S'Arti Nostra Ottobre 2020

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Foto robertoatzori

S’ARTI NOSTRA

Anna Maria Janin Davide Volponi Carbonia Vincenzo Grosso Mara Damiani Mauro Moledda La Bacheca Enzo Favata Sisinnio Poddi FIND 38sima Danza Morroculas/ Tissi Arte Cinema 25 Maker Island

Supplemento all’édizione di “SARDONIA“ Ottobre 2020


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S’Arti Nostra

Programma Televisivo OnLine di Diffusione d’Arte Contemporanea a cura di

Demetra Puddu

Redattrice Artistica Anima la trasmissione “S’Arti Nostra” Collabora a Artis Aes Laureata in Lettere (curriculum moderno) à Università degli Studi di Cagliari Conservatorio Pierluigi da Palestrina di Cagliari Liceo Linguistico I.T.A.S. “Grazia Deledda” Cagliari demetra.uddup@gmail.com

Vittorio E. Pisu Redattore Capo

Foto vitobiolchini

Direttore Fondateur et Président des associations SARDONIA France SARDONIA Italia créée en 1993 domiciliée c/o UNISVERS via Ozieri 55 09127 Cagliari vittorio.e.pisu@email.it http://www.facebook.com/ sardonia italia https://vimeo.com/groups/ sardonia https://vimeo.com/channels/cagliarijetaime

SARDONIA Pubblicazione dell’associazione omonima

Supplemento al numero del Maggio 2020 in collaborazione con PALAZZI A VENEZIA

Publication périodique d’Arts et de culture urbaine Correspondance palazziavenezia@gmail.com https://www.facebook.com/ Palazzi-A-Venezia https://www.vimeo.com/ channels/palazziavenezia Maquette, Conception Graphique et Mise en Page L’Expérience du Futur une production UNISVERS vimeo.com&unisvers Commission Paritaire

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i ha lasciato la critica d’arte Anna Maria Janin. È stata una figura importante per Cagliari. Stamattina in Castello ho fatto questa foto e riguardandola ho come rivisto lei e ho ricordato quando la incontravo per le vie del quartiere in cui anche io allora abitavo. Erano chiacchierate belle, intense, gratificanti per un giovane che si avvicinava alla professione giornalistica e alla vita culturale. Lei sempre con il suo inseparabile cane al guinzaglio. Grazie di tutto.

ISSN en cours Diffusion digitale Vito Biolchini

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uesto numero di S’Arti Nostra cerca di inseguire le manifestazioni culturali ed artistiche che spesso e volentieri vengono annunciate quarantotto ore prima del loro svolgimento, situazione che rende un pò difficile ad un mensile di darne l’annuncio per tempo. Fortunatamente la pubblicazione on line ci consente di corregere successivamente le pagine della paruzione e di aggiungerne per trattare degli avvenimenti che abbiamo ulteriormente scoperto. Ringrazio quindi tutti coloro e per fortuna sono numerosi, che ci informano per tempo delle loro manifestazioni, esposizioni, concerti, onewoman show o oneman show e gliene siamo veramente grati e riconoscenti. Nel frattempo assumiamo le nostre scelte completamente soggettive ed eccletiche e speriamo nello stesso tempo di farvi scoprire qualcosa oppure di riproporvi degli Artisti o degli avvenimenti che già conoscete perchè attenti lettori di S’Arti Nostra o del mensile Sardonia ed entusiasti spettatori delle nostre proiezioni online, siete naturalmente istruiti, curiosi, aperti a nuove conoscenze e sopratutto attivi e protagonisti di svariate discipline artistiche dalla Pittura all’Architettura, passando dalla Danza, la Fotografia, l’Arte Tessile per non parlare della creazione di performances, installazioni, site specifics ed altre interessanti, divertenti, colte ed originali creazioni. Nel frattempo siamo sempre confrontati alla pandemia che ci costringe sempre di più ad una protezione personale e collettiva contro gli effetti del virus. Al momento in cui scrivo il nuovo decreto stipula che la mascherina deve sempre essere indossata, che bisogna mantenere delle distanze sanitarie, evitare gli assembramenti, praticare un’igiene scrupolosa, j’en passe et des meilleures. Sento già le grida di coloro che considerano un’attacco alla loro libertà (sic) l’imposizione della mascherina, come se la cintura di sicurezza, il casco per i motociclisti ed altre amenità di recente introduzione, per non parlare dell’interdizione di fumare nei locali pubblici e nei trasporti, fossero anch’esse delle privazioni della nostra libertà (resic) quando questi obblighi sono destinati a proteggerci anche contro noi stessi. Ma come dicono i Taoisti “Tutto ha una fine” e penso che fra qualche tempo ci libereremo anche di queste precauzioni che ci sembrano pesanti ma che diffronte al numero già abbastanza elevato delle persone che hanno trovato la morte in seguito all’infezione da questo covid-19, sono assolutamente il minimo che possiamo sopportare per prottegerci noi stessi e gli altri prossimi, parenti o perfetti sconosciuti. Certo questo virus ha completamente distrutto il futuro ed appare quasi impossibile di poter progammare una qualsiasi attività che si tratti di un viaggio, una cena con amici, una visita ad un museo o ad una manifestazione culturale e non voglio neanche pensare a quello che sta succedendo ad un’abitudine correntemente praticata e cioé quella di fare nuove conoscenze, stringere nuove amicizie e naturalmente innamorarsi e convolare a giusti amplessi. Impossibile, bisogna mantenere le distanze, allora perchè non ritrovare i piacieri dimenticati della corrispondenza scritta, delle lettere spedite attraverso la posta, dei poemi inviati in mezzo ad un mazzo di fiori e naturalmente il piacere della creazione artistica alla quale la maggior parte dei nostri pittori, fotografi, scultori, architetti, ballerine e ballerini, ma anche cuochi e gastronomi occasionali o professionisti non hanno assolutamente rinunciato. Come tutte le manifestazioni di cui vi parliamo in questo numero che nonostante tutto sono pronte ad accogliervi, nel rispetto naturalmente delle norme in vigore e senza rinuciare però a farvi scoprire o ritrovare non solo gli Artisti locali ma anche i continentali e gli stranieri che, malgrado la difficoltà di venirci a trovare in Sardegna, non hanno rinunciato al piacere di incontravi e di mostrarvi le loro creazioni. Rimane inoltre la possibilità di vedere attraverso il web festivals, films ed anche mostre presentate attraverso questo canale che si rivela finalmente utile e che personalmente frequentiamo appunto per reperire il maggior numero di manifestazioni che a nostro parere insindacabile e indiscutibile ci sembrano degne di essere citate su queste pagine o diffuse attraverso il nostro canale TV S’Arti Nostra, dove potete consultare diversi reportage realizzate all’occasione delle più recenti manifestazioni cagliaritane e non. Augurandovi una buona lettura e che l’autunno vi sia lieve vi do appuntamento al mese prossimo. Vittorio E. Pisu


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DAVIDE VOLPONI N

el suo ultimo saggio, uscito quest’anno, intitolato “Luoghi di transizione”, il critico e storico dell’arte Francesco Tedeschi ci conduce nei luoghi che costituiscono un confine, dal primo capitolo dedicato alla finestra (La finestra come metafora della pittura e della rappresentazione), al secondo sulle porte e sulle soglie, e, via via, attraverso i corridoi, il vuoto, il suolo, il labirinto, per terminare con il settimo e ultimo capitolo dedicato agli specchi, al tema dell’autoritratto e alle altre forme di identificazione e rappresentazione di sé. Luoghi di transizione è un saggio sui punti di connessione tra noi e l’altrove, spazi che attraversiamo nella quotidianità, senza avere coscienza dei passaggi e delle relazioni che questi confini significano. Si sofferma, invece, a riflettere sul significato di queste transizioni, Davide Volponi (Cagliari, 1973) nell’allestimento di una

porta finestra affacciata sul porto di Cagliari, al Niu Café Bistrot, al sesto piano de La Rinascente di via Roma, nell’ambito di #outofthewindows (a cura di E. Carbone) Made For Italy, in programma dal 18 settembre , che include anche un intervento site specific di Alberto Marci, di notevole interesse. In questo suo nuovo allestimento, Volponi prosegue la sua ricerca artistica sugli objets trouvés, spesso assemblati a costruire quelli che egli stesso ha battezzato Minimondi, spazi abitati da modellini umani in miniatura (quelli che si usano nei plastici) inseriti in contesti surreali, che disegnano spazi onirici, o del pensiero, o, ancora, dell’immaginario emotivo. Davide Volponi allestisce i riquadri di vetro della finestra come se fossero frames di una narrazione che ha come tema Dei sospesi e dei salvati, titolo che richiama “I sommersi ed i salvati” di Primo Levi, e rimanda al suo capitolo

fondamentale sulla zona grigia, con un’intelligente e sensibile sovrapposizione tra i sospesi/sommersi accomunati dall’appartenenza a quella zona grigia, che è la zona in cui il bene e il male, la mediocrità e la brillantezza, la centralità e la marginalità perdono i loro contorni nitidi, rivelando le contraddizioni dell’animo umano, sottraendogli le certezze, i conformismi, le presunzioni. La finestra e i suoi riquadri diventano un’opera unica, aperta sulla città e il mare su cui si affacciano, creando un effetto straniante, come ne “La condizione umana” di Magritte: dove inizia e finisce l’opera d’arte? Davide Volponi ci suggerisce di spostare il nostro sguardo oltre i confini, fisici e metaforici, il vantaggio dei luoghi di transizione consiste forse nel loro spingere lo sguardo (e il pensiero) verso limiti meno angusti di quelli che spesso ci imponiamo. Concettina Ghisu

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avide Volponi recupera, adatta, trasforma. Costruisce biliardini con balene contro ramponieri, acquari di sacchetti di spazzatura, finti dolcetti adagiati nella carta plissettata delle pasticcerie. Si chiamano amaretti, questi bon bon esposti in una bancarella. Figli della risacca, invero, ma ingannevolmente commestibili. Del resto, è il confine tra assurdo e verosimile ad alimentare le opere di un artista che ama due cose tra tutte: il legno e il mare. Comincia con un naufragio, il periplo d’autore. Con una distesa di segatura da cui spuntano granchietti colorati d’arancione, esserini svelti che s’infilano in tutta la galleria per poi approdare – salvi!- su uno scoglio invisibile. In ordine sparso, in una mostra a moto costante, minuscoli omini, pesci dipinti su fogli di giornale, luci sonore e persino vecchi mobili sciupati. Peter Pan si tiene in equilibrio su un’onda di ferro arrugginito. Fa Lo Surf, ovviamente. Rive tempestose, navigazioni e incontri, come capitò a Ulisse. Davide Volponi fa un altro tipo di viaggio e non aspira a ritornare a Itaca. Tutto è fluido nel suo pelagico andare. Ogni pezzo, faticosamente lavorato perché riciclare impone fatica, è una storia compiuta. Le situazioni e i personaggi scaturiti dalle discariche, o dal ventre del magazzeno di famiglia, riflettono con sapida armonia l’umano arrabattarsi tra affondi ed emersioni.” (Alessandra Menesini)

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Foto larepubblica

a città di Carbonia si è candidata a “Capitale Italiana della Cultura”, un titolo istituito dal Ministro per i beni e le attività culturali e per il Turismo Dario Franceschini con la legge Art Bonus nel 2014, conferito per la durata di un anno. Sono 44 le città italiane che si sono candidate per questo prestigioso riconoscimento. Il Comune vincitore riceverà un milione di euro per la realizzazione del programma presentato. Le città che hanno manifestato il proprio interesse (oltre alla città sarda, sono in lizza Ancona, Arezzo, Arpino, Bari, Castellammare di Stabia, Cerveteri, Fano, Isernia, L’aquila, Modica, Molfetta, Padula, Palma di Montechiaro, Pieve di Soligo, Pisa, Procida, San Severo, Scicli, Taranto, Trani, Trapani, Tropea, Venosa, Erbania, Verona, Vigevano e Volterra) hanno presentato i propri dossier di candidatura, che sono stati esaminati da una giuria di sette esperti di chiara fama per arrivare alla selezione di un massimo di 10 progetti finalisti da invitare in audizione. La città Capitale Italiana della Cultura 2022 verrà scelta esclusivamente sulla base di questi colloqui, quando la giuria indicherà pubblicamente al Ministro per i beni e le attività culturali e per il turismo la candidatura più idonea da formalizzare con delibera del Consiglio dei Ministri. Entro il 12 ottobre la commissione di valutazione definirà la short list delle 10 città finaliste, la procedura di valutazione si concluderà entro il 12 novembre. Forza città di Carbonia, facciamo il tifo per te! #Carboniacapitaleitalianadellacultura

CARBONIA CAPITALE ITALIA L

a Città di Carbonia si è candidata a “Capitale Italiana della Cultura”, un titolo istituito dal ministro per i Beni e le attività Culturali e per il Turismo Dario Franceschini con la legge Art Bonus nel 2014, conferito per la durata di un anno. Il conferimento del titolo di “Capitale italiana della cultura” non equivale a un concorso in cui si valuta meramente la bellezza estetica di una città, ma mira a sostenere, incoraggiare e valorizzare l’autonoma capacità progettuale e attuativa delle città italiane nel campo della cultura, affinché venga recepito in maniera sempre più diffusa il valore della leva culturale per la coesione sociale, l’integrazione senza conflitti, la creatività, l’innovazione, la crescita e infine lo sviluppo economico e il benessere individuale e collettivo. Al momento sono 28 le città italiane candidate e Carbonia è l’unica città a rappresentare la Sardegna. Il Comune vincitore del titolo di “Capitale italiana della Cultura” riceverà 1 milione di euro per la realizzazione del programma presentato.

