S’ARTI NOSTRA
Continuando nella serie delle collaborazioni con l’Arrubiu Art Gallery
Foto andreaskull
Cafè e dopo lo stre pitoso successo della mostra delle opere di Salvatore Atzeni ed immaginando con Chiara Cossu il seguito, ab biamo avuto l’idea di fare una strizzatina d’occhio a Parigi dove ogni anno, nel mese di novembre, si celebra la fotogra fia con esposizioni nelle gallerie private e nelle istituzioni pub bliche fino alle più prestigiose. Abbiamo così immaginato di invitare un certo numero di fotografi, di cui Chiara Cossu è una collega affermata, ad esporre durante il periodo delle festività di fine d’anno, anche per permettere a coloro che volessero offrire una fotografia piuttosto che un aggeggio elet tronico ed obsolescente fabbri cato nel sud est asiatico.
Siamo inoltre estremamente orgogliosi di avere tra i parteci panti dei fotografi francesi tra i più affermati che ci fanno vera mente il regalo di impreziosire la nostra manifestazione.
Ringrazio particolarmente Jean Turco, che mi onora della sua amicizia, senza dimenticare Benjamin Audour, Jacques Per rin, Sophie Go e Jean Sebastian e siamo veramente fieri di poter aggiungere a questi talenti, quelli dei fotografi nostrani a cominciare da Dolores Manco su, già ospite della galleria, e naturalmente Antonella Ma rini, Marina Federica Patteri, Roby Anedda, Giulio Barrocu, Roberto Orlandini, Ignazio Pani, Sandro Peddis, Fabrizio Schirru, e Marco Sodini con la partecipazione di Chiara Cossu. Una mostra che farà data non solamente ad Oristano, con l’intenzione appunto di far la viaggiare in Sardegna ed eventualmente di portarla fino a Parigi grazie alla collaborazione con “Ici, là-bas et ailleurs” che aggiunge con questa una qua rantaquatresima mostra al suo palmares apportando Jean Seba stian ed i suoi clichés nell’attesa di naccoglierci nei suoi locali. La mostra installata dal 20 novembre sarà inaugurata la domenica 27 novembre con lo spettacolo presentato da Anto nella Marini che lo ha scritto e lo interpreta con un accompa gnamento musicale.
Vi Aspettiamo. Vittorio E. Pisu
Supplemento all’édizione di “SARDONIA“ Novembre 2022
Roby Anedda
Benjamin Audour
Giulio Barrocu
Chiara Cossu
Sophie Goullieux
Dolores Mancosu
Antonella Marini
Roberto Orlandini
Ignazio Pani
Marina F. Patteri
Sandro Peddis
Jean Sebastian
Fabrizio Schirru
Jean Turco
Marco Sodini
Nostra
Programma Televisivo OnLine di Diffusione d’Arte Contemporanea a cura di Vittorio E. Pisu con la collaborazione di Dolores Mancosu ed il sostegno cinematografico della Dolly Films video consultabili a https://vimeo.com/ groups/sardonia https://vimeo.com/ channels/cagliarijetaime https://vimeo.com/chan nels/arrubiuartgallerycafe https://vimeo.com/channels/viasandomenico10 https://vimeo.com/chan nels/sartinostra
Vittorio E. Pisu Redattore Capo Direttore Fondateur et Président des associations SARDONIA France SARDONIA Italia créée en 1993 domiciliée c/o UNISVERS via Ozieri 55 09127 Cagliari vittorio.e.pisu@email.it http://www.facebook.com/ sardonia italia
SARDONIA Pubblicazione dell’associazione omonima Supplemento al numero del novembre 2022 in collaborazione con PALAZZI A VENEZIA Publication périodique d’Arts et de culture urbaine Correspondance palazziavenezia@gmail.com https://www.facebook.com/ Palazzi-A-Venezia https://www.vimeo.com/ channels/palazziavenezia Maquette, Conception Graphique et Mise en Page L’Expérience du Futur une production UNISVERS vimeo.com&unisvers Commission Paritaire ISSN en cours Diffusion digitale
ettere insieme un numero così importante di talentuosi artisti é un’operazione che si apparenta alla magia delle preparazioni alchemiche. Non solo perchè il risultato finale per il quale impieghiamo tutte le nostre energie, é certamente e sicu ramente favoloso nel vero senso del termine, ma anche e sopratutto perché la manipolazione di tante energie creatrici senza provocare una fissione nucleare è veramente impegnativa. L’anno prossimo festeggeremo non solo il trentesimo anniversario della fondazione delle due associazioni SAR DONIA, contemporaneamente create a Parigi ed a Cagliari nel ormai lontano 1993, ma anche il quarantesimo anniversario dell’organizzazione di esposizioni, mostre ed altre manifestazioni culturali, che conobbe il suo battesimo a New York, nella famosa Anichini Gallery, per continuare in seguito sotto gli auspici di “ Palazzi A Venezia”, creazione mitica che da palazzo immaginario si reincarnò sotto forme diverse andando dall’alfabeto al servizio da the, dal mensile (che avrà trentaquattro anni nel 2023) alle mostre, esposizioni, festività epicuren ne e fluviali sulla Senna, dal cofanetto per gioielli alla casa per le bambole, e fino ad un vestito da sera ed una borsetta in costruzione. Oggi questa manifestazione che, insieme a Chiara Cossu, prepariamo per questo fine d’anno e fino al’8 gennaio 2023, é la prova del nostro ottimismo non solo riguardo alle sorti dell’Arte sotto tutte le sue forme senza discriminazione alcuna, ricordandoci anche che la creazione della fotografia fu contempora nea alla possibilità per i pittori di lasciare l’atelier ed andare in giro per il mondo, dotati di un materiale facile da trasportare e pronto all’uso (i colori in tubetto) e che i due media si influenzarono reciprocamente rubando l’uno all’altro inquadrature parziali o composizioni ispirate ai più classici dipinti. La tecnica della riproduzione foto grafica é evoluta enormemente dalle prime impressioni su lastre di vetro ed oggi la dèmaterialisazione digitale permette un numero pletorico di scatti quando il rullino ne limitava certamente la possibilità.
Rimane sempre il problema della stampa ed ogni riproduzione di un cliché fotografico é assolutamente unica e dipende dalla maestria e del fotografo e dell’addetto alla stampa.
Ormai diventata un’Arte “à part entière”, la fotografia non ha niente più da invidiare alla pittura e se l’inflazio ne di smartphone ed altri aggeggi capaci di registrare un immagine, potrebbero far credere ad una facilità di realizzazione, rimane sempre la necessità dell’occhio del fotografo, della sua sensibilità, della sua cultura, della sua creatività ed anche a volte della “chance” di essere nel posto giusto al momento giusto, anche se il lavoro in studio non é dammeno impegnativo e senza pietà per gli eventuali errori sia tecnici che di interpretazione della realtà che ci circonda e che la fotografia ci restituisce sotto tutti i suoi multipli aspetti. La riunione di una quindicina di talenti di orizzonti diversi nei quali si possono comunque riconoscere sensibilità ed interessi co muni ci sprona a continuare su questa strada. Per il nostro più grande piacere e quello del pubblico che ci segue fedelmente..
Vittorio E. Pisu
S’Arti
vimeo.com/channels/arrubiusartgallerycafe
S’ARTI NOSTRA 2
M
Mi chiamo Roberto Anedda, sono nato 61 anni fa a Cagliari e fin da neonato sono stato circondato da pellicole e negativi.
Mio papà Giuseppe per tutti Peppuccio era appassionato di cinematografia amatoriale, i suoi 8 mm e i super 8 sono uno splendido ricordo di come erava mo dal 57 in poiMio Zio Osvaldo era invece un foto amatore, aveva la passione per le diapositive e i paesaggi e mi ha lasciato in eredità la sua passione, una Contax e una Rol ley, anche l’altro zio era un foto grafo, Zio Eraclio lo faceva per professione, anche lui mi ha la sciato gli insegnamenti in camera oscura e una Rolley .
Ho iniziato presto a scattare, a 7 anni per natale mi regalarono una valigetta di James Bond, c’era dentro tutto quello che un bambi no poteva desiderare, una pistola con le cartucce, le manette, una lente per vedere le impronte, un orologio con tante lancette ma ... la cosa veramente fantastica in quella valigetta era una perfetta copia di una macchina fotografi ca, la copia di una biottica famo sa, la rolley biottica, un giocatto lo, ma perfettamente funzionante se ci mettevi dentro la pellicola 6x6, ho ancora le foto scattate con quel meraviglioso giocattolo
che accese la scintilla del piccolo fotografo in me, la utilizzai fino ai 10 anni la portai anche in cam peggio a Villasimius nel 70.
