HoF – Horizontal Farm, New Delhi Giuseppe Longhi
Il progetto HoF – Horizontal Farm, propone ipotesi di sviluppo urbano per una popolazione di circa 150.000 abitanti, insediabile nella megalopoli di Nuova Delhi, in un’area semicentrale di 30.000 mq. Esso è immaginato come parte integrante del corridoio Mumbai – Nuova Delhi, il grande palinsesto sperimentale del nuovo sviluppo megapolitano promosso dal Governo dell’India, con il supporto tecnico finanziario (100 m.di di dollari) del Giappone e il supporto tecnologico - gestionale del programma “Smarter city”. Lungo i suoi 1.500 chilometri il corridoio è destinato a coinvolgere in processi di nuova industrializzazione e urbanizzazione una popolazione di 180 milioni di abitanti, pari quasi alla popolazione di Italia, Francia e Regno Unito o alla metà della popolazione degli Stati Uniti d’America.
Il corridoio Mumbai-Nuova Delhi ed il progetto HoF. Il corridoio attraversa sei Stati, il suo progetto prevede la realizzazione di una ferrovia ad alta velocità per il trasporto merci, il cui percorso si configura come sistema integrato ferro – autostrada - linee di TLC ad alta velocità – piattaforme intermodali, e la creazione di sette “smart cities” di poco meno di due milioni d’abitanti ciascuna. Esso si colloca all’interno del programma governativo di due smart city per ogni Stato, ciascuna con una popolazione compresa fra i 500.000 e i due milioni di abitanti, destinate ad accogliere una parte delle 30 persone che emigrano ogni minuto dalle parti rurali verso le città. A seguito di questo fenomeno l’India prevede la creazione di 500 nuove città nei prossimi 20 anni. Si ritiene che la realizzazione del corridoio affidi un ruolo sovrabbondante agli aspetti tecnologici, per cui il progetto sperimentale HoF declina il concetto di “smart city” come “human network”, per sperimentare nuove forme di urbanità ispirate alla crescita delle capacità umane e alla sinergia con le risorse naturali. Una visione antropocenetica dello sviluppo. Secondo il premio Nobel olandese Paul Crutzen siamo entrati nella nuova era dell'Antropocene. Questo implica affrontare il progetto anche con gli occhi del geologo, che pensa in migliaia, se non milioni d’anni; dobbiamo perciò attrezzarci per comprendere le scale dei processi geologici e biologici, per confrontarci sia con le implicazioni dell'espansione del tempo, sia delle scale spaziali di progettazione e pianificazione. Come ha scritto l'Economist: “Un pianeta che presto dovrebbe sostenere10 miliardi di umani dovrebbe funzionare in modo diverso da quello che ha mantenuto 1 miliardo di persone, per lo più contadini, 200 anni fa”. L' Antropocene sancisce il carattere dominante del genere umano e postula l’interconnessione tra i processi umani e naturali; questo implica che non è più possibile mantenere la finzione di una divisione tra ciò che è naturale ed artificiale (la famosa dicotomia città – campagna). Dall’interdipendenza uomo natura discende che il progetto seguirà i principi del metabolismo degli elementi presenti in natura, sarà olistico e tenderà alla dematerializzazione per contrastare la crescente scarsità di materia.
La consapevolezza verso il limite delle risorse. Importanti punti di riferimento del progetto sono la Conferenza Rio+20 sullo sviluppo umano e la ricerca “Planetary boundaries”. Entrambe le fonti pongono il problema del tendenziale esaurirsi delle risorse e del manifestarsi di cambiamenti nei regimi planetari (cambiamenti climatici, perdita di biodiversità, consumo d’acqua, perdita di terreno agricolo, inquinamento) che potrebbero influenzare drammaticamente il benessere umano. La risposta della Conferenza Rio+20 è l’invito a cambiare il modello progettuale spostando l’attenzione da soluzioni di breve momento e costruite sulla realtà storica, a visioni di lungo momento, basate su forze guida e feedback. Da questo emerge un modello di progettazione che propone un rinnovo del modello di governance basato su: 1) capacità di leadership accompagnata dall’ampio coinvolgimento dei cittadini grazie ad Agende operative sempre più evolute, 2) avvio di processi resilienti, che, assumendo come centro la città, generano feedback fra aumento delle capacità (sapere e creatività, nuovi lavori), autonomia nella produzione di risorse (cibo, energia, salute), salvaguardia delle risorse naturali (crescita della biodiversità, tutela delle acque). Un progetto generatore di nuove capacità. Il progetto si ispira al pensiero di Amartya Sen e Martha Nussbaum, che identificano nella crescita delle capacità della popolazione, nel nostro caso prevalentemente a basso reddito, di giovane età e appartenente alla generazione dei nativi digitali, la forza guida per un nuovo e democratico sviluppo. L’aumento delle capacità non può essere disgiunto dalla consapevolezza dei valori che devono guidare lo sviluppo della comunità e della megalopoli: la coesione, per uno sviluppo armonico in un ambiente segnato dalla crescita delle diversità, la resilienza, per uno sviluppo capace di adattarsi alla disponibilità descrescente di risorse naturali e all’imprevedibilità del cambiamento climatico. Il progetto quindi assume come forza guida lo sviluppo delle risorse umane e come condizione di vincolo la difesa delle risorse naturali, in un ambiente propulsivo, la cui dinamica non ha precedenti nella storia dell’umanità. L’elemento chiave della progettazione diventa così la sostenibilità, intesa come feedback tra uomo e natura, in una visione antropocenetica dello sviluppo, consapevole verso il limite delle risorse e sensibile alla responsabilità di rivedere prassi progettuali ormai obsolete.