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Il progetto per la candidatura è intitolato “Carbonia: paesaggi dell’energia- Capitale Italiana della Cultura 2022”. Di seguito pubblichiamo un breve estratto del dossier: ”Da capitale italiana del carbone a città della ricerca scientifica ecocompatibile, dove le miniere diventano musei e l’archeologia ritrova i suoi antichi splendori. Carbonia si presenta come una città di città, dove si integrano culture diverse, si ridefiniscono le identità, ci si apre e ci si aggiorna per predisporre sempre nuovi futuri. Carbonia è anche il suo territorio, una Costa delle Miniere dove città-fabbriche antiche e moderne con le loro cattedrali archeominerarie dominano le scogliere più straordinarie del Mediterraneo. Più di 120 siti che dal mesolitico attraversano il tempo con realizzazioni memorabili di epoca nuragica, fenicio-punica e romana, proseguono nel Medioevo, rinascono nel Settecento e con la Rivoluzione Industriale, fanno la storia del Novecento italiano e si candidano a presidiare il futuro. Il progetto di candidatura a Capitale Italiana della Cultura ha l’ambizione di proporsi per la sua capacità di mettere

a sistema azioni di recupero dell’identità storica e nello stesso tempo proiezioni verso l’innovazione, che servano da modello in Italia. Sono 5 gli assi su cui si articola il progetto di candidatura:

• “LA CITTÀ DI FONDAZIONE. ARCHITETTURA E PAESAGGIO”. In questo asse si inseriscono gli eventi collegati al decennale del Premio del Paesaggio con Seminari, workshop, i laboratori didattici, mostre e convegni e un grande evento internazionale. • “LA CITTÀ DELL’ARTE E DELLO SPETTACOLO”. Convegni, rassegne internazionali, mostre, musica, teatro. • “LA CITTÀ DELL’AMBIENTE, DELL’ENERGIA SOSTENIBILE, DELLA SCIENZA E DELL’INNOVAZIONE”. Seminari, momenti di informazione e divulgazione scientifica, didattica, installazioni. Carbonia intende trasformarsi in un grande parco della scienza ecosostenibile e della cultura urbanistica, architettonica, ambientale e


ANA DELLA CULTURA 2022 paesaggistica, candidandosi a diventare ancora una volta capitale dell’innovazione e dello sviluppo. • “LA CITTÀ DELLA STORIA”. Archeologia, vista soprattutto attraverso l’utilizzo delle nuove tecnologie, nella ricerca, nella tutela, nella fruizione e nella didattica. • “LA CITTÀ DELL’INCLUSIONE E DEI TERRITORI”, a sua volta articolato in: 1. Agroalimentare. Valorizzazione dei prodotti locali attraverso festival, percorsi di degustazione, messa in rete dei produttori e degli eventi locali. Una festa diffusa in cui si esprime l’anima della città di città. 2. Sociale. Iniziative proposte dalle cooperative sociali presenti nel territorio, singole o associate, volte al welfare e al benessere dei cittadini. 3. Formazione e servizi, riunisce iniziative di formazione e di servizi per il miglioramento della fruizione del territorio e per il miglioramento dell’offerta di servizi da parte del sistema turistico-ricettivo”. Il Comune di Carbonia Carbonia, 1° Ottobre 2020

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arbonia: [karˈbɔni̯ a], Carbónia o Crabónia in sardo) è un comune italiano di 27 611 abitanti, capoluogo provvisorio della provincia del Sud Sardegna. La città è situata nella storica regione del Sulcis, precisamente nella parte settentrionale, denominata Alto Sulcis, in passato a vocazione mineraria. Carbonia si trova a circa 65 km a ovest di Cagliari. Principale centro abitato, Carbonia è la nona città in Sardegna per numero di abitanti, nonché la più popolosa della provincia e in generale dell’intero sud-ovest sardo. Il centro nacque negli anni trenta del Novecento per ospitare le maestranze impiegate nelle miniere di carbone che furono avviate in quegli stessi anni nel territorio dal regime fascista per sopperire alle necessità energetiche dell’Italia negli anni dell’autarchia. In particolare Carbonia, il cui nome indica letteralmente il luogo o la terra del carbone a testimonianza della sua vocazione mineraria, fu costruita a ridosso della miniera di Serbarìu, sostituendo l’omonimo comune ottocentesco, il cui borgo è ora completamente

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inglobato come rione sud-orientale della città. Terminata l’epopea mineraria, Carbonia è diventata centro di servizi per il territorio, basando la sua economia principalmente sul settore terziario e sull’industria, grazie alla vicina area industriale di Portovesme, nel comune di Portoscuso. Pur essendo la città di Carbonia una delle più giovani d’Italia il suo territorio, corrispondente a buona parte del dismesso bacino carbonifero del Sulcis, è ricco di numerose testimonianze preistoriche e storiche, relative alle civiltà e alle popolazioni presenti in questa zona della Sardegna. Nel territorio di Carbonia è attestata la presenza di una delle più antiche civiltà preistoriche della Sardegna, denominata di “Su Carroppu”, risalente al Neolitico Antico (5700 – 5000 a.C.), che prende nome dall’omonimo riparo sottoroccia, già frequentato nel Mesolitico, vicino all’antica borgata agro-pastorale di Sirri, a nord-est del centro urbano di Carbonia. Successivamente diverse civiltà preistoriche (partendo dal Neolitico Medio fino all’Età del ferro) si affermano in questo territorio, documen-

tate dai reperti archeologici in numerose grotte e in siti del comune, tra i quali si ricordano le grotte “dell’Ospedale”, la “di Barbusi”, la grotta sepolcrale “Baieddus de Sa Sedderenciu” o eneolitica di “Su Cungiadeddu de Serafini” a Tanì, la “grotta di Serbariu”, quelle “di Polifemo”, “Sa Dom’e S’Orcu”, “Sa Turrita”, “della Campana”, “della Volpe” e “A.C.A.I. – valle Rio Cannas”. Ulteriori testimonianze di questo popolamento del territorio carboniense a quell’epoca si ritrovano nelle tipiche necropoli prenuragiche a domus de janas di “Cannas di Sotto”, “Cùccuru Su Cardolinu de monte Crobu” e “Corona Maria” (a nord di Cortoghiana), “Is Arrùs de Riu Anguiddas” e “S’Ega de Is Elmas” a ovest di Cortoghiana; nei siti abitativi di Barbusi – rio Flumentepido, negli insediamenti del “poliambulantorio – valle rio Cannas” e nel riparo sottoroccia di “Coderra”. Del periodo nuragico è attestata la presenza di questa civiltà in diversi siti, alcuni di notevole importanza come il complesso del nuraghe Sirai (fortezza e abitato), tra i quali si ricordano tra i più rilevanti il nuraghe “Mianu”, il “Mitzotus”, il “Paristeris”, il nuraghe “Piliu”, ed il “Su Conti” nell’omonimo medau. In totale si possono contare più di quindici nuraghi e oltre dieci domus de janas disseminate nel territorio comunale. Della successiva civiltà fenicia e punica è documentata la presenza nell’importante insediamento di monte Sirai, già nuragico e poi romano, e in altri siti minori presenti nel territorio comunale. La presenza della dominazione di Roma risulta documentata in numerosi siti archeologici minori del comune di Carbonia, e si riscontra nei reperti ritrovati in tombe e in luoghi abitati, costituite da ville in campagna e da mansiones (stazioni di posta) lungo la strada romana che da “Carales” (Cagliari) si dirigeva verso “Sulki” (presso l’attuale Sant’Antioco), che attraversava il territorio carboniense. Il periodo medioevale, quando la zona era compresa nella curatoria del Sulcis appartenente al giudicato di Cagliari, risulta documentato non solo da fonti storiche che citano località di questo territorio, ma soprattutto nelle vecchie chiese, presenti (segue a pagina 6)

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(segue dalla pagina 5) e relative alle antiche “biddas” (ville), oggi incluse nel comune di Carbonia, come l’antico monastero di Santa Maria di Flumentepido, la chiesetta di Santa Barbara di Piolanas, la chiesetta di Santa Lucia di Sirri, le rovine della chiesetta (di probabile origine bizantina) di San Michele, nell’omonimo colle in località “Is Arenas”, le rovine delle chiesette di Santa Maria di Barega, Santa Giuliana e di Santa Maria di Sirri, e, infine, le distrutte (e poi ricostruite in sito diverso) chiese parrocchiali di San Narciso di Serbariu e di Santa Maria delle Grazie di Barbusi. A partire dalla seconda metà del XIV secolo, nel periodo di passaggio dal dominio dei della Gherardesca gherardiani a quello successivo aragonese, il territorio oggi del comune, come accadde nella maggior parte dei comuni della zona, venne abbandonato a causa delle epidemie di peste e delle devastazioni portate dal lungo conflitto tra giudicato di Arborea e aragonesi. el Settecento, nel periodo di transizione fra il dominio spagnolo e quello piemontese-sabaudo, l’odierno territorio carboniense e in generale quello sulcitano (territori facenti parte del Marchesato di Palmas, feudo all’epoca di proprietà prima dei Brondo e poi dei valenzani Bou Crespi) registrò il ripopolamento, attraverso la nascita degli insediamenti rurali sparsi detti “furriadroxius” o “medaus”, da parte di famiglie iglesienti e pastori (in genere barbaricini)che, in transumanza in queste terre del Sulcis per diversi decenni, decisero di stabilirsi in questi luoghi quasi completamente disabitati da secoli, anche per via delle frequenti incursioni dei corsari barbareschi. Proprio in questo territorio il generale e scienziato Alberto La Marmora fece la prima segnalazione ufficiale del carbone Sulcis, rinvenendo la sua presenza nel 1834 e nel 1846 in località “Cannamenda” (tra monte Lisau e “Medau Brau” in zona Terra Segada, già in comune di Gonnesa ora in quello di Carbonia), attraverso frammenti di carbone fossile, ma senza riuscire a localizzare gli affioramenti. Ma è soprattutto grazie alla costituzione del comune di Serbariu, antico “boddeu” (borgata) staccatosi da Villamassargia nel 1853 e con la concessione di permessi di ri-

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cerca mineraria (come quello di Caput Aquas) che si ebbe una certa vitalità e vivacità economica in questa zona, grazie ad una nuova legge mineraria del 1840, entrata in vigore in Sardegna nel 1848 e modificata nel 1859, che prevedeva la separazione della proprietà del suolo da quella del sottosuolo. Ubaldo Millo fu lo scopritore del giacimento carbonifero di Bacu Abis nel 1851; il 29 maggio 1853 furono affidate le tre concessioni carbonifere di Bacu Abis, di Terra’e Colu e di Fontanamare alla Società “Tirsi-Po” di Millo e Montani. Successivamente la concessione fu affidata all’ingegner Anselmo Roux, che nel 1873 costituì la Società Anonima Miniera di Bacu Abis. I permessi di ricerca nel territorio del Sulcis-Iglesiente alla fine del 1861 erano alcune decine, ma salirono al centinaio nel 1870 e le concessioni raddoppiarono. Il deputato algherese Angelo Roth nel 1915 favorì provvedimenti governativi a favore della Società Anonima di Bacu Abis, che gestiva le miniere carbonifere nel Sulcis. Seppur con andamento altalenante si ebbe un aumento delle ricerche minerarie e delle

