viaggiatore uno strumento utile per la ricerca e la comprensione degli elementi più emblematici: dai rinomati murales di Orgosolo e di San Sperate alla nuova street art di San Gavino Monreale. Dagli anni Sessanta del Novecento sino agli anni Duemila. Grandi interpreti e giovani utopie: un circuito affascinante, istruttivo e ricco di sorprese. Il libro vuole pertanto porsi come una guida pratica da portare in viaggio, oltre che un piccolo atlante iconografico dei sentimenti, delle visioni e delle speranze del popolo sardo. “Mettere insieme tutta la street art sarda”, si legge in una nota di Dario Flaccovio Editore, “è operazione difficile, oltre che ricerca per dare memoria a opere effimere che se catalogate e analizzate dal punto di vista sociologico e semiotico rappresentano una mappa socio-culturale di riti, presenze sul territorio e modi differenti di viverlo: questo, prova a fare Muri di Sardegna, la prima guida alle opere murali dell’isola a cura dell’associazione culturale Asteras”. “Abbiamo intrapreso il progetto della guida con l’obiettivo di mettere in luce la portata di questa peculiarità del paesaggio urbano ed extraurbano della Sardegna: si tratta di un immenso patrimonio visuale (segue pagina 8)
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(segue dalla pagina 7) costantemente mutevole che rappresenta un vero unicum”. Il libro è una guida pratica da portare in viaggio, oltre che un piccolo atlante iconografico dei sentimenti, delle visioni e delle speranze di un popolo. “Abbiamo intrapreso il progetto della guida – raccontano i membri dell’associazione, specializzati nell’ambito dei beni culturali e delle arti visive – con l’obiettivo di mettere in luce la portata di questa peculiarità del paesaggio urbano ed extraurbano della Sardegna: si tratta di un immenso patrimonio visuale costantemente mutevole che rappresenta un vero unicum”. La guida “Muri di Sardegna” intende offrire al viaggiatore uno strumento utile per la ricerca e la comprensione degli elementi più emblematici: dai rinomati murales di Orgosolo e di San Sperate alla nuova street art di San Gavino Monreale Il progetto “Muri di Sardegna” è stato realizzato anche grazie al sostegno dei Comuni di San Nicolò d’Arcidano, Capoterra, San Sperate, Escolca e Silius, e col patrocinio dei Comuni di Guspini, di Nuoro e di Cagliari. Il libro (424 pagine, formato 15 x 21) è in vendita a 24 euro. Per info è possibile consultare il sito di Dario Flaccovio Editore. https://www.darioflaccovio.it/illustrati/1673-muri-di-sardegna.html
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l cambiamento è la condizione “naturale” delle società umane. Esse non fanno altro che cambiare, in tempi e modi diversi, rendendosene conto o no, volendolo o no. Si tratta di modificazioni più o meno consistenti, più o meno rapide, di costumi, pratiche, oggetti usati, idee, norme, credenze e valori. I cambiamenti possono riguardare un solo settore della cultura (per es., la tecnologia, l’economia, le fogge del vestire, l’alimentazione, le credenze e i rituali), ma una volta avvenuto un cambiamento in un settore, c’è la tendenza a modificare a catena anche altri settori, che sono tra loro legati. Quale presente e quale futuro possibile? L’Assessorato alla Politiche Sociali del Comune di Nuoro, in collaborazione con la Lariso cooperativa sociale Onlus, organizzano la seconda edizione del Festival dell’Innovazione Sociale dal titolo “Cambiamenti”, un momento di riflessione, analisi e progettazione attraverso, laboratori, workshop e seminari rivolti a cittadini, famiglie, giovani e associazioni. Il festival dell’innovazione sociale, nato dalla collaborazione tra l’assessorato alle politiche sociali del comune di Nuoro e la Lariso cooperativa sociale onlus giunge alla sua seconda edizione.
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Si riparte dal concetto di Cambiamento, una condizione naturale per le società che, in ogni modo, devono adattarsi per stare al passo di un mondo in continuo mutamento. A volte i cambiamenti sono improvvisi ed inaspettati (ne abbiamo appena avuto una prova ), altre volte avvengono in tempi lunghissimi. Nel primo caso la società deve rispondere in maniera tempestiva, modificando quasi istantaneamente le proprie abitudini e i propri ritmi, nel secondo si adatta, in maniera naturale e, quasi senza accorgersene, si modfica profondamente cambiando la vita di tutti noi. CAMBIAMENTI è un momento di confronto sul percorso fatto sino ad ora dalla società, ma anche e soprattutto, un’officina di idee, un grande brain storming per capire come cogliere le opportunità e affrontare le sfide future per le nuove generazioni. L’appuntamento è dal 1 al 10 settembre all’Ex Artiglieria di Nuoro con laboratori, workshop, convegni, dimostrazioni e tanti eventi. Comune di Nuoro Assessorato Politiche Sociali, Politiche Giovanili, Pari Opportunità e Politiche per la Casa Settore 3 Politiche Sociali LARISO - Cooperativa Sociale ONLUS CESP - Centro Etico Sociale Prato Sardo
l cambiamento è la condizione “naturale” delle società umane. Esse non fanno altro che cambiare, in tempi e modi diversi, rendendosene conto o no, volendolo o no. Si tratta di modificazioni più o meno consistenti, più o meno rapide, di costumi, pratiche, oggetti usati, idee, norme, credenze e valori. I cambiamenti possono riguardare un solo settore della cultura (per es., la tecnologia, l’economia, le fogge del vestire, l’alimentazione, le credenze e i rituali), ma una volta avvenuto un cambiamento in un settore, c’è la tendenza a modificare a catena anche altri settori, che sono tra loro legati. I Laboratori Incentrato sugli strumenti di raccolta fondi (fundraising) che le Associazioni e le altre organizzazioni non profit possono predisporre per la ricerca di fonti di finanziamento da soggetti privati, enti pubblici, aziende e fondazioni. Nell’ambito del medesimo verranno trattate anche le tematiche afferenti alla gestione amministrativa, fiscale e contabile. Il laboratorio fotografico “Cambiamenti” si pone come obiettivo quello di analizzare il fenomeno del mutamento all’interno della nostra società, scorporandolo in sottoinsiemi che verranno approcciati con il supporto del medium visuale. I cambiamenti tecnologici, quelli di costume, i mutamenti urbanistici e paesaggistici sono solo alcuni dei temi che potranno essere sviluppati all’interno del laboratorio attraverso i vari stili (ritratto, reportage, still life, fotomontaggio, etc.) che ogni fotografo partecipante deciderà di fare propri per raccontare il personale punto di vista. http://www.comune.nuoro.it/ media/downloads/Avvisi/2020/ AvvisoLabCambiamenti.pdf
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Foto timeinjazz
uanto valgono i numeri. E, soprattutto, cosa ci dicono? 33 rappresenta la maturità e sono gli anni di Cristo. Una cabala emblematica e ammaliante che ricorre nelle culture e nelle religioni del mondo. Un numero di passaggio nel quale leggere il dinamico movimento di un presente che conduce verso il futuro. Mai avremmo potuto immaginare di arrivare a una consapevolezza, quella odierna, che traghetta il festival internazionale Time in Jazz verso una nuova sponda sempre intravista ma mai lambita. Dalla edizione numero 30 in poi gli anni dedicati ai numeri sono stati affascinanti e, se ci hanno permesso di liberarci dal fardello tematico, ci hanno forzato verso la direzione del nuovo. Ancora una volta il bisogno di ricerca e di sperimentazione ha permeato - e permea tuttora - la nostra programmazione facendo tesoro dell’insegnamento del jazz, musica curiosa e volubile per antonomasia. Dovessimo andare a ritroso scopriremmo, senza troppo stupore, che la manifestazione si è modificata negli anni senza tuttavia perdere quei valori fondamentali che sono le relazioni umane e il rapporto con il territorio. Un festival con un alto grado di civiltà che, grazie alla musica, vuole parlare al mondo di bellezza e rispetto, uguaglianza e comprensione. Se ciò avviene è perché la natura che ci circonda suggerisce pensieri positivi che
incentivano le buone pratiche. E’ così che i suoni lievitano tra boschi e spiagge e che l’emozione dei momenti collettivi si amplifica in un tripudio di sensazioni e stati emotivi. Non è casuale pertanto che Time in Jazz abbia sempre di più un’anima green, che sia una vetrina del giovane jazz italiano pur mantenendo la sua vocazione internazionale e che includa oggi una miriade di progetti per la scuola e l’infanzia. La stessa molteplicità di voci che accoglie un’orchestra di cento violoncellisti come “fidzos de anima” nelle case dei berchiddesi. Figli adottivi, seppure per pochi giorni, che ispirano un festival e una comunità grazie al suono dei propri strumenti rafforzato dall’anima - in greco antico ànemos (soffio e vento) degli archi e sinonimo dell’apparente immaterialità dell’arte. Come scriveva Gianni Rodari, al quale dedichiamo questa edizione in occasione dei cento anni dalla sua nascita : “è difficile fare le cose difficili: parlare al sordo, mostrare la rosa al cieco. Bambini, imparate a fare le cose difficili: dare la mano al cieco, cantare per il sordo, liberare gli schiavi che si credono liberi”. Facciamo nostro il suo pensiero fieri di essere parte dello stesso cammino laddove l’edizione XXXIII è per noi un nuovo importante compleanno oltre che un transito verso altri numeri. Paolo Fresu
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antu ‘alent sos numeros? Ma, subra tottu, ite nos narant in su tempus de su coronavirus? 33 rappresentat sa maduridade et sunt sos annos de Cristu. Una cabbala emblematica et ammaliante chi recurret in sas culturas ei sas religiones de su mundhu. Unu numeru de passadzu in su cale ledzere su dinamicu movimentu de unu presente chi nos ad’a devere netzessariamente jughere a su cras. Mai aimus potidu immadzinare de vivere unu momentu comente a custu et de approdare a una cunsapevolentzia, cussa de ‘oe, chi giughet su festival internatzionale Time in Jazz a sa bandha de una isponda sempre ‘ida ma mai toccada. Dae s’editzione numeru 30 in poi sos annos dedicados a sos numeros sunt istados abbelantes et, si nos ant permissu de nos liberare dai su fartzellu tematigu, nos ant fortzadu pro andhare in sa diretzione de su nou. Ancora una ‘orta su bisondzu de chilca et de isperimentatzione at permeadu – e lu faghet como matessi – sa programmatzione nostra fattendhe tesoro de s’insegnamentu de su jazz, musica curiosa et volubile pro antonomasia. Si andhamus insegus in su tempus s’iscoberta est, chena troppu abbengu, chi sa manifestatzione s’est movida in sos annos chena perdere cussos valores fundhamen-