Ho le foto con mio papà insieme a Sig. Aldo Pizzi uno che di foto ne ha fatto tante, tutte quelle del Cagliari con lo scudetto al petto e quelle degli anni prima in serie B, anche lui ha contribuito alla mia formazione fotografica,...
La vita è malvagia a volte e ci porta via le persone care ma a volte ci offre delle possibilità o delle opportunità inaspettate, ad esempio la prematura scomparsa di mio Zio Osvaldo e la lungimi ranza di mio Zio Eraclio mi fe cero inaspettatamente sentire tra le dita il dolce metallo prezioso di cui era fatta una Contax anta gonista ad armi pari della Leica...
Ho ancora qualche stampa che mi fa stare bene quando la guar do, magari con lo sfondo un po’ giallino, ma dopo più di 30 anni ci può stare, d’altronde anche la barba ultimamente si è un po’ in giallita.
Ho iniziato a riscoprire la mia amata terra cercando di catturare il suo spirito essenziale e le sue tradizioni, ma non solo, un punto di vista alternativo a tutto quello che mi circonda ogni volta che mi capita a tiro di click.
Roberto detto Roby Anedda
https://www.robyanedda.com/
ROBY ANEDDA
bbiamo iniziato a or ganizzare delle mo stre d’Arte quasi qua rant’anni fa, nel 1983, a New York City, esponendo gli acqua relli di un caro amico archi tetto, proseguendo a Parigi, creando la rivista Palazzi A Venezia.
Invitai dei pittori, dei fotogra fi, dei musicisti ad esporre le loro opere ed a presentare il loro lavoro; quasi subito ho filmato i diversi vernissages che per ogni esposizione era no tre e costituivano la durata della mostra, giovedì, venerdì e sabato, vernissages che ter minavano la domenica matti na quasi all’alba ed a volte più in là.
Avevo inventato questa for mula e durante i tre giorni un buffet inspirato dal tema del la mostra, come per esempio “Paris Tokyo aller et retour” un buffet giapponese e per “Petite Afrique” naturalmente un buffet senegalese, sotto lineato dalla colonna sonora che preparavo specialmente sulle bobine degli Akai 4000 d che possedevo al momento. Non mi sono mai considera to come un gallerista anche perchè non ho mai chiesto un compenso agli artisti anche nel caso della vendita delle loro opere, ma me ne hanno sempre regalato una che con servo e con le quali forse un giorno organizzerò una mostra di tanti artisti diversi ma sem pre talentuosi e con i quali ho sempre imparato tanto, come in seguito, quando avendo ritrovato le matrici delle li nografie che avevo realizzato nel 1968/69 nella mia cantina, accolsi con piacere l’invito di Marie-Amélie Anquetil (cre atrice e direttrice del Musèe du Prieurè a Saint Germain en Laye e autrice di numerosi li bri su Gauguin e sui Nabis che esponeva) di esporre le venti due linoleografie in quello che fu l’atelier del pittore Henri Pinta (nomen omen), un in credibile spazio nel VIImo ar rondissement di Parigi. Visto il successo della mo stra decidemmo di continuare creando un’associazione, una rivista omonima (“Ici, là bas et ailleurs”) e documentando le quarantatre esposizioni ad oggi attraverso uno o più fil mati.
In occasione del mese della fotografia, in novembre a Pa rigi, abbiamo esposto il lavo ro di Giulio Barrocu, ed in se guito quello di Roby Anedda, non solo all’Abbazia di Mon cel ma anche nello (segue pagina 7)
S’ARTI NOSTRA 3
A
Foto robyanedda
enjamin Audour è un re gista e fotografo la cui vivacità creativa risale all’approdo di una vide ocamera nelle sue mani l’anno del suo 14° com pleanno.
È stato l’inizio di una storia d’a more con l’immagine che ha co struito con passione, attraverso una pratica personale e il con tributo di una laurea in Storia dell’Arte e del Cinema.
Ispirato dalla personalità delle sue modelle, dalle quali ha l’ar te di far emergere la sensualità, questo amante dell’estetica ama sublimarla cogliendo l’attimo in cui l’emozione si rivela.
Il suo senso dell’inquadratura e l’attenzione ai dettagli si combi nano con l’occhio per raccontare storie fugaci attraversate dalla luce, a cui molti marchi di bellez za si rivolgono.
Ha lavorato per molti grandi marchi come Lancaster, L’Oréal, Eucerin, Le Tanneur, Passiona ta, Cerruti, Wonderbra, Morgan, Biotherm, Babyliss, Chantelle, Black Pearl, Kinder, Derma ceutic, Rowenta, Chopard, Lan côme...
Ha inoltre collaborato alla crea zione di un insieme di canali tele visivi diffusi via Internet a partire dal 1999, quando ancora l’im magine sul computer era poco più grande di un francobollo e l’installazione del programma di consultazione dei filmati partico larmente laborioso e con risultati spesso deludenti.
Durante l’avventura Canalweb. net Benjamin Audour é stato re sponsabile della coordinazione dei diversi canali, ed all’interno di ogni programma, della struttu razione delle riprese e della coor dinazione della messa in linea.
L’avventura terminata agli inizi del 2003 gli ha comunque con sentito di acquisire una perfetta padronanza della diffusione di filmati attraverso il web, permet tendogli di arrivare ad una qualità cinematografica supportata inol tre dall’utilizzo delle ultime tec nologie quali 4K e ulteriori.
Ci dichiara
“
L’idea alla base di tutti i miei progetti è cercare di trovare il perfetto equilibrio tra emozioni, estetica, verità, curve, poesia, senso della musica, ritmo e un’e norme attenzione ai dettagli!”
Benjamin lavora nel campo della musica e questo si vede nelle sue produzioni: il ritmo è per lui un filo conduttore che guida le sue produzioni fotografiche e/o cine matografiche.
Questa sua prima esperienza d’e sposizione in Italia sarà sicura mente seguita da una mostra per sonale delle sue più significative fotografie.
www.benjaminaudour.com/
BENJAMIN AUDOUR
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Foto benjaminaudour
GIULIO BARROCU
Giulio Barrocu (Torino 1974), da circa 20 anni vive a Cagliari, utilizza la fotografia come mezzo di indagine introspettiva della realtà che lo circonda.
La sua prima opera è il progetto TWINS I MIRROR (2011),espo sto nella mostra collettiva MAN RAY PHOTO SCHOOL 2010/2011.
L’elemento della psicologia è una delle tematiche che l’autore porta avanti nella sua ricerca; nel 2012 partecipa al LABORATORIO XVIII MOSTRA DIDATTICA
MAN RAY PHOTO SCHOOL con il progetto “ Jenny è pazza” che prende spunto da una canzone italiana di quasi 35 anni fa.
L’altra tematica sviluppata dall’autore è quella della “denun cia sociale”.
In questo ambito espone alla Mo stra Fotografica “Di-Segni del tempo” curata da Andrea Gandini per l’Ass.Culturale Universi Pa ralleli, il progetto “Dublino Pas sato Presente Futuro” (2011). Tema che ritorna in “Heaven Knows I’m Miserable Now”
(2012) dove il modello imperso nifica la crisi del mondo giovani le, disperato per la mancanza di un lavoro.
L’elemento della Crisi viene de scritto anche nel progetto “La Questione del Latte in Sarde gna“(2012) un’ immagine nata dalla fantasia dell’autore dopo aver visto sfilare la marcia del movimento dei pastori per Ca gliari nel corso del 2011.
Nell’agosto dello stesso anno è a Berchidda per il festival JAZZ di Paolo Fresu, le sue foto trovano spazio nei siti Internet di Bill Fri sell e Anja Lechner. Nell’aprile del 2013 torna ad esa minare l’aspetto della psicologia con la mostra personale dal titolo ALONE a cura della Fondazione per l’arte Bartoli-Felter e di Pa mela Sau.
L’opera “Moving colors in my mind” concettualmente richiama una condizione esistenziale tipica della vita moderna: la solitudi ne, l’isolamento, il rinchiudersi all’interno delle mura domesti che, il focalizzare l’attenzione
su elementi apparentemente in significanti sono sintomi di una depressione latente. Metropolis esplora la realtà urbana. Un’imponente ziqqurat dove l’uomo dialoga con le strutture ar chitettoniche, ritmate da fotogra fie astratte metropolitane.
Nell’ottobre del 2013 partecipa con l’opera INNER WAR alla collettiva “Guerra, pace, libera” organizzata da Wake Art di Ca gliari per l’anniversario dei 70 anni dei bombordamenti sulla cit tà di Cagliari.
L’opera è una installazione che prevede una descrizione dell’a spetto concettuale tra il macroco smo del mondo e il microorgani smo dell’essere umano.
