I requisiti di qualità degli interventi edilizi sostenibili: guida operativa

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I requisiti di qualitĂ degli interventi edilizi sostenibili: guida operativa

Gruppo di lavoro: Giuseppe Longhi (Responsabile scientifico) Ilaria Gobesso (Borsista), Elisa Casagrande (Tutor), Anna Omodeo (Tutor)

Programma azione formazione / ricerca individuale POR obiettivo 3 del fondo sociale europeo - misura d4 Formazione di un esperto in progettazione urbana sostenibile dgr. 4057 del 19.12.2006

2007-2008


I requisiti di qualità degli interventi edilizi sostenibili: guida pratica INDICE: INTRODUZIONE SCHEDA DEL PROGETTO 1 - ELEMENTI DI QUALITÀ DELL’INTERVENTO 1.1 REQUISITI GENERALI DI SOSTENIBILITÀ RESPONSABILITÀ RISPETTO RISORSE RISULTATI 1.2 FATTORI TECNICI DI SOSTENIBILITÀ AUMENTO DELL'ECOEFFICIENZA ACCESSIBILITÀ A BASSO IMPATTO COESIONE 1.3 VALUTAZIONE GENERALE DELL’INTERVENTO RELAZIONE SINTETICA Allegato 1: Edificazione sostenibile: principi, carte, convenzioni e certificazioni Allegato 2: Codice concordato 2 - ECOEFFICIENZA DELL’EDIFICIO NEL SUO CICLO DI VITA DEFINIZIONE DI ECOEFFICIENZA FATTORI DI ECOEFFICIENZA MISURA DELL’ECOEFFICIENZA ELEMENTI PER MISURARE L’ECOEFFICIENZA NEL CICLO DI VITA DELL’EDIFICIO FASI DI MISURAZIONE DELL’ECOEFFICIENZA DELL’EDIFICIO 2.1 ENERGIA INCORPORATA MISURAZIONE DELL’ENERGIA INCORPORATA ENERGIA INCORPORATA INIZIALE ENERGIA INCORPORATA PER MANUTENZIONE VALUTAZIONE E SCELTA DEI MATERIALI VALUTAZIONE OPERATIVA DELL’ENERGIA INCORPORATA DEL MANUFATTO Allegato 3: Energia incorporata nei materiali da costruzione Allegato 4: Energia incorporata, “I materiali per l’edilizia ecologica” Allegato 5: Materiali con componenti da riciclo Allegato 6: Durabilità delle strutture e dei componenti di una costruzione Allegato 7: Database on-line dei materiali e prodotti per l'edilizia sostenibile 2.2 EXERGIA: QUANTITA’ E QUALITA’ DI ENERGIA ASSOLUTA DEFINIZIONE STIMA DELL’EXERGIA E DELL’ENERGIA DI UN EDIFICIO Allegato 8: Heating and cooling with focus on increased energy efficiency and improved comfort 2.3 ENERGIA CONSUMATA ENERGIA CONSUMATA: DEFINIZIONI CALCOLO DELL’ENERGIA CONSUMATA: STRUMENTI OPERATIVI ENERGIA CONSUMATA: QUADRO PROCEDURALE MONITORAGGIO DEL CONSUMO ENERGETICO IN FASE DI PROGETTO ED ESERCIZIO Allegato 9: Valutazione dei consumi reali dell’edificio: il rating socio-tipologico degli edifici Allegato 10: Contrasting the capabilities of building energy performance simulation programs Allegato 11: Certificazione energetica degli edifici, applicazione del D.LGS 311/2006; norme regionali, procedure provinciali, regolamenti edilizi Allegato 12: Certificazione energetica degli edifici, sintesi delle normative dell’Unione Europea Allegato 13: Certificazione energetica degli edifici: confronto fra le procedure in vigore nei paesi dell’UE 2.4 RIFIUTI PIANO DI GESTIONE DEI RIFIUTI: PRINCIPI GESTIONE DEI RIFIUTI NELLA FASE DI PROGETTO GESTIONE DEI RIFIUTI NELLA FASE DI CANTIERE GESTIONE DEI RIFIUTI NELLA FASE D’USO GESTIONE DEI RIFIUTI NELLA FASE DI DISMISSIONE


Allegato 14: Direttiva 2006/12/CE, del 5 aprile 2006 relativa ai rifiuti Allegato 15: Decreto Legislativo n.22, del 5 febbraio 1997 decreto Ronchi Allegato 16: “Il mattone ritrovato�, manuale per la gestione dei rifiuti da costruzione e demolizione in Provincia di Bologna BIBLIOGRAFIA


INTRODUZIONE La seguente guida vuole inserire i professionisti, le imprese e la pubblica amministrazione italiani nel percorso iniziato con il Codice concordato fra pubblica amministrazione ed operatori per la promozione di interventi edilizi sostenibili1, promosso dall’UE in occasione dell’intervento di Bo01 2 a Malmö (2001), proseguito a livello internazionale con lo sviluppo di standard di qualità quali il LEED3 e articolato oggi in una infinità di rivoli interattivi, fra questi, ricordo a titolo esemplificativo, il programma 50 to 50 dell’AIA4 statunitense. È facile osservare come nel rapido volgere di un quinquennio la pratica della promozione e controllo di qualità del prodotto edilizio si sia diffusa a livello planetario (ovviamente fra i paesi così detti sviluppati) con modalità di accesso che stanno divenendo altamente interattive, con lo scopo di definire nuovi livelli di qualità nell’erogazione dei servizi e nuovi livelli di collaborazione fra soggetti pubblici e privati. In base a questi presupposti è serio considerare che professionisti, imprese e pubblica amministrazione italiani si sono auto esclusi da questo processo, facendo correre il rischio di traghettare rapidamente l’intero sistema verso l’universo del sottosviluppo. Da qui la centralità di questa guida che si qualifica come strumento capace di supportare le attività legate alle costruzioni con un percorso coerente con gli obiettivi quantitativi e qualitativi di sostenibilità sottoscritti dal nostro paese con l’Unione Europea e la Comunità internazionale. Infatti, le attività legate alle costruzioni contribuiscono al processo di sviluppo sostenibile facendo riferimento al sistema articolato di impegni (convenzioni e direttive emanate a livello internazionale ed europeo) sottoscritti e recepiti dal nostro paese, che stanno modificando l’assetto normativo, organizzativo e qualitativo del settore edilizio, sia per quanto riguarda il prodotto finale (gli edifici), sia per le sue componenti. Questi impegni sono l’esito di un percorso le cui tappe principali sono le Agende 21 delle costruzioni, il Protocollo di Kyoto con i relativi standard di contenimento delle emissioni, le Direttive europee sulla diminuzione del consumo energetico e le normative italiane (statali e regionali) per la loro attuazione, lo sviluppo di un consolidato sistema di certificazione di qualità (dei prodotti e dei processi) e, infine la Direttiva europea sui rifiuti (Moving Towards zero waste society)5. Ciclo dell’edificio e obiettivi di sostenibilità ideazione

demolizione manutenzione

Dimensione ecologica • • • •

Risparmio di materia Risparmio di energia Aumento biodiversità Riuso

Dimensione economica • • • •

Risparmio di materiali ed energia Ottimizzazione della gestione Dall’euro all’eco Certificazione di qualità

valutazione

Dimensione sociale

uso

• • • •

Attenzione alle diversità Maestranze stabili, di qualità e valore Salubrità e sicurezza Accesso a formazione e sapere

costruzione 1 2 3 4 5

vedere allegato Codice concordato Bo01a Malmö (2001): www.ekostaden.com LEED: www.usgbc.org/LEED AIA 50 to 50: www.aia.org/fiftytofifty Vedere allegato 1: Edificazione sostenibile: principi, carte, convenzioni,e certificazioni

scelte

progettazione esecutiva


1 - ELEMENTI DI QUALITÀ DELL’INTERVENTO Essi derivano dai contenuti dell’Agenda 21 delle costruzioni attivata a seguito della Conferenza di Rio su “Ambiente e sviluppo” - 1992 ed elaborata dall’UNEP (in collaborazione con CICA) e dall’UE (con la collaborazione di CIB)6. Tengono conto, inoltre, dei contenuti della “Carta europea per la pianificazione, la progettazione e la costruzione sostenibile” (1998), delle risoluzioni di Goteborg e delle successive carte europee di Copenaghen e Lipsia. Il modello dell’Agenda, ed in particolare dell’interpretazione che ne da il Sindaco di Londra, ispirano la prima parte della guida che testimonia la qualità dell’intervento nel suo complesso, secondo il seguente modello:

In questa fase si provvede alla valutazione dei valori del progetto, la sua coerenza con i principi fondamentali della sostenibilità, con le indicazioni degli strumenti di piano e con l’assetto spaziale dalla scala territoriale a quella urbana. Questi elementi sono organizzati secondo il seguente indice: 1.1 REQUISITI GENERALI DI SOSTENIBILITÀ RESPONSABILITÀ RISPETTO RISORSE RISULTATI 1.2 FATTORI TECNICI DI SOSTENIBILITÀ AUMENTO DELL'ECOEFFICIENZA ACCESSIBILITÀ A BASSO IMPATTO COESIONE 1.3 VALUTAZIONE SINTETICA DELL’INTERVENTO

6 UNEP, CICA, “Industry as a partner for sustainable development, Construction”, CICA, Paris, 2002 CIB, “Agenda 21 on sustainable construction”, 1999: http://www.cibworld.nl/website/


2 - ECOEFFICIENZA

La riduzione dei consumi di risorse naturali e l’aumento della produttività dell’intervento sono obiettivi raggiunti avendo come riferimento il sistema delle Direttive internazionali7, le quali guidano sia gli obiettivi attuali del progetto che quelli di lungo momento: PRINCIPIO PROGETTUALE

POLITICHE

Cultura e sapere

Conferenza di Lisbona, 2000

Equità

Millennium Agenda, 2000

Conferenza di Rio, 1992

Dichiarazione Kuala Lumpur, 2004

Protocollo Kyoto, 1997

Consiglio Europeo di Bruxelles 8-9 Marzo 2007

• • •

Dir. UE 667/2005 Direttiva 2006/12/CE Comunicazione CE 8-9 Marzo 2007

• •

Dir. EU 91/2002 Protocollo Kyoto, 1997

Consiglio Europeo di Bruxelles 8-9 Marzo 2007

Ambiente Biodiversità

Zero emissioni

Zero rifiuti Efficienza energetica

Trasporti sostenibili

7

SCOPI Potenziare le connessioni tra edificio e sistema del sapere. Sviluppare nuove politiche sociali e d’utilizzo delle risorse. Ridurre l’impatto delle costruzioni sull’ecosistema. Protezione delle specie e di arresto dell’estinzione del 1%, rispettando in fase di costruzione e in fase d’uso l’ambiente naturale. Incremento delle aree protette. Diminuzione del 6,5% delle emissioni climalteranti, anche attraverso la realizzazione di edifici a zero emissioni. Diminuzione del 20% di emissioni e del 50%, anche attraverso la realizzazione di edifici a zero emissioni. Diminuzione delle produzione di rifiuti durante la fase di cantiere e la fase d’uso dell’edificio. Diminuzione del 20% del consumo di energia, anche attraverso la crescita dell’efficienza energetica degli edifici. Giungere ad edifici a zero emissioni. Diminuzione del 6% delle emissioni climalteranti, attraverso l’ottimizzazione dei trasporti nel contesto di progetto. Diminuzione del 20% di emissioni e del 50%, attraverso l’ottimizzazione dei trasporti nel contesto di progetto.

CE, “Conclusioni della presidenza europea, Consiglio europeo di Goteborg”, 2001 UE, “Copenhagen charter 2002: European Cities in a global era – urban identities and regional development”, 2002 UE, “Leipzig Charter on Sustainable European Cities”, 2007

ORIZZONTE 2012 2015 2010 2010

2012 2020 2050 2012 2012 2012

2020 2050


Nel complesso l’efficienza dell’edificio è definita in armonia con le Direttive Europee ed i nuovi standard internazionali ed è documentata dall’adozione di standard di qualità: UE sistema di certificazioni della qualità d’impresa ISO 9001-2000

qualità

ISO 14001-2004

ambiente

ISO 18001-2004

salute e sicurezza degli occupati

SA 8000-1999 AA 1000-1999

bilancio sociale

AFNOR FD X 50-189-2003; DS 8001

sistemi di gestione integrata

ISO 14001-1996/2004 e 14004-1997/2004

sistemi di gestione ambientale

ISO 14010-1998, 14011-1998, 14012-1998 e 140152001

auditing ambientale

ISO 14031-1999; TR 14032-1999 ISO 9000-2000 ISO 19011-2002

valutazione delle performance ambientali sistemi di gestione di qualità linee guida per l’auding dei sistemi di qualità e/o ambientali

La valutazione dell’ecoefficienza assume come punto di riferimento la Direttiva Europea sul consumo energetico di edificio, la quale viene intesa come l’occasione per valutare la qualità dell’intero progetto attraverso lo studio di: 2 - ECOEFFICIENZA DELL’EDIFICIO NEL SUO CICLO DI VITA DEFINIZIONE DI ECOEFFICIENZA FATTORI DI ECOEFFICIENZA MISURA DELL’ECOEFFICIENZA ELEMENTI PER MISURARE L’ECOEFFICIENZA NEL CICLO DI VITA DELL’EDIFICIO FASI DI MISURAZIONE DELL’ECOEFFICIENZA DELL’EDIFICIO

2.1 ENERGIA INCORPORATA MISURAZIONE DELL’ENERGIA INCORPORATA ENERGIA INCORPORATA INIZIALE ENERGIA INCORPORATA PER MANUTENZIONE VALUTAZIONE E SCELTA DEI MATERIALI VALUTAZIONE OPERATIVA DELL’ENERGIA INCORPORATA DEL MANUFATTO

2.2 EXERGIA: la qualità e la quantità di energia assoluta DEFINIZIONE STIMA DELL’EXERGIA E DELL’ENERGIA DI UN EDIFICIO

2.3 ENERGIA CONSUMATA ENERGIA CONSUMATA: DEFINIZIONI CALCOLO DELL’ENERGIA CONSUMATA: STRUMENTI OPERATIVI ENERGIA CONSUMATA: QUADRO PROCEDURALE MONITORAGGIO DEL CONSUMO ENERGETICO IN FASE DI PROGETTO ED ESERCIZIO

2.4 RIFIUTI PIANO DI GESTIONE DEI RIFIUTI: PRINCIPI GESTIONE DEI RIFIUTI NELLA FASE DI PROGETTO GESTIONE DEI RIFIUTI NELLA FASE DI COSTRUZIONE GESTIONE DEI RIFIUTI NELLA FASE D’USO GESTIONE DEI RIFIUTI NELLA FASE DI DISMISSIONE


3 – FATTORI DI CERTIFICAZIONE

Il metodo di lavoro proposto da questa guida si basa sullo sviluppo di un'Agenda condivisa tra Pubblica Amministrazione, progettisti, promotori e costruttori per un’ottimizzazione del prodotto edilizio coerente con il processo sopra illustrato, per favorire uno sviluppo del settore delle costruzioni olistico, coordinato, competitivo a livello internazionale e in grado di fornire agli utenti un prodotto di qualità. Gli obiettivi di qualità e gli scopi della sostenibilità ispirano un processo di valutazione della qualità del progetto e della costruzione perfettamente omogenea con i migliori standard di valutazione internazionale, come LEED, sistema statunitense collaudato da tempo e diffuso in un gran numero di paesi per la valutazione della qualità energetico-ambientale delle costruzioni. Ne risulta un monitoraggio del progetto e del prodotto esteso all’intero ciclo di vita dell’edificio, i cui momenti principali sono: valutazione del progetto, qualità dell’edificio e dell’energia.


Valutazione della qualità del progetto Valutazione dei requisiti generali di sostenibilità: Responsabilità, Rispetto e Risorse. CATEGORIA

MOLTO BASSO

BASSO

MEDIO

ALTO

MOLTO ALTO

INDICATORE

RESPONSABILITA’ Coinvolgimento Impatti sociali Impatti ambientali Impatti economici RISPETTO Coesione sociale Potenziamento ambientale Integrazione del sito Accessibilità RISORSE Aumento biodiversità Riduzione dei consumi energetici Riduzione consumi idrici Riduzione emissioni

Valutazione della qualità dell’edificio Valutazione dell’energia incorporata, dell’energia consumata e dei rifiuti. CATEGORIA Energia Acqua Acque di superficie Materiali Ecologia Gestione Salute e benessere Inquinamento Rifiuti

MOLTO BASSO

BASSO

MEDIO

ALTO

MOLTO ALTO

INDICATORE


Valutazione della qualità energetica Valutazione di involucro, posizionamento, impianti, efficienza degli impianti e dell’involucro nel tempo, costi


SCHEDA DEL PROGETTO Nome dell'Intervento:.............................................................................................................. Destinazione d'uso:................................................................................................................ PROMOTORE/I DEL PROGETTO Committente: Nome:..................................................................................................................................... Recapito:................................................................................................................................. Progettisti: Nome:..................................................................................................................................... Recapito:................................................................................................................................. Consulenti: Nome:..................................................................................................................................... Recapito:................................................................................................................................. SVILUPPO FISICO Indirizzo:................................................................................................................................. Destinazioni di piano:............................................................................................................. Mappale:................................................................................................................................. Sup. tot area:.......................................................................................................................... % di superficie edificata prima dell'intervento:........................................................................ % di superficie edificata dopo l'intervento:.............................................................................. % di superficie biotica prima dell'intervento:........................................................................... % di superficie biotica dopo l'intervento:................................................................................. Diritti di passaggio:................................................................................................................. OBIETTIVI Descrivere gli obiettivi:............................................................................................................ ................................................................................................................................................ ................................................................................................................................................ Descrivere il target:................................................................................................................ ................................................................................................................................................ ................................................................................................................................................ Spiegare la morfologia dell'intervento e la motivazione della scelta:........‌.......................... ................................................................................................................‌............................ ................................................................................................................................................ TEMPI Tempo previsto per la realizzazione:...................................................................................... Termine della consegna (elencazione di eventuali consegne parziali):.................................. ................................................................................................................................................ COSTI Costo dell'opera:..................................................................................................................... Requisiti di selezione dei fornitori e degli eventuali subappalti:.............................................. ................................................................................................................................................


AGENDA DI GESTIONE DELLA COSTRUZIONE Estinzione pratiche: Permessi, concessioni, autorizzazioni, (indicare il tipo di documento):.................................. ................................................................................................................................................ data consegna a P.A.:.........................................data approvazione:..................................... Oneri o opere sostitutive:........................................................................................................ MATERIALI Distanza e criteri per il trasporto dei materiali al cantiere:...................................................... ................................................................................................................................................ Stoccaggio:............................................................................................................................. Giacenza media:..................................................................................................................... Criteri di smaltimento:............................................................................................................. RAPPRESENTAZIONI/ELABORATI GRAFICI DI PROGETTO Valutazione della situazione esistente: 1:5.000: relazioni esistenti con i principali nodi urbani, reti infrastrutturali e reti ecologiche. 1:1.000: relazioni esistenti con il contesto dei principali flussi (naturali, fisici, umani). 1:500: analisi dell'area: elementi naturali e fisici. Evoluzione nel breve, medio e lungo termine del contesto dell'intervento: (prendendo in considerazione gli strumenti esistenti come: fonti della pianificazione territoriale ed urbanistica sovraordinata o comunale esistenti, delle cartografie tematiche regionali e provinciali, dei dati forniti dai servizi dell’ARPA, delle informazioni in possesso delle aziende per la gestione dei servizi a rete, etc.).

1:5.000: evoluzione dei principali nodi urbani, reti infrastrutturali e reti ecologiche. 1:1.000: evoluzione dei principali flussi (naturali, fisici, umani). Progetto: illustrazione dell'impianto 1:5.000: morfologia, connessioni, aree naturali, biodiversitĂ , ecc...