tales chi sunt sas relatziones umanas ei su rapportu cun su logu. Relatziones chi ‘oe su Covid-19 nos faghet biere comente luntanas ma chi sa musica ei s’arte resessint a ilviluppare in manera noa et ‘ue s’aggeju de su presente nos agattat prontos gratzie a s’isunfiu de s’arte et de sa creatividade. Sa matessi chi ‘oe nos ispinghet cun fortza et voluntade a chircare de partire puru si in sa disania de como et chi su tempus de su coronavirus nos imponet. Unu festival cun un’altu gradu de tzivilidade chi, gratzias a sa musica et como pius de a primma, cheret faeddhare a su mundhu de bellesa et rispettu, uggualesa et comprensione, responsabilidade ei sensu sotziale. Si custu sutzedit est ca sa natura chi nos est intundhu nos sudzerit pensamentos positivos chi aggiuant sas bonas pratigas. Et duncas sos sonos pesant tra sos buscos ei sas ispiaggias ei s’emotzione de sos momentos cullettivos si amplificant in unu alloalloi de sensatziones et istados emotivos. No est unu casu duncas chi Time in Jazz appat sempre pius un’anima green, chi siat una vitrina de su dzovine jazz italianu puru mantendzendhe una vocatzione internatzionale, cust’annu negata dai s’isolamentu, chi incluat ‘oe tantos prodzettos pro s’iscola ei sos piseddhos. (seguiri in sa pagina 12)
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Foto camù
(seguiri de sa pagina 11) Sa matessi moldzeplicidade de sas boghes chi aiant devidu retzire una orchestra de chentu violondzellos comente a “fidzos de anima” in sa domos de sos belchiddhesos et chi rimandhamus a s’editzione de su 2021. Fidzos adottivos, si puru pro pagas dies, chi diant’aere ispiradu unu festival et una 7 comunidade gratzie a su sonu de sosistrumentos insoro infortidu dae s’anima –in gregu antigu ànemos (alenu e bentu)– de sos arcos et sinonimu de s’apparente immaterialidade de s’arte. Alenu et bentu chi, si trasportant su virus, movent subra tottu sos sonos in sas domos nostras et in sos coros. Comente iscriiat Gianni Rodari, a su cale dedicamus custa editzione in s’occasione de sos chentu annos dae sa naschida, “est diffidzile faghere cosas diffidziles: faeddhare a su surdu, mustrare sa rosa a su tzegu. Piseddhos, imparade a faghere cosas diffitziles: dare sa manu a su tzegu, cantare a su surdu, liberare sos isciaos chi si creen liberos”. Faghimus nostru su pensamentu sou caleschidos de essere parte de su matessi viadzu ‘ue s’editzione XXXIII est pro nois unu importante et nou cumpleannu e unu transitu libertariu pro andhare in chilca de atteros numeros et de unu nou cras. Paolo Fresu www.paolofresu.it
SARDEGNA UN LABORATORIO INFINITO dal 3 luglio 2020 ore 16:00 al 20 settembre 2020 ore 21:00 Il Castello di San Michele ospita la Sardegna. Un laboratorio infinito, un progetto del centro di ricerca e sperimentazione di Casa Falconieri vedi il video https://youtu.be/PJaZVsfI4Qw?list=PLphT2FLOI3UXwB1Sl7LhLyuhIbsTUqBFd
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iniziativa è organizzata dall’Assessorato alla Cultura del Comune di Cagliari ed è curata da Casa Falconieri e dallo storico dell’arte Efisio Carbone. Un laboratorio infinito presenta un importante corpus di opere inedite e note e rivela, attraverso i segni, una cultura e una civiltà contemporanea; tutto si basa su tre artisti che ruotano intorno al nucleo fecondo di Casa Falconieri: Gabriella Locci, Rosanna Rossi, Giovanna Secchi e un piccolo gruppo di giovani e giovanissimi artisti come Alberto Marci, Veronica Paretta e Vincenzo Grosso, che lavorano sia a livello nazionale che internazionale. Questo progetto esplora la scena artistica sarda e i territori fuori dall’isola: traccia un percorso significativo dei tre artisti (Rossi, Locci, Secchi) e della loro rigorosa ricerca e racconta di un movimento che si occupa di identità e offre importanti linee guida alle nuove generazioni. Anche i tre giovani artisti in mostra hanno già un percorso chiaro dove si struttura la loro ricerca. La mostra, appositamente concepita per il Castello di San Michele per questa estate 2020, che presenta difficoltà che non si sono mai verificate, è costruita su un percorso che si sviluppa sia nella parte inferiore che in quella superiore dell’ex fortezza. Installazioni e opere raccontano le attività, anche recenti e inedite, dei sei artisti in mostra, capaci di creare in Sardegna il loro ideale di arte e di vita.
È preferibile prenotare prima i biglietti chiamando lo 070 6670190 o scrivendo a ilghetto@ consorziocamu.it La mostra è accessibile a quanti presentino difficoltà motorie: la struttura è dotata di ascensore per l’accesso ad ogni piano espositivo.
Con questo progetto si esplora un panorama dell’arte che si sviluppa in Sardegna e che viaggia in territori esterni all’isola, e traccia un percorso significativo delle tre artiste (Rossi, Locci, Secchi), della loro rigorosa ricerca e racconta un movimento che si occupa di identità e che sviluppa importanti linee per le nuove generazioni. Anche i tre giovani hanno già un percorso chiaro dove si struttura la loro ricerca e tracciano il particolare territorio che connota la Sardegna. La mostra, appositamente strutturata per il Castello di San Michele per questa estate 2020, che presenta complessità che mai sono verificate
per quanto riguarda la fruibilità del pubblico, è costruita su un itinerario che si sviluppa sia nella parte bassa del castello che nella parte alta. Viene sviluppato un itinerario obbligato e perimetrale dove le installazioni e le opere raccontano un percorso significativo delle attività, anche recenti e inedite, di sei artisti che operano in Sardegna e che nel loro modo di operare incidono e stratificano nel territorio un loro ideale d’arte e di vita. ACCESSIBILITÀ L’ingresso alle mostre è consentito ad un massimo di 15 visitatori ogni ora e potrebbe essere necessario attendere all’esterno.
NORME ANTI COVID In tutti i centri d’arte comunali i visitatori saranno accolti da una nuova segnaletica e cartellonistica che riporterà, secondo gli standard ministeriali e in accordo con la RAS, i migliori comportamenti da osservare per una visita sicura. I centri sono regolarmente sanificati e dotati di totem per la distribuzione di igienizzanti, così come di percorsi visivi per accedere in sicurezza alle varie aree e servizi presenti negli spazi. Il pubblico potrà accedere alle mostre preferibilmente su prenotazione, modalità che di sicuro consentirà un’esperienza di visita più intima, a diretto contatto con le opere e gli artisti. Biglietti Intero: 3 € Ridotto: 2 € (over 65 e studenti muniti di documento) Gratuito: bambini fino a 7 anni, disabili Per visite guidate (minimo 10 persone – max 15): 2 € su prenotazione Il castello è situato nel quartiere Is Mirrionis e raggiungibile con il trasporto pubblico CTM con la linea 5/11 (capolinea Parco San Michele)
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Dromos Festival 2020 COLLEZIONE MAMELI Modern & Contemporary Art of Sardinia
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Foto rubenmureddu
a mostra, curata da Ivo Serafino Fenu, doveva essere ospitata in origine nei prestigiosi spazi del Campus Sa Illetta di Tiscali, luogo ricco di tecnologia e di cultura contemporanea. La finalità era quella di mettere in relazione le opere permanenti di noti artisti di fama internazionale presenti nel Campus con una parte significativa della Collezione Mameli, focalizzata sulla produzione e sui percorsi estetici delle nuove generazioni di artisti sardi. Un confronto tra il gusto e le “tentazioni” di una figura fortemente attuale e necessaria, seppure dal fascino desueto, qual è quella di un collezionista/mecenate privato, nella fattispecie Ruggero Mameli e un esempio di “imprenditoria illuminata” come la società di telecomunicazioni Tiscali, da sempre attenta alle vicende artistiche locali, nazionali e internazionali. L’emergenza pandemica e le conseguenti difficoltà organizzative e fruitive della mostra hanno costretto a una totale rimodulazione della stessa e alla sua trasformazione da fisica a virtuale, nella consapevolezza dei limiti
Tentazioni a distanza La Collezione Mameli tra narcisismo e mecenatismo
dal 31 luglio 2020 al 31 ottobre 2020 dromosfestival.it tiscali.it https://artspaces. kunstmatrix.com/en/ exhibition/1861691/ tentazioni-a-distanza
di tale scelta ma, altresì, nella certezza che le potenzialità della rete e il supporto mediatico del portale Tiscali, potessero, in termini di visibilità e di fruibilità, sopperire, almeno in parte, all’assenza dell’aura dell’opera d’arte “in presenza”. Artisti: Silvia Argiolas, Filippo Franco Boe, Nicola Caredda, Gianni Casagrande, Roberto Fanari, Silvia Mei, Ruben Mureddu, Vincenzo Pattusi, Paolo Pibi , Stefano “Feffo” Porru, Giuliano Sale, Pietro Sedda RUBEN MUREDDU Unica opera in mostra anche per Ruben Mureddu che, nella quotidianità più intima e privata, propone, il luogo della “tentazione realizzata” o, almeno, momentaneamente appagata: corpo sovraesposto in pratiche privatissime e inconfessabili seppur raffreddate da una prassi pittorica oggettiva quanto distaccata. Mostra a cura di: Ivo Serafino Fenu Progetto grafico e allestimento: Sebastiano Corona e Ivo Serafino Fenu Logistica: Mattia Enna Materiale fotografico: Mohamad Kaddoura Piattaforma: Kunstmatrix
Foto fontanaeditore
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abbattimento di un albero è gesto simbolico devastante e grave. L’albero è un ponte fra cielo e terra, e tagliandolo si spezza l’antica alleanza fra le due sfere. L’albero è un’immagine dell’uomo, e tagliandolo si commette un omicidio simbolico. Anche solo spezzando un ramo Dante versò sangue e causò dolore. Abbattere un albero ha un significato turpe e delittuoso. Eppure, direte, è solo un significato. Quando si taglia un albero non si sente poi questo gran rimorso. In fin dei conti ce ne sono tanti di alberi veri, mentre prima parlavamo di un albero idealizzato: si taglia un albero, non l’Albero con l’A maiuscola. È un’obiezione pericolosa, perchè sottovaluta la potenza del simbolo. È vero, possiamo razionalizzare e addurre motivazioni e pretesti. Il simbolo, però, agisce comunque. La sua influenza sulla mente passa per vie nascoste, è un’azione subdola. Il più delle volte nemmeno ce ne accorgiamo, ma non per questo l’azione del simbolo su di noi è meno forte, anzi!
