Giuseppe Longhi, Linda Comerlati
Sustainable design keywords decoupling
indice di felicità
inclusione accountability
s.m.a.r.t. network
creatività sostenibilità visione
identità
#Intelligent School Design 2014
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http://www.vodblogsite.org/
Questo contributo è stato ideato dal prof. Giuseppe Longhi e sviluppato con l’arch. Linda Comerlati, in occasione del corso di perfezionamento “Intelligent School Design”, promosso dall’Università IUAV di Venezia e dall’Ordine degli Architetti P.P.C. di Vicenza, tenutosi presso l’Urban Center di Bassano del Grappa da aprile a giugno 2014. Esso è un avanzamento di quanto prodotto in occasione dei workshop tenutisi a Perugia nel 2013 durante il corso di “Esperto nella sostenibilità energetica ed ambientale nelle operazioni di rigenerazione urbana”, organizzato da Umbria Training Center e Ordine degli Architetti e Pianificatori della Provincia di Perugia, Cod. UM. 12.02.2E.048 Cod. UM. 12.02.2E.049. Un particolare ringraziamento a Francesco di Giacomo, Presidente di Umbria Training Center. Si ringraziano per lo sviluppo del progetto di rigenerazione delle aree dismesse in Umbria: Valentina Adornato, Martina Busti, Flavia Campodifiori, Matteo Chiariotti, Michele Chieli, Lucia Del Sero, Stefania Frezzini, Francesco Lucaccioni, Fabio Mancini, Barbara Massoli, Fabrizio Moretti, Serena Morosi, Giacomo Orbi, Francesco Paparoni, Bianca Maria Rulli.
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Indice
Parte I Un nuovo alfabeto della progettazione sostenibile G. Longhi Fondamenti del progetto sostenibile Disruptive innovations Disruptive innovations: da esomacchine a endomacchine Disruptive innovations Disruptive innovations & economic change
City abacus I vettori del cambiamento: cibernetica e visione antropocenetica Mappa e database dei fondamenti del progetto sostenibile
Progettare in armonia con Horizon 2020 La rigenerazione urbana sostenibile Mappa e database della rigenerazione urbana sostenibile Manifesto della progettazione sostenibile
Parte II Abaco di progetto G. Longhi, L. Comerlati PerchĂŠ un abaco 1. Convenzioni 2. Sistema integrato 3. Sinergie 4. 3+6 pillars 5. Rsorse e infrastrutture 6. Trend 7. Scopi e principi 8. Coinvolgimento degli stakeholder 9. Agenda 10. Valutazione delle risorse 11. Progettare per il futuro 12. Target internazionali
13. Valutazione dell’impronta ecologica 14. Valutazione del metabolismo urbano 15. Piani per l’innovazione urbana 16. Piani per la crescita della biodiversità 17. Piani per la resilienza al cambiamento climatico, alle cyber tecnologie, ai comportamenti sociali 18. Progettare nuove infrastrutture fisiche 19. Progettare nuove infrastrutture virtuali 20. Realizzare fabbriche per imparare 21. Realizzare fabbriche per produrre 22. Realizzare fabbriche per abitare 23. Produrre zero rifiuti
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Parte I
Un nuovo alfabeto della progettazione sostenibile G. Longhi
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Parte I Un nuovo alfabeto della progettazione sostenibile
Fondamenti del progetto sostenibile
Il progetto di sviluppo sostenibile europeo, sia economico che territoriale, è guidato dalla regola del decoupling, ossia dall’aumento di produttività accompagnato alla diminuzione del consumo di risorse naturali. Questo significa che l’Europa ha avviato una profonda revisione del proprio modello di sviluppo, di cui occorre acquisire una maggiore consapevolezza, nel nostro caso nelle scelte territoriali. Nel modello di sviluppo a “politiche costanti” infatti l’aumento del reddito è accompagnato a un peggioramento del metabolismo delle risorse in quanto esso genera: - una crescita direttamente proporzionale della quantità di input in termini di prelievo di materia; - una crescita del footprint nella fase di funzionamento, a causa della crescita dei consumi; - un aumento delle esternalità negative, particolarmente di CO2. Siamo in presenza dunque di un processo che genera un tendenziale esaurimento delle risorse per la dimensione dei prelievi, una pressione sul territorio superiore alla sua capacità di bio-rigenerazione, a causa dei consumi, alla crescita delle esternalità negative. In un processo dominato da una ricerca tecnologica basata sulla crescita della produttività del lavoro. Occorre invertire la curva di Kutnetz, che accoppia crescita del reddito con inquinamento, e avviare un nuovo ciclo di Kondratieff basato su innovazione tecnologica biocompatibile.
Benessere umano
oltre il PIL
Attività eonomica (PIL)
Decoupling delle risorse Uso di risorse Decoupling dell’impatto Tempo Impatto ambientale Fonte: UNEP, Tre aspetti del decoupling, in http://www.unep.org/resourcepanel/publications/decoupling/tabid/56048/default.aspx
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Parte I Un nuovo alfabeto della progettazione sostenibile
Definizioni del decoupling - Decoupling relativo: Aumentano sia la produttività sia il consumo di risorse, ma il consumo di risorse aumenta a un saggio inferiore rispetto alla produttività. Così la produttività è crescente. - Decoupling assoluto: La produttività cresce, mentre l’uso di risorse cala in termini assoluti. - Doppio decoupling: Il doppio decoupling è un concetto entrato nel dibattito politico in tempi recenti. Esso opera una distinzione tra il decoupling nell’uso delle risorse rispetto alla produttività, ossia un minore uso di risorse per unità di PIL, e il decoupling nell’uso delle risorse rispetto agli impatti ambientali, ossia minori impatti per unità di risorsa utilizzata. Alcuni esperti sostengono che l’aumento quantitativo nell’uso di risorse non è il problema più significativo poiché gli impatti possono essere ridotti chiudendo il ciclo dei materiali, oppure con il riciclo e il riuso, o ancora con l’adozione di ampie misure di trattamenti a valle dei processi produttivi (end-of-pipe). Altri credono che la crescita quantitativa sia un problema in sè, in quanto le risorse non rinnovabili sono limitate e gli impatti potenziali sugli ecosistemi irreversibili. Esistono difficoltà metodologiche nella misurazione degli impatti ambientali sulla base quantitativa dell’uso di risorse (European Environment Agency, 2010). - Decoupling delle risorse e dell’impatto: Il decoupling delle risorse consiste nella riduzione dell’uso di risorse per unità di produttività, nella direzione della “dematerializzazione”. Un maggiore decoupling delle risorse è indicato dall’aumentare degli output economici relativo agli input di risorse - conosciuto come produttività delle risorse (GDP/DMC). Il decoupling dell’impatto si riferisce all’aumento degli ouput economici con una riduzione degli impatti ambientali negativi, derivanti, ad esempio, da estrazione eccessiva o da inquinamento. Questo tipo di impatti può essere misurato con il metodo dell’ananlisi del ciclo di vita (LCA) (Fischer-Kowalski, 2011) (Bolla, Lock, Popova, 2011). (Fonte: Resource Efficiency Indicators, In-depth report, EU Commission 2013)
6a ondata
Innovazione
5a ondata
3a ondata 2a ondata
1a ondata
1785
4a ondata
Ferro Energia idrica Meccanica Tessile Commercio
1845
Motore a vapore Ferrovia Acciaio Cotone
Elettricità Chimica Motore a combustione interna
1900
Petrolchimica Elettronica Aviazione Spazio
1950
Fonte: Hargroves, K. and Smith, M.H., Le ondate dell’innovazione
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Sostenibilità Radicale produttività delle risorse Progettazione di sistema Biomimicra Chimica verde Ecologia industriale Energia rinnovabile Nanotecnologia verde
Network digitali Biotecnologia Software Tecnologia dell’innovazione
1990
2020
Parte I Un nuovo alfabeto della progettazione sostenibile
La velocità con cui procedere a tale trasformazione tecnologica è data dal Wuppertal Institut, che segna, con il termine Fattore X, il valore di decoupling da raggiungere per la stabilità della Terra: esso è in media 4 (ossia aumentare di 2 volte la produttività delle risorse naturali e dimezzare il consumo). Sono valori di rinnovo alti, che metterebbero fuori combattimento i paesi più poveri, per cui il Wuppertal auspica un Fattore 5 per i paesi più progrediti e un andamento costante per i paesi più poveri. Il Fattore, sia esso 4 o 10, implica che l’impostazione della progettazione deve essere radicalmente rivista, perché gli attuali metodi, tecniche e prassi sono insostenibili. è raggiungibile questo obiettivo? Dobbiamo tener conto che dal 1850 la produttività del lavoro è aumentata di 20 volte, non è quindi utopia pensare che la rivoluzione biologica o antropocenetica che sta iniziando ci permetta l’aumento di 4 volte in 50 anni o di 10 volte in 100 anni della produttività delle risorse, e per fare ciò non posso lavorare a tecnologia costante. Occorre cogliere la sfida del rinnovo dei codici progettuali, per uscire dal declino che ci attanaglia, avviando misure coerenti con i contenuti delle Convenzioni internazionali sottoscritte dal nostro Paese dopo la Conferenza di Rio, i quali sono fondati su: - riduzione di carbonio per unità di energia - riduzione dell’energia per unità di Prodotto Lordo - revisione del concetto di Prodotto Lordo
Modello di produzione
Input
Riferimenti bibliografici: - G. Longhi, Sostenibilità urbana e territoriale, in Leonardo Benevolo, Il nuovo manuale di urbanistica, Mancuso Editore, 2009; - G. Longhi, Out of the crisis: the centrality of ideas and metropolis, Sofia, 2012; - W. Sachs, T. Santarius (a cura di), Per un futuro equo, Feltrinelli, 2007
Intensità di sapere
Output
1800 - 1960, Ciclo aperto
Non si considera il costo delle emissioni
Anni ‘70, Selezione delle emissioni
Selezione delle emissioni (rifiuti, acqua, gas)
Anni ‘80, Riciclo
Il progetto incorpora il riciclo (acqua, materiali, calore)
Anni ‘90, Dematerializzazione
Riduzione input (materia, acqua, energia) e sperimentazione di nuove tecnologie
2000, Modello bio-intelligente
Regole biologiche di progetto, a bilancio ambientale positivo Fonte: Wuppertal Institut, nuovi paradigmi di produzione
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Parte I Un nuovo alfabeto della progettazione sostenibile
Disruptive innovations
Abitualmente i pubblici amministratori delle città, ma anche gli erogatori istituzionali del sapere come le imprese preferiscono focalizzarsi su sustaining innovations, innovazioni incrementali, puntando su un miglioramento graduale dell’esistente (sia esso prodotto o servizio o modo di pensare). A loro modo di vedere, questo implica un rischio decisamente minore rispetto a quello di progettare prodotti o servizi ex-novo. Essi commettono l’errore di ignorare le caratteristiche e gli effetti dei processi innovativi in corso, delle disruptive innovations (in italiano: innovazioni di disturbo, perturbatrici), che non necessariamente sono particolarmente innovativi o complessi da un punto di vista tecnologico, ma possiedono alcune importanti caratteristiche: --inizialmente non sono percepiti da utenti o clienti esistenti, per questo sono ignorati da p.a e imprese non dotate di long view o senso del rischio; --evolvono in modo talmente rapido da rendere assolutamente obsolete le situazioni pre-esistenti, mettendo in crisi il modello organizzativo pubblico e fuori mercato le imprese; --socialmente introducono processi decisionali semplificati e tendenti alla democrazia diretta, creando forti contraddizioni e crisi rispetto ai modelli di governance istituzionali. Un esempio di tali innovazioni è il passaggio dai mainframe computer al laptop, al tablet, fino all’avvento degli smartphone che hanno portato alla convergenza dell’industra informatica con quella delle telecomunicazioni, portando le funzionalità del computer nelle tasche di ciascuno di noi, ma anche modelli di organizzazione sociale potenzialmente adhocratici in alternativa a quelli gerarchici. Le innovazioni di questo tipo ridefiniscono radicalmente sia l’ecosistema della p.a, sia quello produttivo delle imprese, alla pari del concetto di valore e dei modelli d’organizzazione pubblici e privati. Il termine disruptive innovation è stato introdotto in letteratura dai Proff. Clayton Christensen e Joseph Bower nel 1995 con l’articolo Disruptive Technologies: Catching the Wave (Harvard Business Review). Attualmente l’analisi delle disruptive innovations è un fattore importante per la costruzione di scenari di trasformazione produttiva, spaziale esociale.
