Comunità e rete_Giuseppe Longhi

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comunità e rete Testo originale: Etienne Wegner, Beverly Trayner, Maarten de Laat, Promoting and assessing value creation in communities and networks: a conceptual framework, Ruud de Moor Centrum, 2011, w.ww.rdmc.ou.nl in. http://wenger-trayner.com/wp-content/uploads/2011/12/11-04-Wenger_Trayner_DeLaat_Value_creation.pdf

Traduzione e rielaborazione: Giuseppe Longhi Cicli di creazione di valore grazie alla comunità e alle reti Ciclo 1

Creazione di valore immediato grazie ad attività ed interazioni

Attività e interazioni producono valore in sé e per sé, stimolano la riflessione collettiva, pensieri “out of the box” e aprono nuove prospettive di sviluppo futuro.

Ciclo 2

Creazione di valore potenziale grazie al knowledge capital

Attività ed interazioni possono produrre “knowledge capital”, la cui caratteristica è generare valore nel lungo periodo. Il knowledge capital può assumere diverse forme: capitale umano, sociale, tangibile, reputazionale e learning capital.

Ciclo 3

Creazione di valore applicato grazie alle azioni pratiche

Il “knowledge capital” è un valore potenziale, il suo sfruttamento richiede capacità di adattamento alla realtà dei contesti, in termini di azioni, pratiche, strumenti, approcci ed organizzazioni.

Ciclo 4

Monitoraggio del valore realizzato per migliorare le prestazioni

Il miglioramento delle prestazioni non è conseguenza diretta dei cambiamenti, occorre avviare una pratica di monitoraggio per riflettere sui loro effetti e aggiornare i modelli in tempo reale.

Ciclo 5

Riformulare il valore ridefinendo gli obiettivi da raggiungere

L’ultimo ciclo di creazione di valore si realizza quando l’apprendimento sociale impone una riconsiderazione dei principi di apprendimento e dei criteri con cui si definisce il successo. E questo significa trasformare o lasciarsi alle spalle le strutture esistenti.

Rielaborazione da Wenger E., Trayner B., de Laat M., Promoting and assessing value creation in communities and networks: a conceptual framework, Ruud de Moor Centrum, Open Universiteit, 2011, in http://www.open.ou.nl/

Wenger et al. (2011) distinguono tra comunità e reti: - rete: si intende un insieme di relazioni, interazioni personali e connessioni tra soggetti che hanno motivi personali per connettersi. è vista come un insieme di nodi e collegamenti capaci di sviluppare l’apprendimento grazie a: flussi di informazioni, collegamenti collaborativi, problem solving collettivo, creazione di conoscenza. - comunità: si riferisce allo sviluppo di un’identità condivisa su un argomento o un insieme di obbiettivi. Essa rappresenta un’intenzione collettiva – comunque tacita e distribuita – per supportare un campo di

conoscenze e sostenerne l’apprendimento. Due aspetti del tessuto sociale di apprendimento. Dal punto di vista del facilitare l’apprendimento, comunità e rete sono due aspetti del tessuto sociale che generano effetti diversi sul potenziale di apprendimento. Nell’ottica dell’apprendimento, essi producono valori diversi, implicano rischi diversi, e pongono sfide diverse. È utile chiarire questo concentrandosi su comunità ‘pura’ e processi di rete, con l’avvertenza che questi processi esistono raramente nella forma ‘pura’.