Questo libro è un percorso di esplorazione a tappe con la figura del simbolo. Compito non facile. Il simbolo ci parla ma, per farlo, pretende da noi un notevole sforzo di mondatura interiore. È uno specchio impietoso che non avrà scrupoli a rimandare al mittente la propria immagine del momento. “L’immaginazione non è uno stato mentale: è l’esistenza umana stessa”, così titola il libro. Cosa assolutamente vera, vediamo quello che siamo in grado di immaginare, prima, nella nostra mente: creiamo il mondo che siamo in grado di immaginare! E il simbolo ci viene in aiuto, ci costringe ad essere parte attiva, fa luce sulle connessioni, allarga la nostra capacità di vedere, e perciò, di immaginare. Ecco che, d’improvviso, il nostro mondo diventa più grande, più vivido, più vitale. (Illustrazione e testo tratti dal libro “ L’immaginazione
non è uno stato mentale: è l’esistenza umana stessa”
di Francesco Boer Uno studio sui simboli e sull’immaginazione, sulla loro importanza nella nostra storia e nella nostra vita. Potete ordinarlo in libreria, o acquistarlo online: http://bit.ly/immag_amz
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Foto arttribune
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rometeo Gallery Ida Pisani inaugura “A volte penso che…”, una mostra collettiva che nasce da una particolare prospettiva, ovvero quella di lasciare che ventitré artisti raccontino un pensiero ricorrente attraverso le loro personali intuizioni e idee visive. Non offrono schemi concettuali, né prospettive di verità o di valore, e nemmeno indugiano su narrazioni aneddotiche. Con il linguaggio artistico che li contraddistingue, ognuno di loro esprime un pensiero, come una qualità fondamentale dell’essere, concorrendo a comprendere meglio la realtà vivente attraverso il proprio relativo, particolare quanto specifico e imprescindibile apporto. In un momento storico come quello che stiamo vivendo, che ha tutte le sembianze della tempesta perfetta, con effetti psicologici, economici, sociologici e in sintesi culturali capaci di resettare il nostro sistema, Prometeo Gallery cerca dare il giusto valore a uno degli strumenti di conoscenza di cui l’uomo ha un bisogno primario: l’interpretazione, che non lascia dietro di sé un senso, ma innumerevoli sensi. Con questo spirito ha scelto di derivare una totalità dall’incorporazione di differenti punti di vista, singolarmente tradotti in arazzi, opere video, fotografie, pitture, disegni, collage, sculture e performance. A volte penso che… è una realtà plurale, dinamica, caratterizzata dalla relazione reciproca tra le sue parti, che è al contempo spirituale e intellegibile, ma anche sensuale fisica ed emozionale,
per arrivare sostanzialmente e direttamente al cuore della potenza logica e poetica che conserva in vita ogni individuo. Ida Pisani :: «Il titolo della mostra mi balenava nella mente da un po’ di tempo..Ultimamente abbiamo molti pensieri ricorrenti Molto di più ci interroghiamo Così ho pensato agli artisti con cui lavoro E ho chiesto loro di regalarmi un pensiero ricorrente che fosse espresso attraverso il loro linguaggio visuale. E così abbiamo iniziato a scrivere e strada facendo si è concretizzata la mostra “A volte penso che…” Non è una mostra a tema e gli artisti, oltre quelli della galleria, sono artisti che stimo da tempo o per i quali ho avuto un subitaneo interesse. Eccoli allora.. dentro questa mostra che non pretende spiegare un tema bensì uno stato d’animo! Quindi gli invitati hanno avuto, finalmente, la possibilità di esprimersi nella più ampia libertà… che è alla fine il fil rouge che li unisce. Il gran desiderio di libertà Il desiderio di mangiare Il desiderio di non dover per forza essere “qualcuno” La chiesa è semplicemente una chance, per gli artisti, di esporre in un luogo suggestivo. E credo che non si siano lasciati influenzare dall’architettura del luogo. Abbiamo raccolto in una brochure i loro pensieri! Belli e interessanti tutti! In realtà ho voluto riaccendere il motore dell’arte. Sai come si dice? Si muore sul campo, ma si dà rigore!»
A volte penso che... fino al 30 settembre 2020 Ex Chiesa di San Matteo
Piazza San Matteo 3 Lucca Tel:+39 (0) 283538236 info@prometeogallery.com www.prometeogallery.com/it/
https://www.exibart.com/
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Foto chihapauradelbuio
econdo alcuni il testo letterario più antico giunto fino a noi è «L’epopea di Gilgamesh», che risale ad almeno 4500 anni fa. È un poema epico scritto originariamente in cuneiforme su tavole d’argilla. Se si parla di letteratura, quella è la più antica a disposizione. Anche l’universo ha la sua Epopea di Gilgamesh, ed è la radiazione cosmica di fondo. Se si parla di luce, quella è la più antica a disposizione. Perché è la prima luce che ha potuto diffondersi liberamente nello spazio senza rimbalzare contro un mare di elettroni e protoni. 380.000 anni dopo il Big Bang queste due particelle si sono unite per formare gli atomi, e in quel momento la luce ha avuto il via libera per galoppare ovunque in libertà. La radiazione cosmica di fondo è la “cosa” più abbondante nel cosmo: ogni centimetro cubo di universo conta 411 fotoni di questa radiazione. In un bicchiere potete trovarne quasi 100.000. Sono fotoni che hanno viaggiato indisturbati per 13,8 miliardi di anni, prima di finire sul nostro pianeta. Non possiamo vederli perché sono fotoni nella banda delle microonde, ma quando si sono formati erano visibili ai nostri occhi, perché l’universo era molto più caldo.
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utti insieme, quei fotoni formano l’immagine dell’universo all’età di appena 380.000 anni, mentre formava i primi atomi. È inutile dire quanto il loro studio sia di fondamentale importanza in cosmologia. Ma più passa il tempo, più quei fotoni si diluiscono in un cosmo sempre più immenso. In un centimetro cubo ce ne saranno sempre meno. E sempre per via dell’espansione cosmica la loro lunghezza d’onda crescerà sempre più. Continueranno a esistere e a vagare per il cosmo, ma saranno sempre meno rilevabili. L’immagine dell’universo neonato diventerà sempre più difficile da osservare, come una foto che col tempo ingiallisce e scolora. Tra un sacco di miliardi di anni osservare la radiazione cosmica di fondo non sarà più fattibile da un punto di vista pratico. L’espansione del cosmo avrà nel frattempo allontanato dalla vista dei loro telescopi tutte le galassie. Se ci saranno astronomi, non avranno niente da osservare che potrà far loro pensare a un universo che si espande e che ha avuto un inizio con un Big Bang.
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Crederebbero in un cosmo eterno e immobile. Verrebbe da lasciar loro un messaggio: «Cari astronomi del lontano futuro, non spaventatevi, ma l’universo si sta espandendo. C’è ovunque una radiazione di fondo a dimostrarlo, ma per voi è troppo debole e troppo poco energetica. Cercatela, magari avete una tecnologia in grado di trovarla. Ah, la Via Lattea è solo una di miliardi di galassie che voi non potete vedere. Sono bellissime, fidatevi. Un sacco di miliardi di anni fa l’astronomia era strafica. Con affetto, gli astronomi del lontano passato. PS: Speriamo che almeno siate più bravi di noi a dare i nomi alle cose».Diciamocelo, siamo stati fortunati. Filippo Bonaventura. Dopo la laurea in Astrofisica all’Università di Trieste (2008) e il Master in Comunicazione della Scienza alla SISSA di Trieste (2012), lavora nell’editoria scolastica e nella didattica della scienza. È co-autore di MacroMicro (Bruno Mondadori, 2014), testo di scienze per le scuole medie. È stato coordinatore di “le Stelle”, rivista di cultura astronomica. Vive a Milano.
n principio fu il Big Bang. Poi, come sappiamo, la trama dello spazio-tempo cominciò a espandersi. Oggi sappiamo che questa espansione non ha sempre avuto lo stesso ritmo: a un certo punto della sua storia, infatti, l’universo è passato da una fase di espansione rallentata a una fase, che dura ancora oggi, di espansione accelerata. Ma la storia potrebbe essere ancora più complessa. È quanto emerge da un recente studio pubblicato da Lawrence Mead e Harry Ringermacher, due ricercatori della University of Southern Mississippi, su Astronomical Journal. Secondo gli scienziati americani, il passaggio da una fase “rallentata” a una “accelerata” sarebbe capitato più volte dal Big Bang a oggi. «Ciò che abbiamo trovato suggerisce che l’Universo sia passato da una fase di espansione rallentata a una fase di espansione accelerata non una volta bensì 7 volte nel corso di 13,8 miliardi di anni», racconta Mead. La prova schiacciante e definitiva dell’espansione cosmica arrivò nel 1965, quando gli statunitensi Arno Penzias e Robert Wilson scoprirono la radiazione cosmica di fondo. Questo bagno quasi perfettamente uniforme nella banda delle microonde permea l’intero universo (segue pagina 20)
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Foto testeach.com
(segue dalla pagina 19) e rappresenta – secondo un’immagine poetica – la “eco elettromagnetica” del Big Bang: non c’è alcun modo convincente di spiegarla, infatti, che non implichi un universo in espansione. Questa scoperta valse a Penzias e Wilson il Premio Nobel per la Fisica nel 1978. Un altro Nobel sull’argomento è stato quello del 2011, andato a Saul Perlmutter, Brian Schmidt e Adam Riess. Nel 1998 i tre scienziati, a capo di due gruppi di ricerca indipendenti, studiarono a lungo le supernovae lontane di tipo Ia per misurare il tasso di rallentamento dell’espansione. Infatti, secondo il modello cosmologico standard, cioè la “versione ufficiale” dell’evoluzione del cosmo ricostruita dai cosmologi a partire dalle equazioni della relatività generale, l’azione della gravità avrebbe dovuto frenare l’espansione cosmica, proprio come un sasso lanciato verso l’alto tende a rallentare per effetto della gravità terrestre. Le supernovae, però, hanno raccontato una storia diversa: 6 o 7 miliardi di anni fa l’espansione dell’universo ha cominciato ad accelerare, come spinta da una forza repulsiva che a tutt’oggi rimane misteriosa e che i cosmologi chiamano energia oscura o costante cosmologica.
Linea viola: Aumento delle dimensioni dell’universo in funzione del tempo cosmico, secondo i dati ricavati da supernovae di tipo Ia lontane (pallini neri). Linea blu: Interpolazione statistica delle variazioni della velocità di espansione dell’universo in funzione del tempo, secondo gli stessi dati (pallini rossi). Si notano distintamente tre massimi e tre minimi di oscillazione. Attenzione, però: non sarebbe l’universo stesso a oscillare, ma la sua velocità di espansione. La curva di cui sopra (indicata in blu nel grafico) rappresenta infatti la velocità di espansione dell’universo in funzione del tempo: l’oscillazione va interpretata quindi come un alternarsi di epoche a espansione accelerata (i tratti “in salita”) e fasi a espansione rallentata (i tratti “in discesa”), della durata di oltre un miliardo di anni ciascuno.