1- ELEMENTI DI QUALITÀ DELL’INTERVENTO: 1.1 REQUISITI GENERALI DI SOSTENIBILITÀ I requisiti di seguito riportati fanno riferimento ai principi di sostenibilità elaborati dalla Commissione per lo sviluppo sostenibile di Londra8 per la realizzazione di processi progettuali sostenibili; gli stessi sono inoltre perfettamente coerenti con i requisiti richiesti dall'Unione Europea per la realizzazione di interventi sostenibili. L'adozione di tali requisiti da parte dei progettisti e delle organizzazioni che intendono proporre un progetto favorisce la formazione di una nuova cultura del progetto che ha come fine il miglioramento della qualità della vita negli ambienti urbani secondo i principi guida della sostenibilità: responsabilità, rispetto, risorse, risultati. RESPONSABILITÀ Un progetto sostenibile ha le sue basi nella consapevolezza che ciascuno è responsabile degli impatti, che le proprie azioni hanno sul resto della popolazione e sull'ambiente. E' importante quindi identificare correttamente su quale spazio geografico e popolazione, il progetto andrà ad impattare, anche in modo indiretto, per poi successivamente valutarne correttamente gli effetti. È importante che la popolazione divenga parte integrante del processo progettuale, cui contribuirà responsabilmente attraverso la discussione. Questo significa agire responsabilmente, ugualmente occorrerà guardare a lungo termine e prendere in considerazione la rapidità e molteplicità dei cambiamenti della popolazione, delle culture, dei fattori tecnologici, delle disponibilità delle risorse, dei cambiamenti climatici, ecc... Coinvolgimento Identificare i gruppi economici e di persone attivi sul territorio, per creare una rete di relazioni e scambi attraverso forum, sondaggi, blog, ecc... Focalizzare le strategie di coinvolgimento e di comunicazione che si vogliono utilizzare: poster, sito web, newsletter, spot radio, trasmissioni tv, centri di informazione e consulenze del progetto, gruppi/tavoli di lavoro sui progetti, libretto d'uso. Presentare l'agenda dei momenti di confronto e verifica con i diversi gruppi individuati. Impatti Indicare le procedure per l'individuazione degli impatti di natura sociale-economica-ambientale derivanti dal progetto. Cambiamenti Descrivere i cambiamenti climatici, tecnologici e degli stili di vita, che coinvolgono il territorio dell'intervento ed i suoi cittadini. Descrivere come il progetto è in grado di adattarsi a tali mutamenti.

8 London Sustainable Development Commission, “Making your plans sustainable: a London Guide“, Londra, Greater London Authority, Aprile 2004


RISPETTO Se il progetto ha rispetto della diversità delle comunità e dell’ambiente, questo lo rafforzerà, aumentando le sue probabilità di successo e la sua coerenza con i bisogni, le volontà e le aspirazioni dei cittadini. La promozione della coesione e dell’equità nel rispetto delle diversità sono punti strategici del progetto, in quanto garantiscono lo stesso beneficio dell’ampio spettro di conoscenze, capacità ed esperienze che le diversità della popolazione offrono. Il rispetto non è quindi solo un valore ma un sistema di pratiche, che contribuiscono ad aumentare l’occupazione, a promuovere forme qualificate di lavoro, a garantire la legalità, ad aprire a modi di vita diversi e a non costruire barriere rispetto alle classi svantaggiate. Sito Descrivere i servizi esistenti, la loro integrazione con il contesto e con i servizi previsti dall'intervento. Descrivere gli elementi del progetto che hanno come finalità il potenziamento dell'ambiente. Spiegare in quale modo l'intervento porta all'aumento del livello di socialità nel sito e nel suo intorno. Vantaggi Elencare i vantaggi che il progetto offre ai diversi tipi di utenti, distinguendo tra utenti che direttamente fruiscono dell'intervento e la popolazione che indirettamente usufruisce dei benefici dello stesso. Impatti Descrivere gli impatti delle diverse fasi dell'intervento sui diversi gruppi sociali. Descrivere gli impatti del crimine sul contesto e la capacità dell'intervento di ridurli. Strategie Indicare i provvedimenti adottati dall'impresa o insiti nell'intervento, tesi ad offrire pari opportunità. Individuare quale strategia verrà utilizzata per aumentare la sicurezza. Descrivere le attività previste per annullare, ridurre o risolvere eventuali conflitti con la popolazione residente e l'ambiente circostante.

RISORSE Il progetto deve prendere in considerazione il metabolismo dell’intervento, con lo scopo di minimizzare l’input di risorse naturali ed azzerare la produzione di rifiuti e di emissioni. Le risorse naturali infatti si stanno deteriorando e riducendo rapidamente. Con l’incremento della popolazione e dell’urbanizzazione è facile prevedere che aumenterà anche la domanda di risorse. E' importante che nel processo progettuale si tenga conto di fenomeni (quali l’effetto serra), che trasformano l’ecosistema dal quale dipende la nostra vita. L’approccio metabolico al progetto porterà a considerare l’unità fra ambiente naturale, biodiversità animale e vegetale e ambiente fisico. Strategie Descrivere le strategie di incremento della biodiversità e della qualità degli spazi aperti. Descrivere le strategie di riduzione del consumo d’acqua. Descrivere le strategie di riduzione delle emissioni di inquinanti. Descrivere le strategie di riduzione del consumo energetico e di aumento dell’efficienza energetica. Descrivere l'eventuale uso di fonti rinnovabili previste. Descrivere le strategie di riduzione dei rifiuti e le modalità di riuso e/o di riciclo previste.


RISULTATI Il progetto deve favorire più elevati livelli di coesione sociale, contribuire a forme qualitative e quantitative di occupazione, garantire risparmio e rivalutazione delle risorse naturali, attraverso il miglioramento dell'ecoefficienza del sistema e dei prodotti coinvolti. Una chiave di lettura dei risultati è il livello di innovazione con cui perseguire gli obiettivi sociali, ambientali ed economici. Per raggiungere il risultato della sostenibilità è cruciale l’organizzazione del progetto: olistico nella sua struttura e trasparente nella presa di decisioni, grazie a: report ambientali e sociali, adozione di sistemi di management ambientale, sviluppo di programmi di coinvolgimento della comunità, valutazione della dimensione etica degli investimenti, coinvolgimento nelle aspettative del sistema di fornitori. Sito Indicare il sistema di gestione ambientale utilizzato. Coinvolgimento Indicare il programma di “community involvement” utilizzato. Presentare il report finanziario, sociale, ambientale ed evidenziare: -se la contabilizzazione dei costi è aggregata o articolata nel ciclo di vita. -come il progetto contribuisce alla produzione di nuova occupazione e alla riqualificazione di quella esistente. -quali fasce svantaggiate sono coinvolte nel progetto, e descrivere le forme di coinvolgimento previste. Impatti Indicare le modalità di incremento della salute della popolazione coinvolta in modo diretto ed indiretto. Indicare le modalità di incremento della disponibilità, della qualità, dell’uso delle strutture culturali, sportive o di tempo libero nell'area. Strategie Descrivere mediante quali nuove tecnologie utilizzate nel progetto si intende ottenere un miglioramento dei risultati. Elencare quali protocolli di responsabilità dei fornitori sono stati adottati. Descrivere le procedure di trasparenza adottate per le decisioni e quelle per la buona gestione.


1.2 FATTORI TECNICI DI SOSTENIBILITÀ I fattori di sostenibilità qui di seguito riportati per la realizzazione operativa di progetti sostenibili sono in relazione con i principi di cui al punto precedente e con i contenuti delle principali convenzioni internazionali. I fattori sollecitano progettisti e promotori immobiliari a pensare il territorio come ecosistema funzionale. Il metabolismo delle risorse sociali ed ambientali ed il riconoscimento delle loro interconnessioni sono così al centro del progetto per garantire equità ed ecoefficienza. I fattori proposti coerenti con la circolarità del ciclo di vita del progetto permettono di valutare il grado di benessere sociale raggiunto con l’intervento dagli abitanti nonché di valutare le scelte adottate per minimizzare l’uso delle risorse e l’impatto ambientale prodotto nel medio e lungo periodo. AUMENTO DELL'ECOEFFICENZA Biodiversità: il progetto considera la conservazione delle risorse naturali e l’aumento della loro diversità biologica, l'uso sostenibile e la preservazione dei flussi degli elementi naturali (aria, acqua, animali, ecc...) e l’equa condivisione dei benefici derivanti dall’uso corretto di queste risorse. Questi obiettivi ricollegano il progetto alle convenzioni internazionali (preservazione delle specie e del loro patrimonio genetico, biosicurezza, condivisione e tutela del patrimonio, ecc), che raccomandano l'arresto della perdita di biodiversità entro il 2010. Quali convenzioni internazionali si considerano?

descrivere

Il progetto valuta l'aumento della biodiversità? Con quali strumenti?

si, descrivere

no

Il progetto utilizza il metodo BAF?

si

no

In quale modo il progetto tiene conto della biodiversità nelle fasi di: -cantiere -costruzione -funzionamento -ristrutturazione

descrivere

Quale ambito di biodiversità è stato preso in considerazione? Animale: di terra, d'acqua, d'aria

descrivere

Vegetale: siepi, boschi, alberi, prati

descrivere

Edificio: il progetto deve tendere a diminuire il prelievo di materia, e quindi è opportuno valutare attentamente: - i materiali utilizzati nel processo di costruzione; - i consumi energetici nella fase di funzionamento, al fine del loro contenimento e se possibile dell’ottenimento di un surplus di produzione di energia; - l’uso di fonti energetiche rinnovabili; - le esternalità, al fine di minimizzare la produzione di rifiuti e massimizzare il riuso e riciclo. In sintesi è importante che il progetto sia impostato seguendo il metabolismo delle risorse. Quali Convenzioni internazionali si considerano? Quali programmi sono stati utilizzati per valutare l'orientamento ottimale?

descrivere

Quali criteri sono stati utilizzati per la selezione dei materiali?

descrivere

Sono previste procedure per il risparmio e recupero delle acque? Quale metodo di valutazione dei consumi di esercizio è stato adottato? É stato elaborato un piano per la minimizzazione e lo smaltimento dei rifiuti? Come sono stati contabilizzati i costi e i ricavi dell'intervento?

si, descrivere

no

descrivere si, descrivere descrivere

no


ACCESSIBILITÀ A BASSO IMPATTO Sistema dei trasporti: il sistema dell’accessibilità deve garantire l’accesso a un’ampia modalità di trasporto pubblico, al fine di diminuire la massa di veicoli circolanti e, con essi, le sue esternalità negative, in accordo con i principi del libro bianco dei trasporti dell’Unione Europea. Inoltre le infrastrutture che compongono il sistema della mobilità dovranno tendere a non compromettere la biodiversità e contribuire alla bellezza dell’intervento. In che misura il progetto si ispira al Libro bianco dei trasporti dell'UE?

descrivere

In che misura il progetto garantisce l'accesso ai mezzi pubblici?

descrivere

In che misura il progetto garantisce l’accesso ai mezzi pubblici alle fasce sociali svantaggiate?

descrivere

Il progetto promuove forme collettive di trasporto privato, quali il car sharing o il car pooling?

si, descrivere

no

Il progetto prevede piste ciclabili, punti di sosta dei cicli, percorsi pedonali?

si, descrivere

no

I percorsi quali elementi di sostenibilità vengono presi in considerazione?

descrivere

COESIONE Spazi aperti e comuni: il progetto sostenibile ha come elemento fondamentale di sviluppo l’uomo, è quindi importante che ogni insediamento dia centralità ai luoghi fisici che possono favorire forme di condivisione di esperienze, erogazione di servizi alle persone e sistemi innovativi di fruizione del sapere. Sono previsti luoghi facilmente fruibili, che favoriscano la socialità e l'aggregazione? In che modo gli spazi pubblici favoriscono lo scambio di esperienze e processi di coesione? Gli edifici prevedono al loro interno spazi di socialità, se si quali?

si, descrivere

no

descrivere si, descrivere

no


1.3 VALUTAZIONE FINALE DELL’INTERVENTO Relazione sintetica L’AIA raccomanda di sintetizzare i contenuti di un progetto in 10 misure, ciascuna delle quali “racconta” brevemente (max 200 parole) come vengono raggiunti gli obiettivi progettuali e le interconnessioni fra i diversi elementi, al fine di evidenziare l’integrazione fra bellezza, sistemi naturali e applicazioni tecnologiche. MISURA 1: Scopo del progetto, livello di sostenibilità e di innovazione La progettazione sostenibile abbraccia gli aspetti ecologici, economici e sociali di un progetto. Come questi fattori guidano il progetto? Quale influenza hanno sull’espressione architettonica? Descrivere le più importanti idee di sostenibilità del progetto, ed anche le specifiche circostanze o limiti che hanno generato queste idee (attenzione a non fare una lista di parametri di progettazione sostenibile). Descrivere ogni soluzione di innovazione sostenibile adottata nel progetto. Come l’espressione architettonica rende evidenti gli obiettivi di sostenibilità del progetto? Come gli scopi e gli elementi di sostenibilità portano ad un migliore progetto complessivo? MISURA 2: Coerenza del progetto con la cultura del luogo, della comunità e sua connettività La progettazione sostenibile riconosce l’unicità della cultura e dell’ambiente di ogni luogo. Descrivere come il progetto rafforza l’identità del luogo, della comunità e un adeguato senso di appartenenza. Descrivere come il progetto contribuisce allo spazio pubblico e alle interazioni della comunità. Il progetto riduce il viaggio in auto da casa al lavoro, agli acquisti, o ad altre destinazioni frequenti? Il progetto sfrutta eventuali strategie regionali o locali di trasporto alternativo e gli sforzi per ridurre la domanda locale di parcheggio? Indicare la percentuale di popolazione dell’edificio o dell’insediamento che va a lavorare con mezzi pubblici (bus, metropolitana, tram, treno), con il carpool, in bicicletta o a piedi. Precisare se ci sono politiche di trasporto pubblico, incentivi e sforzi atti a fornire alternative di trasporto di qualità (intensificazione delle piste ciclabili, percorsi pedonali, ecc…). Calcolare il numero di posti macchina disponibili per la popolazione dell’edificio (residenti + visitatori occasionali). Precisare se il progetto ha avuto successo nel proporre meno spazi per parcheggi di quelli richiesti dal piano di zonizzazione . MISURA 3: Uso del suolo ed ecologia del sito La progettazione sostenibile sviluppa le sinergie fra ecosistemi e risorse umane. Descrivere gli ecosistemi caratteristici del sito. Descrivere come il progetto del sito è coerente con il funzionamento degli ecosistemi. Come il “disegno” mette in relazione gli ecosistemi alle differenti scale, dal locale al regionale? Descrivere il progetto paesaggistico, la creazione, riprogettazione o conservazione degli spazi aperti. Descrivere brevemente le strategie per la creazione di habitat e l’inserimento di


essenze tipiche della regione. Descrivere le pratiche di gestione sostenibile del sito. MISURA 4: Progetto e clima La progettazione sostenibile salvaguarda le risorse e massimizza il comfort umano attraverso la connessione tra i flussi naturali e i cicli climatici del luogo e della regione circostante. Descrivere come l’edificio sfrutta queste potenzialità attraverso strategie di progettazione passiva. Quali sono le sinergie tra clima e la tipologia dell’edifico? Descrivere I risultati dell’analisi climatica del vostro sito e come l’impronta dell’edificio, la sua sezione, l’orientamento e il volume rispondono a quest’analisi sfruttando le condizioni climatiche regionali e locali, il soleggiamento, ii venti prevalenti, i cicli giornalieri e stagionali. Illustrare le strategie di progetto e le tecniche per il risparmio di energia che riducono o eliminano I bisogni di sistemi attivi o di soluzioni meccaniche. Descrivere come la ventilazione passiva e le strategie di progettazione solare guidano il progetto. MISURA 5: Luce e aria La progettazione sostenibile crea e mantiene un’ambiente interno confortevole, con un’abbondante illuminazione diurna e aria fresca. Delineare le strategie di progetto per creare un ambiente interno salubre attraverso l’illuminazione naturale, la ventilazione, la qualità dell’aria interna, la creazione di corridoi visivi, i sistemi personalizzati di controllo. Descrivere come il progetto aumenta le relazioni luce/aria tra interno ed esterno. Fornire disegni e diagrammi che illustrano queste strategie. Specificare la percentuale della superficie dell’edificio che utilizza l’illuminazione naturale come fonte principale durante le ore del giorno. Questo calcolo comprende tutte le parti di edificio, incluse le scale, i bagni, i corridoi, ecc. Percentuale della superficie totale dell’edificio che è adeguatamente servita dalla ventilazione naturale (con tutti i sistemi HVAC spenti) per tutto o parte dell’anno. Percentuale dell’edificio che può essere ventilato o raffrescato grazie all’apertura/chiusura delle finestre. MISURA 6: Ciclo dell’acqua L’acqua è una risorsa essenziale per la vita sulla terra. Descrivere come il progetto del sito e degli edifici conservano la falda, gestiscono l’acqua e il drenaggio e utilizzano l’acqua piovana. Descrivere le strategie di conservazione dell’acqua a livello di sito e di edificio così come ogni impianto per la conservazione. Elencare le strategie di riuso dell’acqua piovana, delle acque grigie, e/o dell’acqua di scarico. Quale percentuale di acqua piovana è trattenuta in sito e recuperata? Descrivere le strategie di recupero e risparmio dell’acqua Consumo di acqua al m2 all’anno per il funzionamento degli edifici Consumo di acqua al m2 all’anno per l’esterno Le acque grigie sono recuperate in sito? In quale percentuale? Come sono trattate le acque nere? In quale percentuale sono riusate?


MISURA 7: Flussi di energia E’ essenziale una buona progettazione dei sistemi meccanici ed elettrici dell’edificio, e la loro l’integrazione con le strategie di progettazione passiva, per conservare le risorse naturali e ottimizzare il rendimento della costruzione. Descrivere come i sistemi costruttivi contribuiscono al risparmio di energia, alla riduzione dell’inquinamento, all’aumento delle performance e al comfort dell’edificio. Descrivere le tecniche per l’integrazione di questi sistemi con gli altri aspetti della progettazione dell’edificio. Descrivere, le strategie d’illuminazione, i sistemi di energia rinnovabile, le tecniche e le tecnologie di controllo. Il progetto sostenibile considera attentamente gli impatti a lungo termine delle decisioni attuali per proteggere la futura qualità della vita. Descrivere come il progetto riesce a far fronte ad una possibile riduzione o mancanza di combustibile fossile. Il progetto impiega o incoraggia le fonti di energia alternativa? Descrivere le strategie per ridurre il picco di domanda di energia: programmazione, modi d’uso, scelta degli impianti, controllo dell’illuminazione, dell’HVAC e generazione in sito dell’energia. Descrivere come l’edificio o parti di esso potrebbero funzionare in caso di blackout. Determinare la percentuale di risparmio dei costi di energia annuale raggiunti con il progetto, comparandoli con I costi standard. Percentuale di energia risparmiata: Identificare il picco di domanda di energia per m2 Quale percentuale dei consumi di energia annualmente è fornita da fonti rinnovabili? Quale fonte è utilizzata: fotovoltaico, solare termico, vento, micro-idro, biomassa (definire quale) elettrica, biomassa termica, geotermica, biogas, elettricità, solare passivo, altro? Percentuale di energia rinnovabile per le reti elettriche: Descrivere le procedure usate per le stime dei consumi e specificare il software usato. MISURA 8: Materiali e costruzione L’attenta selezione dei materiali e dei prodotti può risparmiare risorse, ridurre gli impatti di estrazione, produzione e trasporto, migliorare le performance dell’edificio, aumentando la salute e il comfort degli occupanti. Descrivere i criteri più importanti di selezione per i materiali e le parti costruttive del progetto (come ottimizzazione della salubrità, durabilità, manutentabilità, energia incorporata) Quali sono state le considerazioni più importanti nella realizzazione dell’involucro edilizio? Quali sono state le più importanti decisioni o scelte (non più di 3) relative alla selezione di materiali e parti costruttive e come hanno soddisfatto i criteri di sostenibilità? Definire gli impatti sull’ambiente durante il ciclo di vita e i risultati del LCA (life cycle assessment). Descrivere i materiali che fanno parte dei programmi di “contratti verdi”. Descrivere il programma per la riduzione dei rifiuti da costruzione e le strategie per promuovere il riciclaggio durante il funzionamento. MISURA 9: Durabilità Il progetto sostenibile cerca di massimizzare nel tempo il valore ecologico, sociale, ed economico. Descrivere come il progetto crea un valore durevole, a lungo termine grazie a flessibilità e adattabilità. Perché questo progetto continuerà ad essere vitale nel tempo lungo?