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produzioni, specie carbonifere: in particolare per quel che riguarda il territorio dell’allora comune di Serbariu la scoperta del rilevante giacimento di Nuraxeddu - Serbariu diede un grande impulso ulteriore alle attività minerarie già in crescita, soprattutto negli anni del regime fascista durante il periodo dell’autarchia, tanto da rendersi necessario non solo lo sviluppo di numerosi e importanti impianti estrattivi e produttivi, ma anche la costruzione di una nuova città mineraria, come Carbonia, e di altri due nuovi centri abitati carboniferi minori, come Bacu Abis e Cortoghiana. La scoperta di grandi giacimenti carboniferi nel sottosuolo sulcitano portò nei primi decenni del Novecento all’apertura di varie miniere e a numerosi lavori di sondaggio per valutare l’eventuale apertura di nuovi pozzi. La Società anonima miniere di Bacu Abis fu dichiarata fallita il 12 aprile 1933 per difficoltà finanziarie. Il 9 dicembre 1933 a Trieste, nella sede della Società Anonima Carbonifera Arsa, nacque la Società Mineraria Carbonifera Sarda SpA, (Carbosarda), per rilevare le miniere di carbone del Sul-

cis-glesiente. Guido Segre, alto esponente della comunità ebraica triestina e già presidente dell’Arsa, fu il primo presidente della Carbosarda. Il 9 giugno 1935 Benito Mussolini nella sua prima visita a Bacu Abis vi comunicò l’istituzione del bacino carbonifero del Sulcis, e il 28 luglio 1935 con R.D.L. n. 1406 si costituì l’A.Ca.I. (Azienda Carboni Italiani), con presidente sempre Guido Segre, che gestì il bacino carbonifero del Sulcis con la Carbosarda e quello minerario dell’Istria sud-orientale con la Carbo-Arsa (Arsa). Segre fu il vero artefice e dinamico presidente di tutte le società minerarie in attività sia nel bacino carbonifero sulcitano sia in quello istriano, costruendo due nuove città operaie di fondazione vicino alle miniere: Arsia e Carbonia Verso la fine del 1936 con il metodo dei sondaggi vi fu la scoperta del giacimento di carbone nella zona di Serbariu-Sirai, che si rivelò di un’enorme vastità, tanto che l’A.Ca.I. (Azienda Carboni Italiani), proprietaria dell’intero bacino carbonifero con la Carbosarda e in previsione di un’intensa attività estrattiva. glesiente.


Foto mudec

Ignazio Guidi. “Una città sorta dal nulla, ne sono orgoglioso” «La città è sorta dal nulla, d’incanto. Queste cose mi emozionano, mi rendono orgoglioso. Sono le opere più belle. Pensa che da lì fuggivano tutti. C’era una malaria tremenda, morivano come mosche. Avevano terrore di vivere lì, invece ora ci corrono. Ho fatto dire a Starace quelle cose, perché dirle io era come chiamare gli applausi. Ho avuto molto entusiasmo, erano pieni di gioia, deliranti. Hanno apprezzato molto ciò che ho detto dei sardi. I bambini sono piccoli, patitini. Miglioreranno.» Reduce dal viaggio inaugurale a Carbonia, Benito Mussolini esterna a Clara Petacci le proprie sensazioni che la donna del Duce annota nel suo diario in data 19 dicembre 1938. E in una telefonata serale sempre alla Petacci aggiunge: «Sono inquieto, perché sul giornale c’è scritto “l’autarchico carbone”, mentre io ho detto “l’autentico carbone”. È un significato completamente diverso. Ah! non ci sanno fare, sbagliano sempre tutto.» Originariamente nella torre Civica (torre Littoria durante il regime fascista) era presente un balcone all’altezza del primo piano da cui Mussolini tenne il discorso inaugurale della città. La data che è comunemente celebrata come l’anniversario della città è quella dell’inaugurazione, che avvenne nella giornata nazionale della fede per la patria fascista (commemorazione introdotta dal 1935 con le donazioni delle fedi delle spose italiane il famoso “Oro per la Patria”), il 18 dicembre 1938, alla presenza di Mussolini in persona il quale, nella sua seconda visita al bacino carbonifero del Sulcis, tenne un discorso inaugurale e propagandistico dalla torre Littoria in presenza di circa 35 000 persone radunate nella centrale piazza Roma, a conclusione dei lavori di edificazione del centro urbano della città, la seconda a carattere minerario realizzata dal regime dopo Arsia. Seguì poco dopo un riconoscimento per Carbonia con l’attribuzione del titolo di Città (con Regio decreto legge del 9 febbraio 1939). Un efficace spaccato di ció che fu la costruzione di Carbonia e delle realtà umane che vi contribuirono, (segue pagina 8)

Guido Segre, alto esponente della comunità ebraica triestina e già presidente dell’Arsa, fu il primo presidente della Carbosarda. Il 9 giugno 1935 Benito Mussolini nella sua prima visita a Bacu Abis vi comunicò l’istituzione del bacino carbonifero del Sulcis, e il 28 luglio 1935 con R.D.L. n. 1406 si costituì l’A.Ca.I. (Azienda Carboni Italiani), con presidente sempre Guido Segre, che gestì il bacino carbonifero del Sulcis con la Carbosarda e quello minerario dell’Istria sud-orientale con la Carbo-Arsa o Arsa. Segre fu il vero artefice e dinamico presidente di tutte le società minerarie in attività sia nel bacino carbonifero sulcitano sia in quello istriano, costruendo due nuove città operaie di fondazione vicino alle miniere: Arsia e Carbonia. Verso la fine del 1936 con il metodo dei sondaggi vi fu la scoperta del giacimento di carbone nella zona di Serbariu-Sirai, che si rivelò di un’enorme vastità, tanto che l’A.Ca.I. (Azienda Carboni Italiani), proprietaria dell’intero bacino carbonifero con la Carbosarda e in previsione di un’intensa attività estrattiva, propose al governo di costrui-

re una città operaia vicino alle miniere e al porto di Sant’Antioco per il trasporto e l’imbarco del minerale. Il governo, condividendo la scelta dell’A.Ca.I., decise così di fondare una nuova città mineraria, da costruire al servizio della miniera e dei suoi lavoratori. Il nome scelto, Carbonia, denominazione futuristica che significa “terra o luogo del carbone” caratterizza questa volontà. u così che nel 1937, nei pressi della miniera di Serbariu, iniziarono i lavori per l’edificazione di Carbonia, fortemente voluta dal regime fascista. Precisamente il giorno della fondazione del centro comunale viene fatto risalire al 9 giugno di quell’anno, anniversario della prima visita del capo del governo fascista, Benito Mussolini, al centro carbonifero di Bacu Abis (destinato a divenire frazione mineraria di Carbonia, molto simile ad Arsia, in Istria), avvenuta due anni prima nella stessa data (le due città, oltre all’altro centro minerario istriano di Albona, sono oggi gemellate). La rituale cerimonia della fon-

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dazione di Carbonia, con le tipiche celebrazioni del regime di quel periodo, si realizzò, in presenza delle diverse autorità civili, militari e religiose, con la posa della prima pietra e di un astuccio contenente una pergamena (con i nomi dei partecipanti al rito battesimale della nuova città) nel fosso delle fondamenta della torre Littoria, ora torre Civica, primo edificio costruito in città sul monte Fossone. La costituzione del comune di Carbonia fu stabilita con Regio Decreto numero 2189 del 5 novembre 1937. Secondo l’articolo 1 del suddetto Decreto si prevede l’istituzione del comune di Carbonia con capoluogo nel villaggio minerario in località monte Fossone, la cui circoscrizione comprende l’intero territorio del comune di Serbariu (che fu soppresso), nonché alcune parti dei territori dei comuni di Gonnesa e di Iglesias. I lavori, costati circa 325 milioni di lire dell’epoca, vennero completati nel 1938, sebbene parecchi quartieri sarebbero stati costruiti negli anni successivi. I lavori si basarono sui progetti realizzati dall’ingegner Cesare Valle e dall’architetto

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Photo mondadori

(segue dalla pagina 7) affrontando non poche difficoltà, è riscontrabile nel romanzo “Terra del carbone” di Valerio Tonini, ingegnere che prese parte all’opera in prima persona con la ditta edile di cui era titolare. La città, negli anni dell’autarchia, fu meta di un vasto flusso migratorio da altre regioni dell’isola e anche da oltre Tirreno; si valuta che circa il 25% del primo nucleo di 12.000 abitanti provenisse da altre regioni italiane, in particolare dal Veneto, dalle Marche, dagli Abruzzi, dalla Basilicata e dalla Sicilia (di questo primo nucleo il 90% era costituito da uomini), infatti le miniere di carbone sulcitane lavoravano a pieno regime essendo una delle principali fonti di approvvigionamento di combustibile dell’Italia dell’epoca, fatto che aumentò notevolmente i livelli occupazionali nel Sulcis. Nel 1940 venne approvato il “piano generale della zona carbonifera di Carbonia” il quale prevedeva un ulteriore sviluppo insediativo attorno a Carbonia, incentrato sia sui centri già esistenti di Portoscuso e Gonnesa (che avrebbero dovuto raggiungere rispettivamente i 20.000 e i 10.000 abitanti), sia su quelli di nuova fondazione come Bacu Abis e Cortoghiana (la cui popolazione prevista era di 10.000 e 5.000 abitanti rispettivamente) per realizzare il sogno di Mussolini di fare del Sulcis una sorta di “Ruhr italiana”. Tuttavia, a causa della guerra, il piano venne accantonato e nel periodo compreso tra il 1940 e il 1943 tutte le miniere del bacino carbonifero del Sulcis furono militarizzate: furono raggiunti i massimi livelli di produzione di carbone con grandi sacrifici e numerosi incidenti sul lavoro, anche mortali. La Carbosarda, forte della condizione di azienda militarizzata, attuò un regime di sfruttamento con provvedimenti arbitrari come l’aumento del costo dei viveri di prima necessità negli spacci aziendali e del costo dell’energia, fino all’aumento degli affitti per le case dei minatori e per gli alberghi operai, in contrasto con gli accordi contrattuali, tanto che vi fu quasi subito un’unanime reazione di contrapposizione da tutti i lavoratori del bacino carbonifero del Sulcis. Così il 2 maggio 1942 nella città vi fu uno sciopero, tra i primi in Italia durante il ven-

tennio e la guerra, organizzato contro il caro vita da cellule clandestine del Partito Comunista e diretto da Tito Morosini, delegato confederale del sindacato corporativo fascista dei lavoratori, iniziato con l’astensione totale dal lavoro nei pozzi carboniferi di Sirai. Circa due settimane dopo, il 15 maggio 1942, venne inaugurata Cortoghiana (anche in questo caso alla presenza di Mussolini, che, alla sua terza visita nel Sulcis, fece un secondo discorso in piazza Roma a Carbonia), tuttora una delle frazioni più popolate di Carbonia, da cui dista pochi chilometri. Durante la Seconda guerra mondiale, nel 1943, Carbonia fu bombardata tre volte dagli aerei alleati, seppur subendo danni minori rispetto a quelli patiti da altri centri dell’isola. Dopo la fine del conflitto e la caduta del fascismo si visse un nuovo periodo di espansione economica, essendo le miniere carbonifere sulcitane rimaste le sole a poter garantire adeguati livelli di produzione nel paese, dopo che l’Istria e i suoi giacimenti erano passati alla Jugoslavia. Dal 5 ottobre 1948 al 16 dicembre dello stesso anno fu effettuato lo “sciopero bian-

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co” di 72 giorni per contrastare le misure repressive e provocatorie della direzione della Carbosarda, in attuazione di una rigida politica di costi e ricavi nella gestione aziendale, posta in essere con licenziamenti e trasferimenti di personale (soprattutto quello più politicizzato e sindacalizzato), aumento indiscriminato dei fitti delle case e degli alberghi operai, dei viveri negli spacci aziendali, dei prezzi dell’energia e del carbone ceduto alle maestranze, riduzioni arbitrarie degli stipendi anche con applicazione delle multe ai dipendenti responsabili di presunti disservizi. Lo sciopero bianco si attuò con la “non collaborazione”; i minatori, presenti regolarmente al lavoro nei cantieri minerari, dopo le 8 ore di normale servizio giornaliero non effettuarono più prestazioni straordinarie a cottimo (retribuite secondo la quantità di carbone estratto), in base a precedenti accordi aziendali, tanto che la produttività della Carbosarda scese del 50%. La direzione della Carbosarda reagì con misure drastiche e incontrollate ancora più pesanti di quelle sopra indicate, ricorrendo con intimidazioni alla Polizia e alla magistratura.