Serendipity Le supernovae sono protagoniste anche dello studio di Mead e Ringermacher. Per puro caso i due ricercatori hanno scoperto un metodo più efficiente per visualizzare i dati ricavati da questi violenti fenomeni astrofisici riguardo alle dimensioni dell’universo in funzione della sua età; hanno così ricavato una curva con un andamento oscillante. «Se analizziamo più attentamente la nostra simulazione per localizzare il periodo della transizione, si vede che ce ne stato più di uno, cioè si notano almeno tre massimi e tre minimi, con una frequenza di quasi 7 cicli nel corso della vita dell’Universo», chiarisce Ringermacher. L’inaspettata scoperta di Mead e Ringermacher è ancora tutta da approfondire. Gli stessi autori precisano che la loro conclusione dovrà essere messa alla prova da studi successivi che facciano uso di ulteriori dati sulle supernovae lontane. Se confermata, questa scoperta potrà aiutarci a far luce su alcuni misteri che tuttora avvolgono la storia del nostro universo: in particolare l’enigma più irrisolto di tutti, quello legato alla natura dell’energia oscura. https://www.scienzainrete.it/articolo/
AEQUANOX I
n un luogo artistico e atemporale, come il Giardino Sonoro, due artiste, due donne, si conciliano in un’unica ma comunitaria Rinascita. Nel segno di Pinuccio Sciola e del Festival di Sant’Arte, Aequanox riflette sulla necessità e sul bisogno di un nuovo inizio, di una nuova Rinascita, determinata dal periodo di isolamento che ha caratterizzato l’intera umanità. Attraverso un definitivo sfondamento dei confini tradizionali della pittura e della scultura, Rosaria Straffalaci e Pietrina Atzori mirano ad una riconciliazione avanguardista di Arte e Vita, che permette un’autentica comunicazione tra uomo (in senso lato del termine) e natura. In Aequanox i loro corpi sono il soggetto e l’oggetto dell’opera; pertanto è una Performance che è al tempo stesso un teatro dell’anima. Secondo il filosofo indiamo Sri Aurobindo, il vero fondamento della Rinascita è l’evoluzione dell’anima o meglio, il suo emergere attraverso il velo della materia e il suo graduale ritrovarsi. L’Opera d’arte nella Performance di Rosaria e Pietrina si trova nel gesto, nella fecondazione di un nuovo germoglio e infine nella promessa di una nuova armonia, di una nuova vita e di nuove stelle polari. Testo critico a cura della dott.ssa Giulia Pilloni
Foto viniciocannas
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“Aequanox” Performance artistica di e con Pietrina Atzori e Rosaria Straffalaci ha avuto luogo Sabato 8 agosto 2020 al Giardino Sonoro Pinuccio Sciola Organisé par Festival - Sant’Arte Lo spettacolo era già Sold-Out per altre rappresentazioni pietrina-atzori.blogspot.it
ietrina Atzori appartiene al segno nudo. Tracciato con un filo dalle tinte primarie, esso penetra materiali duttili e profila percorsi di senso e d’immaginazione. Fatto di pazienza e tenacia, delinea forme che portano in sé la fierezza dell’isola natìa. Dentro al suo alfabeto la trasparenza di uno sguardo che si sofferma con disincantata curiosità, e ancora di più la raffinatezza degli equilibri provvisori che con ago e filo raggiunge per raccontare senza dire, rappresentare senza descrivere. I suoi lavori, installazioni, abiti scultura, libri d’artista, arazzi sono stati oggetto di mostrepersonali nazionali ad Assemini, Verona Tessile a Verona , e internazionali a Tatui e Sao Luis in Brasile, a Barcellona Spagna, a Braga in Portogallo, concorsi artistici a Torino,Parma , Barcellona. Più recente il suo affacciarsi sul terreno delle performance e delle collaborazioni con altri artisti tra cui: Rosaria Straffalaci, con cui ha interagito nella sua pittura di grandi murales, realizzato le performance Poseidonia a Cagliari e Sintesi, omaggio allo scultore, Pinuccio Sciola a San Sperate. Di lei è stato scritto nel libro “IO Sono -Arte” di Emanuela Scuccato ed. Il Gattaccio:
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NURAGHE SERUCI
Festival Internazionale di Promozione del Libro e della Lettura Un’Isola In Rete X edizione 2020 Miti antichi e contemporanei
Foto bibipinna
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seguito dell’emergenza da Covid-19, al fine di tutelare la salute degli ospiti e del pubblico, abbiamo deciso di dare la possibilità a tutti di partecipare e intervenire sia in presenza (rispettando le direttive di distanziamento) che on Line. Tutti gli eventi del festival, sia quelli nei quali l’ospite è presente, sia quelli nei quali l’ospite interviene in collegamento, saranno dunque realizzati nelle sedi indicate, in collegamento sulla piattaforma zoom e trasmessi in diretta su youtube sul canale InschibbolethTV. Gli accessi nelle diverse sedi saranno limitati, perciò se si desidera assistere dal vivo è preferibile prenotare il proprio posto. Per gli appuntamenti che si svolgono al chiuso sarà necessario indossare la mascherina e all’ingresso si effettuerà in controllo della temperatura. Per partecipare on line o per prenotare il proprio posto in sala è necessario registrarsi compilando il form presente al seguente link: https://forms.gle/ c2Z57Psk6i8ES4JF6
Il complesso nuragico più grande del sud Sardegna (giunto a noi). Nuraghe Seruci (Gonnesa) Il panorama sulla costa non ha prezzo. Il sito è gestito da cooperativa con guide. Nuraghe Seruci 09010 Gonnesa SU 392 750 3172 https://maps.app.goo. gl/fsEzZkxguJnTe49T7
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l nuraghe Seruci si rivela di tipo complesso a tholos, molto probabilmente pentalobato, e mostra di essere delimitato da un antemurale turrito. Il nuraghe è ancora in fase di studio e non è ancora chiara e certa la sua tipologia, il numero delle torri, cortili e scale. La struttura si presenta con un’altezza di circa 16 m, con un diametro alla base di circa m 60, e la circonferenza compreso l’antemurale di m 300. Storia delle ricerche Il complesso fu scoperto dal Sanfilippo nei primi anni del 1900, è stato oggetto di uno scavo parziale dal Taramelli nel 1913. Le successive campagne di scavo vennero riprese negli anni 1983, 1985/86 e 1988 a cura del Santoni. Gli ultimi scavi sono terminati nel 2008 sempre a cura di Vincenzo Santoni. Come arrivare Dall’abitato di Gonnesa si percorre la SS 126 in direzione di Portoscuso fino al km 26, per poi svoltare nel bivio a destra. Si segue questa strada per km 2,5 e, superato il bivio per Porto Paglia, si svolta a sinistra nella strada che risale alla collina, sino ad arrivare all’area archeologica.
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Festival Internazionale di Promozione del Libro e della Lettura Un’Isola In Rete X edizione 2020 Miti antichi e contemporanei
Programma Foto monteleone rocca doria
Scuola di giornalismo con Lorenzo Castellani, Martino Cervo, Dario Fabbri, Mattia Ferraresi, Alberto Frigerio, Antonio Grizzuti, Matteo Matzuzzi, Luca Pietro Vanoni, Roberto Vicaretti e Piero Vietti. Con la partecipazione di Terry DeMio del Cincinnati Enquirer (Premio Pulitzer 2018) e Juan Arredondo (Vincitore World Press Photo 2018) Castelsardo Archivio storico biblioteca Comunale Da martedì 1 a giovedì 3 settembre 2020 Info, programma e iscrizioni su www.inschibboleth.org Incontro con gli autori Mattia Ferraresi intervista Terry DeMio del Cincinnati Enquirer (Premio Pulitzer 2018) e a seguire Mattia Ferraresi presenta il suo libro Solitudine, Einaudi 2020. Con Mattia Ferraresi e Federico Piras Castelsardo Archivio storico biblioteca Comunale martedì 1 settembre 2020 - 19.00
www.unisolainrete.it https://forms.gle/ c2Z57Psk6i8ES4JF6
Incontro con gli autori Lorenzo Castellani presenta L’ingranaggio del potere, Liberilibri 2020. Con Lorenzo Castellani e Matteo Matzuzzi e a seguire Roberto Vicaretti presenta il libro scritto con Romina Perni Non c’è pace. Crisi ed evoluzione del movimento pacifista, People 2020. Con Roberto Vicaretti e Antonio Grizzuti Castelsardo Archivio storico biblioteca Comunale mercoledì 2 settembre 2020 - 19.00 (Ospiti in collegamento) Incontro con l’autore Dario Fabbri presenta il numero di Limes di settembre. Castelsardo
Archivio storico biblioteca Comunale giovedì 3 settembre 2020 - 19.30 (Ospite in collegamento) Incontro con l’autore Matteo Porru presenta il suo libro Madre ombra, La Zattera 2019. Con Matteo Porru e Giuseppe Pintus e a seguire Guida all’ascolto del maestro Paolo Piana. Orfeo eroe melodrammatico Castelsardo Archivio storico biblioteca Comunale venerdì 4 settembre 2020 - 19.00 (Ospiti in collegamento) Incontro con l’autore Nadia Fusini presenta il suo libro Marìa, Einaudi 2019.
Con Nadia Fusini e Federico Piras Castelsardo Archivio storico biblioteca Comunale sabato 5 settembre 2020 - 19.00 (Ospite in collegamento) Presentazione di libro Nadia Fusini (In collegamento) presenta Romeo e Giulietta di William Shakespeare e a seguire Spettacolo teatrale Era l’Allodola? con Daniele Monachella e Carlo Valle (Presenti) Castelsardo Terrazze della Sala XI del Castello dei Doria sabato 5 settembre 2020 - 22.00 (non trasmesso) Per prenotare mail a segreteria.unisolainrete@ gmail.com
Scuola di lettura e scrittura creativa con Benedetta Centovalli Castelsardo Archivio storico biblioteca Comunale Da lunedì 7 a mercoledì 9 settembre 2020 (Ospite presente) Info, programma e iscrizioni su www.inschibboleth.org Incontro con l’autore Antonio Moresco presenta Canto degli alberi, Aboca 2020. Con Antonio Moresco e Federico Piras Castelsardo Archivio storico biblioteca Comunale lunedì 7 settembre 2020 - 19.00 (Ospite presente) Incontro sottotitolato adatto ad un pubblico di non udenti.
Incontro con l’autore Sandra Petrignani presenta Lessico femminile, Laterza 2019. Con Sandra Petrignani e Federico Piras e a seguire Filippo Tuena presenta il suo libro Le galanti. Quasi un’autobiografia, Il saggiatore 2019. Con Filippo Tuena e Benedetta Centovalli Castelsardo Archivio storico biblioteca Comunale martedì 8 settembre 2020 - 19.00 (Ospiti in collegamento) Incontro con l’autore Benedetta Centovalli presenta Nella stanza di Emily, Mattioli 2020. Con Benedetta Centovalli e Federico Piras Castelsardo In barca lungo le coste mercoledì 9 settembre 2020 - 17.30 (Ospite presente) Scuola di critica e letteratura con lezioni di Massimo Onofri, Giorgio Ficara, Raffaele Manica, Giulio Ferroni e Filippo La Porta. Castelsardo Archivio storico biblioteca Comunale Da giovedì 10 a sabato 13 settembre 2020 (Ospiti presenti) Info, programma e iscrizioni su www.inschibboleth.org Presentazione di libro Massimo Onofri presenta il libro di Luigi Baldacci, I critici italiani del ’900, Inschibboleth 2020. Con Massimo Onofri e Federico Piras (segue pagina 26)
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(segue dalla pagina 25) Castelsardo Archivio storico biblioteca Comunale giovedì 10 settembre 2020 - 19.00 Incontro con l’autore Giulio Ferroni presenta L’Italia di Dante, La Nave di Teseo 2019. Con Giulio Ferroni e Federico Piras Castelsardo Archivio storico biblioteca Comunale venerdì 11 settembre 2020 - 19.00 Incontro con l’autore Filippo La Porta presenta Alla mia patria. Ovunque essa sia, GOG 2020. Con Filippo La Porta e Federico Piras Castelsardo Archivio storico biblioteca Comunale sabato 12 settembre 2020 - 17.00 (Ospiti presente) Incontro sottotitolato adatto ad un pubblico di non udenti. Presentazione di libro Raffaele Manica presenta il libro di Dino Garrone, Giovanni Verga, Vallecchi 1941. Con Raffaele Manica e a seguire Conferimento Premio Raffaele Manica conferisce il premio per la giovane critica Dino Garrone a Giulia Ricca (Ospiti presenti). e a seguire Guida all’ascolto del Maestro Alessandro Tanca (Ospite in collegamento). Nostalgia e inquietudine in Fryderyk Chopin sabato 12 settembre 2020 - 19.30
Incontro con l’autore Rossana Dedola presenta il suo libro Pinocchio e Collodi sul palcoscenico del mondo, Bertoni Editore 2020. Con Rossana Dedola e Federico Piras Castelsardo | Archivio storico biblioteca Comunale lunedì 14 settembre 2020 - 19.00. Incontro con l’autore Massimo Morasso presenta il suo libro Le indie di Genova, Lamantica 2020. Con Massimo Morasso e Federico Piras
Incontro con l’autore Massimo Morasso presenta il suo libro American Dreams, Interno poesia editore 2019. Con Massimo Morasso e Giuseppe Pintus Castelsardo Archivio storico biblioteca Comunale martedì 15 settembre 2020 - 19.00 (Ospite in collegamento). Incontro con l’autore Andrea Caterini presenta Ritratti e paesaggi. Il romanzo moderno, Castelvecchi 2019. Con Andrea Caterini e Giuseppe Pintus
Castelsardo | In barca lungo le coste martedì 15 settembre 2020 - 17.00 (Ospite in collegamento).