Il tema della PACE è affrontato con la rivalsa di una condizione di trasformazione e rinascita… da persona “malata” a persona che “torna alla vita” con essenza cri stallina e amore.
Da aprile a luglio 2014 partecipa al progetto di arte pubblica parte cipata Eureca! - The People Expe rience – realizzata dall’agenzia Prospekt di Milano.
Da questa esperienza prende vita il progetto “Direzione Colle San Michele” un documentario sui quartieri di Is Mirrionis e San Mi chele.
In agosto partecipa al festival Alig’Art – Futuro Interiore, festi val di recupero sostenibile, pre senta l’opera FermoImmagine, il futuro anteriore di Instagram.
La stessa opera viene ospitata a Parigi in una mostra presso l’ate lier Henry Pinta curato da Marie Amélie Anquetil il 13 e il 14 no vembre 2014. Il 21 giugno 2015, realizza l’installazione umana “70 sedie per la pace” a rievocare l’in stallazione presente in Plac Boha teròw Getta, “Piazza degli eroi del ghetto” nel quartiere ebraico di Cracovia.
Da gennaio a febbraio 2016 pres so il Centro d’arte e cultura Laz zaretto di Cagliari porta in mo stra il progetto Our Genocides, il viaggio nella memoria.
Le installazioni “Soul’s Mirror” dialogano con l’opera fotografica il “muro della Pace” realizzato da 400 foto di partecipanti volontari che hanno posato con il loro mes saggio di Pace durante un percor so a tappe di partecipazione citta dina.
Conversazione con la TERRA Cosa lega la natura dell’essere umano al nostro pianeta? cosa era nel passato? come lo abbiamo tra sformato? come lo viviamo?
Giulio Barrocu porta la sua ricer ca sul campo metafisico della ma teria per tornare all’essenza della natura umana.
L’opera “L’ORIGINE” cerca di dare una risposta al concetto di purezza della Terra.
Il fenomeno dei geyser (El Tatio, Chile) rievoca il tema della Crea zione, tutto parte dalla materia e dalla materia ritorna.
Dalla crosta terreste allo stato gas soso; la trasformazione dell’acqua in vapore rimanda al concetto di ESSENZA, di UNIONE, sigillo ancestrale tra terra e cielo.
L’opera “IL PERCORSO” ci con duce al tema del viaggio e del tempo.
Il deserto (Atacama, Chile) sel vaggio e primordiale è percorso da una strada di catrame, frutto del “progresso umano” e del de pauperamento delle risorse del nostro pianeta.
L’immensità dello spazio conte nuto tra la strada e l’orizzonte ci rimanda al concetto di percorso, di quel viaggio attraverso le linee della vita.
La meta è forse il raggiungimento della propria realizzazione, verso quell’altura all’orizzonte in cui ci si affida all’ignoto e all’energia vitale della madre TERRA. https://www.facebook.com/profi
S’ARTI NOSTRA 5
Foto giuliobarrocu
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hiara Cossu nasce a Sassari
nel 1983 , cresce in un am biente stimolante per quanto riguarda lo sviluppo della sua creatività ,la sua famiglia è stata di fondamentale importanza in questo, in quanto sostiene tutte le sue attitudini .
Il suo primo concorso d’arte lo vince all età di 13 anni, e da li in poi vince di versi premi nel campo delle arti visive. Si diploma in arti applicate presso l’i stituto Filippo Figari di Sassari, conse gue diverse qualifiche in campo artisti co, termina i suoi studi alla facoltà di lettere e filosofia di Sassari in tecniche dell informazione.
I suoi studi di fotografia e video arte sono fondamentalmente da autodidat ta, arricchiti da diverse conoscenze per lei importanti.
Vive e lavora a Oristano come foto grafa e video artista indipendente e perchè ciò continui ad essere cosi, crea l’Arrubiu Art Gallery Cafè, dove fà esporre Artisti visivi,teatranti e musi cisti provenienti da tutta la Sardegna e il Mondo.
La poetica della sua Arte è basata su una sua filosofia di studio del bianco e nero, ossia dentro e fuori, Yin e Yang, infatti lavora sull Autoritratto come ri cerca del mondo interiore in continua crescita ed evoluzione, il suo punto forza la ricerca del se, la natura come madre ,i sensi si sviluppano in ogni forma, dando anche vita alla sua più bella creazione suo figlio Giovanni.
CHIARA COSSU
S’ARTI NOSTRA 6
Foto chiaracossu
C
SOPHIE GOULLIEUX
Nata nel 1972 a Cler mont-Ferrand, vive a Oise, in Francia.
Laureata con un DN SEP Art presso l’Eco le Nationale des Beaux Arts di Limoges nel 1996 e con un DUT Métiers du Livres presso l’IUT di Bordeaux nel 2000, dal 2004 insegna foto grafia ed editoria presso l’E cole d’Art du Beauvaisis.
Sophie Goullieux ha vinto il premio Germination Europe nel 2002 per la mostra Reli gion alla Chapelle des Beaux Arts di Parigi ed è stata in vitata a una Revue Parlée al Centre Pompidou con C. Bol tanski e O. Py.
Diverse mostre personali sono state allestite in residen ze d’artista: Intime consola tion al museo di Collioure nel 2003, Providence Decorum al Quadrilatère di Beauvais nel 2012, Pages de gardes, Amour, nel 2014 Galerie Flo rence Léonie a Parigi, Em blématique I e II a Flers, Orne, e a Port de Bouc, Réflexions nel 2019, Mairie de Beauvais, Réserve nel 2021, Artothèque de l’Aisne, Tergnier, Sillage nel 2022 presso il centro cul turale di Lizières nell’Aisne.
Con il sostegno del DRAC: Pirenei, IDF, Hauts de France. “Sillage”, 2022, è una mostra personale allestita in ottobre
presso il centro culturale di Lizières di Ramuntcho Matta, nell’Aisne.
Il paesaggio sembra essere messo in una bottiglia e si diffonde nella carta, come se fosse vivo.
Gli alberi contorti, i rami, i funghi, le more... appaiono volatili, come l’essenza della foresta ai margini della tenu ta.
“Lo spirito è un elemento mi sterioso. Sfuggente e invisibi le come l’aria, sembra adat tarsi obbedientemente a tutte le forme e a tutte le formule. E questo porta costantemente le nature dispotiche a credere che si possa comprimere, rin chiudere, imbottigliare. Ma ogni pressione provoca una contropressione, ed è proprio quando lo spirito è compres so che diventa esplosivo; ogni oppressione porta prima o poi alla rivolta. Alla lunga, e que sta è l’eterna consolazione, l’indipendenza morale dell’u manità rimane indistruttibi le”. Stefan Zweig.
“Questa citazione dello scrit tore Stephan Zweig (dal suo libro Conscience versus Vio lence) risuona stranamente con il lavoro svolto dall’arti sta Sophie Goullieux durante la sua residenza a Lizières. All’inizio, l’interesse dell’ar
tista per la bottiglia di profu mo, questo oggetto “di consu mo e di lusso”, simboleggia il modo in cui l’uomo cattura l’essenza delle piante a pro prio beneficio, sia “personale” (attraverso la fragranza con cui si sceglie di vestire la pro pria pelle e la propria identità) sia “collettivo” (attraverso la condivisione sensoriale che il suo uso genera).
Sophie Goullieux ama ciò che contiene e racchiude.
La bottiglia è il suo filo con duttore, ma mentre esplora, finisce per liberarsi da essa. È come se il mondo della na tura, dopo tanti anni di sot tomissione, compressione e concentrazione, chiedesse a gran voce un’esplosione, una ribellione, un ritorno alla sua anima selvaggia, indomita, indomabile, inafferrabile, ina lienabile.
Ed è questa anima che le ope re di Sophie Goullieux mo strano. Un’energia che tra spare dal getto d’inchiostro che ricopre le sue fotografie. Un albero. Un fungo. Uno stagno. Un glicine. Un rampi cante. Una felce.
Dietro l’aspetto, l’ardore dell’aura, la libertà espressiva della personalità di ogni esse re vegetale. “
Testo di Réjane Ereau per la mostra Sillage.
(segue dalla pagina 3)
Centre d’Art Paris Auber villiers, che aveva succeduto all’atelier parigino, e final mente alla Galleria 34, a Saint Germain des Près nel cuore del quartiere letterario ed oggi fashion di Parigi.
E stato quindi naturale orga nizzare delle esposizioni a Ca gliari, invitando delle artiste francesi, prima Camille Revel poi Sophie Sainrapt, non solo al Lazzaretto ma anche alla Mediateca del Mediterraneo, poi anche al Bar Sotto il Mare ed al Salotto dell’Arte dove ho presentato le mie linoleo grafie e le nuove che ho ripre so a produrre dopo il successo della mostra rue du Géneral Bertrand.