Descrivere il programma di gestione della vita del progetto e descrivere le procedure per la dismissione dei componenti. Descrivere materiali, impiantistica e soluzioni di progetto sviluppati per aumentare la versatilità, la durabilità e il potenziale riuso. Descrivere gli sforzi per calibrare il progetto e ridurre i metri quadri superflui. MISURA 10: Condivisione del sapere & feedback Il progetto sostenibile riconosce che le migliori strategie di progetto evolvono nel tempo in funzione dell’ampiezza della comunità attraverso cui il sapere è condiviso. Descrivere come il processo progettuale ha aumentato le performance finali e il successo dell’edificio. Come gli sforzi di collaborazione tra team di progettisti, consulenti, clienti, e comunità hanno contribuito al successo del progetto? Quale lezione si è appresa durante la progettazione, la costruzione e la realizzazione dell’edificio? Se si dovesse ricominciare oggi, quali approcci cambierebbero? Spiegare gli sforzi per documentazione e condivisione questa esperienza con la comunità. Descrivere i criteri di monitoraggio delle performance dell’edificio e della soddisfazione degli occupanti. Che effetto avrà questo contributo al miglioramento delle qualità dell’edificio e della soddisfazione degli occupanti sui progetti futuri? Altre informazioni Economia Finanza: descrivere le forme innovative di analisi costi/benefici, le strategie finanziarie e le partnership che hanno contribuito al successo del progetto. Analisi dei costi e ricavi: descrivere gli elementi atipici di costo e stimare i ricavi degli investimenti in misure ‘verdi’. Processo e risultati Spiegare il più dettagliatamente possibile il processo di progettazione e costruzione, specialmente le relazioni con le performance ambientali. Tali informazioni sono richieste solo per le prime 2 fasi; le altre sono opzionali (pre progetto, progetto, costruzione, manutenzione, gestione, monitoraggio). Rating Se il progetto è stato valutato con LEED, BREEAM, o altri programmi di green building, illustrare il punteggio. Grafica e immagini Informazioni minime richieste: pianta del contesto a scala metropolitana, urbana e di quartiere (con segnato il NORD); planimetria; piante dei piani; prospetti; sezioni e particolari (compresa almeno una sezione che illustri l’illuminazione diurna, la ventilazione naturale o altre strategie di progettazione In base agli elementi emersi nello sviluppo dei punti trattati precedentemente si possono:


Definire in forma sintetica i punti di forza e debolezza dell'intervento secondo lo schema seguente:

Fonte: Elaborazioni da: ARUP, Sustainability Appraisal.


Definire in forma sintetica gli impatti ambientali dell'edificio/i secondo lo schema seguente:

Fonte: Valutazione del ciclo di vita dell'intervento LCA, eco-profilo/eco-label Adapted from: Life Cycle Assessment Applied to the Comparative Evaluation of Single Family Houses in the French Context by B.L.P. Peuportier, Energy and Buildings Vol. 33, 2001

Allegato 1: Edificazione sostenibile: principi, carte, convenzioni e certificazioni Allegato 2: Codice concordato


2- ECOEFFICIENZA DELL’EDIFICIO NEL SUO CICLO DI VITA DEFINIZIONE DI ECOEFFICIENZA L'ecoefficienza si definisce come una “strategia per produrrei beni e servizi a prezzi competitivi riducendo progressivamente il prelievo di materia in tutto il ciclo di vita di un prodotto, ad un livello almeno in linea con la capacità di carico della terra” (adattamento da: World Business Council for Sustainable Development -WBCSD, 1992). L’ecoefficienza fissa così due obiettivi strategici per il progetto: aumentare il valore aggiunto del prodotto, diminuire il costo ambientale attraverso il contenimento del prelievo di risorse naturali nel suo ciclo di vita. Aumentare il valore aggiunto del prodotto significa: - fornire più benefici agli utenti attraverso la funzionalità, la flessibilità e la modularità dello stesso. Diminuire il costo ambientale significa: - minimizzazione del prelievo di risorse naturali favorendo il risparmio di energia, acqua, suolo, aumento del riciclo e riuso dei materiali, aumento della durabilità del manufatto e dell’uso di energie rinnovabili. - contenimento delle esternalità attraverso la riduzione delle emissioni nell'atmosfera, degli scarichi d'acqua e della dispersione di sostanze tossiche. Valore del prodotto/servizio ECOEFFICIENZA = ----------------------------------------------------------------Costo ambientale del prodotto/servizio

FATTORI DI ECOEFFICIENZA La necessità di ridurre l’utilizzo di risorse e di aumentare la produttività porta a sviluppare la strategia progettuale della dematerializzazione, la quale implica la valutazione dei consumi di materia ed energia nell’intero ciclo di vita del manufatto dalla fase di progettazione, realizzazione, gestione, fino a quella di demolizione. I fattori di ecoefficienza, che faranno da linea guida nell’intero processo, sono: Fruibilità: intesa come ottimizzazione progettuale dell’edificio nel tempo in termini di ecologia, economia, funzionalità ed estetica grazie alla possibilità di conversioni multiple. Durabilità: intesa come quella valutazione che va oltre l’indicazione della durata dei singoli materiali, per considerare sia il ciclo di vita di ogni materiale, sia i costi di rinnovo e di manutenzione. Tanto più una costruzione sarà progettata come un organismo che lavora in simbiosi con le singole parti che la compongono, tanto più le opere di manutenzione e mantenimento saranno limitate, avvicinando il più possibile il valori della durata dell’edificio al valore di durata dei materiali espressi in laboratorio. Economicità: intesa come somma tra costi di sviluppo, costruzione e utilizzazione dell’edificio ed i costi di amministrazione, ammortamento e gestione dell’edificio, a questi vanno aggiunti i costi che il manufatto provoca in termini di consumo di risorse naturali. Di conseguenza i costi di sviluppo, costruzione e utilizzazione dell’edificio vanno valutati sia come costi economici (costo di acquisto del terreno, dei materiali, remunerazione della forza lavoro, ecc...) sia come costi ambientali in termini di sottrazione di materia ed energetici (estrazione delle materie prime, consumo di materia ed energia nelle diverse fasi di produzione, trasporto, ecc...). I costi di amministrazione, ammortamento e gestione dell’edificio, vanno calcolati secondo le specifiche procedure previste dalla legge e compresi nella valutazione dei costi dell’edificio. Nella proposta di progetto deve essere presentato il calcolo di tutti i costi (diretti, ambientali - o delle esternalità- e amministrativi) per permettere una valutazione unitaria dei costi di progetto.


MISURA DELL’ECOEFFICIENZA La stima dell’ecoefficienza operativa di un intervento è esprimibile attraverso la determinazione del Fattore X. Ecoefficienza dell’edificio proposto FATTORE X = -------------------------------------------------------Ecoefficienza dell’edificio standard

L’elaborazione di questo fattore prende avvio dalla considerazione che tutti i sistemi, da quelli nazionali fino a quelli di impresa, per arrivare fino ai comportamenti dei singoli cittadini, devono operare per rimediare allo squilibrio prodotto dal fatto che il consumo di risorse coinvolte nello sviluppo tende a superare la capacità di carico del territorio. A livello macro, secondo le elaborazioni del Wuppertal Institut, si parlerà di: Fattore 4 9: che significa raddoppiare la produttività dimezzando l'uso delle risorse e i consumi energetici, a livello di ciascuna nazione del globo, per conservare l’attuale capacità di carico del pianeta. Fattore 10 10: è l'obbiettivo dei paesi OCDE, aumentare di 10 volte l'ecoefficienza, per permettere ai paesi più poveri di operare a produttività costante.

9 Von Weizsacker E.U., Lovins, Amory – Lovins, L., "Fattore quattro: come ridurre l'impatto ambientale moltiplicando per quattro l'efficienza della produzione”, (Ed. originale "Faktor Vier, Doppelter Wohlstand-halbierter Naturverbrauch" 1995) Edizioni Ambiente, Milano, 1998 10 Dichiarazione di Carnoule, Factor 10 Club, 1997


ELEMENTI PER MISURARE L’ECOEFFICIENZA NEL CICLO DI VITA DELL’EDIFICIO Per misurare e ottimizzare l’ecoefficienza nell’intero ciclo di vita dell’edificio (LCA), si propone di quantificare il consumo di energia nelle diverse fasi del ciclo, ipotizzando una durata di circa cinquant'anni. Questo tipo di valutazione pone grande l’attenzione alle fasi di gestione e demolizione, oltre alle fasi di progettazione e di edificazione, in quanto esse rappresentano il 60-70% dei consumi. La valutazione consiste nel calcolo di: Energia incorporata: è la misura dell’energia incorporata nei materiali, ossia utilizzata nel ciclo di produzione degli stessi, dall’estrazione fino al loro utilizzo finale. È articolata in energia incorporata per la realizzazione ed energia incorporata per la manutenzione. Energia consumata: è la misura d’energia utilizzata per il funzionamento dell’edificio (riscaldamento, condizionamento, ventilazione, illuminazione, attrezzature, impianti, ecc...); essa dipende dal livello tecnologico degli impianti e dal loro grado di manutenzione oltre che dall’impostazione del progetto. Exergia (efficienza energetica assoluta): è data dalla combinazione di quantità di energia conservata, secondo il 1° principio della termodinamica e qualità dell’energia consumata, secondo il 2° principio della termodinamica. Exergia = quantità di energia x qualità di energia

Esternalità: gli impatti ambientali causati dalla realizzazione e gestione dell’intervento sono classificati come esternalità ambientali. Sono emissioni e rifiuti. La loro eliminazione è al centro delle politiche settoriali dei paesi più sviluppati. Il principio dell’ecoefficienza pone al progettista e al promotore il traguardo del consumo energetico pari a ‘Zero’ se non addirittura la possibilità di avere edifici in grado di produrre essi stessi energia. Pertanto la riduzione drastica dell’energia incorporata, dell’energia prodotta e la tendenza a ‘Zero’ del valore delle esternalità sono i principali indicatori di qualità del progetto.


FASI DI MISURAZIONE DELL’ECOEFFICIENZA DELL’EDIFICIO EDIFICIO Strutture portanti Fondazioni Pilastri Pareti esterne Pareti interne Solai Scale Balconi Tetto

Strutture non portanti esterne Pareti Isolamento termico Ancoraggi aerei a supporto di strutture Pozzo di ventilazione Parapetti, paraventi, grate, scalette esterne Copertura esterna dei davanzali, delle finestre e delle pareti e parapetti del tetto Sigillanti contro infiltrazioni d'acqua Intonaci Rivestimenti Pitture Porte e finestre: Telai/pannelli Davanzali Verniciature, isolamenti Pale frangisole, brisoleil

Strutture non portanti interne Muri di partizione Porte Inferriate, schermi, scalette, grate Pavimenti Controsoffitti, pannellature sospese Pitture Strutture non portanti del tetto: Isolanti Drenaggio interno/esterno Coperture

Impianti Impianto idrico sanitario Sistema di riscaldamento Ventilazione ed aria condizionata Impianto elettrico centrale Domotica

Attrezzature esterne Recinzioni, palizzate, barriere, cancelli Scarichi acque nere, canali di scolo, tombini Attrezzature della viabilità Illuminazione delle attrezzature esterne: colonne di illuminazione, canali, cavi

ENERGIA INCORPORATA NEI MATERIALI

ENERGIA CONSUMATA NELL'ESERCIZIO

EXERGIA DEL MANUFATTO

ESTERNALITÀ


2.1 ENERGIA INCORPORATA L’energia incorporata rappresenta l'energia (rinnovabile o non rinnovabile) consumata per l’intero ciclo di vita dei materiali: che va dall’estrazione delle materie prime, alla lavorazione e produzione del prodotto finale fino al suo trasporto in sito e posa in opera. Inoltre vengono conteggiate le energie correlate accessorie come il costo energetico e sociale della manodopera ed i costi di trasporto indiretti relazionati all’intervento. Nella valutazione del ciclo di vita dell’edificio vengono considerate non solo l’energia incorporata direttamente nella fase di costruzione dell’opera ma anche nelle fasi di manutenzione ordinaria e di rinnovo successive. ENERGIA INCORPORATA

= Energia incorporata iniziale + Energia incorporata per manutenzione

MISURAZIONE DELL’ENERGIA INCORPORATA Solitamente l’energia incorporata dei materiali è misurata come quantità di energia non rinnovabile per unità di materiale da costruzione. Può essere espressa in mega joule (MJ) o giga joule (GJ) per unità di peso (Kg o tonnellate) o area (metri quadri). Alla misurazione della quantità di energia incorporata di un dato materiale sono associate le valutazioni ambientali relative allo sfruttamento delle risorse, all’emissione di gas serra, al degrado ambientale e alla riduzione di biodiversità che esso produce sul territorio. Un approccio utile per la misurazione dell’energia incorporata dei materiali è quello metabolico del MIPS11 “material input per service unit”, proposto dal Wuppertal Institute, (dove ogni materiale viene scorporato nella quantità di risorse naturali utilizzate (kg acqua, kg suolo, kg aria, ecc…) al netto del servizio prodotto. Questo approccio assume come unità di rilevazione la quantità in peso di risorse utilizzate; da queste quantità si può ricavare la corrispondente energia. La misura del MIPS considera l’intero ciclo di vita di un materiale dalla sua fase di produzione, di uso e riciclo o dismissione. La suddivisione in input di materia (MI) usati e in servizi (S) prodotti permette di valutare non solo le risorse usate per la produzione del materiale ma anche le risorse accessorie relative al suo uso. I materiali sono articolati in cinque diverse categorie: materiali abiotici (non rinnovabili), biotici (rinnovabili), suolo, acqua e aria. I servizi (S) sono espressi dal numero totale di unità di servizio fornite da un prodotto o che un prodotto può fornire nel suo ciclo di vita. Dalla misurazione del MIPS si capisce quali sono le effettive quantità di materia (espresse in kg) che sono utilizzate per la produzione di ogni singolo materiale. ENERGIA INCORPORATA INIZIALE Rappresenta la quota di energia non rinnovabile consumata dai materiali nel loro ciclo di vita: si articola in energia indiretta usata per estrarre, lavorare, produrre e commercializzare i materiali edili, incluso il trasporto nelle diverse fasi di lavorazione ed energia diretta usata per trasportare i prodotti sul sito e per la costruzione. La sua valutazione ci permette di stimare la quantità di risorse usate. Gli elementi guida per la scelta del materiale con minor energia incorporata iniziale sono: Durabilità: intesa come aspettativa di vita del materiale, viene espressa in anni di prestazione. Compatibilità ecologica: essa viene espressa sia in % di materia utilizzata (primaria o riciclata) che come quantità e qualità di esternalità prodotte (emissioni e rifiuti). Le emissioni, espresse in quantità di gas per unità funzionale da considerare includono: emissione inglobata di gas serra – biossido di carbonio (kg CO2 equiv. / kg); emissione inglobata di gas dannosi per l’ozono (kg R11 equiv. / kg); emissione inglobata di gas acidificanti – ossidi di zolfo (kg SO2 equiv. / kg); emissione inglobata di sostanze foto-ossidanti (kg ethylene equiv. / kg).

11 http://www.wupperinst.org/de/home/


Efficienza energetica: intesa come quota di energia spesa per la produzione ed il trasporto, espressa in (GJ). La provenienza è un valido indicatore di efficienza energetica del materiale, più il luogo di produzione sarà vicino al sito meno incideranno i consumi energetici indiretti di trasporto sul bilancio energetico globale. ENERGIA INCORPORATA PER MANUTENZIONE Rappresenta la quota di energia non rinnovabile usata per mantenere, riparare, restaurare, sostituire materiali, componenti o sistemi durante la vita dell’edificio. La sua valutazione ci permette di adottare strategie di progetto tese ad aumentare la durata dei materiali e minimizzare le opere di manutenzione. Gli elementi guida per la scelta del materiale con minor energia incorporata di manutenzione sono: Qualità del prodotto: certificata obbligatoriamente nell’UE è misurata attraverso il rispetto degli standard fisici (usura, resistenza ai carichi statici, agli agenti climatici, ecc…) e di sicurezza del materiale (tossicità, emissioni di VOC, resistenza al fuoco, radioattività, ecc...) Le sostanze tossiche presenti nel prodotto possono esser classificate secondo il seguente indice di rischio: molto tossiche se inalate molto tossiche se a contatto con la pelle molto tossiche se ingoiate cancerogene causanti danni genetici dannose per la salute se sottoposti a prolungata esposizione cancerogene se inalato

Efficienza d’uso: intesa come numero di interventi di manutenzione necessari a garantire l’efficienza ed i loro relativi costi.


VALUTAZIONE E SCELTA DEI MATERIALI La qualità dei materiali è uno dei principali fattori di progetto e le scelte oculate da operare in fase di selezione sono l’obiettivo primario dei progettisti e promotori. La scelta dei materiali è operata attraverso la consultazione di banche dati. I data base che permettono di valutare l’energia incorporata nei singoli materiali, il loro saggio di componenti da riciclo, la loro durabilità sono allegati al seguente paragrafo. Per orientare il progettista o il promotore nella scelta di materiali sostenibili occorre stabilire criteri di valutazione oggettivi e facilmente reperibili, la creazione di data base nazionali, in grado di fornire dati comparabili e di qualità per i prodotti presenti sul mercato, consentirebbe ai professionisti ma anche all’utente finale di valutare in modo immediato la qualità del manufatto. A questo fine è stata effettuata un’indagine sulle banche dati esistenti le quali, in sintesi, analizzano i materiali secondo i seguenti criteri: VARIABILE Consumo di risorse

INDICATORE UTILIZZATO

UNITÀ DI MISURA

Energia incorporata Acqua inglobata Materie prime rinnovabili Riciclabilità Riciclo di materia Recuperabilità

Energia per unità funzionale Acqua per unità funzionale Contenuto di materia rinnovabile Grado di riciclabilità Contenuto di materia riciclata Livello di recuperabilità del materiale Localizzazione geografica della produzione

kWh/m3 L/kg % della massa % della massa % della massa Qualitativo

Emissione di gas per unità funzionale Emissione di gas per unità funzionale Emissione di gas per unità funzionale Emissione di gas per unità funzionale Livello di biodegrabilità Durata media della prestazione del materiale Quantità di rifiuti per unità funzionale Durata del materiale nel tempo assoggettato a differenti condizioni ambientali

kg CO2 equiv. / m3

Quantità di fibre emesse per unità funzionale Presenza di sostanze tossiche Emissioni radioattive

mg/m3

Provenienza

Qualitativo

Carico ambientale Emissione in atmosfera di gas serra Emissione in atmosfera di gas dannosi per l’ozono Emissione in atmosfera di gas acidificanti Emissione in atmosfera di sostanze foto-ossidanti Smaltimento/biodegradabilità Durata Produzione rifiuti solidi Durata

kg R11 equiv. / m3 kg SO2 equiv. / m3 kg ethylene equiv. / kg Qualitativo Anni g/kg Anni

Impatto sulla salute Emissioni di VOC Tossicità Radioattività

Qualitativo Bq/m3


VALUTAZIONE OPERATIVA DELL’ENERGIA INCORPORATA DEL MANUFATTO La valutazione operativa dell’energia incorporata dell’edificio progettato avverrà compilando la seguente tabella: N. B.: L’operatore deve comunque tener conto della disomogeneità dei dati riscontrabile nell’uso di fonti diverse a causa dell'indisponibilità di un completo data base nazionale o regionale. EDIFICIO

MATERIALI

Strutture portanti Fondazioni Pilastri Pareti esterne Pareti interne Solai Scale Balconi Tetto

Strutture non portanti esterne Pareti Isolamento termico Ancoraggi aerei a supporto di strutture Pozzo di ventilazione Parapetti, paraventi, grate, scalette esterne Copertura esterna dei davanzali, delle finestre e delle pareti e parapetti del tetto Sigillanti contro infiltrazioni d'acqua Intonaci Rivestimenti Pitture Porte e finestre: Telai/pannelli Davanzali Verniciature, isolamenti Pale frangisole, brisoleil