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Parte I Un nuovo alfabeto della progettazione sostenibile
Fonte: A Strategy for American Innovation: Driving Towards Sustainable Growth and Quality Jobs, The White House, 2011
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Parte I Un nuovo alfabeto della progettazione sostenibile
Disruptive innovations: da esomacchine a endomacchine Il mondo del progetto deve confrontarsi con un processo innovativo destinato a trasformare in modo radicale gli oggetti e le architetture. Esso consiste nel passaggio da esomacchine ingombranti (la casa, le auto, ...) e ad alto consumo di materia a macchine e strumenti sempre piÚ miniaturizzati, interconnessi, incorporati, biologici, il cui bilancio energetico è spesso attivo.
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Parte I Un nuovo alfabeto della progettazione sostenibile
Disruptive innovations
Le innovazioni in corso sono destinate a trasformare in modo radicale le forze guida del progetto urbano, ridefinendo radicalmente l’ecosistema delle p.a. e delle imprese, alla pari del concetto di valore e dei modelli di organizzazione pubblici privati, generando quindi nuove relazioni e nuovi processi urbani.
Campo di innovazione
Innovazione
Simulazione dell’intelligenza umana
Computer neuronale
Generator
Automation of knowledge work
Dematerializzazione
Cloud technology Mobile Internet The internet of things
Produrre in simbiosi con la natura
Next generation genomics Salvaguardia dei servizi e dei prodotti naturali
Energia da fonti rinnovabili
Renewable energy Energy storage Advanced oil and gas exploration and recovery Grid scale storage Digital power conversion Compressorless air conditioned and electrochromic windows Clean coal Biofuels and electrofuels
Applicazioni industriali
Advanced robotics Autonomous vehicles 3D printing Advanced materials
Rigenerazione della città
Progettazione della città come sistema metabolico chiuso: autosufficienza energetica e alimentare di quartiere, risparmio d’acqua (-77%), difici ad alta connettività (100mb e servizi in cloud), componenti biotiche crescenti (43% materiali biobased), 0 emissioni
Fonte: Rielaborazione da McKinsey Global Institute, Disruptives technologies: advances that will transform life, business, and the global economy. May 2013
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Parte I Un nuovo alfabeto della progettazione sostenibile
Disruptive innovations & economic change
Il cambiamento tecnologico incide sia sulla struttura della base produttiva, sia sulla catena di creazione del valore. La matrice che segue illustra questa doppia realtĂ territoriale ed economica.
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Parte I Un nuovo alfabeto della progettazione sostenibile
City abacus
Quali sono le forze guida della progettazione urbana in Europa? Il tentativo di definirle è affidato alla riflessione sui contenuti di 13 interviste ad esperti e portatori di interessi effettuate in occasione del progetto europeo ReUrbA1 (http://www.stipo.nl/Europese_Stedelijke_Ontwikkeling), dedicato alla rigenerazione urbana e promosso dai comuni anseatici. Intervistato
Qualifica
Parola chiave dell’intervista
Arnold Reijndorp
sociologo urbano
The city as creative emancipation machine
Alain de Botton
filosofo
The city as cure for loneliness
Tracy Metz
giornalista
The public city
Wolfgang Kil
architetto e critico
The shrinking city
Rudy Stroink
direttore di impresa edile
The city of private initiative
Sir Peter Hall
geografo
The polycentric mega-city
Alexander Kan
direttore Social & Economic Council
The city of unplanned energy
Waltherr Hämer
pianificatore
The cautious city
Alan Simpson
esperto sostenibilità, Partito Laburista
The city that doesn’t steal from its children
Reinier de Graaf
partner OMA
The city as predictor of the future
Danuta Hubner
commissario europeo per la città
The European City as Driver of Change
Charles Landry
fondatore del Think Tank Comedia
The intercultural city and City-making
Joost Schrijnen
esperto mobilità
The city is worth investment
In sintesi, il progetto ReUrbA, particolarmente attento alla situazione nord europea, propone quattro strategie: 1. orientamento dall’offerta alla domanda, comprendendo gli stili di vita (ossia gli strumenti di piano elaborati dalla pubblica amministrazione devono saper esprimere il sistema di preferenze dei cittadini e coinvolgere una vasta gamma di portatori d’interesse), 2. dal governo alla governance (ossia dal prodotto piano o progetto al processo di pianificazione o progettazione), 3. dalla demolizione alla trasformazione creativa, 4. dal budget alla creazione di valore (ossia dall’attenzione esclusiva ai valori finanziari all’integrazione con i diversi aspetti della responsabilità sociale).
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Parte I Un nuovo alfabeto della progettazione sostenibile
City Abacus è una riflessione sulle parole guida delle interviste, che vanno a formare un discorso imperniato su tre questioni centrali: l’evoluzione della struttura urbana, first the people, ossia la supremazia della riqualificazione delle risorse umane rispetto alla storica centralità delle risorse fisiche, ed il passaggio gestionale/organizzativo dal governo alla governance. La struttura urbana europea: declino, cambiamento, policentrismo, creatività, emancipazione, connettività, ecoefficienza I ragionamenti sulla trasformazione della città europea sono dominati dal pensiero di Jane Jacobs: “La città non è la somma dell’evoluzione umana; la città ne è la precondizione. In altre parole: i più grandi progressi sono generati dall’impianto urbano….Occorre un programma economico-sociale e una struttura della comunità per dar forma alla città. ….Il progetto ha senso a condizione di aver compreso il funzionamento della città” La struttura del cambiamento: entro i prossimi 20 anni assisteremo a cambiamenti strutturali nella città europea a seguito dei processi di globalizzazione dell’economia. Oggi le aree urbane forti assumono la struttura di megalopoli policentriche in una visione europea che, secondo Peter Hall, si ferma a Parigi ed esclude quindi la megalopoli policentrica padana ed il sistema mediterraneo. La lettura che fa P. Hall è fisica e funzionale, in quest’ultima dimensione comprende le relazioni materiali ed immateriali. Motore della megalopoli sono le attività di servizio. Le cause del declino: --diminuzione e invecchiamento della popolazione, fino a far mancare alla città la massa critica che permetta la sopravvivenza della città, --una base di servizi debole, --essere nella corona delle città più forti, --crescita del divario fra aree ricche e povere, che da luogo a un patchwork di splendore e povertà, --in quanto la città è l’esito di un complesso sistema di interazioni, queste sono più difficili da raggiungere nelle new towns, --una molteplicità di enti intermedi rende difficile organizzarsi. Nuove politiche di piano: le politiche messe in atto per contrastare il declino sono nevrotiche, una specie di panico alla ricerca di soluzioni ‘facili’, che puntano per lo più al potenziamento del settore della conoscenza (università) e del turismo tempo libero, ma ahimè non tutte le città sono come Venezia. Occorrono nuove politiche di piano per sostituire le attuali basate sulla crescita. Emergono due principali forze guida per la rigenerazione: la creatività e l’emancipazione. L’apertura alla diversità è un fattore strategico; un sistema chiuso, poco aperto alla diversità perde la capacità di rinnovarsi. Ogni città è complessa, formata da molte culture, a cui bisogna essere sempre aperti. Apertura alla diversità per realizzare un sistema urbano creativo e collaborativo con l’esterno, non competitivo.
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Parte I Un nuovo alfabeto della progettazione sostenibile
Diversità finalizzata alla costruzione di una città socialmente sostenibile, eticamente finalizzata al miglioramento della comunità, sia interna che globale. Bisogna andare oltre, coniugare la città creativa con la città come macchina che produce emancipazione. Il problema è quali reti di relazioni sono ancora connesse alla città fisica, in un processo dove la rete di relazioni dei residenti diventa sempre più ampia, gli anziani hanno difficoltà a collegarsi ai nuovi linguaggi, i professionisti creativi e gli immigrati lasciano la loro ‘impronta’ sul territorio espellendo gli abitanti locali poco istruiti. Il problema diventa come connettere la città creativa con quella dell’emancipazione. Quest’ultima dimensione è poco trattata. Dovremmo prestare più attenzione alla città dei residenti, alle diversità delle aggregazioni, dove molti sono soli. Occorre guardare all’ambiente residenziale come insieme, distinguendolo per stili di vita e servizi. Il ruolo dell’architettura e della pianificazione: creare sinergie fra le diverse dimensioni della città: la città connessa, per la quale occorre limitare il rischio di perdita di connettività, la città per vivere, che beneficia dell’armonia fra trasporti e architettura, la città come centro di conoscenza, tesa al dialogo fra diversità. La città come enorme biblioteca, dove al posto dei libri sono i cittadini. In questa città è sempre più ampio il confine per la possibilità di risiedere fuori dal centro grazie ai nuovi mezzi di telecomunicazione e dove questi ultimi diventano un surrogato sempre più competitivo dello spazio fisico. Ma l’incontro faccia a faccia resta importante. Occorre inoltre prestare attenzione: alle politiche che emergono dalle Carte o Convenzioni europee, all’ecoefficienza del sistema urbano, a considerare criticamente l’opzione dell’aumento della densità e a prestare sempre attenzione al ruolo della città come sensore dell’efficacia delle politiche centrali: “la città come sensore del futuro”. First people I cittadini prima degli investimenti fisici; la questione non è “perché è importante investire nella città?” ma “perché è importante investire nella gente”. Si è investito troppo nei luoghi e troppo poco sulla gente. Occorre tenere presente l’esperienza di Berlino: dopo la caduta del muro sono stati fatti imponenti investimenti nella riqualificazione fisica, ma la città non decolla. La sfida per la città è confrontarsi con la nuova geografia: economica, sociale, demografica, caratterizzata dalla moltitudine delle etnie. Altre sfide riguardano il sistema delle preferenze, gli stili di vita, la questione dell’uniformità di abitudini, le opportunità e difficoltà per le giovani coppie. Un’altra sfida è il mix culturale generato dai flussi immigratori. Le città hanno un alto saggio di crescita naturale, anche se siamo abituati a pensare che siano in punto di morte. La capacità di integrazione degli immigrati non è omogenea, comunque l’iniezione di diversità sarà un vantaggio. Negli ultimi 20 anni si sono privilegiati gli investimenti in trasporti e residenze, occorre riequilibrarli con investimenti per l’economia e le infrastrutture sociali, rispetto a questo bisogna rivalutare il ruolo dell’educazione.