Foto sophiegoullioux
In seguito ad una permanenza più frequente a Cagliari e su invito dell’associazione Ter ra Battuta ho realizzato una ventina di mostre della serie “Meglio una Donna” facen done inoltre viaggiare alcune per presentarle all’Arrubiu Art Gallery Cafè che ci ha accolti generosamente e con il quale abbiamo incomin ciato una collaborazione che si manifesta oggi con questa mostra collettiva di fotogra fia, alla quale partecipano non solo degli artisti sardi ma an che degli artisti francesi che ci onorano della loro presenza. Nello stesso tempo alcune mostre sia delle mie linogra fie che delle opere di Michelle Pisapia e di Tiziana Maron giu. presente in seguito ad Oristano, sono state esposte negli spazi della Agenzia An drea Onali et Associati, in Via Santa Margherita 6 a due pas si dalla Piazza Yenne, in pieno centro di Cagliari.
L’idea di questa collettiva è nata durante una conversa zione con Chiara Cossu, dopo il successo della mostra del le opere di Salvatore Atzeni, consecutiva a quella delle sorelle Sara e Stefania Pedo ni, abbiamo avuto il desiderio non solo di presentare ancora una volta delle opere fotogra fiche, come quelle di Chiara Cossu, ma anche di Dolo res Mancosu e di Antonella Cannas Habens che avevamo già esposto, ma sopratutto di estendere il nostro invito a delle fotografe e dei fotografi che conosciamo ed apprezzia mo e che esercitano, non solo in Francia ma in tanti altri pa esi come la Polonia, gli Stati Uniti d’America, la Russia, la Cina eccetera, il loro talento. Mentre riceviamo i clichès di gitali delle opere che saranno esposte cominciamo a render ci conto (segue pagina 9)
S’ARTI NOSTRA 7
aria Dolores Mancosu, nota Dolores Mancosu é una fo tografa italiana, nata in Sar degna dove vive tuttora.
Dipendente del Ministero della Pubblica Istruzione é inoltre lau reata in Letteratura italiana.
La fotografia é una sua passione fin da ragazzina.
A testimone l’estrema qualità delle sue immagini che si ispirano naturalmente al mondo ed alle tradizioni della sua isola natale ed al suo mondo.
Le sue fotografie son sempre realiz zate con luce naturale ed il suo stile è fortemente improntato ad un equi librio visivo di geometrie e volumi , creati da luci ed ombre , che ha nella figura umana l’epicentro compositivo ed espressivo.
Il Ritratto è il genere fotografico in cui più frequentemente si cimenta : in esso il realismo della figurazione fa tutt’uno col valore simbolico dello scatto stesso spesso suggerito da ciò che il soggetto rappresentato è, strin ge, accoglie, accompagna.
I soggetti rappresentati nella loro spontaneità diventano così simboli di un concetto, un’idea, un pensiero.
Viva è in lei la passione per la vita e per l’arte.
La sua sensibilità la porta a rappresen tare i temi della contemporaneità visti attraverso gli occhi dei più fragili ed indifesi .
Così il tema della Pace irrompe nella Mostra “ Collettiva fotografica” attra verso simboli culturalmente disvelati, la bandiera e la colomba, ma ancor di più negli occhi “ sapienti” e innocenti del bambino e nelle mani, le sue, che a se fortemente stringono ciò che è Bene indiscusso , collettivo e di cui avver tiamo il palpito: la Pace, appunto. Essa ci rivela : “Talvolta, nel corso ra pido che sembra travolgere e gettare nell’oblio le esperienze e le vite, in una società così tristemente “ liqui da”, talvolta, il mio sguardo si posa su volti ed immagini sospese tra un tempo che tuttavia non muta e l’eter no divenire.
Scrittura di luce, la fotografia mi consente di rappresentare uomini e donne, ma anche oggetti ed animali, abitanti della Sardegna, la mia terra. Nello spazio piccolo di una stanza la luce accoglie e dilata l’immagi ne ingenua e popolare, ma non per questo meno intensa, dell’amore per il Creatore a cui si prepara una culla perché possa, nella casa degli uomi ni, abitare.
Il sole, unica lampada, illumina e consacra la sola dimensione che sen to e rappresento come vera: quella di un’antica, contemporanea Umanità.” Dolores Mancosu
Le immagini di Dolores Mancosu ci parlano appunto di una possibile feli cità, di un essere sereno ed armonio so, di un rapporto con la Natura, non da illuso dominatore ma di fratello e sorella degli esseri viventi che fanno parte di un universo vivo e complesso eppure articolato.
Vittorio E. Pisu
DOLORES MANCOSU
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Photodoloresmancosu
ANTONELLA MARINI
Antonella Marini nasce a Cagliari nel 1959.
Dalle scuole medie, che fre quenta presso il Conservatorio di Musica P.Luigi da Palestrina di Cagliari, mostra uno spiccato interesse per le arti in genere.
Nel 1977-78 ottiene il Diploma di maturità scientifica.
Nel 1979 s’iscrive nella Facoltà d’Inge gneria di Cagliari, che frequenta fino al 1984.
Giovanissima s’innamora del mondo della fotografia, che le conferirà soddisfazioni personali, con la partecipazione a concorsi nazionali e internazionali e la realizzazio ne di mostre personali e collettive.
Tutte le sue passioni, sviluppate con amo re e dedizione, diverranno territorio fertile per lo sviluppo ed il sostegno del suo pro getto di vita, ma anche cardine dell’impe gno professionale.
I suoi interessi l’allontanano sempre più dall’Ateneo cagliaritano.
Decide di trasferirsi a Firenze per frequen tare la facoltà d’Architettura.
Ottiene l’approvazione di tutti gli esami sostenuti.
Nel 1986 frequenta un Corso di regia te atrale presso il Teatro “Fabbricone” di Prato.
Viaggia molto, facendo di queste esperien ze, un’occasione di studio e di approfon dimento.
Le è sempre piaciuto, più che visitare un
paese, viverlo, cercando di lavorare sul posto, studiando abitudini locali e costumi.
A Firenze studia e lavora.
Qui conosce Luigi Anedda, con il quale in traprende un progetto imprenditoriale che li porterà alla fondazione di Studio Cadrea.
Le forti motivazioni che li spingono, cre scono parallelamente alla formulazione di un ideale di vita e portano alla nascita di un’impresa con impronta prevalentemente artigianale. Il percorso si chiude col com pimento del suo ciclo di studi, conclusosi con la Laurea in Architettura e il consegui mento del Titolo di stato.
Continua in parallelo un’attività di foto grafa e di pittrice unendo spesso le due tecniche.
Partecipa a numerose mostre e manifesta zioni culturali anche con la creazione di pièces teatrali e spettacoli che integrano una forte componente visiva.
Ha partecipato alla mostra “Natale dell’Ar te, l’Arte di Natale” nella serie “Meglio una Donna” con alcune delle sue creazioni ibride che mescolano la fotografia e,la pit tura ed il disegno.
Prevede di interpretare una delle sue crea zioni sceniche durante la mostra collettiva eventualmente a più riprese.
Tra l’altro ci ha dichiarato “Aggiungerei solo che il mondo femminile, in tutte le sue sfumature, è l’antro in cui amo rifugiarmi per parlare di me attraverso di loro...”
(segue dalla pagina 7) dell’importanza che questa esposizione sta prendendo, non solo per la qualità delle opere in mostra ma soprat tutto per il confronto fra tante sensibilità in apparenza di verse ma tutte tese a mostrar ci la bellezza del mondo nel quale viviamo e che spesso non percepiamo di primo ac chitto, travolti dalle numerose incombenze che occupano le nostre giornate, senza parla re di tutte le situazioni che si sono aggiunte ad un vivere già caotico e complicato di per sè, così la pandemia covid-19 che ha suscitato non solo delle re azioni contradditorie sia nei governanti ed altri respon sabili che nella popolazione stessa che si è trovata divisa da apprezzamenti diversi ed antagonisti, per non parlare del conflitto russo ucraino che ha aggiunto al trauma delle di struzioni e delle perdite uma ne quello dell’aver suscitato una penuria di materie prime, quali petrolio, gas e fino alle derrate alimentari di prima necessità, come il grano di cui abbiamo quasi scoperto l’importanza della produzio ne ma che abbiamo delegato, insieme a tanti altri prodotti sia agricoli che industriali e di cui oggi misuriamo la stu pidità di questa delega basata unicamente sulla ricerca di un profitto superiore motivato da salari di fame corrisposti nei paesi lontani e di cui godono finalemente un numero sem pre più ristretto di speculatori. Allora una mostra di fotogra fie a che cosa serve ?