Castelsardo In barca lungo le coste mercoledì 16 settembre 2020 - 17.00 (Ospite in collegamento).
Foto efisio carbone
Incontro con l’autore Andrea Caterini presenta L’oblio della figura. Nella stanza di Giorgio Morandi, Sillabe 2020. Con Andrea Caterini e Federico Piras Castelsardo Archivio storico biblioteca Comunale mercoledì 16 settembre 2020 - 19.00 (Ospite in collegamento). Incontro con l’autore Gianni Turchetta presenta il suo libro Vita oscura e luminosa di Dino Campana, poeta, Bompiani 2020. Con Gianni Turchetta e Federico Piras Castelsardo Archivio storico biblioteca Comunale giovedì 17 settembre 2020 - 19.00 (Ospite in collegamento).
Incontro con l’autore Luca Doninelli presenta il suo libro L’imitazione di una foglia che cade, Aboca 2020. Con Luca Doninelli e Giuseppe Pintus Castelsardo Archivio storico biblioteca Comunale venerdì 18 settembre 2020 19.00 Incontro sottotitolato adatto ad un pubblico di non udenti. Concerto per Organo con Leandro Cossu Miti barocchi Castelsardo Cattedrale di Sant’Antonio Abate sabato 19 settembre 2020 19.00 (Ospite presente). Sarà possibile assistere al concerto in presenza alle ore 19:00. on line alle ore 22:00
Incontro con l’autore Gesuino Nemus presenta L’eresia del cannonau, Eliot 2019 Con Gesuino Nemus e Federico Piras Sennori | Biblioteca Comunale (all’esterno se il tempo lo permette) lunedì 21 settembre 2020 - 19.00 (Ospite presente). Incontro con l’autore Gesuino Nemus presenta La Donna che uccideva le fate, Eliot 2020 Con Gesuino Nemus e Federico Piras Sassari | Per le scuole superiori della città. martedì 22 settembre 2020 - 11.30 (Ospite presente) Incontro con l’autore Antonio Fiori presenta I poeti del sogno, Piccola antologia, Inschibboleth 2020. Con Antonio Fiori e Federico Piras In collaborazione con il progetto letterario Le Domeniche alle 5. Sennori | Biblioteca Comunale (all’esterno se il tempo lo permette) martedì 22 settembre 2020 - 19.00 (Ospite presente). Incontro sottotitolato adatto per non udenti. Incontro con l’autore Leonardo Patrignani e Francesco Trento presentano No Spoiler, De Agostini 2020 (Per le scuole medie di Sennori e di Castelsardo). Con Leonardo Patrignani e Francesco Trento Sennori Biblioteca Comunale mercoledì 23 settembre 2020 - 11.30 (Ospiti in collegamento) (segue alla pagina 28)
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Foto bellesdemeures
(segue dalla pagina 27) Incontro con l’autore Roberto Cotroneo presenta il suo libro Niente di personale, La nave di Teseo 2018. Con Roberto Cotroneo e Federico Piras Sennori Biblioteca Comunale mercoledì 23 settembre 2020 - 18.00 (Ospite in collegamento) Incontro con l’autore Roberto Cotroneo presenta il suo libro Il demone della perfezione. Il genio di Arturo Benedetti Michelangeli, Neri Pozza 2020 Con Roberto Cotroneo e Giuseppe Pintus Sassari | Per le scuole superiori della città. giovedì 24 settembre 2020 - 11.30 (Ospite in collegamento) Scuola sulla Parola Con Davide Rondoni, Andrea Di Consoli e Peppe Millanta Sennori Biblioteca Comunale Da giovedì 24 a sabato 26 settembre 2020. Info, programma e iscrizioni su www.inschibboleth.org Incontro con l’autore Peppe Millanta, Vinpeel degli orizzonti, Neo Edizioni 2018. Con Peppe Millanta e Federico Piras Sennori Biblioteca Comunale giovedì 24 settembre 2020 - 18.30 (Ospite in collegamento) Incontro con l’autore Andrea Di Consoli presenta Diario dello smarrimento, Inschibboleth 2019.
Con Andrea Di Consoli e Federico Piras Sennori Biblioteca Comunale venerdì 25 settembre 2020 - 18.30 (Ospite in collegamento) Incontro con l’autore Davide Rondoni presenta Noi, il ritmo, La Nave di Teseo 2019. Con Davide Rondoni e Giuseppe Pintus Sennori | Biblioteca Comunale (all’esterno se il tempo lo permette) sabato 26 settembre 2020 - 18.30 (Ospite presente) Incontro con l’autore Mario Lentano presenta Il re che parlava alle Ninfe, Pacini 2019. Con Mario Lentano e Federico Piras Sassari | Per le scuole superiori della città.
lunedì 28 settembre 2020 - 11.30 (Ospite in collegamento) Incontro con l’autore Sandro Veronesi presenta Il Colibrì, La nave di Teseo 2020 (Vincitore Premio Strega 2020). Con Sandro Veronesi e Federico Piras Sassari Biblioteca Comunale lunedì 28 settembre 2020 - 18.00 (Ospite in collegamento) Incontro con l’autore Luca Serianni presenta Il sentimento della lingua, Il Mulino 2019. Con Luca Serianni e Federico Piras Sassari | Per le scuole superiori della città. martedì 29 settembre 2020 - 11.30 (Ospite presente)
CODE Incontro con gli autori Incontro letterario a partire dai libri di Benedetta Centovalli, René de Ceccatty, Belinda Cannone, Simonetta Sciandivasci. Ajaccio Grande galerie du Palais Fresch sabato 10 ottobre 2020 16.30 Incontro con gli autori Incontro letterario a partire dai libri di Gesuino Nemus e Antoine Albertini. Ajaccio Grande galerie du Palais Fresch sabato 10 ottobre 2020 18.30 Ospiti del Festival Racines de Ciel di Ajaccio Incontro con l’autore Luca Serianni presenta Il sentimento della lingua, Il Mulino 2019. Con Luca Serianni e Federico Piras Sassari Biblioteca Comunale martedì 29 settembre 2020 - 18.00 Incontro con l’autore Mario Lentano presenta Il re che parlava alle Ninfe, Pacini 2019. e a seguire Maurizio Bettini presenta Il Mito, Il Mulino 2019. Con Maurizio Bettini e Mario Lentano In collaborazione con il progetto letterario Laboratorio di Diritto e Letteratura Sassari Aula magna di ateneo. mercoledì 30 settembre
2020 - 16.30 (Ospiti in collegamento) Talk Show Due festival, due isole, un solo mare con Mychelle Leca, René De Ceccatty, Marco Biancarelli e Giuseppe Pintus. e a seguire Incontro con l’autore Antonio Fiori presenta I poeti del sogno, Piccola antologia, Inschibboleth 2020. Con Antonio Fiori e Federico Piras Sassari Biblioteca comunale giovedì 1 ottobre 2020 18.00 (Ospiti presenti) Incontro sottotitolato per non udenti. In collaborazione con il Festival Racines de Ciel di Ajaccio,
https://www.unisolainrete. it/post/programma-2020
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Foto marinapittau
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arina Pittau è una cantante, chitarrista, compositrice e pedagoga nata a Cagliari. Dopo aver vissuto per molti anni all’estero, è ritornata in Sardegna a Bosa. Incomincia a cantare e a suonare la chitarra come autodidatta, ciò che le permetterà di trovare una grande libertà d’espressione. Nel 1981 arriva a Parigi, dove inizia lo studio del canto e allo stesso tempo sviluppa la sua passione per i canti tradizionali della sua terra. Diverse volte è invitata alla radio nazionale francese e France Culture le dedica la trasmissione: “Une sarde à Paris”. Nel 1982 incontra Lucia Albertoni a Ginevra, con la quale compone la musica di alcuni poemi d’Albino Pierro per lo spettacolo ‘Curtelli a lu Soue’. Nel 1986 si trasferisce a Ginevra conseguendo il diploma di canto classico nel 1995. Durante questi anni è spesso invitata a partecipare alla radio, televisione e festivals in Francia, Svizzera, Italia, Spagna, Belgio, Austria ecc. Si esibisce da sola o con diversi musicisti, tra cui i Tenores di Bitti, Dionigi Burranca, Luigi Lai ed altri. In questo periodo allarga la sua esperienza artistica alla composizione e al teatro.
MARINA PITTAU
Compone e interpreta la musica per lo spettacolo di teatro-danza ‘Accrochage’ per la Compagnia Trisunic. Presentato al Festival d’Avignone e al Festival Internazionale della Danza a Cagliari. Compositrice, cantante e attrice con Lucia Albertoni in due Commedie presentate in Svizzera. Nel 2003 partecipa alla creazione musicale e teatrale di ‘Sonastorie’ dove canta e recita con dei jazzisti, tra cui Pierre Vaiana. Tour in Belgio. Al Festival jazz di Grenoble nel 2008 canta in live nel film muto ‘Pane per tutti’ con la partecipazione di Gianluigi Trovesi. Presentato a Salisburgo nel 2010. Continua a far conoscere i canti tradizionali e le sue composizioni, in tour in Europa fino al Marocco, accompagnata da Orlando Mascia e Bruno Camedda. Nel 2009 compone e interpreta la musica per lo spettacolo ‘Contes Horrifique’ dell’attrice Lorette Andersen, presentato in Svizzera. Crea lo spettacolo ‘Mater Dea’ nel 2012, dove scrive la musica per polifonia femminile a tre voci. Presentato in festival in Francia e in Svizzera. Nella primavera del 2013, crea con due musicisti-cantanti siciliani Salvatore Meccio e Massimo Laguardia, una polifonia mista, dando vita allo spettacolo ‘Isole’. Presentato in diversi festival in Francia, in Ticino, concerti a Ginevra e in altre città della Svizzera (2014).