Esplose così, non solo a Carbonia e nel Sulcis, ma anche in tutta la Sardegna e nel resto della penisola, un vasto movimento popolare di solidarietà e sostegno alla lotta dei minatori carboniferi con i seguenti gesti significativi: parecchi lavoratori sottoscrissero a loro favore mezza giornata di paga, come i dipendenti comunali di Carbonia; i commercianti della città aprirono crediti alle famiglie dei minatori; la C.G.I.L. nazionale inviò più volte un contributo di un milione di lire; i minatori di tutta Italia proclamarono uno sciopero di 24 ore in segno di solidarietà. Un tentativo di mediazione fra la direzione mineraria e le rappresentanze sindacali, promosso dal Ministero del lavoro e della previdenza sociale il 19 novembre 1948, fallì per rigidità e intransigenze della Carbosarda. Dopo un lungo braccio di ferro nel quale la Direzione della Carbosarda minacciò di non corrispondere salari e gratifiche natalizie, e dopo che i minatori licenziati si barricarono nei pozzi minerari per non essere allontanati dal posto di lavoro con l’intervento della Polizia, la S.M.C.S., con la mediazione del presi-


dente dell’A.Ca.I., ing. Mario Giacomo Levi (contrario alla posizione portata avanti dalla Carbosarda finora), sottoscrisse un accordo con le rappresentanze sindacali il 17 dicembre 1948, annullando tutti i provvedimenti restrittivi presi (licenziamenti, multe, aumenti dei prezzi nei viveri, nei fitti e nell’energia) e aumentando le retribuzioni, con vittoria quasi totale nella vertenza dei lavoratori carboniferi. Per questo e altri episodi in cui l’intera popolazione cittadina difese in quegli anni le vertenze sindacali legate al lavoro nelle miniere, Carbonia fu soprannominata dalla stampa con l’appellativo di Stalingrado sarda. Nel 1949 si toccò la punta massima di popolazione della storia cittadina, con oltre 48.000 residenti e 60.000 dimoranti. A inizio anni cinquanta con la giunta municipale guidata dal sindaco Pietro Cocco fu avviato un primo programma politico di riscatto dalla servitù aziendale dell’A.Ca.I., già tentato dalla precedente giunta diretta dal sindaco Renato Mistroni, che coinvolse tutta la cittadinanza appartenente sia alla maggioranza che alla minoranza politica.

Con l’adesione dell’Italia nel 1953 alla C.E.C.A (Comunità europea del carbone e dell’acciaio) si ebbero importanti conseguenze economiche e sociali per il bacino carbonifero del Sulcis e per le miniere a Carbonia. Con la fine dell’embargo contro l’Italia, i carboni esteri, più economici e con minore presenza di zolfo, portarono alla crisi del settore estrattivo sulcitano, particolarmente grave in quanto all’epoca Carbonia e altri comuni della zona si basavano economicamente su questo tipo di attività. Nell’autunno del 1962 vi fu il primo ritrovamento di un reperto nel sito archeologico di monte Sirai da parte di un ragazzo di Carbonia. Tutto ciò desterà un interesse nazionale e internazionale sull’area, tanto che nell’agosto del 1963 vi fu la prima campagna di scavi sul sito archeologico, condotti dalla Sopraintendenza di Cagliari e dall’Istituto Studi del Vicino Oriente dell’Università La Sapienza di Roma. Nonostante i numerosi scioperi alla fine si assistette alla chiusura di molte miniere sulcitane, e tra queste anche quella di Serbariu, la cui attività estrattiva fu interrotta nel

1964. Conseguenza di queste dismissioni fu una vasta emigrazione da Carbonia in poco tempo, la cui popolazione si assestò negli anni a seguire sui 30.000 abitanti. Con l’apertura del vicino polo industriale di Portovesme, finanziato da aziende statali, i livelli occupazionali della zona si risollevarono, seppur in parte. La popolazione della città aumentò leggermente tra gli anni settanta fino agli anni novanta. Il successivo disimpegno dello Stato tramite le privatizzazioni di queste realtà produttive, dovuto all’eccessivo debito pubblico, mostrò ben presto la scarsa competitività delle medesime. Ciò determinò una nuova pesante crisi della città e del suo tessuto produttivo, con una notevole diminuzione dei lavoratori nel polo di Portovesme. Di conseguenza quest’ultimo fattore determinò un riaumento dell’emigrazione, che portò la popolazione a diminuire in meno di dieci anni di circa duemila unità. Tutto ciò fu accompagnato da tragici fenomeni sociali che colpirono duramente soprattutto la popolazione giovanile.

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Tra questi si può annoverare la diffusione tra la fine degli anni ottanta e i primi anni novanta dell’eroina che da un lato determinò l’aumento di fenomeni legati alla cosiddetta criminalità predatoria e dall’altra a un notevole aumento della mortalità giovanile. Per quanto i dati demografici del 2004 abbiano mostrato almeno una minima crescita della popolazione, si possono considerare come esemplificativi della condizione economica della città i tassi di disoccupazione giovanile maschile e femminile: il primo si attesta al 57%, mentre il secondo ben al 71%. Tuttavia nel primo quinquennio degli anni 2000 vi è stata una notevole crescita del settore dei servizi, in particolar modo grazie alle nuove attività commerciali sorte in città. Negli ultimi anni inoltre la città sta giocando la carta del turismo legato soprattutto all’archeologia industriale: a questo riguardo va segnalata la ristrutturazione della vecchia miniera di Serbariu, riconvertita a museo (ospita il Centro Italiano della Cultura del Carbone), e i lavori di ristrutturazione del centro storico (piazza Roma), ora più simile allo stile della fondazione. on l’attività di diversi comitati cittadini, ma grazie anche alla sensibilità e all’impegno di parlamentari e rappresentanti politici nelle istituzioni legislative e amministrative, il 12 luglio 2001 viene istituita la Provincia di Carbonia-Iglesias, con l’approvazione della Legge Regionale numero 9 da parte del Consiglio della Regione Autonoma della Sardegna che crea quattro nuove province nell’isola, le quali divennero poi operative a seguito delle elezioni provinciali dell’8 e 9 maggio 2005. Il 12 ottobre 2005, con Delibera del Consiglio Provinciale n. 21 (Determinazione del Capoluogo. Atto Statutario.) a Carbonia, unitamente a Iglesias, è stata ufficialmente attribuita la qualifica di capoluogo della Provincia di Carbonia-Iglesias. Tale situazione si manterrà sino al 2016, anno del passaggio del territorio del dismesso ente intermedio sulcitano alla Provincia del Sud Sardegna, di cui Carbonia diveniva il capoluogo, sebbene a titolo provvisorio, il 31 maggio di quell’anno. https://it.wikipedia.org/

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Foto mancaspazio

incenzo Grosso nasce a Nuoro il 24 gennaio del 1977 dove ancora risiede. All’età di 13 anni si interessa all’Arte di strada e inizia la sua esperienza nelle superfici della sua città. Dopo il diploma di oreficeria all’Istituto d’Arte di Nuoro parte per Firenze dove si diploma all’Accademia di Belle Arti. Consegue poi l’abilitazione all’insegnamento delle Discipline Pittoriche. Dal 2005 al 2009 insegna presso l’Istituto d’Arte di Nuoro. Nel 2010 parte per Berlino dove lavora per due anni e collabora con Xlab Gallery, focalizzando la propria attenzione sulle post architetture e le possibili conseguenze degli eccessi del mondo moderno. E’ invitato alla 54 Biennale di Venezia nel Padiglione della sua Regione. Oltre a partecipare a premi, fiere d’arte ed esposizioni, lavora con cinque artisti al progetto SEUNA LAB di Nuoro, a cura di Chiara Manca e affinché diventi luogo di Cecilia Mariani scambio condivisione. Nel 2012 é invitato in Casa Falconieri dove segue il laboratorio di ricerca “Segni del paesaggio urbano”. Prosegue la sperimentazione di grafica e stampa alla BBK Künstlerhaus Bethanien di Berlino, dove tuttora collabora. Nel 2013 lavora attidal martedì al sabato vamente alla nascita di nuovo show-room Stu- dalle 17.00 alle 20.00 dio, nella capitale Tedevisite su prenotazione sca. E’ selezionato tra gli tutti i giorni della settimana artisti della A.P.T. Global Collection. Vive e lavora tra Nuoro e MANCASPAZIO Berlino. Sue opere sono Via della Pietà 11, Nuoro presenti in collezioni +39 351 866 8410 pubbliche e private. www.ilfoglio-sas.com/ http://www.mancaspazio.com/

YIN MY YANG Vincenzo Grosso

dal 02/10/2020 al 24/10/2020

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y Yin y Yang, mostra personale di Vincenzo Grosso a cura di Chiara Manca e Cecilia Mariani, è la terza tappa del più ampio progetto espositivo che nel corso del 2020 vede coinvolti altri tre artisti accomunati dall’origine nuorese – Gianni Casagrande, Vincenzo Pattusi, Ruggero Baragliu – chiamati a confrontarsi con un’eredità concettuale forte quale quella del romanzo postumo “Il giorno del giudizio “ (1977) di Salvatore Satta (1902-1975), e dunque con l’identificazione del capoluogo barbaricino con un metaforico “nido di corvi”. Un (pre)concetto identitario, questo, di per sé negativo ma difficilmente ignorabile, con cui la stessa intelligentsia locale, nei decenni più recenti, ha fatto dei conti un po’ approssimativi, quasi si trattasse di un mantello ancora troppo caldo per quanto ruvido, confortevole perché recante la traccia della propria impronta. Prendendo le mosse da “Krähen. Ein Portrait”, volume del 2013 del tedesco Cord Riechelmann pubblicato nella sua versione italiana da Marsilio nel 2019 all’interno della collana Storie Naturali, è stato chiesto agli artisti di compiere

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la stessa operazione di ribaltamento compiuta dallo studioso: come lui, dopo anni di osservazione diretta dei volatili e di confronto con la comunità scientifica, è stato in grado di smentirne la pessima fama materiale e immateriale, così loro si sono relazionati con un pregiudizio simbolico ostinato e limitante per una città che proprio per l’anno 2020 aveva voluto proporsi in qualità di capitale italiana della cultura. Alla pari dei corvi abissini (corvus crassirostris), che hanno l’abitudine di sostare sul tetto di quella che ad Harar fu la casa del poeta Arthur Rimbaud, si sono posati metaforicamente sulle tegole del magistero sattiano: chiamati a concepire una o più opere a partire dalle argomentazioni esposte nel testo di Riechelmann e da un volume inteso anche come oggetto-libro, hanno dato la loro personale interpretazione del tema; un modo concreto, questo, per affermare l’esistenza di un processo creativo in corso e la propria originale presenza al suo interno, sia attraverso la rielaborazione di un’origine urbana e culturale comune, sia tramite il filtro specifico del proprio tratto, segno, intervento. Un volo evidentemente ambizioso, insomma, alla ricerca di

prospettive nuove, più aeree, più alte. La mostra di Vincenzo Grosso propone una serie di opere appartenenti alla produzione più recente dell’artista che, con riferimento alla tradizione filosofica orientale facente capo al concetto di Yin e Yang, hanno stimolato una riflessione sulla dualità e dunque sulle possibilità di interpretazione e interrelazione degli opposti. L’allestimento è completato da una selezione di stampe e di piccole sculture in carta realizzate appositamente per il progetto curatoriale. Per tutta la durata della mostra il pubblico è invitato a portare con sé un piccolo oggetto bianco di cui desideri disfarsi e a lasciarlo in galleria insieme con un biglietto che indichi le proprie iniziali, l’età, il luogo di provenienza e il perché del dono: ciascun oggetto sarà contraccambiato con uno degli origami confezionati dall’artista. L’esposizione è accompagnata da un catalogo bilingue con testi di Chiara Manca e Cecilia Mariani, progetto grafico di Sara Manca, traduzioni in inglese di Shahrazad Hassan e fotografie di Nelly Dietzel. https://www.facebook.com/ mancaspazionuoro