Strutture non portanti interne Muri di partizione Porte Inferriate, schermi, scalette, grate Pavimenti Controsoffitti, pannellature sospese Pitture Strutture non portanti del tetto: Isolanti Drenaggio interno/esterno Coperture

Impianti Impianto idrico sanitario

ENERGIA INCORPORATA Energia incorporata Iniziale

Energia incorporata per manutenzione

( MJ/kg)

(n° volte x anno)

% di materia riciclata

Durabilità (anni)


Sistema di riscaldamento Ventilazione ed aria condizionata Impianto elettrico centrale Domotica

Attrezzature esterne Recinzioni, palizzate, barriere, cancelli Scarichi acque nere, canali di scolo, tombini Attrezzature della viabilità Illuminazione delle attrezzature esterne: colonne di illuminazione, canali, cavi

Per procedere operativamente alle valutazioni riguardanti l’energia incorporata si consultino: Allegato 3: Energia incorporata nei materiali edilizi Allegato 4: Energia incorporata, “I materiali per l’edilizia ecologica” (è indispensabile sottolineare che le fonti utilizzate nell’allegato 3 sono internazionali, mentre questo manuale è uno dei pochi che fornisce informazioni per l'energia incorporata in una serie di materiali di base elaborati in Italia.) Allegato 5: Materiali con componenti da riciclo Allegato 6: Durabilità delle strutture e dei componenti di una costruzione Allegato 7: Database on-line dei materiali e prodotti per l'edilizia sostenibile


2.2 EXERGIA: QUANTITA’ E QUALITA’ DI ENERGIA ASSOLUTA DEFINIZIONE Il termine “exergia” o efficienza energetica assoluta è utilizzato per definire la combinazione di quantità di energia (conservata secondo il 1° principio della termodinamica) e qualità dell’energia (consumata secondo il 2° principio della termodinamica). Exergia = quantità di energia x qualità di energia L’energia è efficientemente usata quando la qualità della fonte si unisce alla qualità dell’uso finale. Coniugando termodinamicamente la fonte e l’uso finale, possiamo evitare di sprecare grandi quantità di energia utilizzando energia ad alta qualità per utilizzi a bassa qualità, e minimizzare i costi sociali ed economici per la produzione di energia che sono in continuo aumento. L’exergia viene definita come il massimo lavoro potenziale di un flusso di energia o materia in relazione al suo ambiente. Questo lavoro potenziale si può ottenere solamente grazie ad un processo reversibile, tenendo conto che l’esito filale di questo processo è sempre irreversibile in base ai principi della termodinamica. Per comprendere l’intero processo dell’analisi exergetica riferita al controllo ambientale di un edificio in condizioni stazionarie, sono state assunte le seguenti ipotesi: -energia e materia sono fornite all’interno del sistema per metterlo in condizioni di lavorare; -input e output sono gli stessi, secondo le leggi di conservazione dell’energia e della massa. Nell’esempio mostrato nella figura che segue, nel caso di riscaldamento, il flusso di calore scorre dal caldo dell’interno al freddo dell’ambiente esterno, attraversando l’involucro dell’edificio. Se in questo processo fosse possibile conservare l’energia, essa potrebbe essere riusabile. Così l’output sarebbe differente dall’input. Per spiegare questo processo di trasferimento, si usa il concetto di entropia e di exergia. L’exergia quantifica il potenziale di energia e materia che vengono dispersi a causa della loro diffusione nell’ambiente. L’entropia aiuta a quantificare lo stato di dispersione. In altre parole, un flusso costante energetico, da un interno caldo ad un ambiente esterno più freddo, è accompagnato da un di flusso di entropia crescente in relazione al modo in cui attraversa l’involucro dell’edificio.


Quindi l'entropia di una sostanza è una funzione della temperatura e della pressione. In questo processo una certa quantità di entropia è generata a causa del consumo di exergia all’interno dell’involucro. Questo flusso entropico deve essere scaricato nell’ambiente esterno, anche se questo concetto è contraddittorio con il principio delle condizioni di stato stazionario. È importante riconoscere che il flusso di energia che fuoriesce dall’involucro dell’edificio non è solo accompagnato da un flusso decrescente di exergia, ma anche da un crescente flusso di entropia. La tendenza a generare l’entropia da un sistema è una pre-condizione necessaria perchè l’exergia sia alimentata e consumata. Questo processo, caratteristico di ogni processo di funzionamento, può essere descritto in quattro fasi fondamentali, ai quali i sistemi di raffrescamento e riscaldamento di un edificio non fanno eccezione. Le quattro fasi di exergia-entropia sono: 1. Alimentazione dell’exergia 2. Consumo di exergia 3. Produzione di entropia 4. Smaltimento dell’entropia. STIMA DELL’EXERGIA E DELL’ENERGIA DI UN EDIFICIO Un momento importante della progettazione e della gestione degli edifici è la valutazione della domanda energetica, che: • nel momento della progettazione riguarda le condizioni teoriche di lavoro dei flussi energetici; • nel momento dell’uso riguarda le condizioni reali di lavoro dei flussi energetici. Essa è molto complessa in quanto dipende dalla quantità e qualità degli abitanti, loro reddito e propensione a dotare la residenza di apparecchiature (per l’illuminazione, raffrescamento, elettrodomestici, ecc...). Fase di progettazione Ogni progetto parte dall’ottimizzazione del comfort termico dei suoi abitanti, quindi l'analisi dell’exergia deve partire dalle condizioni termiche ottimali affinché il corpo umano lavori in modo confortevole in un dato ambiente. A questo proposito nell’Allegato 8: Heating and cooling with focus on increased energy efficiency and improved comfort, si trova il progetto LowEx che individua il minor consumo di exergia del corpo umano, in uno stato termicamente neutro. Il consumo di exergia all'interno del corpo umano è maggiore in un ambiente freddo a causa della forte differenza di temperatura fra il corpo umano e lo spazio circostante ed aumenta in un ambiente caldo a causa della traspirazione. In funzione della domanda di energia del corpo umano si provvederà al progetto dell’edificio e dei suoi apparati, che comprenderà una valutazione della domanda di calore e raffrescamento, alla quale corrisponde il carico di exergia dell’edificio, ove un basso carico di exergia significa che l’involucro è termicamente buono. Per procedere a tale valutazione si segue il principio del flusso di materia, ossia la stima del flusso di energia necessario per produrre l’energia primaria a cui seguono i flussi di energia consumata la quale darà luogo infine ad un output di emissioni nell’ambiente.


Richiesta ciclo dell’energia negli edifici dall’estrazione alla dissipazione Materia prima

input Processo di trasformazione

Energia da fonte non rinnovabile (petrolio, carbone)

Energia da fonte rinnovabile (acqua, vento, sole) Clima

uso

Estrazione, trasformazione, trasporto

Captazione, trasformazione, trasporto -

output

Contenimento e mitigazione dei flussi in entrata ed in uscita: - qualità dell’involucro (orientamento, aperture, dispositivi di regolazione del clima es. brise soleil, ecc…) - illuminazione -apparecchiature di regolazione del clima -elettrodomestici -educazione all’utilizzo -criteri di manutenzione

Input

Energia dispersa nell’ambiente

Output

Flussi di energia in entrata ed uscita da un edificio

Articolazione dei flussi energetici 1. Trasformazione dell’energia primaria: le fonti energetiche devono essere estratte e trasformate in modo da poter essere utilizzate nelle abitazioni. Il trasporto dalla fonte energetica richiederà quindi dell'energia supplementare. Occorre quindi considerare l’energia supplementare necessaria per il trasporto della fonte energetica e le emissioni di CO2 prodotte dalla lavorazione della materia prima. 2. Generazione: l'energia comprata o finale entra all’interno dell’edificio. Nel caso del riscaldamento il “veicolo” dell’energia (petrolio, gas naturale liquido, elettricità) deve essere trasformato in calore. Normalmente questo processo si effettua tramite combustione in una caldaia, processo che necessita di una certa energia ausiliaria con frequenti perdite di calore. Nel caso del raffrescamento occorre considerare il flusso di materiali necessario per produrre il refrigeratore, per cui valgono le considerazioni fatte al punto 1, oltre che all’energia utile per farlo funzionare. 3. Immagazzinaggio: alcuni layout di impianto includono un accumulatore termico.


In questo caso è richiesta energia ausiliaria (l'immagazzinamento causa relative perdite di calore). Dal momento che il calcolo si basa su condizioni di equilibrio, l'influenza dell’accumulazione termica non può essere presa in considerazione, come sarebbe possibile nei calcoli di tipo dinamico. 4. Distribuzione: il calore generato nella caldaia e immagazzinato deve essere trasportato al sistema di emissione mediante un sistema di distribuzione. Per i sistemi ad acqua, i tubi sono collocati nelle pareti e nei soffitti. La quantità di calore disperso e la conseguente quantità di energia ausiliaria dipende dal grado di isolamento dei tubi. 5. Emissione e controllo: i tipici sistemi di emissione sono i radiatori, a pavimento e fancoil. In questo caso il calore è immesso nelle stanze in modo condizionato. Le perdite di calore e la quantità di energia ausiliaria necessaria dipenderanno dal progetto. 6. Aria interna: il calore viene immesso ad una temperatura leggermente più alta rispetto a quella media della stanza. Ciò non comporterebbe nessuna perdita di calore, ma poiché la temperatura tende a variare, a causa della dissipazione del calore, anche la soddisfazione di exergia cambierà. 7. Involucro: tutti i flussi di calore escono dall’edificio attraversando l’involucro (perdite per ventilazione e per trasmissione). In questo sottosistema, la dispersione totale di calore a livelli di temperatura più elevata rispetto a quella finale, è quella della dispersione finale (l’ambiente esterno). Per far funzionare questo sistema occorre acquisire energia, che viene chiamata energia finale o flusso di energia che entra nella costruzione. I flussi non-utili di energia vengono definiti ‘perdite’ (anche se questo termine è in conflitto con la prima legge della termodinamica). I sistemi di edificio capaci di sfruttare le potenzialità del sole, del vento per riscaldare, raffreddare ed illuminare gli ambienti sono detti sistemi passivi che vanno ad implementare gli altri sistemi detti ‘attivi’. Nella stagione invernale si può ottenere un buon comfort termico realizzando l’involucro dell’edificio con materiali termicamente isolanti, i quali permettono di riscaldare con fonti di calore a bassa temperatura. Nella stagione estiva, si può raggiungere un buon comfort termico grazie alla combinazione di elementi quali: ventilazione notturna, installazione di dispositivi di ombreggiamento sulle finestre, riduzione dell’accumulo interno di calore oltre che uso di materiali isolanti per la costruzione dell’involucro edilizio. Ciò permetterebbe di utilizzare fonti a bassa temperatura per il raffrescamento. Tutti i flussi di energia e di exergia che attraversano l’edificio sono così sintetizzabili:


Diagrammi di Sankey: flusso di energia di un edificio per uffici (valori in W)


flusso di exergia di un edificio per uffici (valori in W)

Fonte: Schmid D., “Design of Low Exergy Buildings-Method and a Pre-Design Tool” The International Journal of Low Energy and Sustainable Buildings, Vol. 3, pp. 1-47, 2004

Per il condizionamento delle future costruzioni, si dovrebbe utilizzare una quantità minima di energia ed un livello molto basso di differenza di temperatura fra l’edificio e l’esterno. In questo modo si riuscirebbe a risparmiare una maggior qualità d’energia (exergia). Ma esiste ancora un grande potenziale di risparmio. Per ottenere un uso efficiente d’energia sono necessari nuovi sistemi di raffrescamento e di riscaldamento a bassa temperatura. Sul mercato sono già presenti un certo numero di sistemi conosciuti, come ad esempio il sistema di riscaldamento ad acqua, con tubazioni annegate nell’intonaco, nel pavimento o nel soffitto. L'applicazione dei sistemi a bassa exergia è molto comune nei nuovi edifici, ma è auspicabile sia considerata anche per quelli esistenti, per i quali valgono le seguenti considerazioni:


Vantaggi, limiti e opportunità dei sistemi a bassa exergia nelle ristrutturazioni Vantaggi · riqualificazione estetica e rivalutazione del patrimonio culturale · miglioramento del comfort climatico interno · aumento del rendimento energetico · risparmio nel consumo di energia · riconversione a fonti rinnovabili · integrazione dei sistemi di riscaldamento e raffrescamento Limiti · disponibilità di prodotti ad hoc/costi · complessità delle procedure di controllo · debolezza nella definizione dei criteri di comfort · attaccamento alla tradizione · deficit di conoscenze Opportunità · rinnovo integrato con: - miglioramento dell’acustica - miglioramento del raffrescamento e del clima interno - aumento del benessere · aumento del rendimento del lavoro grazie all’adeguamento degli spazi a standard moderni · protezione delle opere d’arte dall’umidità · aumento della flessibilità · risparmio di CO2 · minor rischio rispetto all’aumento dei prezzi dell’energia · Aumento della consapevolezza · Energy Performance Standard (EPS) basato sull’energia primaria Fonte: IEA ECBCS Annex 37 Low Exergy Systems for Heating and Cooling of Buildings, “Heating and Cooling with Focus on Increased Energy Efficiency and Improved Comfort”, Edited by Mia Ala-Juusela, Technical Editing by Auli Rautakivi, Finland, VTT Technical Research Centre of Finland, 2003


Exergia per la fase di esercizio dell’edificio Per un'analisi completa dei flussi energetici, occorre considerare l’edificio in fase di esercizio, focalizzando l’attenzione sulle sue apparecchiature ed il loro ciclo di vita. Il livello di efficienza energetica delle varie apparecchiature è così sintetizzabile: Fabbisogno energetico della famiglia Riscaldamento Pompa termica Combustibile fossile Riscaldamento elettrico Ventilatore elettrico Ventilazione Ventilatore a pale Iilluminazione

Efficienza assoluta bassa-alta % 1.5 – 8.7 3.1 2.5 3 24 0.02 – 0.8

Pulizia della famiglia Lavatrice Asciugabiancheria Pulizia degli interni Pulizia personale Lavaggio Asciugatura Preparazione degli alimenti Tritatore Mescolatore Sbattitore Fornello/forno Conservazione degli alimenti Frigorifero Congelatore Essiccatore per alimenti Intrattenimento audio/visivo Intrattenimento audio Intrattenimento audio/visivo Servizi esterni Spazza neve Tagliaerba Tagliasiepe Aspirafoglie

0.8 – 5.2 0.3 – 0.7 5 1.0 – 9.4 3 7.5 3.5 1.7 0.5 – 6.7 0,7 – 3,1 2,1 – 6,8 10 0.8 – 10.6 0.3 - 1.7 1 4 3 2

Fonte: Energy and Power Needs and Availability in Housing, CMHC, Ottawa, 1993

È utile ricordare la grande differenza che esiste in termini di efficienza energetica all’interno di categorie omogenee quali ad esempio l’illuminazione o il raffrescamento. E’ bene ricordare la proprietà dell’uso delle apparecchiature, ad esempio: l’elettricità è lo strumento, termodinamicamente parlando, per far funzionare il motore che agita i vestiti nella lavatrice, non è lo strumento per scaldare l’acqua della lavatrice. Occorre infine ricordare la rapida obsolescenza degli impianti e delle apparecchiature d’uso che si accompagna da una parte all’abbassamento della loro vita media e dall’altra all’aumento delle loro prestazioni energetiche.


2.3 ENERGIA CONSUMATA Nell’attuale modello di sviluppo i consumi energetici degli edifici dei paesi più sviluppati hanno un ruolo centrale nella produzione di esternalità negative, specie nell’aria, come sottolinea il grafico che segue. IV Rapporto IPCC: emissioni per settore e regione mondiale (2007)

Nell’UE gli edifici al 2000 utilizzavano più del 40% dell’energia prodotta così come erano responsabili del 50% dell’inquinamento atmosferico e del 50% dei rifiuti prodotti.12 A questa situazione si propone di ovviare il protocollo di Kyoto (1992) che impegna l’UE alla riduzione delle emissioni nell’aria del 30% su base 1990 entro il 2020, di queste l’8% è a carico del settore edilizio.13 La quota di riduzione delle emissioni a carico dell’Italia è del 6,5% entro il 2012, in gran parte attraverso i contributi attesi dai settori dei trasporti e delle costruzioni:14 SETTORE

Edilizia

Trasporti

Industria Agricoltura

OGGETTO DI RIDUZIONE Uso di bio-gas proveniente da rifiuti organici animali. Applicazione della Direttiva UE 2002/91/EC (EPBD). Adozione di standard i efficienza energetica. Collegamento ad impianti di cogenerazione. Incremento della produzione di energia proveniente da fonti rinnovabili. Promozione e uso di energia prodotta con rifiuti industriali. Sostituzione dei vecchi impianti con modelli ad alta efficienza. Eliminazione dei veicoli costruiti prima del 1996 con produzione di gas di scarico superiore 145 gCO2/km. Realizzazione di nuove infrastrutture per il trasporto pubblico. Uso di bio-combustibili. Riduzione delle emissioni di N20 provenienti da HNO3 plants. Riduzione dell’uso dei nitro-fertilizzanti.

% DI RIDUZIONE Prestabilita Negoziata 0,1 5,0 6,5 4,0 4,0 2,7

2,7

0,9

2,1

1,8

1,8

% TOT

22,4

9,0 19,5

4,5 6,0 1,4 0,2

La Direttiva UE 2002/91/CE (del 16 dicembre 2002) è lo strumento con il quale l’UE intende perseguire la riduzione dei consumi energetici e delle emissioni degli edifici. 12 ECOFYS, “Mitigation of CO2. Emission from the building stock”, Germany, 2003 13 Consiglio dell’Unione Europea, “Consiglio Europeo di Bruxelles 8-9 Marzo 2007, Conclusioni della Presidenza” 14 WWF, “Il protocollo di Kyoto: Gli elementi fondamentali”, febbraio, 2005

1,4 0,2


Questa prevede che ciascuno stato membro, entro il 4 gennaio 2006, applichi le norme minime d’efficienza energetica e che introduca un sistema di certificazione sulle prestazioni energetiche degli edifici. Per raggiungere tali risultati l’Italia dispone di un’articolato sistema programmatorio e si avvia a completare gli strumenti operativi in applicazione della Direttiva comunitaria. Riguardo alla programmazione essa si articola in: • PEN (piano energetico nazionale, in attuazione della Legge 10/91), è lo strumento di pianificazione nazionale e permette di programmare la produzione energetica per settori utilizzatori. Per essere operativo è accompagnato dal Bilancio Energetico, che monitora i flussi di energia in entrata ed uscita dal sistema territoriale e valuta le modalità di approvvigionamento. Esso permette l’elaborazione del Rapporto sull’Energia, che interpreta i dati raccolti in occasione del Bilancio energetico, e li ripartisce settorialmente sul sistema territoriale. • PER (piani energetici regionali Legge 10/91), sono lo strumento di pianificazione energetica territoriale, aventi lo scopo di monitorare le attività "energetiche" svolte sul territorio e di individuare la quota di riduzione dei consumi energetici per settore, attraverso politiche finalizzate all’uso razionale dell’energia e delle fonti energetiche rinnovabili. • PEC (piani energetici comunali), sono lo strumento di pianificazione locale, obbligatori per tutti i comuni con popolazione superiore ai 50.000 abitati. Riguardo alla Direttiva europea essa ha dato impulso a un rinnovamento legislativo che ha prodotto il Decreto 19 Agosto 2005 n.192 (ora corretto e integrato dal Decreto 29 Dicembre 2006, n. 311), che introduce nel nostro paese l’obbligo della certificazione energetica degli edifici e la riduzione dei consumi di energia primaria per l’intero apparato edilizio. Occorre comunque segnalare che la completa applicazione della legge avverrà solo dopo la pubblicazione delle linee guida nazionali (attese dal maggio 2007). Nel frattempo le regioni a cui spetta l’obbligo di emanare le leggi applicative della direttiva (entro 2 febbraio 2007) hanno iniziato a legiferare, nelle materie di loro competenza, creando così sul territorio un mosaico di differenti procedure dall’incerto futuro. La mancanza delle linee guida nazionali in materia e l’impossibilità di stabilire l’effettiva validità temporale delle procedure di calcolo, che oggi vengono proposte a livello regionale, genera confusione e non incentiva le imprese, che a titolo sperimentale, e tal volta pionieristico, producono sul territorio prodotti di qualità ed ad alta efficienza energetica.