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Noi siamo spagnoli, africani, fenici, cartaginesi, romani, arabi, pisani, bizantini, piemontesi. Siamo le ginestre d’oro giallo che spiovono sui sentieri rocciosi come grandi lampade accese. Siamo la solitudine selvaggia, il silenzio immenso e profondo, lo splendore del cielo, il bianco fiore del cisto. Siamo il regno ininterrotto del lentisco, delle onde che ruscellano i graniti antichi, della rosa canina, del vento, dell’immensità del mare. Siamo una terra antica di lunghi silenzi, di orizzonti ampi e puri, di piante fosche, di montagne bruciate dal sole e dalla vendetta. Noi siamo sardi. Grazia Deledda
Foto andreazuccapais
NOI SIAMO SARDI
KARI KHOUMA A
lcune fotografie pubblicate su di una pagina Facebook di cui una qui a lato, hanno suscitato un ristretto numero di commenti particolarmente stupidi e fondamentalmente razzisti per definirli più esattamente. Ancora oggi esistono delle persone che credono che, per il semplice fatto di essere nate per puro caso in un luogo, che spesso e volontieri non hanno mai lasciato, e che per altro sovente non hanno fatto molto per migliorare, di esserne i proprietari, gli eredi, i depositari. A parte il fatto che, nonostante la leggendaria longevità sarda, la durata della loro esistenza è un tempo microscopico rapportato all’apparizione dell’uomo sulla terra, tutti questi ignoranti dimenticano ma sicuramente non lo hanno mai saputo, ne imparato, che tutta la specie umana (che consiste in una sola razza) é apparsa nel Rif africano prima di spargersi per il mondo e che quindi siamo tutti discendenti da questa località se proprio vogliamo attaccarci ad un territorio. Siamo tutti africani per dirla brevemente. Certo la chiesa cattolica ha molto fatto per giustificare le predazioni che gli Europei hanno perpetrato nel continente africano e quello americano arrivando fino ad affermare che questi “selvaggi” erano sprovvisti di anima e che si potevano trattare alla stessa stregua di animali.(sic)
Foto andreazuccapais
no ha la sua etnia”, uno che parla di invasioni e della razza europea che si estinguerà, uno secondo il quale gli abiti sardi solo le sarde di razza pura possono indossare, un altra addirittura di culture che divorano altre culture e altri commenti ai quali non sto a dare ulteriore risalto. Io solitamente commenti del genere li lascio perdere perché dare importanza a persone ignoranti non mi piace. Stavolta mi sono sentita toccata perché il soggetto in questione sono io e soprattutto perché non sopporto quando si giudica un libro dalla copertina. Perché commentando sotto la mia foto hanno preso l’esempio sbagliato in quanto nata, cresciuta in Sardegna e fiera di esserlo. In un post in cui si voleva esprimere il bello della diversità culturale come al solito ci sono sempre le solite persone ignoranti che insoddisfatte della propria vita (perché di questo si tratta) decidono di esprimere i loro concetti alquanto ridicoli e senza senso, rovinando così tutto il senso della foto. Io ringrazio i miei genitori di aver ricevuto due culture diverse, e soprattutto insegnato a rispettarle entrambe e rispettare ciò che è diverso. L’unica “razza” che spero si estingua è quella degli ignoranti.” Kari Khouma
Che ancora oggi ci si debba confrontare, fortunatamente in modo assai ridotto, a tali manifestazioni che spesso si giustificano per il sentimento di impunità tutta relativa che numerosi di questi bellimbusti s’immaginano godere nascosti dietro la loro tastiera. Fortunatamente per noi, non solo esistono delle leggi che puniscono severamente tali manifestazioni di puro razzismo e di ignoranza crassa e spero che sia quello che avvenga e che siano denunciati e perseguiti davanti ai Tribunali. Riporto qui il testo che la modella Kari Khouma ha pubblicato sulla sua pagina, stimando che il minimo che potessi fare sia di dimostrargli assolutamente tutta la nostra solidarietà ed il rifiuto e rigetto di questo genere di manifestazioni stupide e vergognose. “In queste foto ci sono io che indosso un abito sardo bellissimo nel paese di Codrongianus. Come didascalia è stata scelta una frase molto bella sull’integrazione e soprattutto sulla bellezza delle varie culture ed etnie. Sono rimasta sorpresa dal numero di commenti positivi ricevuti, e ciò mi ha reso veramente felice. Poi però mi imbatto in commenti (per fortuna pochi rispetto alla marea di apprezzamenti) che veramente non riesco a capire e che ho riportato sotto: “ognu-
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foto roberto cifarelli
iversamente a quanto accadeva in ambito greco, per i Romani il periodo migliore per i matrimoni coincideva con l’inizio dell’estate: la seconda metà di giugno era il periodo più adatto. Alcuni particolari giorni erano rigidamente evitati, in quanto ritenuti di cattivo auspicio: maggio era un mese nefasto, come lo erano le idi, le calendae e i dies nefasti Il matrimonio era legato profondamente al diritto e in quanto istituto civilmente riconosciuto faceva riferimento a tutta una serie di leggi ad hoc. Lo ius connubii, la capacità di contrarre matrimonio, inizialmente era rivolto solo ad individui della stessa classe sociale. Una delle prime leggi a riguardo fu la Lex Canuleia, del 445 a.C., che regolarizzò il matrimonio fra patrizi e plebei. Tale diritto fu esteso in tutto l’Impero durante il principato di Caracalla. Prima della cerimonia ufficiale era necessario lo sponsalia, un periodo di fidanzamento che iniziava quando i due padri procedevano all’accettazione della promessa nuziale. Le modalità per contrarre il matrimonio erano quattro: La Confaerratio era un rito a carattere religioso che si caratterizzava nell’offerta da parte dei due sposi di una focaccia di farro alla presenza del
LA CERMONIA NU pontefice massimo del flamen diale, il sacerdote preposto al culto di Giove Capitolino, e a quella di dieci cittadini nel ruolo di testimoni. La Coemptio, di concezione più civile che religiosa, prevedeva una vera e propria simulazione di una compravendita, nella quale la moglie era la merce e il marito l’acquirente. L’unione che veniva definito Usus si caratterizzava con la convivenza dei due fidanzati per un periodo pari ad un anno e per questo poi considerati di fatto marito e moglie. Il matrimonio Sine manu era l’unione fondata sul maritalis affectio, quando la donna rimaneva pienamente sotto la patria
podestà del padre, pur regolarmente sposata, allo scopo di mantenere l’eredità dei suoi beni. A seguito della fissazione della data, gli sposi dovevano eseguire nello stesso giorno una serie di riti propiziatori al fine di portare fortuna alla futura unione. Il giorno delle nozze la donna deponeva la toga praetexta, veste orlata di color porpora offrendola in dono alla Fortuna virginalis, divinità connessa alle giovani spose di cui era protettrice. Per l’occasione ella indossava un sontuoso abito decorativo: la tunica recta, lunga e di color bianco, con una cintura annodata alla vita, che il marito avrebbe sciolto
UZIALE ROMANA durante la prima notte di nozze. Un velo di color arancione vivace detto flammeum nascondeva il viso della sposa, al fine di impedire di essere scorto. Nel fatidico giorno di festa gli sposi alla presenza dei testimoni, dei parenti e degli amici, facevano un sacrificio agli dei, procedevano con la formula rituale del matrimonio e suggellavano l’unione ufficiale con il contratto detto tabulae nuptiales. La cerimonia la terminava la pronuba, una sorta di madrina che congiungeva loro le mani in segno di reciproca fedeltà. Al termine della cerimonia si dava inizio ai festeggiamenti con un ricco banchetto, la cena
nuptialis, che culminava con la sposa condotta fino alla casa dello sposo. Giunti presso la soglia della dimora, il neo marito prendeva in braccio la moglie introducendola all’interno affinchè non toccasse la soglia con il piede, considerato come infausto.. Gli invitati intonavano canti al dio Talassio, divinità protettrice delle unioni matrimoniali. Una volta dentro casa l’uomo chiedeva alla donna di pronunciare il suo nome: secondo il rito in uso essa rispondeva “ubi tu Caius ego Caia” decretando il fatto che i loro destini erano ormai uniti per sempre. Il matrimonio romano come implica la stessa ra-
dice mater della locuzione ha la precipua finalità di “liberorum creandorum causa”, una necessità ben espressa dal censore Quinto Cecilio Metello Macedonico nel 131 a.C. in un’orazione conservata da Aulo Gellio e che fu letta da Augusto in occasione della presentazione delle sue leggi per l’incremento delle nascite: «Se potessimo vivere senza donne faremmo volentieri a meno di questa seccatura (ea molestia) ma dato che la natura ha voluto che non potessimo vivere in pace con loro né vivere senza di loro, bisogna guardare alla conservazione della razza piuttosto che ricercare piaceri effimeri.» Per questa primaria finalità genetica il matrimonio romano si differenzia dal matrimonio moderno per essere una situazione di fatto, da cui l’ordinamento fa discendere effetti giuridici sia in positivo che in negativo a seconda che si tratti di matrimonium iustum (legittimo) o iniustum (illegittimo). In quanto stato di fatto il vincolo matrimoniale si può fare cessare ad libitum. Nel diritto romano, per due individui puberi di diverso sesso, ossia pubes l’uomo e viripotens la donna, oltre alla volontà di costituire un rapporto coniugale e al possesso della capacità naturale è indispensabile perché si possa avere (segue alla pagina 36)
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(segue dalla pagina 35) un matrimonio legittimo il possesso reciproco del conubium, cioè di quello stato giuridico personale che l’ordinamento pretende sussistere perché si possa parlare di iustae nuptiae, dalle quali fa derivare effetti diversi di quelli del matrimonio non legittimo. Il connubio è una capacità matrimoniale specifica che non tutti gli individui hanno. Negli ordinamenti moderni tutti indistintamente i cittadini, in assenza di eventuali impedimenti, capaci di esprimere una valida volontà matrimoniale e che hanno una determinata età possono porre in essere il negozio giuridico del matrimonio. Nell’ordinamento romano, che non conosce il concetto di uguaglianza universale degli uomini di fronte alla legge, solo i cittadini che possiedono la capacità matrimoniale dipendente dal proprio status giuridico possono porre in essere un iustum matrimonium: questa capacità è il conubium. Laddove oggi si parla di assenza di impedimenti e quindi in senso negativo, i romani parlavano di possesso del conubium, in senso positivo. In via esemplificativa, lo status di schiavo, l’appartenenza a diversi ordini sociali, determinati rapporti di parentela o agnatizi escludevano il possesso del connubio ovvero della capacità matrimoniale. ansa.it
Favata Peghin Maiore Trio Luciana Elizondo Solo AGLIENTU MERCOLEDÌ 2 SETTEMBRE 2020 Ore 19:30 Ingresso libero Luogo Spiaggia di Chiscinagghju o Saragossa
PERFUGAS SABATO 5 SETTEMBRE 2020 Ore 19:30 Ingresso libero Luogo Chiesa Santa Maria degli Angeli
Giuliana Soscia
Rosa Brunello e Camilla Battaglia
Sophisticated Ladies, A tribute to Women Composers in Jazz PERFUGAS VENERDÌ 4 SETTEMBRE 2020 Ore 21:30 Ingresso libero +39 350 1537377 Luogo info@musicasullebocche.it Sagrato www.musicasullebocche.it/ Santa Maria degli Angeli
Voce e Contrabasso PERFUGAS SABATO 5 SETTEMBRE 2020 Ore 21:30 Ingresso libero Luogo Sagrato Santa Maria degli Angeli
Petra Magoni e Ferruccio Spinetti CASTELSARDO SABATO 12 SETTEMBRE 2020 Ore 21:30 Ingresso 20€ Ridotto* 18€ under 25 e over 65 Ingresso libero per under 14 Luogo Terrazza Sala XI
Foto Roberto Cifarelli)
Concerto dell’alba Gavino Loche Solo
CASTELSARDO DOMENICA 13 SETTEMBRE 2020 Ore 06:00 Ingresso libero Luogo Spalti Manganella
Servillo Girotto Mangalavite PERFUGAS DOMENICA 6 SETTEMBRE 2020 Ore 21:30 Ingresso libero Luogo Sagrato Santa Maria degli Angeli
Dudù Kouaté African Skies
Kekko Fornarelli Trio
CHIARAMONTI MARTEDÌ 8 SETTEMBRE 2020 Ore 19:30 Ingresso libero Luogo Castello dei Doria
MARTIS GIOVEDÌ 10 SETTEMBRE 2020 ticket #musicasullebocche.it Ore 19:30 Ingresso libero Luogo Chiesa di San Pantaleo
Produzione originale
Prenotazioni
Kabaret Maker & Silvia Bolognesi Simone Graziano Trio Snailspace Street Preacher Young Shouts PERFUGAS DOMENICA 6 SETTEMBRE 2020 Ore 23:30 Ingresso libero Luogo Sagrato Santa Maria degli Angeli
SENNORI MERCOLEDÌ 9 SETTEMBRE 2020 Ore 19:30 Ingresso libero Luogo La Cava – Sennori
CASTELSARDO VENERDÌ 11 SETTEMBRE 2020 Ore 21:30 Ingresso 10€ Ridotto* 8€ under 25 e over 65 Ingresso libero per under 14 Luogo Terrazza Sala XI
Enzo Favata The Crossing feat. Roy Paci
CASTELSARDO DOMENICA 13 SETTEMBRE 2020 Ore 21:30 Ingresso 20€ Ridotto* 18€ under 25 e over 65 Ingresso libero per under 14 Luogo Terrazza Sala XI
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P