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on il Patrocinio della Commissione Europea, del MiBACT, del Comune di Selargius - Assessorato alle Attività Produttive Politiche Culturali, l’ASSOCIAZIONE CULTURALE “FEDORA PUTZU” di SELARGIUS organizza, inserito nel programma di eventi “SELARGIUS DA VIVERE” tra Reale e Virtuale in occasione delle GIORNATE EUROPEE DEL PATRIMONIO 26/27 Settmbre 2020: INCONTRI CULTURALI E LABORATORI CASA DEL CANONICO PUTZU VIA ROMA, 63 – SELARGIUS Semu’ (Selargius Museum): storia di un logo. Attraverso un racconto verbale e visivo la designer condurrà il pubblico negli innumerevoli percorsi che, attraverso l’analisi di codici identitari del patrimonio materiale e immateriale del territorio selargino, l’hanno condotta alla creazione del logo per il Civico Museo di Selargius. In collaborazione con l’Associazione Culturale Fedora Putzu e la designer Mara Damiani. VISITE GUIDATE AI MONUMENTI E ALLE ESPOSIZIONI COMPLESSO MONUMENTALE CASA COLLU E CHIESA DI SAN GIULIANO VIA SAN NICOLO’ – SELARGIUS La Chiesa di San Giuliano, edificata in stile romanico tra il secolo XII e il XIII, è probabilmente intitolata al Santo patrono dei viandanti, come sembrerebbe indirizzare un’insegna da pellegrino rinvenuta durante scavi archeologici che hanno portato alla luce alcune tombe medievali. La chiesetta documenta aggiunte e adattamenti effettuati in diversi momenti. In occasione dell’Antico Sposalizio Selargino si celebra il rito de Sa Promissa. In collaborazione con la Confraternita della Vergine Santissima del Rosario (sabato 26 e domenica 27 settembre, dalle ore 20.00 alle ore 23.00 - (prenotazione obbligatoria al 3473884692 preferibilmente per messaggio whatsapp) Verso l’Ecomuseo del Paesaggio. Il Ballo in Sardegna. Viaggio attraverso le fonti storiche, letterarie e iconografiche. A cura di Andrea Locci. La mostra propone un percorso didattico che, attraverso im-

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I “CODICI IDENTITARI”di un territorio, grande o piccolo che sia, fanno parte del DNA del cittadino che lo vive consapevolmente e non. Ecco che per creare il logo del Museo Archeologico Semú di Selargius, questi codici diventano essenziali icone che raccontano non solo il museo con i suoi magnifici reperti risalenti alla cultura di Ozieri, ma parlano della città e di tutte quelle peculiarità che ne hanno determinato l’unicità. Questo video è stato commissionato dal comune di Selargius e nasce dall’unione di tre competenze: Nicola Nick Tixi (addetto stampa e consulente di comunicazione) si è occupato di testo e sceneggiatura, Riccardo Casu ( video maker ) e la sottoscritta ☺️per il design e la voce. Desidera mostrare come nulla sia scontato ed ogni territorio ha la sua poesia.

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Foto maradamiani

MARA DAMIANI

magini e testi corredati dalle fonti, si sviluppa in modo cronologico e affronta tematiche che partono dal significato di danza per arrivare agli elementi principali del ballo tradizionale in Sardegna passando per i suoi esordi. Verso l’Ecomuseo del Paesaggio. Is Prendas. L’Oreficeria Tradizionale a Selargius* mostra curata da Andrea Locci Esposizione di gioielli, parte immancabile dell’antica tradizione vestimentaria campidanese, con focus sulle specificità e gusti della comunità di Selargius messe a confronto con le comunità di Maracalagonis, Settimo San Pietro e Gonnesa, per un percorso che mostrerà in modo sorprendente le affinità tra comunità vicine e più lontane. A cura dell’Associazione Culturale Folk Fedora Putzu. In collaborazione con l’Associazione Culturale Sant’Andrea di Gonnesa, l’Associazione Culturale Nostra Sennor’e Itri di Maracalagonis, Gianmarco Porceddu, Ignazio Sanna, la Confraternita della Vergine Santissima del Rosario. Si ringrazia: il Comune di Selargius - Assessorato Attività Produttive Politiche Culturali, Confraternita della Vergine Santissima del Rosario, Andrea Locci, Associazione Culturale Sant’Andrea di Gonnesa, Associazione Culturale Nostra Sennor’e Itri di Maracalagonis, Gianmarco Porceddu, Ignazio Sanna.

Presentazione del logo del Museo di Selargius “SeMu” (Selargius Museum) realizzato dall’artista Mara Damiani attraverso un video del videomaker Riccardo Casu. Testi e sceneggiatura di Nicola Montisci. https://www.facebook.com/ events/1243558116003182/ https://www.beniculturali. it/.../semu-selargius-museum... https://www.facebook.com/ events/724104394805104/ #Gep2020 #EuropeanHeritageDays #selargiusdavivere


Foto galleria siotto

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a anni, Mauro Moledda, gode di una sicura notorietà nel campo artistico cagliaritano per via del suo incessante lavoro di documentazione fotografica dei tanti eventi artistici e culturali ; in questa occasione, nei prestigiosi spazi della Fondazione di ricerca “Giuseppe Siotto”, si vuole dare maggiore risalto alla sua produzione artistica, figurativa e non, principalmente ad acquarello, attraverso un breve excursus antologico per giungere all’ultima produzione, che rappresenta anche il corpus più cospicuo dell’esposizione. In tanti anni, a partire dai tempi degli studi universitari, Mauro ha dipinto originali paesaggi ad acquarello, talvolta con interventi a china, poetiche visioni della natura, esponendo le sue opere in mostre personali e partecipando a diverse collettive a Nuoro, Carbonia, Alghero e Cagliari. Appartengono a questi anni opere come Frammenti, Ingurtosu, Composizione e il poetico Valle della Luna. Successivamente la sua attenzione pittorica si è rivolta al mondo della musica e più specificatamente all’ambito del canto corale, di cui è un cultore ed esecutore apprezzato. Circa quattro anni fa il focus si è spostato verso il mondo della semantica musicale trovando nuova ispirazione creativa, i cui primi esiti sono stati offerti al pubblico nella mostra “Alti e Bassi”, in dialogo con le opere di Mariano Chelo, alla MAP di Cagliari. L’osservazione della gestualità dei maestri di coro, il ritmo e il colore delle voci, si trasformano in immagini e colore sulla carta: ecco indicazioni di tempo, movimenti di misura e schemi di direzione divenire segno grafico e ripetersi in corali cromatiche, come accade in opere quali Lascia ch’io pianga o in Voci miste. Il susseguirsi di movimenti in battere, rimbalzo e avvallamento creano composizioni segniche reiterate e ritmo in opere coinvolgenti persino per chi di musica non si intende. Rigo, note, chiavi si scompongono e ricompongono tra i colori, seguendo il tempo della musica. Anche le parti anatomiche legate al

MAURO MOLEDDA

SOUNDSCAPES (Paesaggi Sonori) a cura di Elena Casaresu ed Alice Deledda testo critico Simone Mereu Canepa

dal 15 0ttobre 2020 al 1mo novembre 2020 vernissage

15 ottobre 2020 a partire dalle 18 : 00

Galleria Siotto via dei Genovesi, 114 Cagliari Castello ingresso su prenotazione galleriasiotto@gmail.com

canto, bocca, corde vocali e laringe, divengono segno grafico e colore, atte a descrivere le aperture e chiusure nella modulazione dei suoni, il tutto reso sui supporti con estrema perizia tecnica, denotata da una rigorosa pulizia del segno e del colore. Il rapporto tra pittura e musica è quasi un topos critico, è infatti notorio come nell’ambito della produzione figurativa prima e astratta poi la musica sia stata elemento ispiratore. Mentre i grandi come Kandinsky, Klee o Mondrian hanno cercato di dare forma alla musica o di darne espressioni sinestetiche, Mauro, in maniera personale, si fa ispirare dalla musica, non solo ne segue il ritmo come suggeriva Maria Lai, ma cerca di entrare nella musica, nella sua parte segnica e nella sua gestualità e a essa si affida. Simone Mereu Nota biografica Nato in Sardegna a Nuoro, nel 1954, ha fin da giovane coltivato la sua passione per l’arte nella sua accezione più generale e poliedrica: arti figurative, teatro e musica. Formatosi da autodidatta

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con contaminazioni dovute alla frequentazione familiare che lo metteva in contatto con pittori nuoresi (Giovanni Maria Sulas, Tonino Ruiu, Graziano Cadelanu, Giovanni Nonnis) e dall’ammirazione per alcuni parenti affermatisi in contesti nazionali e internazionali (Giovanni Pintori trasferitosi a Milano con Costantino (Antine) Nivola e Giovanni Fancello). Vista l’impossibilità di potersi trasferire giovanissimo a Sassari all’Accademia delle Belle Arti, ha continuato gli studi a Nuoro facendo contemporaneamente parte dell’Associazione Folkloristica Coro di Nuoro e successivamente all’Università di Cagliari, laureandosi in Ingegneria, disegnando in proprio, utilizzando varie tecniche ma privilegiando l’acquarello. Negli anni ’70 vive una lunga esperienza creativa con il collettivo Teatrale “I Compagni di Scena”, partecipando a tutte le attività teatrali, musicali e di animazione sociale. Dagli anni Ottanta ad oggi ha esposto sia in personali che collettive in Italia e all’Estero. Dalla fine del 2009 al 2015

studia musica antica con il gruppo “Musica Viva” di Cagliari curando anche brochure e locandine dei concerti. Notoria sono la sua passione per la fotografia e il grande lavoro di documentazione puntuale degli eventi artistici cagliaritani ora anche in collaborazione con la MEM (Mediateca del Mediterraneo). Nel gennaio del 2020 entra a far parte di Castia Art. Mostre ed Esposizioni 25/07/2020- 30/08/2020, Svizzera -Italia, Incontemporanea, Rassegna Internazionale di Arte Contemporanea su carta di piccolo formato. 1 – 8/04/2019 – Cagliari, “Pesci d’Aprile”, Collettiva - MAP Movimenti Artistici Periferici “Faccia a Faccia” - “Alti e Bassi” MAP Movimenti Artistici Periferici 01/12/2018-14/12/2018 – Cagliari, Mostra Internazionale dell’Acquerello, Galleria Esdè c/o Lazzaretto 14 -22/12/2018 – Cagliari, 04/08/2018-11/08/2018 - Alghero Itinerarte - Collettiva Itinerante, Spazio 61 https://www.gigarte.com/ mauromoledda1954/


può riscontrare nell’attenzione ai giovani talenti e nella promozione della loro arte. Descrivere un luogo dell’arte è un modo per ripercorrerne la storia. Andando avanti nella descrizione si sentono i ricordi e i racconti di quanti sono passati, traccia nella traccia della galleria e nella storia artistica della città. Federica Murgia Cagliari 19 novembre 2005 La Galleria ha iniziato la sua attività con artisti di fama nazionale ed internazionale tra i quali ricordiamo: CASSINARI, DE CHIRICO, LIBERATORE, ORTEGA, SASSU, SCHERMAN, SCHIFANO, SIRONI, TAMBURI, TITONEL, TRECCANI, TURCATO. Dagli anni 80 fino ad oggi ha privilegiato il lavoro degli artisti sardi con particolare attenzione per: La Galleria è stata ed è particolarmente sensibile alle iniziative socio-culturali e di solidarietà tra le quali ricordiamo: la mostra di solidarietà per il giornale autogestito TUTTO QUOTIDIANO, la mostra dei manufatti di artisti per l’apertura della LIBRERIA DELLE DONNE a Cagliari, la mostra degli artisti a favore del quotidiano IL MANIFESTO ed altre ancora. In oltre 35 anni d’attività, ha saputo imporsi nella vita artistica non solo della città: tanto da divenire un punto di riferimento per tantissimi artisti. Ha iniziato la sua attività con artisti di fama nazionale ed internazionale tra i quali ricordiamo: Cassinari, De Chirico, Liberatore, Ortega, Sassu, Scherman, Schifano, Sironi, Tamburi, Titonel, Treccani, Turcato, A. Achenza, G.Brundu, M.L. Delzotto, G.Casula, M. Fontana, L. De Giovanni, A. Liberati, S. Manca, P. Pantoli, R. Rossi, G. Tardini. Primo Pantoli, Angelo Liberati, Maria Grazia Oppo, Simone Dulcis, Stefano Cozzolino, Elisabetta Falqui. Attualmente si occupa, prevalentemente di artisti Sardi o operanti in Sardegna, Francesco Amadori, Franco Casu, Luigi De Giovanni, Emanuela Paba, Francesca Randi, con particolare attenzione per i giovani.0