ENERGIA CONSUMATA: DEFINIZIONI L’energia consumata totale di un edificio è data dalla somma della quantità di energia consumata per soddisfare i bisogni connessi al suo funzionamento operativo (energia di consumo primario) ed alle esigenze dei suoi abitanti (energia d’uso) per riscaldamento degli ambienti, dell’acqua, condizionamento, ventilazione, illuminazione, uso degli elettrodomestici, ecc…, per l’intero ciclo di vita. Energia consumata: Energia da consumo primario + Energia d’uso L’energia consumata rappresenta la quota maggiore di energia usata nell’intero ciclo di vita dell’edificio (10 volte di più rispetto a quella incorporata nella fase di costruzione), pertanto, per ridurre i prelievi di materia e le esternalità negative, le normative introdotte a livello europeo (2002/91/CE) e nazionale (DL 311/2006) sono funzionali alla legge dei “tre pilastri adottata dall’UE riguardo le politiche energetiche: 1. ENERGIA RINNOVABILE. L’UE promuove la sperimentazione e l’uso di tutte le forme rinnovabili di energia – solare, eolico, idroelettrico, geotermico, moto ondoso e biomasse. 2. TECNOLOGIE DI ACCUMULAZIONE. Per massimizzare l’energia rinnovabile, e minimizzare i costi, sarà necessario sviluppare metodi di accumulazione che facilitino la conversione delle forniture intermittenti di queste fonti energetiche in un servizio affidabile. 3. LE RETI ENERGETICHE INTELLIGENTI. Si tratta della riconfigurazione delle reti energetiche europee secondo gli schemi di internet per permettere alla imprese e all’utenza privata di produrre la propria energia e di scambiarla. Questo “smart integrid” è costituito da tre componenti fondamentali: Mini reti, che permettono all’utenza privata, alle piccole e medie imprese e alle grandi imprese di produrre localmente energia rinnovabile. Tecnologie di contatori intelligenti, per permettere ai produttori locali di energia di venderla in modo più vantaggioso alla rete elettrica principale e di prendere elettricità dalla rete rendendo il flusso elettrico bi-direzionale. Siccome il vero prezzo di elettricità sulla rete è soggetto variazioni nelle 24 ore, le informazioni istantanee sull’energia aprono la porta a quello che si può definire “prezzo dinamico”, permettendo ai consumatori di aumentare o diminuire automaticamente la loro produzione di energia a seconda del prezzo dell’elettricità di quel momento in rete.



Energia da consumo primario L’energia da consumo primario è data dalla quantità di energia termica scambiata per trasmissione e ventilazione attraverso le pareti dell’involucro; essa è strettamente correlata alle condizioni ambientali esterne. I suoi valori oltre che dalle caratteristiche tecniche dell’edificio e dalle prestazioni termiche dei componenti edilizi, dipendono dal posizionamento dell'edificio. Il suo calcolo avviene usando software che sono illustrati al punto Calcolo dell’energia consumata: strumenti operativi. Energia da consumo primario: Energia termica scambiata (trasmissione + ventilazione) – Energia acquisita (radiazione solare, sorgenti interne, ecc…) dove: Energia termica scambiata (trasmissione + ventilazione): è l’energia dispersa attraverso l’involucro edilizio. Qtot= U x A x (Ti-Te) Dove: • U (Trasmittanza termica): indica la quantità di calore che viene dispersa per m2 di involucro edilizio. Il valore U è calcolato come reciproco del valore R, quindi sarà U=1/R; • A (Area)= superfici dell’involucro; • Ti (Temperatura interna)= temperatura interna di progetto, stimata in 20°C per gli edifici residenziali; • Te (Temperatura esterna)= temperature esterna minima di progetto, specifica di quella località (vedere gradi giorno specifico); • R (Resistenza termica): è determinata dal rapporto tra spessore dello strato e conduttività termica del materiale di cui è composto lo strato. Energia acquisita (radiazione solare, sorgenti interne, ecc…): nella letteratura è data abitualmente dagli apporti energetici gratuiti che si considerano favorevoli per il periodo invernale, ma comportano un aggravarsi del carico termico per il periodo estivo. Il loro calcolo va effettuato con precisione per evitare di sovradimensionare gli impianti per il riscaldamento e sottodimensionare gli impianti di raffrescamento. La progettazione volta al risparmio energetico deve saper gestire tre livelli: ambientale, tipologico e tecnico-costruttivo. Gli aspetti relativi al controllo ambientale sono: • Valutazione del clima locale e dei relativi cambiamenti stagionali (temperatura, umidità, ventosità, irraggiamento, ecc…); • Ottimizzazione delle caratteristiche del sito (ombreggiamento naturale, presenza di ostruzioni, andamento del terreno, ecc…). Gli aspetti relativi al controllo tipologico sono: • Forma dell’edificio, esprimibile in: Compattezza: rapporto tra superficie esterna dell’involucro e volume dell’edificio; Porosità: proporzione tra volume pieno e volume vuoto dell’edificio (patii, verande, ecc…); Snellezza: proporzione dell’edificio rispetto al suo sviluppo verticale; • Orientamento e distribuzione interna delle unità abitative e dei singoli locali tenendo conto della loro destinazione d’uso; • Distribuzione, orientamento e protezione delle superfici trasparenti: valutazione del


• •

rapporto tra superficie trasparente e superficie opaca; Presenza di elementi filtro e ad assetto variabile a seconda delle stagioni (serre, logge, porticati, schermature, ecc…); Presenza di sistemi per l’accumulo termico o progettazione passiva.

Gli aspetti relativi al controllo tecnico-costruttivo sono: • isolamento termico adeguato, inteso come resistenza termica dell’involucro al passaggio del calore; • finestre ad alte prestazioni termiche (doppi vetri, sistemi con camere d’aria, vetri oscuranti, ecc...); • sistemi di ventilazione e trattamento dell’aria che ottimizzino la prestazione degli impianti e garantiscano la qualità dell’aria interna. Energia d'uso E’ bene osservare che l’UE sta mettendo a punto una procedura di stima dei consumi degli edifici che tiene conto del ciclo di vita degli stessi, ossia dell’energia d’uso operativa stimata in fase di progettazione sommata all’energia d’uso pro-capite calcolata sulla base dei fabbisogni reali della popolazione. In sintesi il modello cui tende l’UE è molto simile all’Energy Star statunitense e in parte al modello Danese (EM e ELO). Questo modello, più efficace di quello che tiene conto della sola energia d’uso operativa è indubbiamente più oneroso in quanto ad implementazione, poiché richiede dettagliate indagini che investono l’intero territorio nazionale. Su questo si veda l’importante ricerca diretta dal DOE per gli USA.15 Energia d’uso: Energia d’uso operativa (termica + elettrica) + Energia d’uso pro-capite Energia d’uso operativa (termica + elettrica): è la quota di energia necessaria a garantire il controllo ambientale ed il benessere termo-igrometrico all’interno di un edificio. Ogni paese in base alle caratteristiche del proprio parco edilizio, del clima, della capacità di approvvigionarsi energia, ecc… assegna una quota massima d’energia d’uso operativa consumabile per edificio. Gli edifici in costruzione o già esistenti che superano tale valore di consumo (il calcolo viene normato dall’EBPD o dal paese in questione), vengono considerati non idonei e per tanto necessitano di interventi specifici di adeguamento. La diminuzione della quota d’energia d’uso operativa, avviene prestando attenzione alle qualità tecnico costruttive dell’edificio ed alle caratteristiche tecnologiche e qualitative degli impianti. I prodotti presenti sul mercato, danno ampie possibilità di risparmio se si orienta la propria scelta su quelli alimentati da fonti energetiche rinnovabili e, nel caso d’impianti tradizionali verso quelli ad alta efficienza. E’ da segnalare la tendenza di diversi paesi (USA, Danimarca, Gran Bretagna, ecc…) di assegnare, nella certificazione di qualità agli edifici, un raiting che tiene conto anche della qualità delle prestazioni dei singoli impianti. Si parlerà così di certificazione degli impianti: • per la raccolta e il recupero dell’acqua; • per la produzione di energia rinnovabile; • di riscaldamento, raffrescamento, elettrici e di illuminazione. Il calcolo operativo della quantità d’energia d’uso operativa pertanto fa riferimento ad un 15 U.S. Department of Energy, Energy Information Administration, “A Look at Residential Energy Consumption in 1997”, Washington DC, 1999


pacchetto metodologico ben delineato a livello internazionale ed europeo che deve solo essere ricalibrato per il nostro paese. Una valutazione critica delle metodologie esistenti è presentata nell’Allegato 9: Valutazione dei consumi reali dell’edificio: il rating socio-tipologico degli edifici. Energia d’uso pro-capite: è data dall’energia elettrica e acqua necessarie alle diverse classi socio-economiche per svolgere tutte le attività all’interno dell’abitazione. Il calcolo dell’energia d’uso pro-capite prevede una riflessione sulla metodologia usata fin ora per il calcolo dei consumi energetici dell’edificio. Gli USA (A look at residential Energy Consumption in 1997, DOE/EIA Us Department of Energy, Washington, 1999) pionieri in questo hanno improntato le loro analisi non soltanto sugli elementi strettamente tecnici e tecnologici dei manufatti, ma anche sulla componente umana che determina la fruizione dell’edifico e di conseguenza i suoi consumi energetici. Affrontare la questione dal punto di vista dei comportamenti socio culturali ed economici degli utenti prevede di effettuare indagini dirette che negli Usa sono state condotte in ogni singolo Stato incrociando i parametri sociali con quelli tipologici. L’efficienza energetica pertanto non sarà espressa dal valore teorico d’energia consumata calcolata nella fase di progetto, ma esprimerà il rating legato alla tipologia edilizia, l’età del fabbricato, il consumo di risorse, il reddito e le caratteristiche socio culturali degli abitanti. E’ noto infatti che la quantità di risorse impiegate dall’utente (acqua ed energia) è strettamente legata al suo grado di benessere economico e alla sua cultura. Infatti, se la tabella evidenzia i consumi medi legati all’uso dell’edificio: CONSUMI D’ENERGIA

% D’USO

Elettrodmestici + illuminazione Riscaldamento Acqua calda + condizionamento estivo Diversi

45 30 25 10

la loro distribuzione dipende dall’incrocio di una serie di variabili che vengono riassunte nel seguente schema: Elementi di confronto

Zona climatica

Anno di costruzione

Reddito del proprietario

Tipologia

Regione territoriale

Classi d’indagine 1. Caratteristiche dell’unità abitativa 2. Caratteristiche degli abitanti 3. Caratteristiche degli impianti di riscaldamento 4. Caratteristiche degli impianti di condizionamento 5. Caratteristiche degli elettrodomestici 6. Modo d’uso 7. Uso attrezzature da ufficio

Nell’allegato 9 viene riportato anche il quadro completo delle rilevazioni dirette riguardanti gli Stati e le aree metropolitane degli USA.


CALCOLO DELL’ENERGIA CONSUMATA: STRUMENTI OPERATIVI Criteri di selezione degli strumenti La progettazione di edifici a basso consumo energetico richiede al progettista di mettere in relazione valutazioni tecniche impiantistiche con valutazioni comportamentali. Ne discerne una strategia di selezione degli strumenti di calcolo che deve essere sinergica con le seguenti strategie16 progettuali: • Ottimizzazione bioclimatica: il progettista propone un controllo basato sull’armonia tra ambiente esterno ed edificio con la possibilità di gestire i complessi flussi di energia attraverso l’orientamento, le modifiche dell’intorno, la forma dell’edificio e l’organizzazione degli spazi interni. Questo tipo d’approccio spesso non è praticabile in quanto l’orientamento è dato dagli strumenti urbanistici vigenti. • Ottimizzazione delle scelte costruttive: l’edificio attraverso il suo involucro (conservativo/massa o selettivo/tecnologia) ed i suoi componenti è in grado di sfruttare le condizioni ambientali a suo favore in modo da favorire la ventilazione ed evitare il surriscaldamento. L’affidarsi a una metodologia progettuale basata su scelte costruttive altamente tecnologiche spesso non è sostenibile dal punto di vista economico. • Ottimizzazione degli impianti: oggi non basta più garantire il comfort termico dell’edificio mediante l’esclusivo uso di impianti, indipendentemente dal clima in cui esso è collocato, ma occorre anche consumare meno energia, anche in considerazione dei nuovi standard energetici imposti dalle normative. Per questo le caratteristiche costruttive dell’edificio devono essere progettate all’insegna della qualità e diventano il centro del progetto. • Ottimizzazione della gestione da parte dell’utente: l’edificio viene progettato con lo scopo di diminuire la quota di energia d’uso necessaria all’edificio per il suo funzionamento. L’ottimizzazione della gestione degli impianti e l’uso più consapevole delle apparecchiature, deve avvenire attraverso la progettazione di un libretto di edificio attraverso le quali l’utente viene messo a conoscenza delle prestazioni energetiche del proprio edificio. Il libretto conterrà le istruzioni per ottimizzare le prestazioni di edificio e relativi impianti. Pertanto il calcolo dell’energia consumata avviene in due distinte fasi: la prima ex ante ossia in fase di progetto, dove si verifica attraverso l’uso di software di simulazione l’ottimizzazione bioclimatica, mentre nella seconda si procede al calcolo del fabbisogno di energia primaria consumata secondo le prescrizioni della direttiva europea 2002/91/CE. Software disponibili Per la valutazione ex ante il progettista si avvale di software presenti sul mercato che permettono di relazionare l’edifico progettato con i reali elementi climatici del luogo (irraggiamento, forza e direzione dei venti, ecc…) e di valutarne le potenziali prestazioni energetiche in relazione delle scelte bioclimatiche ed impiantistiche prese in considerazione. Tali programmi se usati attivamente, come strumento progettuale e non come soli verificatori, permettono al progettista di evitare errori grossolani nella progettazione dell’edificio. I principali programmi disponibili sono illustrati e confrontati nel rapporto “Contrasting the capabilities of building energy performance simulation programs”.17 I risultati di questo rapporto sono contenuti nell’Allegato 10: “Contrasting the capabilities of building energy performance simulation programs”.

16 Banham R., “The Architecture of the Well – Tempered Environment”, Architectural Press, Londra, 1969 17 Crawley D. B., Hand J. W., Kummert M., Griffith B. T., “Contrasting the capabilities of building energy performance simulation programs” elaborato da US Department of Energy, Washington, DC, USA, Energy Systems Research Unit University of Strathclyde Glasgow, Scotland, UK, University of Wisconsin-Madison Solar Energy Laboratory Madison, Wisconsin, USA e National Renewable Energy Laboratory Golden, Colorado, USA, 2005


Principali software per il calcolo delle performance energetiche di edificio Software BLAST BSim DEst DOE-2.1E ECOTECT Energy-10 Energy Express Ener-Win EnergyPlus versione italiana DesignBuilder eQUEST ESP-r IDA ICE IES <VE> HAP HEED PowerDomus SUNREL Tas TRACE TRNSYS

Sito di riferimento www.bso.uiuc.edu/BLAST www.bsim.dk www.dest.com.cn (Chinese version only) simulationresearch.lbl.gov www.ecotect.com www.nrel.gov/buildings/energy10 www.ee.hearne.com.au members.cox.net/enerwin www.energyplus.gov www.evolvente.it/index.php www.doe2.com/equest www.esru.strath.ac.uk/Programs/ESP-r.htm www.equa.se/ice www.iesve.com2 www.commercial.carrier.com www.aud.ucla.edu/heed www.iesve.com2 www.nrel.gov/buildings/sunrel www.edsl.net www.tranecds.com sel.me.wisc.edu/trnsys

Elementi presi in considerazione per il confronto dei Software: Funzionalità generali • Impostazioni della simulazione • Parametri impostabili • Proprietà geometriche • Compatibilità del modello • Metodo di simulazione Proprietà della zona termica • Bilancio termico • Proprietà dei materiali • Valori di trasmittanza • Valori di convezione • Massa termica • Diagrammi di confort • Diagrammi giornalieri di umidità e temperatura Illuminazione e soleggiamento • Analisi solare • Analisi irraggiamento • Analisi e caratteristiche delle forature • Sviluppo dei calcoli e compatibilità • Tipologia del modello cielo • Controllo illuminazione naturale e artificiale • Temperatura delle superfici • Infiltrazioni d’aria • Valori di conduzione delle superfici • Riverbero dal terreno • Variazione delle proprietà termofisiche • Possibilità di cambiamento di materiali • Interazione con impianti fotovoltaici possibilità di prove con più layer Ventilazione • Ventilazione a zona


• Calcolo automatico degli effetti provocati dal vento • Ventilazione naturale • Ventilazione ibrida o meccanica • Controllo della ventilazione tramite l’apertura delle finestre • Ventilazione multizona • Spostamento degli elementi di ventilazione • Valutazione della tossicità dell’aria Energie rinnovabili • Muro di Trombe • Muri per l’accumulo termico • Solare termico • Solare fotovoltaico • Idrogeno • Eolico Software pubblici È importante rilevare che il calcolo del fabbisogno di energia primaria (per quanto riguarda i paesi dell’UE le procedure sono specificate dalla normative CEN) le pubbliche amministrazioni sono orientate ad offrire on-line strumenti, che permettono un facile inserimento dei dati da parte degli utenti, anche senza specifiche competenze, ma che garantiscono risultati confrontabili e corretti. Stato IT DK UK

Nome software DOCET DBuild NHER

Elaborazione software ENEA BYG-DTU

USA

REScheck

DOE

The National Energy Centre

Sito di riferimento http://www.docet.itc.cnr.it/ http://www.energirigtigtbyggeri.dk/dbuild.htm http://www.nher.co.uk/pages/technical_support/software_status.php http://www.energycodes.gov/rescheck/download.stm

Questi software presentano diverse similitudini sia per quanto riguarda gli input che per gli indicatori prestazionali in uscita. Gli input sono i seguenti: • Dati climatici; • Caratteristiche dell’involucro (materiali, isolamento, aperture, ecc…); • Tipologia di impianto; • Contributi da parte di tecnologie in grado di generare energia rinnovabile. Gli indicatori prestazionali in uscita sono i seguenti: • Fabbisogno di energia fornita per riscaldamento, acqua calda sanitaria e altri carichi elettrici; • Fabbisogno di energia primaria EPi (per i paesi dell’UE); • Quantità di CO2 prodotta; • Analisi economica; • Risparmio economico ottenibile; • Rating energetico (o classe)


ENERGIA CONSUMATA: QUADRO PROCEDURALE I paesi membri dell’UE sono impegnati nell’attuazione della Direttiva europea EBPD 2002/91/CE per “Promuovere il miglioramento del rendimento energetico degli edifici della Comunità Europea” al fine di raggiungere gli standard di Kyoto. A tal fine l’UE ha inteso offrire in breve tempo (2004-2006) un chiaro e consistente pacchetto di procedure operative che facesse da base alle procedure nazionali. L’ente preposto all’eleborazione delle procedure normalizzate comunitarie è il CEN (Associazione Europea degli Istituti Nazionali di Normalizzazione) le cui norme alleggeriscono di molto il lavoro delle singole nazioni, in quanto alla loro pubblicazione esse diventano vincolanti per i singoli paesi. Ove sia presente una normativa nazionale che non collimi con le prescrizioni CEN si prevede che la nazione si adegui alle norme EN18 entro un periodo di tempo compreso tra i tre e i cinque anni. L’obbligo ad allinearsi agli assetti normativi europei ha prodotto in Italia il Decreto 19 Agosto 2005 n.192 (ora corretto e integrato dal Decreto 29 Dicembre 2006, n. 311), che norma nel nostro paese la certificazione energetica degli edifici e le procedure d’applicazione e calcolo ad essa correlate. Il Decreto per divenire operativo deve attenersi agli standards prescritti dal pacchetto normativo CEN, pertanto la sua completa applicazione dipendono dall’emanazione di procedure operative specifiche, che prendono il nome di “Linee Guida”. Le “Linee Guida” (attese dal maggio 2007) hanno lo scopo di integrare le procedure standardizzate CEN con le specifiche condizioni ambientali, climatiche, costruttive qualitative e normative del nostro paese e di fornire alle regioni lo strumento di base su cui emanare le leggi di loro specifica competenza. Ad oggi alcune regioni (Lombardia, Liguria, Emilia Romagna, Piemonte, ecc…) anche in assenza delle Linee guida nazionali hanno iniziato il loro iter normativo, generando procedure di certificazione la cui effettiva validità qualitativa e temporale è di difficile valutazione. Infatti, con il Decreto 311/06 l’Attestato di certificazione energetica (previsto obbligatoriamente dalla normativa europea) viene sostituito temporaneamente dall’Attestato di qualificazione energeticail cui valore giuridico decadrà dopo un mese dalla pubblicazione delle Linee guida nazionali.