uò capitare che una passeggiata archeologica, fatta con Amici, ci riservi delle fantastiche sorprese. Durante una passeggiata archeologica in compagnia di Amici al Pozzo Sacro di Santa Cristina a Paulilatino, nell’effettuare delle foto ricordo, l’occhio, attraverso il mirino della mia inseparabile Canon 1000D, vede ciò che normalmente non percepisce. Mentre, dal fondo della scalinata del pozzo, inquadro gli Amici in controluce per una foto ricordo, grazie alla griglia del mirino, percepisco la forma e la proporzione del trapezio generato dalla luce proveniente dall’ingresso e penso che altro non era che un triangolo isoscele dalla punta tronca. Grazie all’occhio allenato da filosofica memoria liceale, percepisco immediatamente di aver già visto tantissime volte quelle proporzioni. Appena rientrato a casa, stampo le foto e con matita e righello, traccio la parte mancante del triangolo. Prendo il goniometro per misurare gli angoli alla base e al vertice e, con grande meraviglia, verifico che gli angoli alla base sono pari a 72° e l’angolo al vertice misura 36°. Le identiche misure del “TRIANGOLO AUREO”. Cerco immediatamente sul web delle foto rela-
I SARDI E LE MISUR tive alle sezioni e piante del pozzo e, con frenesia, scarico del materiale relativo alle “MISURE AUREE”. Tali misure, erano riconosciute nella Grecia del V secolo a.C., come ideale di bellezza ed armonia tanto che venivano applicate sugli edifici di culto in rispetto delle divinità a cui il tempio era dedicato. BINGO ! Stampo i disegni e le forme del triangolo aureo, le ritaglio e le sovrappongo alle foto. Tutto collima, come da foto in allegato, il triangolo aureo si sovrappone perfettamente sull’ingresso dalla scala visto dall’alto. La stessa visione si ha
dalla parte interna guardando in controluce l’uscita. Grazie ai ritagli in carta del triangolo aureo, verifico se la sezione rispecchia in altre parti tale rapporto e con stupore scopro che l’inclinazione della scala, rispetto al piano di calpestio del primo scalino, e di conseguenza anche l’allineamento dei conci, rispettano gli stessi canoni. WOW! Poichè probabilmente non conoscevano la livella, grazie ad un semplice filo a piombo e una dima a forma di triangolo rettangolo con il vertice superiore di 36°, possedevano gli strumenti per poter rispettare, oltre che la corretta inclinazione
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Foto AFP
RE AUREE DEI POZZI della scalinata, anche la messa in posa “a livella” degli stessi conci. Visto che la costruzione del pozzo è stata datata dagli Archeologi nell’anno 1.000 a.C., possiamo ben dire che i Nuragici applicavano le misure auree 500 anni prima che venisse edificato il Partenone di Atene. Faccio una ricerca sul web per verificare se qualcun altro e’ arrivato alle stesse mie conclusioni e trovo solo due ipotesi di lavoro ma totalmente diverse dalla mia. La prima si riferisce ad una “ipotesi di Geometria Sacra : il Decano Aureo“ che riguarda l’esedra delle Tombe dei Giganti suddivisa in 10 triangoli. La seconda riguarda il
“rapporto base-altezza” della cupola del Pozzo di Santa Cristina finalizzato a fini astroarcheologici in quanto “ caratterizzato da una geometria astronomica lunare”. Niente altro relativo alle misure auree del rapporto sull’inclinazione della scalinata e il piano di calpestio e sulla forma d’ingresso oggetto di questo articolo. Non essendo ne Archeologo, ne Architetto, ne Ingegnere, lascio agli Addetti ai lavori le verifiche e le conclusioni di quanto da me rilevato. I Sardi e le misure auree, una conoscenza che precede di 500 anni quella dei greci.Marcello Onnis. https://pierluigimontalbano.blogspot.com/
on molto piacere leggo questo articolo del Signor Onnis, che dimostra oculatezza nell’individuare forme geometriche. Questa sua intuizione mi da modo, forse, di arricchire il mio studio sul pozzo di Santa Cristina (tra l’altro vedo che ha utilizzato una sezione da me realizzata). In sostanza quell’angolo da lei individuato pari a 72° esatti, potrebbe corrispondere (il condizionale è sempre d’obbligo) a quell’angolo di 72°11’ che di fatto corrisponde all’inclinazione dei raggi solari al solstizio d’estate quando il sole è ad un azimut di 153°08’ (orientamento dell’asse della scalinata). Angolo, quello di 72°11’, che si avvicina in modo stringente all’angolo di 72°19’ ricavato secondo una particolare costruzione geometrica, che non sto qui a descrivere, che fu utilizzata per la costruzione di un particolare strumento (potrà prenderne visione nello studio dal quale ha tratto le sezioni usate per la sua ricerca. In particolare la parte dedicata alla costruzione del pozzo). Per tanto quell’angolo di 72° penso sia dettato più dall’uso del mòdano da me ipotizzato per la costruzione del pozzo, che non il consapevole uso del triangolo aureo. Sandro Angei
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Foto Maria Sulas
i è tenuto presso il comune di Modolo, il convegno sullo stato dell’arte della viticoltura in Planargia e sulle prospettive di sviluppo dell’areale Doc Malvasia di Bosa. Ha aperto i lavori Omar Hassan, sindaco di Modolo, in Sardegna che ha introdotto il concetto di bene identitario: “Ciascun territorio ha un bene che lo identifica più di altri. In Planargia è la Malvasia di Bosa.” Il convegno è stato l’atto conclusivo del progetto integrato “Manos de Oro” finalizzato alla conservazione e valorizzazione degli antichi mestieri e all’innovazione dei processi produttivi della cultura tradizionale. Tra gli interventi quello del professore Attilio Scienza dell’Università di Milano, che ha affrontato il tema della Malvasia sviluppando due punti: il primo riguarda il ruolo del mito, fondamentale per ipotizzare il percorso e l’evoluzione delle varietà; il secondo, più pragmatico, si concentra in una proposta sulle possibilità di sviluppo del territorio usando questa varietà. Cominciando dal mito, Scienza descrive le tappe del viaggio di Ulisse, sottolineando che, in tutti i luoghi descritti da Omero, sono state ritrovate tracce di ceramiche euboiche. Gli euboi erano i navigatori più abili, gli unici che percorrevano il mare andando contro vento. Omero, costruisce la sua scenografia, attingendo da racconti di mercanti greci che navigavano il Mediterraneo e che ne conoscevano pregi e difetti, fasci-
ECCO PERCHE’ ERA no e tormento. Questi viaggi, questi luoghi, sono dunque realmente esistiti, il mito porta con sé l’importante compito di raccontarli, di svelarli, di ricordarli. Allo stesso modo, ripensando ai grandi viaggi da Oriente a Occidente, di popoli fenici piuttosto che focesi o celtici, alla ricerca di ossidiana, di bronzo, di terre da conquistare, di seta, o di spezie, possiamo ipotizzare la storia della diffusione delle varietà. Viaggi che hanno riguardato tutto il Mediterraneo, dove l’uva appassita gradita ai marinai giungeva nelle terre toccate e lì rimaneva, testimone di questi percorsi. Viaggi, attraverso i quali, viene conosciuto il vino d’Oriente che unisce il pregio delle sue qualità organolettiche alla forza del valore del Simposio a cui lo legano i Greci. È così, secoli dopo, per il brand fortissimo che Venezia crea intorno al vino Malvasia, vino originariamente greco, poi prodotto con vitigni a bacca bianca e rossa provenienti dall’Italia, al solo scopo commerciale. Col nome “Malvasia” si identificava un vino forte, alcolico, dal sapore dolce. Un’incredibile operazione di marketing avvenuta tra l’anno 1000 e il 1300, durante la piccola glaciazione. La diffusione del vitigno Malvasia ha però radici più antiche e ci si chiede se sia arrivata con i greci o molto più tardi con gli spagnoli. All’analisi del Dna, i campioni di vite spagnoli sono distanti da quelli italiani, rispetto ai campioni greci, quin-
A IL VINO DEL MITO di, si ritiene più plausibile l’origine greca. Inoltre, attraverso l’analisi molecolare condotta con i microsatelliti è possibile risalire alle mutazioni avvenute nel tempo, sulle singole basi del dna e al gene interessato e anche sotto questo aspetto, la famiglia delle Malvasie presenta molte analogie con i vitigni greci. Più mutazioni si riscontrano nel luogo d’origine. Un tratto fondamentale è che La Malvasia di Lipari, la Malvasia Sarda, la Malvasia Gerace, la Malvasia di Sitges (Spagna) e la Malvasia Dubroavacka (Croazia) all’analisi del Dna risultano essere la stessa varietà; chiaramente si tratta di fenotipi diversi. Allora il vitigno parte dalla Grecia e arriva in luoghi diversi dove incrocia altre varietà e incontra ambienti diversi. Questo crea delle mutazioni in alcuni geni, fenomeni di adattamento, ma il Dna rimane uguale. L’uomo inoltre, nel tempo, compie le sue scelte, seleziona e riproduce il fenotipo che gli interessa di più. Sulle Malvasie trattate è stato analizzato il profilo aromatico che è un tratto discriminante per la tipologia di vino che ne deriva. L’analisi aromatica, rivela la dominanza del Geraniolo dal caratteristico aroma di rosa e geranio e presenta differenze in concentrazione degli aromi imputabili ai diversi fenotipi e in particolare la Malvasia di Bosa e quella di Sitges risultano meno aromatiche rispetto a quella di Lipari e Gerace. Si può ipotizzare che i popoli che hanno usato o ereditato il metodo greco di vinificazione che prevedeva
un lungo appassimento al sole, abbisognassero di uve molto aromatiche. Tornando in Sardegna oggi la Malvasia occupa 114 ettari in produzione con due Doc Malvasia di Bosa e Malvasia di Cagliari e 15 Igt I vigneti presentano grandi differenze, probabilmente per la presenza all’interno di biotipi diversi. Il valore di un vitigno autoctono è nel legame col territorio. Una sinergia che va curata e comunicata, dalla quale viene fuori un prodotto unico e tipico. Si potrebbe dunque impiantare un vigneto varietale provando nel territorio tutte le altre Malvasie, sia nella loro adattabilità all’ambiente che nell’attitudine alla vinificazione, al fine di potenziare l’aspetto qualitativo e di ampliare l’offerta dei prodotti ottenuti con la stessa varietà. Si potrebbe inoltre, approfondire un lavoro di zonazione. Vista la diversità di suoli presenti, dai basalti alle colline di arenarie e calcare, fino alle matrici più alluvionali, la zonazione potrebbe essere un indicatore su dove piantare la Malvasia, anche in funzione degli obiettivi enologici. “Paradossalmente, l’unica difesa per la tradizione è l’innovazione”. Una tradizione che si possa ancora oggi sposare e rispecchiare con l’identità di chi vive un luogo. Una tradizione che possa fare da traino ad un intorno commerciale sul territorio. Lorenza Scianna h t t p s : / / w w w. c r o n a chedigusto.it/archiviodal-05042011/vini-e-territori/2016-01-13-08-02-33
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Cantico della scalinata Eugenio Lugliè (Flauto) Marco Caramico (Marchese Ramiro Malaspina)
La Corte Malaspina
Degustazione di Malvasia a cura di Cantina Madeddu Recital musicale di Marina Pittau (Canto e Chitarra)
Foto AssocCulturPlanarte
con Luciano Sechi Messer Filiberto (Segretario del Marchese), Angelo Masia Marchese Fernando Malaspina Margherita Sotgiu Isabella Villamarì
Un viaggio storico e musicale, nel mondo del Divino nettare Bosano. Musica e Malvasia viaggiano insieme, fra storia e leggende del tempo ormai andato. Introduction and translation in english by Caroline Rutter Service Audio-Luci: Jukebox Band, Tinnura
Scalinata e Chiostro dei Cappuccini
Piazzale Cappuccini Bosa 08013 Bosa, Sardaigne Ingresso Euro 7 Per prenotare: 3341663188 Associazione Culturale Planarte Centre culturel via Mannu 08013 Bosa, Sardaigne, Italie
Mal-vasia, Ben-che sia! Il Temo racconta a cura dell’ Associazione Planarte
Scalinata e Chiostro dei Cappuccini
4 Settembre 2020 Dalle ore: 19:00
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l vitigno Malvasia Bianca appartiene alla grande famiglia di vitigni chiamati Malvasie, e viene coltivato nel sud dell’Italia, soprattutto in Puglia. Con il nome Malvasia vengono indicati molti vitigni, la maggior parte a bacca bianca, geograficamente distribuiti un po’ in tutta Italia. Sebbene di origini diverse, tutti questi vitigni condividono alcune caratteristiche di base: infatti presentano tutti, anche se con diversi gradi di intensità, una fragranza piccante di muschio e di albicocca e residui zuccherini piuttosto alti. Queste caratteristiche rendono i vitigni del gruppo delle Malvasie particolarmente adatti alla produzione di spumanti e di passiti. Il loro nome “Malvasia” deriva da una variazione contratta di Monembasia, roccaforte bizantina abbarbicata sulle rocce di un promontorio posto a sud del Peloponneso, dove si producevano vini dolci che furono poi esportati in tutta Europa dai Veneziani con il nome di Monemvasia. Il vino fatto con questa varietà era divenuto estremamente popolare, tanto che Venezia pullulava di osterie, chiamate Malvase, consacrate al suo consumo. Il vitigno Malvasia Bianca si trova soprattutto nel sud Italia dove in genere viene vinificato assieme ad altre varietà. In Puglia si trova principalmente nella composizione della Leverano DOC. Si trova infatti all’85% nel Leverano DOC Malvasia, nel Bianco, nel Passito e nella Vendemmia tardiva. In Calabria, la Malvasia Bianca è presente fino al 50% nel Bivongi Bianco DOC della provincia di Reggio Calabria, ed è anche presente nel San Vito di Luzzi DOC Bianco.