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lcune volte un luogo dell’arte è arte e in questa affermazione c’è l’interagire fra arte e luogo. Un luogo dell’arte può caratterizzare e influenzare, come contesto, l’opera d’arte che se inserita in uno giusto può esprimere al meglio la sua caratteristica ma può capitare anche il contrario. Un luogo dell’arte parla e racconta di ciò che vi è e di ciò che vi è stato. E’ così ricco di misteriosi influssi che anche quando vuoto dalle opere d’arte si avverte un clima di misteriosa creatività Un luogo dell’arte è quello dove si ha l’opportunità di ammirare la produzione degli artisti ma spesso è opera d’arte esso stesso, sia per il clima che vi si respira che per l’architettura. Un interessante luogo dell’arte, a Cagliari, può considerarsi la Bacheca. La struttura è sita nel quartiere della Marina, uno dei quattro quartieri antichi della città. Le ipotesi sull’antico uso del locale fanno pensare ad una stalla, per i cavalli adibiti al traino delle carrozze del palazzo, o a cantine ma qualunque sia stato il suo antico uso

la destinazione attuale appare proprio pertinente. Una scala a semispirale, con balaustra di ferro battuto, introduce all’interno ma dall’esterno, grazie a delle vetrate essenziali, si ha una completa visione. Le volte della galleria sono a botte e quando vi sono allestite le mostre queste concorrono a creare un clima elegante ed emozionante. Il percorso, all’interno, è scandito da arcate che delimitano le sale. Due grandi ne costituiscono il cuore e altre due, sempre visibili dall’esterno, sono adibite una a mostra permanente degli artisti di galleria e l’altra a libreria di collane di grandi opere dedicate all’arte. Le sue pareti, apparentemente, bianche e lisce, nascondono i buchi dei chiodi, segno del passaggio d’opere di grandi artisti o d’artisti emergenti. Nella magia del luogo aleggino i racconti di sensazioni, d’idee, di colori, forme e sentimenti e il fabulatore invisibile che crea intrecci di ricordi. Questa galleria, privata, è stata capace, in trentacinque anni d’attività, di caratterizzare la vita artistica della città. Aperta nel 1970 da Manlio

Scopigno, allenatore, filosofo, del Cagliari Calcio dello scudetto. Ë rilevata nel 1973 da Lidia Novati Scuto. Gallerista attenta ai cambiamenti nell’arte, capace di percepirne i fermenti e di incoraggiare e sostenere gli artisti riservando grande attenzione a quelli giovani. Gli artisti, in questa galleria hanno trovato un luogo di scambio d’idee, d’incontro e di stimolo. In questa galleria, in oltre trenta anni, sono passati Artisti che fanno parte della storia dell’arte esempio Giorgio De Chirico e José Ortega ma la cosa più importante è il fermento culturale che ha saputo creare intorno a se. Prescindendo dall’aspetto puramente legato all’arte in questa galleria sono nate iniziative importanti sia quando ha sposato la causa volta ad impedire la chiusura di “Tuttoquotidiano”, quotidiano che, purtroppo, nonostante l’iniziativa, chiuse spegnendo una voce di libertà, d’informazione e di confronto, o quando, sposando gli ideali del nascente movimento femminista e promuovendo mostre sul lavoro delle donne. La specificità della galleria si

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Foto angeloliberati

LA BACHECA

vedi il video https://youtu.be/TvS-LPA8dl4

Galleria d’arte “La Bacheca” Via Dei Pisani, 1 Cagliari Marina http://www.artmajeur. com/gallerialabacheca/ http://www.bachecarte.it


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Descrivere la musica è complesso ascoltarla è facile: The Crossing è un incrocio sonante dove piste aride etiopi, si intrecciano con elettronica berlinese, insieme al jazz , folclore musicale, free e cieli stellati psichedelici. Niente paura è una musica fresca che ben rappresenta il top delle varie differenze di genere e generazioni di jazzisti italiani che compongono la band . Siamo contenti di suonare ad Iglesias in questo periodo , perché il Comune ha coraggiosamente organizzato un mese dedicato alla cultura ed alle tradizioni, con un ricco programma di manifestazioni che salutano l’estate e aprono le porte al periodo autunnale. L’Ottobrata Iglesiente si inserisce nell’ambito dei festeggiamenti in onore della Madonna del Buon Cammino, ed accoglie in Città numerosi visitatori che, anche quest’anno in tutta sicurezza e con grande riguardo per le norme di prevenzione sanitaria, potranno conoscere un patrimonio fatto di storia, devozione, bellezze naturali, folklore, musica e arte. https://enzofavata.bandcamp. com/

Foto ENZOFAVATA

16 Ottobre alle ore 20 nel Chiostro di San Francesco, saremo ad Iglesias con il nostro The Crossing , l’incrocio sonante che nell’ultimo anno e mezzo ha infuocato i palchi di Asia Latino America e quest’estate ( non potendo fare tournée) i palchi Italiani . Nel mio The Crossing suoniamo : Enzo Favata soprano sax e clarinetto basso, synth e live electronics , Pasquale Mirra vibrafono e Marimba midi, Rosa Brunello basso elettrico , Marco Frattini batteria ed elettronica.

THE CROSSING ENZO FAVATA BAND

Vendredi 16 octobre 2020 de 20:00 à 22:00

Chiostro Di San Francesco Via Roma, 41 09016 Iglesias iglesiasturismo.it S’ARTI NOSTRA 14

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polistrumentista e polistrumentista Enzo Favata porta una nuova band sulla scena internazionale. Il sassofonista sardo ha un inestinguibile spirito d’avventura, ed eccolo qui con una nuova band che fa sembrare la sua musica ancora più vitale ed essenziale. Si tratta di un mix musicale fresco, con vibrafono, basso elettrico, synth, live electronics e batteria che crea atmosfere meravigliosamente leggere ed elastiche per il soprano di Favata, che sale in alto, e un bel clarinetto profondo e brunito. Per interpretare nuove suggestioni e nuovi colori sonori, Favata ha riunito la bassista e compositrice Rosa Brunello, giovane ma nota musicista del nuovo jazz italiano, esperta sia di basso elettrico che di live electronics. Al vibrafono Pasquale Mirra, considerato uno dei maestri di questo strumento. Completa il quartetto Marco Frattini alla batteria e alla batteria meccanica. La musica si apre al mondo delle nuove generazioni e alle sonorità della musica attuale, ma sempre con una visione che dialoga con il magico re-

alismo della poetica del polistrumentista Enzo Favata. Il suono si alterna tra musica elettronica, jazz, rock cosmico, etiope e balinese, in un caleidoscopio di colori e melodie. In poco più di un anno la band ha avuto un grande successo in una tournée giapponese, Edinburgh Jazz Festival, Novara European Jazz Conference, una tournée sudamericana a novembre/dicembre dove ha suonato in varie città del Brasile e al Montevideo Jazz Festival. . Ottimo inizio nel 2020 dove tornerà in Asia e in Africa per una serie di concerti. E’ stata invitata ad alcuni dei più importanti Festival Jazz europei e italiani. “ Per quanto riguarda la sua musica è stata definita dalla stampa giapponese come: “una musica visionaria dal gusto selvaggio del Mediterraneo, che si fonde con i ritmi ipnotici dell’Etiopia e le atmosfere balinesi, mescolati a un sapiente uso dell’elettronica e dell’improvvisazione”. Una potenza sonora poetica unica, il jazz italiano ci riserva sempre grandi sorprese, ma questa band è davvero brillante”. https://enzofavata.bandcamp. com/


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uore Sisinnio Poddi, scopritore, assieme a Battista Meli, dei Giganti di Mont’ é Prama, e mentre Cabras piange l’uomo a cui la storia deve molto, attorno al luogo del ritrovamento si nasconde una “polveriera” archeologica da riportare alla luce. SISINNIO PODDI, storico scopritore dei giganti di Mont’e’ Prama, è morto il 29 settembre 2020. È stato, in maniera del tutto causale, il precursore della storia perché nel Marzo del 1974, insieme all’amico Battista Meli si trovava nel suo terreno a Mezzadria, un campo agricolo sulla collina di Mont’é Prama. Da bracciante agricolo, notò casualmente una strana pietra. La ruotò scoprendo che aveva la forma di una testa ben modellata: era il primo gigante di Mont’e’ Prama che ritornava alla luce e che si rivelava al mondo. Era una giornata di marzo del 1974, quando a Cabras, in una località chiamata appunto “Mont’e Prama” (piccola “collina” di appena pochi metri di altezza, dove regna una specie di palma nana, ecco perché il nome del territo-

Foto tommasosini

SISINNIO PODDI rio), due agricoltori, Sisinnio Poddi e Battista Melis, mentre preparavano il terreno per la semina, scorsero qualcosa. Fermato l’aratro, si avvicinarono per capire di che si trattasse, riconoscendo una testa in pietra. A questo punto si precipitarono in città per comunicare il tutto alle autorità competenti. Fu una eccezionale scoperta. Iniziò la campagna di scavi che durò dal 1975 sino al 1979. Furono ritrovati 5.178 frammenti, compresi 27 busti, 15 teste, 176 pezzi di braccia, 143 parti di gambe, 784 frantumi di scudi. Trattasi di 30 statue, tra arcieri e pugilatori, di un’altezza che va dai 2 ai 2,60 metri circa, scolpite in arenaria gessosa, lunghezza dei piedi: 52 centimetri; insomma, i Kolossoi (come Lilliu li definiva) risalgono ad un periodo che oscilla tra il 1000 a.C. ed il 1200 a.C. o forse, persino, ad un periodo ancora più antico. La scoperta era rivoluzionaria e sconvolgente, forse la storia stava restituendo al mondo una verità inaspettata. Fu qualcosa di meraviglioso. Poi l’oblio, come solo dalle nostre parti sappiamo fare perché per ben vent’anni, per

troppi lunghi anni, quelle statue rimasero chiuse a chiave in un deposito. I reperti furono depositati nelle cantine del Museo di Cagliari. Questo per ben 32 anni. Il perché non lo sappiamo, possiamo solo immaginarlo. La scoperta sconvolgeva la storia, e la storia non si ribalta così d’emblée, perchè significherebbe andare contro le tesi, fino ad allora ritenute inconfutabilmente valide dall’archeologia accademica. Dopo diverse insistenze ed i dovuti interventi di riattamento, eseguiti presso il Centro di Restauro dei Beni Culturali di Li Punti (Sassari), finalmente i Giganti fanno bella mostra di sé, in parte nel Museo di Cabras, a loro dedicato, ed in parte nel Museo Archeologico Nazionale di Cagliari. E con esse un contesto culturale rivoluzionario: infatti, con statue e modelli di nuraghi scolpiti su pietra, furono trovati anche diverse altre pietre sacre, dette “betili del tipo “oragiana”, in genere collegate a una o più tombe dei giganti. Noi tutti dobbiamo molto a Sisinnio Poddi e oggi che è morto, c’e chi si chiede se andrebbe celebrato, e in che modo.

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Ovvio, che andrebbe celebrato perché in effetti non è mai stato celebrato, per quel che meritava. Del resto è stato l’autore di una scoperta straordinaria che rappresenta la più antica testimonianza di statuaria monumentale dell’Occidente antico. Sisinnio fece un gesto spontaneo, non era affatto obbligato, ma rivelò a chi di dovere l’ubicazione di uno e poi di più frammento di statue die giganti. Agì con generosità, per amore. Non era affatto obbligato. Per il suo gesto esemplare meriterebbe un briciolo di rispettoso silenzio, oggi come per sempre, per pensarlo, mentre guardiamo proprio grazie a lui i giganti della Sardegna, le statue di Mont’é Prama. Ma perché questi Giganti hanno spaventato gli studiosi? Si narra che il giorno della scoperta il cielo fosse limpido ma, a mano a mano che riaffioravano i reperti, il cielo si rabbuiò, scatenando una spaventosa tempesta. Ma non credo che la paura sia legata alle maledizione degli antichi (di moda intorno al 1800 presso gli scavi delle tombe egizie), bensì al fatto che colossi di quel tipo, sono rari nel Mediterraneo … anzi, per le loro caratteristiche, sono unici, e non solo per la loro datazione. Un esercito che doveva vigilare o controllare cosa? Questo è ancora tutto da scoprire. Le campagne di scavo si sono riaperte nel 2014. Rimane una scoperta stravolgente e sensazionale: dei Giganti con le trecce, con gli occhi cerchiati che vigilavano chi, un re? Un eroe? Un popolo? O servivano per spaventare dei nemici da lontano! Perché quegli occhi? Io posso ipotizzare che se fossero stati realmente dei guardiani di un sepolcro potrebbero essere serviti per dare l’impressione dello stare svegli, vigili ed attenti. C’è ancora tanto da scavare e da studiare. La verità, prima o poi verrà a galla; essa scaturirà, nonostante la lunga prigionia forzata. Concludo citando una frase di origine ignota che spiega bene cosa intendo “Ogni reperto archeologico ritrovato smentisce le bugie che ci hanno indotti a credere come vere per anni.” Piera Farina-Sechi