18 EN: norma CEN prEN15217 Energy performance of buildings – Methods of expressing energy performance and for energy certification of buildings EN-ISO: norme ufficialmente pubblicata dal CEN ma acquistabili solo presso le NSB (NationalStandardization Bodies)


Procedure di applicazione della Direttiva europea EBPD 2002/91/CE

Allegato 11: Certificazione energetica degli edifici, applicazione del D.LGS 311/2006; norme regionali, procedure provinciali, regolamenti edilizi Allegato 12: Certificazione energetica degli edifici sintesi delle normative dell’Unione Europea Allegato 13: Certificazione energetica degli edifici: confronto fra le procedure in vigore nei paesi dell’UE


MONITORAGGIO DEL CONSUMO ENERGETICO IN FASE DI PROGETTO ED ESERCIZIO Con le seguenti tabelle si procede a una sistematica selezione degli elementi progettuali che permettono di incrementare l’efficienza energetica dell’edificio. Checklist di controllo del consumo energetico in fase di progetto 1 CHECKLIST DI CONTROLLO

si

PIANIFICAZIONE Orientamento dell’edificio per ottimizzare l’efficenza energetica Progettazione di schermature naturali per l’ombreggiamento (giardini pensili, alberi, ecc…) PROGETTAZIONE/REALIZZAZIONE INVOLUCRO Isolamento della coperture conforme con l’allegato: Certificazione energetica degli edifici applicazione della normativa vigente D.LGS 311/2006 (File: decreto 311 integrato con 192, allegato C Tab. 3.1)* Isolamento delle pareti verticale conforme con l’allegato: Certificazione energetica degli edifici applicazione della normativa vigente D.LGS 311/2006 (File: decreto 311 integrato con 192, allegato C Tab. 2)* Finestre e infissi conformi con l’allegato: Certificazione energetica degli edifici applicazione della normativa vigente D.LGS 311/2006 (File: decreto 311 integrato con 192, allegato C Tab. 4)* RISCALDAMENTO, VENTILAZIONE, CONDIZIONAMENTO E IMPIANTI ELETTRICI Ventilazione naturale Bocchette di aspirazione a pressione Accumulo termico Motori ad alta efficienza Ventilatori a flusso variabile e sistemi di pompaggio Sistemi di recupero del calore (fra il rifornimento e lo scarico) Raffreddamento ad evaporazione per incrementare le prestazioni dell’impianto di raffrescamento Caldaie ad alta efficienza (superare il codice richiesto) Refrigeratori ad alta efficienza (superare il codice richiesto) ILLUMINAZIONE L’edificio per il 50% delle ore diurne non necessita di illuminazione artificiale Controllo automatizzato della luce diurna Controllo del livello del flusso luminoso Uso di lampade a basso consumo Rispetto degli standard normativi UE (solo per edifici non residenziali) normativa in fase di sviluppo ENERGIE RINNOVABILI Tecnologia incorporante il fotovoltaico solare (PV): A - Per l’energia complessiva dell’edificio B - Per il funzionamento di dispositivi isolati (es. attraversamenti pedonali) Pannelli solari termici Energia eolica Sistema di recupero del calore Geotermico CONSERVAZIONE DELL’ACQUA Orinatoi senz'acqua Sistemi di accumulo delle acque grigie e piovane Realizzazione dei giardini con sistema di gestione dell’acqua Dispositivi che ottimizzano l’uso d’acqua (timer, ecc...) Sensori per l’erogazione dell’acqua (fotocellule sui rubinetti, ecc…) CONTROLLI

no

n. c.**


Sistemi compiuterizzati di controllo e gestione dell’edificio (domotica) Controllo della qualità dell’aria, quantità di anidride carbonica Controllo dei ricambi d’aria ENERGIA CONTINUA Pile a combustibile per gruppi di continuità (generatore elettrico) Elencare altre soluzioni energeticamente efficienti o altre strategie considerate nel progetto: ......................................................................................................................................................................... ......................................................................................................................................................................... ......................................................................................................................................................................... * il file decreto 311 integrato con 192.pdf si trova all’interno della cartella normativa nazionale nell’allegato 11 ** non considerato Fonte: State Department of General Administration Engineering & Architectural Services, “Energy Life-Cycle Cost Analysis Guidelines for Public Agencies in Washington State”, Washington, Dicembre 2005.

Checklist di controllo del consumo energetico in fase di progetto 2 CHECKLIST DI CONTROLLO spuntare con una X PIANIFICAZIONE DEGLI INTERVENTI ED INTEGRAZIONE DEL PROGETTO Pianificazione della strategia per l’area di progetto: scenari futuri di sviluppo ed integrazione con il contesto urbano e coinvolgimento della comunità nel progetto Progettazione dei sistemi di trasporto: collegamenti efficienti ed ecologici, viabilità pedonale e ciclabile Pianificazione e gestione dei rifiuti Impianto di riscaldamento centrale per il quartiere Altre caratteristiche ecologiche positive (specificare) AUTONOMIA ENERGETICA LOCALE Collegamento e uso di energia proveniente da impianti a biomassa o termovalorizzatori Collegamento e uso di energia proveniente da cogenerazione Collegamento e uso ad impianti per la produzione d’energia eolica Uso di energia proveniente da pannelli fotovoltaici Altre fonti rinnovabili utilizzate (specificare) INTEGRAZIONE DEL PROGETTO CON IL PAESAGGIO Mantenimento dei profili del luogo Integrazione con il sito: barriere di protezione naturali (vento, radiazioni, ecc…), materiali locali, superfici calpestabili permeabili, rispetto biodiversità, ecc… FORMA DELL’EDIFICIO, DESIGN E ORIENTAMENTO Forma dell’edifico compatta e riduzione al minimo delle superfici disperdenti Orientamento e progettazione dell’interno in grado di guadagnare calore e ridurre la necessità di illuminazione artificiale Raffreddamento e ventilazione naturale, predisposizione di superfici per l’accumulo termico Uso di pannelli radianti a pavimento Progettazione flessibile del distributivo interno CARATTERISTICHE TECNOLOGICHE DELL’INVOLUCRO Isolamento delle coperture conforme con l’allegato: Certificazione energetica degli edifici applicazione della normativa vigente D.LGS 311/2006 (File: decreto 311 integrato con 192, allegato C Tab. 3.1)* Isolamento delle pareti verticali conforme con l’allegato:

COMMENTI / NOTE


Certificazione energetica degli edifici applicazione della normativa vigente D.LGS 311/2006 (File: decreto 311 integrato con 192, allegato C Tab. 2)* Isolamento dei solai conforme con l’allegato: Certificazione energetica degli edifici applicazione della normativa vigente D.LGS 311/2006 (File: decreto 311 integrato con 192, allegato C Tab. 3.2)* Finestre e infissi conformi con l’allegato: Certificazione energetica degli edifici applicazione della normativa vigente D.LGS 311/2006 (File: decreto 311 integrato con 192, allegato C Tab. 4)* Azioni adottate per minimizzare i ponti termici (specificare) VENTILAZIONE E CONTROLLO DELLA QUALITA’ DELL’ARIA Ventilazione a portata singola o doppia Strategie adottate per ottimizzare la ventilazione: 1. Ventilazione naturale controllata tramite tubi di aspirazione e bocchette di immissione; 2. Convogliamento e scarico dei fumi della combustione attraverso appositi camini; 3. Regolazione dei flussi d’immissione dell’aria; 4. Aspirazione forzata per bagni e cucine; 5. Rispetto dei requisiti aueroilluminanti minimi di legge (1/6 della superficie) Uso di infissi di qualità che sigillino l’edificio dall’inquinamento esterno Ventilazione meccanica regolabile come temperatura, umidità ed intensità Controllo della qualità dell’aria e riduzione degli allergeni presenti Controllo della presenza di gas radon IMPIANTO DI RISCALDAMENTO Impianti tradizionali con emissione di CO2 controllate ed ad alta efficienza: 1. Caldaia a condensazione (specificare il combustibile); 2. Caldaia bistadio (specificare il combustibile); 3. Stufa a legna ad alto rendimento (indicare il rendimento o il tipo di materiale bruciato); 4. Camini o impianti a combustibile solido (indicare il rendimento o il tipo di materiale bruciato); Impianti di riscaldamento innovativi: 1. Riscaldamento dell’acqua con pannelli solari o impianti per l’accumulo termico; 2. Installazione di un pompa di calore (indicare il rendimento); 3. Riscaldamento dell’acqua tramite impianti di cogenerazione o residui di calore industriale Presenza di impianti secondari o di supporto per il riscaldamento (pompe di calore, camini, stufe, ecc…), indicare il rendimento ed il combustibile usato SISTEMI DI CONTROLLO AMBIENTALE Isolamento di tutti i condotti termici Isolamento delle zone termiche scaldate dall’esterno e da quelle non riscaldate Programmazione settimanale controllata d’accensione e spegnimento Valvole termostatiche di regolazione dei radiatori Termostati di regolazione a zona Sensori di rilevazione climatici Software di gestione e controllo del benessere interno (specificare il sistema di programmazione adottato) Controllo elettronico della centrale termica per il trattamento dell’aria (specificare il sistema di programmazione adottato) USO SANITARIO, SISTEMI DI RECUPERO E USO RAZIONALE DELL’ACQUA


Caldaia bistadio (indicare il rendimento ed il combustibile usato) Bollitore a gas (indicare il rendimento ed il combustibile usato) Autoclave per lo stoccaggio dell’acqua calda Uso razionale e recupero (specificare le strategie adottate) MATERIALI DA COSTRUZIONE Materiali privi di CFC and HCFC Scelta razionale e sostenibile dei materiali: 1. Bassa tossicità; 2. Locali o prodotti in zona; 3. Prodotti con processi sostenibili (dal punto di vista ecologico, sociale ed economico); 4. Bassa energia incorporata 5. Alta percentuale di riciclabilità o prodotti con materia riciclata CONTROLLO CONSUMI ELETTRICI Uso di lampade a basso consumo energetico Uso di apparecchiature elettroniche a basso consumo (indicare quali e la classe) * il file decreto 311 integrato con 192.pdf si trova all’interno della cartella normativa nazionale nell’allegato 11 Fonte: Nostre elaborazioni da: Department for Social Development, “Energy Performance Certificate For Residential Building Regulation”, Northern Ireland, Novembre 2004

Valutazione dell’energia d’uso: cheklist per la valutazione dei sistemi di controllo ambientale Nella seguente tabella si schematizzano le possibili apparecchiature elettroniche per il controllo degli impianti che permettono di diminuire i consumi energetici relativi all’energia d’uso. Compilando la scheda il progettista potrà verificare il grado d’automazione del proprio intervento. CHECKLIST DI CONTROLLO SISTEMI DI CONTROLLO PREVISTI (descrivere): CONTROLLO DELL'ILLUMINAZIONE INTERNA: Interruttore manuale Sensore Software Timer Altro (descrivere) CONTROLLO DELL'ILLUMINAZIONE ESTERNA: Interruttore manuale Sensore Software Timer Altro (descrivere) ACQUA CALDA PER USO DOMESTICO: Controllo dell'impianto di riscaldamento: Timer Software Nessuno

SPUNTARE


Pompa di circolazione: Si No Controllo della pompa di circolazione: Timer Software Nessuno CONTROLLO DEGLI IMPIANTI DI RISCALDAMENTO, DI VENTILAZIONE E CONDIZIONAMENTO DELL'ARIA (da ripetersi per ogni impianto presente) Modalità di funzionamento: infrasettimanale

week end e festivi

Ora di accensione Ora di spegnimento Sistemi di controllo: Manuale Timer Software Pneumatico Caratteristiche: Arresto notturno Programmazione multi scelta Preriscaldamento mattutino Termostato: riscaldamento

rafferscamento

arresto notturno

___ °C

___ °C

___ °C

Controllo dell’inquinamento interno dell’aria: Sensore del CO2 Sensore del VOC Sensore sulla qualità dell'aria (ricambi per numero di persone) Controllo della temperatura: Controllo della temperatura a bulbo secco Controllo dell'entalpia Controllo integrato (entalpia + temperatura a bulbo secco) Controllo dei consumi: Dell'intero edificio Del piano Dell’unità tipo

CONTROLLO E REGOLAZIONI DELLE CENTRALI DI TRATTAMENTO ARIA Temperatura: Regolazione nel periodo invernale:


Si no descrivere Regolazione nel periodo estivo: si no descrivere Temperatura dell’acqua durante il ciclo: Ripristino della sorgente calda: Si no descrivere Ripristino della sorgente fredda: Si no descrivere Ventilazione: Immissione diretta tramite bocchette: Si no descrivere Variatori di controllo della velocità: Si no descrivere Fonte: Nostre elaborazioni da: State Department of General Administration Engineering & Architectural Services, “Energy Life-Cycle Cost Analysis Guidelines for Public Agencies in Washington State”, Washington, Dicembre 2005.


2.4 RIFIUTI PIANO DI GESTIONE DEI RIFIUTI: PRINCIPI Gli interventi edili sono responsabili della produzione di una notevole varietà di rifiuti, la cui quantità e tipo dipende da fattori quali: la progettazione del sito, la progettazione dei manufatti, le tipologie prescelte, le tecnologie utilizzate, le procedure di costruzione e di gestione. L’attuazione di buone pratiche di gestione e minimizzazione dei rifiuti contribuisce alla riduzione di quantità significative di rifiuti inviati in discarica e a dare un contributo sostanziale allo sviluppo sostenibile. Nella seguente immagine vengono rappresentate le percentuali relative al flusso dei rifiuti generati nel fasi di costruzione dell’edificio (in Gran Bretagna):

Fonte: CRiBE (the Centre for Research in the Built Environment)

La necessità di ridurre le esternalità del processo edilizio e il principio della dematerializzazione hanno portato allo slogan di Waste 0, che è stato fatto proprio dall’Unione europea con la Direttiva 2006/12/CE, del 5 aprile 2006, relativa ai rifiuti19, la quale definisce: • una terminologia comune nell'ambito della Comunità degli elementi che compongono la catena del rifiuto: classificazione dei rifiuti, produttori, detentori, gestori, smaltimento, recupero e raccolta; • le misure appropriate per la prevenzione o la riduzione della produzione e della nocività dei rifiuti, ai fini di elevare la protezione dell'ambiente: -sviluppo di tecnologie ‘pulite’; -immissione nel mercato di prodotti a 0 o basso contenuto di rifiuti; - abbattimento dei rischi di inquinamento nelle fasi di fabbricazione, uso e smaltimento; -sviluppo di tecniche per l’eliminazione delle sostanze pericolose nei rifiuti destinati al recupero; -recupero dei rifiuti mediante riciclo, reimpiego, riutilizzo, o come fonte di energia; • le misure necessarie che devono essere adottate dagli Stati membri per assicurare che i rifiuti siano recuperati o smaltiti senza pericolo per la salute l'ambiente, vietando l’abbandono, lo scarico e lo smaltimento incontrollato; • l’opportunità di creare una rete integrata di impianti di smaltimento, che consenta alla Comunità e a ciascun Stato membro di raggiungere l’autosufficienza in materia di smaltimento dei rifiuti; 19 Vedere Allegato 13: DIRETTIVA 2006/12/CE, DEL 5 APRILE 2006 RELATIVA AI RIFIUTI


di designare le autorità competenti per attuare le seguenti disposizioni; di provvedere all’elaborazione di uno o più piani di gestione dei rifiuti che contemplino: a) tipo, quantità e origine dei rifiuti da recuperare o da smaltire; b) requisiti tecnici generali; c) disposizioni speciali per rifiuti di tipo particolare; d) luoghi o impianti adatti per lo smaltimento; • le disposizioni affinchè ogni detentore di rifiuti: -li consegni ad un raccoglitore privato o pubblico; -o provveda lui stesso al recupero o allo smaltimento; • conformemente al principio «chi inquina paga», il costo dello smaltimento dei rifiuti deve essere sostenuto: a) dal detentore che consegna i rifiuti ad un raccoglitore o ad un’impresa; b) e/o dai precedenti detentori o dal produttore del prodotto causa dei rifiuti. • •

Questa Direttiva va ad evolvere il Decreto Legislativo 5 febbraio 1997 n. 2220, detto anche Decreto Ronchi, il quale anticipava i contenuti della Direttiva comunitaria, sottolineando il ruolo: -di accordi e contratti di programma promossi da Stato, regioni ed enti locali, al fine di permettere una collaborazione fra soggetti pubblici e privati, per il raggiungimento degli scopi della legge; -delle attività di promozione di strumenti economici, eco-bilanci, sistemi di ecoaudit, analisi del ciclo di vita dei prodotti, azioni di informazione e di sensibilizzazione dei consumatori, nonché lo sviluppo del sistema di marchio ecologico ai fini della corretta valutazione dell'impatto di uno specifico prodotto sull'ambiente durante l'intero ciclo di vita del prodotto medesimo. Nel processo edilizio perseguire il risultato di rifiuti 0 significa ridurre le esternalità e considerare il principio della dematerializzazione, risultati raggiungibili adottando opportuni piani di gestione dei rifiuti in ciascuna fase del ciclo di vita dell’edificio (progetto, costruzione, uso, dismissione), ispirati alla seguente gerarchia riconosciuta a livello internazionale:

20 Vedere Allegato 14: DECRETO LEGISLATIVO N.22, DEL 5 FEBBRAIO 1997 DECRETO RONCHI


La minimizzazione dei rifiuti provenienti dalla costruzione può portare vantaggi sia ambientali che economici, questo significa che: • la produzione di una minor quantità di rifiuti porta ad un minor numero di impianti di smaltimento, riducendo problemi ambientali quali l’abassamento delle emissioni di gas metano che contribuiscono al cambiamento climatico globale; • la riduzione, il riutilizzo e il riciclaggio dei materiali diminuisce la necessità di estrarre e consumare le risorse vergini, riducendo anche le emissioni di gas serra; • i metodi di decostruzione e di demolizione selettiva possono fornire opportunità di business nell'ambito delle comunità locali; • la corretta gestione dei rifiuti riduce gli sprechi di materiale, l’uso improprio e i danni durante la manipolazione e lo stoccaggio delle merci, di conseguenza anche le spese del progetto; • la ridotta quantità dei rifiuti minimizza i costi di trasporto e di smaltimento; • la corretta gestione dei rifiuti aumenta la sicurezza del sito, e l'efficienza del lavoro nonchè l’immagine pubblica dell’impresa. Gestione dei rifiuti: ruoli Comuni - nei regolamenti edilizi prevedere l’obbligo per il Committente di presentare un elaborato progettuale che riporti tutte le informazioni relative alle modalità di gestione dei rifiuti da costruzione e demolizione (quantità stimate, modalità di deposito temporaneo, destinazioni finali previste, ecc…); - nei regolamenti dei rifiuti prevedere la possibilità di conferimento ai centri di raccolta ecologici dei rifiuti inerti domestici derivati dal “fai da te”; - incentivare l’Accordo di programma nelle pratiche di gestione dei rifiuti; - nei capitolati d’appalto eliminare eventuali clausole ostative all’impiego dei materiali riciclati, a parità di caratteristiche prestazionali; - provvedere alla tempestiva rimozione dei rifiuti abbandonati ed adottare efficaci misure di prevenzione e controllo; - individuare luoghi idonei per il recupero e lo stoccaggio dei rifiuti da costruzione e demolizione. Professionisti - progettare gli edifici utilizzando materiali e componenti che producano nell’immediato e in futuro rifiuti in minore quantità e di minore pericolosità; - tenere conto delle esigenze di corretta gestione dei rifiuti nel cantiere, adottando misure idonee in sede di progettazione e di direzione lavori; - pianificare le attività di demolizione, predisporre la documentazione sulla gestione dei rifiuti e sulla loro destinazione (per i Comuni dove è richiesta); - predisporre il progetto per lo stoccaggio temporaneo, quando la tipologia dei lavori e le condizioni del cantiere lo richiedono; - inserire nei capitolati speciali di appalto il ricorso a inerti riciclati. Impresa - demolizione selettiva degli edifici; - conferimento dei rifiuti inerti ai centri di raccolta o di recupero autorizzati; - conferimento degli altri rifiuti a impianti di recupero e/o smaltimento appropriati; - utilizzo di materiali e componenti riutilizzabili; - impiego di materiali riciclati. Gestori degli impianti di recupero e centri di raccolta - produrre inerte riciclato; - adottare una procedura di accettazione dei rifiuti inerti tale da garantire le migliori caratteristiche del prodotto finale;