Photo l’amicomario
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Processo ai Malaspina
Opening remarks and translation in English di Alessandro Arrabito Campus
Estratti da “ Assassinio nel Castello Malaspina “ di Rita Mastinu (2019) Riprese e montaggio Gianluca Razzauti con Alessandro Arrabito Campus (Pubblico Ministero) La Corte Malaspina Luciano Sechi (Messer Filiberto Segretario del marchese) Angelo Masia (Marchese Fernando Malaspina) Margherita Sotgiu (Isabella Villamarì) Gruppo Sant’Elia Magomadas Chi ha ucciso la sventurata Marchesa Isabella Villamarì : il Marchese Fernando, suo geloso marito? O il di lui segretario : Messer Filiberto? O la fida e remissiva Anghela, l’ancella? Oppure l’invaghito cognato di Isabella l’aspro Marchese Ramiro? O infine : una fra le serafiche ancelle del Gran Castello di Bosa ?
Opera teatrale
“Processo ai Malaspina”
5 Settembre 2020 Dalle ore: 21:15
Chiostro del Carmelo Ingresso 7 euro Ridotto 5 euro Il Temo Racconta Edizione 2020 a cura dell’ Associazione Planarte Service Audio - Luci Juxebox Band Tinnura
i racconta che il Marchese fosse uomo non solo di carattere collerico ma anche assai geloso della giovane moglie, al punto da cercare di evitare il più possibile che Ella fosse ammirata da altri. Accecato dalla gelosia si racconta che fece addirittura costruire un passaggio sotterraneo dal castello alla Cattedrale, in modo che la moglie potesse recarsi a messa senza incontrare nessuno. L’esistenza di questo tunnel, però, non è mai stata provata. La vicenda, infine, si tinse di rosso sangue: quando un giorno il Marchese, in uno dei suoi celebri attacchi d’ira, accecato dalla gelosia e convinto d’esser stato tradito, prese il coltello e tagliò di netto le dita di entrambe le mani della moglie, lasciandola esangue sul pavimento e portando via con se il macabro trofeo avvolto nel proprio fazzoletto. Il diavolo, però, come dice il proverbio, “fa le pentole ma non i coperchi”; il Marchese, mentre girava per Bosa coi suoi amici, tolse dalla tasca il fazzoletto e le dita che vi erano custodite rotolarono per terra, davanti a tutti. La reazione popolare fu forte: la sollevazione della folla fu tale che il Marchese venne messo agli arresti. Quanto alla bella e dolce marchesa, vittima tragica della follia, si narra che non trovò mai pace: il suo spirito, mai rassegnato, continuò ad aleggiare ed a vagare proprio nei dintorni del castello dove si compì il terribile fatto che la portò alla tomba.
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Foto bookolica 2020
a giovedì 3 a domenica 6 settembre 2020 avrà luogo la terza edizione di Bookolica, festival letterario dedicato ai lettori creativi. L’inaugurazione è prevista per giovedì 3 settembre alle ore 21.00 in uno dei luoghi più suggestivi di Tempio Pausania (Sardegna), Piazza Faber, dove si svolgerà la maggior parte degli eventi in programma. Saranno garantite tutte le misure e direttive di sicurezza in materia COVID. Il ricco calendario prevede letture, performance, musica, presentazioni, talk e proiezioni per rileggere sotto una nuova luce le più recenti proposte editoriali Bookolica 2020 La manifestazione vedrà uno scambio continuo di esperienze fra scrittori, lettori e artisti, dando vita a un ambiente interattivo di condivisione, confronto e dibattito. Questa la dichiarazione di Associazione Bottega-No-Made, ideatrice e promotrice di Bookolica: “Riteniamo un dovere e diritto, sia per noi come organizzatori che per il pubblico e i sostenitori del festival, portare avanti questo progetto seppur in un momento delicato come questo. Vogliamo esserci per creare un immaginario di possibilità, raccontare storie, incontrarci, leggere e rileggere”
BOOKOLICA FE Giornalismo d’inchiesta Il Festival dei lettori creativi
Diego Gandolfo Pablo Sole sabato 5 settembre 2020 dalle 21:30 alle 01:00
Bookolica Festival Piazza Faber Tempio Pausania
L’associazione propone una serie di iniziative su tutta l’isola durante l’anno. Da sei anni organizza PROPS – Festival dei gesti dei sentieri e delle favole, in programma per il 2020 dal 25 al 27 settembre, sempre a Tempio Pausania. Tra gli spettacoli che si svolgeranno durante il festival andrà in scena “Macbettu” di Alessandro Serra. Bookolica 2020: il ruolo della lettura Bookolica 2020 pone al centro il ruolo della lettura come elemento essenziale nel percorso di crescita culturale delle persone, fondamentale per rafforzare l’idea del libro come bene comune. Verrà dedicato grande spazio a un tema estre-
mamente attuale come l’ambiente, con un focus sull’acqua. Attraverso la letteratura si analizzeranno le problematiche ambientali a livello locale e mondiale; saranno presenti esperti del settore, startupper, attivisti e giornalisti ambientali come Emanuele Bompan, Simona Savini, attivista del Forum Italiano dei Movimenti per l’Acqua e Christian Secci, imprenditore nel campo dell’ecosostenibilità e dell’innovazione green. Sarà data anche notevole importanza alla musica: previsto un incontro retrospettivo dedicato alla vita e all’opera di Franco Battiato e uno dedicato al Grande Maestro Ennio Morricone.
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ookolica 2020 dedica uno degli appuntamenti sulla letteratura musicale a Ennio Morricone, il Maestro del cinema due volte Premio Oscar scomparso lo scorso 6 luglio che ha lavorato tra gli altri con Sergio Leone, Quentin Tarantino e Giuseppe Tornatore. Alessandro De Rosa presenterà la sua biografia scritta in dialogo col compositore, “Inseguendo quel Suono”, edita da Mondadori. L’evento è gratuito e si terrà in conformità delle direttive sul Nuovo Coronavirus. Per saperne di più https://bit.ly/2Qoz6mg uest’anno Bookolica Festival avrà una sezione che vorremmo diventasse permanente all’interno del festival: il giornalismo d’inchiesta. Inizieremo con l’ospitare sabato 5 settembre Diego Gandolfo, giornalista investigativo vincitore del prestigioso Premio Morrione e Pablo Sole, fondatore di Sardinia Post e collaboratore di Agi, La7 e Il Fatto Quotidiano. Gandolfo in dialogo con Sole presenta “I Signori delle città” (Ponte alle Grazie 2019), scritto con Alessandro di Nunzio, prima e unica opera d’inchiesta incentrata sul potere e i segreti delle fondazioni bancarie italiane. Per saperne di più https://bit.ly/3gZJHje
ESTIVAL 2020 Q L’apertura di Bookolica 2020 sarà affidata alla performance di Domenico Brancale tratta dal suo ultimo libro “Mal d’Acqua” (Modo Infoshop 2020) e proseguirà con un’immersione nell’universo del cantautore siciliano Franco Battiato. A raccontarlo ci saranno numerosi ospiti: il musicista e scrittore Fabio Zuffanti presenterà i libri “Franco Battiato. Tutti i dischi e tutte le canzoni, dal 1965 al 2019” (Arcana 2020) e “Battiato. La voce del padrone. 1945-1982. Nascita, ascesa e consacrazione del fenomeno” (Arcana 2018); Giuseppe Pulina, filosofo, docente, scrittore e direttore della rivista “Mneme Ammen-
tos”, presenterà il suo libro “La cura. Anche tu sei un essere speciale” (Zona, 2010), in cui indaga il background filosofico, e Fabio Cinti, musicista, cantautore e autore, che vanta collaborazioni con Morgan, Paolo Benvegnù e Franco Battiato, racconterà l’artista e musicista siciliano. La prima serata si concluderà con il concerto live “Al blu mi muovo” a cura di Fabio Cinti e Alessandro Russo. Tutti i links https://www.facebook. com/bookolicafestival/ https://www.facebook. com/bookolicafestival/ https://www.youtube.com/channel/ UCKJ6xK6HFaPd7EkrvjEUatg
Inseguendo quel suono Il Festival dei lettori creativi
Ennio Morricone domenica 6 settembre 2020 dalle 21:00 alle 22:00
Bookolica Festival Piazza Faber Tempio Pausania
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