Venezia, gennaio 2014


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Apprendimento e comunità. La formazione di una comunità crea uno spazio sociale in cui i partecipanti possono scoprire e promuovere un apprendimento collaborativo in un campo comune. Questa collaborazione può essere formale o informale e la sua volontà può essere espressa o tacita. La caratteristica principale è la fusione dell’apprendimento individuale e collettivo per lo sviluppo di una pratica condivisa. Il valore aggiunto di una comunità deriva dalla sua capacità di sviluppare una volontà collaborativa per accrescere l’apprendimento. Questo impegno condiviso di un gruppo di persone è la principale risorsa didattica poiché tende ad ampliare i flussi di informazioni. Nel tempo, le esperienze condivise di apprendimento (repertori di casi, tecniche, strumenti, storie, concetti e prospettive) diventano una risorsa per la comunità. Il pericolo per la comunità è che può diventare ostaggio della sua storia, dei suoi modi di fare le cose, e di subordinare la sua identità al gruppo. Quando ciò accade, le comunità possono diventare chiuse e introverse, con confini rigidi ed impermeabili, ed i successi del passato costituiscono una barriera alle nuove possibilità. La sfida per la comunità è rinnovare continuamente la sua identità e la sua capacità di coinvolgimento: negoziando e rinegoziando gli scopi dell’imparare insieme, aiutandosi a vicenda, approfondendo le idee, sviluppando risorse condivise, sostenendo uno spazio sociale per l’apprendimento. Tutto questo richiede tempo e impegno; non tutti devono avere coinvolti allo stesso livello, ma in misura sufficiente perché la comunità si senta un’entità viva. Apprendimento e rete Le connessioni in rete possono funzionare come nodi per l’apprendimento in quanto danno accesso a flussi e scambi di informazioni. Questo accesso può essere intenzionale o fortuito, può essere diretto, si coinvolge una connessione individuale, o indiretto, se coinvolge una serie di connessioni. La partecipazione ad una rete d’apprendimento non richiede un partenariato o un impegno formale; in questo senso, l’apprendimento

in rete non ha una dimensione collettiva esplicita. Il valore dell’apprendimento in rete deriva dall’accesso ad una ricca rete di fonti d’informazioni e di modalità di dialogo interattive, come risposte a quesiti o l’aiuto di altri, indipendentemente dall’entità che avvia l’accesso, sia essa chi vuole apprendere o qualunque altro. In relazione all’interesse individuale nella connessione, da un lato la rete consente l’accesso a risorse di apprendimento molto mirate, come nel caso dell’invio di un quesito via e-mail o la decisione di seguire qualcuno via Twitter. D’altro canto, poiché i flussi d’informazione possono essere raccolti, interpretati e propagati in modi inaspettati, essi attraversano le reti con un alto livello di spontaneità e imprevedibilità. Questo potenziale di connessioni spontanee e casuali e del conseguente potenziale per l’esplorazione collettiva senza un’intenzione o un progetto collettivo è un aspetto fondamentale del valore delle reti per l’apprendimento. Il pericolo della rete è il ‘rumore’ e la diffusione. La connettività come strumento d’apprendimento ha il suo prezzo; essa aumenta la possibilità di accesso utile, ma aumenta anche il livello di ‘rumore‘. Se la rete non richiede un impegno per un campo comune, essa richiede capacità di gestione dei collegamenti e capacità di distinguere tra ciò che è significativo e ‘rumore’. A livello collettivo, la casualità delle reti ha un rovescio della medaglia: l’assenza di volontà collettiva e d’identità rendono più difficile gestire sistematicamente un campo. Se le connessioni rimangono prevalentemente locali importanti idee possono rimanere nascoste perché non vi è alcun gruppo impegnato a riconoscere e negoziare la loro importanza. La sfida della rete è che richiede un forte senso di direzione da parte degli individui. L’apprendimento avviene perché i partecipanti sfruttano la disponibilità e la diffusione delle informazioni per sviluppare le loro attività e le loro capacità. Il valore delle reti come risorse di apprendimento dipende da una valutazione individuale della rilevanza del flussi informativi per se stessi e per la rete più ampia.