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Parte I Un nuovo alfabeto della progettazione sostenibile
La gente arriva in città povera, si evolve socialmente e la lascia per trasferirsi nei sobborghi (o per emigrare nei paesi di origine). Questo movimento della classe medio-bassa è logico, ma rappresenta una perdita per la città, perché questa popolazione nella sua permanenza ha fondato piccole imprese, erogato servizi…Ha generato abilità e investito nella città. Quando la lasciano il loro capitale sociale, in termini di educazione e lavoro, va perso, assieme a prossimità, sapere ed esperienze. Questo è uno scandalo perché parte della classe media desidera risiedere in città con buoni servizi e buone scuole. La creatività è un ottimo ingrediente, ma va cucinato. Occorre elaborare stategie culturali in sinergia con la vocazione degli spazi urbani, una sinergia che porta a vedere la città come un’impresa collettiva. Dal governo alla governance I funzionari pubblici si vedono come il Re Sole, questo è il problema. è finito il tempo di controllare tutto con il piano, ma è buona cosa fissare gli obiettivi attraverso un piano, anche se questi probabilmente non si realizzeranno. Il problema dei piani è che azzerano le iterazioni umane (planning versus human interactions), e queste sono fondamentali. Non si può pensare la città come insieme di grattacieli, occorre qualcosa in cui la gente si identifichi. L’Olanda nel secondo dopoguerra ha adottato un sistema di pianificazione fortemente centralizzato, e gli investimenti hanno avuto un ritorno molto basso. Le imprese hanno dovuto adattarsi a questa impostazione perché non avevano alternativa, con il risultato di una caduta verticale della creatività e l’esplosione della tecnocrazia. Il Governo è divenuto un mostro a molte teste, monopolista di una città dove tutto è rigidamente regolato. Dobbiamo puntare a un giusto equilibrio fra sogno e implementazione pratica. Smettiamola di essere burocratici e siamo più creativi! Ci sarà una rivoluzione nei prossimi cinque anni, la si potrà evitare rivoltando il sistema. I privati sono così forti da intimidire la parte pubblica….. Le decisioni non sono prese né da politici né da pianificatori, ma dalla borsa. Attualmente il cambiamento non è guidato dai leaders politici, ma la pressione reale è esercitata dalle comunità e dai movimenti sociali che sono penalizzati dal decadere della qualità della vita. I pianificatori raramente sono consapevoli di quanto stanno facendo; benché siano convinti di creare ordine dal caos la loro forza guida è il controllo. La pianificazione olandese si è basata sui valori della comunità, ma le città non sono per la collettività. Le città sono basate su conflitti, adattabilità e dinamismo. Occorre convincersi che la città oggi segue questi principi. L’idea del controllo della città è un mito, occorre imparare a sviluppare processi strategici per raggiungere risultati di qualità. Le città stanno collassando sotto il peso di una pianificazione pubblica indifferente alla realtà. Possono continuare a fare piani per ogni cosa ma nulla è stabile. Tutta la città è temporanea; come sosteneva Jane jacobs: “ci saranno sempre nodi, piazze dove si concentrano le funzioni. In questa visione la città è un sistema di luoghi interessanti”
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Parte I Un nuovo alfabeto della progettazione sostenibile
Il Governo dovrebbe indicare le strategie per raggiungere risultati di qualità e stimolare le iniziative private. Alla città servono ampie coalizioni per sviluppare nuovi modelli di qualità, spetta alle autorità pubbliche monitorare i risultati. Lo sviluppo urbano deve essere immaginativo e creativo per produrre nuove idee nei molteplici campi che lo interessano. Il ruolo del Pubblico è “definire gli obiettivi, stimolare l’aggregazione di portatori di interessi, coinvolgere la gente visualizzando e descrivendo la qualità, avviare strutture regionali, definire la qualità (culturale, sociale ed economica) che si vuole ottenere e monitorare con severità i risultati”. In un momento di crisi sono improponibili piani orientati all’aumento del valore. Quali saranno i nuovi attori, le nuove strutture urbane, il nuovo senso della città? Soggetti creativi proporranno nuovi modelli di vita anziché piani di sviluppo fondiario. Un esempio sperimentato a Lipsia con il piano sviluppato in sinergia con idee artistiche. Pianificare è in parte una forma di osservazione e in parte una forma di documentazione-classificazione, seguita da proposte continuamente correggibili nei punti strategici. L’implementazione di un piano complessivo appartiene ormai al mondo della fiction perché nella gran parte dei casi segue ancora il principio della crescita. Tradizionalmente le città sono costruite per i poveri, quindi è utile concentrare residenza e lavoro. In Europa ogni paese ha le sue regole di pianificazione, elaborare regole comuni sarebbe virtuoso, specie per le conurbazioni transfrontaliere. Lo sviluppo della città è un’arte e non un prodotto della sola cultura tecnica, proprio a causa della sua complessità. Progettare significa equilibrio fra ordine e caos, avviare un processo senza inizio e senza fine. Progettare è un processo e non un risultato. Progettare è lavorare sia sulle singole connessioni, sia sull’intero. La cultura della città ha così tanti aspetti che sono compromessi dai politici che tentano di operare casualmente sui singoli elementi o connessioni. La rigenerazione urbana deve andare oltre l’esclusivamente fisico, deve essere anche psicologica e culturale, e si deve investire molto su questi aspetti. Il processo di coinvolgimento della gente non è spontaneo, ma deve essere supportato per sviluppare i talenti della comunità. Il principio è aiutare il dinamismo sociale sviluppando nuove forme di collaborazione fra abitanti, scuole, associazioni sportive ed educative. Il ruolo del pubblico è diffondere i servizi urbani e soprattutto riorganizzare l’educazione per trasformare la città in una macchina di emancipazione.
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Parte I Un nuovo alfabeto della progettazione sostenibile
un sistema chiuso perde la capacità di rinnovarsi quali reti di relazioni sono ancora connesse alla città fisica? la città per vivere sinergie la città come centro di conoscenza
dalla demolizione alla trasformazione creativa
la città come enorme biblioteca la città connessa
La struttura urbana europea: declino, cambiamento, policentrismo, creatività, emancipazione, connettività, ecoefficienza
connettere la città creativa con quella dell’emancipazione
the intercultural city and City-making
First people
the city of private initiative dal budget alla creazione di valore
bisogna rivalutare il ruolo dell’educazione
Quali sono le forze guida della progettazione urbana in Europa?
la creatività è un ottimo ingrediente, ma va cucinato
si è investito troppo nei luoghi e troppo poco sulla gente
Dal governo alla governance
the city as predictor of the future
le città sono basate su conflitti, adattabilità e dinamismo lo sviluppo urbano deve essere immaginativo e creativo
i funzionari pubblici si vedono come il Re Sole
la rigenerazione urbana, oltre il fisico, deve essere anche psicologica e culturale
le città stanno collassando sotto il peso di una pianificazione pubblica indifferente alla realtà Fonte: Ecosistema Urbano, Planning for protest Madrid, in http://www.planningforprotest.org/
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lo sviluppo della città è un’arte proprio per la sua complessità
trasformare la città in una macchina di emancipazione
Parte I Un nuovo alfabeto della progettazione sostenibile
I vettori del cambiamento: cibernetica e visione antropocenetica*
Cibernetica e nuove regole di progettazione Sarà un giovane Italo Calvino a cogliere compiutamente, nella conferenza “Cibernetica e fantasmi” (Torino, 1967), grazie a una raffinata analisi della struttura matematica del linguaggio, le potenzialità di radicale cambiamento dell’alfabeto progettuale, di cui era portatrice la nuova cultura cibernetica: la fine del pensiero inteso come un processo lineare a favore di un processo ‘discreto’, formato da un alto numero di input ricombinabili all’infinito, grazie alla potenza dei nuovi supporti cibernetici. Per Calvino l’influsso di Werner e Von Neumann sulla struttura del pensiero fornisce nuove consapevolezze: l’arte combinatoria si esprime e nasce come processo rivolto a una rivincita della discontinuità, divisibilità, combinatorietà su tutto ciò che costituisce un corso continuo. Il risultato è una realtà scomposta che funziona per input: causa - effetto. Da queste premesse negli stessi anni parte il sogno anarchico di architetti e cibernetici fra cui Christopher Alexander, Nicholas Negroponte, Alan Kay, con la teorizzazione della fine dell’architetto come demiurgico impositore delle scelte ai cittadini a favore del mito del “siamo tutti architetti”, grazie alle capacità dei cittadini accresciute dalla disponibilita delle nuove macchine. Le condizioni per realizzare questo mito sono: - la decodifica del linguaggio dell’architettura per creare un alfabeto su cui tutti possano operare, secondo il percorso da Pattern Language (Alexander, 1977) a The logic of Architecture: Design, Computation and Cognition (Mitchell, 1990); - la necessità di creare nuove macchine, le “architecture machines”, in grado di riconoscere il contesto, i suoi cambiamenti di significato e identificare gli obiettivi generati dai cambiamenti nel contesto. Macchine in grado di essere nostre partner architettoniche. Sarà questo il compito dei grandi laboratori di ricerca dall’ArcMac, al MediaLab, al Palo Alto Lab a partire dagli anni ‘70; - la necessità di realizzare quello che Papert chiama un‘mega-cambiamento’: si dovrà spostare il centro dell’interesse dal computer come strumento d’insegnamento ai processi di apprendimento (meglio se dei bambini) attraverso il computer.