A che cosa serve l’Arte se non ad aprirci gli occhi ed anche a farci capire a che punto stia mo pian piano distruggendo la bellezza di questo mondo di cui siamo parte integrante e di cui ci siamo illusi di esserne i padroni.
Sono veramente riconoscente a tutti gli artisti che hanno ac cettato di partecipare a questa esposizione in un momento non certo facile, in un luogo che non é certamente il più importante sul pianeta, il più frequentato o il più celebra to, anche se la vitalità della cittadina di Oristano non ha bisogno di essere dimostrata e dove diversi Musei istituzio nali ed altre iniziative private, mantengono vivo l’interes se per l’Arte, come abbiamo potuto per altro documenta re svariate volte attraverso i nostri filmati, realizzati sia al Foro Boario che al Museo Ar borense ed altri.
La nostra volontà, dopo aver raccolto (segue pagina 11)
S’ARTI NOSTRA 9
fOTO ANTONELLAMARINI
vedi vimeo.com/391707296
e vi capiterà di percorre re la curva che da Iglesias conduce alla frazione di Bindua, cogliete l’attimo e osservate con il cuore in mano quel che resta della miniera di Monteponi.
Fra quelle rovine, soprattutto in pri mavera, quando qualche fiore spunta qua e là fra le terre acide mai boni ficate dalla Regione Sardegna, po treste imbattervi nell’albero delle memorie.
Fra i suoi frutti potrebbero esserci i personaggi citati da Roberto Orlan dini in “un Mondo di ricordi”, la sua ultima fatica letteraria.
Una storia materiale e spirituale co struita mattone su mattone, picconata dopo picconata, dai minatori e dalle famiglie che hanno amato, gioito e sofferto in quel labirinto di paure, passioni ed emozioni suscitate dal duro lavoro minerario.
Queste storie il medico-scrittore le ha volute raccontare senza nostal gie, anzi, con la stessa innocenza del bambino che sa cosa vuol dire vivere in una famiglia di minatori. «Questo libro è nato in un momento di soffe renza, quando mi sono reso conto che sono passati tanti anni da quando calcavo, un po’ ribelle, le strade di Monteponi, una realtà irripetibile».
Per Orlandini quegli anni sono stati un po’ particolari, perché la miniera era anche il posto di lavoro di suo padre (un dirigente), perché l’entrata della miniera era a poco più di 300 metri da casa.
«Non sono stato un minatore, ero solo un bambino, un adolescente e, infine, un adulto che ha vissuto Mon teponi, una realtà unica», sostiene adesso il medico.
“Essenzialmente, ritengo di essere un ladro d’immagini” “Le mie foto sono un furto, e la mia macchina fotogra fica è l’arma che tengo sempre senza sicura nel mio sedile posteriore”. Forse, quel bianco e nero è connesso alle miniere di Monteponi (Iglesias), forse, ai visi intrisi di fango e sudore dei minatori del Sulcis, uomini che lui ha conosciuto (il padre era un dirigente di quelle miniere) e che ha osservato nel pieno del loro vigore fisico.
Con il bianco, il nero e le infinite sfu mature di grigio, Orlandini mostra al mondo la parte più ermetica della sua poesia, fatta di silenzi e sguardi.
Nato a Campiglia marittima il 20/06/1949, Roberto Orlandini è vis suto inizialmente a Iglesias, nella lo calità di Monteponi.
La sua famiglia si era trasferita in Sardegna per motivi di lavoro del pa dre. Laureatosi in Medicina,ha eser citato la professione di medico per 40 anni a Portoscuso, cittadina costiera nel sud-ovest dell’isola.
Passione costante nel corso della sua vita è stata ed è ancora la fotografia, per la quale ha vinto un concorso na zionale.
ROBERTO ORLANDINI
notizie.tiscali.it/Roberto-Orlandini
S’ARTI NOSTRA 10 S
Foto robertoorlandini
IGNAZIO PANI
Ignazio Pani, nato ad Iglesias nel 1956, è il coordi natore del labora torio di fotografia dell’associazione Remo Branca d’Iglesias, creato all’inizio del 2010.
Attualmente ogni setti mana, il martedì sera, ri unisce una quindicina di soci appassionati di foto grafia che si incontrano nella sede dell’associa zione per analizzare e di scutere le loro foto scat tate in luoghi di interesse.
Il gruppo ha esposto le proprie foto in varie mo stre e nei locali dell’asso ciazione.
È stato giornalista tele cineoperatore per qua rant’anni alla RAI (Radio Televisione Italiana).
Oltre al giornalismo, ha collaborato alla produ zione di programmi, do cumentari e film per la struttura di programma zione, effettuando le ri prese e occupandosi della “direzione della fotogra fia”.
In particolare, ha curato la fotografia de “I suoni della Memoria” nelle se quenze televisive, gira te al Teatro Massimo di Cagliari, sui concerti dei più importanti interpreti europei di musica etnica. Ha inoltre girato e fo tografato il film “Visos. Sogni, segnali, avvisi (1985)” del regista Gio vanni Columbu, che ha rappresentato la RAI al “Premio Italia” tenutosi quell’anno a Uppsala, in Svezia.
E ancora la direzione del la fotografia e le riprese della serie “La Sardegna nella Storia” con il finan ziamento della Commis sione Europea (regista Maria Piera Mossa, con il supporto del professore medievalista Francesco Cesare Casula, negli stu di RAI di Cagliari).
Ha inoltre partecipato alla trasmissione “Carto ni Magici”, programma pomeridiano di Rete1 (dicembre 1983-giugno 1985), sempre dagli studi
RAI di Cagliari, dedicato ai giovani, condotto dalla giovane Elisabetta Gardi ni, oggi famosa per il suo impegno politico, e con Oreste Ghislandi e Giu seppe Cella.
Giornalista in pensione, attualmente coordina il workshop di fotografia.
Ha inoltre sviluppato una assoluta maestria nella stampa, oggi complicata dall’utilizzo del digitale nella realizzazione delle immagini fotografiche e dalla discrepanza croma tica tra lo schermo del computer ed il risultato finale su carta o tela, di cui fa profittare i parte cipanti al laboratorio che coordina.
Appassionato d’arte, nel corso degli anni ha accu mulato una collezione di dipinti e fotografie che ha esposto in varie mostre organizzate dall’Associa zione Remo Branca e in altre gallerie e istituzioni pubbliche.
Continua a partecipare a mostre.
(segue dalla pagina 9)
l’assenso di tutti questi artisti così importanti sia in Italia che in Francia che altrove, é stata quella di renderci conto dell’importanza, senza falsa modestia, dell’evento che ab biamo suscitato e che é adesso nostra intenzione precisa di proporre in altre sedi in Sarde gna per iniziare ed in seguito a Parigi per esempio, ma anche in altri luoghi dove contiamo esporre questi fotografi e le loro opere.
Inoltre fedeli ad una tradizio ne ormai collaudata, propo niamo durante tutto il mese di dicembre e fino all’8 gennaio 2023 delle opere che potran no essere egregiamente un meraviglioso regalo da offri re all’occasione delle feste di fine d’anno indipendentemen te dalla fede religiosa e dall’i napettenza a tali festività, tra smettendo così un messaggio di felicità e di pace in un mo mento che ne ha terribilmente bisogno.
Ringrazio tutti i partecipanti ed in particolare Dolores Man cosu, che non solo partecipa con delle fotografie splendi de ed ha sopratutto provvisto al trasporto delle fotografie dei partecipanti cagliaritani e del Sulcis, senza dimenticare che é stata lei ad indicarme li, facendomi conoscere dei professionisti aguerriti e dei fotografi eccellenti, ringrazio anche Antonella Marini per la sua prestazione teatrale e musicale, e vorrei anche sot tolineare che la stampa delle locandine, dei giornali e dei flyers é l’opera della società SBOB Studio di Oristano che risponde sempre con grande professionalità e talento alle nostre richieste soddisfacen dole in tempi record, e natu ralmente Chiara Cossu per la sua generosità, la sua disponi biltà e l’energia che impiega nella preparazione e durante lo svolgimento della mostra in un locale che é non solo una galleria ed anche un Bar, ma sopratutto un luogo di convi vialità e di scambio dove, ol tre ad incontrare degli artisti ed avere degli scambi cultu rali veramente interessanti, si preparano e si inventano sem pre nuove manifestazioni e performances non solo pitto riche o fotografiche ma anche teatrali e musicali, ringrazio inoltre tutto lo staff dell’Arru biu Art Gallery Cafè per il suo supporto e la sua disponibilità. Dopo questa mostra ne pre pariamo altre sempre più impegnative ed interessanti sperando riscontrare lo stesso successo.