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Foto elisabettamancadinissa

IND - Festival Internazionale Nuova Danza giunge quest’anno alla sua 38ª Edizione, si svolge dal 29 settembre al 30 ottobre 2020, sul territorio di Cagliari e Provincia del Medio Campidano. Nonostante le difficoltà e le restrizioni imposte dalla pandemia, FIND è nuovamente pronto a interagire e a coinvolgere diversi luoghi e spazi della città con un programma ricco ed estremamente interessante curato da Cristiana Camba a cui è affidata la direzione artistica dell’intera kermesse. Perché “All we can do is dance”: “tutto quello che possiamo fare è ballare”, come recita lo slogan di questa edizione che punta a essere uno spazio di rinascita sia per la creazione artistica che per il pubblico… e allora che Danza sia con performance, residenze, incursioni artistiche in diversi luoghi della città. Grazie a uno sforzo ulteriore, con la passione che contraddistingue il progetto FIND, in cartellone accanto ai i nomi della coreografia italiana, Camba porta in Sardegna anche artisti europei che si affiancheranno a giovani autori e progetti in collaborazione con network nazionali. L’obiettivo di FIND - organizzato da Maya Inc (Sardegna) e realizzato con il sostegno di MiBACT, Regione Sardegna (Assessorati alla Cultura e Turismo), Comune di Cagliari e Fondazione Sardegna - è infatti quello di offrire al pubblico una fotografia del presente attraverso i linguaggi della nuova danza, forma d’arte in movimento in grado di cogliere l’attimo e di proiettarlo nel futuro. Per questo, la manifestazione accoglie anche quest’anno protagonisti storici, nuove certezze e artisti emergenti della danza contemporanea in un programma vivace e articolato. Per questa nuova edizione il Festival collabora con realtà operanti sul territorio regionale, come il Consorzio Cagliari Centro Storico, e ha avviato sinergiche relazioni con organismi del settore culturale tra cui : Rete Anticorpi XL, Accademia Nazionale di Danza di Roma, Accademia S. Beltrami, Liceo Artistico G. Brotzu, Ass. Figli d’Arte Medas/Teatro Moderno di

FIND 38

30 settembre 2020 1-3-7-10-14-17-2124 ottobre 2020 tra le ore 17,30 e le ore 20

Cagliari

Vetrine dei Negozi del Consorzio “Cagliari Centro Storico”

ASMED (SARDEGNA) “SHOWINDOWS 2020” coreografia Lucas Delfino e Valeria Russo, con Lucas Delfino, Chiara Mameli, Luca Massidda, Valeria Russo

https://www.findfestival. org/festival2018

Monserrato, Effimero Meraviglioso/Teatro Civico di Sinnai, LucidoSottile, CEDAC, Associazione Tersicorea, Associazione Enti Locali per lo Spettacolo, Compagnia B. Il FIND ha ottenuto il prestigioso riconoscimento EFFE Label per anni 2019/2020. L’EFFE Label – Europe For Festivals, Festivals for Europe – è una delle iniziative più importanti dell’EFA (European Festivals Association). Sostenuto e co-finanziato dall’Unione Europea, EFFE Label mira a selezionare le eccellenze dei festival attivi in Europa nel poliforme mondo della cultura, dell’arte e dello spettacolo, sulla base di criteri e requisiti che ne valutano la qualità sotto i diversi aspetti. In sostanza è un marchio di qualità che viene conferito a quelle manifestazioni culturali che fanno grande l’Europa, “determinando un impatto significativo sullo sviluppo sociale, economico ed educativo”. Tra gli eventi collaterali, le masterclass per danzatori e scuole di danza condotte dagli artisti ospiti, la rassegna di videodanza del International Dance Film Festival brEakinNg8 con una selezione di opere video provenienti da

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tutto il mondo in collaborazione con partner internazionali, occasioni di approfondimento, confronto e dialogo con artisti e studiosi esperti, dj set serali, momenti conviviali tra pubblico e operatori con aperitivi che intermezzano gli spettacoli e il coinvolgimento della cittadinanza grazie al naturale e sinergico infiltrarsi da parte della danza nel tessuto urbano e cittadino con progetti site specific. I Luoghi : ORTO DEI CAPPUCCINI Cagliari, viale Merello Martedì 29 settembre dalle ore 19,30 Serata Breaking 8 Festival Internazionale Videodanza: CONCERTO INCONTRI MUSICALI (SARDEGNA), direzione Giacomo Medas, Fisarmonica e voce Veronica Maccioni ALMONGST di Chisa Hidaka and Benjamin Harley. USA, 5’21’’ EXIT di Benjamin Juhel. FRANCIA, 5’ THE SERVANT di Tereza Vejvodová. REPUBBLICA CECA, 4’29’’ STRANGE BIRDS di Helena Franzén and Håkan Jelk. SVEZIA, 6’23’’

HUNT di Aliki Chiotaki GRECIA, 1’10’’ MONSTER NEW FEED di Cara Hagan. USA, 2’19’’ MODERN PERSON di Tero Peltoniemi. FINLANDIA, 1’07’’ THE LAST CHILDREN di Fu Le. FRANCIA, 10’ THE WOODS di Marta Renzi. USA, 2’46’’ Danza: estratto da “MAMMAI MANNA” FIGLI D’ARTE MEDAS (SARDEGNA), regia Gianluca Medas, Adattamento coreografico Luca Massidda, con Chiara Mameli e Luca Massidda Mercoledì 30 settembre dalle ore 19,30 Serata Breaking 8 Festival Internazionale Videodanza: CONCERTO INCONTRI MUSICALI (SARDEGNA), direzione Giacomo Medas, arpa Eleonora Congiu DIE WANDERER di e con Ginevra Panzetti e Enrico Ticconi - ITALIA, 22’43’’ Danza: ASMED (SARDEGNA) “ZATÒ E YCHI”, coreografia Valeria Russo e Lucas Delfino, regia Senio G.B. Dattena, con Valeria Russo, Lucas Delfino e i percussionisti Marco Caredda e Cinzia Curridori


Sabato 10 ottobre ore 20,30 EQUILIBRIO DINAMICO (PUGLIA) – “HOME SWEET HOME” E “SIMPLE LOVE”, coreografia Roberta Ferrara, con Serena Angelini, Tonia Laterza e Nicola De Pascale Domenica 11 ottobre ore 19 ARTEMIS DANZA (EMILIA ROMAGNA) – “SOLO DANTE #INFERNO”, coreografia Monica Casadei, con Mattia Molini, Alessia Stadiotti e Samuele Arisci NICOLAS GRIMALDI CAPITELLO (CAMPANIA) – “KURUP”, coreografia Nicolas Grimaldi Capitello, con Nicolas Grimaldi Capitello e Valeria Nappi – DANZA UBANA XL Venerdì 16 ottobre dalle ore 20,30

TEATRO MASSIMO Cagliari, Via E. De Magistris, 12, 09123 Cagliari CA Giovedì 1 ottobre dalle ore 20,30 CIE TWAIN (LAZIO) – “NOTHING TO DECLARE”, coreografia Yoris Petrillo, con Caroline Loiseau C&C COMPANY (EMILIA ROMAGNA) – “LES MISERABLES” coreografia Carlo Massari, con Martina La Ragione, Carlo Massari, Alice Monti, Daniele Palumbo ASMED (SARDEGNA) “ZATÒ E YCHI” coreografia Valeria Russo e Lucas Delfino, regia Senio G.B. Dattena, con Valeria Russo, Lucas Delfino e i percussionisti Marco Caredda e Cinzia Curridori BALLETTO TEATRO DI TORINO (PIEMONTE) – “TIMELINE” coreografia Ella Rothschild, con Lisa Mariani, Viola Scaglione, Nadja Guesewell, Flavio Ferruzzi, Emanuele Piras, Paolo Piancastelli Venerdì 2 ottobre dalle ore 20,30 NATURALIS LABOR (VENETO) – “THE RITE”, regia

e coreografia Luciano Padovani, con Elisa Spina MOVIMENTO DANZA (CAMPANIA) – “IDILLIO”, di e con Lorenzo Morandini Silvia Gribaudi/ZEBRA (VENETO) - “GRACES”, coreografia Silvia Gribaudi, con Silvia Gribaudi, Siro Guglielmi, Matteo Marchesi, Andrea Rampazzo

Domenica 4 Ottobre dalle ore 19,00

COMPAGNIA DANCEHAUSPIÙ (LOMBARDIA) – “OVER/UNDER” coreografia Matteo Bittante, con Barbara Allegrezza, Carlo D’Abramo, Nicolò Castagni​ COMPAGNIA ART MOUV’ (FRANCIA) – “EN ATTENDANT JAMES B.” regia Hélène Taddei Lawson, di e Sabato 3 Ottobre con Alex Benth, Jean-Claude dalle ore 20,30 Guilbert, Dominique LesdeSERATA EXPLÒ – Anticorpi XL ma, Dominique Lisette, Juha : PABLO GIROLAMI (FRIULI Pekka Marsalo, Charly MoanVENEZIA GIULIA) “GIANNI dal, Hélène Taddei Lawson PASQUALE”, con Giacomo ToIL GIARDINO SOTTO LE deschi DANIELE SALVITTO (EMILIA MURA ROMAGNA) - “KSAMA” di e Cagliari, Viale Regina Elena, 09124 Cagliari CA con Daniele Salvitto MATTEO VIGNALI (UMBRIA) - “ANOTHER WITH YOU”, con Giovedì 8 ottobre ore 20,30 Matteo Vignali e Noemi Dalla DAVIDE VALROSSO (TOVecchia MARCO DI NARDO (GERMA- SCANA) – “WHO IS JOSENIA) – “SPACE” di Marco Di PH?”, coreografia e danza DaNardo, con Carlos Aller, Marco vide Valrosso Di Nardo, Juan Tirado DANZA Venerdì 9 ottobre ore 20,30 URBANA XL​ GRUPPO E-MOTION/LA RISONANZA-ASSOCIAZIONE AS PALAVRAS/CIE CLAUHENDEL (ABRUZZO) - “VO- DIO BERNARDO (BELGIO) – “UN INSTANT DANS LA GLIO LA LUNA” coreografia Francesca La Cava, MAISON D’AUTRUI” con Francesca La Cava e Stefania Solo-conferenza danzata di Bucci, Violoncello Rebecca Fois Claudio Bernardo

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CONFERENZA “IMMAGINARE LA DANZA” a cura di Caterina Di Rienzo ASMED (SARDEGNA) “ZATÒ E YCHI” coreografia Valeria Russo e Lucas Delfino, regia Senio G.B. Dattena, con Valeria Russo, Lucas Delfino e i percussionisti Marco Caredda e Cinzia Curridori FINDER – Giovani autori dell’Accademia Nazionale di Danza: Francesca Rapicano, Maria Cardone, Zulimire Sawuti Sabato 17 ottobre ore 20:30 FABRIZIO FAVALE (TOSCANA) – “THE HALLEY SOLO”, con Vincenzo Cappuccio Domenica 18 ottobre ore 19 LUCIDOSOTTILE (SARDEGNA) – “LUGHENTE E SÙTILE LUGHE”, coreografia Tiziana Troja, Valentina Puddu, con Valentina Puddu Teatro Civico di Sinnai Sinnai, via della Liberta s.n. Mercoledì 28 ottobre Giovedì 29 ottobre Venerdì 30 ottobre ore 21 ASMED BALLETTO DI SARDEGNA – “FOUR”, coreografia e danza Olimpia Fortuni, Matteo Marchesi, Manolo Perazzi, Sara Pischedda ​ PRENOTAZIONE OBBLIGATORIA: 070/4671139 - 342/7838614 DALLE h 10 alle h 13 https://www.findfestival.org/ festival2018


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n cosa consiste il festival “Morròculas”?