- sottoporre a certificazione l’inerte riciclato sia per le prestazioni tecniche che per quelle ambientali; - fornire in tempo reale all’Osservatorio Rifiuti i dati sui rifiuti trattati e i riciclati prodotti. Fonte: AA “IL MATTONE RITROVATO, Manuale per la gestione dei rifiuti da costruzione e demolizione in Provincia di Bologna in applicazione dell’Accordo di Programma”, Provincia di Bologna, 2004

GESTIONE DEI RIFIUTI NELLA FASE DI PROGETTO Una gran quantità di rifiuti viene spesso generata a causa di un’inadeguata progettazione, la bassa consapevolezza della necessità di ridurre i rifiuti da parte del progettista porta ad un eccessivo spreco di materie prime e ad un’impropria gestione degli stessi. Se ne deduce che il progettista deve minimizzare le risorse utilizzate scegliendo i materiali in base al loro uso, alla loro durabilità, alla sostituibilità, al riciclabilità e alle procedure di smaltimento. Le tecnologie con cui sono stati realizzati la maggior parte degli edifici ha un effetto diretto e impattante sulla quantità di rifiuti prodotti nella demolizione, di conseguenza le decisioni progettuali e le tecniche costruttive possono modificare significativamente questo flusso di materiali. E’ forte la necessità di innovare il progetto evidenziando i vantaggi della standardizzazione e l’uso di elementi modulari nella costruzione, facilitando così le operazioni di smantellamento e riutilizzo dei materiali. L’obbiettivo della minimizzazione della produzione di rifiuti dovrà essere uno dei fondamenti dell’iter progettuale, uno strumento importante per governare e controllare le scelte, i metodi ed i tempi di realizzazione fino allo smaltimento del manufatto. Qui di seguito vengono riportati alcuni esempi di frequenti errori progettuali facilmente evitabili: • Mancanza di dettagli progettuali: comporta un’interpretazione da parte delle maestranze che può causare errori, ritardi e danni economici; • Dimensionamento degli elementi: utilizzando materiali con formati non corrispondenti agli standard di fornitura, si provocano lavorazioni extra che generano sprechi; • Materiali alternativi: ponendo resistenza all’utilizzo di nuovi materiali con minor impatto ambientale; • Ciclo di vita dell’edificio: non considerando le fasi di manutenzione e demolizione; • Varianti del progetto in corso d’opera: demolendo le parti modificate si ha una sovra produzione di rifiuti; • Discrepanze tra progetti e normative: con aumento di lavoro che porta ad una maggior produzione di rifiuti. Per contro le principali pratiche progettuali virtuose possono essere: • Standardizzazione: semplificando le procedure di realizzazione si può ridurre la generazione di rifiuti; • Flessibilità: permette l’estensione del ciclo di vita della struttura, minimizzando le demolizioni; • Durabilità: scegliere i materiali in base alla loro durabilità (vedere allegato 6) e utilizzare prodotti facilmente ed economicamente manutentabili, per aumentare la longevità dell’edificio; • Riutilizzazione ed adattabilità future: fornire le possibili soluzioni per le demolizioni e ricostruzioni delle ripartizioni interne; utilizzare materiali recuperati da altri cantieri per le palizzate, le armature e i casseri; • Prefabbricazione: progettare mediante l’uso di prodotti prefabbricati che utilizzino materiali di qualità, durevoli e facilmente separabili dagli altri materiali; • Riciclaggio: usare il più possibile prodotti provenienti da materiali riciclati, o che


contengano percentuali di materiale riciclato (vedere allegato numero 5); in fase di progetto stilare un inventario particolareggiato dei materiali, per agevolare le operazioni di demolizione, specificando quali sono i materiali che possono essere riciclati senza problemi tecnici ed economici. GESTIONE DEI RIFIUTI NELLA FASE DI CANTIERE Nella fase di cantiere lo spreco di materiali si aggira tra il 5 e il 10 % come si può notare nella tabella che segue. I fattori che lo determinano sono molti e imputabili sia ad errori umani che a inefficienze delle macchine, nelle tabelle “Principali cause dello spreco” e “Metodi per la riduzione dello spreco” si procede a una sintesi delle cause. Cantiere: percentuali di spreco dei materiali Elemento Materiale Cemento Cemento Cassaforma Legname Armatura Barre d’acciaio Muratura Mattoni e blocchi Muro a secco Aggreganti Muro Cemento a rapida presa Pavimento Cemento a rapida presa Muro intonacato Intonaco Intonaco del soffitto Intonaco Rivestimenti a pavimento Piastrelle Rivestimenti verticali Piastrelle Impianti sanitari Montaggio dei sanitari

edilizia popolare 3-5 5 3-5 6 5 7 1 2 2 6 8 2

Principali cause di spreco Elementi Causa dello spreco Area di cantiere Stoccaggio improprio, spostamenti di materiali e ripetuti mixaggi con materiali indesiderati. Incuria nello spostamento in aree al di fuori dell’area di cantiere. Area di scavo

Aggreganti per calcestruzzo

edifici residenziali privati 4-5 15 1-8 4-8 6-10 4-20 4-20 4-20 4-20 4-10 4-10 4

Azioni preventive Organizzare le zone di deposito; Evitare la dispersione delle zone di deposito. Evitare spostamenti successivi; Stoccare il terreno in cumuli che non superino i 2 mt.

Aumento in modo eccessivo dalla sezione dello scavo per ricavarne materiali inerti

Scavare fino alle quote necessarie. Registrare le quantità usate e i costi.

Controllo scorretto delle quantità.

Controllare gli automezzi utilizzati verificandone il carico e le bolle d’accompagnamento.

Utilizzo di attrezzature non idonee

Effettuare i controlli di narma.

Uso degli aggreganti per opere provvisorie.

Stoccare in apposite aree sulle quali si è predisposto un basamento realizzato con tavole di legno.

Dispersione degli aggreganti tra il fango dello scavo di fondazione.

Utilizzare delle guaine se non vi è pavimentazione. Maneggiare con cura; Conservare gli scarti e utilizzarli per altre lavorazioni.

Casseformi in legno

Utlizzo di casseformi oltre il numero massimo di volte consentito.

Impalcature ed altri tipi di casserformi

Abbandono a terra

Maneggiare con cura, usare le impalcature in fase di smantellamento.

Dimenticate

Controllare il legname all’interno e all’esterno


del cantiere per evitare di incorrere in errori.

Calcestruzzo prodotto in cantiere

Utilizzo in modo eccessivo del tavolato per la realizzazione delle impalcatura. Spreco del materiale a causa della cattiva pulizia della betoniera.

Controllare le tavole di legno utilizzate per le impalcature.

Errori nella miscelazione.

Controllare spesso le fasi di preparazione; Impastare accuratamente senza sovraccaricare la betoniera;

Spreco di calcestruzzo durante le fasi di movimentazione.

Calcestruzzo pre miscelato

Collocare la betoniere su una piattaforma solida e piana;

Spreco di calcestruzzo durante la fase di getto.

Fare attenzione alle fasi di posa in opera, il getto deve essere eseguito prima che il calcestruzzo inizi il processo d’indurimento.

Spreco di materiale per gocciolamento lungo il tragitto.

Controllare l’autobetoniera durante la fase di scarico.

Disattenzione in fase di scarico

Ordinare il materiale in base alle esigenze della lavorazione.

Spreco di materiale a causa all’eccessivo carico; Spreco di materiale durante la fase di getto. Armatura

Reti e tondini metallici danneggiati

Fare attenzione alle fasi di posa in opera: il getto deve essere fatto prima che il calcestruzzo inizi ad indurirsi. Disporre i tondini in luogo asciutto in base a dimensione e peso, ideale sarebbe disporli in rastrelliere.

Perdite nell’area di cantiere; Uso di troppo filo metallico per la legatura. Mattoni

Spreco in tutte le fasi della lavorazione;

Non abbandonare tondini metallici nelle aree interessate dai lavori. Usare bobine e utilizzare le eccedenze per legature particolari. Fare attenzione durante gli spostamenti, accatastare in modo regolare e solido.

Rotture in fase di stoccaggio.

Evitare di far cadere i mattoni e porre attenzione al loro stoccaggio.

Blocchi

Spreco il materiale durante le fasi della lavorazione.

(Valgono le stesse azioni che per i mattoni)

Malta

Indurimento della malta durante le fasi di lavorazione.

Evitare di preparare troppa malta soprattutto verso la fine della giornata.

Impermeabilizzazione di tetti e solai

Danni minimi possono provocare in un secondo momento delle infiltrazioni molto gravi.

Legname da carpenteria

Spreco durante il trasporto e lo stoccaggio.

Evitare di camminare sopra le guaine in particolare modo se si stanno trasportando oggetti pesanti o tubi che, cadendo, possano rompere la guaina. Fare attenzione alle fase di scarico e stoccaggio.

Troppi scarti Perdite per altri utilizzi Legno per lavorazioni di falegnameria

Utilizzo di legno non appropriato.

Programmare attentamente i formati da acquistare; Provvedere a raccogliere i pezzi di scarto per un eventuale riutilizzo. Controllare il tipo di legno prelevato dal deposito.


Tavolato di legno

Sprechi durante lo stoccaggio

Disporre il tavolato in senso orizzontale, proteggendolo dagli agenti atmosferici.

Chiodi e viti

Tagli errati Perdita dei materiali in cantiere

Utilizzare gli scarti per lavorazioni minori. Utilizzare scatole o sacchetti per riporli durante e dopo l’uso. Fare attenzione quando si maneggia questa ferramenta, disporla orizzontalmente, coprirla e proteggerla. Porre attenzione alle fasi di stoccaggio e di montaggio. Posizionare gli infissi orizzontalmente, coprirli e proteggerli. Fare attenzione alla fase di scarico dal camion; Non sovraccaricare il carrello utilizzato per il montaggio; Mantenere le lastre sempre orizzontali. Porre attenzione durante lo stoccaggio.

Ferramenta speciale (cerniere, ecc.)

Perdita dei materiali nei depositi

Infissi

Danni durante lo stoccaggio

Cartongesso

Danni durante la fornitura e lo stoccaggio. Tagli errati

Intonaco e cemento

Tubi

Spreco di materiale per rottura dei sacchi. Perdite causate all’uso parziale dei sacchi. Rottura del materiale. Sprechi durante i tagli.

Conservare in luogo asciutto; Rimettere a posto il sacchetto dopo l’uso. Stoccare i tubi in zone del cantiere non soggette al transito dei veicoli per evitare che possano essere urtati. Riporli su superfici orizzontali, legati tra loro.

Fonte: Poon C.S., Yu T.W., Ng L. H., “A guide for managing and minimizing building and demolition waste”, The Hong Kong polytechnic university, 2001

Cause dello spreco

Esempi Gestione e pratiche da cantiere Mancanza di un sistema di gestione di qualità Mancanza di un programma della gestione dei rifiuti Cantieri disordinati Durante la fase di stoccaggio non si suddivide il materiale riciclabile da quello non Carenza di direzione Rottura, danni, perdite Sovradimensionamento dei lavori Eccessivo scavo di fondazione Protezione inadeguata dei materiali La casseratura per il calcestruzzo dopo l’utilizzo non viene protetta dagli agenti atmosferici provocandone il degrado Visibilità limitata Illuminazione inadeguata nel deposito Incuria nel magazzinaggio Non viengono usati i pallet per proteggere i sacchetti di cemento da eventuali pozze d’acqua Scadente esecuzione dei lavori Pessima realizzazione delle opere in muratura Gestione delle forniture Eccesso di ordini Il cemento prodotto in eccesso diventa materiale di scarto Metodi di imballaggio Protezione inadeguata dei materiali Metodi di trasporto Perdita dei materiali durante il trasporto Carenze nella gestione e nei metodi di Mancanza di annotazioni che riguardano la consegna dei consegna materiali Metodi per la riduzione dello sperco Gestione e pratiche da cantiere Addestrare gli operai per migliorare la loro abilità nel maneggiare materiali e nel realizzare i lavori Rivedere periodicamente la gestione dei rifiuti per programmare la riduzione Programmare la riduzione degli sprechi per una maggior consapevolezza del rispetto dell'ambiente ed elaborare requisiti più evoluti per le costruzioni future Migliorare la tecnologia Impiegare subappaltatori e lavoratori competenti Approvvigionamento e stoccaggio dei materiali


Controllare con attenzione il programma di rifornimento del magazzino Curare la fase di immagazzinaggio Ordinare i materiali in base al programma di utilizzo Ordinare lo stoccaggio per una miglior gestione degli elementi Programmare l’eventuale deposito dei pallet dei fornitori Non usare il legno duro tropicale per gli impianti provvisori Evitare materiali scadenti Evitare di sovraccaricare il magazzino del cantiere Evitare il maneggiamento inutile dei materiali

Piano della gestione dei rifiuti in cantiere Prima dell'inizio dei lavori, l'appaltatore deve preparare un programma della gestione dei rifiuti, definendo i criteri per la loro gestione e riduzione, identificando i materiali residui nelle fasi di lavorazione e coordinado l’approvvigionamento per ridurre gli avanzi. Qui di seguito sono riportati i momenti principali di un programma di rifiuti: 1_tabella organizzativa con l’identificazione di ruoli e responsabilità; 2_indicazione del responsabile del cantiere nella gestione dei rifiuti; 3_agenda delle riunioni periodiche per controllare e verificare il programma di smaltimento; 4_identificazione dei tipi di rifiuti e individuazione dei tipi di spreco generati durante le lavorazioni e le quantità. 5_I rifiuti sono classificati21 secondo l'origine, il destino e le caratteristiche di pericolosità. 5_definizione delle misure adottate per ridurre, riutilizzare e riciclare il materiale; 6_lista di materiali da non sprecare, riutilizzare o riciclare con le relative quantità; 7_metodi di stoccaggio e di suddivisione, per ottimizzare il riciclo. I materiali riciclati possono essere stoccati nelle seguenti classi: • materiale di scavo • terra di riporto • sassi • detriti, macerie • cemento • muratura, mattoni, blocchi di cemento • tegole e pavimentazioni • alluminio e altri metalli • trave di legno • rifiuti in genere • rifiuti speciali • imballaggi 8_indicazione della posizione, dei metodi e dei luoghi previsti per il recupero; 9_ durante l’approvvigionamento richiedere una dichiarazione del fornitore che i materiali da imballaggio ed i pallet saranno riutilizzati, riciclati o restituiti; 10_descrizione del metodo e delle procedure per la pulizia del cantiere; 11_individuazione della quantità di rifiuti da smaltire in discarica, definendone la spesa; 12_individuazione di una procedura per lo smaltimento dei materiali; 13_individuazione di una procedura di trasporto verso le piattaforme o i luoghi di deposito dei materiali; 14_predisposizione dei documenti di trasporto dei materiali da smaltire e/o riciclare.

21 Decreto Legislativo n. 22 del 5 febbraio 1997 Decreto Ronchi


Per facilitare le operazioni di immagazzinaggio si può utilizzare la seguente scheda: Materiale Sabbia, ghiaia, roccia, calcestruzzo schiacciato Intonaco, cemento Calcestruzzo

Deposito coperto

Deposito in zona sicura

Deposito su pallet

Deposito all’aperto

X

X

X

X

depositare su una base rigida per ridurre gli sprechi di materiale; evitare luoghi umidi depositare nell’involucro originale; cautela nel movimento depositare nell’involucro originale; cautela nel movimento usare tappi e distanziatori per evitare rotolamenti; depositare nell’involucro originale proteggere dalla pioggia depositare nell’involucro originale

X

X

depositare nell’involucro originale

X

X

X

X X

Mattone

X

X

X

X

Tubo in gres, cemento, ecc. Legno Metallo

X

Accessori interni Rivestimenti Lastre di vetro, elementi vetrati Vernice Feltro bituminoso Materiali pericolosi Materiali lapidei e ceramici Fibra di vetro Ferramenta Combustibile Elementi prefabbricati di calcestruzzo

Requisiti speciali

X X X

X

X

X

X X X

X

imballare con il polietilene per impedire le graffiature proteggere le lastre dalla rottura; evitare il trasporto

X

X X

proteggere dal furto depositare in rulli protetti con polietilene attento rispetto delle norme depositare nell’involucro originale

X X

depositare in luogo coperto, all’interno di cisterne o latte a seconda della quantità depositare nell’involucro originale

Monitoraggio dei rifiuti da cantiere La quantità reale di spreco dipenderà dall’abilità delle maestranze; è quindi importante monitorare le fasi di costruzione per individuare i punti critici, per migliorare i successivi progetti. Qui di seguito viene riportato un esempio di procedura per le verifiche in cantiere: • monitorare le quantità di materiali impiegati; • registrare periodicamente l’approvvigionamento dei materiali; • registrare periodicamente la quantità di lavoro eseguita per quantità di materiale impiegata; • controllare periodicamente il livello di spreco di materiale rapportato alla quantità di materiali utilizzato per ogni fase di lavoro; • studiare le cause dello spreco; • valutare l'efficacia delle misure adottate; • misurare a campione il livello di spreco di materiale; • suggerire le misure preventive per ridurre i livelli di spreco dei materiali;


• suggerire i metodi per ridurre gli sprechi nella costruzione; • installare un sistema compiuterizzato per la raccolta di dati del materiale sprecato e ottimizzare I metodi di verifica. Le tabelle di questo capitolo sono tratte da: Poon C.S., Yu T.W., Ng L. H., “A guide for managing and minimizing building and demolition waste”, The Hong Kong polytechnic university, 2001


GESTIONE DEI RIFIUTI NELLA FASE D’USO “Nel 1995 ogni cittadino europeo ha prodotto in media 460 Kg di rifiuti urbani. Questa quantità è aumentata fino a 520 kg pro capite nel 2004 ed entro il 2020 si prevede un ulteriore accrescimento fino a 680 kg pro capite. In totale, questo corrisponde a un aumento quasi del 50% in 25 anni. Questa previsione di crescita continua dei volumi di rifiuti è principalmente dovuta a un presunto aumento sostenuto dei consumi privati finali (ossia ad una crescita media annua entro il 2020 del 2% nell'UE-1522 e del 4% nell'UE1223 (CE 2006) e al proseguimento delle tendenze attuali nei modelli di consumo. Tuttavia, come illustrato nella figura che segue, esistono notevoli differenze tra gli Stati membri dell'UE-15 e quelli dell'UE-12. Ciononostante, poiché nell'UE-12 le economie sono in pieno sviluppo e i modelli di consumo sono in fase di evoluzione, i volumi di rifiuti subiranno probabilmente un aumento nei prossimi 15 anni, raggiungendo i livelli attuali dell'UE-15. Guardando al futuro, entro il 2020 si prevede una crescita dei volumi di rifiuti urbani del 22% nell'UE-15 e del 50% nell'UE-12. Questi risultati suggeriscono che gli sforzi tesi a prevenire la produzione di rifiuti dovrebbero essere notevolmente intensificati.”24 Generazione e gestione dei rifiuti urbani in Europa (pro capite)

Fonte: Eurostat ed ETC/RWM.