Vittorio E. Pisu
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Foto ilfiletdiolimpiamelis.com
ata a Dorgali nel 1985 e cagliaritana d’adozione, Marina si appassiona fin dall’infanzia alla fotogra fia.
Nel corso degli anni il suo stile evol ve in direzione di una narrazione per immagini nella quale i soggetti cat turati, siano essi luoghi naturali, am bienti urbani, persone, sono raccon tati attraverso gli elementi poetici in essi presenti.
Tra i progetti di Marina vi sono “Ap prodi Mediterranei” (2017), “Villag gio Pescatori” (2017),“Finestre su Dorgali” (2018), “Cagliari, fantasti che realtà”(2018), “Tempesta Sere na” (2021). Nella loro diversità, tali lavori evidenziano l’amore e l’inte resse dell’autrice per ambientazioni mediterranee che si ibridano con realtà urbane e antropizzate della Sardegna.
Dal 2019 Marina è impegnata nel progetto “Voci dalla Laguna” dedi cato alla Laguna di Santa Gilla. Marina Federica Patteri ci racconta : “La prima esposizione del mio pro getto “Voci dalla Laguna”, é stata ospitata per tre giorni nei locali de “Sa Manifattura” a Cagliari.
L’allestimento, curato dalla graphic designer Viola Orgiano, è stato organizzato in maniera tale da ri costruire una giornata ideale in laguna, lungo un percorso di navi gazione che inizia al mattino e ter mina la sera.
Le immagini, alternate per colori e momenti della giornata, hanno raccontato l’alternarsi delle stagio ni, delle ore e delle giornate nello specchio d’acqua che comprende i comuni di Assemini, Cagliari, Ca poterra ed Elmas.
Grazie alla presenza di tanti codici QR disseminati lungo la sala, i vi sitatori hanno potuto approfondire specifici aspetti legati al progetto e immergersi, a trecentosessanta gra di, nell’atmosfera lagunare.
Il contatto umano è per me la cosa più bella della mia attività fotogra fica.
Il confronto, il dialogo, i compli menti, le critiche e, perché no, un bicchiere di spumante per salutare insieme l’inaugurazione di un’espo sizione.
Accantonata con successo questa esposizione, mi preparo alle prossi me tappe: Capoterra ed Elmas”.
Le immagini, costantemente inte grate e arricchite da nuovi scatti, sono state fin qui esposte a Cagliari e Capoterra secondo un itinerario ideale che nei prossimi mesi toc cherà gli altri Comuni bagnati dalla Laguna.
Dal 2020, inoltre, Marina ha avviato una collaborazione con le Edizioni Kappabitche ha portato alla pub blicazione del volume fotografico “Voci dalla Laguna”, contenente le immagini del progetto.
I lavori di Marina sono consultabili nel suo sito www.marinafederica.com.
Foto strettoweb
MARINA FEDERICA PATTERI
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Foto sandropeddis
SANDRO PEDDIS
Nato nel 1966 nella bel lissima Sardegna, la fotografia è stata per tanti anni una passione semi-nascosta.
Iniziai con reflex analogiche e manuali, dapprima per fotogra fare la famiglia, riprendendo successivamente per ritrarre pre valentemente miei figli. cercando di farlo meglio delle solite foto ricordo..
Ma pian piano soliti scatti da “ ricordi di famiglia” mi stavano stretti e cercavo sempre di innal zare il livello qualitativo delle immagini.
La svolta la ebbi con l’avvento del digitale, che permise di spe rimentare molto, guardando poi i risultati nello schermo.
Mi piace spaziare in diversi cam pi fotografici, dalla fotografia sportiva, questa ancora connes sa a ritrarre miei figli nelle loro discipline, calcio e volley, pae saggi, Still life, Macro, Ritratti, Nudo artistico.
Questo perché sono molti gli aspetti della fotografia che mi appassionano.
Ho partecipato a diversi work shop fotografici sul nudo artisti co, glamour e sulla macrofoto grafia.
Ho una buona pratica nell’utiliz zo delle luci da studio, che spes so utilizzo nella sala di posa della associazione di cui faccio parte.
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riginario della regione di Saint Malò, Yannick Per rin ha frequentato l’Ecole Supérieure d’Architectu re de Rennes, prima di specializzarsi in Indu strial Design a Parigi.
In questa disciplina si è distinto per la progettazione e la creazione di mobili e decorazioni d’interni. Infine ha intrapreso una ricerca molto personale.
La sua scoperta del carnevale di Venezia, con la sua macchina fo tografica, ci porta una messe di scorci pittoreschi e un bouquet delle stranezze della città dei Dogi.
L’eterna Venezia, con i suoi pa lazzi, le sue gondole, il mare.
Città curiosa, con i suoi turisti, al trettanto curiosi nel loro abbiglia mento, che nel loro stupore.
Venezia singolare, con il suo strano carnevale: travestimenti effimeri di questi principi e prin cipesse persi nella terra delle illu sioni perdute.
Magia di maschere, di colori, mi stero di sguardi in cerca di chissà dove, di una festa dove ognuno a modo suo avrebbe cambiato la vita, per elevarla al livello dei propri sogni.
Venezia, città dei sogni. Ma non solo questa città ha diritto all’attenzione della sua macchina fotografica, ma anche Parigi ed altre, nelle quali, piuttosto che registrare i monumenti e i luoghi già noti e ampiamente celebrati, si sforzò di mostrarci quel tipo di dettagli che generalmente sfuggo no all’occhio, soprattutto quando si arriva in un territorio scono sciuto e la posizione di un muro, la maniglia di una porta, una par ticolare finestra, ci sono del tutto indifferenti.
Così, Yannick Perrin, che ha an che una formazione architettoni ca, sviluppa un’inquadratura mol to particolare di queste immagini in cui la sua attenzione si concen tra su elementi compositi che ci raccontano una storia parallela. Ha partecipato a numerose mostre a Parigi, ma anche a Saint Malo e in particolare in Bretagna. Recentemente è tornato nel suo Paese e vive a Saint Malo, fre quentando le spiagge circostanti. Per questa prima e timida parteci pazione a una collettiva di fotogra fia, in Italia, ha voluto condensare in due immagini queste abituali preoccupazioni, mescolando così l’atemporalità dell’Architettura con l’effimero del carnevale ve neziano e delle sue maschere che ci riportano alle origini della festa che è diventata regolare e sempre più frequentata.
Come scopritore delle bellezze che ci circondano, le riporta a noi e le mette a confronto con i nostri occhi..
Autori diversi
YANNICK PERRIN
S’ARTI NOSTRA 14 O
Foto yannickperrin
FABRIZIO SCHIRRU
Nasce a Carbonia il 1° ottobre 1971 e la sua vita si svolge a Calaset ta, nell’isola di S. An tioco, dove vive con la sua famiglia.
Completa gli studi da geometra e la professione lo porta spesso a stretto contatto con la natura incontaminata del luogo, dando stimolo alla curiosità e alla ri cerca, che più avanti riuscirà ad esprimere con le sue prime foto paesaggistiche.
Nell’ottobre del 2012 decide di partecipare ad un Corso di foto grafia di 1° livello a Calasetta, tenuto dal fotografo cagliarita no Giorgio Marturana, ed è li che luce, tempi e diaframmi, entrano prepotentemente nel modo di pensare una fotografia.
Non è più il solo “cogliere l’at timo”, ma pian piano inizia a capire che si deve partire da un progetto, che va programmato e portato in opera.
La luce, in tutte le sue sfaccet tature, diventa la componente principe, e su di essa si appli ca, consultando testi di grandi fotografi e mettendo in pratica gli apprendimenti, e lo still life lo affascina, tanto che inizia a
produrre le sue prime opere che pubblica sui social anche per avere un giudizio dai suoi ami ci appassionati di fotografia. Uno di questi lo convince a non pubblicarne più, ma a preparare una produzione che possa esse re utile per una mostra, e così tra luglio e agosto del 2013 gli offre il locale a Calasetta per la 1^ personale intitolata “Assag gi di luce”.
“Assaggi di luce” riscuote un ottimo successo di presenze e di critica, anche grazie alle visi te di alcuni fotografi professio nisti, critiche dalle quali Fabri zio riesce a trarre gli spunti per migliorare l’approfondimento della tecnica del light painting. La “luce” diventa sempre più il suo “punto di forza”, a tal punto che divide con essa la propria anima fotografica, guidandola e facendosi trasportare dalla creatività, e “Assaggi di luce” viene arricchita man mano di altre opere.
Intanto, non volendosi ripetere, prepara una produzione di foto notturna e tra luglio e agosto 2014, presso la Torre sabauda di Calasetta, allestisce la perso nale “Settecentoventisecondi”, nella quale omaggia una serie di luoghi incantati del territo rio, sotto un aspetto sconosciu to alla quasi totalità dei visita tori.