Le nuove regole progettuali. Il progetto HoF, sulla base dei principi fin qui enunciati, propone un abaco progettuale le cui parole più significative sono: - “cascate critiche”. Lo scopo del progetto è produrre “cascate critiche”, ossia deve superare la mera soddisfazione dei bisogni in un luogo, per essere ‘generativo’, capace di produrre processi di sviluppo esportabili. Per questo le soluzioni progettuali e le strategie organizzative che vengono proposte in HoF sono replicabili, per contribuire a trasformare il modo di abitare nelle nuove città o nei nuovi spazi che si stanno realizzando a scala globale; - capacità umane. La principale forza guida del progetto è la crescita delle capacità umane, per aumentarne la creatività, la flessibilità e la capacità d’innovazione. Le risorse umane danno luogo a strutture organizzative caratterizzate da differenziazione, modularità, e interazioni incrociate, per promuovere e gestire sistemi in grado contemporaneamente di adattarsi e innovare. - metabolismo. Il progetto si basa sull’ottimizzazione del metabolismo delle risorse, minimizzando gli input di materia, sfruttando le opportunità offerte dai processi di dematerializzazione e sfruttando i flussi di rifiuti per realizzare processi di trasformazione produttiva. L’impianto metabolico è coerente con la regola del decoupling e della sinergia uomo-ambiente, per cui ad ogni realizzazione fisica deve corrispondere una pari crescita delle risorse naturali. Tale principio permette al progetto di entrare in sinergia con i parametri di qualità degli insediamenti proposti dalle convenzioni internazionali sullo sviluppo umano ed ambientale. In quest’ottica le infrastrutture fisiche diventano strumenti per produrre: capacità, relazioni, energia, cibo; - biologia. Le tecnologie utilizzate sono d’ispirazione biologica, a basso prezzo, ad alta connettività, per promuovere processi industriosi in un ambiente caratterizzato dall’assenza di capitali.
I grandi tsounami. Gli elementi che compongono l’abaco progettuale di HoF sono oggi sottoposti a variazioni improvvise e dagli effetti difficilmente prevedibili. Si può sostenere che il modello progettuale è investito da una serie di tsounami: 1_l’abbandono dell’idea del progetto come una serie di prodotti fisici ‘stabili’ a favore dell’ideazione di un sistema di flussi ‘meshed’, composti da atomi e bit; 2_il passaggio da un sistema di regole progettuali ispirate alle leggi della meccanica a un sistema ispirato alle regole biologiche, caratterizzate da processi autogenerativi a 0 consumo di risorse; 3_ la crisi della dimensione stanziale e passiva dell’educazione e dei suoi edifici a favore di organizzazioni on-line e interattive; 4_ la crisi dello storico ciclo produttivo, caratterizzato da una molteplicità di passaggi a favore della catena ‘corta’ ideazione-prodotto, caratterizzata da impianti a basso costo, da cui l’ipotesi “ciascuno è imprenditore”; 5_ la realizzazione di cloud, ossia di magazzini operativi della memoria, sempre più importanti; 6_la modifica delle regole di governance, a causa dell’orizzontalizzazione delle relazioni favorita dalle nuove tecnologie e dalla disponibilità di cloud sempre piùcapaci; 7_la trasformazione degli amministratori pubblici in “urban mechanics”, che forniscono strumenti e assistenza ai cittadini, i quali provvederanno creativamente alla rigenerazione della città. Post-scriptum. Questo progetto appartiene alla serie della via della seta, è il secondo dopo quello della ricolonizzazione di Portomarghera, è generativo, in quanto vuole stimolare portatori d’interesse economico-sociali e studenti ad inserirsi attivamente nella nuova realtà delle centinaia di città che si stanno realizzando oggi nel mondo. La crisi è acuta per chi ha come orizzonte il proprio piccolo sito senza guardare lontano e senza rinnovare le proprie capacità. La raccomandazione è sviluppare un’adeguata piattaforma, che coinvolga il più ampio spettro di stakeholders, per dialogare con i problemi dello sviluppo anziché lamentarsi per il declino. In questa direzione si muoverà il corso di specializzazione “Nuove strategie di progettazione dell’edificio e del suo contesto” ( vedi http://www.iuav.it/Didattica1/master/ oppure http://www.vodblogsite.org/ ) che affronterà il tema dell’”Intelligent school design” e sarà sviluppato congiuntamente dallo IUAV – Dipartimento di progettazione e pianificazione in ambienti complessi e dall’ambiente creativo di Bassano del Grappa, a partire dal suo Urban Center. Un primo passo verso la costruzione di una piattaforma di attori sociali ed economici molto diversificata il cui scopo è la progettazione di sistemi di rigenerazione urbana esportabili.
