Risorse umane e infrastrutture Giuseppe Longhi in: M. Bordignon, P. Mantovani (a cura di) L’evoluzione dell’impresa e lo sviluppo di un territorio eccellente: il Nord est verso il 2059, Marsilio, Venezia 2009 © 2009 by Marsilio Editori® s.p.a. in Venezia Prima edizione: dicembre 2009 isbn 978-88-317-9950
Risorse umane e modello di sviluppo sostenibile Con lʼevolversi del paradigma della sostenibilità viene a maturazione un modello di sviluppo economico e sociale basato sulla relazione olistica fra risorse umane, naturali e fisiche 1. Mentre “sviluppo” era sinonimo di accumulazione di beni prodotti, il pensiero recente ha enfatizzato lʼimportanza delle risorse umane e naturali nei processi economici. Gli investimenti per educazione, formazione e salute diventano così determinanti per la crescita dei profitti e delle ricchezze presenti e future. Ugualmente, la rivalutazione delle risorse naturali e lʼaumento della qualità della vita assumono unʼimportanza paragonabile agli investimenti in capitale fisico. Nasce così un modello di sviluppo circolare che Joseph Stieglitz, in occasione della Conferenza “Rio+5” 2 (New York, 1997), definisce come la relazione olistica fra: • Risorse umane, che comprendono: struttura della popolazione, dellʼeducazione, del lavoro, del capitale sociale (istituzioni e altre strutture sociali, come le associazioni); • Risorse naturali, che vanno considerate secondo tre aspetti: • come ʻinputʼ, che vengono immessi nella produzione (la terra come input dellʼagricoltura e dellʼallevamento, la foresta come fonte di legname, i beni del sottosuolo come fonte di metalli, minerali e petrolio, le aree protette e le foreste non sfruttate economicamente); • come beni monetizzabili destinati a produrre profitto; • come beni non monetizzabili destinati a soddisfare esigenze primarie dellʼuomo (la contemplazione della bellezza, la soddisfazione di esigenze culturali, ecc.). Lʼuso delle risorse naturali come input nella produzione non è univoco, esso può avvenire in maniera sostenibile o insostenibile. Di conseguenza, se il valore capitale di un bene é storicamente dato dal valore attuale dei servizi che genera nel suo ciclo di vita, il suo valore in base ai criteri di sostenibilità è dato dal suo valore attuale al netto del costo di ricostituzione dello stock di capitale iniziale 3; • Risorse fisiche, che sono composte da: edifici e strutture, macchinari e attrezzature, aree urbane (intese come beni naturali il cui valore è correlato a quello dei beni prodotti). Per anni il capitale fisico é stato il centro dellʼattività economica e territoriale. Esso era visto come la chiave dello sviluppo, da qui lʼesigenza di garantire alti saggi di accumulazione del capitale e grande enfasi verso lʼefficienza e lʼottimizzazione dellʼaccumulazione. Mentre non vi è dubbio che esso sia un importante fattore di produzione, il capitale fisico sta probabilmente esaurendo il suo ruolo di fattore trainante, un ruolo in cui si sta imponendo il capitale naturale. Per esempio: nel settore della pesca il problema è la disponibilità di pesce e non della produzione di battelli da pesca. Lʼeffettivo uso di capitale fisico dipende dal capitale umano. Se cʼè un sotto investimento in capitale umano, il saggio al quale il capitale fisico aggiuntivo può essere produttivamente utilizzato sarà limitato.