Tra gli appassionati di foto grafia inizia a circolare il suo nome, e così nel 2015 viene in vitato a Guspini per presentare proprio “Assaggi di luce”, che verrà replicata nel 2017, il 4 novembre, ad Iglesias, su invito dell’Associazione Remo Bran ca, a S. Antioco il 16 febbraio del 2019 c/o il circolo f/7.1, il 14 marzo a Cagliari c/o l’Asso ciazione Effezero, e nuovamen te a Calasetta organizzata dalla locale Pro Loco l’11 maggio dello stesso anno.
Con grande soddisfazione per sonale e gradimento dei par tecipanti, l’8 giugno 2019 a Cagliari c/o Associazione Ef fezero, organizza un Workshop di fotografia con la tecnica del “light painting”.
Nel 2018, dopo aver seguito un Workshop di Davide Cerati, fo tografo di fama internazionale, cresce la passione per il food ed inizia la collaborazione pro fessionale con svariate attività commerciali.
Dal 2018 inizia la collaborazio ne professionale con l’Azienda “Bresca Dorada”, e le sue foto appaiono prima sul catalogo dell’azienda, su alcune riviste, ediversesue gigantografie c/o gli “arrivi” dell’Aeroporto Ca gliari/Elmas.
Fabrizio Schirru
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Foto fabrizioschirru
“
ean Sebastian, nato in Canada nel 1969, è stato introdotto alle arti e alla comunicazione in tenera età dalla madre ar tista e musicista e dal padre, che lavorava per la stampa.
Dopo un periodo nel Royal Canadian Sea Cadet Corps, ha assistito alla cre azione e allo sviluppo di 20 franchising di moda e cibo nel Canada orientale. Ha quindi deciso di creare la sua micro azienda di abbigliamento.
La scoperta di Let’s Get Lost, un film documentario americano del 1988 sulla vita e la carriera del trombettista jazz Chet Baker scritto e diretto da Bruce Weber, trasmesso nel 1989 sul canale video MTV appena lanciato, è stato il punto di partenza più importante nella sua carriera di fotografo.
All’età di 28 anni, Jean cambia direzio ne e studia fotografia al Dawson Colle ge con Roy Hartling.
Come apprendista e studente, lavorava già per agenzie di modelle.
Nel 2001, dopo la laurea, espone per la prima volta i suoi lavori in una mostra collettiva a Montreal, seguita da con tratti per riviste e ritratti aziendali.
Nel 2003 ha lasciato il Canada e ha collaborato con uno dei fotografi di Le Corbusier al suo arrivo a Parigi.
Ha avuto l’opportunità di incontrare Lucien Hervé, Henri Cartier-Bresson, Roger Ikhleff e di scambiare con loro lunghe conversazioni. La sua vera pas sione per la fotografia prese forma.
Ha ideato e creato il suo studio fotogra fico a Parigi.
I suoi lavori sono pubblicati in riviste rinomate come AD, Ideat, French Hase, Maison & Objet, Marie Claire Maison, Point de Vue. Jean Sebastian è stato scelto da un editore di mobili per le sue immagini dalla pura firma visiva.
A metà novembre, tra la Torre Eiffel e l’École Militaire, la mostra Paris-Pho to attira il mondo della fotografia. Allo stesso tempo, ad Aubervilliers, una mostra al numero 98 di avenue de la République esalta il ricordo di un viaggio a Berlino nel 2008, pochi anni dopo la riunione delle due parti della metropoli.
Non si tratta né di un richiamo politico, né di un’evocazione turistica, ma di una passeggiata, a volte di giorno, spesso di notte, nella nuova città che è emersa non appena il muro è stato cancellato.
Questo breve soggiorno è quello di Jean Sebastian, nato in Canada e ora residente professionalmente ad Auber villiers; egli coglie la sottile poesia urbana diffusa, tra l’altro, dalla vici nanza della Kaiser Wilhelm Memorial Church su Kurfürstendamm, il marchio dell’Occidente, e da un dettaglio della torre della televisione, un tempo simbo lo della DDR.
La qualità delle stampe, il gioco sicuro dei chiari e degli scuri, la maestria dei grigi, le mille sfumature di luce cattu rate mentre si cammina sono tutte se ducenti.
In breve, ci congratuliamo per l’acu tezza del risultato della sottomissione”.
JEAN SEBASTIAN
René Le Bihan S’ARTI NOSTRA 16 J
Foto jeansebastian
MARCO SODINI
arco Sodini nato a Rheydt (Germa nia), vive in Sarde gna dal 1970.
Fin dalla sua infan zia si è appassio nato di fotografia, condividendo que sta passione con co lui che fù il suo Maestro: il Padre.
Svolge l’attività di com merciante e la professio ne di fotografo dal 1984, portando avanti l’attività iniziata da suo padre nel 1970.
Dopo aver eseguito per lunghi anni il fotografo in dustriale, si specializza in reportage.
Per parecchi anni ha rea lizzato servizi fotografici per diversi quotidiani e ri viste locali e nazionali ed internazionali, e ha colla borato con diversi editori. Dopo una lunga esperien za lavorativa nell’ambito fotografico (soprattutto come fotografo matrimo nialista), studia e si spe cializza nella fotografia pubblicitaria.
Alcune delle sue opere fo tografiche hanno firmato diverse campagne pubbli citarie, altre sono esposte in diverse gallerie d’arte a Milano, Parigi, Palau , ecc Mai abbandonando la pas sione della fotografia, con tinuano le collaborazioni con le aziende del settore fotografico.
Organizza Workshop e corsi di fotografia di base e avanzati e si dedica spes so a escursioni fotografi che di vario genere, quali ritratto, luci artificiali o luci da studio, reportage, street, ect, Segue vari gruppi di ap passionati di fotografia, aiutandoli nelle scelte dei loro portfolio o nella scel ta delle fotografie, dei for mati e del tipo di carta per eventuali mostre fotogra fiche.
Nella sua attività commer ciale, è concessionario in esclusiva per la Sardegna di alcuni Brand del setto re fotografico e oltre alla vendita di prodotti ineren ti alla fotografia, svolge la professione dello stampa tore.
Dopo anni e anni di stam pe analogiche con vari Minilab il passaggio al di gitale è stato inevitabile a passo coi tempi.
Oggi è specializzato nella stampa Fine Art Certifica ta.
S’ARTI NOSTRA 17 M
Foto marcosodini
ato sotto le Alpi, Jean Turco ha trascorso la sua adolescenza a Chamonix, ai piedi del Monte Bianco e delle più alte vette eu ropee.
Studia fotografia e storia dell’arte, si laurea e si dedica con passione alla fotografia di alta montagna. All’età di vent’anni abbandona questo soggetto, che la famiglia Tairraz trattava in modo più che perfetto, e lascia Chamonix per Parigi dove, all’interno della «So ciété Française de Photographie», rifiuta il mestiere di fotografo in dustriale e si orienta verso una fotografia esclusivamente creativa che espone con successo e vende nelle gallerie.
Allo stesso tempo, si è impegnato professionalmente in un’altra delle sue passioni che gli ha permesso di viaggiare lontano dalla Fran cia con le sue inseparabili Leica e Hasselblad nel bagaglio. Ha fotografato innumerevoli pae saggi in Europa, negli Stati Uniti, negli Emirati e nei Sultanati del Golfo, in Russia e in Cina e, nato dai suoi incontri in India e Pakis tan, ha sviluppato la sua conce zione del ritratto per condividerlo meglio.
Destinata principalmente a gallerie e mostre (negli ultimi anni ne ha realizzate più di centocinquanta in Europa, Russia, Stati Uniti, Cina, Mongolia, Kazakistan, ecc.), la sua fotografia, sia in pellicola con macchine tecniche CamboWide o Sinar 8 x 10 pollici, sia in digitale in tutti i formati, gli permette di illustrare e condividere la sua vi sione idealizzata del mondo in cui vive intensamente.
Il nudo, il ritratto e la natura morta sono i soggetti che predilige e su questi temi dirige numerose Mas ter-Class a Parigi, Venezia, Pechi no e nei paesi in cui è invitato a esporre.
Oltre al suo lavoro personale, alle conferenze e alle apparizioni tele visive e radiofoniche, ai corsi nelle scuole di fotografia e alla stesura di articoli e libri sull’illuminazione, Jean Turco lavora principalmente su commissioni di privati o agen zie pubblicitarie.
Le sue fotografie, presenti nelle collezioni di diversi musei, il Le nin di Ulyanovsk in Russia, il Museo Nazionale della Repub blica del Kazakistan ad Astana, il Nicéphore-Niépce di Chalon-surSaône, ecc. e in numerose colle zioni private, sono state più volte insignite di premi e medaglie.