Per Calvino il pensiero è inteso come un processo ‘discreto’, formato da un alto numero di input ricombinabili all’infinito, grazie alla potenza dei nuovi supporti cibernetici.
Negroponte spiega questo concetto come un completo ribaltamento dei ruoli: l’alunno diventa il maestro e la macchina lo studente. Questo principio, nato negli anni ’60, ha dato il via alla scuola basata sull’imparare a imparare, superando il modello didattico, rimasto pressoché invariato da secoli, che ricorda la catena di produzione, in cui si mettono in sequenza delle conoscenze nella testa delle persone.
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Parte I Un nuovo alfabeto della progettazione sostenibile
Il ruolo dell’insegnante non è più quello di fornire tutte le parti della conoscenza ma di fare da guida, di gestire le situazioni molto difficili, di stimolare il ragazzo, forse, di dare consigli. Come avverte Negroponte con l’avvento della cibernetica il progettista non ha a disposizione solo macchine “aiutanti”, che sono in grado di fare in modo più veloce o alla moda quello che i designer già fanno, ma ha a disposizione gli strumenti per mettere in atto una quotidiana rivoluzione evolutiva, all’insegna del rinnovo radicale dell’alfabeto progettuale, perché l’architetto sia l’interprete privilegiato tra i bisogni umani e la forma fisica. Questa è la vera sfida della progettazione cibernetica. Sulla visione antropocenetica del progetto La grande sfida dell’intelligenza accresciuta dell’uomo si inserisce in un’altra grande sfida: come garantire una speranza di vita decente a una popolazione in crescita esponenziale, a fronte di risorse costanti. Infatti, storicamente, la progettazione architettonica ed urbana hanno considerato illimatate le risorse, il cui sfruttamento avveniva attraverso la manipolazione della superficie della materia, all’interno del paradigma del neolitico della dominazione dell’uomo sul mondo del vivente; un atteggiamento che diviene insostenibile sotto la spinta di crescita demografica e dei sovraconsumi della parte ricca del mondo. Emergono così le attenzioni di Boulding per la Terra, le cui risorse scarse vanno consumate con la parsimonia dell’astronauta nella navicella spaziale (Boulding, Earth as a space ship, 1962), di Roengen con i suoi richiami all’uso responsabile delle risorse, la cui disponibilità decrescente è indissolubilmente legata alle leggi della termodinamica, e alla tendenza dell’uomo a costruire esomacchine sempre più dispendiose in quanto a consumo di materia (Nicolas Georgescu Roegen,Enrgy and economic myths, Pergamon, New York, 1976). Ma tutti sono anticipati da Feynman (con la famosa lezione “There’s Plenty of Room at the Bottom” – “C’è un sacco di spazio giù in fondo”, 1959) il quale intravede le potenzialità rivoluzionarie del lavorare direttamente con gli atomi: infatti se anziché lavorare con la superficie della materia, per estrazione, lavoriamo con l’atomo e attraverso la ricombinazione dell’atomo, dice Feynman, si spalancherà un’epoca caratterizzata da: - iper miniaturizzazione – attraverso le nanotecnologie, gli spazi scarsi diventano così improvvisamente pressochè infiniti e sfruttabili con un consumo irrisorio di materia; - processi di produzione non più meccanici ma biologici: individuato un processo esso è in grado di autoriprodursi, le nano fabbriche producono nano fabbriche, gli edifici sono in grado di autoriprodursi, ecc. Queste intuizioni, che diventeranno largamente operative più avanti (dagli anni ’80 quelle legate alle nanotecnologie, dagli anni ’90, quelle della bio genetica resa possibile dalla ricostruzione del genoma dei viventi), sono destinate a trasformare radicalmente la base fondativa del progetto, che può essere sintetizzata nelle seguenti forze guida:
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Con l’avvento della cibernetica il progettista ha a disposizione gli strumenti per mettere in atto una quotidiana rivoluzione evolutiva, perché sia l’interprete privilegiato tra i bisogni umani e la forma fisica.
Se anziché lavorare con la superficie della materia, lavoriamo con la ricombinazione dell’atomo, dice Feynman, si spalancherà un’epoca caratterizzata da iper miniaturizzazione e da processi di produzione biologici.
Parte I Un nuovo alfabeto della progettazione sostenibile
Da sfruttamento della materia
A sfruttamento degli atomi componenti la materia
A sfruttamento dei bit
Sfruttamento della superficie della materia
Sfruttamento dell’interno degli atomi componenti la materia e loro ricombinazione
Connettività tra i momenti di produzione grazie a “industrial internet”
Produzione di esomacchine
Produzione di endomacchine grazie alle nanotecnologie
Gestione delle endomacchine in remoto
Cicli di produzione elettronico-meccanici in contrasto con la natura
Autoriproduzione biologica in sinergia con la natura
Alta connettività fra le piattaforme impegnate nell’autoriproduzione
Progettazione ordinativa
Progettazione generativa
Progettazione generativa
Spazio dominato dalla prossimità fisica
Spazio assistito da nanomacchine
Spazio dominato dall’intensità relazionale
Il risultato è un uomo, nel nostro caso un architetto, che, messa in discussione la sua missione di costruire esomacchine (le sue residenze, i suoi mezzi di trasporto, i suoi beni di consumo) si ritrova nudo ricoperto da una pellicola di bit (Toyo Ito, Tarzan in the media forest, 2005) Da queste premesse prende il via un metodo di lavoro, basato sulla crescita di capacità con il fine di aumentare la base creativa del progetto, per vedere accresciute le opportunità di un inserimento qualificato nel mondo del lavoro dei neolaureati. Questo ha dato luogo ad un processo i cui momenti significativi sono: - imparare ad usare la memoria accresciuta grazie alla disponibilità di laptop e cloud, quindi superare la pratica dello studio assumendo come unità di misura il foglio a favore della accumulazione di conoscenze per data base, dai quali prelevare, scartare, intrecciare conoscenze. Il progetto quindi come un processo di tessitura continuo; - prendere consapevolezza che la materia del progetto si compone di atomi e bit; - assumere come fondamento che il progetto non è ottimizzare il presente ma è sviluppare processi generativi, quindi creare un sistema continuo di opportunità per il futuro.
*sintesi da: Longhi G., Verso una progettazione urbana generativa, in: Seven theses generating new development, VoD_Value of Differences, Milano, 2013
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Parte I Un nuovo alfabeto della progettazione sostenibile
Mappa e database dei fondamenti del progetto sostenibile
Dichiarazione sull’ambiente umano: 26 principi
risorse umane, sicurezza del cibo, ecosistemi, energia, industria, città
Convenzioni internazionali sull’ambiente Convenzione acque transfrontaliere 1996
Convenzioni internazionali sulle risorse umane
Convenzione biodiversità 1992
ONU - Summit della Terra Rio 1992
> PRODUTTIVITÀ
Protocollo Kyoto 1997
Direttive UE
Sradicamento povertà, cambiamento dei modelli di consumo e produzione insostenibili, protezione e gestione delle risorse naturali, sviluppo sostenibile e globalizzazione, salute.
ONU Conferenza sviluppo sostenibile Rio+20 2012
input: - materie prime
< CONSUMO risorse naturali
Dematerializzazione 7 settori prioritari di criticità: Lavoro, Energia, Città, Cibo, Acqua, Oceani, Disastri
Agenda planning
MODELLI DI PROGETTAZIONE
CODICI DI PROGETTAZIONE
Convenzione Habitat 2001
ONU - Summit della Terra Johannesburg 2002
Piattaforme UE economiche sociali tecnologiche
DECOUPLING
Piattaforme UE economiche sociali tecnologiche Convenzione Millennium 2001
First people: equità e social accountability
risorse umane
+ innovazione: progettazione generativa
Conferenza ONU sull’ambiente umano Stoccolma 1972
Bruntland Report 1987
Dichiarazione sull’ambiente umano: 27 principi; Agenda 21
Long life learning: ciclo continuo del sapere
Bio-nanotech: strutture autogenerative
Green economy:
Metodo metabolico
funzionamento:
valore delle risorse naturali e umane Cyber design: gestire atomi e bit
Decoupling: indice database Decoupling Fattore 10 Codici di progettazione Conferenze, convenzioni, politiche ONU Carte, direttive, potiche UE
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Modelli di progettazione Agenda Planning Piattaforme UE Metodo metabolico Risorse umane
output:
Risorse naturali Risorse fisiche Bionano tech Dematerializzazione Cyberdesign
Parte I Un nuovo alfabeto della progettazione sostenibile
Decoupling E.U. von Weizsäcker, Decoupling wealth from resource consumption, UE-Green Week, 2011, in http://ec.europa. eu/environment/greenweek2011/content/prof-dr-ernstvon-weizsacker.html
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Fattore 10 Factor 10 institute, in http://www.factor10-institute.org/
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Parte I Un nuovo alfabeto della progettazione sostenibile
Progettare in armonia con Horizon 2020
Condizione fondamentale per affrontare il cambiamento è progettare in sintonia con l’8° programma quadro dell’UE, in particolare per quanto riguarda l’innovazione urbana. Esso implica lavorare per piattaforme ‘aperte’, facendo riferimento alle piattaforme economiche e sociali istituite dall’U.E, per configurare un ambiente di lavoro multidisciplinare e stimolante, grazie alla creatività di politici, studiosi, imprenditori, che operano in modo collaborativo a livello internazionale. Le piattaforme sono fisiche e virtuali, operano in cloud ed erogano servizi ad alto valore aggiunto. Esempi di queste piattaforme sono: - Londra: attraverso la Future Cities Initiative è stata avviata la London smart city Catapult; - Glasgow: avvio della piattaforma sperimentale Future City Demonstrator - Amsterdam: all’interno del programma Amsterdam Smart City, lancio della piattaforma Advanced metropolitan Solutions; - Barcellona: avvio della piattaforma CityProtocol e Urban Lab & Smart City campus. Esse vanno lette in sinergia con simili esperienze extra europee, come: - New York: piattaforme Center for Urban Science & Progress, NYC Big Apps e Rockfeller Foundation for the urban resilience; - Boston: piattaforma New Urban Mechanics office, che coinvolge una molteplicità di città, ed è incentrata sui servizi innovativi per i cittadini; - Singapore: piattaforma ‘research collaboratory’ con partner IBM Gli scopi principali delle piattaforme sono: - sviluppo delle risorse umane: l’obiettivo qualificante dei Horizon 2020 è aumentare le capacità delle risorse umane, quindi l’azione fondamentale è attrarre talenti, sviluppando un sistema scolastico basato sul principio dell’industriosità, rimodellando l’offerta universitaria per unità di scopo, secondo il modello dell’EIT (European Institute of Technology), incrementando sostanzialmente l’offerta di servizi long life learning; - accelerazione della rigenerazione urbana: per stimolare la creatività ed attrarre talenti. La pianificazione deve essere orientata a piani per la resilienza, che tengano conto degli effetti del cambiamento climatico. Occorre dimostrare: - di raggiungere i parametri di sostenibilità fissati dalle Convenzioni internazionali; - che la città tende all’autosufficienza energetica e alimentare; - di non soddisfare solo esigenze arretrate, ma di operare per il futuro e per l’esportabilità delle esperienze.