Foto andalanoa.it

Il festival letterario e itinerante “Morròculas” si rivolge a un pubblico di bambini e ragazzi dai 6 agli 11 anni e prevede alcuni momenti formativi e di approfondimento rivolti a un pubblico adulto. Interamente dedicato alla promozione del libro di qualità, il festival è caratterizzato da reading, presentazioni di libri, laboratori, conferenze, momenti di formazione per insegnanti ed educatori e spettacoli che abbiano come tema centrale libri, lettura riflessioni educative. Perché il nome “Morròculas”? “Morròcula”, in sardo, designa la trottola, ossia quel giocattolo – diffuso in tutto il mondo - solitamente fatto di legno duro, a forma di cono con una punta di ferro ad una estremità. Numerose sono le citazioni di questo gioco nella letteratura, da Virgilio a Catone, da Dante a Torquato Tasso, da Boccaccio a Rabelais. È un gingillo dinamico, che evoca movimento e vitalità, la stessa vitalità dei bambini e dei ragazzi, che sono il cuore pulsante del festival. Chi sono i partner del progetto? Il festival “Morròculas”, ideato e progettato dall’Associazione culturale “Àndala noa”, con il sostegno della Camera di Commercio di Sassari - programma quadro “Salude & Trigu” per la valorizzazione turistica degli eventi culturali e di tradizione del Nord Sardegna. Sono partner del progetto le Amministrazioni comunali di Cheremule, Tissi e Torralba e la Cooperativa “La Pintadera”, organismo gestore dei servizi turistici presso il nuraghe Santu Antine (Torralba). Per informazioni: morroculas@andalanoa.it

Consulta il programma del festival. https://www.andalanoa. it/index.php/morroculas/670-programma-della-manifestazione

SABATO 10 OTTOBRE 2020 Ore 16:00 – Reading e incontro con l’autore (per bambini e ragazzi) “Il Koala Paolino, Paolino e la cerbiatta, Paolino e l’imperatore del bosco” Di Franco Cadoni. Illustrazioni di Josephine Sassu Ore 17:00 - Officina creativa “Sbagliando si inventa” - Laboratorio di scrittura creativa per bambini della scuola primaria, tenuto da Maria Dore, esperta di comunicazione. Ore 18:00 - Conferenza educativa tenuta dal dott. Lorenzo Braina – CENTRO CREA EDUCAZIONE (per genitori, educatori, insegnanti) “Le 7 P - gli ostacoli alla relazione educativa e di insegnamento”

piazza Peppino Impastato Tissi

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st totu prontu pro sa prima editzione de “Morròculas”, su festival de sa literadura pro pitzinnos e pitzocos aprontadu dae s’assòtziu culturale borutesu Àndala noa in pare cun sas Comunas de Cherèmule, Tissi e Turalva e cun sa coopertiva “La Pintadera” de Turalva. Su festival at a èssere itinerante, cun tres datas, una pro bidda: oe in Turalva, su 2 de santugaine in Cherèmule e su 10 in Tissi. Oe in programa leturas cun Clelia Martuzzu (a sas tres e mesu de merie), unu laboratòriu didàticu pro pitzinnos dae sos ses annos in susu (a sas chimbe) pro s’ammàniu de s’arghiddu e de còngios nuràgicos; una cunferèntzia de Lorenzo Braina (a sas 6,30) pro babbos e mamas, educadores e maistros in contu de bullismu. Su programa intreu e àteras info in su situ de s’assòtziu andalanoa.it màuru piredda

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a morrocula Non b’aiat pitzinnu masciu chi non giughiat in busciacca sa morrocula cun sa cosdijola, ma sas feminas puru l’aimis, mancari giogaimis in modu divesciu. Las faghiant sos mastros de ascia, ma b’aiat calicunu chi si l’ischiat faghere a sa sola; si nd’agattaiant de ogni manera: mannas, minores, in colore de linna o pintadas a ruju o a birde. Comintzende dai su giau, imboligaimis bene tirada e in modo perfettu sa cosdijola, trattenimis s’ustimu bicculu tra su poddighittu e su poddighe de s’aneddu poi, cun d’unu colpu siccu, a tottu coddu, lantaimis sa morrocula chi giraiat ………che una morrocula. Su gustu fut a nde la “pesare” fattendela pigare a su prammu de sa manu in ue sighiat a moliare. Su giogu de sas feminas si

frimmaiat in cue, nos accuntentaimis de las bidere ballende. Sos mascios invece, ch’arriviant fintzamente a ponnere su lumene a sas morroculas issoro, nd’aiant pius de una e osganitzaiant tantos giogos. Unu fut custu: faghiant su “toccu”e, su chi resustaiat ustimu, poniat sa morrocula in mesu de unu ciscu fatt’in terra cun d’unu gingiri. Su primu giogadore, lantaiat sa sua cun totta sa fortza, in modu ch’aerat duradu meda moliende, nde l’accogliat a su prammu de sa manu e poi che l’addobbaiat contra ‘e sa chi fut intro pro che la ogare dai su ciscu. Si bi resessiat, torraiant dai prinzipiu, si nono sighiant sos ateros pitzinnos unu fatt’a s’ateru. E tottu custu in mesu a risos, boghes, ibirridos e tifu accanidu, ma puru ippintas e peraulaccias. https://incunza.blogspot.com/


manuelle Collinot, Thomas Bataille montaggio / editing: Simon Arazi musica / music: Pierre Aviat e David Leroy, Editions Cinétévé suono / sound: Damien Perrollaz produzione / production: Cinétévé, Centre Pompidou, BIP TV — Italian premier online from 16 to 22 october 2020 iguel Quismondo: Magazzino Stati Uniti, 2020, 8’, inglese regia / direction: Domenico Palma riprese / shooting: Domenico Palma, Santiago Torresagasti, William Zullo, Mattia Palombi, Hunter Herrick fotografie / photographies: Marco Anelli, Javier Callejas, Montse Zamorano montaggio / editing: Domenico Palma musica / music: Jonathan Haidle, Chad Crouch produzione / production: Magazzino Italian Art Foundation — online from 16 to 22 october 2020 nto the Light with Cité Mémoire Canada, 2020, 44’, inglese regia / direction: Janice Zolf fotografia / photography: Jean-François Lemire montaggio / editing: Annie Leclair musica / music: Luc St.Pierre suono / sound: Daniel Toussaint produzione / production: Films du Rapide-Blanc, Janice Zolf Productions — world premier online from 16 to 22 october 2020 rt21 - Beijing Stati Uniti, 2020, 30’, inglese regia / direction: Bryan Chang, Vicky Du fotografia / photography: Bryan Chang montaggio / editing: Bryan Chang musica / music: Joel Pickard suono / sound: Rayell Abad, Long Lv, Shi Qian, Zhou Yang produzione / production: Art21 — european premier online from 16 to 22 october 2020 (segue pagina 20)

Foto cantinadicalasetta

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ody of Truth Germania, Svizzera, 2019, 96’, inglese regia / direction: Evelyn Schels fotografia / photography: Börres Weiffenbach montaggio / editing: Ulrike Tortora musica / music: Christoph Rinnert produzione / production: INDI FILM GmbH, Arek Gielnik, Sonia Otto DokLab GmbH — Italian premier san carlo theater 15 october 2020 h 20:30 online from 16 to 22 october 2020

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enzo Piano. Il potere dell’archivio Italia, 2018, 35’, italiano, inglese regia / direction: Francesca Molteni sceneggiatura / screenplay: Fulvio Irace fotografia / photography: Alvise Tedesco, Gabriele Sossella, Mario Flandoli, Stefano Slocovich, Andrea Fumagalli, Rocco Contini montaggio / editing: Veronica Scotti musica / music: Fabrizio

Taylor musica / music: Jay Smith suono / sound: Ott House Audio produzione / production: Electrolift Creative — Italian premier online from 16 to 22 october 2020 ttore Spalletti. Italia, 2019, 90’, italiano regia / direction: Alessandra Galletta regia / direction: Kim fotografia / photoLonginotto graphy: Andrea Giannone, fotografia / photography: montaggio / editing: Ollie Domenico Catano, Alejandro Lightowler Stahlberg, PieHuddleston musica / music: Ray Harman tro Daviddi, Matilde Sambo, produzione / production: Lu- Alessandro Petrini montaggio / editing: Andrea nar Pictures distribuzione / distribution: I Giannone, Maria Teresa Soldani Wonder Pictures musica / music: Ludovico Ei— naudi, Stefano Tore san carlo theatre suono / sound: Stefano Diso 15 october 2020 h 22:55 only to be shown at the san produzione / production: Lagalla23 productions carlo theatre — not available online online from 16 to 22 october arcel Duchamp: 2020 Art of the Possible ora Maar, entre ombre Stati Uniti, 2019, 90’, inglese et lumière Francia, 2019, 52’, regia / direction: Matfrancese thew Taylor regia / direction: Mafotografia / photography: Matrie-Ève de Grave thew Taylor montaggio / editing: Matthew fotografia / photography: EmCampanelli produzione / production: Muse Factory of Projects con UniFor — san carlo theatre 15 october 2020 h 22:15 online from 16 to 22 october 2020 etizia Battaglia - Shooting the Mafia Irlanda, Stati Uniti, 2019, 94’, italiano

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artecinema 25 serata inaugurale Teatro San Carlo giovedì 15 ottobre 2020 ore 20 ingresso € 10 acquisto biglietti vivaticket.com o al botteghino partecipa ad artecinema 25 ovunque tu sia! tutti i film selezionati per la 25a edizione saranno disponibili anche online dal 16 al 22 ottobre 2020 registrazione su online. artecinema.com costo per l’intero festival € 10

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ust Meet - Tadao Ando Messico, 2017, 53’, giapponese, inglese regia / direction: Fernanda Romandía fotografia / photography: Fernanda Romandía, Lorenzo Hagerman, Joaquín Del Paso, Pedro Gonzáles Rubio, Emilio Azcárraga, Alejandro Blásquez, Sebastián Hoffman montaggio / editing: Pedro G. García, Fernanda Romandía musica / music: Cheba Blendi, Alejandro Magaña suono / sound: Martin Delgado, Rodrigo J de Vega, María Luz Orozco, Miguel Bonilla produzione / production: Mantarraya Producciones — european premier online from 16 to 22 october 2020 nstalling Magazzino Stati Uniti, 2020, 10’, inglese regia / direction: Domenico Palma fotografia / photography: Domenico Palma, Santiago Torresagasti, William Zullo, Mattia Palombi montaggio / editing: Domenico Palma musica / music: Alan Spiljak, Chad Crouch, Lubomyr Melnyk produzione / production: Magazzino Italian Art Foundation — online from 16 to 22 october 2020 lliott Erwitt, Silence Sounds Good Francia, Spagna, 2019, 62’, inglese regia / direction: Adriana Lopez Sanfeliu sceneggiatura / screenplay: Adriana Lopez Sanfeliu, Mark Monroe fotografia / photography: Adriana Lopez Sanfeliu, Kirsten Johnson, David Quesemand montaggio / editing: Scott Stevenson, Ace musica / music: Eric Neveux suono / sound: Adriana Lopez Sanfeliu, Judy Karp produzione / production: Camera Lucida Poductions, Adriana Lopez Sanfeliu — online from 16 to 22 october 2020

Foto facebook

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TRISORIO Associazione Culturale Riviera di Chiaia 215 80121 Napoli +39 081 414306 info@artecinema.com https://artecinema.com/

MAKER ISLAND

L’ISOLA DEI MAKER VENERDI 16 SABATO 17 DOMENICA 18 OTTOBRE 2020 MUSEO ARCHEOLOGICO OLBIA

Via Isola Peddone 07026 Olbia SS Tel : +39 0789 28290 S’ARTI NOSTRA 20

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al 16 al 18 Ottobre 2020 il Museo Archeologico Di Olbia è pronto ad ospitare la prima edizione della Maker Island - L’isola dei Maker, il primo evento della Sardegna che intende celebrare la cultura dei MAKER: gli artigiani digitali del XXI secolo! Il tema principale è quello dell’innovazione “dal basso” con un approccio attento al continuo dialogo con imprese e istituzioni. L’ obiettivo è quello di far coesistere l’ambito digitale e quello manuale, la cultura e la tecnologia, l’artigianato e l’industria, in uno contesto family-friendly, informale e stimolante. Un evento interdisciplinare dove la tecnologia incontra il mondo del design, della moda, dell’arte, e dell’impre-

sa, dando vita ad interessanti commistioni e attivando innovazioni culturali presso un pubblico ampio ed eterogeneo. Un luogo dove professionisti del settore, appassionati di ogni età e background si incontrano per presentare i propri progetti, condividere le proprie conoscenze e scoperte e creare nuove connessioni! Progetti, Laboratori e un fitto programma di Talk animeranno per 3 giorni la magnifica location del Museo Archeologico Di Olbia,, non potete mancare! ORARI: 16/10 > 14.00 - 20.00 h 17/10 > 10.00 - 20.00 h 18/10 > 10.00 - 18.00 h h t t p : / / w w w. m a k e r i slandsardinia.com/ makerislandsardinia@gmail.com


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