In particolare, è stato insignito delle medaglie di bronzo, d’argen to, d’oro e d’onore, nonché del Premio Niepce, al «Salon» - la sto rica e prestigiosa esposizione della «Société des Artistes Français»nel Grand Palais di Parigi.
JEAN TURCO
https://www.jeanturco.fr/ N
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Foto jeanturco
o avuto modo di in contrare Jean Turco in occasione della mos tra che la rivista «Ici, là-bas et ailleurs», di cui mi onoro di essere redattore, aveva organizzato con Marie-Amélie Anque til come curatrice e direttrice della pubblicazione, nello stu dio che fu del pittore Henri Pinta, situato nel 7° distretto di Parigi, nell’aprile 2015. Era il giorno dopo il mio com pleanno e mi rendo conto di essermi fatto un grande rega lo, prima di tutto perché credo che Jean Turco sia una delle persone, uomini e donne che purtroppo stanno scomparen do da questo pianeta, ma di cui mi rallegro che ne esistano ancora degli esempi e che ab bia la possibilità di conoscere e apprezzare.
Oltre a queste qualità profes sionali riconosciute in tutto il mondo e anche in Cina, per non annoiarvi con un lungo elenco, potete visitare il suo sito web o la sua pagina Face book dove pubblica regolar mente le sue ultime creazioni fotografiche, ogni immagine delle quali è, di per sé, una lezione, non solo di composi zione.
Oltre a queste qualità, devo dire che Jean Turco è un gen tiluomo, un Signore, come si direbbe in italiano, una re gione che frequenta assidua mente, oltre alla natia Alta Savoia, a Parigi e a molti altri luoghi, da cui cattura immagi ni che potrebbero essere il so ggetto di un romanzo, che si tratti di casolari abbandonati nel nord-est italiano, o gli as semblaggi di oggetti disparati di cui riesce a mostrarci le sot tili relazioni, anche se all’ini zio sembrano impossibili o as surde, mostrandoci che anche in quella che crediamo essere la banalità della vita quotidia na, ci sono profondità insos pettate, relazioni anche amo rose, contrasti e conflitti che potrebbero alimentare storie e racconti.
Lo stesso si può dire per queste foto di nudo, che sembrano rendere ancora più misterioso un corpo femminile, addirittu ra e direi soprattutto presen tato nella sua totale nudità e in uno spazio che si direbbe onirico, di sogno di veglia, di utopia e di luce sconosciuta.
Mi vergogno un po’ a pub blicare solo oggi alcune in formazioni con tre di queste immagini, la cui scelta non lo offenderà, perché è difficile scegliere tra quelle che pro duce con un’energia notevole e un talento mozzafiato, ma
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H
potete visitare il suo sito e naturalmente guardare l’inter vista filmata in cui ho trovato una selezione piuttosto signi ficativa della sua produzione e ascoltare le sue parole che ci illuminano sul suo approccio, sulla sua pratica professionale e anche sulla sua naturale e italianissima eleganza che tes timonia la sua origine dall’Al ta Savoia, un territorio che il Regno di Sardegna cedette alla Francia nel 1859.
Sono stato anche particolar mente sensibile all’amicizia che Jean Turco mi ha dimos trato presenziando alle inau gurazioni delle fotografie di un autore sardo a Saint Ger main des Prés, di cui, con Marie-Amélie Anquetil, ero curatore.
Mi piacerebbe esporre le opere di Jean Turco in Sarde gna e spero che ciò avvenga presto con le nostre sorelle SARDONIA e UNISVERS.
Lo ringrazio in anticipo per questa partecipazione.
Vittorio E. Pisu
Ho pubblicato nel supplemen to di Palazzi A Venezia del settembre 2022 questo testo e finalmente vedo che il mio desiderio è stato esaudito, almeno in parte, abbastanza rapidamente, ma spero di or ganizzare un’altra mostra più personale.
Ringrazio Jean Turco per l’amicizia che mi dimostra partecipando a questa espo sizione che ha preso un’im portanza sempre più notevole man mano che i fotografi sol lecittati hanno incominciato ad inviare le loro immagini che ci danno un panorama di sensibilità veramente impres sionante per la sua acutezza ed il trattamento dell’attualità.
La preparazione, la creazione del catalogo, la diffusione dell’evento, l’allestimento, e fino alla partecipazione te tralee musicale di Antonella Marini, ci hanno spinto ad im maginare altre manifestazioni ed abbiamo già in prepara zione una prossima collettiva alla quale speriamo di interes sare altri e più numerosi artisti e fotografi, e proprio perchè l’attualità continua ad essere delle più preoccupanti, sentia mo il dovere, direi quasi l’ob bligo di continuare in questa direzione organizzando delle occasioni di dialogo e di confronto sulle manifestazio ni artistiche che ci permettono di essere più coscienti e res ponsabili dei nostri comporta menti e delle nostre azioni. Grazie per la partecipazione.
ARRUBIU ART GALLERY CAFE’
Ho incontrato per la pri ma volta Chiara Cossu e l’Arrubiu Art Gal lery Cafè nel novem bre del 2019, all’occa sione della collettiva “20 x 20“alla quale parteci pavano anche degli artisti che avevo incontrato a Cagliari.
Per esempio Pietrina Atzo ri, incontrata alla Manifattu ra Tabacchi per la collettiva “Hoping” organizzata dall’as sociazione Asteras, che mi ha invitato in seguito nello spa zio che gestisce a San Spe rate dove, nel suo domicilio, ha creato un laboratorio ed una Galleria d’Arte dove or ganizza incontri, esposizioni, performance e concerti, coa diuvata da Rosaria Straffala ci, che intervistai in seguito quando partecipava a delle esposizioni e mostre.
signora Mancosu ma anche Chiara Cossu che mi propose di ospitare le mostre della se rie nel suo locale di Oristano. Così é iniziata questa colla borazione, prima con le mie linoleografie che rappresenta vano i Casotti del Poetto, or mai scomparsi, mostra alliet tata dalla musica dei Bosons (Sandro Perdighe alla chitarra ed a altri strumenti di sua in venzione e Sem Devigus alla batteria) in seguito con la mo stra delle tele di Laura Zidda, sempre musicalmente accom pagnata dai Bosons ormai Bo sonik, ai quali si unì Stefano Daga al sassofono, poi con le fotografie di Dolores Manco su e di Antella Cannas Habens che ebbe il privilegio di inau gurare la piccola sala sul retro, che amo considerare come un luogo speciale dove esporre solo delle immagini rare, tra sgressive e border line.
ni che riscossero un grande e meritato successo giustificato dalla loro maestria espressiva e dal tema trattato.
Ultimamente la presentazione delle Caffettiere Anamorfiche di Salvatore Atzeni ha anco ra rinnovato il successo sia di pubblico che di critica, arri vando fino al punto di conclu dere la vendita di numerose delle opere esposte.
A
presto Vittorio E. Pisu
Ed è durante una delle loro esposizioni, dove le foto grafie di Aldo Larosa erano egregiamente contaminate dal duo Pietrina Atzori e Rosaria Straffalaci, che incontrai la fotografa Dolores Mancosu di cui apprezzai immediata mente le opere, al punto di utilizzare una delle sue foto grafie per illustrare il progetto “Meglio una Donna” realiz zato a partire dal marzo 2021 ed al quale invitai non solo la
L’ho nominata “Inferno” in ricordo del luogo non solo ipotetico ma ben reale dove la censura vaticana relegava le opere considerate licenziose, blasfeme ed illecite.
In seguito é stata la volta del le trenta tele di Tiziana Ma rongiu, pittrice dorgalese di grande talento espressivo, per continuare con le opere delle sorelle Sara e Stefania Pedo
Così questa collettiva che riu nisce una quindicina di foto grafi di orizzonti diversi ma di sensibilità convergenti si an nuncia come un momento par ticolarmente intenso di questa felice collaborazione che mi auguro continui con i progetti che abbiamo già incomincia to a immaginare e attraverso i quali vogliamo coinvolgere un numero sempre più impor tante di artisti sia pittori/trici, scultori, fotografi/e, musicisti /e ed autori/trici e attori/trici di teatro.
Sperando in una remissione delle conseguenze della pan demia covid-19 ed in una ra pida e imparziale conclusione del conflitto che genera non solo distruzione e morte ma anche disagi e penurie sia di energie che di denrate alimen tari di prima necessità.
Me lo auguro sinceramente. Vittorio E. Pisu
S’ARTI NOSTRA 20
vedi i video https://vimeo.com/chan nels/arrubiuartgallerycafe