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Parte I Un nuovo alfabeto della progettazione sostenibile
In sintesi occorre passare da un’impostazione passiva del progetto ad una generativa, dove i motori dello sviluppo urbano non sono più esclusivamente gli interventi fisici ma anche le risore naturali, in quanto produttrici di beni e servizi, ed i processi di dematerializzazione. In sintesi il progetto deve promuovere lo sviluppo antropocenetico del contesto; - rinnovo delle infrastrutture e rafforzamento della dematerializzazione: gli investimenti infrastrutturali più rilevanti riguardano: - la realizzazione dell’Agenda digitale e, al suo interno della ‘nuvola’, ossia trasformare in open big data il sistema di conoscenze e servizi tradizionali, una sfida a carico principalmente della Pubblica Amministrazione; - la realizzazione delle smart grid, per garantire l’autonomia energetica a scala locale; - la realizzazione dell’autonomia alimentare a scala urbana.
Riferimenti: - Portale di Europa 2020, in http://ec.europa.eu/ europe2020/index_it.htm; - Portale di Horizon 2020, in http://ec.europa.eu/ programmes/horizon2020/; - Presentazione al Miur del documento “Horizon2020 Italia”, in http://hubmiur. pubblica.istruzione.it/web/ ministero/focus190313
Fonte: New York City Urban Informatics, in http://cusp.nyu.edu/urban-informatics/
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Parte I Un nuovo alfabeto della progettazione sostenibile
La rigenerazione urbana sostenibile
La rigenerazione sostenibile della città europea è il punto centrale della Conferenza di Lisbona (2000) il cui scopo è realizzare una società europea coesa, dinamica e basata sulla conoscenza. I contenuti della Conferenza di Lisbona sono ribaditi e resi più operativi dal documento Europa 2020 per uno sviluppo smart, sostenibile e inclusivo e saranno al centro del prossimo FP8, il quale concentrerà le risorse per i progetti di riqualificazione urbana finalizzati alla crescita delle risorse umane e con contenuti altamente innovativi. Il centro della progettazione è così diventata la crescita di capacità e opportunità delle risorse umane, coniugata con la conservazione delle risorse naturali; alle risorse fisiche è affidato il ruolo di risorsa strumentale, in uno scenario che per la prima volta dal secondo dopoguerra non è più di crescita ma di preoccupante declino, anche della città. Siamo quindi lontani dai criteri di progettazione derivati dalla tradizione vittoriana che ci hanno accompagnato per tutta la seconda metà del Novecento. Ai fattori di crisi si coniugano fattori di speranza legati alle opportunità offerte dal rapido rinnovo tecnologico. Tutti elementi questi che ispirano un radicale rinnovo dell’alfabeto progettuale, di cui le parole più significative sono: - dal think al tinkering, che sottolinea il passaggio dalla struttura lineare di tradizionali processi di progettazione urbana, al disordine creativo della nuova progettazione guidata dal chiacchericcio dei portatori d’interesse; - piattaforma, la forma organizzativa del progetto, in quanto capace di dare sinergia alle voci interdisciplinari che rendono fattibile il progetto. Le piattaforme sono forme di organizzazione istituzionalizzate dall’UE e appartenere a una piattaforma è condizione indispensabile per accedere a fondi comunitari; - data base: è la struttura che costituisce la “mente allargata” della comunità, dalla sua qualità dipende la qualità delle relazioni e dei servizi offerti dalla città alla comunità; - biodiversità: dalla sua tutela dipende il rafforzamento delle forme di vita urbane; - autosufficienza: la progettazione deve garantire autosufficienza energetica ed alimentare ai cittadini; - accountability: il rendimento dei progetti non deve essere solo economico ma ispirato ai principi della responsabilità sociale, ossia alla tutela delle risorse naturali, alla “felicità” dei cittadini, alla tutela delle fasce deboli; - backcasting: la sostenibilità obbliga a lavorare nel lungo momento, per questo si opera per scenari ai quali si da attuazione con la tecnica del backcasting;
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Parte I Un nuovo alfabeto della progettazione sostenibile
- feedback: la nuova progettazione simula i comportamenti degli elementi presenti in natura, per questo è circolare ed opera per feedback; ogni atto progettuale provoca un sistema complesso di interrelazioni - resilienza rispetto a cambiamento climatico, cibernetica e risorse umane: la progettazione deve saper affrontare gli avvenimenti imprevedibili generati dai cambiamenti climatici, dall’innovazione tecnologica e dai conflitti generati dalle diverse culture; - cascate critiche: lo scopo del progetto è produrre “cascate critiche”, ossia deve superare la mera soddisfazione dei bisogni in un luogo, per essere “generativo”, capace di produrre processi di sviluppo esportabili. Per questo le soluzioni progettuali e le strategie organizzative che vengono proposte devono essere replicabili, per contribuire a trasformare il modo di abitare nelle nuove città o nei nuovi spazi che si stanno realizzando a scala globale; - esternalità: la vitalità della città dipende dalla sua capacità di internalizzare le esternalità positive. In questo, come avvertiva Jane jacobs, sono favorite le grandi metropoli, vere macchine per la produzione di relazioni e di idee. Questo porta a un ripensamento delle nostre città, per lo più di piccolamedia dimensione, la cui vitalità dipende dalla loro capacità di inserirsi in dinamiche piattaforme relazionali. Con questo si verifica l’osservazione di Massimo Cacciari: la città deve essere delirante (da lira=fuori dai confini), ossia deve andare oltre il confine fisico, amministrativo, per non morire. Da qui la morfologia della città è sia fisica, sia relazionale; - processo: il progetto non è un prodotto ma un processo; - gli elementi della città (edifici, infrastrutture) non sono passivi consumatori di materia ed energia, ma attivi produttori di energia, cibo, relazioni.
Riferimenti bibliografici: - M. Cacciari, La città, Pazzini Ed., Villa Verucchio (RN), 2004; - A. Grasso, G. Longhi, Un approccio integrato alla riabilitazione urbana, parere per il CESE, Bruxelles, 2010; - G. Longhi, City abacus, Università IUAV Venezia, 2010; - Interviste Reurba, Restructuring urbanised areas, in http://www.stipo. nl, 2011
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Parte I Un nuovo alfabeto della progettazione sostenibile
Mappa e database della rigenerazione urbana sostenibile SALUTE EQUITÀ GOVERNANCE ATTIVA COESIONE SOCIAL ACCOUNTABILITY
FOR ALL
HAPPINESS INDEX
SCUOLA SAPERE > CAPACITÀ
NUOVE FORME DI LAVORO
RESILIENZA
RISORSE UMANE
INNOVAZIONE
OPPORTUNITÀ DIVERSIFICATE
ANTHROPOCENETIC PLANNING
CREATIVE CITY PENSARE AL FUTURO
RIGENERAZIONE URBANA SOSTENIBILE RAFFORZARE GLI ECOSISTEMI
CIBO LOCALE AUTOSUFFICIENZA ENERGIA DA RINNOVABILI BIODIVERSITÀ
LIMITARE IL PRELIEVO DI MATERIA
RISORSE NATURALI
CAMBIAMENTO CLIMATICO: adattamento + mitigazione+ REDD
ARIA 0 CARBON
ACQUA SICURA
BIO- NANO TECH
METODO METABOLICO
CONTENERE LA PRESSIONE: IMPRONTA ECOLOGICA
DEMATERIALIZZAZIONE - ATOMI + BIT
RISORSE FISICHE NUOVI MATERIALI
Indice database
Rigenerazione urbana: indice database Rigenerazione urbana sostenibile Documenti base
Documenti base Risorse umane Risorse naturali Anthropocenetic Planning Ecosystem Risorse Analysisnaturali Risorse umane Antropocenetic Planning Social Accountability Social Accountability Autosufficienza Metabolismo Urbano Impronta Ecologica Metabolismo Urbano Coesione Autosufficienza Coesione - Cibo energetica Ecosystem Analysis Index - Energia Impronta Ecologica Happiness Index Happiness Autosufficienza alimentare Governance attiva Cambiamento climatico Scenari lavoro - Biodiversita’ ScenariCitta’ creativa Governance attivaNuove forme delCambiamento climatico Scuola Sapere - Aria Città creativa Nuove forme del lavoro Aumento biodiversità - Acqua Scuola Sapere Qualità dell’aria Qualità dell’acqua
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Risorse fisiche Materiali Risorse fisiche Materiali Bio-Nano Tech Bio-Nano Tech Dematerializzazione Dematerializzazione
Parte I Un nuovo alfabeto della progettazione sostenibile
Documenti base Dichiarazione di Toledo 2010, in http://www.anci.it/ Contenuti/Allegati/Dichiarazione%20di%20Toledo.pdf G. Longhi, Parere del comitato economico e sociale europeo sul tema “Necessità di applicare un approccio integrato alla riabilitazione urbana sostenibile”, Bruxelles, 2010, in http://www.vodblogsite.org/vod-presentation/ selected-projects.html Europa 2020, in http://ec.europa.eu/europe2020/index_ it.htm Stipo-ReUrba: Indagine sulla città europea, in http:// www.stipo.info/Categorie/ReUrba%20interviews Anthropocenetic Planning Welcome to the Anthropocene, anthropocene.info/en/home
in
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Parte I Un nuovo alfabeto della progettazione sostenibile
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Bio-Nano Tech MIT Nanotech, in http://web.mit.edu/nanolab/ Foresight Institute Technology Roadmap for Productive Nanosystems, in http://www.foresight.org/roadmaps/ index.html ARUP Sustaniable to evolvable, in http://thoughts.arup. com/post/theme/6 Dematerializzazione SMART 2020: Low carbon economy in the information age, in http://www.smart2020.org/_assets/files/02_ Smart2020Report.pdf Agenda per il nord-est, in http://www.vodblogsite.org/ vod-presentation/selected-projects.html
Parte I Un nuovo alfabeto della progettazione sostenibile
Manifesto della progettazione sostenibile
Dal progetto al flusso di progetto: proposta per un chiacchiericcio collettivo La progettazione non risolve problemi, ma ricerca opportunità Forze guida della progettazione: Il corpo: fisico e neuronale Il paesaggio: locale (biotico, abiotico e cognitivo), relazionale e culturale I materiali: atomi e bit Verso una progettazione intelligente: Internet non riguarda soltanto l’informazione, ma l’organizzazione delle persone in gruppi spontanei. L’intelligenza collettiva, come ogni forma di intelligenza, necessita una grammatica e una struttura. Elementi di progettazione: Corpo
Memoria
Iperscelte
Ubiquità
+ Paesaggio
Bio
Infrastrutturale
Virtuale
= Principi progettuali
Antropocenetica
Dematerializzazione
Iperconnettività