Yellow Pages: promotori del progetto Ideazione IUAV – Dipartimento di progettazione e pianificazione in ambienti complessi Unità di ricerca “La nuova via della seta” http://www.iuav.it VoD – Value of differences http://www.vodblogsite.org
Community building Urban Center Bassano http://www.urbancenterbassano.org Laboratorio L’ombrello http://www.ombrello.org
Imprese per lo sviluppo sostenibile Associazione imprenditori per lo sviluppo sostenibile, Bassano http://www.aissbassano.org Consulenza per l’impostazione di sostenibilità Studio arch. Massimo Vallotto massimovallottoarch@nsoft.it Materiali eco-bio compatibili Impresa A materiali sostenibili ......... ................... Smart grid Impresa C energia rinnovabile........ .................. Domotica ............... Biodiversità Impresa D riqualificazione ambientale ......... Trattamento rifiuti, recupero e riciclo _______ Finanza e innovazione Banca di credito cooperativo di S.Giustina - Laboratorio per l’innovazione http://www.bccromanosantacaterina.it/
VoD Interactive data base Delhi - Mumbai industrial corridor www.dmic.co.in Antropocene Anthropocene http://www.anthropocene.info/en/anthropocene Paul J. Crutzen, Christian Schwägerl, Living in the Anthropocene: Toward a New Global Ethos, in: Yale Environment 360, 11/02/12, scaricabile da: http://e360.yale.edu/content/print.msp?id=2363 Urban by Nature, International Architecture Biennale Rotterdam – 2014, www.iabr.nl Marina Alberti, Building Cities that Think Like Planets Michael Mehaffy, Nikos A. Salingaros,Toward Resilient Architectures, http://www.metropolismag.com/ L’Antropocene come minaccia alla sopravvivenza del pianeta, http://liberamenteprato.blogspot.it/2012/09/antropocene.html Nature’s imperative, Towards A Robust Nature Policy, www.rli.nl
Limite delle risorse Rio+20 http://rio20.net/en/
“Planetary boundaries” http://www.stockholmresilience.org/
Capacità umane UNDP, Human Development report, in: http://hdr.undp.org/en/ Le "capabilities" secondo A. Sen e M. Nussbaum, in: http://www.assistentisociali.org/servizio_sociale/servizio_sociale_trasformativo-le_capabilities_sen_nussbaum_I.htm
Metabolismo e rigenerazione urbana Giuseppe Longhi, Piano sostenibile per le Isole Pelagie, Ed. Poligrafo, Padova, 2008 Aldo Grasso, Giuseppe Longhi, Necessità di applicare un approccio sostenibile integrato alla riqualificazione urbana europea”, UE-CESE, Bruxelles, 2011
Tsounami del sapere Andrè Dua, College for all, in: Voices on Society: The art an d s cien c e of deli v ery, vo i c es.mc k i nse yonsoc ie t y.com.
3D Printer e Robot Arduino: next industrial revolution Lavery/Pennel, 2Degrees, IfM, The next manufacturing revolution, in: http://www.nextmanufacturingrevolution.org/?page_id=342 Economist Special report: Manufacturing and innovation, in: http://www.economist.com/printedition/2012-04-21 McKinsey Sustainability & Resources Productivity practice: Richard Dobbs, Jeremy Oppenheim, and Fraser Thompson, Resource revolution: meeting the world’s energy, materials, food and water needs. Matt Rogers, Five technologies to watch Peter Bisson, Elizabeth Stephenson, and S. Patrick Viguerie, Global forces: an introduction AA.VV., Manufacturing the future: The next era of global growth and innovation AA.VV., Disruptive technologies: Advances that will transform life, business, and the global economy Juduth Rodin, Rethinking infrastructures IBM - Smarter planet http://www.ibm.com/smarterplanet/it/it/
Agenda: Agenda 21 post Rio+20 urban mechanics
http://www.sustainable-everyday-project.net/agenda21/2012/05/15/democities-21/ http://www.cityofboston.gov/internships/BUMP.asp
Gestione operativa del progetto VoD Database fornisce i seguenti strumenti operativi: metodologia: progetto metabolico tactical urbanism cognitive city
design Kit: raccolta di strumenti operativi secondo il ciclo di vita del progetto archivio piani e progetti: Pratiche di rigenerazione megapolitana Pratiche di rigenerazione urbana Piani per la resilienza Piani per contrastare il cambiamento climatico Piani smart per il rinnovo delle infrastrutture
Monitoraggio e controllo di processo: RIBA Work Stage www.ribaplanofwork.com/About/Concept.aspx Leeds