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Comunità e rete come processi di sviluppo La coesistenza di questi due aspetti suggerisce due modelli di approccio per coloro che promuovono l’apprendimento. Il lavoro della comunità è quello di sviluppare partnershipo per creare identità attorno a un un’agenda comune o a un’area di apprendimento. Occorre spiegare chiaramente gli scopi, cosa e come imparare in modo collaborativo ed il vantaggio che ne deriva. Si tratta di sviluppare un senso collettivo di fiducia e impegno. Il lavoro della rete è finalizzato ad ottimizzare la connettività tra le persone, grazie all’aumento della sua portata e densità e al potenziamento delle connessioni, per consentire nuovi collegamenti ed ottenere risposte veloci. Aumentando il potenziale della rete si da origine a connessioni inaspettate. Complementarietà fra strutture comunitarie e reti Comunità e reti danno luogo a distinti processi di strutturazione sociale, ma non sono opposti. Aumentando un aspetto non diminuisce l’altro. Al contrario, essi spesso si sviluppano insieme. Essere più interconnessi spesso aumenta il senso di comunità, e il desiderio di imparare intorno a una questione condivisa motiva spesso le persone a cercare connessioni. Anche se le due strutture non sono rigidamente correlabili ed i loro rispettivi effetti sull’apprendimento sono distinti, esse di fatto sono complementari, con il risultato di correggersi reciprocamente. Quando una rete manca di auto-consapevolezza per raggiungere un livello desiderato di intenzionalità collettiva, i partecipanti hanno bisogno di costruire un’identità comune attraverso processi di costruzione comunitari, di vedere la rete sia come entità con un suo potenziale collettivo, sia come sistema di partner di apprendimento, di vedere la loro partecipazione come contributo ad un più ampio sforzo di apprendimento che andrà a loro beneficio. Un’esperienza di comunità sviluppa solidarietà e coinvolgimento intenzionale. Quando una comunità diventa chiusa e introversa, quando la sua identità collettiva è diventata così

limitata da essere un ostacolo per gli estranei e per nuovi apprendimenti, la creazione di processi di rete possono scuotere le cose. Le nuove connessioni possono ridisegnare i confini e portare nuove prospettive. Esse costituiscono inoltre un fattore di casualità perché ogni nuova connessione porta con sé una rete di altre connessioni che possono influenzare la comunità e quello che fa. L’apprendimento sociale è arricchito da una dinamica interazione fra entrambi i processi: della comunità e di rete. Tale interazione combina processi concentrati e fluidi, intrecciando apprendimento individuale e collettivo. Per rafforzare la formazione occorre approfittare di questa complementarietà. Cicli di creazione di valore nelle reti e comunità Al fine di apprezzare la ricchezza del valore creato da comunità e reti, è utile pensare in termini di cicli differenti: Ciclo 1. Le attività e interazioni (valore immediato) Il ciclo di base di creazione di valore considera che attività e interazioni di rete e di comunità hanno valore in sé e per sé: • per le comunità, questo campo comprende attività come aiutare un membro in difficoltà attraverso incontri faccia a faccia, organizzare strutture di ascolto, organizzare visite ad altri luoghi, condurre piccoli progetti di ricerca; • per la rete, questo campo comprende organizzare conversazioni e incontri on-line, porre questioni, fornire informazioni o dare input. Attività e interazioni producono valore in sé e per sé, possono essere divertenti e stimolanti, si possono ottenere risposte a domande, soluzioni a problemi, offrire opportunità. La riflessione collettiva stimola pensieri “out of the box” e apre nuove prospettive. E condividere una sfida con altri può essere un sollievo. Ciclo 2. Il knowledge capital (valore potenziale) Non tutto il valore prodotto da una comunità o da una rete viene realizzato immediatamente. Attività ed interazioni possono produrre “knowledge

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capital”, la cui caratteristica è generare valore nel lungo periodo. Nota che questo potenziale può essere utile, anche se non viene realizzato. Per esempio, si può imparare dalla storia dell’esperienza di un partecipante che cosa fare o non fare in caso di incidente. Anche se un tale incidente non accadrà mai più, è utile e rassicurante avere quella conoscenza per ogni evenienza. Il knowledge capital può assumere diverse forme: • capitale umano, esso si esprime in termini di risorse personali e può assumere la forma di competenze, capacità di dare informazioni, o di offrire nuove prospettive ed idee per affrontare problemi. E’ importante anche il valore personale di partecipazione ad una comunità o ad una rete perché facilita l’ispirazione, la cura, la fiducia e lo status. • capitale sociale, esso si esprime in termini di relazioni e connessioni. Se si considera la conoscenza come un bene collettivo distribuito attraverso una comunità o una rete, i rapporti sociali e le connessioni assumono le forme di knowledge capital e di knowledge resource. Quest’ultima definizione è legata al capitale reputazionale, connesso alla qualità delle relazioni. Comunità e reti possono costruire una visione condivisa e sviluppare un linguaggio comune; le risorse sociali possono facilitare ulteriormente apprendimento e comunicazione. Tutto questo può portare a potenziali opportunità di collaborazione e alla capacità di promuovere una causa. E non bisogna sottovalutare il valore della coesione di fronte a obiettivi di apprendimento impegnativi; • capitale tangibile, esso riguarda l’implementazione delle risorse. Partecipare ad una comunità o ad una rete da un accesso privilegiato a determinate risorse, come specifiche informazioni (documenti, strumenti e procedure, fonti disponibili in rete - tag, cloud, mappe mentali, link), strumenti di ricerca e di visualizzazione, e altre strutture socio- informative che facilitano l’accesso alle informazioni; • capitale reputazionale, comprende la reputazione della comunità o della rete, lo status professionale dei suoi componenti, o il riconoscimento della rilevanza strategica in un campo. Tutti questi elementi aumentano il potenziale dell’azione collettiva;