Scopi del progetto: Uomo: aumentare le opportunità, le capacità, la coesione, la resilienza Risorse naturali: ridurre l’impronta ecologica, arrestare il cambiamento climatico, aumentare la biocapacità grazie a biotecnologie e dematerializzazione Risorse fisiche: passare da consumo a produzione di risorse (energia da fonti rinnovabili, agricoltura urbana, ecc) Strumenti principali del progetto responsabile: Pratiche di decoupling, calcolo dell’impronta ecologica, principio del fattore X, accountability - gestione responsabile delle risorse, modello progettuale metabolico, monitoraggio continuo, nuove metriche: densità di persone, idee, energia, materia Principi del progetto responsabile: Orizzontale, integrato, esteso, personalizzato, inclusivo Sottrazione: risparmiare materiali ed energia Transizione: da un settore ad un altro, creando nuove fusioni Estremismo creativo: spingere idee e metodi ai loro limiti estremi
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Parte II
abaco di progetto G. Longhi, L. Comerlati
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Parte II ABACO DI PROGETTO
Perché un abaco
Al progettista del 2014 si presenta uno scenario urbano carico di opportunità ma allo stesso tempo molto complesso da decodificare. La città, infatti è lo spazio per la vita di un uomo “dalla pelle rivestita di bit” (Toyo Ito, “Tarzan in the media forest”), capace di condividere con altri 7 miliardi di persone le risorse (limitate) che il pianeta Terra gli offre. Per disegnare tale città, come discusso nella prima parte, è necessario conoscere i nuovi alfabeti di progettazione caratterizzati: - dall’avvento della smart city, cioè di infrastrutture dotate di intelligenza accresciuta grazie alla cibernetica; - dall’attenzione al metabolismo urbano, cioè ad una città autosufficiente capace di risparmiare materia, produrre energia e cibo, eliminare i rifiuti. L’Europa e l’ONU introducono nel lessico progettuale il principio del decoupling, cioè il disaccoppiamento della crescita economica dal consumo di risorse naturali e dalla produzione di rifiuti, non ignorando la difficoltà di coniugare la crescita economica con la creazione diretta di posti di lavoro. Per trovare una risposta efficace a tante problematiche occorre avviare radicali processi di innovazione, economici, sociali, ambientali, partendo dalla comprensione delle nuove necessità dell’uomo contemporaneo: - imparare per tutto l’arco della vita (long life learning); - lavorare in rete; - autoprodurre cibo ed energia; - condurre una vita sana in una società equa. Per affrontare tale mondo complesso il progettista del 2013 deve avere le seguenti caratteristiche di base: - è un coordinatore di scelte e non un impositore: a lui spetta il lavoro di gestione del processo progettuale, che inizia con il coinvolgimento di tutti gli stakeholder per indirizzarli verso una manipolazione ‘metabolica’ delle risorse: meno materia e rifiuti zero. È indispensabile che il progettista individui gli interlocutori del progetto per proporre visioni di trasformazione e avviare processi di feedback; - ha una memoria e capacità accresciute dalla cibernetica, per questo opera attraverso data base disponibili grazie al supporto della pubblica amministrazione; - dispone di nuove infrastrutture: cloud, piattaforme condivise, internet di nuova generazione, ... - utilizza nuove metriche per valutare l’efficacia dei progetti, per misurare i livelli di dematerializzazione, coesione, resilienza, benessere e ricchezza. A fronte di tale panorama, l’abaco di progettazione che proponiamo individua gli step e i modelli del processo di ideazione del progetto urbano.
33
Parte II ABACO DI PROGETTO
Il progetto è guidatto dall’obiettivo dell’abbassamento dell’impronta ecologica, che implica il rinnovo dei modelli produttivi attraverso l’aumento dell’innovazione. L’ideazione del progetto mira all’arresto del cambiamento climatico in corso e alla crescita della biodiversità, compatibilmente con le necessità delle fabbriche per le principali attività umane: produrre, imparare, abitare. Il progetto chiude il ciclo dei flussi di materia tendendo verso zero rifiuti e mettendo in relazione tutti i nodi urbani attraverso le connessioni fisiche e virtuali.
05. risorse e infrastrutture 04. 3+6 pillars 06. trend 03. sinergie
forze guida
02. sistema integrato
08. coinvolgimento degli stakeholder 09. agenda
07. scopi e principi
01. convenzioni
principi e organizzazione
10. valutazione delle risorse 11. progettare per il futuro
12. target internazionali 22. realizzare fabbriche per abitare 21. realizzare fabbriche per produrre 20. realizzare fabbriche per imparare
23. produrre zero rifiuti
agenda delle azioni progettuali 18. progettare nuove infrastrutture fisiche
19. progettare nuove infrastrutture virtuali
34
13. valutazione dell’impronta ecologica
agenda di pianificazione
14. valutazione del metabolismo urbano 15. piani per l’innovazione urbana 16. piani per la crescita della biodiversità
17. piani per la resilienza al cambiamento climatico, alle cyber tecnologie, ai comportamenti sociali
Parte II ABACO DI PROGETTO
1. Convenzioni
Le conferenze dell’ONU, le convenzioni internazionali e le direttive europee sull’ambiente segnano gli obiettivi strategici del progetto sostenibile.
aria
acqua
biodiversità
salute
equità
sapere
insediamenti
trasporti
rifiuti
1960
1962 1968 1969 Conferenza per combattere Istanbul: II Conferenza Habitat la desertificazione Conferenza di New York: 1996 Lo stato dell’ambiente
Conferenza dell’ONU sull’Ambiente Umano a Stoccolma
Convenzione sulla protezione e sull’uso dei corsi d’acqua
1973 1977
2009
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Who Healt City, potenziamento del network, + benessere, + vivibilità Dir. UE 60/2000, messa in salute della risorsa acqua in Europa
-
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Protocollo di Cartagena sulla biosicurezza Johannesburg: Conferenza mondiale sullo svilupo sostenibile
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Rapporto Brundtland “Our Common Future”
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Convenzione internazionale sull’inquinamento dell’aria
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1998
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1979
te e sv Conferenza di Rio su ambien
1987
Convenzione di Basilea sui rifiuti pericolosi Conferenza mondiale per i diritti umani: “Strategia globale per salute e ambiente”
nuova economia fonda t a s ul s a pere
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1986
1993
1992
Carta di Aalborg sulle città sostenibili
em
1988
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Conferenza di Aarhus sull’accesso all’informazione
1994
1990
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Conferenza dell’ONU sulla Desertificazione
1976
1997
1995
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1972
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2050
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Fonte: L. Comerlati, C. D’Agostin, Linea del tempo delle convenzioni internazionali sulla sostenibilità, in VoD Think Tank, in Seven theses generating new development, 2012, http://issuu.com/vod_group/docs/flyer_breve_seven_theses
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Parte II ABACO DI PROGETTO
2. Sistema integrato
La progettazione sostenibile è un sistema integrato di obiettivi e regole condiviso a scala internazionale, esso ha la forma della piattaforma aperta a tutti i portatori dâ&#x20AC;&#x2122;interesse.
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Parte II ABACO DI PROGETTO
3. Sinergie
Progettare in modo sostenibile implica la sinergia fra cinque valori fondamentali (equità inter e infra generazionale, diversità, capacità e risorse, volontà e relazioni), ed il sistema organico delle risorse: sociali, psicologiche, naturali ed economiche.
Sostenibilità / Sustainability I cinque valori fondamentali della sostenibilità / Five value compositions of Sustainability Capacità e risorse
Equità infra generazionale
Capacity and resource
Fairness across space
Diversità / Diversity Equità inter generazionale
Volontà e Capacità di relazione
Fairness across time
Società / Society
Human will and networking
Benessere / Well-being
Natura / Nature
Economia / Economy
Matrice di sistema: relazioni tra i cinque valori e le quattro risorse Overall framework: relationship between the 5 value compositions and 4 areas Capacità e risorse
Capacity and resource
Equità inter generazionale
Equità infra generazionale
tradizione e cultura tradition culture
mobilità mobility
minoranze tradizioni e cultura minority, tradition and culture
Fairness across time
Società Society
Benessere Well-being
Natura Nature
Economia Economy
sicurezza security
Diversità Diversity
Fairness across Space
Human will and networking
salute health
divari di ricchezza wealth gap
divari di ricchezza wealth gap
partecipazione nella comunità participation in community
ciclo delle risorse acqua/suolo/aria resource cycling water/soil/air
cambiamento climatico climate change
cambiamento climatico climate change
biodiversità biodiversity
energia, produttività delle risorse, cibo energy, resource productivity, food
finanza finance
cibo, cooperazione internazionale food, international cooperation
Volontà e Capacità di relazione
energia energy
flussi di denaro money flow soddisfazione personale, occupazione ed educazione, salute, partecipazione alla comunità
life satisfaction academic performance and education level, health, participation in community
educazione ambientale environmental education cooperazione internazionale international cooperation
Fonte: rielaborazione da Japan for Sustainability, http://www.japanfs.org/en/
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Parte II ABACO DI PROGETTO
4. 3+6 pillars
I tre pillars della progettazione sostenibile, società - economia - ambiente, sono oggi integrati da sei pillars che riguardano l’urgenza, sottolineata dalla Conferenza Rio + 20, di contrastare l’esaurimento delle risorse naturali e di aumentare la coesione sociale.
1
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Fonte: Sustainable Development Goals redefined, http://www.stockholmresilience.org/
3
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38
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life support system Earth
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Parte II ABACO DI PROGETTO
5. Risorse e infrastrutture
Il codice della sostenibilità innova la progettazione urbana dando priorità alla conservazione delle risorse naturali e proponendo nuove infrastrutture “immateriali”.