Come abbiamo visto la fase d’uso riveste un ruolo importante nella produzione dei rifiuti, inquanto tutti noi con le azioni quotidiane produciamo quantità elevate degli stessi. Siamo coscienti che non è possibile eliminarne totalmente la produzione, tuttavia una buona gestione dell’edificio deve stimolare comportamenti virtuosi quali: Evitare: • Rifiutare la posta pubblicitaria se non si ha poi cura di leggerla; • Diffondere l'accesso libero a giornali e riviste presso biblioteche o emeroteche; • Evitare di avvolgere il cibo con fogli di alluminio o plastica ma proteggerlo con piatti o riporlo in contenitori; • Utilizzare un sacchetto multi-uso quando si va a fare la spesa, o riutilizzare i sacchetti di plastica più volte; • Non acquistare prodotti con imballaggio. • Non acquistare oggetti inutili. 22 UE-15: Austria, Belgio, Danimarca, Finlandia, Francia, Germania, Grecia, Irlanda, Italia, Lussemburgo, Paesi Bassi, Portogallo, Regno Unito, Spagna, Svezia 23 UE-12: Bulgaria, Repubblica ceca, Cipro, Estonia, Lettonia, Lituania, Malta, Polonia, Romania, Slovacchia, Slovenia, Ungheria 24 EEA, “Climate change, Waste and material resources, una migliore gestione dei rifiuti urbani ridurrà le emissioni di gas a effetto serra, briefing 01”, Copenhagen, EEA, OPOCE, 2008


Ridurre: • Acquistare i prodotti sfusi, e non confezionati per ridurre gli imballaggi inutili; • Chiedere ai produttori di prodotti impacchettati di utilizzare contenitori riutilizzabili o riciclabili; • Scegliere prodotti con imballaggi biodegradabili o recuperabili; • scegliere oggetti con “vuoto a rendere” e quelli prodotti con materiali recuperati; • Limitare l’acquisto di prodotti “usa e getta” o con imballaggi eccessivi; • Preferire confezioni famiglia a quelle monodose; • Utilizzare entrambi i lati della carta da lettere e blocchi di appunti. Riutilizzare: • Si può in qualche modo riutilizzare quello che stai per buttare via? • Praticare il compostaggio domestico dei rifiuti organici; • Dotarsi di un trituratore; • Riutilizzare le carte da imballaggio e da regalo e i nastri per dei nuovi pacchetti; • Acquistare contenitori ricaricabili e riutilizzabili; • Non gettare indumenti, mobili ed oggetti vecchi, ma regalarli ad associazioni di solidarietà. Riciclare: • Sciacquare tutti i contenitori, operazione necessaria per evitare la formazione di germi e odore; • Appiattire gli oggetti ingombranti, per risparmiare spazio; • Chiudere il ciclo e acquistare prodotti riciclati.


GESTIONE DEI RIFIUTI NELLA FASE DI DISMISSIONE La programmazione delle attività di recupero e riutilizzo di materiali riciclati trova un valido supporto nella Guida alla demolizione selettiva (U32014580), elaborata dalla Commissione Edilizia dell'UNI; essa fornisce indicazioni progettuali ed esecutive per regolamentare il processo di demolizione delle opere edilizie e di ingegneria civile con lo scopo di prevenire la produzione, ridurre e valorizzare i rifiuti. Vengono definiti i processi di demolizione individuando i compiti dei diversi operatori coinvolti, fornendo indicazioni sulle tecniche di demolizione e separazione, sulle operazioni di stoccaggio in cantiere, sul trattamento delle diverse frazioni omogenee ottenute nonchè sulle operazioni di smaltimento delle frazioni non idonee al recupero. Tutto ciò tenendo conto dell'effettiva presenza di impianti di trattamento o di centri di messa in riserva nelle vicinanze del cantiere, della valutazione preventiva dei tempi, dei costi e dei possibili ricavi che la stessa comporta. Piano di demolizione recupero materiali e smaltimento In campo edilizio le operazioni di demolizione, sia parziale che totale, affermano un ruolo rilevante per la corretta gestione dei rifiuti. I metodi di demolizione utilizzabili si differenziano a seconda degli interventi che si intendono effettuare (manutenzioni, recuperi, ristrutturazioni, ricostruzioni, ecc...), in generale però le tecniche tradizionalmente utilizzate mirano ad ottimizzare l'efficacia dell'operazione attraverso la minimizzazione dei costi. In questo modo si tende a produrre un flusso di rifiuti indifferenziati costituito da frazioni eterogenee che rendono complesse e quindi costose eventuali operazioni di recupero degli stessi. Schema di gestione dei residui da costruzione e demolizione

Fonte: AA. VV., “IL MATTONE RITROVATO, Manuale per la gestione dei rifiuti da costruzione e demolizione in Provincia di Bologna in applicazione dell’Accordo di Programma”, Provincia di Bologna, 2004


In vista del riutilizzo dei rifiuti, le operazioni di demolizione devono tendere all'ottenimento di frazioni il più omogenee possibili; con la separazione preliminare dei materiali aumenta il vantaggio economico del recupero o riuso. Ma la valorizzazione, dei materiali e dei rifiuti derivanti dalla demolizione non può prescindere da un’adeguata verifica della convenienza sia economica che ambientale dell’intero processo, questo avviene attraverso la redazione di un piano di demolizione. Tale piano, redatto ad opera del responsabile delle attività di cantiere, è teso a: • pianificare, in modo ottimale la tempistica delle operazioni di demolizione; • valutare i costi derivanti dal maggior numero di giorni necessari per eseguire le operazioni di demolizione selettiva, rispetto ai guadagni derivanti dalla vendita dei materiali recuperati e dai mancati costi necessari per conferire le macerie in discarica. Le tecniche di demolizione edilizia possono essere suddivise in due grandi famiglie25: Demolizione edilizia incontrollata, tecnica prevalentemente usata per azioni distruttive, le più comuni sono: -demolizione con esplosivo; -demolizione per percussione ottenuta con martelli pneumatici o grossi martelli oleodinamici montati su mezzi meccanici; -demolizione per frantumazione con l'uso di grandi pinze idrauliche e/o cesoie oleodinamiche montate su mezzi meccanici; -demolizione per frantumazione con l'utilizzo di martinetti idraulici usati come divaricatori o spaccaroccia; -demolizione per spinta o trascinamento ottenuta con mezzi meccanici quali ruspe cingolate o terne gommate. Queste tecniche hanno il vantaggio della rapidità e come svantaggi: rischi per gli operatori, rumore, polveri, imprecisione, vibrazioni distruttive per le strutture adiacenti. Demolizione edilizia controllata tecnica prevalentemente usata nei casi di recupero e riqualificazione del costruito quali: -adeguamenti normativi; -apertura o allargamento di porte e finestre; -interventi antisismici; -rinforzi strutturali; -opere di restauro; -apertura di fori per passaggi di impianti; -deumidificazione radicale con inserimento di guaine. Le più comuni sono: -demolizione per frantumazione chimica con l’uso di sostanze espandenti; -demolizione per frantumazione meccanica con pinze per demolizione e cesoie manuali o cesoie oleodinamiche montate su automezzi semoventi; -demolizione per frantumazione meccanica ottenuta con martinetti espandenti; -idrodemolizione; -demolizione o taglio per abrasione con sega a disco di amantato o sega a filo diamantato; -demolizione o taglio con foretti per carotaggi contigui; -demolizione o taglio con lancia termica; -demolizione o taglio con plasma; -demolizione o taglio con laser. 25 Fonte: http://www.tagliomuri.com/articoli/tecniche-di-demolizione.html


Aspetti positivi: precisione, controllo del rischio, basse emissioni di inquinanti come rumore e polveri, assenza di vibrazioni e salvaguardia delle strutture adiacenti. Aspetti negativi: queste tecniche di demolizione richiedono attrezzature specifiche e operatori qualificati, sono apparentemente più costose delle demolizioni alternative ma da analisi a lavoro finito, considerando tutti i risparmi accessori, risultano sorprendentemente molto più convenienti. La demolizione selettiva è una pratica che mira a separare le diverse frazioni di materiali per sottoporli ad adeguati trattamenti che ne facilitino il reimpiego. Questo tipo di demolizione richiede una riorganizzazione del cantiere: perché le operazioni tradizionali vengono sostituite da operazioni di smontaggio e destrutturazione finalizzate all'ottenimento di frazioni omogenee valorizzabili; perché richiede la predisposizione di spazi per poter stoccare le diverse categorie di rifiuti. Processi che richiedono un’adeguata formazione del personale di cantiere. Nella realizzazione del piano di demolizione è utile visionare l’inventario dei materiali e degli elementi tecnici presenti nell’edificio redatto in precedenza, dove sono indicati i materiali presenti nelle strutture che andranno a costituire i rifiuti da demolizione, in modo da poter individuare, per ognuno, la tecnica di smantellamento più adeguata. Per ogni materiale è inoltre importante definire il quantitativo, la tipologia, la presenza di colle, di vernici, di additivi e l'eventuale aggregazione con altri materiali. Farà seguito la demolizione vera e propria, che dovrà essere condotta separando e poi stoccando i materiali, operando in quattro fasi successive: • materiali e componenti pericolosi: per evitare di provocare inquinamenti e per proteggere gli operatori del cantiere dal rischio di manipolare in modo improprio sostanze nocive, prima di tutto è indispensabile verificare se nell’edificio sono presenti materiali e componenti pericolosi (es: materiali contenenti amianto, interruttori contenenti PCB ecc...). Una volta identificati e localizzati questi materiali (con l’aiuto del progettista o di un tecnico esperto), si procederà a bonificare l’edificio, rimuovendoli e quindi smaltendoli nel rispetto delle modalità previste dalle specifiche norme. • componenti riusabili: dopo la bonifica dagli eventuali materiali pericolosi, si passerà allo smontaggio di tutti quegli elementi che possono essere impiegati di nuovo. In molti casi, mattoni, coppi, tegole, travi, elementi inferriate e parapetti, serramenti ecc…, se smontati con cura e senza danneggiarli, possono essere riutilizzati tali e quali, oppure, dopo semplici trattamenti (pulitura, revisione del funzionamento, riparazione, verniciatura). • materiali riciclabili: una volta asportati i materiali pericolosi e i componenti riusabili, si continua il lavoro demolendo le parti di edificio costituite da materiali o aggregati riciclabili al fine di produrre nuovi materiali, con funzioni ed utilizzazioni anche diverse da quelle dei residui originari. Ad esempio frammenti e macerie di laterizi o calcestruzzo, anche misti, che a seguito di frantumazione, miscelazione, vagliatura o altri trattamenti costituiscono materiali idonei alla realizzazione di re-interri, riempimenti e sottofondazioni. • rifiuti non riciclabili: tutto quello che resta dopo le selezioni è l’insieme di quei materiali che tecnicamente o economicamente (o per l’eventuale presenza di elementi estranei o eterogenei) non è possibile valorizzare. Materiali che quindi devono necessariamente essere avviati allo smaltimento. In fase di demolizione quindi si devono adottare le procedure per: • separazione preventiva dei rifiuti pericolosi eventualmente presenti e loro conferimento


• •

• •

differenziato al più appropriato recupero e/o smaltimento; successivo smontaggio di elementi e componenti edilizi dotati di residuo valore d’uso e quindi passibili di reimpiego diretto; differenziazione dei rifiuti inerti lapidei dagli altri rifiuti da costruzione e demolizione, per il loro avvio al recupero finalizzato alla produzione di inerte riciclato di qualità certificabile; quando opportuno, differenziazione ulteriore della frazione inerte in 2 classi: materiali a matrice laterizia e materiali a matrice cementizia; differenziazione della restante quantità di rifiuto in frazioni omogenee (legno, materie plastiche, materiali metallici, vetro, carta e cartone) da avviare separatamente a recupero anche tramite specifici impianti di selezione; invio dei rifiuti non altrimenti recuperabili al loro più appropriato smaltimento.

In pratica il progetto di demolizione deve procedere a un'adeguata programmazione delle operazioni, all'individuazione delle possibilità di commercializzazione, all'allestimento di idonei raccoglitori in cantiere, alla valutazione degli impatti prodotti dalle operazione di demolizione in modo da prevenirli e mitigarli nel migliore dei modi. Il trattamento e riutilizzo attraverso il riciclo e il corretto smaltimento, che deve avvenire secondo le modalità previste dal D.M. 05/02/98; "Individuazione dei rifiuti non pericolosi sottoposti alle procedure semplificate di recupero ai sensi degli art. 31 e 33 del D.LGS. 05/02/97 n° 22"), danno luogo alle seguenti frazioni omogenee più comuni: Materiale Materiale di scavo non inquinante

Pretrattamento Cernita da altri material, riduzione di pezzatura Cernita da altri material, riduzione di pezzatura Frantumazione

Riciclo Impianti di frantumazione

Cernita da altri materiali, riduzione di pezzatura Frantumazione

Impianti di frantumazione

Calcestruzzo

Cernita da altri materiali, riduzione di pezzatura

Impianti di frantumazione

Calcestruzzo alleggerito

Cernita da altri materiali

Impianti di frantumazione

Fibrocemento

Cernita da altri materiali, riduzione di pezzatura

Impianti di frantumazione

Laterizio

Pulizia, cernita da

Impianti di

Pietra naturale (granito, arenaria, porfido) Materiali da demolizione stradale Bitume Asfalto da pavimentazione

Riutilizzo tout court impianti di frantumazione Impianti di frantumazione

Impianti di frantumazione

Valorizzazione Riempimenti, terrazzamenti, rimessa a coltura Riutilizzo funzione originaria, inerti da riciclo Ghiaia sabbiosa riciclata per miscele di fondazione, stabilizzazioni, strati di fondazione Nuove impermeabilizzazioni

Smaltimento Discarica II cat. tipo A

Granulato d’asfalto per miscele riciclate, stabilizzazioni, strati di fondazione e livellamento Granulato per calcestruzzo riciclato, stabilizzazioni, strati di fondazioni Formazione di calcestruzzo alleggerito, granulato per calcestruzzo riciclato Impiego con altri materiali litoidi per sottofondi e riempimenti, utilizzo per altri scopi Riutilizzo funzione

Discarica II cat. tipo A

Discarica II cat. tipo A Discarica II cat. tipo A

Discarica II cat. tipo A

Discarica II cat. tipo A Discarica II cat. tipo A

Discarica II cat. tipo A

Discarica II cat.


altri materiali, riduzione di pezzatura

frantumazione

Tegole

Pulizia

Impianti di frantumazione

Materiale ceramico

Pulizia, cernita da altri materiali riduzione di pezzatura Riduzione di pezzatura Pulizia, cernita da altri materiali

Impianti di frantumazione

Legno non trattato/trattato

Pulizia, cernita da altri materiali, rimozioni trattamenti (vernici, colle)

Impianti di riciclo

Metalli (ferro, acciaio, rame, zinco, piombo)

Pulizia, cernita da altri materiali, cernita per ogni metallo Pulizia, cernita da altri materiali, cernita per tipo di plastica

Processi di fusione

Inerti misti da demolizione Vetro

Materie plastiche (PVC, polietilene polipropilene, policarbonato Isolanti (pannello truciolare, sughero) Isolanti (schiume, polistirolo, lane minerali)

Cernita da altri materiali, cernita per tipo d’isolante Cernita da altri materiali, cernita per tipo d’isolante

Impianti di frantumazione Impianti di macinazione

Impianti di riciclo meccanico, chimico, termochimico

originaria, terra rossa, materiali per riempimenti, sottofondi stradali, granulati da riciclo Riutilizzo funzione originaria, terra rossa, materiali per riempimenti, sottofondi stradali, granulati da riciclo Riutilizzo funzione originaria, misto per sottofondi

tipo A

Riempimenti, sottofondi stradali Prodotti di vetro cellulare, fondi per condotte, nuove lastre Recupero elementi costruttivi interi, pannelli truciolari, compositi legno plastica, legno cemento, legno gesso Commercio di rottami, nuova produzione di metalli

Discarica II cat. tipo A Discarica II cat. tipo A

Produzione nuovi manufatti in PVC (serramenti, rivestimenti) cavi, condutture

Discarica I cat.

Discarica II cat. tipo A

Discarica II cat. tipo A

Discarica I cat.

Discarica I cat.

Discarica II cat. tipo A Discarica I cat.

Fonte: http://www.ciclodeirifiuti.regione.marche.it/tab_trat.htm

Componenti riusabili I componenti riusabili sono residui che possono essere riadattati ad un nuovo impiego nelle costruzioni senza modificarne le caratteristiche geometriche. È il caso tipico degli elementi edilizi che possono essere ‘smontati’ o ‘disassemblati’ restando integri: -elementi strutturali in legno o metallo; -mattoni e blocchi da muratura; -tegole, coppi e lastre di copertura; -serramenti; -apparecchi sanitari; -parapetti ringhiere e inferriate; -gradini, soglie, davanzali ecc... Il riutilizzo integrale di elementi edilizi è la procedura di recupero più vantaggiosa dal punto di vista ambientale, poichè è quella che permette di valorizzare tutte le risorse ‘incorporate’


nell’elemento, producendo il minimo di scarto per riciclarlo, senza necessità di sottoporlo ad una nuova lavorazione se non a piccoli interventi di pulitura o riparazione e ripristino. Questa pratica può essere efficacemente adottata solo a condizione che le caratteristiche di ciascun elemento smontato siano compatibili con il suo nuovo impiego. Il criterio utilizzato per valutare questa idoneità è quello della “prestazione residua”, cioè la verifica delle proprietà che l’elemento smontato possiede ancora. Valutazione della possibilità di riuso dei componenti: schede tecniche Di seguito vengono forniti i criteri per la valutazione della prestazione residua. Se la verifica prevista da ciascuna scheda dà esito favorevole, il componente può essere ritenuto ‘riusabile’, cioè idoneo ad un successivo re-impiego (immediato o differito nel tempo) eventualmente anche a seguito di interventi di riparazione. Ciò significa che questo materiale derivante dallo smontaggio dell’edificio e/o delle sue parti (come ad esempio: tegole, coppi, travi in legno e in ferro, porte, fi nestre ecc...) o derivante dall’attività di costruzione (come ad esempio: stock inutilizzati ecc…) è escluso dal regime normativo dei rifiuti e può essere considerato alla stregua di qualunque materiale da costruzione nuovo. La tabella che segue contiene l’elenco, da considerare non esaustivo, dei materiali o componenti riusabili reperibili nelle demolizioni di edifici, per ogniuno dei quali, nell’Allegato 16 (da pagina 44 a pagina 69), vengono fornite le specifiche tecniche dettagliate per lo smontaggio destinato a consentirne un re-impiego ottimale. Scheda

Componente

1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 21 22 23 24 25 26

Trave in legno, tavolato in legno Tavella in laterizio Mattone in laterizio Concio in pietra naturale Trave in ferro (acciaio) Coppi in laterizio, tegole in laterizio Scandola in legno Lastre ondulate per coperture in materiale plastico Comignolo in laterizio (monolitico) Canale di gronda, pluviale (in lamiera metallica) Piastrelle in ceramica smaltate (pavimentazioni e rivestimenti) Piastrelle in ceramica non smaltate Elementi da pavimentazione o rivestimento in pietra naturale Listoni, listelli, doghe in legno da parquet Caminetto in pietra naturale Battiscopa in legno Davanzale, soglia, gradino in marmo Ante, persiane oscuranti Finestre e porte finestre Porte esterne e portoni Porte interne Lucernari, abbaini, ecc… Parapetti, balaustre, inferriate e recinzioni in profilati di acciaio saldati o chiodati Apparecchi sanitari (lavello/lavabo, bidet, vasca, piatto doccia, WC) Rubinetteria Corpo scaldante (radiatore, convettore)

Fonte: AA. VV., “IL MATTONE RITROVATO, Manuale per la gestione dei rifiuti da costruzione e demolizione in Provincia di Bologna in applicazione dell’Accordo di Programma”, Provincia di Bologna, 2004


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