• learning capital, esso riguarda la capacità di sviluppare la capacità d’apprendere. Consiste nella gestione delle attività legate al sapere per l’intero ciclo di vita dei cittadini, grazie all’integrazione di sistemi faccia a faccia e a distanza. Riguarda anche la trasferibilità di tale esperienze ad altri contesti. Ciclo 3. Cambiamenti in pratica (valore applicato) Il “knowledge capital” è un valore potenziale, che può o non può essere messo in uso. Attirare il capitale richiede capacità di adattamento ad una situazione specifica. L’adattamento e l’applicazione di knowledge capital in differenti contesti possono portare a cambiamenti o innovazioni in azioni, pratiche, strumenti, approcci ed organizzazioni. Ciclo 4. Miglioramento delle prestazioni (monitoraggio del valore realizzato) Non è sufficiente applicare nuove pratiche o strumenti. Ci si aspetterebbe che l’applicazione pratica di nuove idee porti a miglioramenti in termini di prestazioni, ma questo non è garantito. È quindi importante non supporre semplicemente che il miglioramento delle prestazioni sia conseguenza diretta dei cambiamenti, ma occorre riflettere sugli effetti dell’applicazione del knowledge capital sui portatori d’interesse e sugli utenti. Ciclo 5. Ridefinire il successo (riformulare il valore) L’ultimo ciclo di creazione di valore si realizza quando l’apprendimento sociale impone una riconsiderazione degli principi di apprendimento e dei criteri con cui si definisce il successo. Questo comprende ricontestualizzazione di strategie, obiettivi e valori. Si può anche comprendere la proposta di nuove metriche per la valutazione della nuova definizione di successo. La ridefinizione del successo può avvenire a livello individuale, collettivo e organizzativo. Passando da ridefinizioni del successo individuali a quelle collettive e istituzionali, è probabile imbattersi in inerzie e tensioni gerarchiche, che richiederebbero rinegoziazione con i poteri che hanno la legittimità per definire il successo a quei livelli. E può anche


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significare trasformare o lasciandosi alle spalle le strutture esistenti e usare le nuove definizioni di successo per crearne di nuove. Relazioni complesse tra i cicli Mentre ci sono relazioni causali tra i vari cicli, è importante non assumere una gerarchia di livelli o una semplice catena causale. In primo luogo, l’apprendimento non è un processo lineare, con distinte fasi di produzione e applicazione della conoscenza. L’apprendimento è un processo dinamico in cui produzione e applicazione delle conoscenze sono strettamente intrecciate e spesso indistinguibili. Inoltre i cicli non sono in successione meccanica

e il successo di una comunità o una rete non si misura solo con il raggiungimento del ciclo finale. Ogni portatore d’interesse da importanza ad aspetti diversi. I facilitatori potrebbero essere più interessati nella gestione delle attività o alla produzione di output (cicli 1 e 2). I membri potrebbero essere interessati alle soluzioni pratiche (ciclo 3) e alla definizione del successo (ciclo 5). I responsabili potrebbero essere più interessati alle prestazioni (ciclo 4). Nel complesso questi cinque cicli forniscono un quadro dinamico della creazione di valore cui prestare attenzione perché sono la base del processo di valutazione e misura che proponiamo.

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