Fonte: City Protocolo, in http://www.cityprotocol.org/framework.html
39
Parte II ABACO DI PROGETTO
6. Trend
La sostenibilitĂ si basa su visioni di lungo momento che contribuiscono, come nellâ&#x20AC;&#x2122;alfabeto della Rockefeller Foundation, a definire le forze guida dello sviluppo.
Cambiamento climatico e disastri Rivoluzione demografica Crescita delle megalopoli Convergenza dello sviluppo sociale ed economico Riforma del settore pubblico Il nostro futuro sociale Crisi dei bilanci economici Settori tecnologici in testa Avanzamenti scientifici rivoluzionari Nuovi modi per imparare
Fonte: Rockefeller Foundation, in http://centennial.rockefellerfoundation.org/
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Parte II ABACO DI PROGETTO
7. Scopi e principi
Il progetto sostenibile è responsabile verso l’uso delle risorse, resiliente rispetto all’imprevedibilità dei cambiamenti, interattivo nel suo modello di governance, generativo di nuove opportunità
Scopo
Fonte
Topic
Contrastare i Mega Trend applicando modelli di sviluppo antropocenetici e la regola del decoupling
I limiti dello sviluppo
Mega Trend: 2030: esaurimento materie prime non rinnovabili 2040: inquinamento, cambiamento climatico, morte oceani 2070: crisi alimentare, desertificazione, deforestazione (Fonte: I limiti dello sviluppo)
Governance:
Our Common Future
Le strutture sono il Forum e le Piattaforme
aumentare la coesione
Agenda 21
L’Agenda segna il passaggio dalla logica del ‘club’ a quella dei flussi ‘aperti’, gestiti grazie alle capacità di leadership e di accompagnamento della P.A
operare per visioni
Catastrophe or new society Convenzione Millennium UE-Agenda for Change
EEA, Catalogue of scenarios studies EU, Economic&social platforms
connettersi con il mondo
Passaggio dalla logica delle previsioni a quella degli scenari. Avvio di processi progettuali che operano per backcasting Passaggio da progetti ‘puntuali’ a ‘generativi’, che accrescono il flusso di relazioni con l’esterno. Avvio di programmi di esportazione dei progetti per diminuire la disoccupazione e contribuire alla costruzione della nuova realtà dell’euro-asia
Organizzazione: McKinsey, Big data: the next frontier for innovation, competition and productivity sfruttare le opportunità delle nuove tecnologie ‘smart’ Accountability: gestione responsabile delle risorse
Meta scelte: sostenibilità forte-debole
UN Global Compact, Building the post-2015business engagement architecture
Modello di progettazione urbana: strutturale e tattica. La strutturale è supportata dalla capacità di gestire data-base complessi, la tattica sull’interazione operativa fra P.A e stakeholders Dalla misurare dei risultati i progettuali in termini di reddito alla valutazione in termini monetari, sociali e ambientali, secondo i principi della Corporate Social Responsibility Lo strumento è l’elaborazione del bilancio integrato.
Atti pianificatori fondamentali Piano per contrastare il cambiamento climatico
Elementi: Valutazione della variazione di lungo momento delle risorse naturali e loro impatto sulle risorse umane e fisiche
Scopo: elaborare piani per il cambiamento climatico e la resilienza coerenti con l’European Climate Change programme http://ec.europa.eu/clima/policies/eccp/second/ index_en.htm
Ricostruzione del metabolismo urbano
Elementi: valutazione dei flussi di materia; valutazione dei flussi immateriali; valutazione dei processi di funzionamento (edificazione, produzione, consumi, circolazione); valutazione del ciclo dei rifiuti
Scopi: diminuire il consumo di materia; ottimizzare il ciclo di funzionamento urbano; eliminare i rifiuti.
Valutazione dell’impronta ecologica
Elementi: Misurare l’impronta complessiva del territorio e dei principali elementi: cittadini, edificato, acqua....
Scopo: Contenere la pressione degli interventi fisici
Bilancio integrato
Elementi: Bilancio monetario Bilancio sociale Bilancio ambientale
Scopo: rendere trasparente la sinergia fra gli elementi che compongono il processo progettuale; rendere trasparenti le sinergie tra i soggetti che compongono il forum e le piattaforme
Applicare il metodo metabolico a tutti gli atti progettuali
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Parte II ABACO DI PROGETTO
8. Coinvolgimento degli stakeholder
Atto fondante del progetto sostenibile è l’attivo coinvolgimento di tutti i portatori d’interesse, e la possibilità di feedback tra tutti i soggetti. Con la programmazione delle attività di “Community building” ha inizio l’iter progettuale.
Fonte: Dirk Elbing, Steven Bishop, FuturICT Knowledge Accelerator, in http://www.futurict.eu
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Parte II ABACO DI PROGETTO
9. Agenda
Il progetto sostenibile si organizza intorno ad unâ&#x20AC;&#x2122;agenda condivisa, originariamente Agenda 21 locale, per attuare a livello locale i punti chiave dello sviluppo sostenibile.
Fonte: Open Green map, in http://www.greenmap.org/
43
Parte II ABACO DI PROGETTO
10. Valutazione delle risorse
Il progetto urbano sostenibile punta alla rivalutazione delle risorse umane e al potenziamento delle risorse naturali.
Risorse umane e città: aumentare capacità e opportunità
e-school
social accountability
Risorse naturali e città: verso una progettazione antropocenetica
Risorse fisiche e città: coniugare atomi e bit
44
lavoro innovativo
governance
ecosistemi urbani
cambiamento climatico e resilienza
biotecnologia
autosufficienza
nanotecnologie
dematerializzazione
Parte II ABACO DI PROGETTO
11. Progettare per il futuro
Lâ&#x20AC;&#x2122;obiettivo di soddisfare le esigenze delle future generazioni implica progettare per backcasting, elaborando scenari compatibili con gli obiettivi delle Convenzioni internazionali
45
Parte II ABACO DI PROGETTO
12. Target internazionali
La progettazione locale è un sistema complesso a limiti vincolati sia per quanto riguarda il consumo delle risorse, sia aper quanto riguarda lo sviluppo delle risorse umane. I valori limiti sono fissati dagli Target concordati scala internazionale standard concordati in occasione dell’elaborazione delle Convenzioni internazionali.
Obiettivi
Scadenza
2011
2030
2050
Fonte
2,1
1,0
2004, WWF, Impronta ecologica regioni Obiettivo 1
-
40% 20% 60%
200% -
1992, Conferenza di Rio, Direttiva Habitat 1995, Friends of the Earth, Spazio ambientale UE 2000, Protocollo Cartagena + Natura 2000 2010, Protocollo di Nagoya 2011, TEEB, Ecosystem Services in Urban Mng 2011, Comm. UE, Strategia biodiversità al 2020
-
-
-50%
2000, Millennium Goal 2000, Direttiva UE 60/2000 2012: Strategia UE per la salvaguardia dell’acqua
-20% -20% -20% -25%
-85% -85% -90% -100%
-15%
-15%
4,3
Footprint (ha/people) Crescita biodiversità
Aumento aree protette Aumento dei servizi Aumento dei prodotti
Uso sostenibile dell’acqua Contenimento dell’uso di materia
Materie prime non rinnovabili: Cemento Ghisa Alluminio Cloro Materie prime rinnovabili: Legno Dematerializzazione: TLC: Capacità di rete
Resilienza urbana
Green energia: Efficienza Rinnovabili Cogenerazione Rinnovo rete Consumo procapite elettricità: Consumo procapite domestico: Edifici: Consumo di energia (0 net energy building) Emissioni RRR** Connettività Emissioni totali* Autonomia alimentare di quartiere
2011, UE – Construction Products Regulation Directive
-
100 Mb 200 Mb
2010, COM 245 Agenda digitale
-
40% 30% 20% -
40% 20%
1997, Protocollo di Kyoto/ IPCC 2014, EU Commission 2030 policy framework 2004, Dir. 2004/8/CE, cogenerazione ad alto rendimento 2008, Dir. 2008/50/CE, qualità dell’aria ambiente
-
-75%
-
2009, Dir. 2009/28/CE, sviluppo fonti rinnovabili
-
-80%
-
2012, Dir. 2012/27/UE, efficienza energetica 2010, Dir. 2010/31/CE, prestazione energet. edifici
-
0 0 60% 100 Mb - 40%
20%
40%
Traffico: Consumo Carburante*** Consumo Elettrico Emissioni
-
20% -
Zero Rifiuti
RRR** materiali RRR** materiali edili Emissioni totali*
-
Cultura sapere innovazione
Scolarizzazione 1* livello (2020) Istruzione 3* livello (2020)
200 Mb - 80%
0 100% 0
50% (2020) 70% (2020) - 40% - 80% 100% 30%
* compresi residenze, lavoro, mobilità e cibo in t/pers ** riciclo, recupero, riuso *** l/pers/anno
46
1995, Friends of the Earth, Spazio ambientale UE
2010, COM 245 Agenda digitale 2010, Dir. 2010/75/UE, emissioni Industriali 2012, Com 586 final- EU approach to resilience: learning from food security crysis 2011, Dir. 2011/76/UE, trasporti sostenibili
2008, Dir. 2008/98/CE, rifiuti 1997, Protocollo di Kyoto/ IPCC 2014, EU Commission 2030 policy framework 2011, Strategia Europa 2020 2013, Horizon 2020 - Ottavo Programma Quadro
Parte II ABACO DI PROGETTO
13. Valutazione dell’impronta ecologica
Il progetto sostenibile è coerente con la capacità di autorigenerazione delle risorse del territorio, pertanto il rapporto tra la pressione degli elementi antropici del progetto e la biocapacità dell’area coinvolta (deficit ecologico) deve tendere a uno. Il primo atto progettuale sarà quindi il calcolo dell’impronta ecologica dal territorio all’edificio.
Settori di azione per l’abbassamento dell’impronta Cambiamento climatico
Qualità dell’aria
Gestione delle acque
Consumo energetico
Biodiversità
Gestione dei rifiuti
Fonte: rielaborazione da 3M Measuring our progress, in http://www.3m.com/
47
Parte II ABACO DI PROGETTO
14. Valutazione del metabolismo urbano
Minimizzare fino ad eliminare il prelievo di materia, realizzare una cittĂ autosufficiente, eliminare emissioni e rifiuti, raggiungere gli standard delle Convenzioni internazionali e delle direttive europee.
Fonte: Bjarke Ingels Architect, in http://www.big.dk/#projects
48
Parte II ABACO DI PROGETTO
15. Piani per l’innovazione urbana
on Barometer 2012
Il progetto sostenibile si basa sulla regola del decoupling, che prevede un forte aumento della produttività coniugato con una sensibile riduzione del consumo di risorse naturali. Questo implica Innovation Barometertecnologie 2012 http://clients.seedvisualization.com/ge/innovation/ un rinnovo radicale dei http://clients.seedvisualization.com/ge/innovation/ processi e delle produttive e la loro compatibilità con i modelli biologici. Innovation Barometer 2012
Innovation Barometer 2012
Five Dimensions of Innovation Culture
Five Dimensions of Role of Government
Cultura dell’innovazione
Topic Role of Government Spurring Innovation Innovation Culture
Role of Government
Speed of Innovation is Adequate
New Model of Innovation
Sustaining Healthcare
New Model of Innovation Spurring Innovation Innovation Culture % that agree with the following Innovation Actors statements
IP Protection is Effective
Innovation Actors
Ruolo del governo
Topic
% that feel that their government is successfully
Creating Jobs
Optimism from Innovation
Optimism from Innovation
allocating policies and resources to address the
Region
Region
following areas
World
World
Developed
Developed
Emerging 20
BRIC
40
60
80
Emerging Society is Supportive of Innovation BRIC
100
Western Europe
20
40
60
80
Supporting Research and Innovation
100
Western Europe
Middle East
Middle East
Country tion Barometer 2012 Australia Brazil
Country http://clients.seedvisualization.com/ge/innovation/ InnovationAustralia Barometer 2012
Strong Education Exists for Tomorrow's Innovators
http://clients.seedvisualization.com/ge/innovation/
Improving Education
Brazil
China
China
Germany
Germany
Society is Risk Tolerant
Innovation Barometer 2012
India Israel
Israel
Five Dimensions of Optimism from Innovation
Japan
Addressing Environmental Challenges
Innovation Barometer 2012
India
Five Dimensions of Innovation Actors
Japan
Saudi Arabia
Saudi Arabia
South Korea Topic
Display 2011 Data
Sweden Role of Government UAE New Model of Innovation USA Spurring Innovation
About
Attori dell’innovazione
Sweden Role of Government UAE New Model of Innovation USA Spurring Innovation
Environmental Quality
Innovation Culture
Display 2011 Data
South AboutKorea Topic
Ottimismo dall’innovazione
Public-Private Partnerships Support Innovation
Innovation Culture % that think innovation will Innovation improve citizens' lives in the Actors
% that agree with the following Access to Healthcare Government Supports statements SMEs and Large Optimism fromMethodology: Innovation Interviews with 2,800 senior business executives were conducted by telephone across 22 countries. Allfollowing areas the next 10 Optimism from Innovation respondents areindirectly Methodology: Interviews with 2,800Companies senior business executives were conducted by telephone across 22 countries. All respondents are directly Innovation Actors
years involved in their company's innovation processes and are VP and above with 30% of those surveyed at the C-suite level. Research was commissioned by GE and conducted by StrategyOne between October 15, 2011 and November 15, 2011. Region
Region World
World
Developed
Developed
Emerging 20
BRIC
40
60
80
100
Job MarketEmerging
20
BRIC
Western Europe Middle East
Country http://clients.seedvisualization.com/ge/innovation/ Innovation Barometer 2012 Australia
Health Quality
Brazil
Japan
Trade Regulations Do Not Limit Innovation
India
Five Dimensions of Spurring Innovation
Israel
Five Dimensions of New Model of Innovation
Israel Japan
Saudi Arabia Topic
Saudi Arabia
Topic
Spronare l’innovazione Display 2011 Data
South Korea
Role of Government Sweden Spurring USA Innovation Innovation Culture Innovation Actors Optimism from Innovation
About South Korea Role of Government Sweden New Model of Innovation UAE Spurring Innovation USA 25/03/13 1 di 1 Innovation Culture % that feel that this would help Innovation Actors them be more successfully
Certainty That Ideas Will Be Protected From Piracy
New Model of Innovation UAE
Less Government Bureaucracy
Nuovo modello di innovazione Display 2011 Data
company level Methodology: Interviews with 2,800 senior business executives were conducted by telephone across 22 countries. All respondents are directly involved in their company's innovation processes and are VP and above with 30% of those surveyed at the C-suite level. Research was Region commissioned by GE and conducted by StrategyOne between October 15, 2011 and November 15, 2011.
World
Developed
About
Totally Different Than in the Past
16.42
innovative at their own Optimism from Innovation
World
% that agree that Innovation in
About SMEs & Individuals Being as Innovative as Large Companies
25/03/13 16.36
the 21st Century is...
Methodology: Interviews with 2,800 senior business executives were conducted by telephone across 22 countries. All respondents are directly involved in their company's innovation processes and are VP and above with 30% of those surveyed at the C-suite level. Research was commissioned by GE and conducted by StrategyOne between October 15, 2011 and November 15, 2011.
Developed
Emerging 20
BRIC
40
60
80
100
Emerging More Creative People
20
BRIC
Western Europe
Western Europe
Middle East
Middle East
Country
40
60
80
100
About Partnerships Between Several Players
Country Australia
More Long Term Investors
Brazil
Brazil
China
China
Bringing Value to Society More Than to Individuals
Germany
More Financial Support from Public Authorities
Driven by Creativity More Than High Levels of R&D
India
Israel
Israel
Japan
Japan
Saudi Arabia
Saudi Arabia Display 2011 Data
Display 2011 Data
South Korea About
Sweden
Sweden
UAE
UAE
USA
http://clients.seedvisualization.com/ge/innovation/
Innovation Barometer 2012
Germany
Energy Security
India
South Korea
Private Investors Support Innovative Companies
100
China
Innovation Barometer 2012
Germany
India
80
Easy for Companies to Partner with Universities
Brazil
China
Germany
60
Middle East
Australia
Australia
40
Western Europe
Country 2012 on Barometer
Region
involved in their company's innovation processes and are VP and above with 30% of those surveyed at the C-suite level. Research was commissioned by GE and conducted by StrategyOne between October 15, 2011 and November 15, 2011.
About
Fonte: Innovation Barometer 2012, in http://clients.seedvisualization.com/ge/innovation/ USA 1 di 1
25/03/13 16.44
Methodology: Interviews with 2,800 senior business executives were conducted by telephone across 22 countries. All respondents are directly
Methodology: Interviews with 2,800 senior business executives were conducted by telephone across 22 countries. All respondents are directly
involved in their company's innovation processes and are VP and above with 30% of those surveyed at the C-suite level. Research was commissioned by GE and conducted by StrategyOne between October 15, 2011 and November 15, 2011.
involved in their company's innovation processes and are VP and above with 30% of those surveyed at the C-suite level. Research was commissioned by GE and conducted by StrategyOne between October 15, 2011 and November 15, 2011.
25/03/13 16.42
49
Parte II ABACO DI PROGETTO
16. Piani per la crescita della biodiversità
La convenzione della biodiversità, siglata nel 1992 a Rio, e la convenzione Millennium (2000) sono i riferimenti per l’obiettivo di contenere la perdita di biodiversità entro il 2050. La piattaforma europea per l’analisi e la progettazione a livello locale della biodiversità è il TEEB (The economics of ecosystems and biodiversity).
Città come sistema biotico
I servizi della bioticità
Tecnologie
50
Parte II ABACO DI PROGETTO
17. Piani per la resilienza al cambiamento climatico, alle cyber tecnologie, ai comportamenti sociali
L’obiettivo proposto dall’IPCC di arrestare l’aumento della temperatura media globale a + 2 oC entro il 2100 su base 1900 non è stato implementato ed è ormai irraggiungibile; a breve in uscita il quinto report che indicherà i prossimi obiettivi e strategie. Rio +20 individua nella resilienza urbana la chiave per arrestare il cambiamento. Resilienza al clima
limite della resilienza livello 2009
Resilienza alla cibernetica
Resilienza ai comportamenti sociali
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Parte II ABACO DI PROGETTO
18. Progettare nuove infrastrutture fisiche
Europa 2020 prevede una serie di interventi ‘bandiera’ per rigenerare i contesti urbani al fine di aumentarne la vivibilità e diminuire la pressione ambientale. Per questo i nuovi progetti vivono della fusione di elementi fisici ed immateriali.
Da strada meccanica per auto a strada biotica con funzionalità esplosa
Nuove infrastrutture: strada interattiva
Nuovi mezzi: smart control alimentazione elettrica
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Parte II ABACO DI PROGETTO
19. Progettare nuove infrastrutture virtuali
I progetti devono essere ispirati sia all’Agenda digitale, sia alla filiere della smart city, con lo scopo di realizzare una città con potenzialità aumentate grazie alla sinergia fra strutture cibernetiche, capacità umane e potenzialità ambientali.
Smart city = relazione tra persone e informazioni
Open data city
Dispositivi smart
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20. Realizzare fabbriche per imparare
La progettazione delle scuole dovrà tener conto dei progressi della cibernetica e dei nuovi principi pedagogici. Questa rivoluzione è guidata da grandi organismi internazionali, come IBM e Microsoft, e prevede la transizione da una mente ordinativa a una mente proattiva e creativa. Lo spazio pertanto sarà connesso e diversificato, in sintonia con il nuovo D.M dell’11.4.2013, sulla progettazione sostenibile della scuola. Relazioni internazionali e industriosità
e-education
Rapporto tra pedaogia e spazio nell’edificio
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21. Realizzare fabbriche per produrre
La nascita dei Fab-Lab, frutto della sinergia fra ideazione, educazione, sviluppo e produzione, segna un forte cambiamento nel modello produttivo. La creativitĂ diventa il fattore strategico, la collaborazione il modello organizzativo, gli impianti sono miniaturizzati, robotizzati, generativi e spesso a basso costo (come i mini-robot e le 3D printer). I nuovi spazi saranno disegnati secondo il principio della serendipity. Motore di sviluppo tra vari stakeholder
Cibernetica
Diversificazione degli spazi = complessitĂ dellâ&#x20AC;&#x2122;innovazione
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22. Realizzare fabbriche per abitare
La machine Ă habiter si rinnova: da un lato si passa da standardizzazione a personalizzazione attraverso le nuove tecnologie della digital fabrication; dallâ&#x20AC;&#x2122;altro specializza le funzioni del suo involucro con la biotecnologia, la nanotecnologia, lâ&#x20AC;&#x2122;autoproduzione di cibo ed energia.
Digital fabrication
Casa metabolica
Casa coltivata
Casa produttiva
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23. Produrre zero rifiuti
Lâ&#x20AC;&#x2122;ambizioso obiettivo di azzerare i rifiuti, in assoluto o reimmettendoli nel material flow, è guidato da alcuni esempi di progettazione virtuosi come i quartieri BO01 e BO02 di Malmo e Stoccolma.
Metabolismo delle risorse
Ciclo delle acque
Ciclo dei rifiuti
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Promotori
Patrocini
Partner
Supporter
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